SECONDA GUERRA DI INDIPENDENZA - … · FASI DELLA SECONDA GUERRA DI INDIPENDENZA 1) Per far sì...

7
Prof.ssa Cristina Galizia www.arringo.wordpress.com LA SECONDA GUERRA DI INDIPENDENZA (1859-1860) Per scacciare gli Austriaci dal suolo italiano, Cavour decise di chiedere aiuto alla Francia, nemica storica dell’Austria. Ma come coinvolgere Napoleone III nell’impresa? L'occasione si presentò nell'estate del 1858. Quando infatti, il 14 gennaio di quell'anno, Napoleone III scampò a un attentato perpetrato ai suoi danni dal democratico Felice Orsini, l’imperatore francese capì che era urgente intervenire in Italia. Di conseguenza, il 20 luglio a Plombières, Napoleone e Cavour s'incontrarono pianificando un accordo che portasse a un nuovo assetto della penisola dopo una guerra con l’Austria (ACCORDI DI PLOMBIERES). I due statisti stabilirono: di istituire un regno dell’Alta Italia sotto la monarchia dei Savoia; la Francia sarebbe intervenuta al fianco del Piemonte solo nel caso in cui il Piemonte fosse stato attaccato; La Francia, in caso di vittoria, avrebbe ottenuto la Savoia (Val D’Aosta) e Nizza. Una volta vinto il conflitto, ognuno di essi ambiva a conseguire obiettivi ben diversi: Napoleone intendeva estendere alla penisola la propria influenza, Cavour a unificare l’Italia settentrionale sotto il controllo sabaudo. FASI DELLA SECONDA GUERRA DI INDIPENDENZA 1) Per far sì che scattasse l’alleanza con la Francia, il Piemonte cominciò a fare azioni offensive sul confine, cercando di spingere l’Austria a fare la Italia nel 1858

Transcript of SECONDA GUERRA DI INDIPENDENZA - … · FASI DELLA SECONDA GUERRA DI INDIPENDENZA 1) Per far sì...

Prof.ssa Cristina Galiziawww.arringo.wordpress.com

LA SECONDA GUERRA DI INDIPENDENZA (1859-1860)

Per scacciare gli Austriaci dal suolo italiano, Cavour decise di chiedere aiuto alla Francia, nemica storica dell’Austria. Ma come coinvolgere Napoleone III nell’impresa?

L'occasione si presentò nell'estate del 1858. Quando infatti, il 14 gennaio di quell'anno, Napoleone III scampò a un attentato perpetrato ai suoi danni dal democratico Felice Orsini, l’imperatore francese capì che era urgente intervenire in Italia. Di conseguenza, il 20 luglio a Plombières, Napoleone e Cavour s'incontrarono pianificando un accordo che portasse a un nuovo assetto della penisola dopo una guerra con l’Austria

(ACCORDI DI PLOMBIERES). I due statisti stabilirono:

di istituire un regno dell’Alta Italia sotto la monarchia dei Savoia;la Francia sarebbe intervenuta al fianco del Piemonte solo nel caso in cui il Piemonte fosse stato attaccato;La Francia, in caso di vittoria, avrebbe ottenuto la Savoia (Val D’Aosta) e Nizza.

Una volta vinto il conflitto, ognuno di essi ambiva a conseguire obiettivi ben diversi: Napoleone intendeva estendere alla penisola la propria influenza, Cavour a unificare l’Italia settentrionale sotto il controllo sabaudo.

FASI DELLA SECONDA GUERRA DI INDIPENDENZA

1) Per far sì che scattasse l’alleanza con la Francia, il Piemonte cominciò a fare azioni offensive sul confine, cercando di spingere l’Austria a fare la

Italia nel 1858

Prof.ssa Cristina Galiziawww.arringo.wordpress.com

prima mossa. Il Piemonte fu aiutato dai Cacciatori delle Alpi, un corpo di volontari, capitanato da Giuseppe Garibaldi.

2) Vienna reagì inviando un ultimatum (23 aprile) che ovviamente Cavour respinse, desideroso di iniziare la guerra con l’appoggio dei francesi.

3) Così il 26 aprile 1859, iniziò la seconda Guerra d'Indipendenza. Il comando delle operazioni fu affidato a Napoleone III. Le vittorie degli franco-piemontesi furono veloci e numerose (vittorie di Palestro e di Magenta, San Martino e Solferino)

4) Questo provocò l'insurrezione delle regioni centrali che, vedendo le vittorie, chiesero di essere annessi al Piemonte, tramite plebisciti.

5) Ciò non piacque a Napoleone che decise di interrompere l’alleanza col Piemonte e dichiararsi fuori dal conflitto (Armistizio di Villafranca, 11 luglio 1859).

6) L’Austria, in segno di disprezzo, cedette la Lombardia alla Francia, che poi la consegnò al Piemonte. Intanto, nei territori dell’Italia centro nord si organizzarono dei plebisciti e tra l’agosto del 1859 e il marzo 1860 questi territori furono annessi al Piemonte.

Prof.ssa Cristina Galiziawww.arringo.wordpress.com

Nel 1860, quindi, il Regno di Sardegna si era esteso comprendendo la Lombardia (ceduta dall’Austria alla Francia e da questa all’Italia) e molti stati del Centro-nord.

Nizza e Savoia furono ceduti alla Francia.

Italia nel 1860

Prof.ssa Cristina Galiziawww.arringo.wordpress.com

CONSEGUENZE DELLA SECONDA GUERRA DI INDIPENDENZA E PREMESSE ALLA SPEDIZIONE DEI MILLE

Questi eventi provocarono delle conseguenze, tra loro contrastanti:

-da una parte, le idee politiche di Cavour stavano prendendo piede fuori del regno di Sardegna: i patrioti italiani, vedendo unificarsi i territori dell’Italia Centro Nord, stavano perdendo sempre più fiducia in Mazzini e nelle sue idee (rivoluzione, unità geografica dalle Alpi alla Sicilia, repubblica libera e indipendente);

-la perdita, però, di Nizza e Savoia, territori che da lungo tempo erano sabaudi, aveva fatto perdere consensi importanti a Cavour da parte dell’opinione pubblica sabauda.

In questo stato di cose, Mazzini, quindi, si preoccupò di rilanciare l’idea democratica della rivoluzione e della democrazia: il suo asso nella manica non poteva che essere quel Garibaldi, eroe in Uruguay, che aveva anche collaborato con Cavour all’inizio della seconda guerra di indipendenza.

Mazzini voleva infatti rovesciare il regno delle Due Sicilie. Il Regno delle Due Sicilie, era guidato da un monarca giovane e inesperto (Francesco II, figlio di Ferdinando II) e diverse erano state le insurrezioni, soprattutto autonomiste. Le rivolte in Sicilia diedero il pretesto a Mazzini e Garibaldi di giustificare una spedizione antiborbonica nel sud. Mazzini convinse Garibaldi ad agire direttamente in Sicilia, anche perché Vittorio Emanuele era disposto ad appoggiare i volontari, contro il parere di Cavour il quale, come primo ministro, non poteva compromettersi specialmente agli occhi di Napoleone.Il quadro politico era particolarmente teso: il re sabaudo voleva estendere maggiormente i suoi territori, sfruttando l’iniziativa garibaldina; Garibaldi e Mazzini volevano rilanciare l’idea democratica; Cavour appoggiava segretamente la spedizione, che avrebbe ingrandito i territori sabaudi, ma temeva che Napoleone III e l’Europa gli si sarebbero rivoltati contro, compromettendo l’esistenza del Regno dell’Alta Italia e il potere sabaudo nel Nord.

Prof.ssa Cristina Galiziawww.arringo.wordpress.com

LA SPEDIZIONE DEI MILLE

Garibaldi ai primi di maggio del ’60 passò all’azione con i suoi Mille volontari. Due piroscafi, il Piemonte e il Lombardo, salparono da Quarto, presso Genova, il 5 maggio 1860. Garibaldi aveva raccolto un migliaio di volontari, metà dei quali lombardi. Dopo una breve tappa nel porticciolo di Talamone, dove una piccola colonna lasciò Garibaldi per marciare direttamente su Roma, la spedizione raggiunse per mare la Sicilia occidentale e l’11 maggio sbarcò a Marsala. Garibaldi, assunta la dittatura in nome di Vittorio Emanuele,

Prof.ssa Cristina Galiziawww.arringo.wordpress.com

marciò verso l’interno con i suoi Mille, che rivestivano l’ormai leggendaria camicia rossa, rinforzati da "picciotti" cioè dai giovani contadini e braccianti che speravano in una riforma agraria che una volta per tutte eliminasse tanti soprusi ed ingiustizie.In seguito l’entusiasmo dei contadini che miravano a impossessarsi delle terre dello stato, promesse dallo stesso Garibaldi, fu deluso perché Garibaldi e i suoi uomini pensavano solo al successo militare della spedizione.

In quei giorni si ebbero acute tensioni con Cavour che temeva un'influenza mazziniana e repubblicana sul condottiero: questi, comunque, iniziò la sua marcia verso nord. Sbarcato in Calabria il 20 agosto, il 7 settembre entrò a Napoli accolto trionfalmente: Napoli, infatti, era stata abbandonata da Francesco II di Borbone, ritiratosi a Gaeta e i volontari garibaldini attaccarono l’esercito delle Due Sicilie sul Volturno. Fu l’ultima battaglia dell’impresa dei Mille. E fu, nuovamente, un successo per Garibaldi. Cavour, sempre più preoccupato del successo di Garibaldi e temendo la nascita di una repubblica nel sud, sostenuto da Napoleone, inviò truppe nello Stato Pontificio occupando Marche e Umbria (11 settembre). Il 3 ottobre soldati piemontesi si diressero verso il Sud con il re deciso a imporre la propria sovranità sulle regioni conquistate. Garibaldi, fedele alle promesse, accettò la situazione tanto che, incontratosi con Vittorio Emanuele II a Teano il 26 ottobre, acconsentì al passaggio dell'amministrazione dei territori annessi alle autorità sabaude. Tra ottobre e novembre 1860 diversi plebisciti sancirono l'annessione al Piemonte del Regno delle Due Sicilie e di Marche e Umbria. Il 17 marzo 1861 Vittorio Emanuele II fu decretato dal Parlamento nazionale re d’Italia: il 17 marzo 1861 l’Italia era ufficialmente UNITA E GOVERNATA DA VITTORIO EMANUELE II.

Prof.ssa Cristina Galiziawww.arringo.wordpress.com

ITALIA DOPO LA SECONDA GUERRA DI INDIPENDENZA E LA SPEDIZIONE DEI MILLE: 17 MARZO 1861.

L’Italia è costituita dai territori colorati in verde: mancano ancora Veneto e Lazio.