Scuole Carcano 2018-19-x-sito - teatrocarcano.com · Giovanni Francesco Straparola, che la incluse...

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SCUOLE DELL’INFANZIA E PRIMARIE SCUOLA DELL’INFANZIA E PRIMARIA

Venerdì 14 dicembre ore 10.00, mercoledì 19 dicembre 2018 ore 10.00 e 14.30Fantateatro

LA SPADA NELLA ROCCIA - Il musical rockRegia Sandra BertuzziScenografie Federico Zuntini Scuole dell'infanzia e primarieDurata: 60 minuti + 15 minuti di gioco a quiz (partecipazione facoltativa)Tema: il coraggio e la necessità di credere nei propri sogni

La Spada nella Roccia – il Musical Rock è uno show musicale dinamico, comico ed emozionan-te, dal ritmo travolgente, con i personaggi più noti delle storie del ciclo bretone. Lo spettacolo racconta delle doti e delle virtù dei cavalieri, prime fra tutte fedeltà, giustizia e bontà. In Britan-nia, nel VI secolo, muore il re Uther Pendragon. Senza un re, sembra che la terra sia destinata ad essere lacerata dalla guerra. Improvvisamente, la spada nella roccia appare a Londra, con una scritta che proclama che “chiunque estrarrà questa spada dalla roccia sarà per diritto di nascita re di tutta l’Inghilterra”. Sebbene molti provino ad estrarre la spada, nessuno riesce a smuoverla nemmeno di un centimetro e la spada alla fine viene dimenticata, lasciando l’In-ghilterra nei secoli bui. Sedici anni dopo il figlio segreto di re Uther Pendragon, Artù, riuscirà grazie alla sua umiltà e al suo coraggio ad estrarre la spada, aiutato dagli insegnamenti del suo tutore, il grande e potente Mago Merlino.

COME REALIZZARLOPrendete un foglio di cartone su cui disegnare una spada delle dimensioni che si desiderano. Ritagliate la sagoma, che dovrà essere doppia in modo da poter contare su più spessore. Per re-alizzare il manico utilizzate lo stesso procedimento descritto per la spada: basta infatti disegnarlo della forma che si vuole, dopo di che ritagliarlo con cura in duplice copia in modo che anche le due estremità del manico possano essere poi incollate tra loro. A questo punto incollate il tutto. Prima però occorre creare lo spessore, riempiendo le due parti che poi verranno incollate, sia della spada che del manico, con della carta di giornale. In questa maniera la spada non sarà piatta e non si piegherà quando si dovranno dare dei fendenti. Accartocciate e mettete quindi tra le due lame dei fogli di giornale e infine fissatele con della colla a caldo o in alternativa con dello scotch da pacchi abbastanza resistente. Stesso procedimento si deve fare con il manico che deve poi essere incollato.

PROPOSTE DI ATTIVITÀ per scuole primarie 1. Che bello sarebbe se Mago Merlino esistesse davvero! Tu potresti essere il suo fedele assi-stente, consigliarlo e aiutarlo nel ricordarsi le formule magiche, nell’inventare nuove magie. Tutto cominciò quella mattina all’alba, nella biblioteca dei libri degli incantesimi, quando Mer-lino ti trovò... Inventa un racconto in cui tu sei il protagonista.2. Costruisci con i tuoi compagni, seguendo il modello del gioco dell’oca, un percorso che i diversi cavalieri della Tavola Rotonda, coraggiosi e generosi, dovranno seguire per tornare a Camelot. Inventa imprese magiche contro draghi, avversari senza scrupoli e perfidi maghi, che faranno rallentare o velocizzare il percorso dei giocatori-cavalieri.

PROPOSTA DI VISIONELa spada nella roccia (The Sword in the Stone) è un film d’animazione diret-to da Wolfgang Reitherman, prodotto dalla Walt Disney Productions e uscito negli Stati Uniti il 25 dicembre 1963. Il 18° classico Disney fu l’ultimo ad uscire prima della morte del re dei cartoni animati e l’ultimo ad essere prodotto tutto sotto la sua supervisione. Le canzoni del film sono composte dai fratelli Sher-

man, che in seguito scrissero musica per altri film Disney come Mary Poppins (1964), Il libro della giungla (1967) e Pomi d’ottone e manici di scopa (1971).

PROPOSTA DI ATTIVITÀ per scuole dell’infanzia e primo ciclo delle primarieCostruiamo una spada di cartone, bella come la magica Excalibur!MATERIALI- 1 cilindro di cartone (rotoli da cucina)- 1 cilindretto di cartone (carta igienica)- 1 cilindro di cartone più lungo e stretto- colla a caldo- forbici- taglierina- matita- scatola di cartone- vernice

SCUOLE DELL’INFANZIA E PRIMARIE 98

Regia Sandra BertuzziScenografie Federico Zuntini Scuole primarieDurata: 60 minuti + 15 minuti di gioco a quiz (partecipazione facoltativa)Tema: l’educazione musicale

Alice nel Pentagramma delle Meraviglie è uno spettaco-lo musicale con un ambizioso e importante obiettivo: far conoscere ai bambini le basi dell’educazione musicale e al tempo stesso divulgare la passione per la musica che da sempre caratterizza la compagnia Fantateatro. La tra-ma ricalca quella della famosa fiaba di Lewis Carroll: Alice assiste annoiata a una lezione di musica quando all’im-provviso spunta il Bianconiglio, che s’infila dentro il suo spartito. La bimba lo segue e si ritrova in un mondo fatto di lepri valzerine, note salterine e un’iraconda regina che mette in fila tutte le note creando stupende melodie.

PROPOSTA DI VISIONEAlice in Wonderland è un film del 2010 diretto da Tim Burton, che narra di eventi seguenti alle avventure della ragazzina raccontate nel romanzo Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll. Difatti la ritroviamo cresciuta, all’età di diciannove anni. Tra gli interpreti principali figurano Johnny Depp, Mia Wasikowska, Anne Hathaway, Helena Bonham Carter e Crispin Glover.

Il film mescola tecnologie visive e di fotografia tra live action e motion capture.PROPOSTA DI ATTIVITÀ Questo spettacolo ci insegna ad apprezzare la musica: costruiamo con i bambini uno xilofono con le bottiglie d’acqua!

COME REALIZZARLONumerate le bottiglie da 1 a 5.Riempite le bottiglie con diverse quantità d’acqua. Aggiungete le seguenti quantità d’acqua nelle bottiglie:Bottiglia n°1: 560 ml. Questa produrrà la nota FA.Bottiglia n°2: 385 ml. Questa produrrà la nota SOL.Bottiglia n°3: 325 ml. Questa produrrà la nota LA.Bottiglia n°4: 235 ml. Questa produrrà la nota DO.Bottiglia n°5: 175 ml. Questa produrrà la nota RE.Suonate le bottiglie con un cucchiaio di metallo. Date dei colpet-ti col cucchiaio sui lati delle bottiglie per produrre le note.

MATERIALI5 bottiglie d’acqua (600 ml.)Scegliete bottiglie rotonde con una base piatta e la bocca larga.

SCUOLE DELL’INFANZIA E PRIMARIE

Martedì 15 gennaio 2019 ore 10.00 e ore 14.30Fantateatro

ALICE NEL PENTAGRAMMA DELLE MERAVIGLIERegia Sandra BertuzziScenografie Federico Zuntini Scuole dell’infanzia e primo ciclo delle scuole primarieDurata: 60 minuti + 15 minuti di gioco a quiz (partecipazione facoltativa)Tema: la valorizzazione delle proprie potenzialità

Il gatto con gli stivali è una fiaba popolare europea. La più antica attestazione scritta della storia risale a Giovanni Francesco Straparola, che la incluse nelle sue Piacevoli notti, pubblicate a partire dal 1550, con il titolo di Costantino Fortunato.Un ricco e vecchio mugnaio in punto di morte chia-ma a sé i suoi tre figli: al figlio maggiore lascia in ere-dità il suo mulino, al secondogenito viene lasciato il mulo e una casa di campagna mentre al figlio minore viene lasciato il gatto che amava tanto. Il ragazzo è triste e deluso: cosa se ne fa di un gatto? Sconsolato, si siede su una roccia a pensare al da farsi, quando il gatto gli dice di non preoccuparsi: insieme faranno fortuna…La compagnia Fantateatro propone questo piccolo classico tra duelli di spada e d’ingegno per dimostra-re che la vera nobiltà è affare di cuore.

PROPOSTA DI VISIONEIl gatto con gli stivali è un film d’animazione giapponese prodotto nel 1969 dalla Toei Animation con le animazioni del celebre Hayao Miyazaki.PROPOSTA DI ATTIVITÀ Il protagonista dello spettacolo è un simpatico gatto: costruiamo insieme un dolcissimo gattino fermaporta in stoffa!

COME REALIZZARLODisegnate un gatto su un foglio e ritagliatene poi la sagoma su due pezzi di stoffa colorata, uno per la parte anteriore e uno per quella posteriore. Una volta ottenuto il corpo, dovete pensare alla parte davanti, con gli occhi, la bocca e i baffi, dise-gnandoli con dei pennarelli per stoffa. Terminata questa operazione, appoggiate la prima sagoma sul-la seconda e cucitele insieme, lasciando libero cm 1,5 circa, che vi servirà per rivoltare il gatto e imbottirlo con del cotone me-scolato con del riso. Infine chiudete e rifinite il gatto.

MATERIALI- 1 foglio di carta- pennarelli- stoffa colorata- pennarelli per stoffa- cotone idrofilo- chicchi di riso- ago e filo

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Giovedì 14 febbraio 2019 ore 10.00Fantateatro

IL GATTO CON GLI STIVALI

PROPOSTE DI ATTIVITÀMente e corpo sono strettamente legati e il benessere dell’una influenza l’altro e viceversa. È importante dunque conoscere il proprio corpo e capirne il linguaggio fin da piccoli.1. PRIMO CICLO: l’insegnante, dopo aver suddiviso la classe in piccoli gruppi, di-

stribuisce ad ogni gruppo una sagoma del corpo umano a grandezza naturale, dove prece-dentemente ha evidenziato una parte del corpo (mani, braccia, gambe...) e chiede ad ogni bambino, attraverso la metodologia del brainstorming, di rispondere alla domanda corrispon-dente alla parte del corpo evidenziata, come ad esempio “le mani servono per/a?”, “le braccia servono per/a?” e di scrivere le risposte dentro o vicino la sagoma. A lavoro ultimato saranno state individuate tutte le parti del corpo e tutte le loro funzioni. A questo punto sarà possibile spiegare ai bambini diversi concetti come l’anatomia del sistema scheletrico-muscolare oppu-re una riflessione sull’armonia e sulla perfezione del corpo umano, a seconda delle esigenze didattiche.

2. SECONDO CICLO: in una cesta ci sono una serie di emozioni, mentre in un’altra cesta sono stati inseriti ritagli di giornale di silhouette di donne, uomini e bambini in diversi atteggiamenti e azioni. Il bambino associa l’emozione al corpo e prova a spiegare davanti ai compagni perché ha fatto quella determinata scelta, scoprendo il linguaggio del corpo. Poi sarà chiesto al bam-bino di scegliere per lui una posizione o un atteggiamento che lo rappresenta e verrà portato dal docente a scoprire il linguaggio del suo corpo.

SCUOLE DELL’INFANZIA E PRIMARIESCUOLE DELL’INFANZIA E PRIMARIE

Ideazione e direzione artistica Giulia StaccioliInterpreti Compagnia KataklòDirettore tecnico Marco Farneti - Musiche AjadProduzione Kataklò Athletic Dance Theatre | Mito Scuole primarieDurata: 80 minuti + intervallo

Novità di questa stagione per gli studenti delle scuole primarie è la possibilità di assistere anche ad uno spettacolo di danza messo in scena per le medie inferiori e superiori e per il pubblico adulto, a testimonianza del linguaggio universale dell’arte coreutica.Dopo quasi dieci anni di grande successo in tutto il mondo torna in scena in Italia Play, show-simbolo dei Kataklò, appositamente ideato nel 2008 per rappresentare l’Italia alle Olimpiadi della Cultura di Pechino. Frutto dell’inconfondibile stile visionario di Giulia Staccioli, fonda-trice e coreografa della compagnia dal 1995, e della sua creatività sensibile ed ironica, Play, definito “una scossa dell’anima”, è strutturato in quadri e ha la capacità di inghiottire lo spettatore in un incantesimo ipnotico e immaginifico. Intuizioni geniali alludono al mondo acquatico di creature fantastiche che guizzano come sirene immerse in atmosfere lunari. I sette performer in scena giocano a costruire storie attraverso oggetti di uso comune che diventano strumenti per sperimentazioni beffarde o drammatiche: biciclette, una porta da calcio, una racchetta da tennis, palloni, occhiali e scarponi da sci, affreschi di sport che pul-sano nel nero del palcoscenico ed esplodono in mille forme e colori. Cartoline di sport da luoghi ed epoche lontani, immagini e suoni che rimangono nella memoria. I corpi dei danza-tori giocano e creano, sfidano e sperimentano. L’uomo viene visto attraverso i propri stessi limiti. Il traguardo raggiunto è una meta sudata, il podio una conferma della passione e della dedizione. Ne scaturiscono visioni e variazioni capaci di cogliere nuove sfumature di disci-pline finalmente libere dalla tensione della competizione; un’entusiasmante alchimia – otte-nuta grazie all’uso di un linguaggio semplice e universalmente comprensibile – tra l’energia dirompente del gesto atletico e l’armoniosa intensità della danza.

Venerdì 15 febbraio 2019 ore 10.30Kataklò Athletic Dance Theatre

PLAY

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Regia Sandra BertuzziScenografie Federico Zuntini Scuole dell’infanziaDurata: 50 minuti + 15 minuti di gioco a quiz (partecipazione facoltativa)Tema: la cooperazione e il senso di responsabilità

La cicala e la formica è una favola di Esopo, adattata anche da Jean de La Fontaine. Mala Cicala e Pica Formica sono proprietari del Pub “Il Tronco Secco”, dove ogni sera Mala la Cicala si esibisce con numeri e sketch. A Pica la Formica invece tocca lavorare in cucina per accontentare i tanti avventori del locale. Non manca inoltre di preoccuparsi di preparare il buono e succoso Ginfragola, indispensabile per affrontare l’inverno. Esasperata, Pica rompe la società e caccia via Mala, che rimane senza riparo durante i mesi freddi. Sarà il Natale ad avvicinare ancora una volta i due amici, che ritrovano un nuovo modo di stare insieme, valo-rizzando le differenze reciproche e collaborando per realizzare i progetti comuni.

PROPOSTA DI VISIONEMinuscule - La valle delle formiche perdute è un film del 2013 nel quale, attraverso il microcosmo degli insetti, viene fatto un racconto più grande sulla natura, sul pianeta, sull’essere umano. Dall’insetto all’essere umano: il rispetto per l’altro e per dove viviamo.PROPOSTA DI ATTIVITÀ Costruiamo insieme un formicaio artificiale per osservare le formiche da vicino!

COME REALIZZARLOCollocate il contenitore di vetro più piccolo all’interno del contenito-re più grande. Lo scopo del contenitore più piccolo è esclusivamen-te quello di occupare spazio e incoraggiare le formiche a costruire i loro tunnel contro il vetro esterno per facilitare la visualizzazione. Individuate un formicaio in un giardino e scavate nella zona in cui si vede la maggior parte delle formiche. Trasferite un po’ del terreno del formicaio, con le formiche, in un secchio. Utilizzando un imbuto versate un po’ di terra del formicaio e le formiche nello spazio tra i due contenitori. Ora chiudete col coperchio ermetico il vaso gran-de per impedire la fuga delle formiche. Praticate sul coperchio dei forellini che consentano il passaggio dell’aria ma non la fuoriuscita delle formiche. Terminato il lavoro, rivestite il vaso con del cartoncino scuro, per oscurare il formicaio e ricreare l’ambiente sotterraneo. Le formiche inizieranno subito a lavorare. Per provvedere al nutrimento delle formiche va benissimo una goccia di miele, dello zucchero, frutta e verdura (ma devono essere piccole quantità alla volta per evitare la formazione di muffe). Il formicaio in vaso va posto in un luogo fisso, non deve essere spostato o urtato. Per osservare il lavoro del formicaio basterà rimuovere momentaneamente il cartoncino che lo avvolge.

MATERIALI- 1 vaso di vetro più gran-de e 1 più piccolo (che si adatti all’interno del primo lasciando un margine di al-meno 3 cm dal bordo ester-no), entrambi muniti di tap-po ermetico- 1 imbuto- cartoncino e nastro adesivo- miele- formiche

Mercoledì 27 marzo 2019 ore 10.00Fantateatro

LA CICALA E LA FORMICA

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Regia Sandra BertuzziScenografie Federico ZuntiniCON MUSICA DAL VIVO Scuole primarieDurata: 60 minuti + 15 minuti di gioco a quiz (partecipazione facoltativa)Tema: la crescita personale, riuscire a trovare il proprio posto nel mondo, l'integrazione

Tarzan è un personaggio immaginario inventato da Edgar Rice Burroughs. Rappresenta l’ar-chetipo del bambino selvaggio allevato nella giungla dalle scimmie ed è apparso per la prima volta nel romanzo Tarzan of the Apes del 1912. Una nave fa naufragio al largo delle coste africane e si salva solo una coppia con un bambino piccolo. Raggiunta la terraferma, la famiglia si costruisce una capanna sugli alberi, ma cade vittima di una tigre feroce e il neonato sopravvissuto è adottato da un gruppo di gorilla. Diventato un adulto buono e sen-sibile, Tarzan conosce una spedizione di esseri umani arrivati in Africa per studiare i gorilla, comincia a interrogarsi sulle proprie origini, s’innamora della dolce Jane, figlia del capo, e affronta il perfido Clayton, un bracconiere interessato a uccidere i gorilla. Con musicisti e ballerini fantastici, Fantateatro presenta una versione poetica e avvincente di un classico della letteratura per ragazzi

PROPOSTA DI VISIONELa Disney ha prodotto nel 1999 il film d’animazione Tarzan, valorizzato dalle canzoni originali di Phil Collins.PROPOSTA DI ATTIVITÀ Il piccolo Tarzan viene trovato in una capanna nel mezzo della giungla: costruia-mo allora una capanna di cartone!

COME REALIZZARLOPrendete il cartone e apritelo per bene appoggiandolo a terra in orizzontale lungo una delle sue pareti laterali lunghe. A questo pun-to tagliate completamente il lato lungo superiore (opposto a quello di appoggio) con la sua ala relativa. Procedete così per entrambe le scatole. Dopo aver tagliato da entrambe le scatole le parti indicate, saldate ogni apertura con il nastro adesivo e rinforzate i bordi. Po-tete anche usare dello scotch colorato che vi servirà per iniziare a decorare la vostra capanna. In alternativa, potete rivestire il cartone con della stoffa o della carta da parati o anche colorarla completa-mente con pennarelli o colori a tempera. Rinforzate anche gli angoli della scatola in modo da avere giunture ben salde. Ora potete pro-cedere ai tagli. Il primo è sulla parete lunga, a metà, verticalmente a partire da quello che sarà il “tetto”. Il secondo è orizzontale lungo lo spigolo inferiore. Infine, il terzo è perpendicolare al precedente. Questi tagli permettono di avere più spazio ma anche di richiudere la scatola e riporla una volta finito il gioco. Adesso assemblate le parti applicando il nastro adesivo lungo il taglio precedente in modo da riunire la scatola (attaccate anche l’ultima apertura così da avere un blocco unico). Fatto ciò, recuperate le porzioni di cartone tagliate per prime: saranno le falde del tetto. Unite i bordi lungo il lato più corto e avrete il tipico tetto a capanna. Applicate il tetto alla casa utilizzando del nastro adesivo in maniera salda.

MATERIALI- 2 scatole di cartone identi-che (si possono anche recu-perare al supermercato)- nastro adesivo- forbici / cutter- pennarelli o tempere

Mercoledì 13 marzo 2019 ore 10.00Fantateatro

TARZAN

SCUOLE DELL’INFANZIA E PRIMARIE

Venerdì 9 novembre 2018 ore 10.30

RICCARDO III

SCUOLE MEDIE INFERIORI

da William ShakespeareUno spettacolo di Davide Lorenzo Palla e Riccardo MallusMusiche e accompagnamento dal vivo Tiziano Cannas AgheduRegia Riccardo MallusProduzione Centro D’Arte Contemporanea Teatro Carcano

Durata: 90 minuti + incontro con la compagnia dopo lo spettacolo

LA RAPPRESENTAZIONE SARÁ PRECEDUTA DA UN INTERVENTO INTRODUTTIVO DEL PROFESSOR ROBERTO MORDACCI DELLA FACOLTÁ DI FILOSOFIA DELL’UNIVERSITÁ VITA-SALUTE SAN RAFFAELE, CHE OFFRIRÁ UNA CHIAVE DI LETTURA PER L’INTERPRE-TAZIONE DELLO SPETTACOLO.

Dopo un lungo lavoro fatto con Tournée da Bar, la giovane impresa culturale che ha portato con grande successo i classici di Shakespeare nei bar di tutta Italia, e dopo la messa in scena al Carcano del Mercante di Venezia nella scorsa stagione, il mattatore Davide Lorenzo Palla pro-pone una soggettiva di uno dei cattivi per eccellenza dell’opera shakespeariana: Riccardo III. Lo spettacolo si apre al termine di una terribile e sanguinosa guerra civile, la famosa Guerra delle Due Rose, la cui fi ne è celebrata con una grande festa a cui però non partecipa Riccar-do III: è solo, deforme, inadatto ai brindisi, dunque inadatto alla pace e per questo in odio col mondo intero. Da lì prende il via il racconto delle vicende che si svolgono nel presente alternate ai ricordi del protagonista. La narrazione apre squarci nel passato di Riccardo III e in questo modo si darà luce al percorso di vita che ha portato Riccardo III a diventare ciò che è: un mostro temuto da tutti.Come può la deformità fi sica diventare anche deformità dell’anima? Quali ferite Riccardo III ha nella sua memoria per giustifi care la sua rabbia e il suo odio nei confronti del mondo intero? Come può accadere che “il diverso” diventi anche il cattivo? Il moderno cantastorie, insieme al polistrumentista Tiziano Cannas Aghedu e al regista Riccardo Mallus, accompagna il pub-blico alla ricerca delle risposte a queste domande; e in un’alternanza continua tra comico e drammatico, in cui si è chiamati a immaginare e anche ad interagire con i personaggi e con lo spettacolo, porta la fantasia del pubblico a volare libera nell’Inghilterra del 1400, tra intrighi, omicidi, assassini imbranati, re, regine e giochi di potere fi no all’epica battaglia fi nale in cui Ric-cardo III si troverà fi nalmente di fronte tutti i nemici e i fantasmi che popolano il suo passato.

PROPOSTA DI RIFLESSIONESecondo quanto aff ermano i medici che ebbero in cura Giacomo Leopardi (Miche-le Saponaro, Biografi a di Giacomo Leopardi, Garzanti, 1943), il poeta fu colpito da una malattia rara, la tubercolosi ossea a quei tempi sconosciuta, che gli provocò gravi deformazioni e al contempo un’insuffi cienza respiratoria, e ad essa si aggiun-se una grave oftalmia. Ciò ebbe una rilevanza fondamentale nelle relazioni con gli

altri e nella considerazione che ebbe di se stesso e fu alla base della sua poetica pessimista. Nonostante fosse, per questo motivo, scontroso e solitario, non divenne un mostro di catti-veria come Riccardo III, ma toccò lo stesso, in maniera profondamente intima, il dolore della solitudine e dell’incomprensione. Visse l’adolescenza con l’epifania e la speranza del futuro e subito dopo la disillusione dei sogni impossibili da realizzare.

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SCUOLE MEDIE INFERIORI“Viaggiare insegna lo spaesamento, a sentirsi sempre stranieri nella vita,

anche a casa propria, ma essere stranieri fra stranieri è forse l’unico modo di essere veramente fratelli.Per questo la meta del viaggio sono gli uomini”.

(Claudio Magris, “L’infi nito viaggiare”)

Adattato e diretto da Sandra BertuzziCon Valeria Nasci, Mona Lisa Verhoven, Tommaso Fortunato, Mario Gualandi, Umberto Fiorelli, Roberto Giovenco, Chiara Piazzi, Simona Pulvirenti, Odoardo Maggioni, Marco MandrioliScene Federico Zuntini - Costumi Atelier Fantateatro Durata: 75 minuti

La vicenda si svolge in Lombardia tra il 1628 e il 1630, al tempo della dominazione spagnola. A Don Abbondio, curato di un piccolo paese sul lago di Como, viene imposto di non cele-brare il matrimonio di Renzo Tramaglino con Lucia Mondella, della quale si è invaghito Don Rodrigo, il signorotto del luogo. Costretti dall’arroganza dei potenti a lasciare il paese natale con l’aiuto del buon frate Cristoforo, Lucia e la madre Agnese si rifugiano in un convento di Monza, mentre Renzo si reca a Milano con il vago proposito di ottenere in qualche modo giu-stizia. Don Rodrigo fa rapire Lucia dall’Innominato, un altro signore prepotente, ma la vista della fanciulla così ingiustamente tormentata e l’arrivo del cardinale Borromeo provocano al losco sicario una crisi di coscienza tale che decide di liberarla. Intanto Renzo è arrivato a Milano mentre il popolo tumultua per la carestia e, scambiato per uno dei capintesta della sommossa, è costretto a fuggire a Bergamo. La Lombardia è straziata dalla guerra e dalla peste, ma Renzo torna a Milano per cercare la sua promessa sposa. Ritrova Lucia in un laz-zaretto insieme a frate Cristoforo che cura gli infermi tra i quali, abbandonato da tutti, c’è Don Rodrigo morente. Placata la peste, Renzo e Lucia possono finalmente diventare marito e moglie.Fantateatro propone il celebre romanzo storico di Alessandro Manzoni, ritenuto il più fa-moso e il più letto tra quelli scritti in lingua italiana, cercando di trasmetterne tutti i valori e di consegnare l’intera trama delle vicende, senza tralasciare l’idea della formazione e della crescita dei due giovani protagonisti.

PROPOSTA DI RIFLESSIONEOltre ad essere un grande romanzo dal punto di vista linguistico, per l’approccio storico, per la rivalsa degli ultimi grazie alla Divina Provvidenza, I promessi sposi è prima di tutto una grande storia d’amore: di un amore contrastato, ma che alla fine trionfa. Per questo motivo piace anche agli adolescenti, che si soffermano sull’intreccio, fanno previsioni su come andranno gli avvenimenti e aspettano la

lettura del prossimo capitolo.

PROPOSTA DI ATTIVITÁRenzo e Lucia sono due giovani innamorati che, per una serie di motivazioni (Don Rodrigo, la fuga dopo la notte degli imbrogli, l’Innominato, i fatti di Milano, la peste e il voto), sono costretti a rimandare e poi quasi a rinunciare al coronamento del loro sogno d’amore. Tutto questo accadeva nel 1628. Prova ad immaginare se la loro vicenda fosse stata ambientata negli anni 2000. Come sarebbero Renzo e Lucia? Assomiglierebbero ai giovani di oggi? Come si evolverebbe il loro amore travagliato? Racconta...

SCUOLE MEDIE INFERIORI

Venerdì 23 novembre 2018 ore 10.00Fantateatro

I PROMESSI SPOSI

Il suo modo di raccontare il dolore e la delusione hanno prodotto opere di bellezza e profon-dità. I suoi scritti sono estremamente attuali, ecco perché così cari agli studenti di ogni età.

PROPOSTA DI ATTIVITÁScrivi una lettera a Giacomo adolescente, quindi tuo coetaneo, in cui provi a spiegargli come anche tu, a modo tuo, ti senti diverso dagli altri e non capito. Spiegagli quali strategie si potrebbero mettere in atto, quali espedienti e modi si potrebbero utilizzare, quali riflessioni sarebbero da farsi per superare la fatica della diversità e dell’incomprensione.

PROPOSTE DI LETTURASharon M. Draper, Melody, Feltrinelli, 2016Nora Raleigh Baskin, Tutt’altro che tipico, Uovonero, 2013

SCUOLE MEDIE INFERIORI 1918

Regia Sandra BertuzziScenografie Federico Zuntini Durata: 60 minuti + 15 minuti di gioco a quiz (partecipazione facoltativa)

Lo spettacolo è adatto an-che agli studenti delle scuo-le medie inferiori; qui sotto il percorso didattico a loro de-dicato. Per la scheda, vedi le pagine 6 e 7, sezione scuole dell’infanzia e primarie.

PROPOSTA DI RIFLESSIONEIl ciclo bretone si diffuse intorno al 1100 nel Nord della Francia e in Inghilterra ed ebbe come protagonisti i cavalieri della corte di re Artù. È possibile individuare di-versi filoni tra cui la leggenda dei cavalieri della Tavola Rotonda, la ricerca del San-to Graal, l’amore di Lancillotto per Ginevra. Ma tutto ebbe inizio con la leggenda della spada Excalibur, che un giovane Artù, inconsapevole di essere l’erede di Uter

Pendragon e quindi il futuro re d’Inghilterra, estrasse dalla roccia dove era stata conficcata per preservare il regno fino all’avvento del vero re. Oltre ad Artù l’altro grande personaggio di rilie-vo in questo filone della saga è Mago Merlino, suo consigliere, profeta e mago chiaroveggente, con il quale, ormai re, istituì l’ordine dei cavalieri della Tavola Rotonda.

PROPOSTE DI ATTIVITÁ1. Ricerca nella tradizione epica (dalle imprese dell’epica classica - Iliade, Odissea, Eneide - all’epica medievale - Chanson de Roland, il Cantar del Cid Campeador, la saga dei Nibelun-ghi) tutte le figure “magiche”, che hanno avuto un ruolo determinante nel definire gli esiti di una guerra o di un regno. Riporta tutto in una relazione, corredata di immagini, che esporrai alla classe.2. Dopo aver individuato le caratteristiche del ciclo carolingio e del ciclo bretone, confrontali ed evidenziane le differenze e le similitudini, mettendone in luce soprattutto i valori. Riporta tutto in una relazione, corredata di immagini, che presenterai alla classe.

PROPOSTE DI LETTURAPaola Zannoner, La magica storia di Re Artù, Oscar Mondadori, 2014Christian De Montella, Graal, il cavaliere senza nome, Piccoli, 2006Christian De Montella, Graal, sangue sulla neve, Piccoli, 2006Christian De Montella, Graal, il veliero del leone, Piccoli, 2010

SCUOLE MEDIE INFERIORI

Venerdì 14 dicembre ore 10.00, mercoledì 19 dicembre 2018 ore 10.00 e 14.30Fantateatro

LA SPADA NELLA ROCCIA - Il musical rock

PROPOSTE DI LETTURABeatrice Masini - Roberto Piumini, Ciao tu, BUR, 2014Mathias Malzieu, La meccanica del cuore, Feltrinelli, 2013Susanna Casciani, Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore, Mondadori, 2016

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Adattato e diretto da Sandra BertuzziCon Tommaso Fortunato, Mona Lisa Verhoven, Um-berto Fiorelli, Valeria Nasci, Odoardo Maggioni, Gia-como Cordini, Chiara PiazziScene Federico Zuntini - Costumi Atelier Fantateatro

Durata: 75 minuti

È la vigilia della battaglia tra cristiani e saraceni. I sa-raceni, guidati da Agramante, re d’Africa e capo dei Mori, assediano Parigi. La guerra non preoccupa Car-lo Magno, re dei cristiani; i suoi paladini infatti sono talmente forti e coraggiosi da non temere nulla e nes-suno. Quello che piuttosto preoccupa Carlo Magno è suo nipote Orlando, il migliore dei paladini, che dopo essere stato in Oriente è tornato in Francia per dare man forte all’esercito cristiano. Aveva però portato con sé Angelica, principessa del Catai, di cui era follemente innamorato…La messinscena dello spettacolo rispecchia l’atmosfera fantastica e irreale descritta dall’A-riosto: accanto alle battaglie e ai duelli compaiono, infatti, fate, maghi e castelli incantati. Gli eroi vengono rappresentati nei loro vizi e virtù grazie ad una recitazione attenta e fedele al testo. Le ambientazioni scenografiche sono lo stimolo per restituire allo spettatore quell’at-mosfera magica e meravigliosa che costituisce uno dei motivi di maggiore fascino dell’opera.

PROPOSTA DI RIFLESSIONEL’Orlando furioso è estremamente innovativo per la sua struttura, che introduce una nuova dimensione del tempo (la sincronia degli avvenimenti) e della spazio (l’estensione dei luoghi dello svolgimento delle azioni, che vanno dalla Francia al Catai alla Luna...): è possibile abbattere in modo facile e naturale le barriere spazio-temporali. La velocità di movimento e l’ampiezza del raggio d’azione ren-

dono la trama immediata, varia e la comunicazione rapida; infatti Orlando in pochi giorni gira più luoghi ai capi opposti del mondo per tenere Angelica il più lontano possibile da Rinaldo, che a sua volta finisce addirittura nei mari del Nord e libera Astolfo, il quale va sulla Luna per recuperare il senno di Orlando.L’Ariosto può essere considerato un precursore dell’era di internet, dove tutto è rapido, imme-diato, a portata di mano e dove soprattutto sono superate le barriere spazio-temporali.

PROPOSTA DI ATTIVITÁRifletti, in maniera individuale oppure a gruppi, sull’evoluzione della comunicazione: tipologia di comunicazione verbale e scritta, elementi coinvolti, mittente e ricevente e modalità di tra-smissione dell’informazione, apporti della Prima e della Seconda Rivoluzione Industriale e di quella che è ancora in atto e che noi stiamo vivendo, con un approfondimento particolare sul ruolo di Internet, dei vantaggi e dei pericoli che comporta.

PROPOSTE DI VISIONEThe Truman show (Peter Weir, 1998)The social network (David Fincher, 2010)Prima la musica, dopo le parole (Fulvio Wetzl, 1998)

PROPOSTA DI RIFLESSIONEI latini dicevano “Mens sana in corpore sano” sottolineando l’idea che un corpo atletico, allenato, sano, sia il presupposto per una mente equilibrata. Quando si sta bene con se stessi, ci si piace, ci si accetta, ci si sente accettati anche dagli altri; quando fisicamente si è in forma è più facile controllare l’umore (praticare sport produce endorfine, gli ormoni della felicità), gestire lo stress; quando si pra-

tica sport, che sia individuale o di squadra, si impara il valore della fatica per conseguire un risultato, si apprende l’impegno, ma anche la collaborazione, l’accettazione dei limiti personali e si impara ad accettare la sconfitta e la vittoria meritata dell’avversario. Insomma lo sport è necessario per la crescita, la formazione e la consapevolezza dell’individuo.

PROPOSTE DI ATTIVITÁ1. Ricerca la storia sportiva del tuo/della tua atleta preferito/a, le regole dello sport che pratica, le competizioni importanti a cui ha partecipato, le grandi vittorie o le sconfitte e poi presenta tutto ai tuoi compagni di classe mediante un filmato. Puoi utilizzare il programma a te più congeniale.2. Prendersi cura del proprio corpo non vuol dire solo fare sport, ma rispettarlo con una corretta alimentazione. Crea degli slogan o un fumetto che promuovano la corretta alimen-tazione.

PROPOSTE DI LETTURATommaso Percivale, Più veloce del vento, Einaudi, 2016Eugene Yelchin, Il coraggio di un campione, Piemme, 2016Michele Orione, Ho imparato a sognare, Kimera, 2016

Mercoledì 6 e giovedì 7 febbraio 2019 ore 10.00Fantateatro

ORLANDO FURIOSO

SCUOLE MEDIE INFERIORI SCUOLE MEDIE INFERIORI

Venerdì 15 febbraio 2019 ore 10.30Kataklò Athletic Dance Theatre

PLAYIdeazione e direzione artistica Giulia Staccioli Durata: 80 minuti + intervallo

Lo spettacolo è adatto anche agli studenti delle scuole medie inferiori; qui sotto il percorso didattico a loro dedicato. Per la scheda, vedi le pagine 10 e 11, sezione scuole dell’infanzia e primarie.

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Adattato e diretto da Sandra BertuzziCon Roberto Giovenco, Marco Piazzi, Giacomo Cordini, Odoardo Maggioni, Mario Gualandi, Mona Lisa Verhoven, Valeria Nasci, Tommaso FortunatoScene Federico Zuntini - Costumi Atelier Fantateatro

Durata: 75 minuti

Storicamente attribuiti ad Omero, Iliade e Odis-sea sono i due poemi epici più noti della lette-ratura greca ed occidentale. Nell’Iliade, in par-ticolare, vengono narrate le gesta di Achille, il più grande eroe della Guerra di Troia, figlio della ninfa del mare Teti e di Peleo, re dei Mirmidoni della Tessaglia. Tenuto per un tallone, che rima-se il suo unico punto vulnerabile, da bambino fu immerso dalla madre nelle acque del fiume Stige, che lo resero immortale.Fantateatro ripercorre tutte le leggende che ruotano intorno a quest’affascinante eroe coin-volgendo il pubblico e trasportandolo nel mon-do ellenico.

PROPOSTA DI RIFLESSIONEAchille è un eroe forte e coraggioso e, nonostante la sua incontenibile ira, è uno dei personaggi più affascinanti della mitologia greca. Ma il coraggio di Achille è mosso dalla voglia di conquista, dall’idea che un guerriero non può non essere coraggioso. Oggi sappiamo che esistono diversi tipi di coraggio: lottare per un ideale, difendere un valore, proteggere un affetto o sacrificarsi per il bene comu-

ne e la vita degli altri. Tutti possono essere eroi e dimostrare il proprio coraggio soprattutto nella quotidianità della vita normale.

PROPOSTE DI ATTIVITÁ1. Commenta un frammento del discorso di Steve Jobs, pronunciato il 12 giugno 2005 ai laure-andi di Stanford: «Abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione. In qual-che modo loro sanno che cosa volete realmente diventare. Tutto il resto è secondario». Spiega cosa significa, facendo riferimento anche alla tua esperienza personale.2. Rita Levi Montalcini, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Nelson Mandela, Madre Teresa di Calcutta, Steve Jobs, Gandhi sono solo alcuni esempi di persone straordinarie, mosse da gran-de coraggio, che sono state in grado di cambiare il mondo. Scegli uno di questi eroi moderni e spiega in che modo il suo coraggio è stato di così grande aiuto per l’umanità.

PROPOSTE DI LETTURAFrancesca Cavallo-Elena Favilli, Storie della buonanotte per bambine ribelli, Mondadori, 2017Katherine Paterson, La mia rivoluzione, Mondadori, 2018Paola Capriolo, Le Olimpiadi del coraggio, Einaudi ragazzi, 2017

Venerdì 12 aprile e venerdì 10 maggio 2019 ore 10.00Fantateatro

ILIADE

SCUOLE MEDIE INFERIORI

Libretto Gaetano RossiMusica Gioachino RossiniRegia Laura CossoOrchestra del Conservatorio Giuseppe Verdi di MilanoDirettore Margherita ColomboCoproduzione Conservatorio di Musica G. Verdi di Milano | Accademia di Belle Arti di Brera

Il ricco mercante Tobia Mill riceve una lettera dal nordamericano Slook, suo corrispondente in affari, che annuncia la sua venuta in Inghilterra per ritirare la merce a cui ha diritto avendo stipulato una cambiale con Mill. La merce è... una donna da sposare! Mill offre in moglie a Slo-ok sua figlia Fanny, la quale però è segretamente fidanzata con Edoardo Milfort, un giovane povero. All’arrivo di Slook, Fanny ed Edoardo, il quale si è introdotto nella casa presentandosi falsamente come il nuovo impiegato, tentano di convincere l’Americano a non esigere il pa-gamento della cambiale. Quando Slook scopre il sentimento che unisce i due, decide di girare la cambiale a Edoardo, dichiarando a Mill di avere nominato suo erede il giovane. Che Mill si metta l’anima in pace! Fra un anno si troverà a godere del frutto del capitale: un bel nipotino.

Con questa farsa il diciottenne Rossini iniziò nel 1810 al Teatro San Moisè di Venezia la sua fulgida e rapidissima carriera. I personaggi principali dell’opera formano una sorta di quadrila-tero: da una parte stanno i due “amorosi”, cioè i due giovani innamorati, soprano e tenore, che si esprimono con un linguaggio sentimentale; dall’altra, due personaggi anziani e comici, voci di basso-baritono chiamate a quel tempo “buffi”: Mill, padre avaro e ostinato, pronto a trattare sua figlia come una merce, e Slook, mercante americano dalle maniere grezze, abituato a mi-surare ogni cosa in denaro ma pronto a comprendere con generosità il valore dei sentimenti umani. Nella vivacità e nella precisione del ritmo, nella limpida chiarezza con cui si svolgono le frasi musicali e nel calore melodico delle espressioni amorose si riconosce già da questa prima opera lo stile caratteristico di Rossini.

Giovedì 11 ottobre 2018 ore 10.30 (prova generale)

LA CAMbIALE DI MATRIMONIOFarsa comica per musica in un atto

PROGETTO OPERE LIRICHEScuole medie inferiori e superiori

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APPROFONDIMENTIGesti oggi entrati nel nostro costume venivano un tempo considerati dagli Europei come manifestazioni di rozzezza da continente americano. Canta Slook appena entrato in scena: «Prima il padron di casa / saluto, bacio e abbraccio. / Lo stesso cordialmente / con le signore io faccio... / Come? non s’usa forse / le donne qui abbracciar? / Ohimé! che usanza incomoda! / Che brutto conversar! / Benedetta

sia la nostra / innocente libertà!».La libertà di scelta della persona con la quale unire la propria vita nel matrimonio è un princi-pio che si è affermato molto recentemente. La cambiale di matrimonio è una commedia che a scopo di divertimento mostra una vicenda paradossale; è comunque vero che fino a po-chissime generazioni fa la scelta dello sposo e della sposa, in tutti i ceti, veniva stabilita dalle persone anziane della famiglia secondo considerazioni di natura politica, sociale, economica, in vario modo secondo i diversi ambienti e classi sociali. Prova a pensare a tutti i casi che ti vengono in mente, sia nella storia vera sia nella letteratura (romanzi, racconti, lavori teatrali), in cui lo sposo o la sposa vengono decisi dall’alto.

In omaggio a Rossini in occasione del 150° anniversario della morte, la rappresentazione dell’o-pera sarà preceduta dall’esecuzione in prima assoluta (inizio ore 10.30) di due melologhi su musiche create da studenti delle classi di composizione del Conservatorio:

LES MOTS QUI SONNENT Due melologhi per Gioachino RossiniElia Praderio METODO PER ADDORMENTARSIFederico Pirotti PETIT DÎNER DE PLAISIR

Libretto Lorenzo Da Ponte | Musica Wolfgang Amadeus Mozart Coproduzione Conservatorio di Musica G. Verdi di Milano | Accademia di Belle Arti di Brera

L’azione muove dall’uccisione, per mano di Don Giovanni, del Commendatore, padre della nobile Donna Anna, accorso in difesa della figlia che Don Giovanni stesso ha tentato di sedur-re mascherandosi da Don Ottavio, suo legittimo fidanzato. Lungo il primo atto, l’inguaribile libertino cerca di sedurre anche la contadina Zerlina nel giorno delle nozze, facendosi beffe del futuro marito Masetto, mentre Don Ottavio con Donna Anna, a cui si unisce Donna Elvira, già sedotta e abbandonata da Don Giovanni, continuano a dargli la caccia per vendicare la morte del Commendatore. Anche nel secondo atto Don Giovanni miete vittime: prescelta la cameriera di Donna Elvira per conquistare la quale Don Giovanni scambia i propri abiti con quelli di Leporello, suo servitore. È così che Leporello viene accerchiato da Masetto, Zerlina, Donna Anna e Don Ottavio: vedendolo vestito da Don Giovanni vorrebbero ucciderlo. A notte fonda, Don Giovanni si rifugia nel cimitero, dove ha luogo il suo primo confronto con la statua funebre del Commendatore, a cui Don Giovanni rivolge un invito. L’incontro tra i due nel pa-lazzo di Don Giovanni gli sarà fatale: la gelida stretta di mano della statua del Commendatore trascinerà nell’abisso il protagonista dell’opera.

APPROFONDIMENTISulla figura leggendaria di Don Giovanni hanno scritto moltissimi autori di diverse nazionalità, dando di questo personaggio enigmatico ciascuno una diversa inter-pretazione. Anche nel linguaggio comune Don Giovanni è l’immagine simbolica della naturale attrazione dell’uomo verso la donna e verso l’amore, verso i piaceri della vita. Ma il mito del Don Giovanni si è formato attraverso tre fondamentali

versioni. La prima opera in cui la figura di Don Giovanni compare (1630) è quella originata dalla coscienza religiosa della Spagna del Seicento, quando Tirso de Molina nel suo Burlador de Sevilla y convidado de piedra ci dà una visione terrifica della fine di colui che ha peccato contro Dio e la religione. Svanito lo spirito religioso da cui era nata, la leggenda passa in Italia agli scenarî della Commedia dell’arte, diventando uno dei canovacci prediletti e, una volta giunto in Francia, questo Don Giovanni della Commedia dell’arte attrae l’attenzione di Molière. In questa seconda versione del mito siamo di fronte a un aristocratico, elegante uomo di mon-do, scettico, cinico, gaudente. Ma è nell’opera che il motivo leggendario di Don Giovanni trova innumerevoli esempi: in opere comiche, operette popolari, balletti, pantomime che si susse-guirono per tutto il Settecento, soprattutto in Italia e in Germania, per opera di musicisti oscu-ri, fino ad arrivare nelle mani di Da Ponte e Mozart (1787). Don Giovanni diventa qui un vero e proprio seduttore: un giovane cavaliere estremamente licenzioso, come è definito nell’indice, lanciato in continue avventure amorose e conquistatore, per il puro piacer di porle in lista, di donne d’ogni grado, d’ogni forma, d’ogni età. È soltanto nella scena finale che egli assume una statura “eroica”. Di fronte allo spettro del Commendatore, messaggero della giustizia che si presenta a lui con forza inappellabile, tenacemente rifiuta di pentirsi, rappresentando l’ostinazione di colui che non vuol piegarsi e cedere, per orgoglio e superbia. La durezza dello scontro è estrema, e Don Giovanni sprofonda, inghiottito dalle fiamme dell’inferno, con un Ah! che suona terribile e raccapricciante.

Giovedì 2 maggio 2019 ore 10.00 (prova generale)

IL DISSOLUTO PUNITO OSSIA IL DON GIOVANNI Dramma giocoso in due atti

PROGETTO OPERE LIRICHEPROGETTO OPERE LIRICHEScuole medie inferiori e superiori Scuole medie inferiori e superiori

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CAPITANI CORAGGIOSI

STORIA E NARRAZIONEScuole medie superiori Scuole medie superiori

STORIA E NARRAZIONE

Con Paolo ColomboImmagini e suoni Pietro CuomoUn progetto di Storia e Narrazione

Paolo Colombo è professore ordinario di Storia delle istituzioni politi-che presso l’Università Cattolica di Milano, dove insegna anche Storia contemporanea.

LA NARRAZIONE DI ENTRAMBI GLI APPUNTAMENTI SARÀ PRECE-DUTA DA UN BREVE INTERVENTO INTRODUTTIVO DEL PROFESSOR PAOLO COLOMBO, CHE OFFRIRÀ UN SINTETICO INQUADRAMENTO STORICO DELLA VICENDA, ILLUSTRANDONE ALCUNE CHIAVI DI LETTURA.

Mercoledì 21 novembre 2018 ore 10.30JOHN FITZGERALD KENNEDY. IL MITO, IL CORAGGIO, LA FINEdi Paolo Colombo

Il 22 novembre 1963, il più giovane presidente della storia degli USA viene ucciso da un colpo di fucile calibro 6,5 mentre sfila per le strade di Dallas, in Texas, su una limousine decapottabile. Nel suo 55° anniversario, quello scioccante assassinio (visto qui con gli occhi della first lady Jacqueline Kennedy) rimane per molti versi ancora

pieno di ombre: in assenza di certezze assolute su come andarono veramente le cose, Paolo Colombo porta in scena una narrazione storica emozionante che – con l’ausilio di immagini, filmati e musiche – percorre i grandi miti della storia americana: lo stesso Kennedy e i suoi coraggiosi discorsi, Marilyn Monroe, la conquista della luna e di sempre nuove frontiere, il far west, i viaggi on the road, la musica rock…Un modo nuovo e diverso di raccontare una storia. Un modo nuovo e diverso di raccontare la Storia.

PROPOSTE DI RIFLESSIONELa storia ci insegna a guardare con occhi più acuti e sguardo più ampio alla politica. Dobbiamo valutare i grandi (e non solo grandi) personaggi politici per le loro caratteristiche umane e caratteriali o per la loro capacità di lasciare un segno nella società in cui hanno operato e nella mentalità delle persone che hanno condiviso il loro tempo? È importante il coraggio e la consapevolezza con

cui un leader propone le proprie idee e i valori in cui chiede di credere? E quanto conta saper costruire dei miti coinvolgenti che spingano gli uomini a impegnarsi nel raggiungimento di grandi obiettivi?

PROPOSTE DI LETTURAAdam Braver, Dallas, 22 novembre 1963, Einaudi, 2008Simon Schama, Il futuro dell’America. Una storia dai padri fondatori a Barack Obama, Mondadori, 2009 (testo da cui è possibile estrapolare brevi saggi)John Fitzgerald Kennedy, Non chiederti cosa il tuo paese può fare per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese, Garzanti, 2013

PROPOSTA DI VISIONEJFK, un caso ancora aperto (Oliver Stone, 1991)

Lunedì 28 gennaio 2019 ore 10.30ADRIANO OLIVETTI E IL PRIMO PC. LA GRANDE OPPORTUNITÀ PER-DUTAdi Paolo Colombo e Luca Falciola

Paolo Colombo racconta l’avventura pionieristica dell’Olivetti nel mon-do dell’elettronica: un laboratorio di giovani talenti, i primi passi dell’in-formatica in Italia, la straordinaria realizzazione del primo personal computer. Ne emerge, sullo sfondo della storia italiana degli anni ’50 e

’60, un fantastico affresco della Olivetti di Adriano, fucina di sogni, di creatività e di cultura raffinata, ma anche di robusti successi commerciali a livello internazionale. Eppure, nel 1964, l’Olivetti viene costretta ad abbandonare l’elettronica, lasciando che i frutti del genio italiano si secchino sulla pianta. Una potenziale ‘Silicon Valley’ tricolore muore così appena nata. Raccontare questa storia significa sottolineare l’importanza della fiducia riposta nella capacità di visione di uomini illuminati, nell’intraprendenza dei giovani, negli effetti virtuosi dell’innova-zione: una fiducia senza la quale le crisi paiono insuperabili. Sorge allora una domanda decisi-va: cosa vogliamo davvero per il futuro del nostro Paese?

PROPOSTE DI RIFLESSIONESi dice, e quasi sempre a ragione, che non serve a nulla fare la “storia dei se”. Se le cose fossero andate diversamente… Se fosse successo questo e non quello…Ma in qualche caso ha invece un profondo senso civile immaginare come avreb-bero potuto andare le cose se si avesse avuto maggior lungimiranza, se non si fosse ceduto ai biechi interessi particolari, se si fosse sacrificato qualcosa di meno

importante per salvare una grande opportunità per le generazioni future.È il caso della storia della Olivetti di Adriano: una storia che lascia intravvedere un modo di-verso di pensare e di progettare il futuro e che ci parla di tante capacità poco celebrate degli italiani.Molte questioni di attualità, ben presenti ai giovani e per loro scottanti, si prestano ad essere discusse in una prospettiva diversa da quella che la politica e la società odierna di solito ci propongono.

PROPOSTE DI LETTURAPier Giorgio Perotto, Programma 101. L’invenzione del personal computer: una storia appassio-nante mai raccontata, Milano, Sperling & Kupfer, 1995Marco Pivato, Il miracolo scippato. Le quattro occasioni sprecate della scienza italiana negli anni Sessanta, Milano, Donzelli, 2011Luciano Gallino, L'impresa responsabile. Un’intervista su Adriano Olivetti, Edizioni di Comunità, 2001Franco Ferrarotti - Giuliana Gemelli, Un imprenditore di idee, Edizioni di Comunità, 2015Laura Curino - Gabriele Vacis, Adriano Olivetti. Il sogno possibile, IPOC, 2010

PROPOSTE DI VISIONEAdriano Olivetti. La forza di un sogno (Michele Soavi, 2013, miniserie televisiva)Laura Curino - Gabriele Vacis, Camillo Olivetti. Alle radici di un sogno, testo e spettacolo tea-trale in DVD, Edizioni di Comunità, 2017

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SCUOLE MEDIE SUPERIORI“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel trovare nuovi territori,

ma nel possedere altri occhi, vedere l'universo attraverso gli occhi di un altro, di centinaia d’altri: di osservare il centinaio di universi che ciascuno di loro osserva, che ciascuno di loro è”.

(Marcel Proust, “La prigioniera”, volume V, “Alla ricerca del tempo perduto”)

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PROPOSTA DI LETTURAElio Vittorini, Uomini e no (1945). In questo romanzo, ambientato a Milano negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale, nei capitoli LXIII e LXIV, si trova una lunga sequenza in cui i nazifasciti lasciano lungo i marciapiedi della città i corpi dei civili uccisi per rappresaglia per mostrare il destino che spetta a chi collabora con i partigiani. Ma la vera domanda che acco-muna tutti i presenti è: «Perché?». Quali abissi di male possono risiedere nel cuore degli uomini se si arriva addirittura a non rispettare neppure il cadavere?

PROPOSTA DI LAVORO A GRUPPIDopo la violenza della Prima Guerra Mondiale con il suo carico sconfinato di morti, nasce l’esi-genza di tornare sui campi di battaglia per diseppellire corpi di soldati non identificati e porre i loro resti in memoriali dedicati al Milite ignoto. È così che in tempi e luoghi diversi ma alla luce della stessa idea vengono edificati, solo per citarne alcuni, l’Arco di Trionfo a Parigi, l’Altare della Patria a Roma, l’Australian War Memorial a Canberra, il Monumento Nazionale ai caduti della Seconda Guerra Mondiale a Rio de Janeiro, la Tomba del Milite Ignoto a Piazza Syntagma ad Atene. A piccoli gruppi si può svolgere una breve ricerca su alcuni di questi monumenti pre-senti in tutto il mondo, cercando di capirne l’origine e il messaggio che vogliono trasmettere.

PROPOSTA DI SCRITTURACommenta il seguente passo tratto da I sepolcri di Foscolo in cui si evidenzia come uno dei segni del passaggio dalla condizione bestiale a quella di civiltà sia stato il rispetto per il corpo dei defunti: «Dal dì che nozze e tribunali ed are / dier alle umane belve esser pietose / di sé stesse e d’altrui, toglieano i vivi / all’etere maligno ed alle fiere / i miserandi avanzi che Natura / con veci eterne a sensi altri destina» (vv. 91-96).

PROPOSTA DI RIFLESSIONEL’Antigone di Sofocle, rappresentata per la prima volta nel 442 a.C., venne defi-nita dal filosofo tedesco W.G.F. Hegel nella sua Estetica «di tutti i capolavori del mondo antico e moderno […] l’opera d’arte più eccellente e più soddisfacente». La figura femminile di Antigone emerge vittoriosa, pur sconfitta dalla storia, nella difesa delle «leggi non scritte degli dei» (vv. 454-455) della pietà familiare e degli

affetti personali rispetto alle leggi della politica imposte da Creonte, arroccato nella difesa del suo ruolo di sovrano, fino a mettere da parte i suoi, di affetti. L’oggetto dello scontro è l’atto, tanto secondario nella pratica quanto fondamentale nel valore, del seppellimento o meno di Polinice, che ha osato procedere armato contro la sua città. Numerose sono le situazioni stori-che in cui è venuto meno questo essenziale gesto di umanità che è il rispetto per il corpo della persona uccisa, lasciato esposto alla vendetta, all’oltraggio o anche solo allo sguardo di chi passa, destino che ha toccato ex dittatori e soldati semplici, come anche civili usati da monito al resto della popolazione.

SCUOLE MEDIE SUPERIORI

Mercoledì 24 ottobre 2018 ore 10.30

ANTIGONENon solo una tragedia

tratto da Antigone di SofocleAdattamento e regia Tommaso AmadioCon Riccardo Buffonini e Giuseppe SalmettiIdeazione e realizzazione scenica Sebastiano Amadio - Movimenti coreografici Marta BelloniProduzione Teatro Filodrammatici di Milano

Durata: 55 minuti + incontro con la compagnia dopo lo spettacolo

LA RAPPRESENTAZIONE SARÁ PRECEDUTA DA UN INTERVENTO INTRODUTTIVO DEL PROFESSOR GIUSEPPE GIRGENTI DELLA FACOLTÁ DI FILOSOFIA DELL’UNIVERSITÁ VITA-SALUTE SAN RAFFAELE, CHE OFFRIRÁ UNA CHIAVE DI LETTURA PER L’INTERPRETAZIO-NE DELLO SPETTACOLO.

Capolavoro indiscusso della cultura greca e oggetto di sconfinata ammirazione in tutti i tem-pi, l’Antigone di Sofocle è indubbiamente una bella tragedia, la più umana che forse il teatro antico abbia prodotto. La molteplicità degli spunti che la tragedia offre ha fatto sì che poeti e scrittori di tutte le epoche l’abbiano rielaborata, cercando di metterne in evidenza di volta in volta aspetti diversi. È da questo stesso desiderio di rimeditazione del classico che prende spunto Antigone, non solo una tragedia, con la differenza però di voler far partire il nostro viaggio proprio dall’epoca in cui Sofocle la concepì. Il contesto storico politico dell’Atene del V secolo diventerà per noi uno spunto essenziale per capire affinità e distanze tra la nostra epoca e quella periclea. Un viaggio per cercare di comprendere come mai una società tanto lontana dalla nostra abbia saputo condensare in una storia come quella della giovane protago-nista la lotta tra valori, quali libertà individuale e dovere sociale, a noi così intimamente vicini. Antigone, con la sua immediatezza e forza linguistica, sembra ancora oggi in grado di parlarci per la straordinaria capacità di mettere al centro del suo racconto l’uomo in quanto tale, che fatica a vivere e a essere uomo e tuttavia combatte per vivere e per esserlo. Una fatica que-sta, che risuona attuale in tutte le epoche e a tutte le latitudini di questo nostro controverso, contradditorio mondo.

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Venerdì 9 novembre 2018 ore 10.30

RICCARDO IIIda William ShakespeareUno spettacolo di Davide Lorenzo Palla e Riccardo MallusMusiche e accompagnamento dal vivo Tiziano Cannas AgheduRegia Riccardo MallusProduzione Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano Durata: 90 minuti + incontro con la compagnia dopo lo spettacolo

LA RAPPRESENTAZIONE SARÁ PRECEDUTA DA UN INTERVEN-TO INTRODUTTIVO DEL PROFESSOR ROBERTO MORDACCI DELLA FACOLTÁ DI FILOSOFIA DELL’UNIVERSITÁ VITA-SALUTE SAN RAFFAELE, CHE OFFRIRÁ UNA CHIAVE DI LETTURA PER L’INTERPRETAZIONE DELLO SPETTACOLO.

Lo spettacolo è adatto anche agli studenti delle scuole medie superiori; qui sotto il percorso didattico a loro dedicato. Per la scheda, vedi le pagine 15 e 16, sezione scuole medie inferiori.

PROPOSTE DI RIFLESSIONEDeformità del corpo, specchio della deformità dell’anima, anima del tiranno asse-tata di potere, accecata dalla smania di vendetta, prigioniera della sua stessa am-bizione e di crudeli raggiri, ormai incapace di tenere a bada il “mostro a tre teste” che è in ciascuno e, dunque, vittima del suo stesso orrore.Il tiranno quale espressione di disordine, incultura e anarchia interiore ed esteriore,

magistralmente descritto da Platone nei libri VIII e IX della Repubblica, o fissato nei brucianti versi di Mandel’stam, vittima della repressione staliniana, e coraggiosamente denunciato nelle opere di Vassilij Grossman, di Aleksandr Solzhenitsyn, o nell’ironico articolo Nelle vene di Hitler scorre sangue mongolo? di Fritz Gerlich, uomini che, all’ottusa violenza del potere, oppongo-no la libertà del pensiero e la forza eternante della parola e della testimonianza.

PROPOSTE DI LETTURAPlatone, Repubblica, IV secolo a. C.Nadezda Mandel’stam, Le mie memorie con poesie e altri scritti di Osip Mandel’stam, a cura di Serena Vitale, Garzanti, 1972Vasilij Grossman, Vita e Destino, Jaca Book, 1984Aleksandr Solzhenitsyn, Arcipelago Gulag, Mondadori, 1974Fritz Gerlich, Nelle vene di Hitler scorre sangue mongolo?, «Der gerade Weg», Monaco, 17/07/1932

PROPOSTE DI VISIONEIl grande dittatore (Charlie Chaplin, 1940)La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler (Oliver Hirschbiegel, 2004)

SCUOLE MEDIE SUPERIORI

PROPOSTA DI RIFLESSIONEMisure indirette e costanti di proporzionalità. Eratostene misurò la distanza tra due luoghi in “giorni di viaggio”, ma il giorno è un’unità di misura di tempo, non di lunghezza. Possiamo usare un intervallo di tempo per misurare una distanza per-ché possiamo vedere quella distanza come il prodotto tra velocità media e tempo impiegato: la misura del tempo e quella della distanza sono allora proporzionali, e

se la velocità media non cambia da viaggio a viaggio, che è un’assunzione ragionevole per un cammello su lunghe distanze, ad un giorno di viaggio corrisponderà sempre la stessa distanza percorsa, e la misura del tempo diventerà di fatto anche misura della distanza.

PROPOSTA DI ATTIVITÁGrafi e problemi di routing. Oggi viaggiare è relativamente facile e sicuro, ma per millenni è stato un’impresa rischiosa, per cui era normale sacrificare la velocità a favore della sicurezza, allungando i percorsi per evitare pericoli e accorciando le tappe giornaliere per poter passare la notte in luoghi più sicuri. Se in una regione ci sono diverse città, ognuna collegata ad almeno un’altra, e conosciamo i tempi di viaggio tra ogni coppia di città collegate, come possiamo tro-vare il percorso più breve per andare da una città A ad una città B? E se possiamo misurare, ad esempio con un numero tra 0 e 1, la pericolosità del viaggio tra ogni coppia di città collegate, come possiamo trovare un percorso che sia un buon compromesso tra velocità e sicurezza? E se dobbiamo visitare anche le città C, D, etc.?

SCUOLE MEDIE SUPERIORI

Un progetto di Sergio Maifredi e Piergiorgio OdifreddiProduzione Teatro Pubblico Ligure in collaborazione con Corvino Produzioni

Durata: 75 minuti

In che modo Eratostene calcolò la circonferenza terrestre? Solo con l’aiuto di un bastone, di un cammello e dei suoi ragionamen-ti…* E come Ipparco intuì l’esistenza dell’America? La cultura gre-ca ha una faccia nascosta, come la luna: è la faccia del razionali-smo scientifico, senza il quale non sarebbe possibile la tecnologia che domina la vita di tutti noi, irrazionalisti compresi, e che costi-tuisce la vera radice della nostra civiltà.E come sulla faccia visibile della cultura greca svettano l’Iliade e l’Odissea di Omero e i Dialoghi di Platone, così su quella nascosta si ergono maestose le prime sistemazioni della matematica e della logica occidentali: gli Elementi di Euclide e l’Organon di Aristotele. Non soggettivi rac-conti di guerra o di viaggio, né personali opinioni etiche o morali, ma oggettive e impersonali descrizioni di precise scoperte, destinate a rimanere immutabili, e rimaste immutate, nei secoli.

*Eratostene calcolò la circonferenza della Terra con un’ottima approssimazione (40.500 km contro i reali 40.009 km) mettendo in relazione l’ombra proiettata per terra dal bastone in un giorno zenitale e la distanza che separa due città, calcolata usando come unità di misura i giorni di viaggio in cammello.

Martedì 6 novembre 2018 ore 10.30 Piergiorgio Odifreddi

SUL CAMMELLO E ALL’OMbRA DEL bASTONEovvero La matematica dei Greci da Pitagora ad Archimede

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PROPOSTA DI RIFLESSIONEAlceste, protagonista del Misantropo di Molière, nella sua scelta di dire ciò che pensa senza nessuna remora e nessun calcolo, si muove in modo molto diffe-rente rispetto a tutti gli altri personaggi che preferiscono nascondere il proprio pensiero: quanto perbenismo e opportunismo si trova nella società del Seicento! Certo che Alceste si mostra spietatamente sincero verso gli altri ma inganna se

stesso nel suo amore per la giovane vedova Celimene, a cui continua ad aspirare nonostante l’evidenza di scarsa fedeltà. Molière in quest’opera riprende l’idea del misantropo che aveva avuto interessanti precedenti nella letteratura greca e latina. In età ellenistica Menandro scrisse il Dyskolos (Misantropo) in cui il protagonista Cnemone vive scontroso e isolato dal resto del mondo; nel II secolo a.C. nel mondo romano, Terenzio scrisse l’Heautontimoru-menos (Il punitore di se stesso) in cui Menedemo si costringe a lavorare i campi e si mostra astioso con tutti come forma di autopunizione per aver impedito il matrimonio del figlio e averlo così spinto a partire in guerra mercenario. Rispetto ai modelli classici, Alceste non ha assunto il suo atteggiamento in conseguenza di qualche situazione particolare e, soprattutto, non cambia nel corso della vicenda, anzi porta alle estreme conseguenze la sua critica alla società fino a distaccarsene.

PROPOSTA DI LETTURAGiacomo Leopardi venne accusato spesso di essere un misantropo, tuttavia egli stesso pren-de le distanze da questo atteggiamento, quando afferma nello Zibaldone (4428) che «la mia filosofia non solo non è conducente alla misantropia come può parere a chi la guarda super-ficialmente, e come molti l’accusano; ma di sua natura esclude la misantropia, di sua natura tende a sanare, a spegnere quel malumore, quell’odio, non sistematico, ma pur vero odio, che tanti e tanti […] portano cordialmente a’ loro simili, sia abitualmente, sia in occasioni particola-ri, a causa del male che, giustamente o ingiustamente, essi, come tutti gli altri, ricevono dagli altri uomini. La mia filosofia fa rea d’ogni cosa la natura, e discolpando gli uomini totalmente, rivolge l’odio, se non altro il lamento, a principio più alto, all’origine vera de’ mali de’ viventi». Ad integrazione di tale concetto, puoi leggere L’arte di essere fragili. Come Leopardi può sal-varti la vita di Alessandro D’Avenia. Si può, alla luce delle letture proposte, secondo te, definire Leopardi un “misantropo”?

PROPOSTA DI CONFRONTORicerca su internet il dipinto di Pieter Bruegel il Vecchio del 1568 intitolato Il misantropo e conservato al Museo di Capodimonte a Napoli. Come viene rappresentato questo tipo umano? Quali simboli lo descrivono? Proponi una tua interpretazione dell’immagine.

Martedì 18 dicembre 2018 ore 10.30

MOLIÈRE / IL MISANTROPO (ovvero Il nevrotico in amore)

Versione italiana Fabrizio Sinisi, Valter MalostiUno spettacolo di Valter MalostiDrammaturgia Fabrizio SinisiCon Valter Malosti, Anna Della Rosa, Sara Bertelà, Edoardo Ribatto, Roberta Lanave, Paolo Giangrasso, Matteo Baiardi, Marcello SpinettaLuci Francesco Dell’Elba - Costumi Grazia Materia – Scene Gregorio ZurlaCura del movimento Alessio Maria Romano - Assistente alla regia Elena Serra

Durata: da definire

LA RAPPRESENTAZIONE SARÁ PRECEDUTA DA UN INTERVENTO INTRODUTTIVO DELLA PROFESSORESSA FRANCESCA PONGIGLIONE DELLA FACOLTÁ DI FILOSOFIA DELL’UNI-VERSITÁ VITA-SALUTE SAN RAFFAELE, CHE OFFRIRÁ UNA CHIAVE DI LETTURA PER L’IN-TERPRETAZIONE DELLO SPETTACOLO.

Nel 1666 Molière debutta con il suo Misantropo: una commedia amara e filosofica, anomala e profetica, secondo molti il suo capolavoro – «un classico del Novecento», sostiene Cesare Garboli, «scritto tre secoli fa». Il Misantropo è infatti un testo totalmente “al presente”, vio-lento, potente, perturbante. Una commedia tragica, venata di una forma di umorismo insta-bile e pericolante, che porta in sé, appena al di sotto della superficie comica, le vive ferite e il prezzo altissimo costato al suo autore: in essa emergono le nevrosi, i tradimenti, i dolori di un personaggio capace di trasformare tutto il proprio disagio e la propria rabbia in una formidabile macchina filosofica, esistenziale e politica, che interroga e distrugge qualunque cosa incontri nel suo percorso. Ma questo capolavoro è allo stesso tempo anche il dramma di un essere inadeguato alla realtà, l’allucinata tragedia di un uomo ridicolo, che si scontra con un femminile complesso e modernissimo, rappresentato come un prisma dalle tre figure di donna presenti nel testo, una sorta di misteriosa trinità. Alla luce dell’equilibrio fra tradizione e sperimentazione, Valter Malosti torna ad affrontare Molière, tentando di contenerne le due anime e proponendo al pubblico un Misantropo del tutto inedito e diverso. Nel costruire insieme al regista la lingua di questo nuovo Misantropo, il giovane autore Fabrizio Sinisi si confronta con alcuni grandi autori del Novecento, soprattutto Thomas Bernhard. Il testo classico viene qui messo a reazione con un altro grande capolavoro molieriano: quel Don Giovanni di cui il Misantropo diventa la tavola rovesciata e complementare, l’immaginario prologo della dissoluzione: Alceste e Don Giovanni diventano i due volti di una lotta totale e disperata contro l’ipocrisia e il compromesso su cui è costruita la civiltà. Lo spettacolo viene a proporsi quindi come un lucido saggio sul desiderio e l’impossibilità di esaudirlo, sul con-flitto tra uomo e donna, uomo e società, uomo e cosmo. Il rapporto di Alceste e Célimène diventa quindi un violentissimo agone, una resa dei conti la cui posta in gioco è – per citare proprio Lacan – la Verità come “ciò che sempre resiste all’intelligenza”.

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PROPOSTA DI RIFLESSIONE«Mai vivendo l’intera esistenza avremmo potuto sperare di fare così tanto per la tolleranza, la giustizia, la mutua comprensione fra gli uomini... Questo momento è nostro, questa agonia, la nostra vittoria» Bartolomeo Vanzetti

Capri espiatori di un’ondata repressiva lanciata dal presidente W. Wilson contro la sovversione e di una strisciante paura del diverso, perché estraneo, Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, subendo da innocenti l’ingiustizia di una condanna a morte, hanno di fatto parados-salmente rafforzato la sensibilità nei confronti dell’autentico diritto e della vera giustizia, scuo-tendo le coscienze degli uomini del tempo in un’America sempre in bilico tra difesa dei diritti fondamentali e rigurgiti xenofobi e razzisti.Caso analogo, la dolorosa e controversa vicenda di Alfred Dreyfus, capitano dell’esercito fran-cese, alsaziano di origine ebree, ingiustamente condannato con l’accusa di alto tradimento a favore della Germania, affaire che divise l’opinione pubblica francese tra il 1894 e il 1906 in un contesto di serpeggiante pregiudizio antisemita.Giustizia “ingiusta” che rischia di trasformarsi in un fatale e inarrestabile ingranaggio che, lungi dal riaffermare con forza il diritto, finisce, come accade al bracciante nero del romanzo della Harper Lee, Tom Robinson, o nell’angosciante vicenda di Josef K., con lo stritolare il debole e l’indifeso.

PROPOSTE DI LETTURAHarper Lee, Il buio oltre la siepe, 1960Franz Kafka, Il processo, 1925Bartolomeo Vanzetti, Non piangete la mia morte: lettere ai familiari, a cura di Cesare Pillon e Vincenzina Vanzetti, Editori Riuniti, 1962Paul Avrich, Ribelli in Paradiso. Sacco, Vanzetti e il movimento anarchico negli Stati Uniti, Nova Delphi Libri, 2015

PROPOSTE DI ASCOLTOJoan Baez-Ennio Morricone, Here’s to you (ballata composta per Sacco e Vanzetti, Giuliano Montaldo, 1971)Luigi Dalla Piccola, Canti di prigionia

PROPOSTA DI VISIONESul caso Dreyfus: Prigionieri dell’onore (Ken Russell, 1991)

Venerdì 18 gennaio 2019 ore 10.30

CAbARET SACCO & VANZETTIda Michele SanteramoIdeazione e regia Gianpiero BorgiaCon Valerio Tambone e Raffaele BraiaMusiche Papaceccio MMC e Roberta Carrieri - Costumi Manuela Paladin ŠabanovićScene Vincenzo Mascoli - Editing Margherita CristianiProduzione Teatro Dei Borgia in collaborazione con Teatro Nazionale Croato Ivan De Zajc/Dramma Italiano di Fiume | Teatri Di Bari | ETICAARTECon il patrocinio di Amnesty International Italia

Durata: 70 minuti + incontro con la compagnia dopo lo spettacolo

LA RAPPRESENTAZIONE SARÁ SEGUITA DA UN INTERVENTO DELLA PROFESSORESSA CATERINA PICCIONE DELLA FACOLTÁ DI FILOSOFIA DELL’UNIVERSITÁ VITA-SALUTE SAN RAFFAELE, CHE OFFRIRÁ UNA CHIAVE DI LETTURA PER L’INTERPRETAZIONE DELLO SPETTACOLO.

Cabaret Sacco & Vanzetti, mescolando commedia brillante, avanspettacolo e teatro brechtia-no e coniugando teatro civile e teatro d’arte, racconta la storia di Bartolomeo e Nicola, due anarchici italiani immigrati negli Stati Uniti negli anni Dieci del secolo scorso e transitati da Ellis Island, come tanti giovani oggi lasciano i propri Paesi e passano da Lampedusa. I due, un pescivendolo e un calzolaio, cadono in un circo mediatico e giudiziario che si conclude con la loro morte e la gloria postuma.Le migrazioni, il pregiudizio razziale, l’intolleranza, la giustizia sono temi che attraversano la contemporaneità e scuotono la coscienza di tutti. Per questo il Teatro dei Borgia ha deciso di raccontare la vicenda dei due emigrati italiani, vittime e simbolo di ogni discriminazione e ingiustizia. La storia di Sacco e Vanzetti è restituita alla dimensione della Storia attraverso le armi del teatro, il linguaggio del cabaret e il corpo di due attori infaticabili che si offrono sen-za riserve. Cabaret Sacco & Vanzetti è il racconto, divenuto paradigmatico, di due umili, due ultimi, eroi moderni e simbolo universale delle battaglie per i diritti di uguaglianza e giustizia. Condannati alla sedia elettrica per un crimine che non avevano commesso, vittime di un pro-cesso farsa e di un crimine giudiziario, Sacco e Vanzetti caddero anche a causa della “politica del terrore” contro i “rossi” che l’America del tempo praticava, con speciale ferocia quando si trattava di immigrati. Il lavoro di Gianpiero Borgia sul testo di Michele Santeramo vuole anche parlare al mondo di due persone, due sognatori, innamorati come tutti della vita, con le loro speranze, la loro riservatezza, la loro musica, le loro differenze caratteriali, la loro quotidianità. Il loro rapporto, che muterà nei tanti anni insieme fino a divenire una grande amicizia, ha il ritmo di una ballad, una melodia continua sempre presente nello spettacolo

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Venerdì 8 febbraio 2019 ore 10.30

IL GAbbIANOdi Anton ČechovVersione italiana Danilo MacrìCon (in ordine alfabetico) Roberto Alinghieri, Alice Arcuri, Elsa Bossi, Eva Cambiale, Andrea Nicolini, Elisabetta Pozzi, Stefano Santospago, Francesco Sferrazza Papa, Kabir Tavani, Federico VanniScene e costumi Catherine Rankl - Luci Marco D’Andrea - Musiche Andrea NicoliniRegia Marco SciaccalugaProduzione Teatro Nazionale di Genova

Durata: 150 minuti + intervallo

LA RAPPRESENTAZIONE SARÁ PRECEDUTA DA UN INTERVENTO INTRODUTTIVO DELLA PROFESSORESSA CATERINA PICCIONE DELLA FACOLTÁ DI FILOSOFIA DELL’UNIVERSITÁ VITA-SALUTE SAN RAFFAELE, CHE OFFRIRÁ UNA CHIAVE DI LETTURA PER L’INTERPRE-TAZIONE DELLO SPETTACOLO.

Il gabbiano di Čechov è un classico del teatro moderno, uno dei testi teatrali più noti di sem-pre, capace di parlare con linguaggio attuale a tutte le generazioni: ai giovani vittime del loro dolore esistenziale e agli adulti che stentano ad accettare il trascorrere degli anni. Ritratto “dal vivo” di un’umanità autentica e vera, per la prima volta in Italia Il gabbiano viene rappresentato nella versione del 1895, quella precedente alla censura zarista.I personaggi della giovane Nina, del tormentato Konstantin, di sua madre Irina Arkadina, cele-bre attrice, e del suo amante, lo scrittore Trigorin, sono stati portati sui palcoscenici di tutto il mondo dai maggiori attori di teatro e messi in scena dai più celebri registi. Il titolo dell’opera viene da un accostamento simbolico: come l’ignara felicità di un gabbiano, in volo sulle acque di un lago, viene stroncata dall’oziosa indifferenza di un cacciatore, così accade alla sorte di Nina.Primo dei quattro capolavori che Čechov scrisse per il palcoscenico, Il gabbiano è un dramma delle illusioni perdute e una profonda riflessione su Arte e Vita: nelle angosce, nei turbamenti, nelle sconfitte dei suoi protagonisti, c’è tutta la complessità dell’uomo moderno.

PROPOSTA DI RIFLESSIONEMolteplici sono i temi che Čechov sviluppa ne Il gabbiano: lo scontro generazio-nale fra giovani e adulti, il suicidio, l’artista della tradizione e le nuove sperimen-tazioni teatrali, il senso dell’arte e dello scrivere. Quasi anticipando il destino della prima dell’opera, avvenuta il 17 ottobre 1896 presso il Teatro Aleksandrinskij di Pietroburgo, il personaggio di Trigorin afferma: «Io avevo paura del pubblico, mi

terrorizzava, e quando andava in scena qualche mio nuovo lavoro, ero ogni volta convinto che metà del pubblico fosse ostile, l’altra metà del tutto indifferente». Čechov sarà infatti costretto per le proteste del pubblico ad abbandonare la platea e a seguire gli ultimi atti dietro le quinte. Due anni dopo però Il gabbiano otterrà un trionfo nella messa in scena del regista Konstan-tin Sergeevič Stanislavskij. La rappresentazione può offrire occasione per un percorso sulla rivoluzione del teatro europeo di fine Ottocento e inizio Novecento, con il contributo dato da registi come lo stesso Stanislavkij o l’austriaco Max Reinhardt o il francese Jacques Copeau, oppure con le nuove forme di teatro che si affacceranno ad inizio Novecento ad opera di An-tonin Artaud e Bertolt Brecht.

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PROPOSTA DI SCRITTURACommenta la seguente poesia di Vincenzo Cardarelli (1887-1959), in cui il poeta ricorre all’im-magine del gabbiano per descrivere la sua condizione di vita. Ritieni che possa valere anche per il personaggio di Nina?

Non so dove i gabbiani abbiano il nido,ove trovino pace.Io son come loro,in perpetuo volo.La vita la sfiorocom’essi l’acqua ad acciuffare il cibo.E come forse anch’essi amo la quiete,la gran quiete marina,ma il mio destino è viverebalenando in burrasca.(Vincenzo Cardarelli, Gabbiani, in Poesie, Mondadori, 1962)

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PROPOSTA DI RIFLESSIONECosa hanno in comune il gesto sportivo e la danza? La bellezza e l’eleganza del movimento del corpo che appare naturale e spontaneo perché è frutto di un lun-go allenamento e di una profonda consapevolezza delle proprie potenzialità e dei propri limiti. È proprio quello che non si può dire di un pessimo ballerino (proba-bilmente un paggio della corte di Urbino), messer Pierpaulo, citato da Baldassarre

Castiglione ne Il libro del cortigiano del 1528: «Qual di voi è che non rida quando il nostro messer Pierpaulo danza alla foggia sua, con que’ saltetti e gambe stirate in punta di piede, senza mover la testa, come se tutto fosse un legno, con tanta attenzione, che di certo pare che vada numerando i passi?» (I, XXVI). Al contrario Pier Paolo Pasolini (1922-1975) così associa il gesto atletico che porta alla rete in una partita di calcio alla produzione poetica: «Ogni goal è sempre un’invenzione, è sempre una sovversione del codice: ogni goal è ineluttabilità, folgo-razione, stupore, irreversibilità. Proprio come la parola poetica».

PROPOSTA DI SCRITTURACommenta il seguente pensiero dello scrittore e commediografo francese Jean Giraudoux (1882-1944): «Lo sport consiste nel delegare al corpo alcune delle più elevate virtù dell’animo».

PROPOSTA DI VISIONEL’atleta – Abebe Bikila (Rasselas Lakew-Davey Frankel, 2009): il film, costruito anche attra-verso immagini di repertorio, ripercorre la vita del maratoneta etiope Abebe Bikila, campione olimpico a Roma nel 1960 e a Tokyo nel 1964. Dopo un incidente stradale che gli fa perdere l’uso delle gambe, continua a coltivare il gesto atletico dedicandosi al tiro con l’arco e anche ad una gara di slittini trainata da cani in Norvegia.

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Venerdì 15 febbraio 2019 ore 10.30Kataklò Athletic Dance Theatre

PLAYIdeazione e direzione artistica Giulia Staccioli Durata: 80 minuti + intervallo

Lo spettacolo è adatto anche agli studenti delle scuole medie superiori: qui sotto il percorso didattico a loro dedicato. Per la scheda, vedi le pagine 10 e 11, sezione scuole dell’infanzia e primarie.

Mercoledì 27 febbraio 2019 ore 10.30

LE ALLEGRE COMARI DI WINDSORdi William ShakespeareAdattamento Edoardo ErbaCon Mila Boeri, Annagaia Marchioro, Chiara Stoppa, Virginia Zini, Giulia Bertasi Scene Federica Pellati - Costumi Katarina Vukcevic - Consulente musicale Federica FalasconiRegia Serena SinigagliaCoproduzione Fondazione Teatro di Napoli | Teatro Bellini – ATIR Teatro Ringhiera

Durata: 80 minuti

LA RAPPRESENTAZIONE SARÁ PRECEDUTA DA UN INTERVENTO INTRODUTTIVO DEL PROFESSOR RAFFAELE ARIANO DELLA FACOLTÁ DI FILOSOFIA DELL’UNIVERSITÁ VITA-SALUTE SAN RAFFAELE, CHE OFFRIRÁ UNA CHIAVE DI LETTURA PER L’INTERPRETAZIO-NE DELLO SPETTACOLO.

In questa versione de Le allegre comari di Windsor la scrittura di Edoardo Erba e la regia di Serena Sinigaglia riadattano, tagliano e montano con ironia la commedia di Shakespeare in-nestando brani suonati e cantati dal vivo dal Falstaff di Verdi. In scena solo la signora Page, la signora Ford, la giovane Anne Page e la serva Quickly, che danno parola anche ai personaggi maschili, assenti ma molto presenti: mariti, amanti, e, soprattutto, il più grande (non solo per stazza), Falstaff. Da lui tutto comincia e con lui tutto finisce. Le lettere d’amore che il Cavaliere invia identiche alle signore Page e Ford sono lo stimolo per trasformare il solito barboso e very british pomeriggio di tè in uno scatenato gioco dell’immaginazione, del desiderio, del diver-timento. “Punire” quel porco di Falstaff, che osa far loro esplicite richieste d’amore, diventa il grimaldello per sentirsi ancora vive. Senza Falstaff, non ci sarebbe divertimento o sfogo per le signore Page e Ford, che, come le Desperate Housewives, sono donne di mezza età, borghesi, annoiate e un pizzico bigotte, con routine consolidate, mariti assenti e desideri sopiti. La regista ha voluto in scena anche una fisarmonicista che, oltre a suonare dal vivo le note di Verdi, interpreta Fenton, il grande amore di Anne, “un ruolo en travesti come vuole la tradizio-ne shakespeariana (ma al contrario!)”.

PROPOSTA DI RIFLESSIONE«Talvolta era così spirituale che io, come donna, mi sentivo annientata. Altre volte, invece, era così selvaggio e appassionato, così pieno di desiderio, che io quasi tre-mavo davanti a lui…» (Søren Kierkegaard)

Ambigua e polimorfa la figura del seduttore attraversa la cultura occidentale assu-mendo camaleonticamente valenze e significati spesso opposti. Ed ecco Falstaff, il dissoluto e maldestro seduttore gabbato dal suo stesso inganno, cui si oppone, in Choderlos de Laclos, l’elaborazione di raffinate e spietate strategie di seduzione da parte del visconte di Valmont e della marchesa di Merteuil, condotte alla stregua di una campagna militare; reti e lacci sapien-temente orditi con lucida freddezza per il puro piacere del male, intreccio di “legami pericolo-si” di cui, alla fine, lo stesso seduttore cade prigioniero. O, ancora, l’astuto ed elegante gioco estetico del seduttore kierkegaardiano che conquista la sua giovane preda con le armi della parola e della seduzione intellettuale, incantandole l’anima per poi abbandonarla a una logo-rante disperazione. E, per finire, i seduttori sconfitti dalla loro stessa arroganza, il Don Giovanni mozartiano o la tragica figura del Casanova di Schnitzler, vinti dall’ineluttabile trascorrere del tempo e dall’incombente, inesorabile vecchiaia.

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PROPOSTE DI LETTURAPierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos, I legami pericolosi, 1782Arthur Schnitzler, Il ritorno di Casanova, 1918Søren Kierkegaard, Diario di un seduttore, in Aut-Aut, 1843

PROPOSTE DI VISIONEDon Giovanni (Joseph Losey, 1979)Le relazioni pericolose (Stephen Frears, 1988)

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Cari Docenti,vi ricordiamo che,

per i giovani fi no ai 26 anni e gli insegnanti, sono previste agevolazioni

per tutti gli spettacoli serali e della domenica pomeriggio,e che, per bambini e famiglie,

sono in programma cinque Fantadomenichein compagnia delle favole di Fantateatro

alla domenica alle ore 11.00

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Vi ricordiamo che,per i giovani fino ai 26 anni

e gli insegnanti,sono previste agevolazioni

per tutti gli spettacoli serali e della domenica pomeriggio,e che, per bambini e famiglie,

sono in programma cinque Fantadomeniche

in compagnia delle favole di Fantateatro alla domenica alle 11,00