Scuola di pallavolo news nr 86

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settembre-ottobre 2014_BIMESTRALE MONDIALI FEMMINILI 2014: TUTTI PRONTI NUOVE INTERESSANTISSIME RUBRICHE MOMENTI MAGICI ALL’ ANDERLINI VOLLEY CAMP 2014 ANNO 18_N° 86 A NDERLINI NEWS S C U O L A D I P A L L A V O L O

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settembre-ottobre 2014_BIMESTRALE

MONDIALI FEMMINILI 2014:

TUTTI PRONTI

NUOVE INTERESSANTISSIME

RUBRICHE

MOMENTI MAGICI ALL’ANDERLINI VOLLEY

CAMP 2014

ANNO 18_N° 86

AnderliniNEWS

S c u o l a d i P a l l a v o l o

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ANDERLININEWS

S C U O L A D I P A L L A V O L O

EDITORIALE

NUMERI ...MUNDIAL!

“IL SOGNO AZZURRO”DI LORENZO DALLARIPrefazione di Giovanni Malagò

2002ITALIA SUL TETTODEL MONDO

BOSETTI:UNA FAMIGLIA NELLA RETEdi Lori Pagliari

SUMMER CUP BY S.DI P. ANDERLINI & KIKLOS 2014

ANDERLINI ENGLISH

& VOLLEY CAMP MALTA

TUTTO PRONTO PER I MONDIALI

FEMMINILI CALENDARIO

DEI MONDIALI

CATERINA BOSETTI:QUANDO L’ETÀ NON CONTAdi Lori Pagliari

LUCIA BOSETTI:

LA RAGAZZA

DELLA PORTA

ACCANTOdi Lori Pagliari

ANDERLINI VOLLEY

CAMPSESTRI

LEVANTE

GLI ALBORI DELLA NAZIONALE

Carissime lettrici e carissimi lettori eccoci di nuovo insieme dopo un’estate che mi auguro sia stata per tutti bella e serena. È stata un’estate, almeno nella sua prima parte, «mondiale» scandita dagli appuntamenti con le partite di calcio dei campionati del mondo di «futebol» in Brasile anche se hanno riguardato ben poco noi italiani vista la magra figura degli azzurri (sì in questo caso con la a minuscola). Ma per l’Italia e per la nostra città anche fra agosto e settembre è tornato un clima mondiale. Il 23 settembre partiranno campionati del mondo di pallavolo femminile e tocca alle donne Azzurre (sì in questo caso come buon auspicio la A è maiuscola) riscattare, seppure in un’altra disciplina ma pur sempre per il blasone sportivo nazionale, la figuraccia dei maschi. E Modena ospiterà la seconda fase del torneo, dal 29 settembre al 5 ottobre. Campo di gioco il Palasport Giuseppe Panini inaugurato nel 1985 e dall’anno dopo dedicato al Commendator Giuseppe fondatore nel 1966 del gruppo sportivo con il suo leggendario cognome. E ci sarà un altro pezzo di Panini in questi mondiali con la presenza di Rodolfo Giobbe Giovenzana, il presidente onorario della nostra Scuola di Pallavolo Franco Anderlini e uno dei pilastri della squadra di Modena e della nazionale negli anni Settanta con il ruolo di Direttore Esecutivo del Comitato Organizzatore Locale di questo evento. Naturalmente a questo Mondiale e al ruolo della nostra città dedichiamo ampio spazio della rivista con una parte di storia, interviste e curiosità: Io mi limito ad augurare buon lavoro a tutti e soprattutto un ruolo da protagonista alla nostra nazionale. Marco Bonitta, l’allenatore, le ha già portate alla vittoria in un mondiale nel 2002 gli auguro di cuore un bel bis! E vorrei fare tanti auguri anche al nostro concittadino Massimo Barbolini che ha guidato le Azzurre dal 2006 al 2012 con un Palmares straordinario. Lo ritroviamo alla guida della nazionale femminile della Turchia. Che bello sarebbe una finale Italia-Turchia con, non volercene Massimo, ovviamente la nostra vittoria. Buona lettura, buon Mondiale e, come sempre, buone schiacciate a tutti.

Forza azzurre! di Daniele Soragni

Lorenzo Dallari

la storia della nazionale femminile dagli albori a Italy 2014

la storia della nazionale femminile azzurro

Il sogno

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KINDER+SPORT WINTER CUP 2014

FINALI NAZIONALI UNDER 16 FEMMINILI

RUBRICA LLHTLOW LIVING

HIGH THINKINGdi Andrea Strozzi

RUBRICA NON SOLO VOLLEY

MODENA RUGBY 1965

di Lori Pagliari

CEAUNA NUOVA

STAGIONE ETICAMENTE

SPORTIVAdi Claudia Fiorini

SAVE THE DATE

OLTRE 80 PRESENZE PER L’EDIZIONE 2014DELL’ANDERLINI SPECIAL CAMP

RUBRICA TECNICASMASHBAL del Prof. Roberto Bicego

RUBRICA MARKETING

IL MARKETING

SPORTIVOStudio Ghiretti &

Associati

RUBRICA FISCALE

QUALI SONO GLI ADEMPIMENTI

DI UNA ASSOCIAZIONE?

di Movida StudiosSAN MICHELE

6-7-8 DICEMBRE

30 32 35 36 38 40 474442 50 53

DIRETTORE RESPONSABILE: Daniele SoragniASSISTENTE RESPONSABILE: Lori PagliariREDAZIONE: Franco CosmaiDIRETTORE EDITORIALE: Rodolfo GiovenzanaCOLLABORATORI: Uf�cio stampa S.di P. Anderlini, Giovanni Malagò, Lorenzo Dallari, Lori Pagliari, Roberto Bicego, Andrea Strozzi, Studio Ghiretti & Associati, Movida Studios, Claudia Fiorini.

FOTOGRAFIA: www.fotomodena.it - Riccardo GiulianiPROGETTAZIONE CREATIVA E IMPAGINAZIONE: Sts ItalianaSTAMPA: Tipolitogra�a Montagnani - V.le Amendola, 452 - 41125 - Modena

SEDE SOCIALE e REDAZIONE: Pala Anderlini - Via Mario Vellani Marchi, 106 - Modena - 41124 - Tel. 059/348086

SOMMARIO

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sts CHIEDETECI LA LUNA pagina Base STS 2014.pdf 1 29/07/14 13.59

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Numeri... MUNDIAL!

TrofeoIridato

Pretendenti al titolo

Gare

giorni di grande Pallavolo

Città

1

Squadrequalificate

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ANDERLININEWS

S C U O L A D I P A L L A V O L O

Tutto pronto per i Mondiali Femminili 2014

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MONDIALI DI PALLAVOLO FEMMINILE 2014

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Ex giocatore di pallavolo, cresciu-to a San Martino in Rio con qual-che stagione bellissima e formativa a Reggio Emilia, di cui ricorda con piacere la promozione in A2 insieme a Stelio De Rocco che gli ha permesso di assaporare il volley di buon livello e di abbinare la palestra agli studi universitari. Avrebbe dovuto fare il medico e invece ha iniziato quasi per caso a Retemilia, tv locale reggiana, scegliendo ben presto di fare il gior-nalista, entusiasta di poter parlare di sport e della sua amata pallavolo. Quattro anni nella modenese Anten-na 1, poi nel 1988 il grande salto a Telecapodistria, tante telecronache dal campionato, alla nazionale, al be-ach volley, per arrivare a Telepiù e passare poi a Sky Sport, la realizza-zione di “Volleymania”, di “Diretta Volley”, del “Monday night”. Pro-tagonista del progetto della Coppa del Mondo in Giappone 2011, un canale realizzato per questo evento durato un mese intero. Nell’estate del 2012 l’esperienza vissuta all’Olim-piade di Londra nel canale dedicato unicamente alla pallavolo. Oggi dopo aver abbondantemente superato le 1800 telecronache è vice direttore a Sky Sport, con la responsabilità di tutto quello che non riguarda il calcio. Lorenzo adora lo sport, tutto, vederlo, viverlo, raccontarlo, commentarlo. “La pallavolo è però il primo amo-re, che da sempre mi coinvolge emo-tivamente: mi ha regalato e sempre mi riserverà emozioni indimenticabili. E molte delle vibrazioni che riesce ancora a suscitare in me spero di ri-uscire a trasmetterle a tutti voi, che di solito mi seguite in tv e che potete pure dialogare con me grazie all’u-niverso sconfinato del web su www.dallarivolley.com”.

chi èLorenzoDallari

HIGHLIGHTS

“Adoro lo sport, tutto, mi piace vederlo, viverlo, raccontarlo, com-mentarlo”.

Così scrive l’autore di questo li-bro in un suo profilo. Un pensiero che condivido pienamente. Nelle sue parole traspaiono passione e determinazione. La stessa molla che lo ha spinto, prima da giocato-re poi da telecronista, ad abbrac-ciare con particolare entusiasmo la pallavolo.Non è la prima volta che Lorenzo Dallari ci regala un’opera da col-lezione. Dopo le sue straordinarie telecronache, lui dice 1.800 ma forse anche di più, questa volta, però, ha realizzato qualcosa di davvero speciale.

L’occasione è di quelle da non per-dere. Per la prima volta in Italia si disputano i Campionati Mondiali Femminili.Ed eccolo quindi i l suo grande re-galo al la discipl ina. Un l ibro tut to dedicato ai successi, a l le stor ie, a i racconti del le protagoniste del vol ley rosa.Del resto la pallavolo femminile me-rita davvero tanta attenzione. Negli anni ha conquistato riconoscimenti e medaglie, ma soprattutto ha sapu-to imporsi al grande pubblico come fenomeno sportivo di massa. Da tempo, infatti, è lo sport femminile più praticato in Italia, ma soprattutto è entrato nel cuore di una gran parte della popolazione.Molte atlete hanno saputo essere protagoniste anche fuori dal cam-po di gioco con la propria perso-nalità o con la propria drammati-ca storia. In ogni caso la pallavolo femminile ha sempre saputo farsi amare. Sia nelle vittorie, sia nelle sconfitte, l’af fetto del pubblico non

“Il sogno azzurro”di Lorenzo Dallari

è mai venuto meno. Sfogliando questo volume si riper-corre il cammino intrapreso dalle atlete sotto la rete. Tra curiosità, aneddoti inediti e ricordi, ci si può emozionare ancora una volta. Sfogliatelo attentamente, non rimar-rete delusi.

Lorenzo Dallari

la storia della nazionale femminile dagli albori a Italy 2014

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S C U O L A D I P A L L A V O L O

Prefazione di Giovanni Malagò

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Di pallavolo si inizia a parlare in Euro-pa dopo la Seconda Guerra Mondiale: la Federazione Italiana viene costituita durante l’Assemblea Generale svoltasi a Bologna il 31 marzo del 1946, in una sala dove era solita ritrovarsi la Sezio-ne Combattenti. Primo presidente del-la Fipav viene eletto Arnaldo Eynard, rimasto in carica per 15 anni, per es-sere poi sostituito da Giancarlo Gian-nozzi, restato fino al 1978 alla guida di un movimento risultato fin da subito molto attivo in periferia per la compe-tenza e l’entusiasmo di tanti dirigenti locali. La promozione a Federazione aderente al Coni avviene il 2 gennaio del 1947, quella a Federazione effettiva solo nel 1955. Altri tempi davvero.Inventato negli Stati Uniti nel 1985 dal professor William Morgan, istruttore di educazione fisica presso il college dell’YMCA di holyoke nel Massachus-sets, questo sport viene giocato per la prima volta anche da noi dai militari stelle e strisce a scopo di distrazione e di divertimento. Il 12 aprile 1947 viene

Gli albori della Nazionale Tratto dal libro “ il sogno azzurro”di lorenzo dallari

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costituita la Federazione Internaziona-le di Pallavolo, di cui primo presidente è il francese Paul Libaud, rimasto in carica per ben 37 anni prima di essere sostituito dal messicano Ruben Aco-sta hernandez, a sua volta sostituito nel 2008 dal cinese Jizhoung Wei e poi nel 2012 dal brasiliano Ary Da Silva Graça Filho, in carica anche oggi.Per alcuni anni la declinazione della pallavolo è prevalentemente maschile, al pari di molte altre discipline, poi ini-zia ad essere interpretato anche dalle ragazze. La medesima situazione si verifica pure in Italia, specchio della situazione socio-economico-culturale del paese. Il primo campionato regola-re al femminile si disputa nel 1946 e vi prendono parte solo cinque squadre: a vincere lo scudetto è l’Amatori Ber-gamo composto da Belotti, Breviario, Facchinetti, Guerini, Marchesi, Musci,Panigada e dalle sorelle Caldara, con Arnaldo Eynard in panchina. La clas-sifica finale recita Amatori Bergamo 8 punti, Ansaldo Genova 5, Tabor Torino

4, Lega Nazionale Trieste 3, Cup Pia-cenza 0.A livello europeo a dominare sono le squadre dei Paesi dell’Est, dove fare sport con sistematicità significa otte-nere privilegi, uscire dai confini par-tecipando a tornei, ottenere sussidi supplementari da parte delle organiz-zazioni militari che quasi ovunque si occupano della gestione delle società, giocare eventualmente qualche anno all’estero potendo così guadagnare un po’ di soldi importanti anche per il futuro.Il primo Campionato Europeo fem-minile va in scena nel 1949 a Praga nell’allora Cecoslovacchia, vi prendo-no parte sette formazioni e a vincere è la già temibile Unione Sovietica, che al termine di un girone unico letteralmen-te dominato (18 set vinti, neppure uno concesso alle proprie avversarie) il 18 settembre festeggia il primo titolo della storia precedendo sul podio le padro-ne di casa e la Polonia. L’Urss conce-de il bis anche il 22 ottobre dell’anno dopo a Sofia chiudendo imbattuta il girone unico cui prendono parte sei squadre precedendo in classifica Po-lonia e Cecoslovacchia, poi nel 1951 fa tris a Parigi piegando il 21 settembre in finale la Polonia per 3-0. È proprio nel 1951, per l’esattezza il 7 aprile, che l’Italia disputa la sua prima partita uf-ficiale, un’amichevole ad Alessandria persa con la Francia 3-2. Ed è proprio in quell’anno che l’Italia prende parte per la prima volta nella sua storia a una manifestazione ufficiale, chiudendo l’Europeo al sesto posto. Le azzurre allenate da Mario Dorigo sono Cardo-na della Ruentes (Ravenna), Fracchia della Saves (Alessandria), Grandich della Lega Nazionale (Trieste), Mattan-za della Pavoniana (Brescia), Morselli dell’Indomita Modena, Penco dell’In-victa Trieste, Pinelli e Riva della Fari Brescia: perdono 3-0 con la Polonia e la Jugoslavia e arrivano fino al 3-2 con l’Olanda.

Il dado ormai è tratto, anche se quegli anni sono caratterizzati da un lungo periodo di animato.

La prima nazionale femminile della storia datata 1951.

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STORIA DEI MONDIALI

1951 • Europeo - Parigi (Francia)6^posto - 1a partecipazione per l’Italia

Risultati dell’Italia

PARIGI (FRA) - 16 SETTEMBRE 1951

Polonia-Italia 3-0 (15-5, 15-6, 18-6)Italia: Cardona, Fracchia, Grandich, Mattanza, Morselli, Penco, Pinelli, Riva. All. Dorigo.

PARIGI (FRA) - 17 SETTEMBRE 1951

Jugoslavia-Italia 3-0 (15-0, 15-7, 15-11)Italia: Cardona, Fracchia, Grandich, Mattanza, Morselli, Penco, Pinelli, Riva. All. Dorigo.

La prima partita delle azzurre

ALESSANDRIA (ITA) – 7 APRILE 1951 – AMICHEVOLE

Italia-Francia 2-3 (15-11, 15-2, 5-15, 9-15, 13-15)Italia: Baiardi (Saves Alessandria), Cardona (Ruentes Ravenna), Fracchia (Saves Alessandria), Giovannone (Fari Brescia), Guerei (Saves Alessandria), Morandi (Saves Alessandria), Pinelli (Fari Brescia), Riva (Fari Bergamo). All. Benzi.Francia: Bordino, Braquehais, Brunet, Freville, Levant Monnett, Rajband, Ro-volta, Veran. All. Sordet.Arbitri: Vogogna e Contini (Italia) Mor-selli, Penco, Pinelli, Riva. All. Dorigo.

PARIGI (FRA) - 20 SETTEMBRE 1951

Olanda-Italia 3-2 (15-5, 1-15, 15-10, 12-15, 15-6)Italia: Cardona, Fracchia, Grandich, Mattanza, Morselli, Penco, Pinelli, Riva. All. Dorigo.

FASE FINALE - GIRONE 5°-6° POSTO - PARIGI (FRA) - 22 SETTEMBRE 1951

Olanda-Italia 3-2 (15-5, 1-15, 15-10, 12-15, 15-6)Italia: Cardona, Fracchia, Grandich, Mattanza, Morselli, Penco, Pinelli, Riva. All. Dorigo.

Classifica finale 1° Urss 2° Polonia 3° Jugoslavia 4° Francia 5° Olanda 6° Italia

La nazionale femminile insieme a quella maschile a Parigi durante l’Europeo del 1951.

3° Jugoslavia 3° Jugoslavia 3° Jugoslavia 3° Jugoslavia

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Il 2002 è l’anno senza dubbio più im-portante per la nazionale femminile: il 15 settembre alla Max Schmeling halle di Berlino l’italia vince il pri-mo e finora unico Mondiale della sua storia, una soddisfazione im-mensa, una gioia comprensibilmente irrefrenabile.Marco Bonitta all’inizio dell’estate sa-crifica Maurizia Cacciatori, convocan-

do al suo posto Rachele Sangiuliano, e inizia la stagione con un brillante secondo posto al Torneo di Montreux perdendo la finale 15-9 con la Russia: in riva al lago di Ginevra le migliori in assoluto sono la Gamova (che in fi-nale mette a segno 29 punti) ed Eli-sa Togut, il che risulta assolutamente benaugurante in vista della rassegna iridata, visto che sarà proprio l’oppo-

2002L’Italia sul tetto del mondo

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sta azzurra a meritarsi il riconosci-mento di MVP di un Mondiale vissuto da assoluta protagonista. In Germa-nia la cavalcata trionfale inizia a Mun-ster con cinque successi di fila, molto importanti in quanto i risultati acquisiti restano in essere per tutto il torneo: finisce sempre 3-0, con il Giappone (Piccinini 17), con il Messico (Togut 12), con la Repubblica Ceca (Rinieri e

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Tratto dal libro “ il sogno azzurro”di lorenzo dallari

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Le azzurre festeggiano il titolo mondiale con il Presidente Ciampi.

Togut 17), con la Germania (Togut 20, Piccinini 15) e con la Bulgaria (Mifkova 15). La seconda fase si gioca a Bre-ma: pronti via e alle azzurre tocca la Russia, affrontata senza timori e con equilibrio fino al 12 pari del quinto set, momento in cui lo squadrone di Kar-pol trova il guizzo vincente e si impo-ne 15-13 (Gamova 24 e Artamonova 20, Rinieri 19 e Piccinini 16). Contro la giovane Cuba il giorno successivoè la partita delle occasioni perse e della grande paura: l’Italia si arrende in due set ai vantaggi, soccombe 3-1 e si ritrova quasi fuori (Ruiz e San-chez 20, Rinieri 16 e Mello 14). Serve

un successo per 3-0 contro la Gre-cia per sperare di passare ai quarti di finale fra le migliori terze, e così av-viene. Bonitta contro le elleniche non effettua neppure un cambio e guida le sue a un netto 3-0 che spalanca le porte al proseguimento del sogno: superlativa Elisa Togut con 18 punti, determinante al pari della Piccinini e della Rinieri, ma è tutto il gruppo a dimostrare quella lucidità e quella de-terminazione che risulteranno deci-sive a Stoccarda contro la Corea del Sud. Con una prestazione esemplare le azzurre battono infatti con un netto3-0 le asiatiche, spalancando per la prima volta le porte delle semifinali mondiali: le mani magiche di Eleo-nora Lo Bianco ispirano in maniera sublime le sue compagne, tutte bra-vissime e lucidissime, con una “Toga” superstar. La semifinale è contro la superfavorita Cina, avversaria a dir poco temibilissima: l’Italia approccia il match in maniera perfetta, lo inter-preta meravigliosamente giocando una pallavolo straordinaria e vince per 3-1 soffrendo solo nel terzo set. A fare la differenza è un’incontenibile Elisa Togut, 29 punti con 25 su 38 in

attacco. Una marziana catapultata a Berlino… Il bello deve però ancora ve-nire, anche per la straordinaria opposta goriziana: nella finale contro gli imbat-tuti Stati Uniti di Yoshida arriva la partita della storia. Pronti via e finisce 25-18 per le americane, con l’immediato pa-reggio italiano col medesimo parziale; poi vantaggio sul 2-1 per il sestetto di Bonitta che si aggiudica il terzo set 25-16, parità dopo il 25-22 per la nazionale a stelle e strisce e infine il tie break della storia: dal cambio di campo una Togut praticamente perfetta mette il turbo e trascina le sue compagne sul tetto del mondo firmando anche l’ultimo punto dalla seconda linea.L’Italia è campione del mondo, il cielo di Berlino si tinge d’azzurro, i brividi che regala questa fanta-stica squadra sono unici e indi-menticabili. È festa grande sul cam-po, alla sera e al ritorno a casa, con le ragazze che meritano le prime pagine di tutti i giornali e diventano star in tv, e la squadra che viene festeggiata pure dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. È l’apoteosi per questa fantastica nazionale, di cui è orgogliosa capitana Manuela Leggeri.

STORIA DEI MONDIALI

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CALENDARIO ANDERLININEWS

S C U O L A D I P A L L A V O L O

A - ROMAARGENTINA

CROAZIAREPUBBLICA DOMINICANA

GERMANIAITALIA

TUNISIA

B - TRIESTECANADA

CAMEROONSERBIA

TURCHIABRASILE

BULGARIA

C - VERONAOLANDA

KAZAKISTANRUSSIA

THAILANDIASTATI UNITIMESSICO

D - BARICINA

PORTO RICOGIAPPONE

AZERBAIJANCUBA

BELGIO

1a fase23-26 settembre 2014

E - BARIA2 - D3A1 - D4

E - TRIESTEA4 - D1A3 - D2

E - BARIA2 - D1A1 - D2

E - TRIESTEA4 - D3A3 - D4

E - BARIA2 - D4A1 - D3

E - TRIESTEA4 - D2A3 - D1

E - BARIA2 - D2A1 - D1

E - TRIESTEA4 - D4A3 - D3

F - VERONAB2 - C3B1 - C4

F-MODENAB4 - C1B3 - C2

F - VERONAB2 - C1B1 - C2

F-MODENAB4 - C3B3 - C4

F - VERONAB2 - C4B1 - C3

F-MODENAB4 - C2B3 - C1

F - VERONAB2 - C2B1 - C1

F-MODENAB4 - C4B3 - C3

2a fase

4 ottobre 2014

1 ottobre 2014

5 ottobre 2014

2 ottobre 2014

I - MILANOG1 - H2G2 - H1

J - MILANOL99 - L100

W99 - W100

Finali11 ottobre 2014 12 ottobre 2014

G - MILANOE1 - E2/F2

G - MILANOE1 - E3/F3

H - MILANOF1 - E2/F2

H - MILANOF1 - E3/F3

H - MILANOE2/F2 - E3/F3

9 ottobre 20148 ottobre 2014

G - MILANOE2/F2 - E3/F3

10 ottobre 20143a fase

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STORIA DEI MONDIALIMONDIALI DI PALLAVOLO FEMMINILE 2014

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Tutti i nostri tessuti sono certificati e non rilasciano sostanze nocive per la pelle o per la salute.

Per i nostri prodotti usiamo solo coloranti testati e non inquinanti.

Svolgiamo controlli rigorosi sulle sostanze chimiche dalle materie prime al prodotto finito.

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Due delle atlete della Nazionale Italia-na Femminile di pallavolo sono figlie d’arte... nascono e crescono in una famiglia che respira e mangia palla-volo da sempre. La mamma, franca Bardelli, ex giocatrice di altissimo li-vello, che vanta ben 93 presenze in nazionale, diventata allenatrice del settore giovanile con cui ha conqui-stato ad oggi 13 scudetti; il papà, giuseppe Bosetti, un tecnico pun-to di riferimento del volley giovanile in rosa con 11 scudetti di categoria e per otto anni, dal 1992 al 2000 alla guida di Nazionali Femminili. Parlare di volley con loro è come parlare di colori per un pittore o di suoni per un musicista... è la loro vita, la quotidia-nità. È stato difficile riuscire a trovarli per fare due chiacchiere perchè sono sempre impegnati, anche a campio-nati fermi, in Camp Estivi o Clinic per tecnici, sempre al lavoro...

Bosetti: una famiglia nella rete di lori Pagliari

UNA FAMIGLIA NELLA RETE

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Mamma, papà e figlie due generazioni di pallavolo e maglia Azzurra.

• Franca, che ricordi hai degli anni in cui giocavi?“Esperienze uniche, belle e positive sotto ogni aspetto. Non ho un ricordo in particolare, quando ci si incontra tra vecchie compagne di gioco salta-no fuori sempre aneddoti diversi, tutti bellissimi. Abbiamo avuto la fortuna di girare il mondo facendo una cosa che ci piaceva e questo è un privilegio non da poco”.• Oggi due delle tre figlie, Lucia e caterina, sono in collegiale con la Nazionale italiana che disputerà i Mondiali in italia, cosa prevale, l’or-goglio di mamma o di allenatrice?“Sono estremamente contenta di quello che stanno facendo, ma solo esclusivamente per loro. Conosco, in quanto tecnico, quali possono es-sere le dinamiche conflittuali tra alle-natori e genitori, per questo non mi intrometto mai. Inoltre non vivendo il lavoro quotidiano che fanno lascio che siano loro stesse, se ne sentono la necessità, a chiedere. Ma ciò che ci diciamo rimane una cosa nostra, fine a se stessa”.• Quale consiglio daresti loro?“Quello che gli ripeto sempre: pie-di per terra. Lavorare ogni giorno in palestra con umiltà ed in modo siste-matico, finendo ogni allenamento con qualcosa in più. Troppe volte ho visto qualche giovane promessa esaltarsi e finire per bruciarsi e spegnersi presto. Il lavoro e l’umiltà pagano sempre”.Se da una parte mamma Franca non lascia trapelare troppa emozione, il maschio di casa Bosetti, papà Bep-pe, non riesce a mascherare la gran-de soddisfazione.“Sono molto orgoglioso delle mie figlie, non lo nascondo, non immaginavo che arrivassero a questi livelli ma ero con-sapevole che la strada era quella giu-sta. Entrambe sono cresciute gradual-

mente ma costantemente, frutto delle scelte adeguate fatte nel loro percorso formativo. Iniziare e crescere in una so-cietà che lavora in modo serio e profes-sionale, che oltre alla tecnica trasmette anche valori educativi, con tecnici qua-lificati, crea delle basi stabili. Solo in se-guito potersi migliorare in contesti dove i giovani sono affiancati da giocatrici più esperte e capaci può dare quella spin-ta che aiuta una giocatrice a maturare in fretta. Lucia e Caterina hanno avuto queste opportunità. Quello che conta non è la “sigla” in cui si gioca, serie A o B, ma il contesto professionale e for-mativo”.• È più severo il papà Bosetti o l’allenatore?“Nella vita come in palestra bisogna saper dosare carota e bastone, sicu-ramente a casa riesco ad essere un po’ più dolce....”• Pensavi che le tue figlie potes-sero arrivare a questi traguardi?“Caterina è un vero talento che l’ha portata a vivere esperienze di altis-simo livello molto presto, a 18 anni ha giocato in Brasile, quest’anno andrà in Turchia e a 20 anni ha fatto già una Olimpiade. Non immaginavo tutto questo ma ero fiducioso. Chi ha superato ogni aspettativa è stata Lu-cia, perchè ha dovuto lottare contro tutto e tutti. Pregiudizi di chi pensava che andasse avanti solo per il nome che ha, difficoltà di dimostrare che i suoi 175 cm erano sufficienti non solo per difendere e ricevere ma anche per schiacciare contro giganti di ol-tre 200cm. Credo che lei rappresenti proprio la classica ragazza normale che con tanta volontà, tenacia e de-terminazione può farcela. Riceve de-cine di mail di ragazzine, anche da al-tre nazioni, che le chiedono consigli e le fanno i complimenti, è un esempio per loro”.• Quali sono stati i momenti più emozionanti fino ad oggi?“Quando Lucia ha mosso i primi pas-si in Nazionale, proprio nonostante l’altezza non stratosferica, e quando Caterina ha vinto il suo primo Cam-pionato del Mondo Juniores, riceven-do il premio come MVP. Anche se non sono molto d’accordo con i premi sin-goli a livello giovanile, perchè posso-no creare false aspettative, da papà mi sono molto emozionato”.

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Lucia nasce a Tradate (VA) nel 1989 ed inizia la sua carriera pallavolistica nel 2003 nella squadra dell’Amatori Atletica Orago, dove rimane fino al 2007 quando arriva la prima chiamata in serie A dal Sassuolo dove giocherà per 2 anni. Da lì in poi Lucia resta in pianta stabile e da protagonista nella massima serie, nella Foppapedretti Bergamo, Villa Cortese e River Volley Piacenza con cui conquista 2 Coppe Italia, una Super Coppa Italiana e 2 Scudetti che vanno ad aggiungersi a quello vinto a Bergamo insieme ad una Champions League. Nella pas-sata stagione ottiene anche il ricono-scimento di MVP del campionato. Nel 2008 la sua prima convocazione nella Nazionale Maggiore, a soli 19 anni, dopo un bronzo e un oro europeo juniores affronta giocatrici di grande esperienza come se lo avesse sem-pre fatto e diventa un punto di riferi-mento per la nostra squadra.Basterebbe questo Palmares per de-scrivere di che tipo di giocatrice stia-mo parlando ma lei ci racconta un’al-tra storia...“Io ho cominciato a giocare a palla-volo da piccola, mi sembra che aves-si 6 anni. Mia mamma mi ha sempre portato con sé quando insegnava ai corsi di minivolley, per questo ho fat-to davvero tantissimi anni di minivol-ley, mi piaceva e mi divertivo molto. Ricordo poi che una volta andai con i miei genitori a vedere una partita a Bergamo, Foppa vs Novara, penso sia stata quella partita che mi ha fatto dire: voglio giocare a pallavolo, voglio essere lì.

LUCIA BosettiLa ragazza della portaaccanto di lori Pagliari

175 cm di esplosività e tecnica per schiacciareil resto del Mondo

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Era una partita molto importante, di finale Scudetto, c’era così tanta gen-te che faceva un tifo sfrenato, il pa-lazzetto mi sembrava enorme. ho adorato quel momento e ho deciso che avrei lavorato per arrivare in quel campo e vivere sempre quelle emo-zioni. Traguardo più che raggiunto, ndr. Sarà per questo motivo che non ho mai avuto voglia di sperimentare altro nè sono mai stata attratta da altri sport. Fin da piccola sapevo già quel-lo che volevo fare”.• Un Mondiale è sempre una esperienza importante, ma que-sto giocato in casa, causa l’infor-tunio, non lo potrai giocare assie-me a tua sorella cosa significa?Sarebbe stata un’occasione unica e bellissima poter disputare un Mon-diale a casa tua ero davvero conten-ta e motivata, ma poi.... Inoltre, con me a cercare di raggiungere questo obiettivo c’era mia sorella Caterina, stare insieme in Nazionale è un’emo-zione forte che purtoppo non riuscirò a vivere. Quando siamo in campo la considero come una giocatrice e non come mia sorella. Penso sia giusto così e dividere le cose fa bene a en-trambe. Se ha bisogno di un consiglio o di qualsiasi altra cosa ci sono e ci sarò sempre ma è una situazione che

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UNA FAMIGLIA NELLA RETE

gestiamo fuori dalla palestra. Auguro a Caterina e a tutte le mie compagne di essere presenti a Milano. Non dico altro anche perché sono un pochino scaramantica.• Dicci un pregio e un difetto di caterina.“Penso che Cate sia molto forte, è brava sia in ricezione che in attac-co... è giovane deve ancora impara-re a gestire i colpi di attacco, a volte

chiude gli occhi e tira solo forte, dritto per dritto. Apprezzo il suo carattere forte, in campo anche se le cose non le vanno bene resta sempre positiva senza abbattersi. E’ una grandissima qualità utile anche per chi le gioca ac-canto”.In bocca al lupo Lucia... “fateci so-gnare”.

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Caterina segue fin da piccolissima la mamma e la sorella in palestra, è predestinata, ma in realtà si diverte molto.“Ho iniziato a giocare a pallavolo mol-to piccola, a minivolley più che altro, avevo sei anni penso. Seguivo mam-ma, papà e mia sorella Lucia, quan-do loro iniziavano ad allenarsi io mi mettevo da sola contro un muro, mi divertivo e piano piano imparavo...”Nel 2007, inizia anche lei, come Lucia, nell’Amatori Atletico Orago, dove re-sta per due stagioni nei campionati di categoria giovanili. Poco dopo l’inizio della stagione 2009-10, nel mese di novembre, viene ingaggiata dal G.S. Oratorio Villa Cortese, squadra neo-promossa in serie A1, fa il suo esor-dio nel massimo campionato contro l’Asystel Novara, a soli 15 anni.“Quando ero molto piccola mi piace-va tanto anche il nuoto ed ero anche forte ihih, mi portava in piscina mio nonno e quando lui non è più stato in grado di guidare ho seguito solo la strada della pallavolo, ma sono certa, lo sento dentro quando gioco, avrei comunque scelto questa”. Nel 2010 con il club vince la Coppa Italia ed agli Europei Juniores vin-ce l’oro ed il premio come MVP, ma è il 2011 l’anno “speciale” per Cate-rina. Ai Mondiali Juniores vince l’oro ed il premio come miglior attaccante e MVP del torneo. Nello stesso anno con la Nazionale Maggiore vince la Coppa del Mondo. Nel 2012, a soli 20 anni, Caterina partecipa alla sua Pri-ma Olimpiade a Londra.• Che effetto ti fa giocare senza tua sorella in Nazionale? “Per me sarà strano, non ho mai gio-cato in nazionale senza di lei, anche se quando siamo in campo la vedo come una compagna di squadra, come tutte le altre. Lei è e resta il mio idolo, insieme a Leo Lo Bianco mi hanno insegnato ad impegnarmi ogni giorno per arrivare ad un nuovo traguardo”.

Caterina BosettiQuando l’età non conta di Lori Pagliari

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UNA FAMIGLIA NELLA RETE

• Svelaci pregi e difetti di Lucia.“Mia sorella in campo è una gioca-trice completa, sa sempre restare in partita, fuori dal campo è sempre di-sponibile e pronta ad aiutarmi. I difetti in campo non saprei perché, con il fatto che sono stata lontana dal campionato italiano, è tanto che non la vedo giocare, ma fuori dal campo direi che a volte è un pò “pesante”... vuole sempre tutto perfetto e quando scombussoli qualcosa impazzisce”.Lo scorso campionato Caterina ha provato l’esperienza estera all’Osa-

sco Voleibol Clube, con cui ha vinto il Campionato Paulista e la Coppa Nazionale ed il prossimo anno sarà in Turchia con la sorella, ma da rivale, nella squadra del Galatasaray Spor Kulubu.“Voglio un gran bene a Lucia, è sem-pre stata un esempio per me, e que-sto lo sa, non vedo l’ora di affrontare la nostra esperienza in Turchia, sarà di grande aiuto reciproco essere vi-cine. Ma ora c’è un Mondiale da pre-parare...”.E tutti noi tifiamo Italia!!!

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Tre giorni di sole e sand volley al Beky Bay di Bellaria Igea Marina. Quasi 500 ragazzi hanno preso parte alla II edizione della Summer Cup by S.di P. Anderlini & Kiklos.

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SUMMER CUP BY S.di P. ANDERLINI & KIKLOS 2014

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ANDERLINI VOLLEY CAMP 2014Sestri Levante

chi lo ha detto che un volley camp è pallavolo, pallavolo e ancora pallavolo?

A Sestri Levante i più temerari si sono cimentati in gare di canoa, beach volley, tuffi e nuotate.

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ANDERLINI VOLLEY CAMP 2014

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Anderlini English Volley Camp 2014

Per il quarto anno consecutivo le trup-pe targate Anderlini Volley Camp inva-dono Malta per approfondire l’inglese, allenarsi a pallavolo e visitare i luoghi più belli dell’isola.

ANDERLINI VOLLEY CAMP 2014

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Ragazzi e ragazze provenienti da tutt’Italia (e non solo) hanno lavorato intensamente per 6 giorni consecutivi con Liano Petrelli e Luca Pieragnoli al Palazzetto dello Sport di Sestola, sotto gli occhi attenti dei direttori tecnici della Scuola di Pallavolo Anderlini, Roberta Maioli e Alberto Di Mattia.

Oltre 80 presenze per l’edizione 2014 dell’Anderlini Special Camp

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ANDERLINI SPECIAL CAMP 2014

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KINDER+SPORT WINTER CUP 2014

Oltre 160 squadre al via

Dal 27 al 29 dicembre 2014in tutto il territorio modenese

Under 14-16-18 Femminile e

Under 15-17-19 Maschile

Iscrizioni aperte dal 1 settembre

info: www.scuoladipallavolo.it

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SAN MICHELE

6-7-8 DICEMBRE

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Finali Nazionali Giovanili di PallavoloUnder 16 Femminile CRAI

24 squadre, 400 atlete, 5 giorni di gare, un titolo in palio: Campioni d’I-talia. Il titolo Under 16 Femminile 2014 va a Volley Ro’ Casal De Pazzi (Roma).

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FINALI NAZIONALI UNDER 16 FEMMINILI

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FINALI NAZIONALI UNDER 16 FEMMINILI

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Alcuni filmati circolati in rete, in particolare sul sito della FIVB, ci hanno incuriosito. Abbiamo visionato immagini relative ad una proposta di gioco propedeutico all’apprendimento della pallavolo chiamato “smashbal”. ho trovato materiale di provenienza svedese, finlandese, francese, ma soprattutto olandese. Lo sviluppatore del Progetto per la Fedeazione Olandese è Ruben Nijhuis ed ha reso disponibile in rete immagini e regole di questo nuovo gioco, gli olandesi lo chiamano“smashbal” (con una sola L finale).Ma perché lo “smashbal” può essere interessante per i tecnici dei settori giovanili?Prima di tutto perché enfatizza il fondamentale più attrattivo del volley, la SchiacciaTa.In secondo luogo perché permette molti contatti con la palla, poiché si può giocare 2vs2, 3vs3 ed anche 2vs3. Infine, può essere praticato dai 6 ai 14 anni, articolato su 4 differenti livelli, con la rete posta ad

un altezza compresa tra 1,50 mt e 2,10 mt così da permettere a tutti di schiacciare con traiettorie ed angoli da campioni.Campo di Gioco: si può utilizzare il campo da Badminton (in Italia tracciati in pochissime palestre) oppure metà campo di pallavolo, con la linea di fondo posta a 7 mt da rete (quindi 4,5 mt per 14 mt). I più fortunati potranno provare con campi di 6 mt di larghezza.Come dicevamo, ogni azione deve concludersi con la schiacciata, ma vediamo le peculiarità dei differenti Livelli.

livello 1:• Servizio dal basso o dall’alto da dietro la linea dei 3 mt• Chi riceve/difende blocca la palla al volo oppure dopo 1 rimbalzo a terra• Colui che ha bloccato la palla può correre vicino alla rete ed attaccare direttamente, dopo un autolancio, con piedi a terra oppure saltando• Dopo avere effettuato l’attacco, se la palla ha superato a rete, la squadra

SMASHBALUna nuova esperienza di pallavolo giovanile Prof. roberto Bicego

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ruota in campo• Dopo avere assegnato il punto, la palla viene rimessa subito in gioco dalla squadra che ne è in possesso (anche se si tratta di quella che ha subito il punto)

È utilizzabile anche 1vs1 come allenamento.

livello 2: come il Livello 1 ma:• Chi difende/riceve blocca la palla al volo o dopo 1 rimbalzo, poi la deve lanciare ad un compagno vicino alla rete• Il compagno che funge da alzatore blocca a sua volta la palla e quindi la lancia/alza (in inglese “catch-throw movement, credo possiamo dire con un “simil-palleggio-trattenuto”) allo schiacciatore che attacca al volo.

livello 3: come il Livello 2 ma:• Il servizio si effettua dai 7 mt• La ricezione/difesa avviene con presa al volo SENZA RIMBALZO A TERRA

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RUBRICA TEcNica

• L’alzatore gioca la palla al volo all’attaccante

livello 4: come il Livello 3 ma:• La squadra in ricezione gioca al volo, come nella pallavolo normale• La squadra in difesa può giocare il primo tocco dopo 1 rimbalzo a terra

Questo appena esposto è in sostanza il modello degli olandesi, ma esistono numerose varianti che prevedono o meno l’utilizzo del servizio, la possibilità di effettuare la difesa in bagher sulla testa e quindi di bloccare la palla.

Durante la scorsa primavera ho introdotto alcuni elementi derivati dallo Smash-Ball nelle sedute di allenamento/gioco delle formazioni maschili under 11, nati 2003-2004.ho preferito fare iniziare il gioco con l’attacco spin piedi a terra (come proposto in passato dal Prof. Ilario Bonandi), consentendo meno di frequente l’utilizzo classico del servizio.ho potuto verificare che i ragazzi sono naturalmente portati a correre e

fonte: dutch volleyball federation

spostarsi continuamente, a prendere spontaneamente contatto con il terreno (con scivolate, inginocchiate, ecc.) per afferrare la palla anche molto lontano, dopo il rimbalzo, con significativi miglioramenti nel fondamentale della difesa..La schiacciata è estremamente motivante per i maschietti, ed il gioco finisce per essere anche positivo per lo sviluppo della triangolazione, dei passaggi.Purtroppo, nella maggior parte dei casi, i nostri impianti (pali, sistemi tendi-rete, le stesse reti) non prevedono la possibilità di abbassare l’altezza della rete al di sotto dei 2,05 mt. Risulta quindi indispensabile armarsi di ingegno ed inventare soluzioni adatte caso per caso.

Per maggiori informazioni e visionare i filmati:

w w w.vo l l eyba l l .n l / j eugd/smash/smashbal/english-information

www.volleyball.nl/smashbalz

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Ciao a tutti. Mi chiamo Andrea Stroz-zi, ho 40 anni e la cosa che più mi preme in questo momento è tra-smettere ai lettori di “Anderlini News” la gioia che provo nel portare a tutti loro il messaggio di LLhT.“Low Living high Thinking” (vivere basso e pensare alto), è una formu-la magica che ho scoperto alcuni anni fa, nella prefazione dell’edizione italiana di “Walden, ovvero vita nei boschi” di h. D. Thoreau, il filosofo americano dell’Ottocento che mol-ti di noi ricordano per le sue celebri massime del film “l’attimo fuggente”.

Low Living High Thinking di andrea Strozzi

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Credo a tal punto nella portata di questo messaggio, da aver creato a fine 2012 un progetto interamente finalizzato a divulgare l’importanza di un cambiamento effettivo e ra-dicale delle nostre scelte di vita, mediante il sostanziale ripensamen-to del ruolo sociale di ciascun essere vivente, concepito come veicolo pri-mario di un benessere collettivo e, solo indirettamente, individuale. Per rendere ancor più credibile il mio impegno, a inizio 2014 ho scelto di testimoniarne direttamente l’urgen-za, dimettendomi da un incarico prestigioso e ben remunerato, per dedicarmi attivamente alla sua pro-mozione.Per farlo, uso due discipline note a tutti noi e che, per professione e per passione, in questi anni ho approfon-dito: l’economia e la sociologia.In questi due “serbatoi” è stato fin troppo facile trovare gli elementi utili a capire cosa non stia funzionando nel modello di sviluppo occidentale, per poi sostituirlo con gli insegna-menti di altre due discipline che, in-vece, sono purtroppo meno note: la decrescita e la bioeconomia.

Ma non corriamo! Pian piano, in que-sta rubrica impareremo a conoscerle per quello che realmente sono, e non per come una certa cultura mainstre-am vorrebbe invece che le intendes-simo. Sgomberiamo quindi subito il campo dagli equivoci: “decrescita” non significa “crescita negativa” e “bioeconomia” non è l’economia del settore “bio”.

Vivere basso e pensare alto è un’e-spressione che ha la fortuna di par-lare da sola: in queste quattro parole sono infatti perfettamente custoditi i due più importanti precetti che que-sta difficile congiuntura storica, eco-nomica e sociale ci suggerisce di ap-plicare. Vivere cioè più vicino al suolo e lasciare la testa libera di esprimer-si ai massimi livelli, decolonizzando l’immaginario dominante e – perché no? – architettandone uno nuovo.Concretamente, vivere basso signi-fica emanciparsi volontariamente e consapevolmente dalla perversa lo-gica dell’accumulo incondiziona-to, di cui è impregnato da oltre due secoli il tessuto socioeconomico oc-cidentale. Significa cioè fare i conti

Ideato e realizzato da Andrea Strozzi nel 2012, questo progetto formativo si attua tramite un think-net che, tra-mite la revisione critica del ruolo del consumismo e la testimonianza attiva del suo autore, cerca col massimo ri-gore possibile di mettere due discipli-ne come l’economia e la sociologia al servizio del dibattito sulla decrescita e sul cambiamento degli stili di vita.

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Se vuoi qualcosa che non hai mai avuto, devi essere pronto a fare qualcosa che non hai mai fatto.

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RUBRICA llhT

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D opo una carriera di quindici anni nella governance di al-cuni gruppi bancari naziona-

li, in cui si è occupato di sviluppo del Personale, performance-mana-gement, pianificazione strategica e M&A, oggi Andrea Strozzi ha scelto di dare priorità ai Valori in cui cre-de: oltre a gestire il suo blog e a a scrivere su “il Fatto Quotidiano”, Andrea Strozzi collabora attualmen-te con PAEA – Progetti Alternativi per l’Energia e l’Ambiente e con il PER – Parco dell’Energia Rinnova-bile, una struttura ricettiva unica in Italia (situata sulle colline umbre), esclusivamente alimentata da fonti energetiche rinnovabili ed espres-samente concepita per l’ospitali-tà e la didattica ricreativa sui temi dell’ecosostenibilità e del risparmio energetico.

Chi èAndreaStrozzi

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con i nostri bisogni primari, esclu-dendo dalle nostre agende tutto ciò che si rivela accessorio.Da un punto di vista comunicativo, sto cercando di far convergere su un unico terreno di confronto le troppe certezze di cui è impregnato il “mon-do” che ho abbandonato (quello competitivo e alienante, che ha nel profitto il suo unico dogma) e le trop-pe titubanze che ancora registro nel “mondo” che già nel 2004 cominciai ad abbracciare (quello cooperativo e rigenerante, che ha nelle dinamiche vernacolari il suo principale valore aggiunto). Il termine “vernacolare”, che credo tornerà presto di moda, rimanda direttamente alla dimensio-ne della reciprocità. Il recupero della dimensione convivale dell’esistenza è il principale punto fermo dell’intera e vastissima trattazione di Ivan Illich, a mio parere il più grande pensatore del Novecento, nonché padre puta-tivo della decrescita: vernacolare è ciò che si ispira ai criteri di mutualità, di scambio e di assistenza su base domestica e comunitaria, con il de-nominatore comune del piacere della condivisione. Non a caso, infatti, qualcuno già par-la di sharing-economy.

Di carne al fuoco, avete visto, ce n’è parecchia! Quando un modello sociale, economico ed ambienta-le denuncia in tutta evidenza le sue enormi falle, è inutile ostinarsi a

suonare l’orchestrina, ballando e facendo finta di nulla, come avvenne durante l’inabissamento del Titanic.Occorre invece affidarsi a nuovi schemi concettuali e operativi con cui guardare al futuro, dotandosi di nuove soluzioni relazionali, abitative, comunicative, di mobilità, organizza-tive e persino imprenditoriali.

E, di tutto ciò, il mondo dello sport non potrà che essere un veicolo pri-mario.

Buon cambiamento!

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Negli scorsi decenni quando si parlava di marketing sportivo si faceva riferimento unicamente al classico rapporto di sponsorizzazione consistente nella possibilità di ottenere visibilità tradizionale attraverso l’esposizione del logo del brand presso gli impianti sportivi che ospitavano gli eventi e/o sul materiale di abbigliamento degli sport maker.

Questo approccio, che rappresentava l’“essenza” del marketing applicato allo sport degli anni scorsi, al giorno

d’oggi non è più sufficiente anche in considerazione sia delle mutate esigenze dei singoli portatori di interessi delle società sportive sia della forte concorrenza derivante da altre realtà sportive o da altri ambiti di comunicazione, diversi dal mondo sportivo.Questa concezione di marketing sportivo, sebbene sia in grado ancora oggi di dare i suoi frutti, dovrebbe essere accompagnata e supportata dallo sviluppo di nuove e diverse opportunità che possano generare

Il marketing sportivo: dalla “visibilità” alle nuove progettualità

Studio ghiretti & associati

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risultati concreti non soltanto nel breve periodo ma anche in un’ottica di lungo periodo volta alla fidelizzazione degli stakeholders (es, tesserati, tifosi, sponsor, etc.) delle singole società.i nuovi progetti e lo sviluppo di nuove azioni da parte degli sport maker potrebbero essere rivolti, alternativamente, ad una o più categorie di target in funzione degli obiettivi di ogni singola realtà, del contesto sportivo nel quale opera ed in funzione dei mezzi a sua disposizione.

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RUBRICA MarKETiNg

Inoltre, le nuove progettualità potrebbero avere una duplice finalità; da un lato venire incontro alle esigenze, sempre più specifiche e variegate, dei target di riferimento, dall’altro potrebbero rappresentare degli ottimi asset, funzionali ad incrementare i ricavi da sponsorizzazioni in virtù del fatto che le aziende sono sempre più spesso alla ricerca di relazioni dirette, “privilegiate” e di engagement con i loro portatori di interessi.In particolare, a titolo puramente esemplificativo, i possibili target su cui incentrare le singole attività potrebbero essere rappresentati da:• Famiglie e Tifosi• Sponsor• Territorio• Scuole• “Nuovi” target (es. generazioni delle terze età, etc.).

Le società dovranno utilizzare, nello

sviluppo dei progetti, strumenti e mezzi diversificati in modo da rispondere alle necessità dei loro interlocutori, adeguando le azioni al contesto sportivo di riferimento.Ogni realtà sportiva dovrà dotarsi, nei limiti delle proprie possibilità, di tutti gli strumenti che ritiene funzionali a “sfruttare” le potenzialità di ogni singola attività. In particolare potrebbero essere presi in considerazione i seguenti strumenti:• Sito internet e strumenti web (newsletter, direct marketing, etc.)• Social Media• Fan engagement ed azioni di coinvolgimento• Eventi unconventional (es. flash mob, etc.)• Azioni di co-marketing.

In conclusione, attraverso nuove iniziative e nuove forme di coinvol-gimento le società sportive dovranno essere in grado di sfruttare tutte le

potenzialità dello sport che è l’unico mezzo di comunicazione, in grado di “parlare” sia alla testa sia al cuore delle persone.La vera sfida sarà, dunque, quella di tradurre in progettualità innovative le diverse necessità che nascono e si formano in ogni contesto, in modo da soddisfare le esigenze di tutti i soggetti che dialogano con la società (es. famiglie, tifosi, sponsor, istituzioni etc.).Per far ciò risulta evidente che le strategie di marketing degli sport maker non dovranno limitarsi alla semplice visibilità ma dovranno essere funzionali a coinvolgere, far partecipare e porre al centro dell’attenzione tutti gli attori che entrano in contatto con la società in modo da fidelizzare i “clienti” già acquisiti (es. tesserati, tifosi, sponsor, etc.) e di attrarne l’attenzione di nuovi.

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Dall’assorbimento dell’attività Seniores da parte del Modena Rugby Junior nasce la nuova ed unica società modenese di Rugby: “Modena Rugby 1965”. Nel nuovo progetto la prima squadra dovrà essere l’espressione del movimento sportivo del Rugby e del Territorio, con l’obiettivo di arrivare dove è possibile, senza voli pindarici o scorciatoie, ma senza limiti al meglio. La società giovanile del Modena Junior nasceva nel 2000 dall’esigenza di creare una società in grado di competere più che sul piano dei risultati o di passati gloriosi sul piano educativo. “Ciò che ci siamo imposti fin dall’inizio” racconta il Presidente Enrico Freddi, “è stato quello di avere una struttura dirigenziale ampia e democratica che condividesse i progetti e fosse in grado di mantenere un assetto economico sano e stabile, spendendo ciò che si ha”. Nel 2006 arrivano i primi risultati, la squadra Under 17 è vice campione d’Italia, la Nazionale Italiana, indipendentemente dai risultati, fa da traino a tutto il movimento, viene inaugurata la Cittadella del Rugby di Collegarola, tutti fattori che fanno quintuplicare i tesserati. In quegli anni inizia anche la diversificazione del lavoro della società, dalle scuole, agli

“MODENA RUGBY 1965”Appena nata già grande di lori Pagliari

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RUBRICA NoN Solo vollEY

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allenatori, ai dirigenti e sul territorio, con nuove società come il Vignola Rugby e il Carpi Rugby. Aumentano le occasioni per fare esperienza, nasce la figura del coordinatore/tecnico delle categorie più piccole, gli allenatori aumentano di numero e di qualità, oggi sono ben 35 e si definiscono principalmente “educatori”, ruolo a cui la società tiene moltissimo, prima ancora che tecnici. Quando nel

2010 Modena ospita la partita della Nazionale contro le Fiji l’immagine del Rugby e della società ne hanno un grosso vantaggio in termini numerici di nuovi tesserati e tre sono gli obiettivi che si prefiggono:• Educare attraverso lo sport• Essere visibili, credibili e aperti• Essere utili al Territorio.

“Oggi”, continua Freddi, “siamo la più grande realtà di Rugby Giovanile dell’Emilia Romagna e vorremmo misurarci sul Territorio non solo sul piano sportivo ma per quello che possiamo anche rappresentare sul piano educativo.... La nostra reputazione ci preme più di una vittoria!Dal 2013 il Modena Rugby 1965, gestisce l’impianto di Collegarola e un altro degli obbiettivi societari è renderlo sempre più funzionale ed efficiente, più ospitale, un luogo dove eventi sportivi ed occasioni di incontri di vario genere possano far pensare alla “Casa del Modena Rugby”. “La strada che abbiamo intrapreso” aggiunge il Presidente, “riteniamo sia quella giusta, vorremmo migliorarci aumentando le capacità di soddisfare le richieste di fare sport e non solo, centri estivi, doposcuola e occasioni d’incontro per le famiglie. Ci piacerebbe poter utilizzare l’impianto tutto l’anno, per questo c’è il progetto per realizzare il campo in sintetico, vorremmo far ripartire anche una squadra femminile, vorremmo contribuire a promuovere il territorio attraverso le nostre attività, riavvicinare i “vecchi amici” del Rugby di qualche anno fa e fidelizzare i ragazzi e le loro famiglie al nostro sport, alla nostra società, alla “Casa del Modena Rugby 1965. insomma siamo appena nati ma con i pensieri da grandi”.

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La categoria degli Enti non commer-ciali trova la sua espressione più nu-merosa negli Enti di tipo associativo, comunemente definiti “Enti Non Pro-fit”: in questa classificazione rientrano le Associazioni culturali e ricreative in genere, quelle di volontariato e di promozione sociale, le Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche oltre che le Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale (le cosiddette ONLUS). Tutti questi Enti sono disciplinati da un regime fiscale di favore (si parla di decommercializzazione delle “attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamen-to di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti”, ex art. 148 comma 3 del TUIR), cui fa da contraltare il necessario rispet-to di taluni adempimenti formali (e sostanziali!) al fine di godere di detta fiscalità agevolata. Pertanto, vista la necessità assoluta di rispettare taluni adempimenti formali al fine di godere del regime fiscale agevolato, cerchia-mo di sintetizzare gli adempimenti che

un’Associazione, a partire dalla costi-tuzione, deve necessariamente porre in essere, precisando in prima battuta che:- taluni degli adempimenti indicati ri-sultano inscindibilmente connessi allo statuto dell’Ente (uno su tutti la definizione dell’anno sociale, solare o meno): pertanto sotto tale profilo oc-corre approcciarsi alle scadenze indi-cate con senso critico;- i versamenti in scadenza di sabato o in un giorno festivo sono considerati validi se effettuati nel primo giorno la-vorativo successivo.Stanti tali premesse, ecco lo scaden-ziario.

adEMPiMENTi per tutte le asso-ciazioni che svolgono Solo attivi-tà istituzionale:• richiesta di attribuzione del co-dice fiscale: prima della registrazio-ne degli atti (solitamente all’Agenzia delle Entrate competente per il territo-rio in cui ha sede legale l’Associazione, il tutto mediante compilazione del mo-

Quali sono gli adempimenti di una Associazione?

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dello AA5/6).• registrazione di atto costitutivo e Statuto (o di eventuali modifiche di quest’ultimo): entro 20 giorni dalla co-stituzione (previa richiesta del codice fiscale).• invio del Modello EaS: all’Agenzia delle Entrate, entro 60 giorni dalla data di costituzione. Detto modello deve inoltre essere nuovamente presentato ogniqualvolta cambino taluni dei dati precedentemente comunicati (non è necessario comunicare attraverso un nuovo modello EAS le variazioni dei dati delle sezioni “Dati relativi all’Ente” e “Rappresentante legale”, già da co-municarsi mediante altri appositi mo-delli, rispettivamente AA5/6 e AA7/10): la scadenza, in questa ipotesi, è il 31 marzo dell’anno successivo a quello in cui si è verificata la variazione.• certificato penale: richiesta del certificato penale del casellario giudi-ziale per tutti i lavoratori subordinati o parasubordinati.• versamenti delle ritenute opera-te: entro il giorno 16 del mese succes-

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sivo a quello in cui viene corrisposta la somma soggetta a ritenuta, il tutto mediante Modello F24.• rilascio della certificazione dei compensi corrisposti e delle ri-tenute operate: entro il 28 Febbraio dell’anno successivo a quello in cui sono stati effettuati i pagamenti.• Presentazione del Modello 770 all’agenzia delle Entrate: entro il 31 luglio dell’anno successivo a quello in cui sono stati corrisposti compensi.• redazione del rendiconto eco-nomico - finanziario (consuntivo e preventivo): entro 4 mesi dalla chiu-sura dell’esercizio sociale (solitamente entro il 30 aprile di ogni anno per gli Enti con anno sociale coincidente con l’anno solare).• redazione di rendiconto specifi-co relativo alle raccolte pubbliche di fondi eventualmente effettuate: entro quattro mesi dalla chiusura del periodo d’imposta, con l’indicazione puntuale delle entrate e delle spese relative ad ogni manifestazione effet-tuata, corredato da apposita relazione illustrativa.• Pagamento del canone rai (per Tv e radio): entro il 31 gennaio di ogni anno.• Pagamento dell’eventuale abbo-namento S.i.a.E.: entro il 28 febbraio di ogni anno.• Presentazione del Modello uni-co ENc (Enti Non commerciali) all’agenzia delle Entrate: entro il termine del nono mese dalla chiusura dell’esercizio sociale (per tutte le As-sociazioni che, pur essendo in pos-sesso del solo codice fiscale, hanno redditi fondiari o di capitale).

adEMPiMENTi per tutte le asso-ciazioni che svolgono aNchE atti-vità commerciali (e che hanno op-tato per il regime fiscale agevolato previsto dalla legge 398/91):• richiesta di attribuzione della Partita iva: la richiesta può avvenire contestualmente a quella del codice fi-scale oppure anche successivamente, nel momento in cui l’Ente decide di ini-ziare un’attività di natura commerciale.• iscrizione al r.E.a. in camera di commercio: entro 30 giorni dalla data di inizio dell’attività economica.• comunicazione di adesione al

regime fiscale agevolato ex l. 398/1991 all’ufficio territoriale competente della S.i.a.E.: median-te specifico modello, fermo restando l’obbligo di comunicare l’opzione bar-rando l’apposita casella prevista nella sezione 3 del Quadro O della dichiara-zione annuale IVA.• Salvo diverse disposizioni, comunica-zione operazioni rilevanti ai fini iva: entro il 30 aprile dell’anno successivo.• Nomina del responsabile del Servizio di Prevenzione e Prote-zione dai rischi (r.S.P.P.): entro 90 giorni dalla data di inizio attività.• aggiornamento e compila-zione del registro iva (ex d.M. 11.02.1997): entro il 15 del mese suc-cessivo a quello a cui si fa riferimento.• versamenti periodici dell’iva in relazione al regime fiscale adot-tato: entro il giorno 16 del secondo mese successivo al trimestre di rife-rimento, mediante Modello F24 in via telematica.• Presentazione del Modello uni-co ENc (Enti Non commerciali) all’agenzia delle Entrate: entro il termine del nono mese dalla chiusura dell’esercizio sociale.• versamento imposte: primo ac-conto entro il sedicesimo giorno del sesto mese successivo, secondo ac-conto entro la fine dell’undicesimo mese successivo.• Presentazione del ModEllo iNTraSTaT (in caso di operazioni con l’estero): entro il venticinquesi-mo giorno del primo mese successivo alla chiusura del trimestre e del Mo-dEllo iNTra 12 entro il termine del mese successivo a quello di registra-zione della fattura (in dette ipotesi è altresì necessario integrare l’IVA entro il sedicesimo giorno del mese succes-sivo alla registrazione della fattura).

adEMPiMENTi ulteriori in capo alle associazioni ed alle Società Sportive dilettantistiche:• affiliazione ad un Ente di Promo-zione Sportiva, ad una Federazione Sportiva Nazionale o ad una Disciplina Sportiva Associata.• iscrizione al registro coNi: la va-lidità dell’iscrizione è annuale.• Predisposizione e sottoscrizione ogni anno degli eventuali contrat-

In un mondo sempre più “social” MO-VIDA resta al passo con i tempi, mo-tivo per cui ci potete seguire su tutti i social network ad oggi maggiormente utilizzati. In particolare, accanto al sito web istituzionale www.movidastudio.it ed al blog di approfondimento www.tuttononprofit.com, potete trovaci su Facebook (con l’account Equipe Mo-vida e la pagina Tutto Non Profit), su Twitter (con l’account @EquipeMovi-da), su Google+ (con la pagina Tutto Non Profit) e su Linkedin (con l’ac-count Equipe Movida).

ti ex lege 342/2000 stipulati con i collaboratori/istruttori sportivi: non sono soggetti ad obbligo di regi-strazione.• richiesta e conservazione dei certificati medici degli iscritti: all’atto dell’iscrizione o della parteci-pazione alle attività sportive dilettan-tistiche.adEMPiMENTi ulteriori in capo alle organizzazioni Non lucrative di utilità Sociale (oNluS):• iscrizione all’anagrafe delle oN-luS: entro 30 giorni dalla data di re-dazione (se atto pubblico) o di auten-ticazione o registrazione (se scrittura privata) dello statuto o dell’atto costi-tutivo.adEMPiMENTi ulteriori in capo alle associazioni di Promozione Sociale (aPS):• iscrizione al registro Nazionale e/o regionale delle associazioni di Promozione Sociale: possono iscriversi a detto Registro le Associa-zioni di Promozione Sociale costituite ed operanti da almeno un anno.

Per ulteriori richieste specifiche e/o di approfondimento, si precisa che il presente articolo è stato predisposto a cura di:

Dott. Stefano BertolettiDott. Gabriele AprileDott. Alberto Gambone

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ogni anno aumenta l’impegno scolastico e pallavolistico. come faccio?l’importanza dell’organizzazione!

Finalmente ricomincia un’altra stagione sportiva ricca di emozioni: pronti e agguerriti per raggiungere nuovi successi, gioie e soddisfazioni ma anche per condividere momenti di difficoltà, di crisi, di rabbia, di delusione o di tristezza. Durante una gara piuttosto concitata è facile esplodere di rabbia contro un avversario che sottorete ci stuzzica o inveire contro il nostro allenatore che sceglie di non farci giocare in una finale di campionato.L’impulsività è una caratteristica innata dell’essere umano, che di per se non può essere considerata disadattiva, ciò che è disfunzionale è l’incapacità di esercitare l’opportuno controllo su di essa e sviluppare un’adeguata

Ai nastri di partenza per una nuova stagione eticamente sportiva

di claudia fiorini

“Regola il tuo pensiero, regola la tua azione” (A. Poppi)

autodisciplina.Noi siamo responsabili del nostro comportamento, siamo responsabili delle circostanze nelle quali ci troviamo, per quanto difficili ci possano sembrare, ed il nostro ambiente riflette esattamente ciò che abbiamo costruito. Può essere difficile concepire di essere responsabili di una scelta arbitrale sbagliata o di una decisione non condivisa di un allenatore. In realtà noi stessi ci siamo messi in quelle condizioni ed abbiamo scelto di essere lì, di affrontare il rischio di perdere, così come di non giocare. Questo significa che nel contesto sportivo è necessario imparare a tollerare ciò che non piace, ciò che avvertiamo come ingiusto e lontano dai nostri desideri. Per fare questo è necessario avere delle limitazioni, dei paletti quali ad esempio le regole. In tutto ciò rientra anche l’allenamento noioso o la necessità di

impiegare il pomeriggio sui libri.Esistono regole, valori, norme e principi morali condivisibili per raggiungere la costruzione di una comunità sempre più civile.Esistono le regole per aiutare gli individui a rispettare la libertà altrui, per riconoscere i confini dell’altro. In un contesto di mutuo rispetto diventa più facile sapere cosa può succedere e cosa attendersi dall’altro evitando, in questo modo, catastrofizzazioni o eventi imprevedibili altamente spiacevoli.Esistono regole, implicite ed esplicite, ma che si sposano con la nostra società, con il nostro contesto sportivo, che apparentemente sembrano dure ma che, poi, ci indicano la strada maestra e diventano i nostri fari nei momenti più bui. Questa disciplina è fondamentale, altrimenti tutti vorremmo tutto, in ogni momento: vorremmo sempre giocare,

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vorremmo sempre vincere, vorremmo essere i più belli, i più amati ed i più intelligenti. Sarebbe difficile tollerare di non poter avere, di non poter essere, di avere sentimenti ed emozioni di frustrazione. Tuttavia se queste esperienze avverse avvengono in un contesto coerente e controllabile, diventa più facile percepire che cosa potrà succedere ed armarsi di strumenti per affrontare la difficoltà. Ecco perché dell’esistenza delle regole.una regola, intesa come valore o principio morale, può essere considerata anche come obiettivo da raggiungere. Ad esempio una difficoltà presente in tantissimi atleti di svariati gruppi squadra è quella di riuscire ad organizzare il proprio tempo per essere sempre presente agli allenamenti e per avere un andamento costante e sufficiente sia a scuola che a pallavolo, ovviamente, senza trascurare

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un bisogno caratteristico dell’età: le uscite con i coetanei.La non organizzazione comporta difficoltà nel breve e nel lungo termine. Spesso il lasciare indietro i compiti significa andare a casa dopo l’allenamento e fare tardi per completare lo studio necessario per il giorno dopo. Le conseguenze sono di dormire meno del necessario e arrivare a scuola l’indomani stanchi con una preparazione al limite della sufficienza. Se poi l’allenamento è andato male perché avevo il pensiero del compito in classe allora avremmo fallito in due ambiti, percependo emozioni di noia, frustrazione, rabbia e tristezza. Le conseguenze nel breve termine possono essere limitate: un allenamento sbagliato, un compito in classe andato malino e un po’ di emozioni negative. Nel lungo termine le conseguenze possono essere molto più serie: recuperare molte ore di studio, accumulo di programma non studiato, maggiori difficoltà di comprensione, sensazioni di incapacità, stanchezza e soprattutto punizioni che vietano di uscire. Il prolungarsi di situazione negative allertano i nostri genitori che tenderanno ad aumentare il controllo e a limitarci sempre di più nelle scelte e nelle attività piacevoli in quanto non più depositari della loro fiducia.

Ponendo attenzione alle conseguenze a cui un nostro comportamento può portare è facile osservare che abbiamo un grosso potere se sappiamo tollerare ed accettare nell’immediato momenti di fatica e noia. Inoltre il sentirci capaci non fa altro che rinforzare la nostra autostima e non ultimo rendere piacevole e più motivante ciò che facciamo quotidianamente, semplicemente regolando il nostro comportamento.

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