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1 / 3 Data Pagina Foglio 28-08-2020 38/40 ilvenerdì SUPPLEMENTO DE la Repubblica ITALIA QUESTIONE DI CLASSE 11 SCTJe 0 LA VERSIONE DEL BARB LA DIDATTICA E GLI ESAMI A DISTANZA. I GUAI DEI NOSTRI ATENEI. MA ANCHE L'EVENTO STORICO COVID-19, I RECORD SUL WEB, LA TESSERA DEL PCI... ALESSANDRO BARBERO SI RACCONTA dalla nostra inviata Claudia Adotti foto di Nicola Marfisi /Agf IELLA. Lo storico Alessan- dro Barbero vive una secon- da vita a sua insaputa. In- torno alle seguitissime conferenze su Napoleone e sulla bat- taglia di Stalingrado, visualizzate all'infinito sul web anche da torme di adolescenti che lo chiamano"Il Barb", è cresciuto un culto fatto di spot pub- blicitari, cartoni animati e persino brani tecno: La storia/ è tutttto... si canticchia in rete—Ilongobardi/ non erano un popolo / di filosofi. Stralci B Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Settimanale Festival della Mente 074898 Tiratura: 359.033 Diffusione: 251.142

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28-08-202038/40

ilvenerdì

SUPPLEMENTO DE

la Repubblica

ITALIAQUESTIONE DI CLASSE 11

SCTJe0LA VERSIONEDEL BARBLA DIDATTICA E GLI ESAMI A DISTANZA. I GUAI DEI NOSTRI ATENEI.MA ANCHE L'EVENTO STORICO COVID-19, I RECORD SUL WEB,LA TESSERA DEL PCI... ALESSANDRO BARBERO SI RACCONTA

dalla nostra inviataClaudia Adottifoto di Nicola Marfisi /Agf

IELLA. Lo storico Alessan-dro Barbero vive una secon-da vita a sua insaputa. In-torno alle seguitissime

conferenze su Napoleone e sulla bat-taglia di Stalingrado, visualizzateall'infinito sul web anche da torme diadolescenti che lo chiamano"Il Barb",è cresciuto un culto fatto di spot pub-blicitari, cartoni animati e persinobrani tecno: La storia/ è tutttto... — sicanticchia in rete—Ilongobardi/ nonerano un popolo / di filosofi. Stralci

B

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Settimanale

Festival della Mente

074898

Tiratura: 359.033 Diffusione: 251.142

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SUPPLEMENTO

P~~

ORIANAFALLACI

1968

di sue lezioni finiscono ora su siti didestra, ora su siti di sinistra. Però luinon ha Fb, non va su YouTube e ignoraWhatsApp, insomma se ne infischia.Un influencer riluttante, con la pas-sione del Medioevo, e ditegli che èstata un'epoca oscurantista se aveteil coraggio. Ha appena finito di scri-vere una biografia di Dante che saràin libreria a ottobre per Laterza. «Unlibro più erudito di quello che avreivoluto» spiega, «una specie di tut-to-su-Dante in trecento pagine. Parloanche degli affarucci del nonno, madi fatto è un'analisi politica».Poi magari ne verrà fuori una dellesue conferenze. O un brano tecno.

Come si spiega questosuccesso?

«Dicono che si vede lapassione, ma tutti gli stu-diosi sono mossi da bru-ciore e passione. Quindi

Lo storico Alessandro Barbero, 61 anni, fotografato nella libreriaFeltrinelli di Biella. Insegna Storia medievale all'Università del

Piemonte Orientale. II 6 settembre al Festival della Mente di Sarzanaparlerà del Sogno nella letteratura medievale

anni, hai un posto all'uni-versità e puoi fare ricercasu ciò che ti appassiona. Ilmassimo. Quanto alla di-vulgazione, per uno stori-co non è un obbligo, anzi».Definizione di "storia"?

«Lo dice la canzoncina inrete:la-storia-è-tutto.Tttoquello che è accaduto, in-clusi i fenomeni sotterraneicome la crescita della disu-guaglianza di cui parlaPiketty. Inizia quando en-trano in scena gli umani».E prima?

«Prima, succedono cose».][l Covid-19 come lo clas-sifichiamo?

«Per gli storici è un evento elettriz-zante. In futuro si analizzeranno imeccanismi decisionali, si vedrà chel'unione degli Statì non sapeva cosafare, che l'Italia aveva due livelli, go-verno e Regioni...».Come ce la siamo cavata fin qui?

«Scuola e università durante l'e-mergenza hanno reagito bene. L'annoè stato portato a termine regolarmen-te, anche se non senza danni e perdite.Il governo ha fatto benino, non il mas-simo, ma non si era mai trovato in unasituazione del genere. Azzolina, chivorrebbe essere nei suoi panni? Peròrimodellare di continuo i provvedi-menti, ecco, questo è sbagliato. Lefamiglie hanno bisogno di certezze».A proposito,sulle lezioni a distanzaquest'estate non si è capito molto.

«Personalmente mi auguro che sene facciano il meno possibile perchési tratta di una forma inferiore di di-dattica. Nelle materie che conosco,quelle umanistiche, devi avere le per-sone davanti, guardarle negli occhi, tiaspetti che alzino la mano... Fosserosolo nozioni, basterebbero le dispensecon cento date da imparare a memoria.Ma insegnare è un atto creativo: su-sciti un'emozione, oltre che tra-

SU INTERNETSI TROVANO SUE

LEZIONI IN MUSICAE CARTONI.

DICE: «FACCIANOPURE», MA LUI

IGNORA I SOCIAL

non me lo spiego».La gestualità, le pause a effetto,l'ironia sorniona: ha fatto teatro ingioventù, confessi.«Ma no, ero un secchione timidis-

simo, ce ne ho messo per avvicinareuna ragazza, e poi detesto impararele cose a memoria, sin dalle elemen-tari. La mia prima volta davanti a tan-ta gente, una quindicina d'anni fa, èstata all'Auditorium di Roma. Lezio-ne su Carlo Magno. Buio, silenzio,mamma mia che angoscia».Bizzarro che uno storico diventi unmito per tanti adolescenti.«Stupefacente. Qualcuno mi scrive perchiedermi consiglio, tipo: sono incertose iscrivermi a Farmacia o a Storia...».Risposta del Barb?

«Se papà ha una farmacia, ecco,ma-gari è meglio fare Farmacia... Il primosbocco di un laureato in Storia è l'in-segnamento nella scuola. Il lavoro piùbello del mondo, anche se hanno fattodi tutto per renderlo meno appassio-nante. Presto ci sarà un vasto recluta-mento per sostituire i tanti insegnan-ti anziani che andranno in pensione.Fare lo storico, invece, è un privilegio.Bisogna essere molto bravi, molto for-tunati, pazienti e determinati, e se si ètutte queste cose forse, dopo molti

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♦ SUPPLEMENTO DE

e~dl laRepubblica

smettere conoscenza. Con Meet e Zo-om è tutto meno efficace, meno caldo.Non dico che sia come fare sesso onli-ne, ma siamo lì. Poi, qualche vantaggioa ben cercarlo lo si trova: ammesso chetutti abbiano pc e connessione, puoiintegrare le lezioni con immagini emateriali. Ma siamo bestie che hannobisogno di vivere in branco, di annu-sarsi e azzuffarsi, e guai a isolarci. Ilvantaggio, mi creda, è sempre minorerispetto a ciò che si perde».E la prova d'esame?

«Terribile. L'esame è di per sé unostress. Figuratevi sostenerlo dentrocasa, con l'ansia che il pc non regga,con i tuoi genitori di là... Poi ci sei tu,il professore; nello schermo intravediil gagliardetto dell'Inter, i peluche,certe volte ti chiedi: ma dove si è mes-so? Sarà mica in un sottoscala? Perchénon tutti hanno un posto dove poterstare tranquilli. E non mi ero reso con-to di quanto un'alzata di sopraccigliopossa orientare il dialogo. In videoormai lascio parlare e basta, ogni stopè una botta psicologica».Però è innegabile il progresso nelladigitalizzazione della scuola.

«Prima non c'erano i soldi per lacarta igienica, adesso ci sono i pc. Me-glio così, le risorse sono benvenute, mache cosa vogliamo? Che un giorno tut-te le lezioni si tengano online? Lo sisente già dire da alcuni pedagogisti.Be', io ho il terrore dei pedagogisti edelle loro idee che suonano moderne edi cui convincono i politici. Quando eroun bambino, negli anni Sessanta, sidiceva che nel 2000 saremmo andatisu Marte e avremmo mangiato comegli astronauti; sembrava tanto moder-no, bellissimo, era il futuro!».E quindi?

«Quindi, disporre di una tecnologianon significa doverla usare per forza.Inoltre vedo dietro l'angolo una scuo-la dove, con il wi-fi, basta un docenteogni mille studenti, magari qualcunoci sta già facendo un pensierino. E michiedo: a chi appartiene una lezionetrasmessa su Meet? Chi è il proprieta-rio di quel contenuto? Non ci stiamoponendo il problema».

Tra YouTube e Fb, la lezione su Car-lo Magno non è più sua da un pezzo.

«È diverso. Quello è il web, e secon-do me lì è impossibile imporre regole,censure, e fare valere le norme delcopyright. Ci riesce giusto il governocinese, ma a quale prezzo».È vero che è contrario all'alternan-za scuola-lavoro?

«Ci sono insegnanti capaci di faremiracoli e di tirarne fuori esperienzegratificanti, ma l'idea in sé mi ripugna.La scuola non dovrebbe avere rappor-ti strutturati con il lavoro. Un tempo ifigli degli operai andavano a scuola perimparare un mestiere e i figli dei bor-ghesi andavano al liceo per fare grecoe latino, che certo non ti preparano aun lavoro. In seguito, e fino agli anniNovanta, si è pensato: se i ricchi stu-diano greco e latino, be', anche i poverine hanno diritto. L'alternanza nascedalla convinzione delle classi dirigen-ti - non so se astuta o ottusa - che lascuola serva a prepararti per il mondodel lavoro. Un obiettivo in contrastocon un progresso civile di secoli, basa-to sull'idea che più a lungo un ragazzostudia, meglio è, ed è quest'idea a farela differenza fra un Paese progredito eun Paese che non lo è».Ne discende che la paro-la "meritocrazia" le favenire l'orticaria.

«Sicuro. C'è chi sa aderi-re abilmente ai parametri

«CHI VORREBBEESSERE NEI PANNIDI AaOUNA? MA

RIMODELLAREDI CONTINUO

I PROVVEDIMENTIÈ SBAGLIATO»

Milano, 20 luglio: la ministradell'Istruzione Lucia Azzolina

in visita all'Istituto comprensivoRiccardo Massa

fissati per definire il merito e riesce afarsi valutare al meglio; chi ha più in-dipendenza di pensiero fatica a starcidentro.Inoltre temo le graduatorie che,basate sul raggiungimento di obiettivi,servono a distribuire incentivi. Peresempio, in cosa consiste il merito de-gli insegnanti? Nell'essere appassio-nati? Nel bocciare qualcuno? Nel riu-scire a promuovere tutti?».Lei, allora, il merito dei suoi studen-ti come lo misura?

«Valuto se ciò che ho chiesto è statofatto. E se proprio vogliamo usare laparola merito, ne ha di più la matrico-lina uscita dall'alberghiero che strap-pa il 25, rispetto a chi sapeva già lecose prima di arrivare all'università».Sarà mica comunista.

«Ho avuto la tessera del Pci e nonme ne pento».ll livello del nostro sistema di istru-zione nel complesso non le dispiace.

«Non è male, considerata l'ai retra-tezza del Paese. Dell'università non cipossiamo lamentare. Abbiamo un indi-catore molto affidabile: lo stupore deinostri studenti all'estero davantiall'impreparazione dei coetanei. Peròc'è un problema di fondo: sembra che le

cose non si possano farebene se non vengono pro-grammate in anticipo e de-scritte dettagliatamente,un'ossessione che compor-ta mille moduli e sigle eso-tiche, i pof, i pif e altre cosedeplorevoli che fanno per-dere tempo e demoralizza-no i docenti senzamigliora-

re il funzionamento di scuole e atenei.Anzi, sembrano trucchi per lesinare lerisorse. Per ottenere i fondi necessari acomprare la famosa carta igienica sidevono presentare progetti mi rabolan-ti al ministero. E certo non puoi sempli-cemente dire "vogliamo assumere unassegnista di ricerca molto bravo che ciserve", eh no, troppo facile».Come se ne esce?

«Non se ne esce. O, almeno, non sene esce se si resta in silenzio. Bisognacombattere».

Claudia Arletti

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