Scritto e illustrato da per la sua patria, ... sarebbero inoltre gattonati fino alla sala del ...

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Scritto e illustrato da LORENZO PAROLA

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PRESENTA

“IL FAVOLOSO REGNO DOLCE’”

RACCONTO INEDITO DI LORENZO PAROLA

Illustrazioni originali di Lorenzo Parola

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Editato e stampato da Studio Pedagogico Michela Sebastiani

Prima edizione

Asti, giugno 2017.

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Il presente racconto è stato prodotto all’interno dei laboratori di scrittura dello

Per informazioni:

[email protected]

www.studiopedagogicosebastiani.it

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C’era una volta, in un tempo molto lontano, un piccolo regno in cui tutto era commestibile!

Era chiamato regno Dolce.

Era un reame in cui tutti erano felici e contenti; la città più importante era Cannolo. Intorno

ad essa c’erano altre città come Pastiera, Bacididamia e Giandujopoli.

Intorno ad esse vi era un enorme deserto, chiamato il dessert del Tiramisù che faceva da

confine con la Landa dei Ciclopi e la Monarchia delle Fattucchiere, regni nemici da sempre del

Regno dolce.

In questo regno si odoravano fragranze di caramello fuso, cioccolato e liquirizia. Si udivano, in

primo piano suoni di risate, di canti e di allegria, ma in secondo piano si sentivano i rumori

disperati, provenienti dai regni confinanti! Si gustavano sapori meravigliosi, per i turisti mai

provati, semplici ma complessi, amari ma dolci, forti ma deboli … insomma per qualunque persona

era la terra delle bontà e delle delizie.

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Il grande sovrano di questo piccolo regno era Dolceorsetto Cuored’Oro, era un re coraggioso,

simpatico e amato dal popolo. Ogni cittadino, anche il più piccolo, sapeva che avrebbe fatto di

tutto per la sua patria, che l’avrebbe difesa da qualunque cosa l’avesse minacciata.

Aveva due figli un maschio e una femmina. Il nome del primo era Confetto Zuccherato, un

ragazzino di 13 anni coraggioso, altruista, avventuriero e molto protettivo nei confronti della

sua sorellina di nome Kindina Ferrero. Era una ragazzina molto dolce e generosa, che sarebbe

riuscita a strappare un sorriso anche alla persona più triste del mondo. Era molto affezionata

al suo fratello maggiore. La moglie di Dolceorsetto Cuored’Oro era Nutiella Cremosa, una donna

che aveva coraggio da vendere, che amava infinitamente la sua famiglia. In particolare amava il

marito che le salvò la vita dopo un attacco militare da parte delle streghe. Per ultimo cera il

consigliere e amico fidato del re Zenzi Pandibiscotto, una figura silenziosa, dal carattere timido

e quieto, ma che, quando c’era da mostrare coraggio buttava via la timidezza e diventava un

vero e proprio avventuriero.

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In una realtà così bella, non poteva che mancare il lato oscuro: i due regni confinanti!

Il primo era la Landa dei Ciclopi, un regno in gran parte ricoperto dal dessert del tiramisù, nella

quale la vita era quasi impossibile: vi erano zone melmose e fangose, nelle quali c’erano le città

dei ciclopi! Questi, se non abitavano in grotte, abitavano in grandi palafitte al di sotto delle

quali vi erano grandi laghi di fango impenetrabile. Il loro sovrano era Humus Moccicoso e sua

moglie era Schifezzuola Ambulante. I due non volevano avere figli ma avevano già dichiarato

che l’erede al trono sarebbe stato il loro nipote Orco Orribile.

L’altro regno, la Monarchia delle Fattucchiere, era un regno cupo e tenebroso, in cui il sole non

infilava mai un suo raggio e faceva molto freddo, per un incantesimo fatto dalla imperatrice

Clarabrutta Cuore d’Pietra, che faceva rimanere l’autunno tutto l’anno. Il marito di Clarabrutta

era Alfonso Pipistrellilildo, della stirpe di Dracula, conviventi delle loro terre da secoli, che

però non partecipavano più alle guerre, da quella di Agliona, in cui perì la maggior parte della

popolazione. I loro figli erano migliaia anche se il preferito dai sovrani era Alfonsino III, per

aver sventato una combutta contrò il re.

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In un giorno come tutti gli altri, i sovrani dei tre regni si incontrarono per fare una scelta importante:

si sarebbe fatta una grande guerra per l’espansione dei territori, e si sarebbe svolta nel Dessert del

Tiramisù, una settimana dopo il giorno della decisione, così avrebbero avuto il tempo di prepararsi. Il

giorno della guerra erano tutti pronti: cannonieri a sparare le bombe fondenti, i fanti-orsetti gommosi

con le loro spade di zucchero, i cavalieri della girella rotonda sui loro cavalli di zenzero, gli alligo-haribo

nei fossati, i leoni di ghiaccio nei loro team di gusti … insomma tutti pronti a conquistare!

Il regno dolce aprì i portoni e … ci fu una bella sorpresa: i ciclopi e le streghe si erano alleati, il regno

dolce provò a resistere ma dopo poco, nonostante l’energia dei guerrieri, il regno Dolce ebbe la peggio.

La “Royal Family” si rifugiò sulla torre più alta, la torre di Zucchero Filato. Il re era disperato, si

strappava quei pochi capelli che aveva, sentiva la sua popolazione in pericolo, le grida piangenti dei suoi

sudditi che venivano divorati, ma poi si sentì un tonfo: era la torre che veniva abbattuta! Allora il re e

la sua famiglia si ripararono all’interno della botola costruita appositamente per le emergenze, con viveri

per una settimana. Da lì in poi rimasero nascosti nella botola senza che nessuno li vedesse.

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Nel frattempo, all’esterno della torre, una piccola parte della popolazione venne divorata, ma

la maggior parte venne fatta schiava dalle streghe, nella cui regno ci fu un’altra piccola guerra

con i ciclopi, che volevano avere abitanti del regno dolce come schiavi anche loro, alla fine

vinsero le streghe.

Quando le provviste furono finite, la “Royal family” uscì dalla torre, unico edificio del regno

rimasto in piedi, e si mise a scavare sulle macerie ormai ammuffite di zucchero filato del

castello reale, nella quale cercarono i resti della cucina, nella quale si rifocillarono di cibo e ne

presero di riserva per il lungo viaggio che avrebbero compiuto, a sud del regno, dove si trovava

una fortezza segreta sul colle del monte Pralina, dove le nevi di zucchero a velo perenni ne

nascondevano l’esistenza a tutti. Non appena varcata la soglia sud del regno, la piccola Kindina

ebbe un attacco di febbre, costringendo una pausa immediata dal cammino. Intorno a quei

luoghi, il re aveva fatto edificare un’altra torre, la torre di torrone.

Avvicinandosi ad essa si senti echeggiare una voce molto debole, proveniente dalle macerie della

torre. Arrivati di fronte alla fonte del suono si misero a scavare, e ci fu una bella sorpresa:

trovarono il consigliere reale Zenzi Pandibiscotto, che si era rifugiato nell’omonima torre. Il re

chiese al suo fedele amico se volesse venire con loro alla fortezza, ma Zenzi non volle, si rifiutò

e disse che con loro o senza di loro, lui sarebbe andato a liberare il regno dolce dalla schiavitù.

Allora il re, commosso da tanto coraggio, si unì alla nobile impresa.

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Nel bel mezzo del ritorno al castello reale distrutto, il consigliere reale suggerì di iniziare a

proporre dei piani per la liberazione del popolo dolce, e ne uscirono di tutti i colori!

Certi piani comprendevano l’utilizzo di oggetti che nessuno poteva permettersi, o che nemmeno

esistevano. Ma comunque nessuno dei piani era valido, per mancanza di materiale, tempo e

persone.

Ma alla fine, confetto, che per gioco con i suoi amici si era avventurato nella reggia tenebrosa

delle streghe, trovò la soluzione ideale: sarebbero entrati attraverso le cucine, dove si trovava

il condotto dell’aria in cui si sarebbero intrufolati, sarebbero inoltre gattonati fino alla sala del

trono, dove si sarebbero calati nelle segrete con delle scope volanti! Nelle ultime segrete, quelle

più grandi, dove si trovava il popolo dolce, avrebbero aggredito una strega pulitrice, che aveva

le chiavi dei prigionieri e, con il popolo, avrebbero fatto una rivolta e sarebbero usciti insieme

dalle segrete. Fecero tutto come era stato detto da confetto, arrivati nelle segrete liberarono

il popolo dolce e risalirono pochi per volta a cavallo di scope; risaliti, tutti decisero di

sorprendere le streghe nella sala del trono, alcuni per il condotto di areazione, alcuni via cunicoli

segreti scoperti attraverso una strega. Arrivati al punto, tutti sapevano il da farsi. Sorpresero

le streghe in un banchetto organizzato per la vittoria della guerra! Ebbero successo! Molte

fuggirono, ma ancor di più vennero catturate e portate nel regno dolce.

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Siccome oltre a molte streghe, vennero rapiti anche la regina Clarabrutta e il re Alfonso, tutte

le streghe fecero di tutto per salvarli, ma non ci fu verso, tutte le streghe fuggite, una ad una,

vennero acciuffate e rinchiuse.

Ma c’era ancora un guaio da rimediare: il regno era totalmente distrutto, e nessun abitante

poteva tornare alla propria abitazione.

Allora si giunse ad un accordo con le streghe: avrebbero rapito i ciclopi e si sarebbero fatte

aiutare da essi nella ricostruzione dell’impero dolce, che aveva guadagnato il nome per aver

vinto la grande guerra e per aver sottomesso i due popoli confinanti, ridotti in schiavitù. Grazie

ai ciclopi e alle streghe, gli abitanti dell’impero dolce ebbero una casa, tutti, anche il più povero

e la famiglia reale ritornò al suo sfarzoso castello. Per festeggiare tutto ciò, vennero invitati

tutti gli abitanti dell’impero per il gran galà, una cena organizzata dal re per festeggiare la

vittoria. Insomma, sembra che tutti vivano felici e contenti, anche i due popoli sottomessi, che

nonostante la loro schiavitù, la loro vita procedette quasi come prima, anzi meglio di prima!

Inoltre ci fu un’altra sorpresa, Zenzi trovò la sua dolce metà, una certa Smartisia de Cocco …

ma questa è un’altra storia!!!

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