SciFondo mediakit winter 2015/16 [ITA]

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MEDIAKIT 2015/16 LA RIVISTA ALLEGATO FREE PRESS WEB scifondo.eu

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MEDIAKIT 2015/16

LA RIVISTA

ALLEGATO FREE PRESS

WEBscifondo.euPANTONE QUADRICROMIA

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SciFondo vede la luce nel novembre 1978 per iniziativa della redazione di SCI, la rivista “sorella maggiore” che quasi 40 anni fa capì l’importanza di “autonomia” della disciplina nordica nel

panorama degli sport invernali. Da allora, SciFondo ha sempre rappresentato l’unica voce specializzata per gli appassionati degli sci stretti e certamente ha contribuito alla crescita del movimento di base, realizzando servizi, oltre che di cronaca degli eventi, anche di natura formativa.Ancor’oggi, infatti, la testata si basa su quattro colonne portanti: l’aspetto tecnico (dove trovano spazio le lezioni per migliorare la tecnica di esecuzione dei passi), i materiali (con prove di attrezzature ed equipaggiamenti dello sci nordico) e l’elemento turistico con straordinari reportage dalle Alpi e dalla Scandinavia, ma con qualche presentazione extraeuropea, perché il fondista prima di tutto è un viaggiatore che grazie ad un paio di sci ai piedi vuole scoprire l’ambiente montano, non solo italiano. Infine i reportage dei grandi eventi internazionali e nazionali che saranno in sinergia con quanto scritto e pubblicato sull’allegato InPista e sul sito web di scifondo.eu

SCIFONDO

LA RIVISTA SCIFONDO:DALLA PARTE DEL FONDISTA TIRATURA MEDIA

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ATLANTE DEL FONDO

Una guida tascabile e facilmente consultabile di tutte le località italiane con piste di fondo e impianti sportivi dedicati allo sci nordico. L’Atlante del Fondo riporta per ogni località il

Comune, numeri di telefono per informazioni, sito web ed email, altitudine, chilometraggio piste diviso tra tracciati facili, medi e difficili, servizi in pista (bar, ristorante, spogliatoio, docce, noleggio, waxroom) e scuole sci L’ATLANTE DEL FONDO È UN ALLEGATO STACCABILE DI SCIFONDO 216DEL 18 DICEMBRE 2015

L’ARCHIVIO RINNOVATO E AGGIORNATODI TUTTE LE PISTE E TRACCIATI DA FONDO

TIRATURA MEDIA

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IN PISTA - Allegato free press di SciFondo

InPista: un allegato gratuito sfogliabile elettronicamente e dedicato agli eventi di sci nordico che richiedono tempistiche ravvicinate tra la data di esecuzione e la cronaca foto

giornalistica della manifestazione.Ampio spazio alle immagini con particolare attenzione agli sponsor della competizione.

È LA VERA NOVITÀ DELLA STAGIONE!

DOWNLOAD STIMATI 5.000per numero

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SCIFONDO.EU

Una piattaforma web in grado di valorizzare la comunicazione in “real time” con una redazione interamente dedicata alla produzione di news fresche e aggiornate, e contratti con le più importanti agenzie fotografiche, per la pubblicazione di foto attuali e pertinenti con la competizione.Intensa l’attività su piattaforme social dove replicare i più importanti servizi e dare il via all’attività virale dei propri follower.

IL QUOTIDIANO ONLINE DEDICATO ALLO SCI DI FONDO

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al giorno

(lunedì 23 febbario 2015)

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Tra cui Pietro Piller Cottrer, oro olimpico a Torino, che cura la sua personale rubrica “CaterPILLER”, Virginia De Martin, nazionale azzurra titolare della rubrica femminile “SnoWoman”, e ancora Marco Selle, allenatore della nazionale Italiana Lunghe Distanze, Roberto Campaci, apprezzato tecnico delle Fiamme Gialle, Marcello Signorelli giornalista professionista esperto di materiali, Corrado Nichele con trascorso da fondista e un presente di qualificato fisioterapista, e tanti altri.

STAFF

MIRELLA SCHIAVI AMMINISTRAZIONE

CARLO BRENA EDITORE E DIRETTOREresponsabile

ALBERTO FUMI COORDINAMENTOredazionale

ROBERTO CATTI EVENTmanager

e logistica

SULLA RIVISTA SCRIVONO PRESTIGIOSINOMI DEL SETTORE

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Una scelta di coraggio

S ono stati due anni intensi e affa-scinanti, e quelli che verranno lo

saranno ancor di più. Il ruolo di alle-natore mi consente di stare a stretto contatto con molti giovani e seguirli da vicino, cosa che prima da atleta non mi era certamente possibile. I tempi sono cambiati, e anche i “giovani” si sono trasformati; l’evoluzione e la diffusio-ne della tecnologia ha cambiato molto le nuove leve, ma una cosa non si è modificata e probabilmente non cam-bierà mai nel futuro: la paura. Le insi-curezze degli ultimi allenamenti che precedono le gare, il timore delle gare stesse, le incertezze sulla scelta degli sci, e decine di dubbi su tutto ciò che ci circonda. Le chiamano paturnie.«Pietro, scusa, ma secondo te è meglio questo o quello?». «Sai che oggi in allenamento quello là mi sembrava più veloce…».«Ma tu, quando sciavi, come facevi in questa situazione?».«Non capisco perché non vado…forse non sto bene».«Accidenti, ho un dolorino qui, pro-prio qui…»A volte quando sento frasi come que-ste sorrido, perché sono le stesse che dicevo io vent’anni fa. Il mondo è andato avanti, ma l’“angoscia” da pre-stazione non è mai cambiata. E la par-

te del mio “nuovo” lavoro che più mi piace è proprio questa, avere la pos-sibilità di trasferire ai ragazzi la mia esperienza di atleta, provata e testata sul campo in prima persona e forse per questo il consiglio può avere un effetto immediato. Ma a volte certe frasi ti spiazzano. Un bel giorno arriva uno dei miei ragazzi che conosco da un po’ di tempo e, con una franchezza disar-mante, mi dice che vuole smettere di sciare. Niente più gare! Basta. Finito!!Per me è stato un fulmine a ciel sereno e ancora prima che io potessi cercare di dissuaderlo, mi dice che ha già fat-to un colloquio di lavoro e che verrà assunto per un primo periodo a tempo determinato con serie possibilità che diventi un “posto fisso”. Confesso un po’ di sconforto e di amarezza per un sogno troncato a metà. Peccato, ma faccio anche una riflessione che voglio condividere sulle pagine di SciFondo.Personalmente, ho fatto della mia vita sportiva una questione di principio secondo il quale il ritiro dalle gare non era contemplato, tenere duro e non mollare mai era ed è il mio motto, e ho sempre sostenuto che lo sport è la più grande scuola di vita: tuttavia ho ritenuto giusto non dissuadere il mio giovane pupillo dal prendere una deci-sione così drastica perché, in fondo, mi aveva colpito la sua determinazione e le sue idee molto chiare. Nessun con-siglio mi è stato chiesto e, per rispetto della decisione, niente mi sono sentito di aggiungere a quella posizione così netta. Solo un grande augurio per un enorme successo nella vita “reale” cioè quella fuori dallo sport. Chissà, forse ha fatto bene, o forse no, ma ho letto in quella decisione una lezione che lo sport ci può dare: non tanto un abbandono prematuro, ma una scelta di coraggio nell’affrontare il futuro incerto che questo Paese offre ai giovani. E come dico ai miei ragazzi: tenia-mo duro! Se ce la facciamo in questo momento di crisi, poi la strada sarà tutta in discesa.

caterpillerPietro Piller Cottrer

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La stanza deL fisio

Giusto il tempo di un massaggio. Un’ora scarsa. Nella stanza del

fisio puoi mostrarti semplicemente per quello che sei. La corazza da guer-riero che sfida i vichinghi nordici a suon di spinte appoggiata ai piedi del lettino da massaggio; disteso lì sopra puoi abbassare le difese. Quelle mani abili sciolgono le tensioni muscolari e anche quelle nell’animo, quelle ten-sioni che non si vedono, celate dentro di noi. La stanza del fisio è il luogo in cui si celebrano con maggiore genui-nità i successi, quello in cui poter sfo-gare qualche lacrima di delusione, il luogo in cui si fanno analisi e progetti. Ma è anche il luogo in cui conceder-si un po’ di spensierata leggerezza, tra pettegolezzi e risate. Il fisiotera-pista ci accompagna in ogni spinta. È il punto di riferimento prima della partenza e aspetta trepidante dopo la linea del traguardo: vive con noi gioie e sconfitte. E, dentro quella stanza, è colui che riesce a farti parlare. Anche quando non ci sono parole. Oggi è così. Le mutevoli condizioni meteoro-logiche ci hanno messo a dura prova e i nostri materiali non sono stati all’al-tezza: inevitabilmente la prestazione ne ha risentito. Appena mi distendo sul lettino sono riluttante a parlare, rispondo a monosillabi alle sue domande. Vorrei solo chiudermi in me stessa. Ma a una delle sue battute non riesco a trattenermi e abbozzo un timido sorriso. E questo rompe il silenzio: inizio a confidargli le mie sensazioni. Gli descrivo la mia convinzione, la voglia di recuperare tante posizioni alla par-tenza. Lo sa: è sempre il suo l’ultimo sguardo che incontro prima del can-celletto. Lo scoramento che ho pro-vato poco dopo, quando ho capito che la tenuta sotto lo sci non sarebbe stata quella giusta per fare una bella prova. E l’impotenza, vedendo le avversarie sorpassarmi, senza che avessi nean-che il tempo di reagire. Lui annuisce

paziente. Come fossero di qualcun altro, ascolto le mie parole e rivivo la mia gara. Mi sembra di vedermi, lì a soffrire su quella salita infini-ta aggrappandomi alle braccia e alla speranza vana che ci potesse essere ancora qualcosa da salvare nella pre-stazione di oggi. E ancora l’amarezza all’arrivo: proprio nei suoi occhi ho visto specchiata tutta la mia delusione. Sbagliare con i materiali capita, ma in questo avvio di stagione dove tutti si aspettano tanto, noi per primi, fanno male. Con uno sguardo mite e attento, il fisio mi fa capire che ci saranno altre opportunità, che arriveranno giornate perfette. Soprattutto, quegli occhi mi dicono che continua a credere in noi. Le parole, come il suo trattamento, sono terapeutiche: scendo dal lettino, le mie gambe sono rinate. E con loro la voglia di dare il meglio di me. Mi prometto che, la prossima volta che entrerò qui, non mi basterà il tempo per raccontare tutti i dettagli di una prestazione ottima. Rimetto la mia corazza. Sono pronta per la prossima battaglia.

snowomanVirginia De Martin Topranin

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Tecnica/È ancora classico?

Salviamo la tecnica classica

30 anni fa si riuscì, dopo un paio di stagioni d’incertezza, a creare due tecniche separate, con attrezzature e passi diversi. Uno di loro e tutti i suoi adattamenti è però comune a entrambe le tecniche. Il cambio di direzione dinamico uti-lizzato in curva, simile per coordi-nazione alla pattinata con spinta utilizzata per cambiare binario, tal-mente simile al doppio da essere percepita soltanto da occhi molto esperti… Ma ci torneremo succes-sivamente.Ho vissuto quel periodo senza ren-dermi conto di quanto stava acca-dendo; avevo 15 anni quando alla prima nazionale giovani vidi altri pattinare e andare molto più velo-

Marco Selle

Per chi ama la tecnica classica È un Periodo Piuttosto buio… simile a quello di metà anni ’80, quando il Pattinaggio stava Per soPPiantare l’antico gesto fatto di eleganza e armonia e in Parte ci riuscì… biathlon e combinata nordica infatti lo abbandonarono comPletamente Per la Più “moderna” tecnica di Pattinaggio. ora il rischio È che uno dei Passi che comPone la stessa tecnica classica elimini gli altri. la scivolata sPinta che Però troPPo sPesso sconfina nel Pattinaggio dando vita di fatto a una tecnica ibrida come i materiali che utilizza

ce di me. Tagliai le punte ai miei spalding di 210 cm e cercai di ade-guarmi, ma l’evoluzione andava più veloce delle mie capacità di adat-tamento… Il resto è storia, con gli italiani che furono in grado di svi-luppare tecnica e materiali meglio di altri e di conseguenza vincere moltissime gare.Successivamente con la Nazionale Lunghe Distanze ho assistito alla specializzazione di questo mondo. Prima la Vasaloppet, dove i disli-velli sono limitati, ma comunque complessivamente oltre i 1.000 metri. Poi la Marcialonga: malgra-do la salita finale della Cascata, mai avrei pensato si potesse fare a spinta, più velocemente che con

la sciolina. Il primo anno in cui si gareggiò in classico, ci organiz-zammo con dei rulli per sciolinare velocemente gli sci dei nostri pri-ma dell’asperità finale, convinto che tutti lo avrebbero fatto! Gli altri non lo fecero e vinsero. Noi, mol-to stupiti e delusi per aver utiliz-zato un sistema non ammesso, ci adeguammo. I nostri allenamenti divennero sempre più orientati ver-so questo nuovo mondo del “dou-ble poling” e capii dai primi test in salita che i tempi di percorrenza si avvicinavano ai record degli anni precedenti. E così negli anni suc-cessivi, oltre alla Marcialonga, alla Vasaloppet e alla Koenig Ludwig Lauf, ci provammo alla Jiserska in Cechia, con i primi 10 km che sal-gono con una pendenza del 5-6%: Marco Cattaneo vinse. Ora non c’è gara di granfondo dove si parta con la sciolina. Anche le donne più for-ti ormai non sciolinano più. Prima alla Koenig, poi alla Vasa, quindi alla Marcialonga e pochi giorni fa anche alla Jiserska in 3 non hanno sciolinato. Si utilizzano sci da clas-sico soltanto perché sul “dritto” sono più veloci, e scarpe “combi” perché molto comode. Bastonci-ni un po’ più lunghi e molti, troppi cambi di binario.Negli anni in cui dal 2006 al 2010 allenai le squadre di coppa del Mondo ho visto il “double poling” farsi largo anche nelle sprint in classico. Sci e scarpe da skating però che agevolano i cambi di dire-zione e di binario… Nelle qualifiche

La svedese Charlotte Kalla e la finlandese Kerttu Niskanen nella classica 30 km di Holmenkollen a Oslo Photo: NordicFocus

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AllenAmento/Prevenzione

È ormai un dibattito aperto in tutto il mondo dello sci e anche il nostro giornale ha affrontato diverse volte l’argomento: l’elegan-te e armoniosa tecnica classica è lentamente diventata un’esibizio-ne muscolare di spinte massima-li. Non è certamente il mio ruolo esprimere un giudizio (e in questo numero di SciFondo il tema viene affrontato con altri contributi) ma se da un lato si è perso il romanti-cismo leggiadro del gesto, dall’al-tro si sono ottenute prestazioni di livello superiore che rappresenta-no l’essenza dell’allenamento e di una gara. Anche agonisti e amatori hanno scoperto l’aumento di velo-cità che regala la spinta con sci da scorrimento anziché da tenuta, e si sono cimentati in massacranti allenamenti, senza adeguata pre-parazione pre-stagionale “a sec-co”, di sole SPINTE.Allora cerchiamo di capire i benefici che un buon addominale può por-tare e a quali problemi andremo incontro se non ci prepariamo ade-guatamente. Non l’abbiamo volu-tamente chiamata “Stability Core” pur essendo un nome famoso e pertinente perché non amiamo le mode terapeutiche e le ossessioni della preparazione atletica.L’importanza di una struttura addominale forte non deve farci dimenticare che ogni muscolo è all’interno di una catena cinetica e darà il suo massimo beneficio se racchiuderà i seguenti parametri:#Forza: certamente lo scrivo come

primo punto in quanto, nel gesto della spinta nello sci di fondo, la forza dell’addome rappresenta il vero motore del corpo e ci pro-teggerà da molti infortuni che andremo a descrivere.

#Tono: è altrettanto fondamen-tale perché ci consente anche a riposo di mantenere una postu-ra corretta senza gravare sul-la colonna ed è cinestesico in quanto ha il ricordo della corretta postura.

#Elasticità: un grande problema rappresentato dall’eccessiva forza dell’addominale è la dimi-nuzione della capacità elasti-ca del muscolo e da variazioni negative di postura accorciata con retroversione del bacino e perdita della curva lordotica.

#Sinergia: cos’è questa parola? Ogni muscolo primario-agonista, quale l’addome, ha un musco-lo antagonista rappresentato dai lombari che devono essere altrettanto forti, tonici ed elastici per contrastare la grande forza anteriore.

E a questo punto del tema è bene ricordare una cosa importante: elasticità e Sinergia sono i due motivi principali che ci hanno por-tato a scrivere questo articolo sulla prevenzione infortuni, in quanto le “mode” un po’ mediatiche e un po’ scientifiche trascurano l’argomen-

to nel suo insieme. Quindi allenate in futuro molto di più questi addo-minali che avete sempre sottova-lutato, ma con moderazione e sen-za fanatismi.Una volta chiarito ciò che non biso-gna fare, analizziamo le patologie e i traumi che una buona cintura addominale può diminuire.

[ lombalgia/Dorsalgia ]È la patologia più diffusa al mon-do con 8 individui su 10 che hanno avuto almeno un episodio di “mal di schiena”. Quando l’addominale non ha più forza, la nostra cate-na cinetica utilizzerà la zona lom-bare con conseguente dolore da sovraccarico vertebrale.

[ Pubalgia ]Il buon utilizzo della forza dell’ad-dominale retto e trasverso diminui-rà e integrerà il lavoro degli addut-tori nel gesto della spinta, diven-tando prevenzione primaria alla pubalgia.

[ Spalla dolorosa ]Solo con una forza di tutta la cin-tura addominale si riuscirà a effet-tuare il gesto tecnico della spinta nella tecnica classica, potendo spingere sulla racchetta con tutto il corpo ed evitando di allungare gli arti superiori di avambraccio/brac-cio /spalla che storicamente han-no sempre causato infiammazioni alla cuffia, ai tendini sovraspinati delle spalle.

L’importanza dell’addomeLa riscoPerta deLLa funzione straordinaria deLLa cintura addominaLe, un gruPPo muscoLare fondamentaLe neLLa Pratica deLLo sci di fondo

Corrado NiChele

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La nostra redazione realizza periodicamente ricerche demoscopiche visitando i principali centri fondo dell’arco alpino. Da questi sondaggi emerge il seguente profilo del nostro lettore medio:

Il 50% degli utenti è nella fascia 40 -49 anni

58% uomini e 42% donne

24% laurea58% licenza media superiore18% licenza media inferiore

49% Italia nord est33% Italia nord ovest16% Italia centro2% Italia sud e isole

38% superiore (imprenditori, liberi prof, dirigenti)29,5% medio superiore (commercianti, impiegati)

Su richiesta è disponibile il documento “Il profilo del fondista nelle granfondo di sci nordico” ovvero una analisi su Il (gran)fondista nell’ultimo decennio. Si tratta di una indagine realizzata da SciFondo e condotta in occasione delle granfondo di sci nordico nelle stagioni invernali 1995/96 e 2005/06 su un campione di circa 950 fondisti intervistati.

PROFILO DEL LETTORE

ETÀ:

RESIDENZA:

SESSO:GRADO:

CETO:di istruzione

e professione

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In Pista

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n.006

1 novembre 2015

1 dicembre 2015

11 gennaio 2016

31 marzo 2016

30 ottobre 2015

26 novembre 2015

30 dicembre 2015

2 febbraio 2016

1 marzo 2016

5 aprile 2016

CALENDARIO

TESTATA N. FASCICOLO IN EDICOLA MESSA ONLINE

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• Materiali test sci racing • Scuola Valdostana• …………………

• Materiali test sci performance e sport• Materiali test maschere• Materiali test bastoni• FuturFisi con Marco Selle• Skiman • …………………

• Turismo: l’Atlante del fondo italiano• Materiali test occhiali• Materiali test guanti• …………………

• Test skiroll• Speciale Nordic Walking• …………………

I temi indicati nel presente programma editoriale si

PIANO EDITORIALE

SCIFONDO N.214DEL 1 NOVEMBRE 2015

SCIFONDO N.215DEL 1 DICEMBRE 2015

SCIFONDO N.216DELL’ 11 GENNAIO 2016

SCIFONDO N.217DEL 31 MARZO 2016

WORK IN PROGRESSintendono a puro titolo esemplificativo in quanto è possibile che gli stessi subiscano variazioni non prevedibili, dettate dalla situazione del mercato.

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RUBRICHE

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I consigli di lettura di SciFondo

Quattro chiacchiere da tutto il mondo nella sala di sciolinatura

Il filo diretto con la redazione di SciFondo

I migliori prodotti in circolazioni per gli sportivi

I consigli su dove dormire di SciFondo

La dieta perfetta per un fondista

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INFORMAZIONI

Carlo BRENADirettore Responsabile

SciFondo Magazinemobile ph. +39 335 5724520

e-mail: [email protected]: www.scifondo.eu

skype: carlobrena

Editrice COMeta PRessVia Quinto Alpini, 4

24124 BergamoItaly