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LINEE STRATEGICHE E CRITERI DI SVILUPPO PER LE ATTIVITÀ DEL DIPARTIMENTO SCIENZE UMANE E SOCIALI, PATRIMONIO CULTURALE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE Riccardo Pozzo Direttore DSU-CNR I. Missione istituzionale II. Linee programmatiche nazionali e internazionali III. Sviluppo IV. Risorse umane V. Rete VI. Trasferimento tecnologico e divulgazione scientifica VII. Principali riferimenti

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LINEE STRATEGICHE E CRITERI DI SVILUPPO PER LE ATTIVITÀ DEL DIPARTIMENTO

SCIENZE UMANE E SOCIALI, PATRIMONIO CULTURALE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

Riccardo Pozzo Direttore DSU-CNR

I. Missione istituzionale II. Linee programmatiche nazionali e

internazionali III. Sviluppo IV. Risorse umane V. Rete VI. Trasferimento tecnologico e divulgazione

scientifica VII. Principali riferimenti

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I. MISSIONE ISTITUZIONALE

Il Dipartimento Scienze Umane e Sociali, Patrimonio Culturale (DSU) abbraccia il complesso

delle scienze umane e sociali assieme al patrimonio culturale materiale e immateriale

(SSH/CH). Nato il 4 aprile 2012 dall’unificazione del Dipartimento Identità Culturale (DIC) e il

Dipartimento Patrimonio Culturale (DPC), il DSU è parte del CNR, l’unico ente

multidisciplinare a vocazione generalista nel panorama italiano della ricerca. Il DSU può

essere paragonato a un grande ateneo SSH/CH la cui missione consiste nella ricerca di base

e applicata, nella formazione dottorale e post-dottorale e nel trasferimento di conoscenze.

Dialogando con le scienze fisiche e naturali, Il DSU promuove una visione unitaria e non

riduttiva del sapere, puntando sullo sviluppo di saperi critici.

1.1 Temi rilevanti. Sono stati individuati come temi rilevanti per il DSU nei settori scienze

sociali: “sviluppo sostenibile delle società allineate a temi ambientali, innovazioni sociali

creative, consolidamento della democrazia e della partecipazione, effettività dei diritti,

analisi delle istituzioni europee, nazionali, regionali e locali, cooperazione con paesi terzi,

lotta contro il crimine e il terrorismo, gestione dei confini e dei flussi migratori, sicurezza

delle comunicazioni, gestione delle crisi e dei disastri, libertà d’accesso a internet, sensori

per stati di crisi”; nei settori patrimonio culturale: “recupero, archiviazione, rilievo e

rappresentazione dei beni, diagnostica, conservazione e restauro, informatica

dell’archeologia, ricerca storica, dell’arte e archeologica”; nei settori scienze umane:

“memoria collettiva su migrazioni e saperi, storia del Mediterraneo, modelli formativi,

eredità storica, identità del Paese, conoscenza della lingua, internalizzazione del diritto,

coesione sociale e relativi modelli economici e di competitività, politiche pubbliche,

strategie territoriali” (CNR-DVS 2012). A questi vanno aggiunte la valorizzazione e la

fruizione del patrimonio culturale, esigenza della massima attualità, non solo oggi, ma

soprattutto nel medio termine. Né va dimenticato il ruolo dei servizi, dell’innovazione, della

creatività nella società della conoscenza.

1.2 Venti Istituti. Al DSU afferiscono venti Istituti localizzati in varie regioni d’Italia.

Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e la Storia delle Idee (ILIESI) – Istituto di Linguistica Computazionale (ILC) – Istituto Opera del Vocabolario Italiano (OVI) – Istituto di Ricerca sull’Impresa e lo Sviluppo (CERIS) – Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali (IRPPS) – Istituto di Ricerca sulle Attività Terziarie (IRAT) – Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione (ISTC) – Istituto per la Storia del Pensiero Filosofico e Scientifico Moderno (ISPF) – Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea (ISEM) – Istituto di Studi Giuridici Internazionali (ISGI) – Istituto sui

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Sistemi Regionali Federali e sulle Autonomie (ISSiRFA) – Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo (ISSM) – Istituto per le Tecnologie Didattiche (ITD) – Istituto di Teoria e Tecniche dell’Informazione Giuridica (ITTIG) – Istituto di Ricerca sui Sistemi Giudiziari (IRSIG) – Istituto di Diritto Agrario Internazionale e Comparato (IDAIC) – Istituto di Studi del Mediterraneo Antico (ISMA) – Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali (IBAM) – Istituto per la Conservazione e Valorizzazione dei Beni Culturali (ICVBC) – Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali (ITABC).

II. LINEE PROGRAMMATICHE NAZIONALI E INTERNAZIONALI

L’attività delle oltre 100 commesse di ricerca DSU è strutturata in 15 Progetti dipartimentali,

5 interdipartimentali, 5 premiali, 3 bandiera e 2 di interesse strategico. Gli indicatori di

output scientifico mostrano un indice di produttività molto elevato. Siamo davanti a

cinquanta anni di know-how poiché diversi Istituti DSU furono fondati a ridosso della

riforma dell’Ente del 1963. L’autorevolezza dei ricercatori DSU determina la capacità di

attrazione degli Istituti rispetto a ricercatori esterni attraverso lo strumento dell’associatura

o più informalmente (aggregazione di risorse umane), e con essa la disponibilità accordata ai

ricercatori DSU a utilizzare sulla base di convenzioni biblioteche, musei, archivi e laboratori

di università e altri Enti (aggregazione patrimoniale).

2.1 Top Ten Priorities.

“MIUR believes that interdisciplinarity, in terms of social innovation, must be a key- implementation of H2020, following the concept of fields of application. Horizontal activities such as smart cities and communities, cultural heritage, materials for energy, nanotechnologies applied to health, biotechnologies and health could be developed in an integrated manner. It is crucial that the cross-cutting approach be defined by the European Commission in such a way that multi-disciplinarity and complementarity are assured in a non-cumbersome mode and in a non-fragmented way, contrary to the past” (MIUR-Top Ten Priorities 2012).

Non si può vivere di sola tecnologia. L’interdisciplinarità è elevata a paradigma ed è richiesta

dalla convergenza di interessi pur vari e diversi, in primo luogo quelli dell’impresa privata,

sui temi tecnologici emergenti. Il futuro è nell’industria culturale e creativa, ma l’Italia

rischia di perdere competitività su scala internazionale. Con un grande sforzo

interdisciplinare, il CNR già seppe reagire in un momento di grave crisi, quando l’alluvione di

Firenze del 1966 fu l’occasione per il varo del progetto Conoscenza, tutela, valorizzazione e

sicurezza dei beni culturali (Simili/Paoloni-Storia del CNR 2001). Oggi, lo stesso progetto si

sviluppa in sintonia con la JPI Cultural Heritage and Global Change e l’International Network

for a Digital Cultural Heritage e-Infrastructure.

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2.2 Quindici Progetti DSU. In parentesi i numeri delle commesse e le partecipazioni degli

altri Dipartimenti.

IC.P01-Storia delle idee e della terminologia filosofico-scientifica (8); IC.P02-Lingua italiana: modelli, archivi testuali e lessicali (8; DTA-ISAC); IC.P03-Innovazione nell’apprendimento (5); IC.P04-Culture euromediterranee (5); IC.P05-Innovazione e competitività nell’economia italiana (6); IC.P06-Diritto, innovazione tecnologica e cultura giuridica (8); IC.P07-Cooperazione internazionale, integrazione regionale, federalismo e autonomie (7); IC.P08-Società, scienza, cultura e globalizzazione (9; DICT-IREA); IC.P10-Migrazioni (8); PC.P01-Il territorio e gli insediamenti in Europa e nel Mediterraneo (7; DTA-IGG, DTA-IMAA); PC.P02-Il manufatto come testimonianza storica del patrimonio culturale (3); PC.P03-Diagnosi, intervento e conservazione del patrimonio culturale (11; DICT-IMATI, DTA-IMAA, DTA-ISAC, DTA-ISMAR, DTA-IDPA, DTA-IVALSA, DTA-IIA); PC.04-Formazione e creazione del bisogno di patrimonio culturale (2; DPM-ISOF); PC.05-Fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale (3; DICT-ISTI); PC.P06-Paesaggio culturale (7; DAG-IBIMET, DMD-ICIB, DMD-IFAC, DMD-ISM, DMD-IAC, DTA-IMAA, DPM-ILIS, DPM-IMC, DSP-ITC).

2.3 Integrazione dei Progetti. Il DSU si differenzia dalla monodisciplinarità della ricerca

universitaria per l’interazione di innumerevoli campi disciplinari: scienze umane e sociali,

beni culturali archeologici, architettonici, storico-artistici, archivistici e librari, tecnologie

dell’informazione e della comunicazione, tecnologie della produzione, dell’ambiente,

dell’agroalimentare e della biomedicina. La collaborazione tra Dipartimenti CNR è una

necessità inderogabile, che dà forza e consistenza a un disegno complessivo dell’Ente. Il DSU

ha collaborazioni con quattro Dipartimenti (preriordino): il DTA, il DICT, il DMD e il DSP.

L’integrazione ha luogo su tutta l’ampiezza del dominio SSH/CH attraverso collaborazioni

per ricerche in partenariato tra gli Istituti CNR, le università, le Regioni, le imprese, altre

istituzioni culturali e di ricerca.

2.4 Commesse e Progetti con partecipazione DSU. In parentesi i numeri delle commesse e

le partecipazioni degli Istituti DSU.

INT.P01-Sicurezza (19; IRPPS, ISTC, ICVBC); INT.P02-Bioinformatica (12; IRPPS, ISTC); INT.P07-Fotonica (1; ICVBC); INT.P08-Turismo: sistema produttivo aperto (1; ITABC); INT.P10-Cultura e territorio (6; ISCIMA, ICVBC, ILC, IRPPS). TA.P04-Gestione sostenibile delle risorse (30; CERIS); AG.P05-Food (16; CERIS); ME.P02-Neuroscienze: basi molecolari e applicazioni cliniche (21; ISTC); SV.P16-Modelli animali per lo studio di processi fisio-patologici e del comportamento (8; ISTC); PM.P03-Prodotti e processi innovativi per la chimica sostenibile (9; IRAT, ISSM); SP.P01-Processi, sistemi di produzione industriale, prodotti High-Tech e materiali avanzati (18; ISTC); ICT.P07-Apparati e Tecnologie per Reti Telematiche (7; CERIS); ICT.P08-Data-Mining, Ontologies and Semantic Web (23; ILC, IRPPS, ISTC, ITTIG); ICT.P09-Grid and High Performance Computing (7; ISTC); ICT.P11-Modellistica e

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simulazione di sistemi complessi (11; ISTC); AG.P04-Agricoltura sostenibile (23; IDAIC); AG.P05-Food (15; IDAIC).

2.5 Progettualità strategica multilaterale con partecipazione DSU. Si impongono nuovi

modelli socio-tecno-economici basati su infrastrutture in grado di gestire enormi quantità di

dati. Anche il DSU partecipa allo sviluppo di FuturICT, una delle 6 proposte di flagship FET

2013-2023.

Premiali: Medicina Personalizzata; Biologia dei Sistemi Produttivi Vegetali; Governance del Territorio di Cultura (proponente); Neurogenetica e Neuroscienze nella Amministrazione della Giustizia (proponente). Bandiera: Ricerca Italiana per il Mare (RITMARE); Progetto innovazione tecnologica nei processi di conoscenza, conservazione, valorizzazione e sicurezza dei beni culturali del territorio (proponente); La fabbrica del futuro. Interesse strategico: Invecchiamento; Crisis Lab.

2.6 Confronti europei. La prassi seguita in Europa è chiara: per ogni euro investito in ricerca

dall’European Research Council, il 44% è destinato alle scienze fisiche, il 39% alle scienze

della vita e il 17% alle scienze umane. Al CNR, invece, la dotazione di finanziamenti alla

ricerca SSH/CH non va oltre il 6,7% di ogni euro investito (FFO iniziale 2012, al 7.11.2011).

2.7 Internazionalizzazione. È personale responsabilità del direttore la promozione di

progetti interdisciplinari a dimensione europea per incrementare l’internazionalizzazione del

DSU. La creazione di un sistema nazionale integrato costituisce la base per realizzare una

presenza non marginale nel contesto della ricerca internazionale, con particolare riguardo

alle iniziative europee. Le peculiarità della ricerca svolta dal CNR prevede che i ricercatori

siano in grado di proporre progetti ai possibili finanziatori, gestirli, predisporre i rendiconti,

trasferirne i risultati, essere insomma dei manager della ricerca. Molti ricercatori degli

Istituti DSU hanno responsabilità di progetti finanziati dall’esterno; tuttavia altri non sono

sufficientemente attivi. Con adeguati servizi tecnico-amministrativi, il DSU ha le potenzialità

per fornire coordinamento, indirizzo e supporto ai ricercatori, che devono essere assistiti

nelle procedure d’individuazione dei bandi, redazione delle domande e rendicontazione.

III. SVILUPPO

La continuità progettuale riguarda le attività di ricerca e sviluppo con andamento a crescita

lineare su un triennio a partire dalla situazione 2012. La diversificazione riguarda invece le

attività con andamento a crescita non lineare sempre su un triennio. Ai fini del

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posizionamento del DSU conta il benchmarking internazionale. Sfruttando le competenze

che ho maturato in Germania (MPG), negli Stati Uniti (NEH), in Francia (CNRS), in Belgio

(FNR-FNRS) e alla ESF sono pronto a sollecitare un confronto internazionale sui contenuti.

Intendo curare personalmente lo sviluppo dei seguenti progetti trasversali di medio-lungo

termine: (a) Elearning; (b) Valutazione della ricerca e indicatori; (c) Epublishing; (d) Smart

Cities; (e) Migrazioni; (f) Innovazione e PMI nella società della conoscenza.

3.1 Elearning. Al DSU spetta di intervenire con autorevolezza nelle iniziative del MIUR (e di

diversi altri governi europei) per diminuire la dispersione accademica sostenendo

l’omogeneizzazione dei saperi. Disponiamo di una quantità di informazioni impressionante,

che ha una crescita esponenziale. I dati non trattati non solo non hanno valore, diventano

dannosi. Occorre la capacità di interpretare le informazioni, di qui l’importanza dei settori

SSH/CH. Il DSU è pronto a lanciare nuove Data Humanities come parte di un’emergente

Data Science. Del resto, la ricerca su masse di dati oggi è la quarta colonna della scienza

(dopo i dati, le ipotesi e gli stessi ricercatori). In Italia, i primi progetti in questa direzione

furono al CNR: Information Literacy (CERIS), Digital Literacy (ITD).

3.2 Valutazione dei prodotti della ricerca. Nell’ambito del DSU è in corso una riflessione

sulle modalità di valutazione nelle scienze umane e sociali. Lanciato nel 2008, lo European

Reference Index for the Humanities ha realizzato liste validate per le riviste scientifiche di

quattordici settori disciplinari. Da gennaio 2013 la ESF trasferisce ERIH al Norwegian Social

Sciences Data Services, affidando il monitoraggio del suo aggiornamento a un comitato

coordinato dall’Italia, che così è presente in un nodo nevralgico per le politiche della scienza.

Si prevede un interessante sviluppo in direzione Data Science, perché le schede delle singole

riviste saranno dinamiche e verranno aggiornate con le valutazioni decise dalla agenzie

nazionali della ricerca.

3.3 Epublishing. Solo il CNR può veramente pensare come sarà l’ebook. Collocato su

dispositivi interfaccia open access e restricted access retti da un software il più possibile

semplice, l’ebook è uno strumento che mette a disposizione testi in formato TEI compatibili

con l’harvesting di Europeana, ricchi di metadati e pienamente interoperabili. Un ebook è, e

sempre di più sarà, un sistema intertestuale di testi che si definisce dall’intersezione delle

esigenze composite del ricercatore, dell’imprenditore e, naturalmente, dello stesso lettore;

un ecosistema nel quale i contenuti sono sganciati dai loro supporti e trasformati da

utilizzatori, mediatori e agenzie. Per la loro vocazione a diventare network di riferimento, le

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ricerche sull’epublishing del DSU s’intendono come strumenti enabling technology flessibili e

dinamici per lo sviluppo, assieme ai privati, di nuovi modelli dell’editoria digitale e per

l’ottimizzazione dei costi di ricerca. Si contribuisce così alle I3 Integrating Activities di H2020

(Transnational Access, Joint Research, Networking) e ai progetti già in corso Virtual Heritage

(PC.04), Georeferencing (PC.05), Elibrary (Biblioteca Centrale Marconi); Charisma (ICVBC),

Museum Tours (IBAM).

3.4 Smart Cities. Lo sviluppo delle città intelligenti può valere fino a 10 punti di PIL all’anno.

Porta con sé elevata qualità della vita e crescita imprenditoriale, ottimizzando risorse e spazi

per la sostenibilità, con Milano (50,8), Roma (49,7) e Venezia (42,5) ai primi tre posti in Italia

secondo una graduatoria del Corriere della sera stilata su ipotetici parametri di smartness.

Per i bandi Smart Cities and Social Innovation, il DSU si impegna a sviluppare applicazioni

crossmediali del progetto di rendere smart le nostre città, che vedranno, appunto, un

cittadino, un turista, creare un percorso testuale muovendo il proprio corpo tra le loro

strade. Non avrà bisogno di un elmo sensorizzato, basterà abbia in tasca un dispositivo in

linea con dei contenuti multimediali. Cultura, turismo e cibo: questi i settori sui quali far leva

per la nuova narrazione delle nostre città e dei nostri territori, per ripensare la città come

luogo di produzione e di sviluppo dell’economia della conoscenza, non come semplice base

di consumi da razionalizzare e organizzare. I progetti si allineano alle azioni e agli obiettivi

previsti dal PON Ricerca e Competitività 2007-2013 per l’Asse II Il sostegno all'innovazione.

3.5 Migrazioni. All’esame del Parlamento UE è in queste settimane la divisione dell’iniziale

challenge 6 di H2020: “Inclusive, Innovative and Secure Societies” in due nuove challenges:

“Europe in a Changing World – Inclusive, Innovative and Reflective Societies” (6) e “Secure

Societies – Protecting the Freedom of Europe and its Citizens” (7). Il recupero dei settori

SSH/CH in H2020 è una bella notizia per l’Italia e per il Progetto Migrazioni, una success

story al CNR dal 2008, che si occupa di strumenti giuridici nazionali e internazionali, diritto

del lavoro, apprendimento della lingua italiana come L2 e dei processi storico-culturali,

linguistici e lessicografici innescati dalle migrazioni. Si tende a sottovalutare che molti

migranti compiono un vero e proprio trasferimento di principi organizzativi e competenze e

lo fanno con successo, perché capaci di operare in ambienti effettivamente multiculturali.

Migrare significa anzitutto trasferire in contesti diversi esperienze precedenti, conferire

significati nuovi ad antichi schemi di valore. Il Progetto Migrazioni si sviluppa considerando

la promozione della salute delle popolazioni migranti e le malattie legate alla povertà.

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Diventa interdipartimentale, coinvolgendo Istituti del Dipartimento Scienze Biomediche (ITB,

IBFM) e stabilendo partenariati con le Regioni e altri Enti di Ricerca vigilati dal MIUR (INRIM,

INDAM) e dal Ministero della Salute (INPM).

3.6 Innovazione e PMI nella società della conoscenza. L’innovazione riveste un ruolo critico

per lo sviluppo del tessuto produttivo italiano, caratterizzato dalla prevalenza di imprese di

piccole e medie dimensioni, sempre più minacciate dalla pressione competitiva dovuta ai

fattori di costo determinati dai Paesi emergenti (BRIC). Prima di tutto, il sistema produttivo

deve necessariamente riconfigurarsi: oltre alle produzioni di beni materiali, ormai

considerate a basso valore aggiunto, è necessario puntare su settori economici definiti

science-based e fondati su alti contenuti di conoscenza. La conoscenza è ormai considerata

la principale risorsa sia a livello aziendale sia di sistema Paese. La tecnologia e l’innovazione

acquisiscono un ruolo strategico ai fini della determinazione del vantaggio competitivo delle

imprese e dei Paesi. In un’economia basata sulla conoscenza e con l’accelerazione del

processo di globalizzazione, la competitività tra imprese e sistemi territoriali dipende in

maniera crescente dalle risorse intangibili, prevalentemente personal embodied e dalla

capacità di interazione e di partnership tra soggetti diversi. La competitività delle imprese

deve essere sostenuta dall’innovazione, non concepita come frutto di intuizioni occasionali

o processi fortuiti, ma come capacità distintiva dell’impresa, alimentata dalla creatività,

dalla capacità di generare nuove idee e risolvere nuovi problemi. Occorre comprendere le

condizioni sul piano strategico, organizzativo e gestionale che supportano lo sviluppo della

creatività e di processi di innovazione in grado di garantire la sopravvivenza e la

competitività delle PMI, una linea di ricerca caratterizzata da ricadute operative molto

rilevanti, anche alla luce dell’attuale congiuntura economica negativa. Si prevedono

importanti sinergie tra Istituti CNR con background economico, giuridico, statistico e sociale.

IV. RISORSE UMANE

La principale risorsa del DSU è rappresentata dalle persone che vi lavorano con il loro

patrimonio di competenze, il loro impegno e le loro idee: “La valorizzazione delle risorse

umane è lo strumento decisivo per svolgere con successo la missione del CNR, che è quella

di creare valore attraverso le conoscenze generate dalla ricerca” (CNR-Relazione sulla

gestione dell’esercizio finanziario 2007). La dimensione degli Istituti varia notevolmente: da

11 (IRSIG) a 95 (ISTC) addetti. Il costo complessivo (full cost) degli Istituti DSU è il seguente:

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entrate DIC 4.500.000, DPC 1.250.000; full costing DIC 12.700.00, DPC 7.500.000; risorse

macroaeree DIC 4,2% per il 7% ricercatori, DPC 2,5% per il 2,4% ricercatori, dunque DSU

6,7% per un totale di 9,4% ricercatori CNR (CNR-Bilancio di previsione 2012). Come noto, il

35% delle risorse a disposizione degli Istituti proviene da fonti esterne al CNR; la capacità di

attrarre finanziamenti dall’esterno varia molto tra gli Istituti DSU: per alcuni è modesta o

pari a zero, per altri raggiunge quote dell’ordine del 15-30% (ad esempio CERIS, ILC, IRAT,

ISPF, ISSM, ITTIG) e per uno (IRPPS) raggiunge il 50%.

4.1 Situazione finanziaria. Il CNR vive una situazione finanziaria difficile ed è verosimile che

il quadro non muti significativamente nell’immediato futuro – è il paradosso della ricerca

italiana, che conta su “straordinarie risorse umane, costrette spesso a combattere con mezzi

economici inadeguati e con apparati organizzativi non sempre in grado di corrispondere alle

esigenze della ricerca” (Simili/Paoloni-Storia del CNR 2001). Grande l’impegno anche al DSU

affinché affluiscano all’Ente finanziamenti esterni provenienti da fonti regionali, nazionali

(POR, PON) ed europee (FP7, H2020, Science Europe). Molto dipende dal vertice europeo

che si terrà il 22/23 novembre 2012, quando sarà discusso il bilancio UE per il periodo 2014-

2020.

4.2 Turnover. Gli Istituti DSU, come d’altra parte tutti gli Istituti CNR, soffrono del generale

processo d’invecchiamento del personale. Nel prossimo futuro lasceranno il servizio molti

ricercatori creando vuoti di competenze, che le assunzioni programmate copriranno

soltanto in parte. Occorre sviluppare iniziative per la formazione e il reclutamento di giovani

ricercatori preparati e qualificati, ai quali l’Ente possa offrire prospettive di carriera e

inserimento. Il DSU si impegna nella formazione dottorale e sostiene il sistema nazionale di

ricerca pubblica con l’adozione di forme di post-dottorato.

4.3 Prima e terza missione. Occorre mantenere un equilibrio dinamico tra ricerca pura e

applicata autodiretta (prima missione) e ricerca e servizi commissionati dall’esterno per il

trasferimento tecnologico (terza missione). La stessa esistenza del CNR è legittimata, dalla

sua fondazione nel 1923, dalla rilevanza sociale ed economica delle sue ricerche, che

spaziano dalla ricerca fondamentale all’innovazione per le imprese. La scarsezza di risorse

impone ai ricercatori un intenso impegno nel fund-raising, cosa che però non sempre risulta

funzionale alle loro attività di ricerca. Bisogna considerare con attenzione il rischio che ciò

sposti le attività degli Istituti verso tipologie consulenziali, nelle quali la componente

scientifica sia minoritaria o i vincoli alla pubblicazione dei risultati siano estrinseci.

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4.4 Seconda missione. Il DSU offre un’ottima struttura specialistica di domande e attività

non attivabili nelle università. Per questa ragione è auspicabile il rafforzamento delle azioni

intraprese fin dal 2003 dagli Istituti DIC e DPC per la formazione dottorale e post-dottorale

(seconda missione). In applicazione del Regolamento recante criteri generali per la disciplina

del dottorato di ricerca previsto dalla Legge Gelmini 240/2010, spetta al DSU l’istituzione di

corsi di dottorato a livello dipartimentale o interdipartimentale basati su progetti

interdisciplinari che prevedano investimenti in formazione, in convenzione con università

italiane e straniere, Enti di ricerca (SUM, INSR), le Regioni e il mondo imprenditoriale.

V. RETE

Il CNR collega la ricerca con il sistema produttivo nazionale in relazione funzionale con lo

Stato, che sviluppa le attività nazionali di ricerca, e con le Regioni, che finalizzano il processo

di innovazione nel loro territorio. Obiettivo prioritario del DSU è coordinare una rete

scientifica pensata e realizzata in funzione della migliore omogeneità possibile per progetti e

commesse. La specializzazione tematica e la dislocazione geografica spingono gli Istituti a

intrecciare rapporti scientifici e di collaborazione con entità di vario tipo, nazionali e

internazionali. È importante prevedere in futuro aggregazioni consorziali a livello UE,

intergovernativo e interuniversitario. L’obiettivo è dare corpo a un’ampia proposta italiana

per SSH/CH che faccia leva sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, ad

esempio per il Bando 2013 Transmitting and Benefiting from Cultural Heritage in Europe del

FP7.

5.1 Efficienza ed efficacia. Il DSU opera come una struttura leggera d’indirizzo strategico al

servizio dei ricercatori, che faccia perno sugli Istituti e non sia dunque un ulteriore

appesantimento burocratico. Per rendere incisiva l’offerta di ricerca, il DSU conta sulla

condivisione di competenze, infrastrutture e strumentazione scientifica.

5.2 Territorialità. Rientrano tra i compiti del DSU: (1) i rapporti con l’industria; (2) le

politiche per l’accorpamento tra Istituti, UOS, sedi di lavoro e l’ottimizzazione degli

insediamenti nelle Aree di ricerca; (3) la gestione di scuole di dottorato di ricerca; (4) il

coordinamento interministeriale e interistituzionale degli sforzi nazionali e regionali di

ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico; (5) i rapporti con le università e le Regioni.

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VI. TRASFERIMENTO TECNOLOGICO E DIVULGAZIONE SCIENTIFICA

Il trasferimento tecnologico del DSU è trasferimento di competenze e di collaborazione con

entità pubbliche e private, come pure trasferimento tecnologico centrato sui repositori,

biblioteche digitali, musei virtuali, città intelligenti, le competenze culturali, le migrazioni e

identità culturali, gli strumenti per l'alfabetizzazione informatica. Sono rapporti che in alcuni

casi producono entrate per l’Ente; in altri rappresentano il contributo dell’Ente alla

costruzione dell’infrastruttura pubblica necessaria allo sviluppo del patrimonio culturale

materiale e immateriale del Paese.

6.1 Clusters. Sebbene, per sua natura, il DSU non sia un Dipartimento ad alta vocazione

tecnologica, sono molti i possibili coinvolgimenti del DSU nelle attività del Bando Clusters.

Due le aree d’intervento individuate: (1) Tecnologie per gli ambienti di vita. Problemi socio-

economici legati al ridisegno dell’ambiente di vita domestico per garantire inclusione,

sicurezza, ecosostenibilità. (2) Tecnologie per Smart Communities. Modelli innovativi di

risoluzione integrata per problemi sociali di scala urbana e metropolitana (ad esempio:

mobilità, sicurezza e monitoraggio del territorio, education, health, beni culturali e turismo,

green cloud computing, energie rinnovabili ed efficienza energetica, giustizia).

6.2 Spin-Off.

“Si vuole promuovere la definizione di grandi progetti di ricerca e innovazione su temi strategici e in linea con H2020, con l’obiettivo di promuovere sinergie tra sistema produttivo, sistema di ricerca ed esigenze sociali. Lo scopo è spostare in avanti la frontiera dell’innovazione attraverso appalti innovativi e precommerciali per servizi di ricerca in modo da riuscire a sviluppare soluzioni industriali innovative non ancora disponibili sul mercato e che rispondono alle esigenze espresse dalle pubbliche amministrazioni” (Decreto Sviluppo 2012).

Nel 2012 sono attive al DSU sei joint ventures (PROMOS, Fondazione Ruberti, INNOVA,

CIVITA, Cultura e Innovazione, Venice International University) e due spin-off (DIDIMA,

lanciato nel 2009, ITD; TECNODIRITTO, lanciato nel 2007, ITTIG). Di grande auspicio è la

prossima costituzione del DATABENC (ancora nel 2012), al quale partecipano più di 60

soggetti, di cui 46 PMI, 4 grandi imprese, 9 centri di ricerca e 4 università, orientati a

costruire una network di relazioni capace di ibridare competenze relative alla conoscenza

integrata, al monitoraggio diagnostico, alla fruizione sostenibile del patrimonio culturale. Il

31 ottobre 2012, infine, è stato approvato il Regolamento per la costituzione e la

partecipazione del CNR alle imprese spin-off della Ricerca. Occorre puntare a nuove società

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di capitali create con l’obiettivo di valorizzare i risultati della ricerca condotta all’interno

della rete scientifica CNR e innescare proficue ricadute economiche e sociali.

6.3 Divulgazione scientifica. Lo sviluppo culturale e civile di un Paese si misura dal livello

generale di produzione e diffusione delle conoscenze scientifiche nei diversi strati sociali e

dalla conoscenza della terminologia e del metodo delle scienze. La conoscenza e l’uso

corretto di un linguaggio scientifico specialistico, anche semplice ma appropriato, deve

costituire un obiettivo per la divulgazione della cultura scientifica, e più in generale per

l’educazione linguistica dei futuri cittadini. In collaborazione con la Classe di Scienze Morali,

Storiche e Filologiche dell’Accademia Nazionale dei Lincei, il DSU elabora iniziative per

promuovere e diffondere le conoscenze scientifiche nelle loro più elevate espressioni nel

quadro dell’universalità della cultura, avvicinando i giovani al linguaggio scientifico e

favorendo lo sviluppo di una coscienza critica che miri all’oggettività della conoscenza.

VII. PRINCIPALI RIFERIMENTI

CERIS-CNR. Scienza e tecnologia in cifre: Statistiche sulla ricerca e l’innovazione. Roma: CNR, 2007. |CNR. Le Regole. Roma: CNR, 2005. | CNR. Istituti: Dati generali e attività: Identità culturale. Roma: CNR, 2005. | CNR. Istituti: Dati generali e attività: Patrimonio culturale. Roma: CNR, 2005. | CNR. Il sistema di classificazione delle competenze disciplinari al CNR. Roma: CNR, 2007. | CNR. Obiettivi, modalità e criteri per la valutazione degli Istituti del CNR. Roma: CNR, 2007. | CNR. Lo sviluppo delle risorse umane impegnate nel CNR. Roma: CNR, 2007. | CNR. Relazioni dei Dipartimenti RD 2008. Roma: CNR, 2008. | CNR. Articolazione regionale delle attività 2008. Roma: CNR, 2008. | CNR. Consiglio Scientifico Generale: Criteri di valutazione delle attività di ricerca in campo umanistico. Roma: CNR, 2009. | CNR. Relazioni degli Istituti 2010. Roma: CNR, 2010. | CNR. Rendiconto finanziario e conto consuntivo 2010. Roma: CNR, 2010. | CNR. Relazione sulla gestione dell’esercizio finanziario 2010. Roma: CNR, 2010. | CNR. Relazione sulle attività di ricerca dell’Ente. Roma: CNR, 2010. | CNR. Relazione programmatica del Presidente al bilancio di previsione 2010. Roma: CNR, 2010. | CNR. Piano triennale di attività del CNR 2010-2012. Roma: CNR, 2010. | CNR. Bilancio preventivo per l’esercizio finanziario 2012. Roma: CNR, 2012. | CNR. Documento di visione strategica 2012. Roma: CNR, 2012. | CNR. Bando Clusters. Roma: CNR, 2012. | CNR. Regolamento per la costituzione e la partecipazione del CNR alle imprese spin-off della Ricerca. Roma: CNR, 2012 | CNR. Piano triennale di attività del CNR 2013-2015. Roma: CNR, 2012. | De Mattei, Roberto. Il CNR e le scienze umane: Una strategia di rilancio. Roma: CNR, 2008. | Dompé, Sergio et al. Comitato di valutazione del CNR: Relazione sui risultati dell’attività di ricerca dell’Ente. Roma: CNR, 2010. | FP7. Transmitting and Benefiting from Cultural Heritage in Europe. Bruxelles: EU, 2012 | International Network for a Digital Cultural Heritage e-Infrastructure. Paris Declaration. Paris: EU, 2012. | MIUR. Horizon 2020: Ten Top Priorities of the Ministry of Education, University, and Research. 2012.| Palazzolo, Nicola. Le scienze umane tra ideologie e tecnologie: Per una riflessione sulla storia recente del CNR. Catania: CUECM, 2008. | Quadrio Curzio, Alberto. Riflessioni storico-programmatiche del Presidente. Rendiconti Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche, 407 (2010). | Repubblica Italiana. Decreto legislativo sul Riordino degli enti di ricerca. Gazzetta Ufficiale, 1 febbraio 2010. | Repubblica Italiana. Legge 240/2010: Norme in materia di organizzazione delle Università, di personale accademico e reclutamento. Gazzetta Ufficiale, 30 dicembre 2010. | Repubblica Italiana. Decreto Sviluppo. Gazzetta Ufficiale, 26 giugno 2012 | Settis, Salvatore. Italia S.p.A. Torino: Einaudi, 2002. | Simili, Raffaella/Paoloni, Giovanni. Per una storia del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Bari: Laterza, 2001.