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Home Contributi Didattici Corso di Laurea Specialistica Architettura UE Scienza della Rappresentazione 1 - Corso A Docenti Mario Docci Emanuela Chiavoni (responsabile) Carlo Bianchini Il Disegno dal vero Mario Docci, Diego Maestri Aspetti generali Il disegno dal vero è un settore della rappresentazione grafica, che comporta, per lo studente di ingegneria e di architettura, una lunga, quanto faticosa pratica, unita a un attento studio teorico, che lo metteranno in grado di affrontare la raffigurazione di temi apparentemente semplici, quali il paesaggio e l'architettura. Tale disciplina è, inoltre, fra le più entusiasmanti, fra le più ricche di sorprese e fra le più proficue per la formazione professionale. Di conseguenza e a maggior ragione esso appare fondamentale nella formazione degli studenti di architettura e di ingegneria. Esso li abitua nella pratica del disegno a mano libera, e questo solo fatto giustificherebbe la necessità di conoscere il disegno dal vero, ma li addestra anche alla rappresentazione grafica di soggetti architettonici e ambientali in relazione tra loro, alla capacità di osservazione e sintesi di quanto percepito, al processo di immediata selezione dei dati caratteristici in grado di definire un particolare architettonico, un contesto urbano o paesaggistico che sia. L'avvento della strumentazione informatica aveva ingenerato, in alcuni, l'illusione che si potesse apprendere il linguaggio grafico o acquisire la capacità di progettare e di analizzare l'architettura, la città e il territorio, senza passare attraverso un lungo ma appassionante tirocinio teorico-pratico. Pochi anni sono bastati per dimostrare non solo quanto infondate fossero queste convinzioni, ma anche quanto fosse importante il ruolo del disegno, e di quello a mano libera e dal vero in particolare, nella progettazione architettonica e in quello dell'assetto territoriale, per la formazione dei futuri architetti e ingegneri. Si Figura 1

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Scienza della Rappresentazione 1 - Corso ADocentiMario DocciEmanuela Chiavoni (responsabile)Carlo Bianchini

Il Disegno dal vero

Mario Docci, Diego Maestri

Aspettigenerali

Il disegno dal vero è un settore dellarappresentazione grafica, che comporta, per lostudente di ingegneria e di architettura, unalunga, quanto faticosa pratica, unita a unattento studio teorico, che lo metteranno ingrado di affrontare la raffigurazione di temiapparentemente semplici, quali il paesaggio el'architettura. Tale disciplina è, inoltre, fra le piùentusiasmanti, fra le più ricche di sorprese e frale più proficue per la formazione professionale.Di conseguenza e a maggior ragione essoappare fondamentale nella formazione deglistudenti di architettura e di ingegneria. Esso liabitua nella pratica del disegno a mano libera, equesto solo fatto giustificherebbe la necessità diconoscere il disegno dal vero, ma li addestraanche alla rappresentazione grafica di soggettiarchitettonici e ambientali in relazione tra loro,alla capacità di osservazione e sintesi di quantopercepito, al processo di immediata selezionedei dati caratteristici in grado di definire unparticolare architettonico, un contesto urbano opaesaggistico che sia.L'avvento della strumentazione informaticaaveva ingenerato, in alcuni, l'illusione che sipotesse apprendere il linguaggiografico o acquisire la capacità di progettare e dianalizzare l'architettura, la città e il territorio,senza passare attraverso un lungo maappassionante tirocinio teorico-pratico. Pochianni sono bastati per dimostrare non soloquanto infondate fossero queste convinzioni,ma anche quanto fosse importante il ruolo deldisegno, e di quello a mano libera e dal vero inparticolare, nella progettazione architettonica ein quello dell'assetto territoriale, per laformazione dei futuri architetti e ingegneri. Si

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può certamente dire che, comunque, non tutti igrandi progettisti sono stati dei valentidisegnatori a mano libera, ma tutti hannodisegnato a mano libera e dal vero, tutti si sonoserviti di questo mezzo di analisi per osservare,comprendere e progettare. Appunti diarchitettura, taccuini di viaggio, schizzi dal vero,costituiscono, com'è noto, patrimonio comunedi architetti e ingegneri dei secoli passati e diquesto (figura 1).Se acquisito, come dovrebbe essere,contemporaneamenteall'insegnamento del disegno di progetto e dellageometria descrittiva, la sua carica formativaaumenta di molto in quanto lo studente èportato, naturalmente, a operare con cognizionedi causa, con fondamenti scientifici e secondoun'ottica pertinente al progettista.Per tutta una serie di opere: progettazionearchitettonica edi infrastrutture, interventi di conservazione,rilevamento edilizio e urbano, il disegno dalvero costituisce, infatti, il primo insostituibileapproccio e strumento di conoscenza.L'immagine colta ed eseguita sul posto, adiretto contatto con il soggetto, qualunque essosia, consente di trascrivere informazioni e datideducibili dalla realtà, eliminando ciò che nonserve per particolari fini (figura 2).Per quanto minuziosa sia l'immagine prodottasul posto,alla base vi è sempre un processo di selezione,che consente di evidenziare ciò che interessa: èquesto, forse, l'aspetto più interessante,formativo e carico di conseguenze del disegnodal vero. Il disegnatore, infatti, è continuamenteportato a cimentarsi con la realtà che locirconda e soprattutto a confrontarsi con sestesso, con la sua capacità di osservazione, dianalisi e di sintesi, oltre che con la sua abilitàtecnica (figura 3). Prova ne sia che uno stessosoggetto reale, osservato da una medesimaangolazione e nelle stesse condizioni diluminosità, è visto e graficizzato in tanti modi,quanti sono coloro che lo rappresentano. Equesto, non solo perché il disegno ècomprensione eanalisi individuale della realtà, ma anche perchédipende da vari altri fattori soggettivi, come lapreparazione teorica, la dimestichezza con levarie tecniche grafiche, la conoscenza deimetodi di rappresentazione, il modo di usaremateriali e strumenti, di percepire la realtà ecc.Naturalmente, il disegno essenziale, dal puntodi vista formativo, per l'ingegnere e perl'architetto, è quello in cui il significato, lachiarezza di lettura, i simboli e le convenzionigrafiche prevalgono sulla ricerca dell'apparenzanaturale e sugli effetti illusori. Ciò porta,ovviamente, a illustrare e a circoscrivere il tipodi disegno dal vero che più si conviene per laformazione del progettista. Da non privilegiaresono, da un lato, il disegno di tipo realistico,quasi fotografico, che ha per fine effetti

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«illusionistici» e lettura immediata, e che tendea creare, nell'osservatore, un alto grado dievocazione della realtà considerata; dall'altro, ildisegno condizionato da una forte caricasimbologica, che considera uno o più aspettidella realtà e li graficizza secondo un linguaggiospecifico. Il primo, che fa della ricercadell'apparenza naturalistica e dell'esaltazionedegli aspetti esteriori, i parametri essenzialidell'immagine, appare di facile comprensioneda parte di chiunque, mentre il secondoabbisogna della conoscenza di particolari chiavidi lettura, da parte dell'osservatore. Il primo,inoltre, si basa sulla ricerca di una facileemozione visiva, mentre il secondo tende allatrasmissione di specifici significati, accessibilisolo a chi ha la possibilità di decodificare i segnie i simboli.Tra questi due estremi si colloca il disegno dalvero essenziale per gli studenti di ingegneria earchitettura. L'aderenza al vero avviene non inrelazione all'esaltazione dell'abilità manuale edegli effetti naturalistici, quanto in seguito a unacorretta impostazione prospettica, a una resagrafica senza ambiguità, ad adeguati rapportitonali e alla corretta posizione e proporzione trai vari elementi raffigurati e, in sostanza, essa siconfigura come scelta di uno di strumentoanalitico in grado di rispondere a determinatedomande, quando si sia constatata la necessitàd'esecuzione del grafico stesso. In pratica, ognidisegno deve costituire la risposta a un perchéche ci si è posto, percomprendere un aspetto o una parte dellarealtà che ci circonda. Il disegno dal vero ponecome condizione fondamentale il contattodiretto con l'architettura o il paesaggio dagraficizzare, la scelta del sistema di segnicapaci di tradurre i caratteri della realtà inun'immagine e l'esame delle forme, delleproporzioni, della posizione, della luce ecc., diogni cosa, per arrivare a una sintesi graficafortemente caratterizzata (figura 4). Il fine èquello di pervenire all'essenza delle cose con ilminor numero di segni e, quindi, con la maggiorsemplificazione possibile e per raggiungerequesto fine, il disegno è uno degli strumenti piùimportanti. L'essenza delle cose non puòessere resane da una fotografia, ne da alcun altrostrumento in grado di ricreare, direttamente oindirettamente, immagini.In questo settore il disegnatore deve elaborareun propriocodice di segni, di modi di graficizzare, di fasioperative, che gli permettano di entrare insintonia con la realtà, per trascriverne lecaratteristiche sostanziali. Egli deve, inoltre,osservare attivamente e criticamente la realtàper raffigurarla, e utilizzare, nello stesso tempo,le conoscenze tecniche acquisite, cogliere leforme primarie e secondarie delle cose, la lorodisposizione nello spazio e nell'immagine,valutare le differenze tonali che danno effetti di

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profondità e di chiaroscuro, apprendere adisegnare rapidamente e sinteticamente le variecose.Dal disegno a fil di ferro, dalla resa di forme,superfici e contorni mediante toni e tessituregrafiche, fino all'arricchimento costante delproprio bagaglio di segni e di tecniche, tuttodiviene essenziale per comprendere undettaglio architettonico, il rapporto architetturaconfigurazione urbana o paesaggio (figura 5).Percezione e immediata resa grafica sonoacquisibili, però, solo attraverso un continuotirocinio grafico sull'architettura,sull'ambiente, sui materiali e sui fenomeninaturali.Il disegno dal vero è rappresentazione,visualizzazione critica, comunicazione, maquesto ovvio asserto è proprio l'aspetto piùdifficile da realizzare, in quanto, solo dopomolto tempo, si acquista quella capacità diosservazione e d'esecuzione e quella prontezzadi lettura della realtà che consentono di tradurrela realtà osservata in un'immagine densa disignificati e in grado di trasmettere, a chi guardail disegno, la relazione instauratasi tra realtà edisegnatore.Proprio in quanto modello soggettivo di unarealtà semprediversa e mutevole, il disegno dal vero è fruttodi un complesso insieme di analisi delle forme,di applicazione immediata di concettigeometrici, di valutazione tonale, di selezionedei caratteri, di conoscenza delle tecnichegrafiche e, ovviamente, di coscienza critica(figura 6).Pochi segni, tracciati rapidamente da un grandedisegnatore, possono essere più esaurienti diuna lunga descrizione (figura 7), sintetizzareun'architettura meglio di una immaginerealistica, ricreare la grandiosità di un contestourbano, il complesso rapporto tra edificimonumentali, verde urbano e architettureminori.Pochissime linee di contorno apparente,qualche elemento architettonico appenaaccennato, rade macchie di colore, piùsuggerite che delineate, possono costituire ungrafico altamente espressivo e ricco disuggestioni culturali (figura 8).La resa grafica dei vari elementi raffiguraticostituisce patrimonio individuale deldisegnatore; ogni disegnatore,quindi, deve costruirsi, nel tempo, un propriobagaglio di segni, per rappresentare non solo imateriali da costruzione e i particolariarchitettonici, ma anche gli elementi naturali,come fiumi, alberi, rocce ecc. (figure 9-12).Come sostiene L. Vagnetti: «Ci sono dei fatti inNatura che nessuna scienza del disegno, perquanto rigorosa e approfondita, potrà maiindagare e studiare, perché questi fatti siesplicano a mezzo di fenomeni la cuipercezione e il cui studio non sopportano ilbinario di alcuna teoria scientifica. Ed è appunto

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binario di alcuna teoria scientifica. Ed è appuntolo studio del Disegno dal Vero che permette diavanzare la nostra indagine e la nostra ricercasu alcuni di quei fatti e di quei fenomeni, la cuiesistenza un buon Architetto non può ne devein alcun caso ignorare.Fatti e fenomeni che non potrebbero essereindagati, studiati e riconosciuti con alcun altromezzo che non sia quello offerto dalla nostradisciplina. I fatti e i fenomeni cui intendoalludere sono strettamente connessi con lostudio della forma e del volume, che ognipersona esperta in materia dovrà riconoscerecome fondamentale e indispensabile fattoredella preparazione coscienziosa dell'Architetto,(Vagnetti, 1957, p. 2).In pratica il disegno dal vero permette diosservare cometutte le cose cambino in relazione allaluminosità, alla distanza dal punto di vista e allavicinanza con altri elementi; consente dicomprendere che i segni non sono mai fine a sestessi, che il fare e la tecnica non debbonoprevalere sull'osservazione e sulla trascrizionedei significati. I segni, infatti, devono esprimereconcetti, così come la tecnica va utilizzata peresprimere, con semplicità e chiarezza, il fineper cui è stato eseguito il disegno.

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Metodologiaoperativa

Sostanzialmente, la metodologia applicativa perla realizzazione di un disegno dal vero consta diquattro fasi principali, sia che si tratti di ritrarreun particolare architettonico o un ambiente

urbano, sia che si scelga di raffigurare unpaesaggio più o meno antropizzato. Occorredire subito, però, che chi si avvicina al disegnodal vero, specie durante le prime esperienze, èpiù portato verso la scelta di temi architettonici,vuoi perché li ritiene più consoni all'ambienteche lo circonda, vuoi per la dimestichezza conle forme costruite piuttosto che con le formenaturali. Si è constatato, in realtà, che si puòaffrontare il disegno dal vero di un paesaggiosolo dopo un sia pur breve tirocinio graficomediante il quale, partendo da semplici temiarchitettonici, gradatamente si passa a soggettiche prevedano la presenza di elementi arboreie naturali in quantità sempre maggiore.La prima fase, dunque, è quella della scelta delpunto di vista e del relativo cono ottico, rispetto alsoggetto e agli elementi principali darappresentare. Se possibile, questi ultimi devono essere visti da un'angolazionecaratterizzante: a «un solo punto di fuga»(prospettiva frontale), a «due punti di fuga»(prospettiva accidentale con quadro verticale) oa «tre punti di fuga» (prospettiva con quadrodisposto obliquamente rispetto agli oggetti), inmodo da avere un tipo di immagine ben definitae di facile lettura. Questi accorgimentipermettono, normalmente, di far rientrare leeventuali rette di costruzione geometrico-prospettica, nell'ambito del foglio a disposizionee consentono, pertanto, un più facile controllodell'immagine. Conviene, inoltre, individuare ilpiano orizzontale di riferimento che, inprospettiva, si è chiamato geometrale, ondevalutare meglio l'impostazione generaledell'area, urbana o territoriale, da riprendere.Per la redazione dei primi grafici, può essere diaiuto una cornice di cartoncino (figura 13), concui delimitare materialmente il soggetto,individuare delle linee orizzontali e verticali diriferimento, in corrispondenza di particolarisignificativi e, se si tratta di un paesaggiomorfologicamente, complesso e ricco diinsediamenti urbani o della veduta di una città,avere a disposizione una planimetria, sullaquale indicare il punto di vista scelto, l'ampiezzadel cono ottico e l'asse visivo, oltre aevidenziare gli elementi principali.La seconda fase concerne la delimitazione delsettore daraffigurare, il tracciamento della linead'orizzonte, la sceltadegli elementi da valorizzare, l'individuazionedei punti difuga fondamentali e la determinazione dellaposizione, nellarealtà e nell'immagine, delle parti piùsignificative (figura14). Grande cura va posta nella disposizione,sul foglio,della retta d'orizzonte, costituitadall'intersezione ideale delpiano orizzontale, passante per l'occhio, con il

Figura 13

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piano di quadro (foglio su cui si disegna). Sideve tenere presente che tale linea d'orizzontesi abbassa e si alza, in dipendenza dei nostrispostamenti altimetrici, mentre resta fissa, se cisi sposta su un piano orizzontale. Per effetto diquesto e di altri fattori già considerati quando siè trattato della prospettiva, si può avere unaprospettiva dal basso, ad altezza d'uomo oaerea. Più si sale, più si alza l'orizzonte emaggiore è l'area che può essere osservatatutt'attorno.In questa fase si debbono definire anche ilpiano geometrale, i primi piani, i secondi e lazona di sfondo, il soggetto principale, gli,elementi al contorno e la struttura dei varielementi, oltre ad appuntare gli schemistrutturali e i volumi fondamentali dei varielementi rappresentati, facendo attenzione allaconvergenza, nel loro punto di fuga, dei piùimportanti fasci di rette parallele presenti (figura15). In relazione al fatto che i fasci di rette sianorivolti verso l'alto, verso il basso o dispostiorizzontalmente, il relativo punto di fuga sitroverà, rispettivamente, sopra, sotto osull'orizzonte ed esso può esseresinteticamente determinato applicando le regoledella prospettiva e valutando i rapportidimensionali e di posizione fra i vari oggetti darappresentare. La corretta definizione deldisegno, quale modello critico, finalizzato, dellarealtà, si basa tanto sui concetti della proiezionecentrale, quanto sull'attenta lettura di ciò che siosserva. Una buona impostazione prospetticanon solo è utile, infatti, a chi esegue il disegnoma consente a chi poi lo osserverà, di collocarsiidealmente nel corretto punto di vista da cui èstata eseguita la rappresentazione, di coglierecon facilità i rapporti tra le varie parti, di valutarela profondità e ledimensioni degli oggetti con cognizione dicausa (figura 16).Se si tratta di un paesaggio, l'orografia, lavegetazione, lecolture, la forma dei campi, le strade, i fiumi, icentri abitatiecc., vanno graficizzati secondo precisi rapportie codici grafici; per quanto riguarda i primi, vaspecificato che non si tratta solo di rapportidimensionali, ma di relazioni tra causa edeffetto, che il disegnatore deve imparare aconoscere. Così, ad esempio, esistono rapportitra la presenza di acque e la densità egrandezza della vegetazione; l'aspettosuperficiale del suolo è da mettere in relazionecon la sua formazione, la struttura delsottosuolo, la quota, l'esposizione e altri fattoriancora; per ciò che concerne i codici grafici, si ègià detto che ognuno deve,mediante la conoscenza delle proprie qualità edei propri limiti, formarsi un insieme di segni,con cui graficizzare cose e fenomeni. Si puòaggiungere che questo insieme di segni e dimodi di disegnare è esemplificabile solo in lineadi massima, in quanto dipende da fattori

Figura 15

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individuali; non può costituire un limite, perché,con l'aumentare dell'esperienza miglioracontinuamente la resa dell'essenza delle cose;ne può considerarsi definito, essendo inrelazione diretta con la «scala dirappresentazione» e con altri parametriestremamente mutevoli e non definibili, come lecondizioni climatiche, il grado di percezione e dipreparazione tecnica, il tempo a disposizione, lacapacità di sintesi ecc.In altre parole, il segno non costituisce unelemento fisso, ma deve esprimere un modellodell'oggetto o del fenomeno che si disegna. Ciòdipende dalla valentia del disegnatore, dallasua capacità di tradurre le cose in segni, dischematizzare le forme. Se si tratta del disegnodi un'architettura o di un ambiente urbano,invece che di un paesaggio, cambiano i soggettie la loro resa grafica, ma non i principi che sonoalla base della rappresentazione.Rapporti di causa-effetto e dimensionali,morfologia dei vari elementi, resa grafica deidettagli in primo piano, valori tonali e relazionestruttura-forma si ritrovano, naturalmente,anche in questi casi.La terza fase è quella della definizione linearedei principali elementi, di quelli cioè, chedefiniscono la profondità, e della stesura deivalori tonali di base.Quanto al primo punto, pur sapendo che nellarealtà non visono linee, almeno così come le intendiamograficamente, tuttavia linee di contornoapparente, profili e spigoli possono essere usatiproficuamente, in questa fase, come linee guidanella trascrizione di volumi geometrici o disuperfici qualsiasi.Mediante linee interne e profili, si possono dareinformazioni basilari su qualsiasi oggetto;spesso, anzi, la forza del segno lineare è cosìevidente, da definire compiutamente un'interascena.Nella linea, sia lo studente, sia l'espertodisegnatore, trovano la possibilità di calibrare ogni segno, infunzione dell'importanza che esso rivestenell'ambito dell'intera raffigurazione.La rapidità e la forza con cui viene tracciata lalinea e la variabilità del suo spessorecontribuiscono a renderla vitale ed espressiva.Nella figura 17, ad esempio, pochissime lineesono sufficienti per definire il rapportoarchitettura-paesaggio, per sintetizzareun'atmosfera e determinare un preciso contestoambientale. La grana stessa del bastoncino digrafite a sezione quadrata, nei tratti di largospessore, contribuisce a rendere il caratteredegli elementi naturali raffigurati. In questa fasevengono definiti gli elementi di primo piano, ilsoggetto o la scena fondamentale, oltre a quellidi contorno e di sfondo.Mediante linee, tracciate coerentemente con gli

Figura 18

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schemi strutturali della seconda fase, si devedar forma a ogni cosa.L'ultima fase concerne la rappresentazione deimateriali, deidettagli architettonici e paesaggistici, la resa deivalori tonali,da quelli in piena luce a quelli più scuri (figura18). È, questa, l'operazione più difficile, inquanto la precisa definizione delle forme, laricerca della giusta luminosità e dell'aspettosuperficiale dei particolari può condurre a unapesantezza grafica che mal s'addice a questotipo di grafici; è meglio, dunque, un graficorealizzato con semplici linee o, come si dice, «afil di ferro», piuttosto che un disegnoeccessivamente naturalistico.Nella resa dei particolari e dell'aspettosuperficiale dei vari elementi, divieneimportante anche il modo in cui vengonotracciati i segni e il loro andamento. Per renderela sagoma di una modanatura di pietra,l'andamento dei piani di formazione di unalastra di travertino, la superficie di un concio digranito trattato con la bocciarda, il segno deveassumere forme particolari e deve esseretracciato in un certo modo; ogni disegnatore,come si è detto, elabora propri schemi grafici,che via via approfondisce e arricchisce (figura19).Lo stesso, e a maggior ragione, avviene per larappresentazione della vegetazione e di altrielementi naturali che, spesso, per la loroessenza, hanno forme non sempre facilmenteriducibili a schemi geometrici o presentano variproblemi di costruzione e definizione di dettaglio(figure 20 e 21).Naturalmente, le quattro fasi, descritteseparatamente perfini didattici, nel disegnatore esperto si fondonoe tendono adivenire una sola operazione. Quando siosserva un disegnatore al lavoro, ciò che sivede, in pratica, non è altro, apparentemente,che la stesura della prima e della quarta fase e,a volte, solo di quest'ultima, in quanto tutto ciòche la precede avviene implicitamente e ciò chesi materializza, è il risultato dell'intero processocreativo.Altrettanto avviene per quanto riguarda ladefinizione lineare delle cose, che non sempreviene conservata, anzi, spessoessa viene dissolta nell'effetto tonale del pianoo della superficie (figura 22). Spesso, ildisegnatore ottiene forma, dimensione eluminosità di un elemento, senza nemmeno«disegnarlo», ma solo operando sugli effettidella luce e delle ombre, oppure facendorisaltare, in determinate zone, l'aspettosuperficiale della materia.In simbiosi con la realtà, i grafici che meglioesprimono l'essenza delle cose sono quelli incui le forme non sono perfettamente delineate,ma risultano in virtù del gioco di luci e ombre

Figura 20

Figura 21

Figura 22

Figura 23

ma risultano in virtù del gioco di luci e ombre

che il disegnatore crea, derivano dai caratterisignificativi, messi in luce ed esaltati, e sipalesano grazie anche al trattamento dielementi secondari (figura 23). Lo stesso puòdirsi della rappresentazione di fenomeninaturali, come la pioggia, il vento, la nebbia, laneve ecc. che, spesso, vengono raffigurati nonin se stessi, ma in virtù delle azioni da essiprodotte sui materiali e sulle cose. Un colpo divento, una burrasca, un'architettura riflessanell'acqua, un paesaggio dopo una nevicata(figura 24) o sotto la pioggia sono temi graficiche, solo dopo molta sperimentazione, possonoessere affrontati con un certo successo.D'altronde, questo tipo di esercizio è di grandeaiuto, per mettere a punto due aspettifondamentali del disegnare: il primo, è quellodell'approfondimento della resa grafica e dellacapacità di analisi; il secondo, è proprio deldisegnare, senza schemi precostituiti, le infiniteforme naturali, mediante la comprensionerapida di esse e la loro codificazione immediata.

Figura 24