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Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu” Provincia di Cagliari – Assessorato all’Ambiente e Difesa del Territorio Ufficio Protezione Fauna Selvatica e Caccia - 121 - TESTUDO MARGINATA (Schoepff, 1792) Testudo marginata Ordine: Testudines Famiglia: Testudinidae Habitat e abitudini: Gli habitat della testuggine marginata sono tipicamente mediterranei, compresi nella zona fitoclimatica del Lauretum e caratterizzati da un inverni miti con precipitazioni moderate ed estati aride con temperature elevate. Questa specie trova rifugio e nutrimento nella vegetazione bassa cespugliosa della gariga, gli arbusti della macchia mediterranea e nel sottobosco fino a quota collinare temperata. In Sardegna gli habitat in cui sono ancora possibili dei ritrovamenti e sono presenti dei gruppi vitali sono le dune sabbiose costiere ricche di vegetazione, le pinete costiere di pini mediterranei con sottobosco di arbusti mediterranei, le leccete e le sugherete. Si incontrano esemplari in aree destinate all'uso agricolo quali gli: oliveti, agrumeti e vigneti. La marginata è un animale a sangue freddo, regola quindi la sua temperatura esponendosi ai raggi del sole o riparandosene quando le temperature sono troppo alte. All'arrivo dei mesi freddi si cerca un rifugio fra la vegetazione, magari interrandosi parzialmente, dove rimarrà immobile fino alla Primavera. In Sardegna è spesso possibile che alcune giornate di Dicembre siano inaspettatamente calde e che le tartarughe interrompano momentaneamente il loro letargo per esporsi qualche ora ai raggi del sole. Lo stesso può avvenire nel mese di Febbraio e negli altri periodi dell'anno caratterizzati dall'instabilità delle temperature e dalla variabilità del tempo Fattori di minaccia: Deterioramento dell’habitat Incendi Agricoltura intensiva Catture da parte dell’uomo Competizione con specie esotiche importate Stato di conservazione: È inserita nella Lista Rossa come a più basso rischio - minima preoccupazione (LC). Normativa di riferimento per la tutela e la conservazione: Convenz. di Berna, All; Dir.CEE 43/92 All. II e all. IV; Legge Regionale 29 luglio 1998, n° 23. Misure di conservazione idonee o auspicabili E5 Divieto di introduzione di specie animali o vegetali alloctone; E6. Divieto di disturbare, danneggiare, catturare o uccidere animali, raccogliere o distruggere i loro nidi, tane e giacigli, fatte salve le attività previste dal piano del pSIC, gli interventi di carattere igienico-sanitario e

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TESTUDO MARGINATA (Schoepff, 1792)

Testudo marginata

Ordine: Testudines

Famiglia: Testudinidae

Habitat e abitudini: Gli habitat della testuggine marginata sono tipicamente mediterranei, compresi nella

zona fitoclimatica del Lauretum e caratterizzati da un inverni miti con precipitazioni moderate ed estati aride

con temperature elevate. Questa specie trova rifugio e nutrimento nella vegetazione bassa cespugliosa

della gariga, gli arbusti della macchia mediterranea e nel sottobosco fino a quota collinare temperata. In

Sardegna gli habitat in cui sono ancora possibili dei ritrovamenti e sono presenti dei gruppi vitali sono le

dune sabbiose costiere ricche di vegetazione, le pinete costiere di pini mediterranei con sottobosco di

arbusti mediterranei, le leccete e le sugherete. Si incontrano esemplari in aree destinate all'uso agricolo

quali gli: oliveti, agrumeti e vigneti.

La marginata è un animale a sangue freddo, regola quindi la sua temperatura esponendosi ai raggi del sole

o riparandosene quando le temperature sono troppo alte. All'arrivo dei mesi freddi si cerca un rifugio fra la

vegetazione, magari interrandosi parzialmente, dove rimarrà immobile fino alla Primavera.

In Sardegna è spesso possibile che alcune giornate di Dicembre siano inaspettatamente calde e che le

tartarughe interrompano momentaneamente il loro letargo per esporsi qualche ora ai raggi del sole. Lo

stesso può avvenire nel mese di Febbraio e negli altri periodi dell'anno caratterizzati dall'instabilità delle

temperature e dalla variabilità del tempo

Fattori di minaccia:

Deterioramento dell’habitat

Incendi

Agricoltura intensiva

Catture da parte dell’uomo

Competizione con specie esotiche importate

Stato di conservazione:

È inserita nella Lista Rossa come a più basso rischio - minima preoccupazione (LC).

Normativa di riferimento per la tutela e la conservazione:

Convenz. di Berna, All;

Dir.CEE 43/92 All. II e all. IV;

Legge Regionale 29 luglio 1998, n° 23.

Misure di conservazione idonee o auspicabili

E5 Divieto di introduzione di specie animali o vegetali alloctone;

E6. Divieto di disturbare, danneggiare, catturare o uccidere animali, raccogliere o distruggere i loro nidi,

tane e giacigli, fatte salve le attività previste dal piano del pSIC, gli interventi di carattere igienico-sanitario e

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la ricerca scientifica, eseguiti dal ente gestore ovvero dallo stesso autorizzati;

E9. Divieto di prendere e detenere uova, nidi e piccoli nati di mammiferi, uccelli, anfibi e rettili

appartenenti alla fauna selvatica, salvo che nei casi previsti all'articolo 6 della L.R. 23/98.

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TESTUDO HERMANNI (Gmelin 1789)

Testuggine comune

Ordine: Testudines

Famiglia: Testudinidae

Habitat e abitudini: l’Habitat della T. hermanni è il medesimo della T. marginata. È un animale eterotermo e

nelle prime ore della giornata si espone al sole per innalzare la temperatura corporea ed attivare le funzioni

metaboliche. Raggiunta la temperatura corporea necessaria per l'attivazione degli enzimi atti alla digestione

si dedica alla ricerca del cibo. Con temperature atmosferiche superiori ai 27°C diventa apatica e cerc a

refrigerio scavando piccole buche al riparo della vegetazione bassa o riparandosi in piccoli anfratti. Con la

discesa delle temperature si ha la ripresa dell'attività. Le Testudo hermanni sono animali solitari: non vivono

in gruppi, non formano coppie fisse e non forniscono cure parentali

Fattori di minaccia:

Deterioramento dell’habitat

Incendi

Agricoltura intensiva

Catture da parte dell’uomo

Competizione con specie esotiche importate

Stato di conservazione:

È inserita nella Lista Rossa come a più basso rischio ma prossimo alla minaccia e vicina alla qualifica di

vulnerabile (LR/nt).

Normativa di riferimento per la tutela e la conservazione:

Convenz. di Berna, All

Dir.CEE 43/92 All. II e all. IV;

Legge Regionale 29 luglio 1998, n° 23.

Misure di conservazione idonee o auspicabili

E5 Divieto di introduzione di specie animali o vegetali alloctone;

E6. Divieto di disturbare, danneggiare, catturare o uccidere animali, raccogliere o distruggere i loro nidi,

tane e giacigli, fatte salve le attività previste dal piano del pSIC, gli interventi di carattere igienico-sanitario e

la ricerca scientifica, eseguiti dal ente gestore ovvero dallo stesso autorizzati;

E9. Divieto di prendere e detenere uova, nidi e piccoli nati di mammiferi, uccelli, anfibi e rettili

appartenenti alla fauna selvatica, salvo che nei casi previsti all'articolo 6 della L.R. 23/98.

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TESTUDO GRAECA (Linnaeus, 1758)

Testuggine greca

Ordine : Testudines

Famiglia : Testudinidae

Habitat e abitudini: Gli habitat della tartaruga greca variano molto a seconda della sottospecie ma in

generale sono tipicamente mediterranei, compresi nella zona fitoclimatica del Lauretum e caratterizzati da

inverni miti con precipitazioni moderate ed estati secche con temperature elevate. Questa specie trova

rifugio e nutrimento nella vegetazione bassa cespugliosa della gariga, fra gli arbusti della macchia

mediterranea e nel sottobosco fino a quota collinare temperata. E’ più rara e localizzata rispetto a T.

hermannii. Come le altre testuggini ha abitudini diurne, onnivora ma prevalentemente erbivora. Durante

l’inverno trascorre un periodo di latenza in una buca nel terreno, in prossimità di cespugli e/o arbusti; in

coincidenza di giornate particolarmente calde, può interrompere più volte il letargo.

Fattori di minaccia:

Deterioramento dell’habitat

Incendi

Agricoltura intensiva

Catture da parte dell’uomo

Competizione con specie esotiche importate

Stato di conservazione:

È inserita nella Lista Rossa come vulnerabile (VU A1cd).

Normativa di riferimento per la tutela e la conservazione:

Convenz. di Berna, All II;

Dir.CEE 43/92 All. II e all. IV;

Legge Regionale 29 luglio 1998, n° 23.

Misure di conservazione idonee o auspicabili

E5 Divieto di introduzione di specie animali o vegetali alloctone;

E6. Divieto di disturbare, danneggiare, catturare o uccidere animali, raccogliere o distruggere i loro nidi,

tane e giacigli, fatte salve le attività previste dal piano del pSIC, gli interventi di carattere igienico-sanitario e

la ricerca scientifica, eseguiti dal ente gestore ovvero dallo stesso autorizzati;

E9. Divieto di prendere e detenere uova, nidi e piccoli nati di mammiferi, uccelli, anfibi e rettili

appartenenti alla fauna selvatica, salvo che nei casi previsti all'articolo 6 della L.R. 23/98.

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BUFO VIRIDIS (Laurenti 1768)

Famiglia :Bufonidae

Ordine : Anura

Habitat ed ecologia: E' una specie relativamente termofila ,nonostante lo si possa trovare fino ai 1200 m. di

altitudine, predilige le zone costiere, favoriti anche dal fatto che è eurialino e può riprodursi anche in acque

salmastre; frequenta sia gli ambienti umidi che quelli agricoli e la macchia mediterranea, ove vi siano pozze

e acquitrini o corsi d’acqua; si possono incontrare comunque anche a notevoli distanze dall’acqua. E’ una

specie non spiccatamente notturna, gli individui escono anche durante il giorno, in particolare durante le

piogge. Se maneggiato, il rospo smeraldino emette una secrezione con odore di aglio e/ una secrezione

lattescente e irritante.

Fattori di minaccia: La specie è minacciata dalla perdita dell'habitat dovuta all’utilizzo delle risorse idriche,

dall’uso di diserbanti e pesticidi in agricoltura.

Stato di conservazione:

È inserita nella Lista Rossa come a più basso rischio - minima preoccupazione (LC).

Normativa di riferimento per la tutela e la conservazione:

Convenz. di Berna All. II ; Dir.CEE 43/92 All. IV.

Misure di conservazione idonee o auspicabili

E1. Azioni mirate all’eliminazione dei detriti che interrompono la continuità del corso d’acqua.

F2. Divieto di attuare interventi che modifichino il regime o la composizione delle acque;

E9. Divieto di prendere e detenere uova, nidi e piccoli nati di mammiferi, uccelli, anfibi e rettili

appartenenti alla fauna selvatica, salvo che nei casi previsti all'articolo 6 della L.R. 23/98.

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EUPROCTUS PLATYCEPHALUS (Gravenhorst, 1829)

Euprotto Sardo

Ordine: Urodela

Famiglia: Salamandridae

Habitat e abitudini: E’ una specie solitaria che vive nei corsi d’acqua permanenti, limpidi con fondo roccioso,

sabbioso o misto, per lo più privi di vegetazione e con deboli correnti. Durante l’inverno va in letargo e nella

stagione più calda va incontro ad una sorta di latenza estiva. In primavera ed in autunno si può trovare sotto

i sassi e i detriti dei torrenti o lungo le sponde. Sia le larve che gli adulti sono predatori e si cibano in

prevalenza della fauna macrobentonica, ma anche di grossi insetti. La specie viene a sua volta predata da

bisce d’acqua e trote fario.

Fattori di minaccia:

Introduzione di specie ittiche alloctone

Prelievi idrici eccessivi dai laghetti collinari e montani

Perdita di habitat

Inquinamento delle acque ed introduzione di competitori.

Stato di conservazione:

È inserita nella Lista Rossa come specie in pericolo

Normativa di riferimento per la tutela e la conservazione:

Convenzione di Berna allegato II;

Dir. CEE 43/92 All. IV;

Legge Regionale 29 luglio 1998, n° 23.

Misure di conservazione idonee o auspicabili

E7. Divieto di ripopolamenti e reintroduzioni di specie faunistiche anche autoctone in tutta l’area pSIC,

deroghe motivate da opportune ragioni scientifiche potranno essere concesse dall’ente gestore.

E8. Divieto di immissione di specie ittiche nei corpi idrici dell’area.

E9. Divieto di prendere e detenere uova, nidi e piccoli nati di mammiferi, uccelli, anfibi e rettili

appartenenti alla fauna selvatica, salvo che nei casi previsti all'articolo 6 della L.R. 23/98.

F2. Divieto di attuare interventi che modifichino il regime o la composizione delle acque;

F5. Divieto di esercitare ogni altra attività, anche di carattere temporaneo, che comporti alterazioni alla

qualità dell’ambiente naturale, incompatibili con le finalità della conservazione di habitat e specie.

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HYLA SARDA (De Betta 1857)

Raganella Sarda

Famiglia: Hylidae

Ordine: Anura

Habitat e abitudini: E’ specie tipicamente arrampicatrice che predilige spostarsi tra le fronde di alberi e

arbusti e che è in grado di resistere a condizioni di prolungata aridità, anche se è spiccatamente legata

all’ambiente acquatico. Inoltre, essa è in grado di sopportare più elevati tassi di salinità rispetto alle altre

specie di raganelle. E’ specie più comune in pianura ed in collina, anche se talora si rinviene sopra i 1000

m. Durante il periodo riproduttivo la specie colonizza pozze o piccoli invasi d’acqua, preferendo bacini con

abbondante vegetazione. La specie vive in gruppo, in territori definiti e con una struttura gerarchica. E’ una

specie generalmente notturna, gli individui escono di giorno durante e trascorrono le ore più calde della

giornata in luoghi ombreggiati e riparati. La dieta è insettivora negli individui adulti e prevalentemente

detritivora nelle larve.

Fattori di minaccia:

Degrado ambientale

Incendi estivi.

Stato di conservazione:

È inserita nella Lista Rossa come a più basso rischio - minima preoccupazione (LC).

Normativa di riferimento per la tutela e la conservazione:

Convenzione di Berna allegato II;

Dir. CEE 43/92 All. IV

Misure di conservazione idonee o auspicabili

E9. Divieto di prendere e detenere uova, nidi e piccoli nati di mammiferi, uccelli, anfibi e rettili

appartenenti alla fauna selvatica, salvo che nei casi previsti all'articolo 6 della L.R. 23/98.

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3.3.3 ALTRE SPECIE DI INTERESSE CONSERVAZIONISTICO NON PRESENTI

NEL FORMULARIO

Tra le specie di interesse conservazionistico presenti nell’area pSIC si trova la Salmo (trutta)

macrostigma. Essa, pur essendo presente negli elenchi della direttiva 92/43/CEE all’Allegato II

come “Specie animale di interesse comunitario che richiede la designazione di zone speciali di

conservazione”, non viene citata dal formulario.

La sua presenza è documentata da studi effettuati su tutto il territorio regionale dal Dipartimento di

Biologia Animale ed Ecologia dell’Università degli Studi di Cagliari,che nel periodo 1996/2000,

nell’ambito della definizione della Acque a Salmonidi ed Acque a Ciprinidi, hanno consentito di

individuare i corsi d’acqua in cui si è accertata la presenza di popolazioni di Salmo (trutta)

macrostigma riconducibili al ceppo autoctono sardo. Tra questi è presente il Rio Camboni che

attraversa il pSIC nella zona Nord Ovest.

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SALMO (TRUTTA) MACROSTIGMA (Dumeril 1858)

Trota sarda

Famiglia: Salmonidae

Ordine: Salmoniformes

Habitat e abitudini: Vive nei tratti alti dei corsi d’acqua dolce di sistemi montuosi e collinari in ambienti

caratterizzati da acque fresche, limpide e moderatamente correnti, a temperature normalmente comprese

fra 9 e 21°C. Mostra una discreta valenza ecologica ed una spiccata rusticità che le permettono di

sopravvivere, anche in condizioni non sempre ottimali, nei piccoli corsi d’acqua, a carattere

prevalentemente torrentizio, soggetti a periodi di forte magra o di piena improvvisa, caratterizzati dalla

presenza di buche e piane intervallate da rapide e correntine. Un tempo, prima dell’introduzioni di ciprinidi

limnofili di origine alloctona, era segnalata la sua presenza anche in aree prestagnali. Si nutre soprattutto di

larve e adulti di insetti, sia acquatici che terrestri; non disdegna piccoli crostacei e molluschi. Il periodo

riproduttivo sembra estendersi tra novembre-dicembre e febbraio-marzo. Ampie variazioni si registrano

comunque in funzione sia delle caratteristiche dei bacini di origine che dell’andamento climatico. Durante la

stagione riproduttiva, le trote mature mostrano la tendenza a risalire i torrenti minori al fine di individuare

substrati ghiaiosi o ciottolosi conformi alla deposizione delle uova.

Fattori di minaccia. Attualmente la specie è a rischio di estinzione per numerose cause di origine antropica

tra le quali: eccessive captazioni idriche e inquinamento delle acque (fenomeni particolarmente negativi nei

piccoli corsi d’acqua tipici dell’area mediterranea); artificializzazione degli alvei fluviali, come

cementificazioni e rettificazioni, e prelievi di ghiaia che distruggono inevitabilmente le aree di frega;

fenomeni di bracconaggio (che possono risultare deleteri negli ambienti lotici di piccole dimensioni);

competizione alimentare, “inquinamento genetico” Causato dalle continue introduzioni di numerosi individui

di Salmo trutta, effettuate a partire dai primi anni ’60 con materiale da ripopolamento di origine atlantica,che

hanno comportato fenomeni di ibridazione ed una marcata alterazione dell’originario patrimonio genetico

della trota sarda.

L’introduzione a scopo alimentare del Procambarus clarkii crostaceo decapode d’acqua dolce ha

rappresentato un ulteriore fattore di minaccia per le specie ittiche autoctone in quanto oltre a rappresentare

un competitore trofico, è un predatore diretto di uova ed stadi giovanili.

Stato di conservazione: nella red list dell’IUCN è indicata come specie in pericolo critico (CR) anche in

Sardegna dagli studi effettuati si evidenzia tendenza alla contrazione delle popolazioni residue.

Normativa di riferimento per la tutela e la conservazione:

Direttiva habitat 92/43 CEE allegato II

Decreto dell’Assessore della difesa dell’Ambiente della RAS 10 maggio 1995 n° 412 “Disciplina dell’a ttività

di pesca, dimensioni dei pesci, molluschi e crostacei: disciplina della pesca del novellame, pesca del

bianchetto e del rossetto” (pubblicato nel BURAS n° 189 del 26/05/1995)

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Misure di conservazione idonee o auspicabili

E1. Azioni mirate all’eliminazione dei detriti che interrompono la continuità del corso d’acqua.

E7. Divieto di ripopolamenti e reintroduzioni di specie faunistiche anche autoctone in tutta l’area pSIC,

deroghe motivate da opportune ragioni scientifiche potranno essere concesse dall’ente gestore.

E8. Divieto di immissione di specie ittiche nei corpi idrici dell’area.

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3.3.4 Specie Interagenti con le Specie oggetto di Tutela

Oggetto del presente piano di gestione sono in particolare le popolazioni di Cervo sardo (Cervus

elaphus corsicanus), l’habitat che occupa è condiviso da altre specie di ungulati come il daino e il

cinghiale che competono con esso per le risorse trofiche, pertanto è utile dare un inquadramento

a tali specie di cui si riportano le schede.

DAMA DAMA (Linneo, 1758)

Daino

Famiglia: Cervidae

Ordine: Artiodactyla

Habitat e abitudini: Specie di grande plasticità ecologica si adatta a diversi ambienti: aree costiere con

pinete artificiali, zone agricole e pascoli arborati o parzialmente boscati, aree collinari con macchia

mediterranea e formazioni forestali. Resiste bene la siccità ma soffre, a differenza del muflone, le pendenze

eccessive e l’elevata rocciosità. Pascolatore intermedio, si nutre anche degli arbusti della macchia

mediterranea, di cui usa scortecciare i fusti. Il daino è una specie poliginica; il periodo degli amori ha inizio

in autunno e si protrae per tutto ottobre, i maschi in grado di riprodursi marcano il proprio territorio, detto

“arena”, che rimane stabile negli anni, con segnali sonori (il bramito) e schianti sulla vegetazione, per

attirare le femmine e per dissuadere eventuali concorrenti. Sia le femmine che i maschi hanno la tendenza

ad aggregarsi in gruppi numerosi, non sono comunque infrequenti i gruppi misti. I maschi anziani vivono per

lo più isolati a causa della loro scarsa competitività.

Fattori di minaccia. Il daino è minacciato principalmente dal bracconaggio e dal randagismo.

Stato di conservazione: Specie rara a livello regionale, non minacciata a livello italiano ed europeo

Normativa di riferimento per la tutela e la conservazione:

Convenzione di Berna (legge 503/1981, allegato III); L.R.23/98.

Misure di conservazione idonee o auspicabili

A1. Regolazione della qualità e della intensività del pascolamento;

A2. Attività agro-silvo-pastorali in grado di mantenere una struttura disetanea dei soprassuoli e la

presenza di radure e chiarie all’interno delle compagini forestali;

A3. Conservazione di prati all'interno del bosco anche di medio/piccola estensione e di pascoli ed aree

agricole, anche a struttura complessa, nei pressi delle aree forestali;

A4. Mantenimento e/o promozione di una struttura delle compagini forestali caratterizzata

dall’alternanza di diversi tipi di governo del bosco (ceduo, ceduo sotto fustaia, fustaia disetanea);

A6. Mantenimento e conservazione del sottobosco;

A10 Gestione ecologicamente compatibile delle aree boscate con particolare riferimento agli interventi di

miglioramento fisionomico e strutturale (conversione dei cedui semplici in fustaie o in cedui composti), alla

creazione di radure e fasce cotonali

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Norma 2.1 Gestione delle stoppie e dei residui colturali

Norma 4.1 Protezione del pascolo permanente

Norma 4.2 Gestione delle superfici ritirate dalla produzione

C6. Divieto di circolazione motorizzata fuoristrada e lungo mulattiere e sentieri, fatta eccezione per i

mezzi agricoli e mezzi necessari all’accesso al fondo e all’azienda degli aventi diritto, di soccorso, di

controllo, di sorveglianza, di manutenzione delle infrastrutture fatto salvo lo svolgimento di manifestazioni

sportive già autorizzate

E4. Misure per la salvaguardia e l’ampliamento degli ambienti di alimentazione di particolari specie

animali.

E11 Limitazione dell’attività venatoria nelle aree utilizzate per la riproduzione da specie sensibili.

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SUS SCROFA MERIDIONALIS ( Forsyth Major 1882)

Cinghiale

Ordine: Artiodactyla

Famiglia: Suidae

Specie: Sus scrofa

Sottospecie: S. scrofa meridionalis

Habitat e abitudini: Il Cinghiale Sus scrofa è presente in Sardegna e Corsica con la sottospecie meridionalis

che si differenzia per le minori dimensioni e la forma del cranio più largo ed allungato. La specie è comune

ed abbondante, di abitudini prevalentemente crepuscolari e notturne, dotata di notevole capacità

d'adattamento.

Vive associato prevalentemente ad ambienti di macchia e boschivi e preferibilmente in prossimità di fonti

d'acqua. Rispetto ai tipi continentali mostra una maggiore preferenza per la vegetazione più fitta, pertanto è

più difficile trovarlo in spazi aperti. Si nutre di ghiande, leguminose, frutti della macchia, radici e tuberi,

tuttavia può variare notevolmente la sua dieta nel corso dell'anno. Essendo onnivoro si comporta anche

come predatore minore, a spese soprattutto dei nidi di alcuni uccelli o di piccoli animali

Fattori di minaccia. Attualmente il Cinghiale è abbondante e mostra un'evidente tendenza all'incremento

numerico e all'espansione dell'areale.

una della minacce è il mantenimento della specie in purezza, infatti l'ibridazione delle popolazioni selvatiche

con i conspecifici domestici e l'incrocio con forme evolutesi in aree geografiche differenti ed introdotte

dall'uomo in zone estranee al loro areale originario.

Stato di conservazione:

Normativa di riferimento per la tutela e la conservazione:

Misure di conservazione idonee o auspicabili

E5 Divieto di introduzione di specie animali o vegetali alloctone;

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3.3.5 Altre specie di interesse faunistico

In letteratura è riportata la presenza anche di altre specie di interesse faunistico. Particolarmente

rappresentata è la componente avifaunistica, le osservazioni (Paulis,2000) riportano la presenza

delle seguenti specie:

Piccione selvatico (Columba livia Gmelin, 1789);

Upupa (Upupa epops Linnaeus, 1758),

Civetta ,(Athene noctua Scopoli, 1769),

Merlo dal collare ,(Turdus torquatus Linnaeus, 1758);

Corvo imperiale (Corvus corax Linnaeus, 1758);

Poiana (Buteo buteo Linnaeus; 1758);

Quaglia (Coturnix coturnix Linnaeus, 1758);

Ghiandaia (Garrulus glandarius ichnusae Kleinschmidt, 1903);

Capinera (Sylvia atricapilla Linnaeus, 1758);

Gheppio ,(Falco tinnunculus Linnaeus, 1758);

Cincia mora ,(Parus ater Linnaeus, 1758);

Frosone ,(Coccothraustes coccothraustes Linnaeus, 1758);

Zigolo nero ,(Emberiza cirlus Linnaeus, 1758)

Anche i mammiferi sono ben rappresentati con:

Lepre sarda (Lepus capensis mediterraneus Wagn.),

Coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus Linnaeus,1758),

Quercino (Eliomys quercinus Linnaeus, 1766),

Volpe (Vulpes vulpes ichnusae Miller, 1907),

Martora (Martes martes latinorum),

Donnola (Mustela nivalis boccamela),

La volpe in particolare si trova nelle parti interne del pSIC, dove l’impatto antropico è minore, Lo

studio condotto nell’area di M.Arcosu sul Gatto selvatico (Felis silvestris libica sarda Lataste,1885)

ne evidenzia la presenza, presumibilmente legata alle disponibilità trofiche della zona, infatti la

specie dimostra una grande adattabilità alimentare. Le sue dimensioni sono leggermente inferiori a

quello europeo (Murgia C.,1991).

Fra i rettili sono presenti:

Biacco maggiore (Coluber viridiflavus Lacépède, 1789)

Natrice viperina (Natrix maura Linnaeus,1758)

Biscia d’acqua con la varietà sarda cettii (Natrix natrix cettii Genè).

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3.3.6 Gestione faunistica

All’interno dell’area pSIC non esiste un programma di monitoraggio definito che consenta di avere

informazioni sulle popolazioni animali presenti temporaneamente o stabilmente,

Gli unici dati sulla fauna a disposizione, sono relativi alla porzione del pSIC gestita dall’Ente

Foreste e dal WWF.

Pertanto il livello di conoscenza rimane inadeguato, in quanto mancano le informazioni necessarie

per attuare una corretta gestione faunistica sull’intero territorio, al fine di programmare gli interventi

di conservazione, gestione e prelievo.

I dati attualmente a disposizione derivano dalla Carta delle Vocazioni Faunistiche, e dai risultati dei

censimenti sul cervo sardo effettuati sia dall’Ente Foreste in collaborazione con il Dipartimento di

Biologia animale ed Ecologia dell’Università degli Studi di Cagliari che dal WWF in collaborazione

con professionisti e volontari, ciascuno per le aree di propria competenza.

I censimenti effettuati sulle popolazioni di cervo negli anni 2002 e 2003 per la Carta delle Vocazioni

faunistiche relativi alla zona del Sulcis, e più precisamente nei pressi del cantiere di “Monte Nieddu”,

hanno evidenziato i dati riportati nelle tabelle sottostanti.

Prima di effettuare il censimento sono stati condotti diversi sopralluoghi con i quali sono stati

individuati, georeferenziati e quindi mappati tutti i punti di ascolto. Dopo aver constatato le

caratteristiche vegetazionali, morfologiche e relative alla viabilità, tipiche delle aree, le stesse sono

state suddivise in settori adiacenti ed omogenei: per il Sulcis ne son stati individuati tre, denominati

Settore 1, Settore 2 e Settore 3, La loro estensione è risultata rispettivamente di 517 ha, 1179 ha

e 2094 ha.

Le tabelle sottostanti riportano i dati relativi ai censimenti degli anni 2002 e 2003.

Tabella 7 Risultati dei censimenti al bramito del cervo sardo nel 2002 nella zona del Sulcis.

Superficie N° pun ti di N° cervi in N° medio cervi in Data Settore

(ettari) asco lto bramito per pun to di ascolto

11-set-02 1 517 8 41 5.1

12-set-02 2 1179 15 68 4.5 13-set-02 3 2084 23 70 3.0

Totale 3 settori 3780 46 179 3.9

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Tabella 8 Risultati dei censimenti al bramito del cervo sardo nel 2003 nella zona del Sulcis.

Superficie N° pun ti di N° cervi N° medio cervi in Data Settore

(ettari) asco lto bramito per pun to di ascolto

11-set-02 2 1179 15 17 1.1

12-set-02

3 2084 17 83 4.9

13-set-02

1 517 8 34 4.3

Totale 3 settori 3780 46 179 3.4

* = Serata con vento forte.

3.3.6.1 Gestione Faunistica nell’area dell’Ente Fo reste

In passato l’ex AFDRS ha attuato una gestione faunistica dell’area, avviando un programma di

reintroduzione del Daino, la specie infatti estintasi intorno al 1968-70, venne reintrodotta nella metà

degli anni ’70 in diverse foreste demaniali, utilizzando dei nuclei provenienti da Follonica

(Grossetto). Inizialmente gli animali vennero sistemati all’interno di ampi recinti, e successivamente

condotti in uno stato di semilibertà (Beccu E., 1993). Sul daino non sono mai stati effettuati dei

censimenti sulla popolazione esistente, le informazioni disponibili sono relativi ai recinti presenti.

Il programma di reintroduzione del cervo sardo invece ha avuto inizio alla fine degli anni ’70

quando l’UICN aveva inserito la specie tra quelle minacciate di estinzione. Inizialmente sono stati

otto centri di riproduzione dislocati in tutta la Sardegna, ed attualmente la specie si trova allo stato

libero e non corre alcun pericolo, nel grafico si osserva il trend della popolazione nelle aree del

Sulcis gestite dall’Ente Foreste relativo al triennio 2005, 2006,2007.

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Grafico 1 - Trend della popolazione del cervo sardo nel Sulcis.

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3.3.6.2 Gestione faunistica nella Riserva WWF di M onte Arcosu.

La Riserva di Monte Arcosu è stata acquistata dal WWF Italia con lo scopo di salvaguardare il

cervo sardo e dal 1985 a oggi sono stati avviati diversi studi al fine di ottenere dati utili alle azioni di

tutela della specie.

Per poter effettuare lo studio dell’ungulato con il metodo del radio trekking, eseguire indagini

genetiche e controlli sanitari è necessaria la cattura di alcuni esemplari. A questo scopo sono stati

allestiti due recinti di cattura: uno annesso al recinto faunistico di Perdu Melis, l’altro all’ingresso

della vallata di Bacu Perdosu.

Al fine di conoscere la consistenza numerica della popolazione del cervo sardo ogni anno nei

territori della riserva viene fatto il censimento al bramito. Nella tabella seguente si riportano i

risultati del censimento del 2006

Dati del censimento del cervo sardo nella riserva WWF di Monte Arcosu

e del territorio contiguo, nell’anno 2006:

Periodo del rilevamento dei cervi bramenti dal 4 settembre al 16 settembre.

Giornate di censimento 10 giorni.

Operatori coinvolti 80 persone tra dipendenti e volontari.

Postazioni di rilevamento 70

Superficie di territorio censita 6800 ettari

TOTALE : 213 cervi bramenti

POPOLAZIONE STIMATA : 1065 CERVI

DENSITÀ: 15,66 cervi /km2

All’interno dell’oasi sono presenti due recinti faunistici utilizzati principalmente a scopo didattico.

Il primo situato in località Sa Canna, con superficie di circa 9 ettari, ospita una popolazione di daini

(Dama dama) di 16 esemplari di cui 6 maschi e 10 femmine. Questi animali erano già presenti in

Riserva nel 1985, al momento dell’acquisto dell’area da parte del WWF. Questi animali sono

mantenuti sostanzialmente a scopo didattico.

Il secondo recinto situato in località Perdu Melis di una superficie di 4 ettari, ospita 4 cervi

(Cervus elaphus corsicanus),di cui due maschi, 2 femmine. Questi esemplari sono allevati a

scopo di studio e ripopolamento.

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CapitoloCapitoloCapitoloCapitolo 4 4 4 4

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4. CARATTERIZZAZIONE SOCIO-ECONOMICA DEL pSIC

Il pSIC “Monte Arcosu” insiste su un’area ricompresa nei territori dei comuni di Assemini,

Capoterra, Decimomannu, Domus de Maria, Nuxis, Pula, Santadi, Sarroch, Siliqua, Teulada, Uta,

Villa San Pietro e Villaspeciosa. Nel complesso, tali centri coprono un territorio pari a circa il 6%

dell’estensione provinciale e contano una popolazione complessiva di poco inferiore alle 90 mila

unità, concentrate per circa la metà nei soli comuni di Assemini e Capoterra.

Nel corso degli ultimi decenni si è assistito ad un intenso processo di crescita demografica, con

valori nettamente al di sopra della media provinciale e regionale. Il dato aggregato si articola,

tuttavia, nella crescente concentrazione della popolazione nei comuni dell’area vasta metropolitana

e nelle tensioni demografiche dei comuni dell’entroterra, a conferma dei fenomeni di polarizzazione

in atto lungo l’intero contesto regionale ed in fase di consolidamento in corrispondenza dell’ultimo

rilevamento censuario. La stessa struttura della popolazione rivela i confortanti valori assunti dagli

indici di dipendenza e di vecchiaia a livello d’area ed evidenzia, al contempo, come i centri

interessati da consolidati o recenti e marginali fenomeni di spopolamento si caratterizzino anche

per il progressivo processo di invecchiamento dei propri residenti (Tab. 1)

Il tessuto produttivo dell’area si caratterizza per la presenza di un importante polo manifatturiero

che genera una parte consistente della ricchezza e dell’export locali, cui si affianca un diffuso

patrimonio di medio-piccole imprese contraddistinte da una diffusa dimensione artigianale delle

attività, frequentemente sottocapitalizzate, prevalentemente orientate alle opportunità del mercato

locale e scarsamente protese allo sviluppo di forme relazionali.

L’analisi (Tab. 2, 3 e 4) evidenzia il netto primato economico dei comuni appartenenti all’area vasta

metropolitana: i soli centri di Assemini, Capoterra e Sarroch assorbono ben oltre la metà delle

unità locali e degli addetti complessivi dell’area in oggetto. Il relativo sbilanciamento sulle attività di

tipo industriale è testimoniato dall’elevato contributo apportato in termini di unità locali dall’industria

in senso stretto ed in particolare dal comparto manifatturiero.

Tab. 1. Struttura e dinamiche demografiche, 1971-2001

1971 1981 1991 2001 2001-1991 2001-1971 0-14 15-64 65 e più Assemini 118 11.627 16.830 20.491 23.973 17,0 106,2 204,0 3.850 17.929 2.194 33,7 57,0 Capoterra 68 8.028 12.208 16.428 21.391 30,2 166,5 313,4 3.571 15.871 1.949 34,8 54,6 Decimomannu 28 4.823 5.587 6.332 6.836 8,0 41,7 243,7 1.039 5.029 768 35,9 73,9 Domus de Maria 97 1.329 1.392 1.444 1.545 7,0 16,3 16,0 178 1.120 247 37,9 138,8 Nuxis 61 1.808 1.848 1.834 1.703 -7,1 -5,8 27,7 228 1.128 347 51,0 152,2 Pula 139 4.770 5.371 5.857 6.535 11,6 37,0 47,1 895 4.843 797 34,9 89,1 Santadi 116 3.964 3.944 4.061 3.767 -7,2 -5,0 32,6 503 2.561 703 47,1 139,8 Sarroch 68 3.944 4.968 5.379 5.243 -2,5 32,9 77,2 651 3.905 687 34,3 105,5 Siliqua 190 4.040 4.265 4.430 4.150 -6,3 2,7 21,8 601 2.907 642 42,8 106,8 Teulada 246 5.236 5.090 4.702 3.988 -15,2 -23,8 16,2 422 2.678 888 48,9 210,4 Uta 134 5.027 5.696 6.317 6.692 5,9 33,1 49,8 1.140 4.786 766 39,8 67,2 Villa San Pietro 40 748 1.174 1.574 1.778 13,0 137,7 44,9 260 1.350 168 31,7 64,6 Villaspeciosa 27 1.367 1.653 1.753 1.947 11,1 42,4 71,2 325 1.405 217 38,6 66,8 AREA SIC 1.332 56.711 70.026 80.602 89.548 11,1 57,9 67,3 13.663 65.512 10.373 36,7 75,9 PROVINCIA DI CAGLIARI 6.895 661.274 730.473 763.382 760.311 -0,4 15,0 110,3 103.743 542.342 114.226 40,2 110,1

Fonte: nostre elaborazioni su dati censuari

Classi di età Indice di Dipendenza

Indice di Vecchiaia

Superficie (Kmq)

Residenti Tassi di variazione % Densità demografica (ab/Kmq)

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Tab. 2 Numero di unità locali per settore di attività e comune, 2001. Valori assoluti e cmposizioni percentuali (per riga)

AGRICOLTURA

INDUSTRIAIndustria in senso stretto

Estrazione di minerali

Manifattura

Produz. e distrib. di energia elett. gas acqua

Costruzioni SERVIZIServizi Vendibili

Servizi non vendibili

TOTALE

Assemini 2 373 203 2 195 6 170 930 710 220 1305

Capoterra 7 216 86 0 85 1 130 664 514 150 887

Decimomannu 3 65 31 0 30 1 34 309 219 90 377

Domus de Maria 2 19 4 0 4 0 15 75 56 19 96

Nuxis 0 16 7 0 6 1 9 63 44 19 79

Pula 3 75 33 0 32 1 42 397 308 89 475

Santadi 2 39 20 0 19 1 19 148 95 53 189

Sarroch 3 86 55 0 51 4 31 216 147 69 305

Siliqua 2 46 28 0 27 1 18 167 121 46 215

Teulada 4 42 20 0 18 2 22 158 114 44 204

Uta 3 97 61 4 57 0 36 260 190 70 360

Villa San Pietro 1 18 5 0 5 0 13 46 32 14 65

Villaspeciosa 0 27 16 1 15 0 11 70 51 19 97

SIC 32 1.119 569 7 544 18 550 3.503 2.601 902 4.654

Provincia di Cagliari 287 10.203 4.799 86 4.608 105 5.404 42.757 32.195 10.562 53.247

SARDEGNA 724 24.881 11.754 398 11.095 261 13.127 92.916 69.823 23.093 118.521

AGRICOLTURA

INDUSTRIAIndustria in senso stretto

Estrazione di minerali

Manifattura

Produz. e distrib. di energia elett. gas acqua

Costruzioni SERVIZIServizi Vendibili

Servizi non vendibili

TOTALE

Assemini 0,2 28,6 15,6 0,2 14,9 0,5 13,0 71,3 54,4 16,9 100

Capoterra 0,8 24,4 9,7 0,0 9,6 0,1 14,7 74,9 57,9 16,9 100

Decimomannu 0,8 17,2 8,2 0,0 8,0 0,3 9,0 82,0 58,1 23,9 100

Domus de Maria 2,1 19,8 4,2 0,0 4,2 0,0 15,6 78,1 58,3 19,8 100

Nuxis 0,0 20,3 8,9 0,0 7,6 1,3 11,4 79,7 55,7 24,1 100

Pula 0,6 15,8 6,9 0,0 6,7 0,2 8,8 83,6 64,8 18,7 100

Santadi 1,1 20,6 10,6 0,0 10,1 0,5 10,1 78,3 50,3 28,0 100

Sarroch 1,0 28,2 18,0 0,0 16,7 1,3 10,2 70,8 48,2 22,6 100

Siliqua 0,9 21,4 13,0 0,0 12,6 0,5 8,4 77,7 56,3 21,4 100

Teulada 2,0 20,6 9,8 0,0 8,8 1,0 10,8 77,5 55,9 21,6 100

Uta 0,8 26,9 16,9 1,1 15,8 0,0 10,0 72,2 52,8 19,4 100

Villa San Pietro 1,5 27,7 7,7 0,0 7,7 0,0 20,0 70,8 49,2 21,5 100

Villaspeciosa 0,0 27,8 16,5 1,0 15,5 0,0 11,3 72,2 52,6 19,6 100

SIC 0,7 24,0 12,2 0,2 11,7 0,4 11,8 75,3 55,9 19,4 100

Provincia di Cagliari 0,5 19,2 9,0 0,2 8,7 0,2 10,1 80,3 60,5 19,8 100

SARDEGNA 0,6 21,0 9,9 0,3 9,4 0,2 11,1 78,4 58,9 19,5 100

Fonte: Censimento Industria e Servizi

In termini di addetti, alla marcata concentrazione nel polo petrolchimico di Sarroch, Assemini e Uta

e nelle attività di tipo manifatturiero a carattere prevalentemente artigianale di Assemini, si

aggiunge la specializzazione relativa nelle attività legate all’industria alimentare nei comuni di Pula,

Siliqua e Villa San Pietro e dell’industria estrattiva nei centri di Uta e Villaspeciosa. Di minore

rilievo, seppure al di sopra delle medie provinciali, i comparti del tessile (Teulada) e delle attività

estrattive (Villaspeciosa). L’edilizia conferma il ruolo di prim’ordine già svolto in ambito regionale e

determina un significativo grado di specializzazione relativa nel comune di Domus de Maria.

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Tab. 3 Numero di addetti per settore di attività, 2001

AGRICOLTURA

INDUSTRIAIndustria in senso stretto

Estrazione di minerali

Manifattura

Produz. e distrib. di energia elett. Gas acqua

Costruzioni SERVIZIServizi Vendibili

Servizi non vendibili

TOTALE

Assemini 5 3.631 3.052 136 2.836 80 579 2.761 1.710 1.051 6.397

Capoterra 24 781 383 0 382 1 398 1.955 1.092 863 2.760

Decimomannu 9 216 126 0 117 9 90 1.318 517 801 1.543

Domus de Maria 16 65 11 0 11 0 54 266 208 58 347

Nuxis 0 49 13 0 8 5 36 128 65 63 177

Pula 22 294 105 0 104 1 189 1.480 952 528 1.796

Santadi 13 136 73 0 66 7 63 477 197 280 626

Sarroch 13 2.942 2.511 0 2.489 22 431 775 535 240 3.730

Siliqua 2 166 102 0 101 1 64 391 214 177 559

Teulada 43 118 61 0 54 7 57 445 207 238 606

Uta 4 561 440 34 406 0 121 834 610 224 1.399

Villa San Pietro 2 34 12 0 12 0 22 125 69 56 161

Villaspeciosa 0 100 73 22 51 0 27 166 89 77 266

AREA SIC 153 9.093 6.962 192 6.637 133 2.131 11.121 6.465 4.656 20.367PROVINCIA DI CAGLIARI

1.856 51.193 31.866 1.817 27.446 2.603 19.327 157.644 90.336 67.308 210.693

Fonte: Censimento Industria e Servizi 2001

Il peso determinante del settore industriale si associa da un lato alla modesta incidenza del settore

primario, dall’altro al sottodimensionamento delle attività terziarie testimoniato dalla relativa

compressione della componente vendibile dei servizi, con particolare riferimento ai segmenti di

attività commerciale e immobiliare. A parziale compensazione, si osserva una progressiva

concentrazione di unità e di addetti in ambito ricettivo e ristorativo, particolarmente significativa nei

comuni costieri di Domus de Maria e Pula; il consolidamento del comparto turistico costiero si

manifesta secondo tassi di crescita della capacità ricettiva e dei flussi ospitati tra i più elevati in

ambito provinciale.

Tab. 4 Tasso di variazione del numero di unità locali e di addetti per settore di attività, 2001-1991

AGRICOLTURA

INDUSTRIAIndustria in senso stretto

Estrazione di minerali

Manifattura

Produz. e distrib. di energia elett. Gas acqua

Costruzioni SERVIZIServizi Vendibili

Servizi non vendibili

TOTALE

AREA SIC 28,0 10,6 20,0 -30,0 20,6 38,5 2,2 32,0 23,6 64,6 26,1

PROVINCIA DI CAGLIARI 27,0 10,3 0,9 -5,5 1,3 -9,5 20,2 23,0 16,0 50,8 20,3

SARDEGNA -36,5 9,7 0,2 2,1 0,0 5,2 20,0 16,5 9,8 43,0 14,5

AREA SIC 96,2 -7,7 -7,2 -26,7 -6,9 14,7 -9,3 26,1 17,2 40,7 8,6

PROVINCIA DI CAGLIARI

112,8 -9,1 -15,9 -48,6 -10,4 -30,3 5,0 14,1 13,5 14,9 7,9

SARDEGNA 28,3 -7,6 -12,8 -32,1 -10,5 -19,1 1,5 9,7 7,4 12,9 5,0

Fonte: elaborazioni su Censimento Industria e Servizi 2001

UNITA LOCALI

ADDETTI

In particolare, l’offerta ricettiva dell’area incide per circa un terzo dei posti letto complessivi della

provincia. Questa risulta prevalentemente composta da strutture di tipo alberghiero posizionate

sugli elevati standard qualitativi rilevati in ambito provinciale; il segmento complementare risulta

estremamente dinamico, caratterizzandosi per il prevalente contributo delle strutture all’aria aperta

in concomitanza dei principali comuni costieri (Pula, Teulada e Domus de Maria) e per l’ampia e

crescente diffusione di strutture alternative quali B&B e agriturismo.

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Grazie ad un tasso di crescita nettamente superiore alla media provinciale queste ultime risultano

diffuse in maniera capillare e offrono nella gran parte dei casi un servizio di ricettività per l’intero

arco dell’anno. L’attività agrituristica, in particolare, si articola in un più ampio ventaglio di servizi

che vanno dalla ulteriore presenza di un numero di aziende che svolgono esclusivamente l’attività

ristorativa, alla vendita in loco di prodotti agricoli e di tipo artigianale; un fenomeno particolarmente

evidente anche nei comuni turisticamente meno rilevanti e che arricchisce l’ampio panorama di

servizi al turista come elemento qualificante dell’offerta.

In tale direzione la diffusa presenza di attività legate alla ristorazione rappresenta al contempo un

indispensabile completamento ed un tratto qualificante della rete di ospitalità locale, visto il

consistente numero di attività inscritte in circuiti nazionali di qualità in virtù soprattutto degli elevati

standard qualitativi e di tipicità espressi. Tab. 5 Strutture ricettive e di servizio, 2005

Esercizi Posti letto Esercizi Posti letto Esercizi Posti letto Esercizi Posti lettoAssemini 3 310 9 42 5 15 3 19 0 0Capoterra 3 56 7 46 5 29 2 17 1 2Decimomannu 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0Domus de Maria 5 1.260 1 420 0 0 0 0 1 0Nuxis 0 0 2 10 2 10 0 0 0 1Pula 26 3.879 16 1.775 9 52 4 69 4 4Santadi 0 0 9 58 7 32 2 26 0 0Sarroch 2 47 6 30 5 28 1 2 0 0Siliqua 0 0 5 31 2 12 3 19 0 0Teulada 2 221 10 864 3 12 6 132 1 1Uta 1 20 2 14 1 6 1 8 1 0Villa San Pietro 1 20 2 10 2 10 0 0 0 0Villaspeciosa 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

AREA SIC 43 5.813 69 3.300 41 206 22 292 9 8

Fonte: elaborazioni su dati EPT, Assessorato Regionale dell'Agricoltura e Camera di Commercio di Cagliari

Agriturismo senza ricettività

Attività ristorative certificate

Alberghiero Extralberghiero di cui B&B di cui Agriturismo

Il sistema dell’accoglienza può contare sulla presenza di un diffuso patrimonio culturale e

identitario legato tanto alle numerose emergenze di tipo archeologico quanto alle attività

dell’artigianato tipico locale suscettibili di valorizzazione su mercati più ampi di quello locale e

capaci di sfruttare le opportunità offerte dal mercato turistico. Se a livello regionale sono le aree

archeologiche ad esercitare il maggiore “potere attrattivo” in ambito culturale, il principale centro

attrattore della Provincia viene individuato nell’area archeologica di Nora la quale conta oltre 65

mila presenze annue situandosi tra i siti più visitati a livello regionale. Ciò vale anche per quelle

attività impegnate nella lavorazione tradizionale del legno, della ceramica e nel tessile per le quali il

frequente e problematico sottodimensionamento delle attività si traduce in una limitatezza dei

volumi di produzione e quindi dei mercati di sbocco. Una debolezza strutturale che, a fronte di

elevati costi di produzione, diviene basso potere contrattuale e dunque scarsa capacità di

penetrazione dei mercati.

I flussi di domanda ufficiale (Tab. 6) registrati nel comparto confermano il grado di notorietà delle

località turisticamente rilevanti così come il più ampio fenomeno di concentrazione spaziale e

temporale riscontrato a livello provinciale e regionale. I centri di Assemini, Capoterra, Domus de

Maria, Pula, Sarroch e Teulada concentrano circa il 25% dei pernottamenti effettuati in ambito

provinciale, per due terzi realizzati da turisti di provenienza nazionale e per circa il 85% registrati

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nei soli comuni di Pula e Domus de Maria. La ripartizione per mercati di riferimento conferma il

primato delle regioni italiane settentrionali e dei principali mercati dell’Europa nord-occidentale così

come si rileva per l’intero contesto regionale, seppure con un certo grado di variabilità nel rispettivo

posizionamento competitivo. Si tratta prevalentemente di un turismo di tipo marino-balneare,

concentrato nei mesi estivi (trimestre giugno-agosto) più di quanto non avvenga in ambito

provinciale e regionale. L’evoluzione dei flussi a partire dalla seconda metà degli anni Novanta

appare estremamente positiva e nella gran parte delle località superiore al dato medio provinciale

e regionale, alimentata dalle performance dei principali comuni costieri e confortata dai tassi di

variazione ancor più positivi dei centri minori; il solo comune di Teulada sperimenta un significativo

arretramento di presenze.

Tab. 6. Evoluzione della domanda turistica per mercato di provenienza, 1996-2004

Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi PresenzeAssemini 8.539 23.849 637 2.518 9.176 26.367 11.009 28.714 1.342 5.440 12.351 34.154Capoterra-Sarroch 802 5.343 60 166 862 5.509 1.929 8.866 378 1.426 2.307 10.292Domus de Maria 15.087 87.875 2.370 12.660 17.457 100.535 17.223 104.168 5.746 31.676 22.969 135.844Pula 30.947 152.688 25.208 165.031 56.155 317.719 40.340 214.929 34.108 183.498 74.448 398.427Teulada 8.078 61.868 2.467 11.194 10.545 73.062 6.025 39.139 2.839 10.144 8.864 49.283AREA SIC 63.453 331.623 30.742 191.569 94.195 523.192 76.526 395.816 44.413 232.184 120.939 628.000PROVINCIA DI CAGLIARI 346.634 1.620.143 74.988 397.437 421.622 2.017.580 458.447 2.049.938 127.194 582.277 585.641 2.632.215

Fonte: elaborazioni su dati EPT

1996 2004ITALIANI STRANIERI TOTALE ITALIANI STRANIERI TOTALE

Gli indicatori occupazionali (Tab. 7) rispecchiano l’articolata conformazione assunta dal tessuto

produttivo locale. I comuni dell’area risultano inscritti in tre differenti Sistemi Locali del Lavoro:

“Cagliari” (Assemini, Capoterra, Decimomannu, Sarroch, Uta e Villaspeciosa), “Pula” (Pula,

Teulada, Domus de Maria e Villa San Pietro), “Iglesias” (Nuxis, Santadi e Siliqua). In particolare

per i centri della area vasta metropolitana e fatta eccezione per i comuni interessati in misura

maggiore da flussi migratori, gli elevati tassi di attività si accompagnano ad un tasso di

occupazione pari o superiore al dato medio provinciale e regionale. Contemporaneamente il tasso

di disoccupazione risulta diffusamente al di sopra della media regionale, eccetto che nei comuni di

Assemini, Capoterra, Pula e Siliqua ai quali si associano alcuni tra i più bassi tassi di

disoccupazione giovanile. La distribuzione degli occupati per attività economica da un lato

sottolinea il diffuso primato del settore industriale in qualità di principale bacino d’impiego, dall’altro

il ridimensionamento del terziario soprattutto in ambito rurale dove l’agricoltura continua ad

assorbire una importante quota della forza lavoro.

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Tab. 7 Indicatori occupazionali, 2001

Agricoltura Industria Altre attivitàAssemini 54,6 42,4 22,4 55,6 466 2.261 5.795Capoterra 54,5 43,4 20,3 52,0 320 2.062 5.358Decimomannu 51,3 38,6 24,8 57,8 163 573 1.502Domus De Maria 50,2 36,8 26,7 58,3 63 118 322Nuxis 37,8 27,0 28,7 72,6 42 146 210Pula 51,2 39,9 22,1 52,0 374 540 1.334Santadi 42,3 31,5 25,7 57,4 168 315 544Sarroch 47,7 36,9 22,7 60,0 105 833 754Siliqua 43,2 34,2 20,9 47,1 175 326 711Teulada 42,9 32,5 24,4 50,9 133 270 755Uta 47,9 34,3 28,4 59,1 319 508 1.076Villa San Pietro 53,2 39,2 26,4 57,0 108 206 281Villaspeciosa 50,5 37,2 26,4 63,6 83 195 325PROVINCIA DI CAGLIARI 48,2 37,3 22,6 57,0 14.459 59.881 170.768

Fonte: elaborazioni su dati Censimento della Popolazione 2001

% di occupati per attività economicaTasso di attività

Tasso di occupazione

Tasso di disoccupazione

Tasso di dis. giovanile

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CapitoloCapitoloCapitoloCapitolo 5 5 5 5

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5. CARATTERIZZAZIONE URBANISTICA E PROGRAMMATICA DE L pSIC

5.1 Inquadramento territoriale e urbanistico

Il pSIC di Monte Arcosu ricade nelle seguenti sezioni della Carta Tecnica Regionale Numerica

1:10000 (CTRN 10K) della Regione Sardegna

Tavoletta 556 Sezione 100, 110, 140 e 160

Tavoletta 565 Sezione da 020 a 080, da 100 a 120, 140 e 150

I comuni territorialmente interessati sono:

1. SILIQUA;

2. VILLASPECIOSA;

3. DECIMOMANNU;

4. UTA;

5. ASSEMINI;

6. CAPOTERRA;

7. SARROCH;

8. VILLA SAN PIETRO;

9. PULA;

10. DOMUS DE MARIA;

11. TEULADA;

12. SANTADI;

13. NUXIS;

Nei comuni interessati la pianificazione urbanistica è definita dagli strumenti riportati nella tabella

che segue nella quale è indicata la zonizzazione delle aree dei territori comunali ricadenti

all’interno del perimetro pSIC:

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COMUNE STRUMENTO

URBANISTICO

ESTREMI DI

APPROVAZIONE

Zonizzazione

pSIC

SILIQUA Piano urbanistico

comunale

Del. Comm. ad acta N. 3

del 17/04/2003, Pubblicato

nel B.U.R.A.S. N. 25 del

14/08/2003.

E- (agricola)

H- (Rispetto)

VILLASPECIOSA Piano urbanistico

comunale

Del. C.C. N. 3/93,

Pubblicato nel B.U.R.A.S.

del 23/12/1993

E- (agricola)

H- (Rispetto)

DECIMOMANNU Piano urbanistico

comunale

Del. C.C. N. 46 del

5/10/2001, Pubblicato nel

B.U.R.A.S. N. 4 del

05/02/2002

E- (agricola)

H- (Rispetto)

UTA Piano urbanistico

comunale

Piano urbanistico

comunale, Del. C.C. N. 4

del 21/02/1997, Pubblicato

nel B.U.R.A.S. del

06/05/1997

E- (agricola)

H- (Rispetto)

ASSEMINI Piano di

fabbricazione

Decreto Presidente Giunta

Regionale N. 9362/2707

del 26/08/1970

E- agricola.

H- Rispetto

CAPOTERRA Piano di

fabbricazione

Del. C.C. N. 18 del

7/03/1969;

Pubblicato nel B.U.R.A.S.

N.16 del 23/04/1969

E- (agricola)

H- (Rispetto)

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SARROCH Piano urbanistico

comunale

Del. C.C. N. 48 del

1/12/2001, Pubblicato nel

B.U.R.A.S. N. 16 del

04/05/2002.

E- (agricola)

H- (Rispetto)

VILLA SAN

PIETRO

Piano urbanistico

comunale,

Del. Comm. ad acta N. 5

del 12/04/2000; Pubblicato

nel B.U.R.A.S. del

05/06/2000.

E- (agricola)

H- (Rispetto)

PULA Piano di

fabbricazione

Del. C.C. N. 19 del

6/05/1989;

E- (agricola)

H- (Rispetto)

DOMUS DE

MARIA

Piano urbanistico

comunale

Del. Comm. ad acta N. 4

del 30/11/2000, Pubblicato

nel B.U.R.A.S. N.11 del

7/04/2001.

E- (agricola)

H- (Rispetto)

TEULADA Piano urbanistico

comunale

Del. C.C. N.47 del

28/10/1999; Pubblicato nel

B.U.R.A.S. N. 44 del

07/12/1999.

E- (agricola)

H- (Rispetto)

SANTADI Piano urbanistico

comunale

Del. C.C. N. 1 del

30/01/2004, Pubblicato nel

B.U.R.A.S. N. 39 del

09/12/2004.

E- (agricola)

H- (Rispetto)

NUXIS Piano di

fabbricazione

Del. C.C. N.51 del

18/12/1992;

E- (agricola)

H- (Rispetto)

I dati della tabella sono stati ricavati da:”www.sardegnaterritorio.it Regione Sardegna”.

5.2 Destinazione urbanistica aree pSIC Monte Arcosu :

Le aree in cui insiste il pSIC di “Monte ARCOSU” sono state classificate dalle Amministrazioni

Comunali territorialmente competenti come Zone Omogenee H (di rispetto) e E (Agricole).

Per le Zone omogenee H e E e sottozone sono previste le seguenti attività urbanistiche:

ZONA H ( zona di interesse paesistico e naturalistico)

Sono così classificate le parti di territorio non altrimenti identificate (come zone A, B, C, D,G, E),

che rivestono un particolare interesse archeologico, naturalistico o ambientale, geomorfologico o

Paesaggistico, per cui devono essere garantite condizioni prioritarie di tutela e stabilità ambientale.

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Sono altresì classificate come zone H la fascia di rispetto cimiteriale, la fascia lungo le strade

statali e comunali.

Entro questa zona H deve essere garantita la conservazione integrale dei singoli caratteri

naturalistici, storici, morfologici e dei rispettivi insiemi, non sono ammesse alterazioni allo stato

attuale dei luoghi e sono consentiti, previa autorizzazione di cui al T.U. (Decreto Legislativo 22

Gennaio 2004 n°42), i soli interventi volti alla co nservazione, difesa, ripristino, restauro e fruizione

della risorsa, e in particolare:

- attività scientifiche, comprendenti l’insieme delle attività finalizzate allo studio, controllo e

conservazione delle risorse ambientali;

- fruizione naturalistica, comprendente l’insieme di attività di fruizione dell’ambiente a fini

didattici e ricreativi, con eventuale realizzazione di infrastrutture leggere (sentieri natura,

segnaletica) o strutture leggere di supporto (capanni di osservazione e per la sola

somministrazione di bevande e alimenti, ecc.), aree belvedere e postazioni naturalistiche;

- fruizione culturale, comprendente l’insieme delle attività legate all’uso dei monumenti,

zone archeologiche e beni culturali i genere, con eventuale realizzazione di infrastrutture

e strutture leggere finalizzate alla conservazione del bene;

- opere di difesa e ripristino ambientale in presenza di alterazioni o manomissioni di origine

antropica;

- il recupero di strutture esistenti con le tipologie originarie;

- l’apertura e la sistemazione delle piste forestali strettamente necessarie alla gestione del

bene;

- l’installazione di tralicci, antenne e strutture simili se necessari per la salvaguardia delle

risorse naturali;

- gli interventi volti alla difesa del suolo sotto l’aspetto idrogeologico;

- interventi connessi alla realizzazione di opere pubbliche o di preminente interesse

pubblico In questa zona H è prescritto l'indice territoriale massimo di 0,001 mc/mq con

possibilità di deroga ai sensi dell'art.16 della legge 06/08/1967 n.765, limitatamente ad

edifici attrezzature ed impianti pubblici.

ZONA "E" (zona agricola)

Le parti del territorio comunale classificate zone "E" sono destinate all'agricoltura, alla pastorizia,

alla zootecnia, all'itticoltura, alle attività di conservazione e di trasformazione dei prodotti aziendali,

all'agriturismo, alla silvicoltura e alla coltivazione industriale del legno.

E’ altresì possibile localizzare nella zona “E” tutte quelle attività particolari che, per le loro

caratteristiche specifiche, non sono compatibili con nessuna delle altre zone omogenee del P.U.C..

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Ai sensi del Decreto Presidente Giunta Regionale della R.A.S. n°228 del 3 agosto 1994

(Direttive per le zone Agricole), in base alle indagini tecnico-agronomiche, le zone "E" del territorio

comunale sono suddivise nelle seguenti sottozone:

E1. aree caratterizzate da produzione agricola tipi ca e specializzata;

E2. aree di primaria importanza per la funzione agr icolo-produttiva in relazione

all’estensione, composizione e localizzazione dei t erreni;

E3. aree caratterizzate da elevato frazionamento fo ndiario, localizzate in prossimità

dell’abitato;

E5. aree marginali per l’attività agricola nelle qu ali è necessario mantenere la stabilità

ambientale.

Fermo restando che qualsiasi intervento proposto deve essere supportato da una relazione

sottoscritta da un tecnico abilitato che ne dimostri la compatibilità con le caratteristiche della

sottozona interessata, in generale in tutte le sottozone sono ammessi i seguenti tipi di costruzione:

a)- fabbricati e impianti connessi alla conduzione agricola e zootecnica dei fondi, all'itticoltura,

alla valorizzazione e trasformazione dei prodotti aziendali con l'esclusione degli impianti che

per la loro dimensione e importanza sono classificabili come industriali;

b)- fabbricati per agriturismo;

c)- fabbricati funzionali alla conduzione e gestione dei fondi e degli impianti arborei industriali

(forestazione produttiva);

d)- fabbricati per il recupero terapeutico dei disabili, dei tossicodipendenti e per il recupero del

disagio sociale;

e)- fabbricati ed impianti di carattere particolare che per la loro natura non possono essere

localizzati in altre zone omogenee, con deliberazione del Consiglio Comunale;

f)- fabbricati ed impianti di interesse pubblico quali cabine ENEL, centrali telefoniche, stazioni di

ponti radio, ripetitori e simili, con deliberazione del Consiglio Comunale;

g)- fabbricati ed impianti destinati alla preparazione ed alla vendita di terra per giardinaggio ed

uso agricolo;

h)- fabbricati ed impianti destinati allo stoccaggio, al taglio ed alla vendita di legna da ardere,

anche quando la materia prima non proviene da produzione propria dell’azienda.

Le recinzioni dovranno comunque essere realizzate nel rispetto dei distacchi fissati nel

nuovo Codice della Strada.

Per tutti i movimenti terra (scavi e riporti), anche se finalizzati alla bonifica dei terreni, deve

essere richiesta un'apposita autorizzazione presentando un piano di sistemazione che tenga conto

di tutta la situazione al contorno.

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Per quanto non espressamente previsto nelle presenti norme valgono le Direttive per le

Zone Agricole approvate dal Consiglio Regionale in data 13/04/94, che si intendono integralmente

recepite.

Per il solo comune di Teulada è prevista nella Zona Omogenea E (Agricola) la sottozona

E/A - E/B CONTENENTI I BORGHI ED AGGREGATI RURALI cosi definite:

Costituiscono aree attitudinalmente corrispondenti alle “E/A” ed “E/B”, ma caratterizzate da

preesistenze insediative consolidate, dunque utilizzabili per l’organizzazione di centri rurali.

Sono definiti BORGHI RURALI i seguenti insediamenti consolidati dotati di servizi ed

urbanizzazioni avanzate connessi alla funzione residenziale:

1. IS CARILLUS

2. SU FONNESU

3. SU DE IS SEIS

4. GUTTURU SAIDU

Sono definiti AGGREGATI RURALI i seguenti insediamenti consolidati aventi il carattere di

nuclei aziendali articolati:

a) GENNIOMUS

b) MASONI E MONTI

c) PERDAIOLA

d) GUTTURU SAIDU

e) CASE PIROSU

f) SU DE IS ARRUS

Ricadono all’interno dell’area pSIC “IS CARILLUS”, “PERDAIOLA” e “GUTTURU SAIDU”.

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5.3 Pianificazione faunistica venatoria

La pianificazione faunistico venatoria all’interno e nell’area adiacente ai confini del pSIC evidenzia

la concomitante presenza di Istituti di Protezione Faunistica e Istituti di Prelievo Venatorio oltrechè

di una significativa superficie aperta alla libera caccia.

Gli istituti di protezione sono rappresentati da:

- Oasi Permanenti di Protezione Faunistica e di Cattura - Zona temporanea di ripopolamento e cattura

5.3.1 Oasi Permanenti di Protezione Faunistica e di Cattura,

istituite ai sensi dell’articolo 4 della L. R. n. 23 del 29 luglio 1998”, sono gli istituti che hanno come

finalità la protezione della fauna selvatica e degli habitat ad essa relativi nonché la cattura della

stessa. Le oasi sono individuate su superfici idonee o apprezzabili al rifugio, alla riproduzione e

alla sosta delle specie migratorie, nonché all'insediamento, incremento e irradiamento naturale

delle specie stanziali.

Nelle oasi è vietata l’attività venatoria e tutte quelle attività che possono entrare in conflitto con gli

obiettivi di tale istituto procurando nocumento alla fauna selvatica.

Esse vengono istituite dall’assessorato Regionale della Difesa dell’Ambiente, avvalendosi

dell’Istituto regionale per fauna selvatica anche su proposta delle Province e comunque sentito il

parere delle stesse e del Comitato Regionale Faunistico.

Sono dislocate preferibilmente su terreni di proprietà demaniale, all'interno del sistema regionale

delle aree naturali protette (tenuto conto delle linee di migrazione) e di quelle individuate ai sensi

delle direttive comunitarie di cui all’art. 2 della L.R. 23/1998.

Le oasi possono avere dimensione comunale, intercomunale e interprovinciale e di norma devono

avere un’estensione non superiore ai 5.000 ettari.

Le oasi sono gestite dalla Regione o direttamente o per delega della stessa, dalle Province, dai

Comuni, dalle Associazioni naturalistiche e venatorie riconosciute, anche in forma congiunta tra gli

stessi organismi. Essi operano sulla base di un piano di gestione opportunamente redatto.

All’interno del territorio del pSIC sono presenti tre oasi:

- Gutturu Mannu - Monte Arcosu situata nel settore orientale;

- Piscina manna - Is Cannoneris si trova nella parte sud orientale e confina con la precedente,

in parte ricompresa all’interno del perimetro;

- Pantaleo contigua alla precedente anche essa ricompresa in parte nel territorio del pSIC.

Le tre oasi rappresentano un continuum di territorio di cui si riportano alcuni dati nella tabella

seguente.

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OASI PERMANENTI DI PROTEZIONE FAUNISTICA E CATTURA

Art. 4 L.R. 23/98

Art. 3 L.R. 32/78

Direttiva Regionale Sulla Gestione delle oasi perma nenti di protezione faunistica e

di cattura e delle zone di ripopolamento e di cattu ra. Procedure per le attività di

immissione e di cattura della fauna selvatica. - DG R n. 21/61 del 16.07.2003

DENOMINAZIONE ISTITUZIONE SUPERFICIE

GESTIONE

DEL

TERRITORIO

CENSIMENTI

2006 REINTRODUZIONI

Gutturu Mannu -

Monte Arcosu

D.A.D.A. N.

1240 del

15.11.1988

7'404 ha; WWF

Cervo

n° capi stimati

1’065

su superficie di

6’800 ha

daino

Piscina manna - Is

Cannoneris

D.A.D.A. n.

1818 del 30

Dicembre

1991

7'199 ha Ente Foreste

cervo (fine anni 70)

daino(metà anni

70)

Pantaleo

Decreto

istitutivo

D.A.D.A. n.

2099 del 8

settembre

1992

1’600 ha Ente Foreste

Cervo

n° capi stimati

1290

su superficie di

12’042 ha

(territorio delle

foreste demaniali

del Sulcis che

comprende anche

la superficie delle

oasi)

cervo (fine anni 70)

daino(metà anni 70

5.3.2 Zone Temporanee di Ripopolamento e Cattura

Sono porzioni di territorio destinate alla riproduzione allo stato naturale di soggetti appartenenti a

popolazioni di uccelli e mammiferi di specie stanziali al fine del loro irradiamento sul territorio e/o

alla cattura degli stessi per il ripopolamento del territorio cacciabile.

I capi potranno essere prelevati, sulla base di opportune valutazioni delle consistenze pre e post-

riproduttive e dell’incremento utile annuo, per l'immissione sul territorio in tempi e condizioni utili al

loro ambientamento ai fini del ripopolamento e per il raggiungimento degli obiettivi inerenti le

attività di ripopolamento

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Esse sono istituite anche per la salvaguardia, la sosta durante la migrazione, lo sviluppo e la

riproduzione delle specie migratrici, anche attraverso il miglioramento delle caratteristiche

ambientali del territorio.

Esse sono istituite preferibilmente in territori non destinati a coltivazioni specializzate o suscettibili

di particolare danneggiamento per la rilevante concentrazione della fauna selvatica stessa ed

hanno durata massima di sei anni rinnovabili alla scadenza sulla base di oggettive valutazioni sulla

produttività delle medesime relativamente alle specie cui sono indirizzate.

All’interno dell’area pSIC si trova una Zona temporanea di ripopolamento e cattura denominata

“Camboni”, di cui si riporta la scheda.

ZONE TEMPORANEE DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA

Art. 24 L.R. 23/98

Art. 3 L.R. 32/78

Direttiva Regionale Sulla Gestione delle oasi perma nenti di protezione faunistica e

di cattura e delle zone di ripopolamento e di cattu ra. Procedure per le attività di

immissione e di cattura della fauna selvatica. - DG R n. 21/61 del 16.07.2003

DENOMINAZI

ONE ISTITUZIONE SUPERFICIE GESTIONE

VOCAZIONE

FAUNISTICA

REINTRODU

ZIONI

RIPOPOLAM

ENTI

Camboni

Det. Direttore di

servizio

n.1894/V del

29/07/2003

BURAS n. 26

del 30.08.2003

838 ha Provincia di

Cagliari

Cinghiale

Cervo sardo

Lepre sarda

Coniglio

Pernice sarda

Tordo bottaccio

Beccaccia

Nessuno

Gli Istituti di Prelievo Venatorio sono rappresentati da:

- Aziende Agrituristico venatorie

- Zone in Concessione per la Caccia Autogestita

5.3.3 Aziende Agrituristico venatorie

sono istituite ai sensi dell’art. 31, comma 6 della L. R. n. 23 del 29 luglio 1998, hanno come

scopo la utilizzazione produttiva della fauna selvatica di allevamento. Esse devono essere

situate nei territori di scarso rilievo faunistico e coincidere preferibilmente con il territorio di una

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o più aziende agricole ricadenti in area di agricoltura svantaggiata, ovvero dismesse da attività

agricola ai sensi dei regolamenti comunitari in materia. Le aziende agri-turistico-venatorie nelle

zone umide e vallive possono essere autorizzate solo se comprendono bacini artificiali e fauna

acquatica di allevamento.

Esse vengono istituite dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura e Riforma Agropastorale d’intesa

con l’Assessorato Regionale della Difesa dell’ambiente

Hanno durata decennale e la superficie varia tra i 200 ha e i 1200 ha.

Nell’azienda Agri-Turistico-Venatoria è consentito solo il prelievo di fauna selvatica di allevamento

per tutta la stagione venatoria, senza limiti di carniere e di giorni settimanali previsti dal calendario

venatorio.

Per l’esercizio dell’attività venatoria sulla fauna selvatica immessa o liberata, non è necessario il

possesso della autorizzazione regionale all’esercizio dell’attività venatoria, di cui all’art. 45 della

legge regionale 29 luglio 1998, n. 23.

L’attività venatoria nei confronti della selvaggina naturale di passo e della volpe può essere

esercitata, dai cacciatori muniti di autorizzazione regionale e ammessi in base al regolamento

aziendale, nei giorni e con le limitazioni previste dalla legge regionale 29 luglio 1998, n. 23 e dal

calendario venatorio.

Il territorio oggetto della autorizzazione per la costituzione di aziende agri-turistico-venatorie deve

avere continuità di superficie, non presentare, una monocoltura agraria annua di qualsiasi tipo e

genere e le colture annue devono alternarsi nel tempo e nello spazio; l'ambiente fisico e biotico

deve essere in buono stato di conservazione.

Nell'ambito delle aziende agri-turistico-venatorie devono essere realizzate colture a perdere

(sorgo, mais,girasole, orzo, triticale, etc.) per la selvaggina, distribuiti a macchia di leopardo

all'interno dell'azienda.

All’interno dell’area pSIC si trovano le seguenti ATV

AZIENDE AGRI TURISTICO VENATORIE

Art. 31 L.R. 23/98

Delibera 27/10 del 20/07/1998

Direttiva Regionale sulla Gestione delle Aziende Ag ri-turistico venatorie

Assessorato dell’Agricoltura e Riforma Agro Pastora le

ATV presenti all’interno del pSIC

DENOMINAZIONE ISTITUZIONE SUPERFICIE GESTIONE SPECIE PER CUI SONO AUTORIZZATE

IMMISSIONE E PRELIEVO

Pranu Mannu Det. Direttore di 380,41 ha Privato Pernice sarda, cinghiale, lepre sarda, coniglio,

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(Decimomannu) servizio

n.546/2002

quaglia, germano reale,

Monte Arcosu

(Uta)

Det. Direttore di

servizio

n.924/2002

954,24 ha Privato Pernice sarda, cinghiale, lepre sarda, coniglio,

quaglia, germano reale,

Francau

(Teulada)

Det. Direttore di

servizio

n.333/2001

204,07 ha Privato Pernice sarda, cinghiale, lepre sarda, coniglio,

germano reale, quaglia.

ATV adiacenti al pSIC

DENOMINAZIONE ISTITUZIONE SUPERFICIE GESTIONE

SPECIE PER CUI SONO

AUTORIZZATE IMMISSIONE

E PRELIEVO

L’Agropastorale

(Teulada)

Det. Direttore di

servizio

n.335/2001

646,71 ha Privato

Pernice sarda, cinghiale, lepre

sarda, coniglio, germano reale,

quaglia.

Is Canargius

(Pula)

Det. Direttore di

servizio n.299/2003 513,37 ha Privato

Pernice sarda, cinghiale, lepre

sarda, quaglia, germano reale

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5.3.4 Zone in Concessione per la Caccia Autogestita

Sono istituite dall’assessorato Regionale della Difesa dell’Ambiente ai sensi dell’art. 51 della LR 32

del 1978 e permangono fino all'attivazione degli istituti previsti nel piano regionale faunistico-

venatorio e nei termini in esso indicati.

Esse sono normate da apposito regolamento (Decreto PGR n. 119 del 24 ottobre 1986) e possono

avere durata annuale o quinquennale rinnovabile.

Possono essere Comunali o intercomunali e devono avere una superficie minima di 500 ha. Sono

gestite da cacciatori riuniti in forma associata. È necessaria una vigilanza interna. Al loro interno è

ammesso il prelievo venatorio da parte dei soci nei limiti previsti dal calendario venatorio regionale.

Esistere anche un calendario venatorio interno che può presentare limiti ancor più restrittivi di

quello regionale

ZONA PER LA CACCIA AUTOGESTITE ANNUALI

Art. 51 L.R. 32/78

Art. 97 L.R. 23/98

Regolamento N. 119/1986 del Assessorato Difesa Ambi ente

Regione Autonoma della Sardegna

DENOMINAZIONE ISTITUZIONE SUPERFICIE N.SOCI TERRITORIO/

CACCIATORE

S.Uberto

(Siliqua,

Vallermosa)

DADA n. 234

del 12/09/1979 ha 1377 74 18,60 ha

Zinnigas

(Siliqua)

DADA n. 56 del

2/9/1980 ha 2734 146 18,72 ha

Gutturu Sporta

(Teulada)

DADA n. 232

del 12/9/1979 ha 5281 27 19,55 ha

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ZONA PER LA CACCIA AUTOGESTITE QUINQUENNALI

Art. 51 L.R. 32/78

Art. 97 L.R. 23/98

Regolamento N. 119/1986 del Assessorato Difesa Ambi ente

Regione Autonoma della Sardegna

DENOMINAZIONE ISTITUZIONE SUPERFICIE N.SOCI TERRITORIO/

CACCIATORE

Parruccu

(Uta)

DADA n. 7 del

21/02/1983 ha 1799 193 9,32 ha

Is Cuccureddus

(Villaspeciosa)

DADA n. 404

del 28/04/1989 ha 575 49 11,73 ha

Su Casteddu

(Decimoputzu)

DADA n. 271

del 18/09/1980 ha 840 69 12,17 ha

Is Gilladas

Capoterra

DADA n. 333

del 19/12/1979 ha 950 47 20,21 ha

Sa Tegula

(Teulada)

DADA n. 545

del 01/12/1981 ha 1762 104 16,94 ha

Internamente al pSIC si trova una porzione della zona in concessione per la caccia autogestita

“Parruccu”. Le zone in concessione per la caccia autogestita “Zinnigas”, “Gutturu Sporta”, “Is

Gilladas” si trovano, invece, a ridosso del confine.

Le zone in concessione per la caccia autogestita “Su Casteddu”, “Is Cuccureddus”, “Tegula”,

“Sant’Uberto” si trovano ad una maggiore distanza dal pSIC: esse, pur non essendo a diretto

contatto con l’area possono determinare un incremento della pressione venatoria della zona.

Tale pianificazione evidenzia che le zone a vincolo faunistico e istituti venatori non sono state

individuati con criteri adeguati, pertanto si potrebbe presentare un problema di eccessivo prelievo

che può aggravare situazioni già a rischio per le specie.

La caccia di per sé non compromette la diversità di un ecosistema ma potrebbe divenire una

minaccia per le specie quando il tasso di prelievo è maggiore del tasso di rinnovamento della

specie.

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CapitoloCapitoloCapitoloCapitolo 6 6 6 6

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6. CARATTERIZZAZIONE ARCHEOLOGICA, ARCHITETTONICA E CULTURALE

Sotto il profilo degli attrattori, oltre alla dotazione di una risorsa naturale pressoché incontaminata

sia in ambiente marino che montano, il sistema locale dell’accoglienza può contare sulla

eccezionale ricchezza del patrimonio culturale e identitario (Tab. 5); tanto le emergenze di tipo

archeologico-culturale che le attività e le espressioni legate all’identità delle comunità connotano in

maniera univoca l’intero contesto territoriale, conservando un carattere di omogeneità lungo le

tappe che segnano l’evoluzione dell’azione antropica nell’area ma che al contempo si declinano in

funzione dei connotati peculiari assunti da ciascun centro abitato. Se in ambito regionale le aree

archeologiche costituiscono il principale fattore di richiamo per flussi di tipo turistico-culturale,

l’area archeologica di Nora conta oltre 65 mila presenze annue posizionandosi tra i siti più visitati

in tutta la regione. Oltre alla diffusa presenza di testimonianze nuragiche e punico-romane, il

territorio ospita autentici simboli del periodo medioevale e dell’attività mineraria moderna che

riportano alla valorizzazione del Parco Geominerario della Sardegna. A ciò si affiancano da un lato

le strutture museali e le consolidate esperienze di gestione congiunta avviate nei comuni di Pula

(COPTUR) e Santadi (Cooperativa Fillirea) nonché la rispettiva adesione ai circuiti locali di promo-

commercializzazione turistica (Consorzio Turistico “Costiera Sulcitana”), dall’altro alcune

espressioni significative di raccolte etnografiche orientate alla valorizzazione dei simboli della vita

contadina (Santadi e Nuxis).

L’eredità del mondo rurale costituisce in questo senso il principale elemento dinamico del

patrimonio culturale dell’area, contraddistinto da un articolato numero di eventi legati alla tradizione

agricola, sacra ed enogastronomica delle comunità; tra le altre si segnalano: la festa campestre di

Sant’Elia a Nuxis (Maggio), la sagra di Sant’Efisio a Pula e Sarroch (Maggio) la festa di

Sant’Isidoro e il rito del Matrimonio Maritano a Santadi (Agosto), la festa di San Platano a

Villaspeciosa (Agosto), la festa di Santa Greca a Decimomannu (Settembre). Le stesse attività ed

espressioni dell’artigianato tipico locale e delle arti popolari formano frequentemente oggetto di

manifestazioni e rassegne di valenza nazionale ed internazionale; di particolare richiamo il

Concorso Nazionale di Ceramica di Assemini e il Simposio Internazionale di Scultura su Pietra a

Teulada. La tipicità del contesto rurale si ritrova inoltre sia nei tratti architettonici delle

caratteristiche abitazioni del Basso Campidano (“case campidanesi”) e testimoniata dall’adesione

del comune di Assemini all’Associazione Nazionale “Città della Terra Cruda”, impegnata da anni

nella valorizzazione e nel recupero del patrimonio abitativo costruito in terra cruda; che negli edifici

diffusi nell’agro del Sulcis (“medaus” e “furriadroxius”), i quali formano oggetto di un progressivo

processo di valorizzazione in chiave turistica. Il sistema locale dell’accoglienza può infine contare

sulla presenza di un articolato settore artigianale, suscettibile di una possibile valorizzazione su

mercati più ampi rispetto a quello locale e tale da poter sfruttare le opportunità offerte dal mercato

turistico. Ciò vale anche per quelle attività impegnate nella lavorazione tradizionale del legno, della

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ceramica (con in evidenza Assemini, riconosciuta “città della ceramica” nell’ambito del progetto

“Res Tipica” dell’ANCI) e del tessile per le quali il frequente e problematico sottodimensionamento

delle attività si traduce in una limitatezza dei volumi di produzione e quindi dei mercati di sbocco.

Una debolezza strutturale che, a fronte di elevati costi di produzione, si tramuta in basso potere

Di seguito è riportato per ogni comune dell’area pSIC l’inventario dei beni architettonici,

archeologici, musei e centri culturali, biblioteche e archivi e delle principali manifestazioni.

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6.1 SCHEDE BENI ARCHITETTONICI, ARCHEOLOGICI, MUSEI E CENTRI C ULTURALI,

BIBLIOTECHE E ARCHIVI E DELLE PRINCIPALI MANIFESTAZ IONI DEI COMUNI DELL’AREA

PSIC.

Assemini Tipologia Nome Descrizione

Chiesa di San Giovanni Raro esempio di edificio bizantino, eretta tra il X e l' XI secolo, con

pianta a croce latina e campanile a vela

Chiesa di San Pietro Apostolo

Della prima metà del XI secolo, ricostruita poi nel XVI secolo in stile

gotico-aragonese, e rimaneggiata ancora nel XVIII secolo, con la

facciata rettangolare merlata e il campanile quadrato, con aggiunta

della parte superiore esagonale nel Settecento

Oratorio di San Giovanni Edificato tra il IX e il X secolo presenta una pianta greca e copertura a

botte sormontata da una cupola tardo-bizantina

Villa Asquer-Casa Fortificata

Resti insediamento antico

Insediamenti abitativi antichi di età

nuragica ed alto medioevale

Edificio monumentale tardo-romano

BENI

ARCHITTETONICI E

ARCHEOLOGICI

Miniera di San Leone

Uno dei siti più significativi del Parco Geominerario della Sardegna

sotto l'aspetto storico e geologico-giacimentologico;l'area è inoltre

ricchissima di impianti e strutture minerarie sia in superficie che in

sotterraneo

Museo archeologico In allestimento

Museo di Storia Naturale

"Aquilegia"

Attualmente sono allestite sei sale che seguono le principali discipline

delle scienze naturalistiche

Esposizione ceramica d'arte e

mostra mercato permanente

dell'artigianato locale

Vengono esposte le migliori espressioni artistiche del Concorso

Nazionale di Ceramica e le produzioni contemporanee della ceramica

asseminese.

MUSEI, CENTRI

CULTURALI,

MOSTRE E

GALLERIE

Centro Pilota per la Ceramica Offre la possibilità di ammirare e acquistare la più completa rassegna di

opere dei ceramisti locali

BIBLIOTECHE E

ARCHIVI Biblioteca Comunale

Tournee regionale del Teatro

Stabile della Sardegna Luglio, spettacoli di prosa e teatro

Concorso Nazionale di Ceramica

Con cadenza biennale, è suddiviso in tre categorie: sezione ceramica

tradizionale, settore innovazione, e scuole d’arte. Obiettivo principale è

quello di favorire l’incontro e il confronto tra la realtà isolana e quella dei

più rinomati centri di produzione ceramica della penisola

Festa di Santa Lucia Mese di maggio-giugno. Manifestazione religiosa

Sagra della mietitura

Manifestazione di tradizioni popolari dedicata alla mietitura, trebbiatura,

macinazione del grano e lavorazione dei derivati con attrezzi originali.

Degustazione di prodotti lavorati (Murzu)

SAGRE,

TRADIZIONE

SACRA E FESTIVAL

Sagra della pecora Mese di giugno

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Festa di San Giovanni Battista Mese di giugno

Festival Folk "Is Pariglias"

Mese di luglio. Incontro culturale con rappresentazioni di danze,

musiche e culture etniche internazionali, con seminari tenuti da relatori

internazionali

Festa della Beata Vergine del

Carmine Mese di luglio. Manifestazione religiosa con spettacoli musicali

Matrimonio Asseminese Mese di agosto

Sagra de "Sa Panada" Mese di agosto. Sagra gastronomica del prodotto tipico locale "Sa

Panada". Dimostrazione di antichi mestieri

Sagra dei "Malloredddus" Mese di settembre.

Capoterra

Chiesa campestre di Santa Barbara Piccola chiesa romanica situata in una località di grande bellezza

panoramica

BENI

ARCHITTETONICI E

ARCHEOLOGICI Su Miriagu Sito minerario

Biblioteca Comunale BIBLIOTECHE E

ARCHIVI Biblioteca dell'Osservatorio

Astronomico

"Is Ainus de Aiaiu" Mese di marzo-aprile. Esposizione di oggetti e attrezzi del mondo

contadino

Festa di Sant'Efisio Mese di maggio. Processione per le vie del paese ed esibizione di

gruppi folk

Festa campestre di Santa Barbara Mese di giugno. Festeggiamenti nell'antica chiesetta campestre.

Estemporanea di pittura, scultura e poesia

"Aiaus in Festa" Mese di luglio. Mostra mercato di prodotti dolciari, lavori artigianali e

ricami

Sagra del pesce Mese di agosto. Degustazioni di pesce

"Scraccalius" Mese di agosto-settembre. Rassegna di teatro dialettale con le

compagnie teatrali del Campidano

Festa di San Girolamo Mese di settembre. Processione per le vie del paese con la

partecipazione di gruppi folk

SAGRE,

TRADIZIONE

SACRA E FESTIVAL

Festa di San Francesco Mese di ottobre. Processione con cavalli bardati ed esibizione di gruppi

folk

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Decimomannu

Chiesa di Santa Greca

Edificata nel XIV secolo in stile romanico sul luogo di sepoltura della

santa: di questa prima fase rimane solo la cappella dietro l'altare

maggiore. Dopo alterne vicende la chiesa fu ricostruita quasi per intero

nel XVI secolo ed in seguito rimaneggiata più volte

Chiesa di Sant'Antonio Abate Parrocchiale

BENI

ARCHITTETONICI E

ARCHEOLOGICI

Ponte romano

BIBLIOTECHE E

ARCHIVI Biblioteca Comunale

Sant'Antonio Abate Mese di gennaio

"Is Pariglias de Su Dominigu de

Agoa" Festa tradizionale della pentolaccia e pariglie a cavallo

Sant'Isidoro Mese di maggio

SAGRE,

TRADIZIONE

SACRA E FESTIVAL

Sagra di Santa Greca Mese di settembre

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Domus de Maria Torre di Chia Costruita dagli aragonesi nel XVII secolo

Bithia

I resti dell'antica città sono molto difficili da individuare, sia perché è

rimasto molto poco, sia per la particolare struttura della città, priva di un

centro urbano vero e proprio. Si può vedere ciò che resta di mura e di

abitazioni e del cosiddetto tempio di Bes, situato nella zona dello

stagno. Interessante è anche l'isolotto di Su Cardolinu, dove si trovava

il tophet fenicio, di cui non è più visibile pressocchè nulla, e il tempio

punico edificato dopo la conquista cartaginese della Sardegna, di cui

rimangono resti di mura

Chiesetta del Crocificco

Ruderi di una fortezza di età

nuragica

BENI

ARCHITTETONICI E

ARCHEOLOGICI

Resti monumentali di cave antiche

utilizzate in periodo punico e

romano

MUSEI, CENTRI

CULTURALI,

MOSTRE E

GALLERIE

Museo archeologico comunale

La mostra archeologica sull'antica città fenicio-punico-romana di Bithia,

allestita presso la sala Mostre Temporanee ospita i corredi funerari di

alcune tombe fenicie, puniche e romane, unitamente a parte della stipe

votiva del tempio di Bes

BIBLIOTECHE E

ARCHIVI Biblioteca Comunale

Sagra dei fichi Mesi di luglio-agosto

Sagra della focaccia Mesi di luglio-agosto

Sagra del cinghiale Mesi di luglio-agosto

Festa del Pescatore Mesi di luglio-agosto

Sagra dei pesci Mesi di luglio-agosto

Biennale di pittura e scultura Mesi di luglio-agosto

Carnevale estivo Mesi di luglio-agosto

Concorso Regionale di Poesia

dialettale Mesi di luglio-agosto

Estate Mariese

Mesi di luglio-settembre. Mostre di arte, artigianato locale e oggetti del

passato, assaggi di prodotti tipici, dimostrazioni dal vivo sulla

produzione di pane, formaggio e dolci

SAGRE,

TRADIZIONE

SACRA E

FESTIVAL

Sagra di "S'Arroseri" - Festa

patronale della Madonna del

Rosario

Mese di ottobre

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Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”

Provincia di Cagliari – Assessorato all’Ambiente e Difesa del Territorio Ufficio Protezione Fauna Selvatica e Caccia

- 171 -

Nuxis

Chiesa di Sant'Elia di Tattinu

Il primo impianto risale al periodo bizantino, al secolo VIII o IX e

presenta pianta a croce greca con cupola ogivale, mentre l facciata è

sormontata da un campanile a vela

"Tattinu"

Tempio a pozzo che si inserisce nell'ambito di un villaggio di capane.

Gli scavi indicano la frequentazione dall'età del Bronzo recente all'età

del Ferro

Grotta di Acquacadda Reperti della civiltà di Monte Claro

Sant'Elia Pieve bizantina del VII secolo

Is Pilus Sito minerario

Serra Sirbonis Sito minerario

Su Sinibidraxiu Sito minerario

Bachera-Tatinu Sito minerario

BENI

ARCHITTETONICI E

ARCHEOLOGICI

Complesso minerario Sa Marchesa Sito minerario

AREE

MONUMENTALI E

PARCHI

Villa Letizia Borgo ristrutturato per ricettività

Centro espositivo Allestimento sulla vita e lavoro in miniera nel complesso minerario "Sa

Marchesa"

MUSEI, CENTRI

CULTURALI,

MOSTRE E

GALLERIE Museo etnografico Espone strumenti di lavoro e suppellettile legate al mondo contadino

BIBLIOTECHE E

ARCHIVI Biblioteca Comunale

Mosra delle piante officinali e

aromatiche del sud-ovest sardo inizio aprile

Festa di San Pietro 28-30 giugno

Festa in onore di S. Elia 8-14 settembre. Il culto per questo santo è il più antico portato dai

Bizantini in Sardegna

Mostra micologica del sud-ovest

sardo inizio novembre

SAGRE,

TRADIZIONE

SACRA E FESTIVAL

Festa patronale di San Pietro Mese di giugno

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- 172 -

Pula

Sant'Efisio di Tattino

Chiesa costruita nell'XI secolo sul luogo dove fu martirizzato il Santo. Il

primo impianto risale al 1102, ma subì pesanti rifacimenti nel XVIII e nel

XIX secolo

Torre di Coltellazzo Costruita dagli spagnoli nel XI secolo e protetta da una cortina muraria

rinforzata da torri, si eleva 12 metri sulle rovine di Nora

Torre di San Macario Costruita nel XI secolo e utilizzata fino al XVIII secolo sorge sull'isoletta

omonima al largo di Nora

BENI

ARCHITTETONICI E

ARCHEOLOGICI

Villa Santa Maria e pertinenze

rustiche

AREE

MONUMENTALI E

PARCHI

Area archeologica di Nora La città mostra edifici di varie epoche, ma i resti più significativi sono

quelli del periodo romano

Centro di educazione ambientale

"Laguna di Nora" E' dedicato all'ecosistema marino e lagunare

Museo archeologico comunale

"Patroni"

Vi sono esposte ceramiche puniche, romane, anfore fenicie; due

importanti vasi in pasta vitrea; vasellame da mensa, corredi funerari e

votivi

MUSEI, CENTRI

CULTURALI,

MOSTRE E

GALLERIE

Museo Norace Comprende una ricca collezione numismatica e una mineralogica di

campioni rinvenuti nelle cave e nelle miniere della Sardegna

BIBLIOTECHE E

ARCHIVI Biblioteca Comunale

Festival "La Notte dei poeti" (Teatro

di Sardegna e CEDAC)

Luglio, si svolge dal 1983 nel suggestivo teatro dell'antica cittadina di

Nora

Sagra di Sant'Efisio

Maggio. La manifestazione si lega al voto pronunciato dalla città di

Cagliari per ringraziare il Santo che aveva liberato la Sardegna dalla

pestilenza

Festa di San Giovanni Battista Mese di giugno

Rassegna dell'artigianato sardo Mese di luglio

SAGRE,

TRADIZIONE

SACRA E FESTIVAL

Festa de L'Assunta Mese di agosto. Processione a mare

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- 173 -

Santadi

Pani Loriga Domus de janas, fortezza nuragica, insediamento punico-fenicio

"Su Benatzu", "Forresu",

"Pantaleo", "San Paolo", "Monte

Miana"

Tempio ipogeico. Cavità abitate in epoca neolitica

Nuraghi Diana e Sanna Presenza di menhirs aniconici e protoantropomorfi, con cavità

emisferiche

"Su Fossu Tundu" Miniera Nuragica

"Nuraxi Senzu" Monumento nuragico a torre

Barrancu Mannu Tomba dei giganti di epoca nuragica

Is Canis Sito minerario

Monta Cerbus Sito minerario

Su Benatzu Sito minerario

San Pantaleo Sito minerario

BENI

ARCHITTETONICI E

ARCHEOLOGICI

Barrua de Susu, Su Benatzu, Is

Cattas, Barrancu, Terresoli Diffusa localizzazione di "medaus"

Parco "Su Cuccumeo" (San

Pantaleo) AREE

MONUMENTALI E

PARCHI Grotte di "Is Zuddas" Famosissimme per le grandi formazioni stalagmitiche e stalattitiche,

hanno una notevole estensione e sono formate da numerose sale

Civico Museo Archeologico

All'interno sono esposte inedite e preziose testimonianze dei primi

insediamenti umani e degli specifici sviluppi della civiltà protosarda dal

VI al I millennio avanti Cristo

MUSEI, CENTRI

CULTURALI,

MOSTRE E

GALLERIE Museo etnografico e archeologico

"Sa Domu Antiga"

Casa museo allestita in una caratteristica abitazione del primo

Novecento tpica della tradizione contadina

BIBLIOTECHE E

ARCHIVI Biblioteca Comunale

Matrimonio Mauritano e Settimana

Culturale Santadese

Nel mese di agosto si celebra la cerimonia di nozze secono la

tradizionale cultura agropastorale. Il rito è seguito dall'offerta

propiziatoria volta ad assicurare prosperità alla nuova coppia

"Incontro con la natura" Mese di maggio. Passeggiata ecologica di grande impatto naturalistico-

ambientale

Festa di San Giovanni Bosco Mese di agosto

SAGRE,

TRADIZIONE

SACRA E FESTIVAL

Festa di San Nicola di Bari Mese di settembre

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- 174 -

Sarroch Complesso costituito dalla Villa

d'Orri con pertinenze, parco e

dipendenze

In passato eletta a dimora estiva della casa Savoia

Nuraghe "Antigori"

Il complesso si compone di numerose capanne circolari e torri

nuragiche circondate da poderose mura, di cui restano poderose mura,

di cui restano alcuni tratti, costruite con blocchi di pietra di grosse

dimensioni che si appoggiano direttamente sulle asperità rocciose

naturali. Datarli ai secoli dal XXI XIII a.C. Oltre alla ceramica nuragica è

stata rinvenuta anche ceramica micenea, proveniente dall'Argolide, da

Creta, e da Cipro, che ha messo in rilievo gli scambi esistenti fra

Sardegna e Vicino Oriente

Nuraghe "Sa Domu 'e S'Orku"

Di tipo arcaico ed è composto da due torri collegate fra loro da un

cortile interno al quale si accede dall'ingresso principale. Anche qui

furono rinvenuti frammenti di ceramica micenea, il che testimonia come

nel Tardo Bronzo la zona fosse interessata da scambi con l'Egeo e il

Mediterraneo orientale

Tomba dei Giganti del II millenno

a.C.

BENI

ARCHITTETONICI E

ARCHEOLOGICI

Resti archeologici di tomba

megalitica "Su Nuraxeddu"

BIBLIOTECHE E

ARCHIVI Biblioteca Comunale "Mondo Libro"

Sagra di Sant'Efisio

Maggio. La manifestazione si lega al voto pronunciato dalla città di

Cagliari per ringraziare il Santo che aveva liberato la Sardegna dalla

pestilenza

Mostra dell'artigianato sardo Mese di luglio

Sagra del pesce Mese di agosto. Degustazioni di pesce

Sagra dei dolci di sapa Mese di agosto Dimostrazione della preparazione e degustazione del

"Pane di sapa" e di altri dolci di sapa

SAGRE,

TRADIZIONE

SACRA E FESTIVAL

Festa di Santa Vittoria Mese di settembre

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- 175 -

Siliqua

Monte Oru, Monti de S'Arcu, Monte

Miali, Domu de Is Perdas Resti nuragici

San Pietro di Siliqua, Medau

Casteddu, S. Luxia, S. Sida, S.

Jaccu e S. Margherita

Insediamenti di epoca punico-fenicia e romana

Castello di Acquafredda Costruito dai pisani nel XII secolo in stile romanico. Appartenne alla

famiglia pisana dei Donoratico della Gherardesca

Arcedda, Sebatzus, Frongia, Saruis

e Stiarro Insediamenti di epoca medioevale

Rocca sa Pibera Sito minerario

Sa Rocca Sito minerario

M. de Sinibiris Sito minerario

Chiesa di San Giorgio Chiesa parrocchiale il cui impianto primitivo risale al XIII

secolo

Chiesa di San Pietro Costruita su resti romani

BENI

ARCHITTETONICI E

ARCHEOLOGICI

Chiesa di Sant'Antonio Edificio tardogotico

BIBLIOTECHE E

ARCHIVI Biblioteca Comunale

Festa di San Giorgio Mese di aprile

Festa di San Giacomo Mese di maggio

Estemporanea nazionale di pittura Mese di maggio

"Biomediterranea" Mese di maggio. Rassegna di prodotti agro-alimentari biologici

San Giuseppe Calasanzio Mese di agosto

SAGRE,

TRADIZIONE

SACRA E FESTIVAL

Festa di Santa Margherita Mese di settembre

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- 176 -

Teulada "Mondia" Tomba dei Giganti

"Tuarredda Malfatano" Nuraghe

Isola di Campionna Nuraghe

"Ladu Arrubiu" Nuraghe

"Crabili" Nuraghe

"Punta su Putzu" Nuraghe

"De Frois" Nuraghe

"Punta Acuzza" Nuraghe

"Giara" Nuraghe

"Monte S'Ira" Nuraghe

"Monte Cogottis" Nuraghe

"Su Pizzu Arrubiu" Nuraghe

"Sa Patera" Nuraghe

"Serra Andria Santus" Nuraghe

"Campu e Pira" Nuraghe

"Perdu Sarigu" Nuraghe

"Pia" Nuraghe

"Albai I" e "Albai II" Nuraghe

"Sant'Isidoro" Nuraghe

"Monte Idu" Nuraghe

"Giovanni Matta" Nuraghe

"De Sa Canna" Nuraghe

"De S'Ardori" Nuraghe

"Domenico" Nuraghe

"Millanu" Nuraghe

"M. Lapera" Nuraghe

"Monte Perdaia" Nuraghe

"Orbais" Nuraghe

"Su Zippiri" Nuraghe

"Sisinni Acca" Nuraghe

"De Mesu" Nuraghe

"Mondia" Nuraghe

"Malfatano" Nuraghe

"Monte Is Crabus" Nuraghe

"Punta Sa Ruxi" Nuraghe

"Monte Idu II" Nuraghe

"Giu Giuanneddu" Nuraghe

Sant'Isidoro Insediamento punico-romano, chiesetta e torre

"Monte Modditzi" Insediamento nuragico e romano

"Sa Cresiedda" Insediamento punico-romano

Isola di Tuerredda Ruderi di età punico-romana

Porto Tramatzu Necropoli di epoca romana

Peschiera di Malfatano Ruderi di Villa Romana

"Schiena del Siciliano" Ruderi di Villa Romana

San Lorenzo Villa romana

Monte Jacu Villa romana

BENI

ARCHITTETONICI E

ARCHEOLOGICI

Isola Rossa Muraglia nuragica e ruderi di villa romana

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- 177 -

P.to Scudo Torre

P.to Budello Torre

Malfatano Torre

Monte Lapanu Sito minerario

Loc. Is Carillus, Genniomius,

Mesoni e Susu, Ledda, Mesoni ‘e

Monti, Su Fonnesu, Perdariola, Su

de Is Seis, Gutturu Saidu, Giacu, Is

Pinnas, Paderi, Frau

Diffusa localizzazione di "furriadroxius"

"Sant'Isidoro" Area archeologica

Museo Storico Artistico

Documentario della Parrocchia

Vergine del Carmine

Il museo custodisce ed espone al pubblico documenti dell'archivio

storico, oggetti di culto, ex voto donati alla Parrocchia, paramenti,

simulacri ed opere pittoriche

MUSEI, CENTRI

CULTURALI,

MOSTRE E

GALLERIE Museo Civico

Accoglie 200 manufatti in ossidiana e pietre varie. Sono conservate al

suo interno le opere prodotte nel corso delle ultime edizioni

dell'Incontro Internazionale di Scultura su Pietra

BIBLIOTECHE E

ARCHIVI

Biblioteca Comunale "Grazia

Deledda"

Simposio Internazionale di Scultura

su Pietra

Ogni anno nella prima quindicina di settembre il comune ospita

numerosi scultori di diverse nazionalità le cui opere rimangono in

mostra permanente per le vie del paese

Festa Primaverile di Sant'Isidoro Mese di aprile-maggio. Festa campestre con processione solenne e

manifestazioni folcloristiche

Sagra del Pescatore-Madonna del

Carmine

fine luglio - inizi di agosto; l'evento principale è il trasferimento della

statua della Madonna del paese a Porto Budello fino a Porto Teulada

seguita da un corteo di barche e degustazione di pesce

Festa di Sant'Isidoro - Fiera e

mostra dell'artigianata teuladino -

Festa de "Su Sonatori"

Mese di agosto. Festa estiva del Santo agricoltore. Mostra mercato

dell'artigianato teuladino con dimostrazione pratica di arti e mestieri.

Rassegna di strumenti musicali e canti tipici della tradizione sarda

SAGRE,

TRADIZIONE

SACRA E FESTIVAL

Sagra dell'allevatore Mese di agosto. Degustazione di carni locali

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- 178 -

Uta "Su Nui de su Pilloni" Complesso nuragico

"Mitza Pedentina, Monte Arrexi" Complesso nuragico

"Su Mulinu" Nuraghe

"Cussorgia, Serra Taccori" Nuraghe

"Bruncu Perdosu" Nuraghe

"Medau de Coccu" Nuraghe

"Mitza de S'Acqua Bella" Nuraghe

"S'Inzidu" Nuraghe

Chiesa di Santa Maria Magramisci Chiesa romanica costruita nella seconda metà del secolo XII su un

precedente edificio di culto

San Nicola Area sacra

"Su Pranu de Porceddu" Terme

"Is Arridelis" Insediamento

"S'Appassiu" Insediamento

"Scala sa Perda" Insediamento

"Perdu Melis" Necropoli

San Sebastiano Chiesa

Santa Maria Chiesa romanica

Santa Giusta Chiesa gotico-catalana

Sant'Ambrogio Chiesa

San Leone Chiesa

BENI

ARCHITTETONICI E

ARCHEOLOGICI

Santa Lucia Chiesa

Sant'Isidoro Mese di maggio

Festa di Santa Giusta Mese di maggio. Festa patronale

Santa Lucia Mese di agosto

SAGRE,

TRADIZIONE

SACRA E FESTIVAL Santa Maria Mese di agosto

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Villa San Pietro "Mereu" Nuraghe

Loc. Perda e ’Accuzzaui,

Cucumenu e San Filippo Tombe Megalitiche

Loc. Lilloni Tombe dei Giganti

Loc. Porcili Mannu Necropoli di epoca romana

Loc. Sa Sucraxia Necropoli di epoca romana

BENI

ARCHITTETONICI E

ARCHEOLOGICI

Chiesa di San Pietro Apostolo

Eretta nel XIII secolo, la chiesa sorge all'interno del centro abitato cui

diede nome e di cui fu parrocchiale. Mononavata e con copertura lignea

è un pregevole esempio d'arte romanica giudicale

BIBLIOTECHE E

ARCHIVI Biblioteca Comunale

SAGRE,

TRADIZIONE

SACRA E FESTIVAL

San Pietro Mese di giugno

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Provincia di Cagliari – Assessorato all’Ambiente e Difesa del Territorio Ufficio Protezione Fauna Selvatica e Caccia

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CapitoloCapitoloCapitoloCapitolo 7 7 7 7

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7. GESTIONE ATTUALE DELL’AREA

Per quanto riguarda la gestione della area pSIC si possono individuare quattro macroaree:

- Area gestita dall’Ente Foreste comprendente la fascia sud orientale;

- Area gestita dal WWF nella zona nord est;

- Area, di proprietà della ditta Sanai s.r.l.;

- Area di proprietà privata di cui non è nota alcun tipo di gestione.

7.1 Ente Foreste

Il corpo storico denominato foresta di “Pula” che interseca il presente SIC è gestito

dall’amministrazione regionale, sin dalla prima metà del 1900. Gli altri corpi; Gutturu Mannu;

Pantaleo; Monte Nieddu; Tamara Tiriccu; sono stati acquisiti al demanio a partire dal 1980.

Quest’area è stata popolata sin da epoca preistorica ed è ricca di siti archeologici che ne

testimoniano tale presenza, è stata altresì oggetto di sfruttamento nel corso dei secoli da parte

delle popolazioni locali per ricavarne principalmente legna da ardere per usi domestici e condurre il

bestiame al pascolo brado. A partire dalla seconda metà del sec. XIX l’area è stata sottoposta ad

un intenso sfruttamento della risorsa boschiva principalmente carbone e legna da ardere. Merita in

tal senso di essere menzionata la fabbrica di distillazione del legno realizzata dalla società

francese de Hautes Foreneaux di Leone Gouin nella Foresta di Pantaleo nei primi anni del XX sec.

La società possedeva oltre la Foresta di Pantaleo, il complesso boscato di Gutturu Mannu, in agro

di Capoterra e di Assemini, per un totale di circa 10.000 ettari. I soprassuoli forestali furono

utilizzati dalla società Francese a partire dal 1874-75 solo per produrre carbone. Con la

realizzazione tra il 1912 e il 1915, degli impianti per la distillazione del legno in località Pantaleo

oltre al carbone vennero prodotti catrame, acetone, acido acetico ed alcol metilico particolarmente

richiesti dall’industria francese per le necessità belliche legate al primo conflitto mondiale.

Analoga vicissitudine subì il territorio in agro di Pula, Villa S. Pietro e Domus de Maria, ricadente

nelle Foreste di Is Cannoneris-Pixinamanna nella parte Sud del SIC, questi territori infatti subirono

un’intensa attività antropica a partire dalla seconda metà dell’ottocento, in particolare con

l’abolizione degli ademprivi in Sardegna, i quali determinarono prima l’assegnazione del

compendio alla Compagnia Reale delle Ferrovie Sarde nel 1864 e poi la vendita nel 1881

all’imprenditore boschivo Giuseppe Tonietti. Questi utilizzò tutto il soprassuolo della foresta di Pula

a taglio raso senza riserve, per ricavarne legna, carbone e scorza da tannino, realizzando

un’apposita strada ferrata a scartamento ridotto, che dal centro aziendale in località Dispensa

Tonietti, trasportava i prodotti boschivi sino al mare e da qui in gran parte verso la Francia. Il

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Tonietti esaurito il taglio nel 1887 vendette la proprietà ad un privato di Pula che la utilizzò come

pascolo.

Quest’ultimo nel 1903 si rifiutò di eseguire in proprio le opere studiate per la sistemazione del

bacino del Rio di Pula e il fondo tornò per devoluzione allo stato nel 1905, che intraprese le prime

opere sistematorie.

“All’atto dei primi lavori, la tenuta era popolata di lentisco, fillirea sp. e corbezzolo con poche

ceppaie di leccio, danneggiate dagli incendi e dal pascolo” .

Il territorio in esame presenta oggi una serie di realtà eterogenee, con comuni costieri dove il

settore turistico occupa una porzione rilevante della loro economia (Pula, Capoterra, Villa S.Pietro,

Domus de Maria) e territori dove le principali attività sono di tipo agricolo pastorale (Santadi, Nuxis,

Narcao). La vicinanza con il capoluogo regionale determina un consistente flusso turistico di tipo

stagionale verso le foreste dell’area.

L’Ente Foreste cura i cantieri forestali che ricoprono una superficie totale in area SIC di ha

14.757 localizzati nella parte est dell’area, essi sono così suddivisi:

Cantiere

Is Cannoneris

Pantaleo

Tamara Tiriccu

Bau Pressiu ex

SAF

GutturuMannu

Monte Nieddu

Comuni

Comuni di Pula, Villa S. Pietro, Domus de Maria

Comuni di Santadi, Nuxis

Comune di Nuxis

Comune di Siliqua

Comuni di Assemini, Capoterra

Comuni di Capoterra, Villa S.Pietro, Sarroch

Superficie dem.le

ha 3. 827

ha 4.231

ha 1.460

ha 216

ha 4.748

ha 2.452

Sup.cie in area SIC

ha 3.333

ha 4.194

ha 1.348

ha 216

ha 4.350

ha 1.316

Totali ha 16.934 14.757

I lavori forestali e di ripristino della vegetazione spontanea vengono attuati attraverso

interventi atti a migliorare l’efficienza multifunzionale del bosco (funzioni protettive,

paesaggistiche, ambientali e turistico ricreative) nonché con attività di prevenzione e lotta contro

gli incendi boschivi. Considerato che la formazione forestale più diffusa nell’area è costituita da

cedui a prevalenza di leccio originatisi a seguito delle attività di taglio proseguite fino alla prima

metà del secolo scorso, l’attività selvicolturale odierna è in gran parte finalizzata alla loro

conversione in fustaia mediante una serie di tagli denominati “tagli di avviamento all’alto fusto” con

l’obiettivo di migliorare l’efficienza multifunzionale del bosco nonché i processi di ricostituzione

boschiva in termini di biomassa e di complessità strutturale. Altri lavori svolti riguardano il ripristino

della viabilità, delle infrastrutture di servizio e della sentieristica e aree sosta. Le principali attività

volte alla valorizzazione e fruizione del patrimonio ambientale nei territori in gestione che sono stati

svolti nell’ultimo decennio in area sic dall’Ente Foreste e che si prevede vengano realizzati nel

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prossimo futuro, sono di seguito descritti, questi sono coerenti alle linee di indirizzo previste dal

P.F.A.R.

7.1.1 Gestione e valorizzazione del patrimonio bosc hivo

Nei sistemi forestali degradati ove l’attesa non abbia portato ad una naturale ricostituzione

della copertura del suolo e dove l’azione di degrado sia tale da richiedere un intervento immediato,

al fine di contrastare il rischio idraulico, si è intervenuti mediante rimboschimenti con lavorazione a

strisce, lungo le curve di livello, con rilascio tra le strisce della vegetazione spontanea, seguita da

piantagione di postime ecologicamente idoneo alla stazione, nei primi anni successivi all’impianto

sono state risarcite le fallanze ed eseguite le cure colturali ;

Nei soprassuoli cedui a dominanza di leccio e corbezzolo, più o meno matricinati si è

intervenuti con diradamenti selettivi delle ceppaie ed il rilascio delle migliori matricine al fine di

avviare detti soprassuoli in fustaia;

nelle formazioni artificiali con prevalenza di conifere, si è intervenuti con diradamenti al fine

di ridurre l’eccessiva densità e favorire l’evoluzione naturale del sottobosco a macchia, insediatosi

grazie all’azione di protezione della conifera o, della latifoglia consociata;

nelle formazioni miste con dominanza di sughera gli interventi colturali realizzati sono stati

quelli di ridurre la concorrenza da parte delle specie sciafile, sostituire o rinvigorire le sughere

deperienti mediante tramarratura delle stesse, eseguire gli opportuni tagli fitosanitari al fine di

ridurre il potenziale di inoculo da parte degli agenti del deperimento delle querce.

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Interventi integrati di gestione forestale ed utili zzo faunistico

In aree aperte, prive di vegetazione forestale, sono stati eseguiti degli erbai autunno-

vernini, finalizzati all’alimentazione integrativa degli ungulati allevati in recinti faunistici, la cui

funzione di questi ultimi è attualmente prevalentemente didattica. Alcune fasce parafuoco sono

state inerbite con la stessa tecnica, al fine di produrre alimento per la fauna in natura e ridurre

l’erosione superficiale.

Interventi di gestione ordinaria degli ungulati e p iccola selvaggina

La gestione della fauna in natura è attuata mediante sorveglianza e i periodici censimenti in

particolare quelli del cervo sardo, “al bramito” da postazioni fisse. Vengono effettuati inoltre

periodici controlli sanitari agli ungulati e recupero della fauna selvatica in difficoltà. Si svolge altresì

l’allevamento della lepre sarda e l’attività di apicoltura.

7.1.2 Tutela e salvaguardia del patrimonio forestal e - prevenzione e lotta A.I.B.

L’attività di prevenzione viene svolta mediane la ripulitura delle fasce parafuoco, sia

manualmente mediante sfalcio ed abbruciamento della vegetazione, che meccanicamente con

mezzi meccanici. Durante il periodo di rischio incendi vengono inoltre dislocate nel territorio delle

postazioni di vedetta, dotate di cartografia e radio ricetrasmittente al fine di segnalare eventuali

incendi.

L’attività di lotta attiva avviene mediante la dislocazione sul territorio, di squadre di lotta e

mezzi AIB, di concerto con il C.F.V.A. regionale.

L’attività cantieristica si svolge inoltre mediante manutenzioni alle infrastrutture, alla viabilità

forestale, alle sorgenti, ed alle opere AIB, la realizzazione e manutenzione della sentieristica,

cartellonistica, piste per mountain bike, aree sosta visitatori, percorsi didattici, aree pic-nic, ecc.

L’Ente Foreste svolge inoltre attività di supporto alle visite in foresta, prevalentemente

scolastiche o di associazioni di volontariato, mediante “guida” nelle escursioni e nei recinti

faunistici.

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7.2 Oasi Wwf Monte Arcosu

7.2.1 Cenni storici

Il comprensorio di Monte Arcosu-Monte Lattias attualmente gestito dal WWF si estende per

una superficie di Ha 3600.

Esso è stato per lungo tempo una riserva di caccia di proprietà privata, nella quale era

presente la popolazione di cervi più consistente dell’area del Sulcis. A seguito dell'abolizione della

Riserva di caccia il numero dei cervi diminuì drasticamente a causa del forte aumento del prelievo

illegale, che proseguì nonostante l’istituzione su una parte del territorio dell’oasi permante di

protezione faunistica e cattura “Gutturu Mannu”.

L’istituzione di quest’ultima non migliorò la situazione in quanto non venne supportata da

una efficiente attività di vigilanza in grado di limitare il fenomeno della caccia di frodo.

Nel 1984 il W.W.F. deliberò l'acquisto dei 3000 Ha dell’area. L'acquisizione di quest’area

avvenne grazie alla partecipazione dei Soci W.W.F., di semplici cittadini, e della C.E.E. e

all’adesione di migliaia di bambini ai Panda Club che contribuirono finanziariamente all’operazione.

Ai 3000 Ha originari si è aggiunta una parte situata sulle pendici del Monte Lattias di estensione

pari a 600 Ha acquisita nel 1995 grazie al contributo della Campagna Foreste del W.W.F.

Le attività iniziali della gestione prevedevano la custodia, l’approvvigionamento idrico ed

energetico, il ripristino di caseggiati, il rifacimento di recinzioni, ed interventi a tutela del cervo. Il

controllo quotidiano dell'area ha limitato drasticamente i fenomeni di bracconaggio (sono stati

rimossi migliaia di cavi d'acciaio per la cattura di cervi e cinghiali).

7.2.2 Gestione della riserva WWF

La gestione attuale dell’area è resa possibile anche grazie ad una convenzione di durata

decennale stipulata il 23 maggio del 1997 (n° 2040) tra il Settore Ambiente della Provincia di

Cagliari e l’Associazione italiana del WWF.

Il WWF svolge una serie di attività connesse alla protezione e alla gestione dell’oasi “Monte

Arcosu”, le attività di vigilanza si svolgono con ricognizioni del territorio con particolare attenzione

nelle località della valle di Gutturu Mannu, Sa Canna, Paddera, Is Castangias dove l’attività del

bracconaggio è più radicata e in generale presso tutto il perimetro della riserva, contestualmente si

effettua la rimozione delle trappole illegale per la cattura della selvaggina.

Gli operatori del WWF in collaborazione con il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale

curano anche il recupero della fauna selvatica ferita che viene ricoverata al Centro di recupero

della Fauna selvatica di Monastir gestito dall’ Ente Foreste della Sardegna.

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Il WWF cura la manutenzione ordinaria delle strutture ricettive e degli impianti presenti

all’interno dell’oasi, cura, inoltre, la manutenzione della viabilità interna con interventi di rifacimento

del fondo stradale e apposizione di segnaletica.

Gli operatori si occupano anche del ripristino e della manutenzione dei sentieri naturalistici

esistenti.

L’associazione si occupa anche della gestione agroforestale del territorio con la

realizzazione di radure e coltivazione di erbai per l’alimentazione della fauna oltre alla cura del

bosco con diradamenti e pulizia del sottobosco e l’individuazione di sorgenti ed creazione di

abbeveratoi.

Vengono svolte anche attività di tipo scientifico come i censimenti delle popolazioni di cervo

sardo presenti all’interno dell’oasi. All’interno dell’oasi è presente una foresteria che offre servizio

di pernottamento e ristorazione, vi è anche la possibilità di usufruire del servizio di guida

naturalistica per le visite ed escursioni sul posto, questi servizi sono offerti previa prenotazione

7.2.3 Gestione forestale

L’intera area della Riserva WWF di Monte Arcosu presenta una omogeneità di

caratteristiche ambientali. L’attuale situazione forestale è il risultato di pregresse azioni non

regolamentate, come tagli per il legnatico, pascolamento e incendi.

Le formazioni forestali ed arbustive si presentano essenzialmente con stadi transitori del climax

vegetale e soltanto in poche aree si trovano stadi maturi della successione.

La macchia mediterranea, caratterizzata da specie sempreverdi sclerofille e malacofille costituisce

l’aspetto più diffuso della vegetazione a basse altitudini.

La gestione forestale nella Riserva è essenzialmente di tipo naturalistico.

Di seguito vengono sinteticamente elencati gli ambienti vegetali del territorio e la tipologia di

gestione prevista per ognuno.

Gli interventi proposti sono rivolti al miglioramento della struttura dei soprassuoli (con particolare

riferimento ai cedui composti) e, allo stesso tempo, alla realizzazione di radure finalizzate ad un

aumento delle disponibilità pabulari per il cervo sardo.

Gli interventi vengno eseguiti solo in aree con pendenza non superiore al 25% per evitare l’innesco

di processi di erosione del suolo.

Le tipologie vegetazionali presenti sono illustrate di seguito con le relative modalità di gestione:

Bosco naturale monospecifico di Leccio

È costituito prevalentemente da fustaie transitorie derivanti da cedui invecchiati di leccio.

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In tali aree si interviene con tagli selettivi, secondo criteri di diradamento dal basso, per eliminare

gli esemplari di leccio sofferenti e soprannumerari. Particolare attenzione è data alla presenza di

piante di acero e agrifoglio che devono essere salvaguardate ed avvantaggiate dall’intervento.

Localmente in aree idonee si prevede la realizzazione di piccole radure finalizzate all’evoluzione di

praterie naturali per l’alimentazione del cervo.

Foresta mista di sclerofille sempreverdi

Si tratta di formazioni vegetali molto variabili sotto l’aspetto fisionomico e vegetazionale

Comprende sia macchia di origine secondaria (di degradazione della lecceta) sia macchia di tipo

primario fortemente condizionata dai fattori pedoclimatici (es. ginepreti) in queste aree si

prevedono interventi localizzati rivolti perlopiù alle cenosi preforestali in particolare laddove la

presenza del leccio è particolarmente evidente. gli interventi sono realizzati mediante tagli saltuari

che favoriscano l’evoluzione della foresta mista di sclerofille verso la foresta a prevalenza di leccio

in particolare si intende orientare l’evoluzione verso il ceduo composto con un elevato numero di

matricine in modo tale che possa ospitare i silvidi ed altre specie della fauna migratoria.

Macchia bassa e garighe

Nella maggior parte dei casi si osservano cenosi di degradazione dei boschi e delle

macchie più evolute. La composizione floristica è molto variabile in funzioni delle condizioni

stazionali e della foresta originaria da cui derivano. Si tratta di formazioni con prevalenza di xerofite

aventi per lo più foglie di piccole dimensioni e revolute come il cisto, lo sparzio villoso, il ginepro

rosso (sporadico), l’euforbia arborea e l’erica arborea. Nei settori con forti limitazioni per

rocciosità, pendenza, e scarsa profondità del suolo, sono individuabili macchie e garighe

caratterizzate dalla presenza di essenze endemiche ed aromatiche (lavanda , ginestra corsica

etc.).

In queste aree non si prevede alcun intervento nel breve periodo, salvo poi adottare criteri

gestionali analoghi a quanto detto sopra nel momento in cui si riscontreranno le idonee condizioni

di evoluzione del soprassuolo.

Vegetazione ripariale

Trattandosi di ambienti vegetali di notevole interesse naturalistico e di scarsa valenza

selvicolturale in tali aree non si prevede alcun tipo di intervento.

Si sottolinea che tutti i corsi d’acqua sono a carattere torrentizio con portate notevoli durante il

periodo autunno-invernale e parzialmente asciutti d’estate; tra questi è di particolare interesse il

Rio Camboni che, come detto ospita l’endemica Trota sarda (Salmo (trutta) macrostigma).

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Interventi di gestione eseguiti

Gli interventi riguardano la macchia foresta mista di sclerofille sempreverdi e sono stati

effettuati con i seguenti accorgimenti:

• l’allungamento del turno di ceduazione fino a 30-35 anni;

• il rilascio di un contingente di matricine più elevato (numero di matricine intorno a 200-

250 per ettaro);

• il mantenimento di un numero di 30-40 individui vetusti per ettaro;

• l’avviamento ad alto fusto dei lembi meritevoli che tendono alla chiusura della copertura

vegetale allo scopo di ripristinare la lecceta e il taglio selettivo con criteri di diradamento

dal basso per eliminare gli esemplari sofferenti di leccio e di quelli soprannumerari.

• tagli a buca in modo che i cervi ritrovino in questo ambiente il loro habitat naturale e che

nelle piccole radure così create, abbiano una maggiore disponibilità di cibo.

Altri interventi hanno interessato l’ampia radura de Su Bacinu a Perdu Melis. La radura è

stata ripulita dalla macchia bassa che la soffocava e coltivata con essenze foraggere

adeguate all’alimentazione degli ungulati. Una parte del campo coltivato è stato recintato e

irrigato per poter fornire erba fresca anche nel periodo estivo agli animali.

Localizzazione interventi

località su Bacinu, Perdu Melis apertura radura, anno 1987, sup. 2 ettari, macchia bassa. Punto (1)

in cartografia

• P. Melis,1989 – 1997, sup. 5 ettari, macchia foresta (2)

• località is Fundus e Gennastrinta, anni 1996-98 , superficie 5 ettari , macchia foresta con

lembo di lecceto (3)

• località su Pirastu- Suergiu, anno 2002 – 2004, sup.15 ettari, macchia foresta (4)

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Figura 2 Gestione Forestale Riserva WWF Monte Arcosu.

7.2.4 Gestione Attività di fruizione.

Nel territorio della Riserva sono presenti diverse strutture esse sono state ristrutturate e sono

disponibili per l’utilizzo esse sono:

- Case Perdu Melis (B1a)

- Case sa Canna (B1b)

- Case Baracca Sassa (B1c).

Case Perdu Melis (B1a)

È il primo centro, realizzato dal WWF, si trova nel cuore dell’Oasi, in località Perdu Melis nell’alta

valle del Guttureddu. È costituito da 5 piccoli bivani atti a ospitare villeggianti, escursionisti e

ricercatori. Annesso a questo vi è una grande sala che verrà adibita a punto ristoro.

A duecento metri si trova un’altro edificio, composto da 5 locali utilizzabili come alloggio per i

visitatori.

Le strutture sono servite da impianto per acqua potabile, depuratore per i reflui e impianto elettrico

alimentato da piccole centrali fotovoltaiche.