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Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
Provincia di Cagliari – Assessorato all’Ambiente e Difesa del Territorio Ufficio Protezione Fauna Selvatica e Caccia
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TESTUDO MARGINATA (Schoepff, 1792)
Testudo marginata
Ordine: Testudines
Famiglia: Testudinidae
Habitat e abitudini: Gli habitat della testuggine marginata sono tipicamente mediterranei, compresi nella
zona fitoclimatica del Lauretum e caratterizzati da un inverni miti con precipitazioni moderate ed estati aride
con temperature elevate. Questa specie trova rifugio e nutrimento nella vegetazione bassa cespugliosa
della gariga, gli arbusti della macchia mediterranea e nel sottobosco fino a quota collinare temperata. In
Sardegna gli habitat in cui sono ancora possibili dei ritrovamenti e sono presenti dei gruppi vitali sono le
dune sabbiose costiere ricche di vegetazione, le pinete costiere di pini mediterranei con sottobosco di
arbusti mediterranei, le leccete e le sugherete. Si incontrano esemplari in aree destinate all'uso agricolo
quali gli: oliveti, agrumeti e vigneti.
La marginata è un animale a sangue freddo, regola quindi la sua temperatura esponendosi ai raggi del sole
o riparandosene quando le temperature sono troppo alte. All'arrivo dei mesi freddi si cerca un rifugio fra la
vegetazione, magari interrandosi parzialmente, dove rimarrà immobile fino alla Primavera.
In Sardegna è spesso possibile che alcune giornate di Dicembre siano inaspettatamente calde e che le
tartarughe interrompano momentaneamente il loro letargo per esporsi qualche ora ai raggi del sole. Lo
stesso può avvenire nel mese di Febbraio e negli altri periodi dell'anno caratterizzati dall'instabilità delle
temperature e dalla variabilità del tempo
Fattori di minaccia:
Deterioramento dell’habitat
Incendi
Agricoltura intensiva
Catture da parte dell’uomo
Competizione con specie esotiche importate
Stato di conservazione:
È inserita nella Lista Rossa come a più basso rischio - minima preoccupazione (LC).
Normativa di riferimento per la tutela e la conservazione:
Convenz. di Berna, All;
Dir.CEE 43/92 All. II e all. IV;
Legge Regionale 29 luglio 1998, n° 23.
Misure di conservazione idonee o auspicabili
E5 Divieto di introduzione di specie animali o vegetali alloctone;
E6. Divieto di disturbare, danneggiare, catturare o uccidere animali, raccogliere o distruggere i loro nidi,
tane e giacigli, fatte salve le attività previste dal piano del pSIC, gli interventi di carattere igienico-sanitario e
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la ricerca scientifica, eseguiti dal ente gestore ovvero dallo stesso autorizzati;
E9. Divieto di prendere e detenere uova, nidi e piccoli nati di mammiferi, uccelli, anfibi e rettili
appartenenti alla fauna selvatica, salvo che nei casi previsti all'articolo 6 della L.R. 23/98.
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TESTUDO HERMANNI (Gmelin 1789)
Testuggine comune
Ordine: Testudines
Famiglia: Testudinidae
Habitat e abitudini: l’Habitat della T. hermanni è il medesimo della T. marginata. È un animale eterotermo e
nelle prime ore della giornata si espone al sole per innalzare la temperatura corporea ed attivare le funzioni
metaboliche. Raggiunta la temperatura corporea necessaria per l'attivazione degli enzimi atti alla digestione
si dedica alla ricerca del cibo. Con temperature atmosferiche superiori ai 27°C diventa apatica e cerc a
refrigerio scavando piccole buche al riparo della vegetazione bassa o riparandosi in piccoli anfratti. Con la
discesa delle temperature si ha la ripresa dell'attività. Le Testudo hermanni sono animali solitari: non vivono
in gruppi, non formano coppie fisse e non forniscono cure parentali
Fattori di minaccia:
Deterioramento dell’habitat
Incendi
Agricoltura intensiva
Catture da parte dell’uomo
Competizione con specie esotiche importate
Stato di conservazione:
È inserita nella Lista Rossa come a più basso rischio ma prossimo alla minaccia e vicina alla qualifica di
vulnerabile (LR/nt).
Normativa di riferimento per la tutela e la conservazione:
Convenz. di Berna, All
Dir.CEE 43/92 All. II e all. IV;
Legge Regionale 29 luglio 1998, n° 23.
Misure di conservazione idonee o auspicabili
E5 Divieto di introduzione di specie animali o vegetali alloctone;
E6. Divieto di disturbare, danneggiare, catturare o uccidere animali, raccogliere o distruggere i loro nidi,
tane e giacigli, fatte salve le attività previste dal piano del pSIC, gli interventi di carattere igienico-sanitario e
la ricerca scientifica, eseguiti dal ente gestore ovvero dallo stesso autorizzati;
E9. Divieto di prendere e detenere uova, nidi e piccoli nati di mammiferi, uccelli, anfibi e rettili
appartenenti alla fauna selvatica, salvo che nei casi previsti all'articolo 6 della L.R. 23/98.
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TESTUDO GRAECA (Linnaeus, 1758)
Testuggine greca
Ordine : Testudines
Famiglia : Testudinidae
Habitat e abitudini: Gli habitat della tartaruga greca variano molto a seconda della sottospecie ma in
generale sono tipicamente mediterranei, compresi nella zona fitoclimatica del Lauretum e caratterizzati da
inverni miti con precipitazioni moderate ed estati secche con temperature elevate. Questa specie trova
rifugio e nutrimento nella vegetazione bassa cespugliosa della gariga, fra gli arbusti della macchia
mediterranea e nel sottobosco fino a quota collinare temperata. E’ più rara e localizzata rispetto a T.
hermannii. Come le altre testuggini ha abitudini diurne, onnivora ma prevalentemente erbivora. Durante
l’inverno trascorre un periodo di latenza in una buca nel terreno, in prossimità di cespugli e/o arbusti; in
coincidenza di giornate particolarmente calde, può interrompere più volte il letargo.
Fattori di minaccia:
Deterioramento dell’habitat
Incendi
Agricoltura intensiva
Catture da parte dell’uomo
Competizione con specie esotiche importate
Stato di conservazione:
È inserita nella Lista Rossa come vulnerabile (VU A1cd).
Normativa di riferimento per la tutela e la conservazione:
Convenz. di Berna, All II;
Dir.CEE 43/92 All. II e all. IV;
Legge Regionale 29 luglio 1998, n° 23.
Misure di conservazione idonee o auspicabili
E5 Divieto di introduzione di specie animali o vegetali alloctone;
E6. Divieto di disturbare, danneggiare, catturare o uccidere animali, raccogliere o distruggere i loro nidi,
tane e giacigli, fatte salve le attività previste dal piano del pSIC, gli interventi di carattere igienico-sanitario e
la ricerca scientifica, eseguiti dal ente gestore ovvero dallo stesso autorizzati;
E9. Divieto di prendere e detenere uova, nidi e piccoli nati di mammiferi, uccelli, anfibi e rettili
appartenenti alla fauna selvatica, salvo che nei casi previsti all'articolo 6 della L.R. 23/98.
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BUFO VIRIDIS (Laurenti 1768)
Famiglia :Bufonidae
Ordine : Anura
Habitat ed ecologia: E' una specie relativamente termofila ,nonostante lo si possa trovare fino ai 1200 m. di
altitudine, predilige le zone costiere, favoriti anche dal fatto che è eurialino e può riprodursi anche in acque
salmastre; frequenta sia gli ambienti umidi che quelli agricoli e la macchia mediterranea, ove vi siano pozze
e acquitrini o corsi d’acqua; si possono incontrare comunque anche a notevoli distanze dall’acqua. E’ una
specie non spiccatamente notturna, gli individui escono anche durante il giorno, in particolare durante le
piogge. Se maneggiato, il rospo smeraldino emette una secrezione con odore di aglio e/ una secrezione
lattescente e irritante.
Fattori di minaccia: La specie è minacciata dalla perdita dell'habitat dovuta all’utilizzo delle risorse idriche,
dall’uso di diserbanti e pesticidi in agricoltura.
Stato di conservazione:
È inserita nella Lista Rossa come a più basso rischio - minima preoccupazione (LC).
Normativa di riferimento per la tutela e la conservazione:
Convenz. di Berna All. II ; Dir.CEE 43/92 All. IV.
Misure di conservazione idonee o auspicabili
E1. Azioni mirate all’eliminazione dei detriti che interrompono la continuità del corso d’acqua.
F2. Divieto di attuare interventi che modifichino il regime o la composizione delle acque;
E9. Divieto di prendere e detenere uova, nidi e piccoli nati di mammiferi, uccelli, anfibi e rettili
appartenenti alla fauna selvatica, salvo che nei casi previsti all'articolo 6 della L.R. 23/98.
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EUPROCTUS PLATYCEPHALUS (Gravenhorst, 1829)
Euprotto Sardo
Ordine: Urodela
Famiglia: Salamandridae
Habitat e abitudini: E’ una specie solitaria che vive nei corsi d’acqua permanenti, limpidi con fondo roccioso,
sabbioso o misto, per lo più privi di vegetazione e con deboli correnti. Durante l’inverno va in letargo e nella
stagione più calda va incontro ad una sorta di latenza estiva. In primavera ed in autunno si può trovare sotto
i sassi e i detriti dei torrenti o lungo le sponde. Sia le larve che gli adulti sono predatori e si cibano in
prevalenza della fauna macrobentonica, ma anche di grossi insetti. La specie viene a sua volta predata da
bisce d’acqua e trote fario.
Fattori di minaccia:
Introduzione di specie ittiche alloctone
Prelievi idrici eccessivi dai laghetti collinari e montani
Perdita di habitat
Inquinamento delle acque ed introduzione di competitori.
Stato di conservazione:
È inserita nella Lista Rossa come specie in pericolo
Normativa di riferimento per la tutela e la conservazione:
Convenzione di Berna allegato II;
Dir. CEE 43/92 All. IV;
Legge Regionale 29 luglio 1998, n° 23.
Misure di conservazione idonee o auspicabili
E7. Divieto di ripopolamenti e reintroduzioni di specie faunistiche anche autoctone in tutta l’area pSIC,
deroghe motivate da opportune ragioni scientifiche potranno essere concesse dall’ente gestore.
E8. Divieto di immissione di specie ittiche nei corpi idrici dell’area.
E9. Divieto di prendere e detenere uova, nidi e piccoli nati di mammiferi, uccelli, anfibi e rettili
appartenenti alla fauna selvatica, salvo che nei casi previsti all'articolo 6 della L.R. 23/98.
F2. Divieto di attuare interventi che modifichino il regime o la composizione delle acque;
F5. Divieto di esercitare ogni altra attività, anche di carattere temporaneo, che comporti alterazioni alla
qualità dell’ambiente naturale, incompatibili con le finalità della conservazione di habitat e specie.
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HYLA SARDA (De Betta 1857)
Raganella Sarda
Famiglia: Hylidae
Ordine: Anura
Habitat e abitudini: E’ specie tipicamente arrampicatrice che predilige spostarsi tra le fronde di alberi e
arbusti e che è in grado di resistere a condizioni di prolungata aridità, anche se è spiccatamente legata
all’ambiente acquatico. Inoltre, essa è in grado di sopportare più elevati tassi di salinità rispetto alle altre
specie di raganelle. E’ specie più comune in pianura ed in collina, anche se talora si rinviene sopra i 1000
m. Durante il periodo riproduttivo la specie colonizza pozze o piccoli invasi d’acqua, preferendo bacini con
abbondante vegetazione. La specie vive in gruppo, in territori definiti e con una struttura gerarchica. E’ una
specie generalmente notturna, gli individui escono di giorno durante e trascorrono le ore più calde della
giornata in luoghi ombreggiati e riparati. La dieta è insettivora negli individui adulti e prevalentemente
detritivora nelle larve.
Fattori di minaccia:
Degrado ambientale
Incendi estivi.
Stato di conservazione:
È inserita nella Lista Rossa come a più basso rischio - minima preoccupazione (LC).
Normativa di riferimento per la tutela e la conservazione:
Convenzione di Berna allegato II;
Dir. CEE 43/92 All. IV
Misure di conservazione idonee o auspicabili
E9. Divieto di prendere e detenere uova, nidi e piccoli nati di mammiferi, uccelli, anfibi e rettili
appartenenti alla fauna selvatica, salvo che nei casi previsti all'articolo 6 della L.R. 23/98.
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3.3.3 ALTRE SPECIE DI INTERESSE CONSERVAZIONISTICO NON PRESENTI
NEL FORMULARIO
Tra le specie di interesse conservazionistico presenti nell’area pSIC si trova la Salmo (trutta)
macrostigma. Essa, pur essendo presente negli elenchi della direttiva 92/43/CEE all’Allegato II
come “Specie animale di interesse comunitario che richiede la designazione di zone speciali di
conservazione”, non viene citata dal formulario.
La sua presenza è documentata da studi effettuati su tutto il territorio regionale dal Dipartimento di
Biologia Animale ed Ecologia dell’Università degli Studi di Cagliari,che nel periodo 1996/2000,
nell’ambito della definizione della Acque a Salmonidi ed Acque a Ciprinidi, hanno consentito di
individuare i corsi d’acqua in cui si è accertata la presenza di popolazioni di Salmo (trutta)
macrostigma riconducibili al ceppo autoctono sardo. Tra questi è presente il Rio Camboni che
attraversa il pSIC nella zona Nord Ovest.
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SALMO (TRUTTA) MACROSTIGMA (Dumeril 1858)
Trota sarda
Famiglia: Salmonidae
Ordine: Salmoniformes
Habitat e abitudini: Vive nei tratti alti dei corsi d’acqua dolce di sistemi montuosi e collinari in ambienti
caratterizzati da acque fresche, limpide e moderatamente correnti, a temperature normalmente comprese
fra 9 e 21°C. Mostra una discreta valenza ecologica ed una spiccata rusticità che le permettono di
sopravvivere, anche in condizioni non sempre ottimali, nei piccoli corsi d’acqua, a carattere
prevalentemente torrentizio, soggetti a periodi di forte magra o di piena improvvisa, caratterizzati dalla
presenza di buche e piane intervallate da rapide e correntine. Un tempo, prima dell’introduzioni di ciprinidi
limnofili di origine alloctona, era segnalata la sua presenza anche in aree prestagnali. Si nutre soprattutto di
larve e adulti di insetti, sia acquatici che terrestri; non disdegna piccoli crostacei e molluschi. Il periodo
riproduttivo sembra estendersi tra novembre-dicembre e febbraio-marzo. Ampie variazioni si registrano
comunque in funzione sia delle caratteristiche dei bacini di origine che dell’andamento climatico. Durante la
stagione riproduttiva, le trote mature mostrano la tendenza a risalire i torrenti minori al fine di individuare
substrati ghiaiosi o ciottolosi conformi alla deposizione delle uova.
Fattori di minaccia. Attualmente la specie è a rischio di estinzione per numerose cause di origine antropica
tra le quali: eccessive captazioni idriche e inquinamento delle acque (fenomeni particolarmente negativi nei
piccoli corsi d’acqua tipici dell’area mediterranea); artificializzazione degli alvei fluviali, come
cementificazioni e rettificazioni, e prelievi di ghiaia che distruggono inevitabilmente le aree di frega;
fenomeni di bracconaggio (che possono risultare deleteri negli ambienti lotici di piccole dimensioni);
competizione alimentare, “inquinamento genetico” Causato dalle continue introduzioni di numerosi individui
di Salmo trutta, effettuate a partire dai primi anni ’60 con materiale da ripopolamento di origine atlantica,che
hanno comportato fenomeni di ibridazione ed una marcata alterazione dell’originario patrimonio genetico
della trota sarda.
L’introduzione a scopo alimentare del Procambarus clarkii crostaceo decapode d’acqua dolce ha
rappresentato un ulteriore fattore di minaccia per le specie ittiche autoctone in quanto oltre a rappresentare
un competitore trofico, è un predatore diretto di uova ed stadi giovanili.
Stato di conservazione: nella red list dell’IUCN è indicata come specie in pericolo critico (CR) anche in
Sardegna dagli studi effettuati si evidenzia tendenza alla contrazione delle popolazioni residue.
Normativa di riferimento per la tutela e la conservazione:
Direttiva habitat 92/43 CEE allegato II
Decreto dell’Assessore della difesa dell’Ambiente della RAS 10 maggio 1995 n° 412 “Disciplina dell’a ttività
di pesca, dimensioni dei pesci, molluschi e crostacei: disciplina della pesca del novellame, pesca del
bianchetto e del rossetto” (pubblicato nel BURAS n° 189 del 26/05/1995)
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Misure di conservazione idonee o auspicabili
E1. Azioni mirate all’eliminazione dei detriti che interrompono la continuità del corso d’acqua.
E7. Divieto di ripopolamenti e reintroduzioni di specie faunistiche anche autoctone in tutta l’area pSIC,
deroghe motivate da opportune ragioni scientifiche potranno essere concesse dall’ente gestore.
E8. Divieto di immissione di specie ittiche nei corpi idrici dell’area.
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3.3.4 Specie Interagenti con le Specie oggetto di Tutela
Oggetto del presente piano di gestione sono in particolare le popolazioni di Cervo sardo (Cervus
elaphus corsicanus), l’habitat che occupa è condiviso da altre specie di ungulati come il daino e il
cinghiale che competono con esso per le risorse trofiche, pertanto è utile dare un inquadramento
a tali specie di cui si riportano le schede.
DAMA DAMA (Linneo, 1758)
Daino
Famiglia: Cervidae
Ordine: Artiodactyla
Habitat e abitudini: Specie di grande plasticità ecologica si adatta a diversi ambienti: aree costiere con
pinete artificiali, zone agricole e pascoli arborati o parzialmente boscati, aree collinari con macchia
mediterranea e formazioni forestali. Resiste bene la siccità ma soffre, a differenza del muflone, le pendenze
eccessive e l’elevata rocciosità. Pascolatore intermedio, si nutre anche degli arbusti della macchia
mediterranea, di cui usa scortecciare i fusti. Il daino è una specie poliginica; il periodo degli amori ha inizio
in autunno e si protrae per tutto ottobre, i maschi in grado di riprodursi marcano il proprio territorio, detto
“arena”, che rimane stabile negli anni, con segnali sonori (il bramito) e schianti sulla vegetazione, per
attirare le femmine e per dissuadere eventuali concorrenti. Sia le femmine che i maschi hanno la tendenza
ad aggregarsi in gruppi numerosi, non sono comunque infrequenti i gruppi misti. I maschi anziani vivono per
lo più isolati a causa della loro scarsa competitività.
Fattori di minaccia. Il daino è minacciato principalmente dal bracconaggio e dal randagismo.
Stato di conservazione: Specie rara a livello regionale, non minacciata a livello italiano ed europeo
Normativa di riferimento per la tutela e la conservazione:
Convenzione di Berna (legge 503/1981, allegato III); L.R.23/98.
Misure di conservazione idonee o auspicabili
A1. Regolazione della qualità e della intensività del pascolamento;
A2. Attività agro-silvo-pastorali in grado di mantenere una struttura disetanea dei soprassuoli e la
presenza di radure e chiarie all’interno delle compagini forestali;
A3. Conservazione di prati all'interno del bosco anche di medio/piccola estensione e di pascoli ed aree
agricole, anche a struttura complessa, nei pressi delle aree forestali;
A4. Mantenimento e/o promozione di una struttura delle compagini forestali caratterizzata
dall’alternanza di diversi tipi di governo del bosco (ceduo, ceduo sotto fustaia, fustaia disetanea);
A6. Mantenimento e conservazione del sottobosco;
A10 Gestione ecologicamente compatibile delle aree boscate con particolare riferimento agli interventi di
miglioramento fisionomico e strutturale (conversione dei cedui semplici in fustaie o in cedui composti), alla
creazione di radure e fasce cotonali
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Norma 2.1 Gestione delle stoppie e dei residui colturali
Norma 4.1 Protezione del pascolo permanente
Norma 4.2 Gestione delle superfici ritirate dalla produzione
C6. Divieto di circolazione motorizzata fuoristrada e lungo mulattiere e sentieri, fatta eccezione per i
mezzi agricoli e mezzi necessari all’accesso al fondo e all’azienda degli aventi diritto, di soccorso, di
controllo, di sorveglianza, di manutenzione delle infrastrutture fatto salvo lo svolgimento di manifestazioni
sportive già autorizzate
E4. Misure per la salvaguardia e l’ampliamento degli ambienti di alimentazione di particolari specie
animali.
E11 Limitazione dell’attività venatoria nelle aree utilizzate per la riproduzione da specie sensibili.
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SUS SCROFA MERIDIONALIS ( Forsyth Major 1882)
Cinghiale
Ordine: Artiodactyla
Famiglia: Suidae
Specie: Sus scrofa
Sottospecie: S. scrofa meridionalis
Habitat e abitudini: Il Cinghiale Sus scrofa è presente in Sardegna e Corsica con la sottospecie meridionalis
che si differenzia per le minori dimensioni e la forma del cranio più largo ed allungato. La specie è comune
ed abbondante, di abitudini prevalentemente crepuscolari e notturne, dotata di notevole capacità
d'adattamento.
Vive associato prevalentemente ad ambienti di macchia e boschivi e preferibilmente in prossimità di fonti
d'acqua. Rispetto ai tipi continentali mostra una maggiore preferenza per la vegetazione più fitta, pertanto è
più difficile trovarlo in spazi aperti. Si nutre di ghiande, leguminose, frutti della macchia, radici e tuberi,
tuttavia può variare notevolmente la sua dieta nel corso dell'anno. Essendo onnivoro si comporta anche
come predatore minore, a spese soprattutto dei nidi di alcuni uccelli o di piccoli animali
Fattori di minaccia. Attualmente il Cinghiale è abbondante e mostra un'evidente tendenza all'incremento
numerico e all'espansione dell'areale.
una della minacce è il mantenimento della specie in purezza, infatti l'ibridazione delle popolazioni selvatiche
con i conspecifici domestici e l'incrocio con forme evolutesi in aree geografiche differenti ed introdotte
dall'uomo in zone estranee al loro areale originario.
Stato di conservazione:
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3.3.5 Altre specie di interesse faunistico
In letteratura è riportata la presenza anche di altre specie di interesse faunistico. Particolarmente
rappresentata è la componente avifaunistica, le osservazioni (Paulis,2000) riportano la presenza
delle seguenti specie:
Piccione selvatico (Columba livia Gmelin, 1789);
Upupa (Upupa epops Linnaeus, 1758),
Civetta ,(Athene noctua Scopoli, 1769),
Merlo dal collare ,(Turdus torquatus Linnaeus, 1758);
Corvo imperiale (Corvus corax Linnaeus, 1758);
Poiana (Buteo buteo Linnaeus; 1758);
Quaglia (Coturnix coturnix Linnaeus, 1758);
Ghiandaia (Garrulus glandarius ichnusae Kleinschmidt, 1903);
Capinera (Sylvia atricapilla Linnaeus, 1758);
Gheppio ,(Falco tinnunculus Linnaeus, 1758);
Cincia mora ,(Parus ater Linnaeus, 1758);
Frosone ,(Coccothraustes coccothraustes Linnaeus, 1758);
Zigolo nero ,(Emberiza cirlus Linnaeus, 1758)
Anche i mammiferi sono ben rappresentati con:
Lepre sarda (Lepus capensis mediterraneus Wagn.),
Coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus Linnaeus,1758),
Quercino (Eliomys quercinus Linnaeus, 1766),
Volpe (Vulpes vulpes ichnusae Miller, 1907),
Martora (Martes martes latinorum),
Donnola (Mustela nivalis boccamela),
La volpe in particolare si trova nelle parti interne del pSIC, dove l’impatto antropico è minore, Lo
studio condotto nell’area di M.Arcosu sul Gatto selvatico (Felis silvestris libica sarda Lataste,1885)
ne evidenzia la presenza, presumibilmente legata alle disponibilità trofiche della zona, infatti la
specie dimostra una grande adattabilità alimentare. Le sue dimensioni sono leggermente inferiori a
quello europeo (Murgia C.,1991).
Fra i rettili sono presenti:
Biacco maggiore (Coluber viridiflavus Lacépède, 1789)
Natrice viperina (Natrix maura Linnaeus,1758)
Biscia d’acqua con la varietà sarda cettii (Natrix natrix cettii Genè).
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3.3.6 Gestione faunistica
All’interno dell’area pSIC non esiste un programma di monitoraggio definito che consenta di avere
informazioni sulle popolazioni animali presenti temporaneamente o stabilmente,
Gli unici dati sulla fauna a disposizione, sono relativi alla porzione del pSIC gestita dall’Ente
Foreste e dal WWF.
Pertanto il livello di conoscenza rimane inadeguato, in quanto mancano le informazioni necessarie
per attuare una corretta gestione faunistica sull’intero territorio, al fine di programmare gli interventi
di conservazione, gestione e prelievo.
I dati attualmente a disposizione derivano dalla Carta delle Vocazioni Faunistiche, e dai risultati dei
censimenti sul cervo sardo effettuati sia dall’Ente Foreste in collaborazione con il Dipartimento di
Biologia animale ed Ecologia dell’Università degli Studi di Cagliari che dal WWF in collaborazione
con professionisti e volontari, ciascuno per le aree di propria competenza.
I censimenti effettuati sulle popolazioni di cervo negli anni 2002 e 2003 per la Carta delle Vocazioni
faunistiche relativi alla zona del Sulcis, e più precisamente nei pressi del cantiere di “Monte Nieddu”,
hanno evidenziato i dati riportati nelle tabelle sottostanti.
Prima di effettuare il censimento sono stati condotti diversi sopralluoghi con i quali sono stati
individuati, georeferenziati e quindi mappati tutti i punti di ascolto. Dopo aver constatato le
caratteristiche vegetazionali, morfologiche e relative alla viabilità, tipiche delle aree, le stesse sono
state suddivise in settori adiacenti ed omogenei: per il Sulcis ne son stati individuati tre, denominati
Settore 1, Settore 2 e Settore 3, La loro estensione è risultata rispettivamente di 517 ha, 1179 ha
e 2094 ha.
Le tabelle sottostanti riportano i dati relativi ai censimenti degli anni 2002 e 2003.
Tabella 7 Risultati dei censimenti al bramito del cervo sardo nel 2002 nella zona del Sulcis.
Superficie N° pun ti di N° cervi in N° medio cervi in Data Settore
(ettari) asco lto bramito per pun to di ascolto
11-set-02 1 517 8 41 5.1
12-set-02 2 1179 15 68 4.5 13-set-02 3 2084 23 70 3.0
Totale 3 settori 3780 46 179 3.9
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Tabella 8 Risultati dei censimenti al bramito del cervo sardo nel 2003 nella zona del Sulcis.
Superficie N° pun ti di N° cervi N° medio cervi in Data Settore
(ettari) asco lto bramito per pun to di ascolto
11-set-02 2 1179 15 17 1.1
12-set-02
3 2084 17 83 4.9
13-set-02
1 517 8 34 4.3
Totale 3 settori 3780 46 179 3.4
* = Serata con vento forte.
3.3.6.1 Gestione Faunistica nell’area dell’Ente Fo reste
In passato l’ex AFDRS ha attuato una gestione faunistica dell’area, avviando un programma di
reintroduzione del Daino, la specie infatti estintasi intorno al 1968-70, venne reintrodotta nella metà
degli anni ’70 in diverse foreste demaniali, utilizzando dei nuclei provenienti da Follonica
(Grossetto). Inizialmente gli animali vennero sistemati all’interno di ampi recinti, e successivamente
condotti in uno stato di semilibertà (Beccu E., 1993). Sul daino non sono mai stati effettuati dei
censimenti sulla popolazione esistente, le informazioni disponibili sono relativi ai recinti presenti.
Il programma di reintroduzione del cervo sardo invece ha avuto inizio alla fine degli anni ’70
quando l’UICN aveva inserito la specie tra quelle minacciate di estinzione. Inizialmente sono stati
otto centri di riproduzione dislocati in tutta la Sardegna, ed attualmente la specie si trova allo stato
libero e non corre alcun pericolo, nel grafico si osserva il trend della popolazione nelle aree del
Sulcis gestite dall’Ente Foreste relativo al triennio 2005, 2006,2007.
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Grafico 1 - Trend della popolazione del cervo sardo nel Sulcis.
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3.3.6.2 Gestione faunistica nella Riserva WWF di M onte Arcosu.
La Riserva di Monte Arcosu è stata acquistata dal WWF Italia con lo scopo di salvaguardare il
cervo sardo e dal 1985 a oggi sono stati avviati diversi studi al fine di ottenere dati utili alle azioni di
tutela della specie.
Per poter effettuare lo studio dell’ungulato con il metodo del radio trekking, eseguire indagini
genetiche e controlli sanitari è necessaria la cattura di alcuni esemplari. A questo scopo sono stati
allestiti due recinti di cattura: uno annesso al recinto faunistico di Perdu Melis, l’altro all’ingresso
della vallata di Bacu Perdosu.
Al fine di conoscere la consistenza numerica della popolazione del cervo sardo ogni anno nei
territori della riserva viene fatto il censimento al bramito. Nella tabella seguente si riportano i
risultati del censimento del 2006
Dati del censimento del cervo sardo nella riserva WWF di Monte Arcosu
e del territorio contiguo, nell’anno 2006:
Periodo del rilevamento dei cervi bramenti dal 4 settembre al 16 settembre.
Giornate di censimento 10 giorni.
Operatori coinvolti 80 persone tra dipendenti e volontari.
Postazioni di rilevamento 70
Superficie di territorio censita 6800 ettari
TOTALE : 213 cervi bramenti
POPOLAZIONE STIMATA : 1065 CERVI
DENSITÀ: 15,66 cervi /km2
All’interno dell’oasi sono presenti due recinti faunistici utilizzati principalmente a scopo didattico.
Il primo situato in località Sa Canna, con superficie di circa 9 ettari, ospita una popolazione di daini
(Dama dama) di 16 esemplari di cui 6 maschi e 10 femmine. Questi animali erano già presenti in
Riserva nel 1985, al momento dell’acquisto dell’area da parte del WWF. Questi animali sono
mantenuti sostanzialmente a scopo didattico.
Il secondo recinto situato in località Perdu Melis di una superficie di 4 ettari, ospita 4 cervi
(Cervus elaphus corsicanus),di cui due maschi, 2 femmine. Questi esemplari sono allevati a
scopo di studio e ripopolamento.
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CapitoloCapitoloCapitoloCapitolo 4 4 4 4
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4. CARATTERIZZAZIONE SOCIO-ECONOMICA DEL pSIC
Il pSIC “Monte Arcosu” insiste su un’area ricompresa nei territori dei comuni di Assemini,
Capoterra, Decimomannu, Domus de Maria, Nuxis, Pula, Santadi, Sarroch, Siliqua, Teulada, Uta,
Villa San Pietro e Villaspeciosa. Nel complesso, tali centri coprono un territorio pari a circa il 6%
dell’estensione provinciale e contano una popolazione complessiva di poco inferiore alle 90 mila
unità, concentrate per circa la metà nei soli comuni di Assemini e Capoterra.
Nel corso degli ultimi decenni si è assistito ad un intenso processo di crescita demografica, con
valori nettamente al di sopra della media provinciale e regionale. Il dato aggregato si articola,
tuttavia, nella crescente concentrazione della popolazione nei comuni dell’area vasta metropolitana
e nelle tensioni demografiche dei comuni dell’entroterra, a conferma dei fenomeni di polarizzazione
in atto lungo l’intero contesto regionale ed in fase di consolidamento in corrispondenza dell’ultimo
rilevamento censuario. La stessa struttura della popolazione rivela i confortanti valori assunti dagli
indici di dipendenza e di vecchiaia a livello d’area ed evidenzia, al contempo, come i centri
interessati da consolidati o recenti e marginali fenomeni di spopolamento si caratterizzino anche
per il progressivo processo di invecchiamento dei propri residenti (Tab. 1)
Il tessuto produttivo dell’area si caratterizza per la presenza di un importante polo manifatturiero
che genera una parte consistente della ricchezza e dell’export locali, cui si affianca un diffuso
patrimonio di medio-piccole imprese contraddistinte da una diffusa dimensione artigianale delle
attività, frequentemente sottocapitalizzate, prevalentemente orientate alle opportunità del mercato
locale e scarsamente protese allo sviluppo di forme relazionali.
L’analisi (Tab. 2, 3 e 4) evidenzia il netto primato economico dei comuni appartenenti all’area vasta
metropolitana: i soli centri di Assemini, Capoterra e Sarroch assorbono ben oltre la metà delle
unità locali e degli addetti complessivi dell’area in oggetto. Il relativo sbilanciamento sulle attività di
tipo industriale è testimoniato dall’elevato contributo apportato in termini di unità locali dall’industria
in senso stretto ed in particolare dal comparto manifatturiero.
Tab. 1. Struttura e dinamiche demografiche, 1971-2001
1971 1981 1991 2001 2001-1991 2001-1971 0-14 15-64 65 e più Assemini 118 11.627 16.830 20.491 23.973 17,0 106,2 204,0 3.850 17.929 2.194 33,7 57,0 Capoterra 68 8.028 12.208 16.428 21.391 30,2 166,5 313,4 3.571 15.871 1.949 34,8 54,6 Decimomannu 28 4.823 5.587 6.332 6.836 8,0 41,7 243,7 1.039 5.029 768 35,9 73,9 Domus de Maria 97 1.329 1.392 1.444 1.545 7,0 16,3 16,0 178 1.120 247 37,9 138,8 Nuxis 61 1.808 1.848 1.834 1.703 -7,1 -5,8 27,7 228 1.128 347 51,0 152,2 Pula 139 4.770 5.371 5.857 6.535 11,6 37,0 47,1 895 4.843 797 34,9 89,1 Santadi 116 3.964 3.944 4.061 3.767 -7,2 -5,0 32,6 503 2.561 703 47,1 139,8 Sarroch 68 3.944 4.968 5.379 5.243 -2,5 32,9 77,2 651 3.905 687 34,3 105,5 Siliqua 190 4.040 4.265 4.430 4.150 -6,3 2,7 21,8 601 2.907 642 42,8 106,8 Teulada 246 5.236 5.090 4.702 3.988 -15,2 -23,8 16,2 422 2.678 888 48,9 210,4 Uta 134 5.027 5.696 6.317 6.692 5,9 33,1 49,8 1.140 4.786 766 39,8 67,2 Villa San Pietro 40 748 1.174 1.574 1.778 13,0 137,7 44,9 260 1.350 168 31,7 64,6 Villaspeciosa 27 1.367 1.653 1.753 1.947 11,1 42,4 71,2 325 1.405 217 38,6 66,8 AREA SIC 1.332 56.711 70.026 80.602 89.548 11,1 57,9 67,3 13.663 65.512 10.373 36,7 75,9 PROVINCIA DI CAGLIARI 6.895 661.274 730.473 763.382 760.311 -0,4 15,0 110,3 103.743 542.342 114.226 40,2 110,1
Fonte: nostre elaborazioni su dati censuari
Classi di età Indice di Dipendenza
Indice di Vecchiaia
Superficie (Kmq)
Residenti Tassi di variazione % Densità demografica (ab/Kmq)
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Tab. 2 Numero di unità locali per settore di attività e comune, 2001. Valori assoluti e cmposizioni percentuali (per riga)
AGRICOLTURA
INDUSTRIAIndustria in senso stretto
Estrazione di minerali
Manifattura
Produz. e distrib. di energia elett. gas acqua
Costruzioni SERVIZIServizi Vendibili
Servizi non vendibili
TOTALE
Assemini 2 373 203 2 195 6 170 930 710 220 1305
Capoterra 7 216 86 0 85 1 130 664 514 150 887
Decimomannu 3 65 31 0 30 1 34 309 219 90 377
Domus de Maria 2 19 4 0 4 0 15 75 56 19 96
Nuxis 0 16 7 0 6 1 9 63 44 19 79
Pula 3 75 33 0 32 1 42 397 308 89 475
Santadi 2 39 20 0 19 1 19 148 95 53 189
Sarroch 3 86 55 0 51 4 31 216 147 69 305
Siliqua 2 46 28 0 27 1 18 167 121 46 215
Teulada 4 42 20 0 18 2 22 158 114 44 204
Uta 3 97 61 4 57 0 36 260 190 70 360
Villa San Pietro 1 18 5 0 5 0 13 46 32 14 65
Villaspeciosa 0 27 16 1 15 0 11 70 51 19 97
SIC 32 1.119 569 7 544 18 550 3.503 2.601 902 4.654
Provincia di Cagliari 287 10.203 4.799 86 4.608 105 5.404 42.757 32.195 10.562 53.247
SARDEGNA 724 24.881 11.754 398 11.095 261 13.127 92.916 69.823 23.093 118.521
AGRICOLTURA
INDUSTRIAIndustria in senso stretto
Estrazione di minerali
Manifattura
Produz. e distrib. di energia elett. gas acqua
Costruzioni SERVIZIServizi Vendibili
Servizi non vendibili
TOTALE
Assemini 0,2 28,6 15,6 0,2 14,9 0,5 13,0 71,3 54,4 16,9 100
Capoterra 0,8 24,4 9,7 0,0 9,6 0,1 14,7 74,9 57,9 16,9 100
Decimomannu 0,8 17,2 8,2 0,0 8,0 0,3 9,0 82,0 58,1 23,9 100
Domus de Maria 2,1 19,8 4,2 0,0 4,2 0,0 15,6 78,1 58,3 19,8 100
Nuxis 0,0 20,3 8,9 0,0 7,6 1,3 11,4 79,7 55,7 24,1 100
Pula 0,6 15,8 6,9 0,0 6,7 0,2 8,8 83,6 64,8 18,7 100
Santadi 1,1 20,6 10,6 0,0 10,1 0,5 10,1 78,3 50,3 28,0 100
Sarroch 1,0 28,2 18,0 0,0 16,7 1,3 10,2 70,8 48,2 22,6 100
Siliqua 0,9 21,4 13,0 0,0 12,6 0,5 8,4 77,7 56,3 21,4 100
Teulada 2,0 20,6 9,8 0,0 8,8 1,0 10,8 77,5 55,9 21,6 100
Uta 0,8 26,9 16,9 1,1 15,8 0,0 10,0 72,2 52,8 19,4 100
Villa San Pietro 1,5 27,7 7,7 0,0 7,7 0,0 20,0 70,8 49,2 21,5 100
Villaspeciosa 0,0 27,8 16,5 1,0 15,5 0,0 11,3 72,2 52,6 19,6 100
SIC 0,7 24,0 12,2 0,2 11,7 0,4 11,8 75,3 55,9 19,4 100
Provincia di Cagliari 0,5 19,2 9,0 0,2 8,7 0,2 10,1 80,3 60,5 19,8 100
SARDEGNA 0,6 21,0 9,9 0,3 9,4 0,2 11,1 78,4 58,9 19,5 100
Fonte: Censimento Industria e Servizi
In termini di addetti, alla marcata concentrazione nel polo petrolchimico di Sarroch, Assemini e Uta
e nelle attività di tipo manifatturiero a carattere prevalentemente artigianale di Assemini, si
aggiunge la specializzazione relativa nelle attività legate all’industria alimentare nei comuni di Pula,
Siliqua e Villa San Pietro e dell’industria estrattiva nei centri di Uta e Villaspeciosa. Di minore
rilievo, seppure al di sopra delle medie provinciali, i comparti del tessile (Teulada) e delle attività
estrattive (Villaspeciosa). L’edilizia conferma il ruolo di prim’ordine già svolto in ambito regionale e
determina un significativo grado di specializzazione relativa nel comune di Domus de Maria.
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Tab. 3 Numero di addetti per settore di attività, 2001
AGRICOLTURA
INDUSTRIAIndustria in senso stretto
Estrazione di minerali
Manifattura
Produz. e distrib. di energia elett. Gas acqua
Costruzioni SERVIZIServizi Vendibili
Servizi non vendibili
TOTALE
Assemini 5 3.631 3.052 136 2.836 80 579 2.761 1.710 1.051 6.397
Capoterra 24 781 383 0 382 1 398 1.955 1.092 863 2.760
Decimomannu 9 216 126 0 117 9 90 1.318 517 801 1.543
Domus de Maria 16 65 11 0 11 0 54 266 208 58 347
Nuxis 0 49 13 0 8 5 36 128 65 63 177
Pula 22 294 105 0 104 1 189 1.480 952 528 1.796
Santadi 13 136 73 0 66 7 63 477 197 280 626
Sarroch 13 2.942 2.511 0 2.489 22 431 775 535 240 3.730
Siliqua 2 166 102 0 101 1 64 391 214 177 559
Teulada 43 118 61 0 54 7 57 445 207 238 606
Uta 4 561 440 34 406 0 121 834 610 224 1.399
Villa San Pietro 2 34 12 0 12 0 22 125 69 56 161
Villaspeciosa 0 100 73 22 51 0 27 166 89 77 266
AREA SIC 153 9.093 6.962 192 6.637 133 2.131 11.121 6.465 4.656 20.367PROVINCIA DI CAGLIARI
1.856 51.193 31.866 1.817 27.446 2.603 19.327 157.644 90.336 67.308 210.693
Fonte: Censimento Industria e Servizi 2001
Il peso determinante del settore industriale si associa da un lato alla modesta incidenza del settore
primario, dall’altro al sottodimensionamento delle attività terziarie testimoniato dalla relativa
compressione della componente vendibile dei servizi, con particolare riferimento ai segmenti di
attività commerciale e immobiliare. A parziale compensazione, si osserva una progressiva
concentrazione di unità e di addetti in ambito ricettivo e ristorativo, particolarmente significativa nei
comuni costieri di Domus de Maria e Pula; il consolidamento del comparto turistico costiero si
manifesta secondo tassi di crescita della capacità ricettiva e dei flussi ospitati tra i più elevati in
ambito provinciale.
Tab. 4 Tasso di variazione del numero di unità locali e di addetti per settore di attività, 2001-1991
AGRICOLTURA
INDUSTRIAIndustria in senso stretto
Estrazione di minerali
Manifattura
Produz. e distrib. di energia elett. Gas acqua
Costruzioni SERVIZIServizi Vendibili
Servizi non vendibili
TOTALE
AREA SIC 28,0 10,6 20,0 -30,0 20,6 38,5 2,2 32,0 23,6 64,6 26,1
PROVINCIA DI CAGLIARI 27,0 10,3 0,9 -5,5 1,3 -9,5 20,2 23,0 16,0 50,8 20,3
SARDEGNA -36,5 9,7 0,2 2,1 0,0 5,2 20,0 16,5 9,8 43,0 14,5
AREA SIC 96,2 -7,7 -7,2 -26,7 -6,9 14,7 -9,3 26,1 17,2 40,7 8,6
PROVINCIA DI CAGLIARI
112,8 -9,1 -15,9 -48,6 -10,4 -30,3 5,0 14,1 13,5 14,9 7,9
SARDEGNA 28,3 -7,6 -12,8 -32,1 -10,5 -19,1 1,5 9,7 7,4 12,9 5,0
Fonte: elaborazioni su Censimento Industria e Servizi 2001
UNITA LOCALI
ADDETTI
In particolare, l’offerta ricettiva dell’area incide per circa un terzo dei posti letto complessivi della
provincia. Questa risulta prevalentemente composta da strutture di tipo alberghiero posizionate
sugli elevati standard qualitativi rilevati in ambito provinciale; il segmento complementare risulta
estremamente dinamico, caratterizzandosi per il prevalente contributo delle strutture all’aria aperta
in concomitanza dei principali comuni costieri (Pula, Teulada e Domus de Maria) e per l’ampia e
crescente diffusione di strutture alternative quali B&B e agriturismo.
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Grazie ad un tasso di crescita nettamente superiore alla media provinciale queste ultime risultano
diffuse in maniera capillare e offrono nella gran parte dei casi un servizio di ricettività per l’intero
arco dell’anno. L’attività agrituristica, in particolare, si articola in un più ampio ventaglio di servizi
che vanno dalla ulteriore presenza di un numero di aziende che svolgono esclusivamente l’attività
ristorativa, alla vendita in loco di prodotti agricoli e di tipo artigianale; un fenomeno particolarmente
evidente anche nei comuni turisticamente meno rilevanti e che arricchisce l’ampio panorama di
servizi al turista come elemento qualificante dell’offerta.
In tale direzione la diffusa presenza di attività legate alla ristorazione rappresenta al contempo un
indispensabile completamento ed un tratto qualificante della rete di ospitalità locale, visto il
consistente numero di attività inscritte in circuiti nazionali di qualità in virtù soprattutto degli elevati
standard qualitativi e di tipicità espressi. Tab. 5 Strutture ricettive e di servizio, 2005
Esercizi Posti letto Esercizi Posti letto Esercizi Posti letto Esercizi Posti lettoAssemini 3 310 9 42 5 15 3 19 0 0Capoterra 3 56 7 46 5 29 2 17 1 2Decimomannu 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0Domus de Maria 5 1.260 1 420 0 0 0 0 1 0Nuxis 0 0 2 10 2 10 0 0 0 1Pula 26 3.879 16 1.775 9 52 4 69 4 4Santadi 0 0 9 58 7 32 2 26 0 0Sarroch 2 47 6 30 5 28 1 2 0 0Siliqua 0 0 5 31 2 12 3 19 0 0Teulada 2 221 10 864 3 12 6 132 1 1Uta 1 20 2 14 1 6 1 8 1 0Villa San Pietro 1 20 2 10 2 10 0 0 0 0Villaspeciosa 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
AREA SIC 43 5.813 69 3.300 41 206 22 292 9 8
Fonte: elaborazioni su dati EPT, Assessorato Regionale dell'Agricoltura e Camera di Commercio di Cagliari
Agriturismo senza ricettività
Attività ristorative certificate
Alberghiero Extralberghiero di cui B&B di cui Agriturismo
Il sistema dell’accoglienza può contare sulla presenza di un diffuso patrimonio culturale e
identitario legato tanto alle numerose emergenze di tipo archeologico quanto alle attività
dell’artigianato tipico locale suscettibili di valorizzazione su mercati più ampi di quello locale e
capaci di sfruttare le opportunità offerte dal mercato turistico. Se a livello regionale sono le aree
archeologiche ad esercitare il maggiore “potere attrattivo” in ambito culturale, il principale centro
attrattore della Provincia viene individuato nell’area archeologica di Nora la quale conta oltre 65
mila presenze annue situandosi tra i siti più visitati a livello regionale. Ciò vale anche per quelle
attività impegnate nella lavorazione tradizionale del legno, della ceramica e nel tessile per le quali il
frequente e problematico sottodimensionamento delle attività si traduce in una limitatezza dei
volumi di produzione e quindi dei mercati di sbocco. Una debolezza strutturale che, a fronte di
elevati costi di produzione, diviene basso potere contrattuale e dunque scarsa capacità di
penetrazione dei mercati.
I flussi di domanda ufficiale (Tab. 6) registrati nel comparto confermano il grado di notorietà delle
località turisticamente rilevanti così come il più ampio fenomeno di concentrazione spaziale e
temporale riscontrato a livello provinciale e regionale. I centri di Assemini, Capoterra, Domus de
Maria, Pula, Sarroch e Teulada concentrano circa il 25% dei pernottamenti effettuati in ambito
provinciale, per due terzi realizzati da turisti di provenienza nazionale e per circa il 85% registrati
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nei soli comuni di Pula e Domus de Maria. La ripartizione per mercati di riferimento conferma il
primato delle regioni italiane settentrionali e dei principali mercati dell’Europa nord-occidentale così
come si rileva per l’intero contesto regionale, seppure con un certo grado di variabilità nel rispettivo
posizionamento competitivo. Si tratta prevalentemente di un turismo di tipo marino-balneare,
concentrato nei mesi estivi (trimestre giugno-agosto) più di quanto non avvenga in ambito
provinciale e regionale. L’evoluzione dei flussi a partire dalla seconda metà degli anni Novanta
appare estremamente positiva e nella gran parte delle località superiore al dato medio provinciale
e regionale, alimentata dalle performance dei principali comuni costieri e confortata dai tassi di
variazione ancor più positivi dei centri minori; il solo comune di Teulada sperimenta un significativo
arretramento di presenze.
Tab. 6. Evoluzione della domanda turistica per mercato di provenienza, 1996-2004
Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi PresenzeAssemini 8.539 23.849 637 2.518 9.176 26.367 11.009 28.714 1.342 5.440 12.351 34.154Capoterra-Sarroch 802 5.343 60 166 862 5.509 1.929 8.866 378 1.426 2.307 10.292Domus de Maria 15.087 87.875 2.370 12.660 17.457 100.535 17.223 104.168 5.746 31.676 22.969 135.844Pula 30.947 152.688 25.208 165.031 56.155 317.719 40.340 214.929 34.108 183.498 74.448 398.427Teulada 8.078 61.868 2.467 11.194 10.545 73.062 6.025 39.139 2.839 10.144 8.864 49.283AREA SIC 63.453 331.623 30.742 191.569 94.195 523.192 76.526 395.816 44.413 232.184 120.939 628.000PROVINCIA DI CAGLIARI 346.634 1.620.143 74.988 397.437 421.622 2.017.580 458.447 2.049.938 127.194 582.277 585.641 2.632.215
Fonte: elaborazioni su dati EPT
1996 2004ITALIANI STRANIERI TOTALE ITALIANI STRANIERI TOTALE
Gli indicatori occupazionali (Tab. 7) rispecchiano l’articolata conformazione assunta dal tessuto
produttivo locale. I comuni dell’area risultano inscritti in tre differenti Sistemi Locali del Lavoro:
“Cagliari” (Assemini, Capoterra, Decimomannu, Sarroch, Uta e Villaspeciosa), “Pula” (Pula,
Teulada, Domus de Maria e Villa San Pietro), “Iglesias” (Nuxis, Santadi e Siliqua). In particolare
per i centri della area vasta metropolitana e fatta eccezione per i comuni interessati in misura
maggiore da flussi migratori, gli elevati tassi di attività si accompagnano ad un tasso di
occupazione pari o superiore al dato medio provinciale e regionale. Contemporaneamente il tasso
di disoccupazione risulta diffusamente al di sopra della media regionale, eccetto che nei comuni di
Assemini, Capoterra, Pula e Siliqua ai quali si associano alcuni tra i più bassi tassi di
disoccupazione giovanile. La distribuzione degli occupati per attività economica da un lato
sottolinea il diffuso primato del settore industriale in qualità di principale bacino d’impiego, dall’altro
il ridimensionamento del terziario soprattutto in ambito rurale dove l’agricoltura continua ad
assorbire una importante quota della forza lavoro.
Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
Provincia di Cagliari – Assessorato all’Ambiente e Difesa del Territorio Ufficio Protezione Fauna Selvatica e Caccia
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Tab. 7 Indicatori occupazionali, 2001
Agricoltura Industria Altre attivitàAssemini 54,6 42,4 22,4 55,6 466 2.261 5.795Capoterra 54,5 43,4 20,3 52,0 320 2.062 5.358Decimomannu 51,3 38,6 24,8 57,8 163 573 1.502Domus De Maria 50,2 36,8 26,7 58,3 63 118 322Nuxis 37,8 27,0 28,7 72,6 42 146 210Pula 51,2 39,9 22,1 52,0 374 540 1.334Santadi 42,3 31,5 25,7 57,4 168 315 544Sarroch 47,7 36,9 22,7 60,0 105 833 754Siliqua 43,2 34,2 20,9 47,1 175 326 711Teulada 42,9 32,5 24,4 50,9 133 270 755Uta 47,9 34,3 28,4 59,1 319 508 1.076Villa San Pietro 53,2 39,2 26,4 57,0 108 206 281Villaspeciosa 50,5 37,2 26,4 63,6 83 195 325PROVINCIA DI CAGLIARI 48,2 37,3 22,6 57,0 14.459 59.881 170.768
Fonte: elaborazioni su dati Censimento della Popolazione 2001
% di occupati per attività economicaTasso di attività
Tasso di occupazione
Tasso di disoccupazione
Tasso di dis. giovanile
Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
Provincia di Cagliari – Assessorato all’Ambiente e Difesa del Territorio Ufficio Protezione Fauna Selvatica e Caccia
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CapitoloCapitoloCapitoloCapitolo 5 5 5 5
Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
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Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
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5. CARATTERIZZAZIONE URBANISTICA E PROGRAMMATICA DE L pSIC
5.1 Inquadramento territoriale e urbanistico
Il pSIC di Monte Arcosu ricade nelle seguenti sezioni della Carta Tecnica Regionale Numerica
1:10000 (CTRN 10K) della Regione Sardegna
Tavoletta 556 Sezione 100, 110, 140 e 160
Tavoletta 565 Sezione da 020 a 080, da 100 a 120, 140 e 150
I comuni territorialmente interessati sono:
1. SILIQUA;
2. VILLASPECIOSA;
3. DECIMOMANNU;
4. UTA;
5. ASSEMINI;
6. CAPOTERRA;
7. SARROCH;
8. VILLA SAN PIETRO;
9. PULA;
10. DOMUS DE MARIA;
11. TEULADA;
12. SANTADI;
13. NUXIS;
Nei comuni interessati la pianificazione urbanistica è definita dagli strumenti riportati nella tabella
che segue nella quale è indicata la zonizzazione delle aree dei territori comunali ricadenti
all’interno del perimetro pSIC:
Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
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- 150 -
COMUNE STRUMENTO
URBANISTICO
ESTREMI DI
APPROVAZIONE
Zonizzazione
pSIC
SILIQUA Piano urbanistico
comunale
Del. Comm. ad acta N. 3
del 17/04/2003, Pubblicato
nel B.U.R.A.S. N. 25 del
14/08/2003.
E- (agricola)
H- (Rispetto)
VILLASPECIOSA Piano urbanistico
comunale
Del. C.C. N. 3/93,
Pubblicato nel B.U.R.A.S.
del 23/12/1993
E- (agricola)
H- (Rispetto)
DECIMOMANNU Piano urbanistico
comunale
Del. C.C. N. 46 del
5/10/2001, Pubblicato nel
B.U.R.A.S. N. 4 del
05/02/2002
E- (agricola)
H- (Rispetto)
UTA Piano urbanistico
comunale
Piano urbanistico
comunale, Del. C.C. N. 4
del 21/02/1997, Pubblicato
nel B.U.R.A.S. del
06/05/1997
E- (agricola)
H- (Rispetto)
ASSEMINI Piano di
fabbricazione
Decreto Presidente Giunta
Regionale N. 9362/2707
del 26/08/1970
E- agricola.
H- Rispetto
CAPOTERRA Piano di
fabbricazione
Del. C.C. N. 18 del
7/03/1969;
Pubblicato nel B.U.R.A.S.
N.16 del 23/04/1969
E- (agricola)
H- (Rispetto)
Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
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SARROCH Piano urbanistico
comunale
Del. C.C. N. 48 del
1/12/2001, Pubblicato nel
B.U.R.A.S. N. 16 del
04/05/2002.
E- (agricola)
H- (Rispetto)
VILLA SAN
PIETRO
Piano urbanistico
comunale,
Del. Comm. ad acta N. 5
del 12/04/2000; Pubblicato
nel B.U.R.A.S. del
05/06/2000.
E- (agricola)
H- (Rispetto)
PULA Piano di
fabbricazione
Del. C.C. N. 19 del
6/05/1989;
E- (agricola)
H- (Rispetto)
DOMUS DE
MARIA
Piano urbanistico
comunale
Del. Comm. ad acta N. 4
del 30/11/2000, Pubblicato
nel B.U.R.A.S. N.11 del
7/04/2001.
E- (agricola)
H- (Rispetto)
TEULADA Piano urbanistico
comunale
Del. C.C. N.47 del
28/10/1999; Pubblicato nel
B.U.R.A.S. N. 44 del
07/12/1999.
E- (agricola)
H- (Rispetto)
SANTADI Piano urbanistico
comunale
Del. C.C. N. 1 del
30/01/2004, Pubblicato nel
B.U.R.A.S. N. 39 del
09/12/2004.
E- (agricola)
H- (Rispetto)
NUXIS Piano di
fabbricazione
Del. C.C. N.51 del
18/12/1992;
E- (agricola)
H- (Rispetto)
I dati della tabella sono stati ricavati da:”www.sardegnaterritorio.it Regione Sardegna”.
5.2 Destinazione urbanistica aree pSIC Monte Arcosu :
Le aree in cui insiste il pSIC di “Monte ARCOSU” sono state classificate dalle Amministrazioni
Comunali territorialmente competenti come Zone Omogenee H (di rispetto) e E (Agricole).
Per le Zone omogenee H e E e sottozone sono previste le seguenti attività urbanistiche:
ZONA H ( zona di interesse paesistico e naturalistico)
Sono così classificate le parti di territorio non altrimenti identificate (come zone A, B, C, D,G, E),
che rivestono un particolare interesse archeologico, naturalistico o ambientale, geomorfologico o
Paesaggistico, per cui devono essere garantite condizioni prioritarie di tutela e stabilità ambientale.
Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
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- 152 -
Sono altresì classificate come zone H la fascia di rispetto cimiteriale, la fascia lungo le strade
statali e comunali.
Entro questa zona H deve essere garantita la conservazione integrale dei singoli caratteri
naturalistici, storici, morfologici e dei rispettivi insiemi, non sono ammesse alterazioni allo stato
attuale dei luoghi e sono consentiti, previa autorizzazione di cui al T.U. (Decreto Legislativo 22
Gennaio 2004 n°42), i soli interventi volti alla co nservazione, difesa, ripristino, restauro e fruizione
della risorsa, e in particolare:
- attività scientifiche, comprendenti l’insieme delle attività finalizzate allo studio, controllo e
conservazione delle risorse ambientali;
- fruizione naturalistica, comprendente l’insieme di attività di fruizione dell’ambiente a fini
didattici e ricreativi, con eventuale realizzazione di infrastrutture leggere (sentieri natura,
segnaletica) o strutture leggere di supporto (capanni di osservazione e per la sola
somministrazione di bevande e alimenti, ecc.), aree belvedere e postazioni naturalistiche;
- fruizione culturale, comprendente l’insieme delle attività legate all’uso dei monumenti,
zone archeologiche e beni culturali i genere, con eventuale realizzazione di infrastrutture
e strutture leggere finalizzate alla conservazione del bene;
- opere di difesa e ripristino ambientale in presenza di alterazioni o manomissioni di origine
antropica;
- il recupero di strutture esistenti con le tipologie originarie;
- l’apertura e la sistemazione delle piste forestali strettamente necessarie alla gestione del
bene;
- l’installazione di tralicci, antenne e strutture simili se necessari per la salvaguardia delle
risorse naturali;
- gli interventi volti alla difesa del suolo sotto l’aspetto idrogeologico;
- interventi connessi alla realizzazione di opere pubbliche o di preminente interesse
pubblico In questa zona H è prescritto l'indice territoriale massimo di 0,001 mc/mq con
possibilità di deroga ai sensi dell'art.16 della legge 06/08/1967 n.765, limitatamente ad
edifici attrezzature ed impianti pubblici.
ZONA "E" (zona agricola)
Le parti del territorio comunale classificate zone "E" sono destinate all'agricoltura, alla pastorizia,
alla zootecnia, all'itticoltura, alle attività di conservazione e di trasformazione dei prodotti aziendali,
all'agriturismo, alla silvicoltura e alla coltivazione industriale del legno.
E’ altresì possibile localizzare nella zona “E” tutte quelle attività particolari che, per le loro
caratteristiche specifiche, non sono compatibili con nessuna delle altre zone omogenee del P.U.C..
Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
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- 153 -
Ai sensi del Decreto Presidente Giunta Regionale della R.A.S. n°228 del 3 agosto 1994
(Direttive per le zone Agricole), in base alle indagini tecnico-agronomiche, le zone "E" del territorio
comunale sono suddivise nelle seguenti sottozone:
E1. aree caratterizzate da produzione agricola tipi ca e specializzata;
E2. aree di primaria importanza per la funzione agr icolo-produttiva in relazione
all’estensione, composizione e localizzazione dei t erreni;
E3. aree caratterizzate da elevato frazionamento fo ndiario, localizzate in prossimità
dell’abitato;
E5. aree marginali per l’attività agricola nelle qu ali è necessario mantenere la stabilità
ambientale.
Fermo restando che qualsiasi intervento proposto deve essere supportato da una relazione
sottoscritta da un tecnico abilitato che ne dimostri la compatibilità con le caratteristiche della
sottozona interessata, in generale in tutte le sottozone sono ammessi i seguenti tipi di costruzione:
a)- fabbricati e impianti connessi alla conduzione agricola e zootecnica dei fondi, all'itticoltura,
alla valorizzazione e trasformazione dei prodotti aziendali con l'esclusione degli impianti che
per la loro dimensione e importanza sono classificabili come industriali;
b)- fabbricati per agriturismo;
c)- fabbricati funzionali alla conduzione e gestione dei fondi e degli impianti arborei industriali
(forestazione produttiva);
d)- fabbricati per il recupero terapeutico dei disabili, dei tossicodipendenti e per il recupero del
disagio sociale;
e)- fabbricati ed impianti di carattere particolare che per la loro natura non possono essere
localizzati in altre zone omogenee, con deliberazione del Consiglio Comunale;
f)- fabbricati ed impianti di interesse pubblico quali cabine ENEL, centrali telefoniche, stazioni di
ponti radio, ripetitori e simili, con deliberazione del Consiglio Comunale;
g)- fabbricati ed impianti destinati alla preparazione ed alla vendita di terra per giardinaggio ed
uso agricolo;
h)- fabbricati ed impianti destinati allo stoccaggio, al taglio ed alla vendita di legna da ardere,
anche quando la materia prima non proviene da produzione propria dell’azienda.
Le recinzioni dovranno comunque essere realizzate nel rispetto dei distacchi fissati nel
nuovo Codice della Strada.
Per tutti i movimenti terra (scavi e riporti), anche se finalizzati alla bonifica dei terreni, deve
essere richiesta un'apposita autorizzazione presentando un piano di sistemazione che tenga conto
di tutta la situazione al contorno.
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- 154 -
Per quanto non espressamente previsto nelle presenti norme valgono le Direttive per le
Zone Agricole approvate dal Consiglio Regionale in data 13/04/94, che si intendono integralmente
recepite.
Per il solo comune di Teulada è prevista nella Zona Omogenea E (Agricola) la sottozona
E/A - E/B CONTENENTI I BORGHI ED AGGREGATI RURALI cosi definite:
Costituiscono aree attitudinalmente corrispondenti alle “E/A” ed “E/B”, ma caratterizzate da
preesistenze insediative consolidate, dunque utilizzabili per l’organizzazione di centri rurali.
Sono definiti BORGHI RURALI i seguenti insediamenti consolidati dotati di servizi ed
urbanizzazioni avanzate connessi alla funzione residenziale:
1. IS CARILLUS
2. SU FONNESU
3. SU DE IS SEIS
4. GUTTURU SAIDU
Sono definiti AGGREGATI RURALI i seguenti insediamenti consolidati aventi il carattere di
nuclei aziendali articolati:
a) GENNIOMUS
b) MASONI E MONTI
c) PERDAIOLA
d) GUTTURU SAIDU
e) CASE PIROSU
f) SU DE IS ARRUS
Ricadono all’interno dell’area pSIC “IS CARILLUS”, “PERDAIOLA” e “GUTTURU SAIDU”.
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- 155 -
5.3 Pianificazione faunistica venatoria
La pianificazione faunistico venatoria all’interno e nell’area adiacente ai confini del pSIC evidenzia
la concomitante presenza di Istituti di Protezione Faunistica e Istituti di Prelievo Venatorio oltrechè
di una significativa superficie aperta alla libera caccia.
Gli istituti di protezione sono rappresentati da:
- Oasi Permanenti di Protezione Faunistica e di Cattura - Zona temporanea di ripopolamento e cattura
5.3.1 Oasi Permanenti di Protezione Faunistica e di Cattura,
istituite ai sensi dell’articolo 4 della L. R. n. 23 del 29 luglio 1998”, sono gli istituti che hanno come
finalità la protezione della fauna selvatica e degli habitat ad essa relativi nonché la cattura della
stessa. Le oasi sono individuate su superfici idonee o apprezzabili al rifugio, alla riproduzione e
alla sosta delle specie migratorie, nonché all'insediamento, incremento e irradiamento naturale
delle specie stanziali.
Nelle oasi è vietata l’attività venatoria e tutte quelle attività che possono entrare in conflitto con gli
obiettivi di tale istituto procurando nocumento alla fauna selvatica.
Esse vengono istituite dall’assessorato Regionale della Difesa dell’Ambiente, avvalendosi
dell’Istituto regionale per fauna selvatica anche su proposta delle Province e comunque sentito il
parere delle stesse e del Comitato Regionale Faunistico.
Sono dislocate preferibilmente su terreni di proprietà demaniale, all'interno del sistema regionale
delle aree naturali protette (tenuto conto delle linee di migrazione) e di quelle individuate ai sensi
delle direttive comunitarie di cui all’art. 2 della L.R. 23/1998.
Le oasi possono avere dimensione comunale, intercomunale e interprovinciale e di norma devono
avere un’estensione non superiore ai 5.000 ettari.
Le oasi sono gestite dalla Regione o direttamente o per delega della stessa, dalle Province, dai
Comuni, dalle Associazioni naturalistiche e venatorie riconosciute, anche in forma congiunta tra gli
stessi organismi. Essi operano sulla base di un piano di gestione opportunamente redatto.
All’interno del territorio del pSIC sono presenti tre oasi:
- Gutturu Mannu - Monte Arcosu situata nel settore orientale;
- Piscina manna - Is Cannoneris si trova nella parte sud orientale e confina con la precedente,
in parte ricompresa all’interno del perimetro;
- Pantaleo contigua alla precedente anche essa ricompresa in parte nel territorio del pSIC.
Le tre oasi rappresentano un continuum di territorio di cui si riportano alcuni dati nella tabella
seguente.
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- 156 -
OASI PERMANENTI DI PROTEZIONE FAUNISTICA E CATTURA
Art. 4 L.R. 23/98
Art. 3 L.R. 32/78
Direttiva Regionale Sulla Gestione delle oasi perma nenti di protezione faunistica e
di cattura e delle zone di ripopolamento e di cattu ra. Procedure per le attività di
immissione e di cattura della fauna selvatica. - DG R n. 21/61 del 16.07.2003
DENOMINAZIONE ISTITUZIONE SUPERFICIE
GESTIONE
DEL
TERRITORIO
CENSIMENTI
2006 REINTRODUZIONI
Gutturu Mannu -
Monte Arcosu
D.A.D.A. N.
1240 del
15.11.1988
7'404 ha; WWF
Cervo
n° capi stimati
1’065
su superficie di
6’800 ha
daino
Piscina manna - Is
Cannoneris
D.A.D.A. n.
1818 del 30
Dicembre
1991
7'199 ha Ente Foreste
cervo (fine anni 70)
daino(metà anni
70)
Pantaleo
Decreto
istitutivo
D.A.D.A. n.
2099 del 8
settembre
1992
1’600 ha Ente Foreste
Cervo
n° capi stimati
1290
su superficie di
12’042 ha
(territorio delle
foreste demaniali
del Sulcis che
comprende anche
la superficie delle
oasi)
cervo (fine anni 70)
daino(metà anni 70
5.3.2 Zone Temporanee di Ripopolamento e Cattura
Sono porzioni di territorio destinate alla riproduzione allo stato naturale di soggetti appartenenti a
popolazioni di uccelli e mammiferi di specie stanziali al fine del loro irradiamento sul territorio e/o
alla cattura degli stessi per il ripopolamento del territorio cacciabile.
I capi potranno essere prelevati, sulla base di opportune valutazioni delle consistenze pre e post-
riproduttive e dell’incremento utile annuo, per l'immissione sul territorio in tempi e condizioni utili al
loro ambientamento ai fini del ripopolamento e per il raggiungimento degli obiettivi inerenti le
attività di ripopolamento
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- 157 -
Esse sono istituite anche per la salvaguardia, la sosta durante la migrazione, lo sviluppo e la
riproduzione delle specie migratrici, anche attraverso il miglioramento delle caratteristiche
ambientali del territorio.
Esse sono istituite preferibilmente in territori non destinati a coltivazioni specializzate o suscettibili
di particolare danneggiamento per la rilevante concentrazione della fauna selvatica stessa ed
hanno durata massima di sei anni rinnovabili alla scadenza sulla base di oggettive valutazioni sulla
produttività delle medesime relativamente alle specie cui sono indirizzate.
All’interno dell’area pSIC si trova una Zona temporanea di ripopolamento e cattura denominata
“Camboni”, di cui si riporta la scheda.
ZONE TEMPORANEE DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA
Art. 24 L.R. 23/98
Art. 3 L.R. 32/78
Direttiva Regionale Sulla Gestione delle oasi perma nenti di protezione faunistica e
di cattura e delle zone di ripopolamento e di cattu ra. Procedure per le attività di
immissione e di cattura della fauna selvatica. - DG R n. 21/61 del 16.07.2003
DENOMINAZI
ONE ISTITUZIONE SUPERFICIE GESTIONE
VOCAZIONE
FAUNISTICA
REINTRODU
ZIONI
RIPOPOLAM
ENTI
Camboni
Det. Direttore di
servizio
n.1894/V del
29/07/2003
BURAS n. 26
del 30.08.2003
838 ha Provincia di
Cagliari
Cinghiale
Cervo sardo
Lepre sarda
Coniglio
Pernice sarda
Tordo bottaccio
Beccaccia
Nessuno
Gli Istituti di Prelievo Venatorio sono rappresentati da:
- Aziende Agrituristico venatorie
- Zone in Concessione per la Caccia Autogestita
5.3.3 Aziende Agrituristico venatorie
sono istituite ai sensi dell’art. 31, comma 6 della L. R. n. 23 del 29 luglio 1998, hanno come
scopo la utilizzazione produttiva della fauna selvatica di allevamento. Esse devono essere
situate nei territori di scarso rilievo faunistico e coincidere preferibilmente con il territorio di una
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- 158 -
o più aziende agricole ricadenti in area di agricoltura svantaggiata, ovvero dismesse da attività
agricola ai sensi dei regolamenti comunitari in materia. Le aziende agri-turistico-venatorie nelle
zone umide e vallive possono essere autorizzate solo se comprendono bacini artificiali e fauna
acquatica di allevamento.
Esse vengono istituite dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura e Riforma Agropastorale d’intesa
con l’Assessorato Regionale della Difesa dell’ambiente
Hanno durata decennale e la superficie varia tra i 200 ha e i 1200 ha.
Nell’azienda Agri-Turistico-Venatoria è consentito solo il prelievo di fauna selvatica di allevamento
per tutta la stagione venatoria, senza limiti di carniere e di giorni settimanali previsti dal calendario
venatorio.
Per l’esercizio dell’attività venatoria sulla fauna selvatica immessa o liberata, non è necessario il
possesso della autorizzazione regionale all’esercizio dell’attività venatoria, di cui all’art. 45 della
legge regionale 29 luglio 1998, n. 23.
L’attività venatoria nei confronti della selvaggina naturale di passo e della volpe può essere
esercitata, dai cacciatori muniti di autorizzazione regionale e ammessi in base al regolamento
aziendale, nei giorni e con le limitazioni previste dalla legge regionale 29 luglio 1998, n. 23 e dal
calendario venatorio.
Il territorio oggetto della autorizzazione per la costituzione di aziende agri-turistico-venatorie deve
avere continuità di superficie, non presentare, una monocoltura agraria annua di qualsiasi tipo e
genere e le colture annue devono alternarsi nel tempo e nello spazio; l'ambiente fisico e biotico
deve essere in buono stato di conservazione.
Nell'ambito delle aziende agri-turistico-venatorie devono essere realizzate colture a perdere
(sorgo, mais,girasole, orzo, triticale, etc.) per la selvaggina, distribuiti a macchia di leopardo
all'interno dell'azienda.
All’interno dell’area pSIC si trovano le seguenti ATV
AZIENDE AGRI TURISTICO VENATORIE
Art. 31 L.R. 23/98
Delibera 27/10 del 20/07/1998
Direttiva Regionale sulla Gestione delle Aziende Ag ri-turistico venatorie
Assessorato dell’Agricoltura e Riforma Agro Pastora le
ATV presenti all’interno del pSIC
DENOMINAZIONE ISTITUZIONE SUPERFICIE GESTIONE SPECIE PER CUI SONO AUTORIZZATE
IMMISSIONE E PRELIEVO
Pranu Mannu Det. Direttore di 380,41 ha Privato Pernice sarda, cinghiale, lepre sarda, coniglio,
Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
Provincia di Cagliari – Assessorato all’Ambiente e Difesa del Territorio Ufficio Protezione Fauna Selvatica e Caccia
- 159 -
(Decimomannu) servizio
n.546/2002
quaglia, germano reale,
Monte Arcosu
(Uta)
Det. Direttore di
servizio
n.924/2002
954,24 ha Privato Pernice sarda, cinghiale, lepre sarda, coniglio,
quaglia, germano reale,
Francau
(Teulada)
Det. Direttore di
servizio
n.333/2001
204,07 ha Privato Pernice sarda, cinghiale, lepre sarda, coniglio,
germano reale, quaglia.
ATV adiacenti al pSIC
DENOMINAZIONE ISTITUZIONE SUPERFICIE GESTIONE
SPECIE PER CUI SONO
AUTORIZZATE IMMISSIONE
E PRELIEVO
L’Agropastorale
(Teulada)
Det. Direttore di
servizio
n.335/2001
646,71 ha Privato
Pernice sarda, cinghiale, lepre
sarda, coniglio, germano reale,
quaglia.
Is Canargius
(Pula)
Det. Direttore di
servizio n.299/2003 513,37 ha Privato
Pernice sarda, cinghiale, lepre
sarda, quaglia, germano reale
Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
Provincia di Cagliari – Assessorato all’Ambiente e Difesa del Territorio Ufficio Protezione Fauna Selvatica e Caccia
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5.3.4 Zone in Concessione per la Caccia Autogestita
Sono istituite dall’assessorato Regionale della Difesa dell’Ambiente ai sensi dell’art. 51 della LR 32
del 1978 e permangono fino all'attivazione degli istituti previsti nel piano regionale faunistico-
venatorio e nei termini in esso indicati.
Esse sono normate da apposito regolamento (Decreto PGR n. 119 del 24 ottobre 1986) e possono
avere durata annuale o quinquennale rinnovabile.
Possono essere Comunali o intercomunali e devono avere una superficie minima di 500 ha. Sono
gestite da cacciatori riuniti in forma associata. È necessaria una vigilanza interna. Al loro interno è
ammesso il prelievo venatorio da parte dei soci nei limiti previsti dal calendario venatorio regionale.
Esistere anche un calendario venatorio interno che può presentare limiti ancor più restrittivi di
quello regionale
ZONA PER LA CACCIA AUTOGESTITE ANNUALI
Art. 51 L.R. 32/78
Art. 97 L.R. 23/98
Regolamento N. 119/1986 del Assessorato Difesa Ambi ente
Regione Autonoma della Sardegna
DENOMINAZIONE ISTITUZIONE SUPERFICIE N.SOCI TERRITORIO/
CACCIATORE
S.Uberto
(Siliqua,
Vallermosa)
DADA n. 234
del 12/09/1979 ha 1377 74 18,60 ha
Zinnigas
(Siliqua)
DADA n. 56 del
2/9/1980 ha 2734 146 18,72 ha
Gutturu Sporta
(Teulada)
DADA n. 232
del 12/9/1979 ha 5281 27 19,55 ha
Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
Provincia di Cagliari – Assessorato all’Ambiente e Difesa del Territorio Ufficio Protezione Fauna Selvatica e Caccia
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ZONA PER LA CACCIA AUTOGESTITE QUINQUENNALI
Art. 51 L.R. 32/78
Art. 97 L.R. 23/98
Regolamento N. 119/1986 del Assessorato Difesa Ambi ente
Regione Autonoma della Sardegna
DENOMINAZIONE ISTITUZIONE SUPERFICIE N.SOCI TERRITORIO/
CACCIATORE
Parruccu
(Uta)
DADA n. 7 del
21/02/1983 ha 1799 193 9,32 ha
Is Cuccureddus
(Villaspeciosa)
DADA n. 404
del 28/04/1989 ha 575 49 11,73 ha
Su Casteddu
(Decimoputzu)
DADA n. 271
del 18/09/1980 ha 840 69 12,17 ha
Is Gilladas
Capoterra
DADA n. 333
del 19/12/1979 ha 950 47 20,21 ha
Sa Tegula
(Teulada)
DADA n. 545
del 01/12/1981 ha 1762 104 16,94 ha
Internamente al pSIC si trova una porzione della zona in concessione per la caccia autogestita
“Parruccu”. Le zone in concessione per la caccia autogestita “Zinnigas”, “Gutturu Sporta”, “Is
Gilladas” si trovano, invece, a ridosso del confine.
Le zone in concessione per la caccia autogestita “Su Casteddu”, “Is Cuccureddus”, “Tegula”,
“Sant’Uberto” si trovano ad una maggiore distanza dal pSIC: esse, pur non essendo a diretto
contatto con l’area possono determinare un incremento della pressione venatoria della zona.
Tale pianificazione evidenzia che le zone a vincolo faunistico e istituti venatori non sono state
individuati con criteri adeguati, pertanto si potrebbe presentare un problema di eccessivo prelievo
che può aggravare situazioni già a rischio per le specie.
La caccia di per sé non compromette la diversità di un ecosistema ma potrebbe divenire una
minaccia per le specie quando il tasso di prelievo è maggiore del tasso di rinnovamento della
specie.
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Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
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CapitoloCapitoloCapitoloCapitolo 6 6 6 6
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Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
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6. CARATTERIZZAZIONE ARCHEOLOGICA, ARCHITETTONICA E CULTURALE
Sotto il profilo degli attrattori, oltre alla dotazione di una risorsa naturale pressoché incontaminata
sia in ambiente marino che montano, il sistema locale dell’accoglienza può contare sulla
eccezionale ricchezza del patrimonio culturale e identitario (Tab. 5); tanto le emergenze di tipo
archeologico-culturale che le attività e le espressioni legate all’identità delle comunità connotano in
maniera univoca l’intero contesto territoriale, conservando un carattere di omogeneità lungo le
tappe che segnano l’evoluzione dell’azione antropica nell’area ma che al contempo si declinano in
funzione dei connotati peculiari assunti da ciascun centro abitato. Se in ambito regionale le aree
archeologiche costituiscono il principale fattore di richiamo per flussi di tipo turistico-culturale,
l’area archeologica di Nora conta oltre 65 mila presenze annue posizionandosi tra i siti più visitati
in tutta la regione. Oltre alla diffusa presenza di testimonianze nuragiche e punico-romane, il
territorio ospita autentici simboli del periodo medioevale e dell’attività mineraria moderna che
riportano alla valorizzazione del Parco Geominerario della Sardegna. A ciò si affiancano da un lato
le strutture museali e le consolidate esperienze di gestione congiunta avviate nei comuni di Pula
(COPTUR) e Santadi (Cooperativa Fillirea) nonché la rispettiva adesione ai circuiti locali di promo-
commercializzazione turistica (Consorzio Turistico “Costiera Sulcitana”), dall’altro alcune
espressioni significative di raccolte etnografiche orientate alla valorizzazione dei simboli della vita
contadina (Santadi e Nuxis).
L’eredità del mondo rurale costituisce in questo senso il principale elemento dinamico del
patrimonio culturale dell’area, contraddistinto da un articolato numero di eventi legati alla tradizione
agricola, sacra ed enogastronomica delle comunità; tra le altre si segnalano: la festa campestre di
Sant’Elia a Nuxis (Maggio), la sagra di Sant’Efisio a Pula e Sarroch (Maggio) la festa di
Sant’Isidoro e il rito del Matrimonio Maritano a Santadi (Agosto), la festa di San Platano a
Villaspeciosa (Agosto), la festa di Santa Greca a Decimomannu (Settembre). Le stesse attività ed
espressioni dell’artigianato tipico locale e delle arti popolari formano frequentemente oggetto di
manifestazioni e rassegne di valenza nazionale ed internazionale; di particolare richiamo il
Concorso Nazionale di Ceramica di Assemini e il Simposio Internazionale di Scultura su Pietra a
Teulada. La tipicità del contesto rurale si ritrova inoltre sia nei tratti architettonici delle
caratteristiche abitazioni del Basso Campidano (“case campidanesi”) e testimoniata dall’adesione
del comune di Assemini all’Associazione Nazionale “Città della Terra Cruda”, impegnata da anni
nella valorizzazione e nel recupero del patrimonio abitativo costruito in terra cruda; che negli edifici
diffusi nell’agro del Sulcis (“medaus” e “furriadroxius”), i quali formano oggetto di un progressivo
processo di valorizzazione in chiave turistica. Il sistema locale dell’accoglienza può infine contare
sulla presenza di un articolato settore artigianale, suscettibile di una possibile valorizzazione su
mercati più ampi rispetto a quello locale e tale da poter sfruttare le opportunità offerte dal mercato
turistico. Ciò vale anche per quelle attività impegnate nella lavorazione tradizionale del legno, della
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ceramica (con in evidenza Assemini, riconosciuta “città della ceramica” nell’ambito del progetto
“Res Tipica” dell’ANCI) e del tessile per le quali il frequente e problematico sottodimensionamento
delle attività si traduce in una limitatezza dei volumi di produzione e quindi dei mercati di sbocco.
Una debolezza strutturale che, a fronte di elevati costi di produzione, si tramuta in basso potere
Di seguito è riportato per ogni comune dell’area pSIC l’inventario dei beni architettonici,
archeologici, musei e centri culturali, biblioteche e archivi e delle principali manifestazioni.
Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
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6.1 SCHEDE BENI ARCHITETTONICI, ARCHEOLOGICI, MUSEI E CENTRI C ULTURALI,
BIBLIOTECHE E ARCHIVI E DELLE PRINCIPALI MANIFESTAZ IONI DEI COMUNI DELL’AREA
PSIC.
Assemini Tipologia Nome Descrizione
Chiesa di San Giovanni Raro esempio di edificio bizantino, eretta tra il X e l' XI secolo, con
pianta a croce latina e campanile a vela
Chiesa di San Pietro Apostolo
Della prima metà del XI secolo, ricostruita poi nel XVI secolo in stile
gotico-aragonese, e rimaneggiata ancora nel XVIII secolo, con la
facciata rettangolare merlata e il campanile quadrato, con aggiunta
della parte superiore esagonale nel Settecento
Oratorio di San Giovanni Edificato tra il IX e il X secolo presenta una pianta greca e copertura a
botte sormontata da una cupola tardo-bizantina
Villa Asquer-Casa Fortificata
Resti insediamento antico
Insediamenti abitativi antichi di età
nuragica ed alto medioevale
Edificio monumentale tardo-romano
BENI
ARCHITTETONICI E
ARCHEOLOGICI
Miniera di San Leone
Uno dei siti più significativi del Parco Geominerario della Sardegna
sotto l'aspetto storico e geologico-giacimentologico;l'area è inoltre
ricchissima di impianti e strutture minerarie sia in superficie che in
sotterraneo
Museo archeologico In allestimento
Museo di Storia Naturale
"Aquilegia"
Attualmente sono allestite sei sale che seguono le principali discipline
delle scienze naturalistiche
Esposizione ceramica d'arte e
mostra mercato permanente
dell'artigianato locale
Vengono esposte le migliori espressioni artistiche del Concorso
Nazionale di Ceramica e le produzioni contemporanee della ceramica
asseminese.
MUSEI, CENTRI
CULTURALI,
MOSTRE E
GALLERIE
Centro Pilota per la Ceramica Offre la possibilità di ammirare e acquistare la più completa rassegna di
opere dei ceramisti locali
BIBLIOTECHE E
ARCHIVI Biblioteca Comunale
Tournee regionale del Teatro
Stabile della Sardegna Luglio, spettacoli di prosa e teatro
Concorso Nazionale di Ceramica
Con cadenza biennale, è suddiviso in tre categorie: sezione ceramica
tradizionale, settore innovazione, e scuole d’arte. Obiettivo principale è
quello di favorire l’incontro e il confronto tra la realtà isolana e quella dei
più rinomati centri di produzione ceramica della penisola
Festa di Santa Lucia Mese di maggio-giugno. Manifestazione religiosa
Sagra della mietitura
Manifestazione di tradizioni popolari dedicata alla mietitura, trebbiatura,
macinazione del grano e lavorazione dei derivati con attrezzi originali.
Degustazione di prodotti lavorati (Murzu)
SAGRE,
TRADIZIONE
SACRA E FESTIVAL
Sagra della pecora Mese di giugno
Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
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Festa di San Giovanni Battista Mese di giugno
Festival Folk "Is Pariglias"
Mese di luglio. Incontro culturale con rappresentazioni di danze,
musiche e culture etniche internazionali, con seminari tenuti da relatori
internazionali
Festa della Beata Vergine del
Carmine Mese di luglio. Manifestazione religiosa con spettacoli musicali
Matrimonio Asseminese Mese di agosto
Sagra de "Sa Panada" Mese di agosto. Sagra gastronomica del prodotto tipico locale "Sa
Panada". Dimostrazione di antichi mestieri
Sagra dei "Malloredddus" Mese di settembre.
Capoterra
Chiesa campestre di Santa Barbara Piccola chiesa romanica situata in una località di grande bellezza
panoramica
BENI
ARCHITTETONICI E
ARCHEOLOGICI Su Miriagu Sito minerario
Biblioteca Comunale BIBLIOTECHE E
ARCHIVI Biblioteca dell'Osservatorio
Astronomico
"Is Ainus de Aiaiu" Mese di marzo-aprile. Esposizione di oggetti e attrezzi del mondo
contadino
Festa di Sant'Efisio Mese di maggio. Processione per le vie del paese ed esibizione di
gruppi folk
Festa campestre di Santa Barbara Mese di giugno. Festeggiamenti nell'antica chiesetta campestre.
Estemporanea di pittura, scultura e poesia
"Aiaus in Festa" Mese di luglio. Mostra mercato di prodotti dolciari, lavori artigianali e
ricami
Sagra del pesce Mese di agosto. Degustazioni di pesce
"Scraccalius" Mese di agosto-settembre. Rassegna di teatro dialettale con le
compagnie teatrali del Campidano
Festa di San Girolamo Mese di settembre. Processione per le vie del paese con la
partecipazione di gruppi folk
SAGRE,
TRADIZIONE
SACRA E FESTIVAL
Festa di San Francesco Mese di ottobre. Processione con cavalli bardati ed esibizione di gruppi
folk
Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
Provincia di Cagliari – Assessorato all’Ambiente e Difesa del Territorio Ufficio Protezione Fauna Selvatica e Caccia
- 169 -
Decimomannu
Chiesa di Santa Greca
Edificata nel XIV secolo in stile romanico sul luogo di sepoltura della
santa: di questa prima fase rimane solo la cappella dietro l'altare
maggiore. Dopo alterne vicende la chiesa fu ricostruita quasi per intero
nel XVI secolo ed in seguito rimaneggiata più volte
Chiesa di Sant'Antonio Abate Parrocchiale
BENI
ARCHITTETONICI E
ARCHEOLOGICI
Ponte romano
BIBLIOTECHE E
ARCHIVI Biblioteca Comunale
Sant'Antonio Abate Mese di gennaio
"Is Pariglias de Su Dominigu de
Agoa" Festa tradizionale della pentolaccia e pariglie a cavallo
Sant'Isidoro Mese di maggio
SAGRE,
TRADIZIONE
SACRA E FESTIVAL
Sagra di Santa Greca Mese di settembre
Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
Provincia di Cagliari – Assessorato all’Ambiente e Difesa del Territorio Ufficio Protezione Fauna Selvatica e Caccia
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Domus de Maria Torre di Chia Costruita dagli aragonesi nel XVII secolo
Bithia
I resti dell'antica città sono molto difficili da individuare, sia perché è
rimasto molto poco, sia per la particolare struttura della città, priva di un
centro urbano vero e proprio. Si può vedere ciò che resta di mura e di
abitazioni e del cosiddetto tempio di Bes, situato nella zona dello
stagno. Interessante è anche l'isolotto di Su Cardolinu, dove si trovava
il tophet fenicio, di cui non è più visibile pressocchè nulla, e il tempio
punico edificato dopo la conquista cartaginese della Sardegna, di cui
rimangono resti di mura
Chiesetta del Crocificco
Ruderi di una fortezza di età
nuragica
BENI
ARCHITTETONICI E
ARCHEOLOGICI
Resti monumentali di cave antiche
utilizzate in periodo punico e
romano
MUSEI, CENTRI
CULTURALI,
MOSTRE E
GALLERIE
Museo archeologico comunale
La mostra archeologica sull'antica città fenicio-punico-romana di Bithia,
allestita presso la sala Mostre Temporanee ospita i corredi funerari di
alcune tombe fenicie, puniche e romane, unitamente a parte della stipe
votiva del tempio di Bes
BIBLIOTECHE E
ARCHIVI Biblioteca Comunale
Sagra dei fichi Mesi di luglio-agosto
Sagra della focaccia Mesi di luglio-agosto
Sagra del cinghiale Mesi di luglio-agosto
Festa del Pescatore Mesi di luglio-agosto
Sagra dei pesci Mesi di luglio-agosto
Biennale di pittura e scultura Mesi di luglio-agosto
Carnevale estivo Mesi di luglio-agosto
Concorso Regionale di Poesia
dialettale Mesi di luglio-agosto
Estate Mariese
Mesi di luglio-settembre. Mostre di arte, artigianato locale e oggetti del
passato, assaggi di prodotti tipici, dimostrazioni dal vivo sulla
produzione di pane, formaggio e dolci
SAGRE,
TRADIZIONE
SACRA E
FESTIVAL
Sagra di "S'Arroseri" - Festa
patronale della Madonna del
Rosario
Mese di ottobre
Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
Provincia di Cagliari – Assessorato all’Ambiente e Difesa del Territorio Ufficio Protezione Fauna Selvatica e Caccia
- 171 -
Nuxis
Chiesa di Sant'Elia di Tattinu
Il primo impianto risale al periodo bizantino, al secolo VIII o IX e
presenta pianta a croce greca con cupola ogivale, mentre l facciata è
sormontata da un campanile a vela
"Tattinu"
Tempio a pozzo che si inserisce nell'ambito di un villaggio di capane.
Gli scavi indicano la frequentazione dall'età del Bronzo recente all'età
del Ferro
Grotta di Acquacadda Reperti della civiltà di Monte Claro
Sant'Elia Pieve bizantina del VII secolo
Is Pilus Sito minerario
Serra Sirbonis Sito minerario
Su Sinibidraxiu Sito minerario
Bachera-Tatinu Sito minerario
BENI
ARCHITTETONICI E
ARCHEOLOGICI
Complesso minerario Sa Marchesa Sito minerario
AREE
MONUMENTALI E
PARCHI
Villa Letizia Borgo ristrutturato per ricettività
Centro espositivo Allestimento sulla vita e lavoro in miniera nel complesso minerario "Sa
Marchesa"
MUSEI, CENTRI
CULTURALI,
MOSTRE E
GALLERIE Museo etnografico Espone strumenti di lavoro e suppellettile legate al mondo contadino
BIBLIOTECHE E
ARCHIVI Biblioteca Comunale
Mosra delle piante officinali e
aromatiche del sud-ovest sardo inizio aprile
Festa di San Pietro 28-30 giugno
Festa in onore di S. Elia 8-14 settembre. Il culto per questo santo è il più antico portato dai
Bizantini in Sardegna
Mostra micologica del sud-ovest
sardo inizio novembre
SAGRE,
TRADIZIONE
SACRA E FESTIVAL
Festa patronale di San Pietro Mese di giugno
Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
Provincia di Cagliari – Assessorato all’Ambiente e Difesa del Territorio Ufficio Protezione Fauna Selvatica e Caccia
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Pula
Sant'Efisio di Tattino
Chiesa costruita nell'XI secolo sul luogo dove fu martirizzato il Santo. Il
primo impianto risale al 1102, ma subì pesanti rifacimenti nel XVIII e nel
XIX secolo
Torre di Coltellazzo Costruita dagli spagnoli nel XI secolo e protetta da una cortina muraria
rinforzata da torri, si eleva 12 metri sulle rovine di Nora
Torre di San Macario Costruita nel XI secolo e utilizzata fino al XVIII secolo sorge sull'isoletta
omonima al largo di Nora
BENI
ARCHITTETONICI E
ARCHEOLOGICI
Villa Santa Maria e pertinenze
rustiche
AREE
MONUMENTALI E
PARCHI
Area archeologica di Nora La città mostra edifici di varie epoche, ma i resti più significativi sono
quelli del periodo romano
Centro di educazione ambientale
"Laguna di Nora" E' dedicato all'ecosistema marino e lagunare
Museo archeologico comunale
"Patroni"
Vi sono esposte ceramiche puniche, romane, anfore fenicie; due
importanti vasi in pasta vitrea; vasellame da mensa, corredi funerari e
votivi
MUSEI, CENTRI
CULTURALI,
MOSTRE E
GALLERIE
Museo Norace Comprende una ricca collezione numismatica e una mineralogica di
campioni rinvenuti nelle cave e nelle miniere della Sardegna
BIBLIOTECHE E
ARCHIVI Biblioteca Comunale
Festival "La Notte dei poeti" (Teatro
di Sardegna e CEDAC)
Luglio, si svolge dal 1983 nel suggestivo teatro dell'antica cittadina di
Nora
Sagra di Sant'Efisio
Maggio. La manifestazione si lega al voto pronunciato dalla città di
Cagliari per ringraziare il Santo che aveva liberato la Sardegna dalla
pestilenza
Festa di San Giovanni Battista Mese di giugno
Rassegna dell'artigianato sardo Mese di luglio
SAGRE,
TRADIZIONE
SACRA E FESTIVAL
Festa de L'Assunta Mese di agosto. Processione a mare
Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
Provincia di Cagliari – Assessorato all’Ambiente e Difesa del Territorio Ufficio Protezione Fauna Selvatica e Caccia
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Santadi
Pani Loriga Domus de janas, fortezza nuragica, insediamento punico-fenicio
"Su Benatzu", "Forresu",
"Pantaleo", "San Paolo", "Monte
Miana"
Tempio ipogeico. Cavità abitate in epoca neolitica
Nuraghi Diana e Sanna Presenza di menhirs aniconici e protoantropomorfi, con cavità
emisferiche
"Su Fossu Tundu" Miniera Nuragica
"Nuraxi Senzu" Monumento nuragico a torre
Barrancu Mannu Tomba dei giganti di epoca nuragica
Is Canis Sito minerario
Monta Cerbus Sito minerario
Su Benatzu Sito minerario
San Pantaleo Sito minerario
BENI
ARCHITTETONICI E
ARCHEOLOGICI
Barrua de Susu, Su Benatzu, Is
Cattas, Barrancu, Terresoli Diffusa localizzazione di "medaus"
Parco "Su Cuccumeo" (San
Pantaleo) AREE
MONUMENTALI E
PARCHI Grotte di "Is Zuddas" Famosissimme per le grandi formazioni stalagmitiche e stalattitiche,
hanno una notevole estensione e sono formate da numerose sale
Civico Museo Archeologico
All'interno sono esposte inedite e preziose testimonianze dei primi
insediamenti umani e degli specifici sviluppi della civiltà protosarda dal
VI al I millennio avanti Cristo
MUSEI, CENTRI
CULTURALI,
MOSTRE E
GALLERIE Museo etnografico e archeologico
"Sa Domu Antiga"
Casa museo allestita in una caratteristica abitazione del primo
Novecento tpica della tradizione contadina
BIBLIOTECHE E
ARCHIVI Biblioteca Comunale
Matrimonio Mauritano e Settimana
Culturale Santadese
Nel mese di agosto si celebra la cerimonia di nozze secono la
tradizionale cultura agropastorale. Il rito è seguito dall'offerta
propiziatoria volta ad assicurare prosperità alla nuova coppia
"Incontro con la natura" Mese di maggio. Passeggiata ecologica di grande impatto naturalistico-
ambientale
Festa di San Giovanni Bosco Mese di agosto
SAGRE,
TRADIZIONE
SACRA E FESTIVAL
Festa di San Nicola di Bari Mese di settembre
Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
Provincia di Cagliari – Assessorato all’Ambiente e Difesa del Territorio Ufficio Protezione Fauna Selvatica e Caccia
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Sarroch Complesso costituito dalla Villa
d'Orri con pertinenze, parco e
dipendenze
In passato eletta a dimora estiva della casa Savoia
Nuraghe "Antigori"
Il complesso si compone di numerose capanne circolari e torri
nuragiche circondate da poderose mura, di cui restano poderose mura,
di cui restano alcuni tratti, costruite con blocchi di pietra di grosse
dimensioni che si appoggiano direttamente sulle asperità rocciose
naturali. Datarli ai secoli dal XXI XIII a.C. Oltre alla ceramica nuragica è
stata rinvenuta anche ceramica micenea, proveniente dall'Argolide, da
Creta, e da Cipro, che ha messo in rilievo gli scambi esistenti fra
Sardegna e Vicino Oriente
Nuraghe "Sa Domu 'e S'Orku"
Di tipo arcaico ed è composto da due torri collegate fra loro da un
cortile interno al quale si accede dall'ingresso principale. Anche qui
furono rinvenuti frammenti di ceramica micenea, il che testimonia come
nel Tardo Bronzo la zona fosse interessata da scambi con l'Egeo e il
Mediterraneo orientale
Tomba dei Giganti del II millenno
a.C.
BENI
ARCHITTETONICI E
ARCHEOLOGICI
Resti archeologici di tomba
megalitica "Su Nuraxeddu"
BIBLIOTECHE E
ARCHIVI Biblioteca Comunale "Mondo Libro"
Sagra di Sant'Efisio
Maggio. La manifestazione si lega al voto pronunciato dalla città di
Cagliari per ringraziare il Santo che aveva liberato la Sardegna dalla
pestilenza
Mostra dell'artigianato sardo Mese di luglio
Sagra del pesce Mese di agosto. Degustazioni di pesce
Sagra dei dolci di sapa Mese di agosto Dimostrazione della preparazione e degustazione del
"Pane di sapa" e di altri dolci di sapa
SAGRE,
TRADIZIONE
SACRA E FESTIVAL
Festa di Santa Vittoria Mese di settembre
Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
Provincia di Cagliari – Assessorato all’Ambiente e Difesa del Territorio Ufficio Protezione Fauna Selvatica e Caccia
- 175 -
Siliqua
Monte Oru, Monti de S'Arcu, Monte
Miali, Domu de Is Perdas Resti nuragici
San Pietro di Siliqua, Medau
Casteddu, S. Luxia, S. Sida, S.
Jaccu e S. Margherita
Insediamenti di epoca punico-fenicia e romana
Castello di Acquafredda Costruito dai pisani nel XII secolo in stile romanico. Appartenne alla
famiglia pisana dei Donoratico della Gherardesca
Arcedda, Sebatzus, Frongia, Saruis
e Stiarro Insediamenti di epoca medioevale
Rocca sa Pibera Sito minerario
Sa Rocca Sito minerario
M. de Sinibiris Sito minerario
Chiesa di San Giorgio Chiesa parrocchiale il cui impianto primitivo risale al XIII
secolo
Chiesa di San Pietro Costruita su resti romani
BENI
ARCHITTETONICI E
ARCHEOLOGICI
Chiesa di Sant'Antonio Edificio tardogotico
BIBLIOTECHE E
ARCHIVI Biblioteca Comunale
Festa di San Giorgio Mese di aprile
Festa di San Giacomo Mese di maggio
Estemporanea nazionale di pittura Mese di maggio
"Biomediterranea" Mese di maggio. Rassegna di prodotti agro-alimentari biologici
San Giuseppe Calasanzio Mese di agosto
SAGRE,
TRADIZIONE
SACRA E FESTIVAL
Festa di Santa Margherita Mese di settembre
Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
Provincia di Cagliari – Assessorato all’Ambiente e Difesa del Territorio Ufficio Protezione Fauna Selvatica e Caccia
- 176 -
Teulada "Mondia" Tomba dei Giganti
"Tuarredda Malfatano" Nuraghe
Isola di Campionna Nuraghe
"Ladu Arrubiu" Nuraghe
"Crabili" Nuraghe
"Punta su Putzu" Nuraghe
"De Frois" Nuraghe
"Punta Acuzza" Nuraghe
"Giara" Nuraghe
"Monte S'Ira" Nuraghe
"Monte Cogottis" Nuraghe
"Su Pizzu Arrubiu" Nuraghe
"Sa Patera" Nuraghe
"Serra Andria Santus" Nuraghe
"Campu e Pira" Nuraghe
"Perdu Sarigu" Nuraghe
"Pia" Nuraghe
"Albai I" e "Albai II" Nuraghe
"Sant'Isidoro" Nuraghe
"Monte Idu" Nuraghe
"Giovanni Matta" Nuraghe
"De Sa Canna" Nuraghe
"De S'Ardori" Nuraghe
"Domenico" Nuraghe
"Millanu" Nuraghe
"M. Lapera" Nuraghe
"Monte Perdaia" Nuraghe
"Orbais" Nuraghe
"Su Zippiri" Nuraghe
"Sisinni Acca" Nuraghe
"De Mesu" Nuraghe
"Mondia" Nuraghe
"Malfatano" Nuraghe
"Monte Is Crabus" Nuraghe
"Punta Sa Ruxi" Nuraghe
"Monte Idu II" Nuraghe
"Giu Giuanneddu" Nuraghe
Sant'Isidoro Insediamento punico-romano, chiesetta e torre
"Monte Modditzi" Insediamento nuragico e romano
"Sa Cresiedda" Insediamento punico-romano
Isola di Tuerredda Ruderi di età punico-romana
Porto Tramatzu Necropoli di epoca romana
Peschiera di Malfatano Ruderi di Villa Romana
"Schiena del Siciliano" Ruderi di Villa Romana
San Lorenzo Villa romana
Monte Jacu Villa romana
BENI
ARCHITTETONICI E
ARCHEOLOGICI
Isola Rossa Muraglia nuragica e ruderi di villa romana
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P.to Scudo Torre
P.to Budello Torre
Malfatano Torre
Monte Lapanu Sito minerario
Loc. Is Carillus, Genniomius,
Mesoni e Susu, Ledda, Mesoni ‘e
Monti, Su Fonnesu, Perdariola, Su
de Is Seis, Gutturu Saidu, Giacu, Is
Pinnas, Paderi, Frau
Diffusa localizzazione di "furriadroxius"
"Sant'Isidoro" Area archeologica
Museo Storico Artistico
Documentario della Parrocchia
Vergine del Carmine
Il museo custodisce ed espone al pubblico documenti dell'archivio
storico, oggetti di culto, ex voto donati alla Parrocchia, paramenti,
simulacri ed opere pittoriche
MUSEI, CENTRI
CULTURALI,
MOSTRE E
GALLERIE Museo Civico
Accoglie 200 manufatti in ossidiana e pietre varie. Sono conservate al
suo interno le opere prodotte nel corso delle ultime edizioni
dell'Incontro Internazionale di Scultura su Pietra
BIBLIOTECHE E
ARCHIVI
Biblioteca Comunale "Grazia
Deledda"
Simposio Internazionale di Scultura
su Pietra
Ogni anno nella prima quindicina di settembre il comune ospita
numerosi scultori di diverse nazionalità le cui opere rimangono in
mostra permanente per le vie del paese
Festa Primaverile di Sant'Isidoro Mese di aprile-maggio. Festa campestre con processione solenne e
manifestazioni folcloristiche
Sagra del Pescatore-Madonna del
Carmine
fine luglio - inizi di agosto; l'evento principale è il trasferimento della
statua della Madonna del paese a Porto Budello fino a Porto Teulada
seguita da un corteo di barche e degustazione di pesce
Festa di Sant'Isidoro - Fiera e
mostra dell'artigianata teuladino -
Festa de "Su Sonatori"
Mese di agosto. Festa estiva del Santo agricoltore. Mostra mercato
dell'artigianato teuladino con dimostrazione pratica di arti e mestieri.
Rassegna di strumenti musicali e canti tipici della tradizione sarda
SAGRE,
TRADIZIONE
SACRA E FESTIVAL
Sagra dell'allevatore Mese di agosto. Degustazione di carni locali
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Uta "Su Nui de su Pilloni" Complesso nuragico
"Mitza Pedentina, Monte Arrexi" Complesso nuragico
"Su Mulinu" Nuraghe
"Cussorgia, Serra Taccori" Nuraghe
"Bruncu Perdosu" Nuraghe
"Medau de Coccu" Nuraghe
"Mitza de S'Acqua Bella" Nuraghe
"S'Inzidu" Nuraghe
Chiesa di Santa Maria Magramisci Chiesa romanica costruita nella seconda metà del secolo XII su un
precedente edificio di culto
San Nicola Area sacra
"Su Pranu de Porceddu" Terme
"Is Arridelis" Insediamento
"S'Appassiu" Insediamento
"Scala sa Perda" Insediamento
"Perdu Melis" Necropoli
San Sebastiano Chiesa
Santa Maria Chiesa romanica
Santa Giusta Chiesa gotico-catalana
Sant'Ambrogio Chiesa
San Leone Chiesa
BENI
ARCHITTETONICI E
ARCHEOLOGICI
Santa Lucia Chiesa
Sant'Isidoro Mese di maggio
Festa di Santa Giusta Mese di maggio. Festa patronale
Santa Lucia Mese di agosto
SAGRE,
TRADIZIONE
SACRA E FESTIVAL Santa Maria Mese di agosto
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- 179 -
Villa San Pietro "Mereu" Nuraghe
Loc. Perda e ’Accuzzaui,
Cucumenu e San Filippo Tombe Megalitiche
Loc. Lilloni Tombe dei Giganti
Loc. Porcili Mannu Necropoli di epoca romana
Loc. Sa Sucraxia Necropoli di epoca romana
BENI
ARCHITTETONICI E
ARCHEOLOGICI
Chiesa di San Pietro Apostolo
Eretta nel XIII secolo, la chiesa sorge all'interno del centro abitato cui
diede nome e di cui fu parrocchiale. Mononavata e con copertura lignea
è un pregevole esempio d'arte romanica giudicale
BIBLIOTECHE E
ARCHIVI Biblioteca Comunale
SAGRE,
TRADIZIONE
SACRA E FESTIVAL
San Pietro Mese di giugno
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Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
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CapitoloCapitoloCapitoloCapitolo 7 7 7 7
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Piano di Gestione area pSIC “Foresta di Monte Arcosu”
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7. GESTIONE ATTUALE DELL’AREA
Per quanto riguarda la gestione della area pSIC si possono individuare quattro macroaree:
- Area gestita dall’Ente Foreste comprendente la fascia sud orientale;
- Area gestita dal WWF nella zona nord est;
- Area, di proprietà della ditta Sanai s.r.l.;
- Area di proprietà privata di cui non è nota alcun tipo di gestione.
7.1 Ente Foreste
Il corpo storico denominato foresta di “Pula” che interseca il presente SIC è gestito
dall’amministrazione regionale, sin dalla prima metà del 1900. Gli altri corpi; Gutturu Mannu;
Pantaleo; Monte Nieddu; Tamara Tiriccu; sono stati acquisiti al demanio a partire dal 1980.
Quest’area è stata popolata sin da epoca preistorica ed è ricca di siti archeologici che ne
testimoniano tale presenza, è stata altresì oggetto di sfruttamento nel corso dei secoli da parte
delle popolazioni locali per ricavarne principalmente legna da ardere per usi domestici e condurre il
bestiame al pascolo brado. A partire dalla seconda metà del sec. XIX l’area è stata sottoposta ad
un intenso sfruttamento della risorsa boschiva principalmente carbone e legna da ardere. Merita in
tal senso di essere menzionata la fabbrica di distillazione del legno realizzata dalla società
francese de Hautes Foreneaux di Leone Gouin nella Foresta di Pantaleo nei primi anni del XX sec.
La società possedeva oltre la Foresta di Pantaleo, il complesso boscato di Gutturu Mannu, in agro
di Capoterra e di Assemini, per un totale di circa 10.000 ettari. I soprassuoli forestali furono
utilizzati dalla società Francese a partire dal 1874-75 solo per produrre carbone. Con la
realizzazione tra il 1912 e il 1915, degli impianti per la distillazione del legno in località Pantaleo
oltre al carbone vennero prodotti catrame, acetone, acido acetico ed alcol metilico particolarmente
richiesti dall’industria francese per le necessità belliche legate al primo conflitto mondiale.
Analoga vicissitudine subì il territorio in agro di Pula, Villa S. Pietro e Domus de Maria, ricadente
nelle Foreste di Is Cannoneris-Pixinamanna nella parte Sud del SIC, questi territori infatti subirono
un’intensa attività antropica a partire dalla seconda metà dell’ottocento, in particolare con
l’abolizione degli ademprivi in Sardegna, i quali determinarono prima l’assegnazione del
compendio alla Compagnia Reale delle Ferrovie Sarde nel 1864 e poi la vendita nel 1881
all’imprenditore boschivo Giuseppe Tonietti. Questi utilizzò tutto il soprassuolo della foresta di Pula
a taglio raso senza riserve, per ricavarne legna, carbone e scorza da tannino, realizzando
un’apposita strada ferrata a scartamento ridotto, che dal centro aziendale in località Dispensa
Tonietti, trasportava i prodotti boschivi sino al mare e da qui in gran parte verso la Francia. Il
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Tonietti esaurito il taglio nel 1887 vendette la proprietà ad un privato di Pula che la utilizzò come
pascolo.
Quest’ultimo nel 1903 si rifiutò di eseguire in proprio le opere studiate per la sistemazione del
bacino del Rio di Pula e il fondo tornò per devoluzione allo stato nel 1905, che intraprese le prime
opere sistematorie.
“All’atto dei primi lavori, la tenuta era popolata di lentisco, fillirea sp. e corbezzolo con poche
ceppaie di leccio, danneggiate dagli incendi e dal pascolo” .
Il territorio in esame presenta oggi una serie di realtà eterogenee, con comuni costieri dove il
settore turistico occupa una porzione rilevante della loro economia (Pula, Capoterra, Villa S.Pietro,
Domus de Maria) e territori dove le principali attività sono di tipo agricolo pastorale (Santadi, Nuxis,
Narcao). La vicinanza con il capoluogo regionale determina un consistente flusso turistico di tipo
stagionale verso le foreste dell’area.
L’Ente Foreste cura i cantieri forestali che ricoprono una superficie totale in area SIC di ha
14.757 localizzati nella parte est dell’area, essi sono così suddivisi:
Cantiere
Is Cannoneris
Pantaleo
Tamara Tiriccu
Bau Pressiu ex
SAF
GutturuMannu
Monte Nieddu
Comuni
Comuni di Pula, Villa S. Pietro, Domus de Maria
Comuni di Santadi, Nuxis
Comune di Nuxis
Comune di Siliqua
Comuni di Assemini, Capoterra
Comuni di Capoterra, Villa S.Pietro, Sarroch
Superficie dem.le
ha 3. 827
ha 4.231
ha 1.460
ha 216
ha 4.748
ha 2.452
Sup.cie in area SIC
ha 3.333
ha 4.194
ha 1.348
ha 216
ha 4.350
ha 1.316
Totali ha 16.934 14.757
I lavori forestali e di ripristino della vegetazione spontanea vengono attuati attraverso
interventi atti a migliorare l’efficienza multifunzionale del bosco (funzioni protettive,
paesaggistiche, ambientali e turistico ricreative) nonché con attività di prevenzione e lotta contro
gli incendi boschivi. Considerato che la formazione forestale più diffusa nell’area è costituita da
cedui a prevalenza di leccio originatisi a seguito delle attività di taglio proseguite fino alla prima
metà del secolo scorso, l’attività selvicolturale odierna è in gran parte finalizzata alla loro
conversione in fustaia mediante una serie di tagli denominati “tagli di avviamento all’alto fusto” con
l’obiettivo di migliorare l’efficienza multifunzionale del bosco nonché i processi di ricostituzione
boschiva in termini di biomassa e di complessità strutturale. Altri lavori svolti riguardano il ripristino
della viabilità, delle infrastrutture di servizio e della sentieristica e aree sosta. Le principali attività
volte alla valorizzazione e fruizione del patrimonio ambientale nei territori in gestione che sono stati
svolti nell’ultimo decennio in area sic dall’Ente Foreste e che si prevede vengano realizzati nel
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prossimo futuro, sono di seguito descritti, questi sono coerenti alle linee di indirizzo previste dal
P.F.A.R.
7.1.1 Gestione e valorizzazione del patrimonio bosc hivo
Nei sistemi forestali degradati ove l’attesa non abbia portato ad una naturale ricostituzione
della copertura del suolo e dove l’azione di degrado sia tale da richiedere un intervento immediato,
al fine di contrastare il rischio idraulico, si è intervenuti mediante rimboschimenti con lavorazione a
strisce, lungo le curve di livello, con rilascio tra le strisce della vegetazione spontanea, seguita da
piantagione di postime ecologicamente idoneo alla stazione, nei primi anni successivi all’impianto
sono state risarcite le fallanze ed eseguite le cure colturali ;
Nei soprassuoli cedui a dominanza di leccio e corbezzolo, più o meno matricinati si è
intervenuti con diradamenti selettivi delle ceppaie ed il rilascio delle migliori matricine al fine di
avviare detti soprassuoli in fustaia;
nelle formazioni artificiali con prevalenza di conifere, si è intervenuti con diradamenti al fine
di ridurre l’eccessiva densità e favorire l’evoluzione naturale del sottobosco a macchia, insediatosi
grazie all’azione di protezione della conifera o, della latifoglia consociata;
nelle formazioni miste con dominanza di sughera gli interventi colturali realizzati sono stati
quelli di ridurre la concorrenza da parte delle specie sciafile, sostituire o rinvigorire le sughere
deperienti mediante tramarratura delle stesse, eseguire gli opportuni tagli fitosanitari al fine di
ridurre il potenziale di inoculo da parte degli agenti del deperimento delle querce.
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Interventi integrati di gestione forestale ed utili zzo faunistico
In aree aperte, prive di vegetazione forestale, sono stati eseguiti degli erbai autunno-
vernini, finalizzati all’alimentazione integrativa degli ungulati allevati in recinti faunistici, la cui
funzione di questi ultimi è attualmente prevalentemente didattica. Alcune fasce parafuoco sono
state inerbite con la stessa tecnica, al fine di produrre alimento per la fauna in natura e ridurre
l’erosione superficiale.
Interventi di gestione ordinaria degli ungulati e p iccola selvaggina
La gestione della fauna in natura è attuata mediante sorveglianza e i periodici censimenti in
particolare quelli del cervo sardo, “al bramito” da postazioni fisse. Vengono effettuati inoltre
periodici controlli sanitari agli ungulati e recupero della fauna selvatica in difficoltà. Si svolge altresì
l’allevamento della lepre sarda e l’attività di apicoltura.
7.1.2 Tutela e salvaguardia del patrimonio forestal e - prevenzione e lotta A.I.B.
L’attività di prevenzione viene svolta mediane la ripulitura delle fasce parafuoco, sia
manualmente mediante sfalcio ed abbruciamento della vegetazione, che meccanicamente con
mezzi meccanici. Durante il periodo di rischio incendi vengono inoltre dislocate nel territorio delle
postazioni di vedetta, dotate di cartografia e radio ricetrasmittente al fine di segnalare eventuali
incendi.
L’attività di lotta attiva avviene mediante la dislocazione sul territorio, di squadre di lotta e
mezzi AIB, di concerto con il C.F.V.A. regionale.
L’attività cantieristica si svolge inoltre mediante manutenzioni alle infrastrutture, alla viabilità
forestale, alle sorgenti, ed alle opere AIB, la realizzazione e manutenzione della sentieristica,
cartellonistica, piste per mountain bike, aree sosta visitatori, percorsi didattici, aree pic-nic, ecc.
L’Ente Foreste svolge inoltre attività di supporto alle visite in foresta, prevalentemente
scolastiche o di associazioni di volontariato, mediante “guida” nelle escursioni e nei recinti
faunistici.
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7.2 Oasi Wwf Monte Arcosu
7.2.1 Cenni storici
Il comprensorio di Monte Arcosu-Monte Lattias attualmente gestito dal WWF si estende per
una superficie di Ha 3600.
Esso è stato per lungo tempo una riserva di caccia di proprietà privata, nella quale era
presente la popolazione di cervi più consistente dell’area del Sulcis. A seguito dell'abolizione della
Riserva di caccia il numero dei cervi diminuì drasticamente a causa del forte aumento del prelievo
illegale, che proseguì nonostante l’istituzione su una parte del territorio dell’oasi permante di
protezione faunistica e cattura “Gutturu Mannu”.
L’istituzione di quest’ultima non migliorò la situazione in quanto non venne supportata da
una efficiente attività di vigilanza in grado di limitare il fenomeno della caccia di frodo.
Nel 1984 il W.W.F. deliberò l'acquisto dei 3000 Ha dell’area. L'acquisizione di quest’area
avvenne grazie alla partecipazione dei Soci W.W.F., di semplici cittadini, e della C.E.E. e
all’adesione di migliaia di bambini ai Panda Club che contribuirono finanziariamente all’operazione.
Ai 3000 Ha originari si è aggiunta una parte situata sulle pendici del Monte Lattias di estensione
pari a 600 Ha acquisita nel 1995 grazie al contributo della Campagna Foreste del W.W.F.
Le attività iniziali della gestione prevedevano la custodia, l’approvvigionamento idrico ed
energetico, il ripristino di caseggiati, il rifacimento di recinzioni, ed interventi a tutela del cervo. Il
controllo quotidiano dell'area ha limitato drasticamente i fenomeni di bracconaggio (sono stati
rimossi migliaia di cavi d'acciaio per la cattura di cervi e cinghiali).
7.2.2 Gestione della riserva WWF
La gestione attuale dell’area è resa possibile anche grazie ad una convenzione di durata
decennale stipulata il 23 maggio del 1997 (n° 2040) tra il Settore Ambiente della Provincia di
Cagliari e l’Associazione italiana del WWF.
Il WWF svolge una serie di attività connesse alla protezione e alla gestione dell’oasi “Monte
Arcosu”, le attività di vigilanza si svolgono con ricognizioni del territorio con particolare attenzione
nelle località della valle di Gutturu Mannu, Sa Canna, Paddera, Is Castangias dove l’attività del
bracconaggio è più radicata e in generale presso tutto il perimetro della riserva, contestualmente si
effettua la rimozione delle trappole illegale per la cattura della selvaggina.
Gli operatori del WWF in collaborazione con il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale
curano anche il recupero della fauna selvatica ferita che viene ricoverata al Centro di recupero
della Fauna selvatica di Monastir gestito dall’ Ente Foreste della Sardegna.
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Il WWF cura la manutenzione ordinaria delle strutture ricettive e degli impianti presenti
all’interno dell’oasi, cura, inoltre, la manutenzione della viabilità interna con interventi di rifacimento
del fondo stradale e apposizione di segnaletica.
Gli operatori si occupano anche del ripristino e della manutenzione dei sentieri naturalistici
esistenti.
L’associazione si occupa anche della gestione agroforestale del territorio con la
realizzazione di radure e coltivazione di erbai per l’alimentazione della fauna oltre alla cura del
bosco con diradamenti e pulizia del sottobosco e l’individuazione di sorgenti ed creazione di
abbeveratoi.
Vengono svolte anche attività di tipo scientifico come i censimenti delle popolazioni di cervo
sardo presenti all’interno dell’oasi. All’interno dell’oasi è presente una foresteria che offre servizio
di pernottamento e ristorazione, vi è anche la possibilità di usufruire del servizio di guida
naturalistica per le visite ed escursioni sul posto, questi servizi sono offerti previa prenotazione
7.2.3 Gestione forestale
L’intera area della Riserva WWF di Monte Arcosu presenta una omogeneità di
caratteristiche ambientali. L’attuale situazione forestale è il risultato di pregresse azioni non
regolamentate, come tagli per il legnatico, pascolamento e incendi.
Le formazioni forestali ed arbustive si presentano essenzialmente con stadi transitori del climax
vegetale e soltanto in poche aree si trovano stadi maturi della successione.
La macchia mediterranea, caratterizzata da specie sempreverdi sclerofille e malacofille costituisce
l’aspetto più diffuso della vegetazione a basse altitudini.
La gestione forestale nella Riserva è essenzialmente di tipo naturalistico.
Di seguito vengono sinteticamente elencati gli ambienti vegetali del territorio e la tipologia di
gestione prevista per ognuno.
Gli interventi proposti sono rivolti al miglioramento della struttura dei soprassuoli (con particolare
riferimento ai cedui composti) e, allo stesso tempo, alla realizzazione di radure finalizzate ad un
aumento delle disponibilità pabulari per il cervo sardo.
Gli interventi vengno eseguiti solo in aree con pendenza non superiore al 25% per evitare l’innesco
di processi di erosione del suolo.
Le tipologie vegetazionali presenti sono illustrate di seguito con le relative modalità di gestione:
Bosco naturale monospecifico di Leccio
È costituito prevalentemente da fustaie transitorie derivanti da cedui invecchiati di leccio.
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In tali aree si interviene con tagli selettivi, secondo criteri di diradamento dal basso, per eliminare
gli esemplari di leccio sofferenti e soprannumerari. Particolare attenzione è data alla presenza di
piante di acero e agrifoglio che devono essere salvaguardate ed avvantaggiate dall’intervento.
Localmente in aree idonee si prevede la realizzazione di piccole radure finalizzate all’evoluzione di
praterie naturali per l’alimentazione del cervo.
Foresta mista di sclerofille sempreverdi
Si tratta di formazioni vegetali molto variabili sotto l’aspetto fisionomico e vegetazionale
Comprende sia macchia di origine secondaria (di degradazione della lecceta) sia macchia di tipo
primario fortemente condizionata dai fattori pedoclimatici (es. ginepreti) in queste aree si
prevedono interventi localizzati rivolti perlopiù alle cenosi preforestali in particolare laddove la
presenza del leccio è particolarmente evidente. gli interventi sono realizzati mediante tagli saltuari
che favoriscano l’evoluzione della foresta mista di sclerofille verso la foresta a prevalenza di leccio
in particolare si intende orientare l’evoluzione verso il ceduo composto con un elevato numero di
matricine in modo tale che possa ospitare i silvidi ed altre specie della fauna migratoria.
Macchia bassa e garighe
Nella maggior parte dei casi si osservano cenosi di degradazione dei boschi e delle
macchie più evolute. La composizione floristica è molto variabile in funzioni delle condizioni
stazionali e della foresta originaria da cui derivano. Si tratta di formazioni con prevalenza di xerofite
aventi per lo più foglie di piccole dimensioni e revolute come il cisto, lo sparzio villoso, il ginepro
rosso (sporadico), l’euforbia arborea e l’erica arborea. Nei settori con forti limitazioni per
rocciosità, pendenza, e scarsa profondità del suolo, sono individuabili macchie e garighe
caratterizzate dalla presenza di essenze endemiche ed aromatiche (lavanda , ginestra corsica
etc.).
In queste aree non si prevede alcun intervento nel breve periodo, salvo poi adottare criteri
gestionali analoghi a quanto detto sopra nel momento in cui si riscontreranno le idonee condizioni
di evoluzione del soprassuolo.
Vegetazione ripariale
Trattandosi di ambienti vegetali di notevole interesse naturalistico e di scarsa valenza
selvicolturale in tali aree non si prevede alcun tipo di intervento.
Si sottolinea che tutti i corsi d’acqua sono a carattere torrentizio con portate notevoli durante il
periodo autunno-invernale e parzialmente asciutti d’estate; tra questi è di particolare interesse il
Rio Camboni che, come detto ospita l’endemica Trota sarda (Salmo (trutta) macrostigma).
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Interventi di gestione eseguiti
Gli interventi riguardano la macchia foresta mista di sclerofille sempreverdi e sono stati
effettuati con i seguenti accorgimenti:
• l’allungamento del turno di ceduazione fino a 30-35 anni;
• il rilascio di un contingente di matricine più elevato (numero di matricine intorno a 200-
250 per ettaro);
• il mantenimento di un numero di 30-40 individui vetusti per ettaro;
• l’avviamento ad alto fusto dei lembi meritevoli che tendono alla chiusura della copertura
vegetale allo scopo di ripristinare la lecceta e il taglio selettivo con criteri di diradamento
dal basso per eliminare gli esemplari sofferenti di leccio e di quelli soprannumerari.
• tagli a buca in modo che i cervi ritrovino in questo ambiente il loro habitat naturale e che
nelle piccole radure così create, abbiano una maggiore disponibilità di cibo.
Altri interventi hanno interessato l’ampia radura de Su Bacinu a Perdu Melis. La radura è
stata ripulita dalla macchia bassa che la soffocava e coltivata con essenze foraggere
adeguate all’alimentazione degli ungulati. Una parte del campo coltivato è stato recintato e
irrigato per poter fornire erba fresca anche nel periodo estivo agli animali.
Localizzazione interventi
località su Bacinu, Perdu Melis apertura radura, anno 1987, sup. 2 ettari, macchia bassa. Punto (1)
in cartografia
• P. Melis,1989 – 1997, sup. 5 ettari, macchia foresta (2)
• località is Fundus e Gennastrinta, anni 1996-98 , superficie 5 ettari , macchia foresta con
lembo di lecceto (3)
• località su Pirastu- Suergiu, anno 2002 – 2004, sup.15 ettari, macchia foresta (4)
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Figura 2 Gestione Forestale Riserva WWF Monte Arcosu.
7.2.4 Gestione Attività di fruizione.
Nel territorio della Riserva sono presenti diverse strutture esse sono state ristrutturate e sono
disponibili per l’utilizzo esse sono:
- Case Perdu Melis (B1a)
- Case sa Canna (B1b)
- Case Baracca Sassa (B1c).
Case Perdu Melis (B1a)
È il primo centro, realizzato dal WWF, si trova nel cuore dell’Oasi, in località Perdu Melis nell’alta
valle del Guttureddu. È costituito da 5 piccoli bivani atti a ospitare villeggianti, escursionisti e
ricercatori. Annesso a questo vi è una grande sala che verrà adibita a punto ristoro.
A duecento metri si trova un’altro edificio, composto da 5 locali utilizzabili come alloggio per i
visitatori.
Le strutture sono servite da impianto per acqua potabile, depuratore per i reflui e impianto elettrico
alimentato da piccole centrali fotovoltaiche.