Schillebeeckx, Il teologo che è morto due volte

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Schillebeeckx, il teologo che è morto due volte Con Edward Schillebeeckx, morto a 95 anni alla vigiliia di Natale, è scomparso un teologo che negli anni ruggenti del Concilio Vaticano II e del dopoconcilio aveva dominato la scena della teologia militante in uno dei suoi luoghi chiave, l’Olanda. Un interessante profilo critico di Schillebeeckx l’ha scritto su “L’Osservatore Romano” del 29 dicembre Franco Giulio Brambilla, vescovo ausiliare di Milano ma lui stesso teologo e preside della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale. In questa nota – riprodotta qui di seguito – Brambilla spiega tra l’altro perché su Schillebeeckx l’oblio sia sceso già parecchi anni fa, di pari passo con la caduta delle “grandi narrazioni” ideologiche del Novecento, alle quali sia lui sia gran parte della Chiesa d’Olanda si erano troppo avventurosamente affidati. * Una teologia tramontata con il “secolo breve” di Franco Giulio Brambilla Edward Schillebeeckx, il teologo olandese del Concilio e postconcilio, ci ha lasciato alla vigilia di Natale. Chi si sofferma a considerare le date della sua biografia umana e intellettuale resta colpito da una circostanza significativa. Il teologo domenicano nasce nel 1914, alla vigilia del primo conflitto mondiale, e scrive la sua ultima opera, “Umanità, la storia di Dio”, nel 1989. Dopo quell’anno la sua fatica conosce un lungo periodo di silenzio. Fino alla sua dipartita dal mondo. La sua parabola intellettuale si colloca dunque tra le due date che delimitano quello che è stato definito il “secolo breve”. Il giovane teologo nasce ad Antwerpen. Dopo la scuola primaria a Kortenberg, un paesino tra Bruxelles e Leuven, compie gli studi umanistici a Turnhout dai gesuiti. La vocazione religiosa lo indirizza però dai domenicani per l’ispirazione tomista che proponeva un’armonia tra religioso e umano-mondano, nel noviziato in Gent dove si insegnava filosofia con grande attenzione per la teologia. La sua formazione teologica avviene a Lovanio tra le due guerre mondiali, tra fermenti di novità sul fronte culturale e timidi accenni di apertura nella Chiesa. Questi momenti di sotterranea ricerca che fanno capo alla fenomenologia, all’esistenzialismo e al personalismo trovano sbocco nel confronto appassionato della cultura francese con l’engagement nel mondo, facendo da sfondo ideologico ai nuovi movimenti democratici dell’immediato dopoguerra. La specializzazione a Parigi (1945) influenzerà profondamente la sua mentalità teologica. L’inizio dell’insegnamento allo Studio teologico domenicano a Lovanio (1946-1956) è solo un momento di

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Da Sandro Magister - Settimo Cielo - Blog - L’EspressoProssimamente...

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  • Schillebeeckx, il teologo che morto due volteCon Edward Schillebeeckx, morto a 95 anni alla vigiliia di Natale, scomparso un teologo che neglianni ruggenti del Concilio Vaticano II e del dopoconcilio aveva dominato la scena della teologiamilitante in uno dei suoi luoghi chiave, lOlanda.

    Un interessante profilo critico di Schillebeeckx lha scritto su LOsservatore Romano del 29 dicembreFranco Giulio Brambilla, vescovo ausiliare di Milano ma lui stesso teologo e preside della Facoltteologica dellItalia settentrionale.

    In questa nota riprodotta qui di seguito Brambilla spiega tra laltro perch su Schillebeeckx lobliosia sceso gi parecchi anni fa, di pari passo con la caduta delle grandi narrazioni ideologiche delNovecento, alle quali sia lui sia gran parte della Chiesa dOlanda si erano troppo avventurosamenteaffidati.

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    Una teologia tramontata con il secolo breve

    di Franco Giulio Brambilla

    Edward Schillebeeckx, il teologo olandese del Concilio e postconcilio, ci ha lasciato alla vigilia diNatale. Chi si sofferma a considerare le date della sua biografia umana e intellettuale resta colpito dauna circostanza significativa. Il teologo domenicano nasce nel 1914, alla vigilia del primo conflittomondiale, e scrive la sua ultima opera, Umanit, la storia di Dio, nel 1989. Dopo quellanno la suafatica conosce un lungo periodo di silenzio. Fino alla sua dipartita dal mondo. La sua parabolaintellettuale si colloca dunque tra le due date che delimitano quello che stato definito il secolobreve.

    Il giovane teologo nasce ad Antwerpen. Dopo la scuola primaria a Kortenberg, un paesino tra Bruxellese Leuven, compie gli studi umanistici a Turnhout dai gesuiti. La vocazione religiosa lo indirizza perdai domenicani per lispirazione tomista che proponeva unarmonia tra religioso e umano-mondano,nel noviziato in Gent dove si insegnava filosofia con grande attenzione per la teologia.

    La sua formazione teologica avviene a Lovanio tra le due guerre mondiali, tra fermenti di novit sulfronte culturale e timidi accenni di apertura nella Chiesa. Questi momenti di sotterranea ricerca chefanno capo alla fenomenologia, allesistenzialismo e al personalismo trovano sbocco nel confrontoappassionato della cultura francese con lengagement nel mondo, facendo da sfondo ideologico ai nuovimovimenti democratici dellimmediato dopoguerra.

    La specializzazione a Parigi (1945) influenzer profondamente la sua mentalit teologica. Liniziodellinsegnamento allo Studio teologico domenicano a Lovanio (1946-1956) solo un momento di

  • apprendistato di una prospettiva teologica che far di Schillebeeckx un teologo molto ascoltato e ancorpi letto, per la sua maggiore accessibilit rispetto alla tormentata lingua di Rahner. Inoltre, il docentedomenicano poteva vantare unapprofondita conoscenza della scolastica, in particolare di sanTommaso, non solo per tradizione, ma per la lettura geniale che aveva coltivato durante il suodottorato di ricerca presso lo studio teologico di Le Saulchoir, nella scia di Chenu. Una lettura checercava intensamente di coniugare senso storico e intento teorico o, come si diceva allora, teologiapositiva e teologia speculativa. La rivisitazione della tradizione si presentava non solo provocata, comenei francesi, da un ricupero delle fonti con il programma di ressourcement, ma motivata da un trattospeculativo pi forte, radicato nella fenomenologia ontologica del maestro Dominicus Maria de Petter.Egli cercher di accreditarlo come lomologo di Joseph Marchal, a sua volta ispiratore della svoltaantropologica di Karl Rahner.

    Lopera di Schillebeeckx trov ascolto presso lepiscopato olandese per labilit delle formule della suaproduzione teologica prima del Concilio e durante la stessa assise vaticana. In questo periodo fece studiapprofonditi sulla tematica sacramentaria, confluiti nella dissertazione De sacramenteleheilseconomie e nel fortunato testo Cristo, sacramento dellincontro con Dio (1959).

    Nel 1957 luniversit di Nimega lo chiama allinsegnamento di teologia dogmatica, nel momento ditrapasso della Chiesa olandese. Nel crogiolo incandescente dellOlanda del postconcilio, Schillebeeckxfu un testimone privilegiato del travaglio con cui la Chiesa cattolica voleva ricuperare la distanzaaccumulata rispetto al mondo moderno. Al di l del giudizio di merito circa il risultato, si trattava diuna distanza che sottoponeva la fede a unobiettiva insignificanza. Schillebeeckx ha accompagnato conla forza della riflessione e la competenza della ricca conoscenza della tradizione gli impulsi e leintemperanze di quel popolo, dove ognuno si sente homo theologicus, che non perde mai loccasionedi parlare della religione e della fede. Il teologo fiammingo si sentito prestato allOlanda cattolica e hainteso dare un contributo critico alle trasformazioni operatesi nella Chiesa olandese, divenuta capofiladi un avventuroso progressismo.

    Lapprodo in Olanda segna una svolta non solo nella vita, ma anche nella teologia del domenicano. Ilcambiamento ha un periodo di incubazione che risale ai primi anni del suo magistero a Nimega (1957-1966). Da quel momento la sua riflessione diventa una teologia militante. Il primo Schillebeeckxassume la veste di mediatore critico, dinanzi ai nuovi fermenti della Chiesa olandese, che fino a quelmomento aveva avuto tratti tradizionalisti.

    Tutto riceve unimprovvisa accelerazione con la preparazione immediata e la celebrazione del Concilio.Baster ricordare i suoi interventi degli anni Sessanta sulla cristologia, la presenza eucaristica e ilcelibato ecclesiastico, ma pi ancora il serrato dibattito con la stagione della secolarizzazione e dellacosiddetta teologia della morte di Dio. Sullo sfondo la sua teologia della Rivelazione, che forse hainfluito per la sua maggiore flessibilit pi di ogni altra sullelaborazione del Concilio.

    Solo con il viaggio in America del 1966-1967, il teologo domenicano, per sua esplicita ammissione, non

  • solo diviene linterlocutore delle nuove istanze culturali e sociali, ma si getta nellarena della battagliadel rinnovamento ecclesiale. a partire da queste circostanze che si parla di un secondoSchillebeeckx (1966-1989), sovresposto alle luci della ribalta e pi difficile da tratteggiare. Intorno aglianni Settanta Schillebeeckx sembra cavalcare un pi accentuato rinnovamento. Si pensi alla questionedella cristologia alla quale ha dedicato due voluminose opere che ha dato origine a un vero eproprio caso, su cui intervenuta ripetutamente la congregazione per la dottrina della fede. Masoprattutto si rammentino i suoi volumi degli anni Ottanta sul ministero ecclesiale, assai problematicisotto il profilo degli esiti pratico-pastorali, che hanno di nuovo richiesto lintervento della stessacongregazione.

    Infatti, il discusso saggio Ges, la storia di un vivente (1974), che resta il suo capolavoro, intendevaessere una risposta di alto profilo al pamphlet pubblicato con molto rumore in Germania nel 1972 daRudolf Augstein, direttore di Der Spiegel, cio alle obiezioni radicali mosse al centro stesso della fedecristiana da un editore molto potente. La sottovalutazione della risurrezione di Ges, come esperienzadi conversione, poneva per dubbi sulla sufficienza della sua ricostruzione storico-teologica.

    Il giudizio sullopera di Schillebeeckx e del secondo in particolare non pu essere formulato soloconfrontandosi con i singoli temi del dibattito teologico, ma risalendo alle fonti della sua teologia eallimpianto stesso della sua opera. Soprattutto non possibile stabilire una cesura di comodo traprimo e secondo periodo del suo lavoro teologico tale da occultare i motivi di continuit e lestrutture di pensiero ricorrenti della sua teologia.

    Se innegabile che la riflessione del teologo olandese accompagni con puntigliosa precisione iproblemi e i temi delleffervescente periodo postconciliare (lermeneutica, la teoria critica, ladimensione politica della fede, la cristologia e la soteriologia, i temi del ministero e della Chiesa, laquestione del pluralismo religioso), altrettanto non si pu nascondere limpressione che la fine dellegrandi ideologie sembri sottrarre forza propulsiva al suo pensiero. Cos appare un segno non piccoloche il crollo del muro di Berlino (1989) coincida con la data di pubblicazione dellultima sua operasignificativa. Nonostante che la pubblicistica si sia impegnata a lanciarla come una summa del suoitinerario teologico, essa appare piuttosto un canto del cigno, sia per forza di disegno che perprofondit delle questioni trattate.

    Pi interessante forse la presentazione dellopera di Schillebeeckx come parabola della teologia delNovecento. Essa sembra condividerne il destino: come il secolo sembra terminare anzitempo, cos sullasua opera scende il silenzio in anticipo.

    La teologia di Schillebeeckx testimonianza del Novecento come secolo breve. Chi la percorre siimmerge con passione nelle grandi questioni teologiche e non solo che hanno travagliato il secolo, neltrapasso dalla teologia neoscolastica (o concettualista, come la definisce il teologo scomparso)passando per la teologia della Rivelazione fino alle teologie del genitivo (del futuro, della speranza,della liberazione e la teologia politica). Ma non si render giustizia al lavoro teologico del teologo

    mauEvidenziato

  • domenicano se non si render conto della tensione epistemologica che lattraversa.

    Schillebeeckx stato certamente un autore in movimento, ma non ha prodotto un pensiero eclettico.Nella sua stessa idea di teologia era presente il germe dellattenzione alle cangianti figure delmutamento culturale. Col rischio di professare una visione intuizionista della verit, depotenziando laconcettualit a mera mediazione culturale, e di dover sottoporre la verit della fede al cambiamentodella sua mediazione storica.

    La fine delle grandi narrazioni, per, sembra far crollare anche lopera insonne del teologo olandese eforse spiega il suo cecidere manus. Cos pare spegnersi a differenza di altri autori che hanno avutoun successo postumo anche linteresse alla sua produzione. Essa cade nelloblio. Restando tuttaviaemblematica, non solo per quello che ha di caduco, ma anche per ci che lascia in eredit ancora dapensare.

    (Da LOsservatore Romano del 29 dicembre 2009).

    *

    Nel sito web del Vaticano, alla voce documenti dottrinali della congregazione per la dottrina dellafede, gli interventi nei confronti di Schillebeeckx sono cos registrati, senza per fornire i rispettivi file:

    13 dicembre 1979Dichiarazione riguardante i colloqui avuti con il R.P. Edward Schillebeeckx circa alcuni punti della suadottrina cristologica.DocCath 77 (1980) 16; LE 4744.

    20 novembre 1980Lettera al R.P. Edward Schillebeeckx riguardante le sue posizioni cristologiche.Documenta 43; OR 26-6-1981, 1-2; DocCath 78 (1981) 667-670; EV 7, 760-779; LE 4811; Dokumenty, I,43.

    13 giugno 1984Lettera al Padre Edward Schillebeeckx relativa al suo libro Kerkelijk Ambt (Il ministero nellaChiesa, 1980).AAS 77 (1985) 994-997; Documenta 56; OR 11.1.1985, 2; DocCath 82 (1985) 237-238; EV 9, 828-837;LE 5064; Dokumenty, II, 11.

    15 settembre 1986Notificazione riguardante il libro Pleidooi voor mensen in de Kerk (Nelissen, Baarn 1985) del prof.Edward Schillebeeckx, O.P.AAS 79 (1987) 221-223; OR 24.9.1986, 1; 5 [Ital.]; CivCat 137 (1986) 4, 591-592; DocCath 83 (1986)1034-1035 [Gall.]; EV 10, 660-665; Dokumenty, II, 17.