«SCHERZI O PREPOTENZE?» Un piano di prevenzione e ... · oppure no?”: lavoro in piccoli gruppi...
-
Upload
vuongxuyen -
Category
Documents
-
view
234 -
download
1
Transcript of «SCHERZI O PREPOTENZE?» Un piano di prevenzione e ... · oppure no?”: lavoro in piccoli gruppi...
«SCHERZI O PREPOTENZE?» Un piano di prevenzione e contrasto al
fenomeno bullismo combinato con la pet-terapy
(A. S. 2013-2014)
Montanaro Patrizia
DESTINATARI DEL PROGETTO
Piano formativo ed informativo rivolto a:
- famiglie
- insegnanti
- 180 allievi:
tot. 8 classi (3 classi prime, 3 classi seconde, 2 classi terze).
Il progetto si colloca in un’ottica di prevenzione sia primaria (mira ad accrescere la consapevolezza sui fattori di rischio).
scuola secondaria, 7° I. C.- Padova
Soggetti coinvolti
2 psicologhe-psicoterapeute Educatori
pet-terapy
Docenti/alunni/genitori
Cani: razza «barboni gigante»,
«labrador», ecc.
Associazione privata
(finanziamento)
Livelli di intervento
Gruppo dei pari: essendo il bullismo un
fenomeno relazionale, un ruolo importante, per modificare la
situazione, spetta a chi sostiene o aiuta il bullo, a chi difende la vittima, a chi resta a guardare.
Relazione insegnanti-alunni: per potenziare le capacità di
ascolto attivo e di comunicazione nel rapporto
insegnante/alunno.
Cultura della scuola: una scuola che prevede un
progetto antibullismo dà subito l’immagine,
per chi la frequenta e vi lavora, di un ambiente
che non ammette la prevaricazione
Rapporto con le famiglie: lo scopo è di creare un
clima di collaborazione scuola-famiglia, in cui gli adulti di riferimento per
i giovani possano svolgere ciascuno il
proprio ruolo educativo.
Analisi dei bisogni
Presenza di relazioni conflittuali in alcune
classi
Priorità dei docenti del plesso alla progettualità bullismo in
ottica preventiva
Bisogno formativo dei docenti sulla tematica
Richiesta di molte famiglie di lavorare sul bullismo
(già dal precedente anno scolastico)
OBIETTIVI
Diffondere la conoscenza del fenomeno bullismo
Creare una politica antibullismo
Potenziare abilità e competenze di aiuto
Aumentare la capacità comunicativa e di empatia
Apprendere strategie per gestire le difficoltà
Migliorare le relazioni all’interno del gruppo classe
Tempi di realizzazione
Inizio progetto: Gennaio 2014
Conclusione progetto: Maggio 2014
Distribuzione ore: 3 classi 1^: 6 h (tot. 18 h)
3 classi 2^: 8 h (tot. 24 h)
3 classi 3^: 10 h (tot. 30 h)
incontri genitori: 4 h
incontri docenti: 4 h tot. h: 80
PREMESSE DEL PERCORSO ATTUATO
Bullismo: fenomeno relazionale (coinvolge tutti gli attori presenti)
Bullismo: fenomeno favorito da deficitarie competenze emotive
La chiave per affrontare il problema del bullismo è l’adozione di una politica
scolastica integrata (un insieme coordinato di
interventi che coinvolgano tutte le componenti scolastiche e nella
quale gli adulti della scuola (inclusi i genitori) si assumano la
responsabilità della relazione con i ragazzi)
La scuola è il primo luogo dove inizia la prevenzione
FASI DEL PROGETTO
Descrizione fase Risultati da conseguire
Fase 1: Informazioni per
genitori ed insegnanti + somministrazione questionario conoscenze del fenomeno
Incontro finalizzato alla presentazione del progetto e alla informazione sul fenomeno bullismo (caratteristiche del fenomeno)
Fase 2: Somministrazione
agli allievi di un questionario di verifica della conoscenza del fenomeno pre e post-intervento in classe
Conoscenza e rilevazione quantitativa del problema bullismo
Fase 3: Intervento
“curricolare” condotto in classe con il supporto degli esperti
- 4 incontri di 2 ore con ciascuna classe 1^ e 3^;
- 3 incontri di 2 ore per le classi 2^A-2^ B;
- 5 incontri di 2 ore per la classe 2^C.
Obiettivo: favorire l’apprendimento di nuove modalità comportamentali e relazionali, con attività guidate condotte dagli esperti, basate su schede, visione di filmati, brani della letteratura e giochi di ruolo, incontri con animali.
Descrizione fase Risultati da conseguire
Fase 4: Verifica in itinere Monitorare e verificare le conoscenze e le abilità acquisite dai ragazzi mediante giochi di ruolo
Fase 5: Verifica finale Compilazione del questionario iniziale alla fine dell’intervento
Di cosa abbiamo parlato con genitori/docenti/allievi….
1. COS’E’ IL BULLISMO E COSA NON E’ 2. DIFFUSIONE DEL FENOMENO 3. SESSO, ETA’ E LUOGHI DEL BULLISMO 4. CARATTERISTICHE 5. CAUSE 6. RUOLI NEL BULLISMO: BULLI, VITTIME E SPETTATORI (bullo dominante e bullo gregario/passivo; vittime passive/sottomesse e vittime provocatrici o bullo/vittima; spettatori: difensori del bullo, difensori della vittima, astanti); 7. CONSEGUENZE PER I BULLI E PER LE VITTIME (a breve e a lungo termine) 8. FORME DI BULLISMO (cyberbullismo) 9. STEREOTIPI SUL BULLISMO 10. INDICATORI PER INDIVIDUARE BULLI E VITTIME 12. COME DIFENDERSI DAL BULLISMO E DAL CYBERBULLISMO
Rappresentazione delle relazioni tra i ruoli dei partecipanti al bullismo
ESTERNO ESTERNO
ESTERNO
SOSTENITORE AIUTANTE
DIFENSORE BULLO
VITTIMA
Questionario di autovalutazione
«La mia vita a scuola» (Arora, 1994):
a inizio e fine percorso
STRUMENTI UTILIZZATI NEL PERCORSO
Sociogramma di Moreno: per individuare le relazioni tra gli allievi in classe:
a inizio e fine percorso
Attività per creare il clima-classe
Questionario sulla percezione del fenomeno a genitori, docenti e allievi:
a inizio e fine percorso
Questionario sulle nomine tra pari
(Menesini, 1999)
ATTIVITA’ PROPOSTE
Visione cortometraggio sul bullismo: “Game over” e relativo
lavoro in gruppi di apprendimento
cooperativo
Scheda “E’ bullismo oppure no?”: lavoro
in piccoli gruppi di apprendimento
cooperativo
Lavori in piccoli gruppi di apprendimento
cooperativo (dando importanza ai
ruoli di ciascun membro all’interno dei
sottogruppi: abilità sociali) su brani letterari aventi come tematica il
bullismo
Role-playing per rappresentare il
bullo, la vittima e gli spettatori
Scheda “La mia classe
ideale”
Schede di riflessione per casa, al fine di
riprendere le tematiche affrontate nell’intervallo tra un
incontro e l’altro
Presentazione finale degli
aspetti salienti del fenomeno
attraverso slide Attività assistita con i cani
Somministrazione di un questionario
di gradimento e riflessioni in
gruppo
Che cosa sono gli Interventi Assistiti con Animali (IAA)?
Gli IAA costituiscono una forma di co-terapia, per migliorare la Qualità di Vita (QdV) di diverse categorie di utenti (L.R. 3/2005)
EDUCAZIONE ASSISTITA CON ANIMALI (EAA)
Intervento di tipo educativo che ha l’obiettivo di favorire il miglioramento delle capacità cognitive ed emotivo-relazionali, con
attività che hanno finalità specifiche e predefinite.
È gestita da un insegnante o da un educatore nell’ambito dell’esercizio della propria professione.
Perché la mediazione degli animali?
Rappresentano qualcosa da dover curare, essendo attivi e vivi
favoriscono l’empatia e il senso di responsabilità fanno sentire accettati, offrendo affetto e accettazione incondizionata
rappresentano un ottimo stimolo educativo
accarezzandoli e spazzolandoli rendono più rilassati e tranquilli
sono piacevoli anche da guardare …
PROGETTO BULLISMO e ATTIVITA’ ASSISTITE CON GLI ANIMALI: QUALI OBIETTIVI?
Conoscenza delle caratteristiche degli animali e del corretto approccio
Potenziamento dell’autostima
Incremento dell’autocontrollo, dell’ascolto e gestione delle emozioni
Incremento delle abilità prosociali ed empatiche
Apprendimento di modi adeguati di interazione con l’animale
Offerta di modelli di comportamento e strategie per situazioni -problema Miglioramento nelle
relazioni tra pari
La modalità di attuazione del progetto ha privilegiato “il fare” come modalità di apprendimento, infatti, i ragazzi sono stati coinvolti in esercizi, role playing, simulazioni, improvvisazioni, giochi; favorendo così la partecipazione attiva.
ROLE-PLAYING
VIDEO
scena di bullismo al maschile e femminile
Ha permesso agli allievi di sperimentare alcuni ruoli (bullo, vittima, spettatore passivo e d’intervento). Al termine dell'esperienza di role-playing è stato predisposto uno spazio, che ha permesso agli allievi di prendere le distanze dal ruolo assunto e di esprimere il significato emotivo e cognitivo che tale esperienza ha avuto per loro (debriefing).
Problem solving
Indica l’insieme dei processi necessari ad analizzare, affrontare e risolvere positivamente situazioni
problematiche. Gli allievi sono stati stimolati a riflettere su un problema attraverso la presentazione di un brano o di un episodio
da loro raccontato legato alla tematica del bullismo. La soluzione prescelta dunque è stata prodotta dalla
riflessione di tutti per poter rappresentare l’intera classe.
RISULTATI PRINCIPALI
QUESTIONARI COMPILATI DAI GENITORI
(La percezione del fenomeno bullismo…)
•127 genitori hanno compilato il questionario
• La maggior parte dei genitori afferma di non essere “mai o qualche volta” venuto a conoscenza di episodi di bullismo a scuola.
• Le forme più frequenti rilevate sono il bullismo fisico e verbale (accuse, derisione e offese verso il ragazzo e la famiglia).
• La maggioranza dei genitori sostiene di aver saputo che i bambini e gli insegnanti sono intervenuti a volte in difesa di un allievo oggetto di prepotenze.
Prima area del questionario:
Conoscenza degli episodi di bullismo
Secondo i genitori, gli allievi, indipendentemente dalla classe frequentata:
riferiscono “a sufficienza” se subiscono prepotenze a scuola
“per nulla” se le commettono
chiedono aiuto “a sufficienza”, se sono vittime
Seconda area del questionario: Percezione di ciò che avviene in classe secondo i genitori
Terza area del questionario: Percezione di sé come genitore rispetto al bullismo
La maggioranza dei genitori afferma di: “sentirsi capace a sufficienza” di affrontare la situazione; di essere “molto disposto” a parlarne e chiedere aiuto;
di essere “molto disposto” a richiedere tale aiuto all’interno della scuola
Secondo i docenti…
le forme prevalenti di bullismo sono quello verbale,
quello fisico e l’emarginazione
essi possono fare di più per evitare il bullismo nelle
loro classi rispetto a quello fuori dalla scuola
sul bullismo incidono negativamente il metodo di
lavoro e la personalità dell’insegnante
le prepotenze influenzano negativamente la
didattica e la qualità delle relazioni in classe.
Questionari allievi «La mia vita a scuola»: al termine del progetto
In tutte le classi gli indici di bullismo sono medio-bassi (<10%),
con una prevalenza del bullismo indiretto e verbale
In quasi tutte le classi si osserva una riduzione significativa degli
indici di bullismo rilevati
Laddove emerge nel re-test un aumento dell’indice di bullismo
verbale miglior capacità di riconoscere ed esplicitare le
prepotenze verbali (IB-IIB-IIC- IIIB)
L’intervento in classe sembra essere stato efficace nel ridurre
tutte le forme di prepotenza evidenziate e ha riscontrato un buon
gradimento da parte dei ragazzi.
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
lavorare con i miei compagni le attività svolteesprimere la mia opinione
abbastanza
molto
moltissimo
MI È PIACIUTO DI PIÙ ...
0
5
10
15
20
25
30
35
desideroso di esprimermi ascoltato
abbastanza
molto
moltissimo
DURANTE LE ATTIVITÀ MI SONO SENTITO..
0
10
20
30
40
50
imparare cose
nuove sul
bullismo
imparare cose
nuove sulle
relazioni in classe
molto
moltissimo
LE ATTIVITÀ SVOLTE MI SONO SERVITE A ..
Questionario di gradimento allievi
( tot. 180 soggetti)
0
10
20
30
40
50
60
70
interessante divertente
molto
moltissimo
L'ATTIVITÀ CON I CANI È STATA...
0
5
10
15
20
25
30
35
40
ottimo
abbastanza
molto
moltissimo
IL MIO RAPPORTO CON I COMPAGNI È STATO...
0
10
20
30
40
50
interessanti
molto
moltissimo
GLI INCONTRI CON GLI ESPERTI SONO STATI..
0
10
20
30
40
50
serena
molto
moltissimo
L'ATMOSFERA DEGLI INCONTRI È STATA...
A conclusione del progetto …
Maggior consapevolezza
da parte degli allievi del
disagio e del malessere
determinato dal
deteriorarsi dei rapporti
interpersonali
Incremento del
desiderio di chiedere
aiuto agli adulti di
riferimento per
superare la fase di
difficoltà
Occasione di discutere sulla
qualità dei rapporti, sulla
capacità di affrontare
eventuali conflittualità, ma
anche di saper costruire
relazioni soddisfacenti con i
propri pari.
I genitori hanno trovato
formativo il progetto non
solo per le conoscenze
acquisite ma soprattutto
perché è stato per loro
un’occasione di
conoscenza del loro figlio
Su cosa continuare a lavorare …..
Riconoscimento delle proprie e altrui emozioni
Strategie didattiche/di gestione
della classe dei docenti
Apprendimento cooperativo tra
pari
Abilità sociali: - Chiedere aiuto
- Aspettare il proprio turno - Mediare un conflitto
Continuità nel tempo del progetto
Bibliografia
Menesini E. (2000). Bullismo: che fare?. Giunti, Firenze.
Menesini E. (a cura di) (2003). Bullismo. Le azioni efficaci della scuola. Erickson, Trento.
Olweus D. (1978). Aggression in the Schools. Bullies and Whipping Boys. Hemisphere, Washington, D.C.
Olweus D. (1993). Bullying at school: what we know and what we can do. Oxford and Cambridge (tr. it. Il bullismo a scuola, 1996, Giunti Firenze).
Sharp S., Smith P.K. (1994). Bulli e prepotenti nella scuola. Prevenzione e tecniche educative (tr. it.). Erickson, Trento.
Oliviero Ferraris A. (2006). Piccoli bulli crescono. Come impedire che la violenza rovini la vita ai nostri figli, BUR, Milano.
Formella Z., Ricci A. (a cura di, 2010), Bullismo e dintorni. Le relazioni disagiate a scuola, Franco Angeli, Milano.