Scherma citazioni

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I motivi per cui vale la pena vincere sono molti ... la vittoria è una soddisfazione personale che con la tua gioia trasmetti agli altri,la vittoria è potere,la vittoria è l'unica lancia che fa tornare in dietro le parole pronunciate da chi non crede in te..la vittoria è un grazie a nessuno...ma solo a te stesso che con le tue forze sei arrivato a tanto...la vittoria sei tu! “Non basta soltanto saper guardare, bisogna saper percepire e intuire. Percepire è più importante di vedere... si debbono vedere le cose distanti come se fossero vicine e quelle vicine come se fossero distanti. È indispensabilesaper individuare la tattica seguita dal nostro avversario nell'uso della spada, senza lasciarsi distrarre dai movimenti insignificanti della lama.... Bisogna saper vedere da entrambi i lati senza muovere le pupille... Ma quando si fissano gli occhi su un punto solo si perde la visioned'insieme e ci si disorienta... si deve valutare, anche senza guardare, la distanza e la velocità del rivale e si deve scrutare nel suo cuore.” [Nedo Nadi] "Il saluto è un doveroso atto di cortesia verso l'avversario e gli astanti,atto che la schermidore non deve mai trascurare di eseguire." "Contro i più forti si misura il proprio grado di progresso in relazione alla resistenza ed al contrasto che si è in grado di opporre ad essi." "Allenandosi con avversari di ugual forza si rafforzano le facoltà volitive,dato il naturale desiderio che ciascuno di noi ha di superare l'antagonista" "Battendosi con avversari più deboli non solo si acquista fiducia nello slanciare il colpo ma si affina lo studio dei vari concetti schermistici." "La stoccata perfetta non esiste,o meglio,ce ne sono tante. Ogni colpo che raggiunga il suo scopo è perfetto, ma con la mossa opportuna lo si potrebbe parare. Quindi un assalto fra spadaccini esperti in teoria potrebbe durare in eterno. Ma il Destino,che spesso si serve dell'imprevisto,pone fine all'incontro,inducendo in errore uno degli avversari. Perciò il segreto è questo:occorre concentrarsi e tenere a bada il Destino,anche solo il tempo necessario perchè l'errore lo commetta l'altro. Tutto il resto è illusione." "La spada è la più grande compagna di avventure in assoluto." [Mangiarotti] Nessuno ti conosce meglio del tuo avversario più accanito. La forza non deriva dalle capacità fisiche, ma da una volontà indomita. Cosa guardare durante un assalto? Occorre guardare tutto e nulla: lo sguardo va rapidamente su tutto ma non si fissa su nulla. Va al

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I motivi per cui vale la pena vincere sono molti ... la vittoria è una soddisfazione personale che con la tua gioia trasmetti agli altri,la vittoria è potere,la vittoria è l'unica lancia che fa tornare in dietro le parole pronunciate da chi non crede in te..la vittoria è un grazie a nessuno...ma solo a te stesso che con le tue forze sei arrivato a tanto...la vittoria sei tu!

“Non basta soltanto saper guardare, bisogna saper percepire e intuire.  Percepire è più importante di vedere... si debbono vedere le cose distanti come se fossero vicine e quelle vicine come se fossero distanti. È indispensabilesaper individuare la tattica seguita dal nostro avversario nell'uso della spada, senza lasciarsi distrarre dai movimenti insignificanti della lama.... Bisogna saper vedere da entrambi i lati senza muovere le pupille... Ma quando si fissano gli occhi su un punto solo si perde la visioned'insieme e ci si disorienta... si deve valutare, anche senza guardare, la distanza e la velocità del rivale e si deve scrutare nel suo cuore.”[Nedo Nadi]

"Il saluto è un doveroso atto di cortesia verso l'avversario e gli astanti,atto che la schermidore non deve mai trascurare di eseguire."

"Contro i più forti si misura il proprio grado di progresso in relazione alla resistenza ed al contrasto che si è in grado di opporre ad essi.""Allenandosi con avversari di ugual forza si rafforzano le facoltà volitive,dato il naturale desiderio che ciascuno di noi ha di  superare l'antagonista""Battendosi con avversari più deboli non solo si acquista fiducia nello slanciare il colpo ma si affina lo studio dei vari concetti schermistici."

"La stoccata perfetta non esiste,o meglio,ce ne sono tante. Ogni colpo che raggiunga il suo scopo è perfetto, ma con la mossa opportuna lo si potrebbe parare. Quindi un assalto fra spadaccini esperti in teoria potrebbe durare in eterno. Ma il Destino,che spesso si serve dell'imprevisto,pone fine all'incontro,inducendo in errore uno degli avversari. Perciò il segreto è questo:occorre concentrarsi e tenere a bada il Destino,anche solo il tempo necessario perchè l'errore lo commetta l'altro. Tutto il resto è illusione."

"La spada è la più grande compagna di avventure in assoluto." [Mangiarotti]

Nessuno ti conosce meglio del tuo avversario più accanito. 

La forza non deriva dalle capacità fisiche, ma da una volontà indomita. 

Cosa guardare durante un assalto? Occorre guardare tutto e nulla: lo sguardo va rapidamente su tutto ma non si fissa su nulla. Va al centro,verso il petto,ma non fissa ne la mano ne l'arma,ne gli occhi. Li vede ma non li fissa ne tenta di metterli a fuoco.

Ingannare il vostro avversario tirando con una mollezza snervante parando in modo disordinato i primi attacchi. Ma improvvisamente sferrate in un lampo una micidiale parata e risposta ,e la vittoria sarà vostra!

Mantenersi lontani da un avversario è facile e istintivo, stare vicino è più difficile; ci si deve addestrare a farlo. Quando si diventa bravi la misura si "sente". Si avverte mentalmente la differenza fra la misura di sicurezza e l'essere dentro la misura.

Quando sei in vantaggio ricorda che il tempo lavora per te... ma se proprio il tuo avversario ti pressa, allora lascia che sia lui a partire e cerca il colpo doppio.

Quando tiri con un avversario più abile di te non attaccare mai con una finta se non sei certo della sua parata. E dimentica i colpi al piede e gli attacchi in profondità.

Nella scherma come in tanti altri campi della vita,il fattore tempo è decisivo.

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Uno che voglia venir perfetto schermidore non li basta solo pigliare letione dal maestro ma bisogna che cerchi giornalmente giocare con diversi giocatori e potendo deve sempre esercitarsi con quelli che sapranno più di lui.Ridolfo Capoferro 1610

Nell'assalto,sfrutta l'impazienza dell'avversario e lascia che i rischi maggiori li corra lui.

Gli schermidori sportivi nell'animo possono essere qualche volta avversari,ma mai nemici.

Immedesimarsi nell'avversario. Immedesimarsi nell'avversario significa mettersi mentalmente nei suoi panni e cercare di pensare come lui...

Se ti trovi dinanzi ad un avversario meno esperto di te,non dargli tregua e abbattilo con un fendente. Al nemico in difficoltà non si deve mai dare la possibilità di riaversi. Tenete sempre presente questa regola!

Nei combattimenti bisogna comportarsi come quando attraversiamo un fiume : bisogna conoscere i segreti dell'avversario... come un abile pilota conosce i segreti dei fiumi e dei mari. La conoscenza dei punti deboli dell'avversario ti concede un grosso vantaggio e ti assicura la vittoria!

Nessuno colpisce duro come la vita.

L'importante non è come colpisci ma come reagisci ai colpi che ricevi.

Il fallimento si trasforma in "successo" quando c'è la volontà di andare avanti crescendo

La passione è passione. È l'esaltazione che interrompe la monotonia quotidiana.

Se vuoi godere di ciò che vali, devi prima dar valore al mondo in cui vivi !

Non è la vittoria che conta, ma la tenacia e il coraggio coi quali abbiamo lottato... La soddisfazione di dire "Ho combattuto bene"...è già una grande conquista !

Si impara più da una sconfitta che da una vittoria La vittoria dà soddisfazioni,ma la sconfitta ti fa riflettere meglio su ciò che è accaduto.

La Scherma non è solo uno sport ... è vita,tattica,grinta,voglia e stile di vita!

La capacità di studiare l'avversario la posseggono solo poche persone... la capacità di studiare l'avversario è quella capacità di memorizare le azioni , di scoprire i punti deboli e scoprire la mossa giusta da utilizzare contro l'avversario

Lo schermidore è un artista di primo livello !

Il grande atleta è sia colui che vince ma è anche colui che dopo aver perso rispetta il vincitore!

La parata è il terremoto,l'affondo è uno tzunami e la fleches è un tornado !!

Non è forte colui che non cade, ma colui che cadendo si rialza. (Johann Wolfgang Goethe)

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Ognuno ha il proprio urlo di vittoria

E poi c'è quell'urlo … che non è un semplice urlo... è una frase... una parola … un grido di vittoria ... una speranza... una forza!

La disciplina di scherma ha le proprie basi nel porre la propria arma come difesa o schermo fra sé e l’avversario

La scherma è l'arte di farsi ammazzare cortesemente ... (J.L.A.Commerson)

La misura non è una cosa statica, né misurabile col metro: è la capacità di prevedere la portata dell’azione , nostra... ...e dell’avversario insieme, in una situazione dinamica

Se arretri e l'avversario avanza lo puoi colpire d'incontro....se l'avversario avanza e tu arretri non puoi fare scherma.

Appena indossi la maschera nessuno è tuo amico... nessuno!

La scherma è lezione di vita

Quando il vostro avversario vi attacca con furia,voi contrattaccatelo con maggior impeto,scombinando così il suo ritmo, approfittate di quest'attimo di incertezza per conseguire alla vittoria...

Se sei uno schermitore inattivo mostra movimento, se sei uno schermitore attivo, mostrati immobile

In ogni conflitto le manovre regolari portano allo scontro e quelle imprevedibili alla vittoria.

Lì, quando alla fine del combatimento si arriva 14-14, è lì che si riconosce il vero atleta, fermo, calmo e pronto a tutto.

La scherma è uno degli sport tra i più antichi e belli che l’uomo abbia inventato per sentirsi re e qualche volta eroe. Essa è fulmineo dinamismo, traduzione immediata di un’idea inventiva che si ispira alla tecnica reale in una partita di scacchi giocata a velocità supersonica.

Per i giovanissimi e le giovanissime la scherma è un magnifico gioco, disciplinato, impegnativo, un attento divertimento agonistico che per le sue caratteristiche diventa un efficace strumento di educazione e maturazione, contribuendo a liberarne lo spirito. Sulla pedana il giovane impara ad apprezzare i valori dell’autocontrollo, della perseveranza e della ragionata ambizione, rafforzando lo spirito associativo e di collaborazione.

La scherma è maestra di vita, come sottolinea Gianni Brera, rinomato giornalista sportivo Italiano per anni editorialista della Gazzetta dello Sport: “Essa acuisce l’attenzione, sveglia l’intuito e sollecita l’azione dinamica, non precipitosa, poiché ogni atto è il riflesso di una decisione e un giudizio in cui la mente, il cuore ed i muscoli sono chiamati nello stesso attimo a capire, volere ed agire.”

«Questa non è una cosa per uomini di toga» disse Varo Borja. «Ma per uomini di spada.» (da Il Club Dumas – Arturo Pérez-Reverte)

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Il giorno in cui si estinguerà l'ultimo maestro d'armi, quanto di nobile e onorevole possiede ancora la lotta ancestrale dell'uomo contro l'uomo scomparirà. (Da Il maestro di scherma - Arturo Pérez-Reverte)

La pistola non è un'arma ma un trucco volgare. Se sono disposti a uccidersi, gli uomini lo devono fare faccia a faccia; non da lontano, come infami delinquenti da strada. L'arma bianca possiede un'etica che manca a tutte le altre... E, se mi è concesso, direi addirittura una mistica. La scherma è la disciplina mistica del vero cavaliere. (Da Il maestro di scherma - Arturo Pérez-Reverte)

 Per i giovanissimi la scherma rappresenta un magnifico gioco, disciplinato, impegnativo, importante, un serio gioco agonistico, che per le sue caratteristiche diventa un efficace strumento di educazione e di maturazione contribuendo a liberarne lo spirito.

La Scherma è uno sport basato sulla velocità, la flessibilità, la coordinazione, i riflessi e la tattica. Forza, concentrazione, spirito d'osservazione, perseveranza e autocontrollo sono qualità essenziali per uno schermidore.

Il gioco di gambe della scherma è paragonabile a quello della boxe. Per questo motivo questo sport viene descritto come "una partita a scacchi con i muscoli".

Gli atleti devono poter contare su un ottimo sistema respiratorio e cardiovascolare, ed essere capaci di recuperare velocemente, visto che la scherma può richiedere sforzi intensi che variano dai 5 secondi ai 3 minuti.

La scherma è uno degli sport tra i più antichi e belli che l’uomo abbia inventato per sentirsi re e qualche volta eroe. Esso è fulmineo dinamismo, traduzione immediata di un’idea inventiva che si ispira alla tecnica reale in una partita di scacchi giocata a velocità supersonica. (Gianni Brera)

Io adoro la scherma. E’ tutta da inventare. Un aspide d’acciaio che guizza dalla nostra carogneria atavica. (Gianni Brera - L’arcimatto)

La scherma è maestra di vita, la qualità che si sviluppano e si rafforzano attraverso la pratica schermistica sono indispensabili all’uomo nella sua vita quotidiana: essa acuisce l’attenzione, sveglia l’intuito, sollecita l’azione, ma non precipitosa, poiché ogni atto è il riflesso di una decisione, di un giudizio in cui la mente, il cuore ed i muscoli sono chiamati nello stesso attimo a capire, a volere e ad agire. (Gianni Brera)La scherma è studio e la pratica insieme di queste elette qualità.

"E' quando abbassi la maschera che ti cala un velo davanti agli occhi.Non conosci nessuno,siete solo tu l'avversario e la pedana,la vittoria è tua,credici e quando vincerai te la sarai guadagnata con il sudore"

"Nel duello individuale devi immedesimarti nel tuo antagonista,perchè se ti lasci intimidire dal suo ostentato cipiglioe gli fai supporre che lo ritieni superiore per forza e maestria,sei già spacciato in partenza." [Miyamoto Musashi]

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"Se cercate di colpire l'avversario puntandogli la spada direttamente sul volto,egli cercherà di scansareil capo e il petto,e questo vi renderà piu facile il compito di batterlo." [Miyamoto Musashi]

Le uscite in tempo sono:il colpo d'arresto,la cavazione in tempo,l'appuntata,l'imbroccata,la passata sotto,l'inquartata e la contrazione.

"In un assalto si può iniziare la schermaglia con grande calma e improvvisamente assalire l'avversariocon un impeto imprevedibile. Bisogna sempre trarre vantaggio dall'attimo di confusione ingenerato nel rivale,senza dargli la possibilità di riflettere."

" Se in un assalto non ci si accorge del momento in cui l'avversario perde il ritmoe sta per cedere,è probabile che il rivale si ristabilisca rapidamente e si dimostri forte e pericoloso come prima" [Miyamoto Musaschi]

"Se un certo modo di attaccare l'avversario fallisce una prima volta,si sono pocheprobabilità che abbia successo in seguito.Usate tattiche diverse e cogliete l'avversario di sorpresa. Quando il vostro oppositore si aspetta la "montagna" fategli trovare il "mare",quando si aspetta il "mare" dategli la "montagna". [Miyamoto Musaschi]

Il Decalogo dello schermidore. 1.Ricordati che sei il rappresentante del più nobile di tutti gli sport esso affratella nello stesso ideale gli schermidori di tutto il mondo. 2. Pratica il tuo sport con disinteresse ed assoluta lealtà. 3.Sulla pedana e fuori comportati da gentiluomo, da sportivo e da uomo sociale.4. Non discutere di scherma se prima non hai imparato la scherma ed i suoi regolamenti. 5.Impara a perdere con onore; a vincere con dignità.6.Rispetta in ogni occasione il tuo avversario, chiunque esso sia, ma cerca di superarlo in combattimento con tutte le tue energie.7.Ricordati che sino all’ultima stoccata il tuo avversario non ha ancora vinto.8.Accetta serenamente la sconfitta, piuttosto che approfittare di una vittoria ottenuta con l’inganno.9.Non salire sulla pedana con le armi difettose o con la bianca divisa in disordine.10.Onora, difendi e rispetta il tuo nome, il prestigio del tuo maestro, i colori della tua società, la bandiera del tuo Paese.

"Botta di Nevers"Sempre infallibilmente terminante con un colpo di punta tra i due occhi. Fu inventata nel 1700 dal Duca di Nevers

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" La Sottobotta"Marcelli nel 1686 inventò la cosiddetta Sottobotta,ovvero la Passata da sotto della scherma attuale.  

"Colpo di Jarnac"Il Colpo di Jarnac è stato inventato nel 1547,e usato da Guy de Chabot conte di Jarnac. Era una finta al capo seguita da una fulminea stoccata alla gamba.

"Ho sempre saputo di avere un debole per questo sport,che per me tanto sport non è. E' la mia personalità capovolta: sono sempre io sotto la maschera,sono io che combatto,sono io che decido cosa fare in pedana...ma è un'altra personalità la mia...migliore! Sembro un atleta,una persona seria,un lottatore,un combattente,un cavaliere,un uomo che pratica un arte,che impara uno stile di vita...Uno schermidore. E pur pensandoci,a quanto pare,sono tutte di queste cose!"[Intervista del 1999 a un Campione Europeo Pugliese]

"Durate un assolto tenete sempre gli occhi ben aperti.Ma non basta soltanto saper guardarebisogna sapere percepire e intuire.Percepire è più importante di vedere."

"Percepisci anche quello che non vedi con gli occhi"[Miyamoto Musashi]

"Se riuscirete ad apprendere tutte le finezze dell'arte della spada e sarete in grado di battere confacilità un avversario,potrete battere chiunque! Sconfiggere un antagonista significa sconfiggerne mille o diecimila."

"E' importante approfondire le tecniche della scherma perchè la conoscenza superficiale di un arteè spesso più nociva dell'ignoranza assoluta"

La riunita

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Botta caratteristica del famoso duellatore Sig. Thomeguex, la storia ci riporta il personaggio come un corpulento omaccione il quale a molte attività parrebbe portato tranne la scherma. Eppure, più di un inesperto, ingannato dalla figura corpulenta ed attirato a mirare verso l'ampio ventre da un ben studiato invito, si trovò in balia della "botta caratteristica" nella quale il Thomeguex era specializzato: la riunita. Facendo così finire la punta della sua spada direttamente sul volto, il petto od il braccio del malaccorto.

"Mai pensare a non perdere,potresti distrarti dal tuo traguardo.Pensa invece a vincere,e raggiungerai la vittoria."

Giuseppe Mangiarottila linea è la miglior difesa________________________________________________________

Negli annali della scherma internazionale il nome Mangiarotti ha risonanza come forse nessun altro.

Una vicenda lunga un secolo il cui primo attore è Giuseppe Mangiarotti, caposcuola e totale innovatore della disciplina.

Lui schermidore lo era diventato per scommessa: in una serata milanese di inizio secolo, dopo aver assistito ad uno spettacolo alla Scala era

andato al "Biffi" con degli amici. Lì si trovavano tutti i gaudenti e proprio in quell'occasione gli fu presentato il giornalista sportivo Olderico

Rizzotti, campione italiano di fioretto. Rizzotti era esile e Mangiarotti, recordman di sollevamento pesi, lo guardò mettendosi a ridere. L'altro si

offese e per spiegargli che la scherma è una questione di riflessi, agilità e intuito, lo sfidò a duello. Alla discussione fu testimone il maestro

siciliano Lancia di Brolo che si candidò per preparalo al match.

È così che Giuseppe Mangiarotti affronta il suo primo incontro: l’avversario fanfarone gli concede un vantaggio e lui lo batte alle 20 stoccate.

La vittoria fa scalpore, il nostro si appassiona alla disciplina e il barone siculo lo invita nella sua sala d'armi.

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Ora, possiamo anche dire che quella scherma fosse statica e leziosa e blablabla, ma che un nerboruto venditore di automobili milanese,

appassionato di sfide alimentari e di culturismo senza la benché minima nozione schermistica, batta a duello un vero uomo d’armi, rimane un

fatto straordinario.

Nel 1906 Mangiarotti è ormai pronto ad incontrare i più grandi tiratori europei, nel 1919 addirittura li mette tutti in fila e in mezzo partecipa

pure alle Olimpiadi di Londra.

In questo periodo le dà e le prende abbastanza per comprendere che tra le discipline sportive tradizionali la scherma è quella che in quei

decenni subisce le evoluzioni più radicali.

Tanto per cominciare il punteggio: si vince a tre stoccate e non più ad una sola (sopravvivenza che rimane tutt’ora nel pentathlon, sport

reazionario oltre che dogmatico), questo si traduce finalmente in una maggiore possibilità di rischiare, consentendo il passaggio all’agonismo e

mutando il concetto schermistico fondamentale di Misura. Quelli diTempo e Velocità subiranno il colpo di grazia con la segnalazione elettrica,

la quale porta uno stravolgimento nei concetti applicativi e tattici delle azioni del combattimento. In definitiva ha dimostrato la prevalenza delle

azioni semplici dirette e indirette su quelle indirette e composte.

Presa coscienza di queste evoluzioni e passato all’insegnamento, Mangiarotti è animato da intenzioni progressiste e punti di vista originali:

“Infatti nel rapporto fisico: TEMPO – SPAZIO – VELOCITA’ l’unico elemento che resta fisso e immutabile è il TEMPO DI

REGISTRAZIONE, varieranno quindi lo spazio, che è in rapporto alla misura, e la velocità che si identifica nell’immediatezza

dell’esecuzione.”

(E. Mangiarotti – A. Cerchiari, La Vera Scherma, 1964).

In pratica: lo stile deve essere subordinato al risultato.

“Terra!!!” Ebbene sì signori, dopo un aperitivo di troppo, Giuseppe Mangiarotti parte per duellare con un tizio conosciuto in un bar del centro e

si ritrova a scoprire l’America. Voglio dire: voi ve ne state lì sulla pedana, belli pasciuti, in vantaggio di una botta, e quando l’altro respira un

po’ più profondamente lo silurate con un arresto al braccio o magari con una frecciata. Facile, tutto sommato, quando per ottanta anni qualcuno

l’ha fatto prima di voi. Ma qui la situazione è diversa: stiamo parlando di un pioniere che ha contribuito al balzo evolutivo che fa intenerire uno

spadista vero di fronte ai "combattimenti" di scherma tradizionale. E mica che l'ambiente fosse favorevole: negazionisti come Renzo Nostini,

uno che faceva il presidente della F.I.S. e che ancora una cinquantina d’anni dopo l’esecuzione delle prime flèches dichiarava che era un errore

parlare di scherma moderna, che questa era rimasta la stessa dei decenni precedenti.

Intanto però il Maestro impostava lo Schermidore Nuovo e lo mandava per il mondo a diffondere il verbo. Questi ritornerà poi con 29 titoli

olimpionici, 43 mondiali e 29 italiani.

Amen.

Escludendo le molte sale d’armi presso cui Giuseppe Mangiarotti ha insegnato, tra cui quella della Società del Giardino (che ha diretto) e la

Santelli di Budapest, in 98 anni le società schermistiche che portano il suo nome sono state cinque, tutte a Milano:

1°) Nel 1909 sorge la I sala Mangiarotti, stava in Via Chiossetto 8 (zona San Babila).

2°) La II sarà in Via Gustavo Modena (Porta Venezia).

3°) nel 1928 la III sala Mangiarotti è in Via Passione 9 (San Babila).

4°) IV sala Mangiarotti, è il '67 e ci si allena in Via Solferino (quartiere Garibaldi) proprio sopra al Corriere della Sera.

5°) Via Zarotto 7 (Piazza della Repubblica), V sala Mangiarotti. E’ il 1980.

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Ed è qui oggi sotto la Cozzi, prima piscina coperta d’Italia progettata da Luigi Secchi nel 1934 (epoca in cui rappresentava il più grande

impianto per il nuoto di tutta l'Europa), che regge Dario nato nell’anno del Signore millenovecentoquindici e primo genito di Giuseppe.

In tanto tempo la Mangiarotti è stata protagonista della scena agonistica e magistrale, arrivando a monopolizzarla per venti anni con i fratelli

Dario ed Edoardo, primi apostoli della sua dottrina. Se per altre dinastie schermistiche come i Bertinetti o i Montano la discendenza è stata

genetica, per quella della Mangiarotti è stata culturale. Le idee del Maestro Giuseppe hanno valicato l’intimità familiare ed echeggiano ancora

oggi nelle sale di tutto il mondo, da sotto questa piscina, da sotto quegli sbraccianti primitivi che certo non hanno bisogno di interpreti. Mica se

lo immaginano, loro, di galleggiare sopra la storia dello sport

Da Bibliografia Generale della Scherma del Cav. Jacopo Gelli

Un inizio difficileLa scherma, sinonimo di nobiltà, di sveltezza, e prontezza di corpo e di mente, non pare pianta che possa facilmente acclimatarsi nel Nord; ove, l'azione del gran freddo, come si esprime Cabanis, rende le forze muscoli attive e possenti e quelle sensitive deboli e rapprese.La scherma, infatti, è pochissimo estesa in Inghilterra. Gl'italiani ve la portarono, ma rimase pressoché sempre confinata a Londra. La condotta stessa degli antichi maestri d'arme, a dire il vero, influì forse a che la nobile arte non prendesse grande piede nella Bretagna; talchè, più d'una volta le sale d'armi furono chiuse e fu minacciata l'ammenda di 40 marchi per ciascuna contravvenzione, e punizioni corporali severe; mentre ai maestri stranieri era proibito fin anche il soggiorno. Questo accadeva sul finire del secolo XIV, troviamo ancora applicata la legge, e spesso i maestri condannati per aver tenuto scuola d'armi:Le13 mars 1311, par devant sir Richer de Refham, Maire de Londres, a comparu, parmi d'autres délinquants, Maitre Roger, le Skirmisonr (l'escrimeur), accusé de tenir une école d'escrime pour des gens de toutes sortes, et d'y attirer def fils de familles respectables, pour y dépenser et gaspiller en débauches le bien de leur parents (1)

La nobile scienza della difesaSotto Enrico VIII la sorte degli schermitori in Inghilterra si migliorò. Enrico VIII eresse la corporazione dei professori di scherma con lettere patenti, nelle quali quest'arte vien chiamata La nobile scienza della difesa. Quindi, l'Inghilterra ebbe maestri propri, come Robert Greene (2) e Tarlton, nominato maestro nel 1587 (23 ottobre). Silver, rivale di Saviolo, ed altri.

La contesa tra Silver e SavioloLa rivalità di G. Silver (Silver George) per Saviolo e per altri italiani, che con il Saviolo insegnavano la scherma italiana, lo si rileva da quanto il Silver ebbe il coraggio di scrivere e di pubblicare dopo la morte dei suoi nemici.J'écris ceci, non pour dénigrer les morts, mais pour montrer l'audacieuse insuffisance dont ils ont fait preuve dans leur profession. Que cette courte note soit un souvenir et un avertissement: Il y avait à Londres, de mon temps, trois Italiens, professeurs d'offense. Le premier était le signor Rocko; le deuxième Jéronimo, le Garcon de salle du signor Rocko, et qui enseignait l'escrime aux gentils hommes dans Blacke Fryers, comme prévots; le troisième était Vincentio (Saviolo).Le signor Rocko vint en Angleterre il y a environ treize ans; il enreignait son art aux nobles et aux gentilshommes de la cour... Il dépensa une forte somme d'argent, pour la location, dans Warwick Lane, d'une belle maison qu'il l'appellait son collège... Il faisait ordinairement payer ses lecons 20, 40, 50 ou 100 livres sterling... Il était très aimé à la cour.

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Un gentilhomme nommé Auster Bagger, vigoureux cavalier qui se sentait le cosur vaillant d'un Anglais, dit un jour, en badinant, à ses amis, qu'il irait combattre le signor Rocko. Il se porta, en effet, immédiatement vers la maison de celui-ci, dans Blacke Fryers et l'interpella en ces termes:Signor Rocko, toi qu'on croit etre le seul homme adroit aux armes, toi qui te vantes de toucher n'importe quel Anglais, sur n'importe quel bouton, qui prends sur toi de passer les mers pour apprendre aux vaillants gentilshommes anglais l'art de se battre, tu n'es qu'un lache! Sors de ta maison, si tu l'oses, au risque de la vie. Je suis venu pour te combattre.Le signor Rocko, pret avec son épée et son bouclier, accournt en toute hate armé de son épée à deux mains et se rua bravement sur Austen Bagger, qui le culbuta et le foula aux pieds.Parlando del Saviolo e di Jeronimo, il figlio di Rocko, a proposito di un cartello, che i fratelli Silver (Georges e Toby) avevano mandato ai due maestri italiani così si esprime a loro riguardo George Silver:Je crois vraiment que leur poltronnerie au sujet de ce cartel, les eut déshonorés si, à deux ou trois jours de là, les maitres d'armes de Londres, étant à boire de la bière près de l'école de Vincentio, n'avaient pas invité les Italiens, qui passaient là par hasard, à boire avec eux. Mais ces couards d'Italiens eurent peur et dégainèrent surle champ.Però, confessa più sotto che:le lendemain, une étrange rumeur circula à la cour; on racontait que les maitres italiens avaient battu tous les maitres armes de Londres, qui s'étaient attaqués à eux. Cette aventure augmenta encore le crédit des Italiens, qui continuèrent leur enseignement défectueux jusqu'à a fin de leurs jours.Dunque pare che i due maestri italiani non fossero tanto poltrons, come lo vorrebbe far credere il Silver, che ebbe il coraggio di stampare tutte queste impertinenze solo quando Jeronimo e Saviolo erano morti!Comunque, la rabbiosa animosità di mestiere del Silver non tolse pregio alla bontà della scherma italiana; che per molto tempo ancora trovò seguaci in Inghilterra.

Declino della scherma ingleseNel XVII secolo, però, la scherma d'ogni scuola e d'ogni specie decadde in Inghilterra. A rialzarne le sorti nel XVIII, furono chiamati maestri di Francia e d'Italia. Primo fra tutti, per valentia, l'Angelo Malevolti, italiano, che vi portò e diffuse la scherma francese.Morto l'Angelo, la scherma nella Gran Bretagna è rimasta pressoché stazionaria o nulla. Solo da pochi anni vi si constata un certo risveglio, che fa sperare bene e al quale collaborano intelligenze superiori comeEgerton Castle, Hutton, Pollock, Vere Wright e qualche altro.La scuola che vi domina è la francese; ma ci auguriamo di vedervi presto apprezzata per opera del Vere Wright anche l'italiana, di cui è caposcuola il Masiello.

La scherma

La scherma è scienza ed allo stesso tempo arte.

E’ costituita da un insieme di movimenti codificati che determinano l’esecuzione della “frase schermistica” attraverso la quale gli schermidori, con il supporto dell’intelligenza, possono confrontarsi tra di loro. Ogni incontro e costituito da infinite soluzioni dettate da due fattori costantemente variabili: i due contendenti.

 Ogni schermidore deve cercare di colpire l’avversario, ma per fare ciò deve stare attento a non subire la stoccata, questo comporta una notevole preparazione fisica, supportata da una preparazione mentale che avviene attraverso una costante elaborazione del pensiero. Le azioni schermistiche si sviluppano a velocità elevatissime attraverso una gestualità tecnica che serve per comunicare con l’avversario, nascondendo sempre le proprie intenzioni e contemporaneamente cercando di carpire la sua tattica.

 Con la scherma, quindi, si allena non solo il fisico, ma anche la mente.

 La scherma è una disciplina molto complessa che può essere insegnata con ottimi risultati sia agli adulti, sia ai bambini.

 L’inizio dell’età scolare è il momento migliore per l’apprendimento di questa disciplina, in quanto in questo periodo il bambino consolida gli schemi motori di base ed inizia l’apprendimento delle capacità coordinative che possono facilmente essere associate, in un contesto ludico-motorio, ai primi rudimenti di tecnica schermistica.

 Oltre allo sviluppo fisico, attraverso il combattimento schermistico viene appreso dal bambino il rispetto dell’avversario e delle regole, nel suo Io si evolvono importanti valori morali e socializzanti, ed inoltre vengono prese decisioni importanti in completa autonomia e coscienza.

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 La vittoria sarà conseguita con lealtà e con le proprie forze, misurandosi e confrontandosi in ogni istante con personalità diverse, facendo tesoro della sconfitta in quanto è parte fondamentale del gioco, soprattutto perchè potrà aiutare a superare gli impegni ben più importanti, ma non per questo più difficili, e le difficoltà che si presenteranno nel corso della vita giornaliera.

 La scherma è uno sport in cui i gesti tecnici vengono eseguiti in condizioni di variabilità delle azioni sportive; per questo motivo è richiesto un elevato grado di possesso di tutti gli elementi tecnici presenti in questa disciplina, tenendo sempre presente che il legame tra i diversi elementi viene determinato dalle condizioni che esistono in un determinato istante. Per esempio, se uno schermidore attacca, il suo gesto è in funzione non solo di ciò che vuol fare in quel momento, ma anche della reazione imprevedibile dello schermidore che si difende. Quest’ultimo non necessariamente potrà riuscire ad interpretare l’azione dell’attaccante e, quindi, può mettere in atto comportamenti difensivi diversi da quelli previsti dall’attaccante stesso. Lo scopo principale, pertanto, è quello di sconfiggere l’avversario tecnicamente, fisicamente ed anche tatticamente.

 La necessità dello schermidore di eseguire tecnicamente al meglio un determinato compito motorio, spinge il tecnico, il preparatore atletico e lo stesso atleta ad un approfondito studio della tecnica sportiva e ad un accurato allenamento delle strutture impegnate nel gesto.

 Non è possibile raggiungere un elevato risultato sportivo senza possedere un’elevata capacità tecnica, d’altra parte una buona preparazione condizionale generale rappresenta il supporto necessario per una buona acquisizione della tecnica ed un suo mantenimento nel tempo.

Avvicinarsi al la scherma

La scherma è una disciplina sportiva che fa parte delle discipline olimpiche con le specialità del fioretto, della spada e della sciabola, sia maschile che femminile, negli ultimi 30 anni si è molto evoluta grazie all'uso delle apparecchiature di segnalazione elettrica, di moderni materiali schermistici e anche grazie al fatto che, sulla base di studi scientifici, alla preparazione fisica è stata data un’attenzione particolare (anche se non da tutti i maestri, diciamo i più “tradizionali”), quasi alla pari della preparazione tecnica.

Gli assalti si sono fatti ancora più tecnici ed atletici. La preparazione tecnica è frutto di un lavoro tra maestro e allievo, e sempre più spesso l'allievo sperimenta qualcosa di nuovo nell’esecuzione delle azioni; è in questa visione meno “bigotta” della scherma che il maestro deve migliorare quando e se possibile le nuove idee dei giovani schermidori.

Nella scherma le qualità tecniche vengono sviluppate fin dai 6-7 anni grazie alle continue lezione che tiene il maestro, mentre lo sviluppo delle abilità motorie, delle capacità coordinative e delle capacità condizionali deve essere affidato a personale esperto, meglio se diplomato ISEF, meglio ancora se in possesso di tale titolo di studio e con esperienza specifica.

Gli esercizi tecnico/fisici sviluppano notevoli capacità nell’allievo, dall'equilibrio statico e dinamico, alla coordinazione motoria, dal miglioramento dei tempi di reazione, allo sviluppo della percezione spazio-temporale, dalle capacità intellettuali, alle capacità decisionali ed intuitive.

Definire l'assalto di scherma come una partita a scacchi, non mi è mai piaciuto, è riduttivo, avete mai visto giocatori di scacchi cercare di colpirsi con le pedine? Si è vero, mentalmente la capacità di ragionamento dello scacchi si avvicina al pensiero dello schermidore che tira (termine usato per indicare un incontro di scherma), ma i ragionamenti devono essere fatti in condizioni estreme per il fisico, magari nel corso della terza frazione di un incontro di eliminazione diretta (gli incontri nell’eliminazione diretta durano tre frazioni di tre minuti effettivi fino ad un massimo di 15 stoccate) mentre l’atleta sta velocemente indietreggiando dall’avversario, dopo un scambio di parate e risposte a stretta misura, situazione in cui è un tantino più difficile ragionare rispetto alla comoda poltroncina che usano due giocatori di scacchi.

Ritengo la scherma uno sport estremamente completo sia per lo sviluppo fisico sia per quello psichico e sociale, garantisce un ottimo equilibrio emozionale ed è disciplina valido non solo per i più piccoli, ma anche per coloro che in età adulta vogliono mantenersi in forma magari con qualche ambizione agonistica.

Le competizioni vengono fatte dopo un periodo in cui l’atleta viene ritenuto in grado dal maestro di poter “condurre” dignitosamente un incontro, oltre alle lezioni con il maestro, quest’ultimo può valutare le attitudini dell’atleta facendogli fare numerosi combattimenti nella sala di scherma di appartenenza con compagni di parti età. Quindi dopo che il maestro lo riterrà opportuno, l’atleta potrà iniziare l'attività agonistica vera e propria (dai 10 anni di età) partecipando alle gare ufficiali

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organizzate dalla Federazione Italiana Scherma.

Gli schermitori vengono inseriti, a partire dalla categoria cadetti (dai 15 anni in su) nella classifica nazionale individuale (ranking) nella quale, in base ai piazzamenti e a punteggi acquisiti nelle gare nazionali, possono salire di categoria, dalla quarta (ultima) alla prima.

I bambini, a partire dai 6/7 anni di età fino all'età di 9 anni, svolgono attività schermistica ludica. In questo periodo si abituano alla disciplina sportiva, assimilano i movimenti e le nozioni tecniche di base e si abituano al confronto con gli altri.

Per l'incolumità fisica degli atleti, la scherma è uno degli sport più sicuri, l’atleta indossa una speciale divisa che garantisce una resistenza all'impatto di 800 Newton, una corazzetta (da indossare sotto la giacca medesima) della resistenza anch'essa di 800 Nw, una maschera in maglia di acciaio, con gorgiera per la protezione del collo, con una resistenza di ben 1600 Nw, calzettoni spessi, scarpe con suola in gomma antiscivolo, guanto di pelle a protezione della mano armata, inoltre le lame sono fabbricate con acciai speciali molto flessibili e resistenti alla rottura.

La società e la sala di scherma

Per avvicinarsi alla scherma è importante sapere come è strutturata una società e come è organizzata una sala di scherma.

Innanzi tutto le società di scherma non sono a fini di lucro, vengono agevolate nel loro sviluppo dalla F.I.S. la Federazione Italiana Scherma e fondamentalmente mantenute dai soci.

La società di scherma è costituita innanzitutto dal maestro di scherma, senza il quale l’attività schermistica non avrebbe modo d’esistere, quindi il Presidente, il Vice-Presidente i consiglieri, il segretario, ed i soci, la società quindi presenta uno statuto alla F.I.S. Naturalmente ci sono gli atleti che fanno parte dei soci.

Il Maestro di scherma normalmente si avvale, per la preparazione fisica e le attività ludico-motorie, di collaboratori i quali possono avere o meno esperienza, possono essere diplomati ISEF o oppure essere ex atleti aspiranti maestri di scherma.

L’attività schermistica si svolge nella “sala di scherma”, chiamata così in quanto in passato i maestri di scherma tenevano le lezioni di scherma in prestigiosi saloni nobiliari, oggi si può azzardare e chiamarla palestra di scherma, andando un po’ contro i maestri più tradizionalisti.

Per partecipare alle attività schermistiche è necessario un certificato medico, mentre per partecipare alla competizioni ufficiali della F.I.S. è obbligatorio il certificato medico per lo svolgimento delle attività agonistica.

Nello svolgimento delle attività schermistiche, gli atleti sono divisi in base all’età anagrafica, soprattutto fino all’età adolscenziale, e la loro attività si svolge, generalmente, nel seguente modo:

· preparazione fisica o attività ludico-motoria;

· pre-schermistica;

· lezione di scherma con il maestro di scherma;

· assalti in pedana, per chi ha acquistato capacità tecniche e fisiche tali che gli permettano di sostenere un incontro di scherma.

Nella palestra di scherma ci sono le pedane dove si svolgono le lezioni con il Maestro e gli incontri (altrimenti chiamati assalti) tra gli schermidori, quindi spesso è presente uno spazio per le attività fisiche e ludico-motorie ed attrezzature per il potenziamento muscolare. Le palestre hanno naturalmente gli spogliatoi che dovrebbero essere in regola con le norme sanitarie. In genere nelle palestre di scherma viene allestito un ufficio segreteria per svolgere le principali attività burocratiche, molte società di scherma hanno anche un sito internet.

Nel corso dell’anno la F.I.S. organizza competizioni a partire dai 10 anni in su, alle quali possono partecipare tutti gli atleti in regola con le norme sanitarie e con lo statuto della società.

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La Scherma è uno sport di combattimento nel quale due avversari si fronteggiano utilizzando il Fioretto, la Spada o la Sciabola. Per motivi di guerra, addestramento, spettacolo, onore, piacere o sport, la Scherma è stata praticata fin dai tempi antichi usando una grande varietà di armi: la spada romana, la sciabola giapponese, la scimitarra turca, la spada carolingia, lo stocco spagnolo, fino al moderno fioretto elettrico.Un bassorilievo egiziano dei tempi di Ramsete III ritrae degli schermidori che indossano delle maschere e hanno armi piegate sulla punta. Nel Medioevo le regole per i tornei furono messe per iscritto. La Scherma divenne popolare in Spagna nel XV secolo e, nel 1567, Carlo IX, re di Francia, creò l'Accademia dei Maestri d'Arme.Il fioretto, la specialità considerata più elegante e che richiede grande abilità, apparve per la prima volta nel XVII secolo. Nel XIX secolo, nonostante i duelli fossero stati banditi e fossero diffuse le armi da fuoco, i romanzi di Féval, Dumas e Scott che raccontavano avventure di cappa e spada affascinavano il pubblico e riportarono alla ribalta la Scherma.In Francia, l'Ecole de Joinville, fondata nel 1852, iniziò ad addestrare studenti e contribuì a far diventare la scherma un vero sport. La Scherma - con fioretto e sciabola – fu inclusa nei primi giochi delle Olimpiadi moderne (Atene 1986), mentre la spada fu aggiunta nel 1900.A parte l'introduzione dei segnali elettrici, le regole e le tecniche alla base di questo sport discendono direttamente dalla storica arte di maneggiare la spada in

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combattimento e in duello.

Il Profilo dello Schermidore 

La scherma nel duello forense

Giancarlo Toràn

6/5/2009

Un articolo sulla scherma, in una rivista giuridica: una sfida stimolante per chi scrive, prima ancora che un punto di vista insolito, offerto al lettore.Uno sport così antico, ai giorni nostri potrebbe apparire quasi anacronistico. Eppure, come indicano le indagini di mercato, la scherma è posizionata ben in alto nell’immaginario collettivo: anche se, per fortuna, l’idea del duello sul terreno, come strumento per risolvere le vertenze, è ormai tramontata, speriamo definitivamente.

Sarà per merito di Zorro e D’Artagnan, o delle favolose botte segrete, o della reputazione un po’ elitaria di uno sport praticato da una minoranza, o dei suoi straordinari campioni: eppure la scherma tiene, e coinvolge soprattutto chi la pratica. Anzi, negli ultimi anni, sta conquistando nuovi territori, in primo luogo nel campo della formazione. Come mai?

Siamo abituati a pensare alla scherma, arte marziale, in termini di stoccate, parate, risposte, cavazioni. E dimentichiamo quello che dicevano gli antichi Maestri: la scherma è una! Che la si pratichi col fioretto, la spada o la sciabola, col bastone o con la katana, con i pugni o con le parole, non può ridursi ad una collezione di tecniche. E’ un’arte, in cui non prevale necessariamente il più forte, o il più alto, o il più veloce: le categorie di peso qui non esistono, come invece accade negli altri sport di combattimento. Non la forza, ma la mente e il cuore, fanno la differenza.

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Foto Kunz: Italia (Matteo Betti) vs Hong Kong

Mente e cuore, prima del fisico e della tecnica, devono essere al meglio, prima di un duello: ieri, sul terreno, oggi sulle pedane sportive. Uno schermidore è addestrato a fare proprio questo, superate le fasi iniziali, in cui una certa base fisica e tecnica è pur necessaria: ma non è scherma, la sua, se non oltrepassa le porte della tattica, che nel nostro ambito si chiama, appropriatamente, la seconda intenzione.

Perché sia chiaro dove voglio andare a parare, sarà bene definire un po’ meglio questo concetto, tanto abusato quanto poco compreso. I duellanti, chiamiamoli così, non possono essere studiati separatamente: formano un sistema unico, in cui ognuno dei due prende le proprie decisioni sulla base delle azioni che vede fare dall’altro. Da quelle azioni, deve comprendere le intenzioni: perché l’altro, che è l’avversario, non vorrà rivelarle, e farà di tutto perché non le si scopra se non quando è troppo tardi, e la stoccata è partita. E non vorrà aiutarci a raggiungere i nostri fini, cui anzi si opporrà in ogni modo. Studio, memoria, valutazione, decisione, ben sapendo che l’essenza della tattica è l’inganno.

E con la lealtà, tradizionalmente associata all’immagine romantica dello schermidore, come la mettiamo? Semplice: ognuno sa che l’altro può ingannarlo, ma nell’ambito di un sistema di regole condivise. Si adoperano tutti gli strumenti leciti, si colpisce, ma il rispetto dell’altro non viene mai meno. 

Un duello potrebbe apparire, e in fondo, in parte, lo è, come una partita a scacchi: ma giocata ad altissima velocità. Pensate: le informazioni vengono in massima parte da un avversario, che me ne dà poche e volutamente ingannevoli. Il tempo a disposizione è minimo, frazioni di secondo, eppure devo decidere, ed agire, senza lasciarmi paralizzare dall’incertezza.

Scelta di tempo, senso della distanza, ovvero misura, e velocità: queste sono le tre virtù principali dello schermidore, e senza di queste non c’è scherma. Il tempo ridottissimo, poi, sollecita al massimo non solo le capacità elaborative e attenzionali della mente, ma anche le nostre emozioni, che devono essere messe sotto controllo: sono fonte di grande energia, ma possono portarci rapidamente al disastro.Infine, pur se con un differente linguaggio, i duellanti comunicano. La padronanza del linguaggio del corpo e dei ferri, la capacità di individuarne le sfumature, e di trasmettere i segnali voluti, e solo quelli, dona a chi la possiede un grande vantaggio.

Un altro passo, ora, per avvicinarci alla meta. Nella scherma sportiva le specialità sono tre: spada, sciabola e fioretto. La materialità del colpo, oggi, è verificata elettronicamente: quando si tocca, si accende una lampadina, dal lato giusto. Ma se la spada accetta anche il colpo delle due vedove, definito più prosaicamente colpo doppio, assegnando un punto per ciascuno, nel fioretto e nella sciabola questo non accade. Quando il colpo doppio si verifica, l’arbitro stabilisce, applicando laconvenzione, chi ha ragione e chi ha torto. Ad esempio, se uno dei due parte per primo in attacco, e l’altro, anziché parare e rispondere,tirare, la ragione è del primo, e l’altro colpo non viene considerato.

Vi sarà facile immaginare, a questo punto, quanta importanza assuma l’arbitro nelle armi convenzionali, fioretto e sciabola, e come spesso si accenda la discussione sulla correttezza delle sue decisioni. In effetti, nella zona grigia ed indefinita che nasce dai limiti di ogni regola, ampia o ristretta che sia, le vere regole del giococonto.

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Ed ecco che a me, profano del settore, saltano agli occhi le similitudini con quello che possiamo definire, credo senza tema di smentite, come ilconfrontano in un gioco serrato, ma la decisione sulla stoccata, e sulla vittoria, spetta ad un terzo, al giudice. Saper comunicare efficacemente con lui, anche sotto l’aspetto non verbale, è essenziale.

La posta in gioco sollecita non solo le capacità tecniche delle parti, ma anche quelle emotive: principalmente, ma non solo, dell’imputato, e in misura tanto maggiore quanto più il tempo a disposizione si riduce.

Oltre alla necessaria competenza tecnica, ecco quindi evidenziarsi l’abilità tattica, la capacità di utilizzare al meglio gli strumenti di comunicazione, verbali e non verbali, l’autocontrollo emotivo. In altre parole, la scherma.

Ora che l’ardito paragone è stato messo sul tavolo, sorge spontanea la domanda: c’è qualcosa, nel mondo della scherma attuale, che possa tornare utile a chi si appresta a sostenere duelli di altro genere, e quelli forensi, in particolare? Direi proprio di sì: prova ne sia il fatto che sempre più spesso, negli ultimi anni, la scherma è utilizzata nei corsi di formazione aziendale, per

quadri e dirigenti di ogni livello; e riscuote un successo di cui - non dovrei dirlo - sono stato il primo a sorprendermi. Mi sono dovuto ampiamente ricredere.

Mi riferisco agli interventi cosiddetti di outdoor training, in cui, in poche ore, dopo aver appreso alcune elementari nozioni tecniche, grazie a realistici ma non pericolosi attrezzi di plastica – fioretti e maschere - i praticanti sperimentano, guidati da un esperto, varie tecniche mentali: rilassamento, concentrazione, potere del linguaggio interno, la scelta del tempo e il controllo della misura, la presa di decisione in tempi rapidi, il differente funzionamento dei due emisferi cerebrali, per dirne solo alcune. E potremmo continuare con la visione periferica, la prossemica, i segnali di accesso alle rappresentazioni interne... mondi, da cui spesso sgorgano le inaspettate soluzioni ai problemi della geometria assolutamente non euclidea delle relazioni umane.

Non è possibile, in questa sede, sviscerare temi così ricchi di implicazioni e prospettive. Ma almeno un piccolo esempio di scherma mentale senz’arma, e quindi di tattica, vorrei pur farlo, prima di concludere.

Mi è molto caro, perché rivelatore, un gioco che talvolta propongo ai miei allievi, per mostrar loro come il semplice ordine di presentazione dei dati possa determinare la direzione di una ricerca, e quindi di una decisione, a maggior ragione quando c’è poco tempo per pensare. 

Sono costretto a proporvelo, qui, nell’ordine sbagliato, invitandovi a sottoporre il gioco, nella giusta sequenza, e poi di nuovo, ma nell’ordine sbagliato, a persone diverse: per osservare le differenze, e godervene gli effetti.

Disegnate su un foglio un quadrato, e chiedete a qualcuno di dividerlo in cinque parti uguali, con qualche tratto di penna: il compito sarà, in genere, eseguito senza difficoltà, tracciando nel quadrato quattro linee parallele equidistanti.

Provate di nuovo, ora, con un’altra persona, che non abbia assistito a questo primo esperimento. Prima, però, di porgli il problema, ponetegliene un altro: disegnate una forma composta da tre quadrati contigui, confinanti per un lato, disposti ad L, e chiedete di dividerla in quattro parti uguali e sovrapponibili. E’ un compito non facilissimo, e si risolve dividendo la forma principale in quattro forme simili, ma più

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piccole: dividendo ognuno dei tre quadrati in quattro quadratini più piccoli, e prendendone solo tre, disposti ad L, come nella forma più grande.

Qualcuno ci arriverà, ma non subito. Altri avranno bisogno di un aiuto. A questo punto, e solo a questo punto, proponete alle stesse persone la divisione del quadrato in cinque parti uguali e sovrapponibili, senza aggiungere altro. E godetevi la scena: la soluzione del problema, altrimenti facilissima, diverrà d’improvviso ardua, e per alcuni addirittura impossibile. La mente è stata opportunamente orientata, e con notevole facilità. Si è creato ad arte un pregiudizio, col solo mezzo dell’ordine di presentazione dei problemi, e la soluzione corretta è divenuta quasi invisibile.

Non è questo, ovviamente, l’invito ad utilizzare certe tattiche per stravolgere i risultati, nel corso del dibattito forense, come in altri ambiti. Ma è pur vero che per difendersene, bisogna pur conoscerle. Non vi pare? Ritorneremo sull’argomento più avanti.

Proviamo, ora, sia pur molto sommariamente, ad esaminare più da vicino il vero e proprio duello forense: quello che si svolge, arbitro il Giudice, fra l’Accusa e la Difesa. Osservazioni, è bene dirlo, dal punto di vista di in maestro di scherma, che in tema di diritto si dichiara del tutto incompetente.

Iniziamo col notare che il duello è asimmetrico: una parte, il Pubblico Ministero, ha il compito di accusare, cioè di attaccare; mentre l’altra, duplice, perché comprende imputato e avvocato della difesa, deve, appunto, difendersi. Un gioco individuale, contro un gioco di squadra, con l’obiettivo di accertare la verità processuale, quella che resterà nelle carte, che non sempre coincide con la realtà dei fatti: di cui ha assoluta certezza, quasi sempre, solo l’imputato.

Dovremmo ipotizzare, se vivessimo sulla luna, che entrambe le parti siano desiderose di far trionfare la verità assoluta, che non esiste. Quel che accade, invece, è che una verità plausibile emerge proprio dal tiro alla fune tra le parti: in cui ognuno, con tutti gli strumenti a sua disposizione, tenta di esaltare o di attenuare, nei limiti del possibile, le conseguenze a lui favorevoli o sfavorevoli di un passaggio, o dell’intero dibattimento.

Quando però gli argomenti, pro o contro, non sono poi così netti da determinare l’esito del confronto, sarà l’abilità dei contendenti a spostare l’ago della bilancia, trasformando una situazione di possibile stallo nella vittoria di una delle parti.

Il sistema, come già abbiamo notato, può essere analizzato correttamente solo nell’insieme. Lo scindiamo per necessità di analisi, tenendo ben presente che il senso del tutto ce lo darà solo l’interazione fra le parti. I suggerimenti, poi, sarebbero di utilità per tutti: è solo questione di accento.

Il Giudice ha il compito di tirare le somme, e di essere imparziale: nei limiti delle umane possibilità. Ma non è una macchina, e per quanto esperto e consapevole, avrà anche lui i suoi limiti, e i suoi piccoli pregiudizi. Brutta parola, pregiudizi: ma è il nostro modo di funzionare, e se davvero non ne avessimo, dovremmo ogni volta riesaminare tutto daccapo. Chiamiamoli “le nostre convinzioni”, e tutto ci apparirà sotto una luce migliore.Uno schermidore deve tener conto dell’arbitro, della sua sensibilità e del suo modo di giudicare, adeguando le sue azioni di conseguenza. Tenterà di entrare in sintonia con l’arbitro, nella speranza di ottenere un giudizio favorevole, nei casi dubbi. Ad esempio, i più furbi si dichiarano toccati, ancor prima del giudizio arbitrale, quando la botta è evidente: sperando che il loro silenzio, nei casi dubbi, induca l’arbitro, che ha le sue incertezze, a pronunciarsi a loro favore.Il Giudice deve prendere decisioni importanti per la vita delle persone: gli consiglierei, da schermidore, di approfondire la conoscenza delle tecniche manipolatorie, di cui si può fare cattivo uso, anche nei suoi confronti. 

Il Pubblico Ministero, l’attaccante, ha di fronte un imputato che, per definizione, è innocente, fino a prova contraria: una prova che non ha nessuna intenzione di fornire, se esistesse.L’accusatore deve formarsi una sua convinzione, dall’esame delle prove e degli indizi: ivi compresi quelli che l’accusato gli fornisce durante l’interrogatorio. Dovrà essere, quindi, attento osservatore, inquadrando rapidamente la personalità dell’accusato, e fare buon uso della tattica, per sfruttarne i punti deboli. Dovrà saper cambiare il ritmo e l’intensità degli attacchi, lavorando sulla resistenza dell’imputato che, se in difetto, e carente nell’autocontrollo, prima o poi potrebbe cedere, o contraddirsi, aprendo crepe che sarà possibile in seguito allargare.Al Pubblico Ministero suggerirei di approfondire la comprensione del linguaggio del corpo, nelle sue minime sfumature. I segnali di accesso alle rappresentazioni interne, ad esempio, aiutano a comprendere se l’imputato è sincero, o mente, o è in imbarazzo e nasconde qualcosa, e permettono di meglio orientare l’interrogatorio, spingendo sui punti sensibili.Lo schermidore esperto, per rivelare segnali ed intenzioni, si serve delle provocazioni: azioni portate con realismo, ma senza l’intenzione di toccare, che costringono l’avversario a reagire, scoprendosi.

La Difesa, infine, richiede un accorto gioco di squadra. Molti pensano che la scherma sia uno sport squisitamente individuale: anche negli incontri a squadre, in fondo, si è da soli in pedana, contro un solo avversario. Il gioco di squadra, però, non lo si vede solo nel momento conclusivo: richiede anche una lunga e meticolosa preparazione di tutti i componenti di un team, con particolare attenzione alle loro interrelazioni. Un avvocato convinto dell’innocenza del cliente, si spenderà al meglio. Un imputato convinto dell’abilità del suo avvocato, manifesterà sicurezza nei momenti cruciali. Ad entrambi, ma soprattutto all’imputato, consiglierei di lavorare sulle tecniche di autocontrollo, partendo dal rilassamento generale e dalle tecniche di respirazione, per arrivare ad un’ottima pianificazione di tutte le possibili eventualità processuali: per non essere mai colti di sorpresa, e conoscere in anticipo le migliori risposte da dare. E’ quel che fa, o dovrebbe fare, ogni schermidore prima di una gara: un assalto di scherma dura pochissimi minuti di tempo effettivo. Una reazione emotiva al momento sbagliato, e si può accumulare uno svantaggio difficilmente recuperabile.

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Due parole, infine, per concludere, sull’idea di manipolazione, dai connotati apparentemente molto negativi. Lo schermidore, ne sia consapevole o no, se ne serve correntemente. Le sue azioni, le sue finte, addirittura le stoccate già prese o messe a segno, concorrono a determinare le decisioni dell’avversario. Queste azioni non sono lasciate al caso, quindi la manipolazione della mente dell’altro non solo è reale, ma anche voluta.Nella dialettica dei rapporti umani, e quindi anche di quelli processuali, la manipolazione, che sarà meglio definire come influenza sugli altri, è moneta corrente.Nella normale comunicazione, affermano gli esperti, la parte verbale è pari ad un misero sette per cento, mentre la parte paraverbale e quella non verbale rappresentano il restante novantatré per cento: resta fuori dal campo della coscienza, quindi, la maggior parte del contenuto dell’informazione, che però passa, e agisce sull’altro. Lo influenza, o lo manipola, fate voi. 

Grande, perciò, in ogni caso, è il vantaggio di chi meglio comprende e sa utilizzare i propri strumenti di comunicazione, e sa valutare quelli dell’interlocutore. L’uso che saprà e vorrà farne non sarà limitato dalla terminologia – influenza o manipolazione – né dalle leggi, ma solo dall’etica personale.

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Fioretto È forse l'arma più elegante. Il fiorettista è un atleta leggero e riflessivo, che necessita più di agilità e di buone capacità tattiche che di una massa muscolare troppo imponente; proprio per questo il fioretto attrae in particolar modo i bambini, che scelgono quest'arma per iniziare il loro viaggio nel mondo della scherma agonistica. Il bersaglio del fioretto, coperto da un giubbetto conduttivo, comprende il busto escluse braccia, gambe e testa, e può essere colpito solo di punta. Inoltre nel fioretto vige la "convenzione": si tratta di una serie di regole che disciplinano l'attribuzione del punto all'atleta che attacca per primo l'avversario o a quello che, subito un attacco, para e risponde o, infine, a quello che ha l'arma "in linea" (ovvero con il braccio disteso e la punta rivolta al petto dell'avversario). In caso di attacco simultaneo, il punto non viene attribuito: anche per stabilire questo, il ruolo del giudice di gara è fondamentale, in quanto deve ricostruire l'azione ed assegnare il punto. Nel fioretto si tocca l'avversario con la punta dell'arma, che ha sulla sommità un bottone sostenuto da una molla: per segnalare il colpo deve essere esercitata una pressione di almeno 500 grammi.

Sciabola È molto più veloce ed istintiva delle altre due discipline. Lo sciabolatore deve avere un'ottima resistenza fisica e grande mobilità nelle gambe, inoltre deve avere il pregio di riuscire a riflettere sulle sue azioni e, naturalmente, su quelle dell'avversario, nel minor tempo possibile. Il bersaglio della sciabola comprende busto, comprese le braccia, e la testa, e si può colpire di punta, di taglio e di controtaglio. La sciabola è preferita dai ragazzi, forse perché più muscolare delle altre due armi, ma da

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diversi anni è praticata da molte ragazze.

Spada È l'arma forse più praticata, oltre ad essere quella più rappresentativa del duello terreno; è un arma molto complessa ad alti livelli, ed in effetti il suo bersaglio comprende tutto il corpo, nulla escluso; si può colpire solo di punta: come nel fioretto sulla sommità dell'arma c'è un bottone, che viene azionato da una pressione di almeno 750 grammi. La bellezza della spada risulta palese solo se praticata da schermidori di alto livello, anche se la facilità di inizio ed il fatto che al contrario delle altre due armi non vi sia la convenzione la rende allettante soprattutto per i neofiti.Nella spada esiste anche il colpo doppio, possibile entro 40-50 millisecondi (scesi a 17-20 millisecondi con un nuovo regolamento) e per il quale viene assegnato un punto a ciascun schermidore.