SCHEDE OPERATIVE FOTOCOPIABILI Sussidi Riservati...
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SCHEDE OPERATIVE FOTOCOPIABILI
Maggio 2016
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Synthesis• Intelligenza è saper far parlare le cose mute: un reperto archeologico, un referto medico; una cellula al microscopio, un manoscritto alla lente d’ingrandimento.
• Anche un libro e un messaggino lo sono: da soli non parlano! E perfi no la Bibbia: per leg-gerla, occorre l’intelligenza delle Scritture. E ce ne vuole anche per ridere!
SmileMentre era in viaggio per Smirne, abba Callisto smarrì la strada. Dalla solitudine più assoluta
spuntò a un tratto un viandante, e abba Callisto se ne ralle-grò molto. «Scusa, fratello», gli chiese, «sapresti indicarmi la strada per Smirne?». «Ma se tutti gli asini lo sanno!», rispose costui, sgarbato. «Appunto, per questo l’ho chiesto a te».[R. KERN, Arguzie e facezie dei padri del deserto]
AttivitàGodiamoci la piccola antologia di arguzie e facezie dei padri del deserto che troviamo in questa pagina.
• Oltre a leggerle, possiamo… mimarle, illustrarle, inven-tarne di altre, vedere chi si ricorda quelle delle schede pre-cedenti (e a che dono dello Spirito erano collegate), prova-re a spiegare perché fanno ridere.
Smile extra/1Disse un giorno abba Pambo: «Il poco che so lo devo alla mia ignoranza».
Smile extra/2Vedendo quanto poco gli ave-vano dato i molti studi fatti da giovane ad Alessandria, abba
Ermete disse: «Se nasco un’altra volta, studio da ignorante anch’io».
Smile extra/3«Termino qui la mia let-tera», scrisse un giorno abba Daniele a un fratel-
lo, «perché ho un freddo tale ai pie-di che non riesco a tenere in mano la penna».
Smile extra/4Chiesero un giorno a un anziano: «Abba, perché quando il tuo compagno di cella can-ta i salmi, tu ti metti sempre alla fi nestra?».
«Perché non voglio che si pensi che lo sto torturando».
Smile extra/5Anche fra i padri del deserto, come dappertutto, c’erano fra-telli angustiati per la propria sa-
lute. Uno di questi, di nome Dioscoride, era solito far visita ad abba Elia ogni settimana. Costui, uomo paziente e comprensivo, per prima cosa si informava della sua salute. E Dioscoride, immancabilmente diceva: «Ho lo stomaco come rosicchiato da mille formi-che». E un’altra volta: «Mi sembra di avere come una pesante nube nel cervello». E un’altra volta ancora: «Le mie ossa sono de-boli come canne palustri». Sempre, abba Elia lo confortava esortandolo a confi dare in Dio.Una volta Dioscoride non si fece vedere per un intero mese. Abba Elia stette in grande apprensione. E quando Dioscoride si rifece vivo, subito gli domandò: «Fratello, che gran pena ho avuto per te! È successo qualcosa?».«No. Sono stato ammalato».
SCHED
E BLU
Illustrazioni di FABRIZIO ZU
BANI