SCHEDA TEMATICA PER IL SEMESTRE EUROPEO · Ai fini del corretto funzionamento dell’economia è...
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1. INTRODUZIONE
La sostenibilità delle finanze pubbliche, denominata anche
sostenibilità di bilancio, indica la
capacità di un governo di mantenere, a lungo termine, le attuali politiche in
materia di spese, quelle fiscali e di altro genere senza compromettere la
propria solvibilità o diventare inadempiente in relazione ad alcuni
impegni o spese previste.
La crisi recente ha dimostrato tutta
l’importanza della sostenibilità di bilancio. Nondimeno, la sostenibilità delle
finanze pubbliche non è un problema collegato a circostanze specifiche, bensì
una questione che incide sull’equità intergenerazionale incarnando altresì
principi applicabili in qualsiasi momento
e a tutti i governi, a prescindere dal loro indebitamento attuale. Ai fini del corretto
funzionamento dell’economia è essenziale tenere sotto controllo il debito
pubblico e conservare la capacità di emettere titoli di debito, qualora
necessario. È necessario che gli Stati membri siano in grado di adeguarsi a
circostanze impreviste che esulano dal
controllo del governo, come le forti oscillazioni del ciclo economico o le crisi
economiche. Vi sono poi ulteriori motivi che invitano alla cautela1, quali una
1 Obstfeld, M. (2013), “On Keeping Your
Powder Dry: Fiscal Foundations of Financial and Price Stability”, IMES institute for monetary and economic studies, Bank of
Japan, Discussion Paper n. 2013-E-8; Fournier J. M., e Fall, F. (2015), “Government
limitata capacità di ottenere entrate fiscali dall’economia, aspetti di economia
politica che ostacolano il consolidamento, nonché il fatto che le riforme strutturali
riscuotono maggiore successo nei paesi caratterizzati da solide posizioni di
bilancio iniziali.
In tale contesto, il deterioramento delle
posizioni di bilancio e gli incrementi del debito pubblico registrati nell’UE a
partire dal 2008, unitamente alle pressioni sul bilancio dovute
all’invecchiamento demografico, si
aggravano a vicenda e rendono la sostenibilità di bilancio una sfida
strategica urgente. Al livello aggregato dell’UE, i rapporti debito pubblico/PIL
stanno diminuendo sin dal 2014; per contro, in diversi paesi dell’UE, gli oneri
relativi al debito pubblico restano elevati a causa degli effetti della crisi.
Pertanto, affinché i paesi della zona euro e l’UE nel suo complesso possano
formulare, laddove necessario, risposte strategiche adeguate e intese al
rafforzamento della solvibilità di bilancio, è essenziale analizzare i potenziali
sviluppi del debito pubblico e i rischi per
la sostenibilità di bilancio. I recenti avvenimenti, in particolare la crisi del
debito sovrano, che ha ostacolato l’accesso al mercato da parte di alcuni
paesi dell’UE, hanno confermato che le
Debt and Fiscal Frameworks”, OECD Working Paper, ECO/CPE/WP1(2015)7/ANN2; Eyraud, L., e Wu, T. (2015), “Playing by the Rules:
Reforming Fiscal Governance in Europe”, IMF Working Paper WP/15/67.
SCHEDA TEMATICA PER IL SEMESTRE EUROPEO
SOSTENIBILITÀ DELLE FINANZE
PUBBLICHE
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sfide connesse alla sostenibilità di bilancio non sono soltanto di lungo
periodo. È fondamentale ricostituire con
tempestività le riserve di bilancio, anche tramite un prevedibile aumento dei tassi
d’interesse, allo scopo di assorbire i nuovi shock all’atto della loro insorgenza.
Nella zona euro e nell’UE le previsioni di
bilancio complessive continuano a migliorare2: si prevede che nel 2017 il
rapporto disavanzo/PIL3 scenda all’1,1%
nella zona euro e all’1,2% nell’UE e che tale tendenza prosegua fino al 2019,
quando detto rapporto dovrebbe attestarsi allo 0,8% nella zona euro e
allo 0,9% nell’UE4. Grazie alla riduzione dei disavanzi e ad “effetti valanga”
favorevoli, il rapporto debito/PIL nella zona euro e nell’UE sta diminuendo fin
dal 2014. Si prevede che nel 2017
scenda all’89,3% nella zona euro e all’83,5% nell’UE e che continui a
diminuire raggiungendo nel 2019, rispettivamente, l’85,2% e il 79,8%.
Queste migliori prospettive per la riduzione della leva finanziaria nel
settore pubblico sono sostenute dalla crescita nominale del PIL e da tassi
d’interesse ai minimi storici. Tuttavia, le
situazioni economiche e di bilancio attuali e future dei paesi dell’UE variano
notevolmente le une dalle altre. Pertanto, l’adeguata combinazione di
politiche, necessaria per garantire la sostenibilità di bilancio, mostra anche
caratteri di specificità, a seconda delle sfide che ciascun paese si trova ad
affrontare5.
2 Commissione europea (2017), “Autumn
2017 European Economic Forecast”. 3 Rappresenta il saldo di bilancio nominale. 4 Per maggiori informazioni sulla posizione
di bilancio della zona euro e dell’UE cfr. Commissione europea (2016), “Analisi annuale della crescita 2017”. 5 La presente scheda non comprende la Grecia, che sta attuando un programma di aggiustamento. Le prospettive
macroeconomiche e di bilancio dei paesi
interessati da programmi di tal sorta sono valutate con maggiore frequenza rispetto agli altri Stati membri. Anche il lasso temporale
preso in esame nelle previsioni per questi paesi differisce da quello considerato per gli
Infine, la sostenibilità delle finanze pubbliche nell’UE è strettamente
connessa ai principi sanciti dai trattati, al
patto di stabilità e crescita (PSC) e al processo di sorveglianza multilaterale
attuato tramite il semestre europeo nell’ambito di un quadro di cooperazione
tra la Commissione e gli Stati membri.
La parte restante della presente scheda è strutturata come segue: la sezione 2
delinea le sfide connesse alla
sostenibilità delle finanze pubbliche, la sezione 3 analizza le leve strategiche e la
sezione 4 esamina lo stato delle politiche.
2. SFIDE
Nel valutare la sostenibilità di bilancio occorre prestare la dovuta attenzione al
livello attuale e futuro del debito pubblico in essere. I paesi con un debito
pubblico elevato sono più vulnerabili alle fasi di congiuntura negativa e agli shock
dei tassi d’interesse. In mancanza di
un’eccedenza primaria sufficientemente elevata - situazione che potrebbe
rivelarsi difficile da mantenere nel corso del tempo - il debito pubblico potrebbe
essere insostenibile anche in assenza di un invecchiamento della popolazione.
Pertanto, un elevato debito pubblico in essere può mettere a rischio la
sostenibilità di bilancio
indipendentemente dalle spese a lungo termine dovute al suddetto
invecchiamento.
Nel 2017, oltre la metà dei paesi dell’UE mostra un rapporto debito pubblico/PIL
superiore alla soglia stabilita dal trattato
(60% del PIL). Tuttavia, in linea di massima, il pieno rispetto delle norme di
bilancio previste dal patto di stabilità e crescita (ossia lo scenario del PSC)
consentirebbe a tutti i paesi di registrare nel 2028 un rapporto debito/PIL inferiore
rispetto a uno scenario di politiche di bilancio invariate (figura 1). Inoltre, in
caso di detto pieno rispetto, il rapporto
debito/PIL non aumenterebbe in nessuno Stato membro all’orizzonte 2028.
altri Stati membri e presuppone la piena attuazione del programma di aggiustamento.
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Figura 1 – Proiezioni del debito pubblico lordo nello scenario del PSC rispetto allo scenario di base di politiche di bilancio invariate (% del PIL)
Scenario del PSC
Scenario di base di politiche di bilancio invariate
Fonte: servizi della Commissione.
Note: sulla base dei dati previsionali della Commissione dell’autunno 2017; proiezioni del debito lordo in scenari
differenti sono disponibili nella valutazione della Commissione del programma di stabilità di ciascun paese
all’indirizzo:
http://ec.europa.eu/economy_finance/economic_governance/sgp/convergence/index_en.htm.
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L’approccio multidimensionale adottato dalla Commissione nella valutazione
della sostenibilità di bilancio integra
l’esame a più lungo termine con una valutazione delle sfide e dei rischi più
immediati; sia l’analisi di lungo termine sia quella di breve termine sono
sostenute da indicatori adeguati, in grado di segnalare le dimensioni e la
portata delle sfide per la sostenibilità, come riportato di seguito6:
le sfide di bilancio a breve termine sono analizzate per mezzo
dell’indicatore S0: tramite una serie ponderata di indicatori finanziari, di
bilancio e di macrocompetitività, l’indicatore S0 sfrutta il potere di
segnalazione delle proprie componenti7 per individuare stress di
6 Per una descrizione tecnicamente più dettagliata degli indicatori illustrati si rimanda alla versione più recente del monitoraggio
della sostenibilità del debito e alla relazione sulla sostenibilità di bilancio della Commissione europea: cfr. Commissione
europea (2017), “Debt Sustainability Monitor
2016”, direzione generale degli Affari economici e finanziari (DG ECFIN), European
Economy, Institutional Paper 063| 2017, all’indirizzo https://ec.europa.eu/info/publications/economy-finance/debt-sustainability-monitor-
2016_en, e Commissione europea (2016), “Fiscal Sustainability Report 2015”, DG ECFIN, European Economy Institutional
Paper 018/2016, all’indirizzo http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/eeip/pdf/ip018_en.pdf. 7 Nell’indicatore composito S0 è ponderata un’intera serie di variabili economiche; le variabili utilizzate sono, dal lato del bilancio: saldo di bilancio, saldo di bilancio primario,
saldo di bilancio corretto per il ciclo, saldo di bilancio primario di stabilizzazione, debito pubblico lordo (livello e variazione), debito
pubblico a breve termine, debito pubblico netto, fabbisogno finanziario lordo, variazione della spesa pubblica, variazione della spesa
per consumi finali delle amministrazioni pubbliche (tutti in percentuale del PIL), più il differenziale tra il tasso d’interesse e il tasso
di crescita e, dal lato finanziario e della
macrocompetitività: posizione patrimoniale netta sull’estero, risparmi netti delle famiglie, debito del settore privato, flussi creditizi del
settore privato, debito a breve termine delle società non finanziarie, debito a breve
bilancio ed emettere per tempo segnalazioni di rischi entro un arco
temporale di un anno;
le sfide di bilancio a medio
termine sono misurate per mezzo dell’indicatore S18: l’indicatore del
divario di sostenibilità a medio termine S1 esprime lo sforzo
preventivo di bilancio necessario per portare il rapporto debito/PIL al 60%
entro il 2032, comprese eventuali
spese supplementari come il costo dell’invecchiamento9 10;
le sfide di bilancio a lungo
termine sono valutate per mezzo dell’indicatore S2: questo indicatore
del divario di sostenibilità a lungo
termine esprime l’aggiustamento di bilancio preventivo e permanente
necessario per stabilizzare il rapporto
termine delle famiglie, media mobile delle
partite correnti nei tre anni precedenti (tutti
in percentuale del PIL), costruzioni (in percentuale del valore aggiunto), tasso di
cambio effettivo reale verso 35 partner commerciali e sulla base del deflatore delle esportazioni (variazione percentuale in un periodo di tre anni), costo unitario nominale
del lavoro (variazione percentuale in un periodo di tre anni), curva dei rendimenti, crescita reale del PIL e PIL pro capite in PPA
(in percentuale del livello degli USA). 8 La valutazione delle sfide di bilancio a medio termine si fonda anche sull’analisi della
sostenibilità del debito condotta dalla Commissione europea (cfr. la relazione sulla sostenibilità di bilancio 2015 citata nella nota 6). 9 Lo sforzo di bilancio è misurato in termini di miglioramento del saldo primario strutturale (SPS) cumulato nei cinque anni
successivi alla previsione e poi mantenuto per dieci anni. Il SPS è il saldo di bilancio di un paese al lordo dei pagamenti di interessi e
corretto per dinamiche circostanziali, come i fattori relativi alle misure connesse al ciclo economico, una tantum o temporanee. 10 Sulle più recenti stime dei costi di bilancio
dell’invecchiamento cfr. Commissione europea (2015), “The 2015 Ageing Report. Economic and budgetary projections for the
EU 28 Member States (2013-2060)”, DG ECFIN, European Economy 3/2015.
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debito/PIL in un periodo infinito, inclusi i costi dell’invecchiamento11.
Questa serie di indicatori è utilizzata nell’ambito della valutazione della
Commissione dei piani di bilancio dei paesi dell’UE nel quadro del patto di
stabilità e crescita12. Essi permettono di valutare in che misura occorre applicare
grandi aggiustamenti strategici nell’immediato o in futuro, nonché il tipo
di aggiustamento strategico richiesto (di
bilancio, strutturale o una combinazione dei due). È necessario analizzare come
affrontare la sfida della sostenibilità nel medio - lungo periodo, con uno studio
che prevede due fasi:
individuare in che misura sussiste
una grave sfida per la sostenibilità di bilancio;
stabilire la natura della sfida allo scopo di elaborare strategie adeguate
per porre rimedio alla situazione. A tal fine si analizzano i livelli di
disavanzo e debito relativi, attuali e futuri, nonché le pressioni future
sulla spesa dovuta all’invecchiamento
all’interno dell’UE, in particolare per quanto riguarda le pensioni, la sanità
e l’assistenza a lungo termine13.
La sostenibilità di bilancio è valutata separatamente e non in modo meccanico
per ciascun intervallo di tempo tenendo
conto di fattori e qualificatori supplementari, compresi quelli specifici
per paese.
11 L’aggiustamento previsto dall’indicatore S2 potrebbe portare a una stabilizzazione del
debito a livelli relativamente elevati; pertanto, in considerazione dei requisiti del PSC, deve essere utilizzato con una certa
cautela in paesi con debito pubblico elevato. 12 Cfr. la valutazione della Commissione europea dei programmi di stabilità o
convergenza nel documento di lavoro dei servizi della DG ECFIN all’indirizzo http://ec.europa.eu/economy_finance/economic
_governance/sgp/convergence/index_en.htm. 13 Cfr. Commissione europea (2014), “Identifying fiscal sustainability challenges in the areas of pension, healthcare and long-
term care policies”, European Economy, Occasional Papers n. 201|2014.
2.1. Sfide di bilancio a breve termine (indicatore S0)
I valori dell’indicatore S0 superiori alla soglia segnalano potenziali rischi a breve
termine per il bilancio. L’analisi delle variabili individuali e dei loro valori in
relazione alle rispettive soglie consente di individuare con maggiore precisione i
rischi a breve termine per il bilancio specifici per paese. I paesi che nel 2017
registrano un valore dell’indicatore
generale superiore alla soglia (0,46) rischiano di subire uno stress di bilancio
nell’anno successivo (figura 2).
2.2. Sfide di bilancio a medio termine (indicatore S1)
Per quanto concerne le sfide a medio termine, si quantifica l’aggiustamento di
bilancio costante necessario nei cinque anni successivi al periodo oggetto della
previsione (2019) per raggiungere la soglia del 60% prevista dal trattato per il
debito pubblico nei quindici anni seguenti
(all’orizzonte 2032)14. Le soglie dell’indicatore S1 sono 0 e 2,5; se il
valore di S1 è compreso tra queste due soglie il rischio è medio, mentre se è
inferiore a 0 o superiore a 2,5 il rischio è, rispettivamente, basso o elevato. La
figura 3 mostra l’indicatore S1 nello scenario di politiche invariate,
considerando come punto di partenza la
posizione di bilancio nel 2019 (l’ultimo anno della previsione della Commissione
dell’autunno 2017).
2.3. Sfide di bilancio a lungo termine (indicatore S2)
L’indicatore di sostenibilità S2 quantifica l’entità degli squilibri di bilancio attuali e
futuri e, pertanto, la pressione esercitata sulle finanze pubbliche. Maggiori sono i
valori dell’indicatore di sostenibilità S2, maggiore è il rischio per la sostenibilità
di bilancio e, quindi, l’aggiustamento di
bilancio necessario. Se il valore di S2 è superiore a 6, il rischio da esso indicato
14 Il divario di bilancio è espresso
dall’indicatore S1 (%60
20321S), con il punto finale
fissato al 60% del PIL a distanza di quindici anni (all’orizzonte 2032).
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è elevato; se è inferiore a 2 il rischio è basso. In passato vi sono stati diversi
periodi segnati da un miglioramento
duraturo della posizione di bilancio (saldo primario) fino a 2 punti
percentuali del PIL. Tuttavia, il numero di periodi contraddistinti da miglioramenti
duraturi di 6 punti percentuali o più è stato estremamente ridotto. Nei casi in
cui costi dell’invecchiamento elevati determinano un ampio divario di
sostenibilità, le riforme strutturali volte a contenere le tendenze della spesa per
l’invecchiamento a lungo termine
costituiscono elementi essenziali dell’aggiustamento strategico.
I risultati dell’indicatore di sostenibilità
S2 o del divario di sostenibilità possono essere suddivisi in due parti:
la posizione di bilancio iniziale (livello del debito e saldo primario strutturale
iniziale): attualmente, alcuni paesi
dell’UE presentano un disavanzo eccessivo, dato il loro livello di
indebitamento e il potenziale di
crescita a lungo termine; tale situazione potrebbe determinare
l’esplosione del debito anche senza tenere conto dell’impatto
dell’invecchiamento; il “costo dell’invecchiamento”, ossia
la variazione attualizzata della spesa a lungo termine dovuta
all’invecchiamento. Anche a questo proposito emergono notevoli
differenze tra i paesi dell’UE: in alcuni
di essi l’aumento della spesa è molto maggiore rispetto ad altri,
soprattutto a causa dell’andamento demografico e delle caratteristiche
dei rispettivi sistemi pensionistici, ma anche per effetto di altre categorie di
spesa, come la sanità e l’assistenza a lungo termine.
Figura 2 – L’indicatore S0 suddiviso nei suoi due sottoindici: l’indice di bilancio e l’indice finanziario-di competitività
Fonte: servizi della Commissione.
Nota: sulla base dei dati previsionali della Commissione dell’autunno 2017.
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Figura 3 – L’indicatore S1 e le sue componenti (punti percentuali del PIL)
Fonte: servizi della Commissione.
Nota: sulla base dei dati previsionali della Commissione dell’autunno 2017; RD = requisito del debito; CdI =
costi dell’invecchiamento, suddivisi in assistenza a lungo termine e sanità, pensioni e altro; PBI = posizione di
bilancio iniziale.
La figura 4 mostra la posizione di bilancio iniziale (PBI) sull’asse
orizzontale e la componente dell’assistenza a lungo termine sull’asse
verticale (o i costi dell’invecchiamento). I paesi collocati a sinistra rivelano una PBI
favorevole; se il valore è inferiore a zero, la posizione di bilancio favorisce la
sostenibilità di bilancio. I paesi posti
nella parte inferiore dell’asse presentano bassi costi a lungo termine
dell’invecchiamento.
I paesi collocati nella parte alta possono migliorare la propria posizione di
sostenibilità di bilancio contenendo il
previsto aumento della spesa dovuta all’invecchiamento, ad esempio
attraverso l’attuazione di riforme dei sistemi pensionistici. I paesi collocati a
destra possono migliorare la propria posizione di sostenibilità di bilancio
consolidando le finanze pubbliche. Più un paese è prossimo all’angolo in alto a
destra, maggiore è il suo divario di sostenibilità. Le linee diagonali indicano
l’entità del divario di sostenibilità. A titolo esemplificativo, il divario di
sostenibilità dell’UE nel suo complesso è pari a 1,5 punti percentuali del PIL.
La figura 5 mostra più in dettaglio le componenti del costo
dell’invecchiamento. Per quanto riguarda l’UE nel suo insieme, la componente
della spesa per la sanità e l’assistenza a lungo termine è altamente rilevante,
mentre appare trascurabile quella relativa alla spesa pensionistica.
Tuttavia, sussistono ampie differenze tra
i paesi: in alcuni la sfida della sostenibilità di bilancio è essenzialmente
influenzata dalle tendenze della spesa pensionistica, mentre in altri è colpita
soprattutto dalle tendenze della spesa per la sanità e l’assistenza a lungo
termine.
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Figura 4 – Suddivisione del divario di sostenibilità S2
Fonte: servizi della Commissione.
Nota: sulla base dei dati previsionali della Commissione dell’autunno 2017.
Figura 5 – L’indicatore S2 e le sue componenti: posizione di bilancio iniziale (PBI) e costo
dell’invecchiamento (CdI) (punti percentuali del PIL)
Fonte: servizi della Commissione.
Nota: sulla base dei dati previsionali della Commissione dell’autunno 2017.
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3. LEVE STRATEGICHE
Le possibili risposte strategiche sono
numerose e comprendono, ad esempio, il consolidamento di bilancio e/o riforme
strutturali, in particolare quelle volte a contenere i costi di bilancio a lungo
termine.
3.1. Il punto di partenza: la
posizione di bilancio pubblico
La posizione di bilancio pubblico costituisce il primo elemento
fondamentale degli indicatori di sostenibilità. La sua valutazione non
dovrebbe essere influenzata da fattori
temporanei; pertanto è necessario correggere l’impatto del ciclo economico
sul saldo delle amministrazioni pubbliche e l’effetto di eventuali misure una
tantum.
Il risultato di questa correzione si traduce nei saldi primari strutturali. La
figura 6 mostra i saldi primari strutturali
dei paesi dell’UE sia come medie nazionali dal 2008 al 2012 sia come
previsioni della Commissione per il 2019.
Il primo passo che qualsiasi paese deve compiere per affrontare le sfide relative
alla sostenibilità di bilancio consiste nel rispettare pienamente le norme di
bilancio dell’UE, ossia il patto di stabilità
e crescita15. Anche le misure volte ad ampliare la base imponibile
contribuiscono a garantire la solidità delle posizioni di bilancio16.
15 I quadri e la politica di bilancio sono
trattati in una scheda distinta, che esamina sia le sfide affrontate nel semestre europeo sia le possibili risposte strategiche ad esse. 16 In proposito cfr. la scheda sul lavoro non dichiarato.
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Figura 6 – Saldo primario strutturale (% del PIL, 2019 rispetto alla media del periodo 2008-2012)
Fonte: servizi della Commissione.
Nota: sulla base dei dati previsionali della Commissione dell’autunno 2017.
3.2. Un elemento determinante di
lungo termine concernente la sostenibilità di bilancio: il costo
dell’invecchiamento e le sue componenti
Un fattore fondamentale della sostenibilità di bilancio a lungo termine è
dato dal costo dell’invecchiamento. Nell’ambito della valutazione della
sostenibilità, tale costo è considerato in un periodo di tempo più lungo, che
giunge fino al 206017.
La spesa più consistente è quella
pensionistica pubblica, pari a circa l’11% del PIL nell’UE nel suo insieme. Sia per
quanto riguarda i livelli della spesa corrente sia sotto il profilo delle
modifiche previste della spesa pensionistica, i vari paesi presentano
differenze sostanziali dovute alla
diversità dei sistemi
17 Le spese dovute all’invecchiamento comprendono la spesa pensionistica pubblica, la sanità, l’assistenza a lungo termine,
l’istruzione e le indennità di disoccupazione (“2015 Ageing Report”).
pensionistici e alla fase del processo di
riforma pensionistica che li interessa (figura 7).
La seconda spesa pubblica più
consistente è quella per la sanità, pari a
circa il 7% del PIL per l’UE nel suo complesso. Oltre ad essa è opportuno
prendere in considerazione anche quella per l’assistenza a lungo termine. Queste
due voci di spesa rappresentano congiuntamente quasi il 9% del PIL
dell’UE.
Come per la spesa pensionistica,
anche in questo caso emergono ragguardevoli differenze tra i vari
paesi a causa dei differenti sistemi sanitari e di assistenza a lungo
termine, nonché degli accordi in atto (figura 8).
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Figura 7 – Spesa pensionistica pubblica (% del PIL, 2019 rispetto al 2060)
Figura 8 – Spesa pubblica per la sanità e l’assistenza a lungo termine (% del PIL, 2018 rispetto al 2060)
Fonte: servizi della Commissione.
Nota: sulla base dei dati previsionali della Commissione dell’autunno 2017.
Alcune delle riforme che affrontano le
cause di lungo termine dei rischi per la sostenibilità di bilancio sono finalizzate al
contenimento dei costi
dell’invecchiamento e delle relative componenti.
La riforma pensionistica comprende
l’adeguamento dell’età pensionabile e
dell’importo della prestazione
pensionistica18.
La prima categoria di riforme determina
un impatto decrescente sul tasso di
copertura dei sistemi pensionistici.
18 La politica in materia di pensioni è trattata in una scheda distinta, che esamina sia le
sfide affrontate nel semestre europeo sia le possibili risposte strategiche ad esse.
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Solitamente tali riforme comportano l’abolizione o la restrizione dei regimi di
prepensionamento e di altri percorsi di
uscita anticipata, l’aumento delle età pensionabili obbligatorie (anche tramite
l’introduzione di collegamenti automatici con le variazioni della speranza di vita a
medio e lungo termine) o l’armonizzazione delle età pensionabili
tra uomini e donne.
La seconda categoria di riforme propone
un’alternativa alle limitazioni della copertura fornita da un sistema
pensionistico, attraverso una riduzione
del coefficiente di prestazione pensionistica (definito come la pensione
media in termini di quota della retribuzione media per tutti i settori
dell’economia). In presenza di coefficienti di prestazione molto elevati
sia rispetto alla retribuzione di riferimento sia in confronto ad altri paesi
dell’UE, si potrebbe concludere che si
tratta di un sistema pensionistico eccessivamente generoso. Pertanto, una
minore generosità nella concessione dei trattamenti pensionistici può ridurre
notevolmente - o quanto meno stabilizzare - la spesa pensionistica
pubblica.
Le sfide relative alla sanità e
all’assistenza a lungo termine sono connesse più specificamente alle
situazioni nazionali; ciò significa che il rapporto costo/efficacia e la governance
sono generalmente migliorati caso per caso19.
4. STATO DELLE POLITICHE
Finora i grafici contenuti nella presente scheda hanno permesso di esaminare in
una prospettiva transfrontaliera sia le
sfide sia le leve strategiche.
L’invecchiamento demografico esercita una pressione al rialzo sulla spesa
pubblica evidenziando considerevoli differenze tra i paesi dell’Unione i quali,
sempre più consapevoli di questi rischi,
hanno adottato misure strategiche e compiuto notevoli progressi per quanto
19 La politica sanitaria è discussa in una scheda distinta.
riguarda il previsto aumento della spesa dovuta all’invecchiamento, in particolare
quella pensionistica. Come dimostrano
due relazioni successive sull’invecchiamento pubblicate nel 2012
e nel 2015, la spesa complessiva dovuta all’invecchiamento è diminuita tra una
proiezione e quella seguente, a riprova della reale efficacia delle riforme attuate
in questi ambiti.
Tra le misure più efficaci volte a ridurre il
costo dell’invecchiamento figurano i meccanismi che collegano
automaticamente l’età pensionabile e/o le prestazioni pensionistiche con la
speranza di vita, come raccomandato dalla Commissione in numerose analisi
annuali della crescita20. Attualmente quasi la metà dei paesi dell’UE applica
tali meccanismi (figura 9); l’Eurogruppo
ha sostenuto questo principio e ha convenuto di procedere a un’analisi
comparativa della sostenibilità pensionistica nel corso del 201821.
Ciò riflette il doppio vantaggio offerto dai
citati meccanismi: da un lato, i
collegamenti automatici rafforzano la sostenibilità del sistema pensionistico,
dall’altro ne migliorano l’adeguatezza. Il versamento di maggiori contributi
pensionistici durante un periodo di vita lavorativa prolungato garantisce alle
persone prestazioni pensionistiche più elevate.
20 Cfr. Commissione europea (2016), “Analisi annuale della crescita 2017”. 21 Eurogruppo (2017), “Structural reform agenda -thematic discussions on growth and jobs: benchmarking pension sustainability”,
144/17, 20.3.2017, ed Eurogruppo (2016),
“Common principles for strengthening pension sustainability”, 16.6.2016, http://www.consilium.europa.eu/en/press/pr
ess-releases/2016/06/16-eurogroup-pension-sustainability/
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Figura 9 – Misure efficaci per il rafforzamento della sostenibilità pensionistica
Nota: in tutto il sistema figurativo a contribuzione definita, la prestazione è collegata alla speranza di vita per mezzo del fattore di annualità. * Le prestazioni pensionistiche variano in base alla speranza di vita, per mezzo del coefficiente di “ripartizione pro rata”; esso è stato disciplinato soltanto fino al 2035 e non per gli anni successivi. ** Nella determinazione dell’età pensionabile si tiene conto soltanto di due terzi dell’aumento della speranza di vita. *** Nel sistema pensionistico integrativo si applica un meccanismo di riequilibrio automatico. *** Soggetto a decisione parlamentare.
Fonte: servizi della Commissione.
Data: 22.11.2017
PaeseMeccanismo di
riequilibrio automatico
Fattore di sostenibilità
(prestazione collegata alla
speranza di vita)
Età pensionabile
collegata alla speranza
di vita
Disciplinato
Italia X X 1995 & 2010
Lettonia X 1996
Svezia X X 1998 & 2001
Polonia X 1999
Francia* X 2003
Germania X 2004
Finlandia X X 2005 & 2015
Portogallo** X X 2007 & 2013
Grecia*** X 2010
Danimarca**** X 2011
Spagna X X 2011 & 2013
Paesi Bassi X 2012
Cipro X 2012
Repubblica slovacca X 2012
Lituania X 2016
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5. RIFERIMENTI
Eyraud, L., e Wu, T., (2015), “Playing by the rules: Reforming fiscal governance in
Europe”, IMF Working Paper n. 15/67
Eurogruppo (2017), “Structural reform agenda -thematic discussions on growth and
jobs: benchmarking pension sustainability”, 144/17, 20.3.2017, http://www.consilium.europa.eu/sk/press/press-releases/2017/03/20/eurogroup-
statement-structural-reform-agenda/
Eurogruppo (2016), “Common principles for strengthening pension sustainability“,
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