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SISTEMA PRIMA PIOGGIA

IN ACCUMULO

Trattamento delle acque di prima pioggia

SCHEDA TECNICA

ISTRUZIONI PER L’INSTALLAZIONE

MANUALE D’USO

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SISTEMA PRIMA PIOGGIA IN ACCUMULO Trattamento delle acque di prima pioggia

SCHEDA TECNICA

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1 DESCRIZIONE E FUNZIONAMENTO I sistemi prima pioggia in accumulo (singolo e multiplo) sono prodotti per il trattamento, tramite accumulo e separazione di oli ed idrocarburi, delle acque di prima pioggia provenienti dal dilavamento di piazzali industriali e commerciali, parcheggi, stazioni di servizio, autofficine che non siano soggette ad inquinamento da altre sostanze. Ogni utilizzo del prodotto diverso da quello indicato nel presente documento solleva il costruttore da ogni responsabilità e comporta il decadimento di ogni forma di garanzia. A seconda della tipologia di accumulo e dello scarico finale, si distinguono le seguenti tipologie di sistema: - Sistema prima pioggia in accumulo con scarico in pubblica fognatura, costituito da

- Sistema prima pioggia in accumulo con scarico in corpo idrico superficiale, costituito da

- Sistema prima pioggia in accumulo multiplo con scarico in pubblica fognatura, costituito da

- Sistema prima pioggia in accumulo multiplo con scarico in corpo idrico superficiale, costituito da

Il sistema prima pioggia in accumulo raccoglie e trattiene la quantità di acqua corrispondente alla prima pioggia (generalmente 5 lt/mq) separandola dalle acque di seconda pioggia che vengono inviate direttamente allo scarico. Le acque di prima pioggia permangono nell’accumulo finché non siano passate 48 ore senza pioggia dal termine dell’evento meteorico. Successivamente vengono inviate per mezzo delle elettropompe sommerse al trattamento di disoleazione e da questo allo scarico finale attraverso il pozzetto

fiscale. Tutti i serbatoio del sistema prima pioggia sono in polietilene da interro. Il pozzetto scolmatore è attrezzato con tubazioni in pvc per ingresso, uscita e by-pass. La sua funzione è quella di dirottare le acque di seconda pioggia direttamente allo scarico finale attraverso la conduttura di by-pass. L’accumulo delle acque di prima pioggia avviene rispettivamente in un unico serbatoio o in più serbatoi. Sulla tubazione di ingresso è installata una speciale valvola a galleggiante che chiude l’ingresso quando l’accumulo è pieno e quindi è stata raccolta la quantità d’acqua corrispondente alla prima pioggia. All’interno dell’accumulo, nella zona d’uscita o nell’ultimo serbatoio, sono istallate 2 elettropompe sommerse per il rilancio delle acque di prima pioggia verso il trattamento di disoleazione e quindi allo scarico finale. A seconda dello scarico finale il trattamento di disoleazione può essere: - disoleatore gravitazionale, il cui trattamento consiste nella separazione, per flottazione, delle sostanze con peso specifico inferiore a quello dell’acqua di dilavamento (oli, idrocarburi …) e, per sedimentazione, di parte delle sostanze sedimentabili. - disoleatore con filtro a coalescenza, il cui trattamento consiste nella separazione, per flottazione e coalescenza, delle sostanze con peso specifico inferiore a quello dell’acqua di dilavamento (oli, idrocarburi …) e, per sedimentazione, di parte delle sostanze sedimentabili. I disoleatori sono dimensionati conformemente alla norma UNI-EN 858. Il sistema è gestito dal quadro di controllo dotato di un sistema elettronico in grado di avviare o arrestare le elettropompe in funzione degli input ricevuti: - situazione meteorologica, mediante sensore di pioggia fornito a corredo del sistema da montare e collegare al quadro di controllo; - livello dell’acqua nell’accumulo, mediante 2 galleggianti elettromeccanici preassemblati all’interno dell’accumulo da collegare al quadro di controllo, per il livello di minimo e massimo rispettivamente. All’inizio dell’evento meteorico il sensore di pioggia si attiva e sul quadro si accende la spia “PIOGGIA”. L’acqua raccolta giunge al pozzetto scolmatore e da questo all’accumulo. Quando l’acqua nell’accumulo raggiunge il livello minimo il galleggiante corrispondente si attiva e sul quadro si accende la spia “LIV.MIN”. Una volta riempito l’accumulo, la valvola a galleggiante ne chiude l’ingresso, per cui l’ulteriore pioggia raccolta viene deviata direttamente allo scarico finale attraverso il pozzetto scolmatore e il canale di by-pass. Il galleggiante corrispondente al livello di massimo si attiva e sul quadro si accende la spia “LIV.MAX”. Al termine della pioggia, dopo alcune ore durante cui il sensore si asciuga, lo stesso si disattiva e si spegne la spia “PIOGGIA” sul quadro. Contemporaneamente il quadro avvia un conteggio alla rovescia al termine del quale avvia una delle elettropompe per il rilancio delle acque al trattamento di disoleazione e accede la spia corrispondente (“POMPA 1” o “POMPA 2”). Man mano che l’accumulo viene svuotato si spengono in sequenza

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SISTEMA PRIMA PIOGGIA IN ACCUMULO Trattamento delle acque di prima pioggia

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le spie “LIV.MAX” e “LIV:MIN”. Lo spegnimento di quest’ultima indica il completo svuotamento dell’accumulo, per cui il quadro arresta l’elettropompa ed è pronto per il successivo evento meteorico. L’intervallo di tempo tra il termine della pioggia e il completo svuotamento dell’accumulo è compreso tra le 48/72 ore, come da normativa. Se durante questo intervallo di tempo dovesse iniziare a piovere il sensore di pioggia si attiva, sul quadro si accende la spia “PIOGGIA” e il quadro interrompe le sue funzioni resettandosi in attesa del termine dell’evento meteorico. Le elettropompe vengono avviate secondo la logica del funzionamento alternato in maniera da preservarle. Se una delle elettropompe dovesse avere un’avaria il quadro è in grado di riconoscerla ed interviene arrestandola, avviando l’altra in maniera da proseguire lo svuotamento e accendendo la spia corrispondente (“GUASTO POMPA 1” o “GUASTO POMPA 2). Il quadro di controllo è predisposto anche per il funzionamento in manuale. Questa funzione è utile in quei casi in cui all’interno dell’accumulo siano raccolte le acque di dilavamento provenienti dalle attività svolte sulla superficie impermeabile. In questo caso, non essendosi verificato alcun evento meteorico, il quadro non avvia alcun ciclo di svuotamento, per cui per rilanciare l’acqua di dilavamento è necessario avviare le elettropompe in funzionamento manuale.

2 NORME E LEGGI

Decreto Legislativo n°152/06: il D. L. del 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale” stabilisce nella Parte Terza le “Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall’inquinamento e di gestione delle risorse idriche”. Nello specifico l’Allegato 5 alla Parte Terza individua i “Limiti di emissione degli scarichi idrici” in funzione della destinazione finale (rete fognaria, corpo idrico superficiale…) e della tipologia di utenza. Lo stesso decreto nell’articolo 101 comma 2 stabilisce che “le regioni, nell’esercizio della loro autonomia… definiscono i valori-limite di emissione, diversi da quelli di cui all’allegato 5 alla parte terza… Le regioni non possono stabilire valori-limite meno restrittivi di quelli fissati nell’allegato 5 alla parte terza… Delibera n°286/05 Regione Emilia Romagna: “Direttiva concernente indirizzi per la gestione delle acque di prima pioggia e lavaggio da aree esterne” è la direttiva che definisce i criteri di valutazione delle acque di prima pioggia, le forme di controllo, convogliamento e scarico. Delibera n°1860/06 Regione Emilia Romagna: “Linee guida di indirizzo per la gestione delle acque meteoriche di dilavamento e acque di prima pioggia in attuazione della Delibera n°286/05” è la direttiva che fornisce le indicazioni metodologiche e tecniche sulla valutazione delle acque di prima pioggia, sulla scelta, progettazione e gestione dei sistemi di contenimento e trattamento delle stesse. Regolamento n°4/06 Regione Lombardia: “Disciplina dello smaltimento delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne” è la direttiva che definisce i criteri di individuazione delle acque di prima pioggia e i

sistemi per la raccolta, il convogliamento, il trattamento e lo scarico delle stesse. Linee guida ARPA di varie regioni: sono le linee guida delle diverse agenzie regionali per la prevenzione ambientale riguardanti le acque di scarico. Possono indicare valori-limite per le emissioni minori di quelli riportati nel D.lgs. 152/06.

3 DEFINIZIONI

Evento meteorico: una o più precipitazioni atmosferiche, anche tra loro temporalmente distanziate, di altezza complessiva di almeno 5 mm, che si verifichi o che si susseguano a distanza di almeno 96 ore da un analogo precedente evento; Acque meteoriche di dilavamento: la parte delle acque di una precipitazione atmosferica che, non assorbita o evaporata, dilava le superfici scolanti; Acque di prima pioggia: quelle corrispondenti, nella prima parte di ogni evento meteorico, ad una precipitazione di 5 mm uniformemente distribuita sull’intera superficie scolante servita dalla rete di raccolta delle acque meteoriche; Acque di seconda pioggia: la parte delle acque meteoriche di dilavamento eccedente le acque di prima pioggia; Acque pluviali: le acque meteoriche di dilavamento dei tetti, delle pensiline e dei terrazzi degli edifici e delle installazioni; Acque di lavaggio: le acque, comunque approvvigionate, attinte o recuperate, utilizzate per il lavaggio delle superfici scolanti e qualsiasi altra acqua di origine non meteorica venga ad interessare le medesime superfici direttamente o indirettamente; Acque reflue di dilavamento: acque meteoriche di dilavamento derivanti da superfici scolanti nelle quali il dilavamento permane per tutta la durata dell’evento meteorico. Esse si qualificano a tutti gli effetti come “acque di scarico”; Superficie scolante: l’insieme di strade, cortili, piazzali, aree di carico e scarico e di ogni altra analoga superficie scoperta, alle quali si applicano le disposizioni sullo smaltimento delle acque meteoriche di cui al presente Regolamento; Coefficiente di afflusso (alla rete): coefficiente per il calcolo del volume di acque di prima pioggia derivante dalla superficie scolante. Esso è pari a 1 per le superfici impermeabili e a 0,3 per le superfici permeabili di qualunque tipo contigue alle precedenti, escludendo le superfici incolte e quelle di uso agricolo. Rete di raccolta delle acque meteoriche: l’insieme delle condotte utilizzate per la raccolta separata ed il convogliamento delle acque meteoriche di dilavamento e di quelle di lavaggio relative alle superfici scolanti. Fognatura separata: la rete fognaria costituita da due canalizzazioni, la prima delle quali adibita alla raccolta ed al convogliamento delle sole acque meteoriche di dilavamento, e dotata o meno di dispositivi per la raccolta e la separazione delle acque di prima pioggia, e la seconda adibita alla raccolta ed al convogliamento delle acque reflue urbane unitamente alle eventuali acque di prima pioggia (D. L. n°152/06);

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SISTEMA PRIMA PIOGGIA IN ACCUMULO Trattamento delle acque di prima pioggia

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Separatore (classe I, classe II): parte di un impianto di separazione, che separa il liquido leggero dalle acque di dilavamento, trattenendo il liquido leggero. Scarico: qualsiasi immissione di acque reflue in acque superficiali, sul suolo, nel sottosuolo e in rete fognaria, indipendentemente dalla loro natura inquinante, anche sottoposte a preventivo trattamento di depurazione. Sono esclusi i rilasci di acque previsti all'articolo 114 (D. L. n°152/06); Acque di scarico: tutte le acque reflue provenienti da uno scarico (D. L. n°152/06); Acque superficiali: le acque interne ad eccezione di quelle sotterranee, le acque di transizione e le acque costiere, tranne per quanto riguarda lo stato chimico, in relazione al quale sono incluse anche le acque territoriali (D. L. n°152/06); Corpo idrico superficiale: un elemento distinto e significativo di acque superficiali, quale un lago, un bacino artificiale, un torrente, fiume o canale, parte di un torrente, fiume o canale, acque di transizione o un tratto di acque costiere (D. L. n°152/06); Aree sensibili: aree geografiche richiedenti specifiche misure di prevenzione dall’inquinamento in cui vigono disposizioni più restrittive per i sistemi di depurazione delle acque reflue.

4 VALORI LIMITE DEGLI SCARICHI

I dati sotto riportati sono un estratto delle tabelle 3 e 4 dell’allegato 5 alla parte terza del D.L. 152/2006. Fare riferimento alle autorità competenti per eventuali valori limite più restrittivi. I limiti per lo scarico in rete fognaria sono obbligatori in assenza di limiti stabiliti dall’autorità competente ai sensi dell’articolo 33, comma 1 del presente decreto o in mancanza di un impianto finale di trattamento in grado di rispettare i limiti di emissione dello scarico finale. Limiti diversi devono essere resi conformi a quanto indicato alla nota 2 della tabella 5 relativa alle sostanze pericolose.

PARAMETRO UNITÀ DI MISURA

TABELLA 3 Scarico in pubblica fognatura

Ph 5,5-9,5 Colore non percettibile con diluizioni 1:40 Odore non deve essere causa di molestie Materiali grossolani assenti Solidi sospesi totali mg/lt ≤ 200 BOD5 mg/lt ≤ 250 COD mg/lt ≤ 500 Cloro attivo libero mg/lt ≤ 0,3 Fosforo totale mg/lt ≤ 10 Azoto ammoniacale mg/lt ≤ 30 Azoto nitroso mg/lt ≤ 0,6 Azoto nitrico mg/lt ≤ 30 Azoto totale mg/lt - Grassi, oli animali/vegetali mg/lt ≤ 40 Idrocarburi totali mg/lt ≤ 10 Tensioattivi totali mg/lt ≤ 4 Escherichia coli -

PARAMETRO UNITÀ DI MISURA

TABELLA 3 Scarico in acque superfi ciali

Ph 5,5-9,5 Colore non percettibile con diluizioni 1:20 Odore non deve essere causa di molestie Materiali grossolani assenti Solidi sospesi totali mg/lt ≤ 80 BOD5 mg/lt ≤ 40 COD mg/lt ≤ 160 Cloro attivo libero mg/lt ≤ 0,2 Fosforo totale mg/lt ≤ 10 Azoto ammoniacale mg/lt ≤ 15 Azoto nitroso mg/lt ≤ 0,6 Azoto nitrico mg/lt ≤ 20 Azoto totale mg/lt - Grassi, oli animali/vegetali mg/lt ≤ 20 Idrocarburi totali mg/lt ≤ Tensioattivi totali mg/lt ≤ 2 Escherichia coli -

PARAMETRO UNITÀ DI MISURA

TABELLA 4 Scarico sul suolo

Ph 6-8 Colore - Odore - Materiali grossolani assenti Solidi sospesi totali mg/lt ≤ 25 BOD5 mg/lt ≤ 20 COD mg/lt ≤ 100 Cloro attivo libero mg/lt ≤ 0,2 Fosforo totale mg/lt ≤ 2 Azoto ammoniacale mg/lt ≤ 5 Azoto nitroso mg/lt - Azoto nitrico mg/lt - Azoto totale mg/lt ≤ 15 Grassi, oli animali/vegetali mg/lt - Idrocarburi totali mg/lt - Tensioattivi totali mg/lt ≤ 0,5 Escherichia coli -

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ISTRUZIONI PER L’INSTALLAZIONE

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Simboli utilizzati

Pericolo Generico

Informazioni inerenti il contesto

1 MOVIMENTAZIONE

Il serbatoio va movimentato esclusivamente vuoto e con la massima attenzione, evitando urti e movimenti bruschi che potrebbero danneggiarlo

compromettendone la tenuta idraulica e la resistenza strutturale.

In attesa dell’installazione poggiare il serbatoio vuoto su una superficie piana, in bolla, priva di materiali o oggetti che presentino spigoli vivi o taglienti che possano danneggiare il serbatoio e di adeguata solidità (riferirsi alla tabella 1).

Poggiare sempre il serbatoio in bolla su una superficie piana e di adeguata solidità.

Per la movimentazione del serbatoio affidarsi sempre a personale competente, istruito correttamente, qualificato per conoscenza ed esperienza pratica ed equipaggiato secondo quanto previsto dalle disposizioni vigenti. Utilizzare mezzi di trasporto, mezzi e dispositivi di sollevamento di adeguata portata e dimensioni. Riferirsi alla tabella 1 per gli ingombri dei serbatoi e per i carichi utili minimi per i dispositivi sollevamento. Per il sollevamento utilizzare gli appositi golfari presenti nella parte superiore dei serbatoi. Se non raggiungibili da terra utilizzare una scala adeguata che non poggi sul serbatoio. Agganciare il serbatoio sempre in maniera simmetrica secondo le indicazioni di figura 1.

Non salire mai sul serbatoio. Non poggiare alcun carico sul serbatoio.

Capacità Lunghezza Larghezza Altezza Carico Utile

Minimo Litri [mm] [mm] [mm] [kg] 750 1100 1100 1160 120

1120 1100 1100 1610 150 1680 1400 1400 1445 200 2240 1400 1400 1890 250 3000 1940 1500 1630 300 5000 2110 1850 1970 400 10000 3950 1850 1970 750 15000 5850 1850 1970 1100 20000 7750 1850 1970 1450 25000 9650 1850 1970 1800 30000 11550 1850 1970 2200 35000 13450 1850 1970 2600

Tabella 1

Figura 1

2 INSTALLAZIONE

Il presente documento è destinato all’installatore ed all’utilizzatore finale. Pertanto dopo l’installazione e l’avvio dell’impianto occorre assicurarsi che esso

sia consegnato all’utilizzatore finale o al responsabile della gestione dell’impianto. Il costruttore declina ogni responsabilità per danni derivanti dalla mancata osservanza delle presenti istruzioni e di quelle contenute in eventuali documenti integrativi consegnati con il sistema. I sistemi prima pioggia in accumulo (singolo e multiplo) sono prodotti per il trattamento, tramite accumulo e separazione di oli ed idrocarburi, delle acque di prima pioggia provenienti dal dilavamento di piazzali industriali e commerciali, parcheggi, stazioni di servizio, autofficine che non siano soggette ad inquinamento da altre sostanze. Ogni utilizzo del prodotto diverso da quello indicato nel presente documento solleva il costruttore da ogni responsabilità e comporta il decadimento di ogni forma di garanzia.

Il dimensionamento del sistema per il trattamento delle acque di prima pioggia deve essere eseguito da un tecnico specializzato che scelga il sistema più

adeguato all’utenza e alla tipologia di scarico finale.

L’installazione del sistema di trattamento delle acque di prima pioggia deve essere pianificata e seguita da un tecnico abilitato, anche ai fini della redazione della relazione tecnica che può essere richiesta dall’autorità preposta al rilascio dell’autorizzazione allo scarico. La Cordivari srl, attraverso il proprio ufficio tecnico, può fornire un supporto alla scelta, al dimensionamento e all’installazione dell’impianto. Si consiglia di realizzare dei sistemi di raccolta separati per:

- le acque meteoriche che sono caratterizzate come acque di scarico, in quanto dilavanti superfici destinate ad attività commerciali o di produzione di beni, o comunque necessitanti di un trattamento di separazione (acque da trattare);

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ISTRUZIONI PER L’INSTALLAZIONE

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- le acque meteoriche non considerate come scarico, in quanto dilavanti da superfici non assoggettate ad alcuna disciplina degli scarichi (acque bianche).

La linea di raccolta delle acque da trattare dovrà essere collegata al sistema prima pioggia in accumulo secondo la sequenza descritta in seguito:

- collegare la rete di raccolta all’INGRESSO del pozzetto scolmatore;

- collegare l’USCITA del pozzetto scolmatore all’INGRESSO dell’accumulo (nel caso di accumulo multiplo al serbatoio INIZIALE);

- nel caso di accumulo multiplo collegare i serbatoi INIZIALE, MEDIANI e FINALE in maniera che il FINALE sia l’ultimo della serie;

- collegare l’USCITA dell’accumulo (nel caso di accumulo multiplo, del serbatoio FINALE) all’INGRESSO del disoleatore;

- collegare l’USCITA del disoleatore all’INGRESSO del pozzetto fiscale;

- collegare l’USCITA del pozzetto fiscale allo scarico;

- collegare il BY-PASS del pozzetto scolmatore allo scarico finale.

Le condotte tra pozzetto scolmatore e accumulo e tra disoleatore e pozzetto fiscale devono avere una pendenza sufficiente verso lo scarico finale. Nel

caso di accumulo multiplo, i serbatoi costituenti l’accumulo (INIZIALE, MEDIANI, FINALE) devono essere interrati con la medesima quota di interro, in modo che le condotte che li collegano non abbiano alcuna pendenza.

La linea di scarico delle acque bianche, dunque non assoggettate ad alcuna disciplina degli scarichi o ad alcun regime autorizzativo, non deve essere mai collegata alle linee di scarico delle acque reflue, né può essere collegata al sistema di depurazione in quanto è vietato dal D.lgs. 152/06 (Norme in materia ambientale) diluire le acque reflue prima dello scarico finale.

È assolutamente vietato collegare al sistema di trattamento delle acque reflue le condotte delle acque meteoriche.

Per la posa in opera delle vasche affidarsi sempre ad un tecnico che scelga tra le possibili soluzioni quella che meglio risponde alle necessità

dettate dalle caratteristiche del terreno, dalla posizione di interro e dalla destinazione della superficie sovrastante il serbatoio. Per superficie sovrastante il serbatoio si intende la superficie di terreno direttamente sopra la buca aumentata di 2 metri tutto intorno.

Sono parte integrante e necessaria delle presenti istruzioni i documenti consegnati con il serbatoio che riguardano l’uso e la sicurezza dei

singoli componenti del serbatoio stesso.

I serbatoi per il trattamento delle acque di dilavamento non vanno utilizzati fuori terra altrimenti decadono tutte le garanzie.

Prima di procedere all’interro dei serbatoi controllarne l’integrità e comunicare gli eventuali difetti riscontrati. Per la posa in opera dei serbatoi seguire i passi descritti in seguito rispettando tutte le norme relative all’opera che si sta realizzando (sicurezza del cantiere, segnaletica, materiali …). - Preparare una buca nel terreno di dimensioni idonee considerando che, orientativamente, occorrono almeno 20 cm in più rispetto alle dimensioni esterne del serbatoio. La quota di interro deve essere calcolata e realizzata affinché le condotte in ingresso e in uscita abbiano una sufficiente pendenza verso lo scarico finale. L’inclinazione delle pareti della buca dovrà essere scelta in funzione del tipo di terreno. Se necessario, prevedere sul fondo della buca un opportuno drenaggio. (fig. 2)

Predisporre una buca per ogni singolo serbatoio. Non interrare più serbatoi in un unico scavo. Distanziare le buche in modo che il terreno tra esse sia stabile.

- Preparare sul fondo della buca uno strato di sabbia di almeno 10 cm perfettamente uniforme, livellato e compattato. (fig. 2) - Posizionare il serbatoio nella buca sullo strato di sabbia facendo molta attenzione all’orientamento: il lato contrassegnato dall’adesivo “INGRESSO” deve essere rivolto verso la condotta in arrivo dal serbatoio precedente, mentre il lato contrassegnato dall’adesivo “USCITA” deve essere rivolto verso il serbatoio successivo. Controllare scrupolosamente che la vasca sia in bolla. (fig. 2)

Figura 2

- Preparare i collegamenti idraulici e degli sfiati. Sigillare con colla per tubi in PVC i collegamenti delle tubazioni di

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ISTRUZIONI PER L’INSTALLAZIONE

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ingresso e uscita. Per gli sfiati utilizzare dei tubi adeguati.

Predisporre dei tubi di adeguato diametro e lunghezza da collegare agli sfiati. Collegare tutti gli sfiati predisposti sui

serbatoi.

- Preparare un vano tecnico in prossimità dell’USCITA dell’accumulo (nel caso di accumulo multiplo un prossimità del serbatoio FINALE) e sopra il livello del terreno in cui alloggiare il quadro di controllo. È importante che il vano tecnico sia rialzato dal piano del terreno affinché non sia oggetto di allagamenti. Il vano deve essere ben riparato dalla pioggia e dai raggi del sole, lontano da fonti di calore e ben aerato. -Fissare il sensore di pioggia all’esterno del vano tecnico in posizione esposta agli agenti atmosferici (sole, pioggia, vento) seguendo le istruzioni specifiche. - Preparare il quadro di controllo per il collegamento delle elettropompe, dei galleggianti elettromeccanici, del sensore di pioggia e alla rete elettrica.

L’installazione del quadro di controllo ed i collegamenti elettrici devono essere eseguiti da tecnici abilitati. Un’installazione errata può provocare

mal funzionamenti, corto-circuiti o incendi.

Controllare che la tensione di alimentazione alla quale si andrà a collegare il quadro di controllo sia conforme a quella indicata nelle

caratteristiche tecniche del quadro stesso e delle elettropompe.

Aprire il quadro di controllo svitando le quattro viti. Prestare particolare attenzione a non danneggiare i fili che collegano il display e la tastiera sul coperchio alla scheda interna. (fig. 3)

Figura 3

- Collegare i cavi elettrici delle elettropompe alle morsettiere “POMPA1” e “POMPA2” sulla scheda della base del quadro di controllo, facendoli passare prima attraverso i corrispondenti passacavi. Per il collegamento dei fili seguire le indicazioni stampate sulla

scheda. Qualora fosse necessario prolungare i cavi delle elettropompe utilizzare collegamenti e cavi a norma e adeguatamente dimensionati e protetti. (fig. 4)

Figura 4

- Collegare i cavi elettrici dei galleggianti elettromeccanici alle morsettiere “SENS.MAX” e “SENS.MIN” sulla scheda del coperchio del quadro di controllo, facendoli passare prima attraverso i corrispondenti passacavi laterali. Per individuare la posizione dei galleggianti guardare all’interno del serbatoio; il galleggiante posizionato più in alto è il galleggiante di massimo. Qualora fosse necessario prolungare i cavi dei galleggianti utilizzare collegamenti e cavi a norma e adeguatamente dimensionati e protetti. (fig. 5)

Non scambiare i cavi dei galleggianti di minimo e massimo. Lo scambio causerebbe il malfunzionamento del sistema.

- Collegare il cavo elettrico del sensore di pioggia alla morsettiera “SENS.PIOGGIA” sulla scheda del coperchio del quadro di controllo, facendolo passare prima attraverso il corrispondente passacavo laterale. Qualora fosse necessario prolungare il cavo del sensore di pioggia utilizzare collegamenti e cavo a norma e adeguatamente dimensionati e protetti. (fig. 5)

Figura 5

- Collegare il cavo di alimentazione alla rete elettrica interponendo tra il quadro di controllo e la rete elettrica un interruttore magnetotermico differenziale. - Chiudere il quadro di controllo avvitando le quattro viti. Prestare particolare attenzione a non danneggiare i fili che collegano il display e la tastiera sul coperchio alla scheda interna.

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ISTRUZIONI PER L’INSTALLAZIONE

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- Procedere all’interramento per strati successivi di 15/20 cm per volta, prima riempiendo il serbatoio d’acqua e poi aggiungendo sabbia e compattando bene. Usare sabbia o altro materiale equivalente che non presenti spigoli vivi o taglienti che possano danneggiare il serbatoio. Tenere i coperchi chiusi durante le fasi di rinfianco. (fig. 6) - Una volta ultimato il riempimento e il rinfianco del serbatoio ricoprirlo in maniera da ottenere la resistenza desiderata per la superficie sovrastante (vedere Pedonabilità, Carrabilità leggera o pesante). In ogni caso lasciare liberi i coperchi delle aperture per l’ispezione e la manutenzione. (fig. 6) - Il peso degli eventuali pozzetti non deve scaricare direttamente sul serbatoio. Per assicurare la tenuta idraulica tra serbatoio ed eventuali prolunghe (per evitare infiltrazioni) occorre sigillare il collegamento con adesivo-sigillante bituminoso applicabile su polietilene (e.g. TIXOPHALTE).

Figura 6

- In caso di installazione in terreni con falda superficiale rivolgersi ad un tecnico specializzato che, dopo aver analizzato le caratteristiche del terreno e della falda, possa indicare la corretta modalità di interro. In linea generale gettare sul fondo della buca una soletta in calcestruzzo di adeguata resistenza, preparare sopra la soletta uno strato di sabbia di almeno 10 cm perfettamente uniforme, livellato e compattato. Una volta posizionato il serbatoio, come precedentemente descritto, riempire il serbatoio con acqua per 60/70 cm d’altezza e rinfiancare con calcestruzzo fino alla stessa altezza. Lasciare indurire il calcestruzzo e ripetere l’operazione fino ad ultimare il rinfianco del serbatoio. (fig. 5)

TERRENOCONFALDA

TERRENOCONFALDA

SABBIACLS

CLS

CLS

CLS

CLS

CLS

CLS

Figura 7

- In caso di installazione in terreni argillosi rivolgersi ad un tecnico specializzato che, dopo aver analizzato le caratteristiche del terreno, possa indicare la corretta modalità di interro. In linea generale realizzare sul fondo della buca un adeguato sistema drenante e rinfiancare, secondo le modalità precedentemente descritte, con materiale anch’esso drenante in maniera tale da facilitare il deflusso dell’acqua in modo che non ristagni attorno al serbatoio. (fig. 6)

TERRENO ARGILLOSO

TERRENOARGILLOSO

TERRENOARGILLOSO

GHIAIA

DRENAGGIO

GHIAIA

GHIAIADRENAGGIO

Figura 8

- In caso di installazione in terreni con pendenza o in prossimità di un declivio isolare il serbatoio con pareti in cemento armato che contengano le possibili spinte laterali. Rivolgersi comunque, sempre, ad un tecnico specializzato che possa calcolare i carichi e dimensionare l’intera opera. - In caso di installazione nelle vicinanze di alberi di alto fusto è buona norma isolare il serbatoio con pareti di calcestruzzo al fine di evitare danni da parte delle radici.

2.1 PEDONABILITA’ (fig. 9)

(rif. Classe A15 secondo UNI EN 124 – aree utilizzate esclusivamente da pedoni e ciclisti)

Se la profondità di interro (dislivello tra la superficie del terreno circostante la buca e la superficie superiore del serbatoio) è minore di 30 cm ricoprire il serbatoio con sabbia e terreno vegetale fino al livello del terreno circostante. Se si desidera aumentare la rigidità della superficie realizzare una gettata, dello spessore di 5-10 cm, con calcestruzzo alleggerito (con argilla espansa o polistirolo) direttamente sopra il serbatoio con una estensione maggiore dello stesso, quindi ricoprire con terreno vegetale fino al livello del terreno circostante. Utilizzare le prolunghe con coperchio per l’accesso alle aperture per l’ispezione e la manutenzione, sigillando la superficie di contatto tra prolunga e serbatoio in modo da impedire l’ingresso di sabbia o fango. La sigillatura può essere realizzata con adesivo-sigillante bituminoso applicabile su polietilene o altro materiale equivalente. I pozzetti utilizzati dovranno essere di adeguata resistenza e, qualora il loro peso superi i 20 kg dovranno essere posti in opera solidalmente alla soletta in calcestruzzo. L’intera opera dovrà essere dimensionata, supervisionata e controllata da un tecnico qualificato. Se la profondità di interro è maggiore di 30 cm ricoprire il serbatoio seguendo le istruzioni per la carrabilità leggera.

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SISTEMA PRIMA PIOGGIA IN ACCUMULO Trattamento delle acque di prima pioggia

ISTRUZIONI PER L’INSTALLAZIONE

BS-116 Rev.0 del 10/05/2013 Pagina 11 di 16

Figura 9

2.2 CARRABILITA’ (fig. 8)

(rif. Classe B125 secondo UNI EN 124 – marciapiedi e aree di sosta per automobili)

Per rendere la superficie sovrastante il serbatoio resistente al carico veicolare leggero preparare una idonea soletta autoportante in cemento armato, con estensione maggiore della buca in modo che il peso non gravi direttamente sul serbatoio. I pozzetti, predisposti per l’accesso alle aperture per l’ispezione e la manutenzione, dovranno essere di adeguata resistenza e posti in opera solidalmente alla soletta affinché il loro peso non gravi sul serbatoio. Sigillare la superficie di contatto tra prolunga e serbatoio in modo da impedire l’ingresso di sabbia o fango. L’intera opera dovrà essere dimensionata, supervisionata e controllata da un tecnico qualificato.

Figura 10

2.3 CARRABILITA’ PESANTE (fig. 9)

(rif. Classe D400 secondo UNI EN 124 – carreggiate di strade e aree di sosta per tutti i tipi di veicoli stradali)

Per rendere la superficie sovrastante il serbatoio resistente al carico veicolare pesante preparare una idonea cassaforma in cemento armato che contenga il serbatoio e una soletta autoportante in cemento armato, con estensione maggiore della buca in modo che il peso gravi direttamente sulla cassaforma e in alcun modo sul serbatoio. I pozzetti, predisposti per l’accesso alle aperture per l’ispezione e la manutenzione, dovranno essere di adeguata resistenza e posti in opera solidalmente alla soletta affinché il loro peso non gravi sul serbatoio. Sigillare la superficie di contatto tra prolunga e serbatoio in modo da impedire l’ingresso di sabbia o fango. L’intera opera dovrà essere dimensionata, supervisionata e controllata da un tecnico qualificato.

Figura 11

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SISTEMA PRIMA PIOGGIA IN ACCUMULO Trattamento delle acque di prima pioggia

MANUALE D’USO

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1 AVVIAMENTO

Una volta ultimate le operazioni di installazione, i serbatoi di accumulo e il disoleatore sono pieni di acqua. Il disoleatore va lasciato pieno d’acqua, mentre l’accumulo va svuotato in modo che sia pronto per ricevere le acque di prima pioggia al verificarsi di un evento meteorico. Prima di procedere allo svuotamento dell’accumulo occorre avviare il quadro di controllo e verificare il corretto funzionamento del sistema.

1.1 ACCENSIONE DEL QUADRO

Accendere il quadro di controllo. Il sistema è in modalità di funzionamento automatico. In questo momento devono essere accese le spie “POWER”, “LIV.MIN” e “LIV.MAX”. In caso di mancata accensione della spia: - “POWER” controllare la linea di collegamento alla rete elettrica; - “LIV.MIN” controllare il collegamento al quadro di controllo; - “LIV.MAX” controllare il collegamento al quadro di controllo o il posizionamento del galleggiante all’interno dell’accumulo. Passare alla modalità di funzionamento manuale premendo il pulsante “MANUALE/ENTER”. In questo stato sono attivi solo i pulsanti, mentre gli altri ingressi (sensore di pioggia e galleggianti agiscono solo sulle spie luminose). Premere il pulsante “DECINE/POMPA1” per azionare la pompa1. In questo momento si deve accendere la spia “POMPA1”. Premere il pulsante “UNITA’/POMPA2” per azionare la pompa2. In questo momento si deve accendere la spia “POMPA2”. In caso di mancata accensione di una delle spie controllare il collegamento al quadro di controllo dei cavi elettrici delle pompe. Uscire dalla modalità manuale premendo il pulsante “MANUALE/ENTER”. Passare alla modalità di funzionamento programmazione premendo il pulsante “DECINE/POMPA1”. In questa modalità è possibile modificare il tempo di attesa espresso in ore, ovvero l’intervallo di tempo che intercorre tra lo spegnimento della spia “PIOGGIA” e l’avviamento dell’elettropompa. Premendo il pulsante “DECINE/POMPA1” si modificano le decine del tempo di attesa, premendo il pulsante “UNITA’/POMPA2” si modificano le unità. Per rendere operativi i cambiamenti premere il pulsante “MANUALE/ENTER”, altrimenti senza premere nulla si tornerà alla modalità di funzionamento automatico mantenendo i vecchi parametri.

1.2 SVUOTAMENTO DELL’ACCUMULO

Passare alla modalità di funzionamento manuale e avviare una delle due elettropompe per svuotare l’accumulo. Nella modalità di funzionamento manuale il sensore di pioggia e i galleggianti agiscono solo sulle spie luminose, senza alcuna influenza sul funzionamento del quadro. Questo significa che bisogna controllare visivamente lo svuotamento dell’accumulo. Quando il livello dell’acqua ha raggiunto la base del

serbatoio bisogna arrestare la pompa passando alla modalità di funzionamento automatico (premere il pulsante “MANUALE/ENTER”). Una volta svuotato l’accumulo il sistema è pronto per il funzionamento. Durante lo svuotamento deve spegnersi prima la spia “LIV.MAX”. Se invece dovesse spegnersi prima la spia “LIV.MIN” bisogna correggere il collegamento dei galleggianti che sono stati scambiati.

2 MANUTENZIONE

La manutenzione ordinaria e straordinaria del sistema prima pioggia in accumulo deve essere eseguita solo da personale specializzato ed autorizzato. La manutenzione ordinaria del sistema prevede: - ispezione dei pozzetti almeno ogni 2 mesi per

verificarne lo stato (presenza di occlusioni nelle tubazioni di ingresso e uscita, accumulo di sabbia o fanghi) e pulizia;

- ispezione dell’ accumulo almeno ogni 2 mesi per verificare il corretto funzionamento della valvola a galleggiane, lo stato delle tubazioni e dei cavi, la pulizia;

- ispezione del disoleatore almeno ogni 2 mesi per verificarne lo stato (presenza di occlusioni nelle tubazioni di ingresso e uscita, accumulo eccessivo di oli o fanghi, formazione di croste superficiali);

- estrazione degli oli e dei fanghi accumulati nel disoleatore con pulizia delle pareti ed del filtro, se presente, almeno ogni 4 mesi. In seguito alla pulizia del disoleatore riempirlo con acqua;

Per la corretta manutenzione si raccomanda di rivolgersi solo ad aziende specializzate.

Dopo la pulizia del disoleatore riempirlo immediatamente con acqua.

- Verificare almeno 2 volte l’anno che l’intervallo di tempo tra il termine della pioggia e il completo svuotamento dell’accumulo sia compreso tra le 48/72 ore. Tale intervallo di tempo è composto dal tempo di asciugatura del sensore di pioggia (dalla fine della pioggia allo spegnimento della spia “PIOGGIA”) e dal tempo di attesa impostato sulla centralina (dallo spegnimento della spia “PIOGGIA” all’avviamento della pompa). Il sensore, per le proprie caratteristiche costruttive, ha tempi di asciugatura che possono variare in funzione della località, del posizionamento, dell’esposizione e della stagione. Per questo motivo è necessario regolare il tempo di attesa in maniera che lo svuotamento dell’accumulo avvenga entro le 48/72 ore dalla fine dell’evento meteorico. Se, ad esempio, in inverno si riscontra che lo svuotamento dell’accumulo è stato completato oltre le 72 ore (78 ore) occorre ridurre il tempo di attesa (-6 ore almeno). Se, al contrario, in estate si riscontra che lo svuotamento dell’accumulo è stato completato

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SISTEMA PRIMA PIOGGIA IN ACCUMULO Trattamento delle acque di prima pioggia

MANUALE D’USO

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in anticipo (40 ore) occorre aumentare il tempo di attesa (+8 ore almeno). L’esperienza indica che generalmente esiste un valore del tempo di attesa che consente di rispettare durante tutto l’anno le tempistiche per lo svuotamento. Per regolare il tempo di attesa del quadro di controllo bisogna passare alla modalità di funzionamento programmazione e modificare il valore come descritto nel paragrafo 1.1.

Non versare negli scarichi sostanze tossiche o velenose come, ad esempio, candeggina, solventi, insetticidi, sostanze disinfettanti, detersivi, ecc..

Non gettare negli scarichi carta.

L’acqua di dilavamento in uscita dal sistema di trattamento deve essere convogliata totalmente allo scarico autorizzato dall’autorità territoriale

competente; NON E’ POTABILE; non è riutilizzabile.

3 SMALTIMENTO

Alla fine del ciclo di vita tecnico del prodotto i suoi componenti vanno ceduti ad operatori autorizzati alla raccolta dei materiali finalizzata al riciclaggio. I

prodotti devono essere gestiti, se smaltiti dal cliente finale, come assimilabili agli urbani pertanto nel rispetto dei regolamenti comunali del comune di appartenenza. In ogni caso esso non va gestito come un rifiuto domestico.

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SISTEMA PRIMA PIOGGIA IN ACCUMULO Trattamento delle acque di prima pioggia

MANUALE D’USO – QUADRO DI CONTROLLO

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Quadro prima pioggia Rev. A del 07/12/2012

1.Descrizione Il quadro “Prima Pioggia” CREP10, in associazione con un pluviometro, gestisce l’azionamento di due pompe per lo svuotamento delle vasche di “prima pioggia”, in funzione dei livelli rilevati. Il comando di avvio può essere manuale o automatico mediante l’impostazione di un timer interno. Il quadro è anche dotato di segnalazione visiva dello stato tramite l’accensione di spie luminose.

2.Caratteristiche tecniche Alimentazione: 230VAC Compatibilità Elettromagnetica:

Per ambienti industriali.

Limiti ambientali: 0 +50°C; UR 0-90%. Ingresso: pluviometri Interruttore

Acceso/spento galleggianti interruttore Acceso/spento

Spie luminose: indicatori LEDs di stato Alimentazione Accensione Pompa1/2 liv. Min./MAX presenza evento meteorico avaria pompa 1/2

Pulsanti: 3 pulsanti per programmazione tempi, per selezionare modalità di funzionamento.

Protezione IP: senza mascherina IP30, con mascherina e cappuccio interruttore IP54 .

Relè comando pompe: Portata contatti fino a 2HP con alimentazione 230VAC

Dimensione scatola: 240x190x90

3.Collegamento elettrico Per il collegamento elettrico procedere come segue:

1) Collegare il pluviometro (N.A.), 2) Collegare Galleggiante di Min. (N.A.) e quello di Max

(N.A.). 3) Collegare pompa 1 e 2, 4) Una volta chiusa la scatola collegare alimentazione.

Modalità di installazione: qualora il quadro elettrico sia collocato all’esterno e non sia protetto dagli agenti atmosferici

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SISTEMA PRIMA PIOGGIA IN ACCUMULO Trattamento delle acque di prima pioggia

MANUALE D’USO – QUADRO DI CONTROLLO

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si consiglia di posizionarlo all’interno di una apposita cassetta o armadietto che abbia grado di protezione IP55. 3.Configurazione Definiamo tre condizioni di lavoro:

- Automatico

- Manuale

- Programmazione AUTOMATICO All’accensione il sistema si porterà nella modalità di funzionamento “automatico”. In questo stato il display è spento, e il sistema attende il verificarsi di un evento tra la pressione dei pulsanti e la segnalazione da parte del pluviometro dell’avvenuta pioggia. Premendo il pulsanti DECINE/POMPA1 o UNITA’/POMPA2 il display si accende e passa alla modalità “Programmazione”, premendo il pulsante MANUALE/ENTER passa nella modalità di funzionamento “Manuale”. Se si verifica l’evento pioggia, non appena l’evento sarà finito, il sistema passerà al ciclo di conteggio del tempo per lo svuotamento della vasca. Il conteggio verrà resettato ogniqualvolta si verifica l’evento pioggia e ripartirà alla fine dello stesso. Quando il conteggio del tempo impostato arriverà a termine, se il galleggiante di LIV.MIN avrà chiuso il contatto (il livello di minimo è stato raggiunto) la POMPA1 o la POMPA2 alternativamente sarà azionata per il tempo programmato o fino a quando il galleggiante LIV.MIN non avrà aperto il contatto (livello acqua sotto livello minimo). Alla fine del ciclo il sistema torna in attesa dell’evento meteorico. NB. Durante il ciclo di conteggio i pulsanti sono disabilitati. MANUALE All’accensione o durante il periodo di attesa, premendo il pulsante MANUALE/ENTER si passa nella modalità di funzionamento “Manuale”. In questo stato sono attivi solo i pulsanti, gli altri ingressi (pluviometro e galleggianti, agiscono solo sulle spie luminose). Premendo il pulsante DECINE/POMPA1 si aziona la pompa1, premendo il pulsante UNITA’/POMPA2 si aziona la pompa2. Per uscire dalla modalità “Manuale” premere il pulsante MANUALE/ENTER. PROGRAMMAZIONE In questa modalità premendo il pulsante DECINE/POMPA1 si modificano le decine del tempo di attesa, premendo il pulsante UNITA’/POMPA2 si modificano le unità. Il numero visualizzato rappresenta il tempo di attesa tra l’evento meteorico e l’azionamento della pompa espresso in ore. Per rendere operativi i cambiamenti premere il pulsante MANUALE/ENTER, altrimenti senza

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SISTEMA PRIMA PIOGGIA IN ACCUMULO Trattamento delle acque di prima pioggia

MANUALE D’USO – QUADRO DI CONTROLLO

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premere nulla si tornerà nella condizione di lavoro “automatico” mantenendo i vecchi parametri. NOTA Solo per personale Tecnico: All’accensione tenendo premuti i pulsanti DECINE/POMPA1 e MANUALE/ENTER si entra nello stato di Programmazione Tecnica “Tempo accensione pompa” dove agendo sui pulsanti DECINE/POMPA1 UNITA’/POMPA2 è possibile modificarne il valore delle decine e delle unità rispettivamente del tempo di accensione in ore. Per rendere operativi i cambiamenti premere il pulsante MANUALE/ENTER, altrimenti senza premere nulla si tornerà nella condizione di lavoro “automatico” mantenendo i vecchi parametri. 4. Schema di interconnessione

PLUVIOMETRO

LIV.MAS

POMPA2POMPA1 230Vac IN

LIV. MINIMO