Torino Giovanna De Liso soprano ... - MITO SettembreMusica · Al freddo pioggia e neve, pioggia e...

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Torino Teatro Baretti Mercoledì 17.IX.08 ore 22 Giovanna De Liso soprano Gabriella Bosio arpa Britten Ramirez Fauré Tournier Musorgskij Brahms Schubert

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TorinoTeatro Baretti

Mercoledì 17.IX.08ore 22

Giovanna De Liso sopranoGabriella Bosio arpa

BrittenRamirezFauréTournierMusorgskijBrahmsSchubert

Fra canti e mélodies in una notte di tarda estate

Benjamin Britten(1913-1976)

Otto canzoni popolari rielaborate per soprano e arpaLord! I married me a wifeShe’s like the swallowLemadyBonny at mornBugeilio’r Gwenith GwynDavid of the White RockThe False Knight upon the roadBird Scarer’s song

Ariel Ramirez(1921)

da Mujeres argentinasAlfonsina y el marDorotea la cautiva

Gabriel Fauré(1845-1924)

da Trois Mélodies op. 23Notre Amour

da Deux Mélodies op. 46Clair de lune

Marcel-Lucien Tournier(1879-1951)

La lettre du Jardinier

Modest Musorgskij(1839-1881)

da La camera dei bambiniCon la nutriceCon la bambolaPreghiera della sera

Johannes Brahms(1833-1897)

Wiegenlied op. 49 n. 4

Franz Schubert (1797-1828)

Wiegenlied op. 98 n. 2 (D. 498)

Giovanna De Liso, sopranoGabriella Bosio, arpa

1. Lord! I married me a wife

Lord! Lord! Lord! I married me a wife! Wife! Wife! She gave me trouble all my life! Life! Life! Made me work! Work! Work! Work! Work!In the cold rain and snow, rain and snow, rain and snow Made me work in the cold rain and snow Lord! Lord! Lord! Lord! Lord! Lord!

2. She’s like the swallow

She’s like the swallow that flies so high, She’s like the river that never runs dry, She’s like the sunshine on the lee shore, I love my love and love is no more.‘Twas out in the garden this fair maid did go, Apicking the beautiful primerose; The more she pluck’d the more she pulled Until she got her aperon full.It’s out of those roses she made a bed, A stony pillow for her head. She laid her down, no word did say, Until this fair maid’s heart did break.She’s like the swallow that flies so high, She’s like the river that never runs dry, She’s like the sunshine on the lee shore, I love my love and love is no more.

3. Lemady

One midsummer’s morn as I were awalkingThe fields and the meadows were covered with greenThe birds asweetly singing so pleasant and so charming,So early in the morning by the break of the day.Arise, ariseGo pluck your love a posy of the prettiest flowers that grows in yonder green.O yes I’ll arise and pluck lilies, pinks and rosesAll for my dearest Lemady, the girl I adore.O Lemady, o Lemady, what a lovely lass thou artThou art the fairest creature that ever my eye did see!I’ll play you a tune all on the pipes of ivorySo early in the morning by the break of the day.

1. Dio! Mi son sposato una moglie

Dio! Dio! Dio! Mi son sposato una moglie! Moglie! Moglie!Ella mi ha tormentato tutta la mia vita! Vita! Vita!Mi ha messo al lavoro! Lavoro! Lavoro! Lavoro! Lavoro!Al freddo pioggia e neve, pioggia e neve, pioggia e neve, mi ha messo al lavoro al freddo, pioggia e neve.Dio! Dio! Dio! Dio! Dio! Dio!

2. Ella è come la rondine

Ella è come la rondine che vola così alto,ella è come il fiume che mai si prosciuga,ella è come lo splendore del sole sulla costa di sottovento.Io amo il mio amore e non v’è amore più grande.C’era un’amabile fanciulla che se ne andava fuori in giardino,cogliendo belle rose primaverili;E più ne coglieva più ne strappavafino a colmarne il proprio cesto.È di quelle rose che ella ha fatto un giaciglio,un cuscino di pietra per il suo capo.Si adagiò, non pronunciò parola,fino a che a questa amabile fanciulla si spezzò il cuore.Ella è come la rondine che vola così alto,ella è come il fiume che mai si prosciuga,ella è come lo splendore del sole sulla costa di sottovento.Io amo il mio amore e non v’è amore più grande.

3. Lemady

Una mattina di mezza estate passeggiavo.I campi e i prati erano verdeggiantigli uccelli cantavano dolcemente così piacevolmente e in modo incantevoledi buon ora allo spuntar del giorno.Levati, levati,va’ a cogliere un mazzolino di fiori per il tuo amoretra i più graziosi che crescono laggiù nelle praterie.O sì, mi leverò e coglierò gigli, garofani e rose,tutto per la mia carissima Lemady, la fanciulla che adoro.O Lemady, o Lemady, quanto amabile e innamorata tu sei,la creatura più gentile che mai i miei occhi abbiano visto!Suonerò per te un motivo interamente su canne d’avoriocosì presto la mattina al sorgere del giorno.

4. Bonny at morn

The sheep’s in the meadows,The kye’s in the corn,Thou’s ower lang in thy bed,Bonny at morn.

Canny at night, bonny at morn,Thou’s ower lang in thy bed,Bonny at morn.

The bird’s in the nest,The trout’s in the burn,Thou hinders thy mother In many a turn.

Canny at night, bonny at morn,Thou’s ower lang in thy bed,Bonny at morn.

We’re all laid idle wi’ keeping the bairn,The lad winnot workAnd the lass winnot lairn.

Canny at night, bonny at morn,Thou’s ower lang in thy bed,Bonny at morn.

5. Bugeilio’r Gwenith Gwyn

I was lonely and forlornAmong the meadows mourning;For I had wooed her oft and long,Yet others reaped her loving.Not to me this maid did comeTo cure my painful yearning.Yet I had watched, the fields among,Her beauty and her blooming.While the seas do ebb and flow and minutes do not falter;And while my heart beats in my breast,My ‘fliction ne’er will alter.Ne’er shall I kiss her cheeks so fair, Nor feel her arms embracing;For I had watched the ripening wheat,Yet others reaped her loving.

4. Bonny la mattina

La pecora è nel prato,la mandria è nel grano,tu sei nel nostro lungo lettoBonny la mattina.

Tu sei vigile di notte, grazioso la mattinatu sei nel nostro lungo lettoBonny la mattina.

L’uccellino è nel nido,la trota è nel ruscello,tu impedisci a tua madrepiù di un turno.

Tu sei vigile di notte, grazioso la mattinatu sei nel nostro lungo lettoBonny la mattina.

Noi siamo tutti coricati oziando con il bambinoil ragazzo non vuole lavoraree la ragazza non vuole portare al riparo il bestiame.

Tu sei vigile di notte, grazioso la mattinatu sei nel nostro lungo lettoBonny la mattina.

5. Bugeilio’r Gwenith Gwyn

Ero solo e disperatopiangendo in mezzo ai prati:nonostante l’avessi corteggiata spesso e a lungomalgrado tutto un altro ha rapito il suo amore.Non venne a me la fanciullaper lenire il mio doloroso languire,nonostante avessi ammirato, lungo i campi,la sua bellezza e la sua prorompente giovinezza,mentre i mari si ritirano per le maree e scorrono, e i minuscoli granelli di sabbia non volteggiano più,mentre il cuore mi batte in petto il mio dolore mai svanirà.Mai le bacerò le gote così chiare,mai sentirò la stretta del suo abbraccio;nonostante abbia guardato per lei il grano maturo,tuttavia un altro ha rapito il suo amore.

6. David of the White Rock

Life and its follies are fading away,Love hath departed why then should I stay?Cold is my pale cheek, and furrowed with care,Dim is my eyesight, and snowwhite my hair.Near me, in silence, my harp lies unstrung, Weack are my fingers, and falt’ring my tongue!Tuneful companion, we parted must be;Thou canst no longer bring confort to me.Yet ere we sever, thy master would fain:Swanlike expire in a last dying strain;And when above him the Cypress bough wave,Spirits shall murmur it over his grave.

7. The False Knight upon the road

The false knight met the child in the road

“O where are you going to?” Said the knight in the road.“I am going to my school”, said the child as he stood.He stood and he stood and it’s well because he stood.“I am going to my school”, said the child as he stood.

“O what are you going there for?” Said the knight in the road.“For to learn the Word of God”, said the child as he stood.He stood and he stood and it’s well because he stood.“For to learn the Word of God”, said the child as he stood.

“O what have you got there?” Said the knight in the road.“I have got my bread and cheese”, said the child as he stood.He stood and he stood and it’s well because he stood.“I have got my bread and cheese”, said the child as he stood.

“I think I hear a bell”, said the knight in the road.“Yes, and it’s ringing you to hell”, said the child as he stood.He stood and he stood and it’s well because he stood.“Yes, and it’s ringing you to hell”, said the child as he stood

6. David della roccia bianca

La vita e le sue follie si sono dissolte,l’amore è dipartito, perche mai debbo restare?Fredda è la mia pallida guancia e solcata da pena,la mia vista è offuscata e il mio capo bianco come neve.Vicino a me in silenzio giace la mia arpa con corde allentate,deboli mi sono le dita e balbettanti le labbra!Armonioso compagno, dobbiamo separarci;tu non puoi più a lungo ricevere da me conforto.Nonostante la separazione, al tuo padrone piacerebbe morire come il cigno con l’ultimo canto di morte;e quando su di lui il cipresso agiterà i suoi ramigli spiriti mormoreranno sulla sua tomba.

7. Il falso cavaliere sulla strada

Il falso cavaliere incontra il bimbo sulla strada..«Oh dove stai andando?» disse il cavaliere sulla strada.«Sto andando alla mia scuola» disse il bimbo non appena si fermò.Si fermò ed egli si fermò e ciò è bene perché si fermò.«Sto andando alla mia scuola» disse il bimbo non appena si fermò.

«Cosa vai a fare là» disse il cavaliere sulla strada.«Vado a conoscere la parola di Dio» disse il bimbo non appena si fermò.Si fermò ed egli si fermò e ciò è bene perché si fermò.«Vado a conoscere la parola di Dio» disse il bimbo non appena si fermò.

«Cosa hai ricevuto là?» disse il cavaliere sulla strada.«Ho avuto pane e formaggio» disse il bimbo non appena si fermò.Si fermò ed egli si fermò e ciò è bene perché si fermò.«Ho avuto pane e formaggio» disse il bimbo non appena si fermò.

«Mi sembra di aver sentito una campana» disse il cavaliere sulla strada.«Sì, e sta suonando per chiamarti» disse il bimbo non appena si fermò.Si fermò ed egli si fermò e ciò è bene perché si fermò.«Sì, e sta suonando per chiamarti» disse il bimbo non appena si fermò.

8. Bird’s Scarer’s song

Shoo all ’er birds you be so black,When I lay down to have a nap.Shoo arlo arlo arloArlo arlo arlo arlo arlo birds.Hi shoo all ’er birds! Hi shoo all ’er birds!Out of master’s ground into Tom Tucker’s ground,Out of Tom Tucker’s ground into Luke Cole’s groundOut of Luke Cole’s ground into Bill Veater’s ground.Shoo arlo arlo arloArlo arlo arlo arlo arlo birds.Ha! Ha!

Da Mujeres argentinasversi di Felix Luna

1. Alfonsina y el mar

Por la blanda arenaQue lame el marSu pequeña huellaNo vuelve másUn sendero soloDe pena y silencio llegóHasta el agua profundaUn sendero soloDe penas mudas llegóHasta la espuma.Sabe Dios qué angustiaTe acompañóQué dolores viejosCalló tu vozPara recostarteArrullada en el cantoDe las caracolas marinasLa canción que cantaEn el fondo oscuro del marLa caracola.Te vas AlfonsinaCon tu soledad¿Qué poemas nuevosFuíste a buscar?Una voz antigüaDe viento y de salTe requiebra el almaY la está llevandoY te vas hacia alláComo en sueñosDormida, AlfonsinaVestida de mar.

8. Il canto degli spaventa uccellini

Via tutti voi uccelli che siete così neri,quando mi corico per un sonnellinovia via arlo arlo arloarlo arlo arlo arlo arlo uccellini.Ehi, via tutti voi uccelli! Ehi, via tutti voi uccelli! Via dal terreno del padrone dentro la proprietà di Tom Tucker,via dal terreno di Tom Tucker dento la proprietà di Luke Coles,via dalla proprietà di Luke Coles dentro il terreno di Bill Veater’s.Via arlo arlo arloarlo arlo arlo arlo arloHa! Ha!

Alfonsina e il mare

Per la soffice sabbia lambita dal marela sua piccola orma non torna maie un sentiero solitario di pena e silenzio è giuntosino all’acqua profondae un sentiero solitario di pura pena è giuntosino alla spuma.Dio sa quale angustia ti ha accompagnatache antico dolore ha spento la tua voceper addormentarti cullata dal cantodelle conchiglie marinela canzone che canta nel profondo oscuro marela conchiglia.Te ne vai Alfonsina con la tua solitudinequali nuove poesiesei andata a cercare?E una voce antica di vento e di mareti lacera l’animae là sta chiamandoe tu fin là vai, come in sognoAlfonsina dormiente, vestita di mare.

Cinco sirenitasTe llevaránPor caminos de algasY de coralY fosforescentesCaballos marinos haránUna ronda a tu ladoY los habitantesDel agua van a jugarPronto a tu lado.Bájame la lámparaUn poco másDéjame que duermaNodriza, en pazY si llama élNo le digas nunca que estoyDi que me he ido.Te vas AlfonsinaCon tu soledad¿Qué poemas nuevosFueste a buscar?Una voz antigüaDe viento y de salTe requiebra el almaY la está llevandoY te vas hacia alláComo en sueñosDormida, AlfonsinaVestida de mar.

2. Dorotea la cautiva

Yo no soy huinca, capitanHace tiempo lo fuiDeje que vuelva para el surDejeme ir alli.

Mi nombre casi lo olvidéDorotea BazanYo no soy huinca, india soyPor amor, capitan.

Me falta el aire pampa y el olorDe los ranqueles campamento

El cobre oscuro de la piel de mi señorEn ese imperio de gramillaCuero y sol.

Usted se asombra capitanQue me quiera volverUn alarido de malon

Cinque sirene ti condurrannolungo il cammino di alghe e corallie fosforescenti cavallucci marini farannouna ronda al tuo lato.E gli abitanti dell’acqua ti nuoterannosubito a lato.Abbassami un po’ di più la lucelasciami dormire in pace, tatina miae se chiama non dirgli mai che ci sono,digli che me ne sto andando.Te ne vai Alfonsina con la tua solitudine.Quali nuove poesie sei andata a cercare?E una voce antica di vento e di mareti lacera l’animae sta là chiamandoe tu vai, fin là, come in sognoAlfonsina addormentata, vestita di mare.

Dorotea la prigioniera

Io non sono più huinca, o capitano,in passato lo fui, lascia che io ritorni al sud, lasciami andare là.

Ho quasi dimenticato il mio nome,Dorotea Bazan, io non sono più huinca, sono indiana per amore, capitano.

Mi manca la spaziosa pianura e l’odoredell’accampamento dei ranqueles.

Il colore bronzeo della pelle del mio signorein questo impero di gramilla solo cuoio e sole.

Il capitano è ammirato e vuole farmi diventare un urlo di guerra

Me reclama la piel.Yo me hice india y ahora estoyMas cautiva que ayerQuiero quedarme en el dolorDe mi gente ranquel.

Me falta el aire pampa y el olorDe los ranqueles campamentoEl cobre oscuro de la piel de mi señorEn ese imperio de gramillaCuero y sol.Quiero quedarme en el dolorDe mi gente ranquel.

Notre amourversi di Armand Silvestre

Notre amour est chose légèreComme les parfums que le ventPrend aux cimes de la fougèrePour qu’on les respire en rêvant.- Notre amour est chose légère!

Notre amour est chose charmante,Comme les chansons du matinOù nul regret ne se lamente,Où vibre un espoir incertain.- Notre amour est chose charmante!

Notre amour est chose sacréeComme les mystères des boisOù tressaille une âme ignorée,Où les silences ont des voix.- Notre amour est chose sacrée!

Notre amour est chose infinie,Comme les chemins des couchantsOù la mer, aux cieux réunie,S’endort sous les soleils penchants.

Notre amour est chose éternelleComme tout ce qu’un dieu vainqueurA touché du feu de son aile,Comme tout ce qui vient du coeur,- Notre amour est chose éternelle!

richiama la mia pelle.Io sono diventata indiana ed ora sono più prigioniera di ierima voglio rimanere nel dolore della mia gente ranquel.

Mi manca la spaziosa pianura e l’odoredell’accampamento dei ranqueles.Il colore bronzeo della pelle del mio signorein questo impero di gramilla cuoio e sole.Voglio rimanere nel dolore della mia gente ranquel.

Il nostro amore

Il nostro amore è cosa lievecome i profumi che il ventoghermisce dalle cime della felceaffinché lo si respiri sognando.Il nostro amore è cosa lieve.

Il nostro amore è cosa incantevolecome le canzoni del mattinodove non ci si lagna di alcun rimpianto,dove vibra un’incerta speranza.Il nostro amore è cosa deliziosa.

Il nostro amore è cosa sacracome i misteri dei boschidove trasale un’anima sconosciuta,dove i silenzi si fanno voci.Il nostro amore è cosa sacra.

Il nostro amore è cosa infinita,come i cammini dei tramontidove il mare, ricongiunto ai cieli, si addormenta sotto il sole calante.

Il nostro amore è cosa eternacome tutto ciò che un dio vincitoreha sfiorato con la sua ala di fuoco,come tutto ciò che viene dal cuore,il nostro amore è cosa eterna.

Clair de Luneversi di Paul Verlaine

Votre âme est un paysage choisiQue vont charmant masques et bergamasques,Jouant du luth et dansant, et quasiTristes sous leurs déguisements fantasques!

Tout en chantant sur le mode mineurL’amour vainqueur et la vie opportune.Ils n’ont pas l’air de croire à leur bonheur,Et leur chanson se mêle au clair de lune.

Au calme clair de lune triste et beau,Qui fait rêver, les oiseaux dans les arbres,Et sangloter d’extase les jets d’eau,Les grands jets d’eau sveltes parmi les marbres.

La lettre du Jardinierversi di Henry Bataille

Je prends la plume pour vous donnerDes nouvelles du jardinIl est très joli en ce moment.Si vous venez à Pâques ou plus tardQu’au printempsVous le verrez.Il s’est levé ce matinTout mouillé de votre souvenir.Il y a tout plein des fleurs que vous m’avez recommandéesLe tissu provincial des penséesDes pains de roses tout partoutLa cendre effritée des lilas, si pimpanteEt les glycines au corps mou que vous nommezFleurs flottantesLe lys paralysé qui meurt devant ma porte,Il y a des fleurs et des fleurs de toutes sortesDepuis les mouches bleues qu’on appelle myosotisJusqu’aux papillons roses des péchers.Les iris et les glaïeuls donnent cette annéeEt font des fusées et des fuseauxDe ci de là à profusion.

Mais tout cela s’ennuie après MademoiselleEt bien qu’il ait fait beau depuis la dernière NoëlLa joie attends que vous veniez pour y venirD’où la mélancolie qu’ici nous avons tous!Pour un arbre sans nidPour le jardin sans vous.

Croyez MademoiselleA tous mes souvenirs.

Chiaro di luna

La vostra anima è un paesaggio sceltoche vanno incantando maschere e bergamasche,suonando il liuto e danzando, e quasitristi sotto i loro travestimenti fantastici!

Tutto cantando in modo minorel’amore vincitore e la vita opportuna.Non sembrano credere alla loro felicità,e la loro canzone si confonde al chiaro di luna.

Al calmo chiaro di luna triste e belloche fa sognare gli uccelli sugli alberie singhiozzare d’estasi gli zampilli d’acqua,le grandi svelte fontane tra i marmi.

La lettera del giardiniere

Vi scrivo per darvi notizie del giardino,è molto bello in questo momento.Se voi verrete a Pasqua, al più tardi a primaveravoi lo vedrete.Si è levato stamattinatutto impregnato dal vostro ricordo.È tutto pieno dei fiori che voi m’avete raccomandato,il tessuto provinciale delle viole del pensierotappeti di rose ovunque,il polverio sfaldato dei lillà, così pimpantee i glicini dal corpo morbido che voi chiamatefiori svolazzantiil giglio paralizzato che muore davanti alla mia porta,ci sono fiori e fiori di tutti i tipidalle mosche blu che si chiamano myosotis fino alle farfalle rosa dei peschi.Gli iris e i gladioli sbocciano quest’anno ed esplodono come fuochi d’artificiodi qua e di là a profusione.

Ma tutto questo si annoia, dopotutto, signorinae nonostante abbia fatto bello dall’ultimo Natalela gioia attende che voi veniate per venirci,da qui la melanconia che noi tutti proviamoper un albero senza nidoper il giardino senza di voi.

Credetemi, signorinaa tutti, i mei saluti.

Con la nutrice

Vieni e raccontami, cara Tata, di quella vecchia storiache tu conosci bene, quella del lupo,di quella terrificante del lupo!Di come fosse solito vagare intorno alla casa,di come portasse i bambini nel bosco e li divorasse,non lasciando un solo osso, e di come i bambinifossero soliti piangere e gridare per chiedere aiuto...Cara Tata! Il motivo per cui li mangiò a morsifu perché essi non vollero fare quantodicevano le loro tate, non vollero ascoltare i genitori,per questo il lupo li ha mangiati, cara Tata?Aspetta un momento: vorrei piuttosto ascoltare del Re e della Regina, che abitavano vicino al marein un meraviglioso palazzo:egli era zoppo e storpio nel camminare,quando inciampò spuntò un fungo.La Regina aveva un tale ripugnante raffreddore,con uno starnuto ruppe tutti i vetri delle finestre.Ascolta, cara Tata, io non voglio più ascoltare del lupo!Lasciami dimenticarlo! Lasciami ascoltare un’altra,sì, un’altra fiaba divertente!

Con la bambola

Su, bambola, su, su, dormi! Chiudi gli occhi e dormi!Bambola, dormi, vuoi tu?Se non sei buona, arriva il grande lupo e ti porta via!Dormi, bambola, domattina mi racconteraidei sogni che avrai fatto ora,delle belle isole ove in magici giardinicrescono bellissimi fiori e maturano pere e melee dove dorati uccellini cantano notte e giorno!Dormi, dormi, bambola!

Preghiera della sera

Caro Dio, proteggi papà e mamma, benedicili, caro Dio!Caro Dio, proteggi il fratello Vasenka e il fratello Miscenkacaro Dio, proteggi la nonna, che è così buona,donale salute e serenità. Ella è così buona e così vecchia, caro Dio!Non dimenticare, caro Dio, la zietta Katia,la zietta Natasha, la zietta Masha, la zietta Parasta,la zietta Liuba, Varia e Sasha e Olga e Tania,e Nadia, lo zio Petia e Kolia e lo zio Volodiae Grisha e Sasha. Proteggili e benedicili tuttiassieme a Filia e Vania e Petiae Dasha, Pasha, Sonia e Doniushka.Tata! Ora dimmi, chi viene dopo?Ma che memoria spaventosa!Come spesso devo dirti?Caro Dio, proteggi e benedici me, piccolo!Caro Dio, guarda e benedici me, piccolo!Va bene così, Tata?

Wiegenlied (Brahms)testo di anonimo

Guten Abend, gut Nacht, Mit Rosen bedacht,Mit Näglein besteckt,Schlupf unter die Deck’:Morgen früh, wenn Gott will,Wirst du wieder geweckt.

Guten Abend, gut Nacht,Von Englein bewacht,Die zeigen im TraumDir Christkindleins Baum:Schlaf nun selig und süß,Schau im Traum’s Paradies.

Wiegenlied (Schubert)testo di anonimo

Schlafe, holder, süßer Knabe,Leise wiegt dich deiner Mutter Hand;Sanfte Ruhe, milde LabeBringt dir schwebend dieses Wiegenband.

Schlafe in dem süßen Grabe,Noch beschützt dich deiner Mutter Arm,Alle Wünsche, alle HabeFaßt sie lieben, alle liebwarm.

Schlafe in der Flaumen Schoße,Noch umtönt dich lauter Liebeston,Eine Lilie, eine Rose,Nach dem Schlafe werd’ sie dir zum Lohn.

Ninna nanna (Brahms)

Buona sera, buona notte,cosparso di rosetrapunto di garofani,infilati sotto le coperte:domani mattina, se Dio vuole,ti sveglierai di nuovo.

Buona sera, buona notteprotetto dagli angioletti,che ti mostrano in sognol’albero di Natale;dormi ora, sereno e tranquillo,e sogna il Paradiso.

Ninna nanna (Schubert)

Dormi, dormi, grazioso dolce bimbo,dolcemente la mano della tua mamma ti cullerà.Lieve calma, mite riposo, questa ninna nanna ti porteràmentre sei cullato.

Dormi, dormi nella dolce culla,ancora la tua mamma ti proteggerà tra le sue braccia,ogni desiderio, ogni volereella ti accoglie con amore, tutto con caldo amore.

Dormi nel materno grembo,ancora ti canterà la mamma sottovoce un canto d’amore,un giglio, una rosa,troverai come premio al tuo sonno.

Un concerto dal contenuto quanto mai accattivante, quello che ci apprestiamo adascoltare. Già il semplice accostamento di voce e arpa è suggestivo e si presen-

ta foriero di mille seduzioni. Un programma costituito di pagine espressamente rie-laborate in tal veste da Gabriella Bosio, che figura dunque questa sera nel dupliceruolo di interprete e trascrittrice: uniche eccezioni le pagine di Britten e Tournier,originali per tale organico. L’esordio è nel nome del britannico Britten, tra i massimi compositori del Nove-cento, grande innamorato della voce, che all’arpa, inoltre, guardò sempre conocchio attento e speciale predilezione: celebre in tal senso la fortunata e deliziosaCeremony of Carols op. 28 risalente al 1942, chiaro indizio di una precoce simpa-tia per il binomio voce/arpa. Alla primavera del 1976 risale la rielaborazione degliotto Folk Songs con i quali s’inaugura il concerto odierno (la pubblicazione, postu-ma, è del 1980): pagine davvero emozionanti, dagli spigliati testi intrisi di fragran-ze e imbevuti di reminiscenze gaeliche, che per noi oggi assumono il significatoquasi di una sorta di testamento spirituale, dacché Britten vi pose mano a pochimesi dalla morte. Non nuovo ad imprese siffatte, già in precedenza Britten si eraapplicato all’elaborazione di melodie popolari, allestendo svariate sillogi di Songs:ne collazionò parecchi volumi a partire da metà degli anni Quaranta. Di queste otto pagine, improntate talora a un arguto humour, talaltra a una poeticanaïveté, la prima (Lord! I married me a wife) ci conquista immediatamente: subitoessa si lascia apprezzare infatti per la sua argentina scorrevolezza, il vigore delleasserzioni vocali (le parole “Lord, Wife, Life” proclamate con robusta convinzione)e le incisive interpunzioni dell’arpa. Laddove della seconda (Swallow) si ammiral’incorporea leggerezza del substrato armonico, quasi la visualizzazione in terminisonori del volo di una rondine. Davvero bella la linea melodica, con quel suo anda-mento da ballata scozzese. Vi si ammira un tema arcaicizzante di natura schietta-mente popolare che, possedendo la genuinità delle cose semplici, evoca i riposantiorizzonti delle Highlands, dove il violaceo di sconfinate distese d’erica finisce perconfondersi con la ialina lattescenza del tipico cielo inglese in una mattina di pri-mavera. Un senso di continuità predomina nel brano, contraddistinto peraltro dauna più assorta rarefazione nella zona centrale cantabile e da una certa qual liqui-dità nelle due sezioni estreme. Ancora festose immagini sonore nell’incantevoleterzo brano, tutto giocato su una notevole duttilità ritmica e costellato di visioniagresti. Vi si susseguono metri binari e ritmi ternari, a tutto vantaggio della paginache si chiude con un impercettibile glissando. Cullanti interiezioni e incisi di danzain Bonny at morn dalle seducenti atmosfere armoniche modali, foriere di echimedievaleggianti, dall’incessante pulsare dell’arpa; parimenti un ostinato ritmicopercorre da cima a fondo il quinto brano (Bugeilio’r Gwenith Gwyn) in cui la voceha un che di filastrocca: e si manifesta un gap tra il testo in apparenza sconfortatoe la scanzonata allure della linea vocale. Un tono da leggenda, non immemore diun’ambientazione ossianica, si percepisce invece nel pacato eloquio di David of theWhite Rock, pagina percorsa da un velo di nostalgia in cui alla pacatezza della lineavocale fa da contraltare il rapsodiare degli accordi dai saporosi concatenamentiarmonici. The False Knight, introdotto dai magici armonici dell’arpa, con le suesette strofe iterate su una semplice melodia impreziosita di arcane risonanze, rive-la toni da fiaba, pur su un testo a tratti inquietante. Da ultimo, interviene un diver-tente Song che con le sue aitanti figurazioni conclude la raccolta all’insegna di unaestroversa serenità.Quanto ai due brani dell’argentino Ariel Ramirez – assurto a notorietà universalenei primi anni Sessanta con la sua fortunata Misa Criolla (Messa creola) – rivelanonotevole disponibilità ad accogliere gli influssi dell’universo folclorico; si tratta didue pagine di trasparente immediatezza, dall’impianto smaccatamente popolare, suversi di Felix Luna. Nella flessuosità della linea vocale del primo, in particolare, èpossibile riconoscere caratteristici stilemi, in guisa di danza: quasi la mimesi sono-

ra di un sinuoso profilo femmineo contemplato entro un paesaggio marino impre-gnato di umori e salsedine. Le ibridate fraseologie dell’arpa paiono ribollire dispuma, cangianti come le alghe o la superficie del corallo e fosforescenti come icavallucci marini evocati nel testo: a sostegno di una melopea venata di tenerezzae malinconia, appena increspata d’impercettibili barbagli. Non meno emozionanteil secondo brano, di tale efficacia e cordialità melodica da rendere pressoché super-fluo qualsiasi commento. La serata prosegue poi con due pagine estrapolate dalla lussureggiante produzionevocale di Gabriel Fauré. Versatile e raffinato musicista dalla vena feconda e dall’e-legante scrittura, egli frequentò a lungo l’ambito vocale, talora applicandosi alla ste-sura di singole liriche, più spesso inscrivendole in veri e propri cicli organici: agen-do comunque da protagonista di una delle più intense stagioni per la mélodie fran-cese. Ne scrisse oltre cento, nell’intero arco temporale del proprio itinerario creati-vo. Di Fauré occorrerà rimarcare in primis la purezza della linea melodica e lafluente cantabilità, che della sua scrittura costituiscono la firma. Le due pagine inprogramma sono per canto e pianoforte: il sostegno dell’arpa, nella trascrizione cheascoltiamo, conferisce loro un quid di inconsueto e charmant. Notre amour è laseconda delle Trois Mélodies op. 23 condotte a termine nel 1879. Composta su versidi Armand Silvestre e dedicata a madame Castillon, la lirica presenta una singola-re fluidità, con quelle sue insistenti terzine e una melodia di pregnante leggiadria.Il culmine emotivo è nelle ultime misure, laddove la voce, ebbra di gioia, si spingenella regione acuta, significativamente sui versi “Notre amour est chose eternelle”,ribaditi un’ultima volta, quasi simbolico refrain. Quanto poi all’assai celebre Clair de lune, pagina dalle iridescenti armonie e con-trassegnata dall’arcaicizzante imitazione di un liuto, è in assoluto tra le cose piùbelle che Fauré ebbe a scrivere. Si tratta della prima delle Deux Mélodies op. 46 del1888. La pagina pone in musica i versi dell’adorato Verlaine, già intrisi di una loroinsita musicalità, e ne riverbera le più intime sfumature in una miriade di rifrazio-ni. A quegli stessi versi si sarebbe accostato Debussy fornendo la propria “versio-ne”, confluita nella prima serie delle Fêtes galantes. Pagina imbevuta di tenera dol-cezza, s’ammanta di luci soffuse e colori tenui: impossibile restare indifferentidinanzi all’eleganza aristocratica e un poco fragile delle sue frasi, improntate a uncarezzevole lirismo striato di oniriche visioni evocanti i riflessi argentei di un luco-re selenico. Con la suadente Lettre du Jardinier di Marcel-Lucien Tournier – arpista e composi-tore francese dalla vena elegante – siamo in presenza di una pagina originale pervoce e arpa, su versi di Henry Bataille. Seduce per la raffinatezza delle armonie, nelsolco della miglior tradizione francese, e per la delicata soavità della linea vocale.Il brano va animandosi vieppiù, raggiungendo la massima temperatura emotivanella parte mediana, laddove viene evocata una lussureggiante vegetazione, e lamusica pare suggerirne gli inebrianti effluvi: quindi, con la ripresa dell’incipit, stin-ge verso l’incorporea rarefazione dell’epilogo.Con Musorgskij entriamo nell’universo della vecchia Russia di cui la Camera deibambini (mirabile ciclo di sette liriche su testo proprio, composto tra il 1868 e il1870 e pubblicato nel 1872) ci restituisce alcune delle più autentiche intonazioni.Le tre in programma ne costituiscono un’esauriente campionatura. La pagina diesordio (Con la nutrice) è un eccellente esempio di monologo formato mignon distraordinaria vis drammaturgica, in cui l’andamento sillabico della parte vocaleaderisce magnificamente al testo, ben assecondato da un efficace sostegno. La pagi-na trascorre con naturalezza attraverso gli atteggiamenti espressivi più disparati,alternando schegge di quasi-recitativo e tratti cupi per la descrizione del lupo amomenti di disarmante lirismo (l’evocazione del fiabesco palazzo oltremare del Ree della Regina). Il quarto brano della raccolta (Con la bambola) è una vera e propriaberceuse, dolcemente ipnotica dai toni soavemente smorzati. Ancora la minaccia

del lupo si avanza nel testo di questa stupenda lirica dalle armonie di singolareaudacia. Quanto alla Preghiera della sera, quinto brano della raccolta, esso si segna-la per i toni accorati e divertiti al tempo stesso: con quella spassosa e iterata invo-cazione a Dio, per implorare la protezione su tutti i cari che costituiscono il micro-universo del protagonista bambino e, da ultimo, con ironia, per chiedere che Diorivolga su di lui ormai semi-addormentato la sua benevola benedizione. Ed è unprogressivo incalzare di energiche figurazioni, giù giù sino all’apodittica chiusa. Infine – per propiziare ulteriormente la notte già a lungo evocata – nulla di megliodi una ninna nanna. Ebbene: ce ne vengono proposte addirittura due, e si tratta dipagine celeberrime dovute rispettivamente a Brahms e Schubert. La composizionebrahmsiana, innanzitutto. Si tratta del penultimo dei Cinque Lieder op. 49 del1868. È pagina breve e si richiama a una canzone popolare che la viennese BerthaPorubszky, ottima cantante e “donna incantevole dallo sguardo attento e sognan-te”, aveva fatto conoscere al musicista all’epoca del Frauenchor di Amburgo. Tra ilgiovane Brahms e Fraülein Porubszky nacque un vero e proprio idillio che, tutta-via, sfumò presto per le ben note ritrosie del maestro amburghese nei confronti deilegami matrimoniali. La donna, per parte sua, andò regolarmente sposa assumen-do il cognome Faber, ed è per la nascita del suo secondo figlio che Brahms le inviòil Wiegenlied, composto ispirandosi a quell’amabile Ländler in dialetto austriacoche la giovane gli aveva cantato spesso all’epoca dell’innamoramento. Sicché non ècerto difficile comprendere le ragioni di quella particolare intimità che caratterizzala notissima pagina: semplice, lineare, ma al tempo stesso adorna di “preziosismi esottigliezze”. Schubert infine, sommo liederista, e la sua incantevole ninna nanna, vale a dire ilWiegenlied op. 98 n. 2 (D. 498) su versi di autore ignoto composto nel mese dinovembre del 1816. Brano di squisita fattura, commuove per la stupefacente bel-lezza della curva melodica e la limpidità del tessuto armonico, a suggerire un sensod’indicibile quiete.

Attilio Piovano

Diplomatasi in canto con il massimo dei voti al Conservatorio “Giuseppe Verdi” diTorino, Giovanna De Liso ha vinto i concorsi As.Li.Co di Milano, di Canto Classi-co di Viterbo e il 39º Concorso Internazionale di Esecuzione Musicale CIEM diGinevra.È stata insignita di numerosi premi per la cultura, ha cantato come solista con pre-stigiose orchestre europee e ha interpretato i ruoli lirici più importanti (Butterfly,Tosca, Mimì, Traviata, Lodoletta, Nedda, Santuzza, Alice) nei principali teatri dirilevanza internazionale, come La Scala di Milano, l’Arena di Verona, il San Carlodi Napoli, il Carlo Felice di Genova, lo Sferisterio di Macerata, l’Opéra di Parigi,l’Opéra di Toronto. Svolge inoltre un’intensa attività culturale (è pittrice e scrittrice) ed è docente dicanto lirico presso il Conservatorio “Federico Ghedini» di Cuneo e l’Istituto “Arcan-gelo Corelli” di Pinerolo, dove insegna anche arte scenica e letteratura poetica edrammatica. È fondatrice e direttore dell’Ensemble Claudio Monteverdi.Dal 2007 è maestro di cappella del Coro del Duomo di Pinerolo.

Gabriella Bosio ha studiato arpa al Conservatorio di Torino con Giuliana Albiset-ti, diplomandosi nel 1975 con il massimo dei voti; successivamente si è perfezio-nata con Pierre Jamet.Dopo aver partecipato per quattro anni consecutivi alla formazione dell’OrchestraMondiale delle Jeunesses Musicales, è stata prima arpa al Teatro San Carlo di Napo-li e presso l’Orchestra della Radio Svizzera Italiana.Svolge intensa attività concertistica sia come solista, sia in diverse formazionicameristiche.È considerata una delle interpreti più preparate nel repertorio contemporaneo:molti compositori hanno scritto brani a lei espressamente dedicati e ha eseguitomolte partiture in prima esecuzione. Ha inciso per le etichette più prestigiose.È titolare dal 1976 della cattedra di arpa al Conservatorio di Torino e dal 1987 inse-gna presso il Suzuki Talent Center di Torino. Molti suoi allievi hanno vinto i piùimportanti concorsi internazionali, ultimo dei quali il prestigioso Concorso d’Israele.È Insegnante Formatore Europeo Suzuki per l’arpa e tiene in tutto il mondo nume-rosi corsi di didattica infantile e per principianti.Nel 2002 ha pubblicato il metodo Io suono l’arpa che, destinato all’apprendimentodi questo strumento da parte di bambini molto piccoli, si è affermato come uno deimetodi più utilizzati e funzionali.Cura la collana We Play The Harp per l’editore Musica Practica.

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