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Progetto di SCR-Garanzia Giovani Emilia Romagna- -Lo Spazio Bianco- APG23 SCHEDA 1/B SCHEDA PROGETTO PER L’IMPEGNO DI GIOVANI IN SERVIZIO CIVILE REGIONALE IN EMILIA-ROMAGNA ENTE 1)Ente proponente il progetto: L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII (sigla APG23), fondata da Don Oreste Benzi, opera da circa 40 anni in numerosi ambiti sociali e si rivolge a chi vive condizioni di emarginazione in Italia e all’estero. L’impegno della Comunità inizia proprio con i disabili, con la battaglia per il riconoscimento dei loro diritti nel 1968, mentre nel 1973 nasce la prima “casa famiglia”. L’intervento della Comunità è caratterizzato dalla condivisione diretta con i più poveri e vulnerabili, con l’intento di alleviare le loro sofferenze e di rimuovere le cause che provocano emarginazione e ingiustizia: questa scelta radicale di condividere l'esistenza direttamente con gli ultimi parte proprio dalla realtà delle case famiglia, aperte all'accoglienza dei diversamente abili. L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII si occupa di servizio civile e obiezione di coscienza fin dal 1973: la Comunità attribuì da subito notevole valore all’obiezione di coscienza, intesa non solamente come una scelta momentanea, ma come un modo di essere e di vivere che dura tutta la vita. In particolare i progetti per i volontari in servizio civile partono dal legame con una situazione di povertà o ingiustizia, passano attraverso un’esperienza di condivisione e arrivano a percorsi di rimozione delle cause. Al di là della storia del servizio civile, dei singoli eventi che l’hanno caratterizzata, delle leggi promulgate relative all’obiezione di coscienza e al servizio civile, ciò che L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII vuole sostenere è l’intento dei giovani volontari di promuovere la pace attraverso l’educazione alla nonviolenza, la difesa dei diritti umani, la cittadinanza attiva. 2)Codice di accreditamento: CARATTERISTICHE PROGETTO 3) Titolo del progetto: LO SPAZIO BIANCO 4) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3 D.M. 30/5/2014): Settore: ASSISTENZA Area di Intervento: Disabili Codifica: A06 5)Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto e i destinatari delle stesse, con particolare riferimento alle attività dei giovani in servizio civile regionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo: 5.1 Complesso delle attività realizzate dall’Ente e identificazione dei destinatari NZ 00394

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Progetto di SCR-Garanzia Giovani Emilia Romagna- -Lo Spazio Bianco- APG23

SCHEDA 1/B

SCHEDA PROGETTO PER L’IMPEGNO DI GIOVANI INSERVIZIO CIVILE REGIONALE IN EMILIA-ROMAGNA

ENTE

1)Ente proponente il progetto:

L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII (sigla APG23), fondata da Don Oreste Benzi, opera da circa40 anni in numerosi ambiti sociali e si rivolge a chi vive condizioni di emarginazione in Italia e all’estero.L’impegno della Comunità inizia proprio con i disabili, con la battaglia per il riconoscimento dei loro diritti nel1968, mentre nel 1973 nasce la prima “casa famiglia”. L’intervento della Comunità è caratterizzato dallacondivisione diretta con i più poveri e vulnerabili, con l’intento di alleviare le loro sofferenze e di rimuoverele cause che provocano emarginazione e ingiustizia: questa scelta radicale di condividere l'esistenzadirettamente con gli ultimi parte proprio dalla realtà delle case famiglia, aperte all'accoglienza deidiversamente abili. L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII si occupa di servizio civile e obiezione di coscienza findal 1973: la Comunità attribuì da subito notevole valore all’obiezione di coscienza, intesa non solamentecome una scelta momentanea, ma come un modo di essere e di vivere che dura tutta la vita. In particolare iprogetti per i volontari in servizio civile partono dal legame con una situazione di povertà o ingiustizia,passano attraverso un’esperienza di condivisione e arrivano a percorsi di rimozione delle cause. Al di làdella storia del servizio civile, dei singoli eventi che l’hanno caratterizzata, delle leggi promulgate relativeall’obiezione di coscienza e al servizio civile, ciò che L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII vuolesostenere è l’intento dei giovani volontari di promuovere la pace attraverso l’educazione alla nonviolenza, ladifesa dei diritti umani, la cittadinanza attiva.

2)Codice di accreditamento:

CARATTERISTICHE PROGETTO

3) Titolo del progetto:LO SPAZIO BIANCO

4) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3 D.M. 30/5/2014):

Settore: ASSISTENZA Area di Intervento: DisabiliCodifica: A06

5)Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento chedefinisca in modo puntuale le attività previste dal progetto e idestinatari delle stesse, con particolare riferimento alleattività dei giovani in servizio civile regionale, nonché lerisorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo:

5.1 Complesso delle attività realizzate dall’Ente e identificazione dei destinatari

NZ 00394

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BREVE DESCRIZIONE DELL'ENTE:

L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da Don Oreste Benzi, opera da circa 40 anni innumerosi ambiti sociali (disabilità, tutela minori, cooperazione internazionale, prevenzione dellatossicodipendenza, tratta e prostituzione, reinserimento sociale carcerati, animazione giovani) e si rivolge achi vive condizioni di emarginazione in Italia e all’estero. L’impegno della Comunità inizia proprio con idisabili, con la battaglia per il riconoscimento dei loro diritti nel 1968, mentre nel 1973 nasce la prima “CasaFamiglia”. L’intervento della Comunità è caratterizzato dalla condivisione diretta con i più poveri evulnerabili, con l’intento di alleviare le loro sofferenze e di rimuovere le cause che provocanoemarginazione e ingiustizia: questa scelta radicale di condividere l'esistenza direttamente con gli ultimiparte proprio dalla realtà delle Case Famiglia, aperte all'accoglienza dei diversamente abili. L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII si occupa di servizio civile e obiezione di coscienza findal 1973: la Comunità attribuì da subito notevole valore all’obiezione di coscienza, intesa non solamentecome una scelta momentanea, ma come un modo di essere e di vivere che dura tutta la vita. In particolare iprogetti per i volontari in servizio civile partono dal legame con una situazione di povertà o ingiustizia,passano attraverso un’esperienza di condivisione e arrivano a percorsi di rimozione delle cause. Al di làdella storia del servizio civile, dei singoli eventi che l’hanno caratterizzata, delle leggi promulgate relativeall’obiezione di coscienza e al servizio civile, ciò che L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII vuolesostenere è l’intento dei giovani volontari di promuovere la pace attraverso l’educazione alla nonviolenza,la difesa dei diritti umani, la cittadinanza attiva.

BREVE DESCRIZIONE DEL PROGETTO: Il bisogno primario di ogni disabile è poter accedere ad una vita il più possibile autonoma e vederriconosciute e potenziate le proprie abilità personali. Ogni disabile infatti ha il diritto di poter vivereun'esistenza che sia come un foglio bianco, come uno spazio libero dove poter disegnare liberamente edesprimere al meglio le proprie capacità, concentrandosi sulle proprie “abilità” più che sulle proprie“inabilità”. Parte da questo presupposto, il progetto “LO SPAZIO BIANCO” che si realizzerà nel Comune diCesena in un centro diurno dell'Associazione Papa Giovanni XXIII, da più di dieci anni centro impegnatonell'inserimento sociale e lavorativo dei disabili del territorio e nel sostegno alle loro famiglie. I bisogni direlazione empatica e socializzazione, la ricerca dell'autonomia, oltre all'abbattimento di pregiudizi estereotipi, sono le aspettative a cui il progetto intende rispondere, al fine di promuovere un percorso versol'integrazione solidale in contesti aperti, differenti rispetto agli abituali luoghi di frequentazione in cui viene disolito inserito il disabile. Il progetto si pone l'obiettivo generale di promuovere lo sviluppo di una culturadell'accettazione, del rispetto e della valorizzazione della diversità umana al fine di costruire una societànella quale la disabilità sia sinonimo di partecipazione ed eguaglianza nelle differenti abilità umane.L'obiettivo specifico del progetto consiste nel miglioramento e potenziamento delle attività proposte dalCentro Diurno di Condivisione “Don Oreste Benzi” in risposta diretta ai bisogni crescenti del territoriocesenate e della provincia di Forlì-Cesena.

BREVE DESCRIZIONE DELLA SEDE DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO

Il Centro Diurno socio riabilitativo “Don Oreste Benzi” è nato nel 1998 e mira a rispondere ai bisognispecifici del disabile attraverso attività strutturate. Il centro ha esperienza più che decennale sul campo eoffre alle persone accolte percorsi di riabilitazione educativo-occupazionale, di valorizzazione epotenziamento delle abilità e dell'autonomia personale, favorendo la loro permanenza nel proprio contestofamiliare e sociale, mirando ad un'integrazione profonda e individualizzata del disabile nella società. Ilcentro offre agli utenti attività artigianali, artistiche, teatrali, sportive, ricreative oltre ad attività di sostegnoindividuale e di gruppo rivolte alle famiglie delle persone accolte. La giornata al centro è composta damomenti scanditi da attività ordinarie e non: accoglienza, suddivisione degli incarichi, laboratori, pranzo,riposo, riordino, pulizia e uscite. Tutti, operatori e utenti, seguono i ritmi del centro e partecipanoattivamente al buon funzionamento della struttura. Si cerca di valorizzare le risorse e le potenzialità di ognidisabile attraverso percorsi individualizzati volti allo sviluppo dell'autonomia personale e all'integrazionesociale. Il Centro è inoltre strettamente collegato al territorio tramite convenzione con l’ufficio disabili adultidell’Ausl di Cesena. Inoltre, il centro è inserito nel piano di accreditamento provvisorio della Regione EmiliaRomagna: intrattiene dunque costanti rapporti professionali con la regione ed i relativi rappresentati sulterritorio al momento della fissazione, ogni sei mesi, del contratto di servizio. L’ufficio disabili adulti è ilprincipale organo di raccordo tra il centro diurno e le famiglie degli utenti del centro e di eventuali nuovi

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aspiranti utenti. Oltretutto è l’organo che si occupa di verificare le presenze mensili e di accordarsi con ilcoordinatore sulle nuove accoglienze, gli inserimenti estivi e qualsiasi altro stage per portatori di handicap. Nel corso dell’anno 2013 sono state realizzate, oltre alle attività quotidiane di routine, le seguenti attività:

-n. 100 laboratori di MusicoTerapia

-n. 50 corsi pomeridiani di nuoto presso la Piscina Comunale di Cesena

-n. 50 laboratori di teatro e drammatizzazione

-n. 50 laboratori di mosaico

-n. 50 laboratori artistici di pittura e lavorazione del gesso

-n. 100 laboratori di informatica applicata alla facilitazione della comunicazione.

-n. 24 uscite di gruppo durante il periodo primaverile ed estivo: gite, partecipazione a eventi,manifestazioni, ecc.

-n. 8 uscite di gruppo al mare, periodo luglio-agosto, in spiaggia attrezzata di Pinarella di Cervia, conattività ludiche e ricreative.

-n. 1 settimana di soggiorno montano di gruppo, nel periodo estivo, ad Alba di Canazei (TN) pressol’albergo “Madonna delle Vette” dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII.

Nel 2012-2013 sono stati svolti percorsi di apprendimento specifici all’interno del centro; tra questi è statoutilizzato per la prima volta il metodo d’intervento ABA: si tratta di un metodo di apprendimento cognitivoutilizzato per migliorare la qualità di vita delle persone autistiche; attraverso l’uso di un’agenda giornaliera sitrasmette ordine mentale ed emotivo alle persone che vivono uno stato continuo di caos e di disagio. E’stato attivato inoltre un percorso di apprendimento della scrittura tramite l’ausilio del computer, con i dovutistrumenti di facilitazione per portatori d’handicap, e momenti ben strutturati di attività di svago con giochilogici, adatti per migliorare l’apprendimento logico-linguistico di alcuni soggetti. Gli utenti accoltipresentano nella maggior parte dei casi patologie medio-gravi, con difficoltà di movimento, dicomunicazione e di relazione e vengono assegnati dai Servizi Sociali del territorio di Cesena con unaprevisione di permanenza a lungo termine dovuta all’aumento della domanda dei soggetti disabili delterritorio e alle difficoltà delle famiglie di portatori di handicap di prendersene carico. La tabella qui sottodescrive le accoglienze attuali della struttura.

UTENTE DISTURBO ACCERTATO

1 Utente sclerosi multipla in stato avanzato, afasia, emiplegia, sintomi d’ansia, alterazionedell’umore, incapacità di tollerare rifiuti e frustrazioni. Crisi epilettiche.

1 Utente grave sindrome di Prader-Willy, assenza di linguaggio, deambulazione precaria conimpaccio motorio, grave ritardo mentale. Disturbi autistici, stereotipie con episodi dicrisi acute che si manifestano con aggressività verso terzi, ridottissima capacità diattenzione.

1 Utente tetraparesi spastica ed autismo, disturbo visivo ad un occhio, grave ritardo mentale,stereotipie, crisi di autolesionismo, sintomi d’ansia.

1 Utente tetralogia di Follot, artrite reumatoide deformante gravissima in peggioramento,disturbo ipovisivo, rigidità fisica, lieve ritardo mentale, sintomi d’ansia e sindromemanipolatoria.

1 Utente Tetraparesi spastica, problemi gravi all’articolazione fonetica, totale assenza diautonomia di movimento, lievissimo ritardo mentale con dislessia totale

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1 Utente Tetraparesi spastica agli arti inferiori, lieve ritardo mentale, sintomi d’ansia, stereotipie,crisi cicliche neurovegetative con manifestazioni distoniche o euforiche.

1 Utente sindrome di Rhett, assenza quasi totale del linguaggio, grave ritardo mentale, disturbiautistici, persistenti stereotipie alle mani, grave autolesionismo, crisi di aggressività esintomi d’ansia. Ridotta capacità di attenzione.

1 Utente encefalopatia epilettica, ritardo mentale, emiplegia agli arti, tendenzaall’autolesionismo, turbe comportamentali, se provocato diventa aggressivo.

1 Utente grave ritardo mentale con forte componente relazionale, disturbo generalizzato dellosviluppo. Disturbo uditivo iper-acusia che può generare crisi isteriche conautolesionismo. Scarso equilibrio, goffa motricità. Disturbi autistici, crisi d’ansia chesfociano in improvvisi svenimenti, disturbi relazionali, fenomeni di autolesionismo eaggressività. Ridotta capacità di attenzione.

1 Utente grave deficit psichico e motorio post-traumatico, lieve disturbo visivo, impacciomotorio, ridotta capacità di attenzione, turbe comportamentali, allucinazioni uditive ecrisi epilettiche. Sintomi d’ansia, sintomi ossessivo compulsivi.

1 Utente grave sindrome Down con afasia e comportamenti autistici, grave ritardo mentale,sindromi d’ansia, autolesionismo, ridotta capacità di attenzione.

1 Utente grave deficit psichico e motorio, sintomi d’ansia, sintomi ossessivo compulsivi, ridottacapacità di attenzione

1 Utente grave ritardo mentale, leggera miopia, precario equilibrio, attenzione problematica escarsissima. Stereotipie, autolesionismo, sintomi d’ansia, irrequietezza e notevoledifficoltà nel contenimento del comportamento.

1 Utente Encefalopatia epilettica, ritardo mentale, scoliosi dorso-lombale

1 Utente Ritardo mentale medio, tetraparesi con deficit di forza grave, cecità corticale conatrofia ottica in grave poliminorato, marcato ipotono agli arti inferiori, difficoltà nell’usodegli arti superiori comprese le mani, sintomi d’ansia, irritabilità, stereotipie verbali concontinue richieste di attenzione , depressione con inappetenza

Per quanto riguarda l'evoluzione del numero degli utenti, il centro ha visto in questi anni un costanteaumento delle persone accolte, in risposta ad un indubbio aumento del bisogno espresso dai nucleifamiliari del territorio locale di riferimento. Dal 1998, il centro è passato dalle 8 persone accolte durante ilprimo anno di attività alle complessive ed attuali n. 15 persone accolte nell'anno 2014, registrando inoltreun incremento delle pervenute richieste di accoglienza pari al +66% dal 2008 a oggi (da n.12 a n.20). Ilbisogno specifico della sede, perciò, è di incrementare il numero di disabili accolti da n. 15 a n. 17(+13%) entro Febbraio 2015, sulla spinta del crescente e costante numero di richieste di accoglienzaricevute.

DESTINATARI DEL PROGETTO

I destinatari del progetto “LO SPAZIO BIANCO”:

-n. 15 utenti disabili attualmente accolti nel Centro Diurno di Condivisione Don Oreste Benzi. Gli utentiaccolti sono adulti di età media 40 anni e presentano nella maggior parte dei casi patologie medio-gravi,con difficoltà di movimento, di comunicazione e di relazione.

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-Le future accoglienze del Centro Diurno stimabili in n. 2 utenti disabili, che beneficieranno di un percorsodi integrazione sociale mirato.

I destinatari coinvolti nel Centro Diurno “Don Oreste Benzi”, tutti con grave handicap fisico ed emotivohanno la caratteristica specifica di avere tempi di attenzione scarsi, frequenti crisi emotive che li portavanoa vivere con ansia lo scorrere delle attività all’interno della giornata, generando caos interiore e creandoconfusione all’interno del gruppo. Attualmente n. 15, hanno tutti residenza nei comuni della provincia diForlì-Cesena e le richieste di inserimento provengono da questa area. Gli utenti sono in massima partepersone adulte con età media di 40 anni, il rapporto con le loro famiglie è nel 100% dei casi di tipocostante, hanno familiari prevalentemente anziani, presentano disabilità nell'88% dei casi di tipo grave, laloro permanenza nel centro è nel 100% dei casi di tipo diurno.

INDIVIDUAZIONE E IDENTIFICAZIONE DEI BENEFICIARI

· Le famiglie di provenienza dei disabili, che avranno la garanzia che i figli saranno seguiti ed accuditi inmaniera adeguata e verranno seguite tutte quelle strategie atte ad un adeguato inserimento sociale

· I comuni di provenienza dei disabili, che avranno la garanzia dell’attuazione del “dopo di noi”, chepermette di aiutare le famiglie in difficoltà

· I servizi sociali del piano di zona delle sedi progettuali, che si alleggeriranno delle continue e pressantirichieste di vario genere che molto spesso gli utenti stessi perpetuano per lunghi periodi

· Le associazioni di volontariato che operano nel settore della disabilità

· Le Parrocchie dove sono presenti le strutture del progetto, essendo spesso luogo di incontro e direlazione sociale per gli utenti, beneficeranno dall’integrazione degli stessi.

ATTIVITA' PROGETTUALI:

L’ideazione del progetto “LO SPAZIO BIANCO” si è articolata secondo una serie di attività, che si sonosvolte nel periodo temporale compreso tra gennaio e giugno 2014. In particolare si sono svolte le seguenti attività:

• Incontri di coordinamento con gli operatori delle strutture dell’associazione comunità papa Giovanni XXIII per identificare i bisogni specifici del territorio;

• Segnalazioni dei bisogni del territorio attraverso contatti con i Servizi Sociali, DSM, Centri d’ascolto, parrocchie e associazioni locali;

• Verifica delle risorse materiali, strumentali e di personale dell’Associazione;

• Incontri con gli enti che si occupano di disabilità presenti sul territorio per la messa in rete delle risorse;

• Definizione degli obiettivi, dei piani d’attuazione e delle attività;

• Scrittura dell’elaborato progettuale.

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OBIETTIVO SPECIFICO

Aumentare le accoglienze e qualificare le attività proposte dal Centro Diurno Don Oreste Benzi in rispostadiretta ai bisogni crescenti del territorio della provincia di Forlì-Cesena.

MESIAZIONI

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

AZIONE 0 (preparatoria): ANALISI DEGLI INTERVENTI SVOLTI IN PRECEDENZA

0.1 Valutazione quantitativa e qualitativa delle attività

AZIONE 1: MAPPATURA TERRITORIALE

1.1. Creazione di sinergie con altri enti

1.2. Verifica e valutazione dei servizi già esistenti

AZIONE 2: INCREMENTO DELLE ACCOGLIENZE

2.1. Valutazione logistica della disponibilità delle strutture

2.2. Verifica della disponibilità di operatori volontari

2.3. Predisposizione degli spazi

2.4. Ideazione di progetti individualizzati

2.5 Implementazione di progetti individualizzati per inuovi utenti

AZIONE 3: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA' E DEL SERVIZIO DI TRASPORTO

3.1. Predisposizione e implementazione percorsi individualizzati ABA

3.2. Predisposizione e implementazione di un laboratorio di “giochi logici”

3.3 Predisposizione e implementazione di un laboratorio di riuso e riciclo dei tessuti

3.4. Riorganizzazione, miglioramento e implementazione di metodi di valutazione delle abilità degli utenti stimolate attraverso tutte le attività strutturate

3.5. Interventi di miglioramento del servizio trasporto

AZIONE 4: SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIALE

4.1.Organizzazione e implementazione di 4 incontri

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in 4 istituti scolastici sul tema della disabilità con coinvolgimento degli utenti e dei volontari in servizio civile

4.2. Organizzazione e implementazione di 2 incontri pubblici sul tema della disabilità

4.3. Elaborazione specifica e pubblicazione di un report progettuale su web e giornali

4.4. Stand espositivi dei manufatti presso fiere locali

AZIONE 5: VALUTAZIONE DEI RISULTATI

5.1. Colloqui con le famiglie

5.2. Incontri d'equipe per la valutazione dei risultati indicati nelle verifiche effettuate a fine attività

5.3. Elaborazione di un report finale condiviso internamente

5.4. Incontri d'equipe per la valutazione di nuove proposte e progettualità

AZIONE 0 (preparatoria): ANALISI DEGLI INTERVENTI SVOLTI IN PRECEDENZA

0.1 Valutazione quantitativa e qualitativa delle attività

AZIONE 1: MAPPATURA TERRITORIALEL’obiettivo primario di questa azione è quello di predisporre un programma di lavoro costruito partendodall’individuazione dei bisogni e dalla loro localizzazione territoriale. Attraverso la “mappatura territoriale” sipotranno, successivamente, ricercare le strategie risolutive e costruire obiettivi specifici, concretamenterealizzabili, in grado di rispondere ai bisogni espressi.

1.1. Creazione di sinergie con altri enti e associazioni· Incontri di equipe tra operatori· Mappatura territoriale· Verifica dei margini di miglioramento delle relazioni e delle sinergie con gli enti pubblici della provincia di Forlì-Cesena· Verifica della disponibilità dei diversi Comuni nel fornire spazi per la promozione e la sensibilizzazione al problema della disabilità· Verifica della disponibilità di collaborazione dei diversi Comuni e dei Servizi sociali per l’organizzazione di campagne di sensibilizzazione· Qualifica dei rapporti con servizi scolastici per l’integrazione dei soggetti disabili· Organizzazione di un tavolo di lavoro per stabilire le modalità tecniche di gestione dei diversi problemi

1.2. Verifica e valutazione dei servizi esistenti· Incontri di equipe tra operatori dell’associazione e di altri organismi che operano sul tema della disabilità· Valutazione delle diverse richieste ricevute dalle famiglie· Valutazione delle principali necessità· Valutazione del grado sensibilizzazione territorio cesenate e forlivese· Definizione delle problematiche più urgenti

AZIONE 2: INCREMENTO DELLE ACCOGLIENZEAttraverso l’accoglienza nel centro diurno si cercherà di fronteggiare l’incremento delle persone che

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richiedono supporto e delle famiglie che chiedono sollievo, con lo scopo di intessere relazioni di fiducia econtenere il disagio, attraverso lo sviluppo di progetti individualizzati.

2.1. Valutazione logistica della disponibilità delle strutture· Incontro di equipe tra operatori· Calcolo della previsione di spesa· Verifica delle risorse umane disponibili· Ricerca di eventuali collaboratori volontari· Conteggio posti disponibili per gli utenti che svolgeranno le attività del progetto· Valutazione possibilità nuovi utenti

2.2. Verifica della disponibilità di operatori volontari · Contatti con membri dell’Associazione· Contatti con volontari di altre associazioni sul territorio· Ricerca di specifiche professionalità· Organizzazione dei laboratori· Stesura di un calendario annuale

2.3. Predisposizione degli spazi· Verifica ed eventuale adeguamento degli spazi e degli arredi delle strutture· Verifica della attività promosse dalla struttura e delle risorse disponibili· Reperimento del materiale necessario· Allestimento degli spazi

2.4. Ideazione di progetti individualizzati per i nuovi utenti· Colloqui individuali con gli utenti, gli operatori ed i servizi sociali;· Definizione degli obiettivi di breve e medio termine potenzialmente raggiungibili per ogni nuovo utente inserito;· Definizione di proposte educative, formative e riabilitative per ogni utente;· Contatti esterni per l’implementazione degli interventi;· Elaborazione dei progetti individualizzati dai contenuti educativi, formativi e riabilitativi.

2.5 Implementazione di progetti individualizzati per i nuovi utenti· Contatti con le nuove famiglie degli utenti neo-inseriti· Ascolto delle problematiche· Accompagnamento dei figli disabili di nuovo inserimento in strutture sanitarie per accertamenti, analisi mediche e visite specialistiche· Supporto alle attività quotidiane per migliorare l’autonomia personale· Sostegno scolastico· Sostegno domiciliare

AZIONE 3: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA' E DEL SERVIZIO DI TRASPORTOL'equipe operatori si riunisce per analizzare gli interventi svolti in precedenza, quindi vengono presi i PEI(piani educativi individuali) e si valutano le situazioni iniziali, il percorso e le varie evoluzioni di ciascunutente per poter organizzare al meglio le attività mirate d'intervento migliorativo.

3.1. Predisposizione e implementazione percorsi individualizzati ABA · Scelta in equipe degli utenti da inserire nel percorso ABA· Svolgimento dei percorsi ABA

3.2. Predisposizione e implementazione di un laboratorio di “giochi logici”· stesura del piano didattico-laboratoriale e di un calendario· reperimento del materiale laboratoriale· implementazione del laboratorio

3.3. Predisposizione e implementazione di un laboratorio di riuso e riciclo dei tessuti

· stesura del piano didattico-laboratoriale e di un calendario · reperimento del materiale laboratoriale

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· implementazione del laboratorio

3.4. Riorganizzazione, miglioramento e implementazione delle attività già svolte dalle sedi progettuali e dei metodi di valutazione delle abilità degli utenti stimolate attraverso tutte le attività strutturate

· incontri di equipe tra operatori e responsabili· stesura di un “piano di miglioramento del servizio offerto” contenente un calendario con verifiche di valutazione delle abilità degli utenti stimolate attraverso le attività progettuali e contenente un elenco degli strumenti e dei metodi atti a migliorare il servizio offerto· elenco e reperimento materiale e risorse· implementazione del piano

3.5. Interventi di miglioramento del servizio trasporto· incontri di equipe tra operatori, responsabili e famiglie dei disabili · stesura di un piano di potenziamento dei servizi di trasporto· implementazione piano

AZIONE 4: SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIALESaranno realizzati incontri nelle scuole, due incontri pubblici e l’esposizione dei manufatti del Centro diurnopresso le fiere locali al fine di favorire, promuovere l’integrazione delle persone con disabilità e darerisposte adeguate e innovative al cosiddetto “dopo di noi”. Sarà, poi, sensibilizzata la cittadinanza percercare di realizzare una presa di coscienza sulle tematiche della disabilità.4.1. Organizzazione e implementazione di 4 incontri in 4 istituti scolastici sul tema della disabilità con coinvolgimento degli utenti e dei volontari in servizio civile· Incontri di programmazione e valutazione dell'incontro da proporre alle scuole· Contatti con le scuole del territorio· Presentazione delle attività da realizzare· Incontri di programmazione con i docenti· Incontri con gli studenti per promuovere una cultura dell’accoglienza

4.2. Organizzazione e implementazione di 2 incontri pubblici sul tema della disabilità· Incontri di equipe tra operatori· Definizione della data in cui realizzare i due incontri di sensibilizzazione· Ricerca di relatori· Definizione delle testimonianze da presentare all’incontro· Coinvolgimento della cittadinanza

4.3. Elaborazione specifica e pubblicazione di un report progettuale su web e giornali -elaborazione di un report corredato da fotografie contenente testimonianze di utenti, operatori e volontari in servizio civile-redazione del report in più formati adatti ai diversi mezzi di comunicazione e contesti-ricerca dei mezzi di comunicazione disponibili -diffusione del report su stampa e web dell'Ass. Comunità Papa giovanni XXIII e del territorio locale di Forlì e Cesena.

4.4. Stand espositivi dei manufatti presso fiere locali· Realizzazione di attività manuali individuali e/o in gruppo.· Realizzazione di oggetti in gesso e disegni a mosaico· Realizzazione di banchetti per la vendita degli oggetti· Decorazione degli oggetti· Esposizione dei manufatti presso le fiere locali

AZIONE 5: VALUTAZIONE DEI RISULTATILa fase di valutazione servirà a comprendere meglio i risultati raggiunti attraverso l’implementazione dellediverse attività, e sarà utile per favorire il miglioramento degli interventi successivi.

5.1. Colloqui con le famiglie· Contatti con le famiglie· Valutazione metodo più opportuno per testare la soddisfazione· Organizzazione di un incontro di valutazione

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· Verifica del grado di autonomia raggiunto dagli utenti· Raccolta di eventuali suggerimenti

5.2. Incontri d'equipe per la valutazione dei risultati indicati nelle verifiche effettuate a fine attività

5.3. Elaborazione di un report finale condiviso internamente

5.4. Incontri d'equipe per la valutazione di nuove proposte e progettualità

5.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività

OBIETTIVO SPECIFICO: Aumentare le accoglienze e qualificare le attività proposte dal Centro Diurno Don Oreste Benzi in risposta diretta ai bisogni crescenti del territorio della provincia di Forlì-Cesena.

SEDE: CENTRO DIURNO DON ORESTE BENZI

N. RUOLO SPECIFICA PROFESSIONALITA'

ATTIVITA'

1 Coordinatrice, Responsabile di struttura

Educatrice professionale,musicoarterapeuta nellaGlobalità dei linguaggi,esperta di rapporti conIstituzioni ed enti delterritorio, formatrice dioperatori di altri centri,,esperienza pluriennale nellagestione e coordinamentodi Centri Socio-riabilitativi

Attività generiche: Pianificazione e formazione all'interno dell'equipe operatori, attività di supervisione e controllo per l'intero progetto. Intrattiene le relazioni con le amministrazionioni locali ed i rappresentanti pubblici.Attività progettuali: 0.1 Valutazione quantitativa e qualitativa delle attività1.1. Creazione di sinergie con altri enti e associazioni1.2. Verifica e valutazione dei servizi esistenti2.1. Valutazione logistica della disponibilità delle strutture2.2. Verifica della disponibilità di operatori volontari2.3. Predisposizione degli spazi2.4. Ideazione di progetti individualizzati per i nuovi utenti3.1. Predisposizione e implementazione percorsi individualizzati ABA

3.4. Riorganizzazione, miglioramento e implementazione delle attività potenziate e dei metodi di valutazione delle abilità degli utenti stimolate attraverso tutte le attività strutturate

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3.5. Interventi di miglioramento del servizio trasporto

4.1. Organizzazione e implementazione di 2 incontri in 2 istituti scolastici sul tema della disabilità con coinvolgimento degli utenti e dei volontari in servizio civile

5.2. Incontri d'equipe per la valutazione dei risultati indicati nelle verifiche effettuate a fine attività5.3. Elaborazione di un report finale condiviso internamente

5.4. Incontri d'equipe per la valutazione di nuove proposte e progettualità

2 OSS operatori socio-sanitari qualificati

Esperienza pluriennalenella cura alla personadisabile all'interno di centriche svolgono attivitàeducative. Esperienzapluriennale nel supportoall'attività educativa.Formazione specifica sulmetodo ABA. Formazionespecificasull'apprendimento tramitefacilitatori multimediali.Esperienza pluriennale diapplicazione del metododella Globalità deiLinguaggi per ilmiglioramento dellacognizione spazio-temporale, apprendimentologico, linguistico rispetto apersone portatrici dihandicap grave egravissimo.

Attività generiche: Svolgimento delle attività educative e di assistenza all'interno del centro.Attività progettuali: 2.3. Predisposizione degli spazi2.4. Realizzazione di progetti individualizzati per i nuovi utenti2.5 Implementazione diprogetti individualizzati per inuovi utenti3.1. Predisposizione e implementazione percorsi individualizzati ABA

3.2. Predisposizione e implementazione di un laboratorio di “giochi logici”

3.3. Predisposizione e implementazione di un laboratorio di riuso e riciclo dei tessuti

3.4. Predisposizione e implementazione di un laboratorio di riuso e riciclo dei tessuti

3.5. Riorganizzazione, miglioramento e implementazione delle attività potenziate e dei metodi di valutazione delle abilità degli utenti stimolate attraverso tutte le attività strutturate

3.6. Interventi di miglioramento del servizio trasporto

Progetto di SCR-Garanzia Giovani Emilia Romagna- -Lo Spazio Bianco- APG23

4.1. Organizzazione e implementazione di 4 incontri in 4 istituti scolastici sul tema della disabilità con coinvolgimento degli utenti e dei volontari in servizio civile

4.2. Organizzazione e implementazione di due incontri pubblici sul tema della disabilità

4.3. Elaborazione specifica e pubblicazione di un report progettuale su web e giornali

5.1. Colloqui con le famiglie

5.2. Incontri d'equipe per la valutazione dei risultati indicati nelle verifiche effettuate a fine attività5.3. Elaborazione di un report finale condiviso internamente

5.4. Incontri d'equipe per la valutazione di nuove proposte e progettualità

4 educatori Esperienza nella cura allapersona disabile all'internodi centri che svolgonoattività educative.Esperienza pluriennale nelsupporto all'attivitàeducativa. Esperienzanell'implementazione diattività sportive e ricreativecon utenti disabili.

Attività generiche: Svolgimento delle attività educative all'interno del centro.Attività progettuali: 3.2. Predisposizione e implementazione di un laboratorio di “giochi logici”

3.3. Predisposizione e implementazione di un laboratorio di riuso e riciclo dei tessuti

3.4. Riorganizzazione, miglioramento e implementazione delle attività potenziate e dei metodi di valutazione delle abilità degli utenti stimolate attraverso tutte le attività strutturate

3.5. Interventi di miglioramento del servizio trasporto

4.2. Organizzazione e implementazione di due incontri pubblici sul tema della disabilità

4.4. Stand espositivi dei manufatti presso fiere locali

Progetto di SCR-Garanzia Giovani Emilia Romagna- -Lo Spazio Bianco- APG23

5.1. Colloqui con le famiglie

5.2. Incontri d'equipe per la valutazione dei risultati indicati nelle verifiche effettuate a fine attività5.3. Elaborazione di un report finale condiviso internamente

5.4. Incontri d'equipe per la valutazione di nuove proposte e progettualità

1 Consulente informatico esterno dell'APG XXIII

Laureato in informatica eformato in maniera specificaper interventi su portatorid'handicap all'interno diattività multimediali; espertodi media e multi-media

Attività generiche: Attività diconsulenza in ambitoinformatico, educatore dilaboratorio informatico,consulente incomunicazione.Attività progettuali: 4.2. Organizzazione eimplementazione di dueincontri pubblici sul temadella disabilità

4.3. Elaborazione specifica e pubblicazione di un report progettuale su web e giornali

5.3 Attività e ruolo previsti per i giovani nell’ambito del progetto

OBIETTIVO SPECIFICO

Aumentare le accoglienze e qualificare le attività proposte dal Centro Diurno Don Oreste Benzi in rispostadiretta ai bisogni crescenti del territorio della provincia di Forlì-Cesena.

AZIONI – Attività RUOLO ATTIVITA' DEL VOLONTARIO

AZIONE 2: INCREMENTO DELLE ACCOGLIENZE /

2.4. Ideazione di progetti individualizzati per i nuovi utenti -collabora all'attività 2.4. partecipando ai colloqui con gli utenti, gli operatori ed i servizi sociali e dando il proprio eventuale contributo all'elaborazione delle attività ludico-ricreative rivolte ai nuovi utenti accolti

2.5 Implementazione di progetti individualizzati per i nuoviutenti

-accompagna gli operatori nei contatti con le nuove famiglie degli utenti neo-inseriti; partecipa all'accompagnamento dei figli disabili di nuovo inserimento in strutture sanitarie per accertamenti, analisi mediche e visite specialistiche; partecipa alle attività di quotidiane di potenziamento dell'autonomia personale dei disabili

AZIONE 3: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA' E DEL /

Progetto di SCR-Garanzia Giovani Emilia Romagna- -Lo Spazio Bianco- APG23

SERVIZIO DI TRASPORTO

3.1. Predisposizione e implementazione percorsi individualizzati ABA

- aiuta le attività degli operatori impegnati nei percorsi individualizzati ABA

3.2. Predisposizione e implementazione di un laboratorio di “giochi logici”

-partecipa alla stesura del piano didattico-laboratoriale e del relativo calendario e successivamente offrirà supporto al reperimento del materiale laboratoriale e all'implementazione dell'attività specifica

3.3. Predisposizione e implementazione di un laboratorio di riuso e riciclo dei tessuti

-partecipa alla stesura del piano didattico-laboratoriale e del relativo calendario e successivamente offrirà supporto al reperimento del materiale laboratoriale e all'implementazione dell'attività specifica

3.4. Riorganizzazione, miglioramento e implementazione delle attività potenziate e dei metodi di valutazione delle abilità degli utenti stimolate attraverso tutte le attività strutturate

-partecipa alla fase del reperimento delle risorse e dell'implementazione del piano di miglioramento dei servizi, partecipando a laboratori, attività sportive, attività ricreative, gite extra-sede

3.5. Interventi di miglioramento del servizio trasporto -partecipa a tutte le fasi dell'attività, fornendo in particolare supporto alle attività di accompagnamento/trasporto degli utenti tra domicilio-sede-sedi esterne delle attività progettuali

AZIONE 4: SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIALE /

4.1. Organizzazione e implementazione di 2 incontri in 2 istituti scolastici sul tema della disabilità con coinvolgimento degli utenti e dei volontari in servizio civile

-il volontario partecipa a tutte le fasi dell'attività 4.1. in equipe con gli operatori

4.2. Organizzazione e implementazione di 2 incontri pubblici sul tema della disabilità

-il volontario partecipa a tutte le fasi dell'attività 4.2. in equipe con gli operatori

4.3. Elaborazione specifica e pubblicazione di un report progettuale su web e giornali

-il volontario partecipa a tutte le fasi dell'attività 4.3. in equipe con gli operatori, offrendo il proprio contributo originale alla disseminazione dei risultati del progetto attraverso i mezzi di comunicazione locali.

4.4. Stand espositivi dei manufatti presso fiere locali -il volontario si impegna a supportare le attività manuali individuali e di gruppo, a partecipare ai laboratori artistici preposti, a realizzare assieme agli operatori banchetti per la vendita degli oggetti realizzati dagli utenti; il volontario partecipa all'esposizione dei manufatti presso le fiere locali

5.4 Nel caso di specifici target a cui rivolgere il progetto o in presenza di una quota di posti riservata: specificare perché e in che modo per questi giovani il SCR è un’opportunità di crescita e di inclusione sociale:

Progetto di SCR-Garanzia Giovani Emilia Romagna- -Lo Spazio Bianco- APG23

6)Obiettivi:

A. delle attività previste

Il progetto si pone l'obiettivo generale di promuovere lo sviluppo di una cultura dell'accettazione, delrispetto e della valorizzazione della diversità umana al fine di costruire una società nella quale la disabilitàsia sinonimo di partecipazione ed eguaglianza nelle differenti abilità umane.

In base alle rilevazioni effettuate dai Servizi Sociali locali, dal Piano di Zona AUSL di Cesena e dal ServizioAssistenziale APG23, emerge il seguente bisogno di servizi:

-promuovere la creazione di strutture come i Centri Diurni e le Case famiglia per salvaguardare, attraversola dimensione familiare, le relazioni sociali e affettive delle persone con disabilità e riuscire a soddisfare lacrescita delle richieste di accoglienza dei loro figli da parte delle famiglie dei disabili.-realizzare progetti personalizzati volti ad assolvere il bisogno di integrazione e inclusione sociale deidisabili.-realizzare progetti che implementino attività educative stimolanti il riconoscimento e l’auto coscienza e cheoffrano attività di allenamento globale dei linguaggi e del corpo con attività di musicoterapia, attività sportivee con interventi che mirino ad assistere gli utenti durante i pasti e l’igiene degli stessi.-integrare i disabili nei contesti lavorativi e sociali.-potenziare i servizi di trasporto per i disabili.

In conclusione, alla luce dei dati emersi dal contesto e alla luce dell'intervento specifico attuato dalla sededi attuazione del progetto, il “Centro Diurno di condivisione Don Oreste Benzi” intende rispondere alseguente bisogno specifico:

INCREMENTO DELLE RICHIESTE DI INSERIMENTO DEI DISABILI DEL TERRITORIO DEL56 % (Le richieste di inserimento dei propri figli disabili da parte delle famiglie del territorio rivoltaalla sede progettuale sono aumentate da n. 16 nell'anno2008/09 a n. 25 nell'anno 2013/14)

Ne consegue il seguente obiettivo specifico con i relativi risultati attesi e indicatori di risultato:

OBIETTIVO SPECIFICO DELLE ATTIVITA' PREVISTEAumentare le accoglienze e qualificare le attività proposte dal Centro Diurno Don Oreste Benzi inrisposta diretta ai bisogni crescenti del territorio della provincia di Forlì-Cesena.

INDICATORI

DI RISULTATO RISULTATI ATTESI

1) nel Centro Diurno Don oreste Benzi gli utenti disabili passano da n. 15 a n. 19 (+13%) entro Febbraio 2015

2A) n. 8 utenti disabili seguiti, in modo costante e strutturato durante tutto l'anno, con modello d'intervento ABA e relativa valutazione dei progressi raggiunti rispetto a inizio percorso2B) creazione di 1 laboratorio di “giochi logichi” a cadenza settimanale durante tutto l'anno con verifiche periodiche delle abilità logiche migliorate2C) valutazione positiva + 30% dei progressi raggiunti in campo sportivo (nuoto, basket) rispetto a inizio percorso

1) la sede progettuali incrementa il numero di utenti disabili

2) potenziamento del metodo ABA e incremento delle abilità degli utenti

3) miglioramento dei servizi di trasporto

4) sensibilizzazione sul tema della disabilità e sulle attività delle due sedi progettuali

Progetto di SCR-Garanzia Giovani Emilia Romagna- -Lo Spazio Bianco- APG23

3A) incremento del 20% dei servizi di trasporto e accompagnamento3B) un test specifico di qualità del servizio trasporti indica almeno l'80% di piena soddisfazione da parte delle famiglie degli utenti

4A) realizzazione di 2 incontri pubblici sul tema della disabilità4B) realizzazione di 4 incontri in 4 istituti scolastici sul problema della disabilità con coinvolgimento degli utenti e dei volontari in servizio civile4C) il report finale sul progetto è pubblicato su almeno 2 giornali e 4 siti web

B. per i giovani impegnati nelle attività di SCR

OBIETTIVO SPECIFICO PER I GIOVANI IN SCR

Il fine generale del progetto in relazione ai volontari

Il progetto di Servizio Civile Nazionale “LO SPAZIO BIANCO” propone ai giovani volontariun'esperienza formativa forte, concreta e originale: la partecipazione all'azione dell'AssociazioneComunità Papa Giovanni XXIII nel campo dell'assistenza alla disabilità e la sperimentazione deltratto fondante della sua identità e storia quarantennale:

-la condivisione diretta della vita degli ultimi (in questo caso persone disabili in situazione diesclusione sociale) fino a farsi carico della loro situazione e a cercare di togliere le cause cheprovocano il bisogno e l'esclusione sociale, impegnandosi seriamente nella società con un'azionenon violenta, per un mondo più giusto e per essere voce di chi non ha voce.

Pertanto con la partecipazione al progetto i giovani volontari contribuiranno in modo personalealla costruzione di una società migliore e saranno incoraggiati ad aprirsi agli altri, a riconoscere ea condividere le condizioni di sofferenza delle persone svantaggiate, a percepire se stessi comerisorsa unica e originale per essere risposta a bisogni vitali e affettivi, a uscire dalla propriaindividualità per stabilire in mezzo agli altri reti e alleanze che, messe insieme, li spingano oltre ilproprio raggio di azione locale verso un pensiero e una cittadinanza attiva globale.

Ruolo, attività e opportunità previste per i volontari – Quadro generale

Il volontario in Servizio Civile, affiancato dall'Operatore locale di progetto, prenderà parte alleattività per lui previste dal progetto “LO SPAZIO BIANCO”, in modo da creare un rapporto solidocon le persone sostenute. Il volontario avrà la possiblità di instaurare con gli utenti un rapportoquotidiano e continuativo che contribuirà a perseguire sia l'obiettivo progettuale specifico dipotenziamento delle attività e incremento degli utenti, sia l'obiettivo progettuale generale dipromuovere lo sviluppo di una cultura dell'accettazione, del rispetto e della valorizzazione delladiversità umana al fine di costruire una società nella quale la disabilità sia sinonimo dipartecipazione ed eguaglianza nelle differenti abilità umane. Il volontario sarà inserito nel contesto del Centro Diurno Don Oreste Benzi. L’attività nel centrosemiresidenziale costituisce il cuore dell’esperienza che il progetto propone concretamente difare ai giovani volontari e costituisce inoltre anche il cuore dell'intera Associazione stessa. Ivolontari in Servizio Civile si collocheranno nel progetto come figure qualificanti e di sostegno allestrutture, con un ruolo di supporto agli operatori dell’ente, al fine di realizzare i percorsi diaccoglienza e di inserimento sociale già avviati, consolidando al contempo la capacitàdell’Associazione di rispondere ulteriormente ai bisogni connessi alla condizione di esclusionesociale e di disabilità espressi dal territorio in cui opera. Le funzioni operative dei volontari in

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servizio civile, calibrate sui bisogni e i potenziali di ciascuno, saranno di volta in volta di naturaprevalentemente educative o di accompagnamento dei disabili all’ inserimento nella società, in unnormale alternarsi di vicende che va dalla dimensione “domestica” a quella affettivo-relazionale, aquella dell'animazione del tempo libero, a quella riabilitativa, educativa e formativa di avviamentoal lavoro. Nei centri semiresidenziali gestiti da cooperative sociali promosse dell’Associazione sirealizzano i percorsi personalizzati volti all'inserimento sociale delle persone disabili in situazionedi esclusione sociale accolti nelle strutture di accoglienza. Le cooperative sociali sono distinte indue tipi differenti: A e B. Le cooperative di tipo A sono ambiti di accoglienza di persone disabiliche svolgono attività riabilitative, educative, espressive, di ergoterapia e ricreative o attivitàformative di avviamento al lavoro finalizzate all'inserimento sociale. Le cooperative di tipo B sonoambiti di accoglienza di persone in situazione di disagio/esclusione sociale che svolgono attivitàprettamente lavorative finalizzate al reinserimento sociale. A tali fini le cooperative gestiscono icentri semiresidenziali, strutture che accolgono per 5/6 giorni settimanali, dalla mattina al tardopomeriggio, i propri utenti realizzando percorsi individualizzati con obiettivi e attività idonee emirate. Il centro diurno socio-riabilitativo si rivolge a persone con grave o medio-grave disabilitàcon percorsi che contemplano laboratori ludici, manuali, espressivi e creativi, in base all’età e alrispettivo livello di autonomia, abilità possedute e necessità di particolari cure e assistenza. Illaboratorio formativo di avviamento al lavoro si rivolge a persone con lieve o media disabilità conpercorsi che contemplano oltre ai laboratori semplici attività occupazionali proporzionate allerispettive capacità e competenze. Il centro di lavoro si rivolge a persone in situazione didisagio/esclusione sociale con attività lavorative che prevedono l'affidamento di specifici incarichie mansioni nel campo della produzione artigianale alimentare e altro, secondo una gradualitàeducativa che punta alla maturazione della responsabilità personale e all’inserimento al mondolavorativo esterno. Tutte le strutture supportano ed aiutano le famiglie degli utenti attraversoconsulenze e aiuti materiali. Gli operatori dei centri svolgono al contempo funzioni di riferimentoeducativo e di guida nel lavoro. Insieme operatori e utenti vivono i diversi momenti della giornatalavorativa -dalle attività al pranzo ai momenti di riposo- in un contesto relazionale significativo esecondo uno stile improntato alla condivisione. Da ciò scaturisce per gli operatori -e quindi ancheper il volontario- un ‘impegno’ intenso sul versante della dimensione non solamente lavorativa masoprattutto relazionale di tali percorsi. Il volontario si inserirà gradualmente nel contesto operativoe relazionale del centro in cui svolgerà il servizio con funzioni prevalentemente educative e concompiti di affiancamento di questi ultimi nello svolgimento delle mansioni assegnate. Elementoaltrettanto fondamentale dell’esperienza proposta ai giovani volontari con il presente progetto èrappresentato dalle attività di formazione. Questa si articolerà in moduli di formazione generale(in entrata intermedia e finale) e specifica (a cadenza mensile) sui temi del servizio civile e dellaesclusione giovanile e della disabilità. Il sistema di monitoraggio delle attività e della formazioneassicura l’individuazione tempestiva dei potenziali di sviluppo e degli eventuali elementi dicriticità, consentendo di calibrare o correggere in itinere la realizzazione del progetto, sulla basedel suo andamento effettivo e delle caratteristiche personali di ogni soggetto coinvolto.

Il volontario avrà dunque l’opportunità di formarsi professionalmente e umanamente sia medianteil lavoro frontale con formatori esperti e operatori professionisti, sia incontrando e confrontandosicon altri volontari di servizio civile, provenienti da tutto il territorio nazionale nelle sessioniresidenziali di formazione generale, o nel contesto locale in piccolo gruppo in sede di formazionespecifica. L'esperienza acquisita favorirà al termine del progetto l'inserimento lavorativo deivolontari in servizio civile nel mercato del lavoro, specificatamente nell'ambito educativo e socio-assistenziale.

Progetto di SCR-Garanzia Giovani Emilia Romagna- -Lo Spazio Bianco- APG23

7) Numero di giovani da impegnare nel progetto SCR:

- SCR “Garanzia giovani”

-Numero posti con vitto e alloggio:

-Numero posti senza vitto e alloggio:

-Numero posti con solo vitto:

8) Numero ore di servizio settimanali dei giovani in SCR:

9)Giorni di servizio a settimana dei giovani (minimo 4, massimo 5) :

10)Nr.mesi durata impegno dei giovani (fino a 11 mesi):

11)Eventuali particolari obblighi dei giovani durante il periodo di SCR:

I volontari durante lo svolgimento del servizio civile sono tenuti a:

1. rispettare le norme in materia di igiene, sicurezza e salute sui luoghi di lavoro

2. rispettare le regole delle strutture: orari, linguaggio e abitudini consolidate

3. mantenere la necessaria riservatezza per quanto attiene a dati, informazioni o conoscenzeacquisite durante lo svolgimento del servizio civile

4. essere disponibili a trasferimenti in Italia per incontri di formazione, sensibilizzazione e promozionedel servizio civile

5. flessibilità oraria dovuta alla particolarità delle persone destinatarie del servizio

6. partecipare ad eventi particolari previsti dal programma delle attività (uscite domenicali, campiinvernali ed estivi)

Saltuariamente potrà essere chiesto di svolgere il proprio servizio anche nel giorno festivo di Domenicaoppure il Sabato, fatto salvo il diritto a recuperare il giorno di riposo di cui non si è usufruito.

Si ricorda, inoltre, che la formazione è obbligatoria e quindi, nelle giornate di formazione non è possibileprendere giornate di permesso.

9

0 2

0 0

0 0

0 2

25

5

12)Sede di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Tutor

N.

Sede diattuazione

delprogetto

Comune Indirizzo

(1)Cod.ident.sede

(2)N.giovani

SCR|G.G

(3) Nominativi degli OperatoriLocali di Progetto

Nominativo del tutor

Cognomee nome

Data dinascita

C.F.Cognomee nome

Data dinascita

C.F.

1CENTRO

DIURNO DONORESTE

BENZI

CESENA

VIA S.TOMASO

2352,CESENA

11539 0 2 AMADUZZIFLORA

04/09/55 MDZFLR55P44H542D

FABBRIDANIELE

14/06/68 FBBDNL68H14D704X

totale 0 2

Codice progetto SCN denominazione progettoSCN (1) (2) (3) (3) (3)

Progetto di SCR-Garanzia Giovani Emilia Romagna- -Lo Spazio Bianco- APG23

13)Attività di sensibilizzazione del servizio civile

Inoltre l’Ente partecipa alle attività di promozione e sensibilizzazione realizzate in maniera coordinata econgiunta con il CoPrESC di Forlì-Cesena e con gli enti del territorio provinciale, come indicato nell’allegatascheda di attuazione del Protocollo d’Intesa con il Copresc e nel Piano Provinciale del Servizio Civile.Complessivamente, l’ente garantirà la sua presenza, attraverso responsabili, olp e volontari in ServizioCivile, per un totale di 21 ore, per lo svolgimento delle seguenti attività:

ATTIVITA' DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE CON CoPrESC N° ORE

E

1. Sensibilizzazione al servizio civile

L’ente sarà coinvolto dal CoPrESC per garantire la piena realizzazione di tutte leattività volte alla sensibilizzazione dei giovani verso i valori e i contenuti del serviziocivile nazionale e regionale e sull’opportunità offerta da Garanzia Giovani.

SCUOLE DI SECONDO GRADO

In tal senso, viene proposta agli istituti superiori della provincia la realizzazione diincontri informativi (con l'impiego di volontari in servizio civile presso gli entiaderenti al Co.Pr.E.S.C. e loro referenti). Tali incontri sono finalizzati asensibilizzare i ragazzi delle scuole superiori ai temi della solidarietà e dellacittadinanza attiva. Gli incontri sono soprattutto rivolti alle classi 4° e 5° superiori, incollaborazione anche con gli insegnanti deputati all’orientamento dei ragazzi/e.

UNIVERSITA’

Sono previsti incontri nelle sedi universitarie di Forlì e Cesena per “formare” edinformare i ragazzi e le ragazze sui temi che sottendono il valore del servizio civilee la coesione sociale. Gli incontri avvengono grazie all’apporto di canali istituzionalie alla collaborazione delle associazioni studentesche. Tali incontri prevedanomomenti di testimonianza di volontari in servizio civile in Italia e all’estero.

Per dare impulso e valorizzare concretamente il servizio civile sul territorio, siproporranno incontri di sensibilizzazione rivolti a vari gruppi di aggregazionegiovanile (gruppi scout, oratori, centri sociali, ...) e, in generale, a tutta lacittadinanza, avvalendosi in questo della collaborazione di enti e associazioni giàattivi in alcuni ambiti di intervento del servizio civile.

2. Promozione del Servizio Civile durante tutto l'anno

Il CoPrESC, attraverso il coinvolgimento degli Enti aderenti, attuerà sul territoriouna serie di azioni volte alla sensibilizzazione del servizio civile attraverso:

Promozione sul territorio provinciale delle diverse esperienze di serviziocivile: l'intento è quello di coinvolgere direttamente le strutture e i volontariche in esse operano, trasmettendo la loro esperienza attraversotestimonianze.

Oltre alle testimonianze dirette dei volontari si utilizzeranno una serie distrumenti atti a promuovere l'esperienza valoriale del singolo: produzione diinterviste da inserire sul sito www.coprescfc.it - http://www.provincia.forli-cesena.it/coprescfc.it e in eventuali pubblicazioni.

Partecipazione a manifestazioni di carattere pubblico che riguardano i temifondanti il servizio civile.

Ricerca di canali che permettano di sponsorizzare il servizio civile durante

Progetto di SCR-Garanzia Giovani Emilia Romagna- -Lo Spazio Bianco- APG23

eventi in cui sia prevista una forte affluenza di giovani (feste universitarie,concerti, manifestazioni sportive o ricreative, ...).

Tutte queste attività vengono realizzate grazie alla disponibilità da parte degli entidi volontari e propri referenti.

3. Promozione dei Bandi di Selezione Volontari (non applicabile per garanziagiovani)

Poco prima della pubblicazione del bando/avviso di servizio civile il Co.Pr.E.S.C. siimpegna ad attivare, in collaborazione con gli Enti attraverso tavoli azione e/oscambio di idee ed esperienze via e-mail, le strategie di pubblicizzazione.

La partecipazione attiva degli Enti nella definizione delle strategie mira a:

strumenti da utilizzare (es. interviste dei volontari su quotidiani locali,comunicati stampa ecc..);

individuazione dei luoghi dove è necessario porre più energia nel veicolarele informazioni;

quali aiuti pratici possono apportare gli enti soci e le associazioni aderential Co.Pr.E.S.C.

Viene predisposto anticipatamente il materiale informativo per avviare la diffusioneentro la prima settimana d’uscita del bando/avviso, il quale è distribuito in “luoghistrategici” grazie alla collaborazione degli enti aderenti al Co.Pr.E.S.C.

Durante il periodo di apertura del bando/avviso, verrà incrementata l’attività dipromozione attraverso la pubblicazione di articoli nei giornali locali e pubblicazionedi comunicati stampa.

Inoltro all'interno del sito www.coprescfc.it - http://www.provincia.forli-cesena.it/coprescfc.it. vengono inseriti tutti i progetti approvati e finanziati pergarantirne la massima visibilità attraverso la predisposizione di schede riassuntivedelle attività e dei fini di ogni singolo progetto, segnalando i recapiti degli enti con ilrelativo nominativo a cui i ragazzi possono fare riferimento.

Contemporaneamente ogni ente si impegna ad inserire un link sul proprio sitointernet che rimandi al sito del Copresc www.coprescfc.it -http://www.provincia.forli-cesena.it/coprescfc.it.

Inoltre verrà incrementata l'attività di sportello informativo CoPrESC.

4. Promozione Garanzia Giovani

Il CoPrESC si impegna a collaborare con le sedi dei Centri per l’Impiego delterritorio forlivese e cesenate affinché sia data ampia visibilità alle opportunitàofferte da Garanzia Giovani dagli enti accreditati per l’impiego dei volontari inservizio civile nella Provincia di Forlì-Cesena, dando altresì la disponibilità a tenerei contatti tra Enti e giovani aderenti al programma.

TOTALE ORE QUANTIFICABILI: 21

Progetto di SCR-Garanzia Giovani Emilia Romagna- -Lo Spazio Bianco- APG23

14)Criteri e modalità di selezione dei giovani del progetto SCR(NON applicabile a “Garanzia giovani”):

Il progetto richiede esclusivamente giovani selezionati attraverso il programma “Garanzia Giovani” perciònon sono previsti criteri e modalità di selezione interne alla sede e all'ente APG23.

15)Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamentodelle attività del progetto:

Si rimanda al sistema di monitoraggio accreditato presso l’UNSC

Oltre al proprio piano di monitoraggio interno l'Ente partecipa al percorso di monitoraggio condiviso alivello provinciale dal CoPrESC di Forlì-Cesena, come programmato nel Piano Provinciale 2014.

Obiettivi del monitoraggio condiviso:

attuare un percorso multidimensionale prendendo in considerazione le diverse mission e visionidegli Enti coinvolti. Per questo motivo ci si avvarrà dell'utilizzo di strumenti di analisi valutatiflessibili e adattabili alle singole situazioni con lo scopo ultimo di effettuare una chiara e realeindagine sul valore del progetto per il volontario, per l’ente e per il territorio.

La condivisione del percorso di monitoraggio trova il senso nell'idea di accompagnamento degliEnti verso una crescita delle capacità e degli strumenti per valutare i propri progetti di servizio civilein modo efficiente e analitico

I livelli da misurare:

l'esperienza del giovane all'interno del progetto e della struttura; gli obiettivi raggiunti rispetto al progetto, alla struttura, al territorio e al giovane in servizio civile; il rapporto del giovane con gli utenti e le figure di riferimento (olp, responsabile della struttura, volontari

della struttura, operatori della struttura); il risultato finale di un anno di servizio civile: la crescita dell'individuo.

Modalità di attuazione:I tavoli di lavoro verranno organizzati coinvolgendo gli enti di tutto il territorio provinciale, attuando ilprogramma seguendo le modalità di seguito riportate:

mailing-list per la condivisione dei dati emersi e delle considerazioni di carattere generalesull’andamento del servizio civile nel territorio. Questa metodologia viene adottata per poterecondividere agevolmente ed efficacemente il materiale prodotto. I momenti di confronto virtuale con glienti saranno nel corso dell’anno diversi, per questo motivo si è deciso di chiamare questa metodologiadi scambio di informazioni tavolo-azione virtuale.

tavoli-azione che coinvolgeranno l’intero territorio provinciale di Forlì- Cesena. È previsto unprimo incontro di presentazione e condivisione del piano di monitoraggio, altri due momenti(attraverso la mailing list con il tavolo di azione virtuale) nel corso di attuazione del progetto. Unultimo incontro provinciale per condividere tutti i dati emersi e la preparazione del materiale dapresentare all’evento pubblico relativo ai risultati raggiunti e la ricaduta sul territorio del servizio civilestesso.

Tempistiche:ex ANTE è l'incontro in plenaria previsto qualche giorno prima dell'inizio dell'entrata in servizio dei ragazzi.A questo tavolo, oltre alla partecipazione dei referenti del monitoraggio è prevista anche la partecipazione

Progetto di SCR-Garanzia Giovani Emilia Romagna- -Lo Spazio Bianco- APG23

degli olp. Condivisione del programma ed eventuali integrazioni. Visione e riflessione sui questionariprevisti e sulle metodologie di analisi che si intende adottare.In ITINERE verranno effettuati i tavoli-azione virtuali. Il primo avverrà già al secondo mese di inserimento dei ragazzi in servizio presso le strutture. In questafase si coglierà l'occasione per aprire un confronto sulla fase di inserimento dei volontari e sugli obiettiviprefigurati dai progetti; elaborazione dei dati emersi dai primi questionari; condivisione di altri metodi divalutazione che gli enti intendono adottare all'interno della loro realtà (es. colloqui individuali con i volontari,domande aperte agli olp, interviste agli utenti, ecc..).Il secondo invece è previsto a metà servizio dei ragazzi. Condivisione dei dati emersi dallasomministrazione del questionario ai volontari, ai referenti della formazione e ai Rappresentanti Legali degliEnti. I temi trattati saranno relativi alla valutazione dell’andamento in generale del SC, sullo stato diavanzamento del progetto, sulla formazione generale svolta dai ragazzi e sull’impatto/ricaduta del serviziocivile nell’ente e sul territorio.ex POST: verso la conclusione del servizio civile si convocherà un ultimo tavolo azione durante il qualeverranno presi in esame i seguenti punti:

il funzionamento degli strumenti adottati durante il monitoraggio per misurare i livelli condivisi; I risultati emersi; come applicare i risultati alla futura progettazione; costruzione del materiale da presentare all’evento pubblico.

Evento pubblico: avverrà a conclusione del servizio civile.Si sottolinea come uno degli scopi del monitoraggio condiviso è quello di rilevare i dati relativi alle diverseesperienze di servizio civile sul territorio di Forlì- Cesena identificando in questo modo la mappa del valoredel servizio civile e la reale ricaduta sul territorio dell'operato dei ragazzi in servizio civile. Grazie all'esperienza di monitoraggio condiviso verranno predisposti dei report.

Strumenti di lavoro:

Incontri in plenaria Tavoli - azione Tavoli - azione virtuale Somministrazione di questionari:

scheda 1: questionario di inizio – volontarischeda 2: questionario in itinere – volontari scheda 3: questionario formazione – volontarischeda 4: questionario/intervista ai Legali Rappresentanti degli Entischeda 5: questionario finale - volontarischeda 6: questionario finale – olp

Figure coinvolte nel monitoraggio condiviso:- Referenti del monitoraggio indicati dagli Enti stessi nelle schede di attuazione con il CO.PR.E.S.C

per l'anno 2014;- Olp delle diverse sedi di attuazione dei progetti;- Legali rappresentanti degli Enti;- Referente del monitoraggio individuato all’interno del Consiglio Direttivo CoPrESC- Operatore del CO.PR.E.S.C FC.

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CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI

16)Eventuali crediti formativi riconosciuti

NESSUNO

17)Eventuali tirocini riconosciuti:

NESSUNO

18)Competenze e professionalità acquisibili dai giovani durantel’espletamento del SCR, certificabili e validi ai fini delcurriculum vitae (specificare il/i soggetto/i competente acertificare e riconoscere le competenze, allegando copia degliaccordi):

NESSUNA

19)Reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners):

Partners:

COPRESC DI FORLì-CESENA (non profit) – l’ente in riferimento al progetto attuerà attività coordinate econgiunte con il COPRESC di Forlì- Cesena attraverso:- sensibilizzazione congiunta su: - Carta d’impegno etico e previsioni della L.R.20/03: valori dell’obiezione di coscienza e tematiche

collegate (nonviolenza, difesa civile, povertà, solidarietà, mondialità e intercultura, pace e diritti umani,ecc.)

- Servizio civile svolto sia in Italia che all’estero, con le dirette testimonianze dei giovani già coinvolti;- Promozione congiunta del bando/avviso e di orientamento dei giovani alla scelta del progetto;- Formazione coordinata e congiunta per gli operatori locali di progetto e le figure accreditate degli

enti della provincia.- Formazione coordinata e congiunta dei volontari in servizio civile regionale/nazionale.- Attività di monitoraggio condiviso del progetto in ambito Copresc.

Grazie agli esiti emersi dal monitoraggio realizzato da Copresc- Enti, che dimostrano un sempre maggioremiglioramento della qualità del Servizio Civile realizzato su questi territorio, si sottolinea che le attivitàsopra indicate continueranno ad essere realizzate in maniera congiunta e in modo sempre più attivo eproficuo.

AZIENDA AGRICOLA RIVALTA (profit) – fornitura gratuita di alcune giornate di animazione per gli utentipresso gli spazi della fattoria didattica e coinvolgimento dei disabili in diversi laboratori ricreativi.Promozione del Servizio Civile e del progetto di servizio civile “LO SPAZIO BIANCO” attraverso l'affissionedi materiale informativo presso la struttura e il suo sito internet.

BAR “ESQUISITO” (profit) – Promozione del Servizio Civile Nazionale e del progetto LO SPAZIO BIANCO

Progetto di SCR-Garanzia Giovani Emilia Romagna- -Lo Spazio Bianco- APG23

attraverso l'affissione di materiale informativo presso i propri spazi territoriali e la propria pagina facebook,distribuzione di materiale informativo, pubblicizzazione nel contesto degli eventi rivolti a soci e clienti

PARROCCHIA DI SAN MAURO VESCOVO (non profit) – Coinvolgimento degli utenti del progetto e deglioperatori in eventi conviviali e ricreativi organizzati dalla parrocchia. Promozione del Servizio CivileNazionale e del progetto LO SPAZIO BIANCO attraverso l'affissione di materiale informativo presso i proprispazi territoriali e il proprio sito internet. Coinvolgimento di gruppi giovanili della parrocchia in attivitàeducative e ludiche all'interno della sede progettuale.

Si allega specifica documentazione relativa alla partnership

Formazione generale dei giovani in SCR coordinata dal Co.Pr.E.S.C.

e congiunta con altri Enti validata dalla Regione

20)Sedi di realizzazione formazione generale e formazionespecifica:

Sedi di realizzazione formazione generale:

Comprensorio Cesenate:

Sala Polivalente Ass.I.Pro.V. Serraglio n° 18 – 47521 Cesena Caritas Cesena –Sarsina Via Martiri d’Ungheria, 1 – 47023 Cesena Sala Riunioni c/o Sede Provinciale di Cesena Viale Bovio, 425 – 47023 Cesena

All'occorrenza, alcune lezioni si potranno svolgere in aule messe a disposizione dagli enti e dalleassociazioni coinvolti nei corsi. Tali aule si troveranno comunque all'interno delle sedi degli enti e delleassociazioni in questione e le variazioni verranno comunicate all’UNSC.

Una lezione consisterà in una visita strutturata ad una realtà del territorio che si distingue per il proprioimpegno a sostegno del servizio civile e dei valori ad esso connessi.

Sedi di realizzazione formazione specifica:

La sede della formazione specifica è scelta sulla base del posizionamento geografico delle sedi diattuazione dei progetti e dalla disponibilità di fruizione della struttura stessa, essendo la formazione di tiporesidenziale.Pertanto è previsto che i corsi di formazione specifica siano tenuti nelle seguenti sedi:

- Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Dante Alighieri, snc – 61013 Mercatino Conca (PU)

- Segreteria Zona Forlì, via Cristoforo Colombo 7 – 47100 – Forlì (FC)

- Centro Diurno di condivisione Don Oreste Benzi, via San Tommaso 2353 – 47023 – Cesena (FC)

Progetto di SCR-Garanzia Giovani Emilia Romagna- -Lo Spazio Bianco- APG23

Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei giovani

21)Nominativi e dati anagrafici dei formatori:

Nome cognome Luogo di nascita Data di nascita Codice fiscale

STEFANO GASPARINI URBINO (PU) 26/09/1955 GSPSFN55P26L500N

FLORA AMADUZZI RONCOFREDDO (FC) 04/09/1955 MDZFLR55P44H542D

DANIELE SEVERI LIESTAL (SVIZZERA) 04/05/1966 SVRDNL66E092133T

DANIELE FABBRIFORLI’ 14/06/1968 FBBDNL68H14D704X

ELISABETTA DALL’AGATA

FORLI’ 23/08/1968 DLLLBT68M63D704F

DANIELE TAPPARI BARI 16/09/1967 TPPDNL67P16A662D

ELENA PULITINIRAVENNA 17/05/1966 PLTLNE66E57H199W

ROBERTO SOLDATIRIMINI 26/04/1948 SLDRRT48D26H294P

22)Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

La formazione specifica dei progetti presentati dall'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, prevedeuna serie di incontri periodici fra i volontari che prestano servizio sul medesimo territorio, al fine di fornire aivolontari le competenze utili per concorrere alla realizzazione degli obiettivi generali e specifici, attraversole azioni previste dal progetto. Come previsto dal sistema di formazione accreditato dall’ente, 52 ore diformazione specifica saranno realizzate entro il 3° mese di servizio, le restanti 22 ore tra il 4° e il 9° mese.E’ vero infatti che la formazione specifica fornisce gli strumenti e le competenze necessarie per affrontareal meglio le attività e pertanto è importante che venga realizzata all’inizio del servizio. Si ritiene, tuttavia,qualificante riprendere alcune tematiche già trattate nei primi tre mesi di servizio anche successivamente,proprio perché l’esperienza di servizio civile è un imparare facendo, e pertanto richiede una costanteriflessione sull’azione. Riflessione che dovrebbe essere garantita dall’OLP, in quanto “maestro”, ma che èopportuno sia sviluppata in contesti formativi ad hoc, anche oltre il 3° mese, che vanno ad integrare erinforzare il bagaglio di competenze acquisito all’inizio. Questo permetterebbe di approfondire alcunetematica alla luce dell’esperienza maturata dai volontari, con una maggiore consapevolezza da parte diquest’ultimi. La metodologia adottata è quella partecipativa in quanto favorisce il coinvolgimento diretto deivolontari, rendendoli protagonisti e co- costruttori del percorso formativo: la formazione infatti favorisce lacondivisione all’interno del gruppo formativo di conoscenze pregresse, esperienze e riflessioni personalinonché la decostruzione di stereotipi e pregiudizi, al fine di sviluppare nei volontari un certo approcciocritico. Si tratta di una metodologia che alterna momenti di lezione frontale a dinamiche non formali, quali:

Progetto di SCR-Garanzia Giovani Emilia Romagna- -Lo Spazio Bianco- APG23

- Discussione in piccoli gruppi, guidata da un facilitatore- Training nonviolenti, simulazioni, giochi di ruolo, attribuzione di responsabilità nel processo formativo;- Dibattiti, brainstorming, lavoro di gruppo, elaborazione di report ed articoli;- Cineforum;- Teatro dell’oppresso (TDO);- Incontri con realtà formative outdoor, utilizzo di risorse formative ed occasioni formative esterne agli entied offerte dal territorio;- Verifiche periodiche.

Infine la formazione specifica rappresenta per i volontari uno spazio privilegiato in cui acquisire strumentiper rileggere, analizzare, rielaborare l’esperienza di servizio civile, operando costantemente- con ilsupporto di formatori e degli OLP- un’ autoriflessione costante sul proprio servizio.

Nota: Per quanto attiene la formazione specifica e in particolare il “Modulo di formazione e informazionesui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile” esso sarà realizzato con lametodologia della formazione a distanza, utilizzando l’ambiente on line del sistema SELF della RegioneEmilia-Romagna.

23) Contenuti della formazione:

I contenuti della formazione specifica riguardano l’apprendimento di nozioni e competenze necessarie allo svolgimento del servizio nell’ambito specifico previsto dal progetto, ovvero -Assistenza Disabili-.

Presentazione delle progettualità dell’ente nel territorio

Presentazione delle realtà dell’ente presenti sul territorio, con particolare attenzione alle strutture a progetto;

Approfondimento dell’ambito di intervento e delle modalità di intervento dell’ente sul territorio; Visita ad alcune realtà dell’ente;

La relazione d’aiuto

Elementi generali ed introduttivi; Il rapporto “aiutante-aiutato”; Le principali fasi della relazione di aiuto; La fiducia; Le difese all’interno della relazione di aiuto; Presa in carico della persona aiutata; Comunicazione, ascolto ed empatia; Le dinamiche emotivo-affettive nella relazione d’aiuto; Gestione della rabbia e dell’aggressività; L’attuazione pratica delle nozioni teoriche sulla relazione d’aiuto; Analisi delle relazioni d’aiuto vissute dal volontario all’interno del progetto “LO SPAZIO

BIANCO”: riflessione e confronto su situazioni concrete; Analisi del vissuto del volontario circa la relazione aiutante/aiutato attraverso la

mediazione di OLP e operatori

Il Centro Diurno Don Oreste Benzi

Storia della sede; normativa e gestione della struttura;

Progetto di SCR-Garanzia Giovani Emilia Romagna- -Lo Spazio Bianco- APG23

il contributo della sede nell’ambito specifico del progetto;

Approfondimento del tema “assistenza disabilità”

Il vissuto psicologico della persona con handicap; Le principali forme di handicap psichico; Aspetti generali dei disturbi mentali; Le psicopatologie secondo il DSM IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi

Mentali); I sistemi diagnostici; I metodi di accertamento: la valutazione psicodinamica, il colloquio clinico, esami medici e

psichiatrici, i test mentali; Il Burn Out come rischio nelle relazioni educative

Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto “LO SPAZIO BIANCO”

Il ruolo del volontario nel progetto; La relazione con i destinatari del progetto; L’inserimento del volontario nel lavoro d’equipe; L’attività del volontario ricondotta agli obiettivi del progetto, con attenzione sul COME si

fanno le cose.

Contesto territoriale di riferimento e descrizione dei servizi del territorio che intervengono nell’ambito dell'assistenza disabili

descrizione del contesto economico, sociale in cui si attua il progetto e lettura dei bisogni del territorio;

conflittualità sociali presenti nel contesto territoriale; strumenti per leggere il contesto territoriale di riferimento a partire dalle attività realizzate

dal progetto; descrizione dei servizi o associazioni che intervengono nell’ambito della disabilità con

particolare attenzione ai bisogni specifici a cui risponde il progetto; il lavoro di rete con i servizi e altre associazioni che intervengono nell’ambito disabilità

Il lavoro d’equipe nel progetto “LO SPAZIO BIANCO”

Dinamiche del lavoro di gruppo Strategie di comunicazione nel gruppo Attuazione delle nozioni teoriche nel contesto del progetto “LO SPAZIO BIANCO”

Il progetto LO SPAZIO BIANCO

Verifica, valutazione ed analisi di:

Obiettivi e attività del progetto; Risposta del progetto alle necessità del territorio Inserimento del volontario nel progetto Necessità formativa del volontario

Progetto di SCR-Garanzia Giovani Emilia Romagna- -Lo Spazio Bianco- APG23

Nota: Per quanto attiene la formazione specifica e in particolare il “Modulo di formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile” esso sarà realizzato in maniera coordinata e congiunta nell’ambito del CoPrESC di Forlì- Cesena mediante 4ore di approfondimento dei concetti generali in tema di prevenzione e sicurezza nei luoghi di servizio

24)Durata:

La durata complessiva della formazione specifica è di 70 ore.50 ore di formazione specifica20 ore di eventuale formazione linguistica.

ALTRI ELEMENTI

25)Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto: Per quanto riguarda il monitoraggio della formazione specifica si rimanda al sistema di monitoraggioverificato in sede di accreditamento.

Per quanto riguarda la formazione generale: a) il CoPrESC al termine del percorso formativo somministrerà e raccoglierà un questionario

rivolto ai volontari in servizio*b) il CoPrESC convocherà incontri specifici del Tavolo– Azione sulla formazione, in cui i formatori

e/o i referenti della formazione, segnalati nella scheda di attuazione del Protocollo d’Intesa conil CoPrESC, parteciperanno per ri-progettare il percorso formativo alla luce dei dati conclusiviraccolti.

*come già sottolineato, l’ente parteciperà al programma di monitoraggio condiviso con il CoPrESC, cheprevede l’elaborazione di strumenti specifici atti a monitorare i percorsi di formazione generale.