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1 SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: ENTE PROPONENTE ROMA CAPITALE NZ01772 ENTI IN CO-PROGETTAZIONE Comune di Bassiano NZ03794 Comune di Pontinia NZ06840 Comune di Supino NZ07392 Comune di Magliano Sabina NZ04422 Comune di Soriano nel Cimino NZ06307 Comune di Giuliano di Roma NZ02651 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: REMUSE - IL PATRIMONIO E LA MEMORIA 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: D - PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Aree Intervento: D04 Valorizzazione sistema museale pubblico 6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: NZ01772 1 ALBO REGIONE LAZIO

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SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN

SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto:

ENTE PROPONENTE

ROMA CAPITALE NZ01772 ENTI IN CO-PROGETTAZIONE Comune di Bassiano NZ03794 Comune di Pontinia NZ06840 Comune di Supino NZ07392 Comune di Magliano Sabina NZ04422 Comune di Soriano nel Cimino NZ06307 Comune di Giuliano di Roma NZ02651

2) Codice di accreditamento:

3) Albo e classe di iscrizione:

CARATTERISTICHE PROGETTO

4) Titolo del progetto:

REMUSE - IL PATRIMONIO E LA MEMORIA

5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):

Settore: D - PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE Aree Intervento:

D04 – Valorizzazione sistema museale pubblico

6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto:

NZ01772

1 ALBO REGIONE LAZIO

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6.0 Premessa. Il progetto “ReMuse” può essere considerato un esempio di “progetto a rete” fra più enti di Servizio Civile nella Regione Lazio, tra Sovrintendenza di Roma Capitale e Comuni provenienti da tutte le provincie laziali, le quali nonostante la diversa collocazione geografica presentano comunque le stesse problematiche, sia a livello di struttura che di potenziamento e valorizzazione del patrimonio storico, artistico e museale. Il progetto coinvolge una buona parte del Sistema Museale laziale, soprattutto per quanto riguarda la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale delle piccole realtà locali, la cui utenza risente spesso della concorrenza dei grandi musei della capitale. 6.1. Area di intervento tematico – Musei e Archivio immateriale. 6.1.1 Comparsa del "sistema museale" nella legislazione regionale. La Regione Lazio disciplina specificamente la materia di sistemi museali attraverso la legge regionale n. 42 del 1997, finalizzata alla «migliore organizzazione dei servizi culturali di competenza e di interesse regionale» . In logica contiguità con questa impostazione concettuale, le istituzioni culturali -biblioteche, musei ed archivi storici di ente locale- vengono intese come «servizi culturali». La norma definisce nel dettaglio le competenze in materia di «servizi culturali». Vengono distinti i rispettivi ruoli tra Regione ed Enti locali nell’ambito della programmazione culturale regionale; vengono indicati strumenti, modalità e procedure di attuazione. Tale norma è molto importante per la successiva pianificazione delle politiche regionali in quanto, in primo luogo, descrive e regolamenta i nuovi strumenti di pianificazione. Il principale strumento di programmazione regionale è il Piano settoriale regionale ovvero il documento attraverso il quale la Regione definisce le linee programmatiche, i criteri e gli interventi finanziari per ciascuna delle materie previste dalla legge regionale 42/1997. Oltre alle caratteristiche dei musei, con questa legge la Regione indica compiutamente anche le caratteristiche e le modalità di realizzazione dei sistemi museali . La norma descrive tipologia, funzionamento e organizzazione dei costituendi sistemi museali. Si individuano due tipologie di sistemi, territoriali e tematici, e si forniscono per ciascuna tipologia caratteristiche, finalità e modalità di attuazione . I sistemi territoriali sono definiti come «strumento attraverso il quale gli enti locali attuano la cooperazione e l’integrazione museale, la qualificazione e lo sviluppo dei servizi, promuovono la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale del proprio territorio» . Le loro finalità sono la razionalizzazione delle risorse necessarie ad una migliore organizzazione operativa e tecnica dei servizi dei musei e la promozione della conoscenza della comunità del patrimonio culturale . Quanto alle modalità di attuazione vengono fatte valere le innovazioni introdotte nel 1990 per cui in base a convenzioni si possono istituire consorzi tra enti per la realizzazione di sistemi territoriali . In questi casi la Regione si riserva di determinare i criteri per la cooperazione tra enti locali nonché la definizione degli ambiti territoriali ove istituirli. La legge 42/1997 stabilisce inoltre che la cooperazione tra enti locali per la formazione di sistemi territoriali debba esplicitamente indicare l’ambito territoriale e la struttura organizzativa del sistema; le funzioni di questo; la composizione e le attribuzioni degli organi di gestione e di rappresentanza; i servizi tecnico-amministrativi, i supporti operativi e le modalità di attuazione dei compiti con la definizione del personale deputato a detti servizi; le modalità di finanziamento e del riparto degli oneri . I sistemi territoriali devono istituirsi in aree definite dalla norma come «culturalmente omogenee» . Queste aree sono individuate dalla Regione su proposta delle amministrazioni provinciali, sentiti gli Enti locali interessati. La Giunta regionale approva «i progetti organici» presentati in merito con le indicazioni per l’individuazione di ambiti territoriali maggiormente idonei all’associazione tra enti e finalizzata alla creazione di sistemi . I sistemi territoriali sono dunque caratterizzati dall’insistenza dei relativi musei su territori riconosciuti come omogenei dal punto di vista culturale e risultano aperti alla partecipazione di «ogni altra struttura museale o espositiva pubblica o privata operante nello stesso ambito territoriale» . Questa apertura è significativa perché indica la volontà di collegare molti enti culturali, anche di diversa natura, presenti nello stesso comprensorio, con l’obiettivo di costruirne una percezione unitaria ed integrata . Oltre ai ‘sistemi’ compare infine nel dettato normativo anche un altro tipo possibile di organizzazione culturale: l’ «itinerario tematico». Su iniziativa della Giunta regionale, infatti, possono essere predisposti strumenti di informazione turistico-culturale all’interno di musei «rappresentativi della storia e cultura laziale» e localizzati in zone particolarmente importanti per la «penetrazione turistica nella regione», atti ad indirizzare gli utenti

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secondo determinati itinerari a tema . Questa ulteriore tipologia organizzativa sembra intersecare le caratteristiche dei sistemi territoriali e tematici, contemplando la possibilità di connettere diverse tipologie di istituzioni culturali ma si differenzia dalle altre due perché risulta esplicitamente mirata all’attrazione turistica. Appare evidente come con questa legge la Regione ambisca, mediante una regolamentazione particolarmente specifica, a fornire strumenti utili per uno sviluppo regolamentato delle aggregazioni culturali. 6.1.2 Musei, OMR e Sistemi Museali. In molti comuni del territorio laziale è possibile visitare un museo appartenente alla Organizzazione Museale Regionale (OMR). Si tratta di musei che rispondono ad appropriati standard di funzionamento che offrono buoni servizi al pubblico. Attualmente sono più di cento e conservano beni culturali di archeologia, di storia, di arte, di tradizioni popolari, di scienza e di natura. Per accrescere le potenzialità dei musei gli uffici regionali hanno promosso forme di coordinamento attraverso l’istituzione di:

• sistemi museali territoriali composti da musei di diversa tipologia situati in comuni limitrofi.

• sistemi museali tematici composti da musei appartenenti allo stesso settore disciplinare situati sull’intero territorio regionale.

6.1.3 I sistemi museali tematici. I Sistemi museali tematici hanno per ambito l’intero territorio regionale e sono gli strumenti mediante i quali le singole strutture espositive, omogenee per materia, organizzano, con il coordinamento della Regione, forme di cooperazione per la valorizzazione, la divulgazione, lo studio e la ricerca sul tema di propria pertinenza. Sistema museale demoetnoantropologico DEMOS. Il Sistema museale tematico DEMOS, dedicato ai musei demoetnoantropologici del Lazio, è impostato su aree tematiche riferite alle specificità del territorio e coniuga la museologia professionale con la museologia spontanea. Sulla base del Regolamento, il DEMOS comprende tanto i musei progettati e allestiti su base scientifica, inseriti nell'Organizzazione Museale Regionale, quanto le "altre realtà territoriali" di riferimento: musei non strutturati, raccolte e collezioni di beni materiali e immateriali, santuari sedi di pellegrinaggi ecc. I primi potranno svolgere una funzione di raccordo e di promozione di iniziative comuni in quanto punti di riferimento scientifico, le seconde costituiscono un tessuto diffuso che riflette l'articolazione e la ricchezza del territorio. Sistema museale storico-artistico MUSART. Il sistema museale tematico MUSART, in sintonia con gli orientamenti disciplinari e museologici più aggiornati del settore e facendo propria la definizione di museo dell’ICOM, mira a costituire un legame progettuale tra i musei storico-artistici del Lazio e a rafforzare la loro relazione con il territorio e con le comunità di riferimento. Il sistema si propone di mettere in valore la ricchezza e le peculiarità delle singole istituzioni, suggerendo esperienze originali del patrimonio storico-artistico, che, rivolte a una molteplicità di pubblici, si pongano come strumenti di formazione e socializzazione. II sistema si configura, infine, come luogo di confronto e di condivisione di esperienze e, allo stesso tempo, di crescita per le professionalità che vi operano. Sistema museale naturalistico RESINA. RESINA è un sistema tematico la conoscenza degli aspetti naturalistici più caratteristici del Lazio. Il Sistema RESINA comprende due aree museali tra loro collegate, relative a musei che svolgono sul territorio ruoli e funzioni complementari. L'Area Scientifica Museale comprende i musei scientifico-naturalistici afferenti all'Organizzazione Museale Regionale (OMR) caratterizzati da forte vocazione, chiare competenze e adeguate risorse per la ricerca scientifico-naturalistica e/o finalizzate all'educazione. Promuove la conservazione, l'incremento e la valorizzazione dei beni scientifico-naturalistici e lo sviluppo di attività di ricerca e monitoraggio della biodiversità. Sostiene l'azione educativa e comunicativa dei musei sul territorio e promuove L'Area

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Museale Interpretativa comprende musei interpretativi regionali e di ente locale afferenti all'OMR o comunque di rilevanza tale da potere essere omologati ai musei in OMR, ivi inclusi i centri visite caratterizzati da un percorso espositivo di carattere museale ben strutturato, dotati di un direttore e/o operatore didattico con competenza negli ambiti disciplinari del museo. 6.1.4 Il Sistema museale territoriale. SISTEMI MUSEALI TERRITORIALI SISTEMA MUSEALE URBANO DI PRIVERNO. 1. Museo archeologico 2. Museo medioevale – Fossanova 3. Museo per la Matematica 4. Area archeologica Privernum SISTEMA MUSEALE DEI MONTI LEPINI 1. Museo “La Reggia dei Volsci” - Carpineto Romano 2. Museo della Città e del Territorio – Cori 3. Museo del Paesaggio – Maenza 4. Sistema Museale Urbano - Priverno 5. EtnoMuseo Monti Lepini – Roccagorga 6. Museo archeologico - Segni (prov. Roma) 7. Museo archeologico - Sezze 8. Museo etnografico del giocattolo Ludus - Sezze RETE MUSEALE URBANA DI VELLETRI 1. Museo civico archeologico “Oreste Nardini” 2. Museo civico di Geopaleontologia e Preistoria dei Colli Albani PROUST 3. Museo Diocesano RETE MUSEALE URBANA DI MONTE PORZIO CATONE 1. Museo della Città - Monte Porzio Catone 2. Museo diffuso del Vino - Monte Porzio Catone 3. Complesso Archeologico del Barco Borghese MUSEUM GRANDTOUR - SISTEMA MUSEALE DEI CASTELLI ROMANI E PRENESTINI 1. Musei civici – Albano 2. Museo Tuscolano Scuderie Aldobrandini - Frascati 3. Museo civico Lanuvino – Lanuvio 4. Rete museale urbana - Monte Porzio Catone 5. Museo di Geofisica - Rocca di Papa; 6. Museo civico - Valmontone 7. Museo del Giocattolo - Zagarolo 8. Ferrovia Museo della Stazione - Colonna 9. Museo Diocesano Prenestino di Arte Sacra - Palestrina 10. Museo Nazionale delle Navi Romane - Nemi 11. Museo Nazionale dell’Abbazia - San Nilo – Grottaferrata 12. Museo Archeologico Nazionale - Palestrina 13. Parco Archeologico e Culturale - Tuscolo – Monte Porzio Catone SISTEMA MUSEALE MEDANIENE 1. Museo civico - Arcinazzo Romano 2. Museo delle Tradizioni musicali – Arsoli 3. Museo delle Culture Villa Garibaldi – Riofreddo 4. Museo della Civiltà contadina della Valle dell’Aniene – Roviano SISTEMA MUSEALE PRE.GIO DEI MONTI PRENESTINI E DELLA VALLE DEL GIOVENZANO 1. Museo naturalistico dei Monti Prenestini - Capranica Prenestina 2. Museo Civico - Castel San Pietro 3. Museo Civico Città - Cave 4. Museo sulla pittura di paesaggio - Olevano Romano 5. Museo della Canapa - Pisoniano 6. Museo del Tempo - Saracinesco 7. Museo archeologico - Trevi nel Lazio RETE MUSEALE URBANA - VITERBO 1. Museo della Ceramica di Palazzo Brugiotti 2. Museo del Colle del Duomo 3. Museo “dell’Abate” - San Martino al Cimino 4. Museo del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa SISTEMA MUSEALE DEL LAGO DI BOLSENA 1. Museo del Fiore – Acquapendente 2. Museo della Città (civico – diocesano) – Acquapendente 3. Museo geologico delle Frane – Bagnoregio 4. Museo territoriale del Lago di Bolsena - Bolsena 5. Museo del brigantaggio – Cellere 6. Museo “Ferrante Rittatore Vonwiller” – Farnese 7. Museo “Marco Scacchi” - Gallese 8. Museo del Costume farnesiano – Gradoli 9. Museo “Civita” - Grotte di Castro 10. Museo archeologico “Pietro e Turiddo Lotti” - Ischia di Castro 11. Museo della Terra – Latera 12. Museo naturalistico – Lubriano 13. Museo Antonio da Sangallo il Giovane – Montefiascone 14. Museo della Preistoria della Tuscia e della Rocca Farnese – Valentano 6.1.7 Il Sistema Museale Della Regione Lazio e il ruolo della Sovrintendenza Capitolina

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Per “museo nel territorio” si intende una istituzione che raccoglie e interpreta il patrimonio culturale dei propri contesti. Si tratta di strutture rivolte allo studio, alla conservazione e alla valorizzazione dei paesaggi culturali. Accolgono anche patrimoni e stimoli provenienti da ambiti diversi da quello locale, offrendo ai fruitori proposte di ampio respiro. Attraverso i musei nel territorio le comunità, anche se molto piccole, si confrontano con una lettura del patrimonio che travalica l’ambito locale. È in questo rapporto che i musei trovano il loro senso e la loro identità. In funzione di questo rapporto riescono ad essere una realtà viva: sono presidi culturali per e delle comunità, delle quali custodiscono e documentano beni, memorie e tradizioni. Il territorio suggerisce e ispira le azioni culturali dei musei, e verso il territorio i musei sono rivolti: il loro impegno è in primo luogo verso la popolazione locale. La Sovrintendenza Capitolina, all’interno del contesto culturale della Capitale, svolge un complesso e articolato ruolo, relativo alla valorizzazione ed alla promozione culturale che ha consentito, tra l’altro, la conoscenza al grande pubblico di molti dei musei meno famosi facenti parti del circuito “Musei in Comune”. Questo sistema include anche numerosi monumenti ed aree archeologiche che contribuiscono a rendere la città di Roma un “museo diffuso” sull’intero territorio e che si estende ben oltre il perimetro delle aree urbanizzate. La capacità attrattiva in senso culturale e di gestione ordinaria dei flussi turistici della Capitale, non deve far dimenticare la stretta interconnessione storica con le aree limitrofe al perimetro della città stessa. Un osmosi continua di esperienze, flussi economici e veicolazione di uomini erisorse che ha portato in periodo storico ad allargare non solo il concetto geografico stesso di “campagna romana”, ma anchesviluppare una rete di potenzialità cultural ben rappresentate dalla capillare presenza di musei locali, collezioni e raccolte anche di valore. Il compito della Sovrintendenza nell’ambito del progetto è da ricondursi alle specificità relative non solo alla valorizzazione ed alla promozione dei beni culturali che ad essa direttamente afferiscono, ma anche alla loro valorizzazione e comunicazione nell’ambito di un territorio, quello laziale, storicamente legato alla città metropolitana in stretta osmosi culturale. La Sovrintendenza può rappresentare l’elemento di crescita e di sviluppo nella sensibilizzazione collettiva delle specifiche culturali delle collezioni locali. Compito prevalente della Sovrintendenza capitolina non sarà solo quello di fornire le linee di indirizzo generale delle attività, ma da fungere anche da catalizzatore delle attività locali, consentendo la conoscenza ad un pubblico ampio delle potenzialità e risorse impegnate nel territorio. Questo non solo a beneficio diretto di ricercatori e studiosi, ma anche per un prevedibile incremento del turismo attratto da nuovi poli di interesse. I musei nel territorio nel Lazio, in rapporto con la Sovrintendenza Capitolina: - in ragione della forte interazione tra le loro collezioni e il patrimonio culturale e naturale del territorio,

rappresentano un insieme ‘identitario’, connesso al modo di pensarsi/vedersi delle comunità locali ed il loro rapporto con la città metropolitana;

- rivelano il territorio a pubblici diversi e offrono la specificità di un contesto a una fruizione più ampia. L’arricchimento dell’offerta su scala regionale sicuramente è un indubbio vantaggio anche per la municipalità romana, anche ai fini dell’incremento del turismo;

- sono strumenti di mediazione e interpretazione, in un continuo rapporto di scambio, sia del patrimonio musealizzato sia di quello sul territorio. Chi visita il museo acquisisce strumenti per conoscere quanto ad esso è esterno; chi visita il territorio trova nel museo un luogo per mettere in relazione impressioni, conoscenze, intuizioni. Riappropriarsi di una storia collegata al territorio fornirà la possibilità di prendere coscienza di una storia condivisa ad un pubblico più ampio.

- svolgono un ruolo attivo in termini di programmazione e realizzazione di ricerche scientifiche, tanto singolarmente quanto in gruppi o in collaborazione con gli organi di tutela e con istituti di ricerca italiani e stranieri, contribuendo allo sviluppo di saperi e metodologie e al continuo arricchimento del patrimonio;

- rappresentano luoghi di incontro, centri aperti al dibattito culturale, sono promotori di una partecipazione critica e creativa;

- conservano, espongono, interpretano, valorizzano il patrimonio legato al proprio contesto, creando una consapevolezza culturale diffusa, premessa indispensabile anche alle azioni di tutela.

6.1.8 L’Archivio “testimonianza “ dell’immateriale L’immateriale usa il materiale, non lo sopprime. Produzione immateriale non vuol dire che il valore economico si separa dagli oggetti materiali o dalla materialità del corpo. Al contrario, vuol dire che gli oggetti materiali e la corporeità utilizzano il materiale come base di partenza per ulteriori trasformazioni che aggiungono valore –

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molto valore, in certi casi – alle proprietà naturali degli oggetti materiali o alla fisiologia naturale del corpo umano. Oggetti e corporeità continuano a essere rilevanti, anche sul piano economico, ma possono avere un valore più o meno alto a seconda del significato che i processi cognitivi assegnano alla loro presenza o alla loro sollecitazione. Ma per capire e gestire la fabbrica dell’immateriale bisogna mettersi gli occhiali giusti per vederla “diffusa” nel territorio e nel sistema sociale complessivo. Rendere visibile la fabbrica della conoscenza, nelle sue forme attuali, è il lavoro da fare per colmare la distanza tra una cultura implosiva, autoreferenziale, difensiva e una cultura della contemporaneità, incentrata sui valori, sui “sentimenti”, sugli immaginari: lavoro, questo, che significa soprattutto invito ad una trasformazione urgente, utile, appassionante. In questa logica, il valore della conoscenza, come nuova economia del mondo, come materia prima transitiva, che arricchisce chi la riceve senza impoverire chi la dona, come la nuova “materia” dei prodotti, dei servizi, delle relazioni si unisce al valore dell’innovazione, come necessaria sintonizzazione con l’accelerata trasformazione dei “paesaggi tecnologici, economici, sociali e culturali”. Si tratta dunque di uscire concettualmente e fisicamente dall’edificio museo e in qualche modo dimenticarlo come luogo di conservazione ed esposizione di oggetti a favore di una funzione nuova, - anche se non del tutto inedita per i musei etnoantropologici - di rapporto sistematico con tutta una serie di soggetti pubblici e privati, e performer depositari di specifici saperi. L’azione di questo museo è perciò strettamente legata al persistere, all’esterno, sul vasto territorio, non solo dell’isola, di competenze specialistiche, di abilità, di impegni comunitari intergenerazionali che nel loro ripetersi ne consentono il perpetuarsi. Per queste ragioni l’attivazione l’archivio diventa il luogo della conservazione della cultura immateriale: forme e strumenti dell’economia tradizionale, il lavoro domestico, la tessitura, l’abbigliamento, i gioielli, i canti, le tradizioni. E questo senza trascurare l’enorme importanza degli archivi cartacei, che rappresentano una fonte inesauribile di conoscenze e di raccolta scientifica di dati che, con le più moderne tecniologie, si aprono alla possibilità di analisi e di relazioni concettuali inesauribili. 6.2 Descrizione del contesto territoriale. 6.2.1 La Sovrintendenza Capitolina Il progetto riguarda le aree archeologiche e monumentali gestite dalla Sovrintendenza del Comune di Roma, corrispondenti all’estensione dell’antico complesso monumentale dei Fori Imperiali e Mercati di Traiano con il Museo dei Fori Imperiali. Di quest’area esiste una vastissima documentazione giacente negli archivi storici di Roma oltre a quella, pure assai consistente, realizzata dalla Sovrintendenza stessa nel corso degli scavi condotti negli ultimi anni e comprendente immagini, testi e disegni. Si tratta di un patrimonio che è in parte ancora da raccogliere e in parte da “sistematizzare”, per renderlo fruibile al grande pubblico e agli studiosi allo scopo di valorizzare il patrimonio forense attraverso la comprensione delle dinamiche e degli eventi che ne hanno guidato le trasformazioni nel medioevo e nell’età moderna. Roma racchiude il più grande centro storico del mondo, in gran parte cinto dalle Mura Aureliane, tutelato dall’ Unesco come “patrimonio dell’umanità”. La città è una delle mete principali del turismo mondiale (oltre 39 milioni di presenze nel corso del 2014, +4,83% rispetto al 2013 –fonte ISTAT) ma tuttavia è spesso misconosciuta proprio dai cittadini che in essa vivono e risiedono. Il cospicuo incremento del patrimonio verificatosi nel corso degli anni, dall’unità d’Italia in poi, ha portato alla necessità di pervenire alla istituzione di una sola struttura comunale che fosse in grado di coordinare sia la gestione dell’ingente patrimonio culturale, sia gli interventi finalizzati alla sua fruizione e valorizzazione. L’attività della Sovrintendenza si esplica anche in una corposa programmazione di attività espositive temporanee di livello internazionale e di spessore scientifico, che hanno senz’altro contribuito - unitamente a una migliore organizzazione complessiva dei servizi museali, riuniti oggi nella rete Musei in Comune - alla crescita dei visitatori. Il sistema museale include oltre 30 musei, numerosi monumenti ed aree archeologiche e gestisce, tutela e valorizza anche tutte le rilevanze architettoniche e storiche che contribuiscono a rendere la città di Roma un “museo diffuso” sull’intero territorio urbano. Il sistema museale di Roma Capitale è costituito da un insieme estremamente diversificato di luoghi museali e siti archeologici di indubbio valore artistico e storico. Insieme ai Musei Capitolini, il museo più antico del mondo, fanno parte del Sistema il MACRO, inaugurato nel 2010 e realizzato su progettodi Odile Decq, il Museo dell’Ara Pacis, progettato da Richard Meier e sede di importanti mostre, ma anche i Mercati di Traiano con il Museo dei Fori Imperiali, e il Planetario e il Museo Astronomico, meta ideale per chi vuole avvicinarsi alle

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nuove frontiere della scienza. Il Sistema è anche arricchito da alcuni "tesori nascosti", piccoli musei con collezioni preziose come il Museo Napoleonico, il Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, il Museo Carlo Bilotti, il Museo Pietro Canonica, il Museo delle Mura e altri ancora, tutti da scoprire. Inoltre, la Sovrintendenza Capitolina, è responsabile della realizzazione di scavi archeologici di rilievo su tutto il territorio urbano, inclusi ovviamente quelli realizzati e in corso nelle aree archeologiche dei Fori di Cesare, di Augusto, della Pace, di Nerva e di Traiano. Questa attività passa inevitabilmente attraverso la conoscenza storica che si realizza anche attraverso il recupero e lo studio della documentazione d’archivio. La zona interessata è estesa da Largo Corrado Ricci a Piazza Venezia, nel centro della nuova isola pedonale voluta dall’Amministrazione Comunale al fine della riqualificazione dell’intera area ad uso di residenti e turisti. Gli archivi del Museo dei Fori Imperiali e dell’Ufficio Fori Imperiali, che hanno sede nei Mercati di Traiano, dispongono di un patrimonio documentario di alcune decine di migliaia di schede, disegni e fotografie, relative agli scavi recenti e di alcune centinaia di schede di materiali d’archivio. Questa documentazione deve essere riordinata e informatizzata e se ne deve completare la raccolta con ulteriori ricerche negli archivi romani allo scopo di crearne un indice per parole chiave. Il Complesso Monumentale dei Fori Imperiali e dei Mercati di Traiano

L’area dei Mercati di Traiano e dei Fori Imperiali. I Mercati di Traiano, per la loro stessa natura costruttiva e architettonica, si presenta con numerosissimi scorci suggestivi che evocano forti emozioni nell’immaginario collettivo. Ambienti, spazi e volumi si susseguono in un rincorrersi di spazi aperti e chiusi e distribuiti su vari livelli in un gioco di suggestioni con vedute su luoghi tutti da scoprire. I lavori di qualificazione del complesso hanno fatto si che siano state create passerelle e passaggi con scivoli che arricchiscono ancor più il senso del viaggio nel fantastico in questa parte di Roma molto

spesso non conosciuta. Particolari suggestioni evocano anche i reperti disseminati nel complesso monumentale e le grandi ricostruzioni architettoniche all’interno del Museo costituiscono supporti didattici di assoluto valore. Nell’ottobre 2007 è stato aperto al pubblico nel complesso monumentale, il Museo dei Fori Imperiali che è dotato dei più moderni apparati multimediali ed ospita mostre di arte antica e contemporanea. L’area dei Fori Imperiali ( di Cesare, di Augusto, della Pace, di Nerva e di Traiano) si trova nel cuore di Roma ed è contigua al Foro Romano ed al Palatino. Spazio urbano di fondamentale importanza e rilievo nell’antichità, rappresenta tutt’ora un punto di assoluta centralità nella città moderna. Oggetto di importantissime attività di scavo ancora in corso, costituisce uno degli assi strategici nei piani attuali e futuri delle scelte culturali per la città di Roma. L’area dei Fori Imperiali è inserita nella nuova prestigiosa isola pedonale creata nell’ambito delle politiche dell’Amministrazione Comunale intese a riqualificare l’area centrale ed al miglioramento della qualità della vita di cittadini residenti e ad offrire una nuova opportunità ai turisti. Un complesso pedonalizzato unico al mondo, che racchiude, oltre ai Fori Imperiali, il Colosseo, il Palatino, il Foro Romano, chiese e torri medioevali. Si tratta di una zona utilizzata ininterrottamente dall’uomo nell’arco di migliaia di anni. Un area densa di “storia del quotidiano”, anche ben documentata sul finire dell’800 e nel ‘900 da importanti campagne fotografiche coincidenti con la demolizione del Quartiere Alessandrino. Indicatori misurabili dell’affluenza di visitatori presso le strutture interessate:

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Museo della Sovrintendenza del Comune di Roma

Totale visitatori nell’anno 2015

Totale visitatori nell’anno 2014

Totale visitatori nell’anno 2013

Totale visitatori nell’ultimo triennio

Museo dei Fori Imperiali 148.272 107.459 112.316 368.047 Museo di Roma e Archivio Storico

47.241 40.121 39.827 127.189

Il complesso denominato “Mercati di Traiano” negli ultimi anni è stato oggetto di una serie di interventi volti alla sua riqualificazione quale monumento archeologico di primo piano nella città di Roma, sede temporanea ma autorevole di importanti esposizioni e mostre I Mercati Traiano costituiscono uno spaccato storico e urbanistico davvero eccezionale nel pur ricco panorama cittadino: circa 2000 anni di storia hanno lasciato il segno nelle antiche strutture costantemente riutilizzate. La costruzione nacque con una funzione che possiamo avvicinare a quella di un nostro moderno centro polifunzionale, non un “mercato” ma un insieme di edifici destinati ad usi diversi in stretta connessione con il sottostante Foro di Traiano. Proprio per garantire il collegamento tra il nuovo Foro e l’area collinare del Quirinale, nonché il popolare quartiere della Suburra, fu progettato il complesso inferiore – oggi denominato Grande Emiciclo – ardita soluzione ingegneristica per sostenere le pendici collinari e per “monumentalizzare” un’azione di inurbamento dal grande impatto ambientale. Il complesso superiore si addossa solo in parte alla collina e si divide in due corpi autonomi: la Grande Aula, con funzioni pubbliche, e il Corpo Centrale, sede del funzionario dello Stato preposto all’amministrazione del Foro di Traiano. Sul crinale, con funzione di cerniera si snoda la via Biberatica (da una denominazione tardo-latina), una via pubblica che in origine cammina incassata tra alti edifici. In età postantica l’intero complesso viene variamente riutilizzato, quale residenza nobiliare fortificata (con il Castellum e la Torre delle Milizie tuttora esistente), fino all’insediamento del Convento di Santa Caterina da Siena verso la fine del XVI secolo nel complesso superiore, mentre quello inferiore rimase parzialmente interrato. Con “Roma Capitale”, tra il 1870 e il 1911 circa, al convento succede la Caserma “Goffredo Mameli”, mentre dal 1926 prendono l’avvio i lavori che porteranno alla riscoperta del complesso romano, “liberandolo” di quanto aggiunto nei secoli. Gli interventi di restauro saranno molto estesi e condizionati dall’interpretazione data allora del monumento quale “centro commerciale dell’antica Roma”. Solo dalla fine degli anni Ottanta del secolo scorso riprendono attività di restauro e valorizzazione volte a restituire questo “quartiere” antico alla città moderna, quale sede di mostre prestigiose e del Museo dei Fori Imperiali. L’itinerario di visita permette di attraversare la monumentale Grande Aula, seguendo il percorso oggi molto panoramico a margine al Grande Emiciclo e proseguendo sul tratto della via Biberatica. La strada antica, un tempo in declivio verso la Salita de Grillo, conserva tutto il suo fascino, anche se i punti di vista e gli scenari sono fortemente modificati dall’assenza degli edifici verso il Foro. Nella parte alta del complesso, la terrazza del Belvedere (quanto resta dell’antico percorso in quota) si ricongiunge alla via della Torre (ovvero la via basolata a monte) e di qui al Giardino delle Milizie, dominato dalla Torre delle Milizie, reso particolarmente suggestivo per la contaminazione cronologica e strutturale, unita alla piacevolezza dell’ambiente. Tutto il percorso è stato dotato di infrastrutture, impianti e servizi, in stretta relazione con gli interventi di restauro e integrazione delle strutture. Negli ambienti l’impianto di illuminazione è stato “nascosto” sotto le pavimentazioni realizzate in cocciopesto alla romana in mancanza delle pavimentazioni originali. La via Biberatica ad un certo punto della sua “vita” fu interrata fino al primo livello: furono così aperti dei “passaggi” dall’alto della Grande Aula e addirittura scavati ambienti nella fondazione, sottostanti al livello della via Biberatica. Gli interventi hanno permesso il recupero dei vani in fondazione e di quelli che affacciano sulla via Biberatica. Nel Piccolo Emiciclo si distinguono resti murari che testimoniano varie fasi del monumento e il suo raccordo con il sovrastante Palazzo Ceva-Tiberi.

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I Fori Imperiali sono un insieme di piazze monumentali costruite nell'arco di circa un secolo e mezzo nel cuore della città antica, affiancate al più antico Foro Romano repubblicano e destinate ad attività amministrative e giudiziarie e a sede di cerimonie imperiali. Nel tempo si susseguirono le inaugurazioni del Foro di Cesare (46 a.C.) del Foro di Augusto (2 a.C.), del Tempio della Pace (75 d.C.), del Foro Transitorio (98 d.C.) e infine, l'ultimo e il più grandioso di tutti, il Foro di Traiano (112 d.C.) con la Colonna (113 d.C. Si tratta di vaste piazze circondate da portici, ricche di marmi bianchi e colorati provenienti dalle più lontane regioni dell'impero e le cui decorazioni scultoree erano realizzate per celebrare la gloria e la potenza degli imperatori che ne avevano voluto la realizzazione. Il Museo dei Fori Imperiali, allestito nei Mercati di Traiano, inserisce in un unico percorso di visita i resti degli antichi edifici (dall’età classica al periodo medioevale) ed i frammenti della loro decorazione architettonica e scultorea. L’area di riferimento con i suoi circa 200 ambienti si estende complessivamente m2 14.000 (coperti) e custodisce circa 35.000 reperti antichi esposti o conservati in deposito. Numerose sale sono attualmente occupate dal “Museo dei Fori Imperiali” nel quale sono esposti circa 250 reperti e numerose ricostruzioni in scala naturale di elementi architettonici antichi. Ampio spazio è stato dedicato agli ausili didattici multimediali. Nel complesso è anche presente una biblioteca specializzata, un archivio fotografico e grafico ed un laboratorio di restauro. Il Museo ospita mostre in contemporanea di archeologia, costume e arte contemporanea. Le attività espositive e gli eventi culturali Il Complesso monumentale è sede di importanti mostre di storia, arte contemporanea e costume. E’ stata favorita la sperimentazione di personali di artisti italiani che hanno creato opere espressamente per il contesto monumentale. Si riassumono i principali eventi del triennio 2014-2016: Mostre 2014-2016

- Dicembre 2013 – Febbraio 2014 “Columna. Arte tracciati transmedia. Omaggio alla Colonna”: la mostra con la collaborazione con l’University of Arkansas Rome Center e il patrocinio dell’Ambasciata degli USA; espone diverse declinazioni artistiche ispirate alla Colonna Traiana e l’inserimento di un reperto cartografico settecentesco di grande pregio, la riproduzione della Tabula Militaris.

- ROMA 1914 Storie della città: 27 Febbraio - 11 Marzo 2014 Ricordi e memorie del commercio a Roma nel periodo giolittiano. - Forma e vita di una città medievale. Leopoli-Cencelle: 3 Aprile - 27 Luglio 2014 Storia e riscoperta di una città medioevale. - Rudi Wach. La porta delle mani: 20 Giugno - 14 Settembre 2014 Opere dell’artista contemporaneo austriaco, in collaborazione con il Forum austriaco a Roma. - Le chiavi di Roma. La città di Augusto: 24 Settembre 2014 - 10 Maggio 2015 In occasione dell’anniversario augusteo una rilettura multimediale delle collezioni, nell’ambito del progetto europeo V-MUST per la creazione di piattaforme museali virtuali. - Digital Museum Expo: 24 - 28 Settembre 2014 Le nuove possibilità della multimedialità museale. - Park Eun Sun. Innesti e Connessioni. Settembre -Novembre 2014 Opere dell’artista contemporaneo. - Bruno Liberatore in dialogo ambientale con i Mercati di Traiano:Dicembre-Aprile 2015 Opere dell’artista contemporaneo. - L'eleganza del cibo. Tales about food and fashion: 19 Maggio - 1 Novembre 2015 Il connubio tra arte, moda e cibo in relazione anche agli eventi dell’Expo. - Pablo Atchugarry. Città Eterna, eterni marmi: 22 Maggio 2015 - 7 Febbraio 2016 Opere dell’artista contemporaneo, esponente internazionale dell’arte latino-americana.

- Umberto Passeretti. Un presente antichissimo. 1 dicembre 2015 - 4 aprile 2016 - I dipinti esposti sono parte di un ciclo iniziato a Villa Adriana a Tivoli e proseguito ai Mercati di Traiano.

- 19 - 30 aprile 2016 - Arte in cattedra ai Mercati di Traiano. Mostra della produzione del Liceo Artistico Enzo Rossi, in occasione dei 50 anni dalla sua istituzione.

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- 13 maggio - 20 novembre 2016 - MADE IN ROMA. Marchi di produzione e di possesso nella società antica. Innovativa mostra archeologica sul concetto di marchio e tutela del prodotto già molto presente nella società romana. La mostra è caratterizzata dai reperti “parlanti” e coinvolge direttamente il pubblico alla scoperta di un mondo molto più vicino al nostro di quanto non si possa immaginare.

- Ugo Rondinone, Giorni d'oro + notti d'argento – 10 giugno - 1 settembre 2016 – Ugo Rondinone giorni d'oro + notti d'argento, Opere dell’artista in gemellaggio con la sede del MACRO Testaccio.

- Gustavo Aceves, LAPIDARIUM, 15 settembre 2016 – 8 gennaio 2017 – personale dell’artista appositamente concepita per il contesto monumentale e lo spazio urbano del Colosseo, sul tema della migrazione attraverso i secoli fino al dramma contemporaneo in atto nel Mediterraneo.

IL MUSEO DI ROMA e l’ARCHIVIO STORICO

Situato nel cuore rinascimentale di Roma, tra Piazza Navona e Corso Vittorio Emanuele II, palazzo Braschi viene progettato dall'architetto imolese Cosimo Morelli (1732-1812) per incarico di Papa Pio VI (1775 - 1799) che vuol farne dono al nipote, Luigi Braschi Onesti. Alla realizzazione dell’edificio si fa fronte con le ricchezze che il Pontefice fa affluire nelle casse del nipote Luigi, grazie all'attribuzione spregiudicata di numerosi privilegi. Palazzo Braschi rappresenta dunque una delle ultime testimonianze di nepotismo pontificio prima delle trasformazioni politiche e culturali indotte dalla Rivoluzione francese. La costruzione del nuovo edificio inizia nel 1792 sulla stessa area del quattrocentesco palazzo Orsini, fatto demolire l’anno

precedente. I lavori si interrompono per l'occupazione francese del 1798 (durante la quale papa Pio VI muore in esilio) e riprendono nel 1802. Già nel 1804 lo scalone monumentale è ultimato e forse anche la cappella del primo piano, attribuita a Giuseppe Valadier(1762-1839). I problemi economici del duca Luigi Braschi Onesti non permettono di completare le decorazioni del palazzo che alla sua morte, nel 1816, rimangono parzialmente incompiute. Nel 1871, gli eredi Braschi vendono il palazzo allo Stato Italiano, che lo utilizza inizialmente come sede del Ministero dell'Interno e, successivamente, come sede di varie istituzioni fasciste. Dopo la guerra (fino al 1949) vi alloggiano trecento famiglie di senzatetto e l’uso abituale di fuochi interni arreca gravi danni agli affreschi e ai pavimenti. Il palazzo viene anche fatto oggetto di numerose demolizioni e ruberie. Dal 1952 è sede del Museo di Roma ma soltanto nel 1990 la proprietà del palazzo passa all’Amministrazione capitolina. Chiuso per inagibilità nel 1987, l'edificio viene sottoposto a complessi e ingenti lavori di ristrutturazione e restauro. Riapre al pubblico nel 2002, benché il recupero interno dei piani superiori non sia ancora ultimato. L’allestimento viene concentrato sui due piani disponibili mentre il restauro delle altre sale prosegue, tra difficoltà di varia natura ma senza arrecare nessun disturbo ai visitatori. Ancora oggi sono in corso gli ultimi interventi di perfezionamento del percorso espositivo permanente che, sviluppato su tutti i tre piani del palazzo, consentirà di esporre gran parte delle opere che al momento sono conservate nei depositi del Museo Il progetto intende migliorare la qualità dell’offerta al pubblico di visitatori del Museo di Roma, ospitato in Palazzo Braschi, sia attraverso informazioni e notizie storiche tramite accesso all’archivio informatico, sia in termini di prima accoglienza all’interno del cortile del Palazzo per tutti i turisti che si trovino a passare e/o in visita alle sale. Data la sua posizione strategica tra Corso Vittorio Emanuele II e piazza Navona, infatti, il Museo rappresenta un luogo di passaggio privilegiato per i flussi turistici in un’area di grande concentrazione, tra il Vaticano e l’area archeologica centrale e per questa sua caratteristica, è facilmente intuibile come il target specifico dell’offerta si riferisca essenzialmente al pubblico straniero e, per ricaduta, a quello di connazionali in visita a Roma. Il Gabinetto Comunale delle Stampe è situato all'interno di Palazzo Braschi, conserva circa 30.000 stampe e

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disegni dal XVI al XX secolo. Notevoli tra le altre, le opere di G.B. Piranesi, di Bartolomeo ed Achille Pinelli, di Luigi Rossini e Antoine Jean-Baptiste Thomas. La collezione costituisce la più esaustiva raccolta di fonti iconografiche sulle vicende, le trasformazioni e la storia della città. All’interno dello stesso Palazzo si trova anche l'Archivio Fotografico Comunale che raccoglie circa 9.000 positivi e 80.000 tra lastre e pellicoledall'ottocento ai giorni nostri e costituisce una fonte inesauribile di informazioni sulla trasformazione del paesaggio urbano ed extraurbano. Il patrimonio dell’Archivio Storico (SBCAS), presso gli uffici della Centrale Montemartini, è andato costituendosi nel corso degli anni, dalla fine dell’800 a seguito dell’istituzione della Commissione Archeologica, ad oggi, risulta composto da circa 9.000 disegni e da oltre 70.000 carte. L’Archivio Storico, completo anche del settore Disegni, è stato oggetto negli ultimi anni di un totale riordino, curato dalla U.O. di Direzione Monumenti di Roma: scavi, restauri e valorizzazione (Servizio II e III) della Sovrintendenza Capitolina, tuttora in corso, che ha previsto l’inventariazione e la schedatura informatizzata delle carte e dei disegni. Con l’ausilio del Server di Catalogazione Zétema è stato realizzato un programma di catalogazione su base Access, i cui dati sono stati poi riversati nel programma SIMART. Il progetto si propone di verificare e sistematizzare tutti i dati relativi all’area dei Fori Imperiali per incrementare un corpus documentale completo attingendo a tutti gli Archivi in gestione alla Sovrintendenza.

6.2.3 Comune di Pontinia

Provincia Latina (LT)

Regione Lazio

Popolazione 14.883 abitanti(01/01/2015 - Istat) Superficie 112,10 km² Densità 132,76 ab./km²

Comune laziale, in provincia di Latina, con poco meno di quindicimila abitanti. Il territorio comunale confina con quello di Latina. Pontinia è gemellata con Utena (Lituania) e Goro (Ferrara, Emilia Romagna).

Pontinia è una delle cosiddette "città di fondazione" nell'epoca fascista; fu infatti fondata il 19 dicembre 1934 e inaugurata il 18 dicembre 1935, nell'ambito della bonifica dell'Agro pontino. Il territorio fu ricavato dal comune di Sezze.

Pontinia, la terza città nuova dell'Agro Pontino bonificato, sorge nel più antico comprensorio di bonifica del Lazio, ove tempo regnava la palude e la malaria.

La prima pietra fu posta il 19 dicembre 1934 da Mussolini, che inaugurò il centro urbano il 18 dicembre dell'anno successivo. Il Piano Regolatore fu redatto dall'ingegner A. Pappalardo, della Direzione dell'Opera Nazionale Combattenti, affiancato dall'architetto Oriolo Frezzotti, come collaboratore artistico. Doveva essere, secondo le direttive, un Comune eminentemente agricolo e, in un prossimo domani, un centro anche d’attività industriali applicate all'agricoltura: un pronostico che, tutto sommato, è stato rispettato. La ruralità doveva essere sottolineata da tratti austeri. Pochi edifici, dunque, tipici e semplici "senza fronzoli", come riporta la stampa dell'epoca.

Affiancati sulla piazza: il Palazzo Municipale con la sua torre campanaria, le Poste, il Cinema-Teatro con il dopolavoro; e altrove la Chiesa, la Scuola, la Caserma dei Carabinieri, l'ex Casa del Fascio (ora centro Culturale polivalente: biblioteca, Museo della Malaria, Archivio storico). Alle porte della città, Borgo Pasubio (nato nel 1933), ormai parte integrante dell'agglomerato urbano. La parte nuova di Pontinia non ha più i

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caratteri, essenziali ma tipici del centro pioniero, che rimangono solo nel centro storico.

La parte più antica, quella pre-bonifica si trova lontano dall’abitato sulla via Appia, ed è costituita dal Mausoleo attribuito a Geganio Clesippo, risalente al I secolo a. C. e dal palazzo della Posta di Mesa, sorto con la bonifica settecentesca, il quale conserva nel suo androne numerose lapidi, tra le quali quella fatta incidere a ricordo della bonifica di Teodorico; all’esterno si può ammirare una delle pietre miliari romane. Nella campagna un archetipo della bonifica: l'impianto idrovoro della Forcellata del 1900, il primo a vapore, oggi abbandonato.

Patrimonio Culturale di Pontinia:

Sito romano di Ad Medias.

Il sito romano di Ad Medias (odierno Mesa di Pontinia). Fino ad ora sappiamo poco di questo sito archeologico. Gli unici resti oggi visibili, appartengono ad una tomba monumentale datata alla fine del primo secolo avanti o il primo secolo dopo Cristo (il cosiddetto mausoleo di Clesippo). Probabilmente l’antico nucleo del sito si trovava sotto il casale settecentesco. All’entrata del casale sono stati collocati due cippi migliari dell’epoca del imperatore Traiano, mentre altre iscrizioni rinvenute nel territorio, sono conservate al l�interno dell’edificio. Il ritrovamento,avvenuto diversi anni fa nell’area di Mesa, di frammenti di ceramica a vernice nera e di laminette in bronzo con dedica, fanno supporre che nel sito doveva esserci un luogo di culto, per cui una sua funzione anche come centro religioso (il punto di ritrovamento di questi reperti, ci è sconosciuto, ma sicuramente doveva trovarsi molto vicino al casale). L’architettura di epoca fascista. Pontinia è una delle città di fondazione del periodo fascista, facente parte del gruppo delle “città di bonifica” insieme a Sabaudia, Littoria, Pomezia e Aprilia, costruite tra il ‘32 e il ‘37. Ancora oggi il centro rimane testimonianza di questo tipo di architettura che ha caratterizzato l’agro pontino negli anni 30 e 40 del XX secolo: il centro storico di Pontinia presenta infatti gli elementi tipici dell’architettura fascista, quali la simmetria dei quartieri e le linee pulite e definite degli edifici. Il nucleo urbano è fatto di caratteri architettonici essenziali ma rigorosi, alcuni edifici portanti, collocati intorno alla piazza centrale: il Palazzo Comunale, con le persistenti scritte del fascismo, l’ufficio postale, il cinema-teatro, la casa del fascio, la chiesa parrocchiale di S. Anna, la scuola, le caserme, la torre dell’acquedotto.

Dove si realizzerà il progetto:

• MAP Museo Agro Pontino

Il MAP Museo Agro Pontino viene inaugurato il 18 Dicembre 2011.

La collezione è ospitata negli spazi del vecchio Mercato coperto comunale di Pontinia. Nonostante il restauro capillare, la struttura, costruita negli anni ‘50, non ha perso le caratteristiche architettoniche degli edifici razionalisti della Città: gli ampi padiglioni, con volta a vista, hanno permesso l'inserimento, nell'allestimento museale, di una riproduzione scenografica interattiva del bosco di palude con le specie animali a grandezza naturale ed un plastico della città di Pontinia. Il Museo testimonia le vicende storiche e culturali della città di Pontinia e del territorio circostante; si pone come strumento per la conservazione, la tutela, la conoscenza e la valorizzazione della propria collezione e del patrimonio di beni culturali locali. La sua missione è trasformare questo straordinario patrimonio storico, antropologico ed architettonico in un ulteriore strumento in grado di valorizzare la comunità, favorendone le risorse di creatività e di iniziativa, stimolando l'interesse dei visitatori e cercandone la partecipazione, condividendo, interpretando ed infine, acquisendo una collezione di opere d'arte contemporanea. L'esigenza

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è quella di un museo attivo, vitale e di respiro globale che descriva e rappresenti l’energia dei luoghi e delle persone, meta accogliente, sorprendente e innovativa. Un museo che si fa promotore di idee nuove, che incoraggia il dibattito, gli scambi e le collaborazioni, con una programmazione di attività che interpretino la complessità e la densità della società contemporanea. Un museo intraprendente, che indaghi nuove vocazioni e soprattutto che riconosca nell'attività educativa, intesa come attività formativa rivolta alla conoscenza ed al rispetto del patrimonio culturale, una delle sue finalità fondanti, da rivolgere in particolare alle giovani generazioni in modo da contribuire al formarsi di una coscienza storica e di una consapevolezza della propria identità culturale.

La Sezione Didattica progetta, organizza e coordina i servizi educativi per il museo. Offre una serie di attività rivolte principalmente alle scuole - ma anche alle famiglie e agli adulti - per promuovere la conoscenza del museo come luogo di apprendimento e di ricerca, attraverso percorsi esplorativi degli spazi, delle opere e delle mostre. La visita al museo, svolta con un linguaggio semplice e diretto, e con il coinvolgimento diretto dei ragazzi, è corredata da un laboratorio per stimolare la creatività e rielaborare in maniera ludica i contenuti emersi durante il percorso espositivo. Tra gli obiettivi anche quello di far conoscere i linguaggi dell’arte contemporanea con un approccio innovativo, stimolante, giocoso e sensoriale per intraprendere un’esperienza creativa e performativa.

6.2.4 Comune Di Bassiano

Provincia Latina (LT)

Regione Lazio

Popolazione 1.651

Superficie 31,63 Km

Altitudine 562 m s.l.m.

Bassiano è un comune italiano di 1.611 abitanti, sorge a 562 m. s.l.m. ed è il più alto della provincia di Latina nel Lazio dopo Rocca Massima. È circondato da monti e boschi e dominato dal Monte Semprevisa, maggiore altura della catena sub-appenninica dei Lepini. Permangono tutt’oggi elementi architettonici medievali e rinascimentali, come il labirinto di vicoli e i resti della cinta muraria risalente al XII-XIII secolo, con nove torri e tre porte che gli conferiscono gli inconfondibili tratti del borgo medioevale e si sviluppa a spirale attorno a Piazza della Torre. Fu fondata nel IX sec d.C. come castrum fortificato, ma le sue origini non sono chiare: secondo alcuni studiosi sarebbe stata fondata dall'imperatore Bassiano Marco Aurelio Antonino detto Caracalla, ma lo stato attuale delle ricerche non permette di conoscere il nome dei fondatori del villaggio né la provenienza dei primi nuclesi che si installarono sulla collina. La sua storia è strettamente legata a quella della vicina Sermoneta: come quest'ultima fu possedimento degli Annibaldi fino al 1297, quando entrambe, insieme

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a San Donato, vennero cedute alla famiglia Caetani. Successivamente venne in possesso di Ladislao di Durazzo (1377-1414), re di Napoli, che riconfermò il feudo a Giacomo Caetani per i servizi resi al padre, Carlo II di Durazzo. La famiglia Caetani ha mantenuto il dominio dei luoghi fino alla metà del XIX secolo, fatta eccezione per un breve periodo durante il quale fu privata dei suoi diritti da papa Alessandro VI (1492-1503). Nel 1449 il paese diede i natali all'umanista-editore-stampatore Aldo Manuzio. Ciò ha stimolato la sensibilità culturale della popolazione, particolarmente attenta alla valorizzazione del proprio territorio e alla conservazione delle testimonianze storiche. È uno dei comuni Lepini che meglio ha resistito al degrado ambientale e urbanistico ed è caratterizzato da una rete infrastruitturale in espansione, anche grazie alla vicinanza di centri di interesse turistico e culturale quali Ninfa e Sermoneta.Il Comune è gemellato con Pont-en-Royans Dal punto di vista storico e monumentale sono degni di nota il Palazzo Caetani, oggi sede municipale, la Collegiata di S.Erasmo, la chiesa romanica con rifacimenti gotici di S.Nicola la chiesa di S.Maria, il palazzo nobiliare ottocentesco sito accanto alla Porta Romana. Oltre alla veglia dell'Angelus, con fiaccolata, e alle celebrazioni di Maria SS. Assunta e S.Rocco, molto interessante e suggestivo è il ciclo di feste che hanno luogo nel mese di maggio, tra cui la festa dei faùni. L’economia del luogo è basata prevalentemente su agricoltura, pastorizia, artigianato, industrie alimentari come quella dedita alla produzione del celebre prosciutto INCAR di Bassiano. La Biblioteca “Aldo Manuzio” di Bassiano. La Biblioteca Aldo Manuzio nasce dal progetto di rigenerazione di un’area attorno alle antiche mura castellane del paese, realizzate dalla famiglia Caetani tra il XlII e il XIV secolo. Tra il 1920 e il 1940, viene realizzato il fabbricato che oggi ospita in parte la nuova biblioteca, originariamente utilizzato come magazzino, deposito del grano e cantina. La prima biblioteca civica a Bassiano nasce nel 195 5, sotto l’impulso del “Movimento di Comunità”, l’iniziativa socio-culturale avviata in Italia da Adriano Olivetti. Nel 1964 il Gruppo di Collaborazione Civica “Aldo Manuzio”, nato durante la fase politica-culturale del Formez, amplia la biblioteca. Dalla prima sede in Piazza S. Erasmo, con il centro Comunitario, la biblioteca si sposta con il gruppo civico in Via Menotti, in Piazza XXV Luglio e in Viale dei Martiri. Nel 1967 diventa comunale e la sede si sposta in due aule dell’edificio scolastico. Negli anni ’90 è allestita nei sotterranei del palazzo comunale e trova finalmente la sua sede ideale. Il fabbricato e l’area esterna adiacente alle mura, fino a poco tempo fa, versavano in un grave stato di degrado e abbandono e solo dopo alcuni sopralluoghi, preliminari alla progettazione della biblioteca, si è riusciti ad individuare la sagoma dell’antica torre ed una vecchia scalinata, in parte celati da un intervento di ristrutturazione relativamente recente. La vecchia scalinata ha suggerito di aprire l’edificio alla cittadinanza integrandolo in un percorso urbano che si serve proprio di questa, collegando così due parti distinte del paese, migliorando la viabilità pedonale nel centro storico e dando vita ad un percorso privilegiato e coperto che costeggia le vecchie mura e che conduce dalla parte alta del paese fino al plesso scolastico. L’attuale sala di lettura, a doppia altezza con ballatoio, deriva dalla demolizione del solaio tra il primo e il secondo piano, che nascondeva alla vista il torrione perduto, elemento architettonico di rilievo per forma e storia. E’ questa la sala principale della biblioteca, che oltre ad avere funzioni di sala di lettura e consultazione per piccoli e grandi, si trasforma in spazio per convegni, presentazione di libri, piccole proiezioni e all’occorrenza ospita le attività parascolastiche del vicino edificio scolastico. L’attenta opera di restauro delle preesistenze è stata alla base della progettazione dei nuovi spazi che comprendono, oltre alla sala centrale, anche due sale di lettura ai piani superiori. Sulla facciata esterna, un frangisole in lamelle di cotto, da un lato nasconde alla vista l’ascensore e dall’altro ristabilisce il disegno della facciata, originariamente segnata da aperture prive di geometria. La pavimentazione esterna è composta da fasce in pietra di coreno che delimitano campi di gettato in opera ad effetto monolitico. Anche le panchine sono state realizzate in pietra di coreno su disegno ad hoc. Per rendere accessibile l’intero percorso urbano ad un’utenza ampliata, è stata realizzata, oltre all’ascensore, una rampa a ridosso della recinzione, rettificando i blocchi in cemento presenti ai piedi delle mura. Sono state infine restaurate le mura del cortile e del bastione ed è stato pulito e consolidato anche l’acciottolato presente lungo il percorso interno delle mura.

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La Biblioteca Aldo Manuzio di Bassiano è stata selezionata per partecipare al concorso “Innovazione e qualità urbana 2015”. Da un punto di vista impiantistico si è cercato di contenere al massimo il consumo energetico, realizzando un impianto di riscaldamento a pannelli radianti a pavimento, alimentato da pannelli solari posti in copertura, e realizzando un "cappotto termico" che avvolge interamente le pareti esterne dell'edificio. In un mondo sempre più virtuale e individualizzante è un centro reale, un luogo fisico di cittadinanza, chiamato a passare da una visione statica, quella di “deposito dei libri”, a quella dinamica di raccordo di relazioni culturali, intellettive, informative e formative.

Palazzo Caetani. Le origini di Bassiano si perdono nel periodo di dominazione romana dell'area lepina. Una convizione supportata dall'analisi etimologica del suo nome che potrebbe essere legato all'esistenza di un "Fundus Bassi" (possedimento di tale Bussus), divenuto poi "Bassianus" con l'aggiunta del suffisso indicante il possesso o la proprietà. I primi insediamenti accertati risalgono al X secolo d.C., ma furono completamente distrutti nel 1159 dal passaggio delle truppe di Federico Barbarossa. Per questo motivo intorno all'XII-XIII gli abitanti e i monaci benedettini, scampati all'invasione, decisero di rifugiarsi nella parte superiore (la "Majùra"), dove attualmente sorge il paese, e di realizzare una cinta muraria di fortificazione con nove case-torri per l'avvistamento di eventuali truppe nemiche. Inizialmente feudo degli Anibaldi, fu acquisito nel 1303 da Pietro Caetani, nipote di Bonifacio VIII, che dallo zio Papa ottenne in possesso un'ampia zona che comprendeva, oltre Bassiano, anche Ninfa, una parte di Norma, San Donato e San Felice. Furono i Caetani a realizzare il castello ed una seconda cinta muraria, più esterna rispetto alla prima. A parte brevi dominazioni da parte della famiglia Borgia (tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento) e di Ladislao di Durazzo, re di Napoli (1386-1414), figlio di Carlo III, il feudo è sempre stato saldamente della famiglia Caetani fino alla conquista dello Stato pontificio da parte delle truppe Sabaude, per questo essi si fregiano del titolo "Principi di Bassiano". Nove torri, due cinte murarie e tre porte di accesso alla città, che segnalano lo snodarsi a spirale delle costruzioni medioevali tra le quali spiccano gli edifici storici del centro, costruiti a cavallo tra il Medioevo e il Rinascimento. Palazzo Caetani, attualmente sede del Municipio, che ricorda la lunga dominazione della famiglia; la chiesa di Santa Maria, costruita a forma rettangolare (è lunga 12 metri e larga 8) dai monaci benedettini cassinesi del XIII secolo e parte restante del cenobio, di cui è visibile la sala capitolare dal bel soffitto a volta sorretto da pregevoli colonne; la collegiata di Sant'Erasmo, patrono del paese, e la chiesa di San Nicola; ed infine la casa di Aldo Manunzio, su via Piana. Un susseguirsi di piazze e palazzi, di vicoli e cinte murarie, di torri e porte di entrata, una passeggiata tra gli affascinanti scorci di un paese che ha conservato, in maniera quasi maniacale, la sua struttura originaria, in un tuffo che vi farà un pezzo di medioevo. Chiesa di Sant’Erasmo La Chiesa nata sul tempio trecentesco danneggiato da un fulmine fu completamente edificata nel 1530 e ulteriormente restaurata nella metà dell’Ottocento. Al suo interno sono conservati: un fonte battesimale, alcuni affreschi riportati alla luce nel 1960, un dipinto del Sacro Cuore attribuito al Sermonetano Bernardo Cavallucci, una Ascensione del Cristo tra i santi Erasmo e Francesco, firmata nel 1599 da

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Francesco De Castello Flander. Sul portale di petra Squadrata, essenziale, si trova un Bassorilievo con il Cristo Benedicente. Santuario della S.S. Trinità di Bassiano. Il monte Trinità (m. 857) ha sulla sua cima un piccolo santuario dedicato alle tre Persone Divine, costruito nel XIV secolo. Luogo di transumanza dei pastori lepini verso la palude, probabilmente fu centro cultuale dal secolo XVIII come documenta una serie di donazioni e di messe, ma soprattutto parte delle fondamenta che vennero in luce durante la ricostruzione avvenuta nel 1937. Oggi ancora molti vi si recano a piedi (seguendo un antico tracciato) in pellegrinaggio in occasione della festa liturgica della SS. Trinità. Il santuario consiste attualmente in una costruzione semplice con una cappella che ne ricorda la precedente. Di stile vagamente barocco, con timpano e rosone e due finestre laterali che ne alleggeriscono la facciata; sull'altare, un dipinto della SS. Trinità, opera di Mario Lambiasi. Accanto vi sorge anche la cappellina in onore di san Gaetano da Thiene in scapoli calcarei posti orizzontalmente con un piccolo oblò nella facciata. Santuario del S.S. Crocifisso di Bassiano. Il Santuario del Crocifisso una volta denominato chiesa della Madonna della Palma, si colloca a circa tre chilometri dal centro abitato, in località Selva Scura, databili intorno al XII secolo, prende il nome dal celebre Crocifisso ligneo custodito al suo interno, scolpito da Fra’ Vincenzo Pietrosanti nel 1673. Abitato fin dall’origine dai frati Francescani. Il modesto edificio vede al suo interno la presenza di una grotta interamente affrescata, i quali risalgono probabilmente alla prima metà del XV secolo, in particolar modo ricordiamo: un Cristo in trono, una Crocifissione, l'incredulità di san Tommaso, sant'Anna con la Madonna Bambina; ed inoltre una delicata Annunciazione, una Madonna che allatta il bambino ed una Maddalena che stringe al seno un Graal. Attigua alla grotta è la cappella rotonda, costruita nella seconda metà del ‘600 per ospitare la scultura in legno del Crocifisso. Il Santuario è oggetto di un lunga e complessa fase di restauro iniziata nel 1976 e non ancora conclusasi. Attualmente si accede al santuario attraverso una scalinata: sulla destra è rimasto un affresco, ora all'aperto, con la Madonna con Bambino ed una rara rappresentazione di San Bartolomeo eremita, coperto dai suoi capelli e barba. Si arriva ad un piccolo portico rettangolare, che immette in una cappella, detta delle Palme da un dipinto trafugato negli anni sessanta, quando l'ambiente rimase incustodito per la morte dell'ultimo eremita. Durante recenti restauri sono venuti alla luce una bella Madonna del Latte. Salendo i tre gradini, si nota a destra un grande affresco staccato rappresentante San Giacomo pellegrino, con il bastone nella mano ed il cappello del viandante sulle spalle, databile al XVI secolo. Percorrendo un buio e stretto corridoio si arriva al suggestivo romitorio, ricavato in una grotta naturale di forma quasi rettangolare, con le pareti tutte affrescate. Nonostante il grave deterioramento dovuto allo stillicidio dell'acqua, si possono ancora distinguere tredici pannelli ed una nicchia, databili intorno al XV secolo, che risentono fortemente della maniera tardo trecentesca. La descrizione dei pannelli inizia dalla parete che si trova sulla destra di chi accede alla grotta: la

Madonna col Bambino, la Maddalena, l'Annunciazione, la Crocifissione, un personaggio su una scala trafitto da un freccia, Scena di animali, Cristo benedicente con quattro Santi (da sinistra: San Leonardo, San Giacomo, San Francesco e papa Leone IX), un cinghiale che allatta i suoi cuccioli, alcuni carcerati mentre si liberano delle catene, San Leonardo, Madonna della Palma, l'incredulità di San Tommaso. In una nicchia: San Giorgio e il drago, sul pilastro di destra San Nicola di Mira o di Bari, su quello di sinistra Sant'Antonio Abate; sul soffitto: San Michele, dipinto nel 1800. Dalla grotta naturale si arriva ad una Cappella circolare, costruita appositamente per accogliere il Crocifisso del Pietrosanti. Torre di Acquapuzza.

La Torre di Acquapuzza è un'antica torre conico - cilindrica a larga base, di ottima fattura costruttiva, attualmente esistente sopra la via Romana Vecchia a sud di Sermoneta, nella contrada di Borgo Tufette, in provincia di Latina; è ciò che resta dell'antichissima città di Acquaputrida che lì sorgeva. Controllava il transito sulla Via Appia Pedemontana capace di chiudere ermeticamente ogni passaggio dell'importante via. Fu un sito assai gagliardo che incuteva timore e preoccupazione. L'imperatore Carlo V, di ritorno dalla Tunisia con le sue truppe, si preoccupò non poco che i Caetani di Sermoneta gli chiudessero il Passo della Torre di Acquapuzza. Recenti studi e osservazioni da parte di storici pontini, collocano questa torre addirittura

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nell'Ipotesi pontina per lo Sfondo della Gioconda di Leonardo da Vinci secondo la tesi recente. Cinta Medievale muraria con Torricini. La cittadella di Bassiano impressione per una Cinta Muraria continua e compatta rispetto alla configurazione quasi ellittica. Dal Medioevo in poi, tra il XIV e XV secolo e soprattutto nel secolo XV sotto i Caetani, Duchi di Sermoneta e Principi di Bassiano, essa si arricchì di un efficace sistema difensivo. La parte superiore della cinta muraria doveva avere orli e merlature, ed è interessante che a distanza quasi regolamentare si elevino torrioni semicilindrici di un’altezza di circa 10 metri: attualmente se ne contano 9. Sia le merlature che io torrioni sono costituiti da scapoli in pietra calcarea locali. Sono cinque gli accessi o “portelle”, di cui le principali sono arcuate: Porticina e Portanova. Alcuni tratti di mura, unitamente alla cosiddetta Portavecchia, vennero sventrate per dare posto ad una circonvallazione. Dove si svolgerà il progetto:

IL SISTEMA MUSEALE DI BASSIANO

Il progetto museale di Bassiano rappresenta il simbolo di una vocazione culturale specifica del paese che ne segnala la sua identità in termini di differenza e di complementarità con gli altri musei presenti nella zona. Il Museo delle scritture di Aldo Manuzio.

Il Museo di Bassiano è dedicato all'illustre umanista ed editore nato nella cittadina lepina, il museo intende valorizzare la collezione delle sue opere, attraverso un percorso storico e antropologico delle forme di scrittura. L'allestimento propone tipi e funzioni di comunicazione scritta che provengono da molto lontano e mette in risalto le rivoluzioni tecnologiche nel campo della comunicazione. Tre sale espongono macchine tipografiche e suggeriscono un percorso storico chiamato Fiume delle Scritture dove si può leggere l'evoluzione della scrittura. Un grande rilievo è dato alle scritture marginali locali (di pastori, grafitismo), con esempi significativi sia

all'interno del museo sia all'esterno. Mostra Museo di Malacologia In eleganti vetrine appositamente predisposte sono conservate numerose conchiglie provenienti dai mari italiani e dagli oceani. Fino agli 30 del secolo appena trascorso, era costume donare alle giovani spose alcune cipree per augurare loro una fertile maternità, per cui ancora oggi è possibile trovare nelle case la presenza di conchiglie. In una grande vetrina sono esposte circa 35 specie di cipree. Molte sono le conchiglie dei mari italiani, tra cui: i murex, i pecten, i cardium, le porrai, le aliotis e le pinna. L’emblema della mostra è una splendida “murex trirenis”, in ricordo delle navi triremi dei romani. Il museo di prefigge il fine di fornire un sussidio didattico agli studenti per lo studio delle scienze. Museo dell’Unità d’Italia. Il Museo si trova nei locali recentemente restaurati dell’ex Chiesa di Santa Maria. Nel piccolo museo sono esposti ritratti acquerelli, disegni, litografie dei personaggi che hanno contribuito all’unità d’Italia: Garibaldi, Mazzini, Cavour, Bixio. Sono inoltre presenti volantini, manifesti e foto d’epoca. Interessante è la sezione di medaglie, di cui molte dedicate a Garibaldi. Museo delle erbe. In un suggestivo ambiente con mura medievali sono state poste eleganti vetrine, che raccolgono numerose specie di erbe dei monti Lepini. Si tratta di circa 400 specie di erbe, da quelle officinali a quelle velenose fino a quelle commestibili o a piante legate alla cultura magico-popolare. Numerose sono le fotografie a colori, che

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documentano la crescita di alcune piante più rappresentative della zona. E’ un Museo volutamente didattico quale strumento conoscitivo a servizio degli alunni della scuola dell’obbligo. Museo-Laboratorio di Geologia “Il Giardino dei Lepini”. Istituito nel 2002 raccoglie in numerose vetrine, poste al piano terra di Palazzo Caetani, i reperti fossili più importanti provenienti dalla catena dei Monti Lepini. Il fine è quello di sperimentare, studiare e quindi conoscere la natura e la scienza attraverso una elevata funzione didattica ed educativa. Nel Museo si possono ammirare numerosi fossili, pesci e conifere giurassiche, oltre che a pannelli esplicativi sulle rocce carbonatiche, scogliere fossili, rudiste e brecce ossifere. Nel Museo sono disponibili degli strumenti culturali e multimediali. Museo delle Tradizioni Popolari. Nel vasto pianterreno del nobile palazzo appartenuto alla famiglia Pietrosanti, in quelle che erano le stalle, è ospitato un "museo delle tradizioni popolari". Il visitatore potrà conoscere, attraverso la riproduzione degli ambienti, come si svolgevano le diverse attività (quella casearia, quella relativa alle produzioni con carni suine ed ovine) e vedere i numerosi oggetti disponibili della vita quotidiana e del lavoro umano relativo alla civiltà contadina e pastorale. Gli spazi disponibili sono notevoli e caratteristici in quanto si sono potuti conservare gli ambienti padronali di recente utilizzo: l'abitazione del signore e della servitù, le stalle, le cantine. 6.2.5 Comune di Giuiano di Roma

Provincia Frosinone

Regione Lazio

Popolazione 2.400 abitanti(01/01/2016 - Istat) Superficie 33,54 km² Densità 70,75 ab./km²

Il centro storico è posto alle falde del monte Siserno (789 m.), su una collina a 365 metri s.l.m. Il territorio comunale si presenta per un terzo collinoso e per due terzi montagnoso. Il terreno è costituito in prevalenza da rocce calcaree e argille oltre a rocce magmatiche (chiamate localmente preta nera). Non ci sono corsi d'acqua in superficie a causa della natura carsica del terreno, sono presenti invece diversi corsi sotterranei che alimentano sorgenti che sgorgano in più punti del territorio. La fauna è quella tipica di queste latitudini e quindi volpi, cinghiali, donnole,

faine, ricci e tassi. Tra i rettili la vipera e la biscia, tra gli uccelli il biancone, il nibbio bruno, la civetta, il pettirosso, la ghiandaia, il fringuello, il merlo il piccione selvatico. La popolazione, un tempo residente nel centro storico, per via delle nuove esigenze abitative è ora distribuita tra il centro (circa un terzo) e la campagna. Il centro storico conserva ancora l'impianto medievale con strette viuzze sormontate da cavalcavia; tuttavia non sono presenti edifici risalenti a tale periodo, ad eccezione del campanile parrocchiale. Le modeste abitazioni del centro dotate di caratteristiche scalette esterne sono affiancate da palazzetti più eleganti caratterizzati dai portali in pietra con gli stemmi di famiglia scolpiti. Patrimonio storico-culturale Chiesa Santa Maria Maggiore La primitiva chiesa "urbana" di Giuliano, dedicata a S. Maria, esisteva già verso il 1000: era posta accanto al castello dei Colonna ed era più piccola della chiesa attuale. Nel 1766 si decise di demolire l'antica chiesa per edificarne una più spaziosa e quindi più adatta alle esigenze della popolazione in crescita. La costruzione fu

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terminata dopo 16 anni e la chiesa venne consacrata il 25 maggio del 1784. Nel corso degli anni ha subito diversi restauri e modifiche. Nel 1846 venne restaurata per la prima volta con l'aggiunte delle dorature e la ripulitura delle pareti. La facciata della chiesa (specialmente il timpano) ed il campanile furono gravemente danneggiati dal terremoto della Marsica (13 gennaio 1915) e da un disastroso fulmine, che richiesero negli anni '30 del Novecento un nuovo restauro (Mons. Giuseppe Sperduti); altri lavori di riparazione, di doratura degli stucchi, di adattamento dell'interno alla riforma liturgica, di collocazione delle vetrate e dei portoni di bronzo sono stati eseguiti recentemente (don Alvaro Pietrantoni e padre Giovanni Foschi). Il restauro, eseguito tra il 2006 ed il 2008 ha comportato il rifacimento della pavimentazione e l'avanzamento dell'altare settecentesco con valorizzazione dei colori originali. Infine, nel 2010 sono state portate agli antichi colori la volta dell'abside e le due cappelle ai suoi lati. La slanciata facciata si erge sulla piazza antistante e si articola su due registri, divisi da un forte cornicione e da potenti lesene, che scandiscono e alleggeriscono l'imponente fronte, creando con le nicchie, i portali, le finestre, le modanature una movimentata parete ricca di ombre e di luci. Le due volte della parte superiore raccordano armoniosamente lo slancio del timpano con la parte inferiore robusta e massiccia. Opera recente sono i tre portoni di bronzo della facciata. In quello centrale sono scolpite le scene dell'annunciazione della Madonna con le effigi di San Biagio (patrono di Giuliano), Sant'Ambrogio martire e di Santa Maria Salome (patroni della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino). Il portone di sinistra è dedicato alla Beata Caterina Troiani, fondatrice delle suore del Cuore Immacolato di Maria (già Missionarie d'Egitto); quello di destra è dedicato a Sant'Agostino. Tutta la costruzione realizza una splendida architettura barocco-neoclassica di evidente tradizione romanica. Ha tre navate: quella centrale con il transetto forma un'armoniosa pianta a croce latina (41 m lunga; transetto 21 m; 17 m di altezza) con slanciata volta a botte e con leggera cupola a pennacchi culminante in un'agile lanterna. Le due navate laterali sono fiancheggiate da 6 cappelle con cornici curvilinee per le pale degli altari. Il coro ligneo è formato da 22 stalli divisi da bracci con capitelli intarsiati in legno di noce. Fu realizzato nel 1784 da Fioravante Frattazzi di Guarcino. Il campanile È uno dei simboli di Giuliano in quanto si erge possente sulle case del centro storico e domina tutta la vallata dal passo della Palombara all'Amaseno (fiume). Con i suoi circa trenta metri di altezza è inoltre l'edificio più alto del paese. Anticamente era il maschio della rocca dei Colonna, costruito presumibilmente intorno al XV secolo per volere della stessa famiglia che è stata feudataria di Giuliano per circa quattro secoli. La rocca, oltre al maschio, era formata da un muro di cinta, ai cui angoli svettavano quattro torri cilindriche di circa undici metri. Al suo interno c'era un pozzo oggi scomparso e presumibilmente degli spazi abitabili. Complessivamente non era una rocca molto grande. Nel 1766, quando si decise di demolire l'antica chiesa di Santa Maria Maggiore per edificarne una nuova dalle fondamenta, la famiglia Colonna cedette la rocca ormai diruta alla comunità locale che poté realizzare i lavori previsti. Le due torri poste sul lato opposto della chiesa furono invece demolite nel 1822 da Francesco Felici, che le acquistò per ampliare la propria abitazione. Oggi dell'antica rocca resta soltanto il maschio, come già detto, il muro di cinta che si affaccia su piazza Santa Maria Maggiore ed una parte della torre cilindrica del lato sud visibile sempre dalla piazza, le cui fondamenta sono state riportate alla luce nella chiesa Santa Maria Maggiore, vicino la porta sinistra d'ingresso. Sono quattro le campane collocate nell'antica torre di cui il campanone è quella principale e viene fatta suonare, a mano, soltanto nelle grandi feste. Ha un peso di otto quintali ed un batocchio di 22 chili. Fu fatta rifondere, perché lesionata nel 1930, su iniziativa dell'Arciprete Sperduti e della locale associazione dei Mutilati ed invalidi di Guerra. Sulla parete che guarda la piazza Santa Maria Maggiore è stato collocato fin dal XVIII secolo un orologio funzionante inizialmente grazie ad un meccanismo a pendolo, cambiato e riparato varie volte nei secoli e infine sostituito da quello attuale alimentato ad energia elettrica. Chiesa di San Rocco La chiesa di San Rocco, dedicata inizialmente a San Sebastiano, è situata in Borgo Vittorio Emanuele, nel centro della vita civile di Giuliano, vicino alla Casa Comunale e circondata da abitazioni. La sua costruzione si fa risalire almeno al Basso Medioevo, periodo in cui, secondo la consuetudine si costruivano e dedicavano a San Sebastiano le chiese poste all'ingresso degli abitati, con lo scopo di tenere lontano le pestilenze. A partire dal ‘400 si iniziò ad attribuire questa funzione protettrice a San Rocco e per tale motivo alla piccola chiesa si associò anche il nome del santo francese. Dalla visita pastorale del 1585 sappiamo che la chiesa era più piccola di quella che vediamo oggi. Aveva l'ingresso verso sud ed era lunga quanto ora è larga. Nel ‘600 fu ingrandita tanto a destra che a sinistra e chiuso l'ingresso antico, si aprì quello che tuttora si vede verso ovest. Sulla parete dov'era l'antica porta d'ingresso (visibile oggi dall'esterno), fu eretto l'altare di S. Sebastiano e di

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fronte ad esso l'altare dedicato a San Rocco, in cui fu posta la statua. Nel 1840, la chiesa aveva bisogno di un urgente restauro: era venuta meno tutta l'intonacatura, mancava il presbiterio, il tetto era mal costruito, retto da un'intraviata a forbice che poi cadde. I muri mal costruiti, a causa delle intemperie, si erano talmente deteriorati da non poter più essere usati se prima non fossero stati restaurati dalle fondamenta. Nel 1855 la popolazione di Giuliano fu colpita dall'epidemia del Colera morbus e si affidò ai santi protettori Biagio, Rocco e Sebastiano. Terminata l'epidemia, in segno di ringraziamento, si decise di restaurare la chiesa: i muri laterali furono riedificati e fortificati con quattro colonne formate con grosse pietre scalpellate, sulle quali poggiano le due arcate di peperino lavorato che sostengono il tetto. La facciata fu riedificata, furono rifatte le porte e le finestre, fu rinnovato il pavimento della chiesa e della sacrestia, furono ricostruiti i tre altari, con l'aggiunta di altri due. Terminati i lavori nell'agosto 1863, la chiesa fu nuovamente consacrata[11]. In attuazione alle direttive del Concilio Vaticano II, negli anni '60 del Novecento furono demoliti gli altari laterali e staccato dalla parete quello principale. Nel 2008 sono state ristrutturate le pareti esterne ed è stata modificata la scalinata di accesso nell'ambito dei lavori di riqualificazione di Borgo Vittorio Emanuele. Nella chiesa sono conservate le statue lignee dei santi Sebastiano e Rocco titolari della chiesa. Entrambe sono molto antiche e vengono citate già nella visita pastorale del 1585. La statua di San Rocco lo vede raffigurato secondo l'iconografia tradizionale: il Santo, in abiti da pellegrino, scopre la coscia sinistra indicando la piaga dovuta alla peste, dalla quale fu colpito e dalla quale guarì, diventando così il protettore da questo male. Ai suoi piedi c'è un cagnolino con una pagnotta di pane in bocca, perché secondo la tradizione fu questo animale che lo salvò leccandogli le ferite e portandogli quotidianamente del pane. L'immagine sacra viene portata in processione per le vie del paese il 16 agosto. Dopo il rito, nella piazza antistante la chiesa, vengono benedetti i pani (panuncegli), preparati gratuitamente in segno di devozione da alcuni cittadini giulianesi, i quali, al termine della processione, li distribuiscono ai fedeli secondo una tradizione secolare. Chiesa di San Biagio Posta subito fuori dall'abitato, alle falde del monte Siserno, sorge la chiesa di San Biagio. La sua origine è molto antica se, come si legge dalla targa posta sul portone d'ingresso, è stata restaurata la prima volta nel 1091. Dalle visite pastorali sappiamo che sul finire del XVI secolo la chiesa dipendeva dai canonici di Santa Maria Maggiore. La sua custodia era affidata ad uno o più eremiti nominati dal Vescovo, che hanno dimorato in un locale vicino la chiesa fino al XVIII secolo. Sul finire del XVII secolo venne costruita la sacrestia e ristrutturati gli interni. Nel 1692 mons. Antonelli ordinò di ornare con pitture gli interni: a questo periodo deve risalire l'affresco, unico ancora rimasto nella chiesa, raffigurante il martire San Sosio. Un altro restauro fu eseguito nel 1863, quando venne costruito anche il terrazzamento in pietra che si vede ancora oggi. L'ultimo restauro fu eseguito nel 1969 ed ha interessato il consolidamento e la ripulitura delle strutture murarie e la sistemazione delle finestre e dell'altare. La chiesa è ad una sola navata (15 x 6,20), l'interno è assai semplice con copertura a travature lignee, sostenute da tre arconi in muratura, poggianti, tramite lineari cornici in pietra, su poderosi pilastri. Queste strutture assicurano solidità alle pareti della chiesa e nello stesso tempo assolvono una piacevole funzione estetica, poiché interrompono la monotonia lineare dell'aula unica, scandendo lo spazio in quattro campate rettangolari, non perfettamente uguali tra loro. Nella parete di fondo del presbiterio è incassata a circa 2 metri dal pavimento, la nicchia che conteneva la statua lignea di San Biagio. Tale statua, come quella di San Rocco è molto antica ed è menzionata già nella visita pastorale del 1581. Oggi è conservata nella sacrestia della chiesa Santa Maria Maggiore e viene portata in processione dai fedeli giulianesi la sera dell'ultimo sabato di agosto, partendo proprio dall'antica chiesa che l'ha ospitata per secoli. Fino a qualche decennio fa le mamme ammonivano i figli con la minaccia che se fossero andati alla chiesa di San Biagio gli sarebbe apparso il “fraticello”. Questa tradizione orale ricorda la presenza sul posto dei frati eremiti. Santuario della Madonna della Speranza Situato sulla strada principale a circa 1.200 metri dal centro storico, il santuario della Madonna della Speranza è santuario mariano costruito intorno al XVIII secolo. Dentro la chiesa, di stile barocco, l'immagine della Madonna della Speranza, risalente al XVI secolo, rappresenta Maria con in braccio Gesù Bambino che tiene in mano il mondo, In basso a sinistra è dipinto S. Antonio da Padova e in basso a destra S. Nicola da Tolentino. È stata consacrata al culto il 20 giugno 1762 da monsignore Tosi. È dovuta a un fatto prodigioso, avvenuto sette anni prima, riconosciuto tale dalla chiesa la nomina a santuario. Molti sono i miracoli attributi alla Madonna della Speranza, l'ultimo durante il secondo conflitto mondiale. Il 23 maggio 1944 durante un bombardamento alleato, con la chiesa piena di fedeli impauriti

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che si rifugiavano una bomba d'aereo sfondò il tetto, ma non esplose. Oggi è conservata all'interno del presbiterio. Tutti i fedeli rimasero incolumi. Il santuario subì comunque un forte danneggiamento e solo tra la fine degli anni quaranta e l'inizio degli anni cinquanta fu riparato. Monumento ai caduti della "Grande Guerra" Alla fine di viale Guglielmo Marconi, davanti al lato destro dell'antica Chiesa di San Rocco vi è il monumento ai caduti della prima guerra mondiale, edificato alla fine degli anni '20. La statua rappresenta un fante di brigata che ha sulla mano un angelo che regge una corona di alloro, probabilmente il simbolo della vittoria. Dietro, sul lato sinistro c'è una grande targa che riporta l'elenco dei cittadini Giulianesi caduti durante il conflitto. Nel 1994 è stata posta sul lato destro un'altra grande targa con i nomi dei caduti durante la seconda guerra mondiale. Sempre ai due lati ci sono due pennoni portabandiera usati durante le commemorazioni. Il monumento è stato restaurato nel 2009, e la base marmorea, in cattivo stato è stata rimossa, sostituita da pietre laviche che contengono terra per una fioriera, mentre la statua è stata ripulita e riportata all'antico splendore. Nel restauro sono stati rimosse le quattro carcasse di bombe che con una catena metallica saldata sulla punta recintavano il monumento. Dove si svolgerà il progetto:

Museo del Vulcanismo Ernico "MUVE"

Sito nel centro storico del Comune di Giuliano di Roma nella sede di Palazzo Brettagna il MUVE (Museo del Vulcanismo Ernico) è stato realizzato con finanziamento del Secondo Atto Integrativo APQ1/2005 ed inaugurato il 19 aprile 2009, all’interno della XI Settimana della Cultura, è stato inserito nell’Organizzazione Museale Regionale sistema Resina con decreto del Presidente della Regione Lazio del 04.06.2013. E' disposto su tre piani ed è delimitato esternamente da un elegante giardino pensile. Il percorso del museo si articola in varie sezioni, una per ciascuna sala, fornendo tutte le informazioni necessarie alla conoscenza del vulcanismo e più in generale introduce all'affascinante mondo della geologia. I visitatori apprendono la complessità delle dinamiche geologiche terrestri, acquistando consapevolezza dei rischi legati ai fenomeni tettonici. A partire da

200 milioni di anni fa il "Lazio" era parte della placca nordafricana ed era una vasta area di piattaforma tropicale con mare poco profondo bordato da barriere coralline. Nel Miocene con una dinamica geologica di fase compressiva iniziarono a formarsi gli Appennini. Seguì circa 700.000 anni fa una fase distensiva legata all'apertura del mar Tirreno che originò il vulcanismo della media Valle Latina dando luogo a 20 centri eruttivi tra cui quello di Giuliano Di Roma. Borgo Vittorio Emanuele - 03020 Giuliano di Roma (Fr) tel. 0775.699016 fax 0775.699689 cell. 338.4552065 email: [email protected] http://www.comune.giulianodiroma.fr.it 6.2.6 Comune di Magliano Sabina

Regione Lazio

Provincia Rieti Popolazione 3.892 Superficie 43,23 km² Densità 90,03 ab./Km²

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È dislocato sul confine tra Lazio ed Umbria, ai confini con la provincia di Terni e la provincia di Viterbo. Il centro abitato sorge a 222 metri di altitudine su una collina che domina la Valle del Tevere. Nel 952 l'abate di Farfa, Dagiberto, cede ad Atripaldo, signore di Tuscania, in cambio di altri beni, il «casale Malliano», dove si trova il castello di Santa Eugenia con inglobata l’omonima chiesa; inoltre, si delineano anche i confini del "casale Malliano" con la chiesa di San Giovenale: ad est l’area confina con una strada di crinale (oggi Viale XIII giugno), ad ovest con il fiume Tevere, quindi in pianura, a nord con il fosso di Muci (Campo sportivo), a sud con il fosso di Colle Manno. Nella valle del Tevere verso Otricoli, nell’antica Catiliano romana (oggi stazione autostrada A1), sempre nella metà del X secolo, emergono nel territorio “sabinense e otricolano": il castello di Civitella (Rocchette) e le sue terre, la chiesa di San Lorenzo e il porto fluviale di Catiliano. In pratica la zona che parte da Colle Manno, per il fosso della Longara (Hotel Sabina), ed arriva fino al ruscello delle Rocchette. La Strada Romana attraversava Catiliano. Questa proveniva dalla Salaria attraverso Farfa, Vescovio, la valle del Campana, per congiungersi, sotto il Castello delle Formiche, alla Flaminia antica. Questa non aveva lo stesso tracciato di oggi, sebbene passasse al di là del Tevere: da Borghetto, attraverso l'antico Ponte di Augusto (Pile d’Augusto - oggi Stazione ferroviaria di Gallese), raggiungeva, per Campitelli, Otricoli. Soltanto dopo la costruzione di Ponte Felice (1500-1600) avremo il percorso odierno. Nascono altri castelli e il castrum Malliani. Nel X secolo l’area maglianese assume una certa importanza per i guadi e per i porti sul Tevere, con la conseguenza che dopo i castelli di Santa Eugenia e di Civitella (Rocchette), nascono i castelli di Foglia (seconda metà del X secolo), di Campana (1036-1038), di Striano (1106) e della rocca de Guinizo (1123). Agli inizi dell'anno Mille nasce il castello di Magliano: la fortezza è dominio degli "eredi di Arduino", usurpatori dei beni del Monastero di Farfa, in seguito dei Crescenzi. Alla fine del secolo appare ormai come un “castrum” ben fortificato, strategicamente dominante la Valle del Tevere, ricco per il possesso di un importante porto fluviale, con il quale controllava il commercio dell'Alto Lazio e dell'Umbria. Il castello di Magliano appare del tutto organizzato soltanto alla fine dell'XI secolo, quando Farfa ne venne in possesso di un quinto insieme al porto e dove il monastero dei ss. Cosma e Damiano in Mica Aurea aveva una tractoria, in cui venivano raccolti i censi in natura, poi canalizzati attraverso il Tevere a Roma. Nel XII secolo Il castello di Magliano è una fortezza ben munita, come segnala un geografo arabo. Per di più è già considerato come dipendente dal comune romano (metà XII secolo). Non a caso nel giugno del 1155 presso Magliano si incontrano Federico Barbarossa e papa Adriano IV. Dall’XI secolo l'abbazia di Farfa perde gradatamente le proprietà e il potere su questa parte della Sabina, comunque nel 1198 essa possedeva a Magliano la chiesa di San Giovanni con le cappelle dipendenti e le relative pertinenze. Nei primi decenni del 1200 Magliano inizia un’importante azione tesa ad espandere il proprio potere sul territorio limitrofo e si scontra con le forti resistenze dei signori dei castelli più vicini, fra i quali Narni. In questo periodo Magliano raggiunge una certa importanza, come lo attesta la precoce presenza di insediamenti religiosi: il convento di Santa Croce (1228-1241), di San Francesco (1266) e gli agostiniani nel 1270. Nel 1278 gli abitanti nel castello, che in questo momento doveva raggiungere una popolazione di circa 1.500 persone, giurano fedeltà a papa Niccolò III. Non a caso si segnalano la Chiesa di San Pietro e forse quelle di San Michele e di San Liberatore. Nel 1460 Pio II attraversa il Tevere su di un ponte di legno ed è accolto dalla cittadinanza festante, che è ammessa al bacio della sagra pantofola. Cresce l'importanza di Magliano in quanto è istituita una fiera per la festa del protettore San Liberatore, la cui chiesa è elevata a collegiata dallo stesso papa. L'abitato era suddiviso in quartieri denominati, Colle, Piano, Valle e S. Giovanni. Non per altro, il 16 settembre 1495 Alessandro VI Borgia decide di sceglierlo come sede della diocesi Sabina e fregiarlo del titolo di “città” a

scapito dell'antica cattedrale di Vescovio ormai fatiscente, del tutto isolata e priva di civitas. Per aver sottratto questo titolo, nei primi anni del ‘500 subisce gli attacchi di quasi tutti i castelli della Sabina: ci furono scontri, combattimenti, incendi e saccheggi. Papa Leone X pose fine alla "guerra" quando restituì il diritto a Vescovio di chiamarsi Antica Cattedrale dei Sabini (1521). Durante questi avvenimenti Magliano sostiene anche uno scontro con la potente famiglia dei Solimani, padroni del Castello delle Rocchette, ma grazie all'intervento del

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Campidoglio, di cui Magliano era vassallo, l'impresa dei Solimani fallisce. I Conservatori del Campidoglio, in seguito, imposero nuovi Statuti (stampati e pubblicati nel 1594) per riaffermare il loro potere su Magliano. Le operazioni militari per l’Unità d’Italia per annettere le Marche e l'Umbria, comportano l'occupazione di Magliano (il 29 settembre 1860) da parte di volontari sabini. L'8 ottobre arrivano i Cacciatori del Tevere e lasciano un distaccamento per la sorveglianza militare lungo la frontiera con il restante territorio pontificio. Questi furono sostituiti nel 1861 da unità di linea del regolare esercito italiano. Con l'annessione al Regno d'Italia ufficializzata nel 1861, Magliano, con il sindaco regio Angelo Orsolini, diventa capoluogo di Mandamento con i comuni di Montebuono, Tarano e Collevecchio (Circondario di Rieti, Provincia dell'Umbria con capoluogo Perugia). Per essere zona di confine vengono istituiti gli uffici doganali a Francellini e a Ponte Felice; in più ha gli Uffici di Censo, del Bollo Registro e la Pretura. Subito Magliano incrementa la sua popolazione, che passa da circa 2000 abitanti del 1860 ai 3108 del 1870, nonostante che nell’estate del 1867 subisca una violenta epidemia di colera, che miete circa cento vittime in tre mesi. Nell'agricoltura i proprietari, guidati dal sindaco Angelo Orsolini, esperto agricoltore, eseguono bonifiche impiantando frutteti e vigneti. Le pratiche agricole incrementano il commercio e attirano l'interesse di altre famiglie, che vennero ad abitare in Magliano, dove dalla stessa Roma molti "antipapalini", esuli politici, vengono a rifugiarsi. Nel quadro strategico delle truppe piemontesi alla conquista di Roma, nel settembre 1870, si insedia a Magliano la XII Divisione del IV Corpo d'Esercito, comandato dal Generale Raffaele Cadorna; il quale stabilisce qui il suo stato maggiore per occupare Civita Castellana, ancora nello Stato Pontificio, per poi proseguire alla presa di Roma (20 settembre 1870). Dopo questo evento si riaprono le vie commerciali con la Città Eterna: oltre la via fluviale, la linea ferroviaria Roma-Orte, attivata sin dal 1866, prende a funzionare completamente per collegare con più facilità Magliano a Roma. Si assiste ad un forte impulso alle attività economiche: ancora l'agricoltura ne è il motore trainante. Accanto a questa attività nasce un'officina meccanica (Pulifici), che produce macchine agricole. Nel 1872 viene fondata la Società Operaja di Mutuo Soccorso. Ci sono anche due banche: Banca di mutuo e sconto maglianese (1887) e Banca operaia (1892). All'alba del XX secolo Magliano raggiunge circa 4000 abitanti. Nel 1904 Magliano è al centro di scioperi contadini di risonanza nazionale. Nella Prima Guerra Mondiale Magliano ha numerosi caduti al fronte. Nel 1920, prima del fascismo, riprendono gli scioperi dei contadini e l’occupazione delle terre. Nel ridisegnare i territori dei Comuni e delle Province, Magliano, dalla Provincia di Perugia, passa per un breve periodo a quella di Roma (1923), per poi entrare, nel 1927, a far parte definitivamente della provincia di Rieti. Patrimonio storico-culturale di Magliano: PORTA MAGGIORE Porta Maggiore era la porta principale di accesso al castello. Era munita di ponte levatoio, i fori dove passavano le catene per sorreggerlo sono ancora visibili ed anche i posti di guardia e le feritoie. A destra in alto si trova lo stemma di Toffia che raffigura al centro la chiesa di San Lorenzo e ai lati due torri che si riferiscono alla doppia giurisdizione che divise Toffia, prima tra gli abati di Farfa e i duchi di Spoleto e successivamente tra gli Orsini e i Colonna. Di fronte alla Porta Maggiore c'è piazza Umberto I, dove oltre al ben tenuto monumento ai caduti di Toffia, troviamo un leone in calcare molto rovinato, proveniente da tombe romane situate lungo la Salaria databili tra il II secolo a. C. e l'età augustea. Anche se un po fuori porta, possiamo ammirare in questo rione l'antica chiesa di San Lorenzo. In via Porta Maggiore, al numero civico 4 c'è palazzo Ruffeti (oggi Bufalieri) del 1400, ospitò il seminario di Farfa dal 1637 al 1705.Al numero civico 9 c'è palazzo Orsini (oggi sede del Comune) del 1400. E’ uno dei tre palazzi degli Orsini con finestre guelfe di travertino a crociera e loggiato originariamente a quattro arcate e colonne. MONTECAVALLO Montecavallo è la parte del paese che ai tempi delle lotte tra gli Orsini e i Colonna era occupata da quest'ultima famiglia. E' un rione molto caratteristico, sede di antichi palazzi con ricchi portali in travertino e di due delle tre chiese di Toffia. In piazza Lauretana troviamo la chiesetta della Madonna di Loreto o S. Maria in Criptula (oggi Grottuccia).Fu costruita contemporaneamente al sorgere del centro abitato tra il VII e l’VIII secolo. In un angolo della piazzetta c'è il Marmo di Piazza, una grossa pietra di epoca romana proveniente forse da una tomba lungo la Salaria su di essa sono incise due scacchiere.Buona è la vista che da sulla montagna e nel dirupo sottostante. In via Montecavallo al numero civico 2 troviamo palazzo Palica o Castellani con due piccole teste di marmo bianco di epoca romana murate sopra due porte.Al numero civico 9 c'è palazzo Palma del 1600. Con portale sul cui architrave figurano due colombe con palme di olivo nel becco.Al

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numero civico 16 c'è un altro palazzo interessante degli Orsini del 1500. Arrivati alla sommità di via Montecavallo troviamo la chiesa di Santa Maria Nova del XVI secolo, con campanile del XVII secolo.Via Castel di Dentro è la zona più antica del paese e corrisponde al luogo scelto da Teobaldo per la costruzione del castello. Al numero civico 18 c'è palazzo Gabrielli, fu la residenza dei vescovi sabini dopo la distruzione della sede originaria di Fornovo per circa sessanta anni. Era dotato di una saletta della tortura e di un pozzo con trabocchetto. Al numero 14 troviamo palazzo Castellani. ROCCA E' qui che verso i primi anni del 900, sopra alcuni ruderi romani sarebbe stata ricostruita la rocca. Questa zona del paese era di proprietà degli abati di Farfa e fu utilizzata da più personaggi più o meno noti per sfuggire alle frequenti stragi dei saraceni. Con il passare dei secoli la rocca passò sotto il controllo degli Orsini. L'aspetto odierno della rocca è molto pittoresco, con stradine e vicoli strettissimi dove si affacciano balconcini fioriti. Le chiese SANTA MARIA NOVA Situata nel punto più elevato di Toffia, fu edificata nel XVII secolo nel luogo dove sorgeva il "Palazzo" o castello dei Colonna. In effetti per la costruzione del campanile della chiesa, che risale al XVII secolo fu utilizzato il maschio del castello e, per l'abside una delle sue torri. Qualche tempo fa furono ritrovati nella piazzetta della chiesa, dei silos utilizzati nel castello per conservare acqua o altro. Anche il nome pare sia tratto da una cappella esistente nel palazzo chiamata Santa Maria in Castello. Di stile romanico, in origine era composta di un'unica navata, successivamente fu divisa in una navata centrale e due minori laterali dove sono posti quattro altari dedicati alla Madonna e a Santo Stefano. Apprezzabili alcuni affreschi e tele, tra le quali "Vergine col Bambino", scuola di Carlo Maratta e un tondo anch'esso raffigurante la Vergine col Bambino, di scuola quattrocentesca fiorentina. SAN LORENZO Secondo alcuni, anche se mai provato, la chiesa sarebbe stata edificata sui resti di un tempio pagano dedicato a Giano in epoca longobarda. Fu elevata a titolo di "Cattedrale" e chiamata “seconda sede di Sabina”, dopo che Toffia fu scelta come sede vescovile a causa della distruzione da parte dei Saraceni della sede originaria di Foronovo. Inseriti nella facciata ci sono materiali appartenenti a tombe romane del II secolo a. C. Sempre nella facciata si trovano due “tabulae lusoriae”, cioè due lastre di calcare su cui sono scolpite nell’una una scacchiera e nell’altra una scacchiera e alcune decorazioni, in un altro blocco calcareo sono rappresentati a graffito due uccelli che si abbeverano ad una tazza. Notevole il bassorilievo raffigurante la figura di un imperatore seduto e di un’altra figura togata, opera romana del primo impero. All'interno conserva due cappelle: una dedicata a San Sisinio, il cui corpo è sepolto sotto l’altare, figure di altri santi martiri decorano il vano della cappella, in un lato è riprodotto "S.Andrea con i suoi carnefici”. Una breve iscrizione fa risalire la creazione della Cappella al 1656. L’altra cappella è dedicata a San Saturnino, anche il corpo di questo martire riposa sotto l’altare. Nel quadro rappresentante il martirio di San Saturnino è scritto “Ferdinandus Henry invenit et pinxit”, è un'opera di buona fattura risalente e al XVIII secolo. Anche questa cappella è decorosamente affrescata, Una iscrizione su marmo ricorda la ricostruzione completa di questa cappella avvenuta nel 1782 per opera del cittadino Domenico Castellani.Nell’altare maggiore c'è il quadro rappresentante “San Lorenzo e il suo martirio”, opera di Vincenzo Manenti da Orvinio. MADONNA DI LORETO Chiamata anche Santa Maria in Criptula (oggi Grottuccia). Fu costruita contemporaneamente al sorgere del centro abitato tra il VII e l’VIII secolo. Sull’architrave del portale di travertino si legge “sub solio lateranense” perché la chiesa era stata edificata su terreno di proprietà dei canonici di San Giovanni in Laterano. Dove si svolgerà il progetto:

MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO DI MAGLIANO SABINA

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Il Museo è stato costituito dalla Regione Lazio nel 1989 ed è ospitato a Palazzo Gori; è distribuito su tre piani e i reperti sono esposti secondo provenienza e presentati in successione cronologica e ciò permette di tracciare le linee fondamentali della civiltà sabina. Al piano terra del Museo si trovano, infatti, una serie di materiali risalenti al Paleolitico medio e superiore, aspetto questo particolarmente interessante visto che non si era a conoscenza dei siti lungo il Tevere di epoca tanto antica. Il primo piano interessa le sezioni Protostorica e Arcaica; le ricognizioni e gli studi hanno permesso di individuare l'occupazione di questo territorio nell'Età del Bronzo recente e finale nonché la fase finale dell'Età del Ferro. Le ricerche nelle necropoli hanno portato alla luce diversi vasi a impasto bruno e a vernice nera e una collezione di armi in ferro. Il secondo piano invece tratta la fase ellenista, la romanizzazione e il medioevo nelle terre sabine. Per altre notizie vedere l'interno del sito del museo sul portale del Comune di Magliano. Composizione del museo: Sezione Preistorica IL PALEOLITICO Piano Terra Sezione Protostorica ETA' DEL BRONZO E DEL FERRO Piano Primo Sezione Epoca Arcaica INSEDIAMENTO DI MAGLIANO E LE NECROPOLI Piano Primo INSEDIAMENTO DI POGGIO SOMMAVILLA E LE NECROPOLI Piano Secondo Sezione Romana LE VILLE DI EPOCA REPUBBLICANA E IMPERIALE Piano Secondo Una delle peculiarità del Museo Civico Archeologico di Magliano Sabina è la presenza di reperti provenienti da raccolta di superficie effettuata da appassionati locali con un intenso lavoro di contestualizzazione. Al piano terra del Museo si trovano, infatti, una serie di materiali risalenti al Paleolitico medio e superiore, aspetto questo particolarmente interessante visto che non si era a conoscenza dei siti lungo il Tevere di epoca tanto antica. Il primo piano interessa le sezioni Protostorica e Arcaica; le ricognizioni e gli studi hanno permesso di individuare l'occupazione di questo territorio nell'Età del Bronzo recente e finale nonché la fase finale dell'Età del Ferro. Le ricerche nelle necropoli hanno portato alla luce diversi vasi a impasto bruno e a vernice nera e una collezione di armi in ferro. Gli scavi effettuati nelle Necropoli sono la conferma dell'insediamento dei Sabini sui colli di Magliano Sabina e i ritrovamenti ci regalano uno spicchio di storia di cui la tradizione romana o greca non ci aveva lasciato traccia; ad esempio i vasi iscritti recuperati dalla Necropoli dei Colli del Giglio attestano l'esistenza di una tradizione scritta adottata già dall'VII a.C. dai Sabini. E' forse questo il vanto e il motivo di fierezza maggiore per il Museo: questo popolo ha di fatto anticipato tanti altri nell'invenzione della scrittura: a Poggio Sommavilla è stata infatti ritrovata una fiaschetta lenticolare d'impasto con decorazione incisa nella seconda metà del VII secolo a.C. e dei frammenti iscritti provenienti dalla Necropoli del Giglio che si trova attualmente al Museo di Boston. L'iscrizione presente, letta in diversi

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modi è tuttora in sostanza incomprensibile, è stata giudicata "etruscoide" o "falisca etruscheggiante", o anche né falisca né etrusca pur conservando la direzione bustrofedica. Sembra che l'alfabeto sia vicinissimo a quello della scrittura falisca arcaica. Ma il Museo Civico Archeologico ancora conserva un'olletta decorata con teoria di equini con una parziale incisione, qualcosa appartenuto con tutta probabilità ad una famiglia di una certa importanza data l'accuratezza delle decorazioni. Il secondo piano espone reperti di età romana e medievale. Dal 290 a. C. la sabina diventa territorio romano a causa della sua conquista da parte del generale Manio Curio Dentato. La vita dagli insediamenti urbani si trasferisce nelle campagne. I ritrovamenti provengono dalle villæ rusticæ. Si tratta prevalentemente di contenitori in terracotta per la conservazione di alimenti, strumenti da lavoro in ferro, macine in pietra, pesi da telaio. Inoltre ceramica da mensa sigillata, fibule, antefisse in terracotta e frammenti di intonaco. Ogni anno il Museo Civico Archeologico di Magliano Sabina propone alle scuole del territorio progetti didattici. Questi hanno lo scopo di approfondire la conoscenza del territorio, della realtà archeologica, dei costumi e della cultura degli antichi attraverso

- la scoperta e conservazione del passato - la comprensione di alcune semplici tecniche artistiche - la comprensione della storia dell'uomo attraverso la visione e riproduzione dell'arte

Si organizzano progetti triennali per conferire continuità e le esigenze didattiche vanno di pari passo con i programmi scolastici che vengono aggiornati e costantemente rivisti congiuntamente alle insegnanti di riferimento. Si consigliano sempre almeno 3 o 4 incontri (come da programmazione) che vengono divisi in diverse parti:

- parte teorica: visita guidata all'interno del Museo - attività manuali ludico-didattiche e laboratori di archeologia sperimentale - approfondimento sul territorio: visite alle aree archeologiche, artistiche e naturalistiche limitrofe - esposizione di fine anno dei lavori svolti dagli alunni partecipanti

Attraverso il lavoro di gruppo si stimola l'autonomia e la gestione dei rapporti interpersonali all'interno di una comunità e, grazie ad un percorso ben strutturato che supporta la programmazione scolastica, cresce il senso di appartenenza al passato e alla storia attraverso un viaggio nella storia e nell'arte ricostruendo insieme agli alunni la, storia, l'evoluzione e i costumi del proprio territorio. I progetti didatti offerti all'interno del Museo sono completamente GRATUITI. 6.2.7 Comune di Soriano nel Cimino

Regione Lazio

Provincia Viterbo Superficie 78,54 km² Abitanti 8 466 (31-12-2014) Densità 107,79 ab./km²

Soriano sorge a 509 m s.l.m., su una collina compresa tra due corsi d'acqua, alle pendici del Monte Cimino, la cima più alta dei Monti Cimini, in posizione mediana tra il mar Tirreno e l'Appennino centrale. Il territorio di Soriano nel Cimino si estende su una superficie di 78,48 ha[7] per un'altimetria media di 510 m s.l.m. e confina con i comuni di Bassano in Teverina, Bomarzo, Canepina, Vallerano, Vasanello, Vignanello, Viterbo, Vitorchiano. Arrivando sia da Viterbo che da Roma Soriano si presenta allo stesso modo: un grosso centro disteso sulla cima tondeggiante e sui fianchi di un'altura caratterizzato da due diverse forme di insediamento urbanistico; il

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piccolo borgo medievale, attorno al Castello fatto erigere da papa Nicolò III Orsini nel XIII secolo, e gli ampi quartieri rinascimentali che lo racchiudono. La parte più antica è costituita da piccole abitazioni e da vicoli di pendio che si affacciano su ampie distese di castagni. Quella rinascimentale offre invece il bellissimo Palazzo Albani-Chigi (XVI secolo), considerato uno dei maggiori capolavori dell'architetto Ottaviano Schiratti,

assieme alla famosissima Fontana Papacqua. Di origine etrusca o fenicia, anche se recenti ritrovamenti testimoniano come la zona fosse già abitata in epoche preistoriche, alcuni studiosi hanno ritenuto in passato che si trattasse della Surrina Vetus distrutta dai Romani. A giudicare dai ritrovamenti archeologici numerosi furono i nuclei abitati, anche se di modeste dimensioni, che nel periodo etrusco si insediarono nel territorio di Soriano.

Patrimonio culturale di Soriano nel Cimino: PALAZZO CHIGI Il palazzo fu ideato e parzialmente realizzato negli anni in cui il feudo appartenne ai Madruzzo. Il cardinale Cristoforo impostò i lavori relativi alla fonte, le cui sculture furono scolpite direttamente sulla preesistente pietra ed edificò il primo piano del palazzo. I lavori furono iniziati nel 1561, ma la morte (1578) non permise al Madruzzo di realizzare interamente i progetti. FONTE PAPACQUA La fonte di Papacqua, complesso di indubbio valore artistico,è alimentata da una sorgente che scaturisce in sito ed è articolata in gruppi più o meno vasti, in singole figurazioni e in decorazioni. Il gruppo centrale, ampio e complesso, è costituito da figure di animali e satiri, di bambini e del Dio Pan, sovrastati da una grande donna con i piedi di capra. Ancora più suggestivo è il gruppo, di chiara origine biblica, rappresentante Mosè che, circondato da vari Ebrei, fa scaturire l'acqua da una roccia. Di grande pregio sono le statue che rappresentano le quattro stagioni ed i numerosi mascheroncini con zampilli, che circondano semiperimetralmente il piazzale. CHIESA DI S. NICOLA DI BARI (DUOMO) La costruzione , sita nella piazza principale, sull'area prima occupata da due piccole chiese dedicate alla SS.Annunziata e a S.Eutizio, fu iniziata nel 1791 ed ultimata nel 1794. Di stile tipicamente neoclassico, fu progettata da Giulio Camporese. La linea architettonica, alquanto accademica, ha due ordini:dorico l'inferiore e ionico il superiore, divisi, per tutta la lunghezza della facciata , da un cornicione, sopra il quale, nella parte centrale, si apre un finestrone a cui sovrasta un timpano, mentre nelle parti laterali, in corrispondenza delle due porte sottostanti, due torri e massicci campanili. Internamente la Chiesa ha la forma di croce greca; al centro della procera s'innalza un cupolone, decorato da

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rosoni in stucco, sormontato dalla lanterna e sostenuto da quattro grandi piloni. Le volte, anch'esse decorate con rosoni, poggiano su un ampio cornicione. Il presbiterio è sopraelevato di un gradino ed è delimitato da una balaustra marmorea. CHIESA DI S.EUTIZIO La chiesa fu costruita in epoca medievale ma subì sostanziali modifiche ad opera della famiglia Albani ultimate intorno al 1718-1719. La facciata, a muratura e ad unico ordine, ha la parte architettonica (zoccolo, pilastri, cornice, timpano, portale e finestrone) in peperino. In essa primeggia la finestra dimezzata da una balaustra a pilastrini e lo stemma di casa Albani. L'interno è a una sola navata, ma le parti laterali hanno ognuna tre altari. Di notevole, si ricordano: l'altare maggiore, un busto (reliquiario) in argento di S.Eutizio, una settecentesca immagine della Madonna, attribuita a Sebastiano Conca, un oliario marmoreo del XV secolo, attribuito ad Andrea Bregno (trasformato in fonte battesimale) ed un grande crocefisso ligneo barocco. CHIESA DI S.GIORGIO Piccola chiesa romanica dell'XI secolo dedicata a S.Giorgio. Il tempietto, tutto in peperino, a base rettangolare, ha una piccola e pregevolissima abside semicircolare, abbellita da ornamenti scultorei vari e, sul fianco sinistro, una torre campanaria quadrata. L'edificio ha il prospetto a campana e il timpano è dominato da una bifora con colonna internata, sormontata da un capitello tuscanese. Ai lati della bifora sono due angeli e, sui due triangoli del timpano, spiccano simboli evangelici. Più in basso, alcune formelle di stile etruscheggiante delimitano la base del timpano. Il portale è circondato da bassorilievi raffiguranti rami di castagno stilizzati. A destra dell'arco della porta è scolpita l'immagine del Redentore; a sinistra quella di S.Pietro. All'altezza degli stipiti della porta vi sono cinque formelle in fila orizzontale, probabilmente più antiche degli altri bassorilievi. CHIESA DELLA S.S.TRINITA' Fu costruita verso la metà del 1700. Nell' interno, assai armonico, con altari costruiti con rari marmi policromi, sono notevolissimi: la trecentesca immagine della Madonna col Bambino, detta della SS. Trinità, di scuola senese; e l'affresco della volta, raffigurante l'apoteosi di S. Agostino, opera del celebre pittore di origine polacca Taddeo Kuntze (1732-1793). CHIESA DELLA MISERICORDIA E' senza dubbio la più antica delle chiese di Soriano, una delle prime ad essere costruita nel Medioevo. E' formata da un'unica navata e durante il Rinascimento è stata oggetto di numerose modifiche. Al suo interno e possibile ammirare un interessante crocifisso ligneo del '700. CHIESA S. ANTONIO DA PADOVA La piccola chiesa, ubicata in via S. Maria, risale alla metà del XVII secolo. L'edificio si compone di una sola navata, con tre altari di forme chiaramente barocche. La piccola torre campanaria addossata alla chiesa, era completata, originariamente, da una cuspide, caduta ormai da molti anni. CHIESA DELLA MADONNA DEL POGGIO Venne iniziata, assieme all'attiguo convento, nel 1609 per poi subire un ampliamento nel 1690. Appartenente dapprima ai Carmelitani e quindi ai Francescani, la costruzione si presenta con la facciata realizzata con il tipico peperino locale. L'interno, ad un'unica navata, presenta un grande altare barocco e un coro intagliato entrambi in pregiato legno di noce. Modesto il convento costituito da un piccolo chiostro arricchito di alcuni affreschi. FONTANA DI DENTRO Monumento costruito nel secolo XV, sotto il pontificato di Nicolò V, con il probabile fine di evitare ai sorianesi scomodi rifornimenti di acqua. Sia il nome "fontana di dentro" che l'altro "fontana vecchia", lasciano pensare che nelle vicinanze ne sia esistita nel passato un'altra. Ciò è comprovato dall'esistenza, su antiche carte, di due simboli di fontana nelle due piazzette adiacenti la torre dell'orologio. Il monumento fu trasportato nella sede attuale nel 1837. PORTA ROMANA

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Porta d'ingresso al paese dal lato sud. Fu fatta costruire, nel XVIII secolo, come attesta un lapide in peperino apposta sullo stesso monumento, dal principe Carlo Albani allo scopo di fissare il limite del caseggiato. La porta è costituita da una parte esterna, con un timpano curvilineo al centro del quale è posto lo stemma formato da tre monti sovrapposti ed una stella ad otto punte, ed una parte interna. Quest'ultima è costituita da due lesene scanalate e rudentate che sostengono, mediato da una trabeazione, un timpano curvilineo spezzato posto all'interno di un secondo timpano triangolare. Il Castello Orsini è una struttura difensiva costruita a partire dal XIII secolo, residenza di nobili e papi e ha subito nel Rinascimento notevoli trasformazioni e aggiunte. Nel 1848 il castello è abbandonato dalla nobiltà e adattato a struttura carceraria, subendo varie deturpazioni e manomissioni, adibito a casa di lavoro, fino alla fine degli anni ottanta, nel 1989 viene definitivamente chiuso.

Oggi finalmente la straordinaria struttura del Castello Orsini ha riaperto le porte ai visitatori, gestito dalla cooperativa Il Camaleonte con numerosi elementi di confermato interesse, che spaziano dalla cultura alla tradizione, dalle attività per bambini alle degustazioni. Nelle sale inferiori si può ammirare la mostra permanente "Dagli organetti alle macchine parlanti, fino al vinile", che raccoglie organetti, grammofoni e fonografi, con numerosi pezzi artigianali introvabili. Si tratta di un'esposizione di grande rilevanza e prestigio, realizzata in soli tre anni da Mario Valentini che ne è curatore e direttore artistico. Un percorso didattico e sensoriale che attraversa un intero secolo, da metà Ottocento a metà Novecento, sfruttando la chiave di lettura della musica. Visitando la mostra ci si immerge completamente in

un'atmosfera d'altri tempi rimanendo stupiti e incantati da questi strumenti che hanno oltre cento anni e funzionano ancora alla perfezione, creando dei suoni magici ed evocativi. I pezzi presenti, tutti originali, sono circa una settantina, alcuni degli strumenti esposti sono delle vere e proprie rarità, introvabili in Italia anche per l'elevato valore di mercato. Il secondo piano del castello è stato invece completamente adibito a Museo della Civiltà Contadina, realizzato in collaborazione con Lagovillage di Francesco Moschini . Passeggiando nelle varie sale sarà possibile ammirare attrezzi e strumenti per la maggior parte sconosciuti, alcuni dei quali vantano circa duecento anni, provenienti per la maggior parte dal territorio della Tuscia. Questa esposizione ci fornisce un ritratto delle nostre radici, delle usanze e delle tradizioni del mondo rurale dei nostri territori, scandendo i momenti più significativi di quella vita, dalla semina all'aratura, dal raccolto fino ai momenti ludici e di gioco. Previste anche, nell'area dedicata un tempo all'ora d'aria, degustazioni di prodotti locali e biologici, laboratori creativi e spazi per bambini. Dove si realizzerà il progetto:

MUSEO DI SORIANO NEL CIMINO

Sede e costituzione Il Comune di Soriano nel Cimino con la deliberazione del C.C. n. 44 del 19/11/2015 ha istituito il Museo Civico del Territorio ed approvato il regolamento e lo statuto. In data 26 luglio 2014 aveva presentato al pubblico il progetto “Antiquarium Cimino”, l’altro nucleo del Polo Turistico Culturale Municipale, istituito nel 2013, insieme alle scuderie di Palazzo Chigi- Albani, dove si trovano

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la Pinacoteca Ranucci e il centro Documentale Tusciae Res. La struttura ha funzionato, in attesa della istituzione del museo come punto di riferimento informativo dei siti archeo-naturalistici presenti sul territorio. La sede, che occupa uno spazio di circa 100 mq, è posta alla base dell’ex convento agostiniano del XVII secolo, totalmente restaurata e allestita con pannellistica. Dotata di videosorveglianza e allarme via radio, porte e finestre con inferriate e serrature, ha avuto un passato da cisterna prima e mattatoio poi. Oltre alla funzione di supporto informativo, finalizzato alla didattica e alla promozione turistica, che è già garantito con un’apertura al pubblico dal venerdi alla domenica, a cura della cooperativa sociale Il Camaleonte, il luogo aspira ad accogliere ed esporre alcuni significativi reperti archeologici recuperati nel territorio, favorendone una fruizione al pubblico. La struttura già ospita e mette in sicurezza alcuni pezzi di materiale archeologico che si trovava dislocato all’aperto, al fine di garantirne la sicurezza e lo stato di conservazione, sia considerando gli agenti atmosferici, che sempre possibili trafugamenti e/o azioni vandaliche. Inoltre, grazie agli accordi di collaborazione scientifica stipulati con l’ Università La Sapienza- Cattedra di Protostoria Europea dell’Università della Sapienza e con l’Università della Tuscia, Cattedra di Archeologia Medievale è possibile da un lato consentire agli studenti universitari una formazione sul campo e dall’altro conservare in un luogo istituzionale tutti i reperti che possano venire alla luce durante i sondaggi di scavi già avviati dal 2009 sulla sommità del Monte Cimino e presso il sito denominato San Valentino, attuati con il cofinanziamento del Comune. L’istituto ha le caratteristiche di “museo del territorio” ed è un organismo permanente senza fini di lucro, istituito dal Comune di Soriano nel Cimino ai fini di una migliore conoscenza, conservazione e valorizzazione del proprio patrimonio archeologico. Il Museo, che non ha personalità giuridica propria, costituisce un'articolazione organizzativa all'interno del Comune di Soriano nel Cimino. La gestione del Museo rientra infatti nel Polo Turistico Culturale Municipale afferente alle funzioni del Servizio Cultura. Il Museo viene gestito direttamente con personale in ruolo presso il Comune, mentre per la responsabilità scientifica il museo si avvale della collaborazione esterna di un archeologo di comprovata esperienza professionale e per alcuni servizi (apertura e chiusura e promozione turistico culturale) il Comune si avvale della convenzione per la gestione dell’intero PTCM. Il Museo garantisce i servizi al pubblico, intesi come l'insieme delle condizioni e delle opportunità offerte al pubblico di accedere alle collezioni e di sviluppare con esse un rapporto proficuo e attivo, nel rispetto degli standard di qualità stabiliti dalla Regione. Il Museo garantisce a tutte le categorie di utenti, rimuovendo gli eventuali impedimenti, l'accesso alle collezioni e ai servizi al pubblico qui di seguito elencati: − apertura al pubblico degli spazi espositivi nelle modalità previste dagli standard e obiettivi di qualità per i musei della Regione, con possibilità anche di prenotazione delle visite per gruppi eventualmente fuori dagli orari di apertura regolare. La Giunta Comunale stabilisce l'importo delle eventuali tariffe d'ingresso e le tipologie di visitatori che potranno usufruire di esenzioni o riduzioni; − comunicazione sulle collezioni esposte tramite specifici sussidi alla visita (pianta con la numerazione o denominazione delle sale, indicazione evidente dei percorsi in ogni singolo ambiente, segnalazione dei servizi, pannelli descrittivi e didascalie di presentazione delle singole opere); − visite guidate, anche in collaborazione con l'associazionismo culturale locale; − servizi didattici ed educativi rivolti al pubblico scolastico e degli adulti; − organizzazione di attività espositive temporanee finalizzate alla valorizzazione delle collezioni di pertinenza; − programmazione di eventi culturali, anche in collaborazione con altri istituti culturali locali; − realizzazione di pubblicazioni sui beni e sul contesto storico e territoriale di riferimento; − agevolazione delle politiche di promozione turistica del territorio. I giovani volontari collaborano con il direttore del Museo e con la cooperativa “Il Camaleonte” che gestisce i

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servizi del Polo Turistico Culturale Municipale ed in particolare per: - apertura e chiusura del Museo e delle sue strutture pertinenti nel rispetto delle norme; - la sorveglianza degli ambienti e del patrimonio museale; - segnalazione di eventuali cambiamenti ambientali e dello stato di conservazione delle opere; - a garantire il corretto posizionamento delle strutture informative, di supporto e di protezione delle

opere, curandone la periodica manutenzione; - curare il corretto funzionamento dei dispositivi e degli impianti audiovisivi; - controllare e comunicare al Direttore amministrativo eventuali disfunzioni nei dispositivi di sicurezza,

antintrusione, antincendio e di monitoraggio microclimatico ambientale; - assicurare, in caso di situazioni di emergenza, i primi interventi ed avvisa la direzione amministrativa

e, se necessario, le autorità competenti; - assicurare il rispetto del regolamento del Museo e delle disposizioni di sicurezza; - accogliere i visitatori, regolandone l'accesso alle sale per garantire la migliore fruizione del patrimonio

museale; - interpretare le esigenze di informazione delle diverse fasce di utenza; - fornire informazioni essenziali su percorsi, opere, servizi e attività del Museo; - fare da tramite tra il pubblico e i responsabili del Museo per informazioni più specifiche; - osservare e segnalare alla direzione le esigenze e le eventuali difficoltà dei visitatori; - coadiuvare la direzione al controllo e al monitoraggio della qualità dei servizi offerti al pubblico; - svolge le operazioni di rilascio del titolo di ingresso, di distribuzione dei materiali informativi e

promozionali e di vendita delle pubblicazioni e dei cataloghi e di ogni altro materiale disponibile nel bookshop del Museo.

6.2.9 Comune di Supino Provincia Frosinone (FR)

Regione Lazio

Popolazione 4.873 abitanti(01/01/2016 - Istat) Superficie 35,59 km² Densità 136,92 ab./km²

Situato sulle pendici dei Monti Lepini, ai piedi del Monte Gemma (1457 m), questo piccolo paese della Ciociaria si affaccia sulla valle del fiume Sacco. Sempre nel territorio comunale, al confine con quello di Carpineto Romano, si eleva il Monte Malaina. La popolazione Supinese, sin dalla prima origine, ha deciso di collocarsi nella “Torre” o “Punta Creta Rossa” (m 405 slm) [pendio appartenente alla catena montuosa dei Monti Lepini, rivolto verso la valle del Sacco], cioè nel luogo militarmente più sicuro e difendibile, in modo da resistere alle invasioni barbariche, saracene e dal passaggio con intenzioni tutt’altro che buone dei

Lanzichenecchi (1527), Spagnoli (1556) e Francesi (1798). I ruderi delle fortificazioni tuttora riscontrabili, fanno pensare, a grandi linee, ad un triangolo isoscele con al vertice il castello o “Castrum”, alla base l’antico abitato costruito dalle case più alte del paese. I due lati,erano, rappresentati da muraglia che, da una parte all’altra scendevano dal fortilizio e si congiungevano all’estremità della base stessa così da costruire una forte protezione per tutta la zona interna alle fortificazioni. Dunque, il vecchio centro abitato, com’è possibile riscontrare dall’attuale mappa urbana del paese, sembra giacere disteso a semicerchio lungo il pendio montuoso (da qui il nome Supino), costituiva la cinta di mura sito su scavi, fossi o dirupi allora a difesa del basso del triangolo fortificato; cinta di mura chiusa da Porte di cui rimangono i nomi e per alcune di esse

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addirittura gli archi, le scalinate e le case sovrastanti: Portali Medievali: Porta S. Nicola - San Nicola Le tre Portelle - Vicolo “I Gelsi” Porta la Volpe - Piazza dell’Erba Fortone - Via Roma Tutte le costruzioni più esterne come: Piazza Umberto I, via Marconi, Via D’Italia, le chiese S. Pietro, S. Maria, S. Nicola ne rimanevano certamente fuori dal fortilizio, presumibilmente perché costruire in epoche successive. Sul colle dove sono situati gli imponenti ruderi del castello medievale è possibile ricostruire la grandiosità dei resti della parte signorile del castello, le mura e le torri semicircolari che difendevano il contrafforte montano. Per descrivere la grandiosità del castello medievale dei Conti di Supino, riprendiamo una sommaria descrizione : Arroccato su un cucuzzolo tra la catena dei monti Lepini, si erge il “Castrum”, il castello medievale dei “De Supino”. Il fortilizio, oggi semisepolto da una forte boscaglia, comprende la rocca vera e propria, dimora del signore feudale, ed il borgo circondato da forti mura e torri di difesa di forma semicilindrica. Le maggiori difese del castello sono poste sul versante sud, verso Patrica, punto strategico di maggior pericolo.Le mura sono realizzate con scapoli di calcare scalpellati a piccoli parallelepipedi per ciò che riguarda la rocca e le torri e a scaglie per quanto riguarda il resto della cortina muraria. Un muro di difesa scendeva verso nord-est fino all’attuale chiesa di S. Nicola e andava a congiungersi con le ultime case del borgo. La rocca comprendeva una grande torre, il maschio o torre maestra, l’appartamento signorile vero e proprio e un piccolo cortile interno ad uso di corte e piazza d’armi. L’approvvigionamento idrico era assicurato da numerose cisterne poste sia dentro la rocca che nel circostante borgo.>> Il castello, antico fortilizio trasformato con il tempo in castello della famiglia Colonna ed in seguito forse in un’abbazia dedicata a S. Giovanni della Torre. E’ accertato che in esso abbia dimorato il Vescovo Proculiano nell’anno 601, ponendovi presumibilmente la residenza dei vescovi del << Ferentinum Novum>>; vasto centro abitato che si estendeva lungo le 2 rive del Sacco, il vasto sobborgo subì l’invasione dei Longobardi ed una immane distruzione e la peste. Il vescovo e alcune famiglie superstiti, al disastro fuggirono e si stabilirono nei luoghi più sicuri ove esistevano rocche fortilizie, dunque sarà questa l’epoca in cui il Vescovo trasferirà la sua residenza nella rocca fortilizia di Supino. SITI DI INTERESSE ARTISTICO E RELIGIOSO • Santuario di San Cataldo – Chiesa di San Pietro Apostolo L’edificio, di notevoli dimensioni, ultimato nel 1786, è un capolavoro di stereometria e rappresenta una delle migliori realtà architettoniche dell’arte barocca del Lazio meridionale. Si ispira all’architettura guariniana (Guarino Guarini) per lo stile e la sua forma poligonale, con matrice esagonale e parete perimetrale a 12 facce. La facciata della chiesa si presenta in modo imponente con tre portali sormontati da lunette e preceduti da tre modeste rampe di scale. Nella lunetta del portale centrale è stato realizzato un mosaico policromo con le figure di San Pietro e di San Cataldo nell’atto di proteggere Supino opera del mosaicista Ugo Santurri (1966). Il portone d’ingresso opera di Saverio Ungheri (1978) scolpito a bassorilievo in bronzo è chiamato “Porta della Speranza” per l’itinerario simbolico che racchiude. L’opera è suddivisa in 7 pannelli raffiguranti temi dottrinali-teologico e storico locale. Raffigurazione anta sinistra: Cristo consegna le chiavi a S. Pietro; rappresentazione vita eremita; viaggio emigranti; Trinità. Raffigurazione anta destra: miracolo di S. Cataldo che risana uno storpio; processione 10 maggio; il Paradiso con i Santi che hanno visitato il Santuario nella loro vita terrena. Inoltre sono raffigurati i quattro simboli degli evangelisti; aquila - S. Giovanni; toro - S. Luca; un angelo mostra il Vangelo a S. Matteo; leone alato - S. Marco. I simboli sono posti in modo da ricordare una croce, ed all’altezza del costato di Cristo è stata raffigurata una ferita. La Croce è simbolo di speranza e di salvezza. L’interno del Santuario, è scandito da sei robusti pilastri su cui insiste la grande volta centrale a cupola. I numerosi stucchi, i marmi policromi, le molte pitture, rendono l’insieme di piacevole aspetto. Nella cantoria si

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trova l’antico organo positivo classico realizzato nel 1764 da Johannes Conradus Werle, di grande pregio artistico e musicale. Sul lato sinistro del Santuario, racchiusa da una cancellata di ferro battuto, si trova la cappella dedicata a San Cataldo, tutta levigata a stucco bruciato in finto marmo, le decorazioni dalla volta e l’affresco centrale “La Gloria di San Cataldo” sono opera del Monicelli (1890). In questo contesto è posta la grande statua lignea di San Cataldo, raffigurato seduto sulla sedia vescovile, con indosso una veste bianca, stretta in vita e un cingolo dorato. Il Santo con la mano destra è in atteggiamento benedicente, mentre con la sinistra regge il bastone pastorale. Il volto, frontale ed imponente, è incorniciato da una folta barba fluente. La statua antica andò distrutta in un incendio del 1870, l’attuale è opera di un artista romano che la modellò su un disegno giovanile dello scultore Ernesto Biondi. Al centro del presbiterio è posto l’Altare Maggiore con il tabernacolo, l’altare è in marmi policromi. Nell’interno: Sala Auditorium “Mons. Fausto Schietroma“ presso la Casa del Pellegrino e la sala ex-votiLa reliquia estratta dal braccio di San Cataldo (1653), custodita in una teca d’argento a forma di braccio benedicente, è custodita nella collegiata di S. Maria Maggiore a Supino • Chiesa S. Maria Maggiore E’ una chiesa antica, ma non si sa con precisione quando sia stata costruita, esisteva già nel 1200, ma di dimensioni più piccole, fu poi consacrata ed ampliata all’inizio del 1700 e fu eretta a Collegiata nel 1836 da Gregorio XVI. La sua facciata è ripartita in due piani e termina con un ampio frontone. Il piano terra presenta al centro un portale rettangolare con timpano e ai lati una doppia lesena. Il primo piano è dominato da una grande finestra chiusa, in asse con la porta e da una doppia lesena ai lati. Sul lato sinistro della chiesa svetta un imponente campanile a cinque piani privo di finestre. Solo nella cella campanaria si aprono ampie monofore per consentire la propagazione del suono. Nel quinto piano è stato inserito l’orologio pubblico. L’interno, molto ampio e di gusto barocco, è ad una grande navata con dieci cappelle laterali.Bella ed elegante è la cupola con lanterna, che ben si intona con il soffitto a botte della chiesa. Custodita la statua di San Lorenzo, patrono di Supino. • Chiesa San Nicola Nella parte più alta del paese si trova la chiesa di San Nicola, fatta costruire dall’abate Merlino, forse nel 1774. La facciata, a capanna semplice, è movimentata da quattro lesene, da un portale con archivolto e da un frontone. Sul fregio è visibile l’iscrizione dedicata a S. Nicola << In Honerem S. Nicolai >> L’interno ad una navata con quattro cappelle laterali, è di stile barocco con stucchi e finti ma armi. La copertura è a botte, mentre le pareti sono ornate con finti pilastri sormontati da capitelli. All’interno vi sono le statue di S. Antonio Abate, S. Anatolia. • Chiesa San Sebastiano San Rocco Eretta in posizione strategica all’ingresso del paese nel 1916, l'allora arciprete Francesco Schietroma, essendo caduto in rovina quello più antico, col denaro raccolto, fece edificare dalle fondamenta un nuovo edificio, come ci documenta la lapide murata all’ingresso della chiesa. Il lavoro fu affidato all'arch. Aristide Leonori (1856-1928) architetto romano famoso chiamato “l’ingegnere santo”, molteplici le sue opere in Italia e all’estero. Elegante tempietto con cornici in pietra, molto piccola nelle strutture architettoniche, classica nella sua linea esterna, l’interno è costituito nella semplicità. Povero di arredi di pregio, l’edificio presenta una pianta rettangolare con tetto a capanna, la zona presbiteriale è rialzata rispetto al piano della chiesa. L’edificio custodisce le statue venerate di S. Rocco di stile baroccheggiante ed di S. Sebastiano, invocati contro le epidemie e le ferite. • Cappella Madonna di Loreto Il piccolo complesso, eretto nel 1578, sorge in una zona periferica rispetto al paese alle pendici dei Monti Lepini. L’architettura della cappella ad aula unica è molto modesta, ed è impreziosita all’interno da affreschi murali raffiguranti figure di Santi e della Vergine. Purtroppo lo stato di conservazione degli affreschi è cattivo, essi presentano abrasioni e cadute di colore. La chiesuola fu costruita perché fosse protezione e rifugio per i pastori nomadi che per le transumanze discendevano dagli altipiani di S. Serena. La devozione del popolo di Supino alla Madonna di Loreto, fu custodita ed alimentata dalla Pia Unione; la sua origine risale agli inizi del XVII secolo con la stesura di un particolare Statuto che rispecchiava il duplice aspetto religioso e assistenziale dell’associazione. Per l’aspetto religioso, si affidava la custodia della chiesetta alla vigilanza di un custode denominato "Eremita" . Mentre l’aspetto assistenziale (tuttora vigente) si concretizzava nell’aiutare, specialmente nei momenti di lutto, le famiglie degli iscritti, quando le necessità economiche erano aggravate da precedenti malattie, per cui veniva assicurato un servizio funebre a carico della Pia Unione. Oltre alla cappella dedicata alla Madonna di Loreto, il piccolo complesso è costituito dalla annessa casa dell’eremita e dai ruderi dell’ex chiesa-convento di S. Francesco probabilmente costruito in data successiva intorno al XVII secolo. Tale edificio è stato recentemente restaurato (fine lavori anno 2005). Dove si realizzerà il progetto:

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AREA ARCHEOLOGICA DELLE TERME ROMANE DI SUPINO ORARI DI APERTURA AL PUBBLICO DELL'AREA ARCHEOLOGIC A

- Giovedì dalle 9:00 alle 12:00

- 1° e 3° Domenica del mese dalle 11:00 alle 13:00

SITO ARCHEOLOGICO - Descrizione L’area archeologica è situata in località “La Cona del Popolo”, a valle del centro storico di Supino ed in prossimità della via Morolense, un’importante arteria stradale che si sviluppa lungo le falde dei Monti Lepini.Le strutture delle terme sono state scoperte nel 1963, in seguito alla segnalazione del rinvenimento di frammenti musivi. Dal 1964 la Soprintendenza Archeologica per il Lazio ha intrapreso operazioni di scavo, mettendo in luce gli ambienti oggi visibili. Nel 1976 il sito fu acquisito al demanio pubblico. L’area archeologica è costituita dai resti di un edificio termale a carattere privato con mosaici e pavimenti in opus sectile, databile

nella prima metà del II secolo d.C. Questo edificio non è isolato, ma appartiene ad una grande villa ancora sepolta ed estesa nei settori immediatamente circostanti. Infatti, le ricognizioni effettuate nella zona hanno evidenziato resti di strutture murarie che emergono in superficie e diffuse aree di frammenti fittili. In epoca romana, questa grande villa ricadeva nell’ager(territorio) della città di Ferentinum (Ferentino), che si estendeva fino alle propaggini montuose dei Monti Lepini e confinava con i territori delle città di Anagnia (Anagni) e di Frusino (Frosinone). Da un punto di vista più generale legato alla topografia antica, questo edificio si inserisce nel contesto storico ed archeologico della fertile valle del fiume Sacco, definita anche con il nome di Valle Latina. Si tratta di un’ampia vallata di natura sedimentaria creata dal corso del fiume Sacco, circoscritta da due catene montuose di origine carbonatica costituite dalle propaggini orientali dell’Appennino con i Monti Prenestini, Simbrini ed Ernici e la catena dei Monti Lepini-Ausoni. Lungo queste catene montuose si aprono limitati, ma importanti varchi, che hanno permesso nel corso dei secoli le comunicazioni con i territori limitrofi: dai Monti Lepini-Ausoni si può accedere alla Pianura Pontina attraverso la valle di Carpineto e la valle del fiume Amaseno, mentre sul lato opposto, attraverso la valle del fiume Cosa, si può raggiungere la regione appenninica, la zona del Fucino e la Marsica. La presenza del fiume Sacco (Trerus) ha svolto fin dall’antichità un importante contributo per lo sviluppo degli insediamenti, per le relazioni sociali ed economiche, ma soprattutto per la determinazione della rete dei contatti. Infatti, la valle si presenta come una naturale via di comunicazione tra Roma e la Campania, rivestendo un ruolo fondamentale già prima della conquista romana, quando il territorio era abitato dalle popolazioni degli Ernici e dei Volsci. Infatti, proprio tra il VII ed il VI secolo a.C., i dati archeologici provenienti dagli scavi permettono di ricostruire un interessante quadro storico e culturale, caratterizzato da contatti con altre popolazioni e da scambi di materiali, come testimoniano i ricchi depositi votivi ernici individuati ad Anagni, in cui sono presenti numerosi oggetti importati dall’area latina ed etrusca, dalla zona del Fucino e dall’Italia Meridionale. Proprio le potenzialità della fertile valle del Sacco sono state al centro dell’espansione romana che, in modo razionale ed organizzato, ha permesso la conquista dell’intero territorio alla fine del IV secolo a.C., dopo lunghi periodi di inimicizie con le popolazioni locali. Infatti, le fonti storiche tra il V ed il IV secolo a.C. narrano di dure e continue lotte tra Roma e le popolazioni degli Equi e dei Volsci, di alleanze incostanti con gli Ernici e di accordi strategici con i Latini e con i Sanniti. Al momento della conquista romana della valle del Sacco si colloca la realizzazione della via Latina, importante arteria stradale che, con un percorso più breve e rettilineo rispetto alla viabilità pedemontana più antica, si dirige verso sud. Questa strada, infatti, collegava Roma con la Campania attraversando i centri più

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importanti (Compitum Anagninum, Ferentinum, Frusino) e le nuove colonie di Fregellae,Interamna Lirenas (presso Pignataro Interamna) e Cales (presso Calvi). Il nome della strada deriva probabilmente dal fatto che in origine collegava Roma con il santuario di Iuppiter Latiaris situato sui Colli Albani, luogo di culto dei Latini. In seguito, proprio nei decenni finali del IV secolo a.C., fu prolungata verso sud. Con la colonizzazione romana, i centri della valle del Sacco subirono importanti interventi edilizi, come la costruzione dei circuiti murari difensivi in opera poligonale (Aletrium, Ferentinum, Verulae) ed in opera quadrata (Anagnia, Frusino), insieme alla definizione razionale e regolare degli spazi urbani. Allo stesso tempo, anche il territorio appartenente alle varie città fu regolarizzato attraverso la centuriazione, un sistema di divisione dei terreni in lotti da coltivare e da assegnare ai coloni secondo un sistema di confini (limites). In funzione di questo sfruttamento territoriale, nella valle del Sacco esistevano una serie di percorsi stradali di tipo secondario, che si sviluppavano non soltanto lungo le falde dei Monti Lepini, ma anche in senso trasversale alla vallata, in modo da agevolare le relazioni tra le diverse comunità locali, le attività agricole e la circolazione delle merci. Questi percorsi costituivano sicuramente un’alternativa alla via Latina, collegando piccoli centri abitati, zone rurali, ville e fattorie che altrimenti sarebbero rimasti slegati dal contesto topografico del territorio. Le numerose ville rustiche e le fattorie a conduzione familiare sorte nelle campagne rappresentavano il centro delle attività agricole, dove venivano lavorati i prodotti della terra. Dalla tarda età repubblicana le ville di campagna iniziarono a trasformarsi in residenze lussuose per il tempo libero ed il riposo, frequentate dal proprietario solo in alcuni periodi dell’anno. La parte occupata dal padrone e dalla sua famiglia era chiamata pars urbana, mentre quella funzionale alle attività agricole e riservata alla lavorazione ed alla produzione di derrate era definita pars rustica. Alcuni insediamenti di questo tipo sono attestati lungo la dorsale dei Monti Lepini e dei Monti Ausoni. Questi sono riferibili ad un periodo compreso tra l’età repubblicana e l’età imperiale, ed in particolare si distribuiscono tra Villamagna, Sgurgola, Morolo, Supino, Patrica, Ceccano e Castro dei Volsci. Accanto alle ville rustiche di piccole e medie dimensioni sono presenti vere e proprie residenze caratterizzate non soltanto dall’aspetto produttivo legato alle attività agricole e pastorali, ma anche dal lusso. Infatti, in queste residenze sono presenti alcuni ambienti destinati all’otium (riposo) del proprietario, dotati di soluzioni tecniche ricercate e decorati con mosaici e marmi preziosi, come testimoniano le terme della villa di Supino. Ma ambienti lussuosi sono altresì attestati nella villa in località Cardegna a Ceccano, nella villa in località Casale a Castro dei Volsci e nella proprietà imperiale di Villamagna ad Anagni. Nel territorio del comune di Supino sono presenti altre testimonianze di carattere archeologico. Lungo la via Morolense, in località Privito, è attestata la presenza di un santuario. Il materiale votivo, recuperato più di cinquant’anni fa ed in parte disperso, è databile tra il IV ed il II secolo a.C. Si tratta di votivi di terracotta che riproducono teste, arti, viscere, uteri e piccoli animali (bovini e suini), che rimandano alla sfera di una divinità salutifera. Invece, un muro in opera poligonale è situato in località Ortelle, lungo la dorsale del Monte Colle Piazza Marrotta, alla quota di circa m 320 s.l.m. Si tratta di una struttura ben conservata, databile nell’ambito del II secolo a.C., che svolgeva la funzione di terrazzamento di un’area dove, molto verosimilmente, doveva sorgere una villa rustica o una fattoria.

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LA STRUTTURA DELLE TERME

L’impianto termale si articola in sette ambienti tra i quali si riconoscono due apodyteria (spogliatoi), unfrigidarium (sala del bagno freddo con piscina), due tepidaria (ambienti con moderato riscaldamento), unlaconicum (sauna) ed un caldarium (sala del bagno caldo), intorno al quale è presente un criptoportico. La planimetria dell’edificio suggerisce un tipo di pianta a sale contigue e con percorso retrogrado. Questo schema, basato sui confronti con le costruzioni termali di età imperiale, soprattutto ostiensi (Terme di Nettuno, Terme del Nuotatore e Terme di Buticosus), datate tra la fine del I e la metà del II secolo d.C., prevede il frigidarium come sala principale. In asse con questo si trovano gli spogliatoi, mentre il caldarium è posizionato vicino agli altri ambienti riscaldati ed orientato in modo da usufruire dell’energia solare nel corso dell’intera giornata. La tecnica edilizia impiegata è l’opera mista, caratterizzata da murature con nucleo in opera cementizia, rivestite da un paramento in opera reticolata alternato a file di laterizi tagliati a triangolo. Nelcaldariumsono ancora conservati in buono stato alcuni elementi del sistema di riscaldamento, come il pavimento sospeso (ipocausto) sorretto dai pilastrini ed i tubuli (condotti) di terracotta disposti lungo le pareti dell’ambiente. Inoltre, nei due apodyteria si conservano i resti di pavimenti in opus sectile, mentre nel frigidarium e nelcalidarium sono presenti due esempi di mosaico figurato a soggetto marino.

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6.3 Analisi PEST L’analisi PEST consente di mettere in risalto le opportunità e le minacce che si trovano nell’ambiente esterno e viene utilizzata, insieme all’analisi SWOT, per individuare le variabili rilevanti nel processo decisionale, nelle scelte strategiche ed operative. Essa può essere sviluppata anche in chiave prospettica con lo scopo di individuare i principali elementi di discontinuità con i quali ci si vuole confrontare. L’analisi è focalizzata sulla valutazione di quattro variabili macro-ambientali:

- Politico: Il contesto politico può condizionare il contesto generale e il settore di appartenenza

attraverso provvedimenti legislativi che ne regolamentano il funzionamento. - Economico: La situazione economica può influenzare le scelte e le strategie condizionando ad

esempio la capacità di spesa di utenti. - Sociale: Le tendenze sociali e culturali, i cambiamenti negli atteggiamenti e nelle percezioni dei

cittadini rispetto a certi temi, oppure cambiamenti nella struttura socio-demografica della società possono avere effetti significativi sulla domanda e sulla offerta di beni e servizi.

- Tecnologico: Le dinamiche tecnologiche con l’irrompere di nuove tecnologie e nuove infrastrutture (si pensi alla digitalizzazione)possono modificare radicalmente i contesti.

P

• Clima politico positivo e conflitti politici limitati • Numero crescente di interventi da parte dell'amministrazione

comunale a favore dell'associazionismo locale e della promozione del patrimonio culturale.

• Organizzazione di eventi di socializzazione più numerosi rispetto a quelli della gran parte dei paesi limitrofi di piccole dimensioni.

• Presenza di Pro Loco nei comuni partecipanti, le quali gestiscono ed organizzano la gran parte delle iniziative culturali dei paesi.

• La gran parte dei Musei partecipanti al progetto fanno parte del circuito regionale, come DEMOS (rete dei Musei demo etnoantropologici) e MUSART all’interno del quale realizza progetti comuni sostenuti da appositi finanziamenti.

E

• Forte acuirsi dei disagi dal 2008 a causa della crisi economica, che si riversano anche in ambito culturale.

• Manovre inefficienti in campo culturale implementate dai governi nazionali nel 2010-2015, volte al taglio dei finanziamenti per i musei a livello nazionale.

• Fondi pubblici inefficienti per la salvaguardia del patrimonio storico locale.

• La Regione Lazio sostiene il funzionamento musei attraverso un sistema di accreditamento nell’ambito dell’Organizzazione Museale Regionale (OMR).

• A causa del patto di stabilità, la gran parte dei comuni non possono assumere personale da destinare alla strutturadel Museo, ciò comporta una carenza di fondi per poter sostenere le spese di apertura, di manutenzione e di gestione di entrambe le strutture, che vengono gestite da personale volontario.

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• Limiti di accesso ai servizi culturali determinati dalle condizioni economiche della gran parte della popolazione.

• Gli introiti dei biglietti dei Musei vengono reinvestiti per la manutenzione della struttura e per l’acquisto di attrezzatura da poter utilizzare negli eventi didattici che si realizzano in collaborazione con le Scuole.

• Ripresa economica debole e lenta. • Costo della vita contenuto a livello del contesto territoriale del

progetto.

S

• Il movimento naturale di una popolazione mostra un numero di decessi superiore alle nascite, quindi la tendenza all'invecchiamento della popolazione, costante negli anni.

• Riguardo alla composizione demografica della Regione Lazio si possono evidenziare i seguenti indici demografici:

- Indice di vecchiaia pari a 149,8 (2015) - Indice di dipendenza strutturale pari a 52,6 (2015) - Indice di ricambio della popolazione attiva pari a 130,1

(2015) - Indice di carico di figli per donna feconda pari a 19,8

(2015)

• La presenza di molti anziani rende disponibile un patrimonio culturale immateriale non pienamente conosciuto e valorizzato dalle nuove generazioni.

• A causa del malfunzionamento delle Biblioteche inserite nel progetto, esse non assumono quel ruolo di “servizio pubblico” e di luogo di aggregazione che normalmente dovrebbero svolgere.

• I Musei vengono spesso utilizzato per laboratori didattici che coinvolgono le nuove generazioni, ma trascura la parte più anziana della popolazione che non può usufruire di proposte di visita alternative specializzate.

• Nonostante la presenza di attrezzature tecniche volte a favorire l’ingresso di persone diversamente abili all’interno della struttura, esse risultano comunque escluse dalla possibilità di usufruire dell’offerta turistico-didattica dei Musei e delle Biblioteche.

T

• Limitato accesso alle nuove tecnologie da parte delle nuove

generazioni a causa della conformazione geofisica del paese. • La gran parte dei Musei del progetto non dispone di un Servizio

di trasporto pubblico efficiente, rendendoli non raggiungibili se non con mezzi privati,

• Connessione WIFI limitata in molti degli edifici che ospitano i

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Musei, anzi in alcuni casi la connessione WI-FI è totalmente assente.

• Scarsa presenza di strutture adeguate per poter ospitare un Museo: la maggior parte infatti hanno sede in edifici nati per altre destinazioni e quindi scarsamente idonei alla svolgimento delle funzioni che simili istituti culturali solitamente richiedono.

• Diversi Musei svolgono la loro attività in edifici storici e ciò presenta non poche difficoltà di adeguamento e di convivenza con le oggettive necessità conservative di tali contenitori.

• Adeguatezza strutturale delle sedi alla vigente normativa in materia di sicurezza e igiene.

6.5 Analisi SWOT sul resto del contesto

Analisi Caratteri Strutturali

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Analisi Didattica Formazione

Analisi Servizi alla utenza

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6.6 Criticità e bisogni

6.6.1 Nodi Problematici Dai dati sopra esposti emerge con evidenza la complessità del sistema museale e bibliotecario laziale, custodi del patrimonio storico-scientifico della Regione. La valorizzazione delle collezioni passa attraverso le seguenti necessità:

• il prolungamento degli orari di apertura dei musei, anche nei giorni festivi e prefestivi, col fine di avvicinare il patrimonio storico regionale ad un pubblico sempre più vasto e, nel contempo, contribuire alla rivitalizzazione della territorio restituendolo ai residenti e ai turisti che sempre più frequentemente scelgono la nostra città come loro meta;

• il mantenimento, l’aggiornamento e l’integrazione dei rispettivi siti web delle singole strutture in quanto veicolo imprescindibile di informazioni e divulgazione;

• la possibilità, per tutte le tipologie di utenza, di poter usufruire di un appropriato servizio di visite guidate;

• l’ideazione e organizzazione di iniziative di carattere ludico-didattico rivolte ai più giovani, così come conferenze tematiche a carattere scientifico-divulgativo, che, partendo dai contenuti delle singole collezioni, offrano l’opportunità di confrontarsi e riflettere sui temi della conservazione e della valorizzazione del patrimonio culturale locale. Vista la valenza culturale e sociale di tali iniziative è necessario sostenerle e garantire la fruibilità esterna delle stesse.

Area CRITICITA’ RILEVATA STRATEGIA PROMOSSA

AR

CH

IVIO

IMM

AT

ER

IAL

E

1. Progressiva perdita di materiale storico documentale e di testimonianze dirette relative alla storia regionale locale, a causa della mancata raccolta ed accurata conservazione degli stessi

Reperimento di materiale fotografico e

documentale direttamente dagli archivi secondari non relazionabili a reti diffuse e raccolta delle testimonianze dei cittadini che intendano mettere a disposizione i propri fondi familiari per incrementare un “Archivio della Memoria”.

2. Assenza di un database accessibile al pubblico con informazioni relative alla cultura immateriale regionale.

Realizzazione di un software specifico per la gestione del patrimonio della cultura immateriale idoneo alla pubblicazione on-line e veicolabile nei social-network.

3. Progressiva scomparsa del patrimonio immateriale esistente, con conseguente perdita del patrimonio culturale locale.

Recupero della conoscenza e analisi delle tradizioni locali, relativi alla cultura del

sapere immateriale (tradizioni, canti,

abilità artigianali, memoria storica) con la creazione di una banca dati relativa al recupero ed alla valorizzazione della cultura locale.

MU

SE

O

3. Scarsa visibilità delle attività promosse dal musei.

Potenziamento delle attività di promozione e di marketing culturale, cercando di potenziare il sistema di comunicazione dei Musei, ma soprattutto di diversificare l’offerta turistica proposta.

4. Presenza di una rete museale regionale inefficace.

Potenziare il sistema di musei attraverso incontri periodici finalizzati all’ideazione ed all’organizzazione di eventi e progetti “in rete”, con lo scopo di raggiungere il più alto numero di visitatori possibile grazie alla

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messa in comune di conoscenze, esperienze e risorse.

5. Utenza limitata Cercare di attrarre un bacino di utenti più ampio, grazie alle nuove tecniche promozionali ed alle rete museale creata.

In linea di massima, da questa letteratura è possibile ricavare le seguenti indicazioni rispetto ad una prima “lista” di funzioni critiche relative all’area museale sono: 1. il problema del personale di custodia. In Italia esiste un eccesso del personale di custodia con competenze e capacità modeste rispetto all’evoluzione tecnologica dei contenitori museali e dei siti; 2. il problema del fund raising; 3. il problema della comunicazione e della promozione (marketing); 4. la programmazione culturale strategica e la crescita esponenziale dei costi per attività espositiva temporanea. La moltiplicazione dell’organizzazione di eventi complessi, giustificata dall’impatto che potenzialmente questi possono produrre sul pubblico e in parte sul non-pubblico dei musei/siti, ha stimolato la creazione di un mercato dell’offerta e di una rete di scambi nazionali e internazionali che non ha più confini e regole; 5. la manutenzione ordinaria. In Italia la manutenzione ordinaria è sempre sacrificata a obiettivi gestionali di più breve termine. Se si sposta il punto di osservazione dagli studi comparati, sino ad abbracciare studi diretti ad analizzare altri aspetti e limiti della gestione dei beni culturali in Italia, emergono altri temi di grande interesse, anche in una logica di studi transnazionali: • la manchevole interazione tra museo e pubblico, anche a causa dell’arretramento tecnologico e del lento affermarsi delle moderne tecniche museologiche; • la carente integrazione tra museo e/o biblioteca e territorio, in larga parte ascrivibile alla mancanza di collaborazione inter istituzionale e tra partenariato pubblico e privato (il dialogo istituzionale e sociale). Risultati dell’Analisi del contesto Anche se non è possibile rendere conto della situazione nella sua interezza, l’analisi di contesto ha evidenziato che: 1) il sistema dell’offerta, soprattutto negli allestimenti e nei sistemi informativi, non sono spesso idonei per un pubblico diversificato e non specializzato, sia turista, sia residente; 2) le attività di valorizzazione, in particolare quelle relative a eventi complessi e temporanei, costituiscono forse la carenza assoluta più evidente nel territorio della regione Lazio, soprattutto per quanto riguarda il patrimonio culturale dei centri minori, ove le grandi (e le piccole) mostre si tengono solo a Roma e in pochi altri luoghi. I depositi di molti musei, biblioteche e archivi della regione a questo proposito, potrebbero rappresentare una risorsa potenziale di grande rilievo che non viene oggi affatto sfruttata. Al contrario, la gestione dei depositi finisce per rappresentare un notevole problema per le istituzioni in termini di spazi e costi; 3) nelle organizzazioni museali le funzioni di marketing e quelle di comunicazione;

6.6.2 Strategia progettuale. I problemi, che emergono dall’analisi appena effettuata evidenziano quanto le risorse culturali, materiali e immateriali, presenti nei vari comuni risultano a tutt’oggi ancora poco conosciute, quasi per nulla valorizzate e non del tutto catalogate: testimonianza di una società che sta perdendo l’identità e la sua unicità. Il superamento di tali debolezze rappresenta per questi piccoli comuni un obiettivo di grande rilevanza, il punto

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di partenza per avviare un processo virtuoso di crescita che a partire dal settore cultura coinvolga gli altri settori economici e sociali del territorio. L’esigenza di proporre un progetto che si muova e si realizzi in soli dodici mesi, impone che la lettura critica del territorio focalizzi l’attenzione sul: valorizzare il patrimonio immateriale, lingue, tradizioni religiose e sociali, canti, musiche, danze, celebrazioni e abilità artigianali distinguono le diverse culture tra loro e meritano di essere preservate "per il bene dell'umanità" e delle future generazioni. Così come i siti storici e i monumenti del patrimonio culturale "tangibile" , così come i parchi e i paesaggi del nostro patrimonio naturale, le risorse immateriali, beni “intangibili”, sono vulnerabili e risentono degli effetti della globalizzazione. Necessitano pertanto di programmi di valorizzazione e tutela. L'UNESCO ritiene che tutti i paesi debbano essere incoraggiati a inventariare queste forme dell'espressione culturale della propria società. Governi e comunità sociali devono essere persuasi del valore di questo patrimonio immateriale e stimolati a promuovere programmi locali e nazionali di educazione al patrimonio e a produrre adeguati strumenti normativi. L’UNESCO, fino ad oggi, ha riconosciuto come Patrimonio Immateriale dell’Umanità n.232 tra tradizioni e espressioni orali (incluso il linguaggio) - arti dello spettacolo - pratiche sociali, riti e feste - conoscenza e pratiche concernenti la natura e l’universo – artigianato tradizionale

6.6.3 Indicatori relativi a bisogni e criticità dell’area archivio immateriale.

CRITICITA’/BISOGNI

INDICATORI MISURABILI

Bisogno 1: Indicizzazione e correlazione funzionale dei dati archivistici ai fini della tutela e della valorizzazione del patrimonio

Crit. 1 Inadeguatezza del sistema di catalogazione ed indicizzazione del patrimonio immateriale posseduto.

Con gli scavi archeologici recenti e con le azioni di riqualificazione urbana e di musealizzazione, nel corso degli ultimi anni c’è stato un incremento delle fonti, suddivise secondo le seguenti categorie: - archivio fotografico (oltre 80.000 immagini), - grafico (2.000 elaborati), - documentale (oltre 5.000 documenti di vario genere).

Bisogno 2: Rendere fruibili a ricercatori e studiosi il patrimonio immateriale posseduto.

Crit. 2

Inadeguatezza di un archivio immateriale digitalizzato da da poter consultare facilmente anche tramite piattaforma web.

Docenti, ricercatori e studenti richiedono file digitali e multimediali utili ai fini delle proprie ricerche anche per una più ottimale e celere trasmigrazione delle informazioni tramite web. Dati attuali: - assenza di un archivio immateriale digitalizzato e disponibile per la ricerca; - scarsa reperibilità di materiale utile ai fini di ricerche di carattere storico e demoetnoantropologico.

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Bisogno 3: Acquisizione di nuove fonti documentali a supporto delle attività programmate per il riassetto urbano dell’area centrale.

Crit. 3

Un consistente numero di fonti documentali devono essere ancora acquisite ed organizzate per renderle fruibili alle finalità di ricerca e comunicazione al grande pubblico. Si ravvisa la necessità di utlizzare la nuova documentazione acquistia nel corso del progetto per valorizzare un’area urbana di Roma Capitale-Fori Imperiali. L’area dei Fori Imperiali è inserita nella nuova prestigiosa isola pedonale creata nell’ambito delle politiche dell’Amministrazione Comunale intese a riqualificare l’area centrale ed al miglioramento della qualità della vita di cittadini residenti e ad offrire una nuova opportunità ai turisti. Un complesso pedonalizzato unico al mondo, che racchiude, oltre ai Fori Imperiali, il Colosseo, il Palatino, il Foro Romano, chiese e torri medioevali. Si tratta di una zona utilizzata ininterrottamente dall’uomo nell’arco di migliaia di anni. Un area densa di “storia del quotidiano”, anche ben documentata sul finire dell’800 e nel ‘900 da importanti campagne fotografiche coincidenti con la demolizione del Quartiere Alessandrino.

Gli archivi documentali dei musei della Sovrintendenza di Roma Capitale in cui sono presenti fondi afferibili alla memoria immateriale, ammontano ad oltre 40.000 unità inventariali tra fotografie, grafici e disegni. E’ un patrimonio documentale da riorganizzare per renderlo effettivamente fruibile. Si stima che ulteriori 3.000 dovranno essere acquisite ed organizzatenel corso del progetto.

6.6.4 Indicatori relativi a bisogni e criticità dell’area museale.

CRITICITA’/BISOGNI INDICATORI DI PARTENZA

Bisogno: 3. Promuovere le attività e il patrimonio dei Musei.

Crit.3 Scarsa visibilità delle attività promosse dai musei. Il sistema museale regionale è caratterizzato da un patrimonio culturale gestito per lo più da piccole realtà locali, poco organizzate dal punto di vista

Indicatori quantitativi totali Presenze dei visitatori: 8.600 N. mostre temporanee N. eventi e laboratori didattici Indicatori economico-finanziario

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comunicativo e di marketing culturale. Le strutture presenti nel territorio non sono perciò correttamente pubblicizzate e sfruttate dal punto di vista del turismo culturale. La visibilità passa solo attraverso le pagine dei social e del passaparola, con poca risonanza nei media e nella stampa locale, escludendo così dal contesto gran parte dell’utenza potenziale.

Percentuale di entrate da ricavi, incassi da biglietto, vendite di altri servizi e concessioni. Indicatori non economici e finanziari Efficacia sociale del museo, alla sua capacità cioè creare e diffondere cultura, rispondendo ai bisogni, anche non espressi, dei propri fruitori.

Bisogno: 4. Potenziare il sistema museale regionale

Crit.4 Assenza di una rete museale regionale funzionante. Il sistema di Networking tra i musei della Regione Lazio è quasi totalmente inesistente, limitato al solo scambio di bibliografia e materiale illustrativo. Gli enti non sfruttano le potenzialità insite in un ipotetico sistema di rete, in grado di permettere lo scambio di buone prassi e di abbattere eventuali costi superflui per le singole realtà museali.

Indicatore di capacità gestionale Definizione di centri di responsabilità e sull’istituzionalizzazione di rapporti funzionali e gerarchici, nel quadro però di una sufficiente autonomia economico-finanziaria, operativa e strategica dell’azienda-museo nel suo complesso

Bisogno: 5. Aumentare l’utenza museale regionale.

Crit.5 Utenza limitata Scarsa affluenza dell’utenza museale negli ultimi anni di attività. La percentuale maggiore del turismo culturale è infatti limitata alla sola area della Capitale e dei grandi Musei, con poco spazio dedicato alle piccole strutture museali locali, che costituiscono la parte dominante del patrimonio culturale museale regionale. Dal monitoraggio sui risultati conseguiti negli anni precedenti, emerge che a fronte di una generale diminuzione del 19% dei visitatori romani dei musei, le strutture che hanno operato direttamente nel territorio (per tramite del SCV) hanno visto un incremento dell’ingresso dei residenti pari al 5%. La circolazione di dati e notizie tende ad una maggiore conoscenza anche delle nuove scoperte per un pubblico più ampio al fine di un incremento complessivo dei visitatori

Indicatore quantitativo Variazione percentuale di utenza museale in aumento. Indicatori del rapporto con gli utenti Valutare le condizioni di accessibilità del museo. A questo scopo è rilevante innanzitutto il numero di ore e di giorni di apertura, non solo in valore assoluto, ma anche considerandone la distribuzione.

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Per quanto riguarda in particolare l’area museale, si sono riscontrate nella maggior parte dei Musei partecipanti (con esclusine di quelli che afferiscono a Roma Capitale) al progetto le seguenti criticità nei settori della valorizzazione e della comunicazione:

Valorizzazione Comunicazione

Allestimenti e sistemi

informativi

Servizi di

accoglienza

Didattica ed Edutainment

Mostre ed Eventi

temporanei

Marketing e Comunicazione

web

Marketing e Comunicazio

n e mezzi tradizionali Scarso

Scarsa visibilità e promozione di eventi o mostre temporanee

controllo delle condizioni microclimati che all’interno Non esistono percorsi di visita tecnologici o interattivi Allestimenti in parte “datati” e non omogenei tra le sale Sistema di didascalie e pannelli, video, audio guide risulta Datato

Problemi legati alla conservazione delle opere Carenza di itinerari e in generale di servizi di informazione per il visitatore

Scarsa dotazione di luoghi di attesa o di sosta per i visitatoriù

Archivio non organizzato in funzione di attività di ricerca e studio

Difficoltà di accesso: l’area circostante spesso non possiede parcheggi

Carenza di servizi aggiuntivi

Digitalizzazione del catalogo dei beni solo parziale

Carenze comunicative: assenza di un piano organico di comunicazione Assenza di un sito web autonomo dedicato

Carenze comunicative: assenza di un piano organico di comunicazione

6.7 Descrizione dei servizi analoghi e della relativa offerta museale. 6.7.1 Descrizione dei servizi analoghi e della relativa offerta museale nel Lazio

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Provincia di Frosinone

Musei di Ente locale

• Museo Civico di Alatri • Museo della Città di Aquino • Museo archeologico di Atina • Museo della Pietra di Ausonia • Museo della Memoria di Colle San Magno • Museo archeologico di Frosinone • Museo del vulcanismo Ernico di Giuliano di Roma • Museo dell’Energia di Ripi • Museo Civico della media Valle del Liri di Sora • Museo archeologico di Trevi nel Lazio

Musei di Interesse locale

o Museo della Fondazione “Umberto Mastroianni” di Arpino o Museo dell’Abbazia di Casamari a Veroli o Museo dell’Abbazia di Montecassino o Casa museo Accademie Vitti

Provincia di Latina

Musei di Ente locale

• Museo delle scritture di Bassiano • Museo della Città e del Territorio di Cori • Museo del Brigantaggio di Itri • Museo archeologico del Procoio di Borgo Sabotino di Latina • Galleria d’Arte moderna e contemporanea di Latina • Museo Cambellotti di Latina • Museo del Paesaggio di Maenza • Museo archeologico di Norma • Museo dell’Agro Pontino MAP di Pontinia • Museo archeologico di Priverno • Museo medioevale di Fossanova a Priverno • EtnoMuseo Monti Lepini di Roccagorga • Museo del Mare e della Costa di Sabaudia • Museo etnografico del giocattolo Ludus di Sezze • Museo delle Terre di confine di Sonnino • Museo archeologico “Pio Capponi” di Terracina • Museo archeologico di Ventotene • Museo della Migrazione – Osservatorio ornitologico di Ventotene

Musei di Interesse locale

o Museo “Piana delle Orme” di Latina o Museo Diocesano di Gaeta o Museo dell’Abbazia di Valvisciolo di Sermoneta o Museo diocesano di Sermoneta o Museo diocesano di Sezze

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Provincia di Rieti

Musei di Ente locale

• Museo “Cola Filotesio” di Amatrice • Museo civico “Lin Delija e Carlo Cesi” di Antrodoco • Museo dell’Olio della Sabina di Castelnuovo di Farfa • Museo archeologico di Fara in Sabina • Museo civico di Leonessa • Museo civico archeologico di Magliano Sabina • Museo archeologico “Trebula Mutuesca” di Monteleone Sabino • Museo civico di Rieti

Musei di Interesse locale

o Museo del Monastero di Santa Filippa Mareri di Petrella Salto

o Museo del Silenzio di Fara Sabina o Modern Automata Museum di Montopoli di Sabina

Città metropolitana di Roma

Musei di Ente locale

• Musei civici di Albano • Museo archeologico “Adolfo Klitsche de La Grange” di Allumiere • Museo d'arte moderna di Anticoli Corrado • Museo civico archeologico di Anzio • Museo delle tradizioni musicali di Arsoli • Museo del Barocco di Palazzo Chigi di Ariccia • Museo civico di Arcinazzo Romano • Museo civico di Bracciano • Museo naturalistico dei Monti Prenestini di Capranica Prenestina • Museo “La Reggia dei Volsci” di Carpineto Romano • Museo d'arte moderna e contemporanea di Cerreto Laziale • Museo Civico Città di Cave • Museo Civico Archeologico-Virtuale di Mazzano • Museo dell’Agro Veientano di Formello • Museo Tuscolano Scuderie Aldobrandini di Frascati • Museo "Rodolfo Lanciani" di Guidonia • Museo civico Lanuvino di Lanuvio • Museo della Città di Monte Porzio Catone • Museo diffuso del Vino di Monte Porzio Catone • Complesso archeologico del Barco Borghese di Monte Porzio

Catone • Museo del Fiume di Nazzano • Antiquarium comunale di Nettuno • Museo della Canapa di Pisoniano • Museo archeologico “Lavinium” di Pomezia • Museo delle Culture di Villa Garibaldi di Riofreddo • Museo geo-paleontologico di Rocca di Cave • Museo geofisico di Rocca di Papa • Museo della Civiltà contadina della Valle dell’Aniene di Roviano • Museo del Mare e della Navigazione antica di Santa Marinella

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• Museo naturalistico di Sant’Oreste • Museo del Tempo di Saracinesco • Museo archeologico di Segni • Museo archeologico di Trevignano Romano • Museo civico di Valmontone • Museo civico archeologico “Oreste Nardini”di Velletri • Museo civico di Geopaleontologia e Preistoria dei Colli Albani di

Velletri • Museo del Giocattolo di Zagarolo

Musei di Interesse locale

� Ferrovia Museo della Stazione di Colonna � Casolare 311 di Formello � Museo etiopico di Frascati � Museo didattico del Libro antico di Tivoli � Museo diocesano di Velletri � Art Forum Würth di Capena

Provincia di Viterbo

Musei di Ente locale

• Museo del Fiore di Acquapendente • Museo geologico delle Frane di Bagnoregio • Museo territoriale del Lago di Bolsena • Museo delle tradizioni popolari di Canepina • Museo delle Confraternite di Capranica • Museo del brigantaggio di Cellere • Museo “Ferrante Rittatore Vonwiller” di Farnese • Museo “Marco Scacchi” di Gallese • Museo del Costume farnesiano di Gradoli • Museo archeologico e delle Tradizioni popolari di Grotte di Castro • Museo archeologico “Pietro e Turiddo Lotti” di Ischia di Castro • Museo della Terra di Latera • Museo naturalistico di Lubriano • Museo Antonio da Sangallo il Giovane di Montefiascone • Museo archeologico di Nepi • Museo Civico di Orte • Museo del Patrimonio di Sutri • Museo della Preistoria della Tuscia e della Rocca Farnese di

Valentano • Museo della Ceramica di Vasanello

Musei di Interesse locale

o Museo “Opera Bosco” di Calcata o Museo diocesano di Orte o Museo della Ceramica di Palazzo Brugiotti a Viterbo o Museo del Colle del Duomo di Viterbo o Museo “dell’Abate” di Viterbo (San Martino al Cimino)

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o Museo del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa

Roma Capitale

Musei del Circuito “Musei in Comune” di Roma Capitale

• Museo dell’Ara Pacis • Galleria comunale d’Arte Moderna e Contemporanea - Sede di via

Crispi • Museo d’Arte Contemporanea di Roma - MACRO - Sede di via

Reggio Emilia • Museo Barracco • Museo “Carlo Bilotti” – Aranciera di Villa Borghese • Museo di Casal de'Pazzi - Deposito Pleistocenico • Museo Pietro Canonica • Sistema Musei Capitolini – Centrale Montemartini • Museo della Casina delle Civette in Villa Torlonia • Museo del Casino dei Principi in Villa Torlonia • Museo della Civiltà Romana • Struttura Museale “Mercati di Traiano” • Museo Napoleonico • Museo della Repubblica romana e della Memoria garibaldina • Museo di Roma nel Palazzo Braschi • Museo di Roma in Trastevere • Museo del Teatro Argentina • Villa Vecchia in Villa Doria Pamphili • Museo civico di Zoologia

Altri Musei (Fondazioni, privati)

o Casa Museo Giorgio de Chirico o Ecomuseo del Litorale di Ostia o Explora il Museo dei Bambini o Fondazione Venanzo Crocetti o Keats-ShelleyMemorial House o Museo di Arte Sacra dei Fiorentini o Museo delle Carrozze d’Epoca o Museo delle Cere o Museo Ebraico di Roma o MUSA: Museo degli strumenti musicali dell'accademia

Nazionale di S.Cecilia

Musei Regionali • Museo della Mente della A.S.L. RM E

Destinatari diretti Criticità: Beneficiari indiretti

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Studenti (provenienti dal Comune di

Bassiano)

Conoscenza superficiale e scarso apprezzamento da parte della popolazione giovanile del

valore storico-culturali dei “beni” presenti sul territorio, scarso senso di cittadinanza

attiva. Genere N.Stima

approssimativa Incidenza della gravità in % Contesto socio-economico-

ambientale Maschi 84

69% L’intera comunità scientifica

grazie alla diffusione di buone prassi in ambito storico culturale e di gestione dei beni di carattere culturale. Le istituzioni del Territorio più prossime, quali i comuni, la Provincia e la stessa Regione, per il sostegno ricevuto nella promozione delle attività culturali, nel garantire presidio e promozione del territorio. Istituti scolastici, poiché beneficeranno delle attività di recupero, conservazione e catalogazione dei beni e del patrimonio librario, dell’apertura garantita della struttura e del potenziamento dei servizi. Questo incrementerà l’interesse degli studenti, la partecipazione agli eventi e le attività di ricerca portate avanti (ricerca per redazione tesi, mappature, conoscenza del territorio, della sua storia e cultura, studio e ricerca ad altri fini). Le associazioni culturali per le quali la biblioteca in quanto tale rappresenta un costante punto di riferimento culturale. Associazione dei Commercianti: l’economia del settore turistico richiede iniziative culturali adeguate a sostenerne la domanda, che possa fungere da volano anche per l’economia locale

Femmine 70

60%

Tot. Range d’età 6/18 anni

154*

*Dati di Fonte Anagrafica

Elaborazioni Ufficio di Statistica

al 31 dicembre 2015

Risultato atteso:

Avvicinamento dei giovani al alla storia locale, aumentando il

numero delle iniziative realizzate per e in

collaborazione con le scuole.

Incremento e valorizzazione dell’attività di ricerca all’interno

della struttura, mediante percorsi di ricerca su argomenti

di particolare interesse

Potenziamento del sistema di informazione, divulgazione e

promozione

� POPOLAZIONE SCOLASTICA PROVINCIA DI VITERBO

Destinatari diretti Criticità:

Conoscenza superficiale e scarso apprezzamento da parte della popolazione giovanile del

valore storico-culturali dei “beni” presenti sul territorio,

Beneficiari indiretti Studenti

(provenienti dal Comune di Soriano nel cimino)

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scarso senso di cittadinanza attiva.

Genere N.Stima approssimativa

Incidenza della gravità in % Contesto socio-economico-ambientale

Maschi 512

79% L’intera comunità scientifica grazie alla diffusione di buone prassi in ambito storico culturale e di gestione dei beni di carattere culturale. Le istituzioni del Territorio più prossime, quali il Comune, la Provincia e la stessa Regione, per il sostegno ricevuto nella promozione delle attività culturali, nel garantire presidio e promozione del territorio. Istituti scolastici, del territori a cui appartengono gli alunni coinvolti nelle visite e nelle attività didattiche, che vedono migliorata e diversificata la proposta formativa con esso le visite al centro storico, la partecipazione agli eventi e le attività di ricerca portate avanti (ricerca per redazione tesi, mappature, conoscenza del territorio, della sua storia e cultura, studio e ricerca ad altri fini). Le associazioni culturali per le quali la biblioteca in quanto tale rappresenta un costante punto di riferimento culturale. Associazione dei Commercianti: l’economia del settore turistico richiede iniziative culturali adeguate a sostenerne la domanda, che possa fungere da volano anche per l’economia locale

Femmine 479

71%

Tot. Range d’età 6/18 anni

991*

*Dati di Fonte Anagrafica

Elaborazioni Ufficio di Statistica

al 31 dicembre 2015

Risultato atteso:

Avvicinamento dei giovani al alla storia locale, aumentando il

numero delle iniziative realizzate per e in

collaborazione con le scuole.

Incremento e valorizzazione dell’attività di ricerca all’interno

della struttura, mediante percorsi di ricerca su argomenti

di particolare interesse

Potenziamento del sistema di informazione, divulgazione e

promozione

� POPOLAZIONE SCOLASTICA PROVINCIA DI RIETI:

Destinatari diretti Criticità: Conoscenza superficiale e

scarso apprezzamento da parte della popolazione giovanile del

valore storico-culturali dei “beni” presenti sul territorio, scarso

Beneficiari indiretti Studenti

(provenienti dei comuni appartenenti all’Unione dei

Comuni Bassa Sabina)

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senso di cittadinanza attiva.

Genere N.Stima approssimativa

Incidenza della gravità in % Contesto socio-economico-ambientale

Tot. Range d’età 6/18 anni

2.322 *

*Dati di Fonte Anagrafica

Elaborazioni Ufficio di Statistica

al 31 dicembre 2015

75% Collettività, in quanto lo sviluppo del sito archeologico come luogo di aggregazione socio-culturale potrà svolgere un importante ruolo sociale. Istituti scolastici, del territori a cui appartengono gli alunni coinvolti nelle visite e nelle attività didattiche, che vedono migliorata e diversificata la proposta formativa; le istituzioni del Territorio più prossime, la Provincia e la stessa Regione, per il sostegno ricevuto nella promozione delle attività culturali, nel garantire presidio del Territorio e riqualificazione del centro storico.

Risultato atteso:

Avvicinamento dei giovani al alla storia locale, aumentando il

numero delle iniziative realizzate per e in collaborazione con le

scuole.

Incremento e valorizzazione dell’attività di ricerca all’interno

della struttura, mediante percorsi di ricerca su argomenti di

particolare interesse

Potenziamento del sistema di informazione, divulgazione e

promozione

Destinatari diretti Criticità: Conoscenza superficiale e

scarso apprezzamento da parte della popolazione giovanile del

valore storico-culturali dei “beni” presenti sul territorio, scarso senso di cittadinanza

attiva.

Beneficiari indiretti

Studenti (provenienti dal Comune di

Magliano Sabina)

Genere N.Stima approssimativa

Incidenza della gravità in % Contesto socio-economico-ambientale

Maschi 187

79% L’intera comunità scientifica grazie alla diffusione di buone prassi in ambito storico culturale e di gestione dei beni di carattere culturale. Le istituzioni del Territorio più prossime, quali i comuni, la Provincia e la stessa Regione, per il sostegno ricevuto nella promozione delle attività culturali, nel garantire presidio e promozione del territorio. Istituti scolastici, poiché beneficeranno delle attività di recupero, conservazione e catalogazione dei beni e del patrimonio librario, dell’apertura garantita della struttura e del potenziamento dei servizi. Questo

Femmine 170

71%

Tot. Range d’età 6/18 anni

357*

*Dati di Fonte Anagrafica

Elaborazioni Ufficio di Statistica

al 31 dicembre 2015

Risultato atteso:

Avvicinamento dei giovani al alla storia locale, aumentando il

numero delle iniziative realizzate per e in

collaborazione con le scuole.

Incremento e valorizzazione dell’attività di ricerca all’interno

della struttura, mediante percorsi di ricerca su argomenti

di particolare interesse

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Potenziamento del sistema di informazione, divulgazione e

promozione

incrementerà l’interesse degli studenti, la partecipazione agli eventi e le attività di ricerca portate avanti (ricerca per redazione tesi, mappature, conoscenza del territorio, della sua storia e cultura, studio e ricerca ad altri fini). Le associazioni culturali per le quali la biblioteca in quanto tale rappresenta un costante punto di riferimento culturale. Associazione dei Commercianti: l’economia del settore turistico richiede iniziative culturali adeguate a sostenerne la domanda, che possa fungere da volano anche per l’economia locale

b) Operatori del settore ricettivo alberghiero: circa 1.000. Scopo del progetto rispetto a questa categoria di destinatari è quello di creare una rete tra i soggetti del settore ricettivo al fine di incentivare la ripresa economica della zona, intercettando la categoria del turismo storico-culturale.

Destinatari diretti Criticità: Scarsa diversificazione

dell'offerta attuale di servizi turistici e di strutture di

accoglienza

Beneficiari indiretti Operatori del settore ricettivo alberghiero

N.Stima

approssimativa

Incidenza della gravità in %

85%

Contesto socio-economico-ambientale

Tot.

Circa 1000 strutture nel

territorio della Regione Lazio

Risultato atteso: Promuovere lo sviluppo di una

rete di associazioni ed operatori turistici in grado di

gestire ed utilizzare le tecniche di Marketing per la promozione

del territorio.

L’intera comunità scientifica grazie alla diffusione di buone prassi in ambito storico culturale e di gestione dei beni di carattere culturale. Le istituzioni del Territorio più prossime, quali i Comuni, la Provincia e la stessa Regione, per il sostegno ricevuto nella promozione delle attività culturali, nel garantire presidio e promozione del territorio. Istituti scolastici, poiché beneficeranno delle attività di recupero, conservazione e catalogazione dei beni e del patrimonio librario, dell’apertura garantita della struttura e del potenziamento dei servizi. Questo incrementerà l’interesse degli studenti e con esso le visite al Museo, la partecipazione agli eventi e le

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attività di ricerca portate avanti (ricerca per redazione tesi, mappature, conoscenza del territorio, della sua storia e cultura, studio e ricerca ad altri fini). Le associazioni culturali per le quali il Museo in quanto tale rappresenta un costante punto di riferimento culturale. Associazione dei Commercianti: l’economia del settore turistico richiede iniziative culturali adeguate a sostenerne la domanda, che possa fungere da volano anche per l’economia locale

c) Ricercatori, Professionisti del settore, Docenti: circa 2.500. Scopo del progetto rispetto a questa categoria di destinatari è quello di rendere accessibile e consultabile del materiale di interesse storico-culturale utile ai fini della propria attività professionale di docenza e di ricerca.

Destinatari diretti Criticità: Collaborazione limitata tra i

soggetti che operano nel settore culturale.

Beneficiari indiretti Ricercatori, Professionisti del settore, Docenti

N.Stima

approssimativa

Incidenza della gravità in %

89%

Contesto socio-economico-ambientale

Tot.

Range d’età 27/60 anni

Circa 2500 nell’intera

Regione Lazio

Risultato atteso:

Rendere fruibile a tutti gli esperti ed operatori del settore

un patrimonio di rilevanza collettiva, grazie anche all’aggiornamento della

catalogazione dei beni di interesse storico-culturale.

L’intera comunità scientifica grazie alla diffusione di buone prassi in ambito storico culturale e di gestione dei beni di carattere culturale. Le istituzioni del Territorio più prossime, quali la Provincia e la stessa Regione, per il sostegno ricevuto nella promozione delle attività culturali, nel garantire presidio e promozione del territorio. Istituti scolastici, poiché beneficeranno delle attività di recupero, conservazione e catalogazione dei beni e del patrimonio librario, dell’apertura garantita della struttura e del potenziamento dei servizi. Questo incrementerà l’interesse degli studenti e con esso le visite al Museo, la partecipazione agli eventi e le attività di ricerca portate avanti (ricerca per redazione tesi,

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mappature, conoscenza del territorio, della sua storia e cultura, studio e ricerca ad altri fini). Le associazioni culturali per le quali il Museo in quanto tale rappresenta un costante punto di riferimento culturale. Associazione dei Commercianti: l’economia del settore turistico richiede iniziative culturali adeguate a sostenerne la domanda, che possa fungere da volano anche per l’economia locale

d) Turisti potenziali circa 4.500 fruitori occasionali, che frequentano le aree interessate dal progetto (turisti e cittadini dei comuni limitrofi) ed utenti potenziali che frequenterebbero le aree e le strutture oggetto del progetto se tali servizi ed aree venissero resi fruibili, funzionali ed accessibili a chiunque o se venissero pubblicizzate al meglio.

Destinatari diretti Criticità: Carenza nell’organizzazione di visite guidate alternative alla tipologia di visita tradizionale

(visite notturne, eventi a tema, laboratori didattici, etc.)

Beneficiari indiretti Turisti potenziali

N.Stima

approssimativa

Incidenza della gravità in %

91%

Contesto socio-economico-ambientale

Tot. Range d’età 18/60 anni

4.500*

*ultimo dato disponibile

riferito al 2015

Risultato atteso:

Potenziare l’attrattività dei siti archeologici nei confronti

dell’utenza museale, con la necessità di diversificare il

percorso di visite tradizionale con tipologie alternative di

visita.

L’intera comunità scientifica grazie alla diffusione di buone prassi in ambito storico culturale e di gestione dei beni di carattere culturale. Le istituzioni del Territorio più prossime, quali la Provincia e la stessa Regione, per il sostegno ricevuto nella promozione delle attività culturali, nel garantire presidio e promozione del territorio. Istituti scolastici, poiché beneficeranno delle attività di recupero, conservazione e catalogazione dei beni e del patrimonio librario, dell’apertura garantita della struttura e del potenziamento dei servizi. Questo incrementerà l’interesse degli studenti e con esso le visite al Museo, la partecipazione agli eventi e le attività di ricerca portate avanti

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(ricerca per redazione tesi, mappature, conoscenza del territorio, della sua storia e cultura, studio e ricerca ad altri fini). Le associazioni culturali per le quali il Museo in quanto tale rappresenta un costante punto di riferimento culturale. Associazione dei Commercianti: l’economia del settore turistico richiede iniziative culturali adeguate a sostenerne la domanda, che possa fungere da volano anche per l’economia locale

6.8.3 Beneficiari indiretti Beneficiari favoriti indirettamente dal progetto sono tutte le altre categorie di utenti dell’offerta bibliotecaria e museale, ovvero docenti e cittadini dell’intera provincia. Infatti per la loro caratteristica (ricchezza delle patrimonio) musei e biblioteche in quanto tali rappresentano un costante punto di riferimento culturale e risponde alle necessità di diverse categorie di utenti (professionisti, docenti di scuole medie e superiori, cultori di materie storico culturali, associazioni locali, ecc). Il progetto avrà ricaduta su tutta la comunità locale, in quanto lo sviluppo del polo culturale come luogo di aggregazione socio-culturale potrà svolgere un importante ruolo sociale. Altri beneficiari del progetto saranno i Comuni che grazie ad un’efficace azione di controllo e riqualificazione dell’area, potrà attuare importanti iniziative di recupero, a favore dell’intera popolazione del contesto di riferimento. I benefici per l’intera comunità sono dati anche dalla maggiore diffusione patrimonio locale come strumento di sviluppo del sistema turistico locale, permettendo così la ripresa dell’economia della città. Saranno inoltre beneficiari indiretti del progetto le famiglie, la comunità e le associazioni ubicate nel territorio, oltre alle numerose scuole di ogni ordine e grado presenti nel territorio di riferimento. I volontari del servizio civile rappresenteranno inoltre un valido sostegno a tutte quelle attività (opuscoli, materiali informativi, giornate a tema) di routine realizzate in sinergia con gli Enti locali. Di particolare rilievo il contributo che l’apertura festiva dei siti turistici può dare alla riqualificazione del territorio, evidenza sostenuta dagli Enti locali, da Fondazioni cittadine, dall’Associazione dei Commercianti. L’economia del settore turistico chiede iniziative culturali adeguate a sostenerne la domanda. L’impegno profuso nella promozione della scienza e della cultura scientifica si riflette sui più giovani con importanti implicazioni sul loro futuro. Più in dettaglio, i Beneficiari indiretti saranno: � Le famiglie degli studenti beneficiari del progetto, le quali troveranno supporto nell’educazione alla

socialità ed al rispetto del bene comune per quanto concerne il patrimonio culturale, beneficiando del ruolo di aggregatore sociale che musei e archivi andranno ad acquisire a livello socio-culturale;

Stima quantitativa: 2.400 famiglie

� I giovani della comunità che saranno coinvolti nell’ideazione e realizzazione di attività per la valorizzazione e la conservazione del patrimonio storico-culturale materiale e immateriale (volontari del SCN e non). Essi gioveranno della ricchezza insita nella creazione e rafforzamento dell’identità culturale attraverso l’acquisizione di punti di vista, sistemi di interpretazione differenti ed esperienze di

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vita che andranno ad arricchire il proprio bagaglio esperienziale; Stima quantitativa: 10.300 giovani (5/29 anni)

� La comunità di appartenenza, grazie al miglioramento della qualità della vita dovuta all’attivazione di servizi all’utenza. La presenza di un museo funzionante determinerà inoltre il rafforzamento delle reti relazionali; Stima quantitativa: 51.350 residenti

� Istituzioni pubbliche dal livello più basse fino a quello regionale, ovvero: � I comuni coinvolti nel progetto � Le province coinvolte nel progetto � La Regione Lazio

� Enti privati sul territorio che operano nel settore culturale, o in sinergia con gli istituti pubblici:

� Teatri; � Fondazioni; � Imprese sociali; � Privato no profit.

� Gli Enti partner coinvolti nel presente progetto e riportati nel relativo box, che parteciperanno alla

realizzazione di attività sociali mettendo a disposizione risorse umane e strumentali;

� Gli esercenti, che vedranno incrementati i loro introiti grazie all’aumento dell’utenza nelle zone nelle quali vengono organizzate le attività di Servizio Civile;

� Associazioni per la promozione culturale e turistica del territorio che operano per la valorizzazione del patrimonio storico culturale locale, che troveranno nuovi attori impegnati anch’essi a supportare iniziative di recupero e di sponsorizzazione ideando nuove attività e potenziando i servizi esistenti.

Si vuole così dare risposte differenziate, volte a garantire le necessità primarie dei beneficiari sia a promuovere e sostenere la rete dei servizi presenti sul territorio. Al contempo si vuole garantire una maggiore accessibilità al patrimonio culturale dei centri minori del Lazio, stimolando la partecipazione attiva di tutta la popolazione.

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7) Obiettivi del progetto:

7.1 Introduzione Con questo progetto, l’ente proponente, in collaborazione con gli enti in co-progettazione, intendono ampliare l’attività di raccolta e di ricerca del patrimonio storico culturale immateriale presente e valorizzare i Musei locali, attraverso il potenziamento dei servizi specialistici offerti nell’ambito dell’informazione museografica, allo scopo di ampliare le fasce di utenza che tradizionalmente si rivolgono ai musei dei borghi medievali del Lazio. Il presente co-progetto, nella scelta dei futuri volontari, intende mettere alla prova, per esempio, anche chi non ha un’iniziale interesse specifico per il mondo dei musei, cercando di dimostrare che il mondo della cultura è del tutto aperto al mondo reale e si può e si deve scommettere sulle differenze: di idee e di persone. La fascia di età degli adolescenti è una delle più complesse e bisognose di attenzione da parte delle istituzioni. Molti giovani, terminata la terza media, abbandonano gli interessi e le attività del tempo libero svolte fino all’età di 12-13 anni. Sembra che per l’adolescente non ci siano più gli interessi precedenti e che i ragazzi abbiano difficoltà a trovarne di nuovi, soprattutto in ambito culturale. Se sono le origini sociali culturalmente elevate che aumentano le opportunità, sono tuttavia gli interventi di natura sociale e culturale che possono offrire a tutti i giovani le stesse chances per accedere al consumo di beni culturali, attenuando le differenze. Ai musei spetta il compito di aiutare gli adolescenti a superare la transizione tra l’infanzia e l’età adulta, nonché di fornire servizi e strumenti validi per arginare la perdita di interesse per la lettura e la cultura. Leggere più libri, visitare più musei, migliora i risultati scolastici e una maggior dimestichezza con i consumi culturali favorisce la partecipazione sociale ed una maggior consapevolezza. 7.2 Finalità e benefici per i volontari Il progetto è finalizzato a produrre un reale avanzamento complessivo del servizio offerto in termini di migliore conoscenza e maggiore fruibilità del patrimonio storico locale, musei e archivi: qualità dell'informazione/conoscenza + quantità delle risorse consultabili. Per i nostri volontari vi saranno come benefici l'esperienza lavorativa utile e fruttuosa per fini lavorativi oltre che di crescita personale che sposano le finalità dell'articolo 1 della legge 64/2001. Saranno aumentate la crescita personale, lo sviluppo e la capacità di comunicazione, le relazioni, l'interazione, il lavorare in gruppo, il lavorare in autonomia, in condivisione apprendendo specifiche competenze e valorizzando le capacità di partecipazione civica e di impegno sociale. 7.3 Obiettivi generali Il presente progetto ReMuse ha come obiettivo generale quello di contribuire a potenziare e migliorare i servizi offerti in ambito museale della Regione Lazio, grazie alla creazione di una rete museale regionale funzionante, ed alla realizzazione di un archivio del patrimonio posseduto, che possa rendere fruibile al pubblico ed agli esperti del settore il patrimonio storico locale della Regione Lazio. In particolare, si intendono potenziare le attività di catalogazione, di conservazione e valorizzazione dell’ingente patrimonio posseduto. I volontari del Servizio Civile, coinvolti nella realizzazione delle differenti attività, parteciperanno attivamente ad una esperienza che persegue più scopi:

• Contribuire all’incremento, al miglioramento della fruibilità e dell’accessibilità del patrimonio posseduto, attraverso iniziative di conservazione, promozione, formazione e informazione da realizzarsi nel territorio.

• Favorire, nello stesso tempo, la crescita culturale e professionale del volontario. • Catalogazione di salvaguardia dei beni posseduti dai musei e dai comuni partecipanti al

progetto.

7.4 Obiettivi specifici

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7.4.1 Obiettivi specifici dell’area archivio Il progetto tende al raggiungimento dei seguenti obiettivi specifici:

• Supporto agli interventi di recupero, cura e conservazione del patrimonio storico culturale dei comuni minori del Lazio;

• Supporto gestionale, logistico e relazionale all’attività front-office e back-office. In particolare: - Miglioramento del un servizio di supporto, assistenza e tutoraggio nel recupero dell’informazione ricercata in formato cartaceo e digitale; - Collaborazione alle attività di creazione dell’archivio, con raccolta e catalogazione del materiale reperito; - Collaborazione alle attività di controllo e ottimizzazione dei dati catalografici; - Creazione di un database da poter consultare anche online, tramite sito web dedicato; - Iniziative in favore degli utenti (predisposizione di materiale informativo cartaceo oppure su web e Simurt); - Potenziamento del servizio di supporto, assistenza e tutoraggio nel recupero dell’informazione in formato cartaceo o digitale e sull’utilizzo degli strumenti informatici. - Organizzazione di iniziative culturali sul territorio.

7.4.2 Obiettivi specifici e risultati attesi dell’area museale Il progetto tende, nell’area museale, al raggiungimento dei seguenti obiettivi specifici:

• Catalogazione dei Beni custoditi nei Musei degli enti partecipanti al Progetto attraverso la realizzazione di un quadro di riferimento del materiale ed una schedatura del patrimonio secondo gli standard catalografici;

• Conservazione del Patrimonio culturale e storico locale attraverso la conoscenza dello stato di conservazione dei beni e l’individuazione delle priorità di intervento conservativo;

• Valorizzazione del Patrimonio culturale attraverso l’organizzazione di iniziative tese a promuovere le attività realizzate dai musei, con particolare riguardo all’utenza scolastica presente sul territorio.

La valorizzazione del patrimonio custodito passa soprattutto attraverso l’integrazione delle varie organizzazioni presenti su diversi livelli, sia all’interno della filiera culturale, sia con riferimento più ampio agli attori dello sviluppo locale, quali le amministrazioni pubbliche e i diversi soggetti economici e sociali. Uno dei nodi critici dei numerosi progetti di integrazione museale in Italia, ed in particolare nel Centro-sud, è rappresentato dal raggio d’azione limitato di tali iniziative. Nella pratica, difatti, spesso un museo interagisce con altri attori (musei, enti pubblici, altri soggetti privati,..) con il solo risultato di disegnare insieme una campagna di comunicazione, o di introdurre uno strumento di accesso (tipicamente un biglietto integrato) mediante il quale l’utente può “riconoscere” l’omogeneità e l’integrazione tra le diverse organizzazioni. L’innovazione nei processi di integrazione museale è pertanto associata a tutti gli strumenti e i processi che consentono di superare tale limite, offrendo al museo migliori strumenti di programmazione e gestione e al visitatore un’offerta più ricca e qualificata, migliori livelli di servizio e maggiori elementi di attrazione culturale. In tal senso, lo sviluppo di quella che è stata definita integrazione interna costituisce un prerequisito indispensabile di qualsivoglia processo di innovazione dei servizi museali, in relazione alla sostenibilità ed alla qualità dei servizi al pubblico e della cura delle opera. 7.5 Risultati attesi Il progetto ReMuse si propone di raggiungere i seguenti risultati attesi, come riportati nelle tabelle sottostanti, e specificati attraverso indicatori di risultato e di impatto, calcolati in base alla situazione di partenza.

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Per quanto riguarda invece gli indicatori di impatto, essi vengono riportati di seguito, suddivisi rispetto all’Obiettivo Generale e agli Obiettivi Specifici.

INDICATORI DI IMPATTO RISPETTO A:

Obiettivi generali

Obiettivi specifici

• incremento dei flussi turistici nella zona dell’intervento • incremento del valore delle aree e degli edifici nelle zone contigue a quella di intervento • arresto o inversione della tendenza della perdita e del degrado del patrimonio culturale. • incremento dell’attività produttiva e commerciale nelle stesse aree (reddito e occupazione)

• incremento del numero e della tipologia dei servizi turistici ed affini offerti • incremento di servizi di informazione (anche a rete) relativi al patrimonio culturale • incremento dell’offerta di spettacoli teatrali e simili (giornate-rappresentazioni nell’anno) • incremento del numero di spettatori (spettatori/spettacoli nell’anno) • aumento numero e tipologie di aziende (artigiani, piccole e medie imprese anche di servizi) o altre attività insediate negli edifici oggetti dell’intervento • aumento tipologia e numero di reperti di interesse storico salvaguardati e/o conservati

La sinergia generata dal coinvolgimento di strutture diverse operanti sul territorio (Musei, Scuole, Centri per la Terza Età), la contemporaneità di attuazione di progetti diversi nell’ambito della promozione e valorizzazione dei beni culturali, i diversi target di fruitori finali (giovani, anziani, docenti), consente di ipotizzare, con il ausilio di Volontari, un incremento pari al 15% delle attività con il coinvolgimento diretto e indiretto di oltre 10.000 utenti. Per quanti riguarda gli indicatori di risultato, essi vengono riportati di seguito, suddivisi rispetto all’area tematica di riferimento.

� Area archivio immateriale

Criticità Obiettivi Indicatori Partenza Indicatori di risultato

1. Totale assenza di una qualsiasi forma di catalogazione ed indicizzazione del patrimonio immateriale posseduto.

(esclusa Sovrintendenza Capitolina)

Supporto agli interventi di recupero, cura e conservazione del patrimonio storico culturale dei comuni minori del Lazio.

Ex ante Ex post

Si intende stimolare un processo di recupero ed archiviazione del patrimonio materiale e immateriale posseduto da ciascun ente, con lo scopo

Digitalizzazione e immissione in data-base e rete web di 6000 file immagine

Indicatori misurabili: - Assenza Spazi

adeguati e

Individuazione di spazi adeguati ed ambienti in ciascun comune in co-progettazione per la

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di evitarne la perdita o il danneggiamento.

Digitalizzazione e immissione in data-base e rete web di 2000 file testo.

ambienti rispondenti ai principi di conservazione del materiale cartaceo stabiliti da IFLA (con conseguente esistenza di adeguati sistemi di controllo ambientale) - Mancata

Programmazione e svolgimento di periodiche attività di manutenzione ordinaria e straordinaria

- Spazi destinati al

deposito sottodimensionati rispetto al reale fabbisogno. - Spazi e

attrezzature inadeguate allo svolgimento di iniziative di valorizzazione e promozione destinate a gruppi di utenti

- Tipologia di archiviazione realizzata in maniera disomogenea.

creazione dell’archivio. Prima stesura di una programmazione e dello svolgimento di attività di periodiche di recupero e di manutenzione del materiale posseduto. Individuazione di locali per il servizio al pubblico. - Programmazione di

uno staff e di un programma di archivazione adeguato (Esistenza di un regolamento, Identificazione dell'organico specific, Identificazione delle responsabilità)

Criticità Obiettivi Indicatori Partenza Arrivo

2. Assenza di un archivio immateriale digitalizzato da poter consultare facilmente anche tramite piattaforma web.

Supporto gestionale, logistico e relazionale all’attività front-office e back-office

Ex ante Ex post

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Favorire la fruizione del patrimonio tramite l’utlizzo di banche dati online e la creazione di un vero e proprio archivio digitale.

Realizzazione di una banca dati disponibile alla consultazione di docenti, ricercatori, visitatori e studenti. Servizio di assistenza all’utenza.

Indicatori misurabili: - Orario di apertura

prefissato - Assistenza di

personale qualificato - Presenza di

strumenti di ricerca - Disponibilità di

luoghi adeguati per la consultazione - Disponibilità di

servizi di riproduzione - Non è

attualmente prevista l’assistenza ai ricercatori per ricerche da remoto. - Assenza di

personale qualificato destinato all’assistenza della ricerca da remoto.

- Orario di apertura al

pubblico di almeno 10 ore settimanali, possibilmente distribuito anche sulla fascia pomeridiana - Accessibilità agli

strumenti di ricerca anche in modalità remota - Attività di

valorizzazione, specialmente rivolte alle scuole - Database online e

punto informativo per studiosi e ricercatori. - Assistenza online. - Formazione di

personale idoneo ad effettuare ricerche archivistiche ed assistenza ai ricercatori da remoto

Criticità Obiettivi Indicatori Partenza Arrivo

3. Acquisizione di nuove fonti documentali a supporto delle attività programmate per il riassetto urbano dell’area centrale.

Supporto agli interventi di recupero, cura e conservazione del patrimonio storico culturale.

Ex ante Ex post

Incrementare il patrimonio posseduto attraverso l’acquisizione di nuove fonti domentali. Un consistente numero di fonti documentali devono essere ancora acquisite ed organizzate per renderle fruibili alle finalità di ricerca e

Ricerca nei fondi archivistici romani e acquisizione dati Realizzazione database

Indicatori quantitativi: Gli archivi documentali dei musei della Sovrintendenza di Roma Capitale in cui sono presenti fondi afferibili alla memoria

Incremento del materiale recuperato, archiviato e digitalizzato pari almeno al 70% delle unità inventariali che ancora necessitano un intervento.

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comunicazione al grande pubblico.

immateriale, ammontano ad oltre 40.000 unità inventariali tra fotografie, grafici e disegni. E’ un patrimonio documentale da riorganizzare per renderlo effettivamente fruibile. Si stima che ulteriori 3.000 dovranno essere acquisite ed organizzatenel corso del progetto.

� Area musei locali (esclusa Sovrintendenza Capitolina)

CRITICITA’ OBIETTIVI INDICATORI DI PARTENZA ex ante

ARRIVO

4. Scarsa visibilità delle attività promosse dal musei.

Valorizzazione del Patrimonio culturale.

Conservazione del

Patrimonio culturale

Catalogazione dei Beni custoditi nei Musei

Tipologia di indicatori ex post

Scarsa visibilità delle attività promosse dai musei Il sistema museale regionale è caratterizzato da un patrimonio culturale gestito per lo più da piccole realtà locali, poco organizzate dal punto di vista comunicativo e di marketing culturale. Le strutture presenti nel territorio non sono perciò correttamente pubblicizzate e sfruttate dal punto di vista del turismo culturale. La visibilità passa solo attraverso le pagine dei

Per quanto riguarda la valorizzazione del sistema museale, il progetto si propone di promuovere un rinnovamento nella fruizione del Museo verso un pubblico diversificato tramite: la proposta di modalità diverse per visitare e fruire il museo e le biblioteche, rivolte alle diverse fasce d’età; il potenziamento e più assiduo aggiornamento dei siti internet di ciascun museo, con relativa disponibilità di dati

Indicatori quantitativi totali Presenze dei visitatori: 8.600 N. mostre temporanee N. eventi e laboratori didattici Indicatori economico-finanziario Percentuale di entrate da ricavi, incassi da biglietto, vendite di altri servizi e concessioni.

+40% +35% +40% Incremento incasso musei: % aumento di biglietti e materiale illustrativo venduto

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social e del passaparola, con poca risonanza nei media e nella stampa locale, escludendo così dal contesto gran parte dell’utenza potenziale.

online; maggior lavoro sulla comunicazione; accrescere il numero di proposte nuove, che agevolino una lettura trasversale e più ampia dei musei; accrescere il numero delle classi accolte grazie al potenziamento dei laboratori didattici effettuati in collaborazione con le scuole di ogni ordine e grado presenti nel territorio di ciascun museo; organizzare un maggior numero iniziative per coinvolgere nuove fasce di pubblico.

Indicatori non economici e finanziari Efficacia sociale del museo, alla sua capacità cioè creare e diffondere cultura, rispondendo ai bisogni, anche non espressi, dei propri fruitori.

CRITICITA’ OBIETTIVI INDICATORI DI

PARTENZA ex ante ARRIVO

5. Presenza di una rete museale regionale inefficace.

Valorizzazione del Patrimonio culturale.

Conservazione del

Patrimonio culturale

Tipologia di indicatori ex post

Assenza di una rete museale regionale funzionante Il sistema di Networking tra i musei della Regione Lazio è quasi totalmente inesistente, limitato al solo scambio di bibliografia e materiale illustrativo. Gli enti non sfruttano le potenzialità insite in un ipotetico sistema di rete, in grado di permettere lo scambio di buone prassi e di abbattere eventuali costi superflui per le singole realtà museali.

Creazione di un sistema di Networking efficiente tra tutte le strutture partecipanti al progetto, con lo scopo di creare una vera e propria rete di scambio e di promozione reciproca tra i musei della regione Lazio, capace di competere non solo a livello nazionale ma anche su scala internazionale

Indicatore di capacità gestionale Definizione di centri di responsabilità e istituzionalizzazione di rapporti funzionali e gerarchici, nel quadro però di una sufficiente autonomia economico-finanziaria, operativa e strategica dell’azienda-museo nel suo complesso

Realizzazione di una rete gestionale efficiente.

CRITICITA’ OBIETTIVI INDICATORI DI

PARTENZA ex ante ARRIVO

6. Utenza limitata Valorizzazione del

Patrimonio culturale.

Tipologia di indicatori ex post

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Scarsa affluenza dell’utenza museale negli ultimi anni di attività. La percentuale maggiore del turismo culturale è infatti limitata alla sola area della Capitale e dei grandi Musei, con poco spazio dedicato alle piccole strutture museali locali, che costituiscono la parte dominante del patrimonio culturale museale regionale.

Incremento dell’utenza museale, attirando non solo visitatori residenti nella regione, ma anche turismo extra-regionale e internazionale.

Indicatore quantitativo Variazione percentuale di utenza museale in aumento. Indicatori del rapporto con gli utenti Valutare le condizioni di accessibilità dei musei. A questo scopo è rilevante innanzitutto il numero di ore e di giorni di apertura, non solo in valore assoluto, ma anche considerandone la distribuzione.

+40% Condizioni di accessibilità dei musei migliorata. Aumento del numero di ore e di giorni di apertura al pubblico di ciascun museo.

7.6 Obiettivi generali per il volontario in servizio civile Attraverso il progetto viene offerta ai volontari una occasione di crescita personale e professionale. Il progetto si ricollega ai principi contenuti nella legge 64/2001 per cui il volontario ha la possibilità di esprimere e testimoniare i valori dell’impegno e della partecipazione attiva alla vita sociale della comunità. Ha la possibilità di testimoniare come, tramite il servizio civile nazionale, si possa concorrere alla difesa della patria anche attraverso mezzi e attività non militari.

• Promozione della cittadinanza attiva; • Acquisizione di nuove competenze relazionali e professionali; • Instaurazione di una proficua relazione con gli utenti che sono coinvolti nella

realizzazione del progetto;

• Individuazione del proprio ruolo sociale; 7.7 Obiettivi specifici per i volontari Per quanto riguarda i volontari di servizio civile, gli obiettivi specifici saranno:

• Favorire l’acquisizione di competenze specialistiche rispetto alla salvaguardia, tutela e gestione dell’ambiente e del territorio;

• Favorire l’acquisizione di competenze specialistiche rispetto alla conoscenza dei terreni, ambienti, e flora tipica del territorio;

• Favorire l’acquisizione di competenze rispetto all’organizzazione di attività di promozione di progetti ambientali, sia educativi che promozionali del territorio;

• Favorire l’acquisizione di competenze educative, in special modo relative alla gestione di tutoraggio di gruppi di giovani e giovanissimi;

• Favorire l’acquisizione di competenze connesse alla sicurezza in montagna e vigilanza ambientale;

• Imparare a lavorare in un team, collaborando con esperti e altri volontari; • Incrementare la conoscenza delle specifiche aree verdi interessate dal progetto;

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LOGICA Dell’Intervento INDICATORI VERIFICABILI

FONTI DI VERIFICA

Obiettivo Generale

L’obiettivo generale del progetto è quello di contribuire a potenziare e migliorare i servizi offerti in ambito museale

Coinvolgimento attivo dei volontari di Servizio civile nelle attività di progetto.

Attività di monitoraggio periodica OLP.

Report di valutazione finale ex-post del progetto

Obiettivi Specifici

AREA ARCHIVIO IMMATERIALE

• Supporto agli interventi di recupero, cura e conservazione del patrimonio storico culturale;

• Supporto relazionale all’attività front-office. In particolare: - Miglioramento del un servizio di supporto, assistenza e tutoraggio nel recupero dell’informazione ricercata in formato cartaceo e digitale; - Collaborazione alle attività di creazione dell’archivio, con raccolta e catalogazione del materiale reperito; - Collaborazione alle attività di controllo e ottimizzazione dei dati catalografici; - Iniziative in favore degli utenti (predisposizione di materiale informativo cartaceo oppure su web);

Indicatore qualitativo Tipologia di archiviazione realizzata: realizzazione data base e indicizzazione dei dati. Indicatori misurabili:

- Spazi adeguati e ambienti rispondenti ai principi di conservazione del materiale cartaceo

- Tipologia di archiviazione realizzata

AREA MUSEALE • Conservazione del Patrimonio culturale e storico locale attraverso la conoscenza dello stato di conservazione dei beni; • Valorizzazione del Patrimonio culturale attraverso l’organizzazione di iniziative tese a promuovere le attività realizzate dai musei, con particolare riguardo all’utenza scolastica presente sul territorio.

Indicatori non economici e finanziari Efficacia sociale del museo, alla sua capacità cioè creare e diffondere cultura, rispondendo ai bisogni, anche non espressi, dei propri fruitori. Indicatore quantitativo Variazione percentuale di utenza museale in aumento. Indicatori del rapporto con gli utenti Valutare le condizioni di accessibilità dei musei. A questo scopo è rilevante innanzitutto il numero di ore e d giorni di apertura, non solo in valore assoluto, ma anche considerandone la distribuzione.

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Attività di monitoraggio periodica OLP.

Report di valutazione finale ex-post del progetto

Risultati attesi

AREA ARCHIVIO IMMATERIALE

Digitalizzazione e immissione in data-base e rete web di 6000 file immagine Digitalizzazione e immissione in data-base e rete web di 2000 file testo.

Individuazione di spazi adeguati ed ambienti in ciascun comune in co-progettazione per la creazione dell’archivio. Prima stesura di una programmazione e dello svolgimento di attività di periodiche di recupero e di manutenzione del materiale posseduto.

Rapporto di monitoraggio effettuato dal personale.

N. dati statistici raccolti.

Realizzazione di una banca dati disponibile alla consultazione di docenti, ricercatori, visitatori e studenti. Servizio di assistenza all’utenza.

- Accessibilità agli strumenti di ricerca anche in modalità remota - Attività di valorizzazione, specialmente rivolte alle scuole - Database online e punto informativo per studiosi e ricercatori. - Assistenza online. - Formazione di personale idoneo ad effettuare ricerche archivistiche ed assistenza ai ricercatori da remoto

Rapporto di monitoraggio effettuato dal personale archivistico.

Incrementare il patrimonio posseduto attraverso l’acquisizione di nuove fonti domentali. Un consistente numero di fonti documentali devono essere ancora acquisite ed organizzate per renderle fruibili alle finalità di ricerca e comunicazione al grande pubblico.

Incremento del materiale recuperato, archiviato e digitalizzato pari almeno al 30% delle unità inventariali che ancora necessitano un intervento.

Rapporto di monitoraggio effettuato dal personale archivistico.

AREA MUSEI

Attività di promozione e di marketing culturale, potenziata grazie alla creazione di un sistema di comunicazione dei Musei, con il quale è possibile diversificare l’offerta turistica proposta.

Indicatori quantitativi totali N. Presenze dei visitatori N. mostre temporanee N. eventi e laboratori didattici

Rapporto di monitoraggio trimestrale del personale museale.

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Indicatori economico-finanziario Percentuale di entrate da ricavi, incassi da biglietto, vendite di altri servizi e concessioni. Indicatori non economici e finanziari Efficacia sociale del museo, alla sua capacità cioè creare e diffondere cultura, rispondendo ai bisogni, anche non espressi, dei propri fruitori.

Potenziamento del sistema di musei attraverso incontri periodici finalizzati all’ideazione ed all’organizzazione di eventi e progetti “in rete”, con lo scopo di raggiungere il più alto numero di visitatori possibile grazie alla messa in comune di conoscenze, esperienze e risorse.

Indicatore di capacità gestionale Definizione di centri di responsabilità e istituzionalizzazione di rapporti funzionali e gerarchici, nel quadro però di una sufficiente autonomia economico-finanziaria, operativa e strategica dell’azienda-museo nel suo complesso

Rapporto di monitoraggio trimestrale del personale museale.

Ampliamento del bacino di utenti, realizzato grazie alle nuove tecniche promozionali ed alle rete museale creata.

Indicatore quantitativo Variazione percentuale di utenza museale in aumento. Indicatori del rapporto con gli utenti Valutare le condizioni di accessibilità dei musei.

Rapporto di monitoraggio trimestrale del personale museale.

Attività AREA ARCHIVIO IMMATERIALE

A.3.1 Formazione Specifica di operatori culturali

A.3.2 Fase operativa: Organizzazione documenti e realizzazione data base.

A.3.2.1Raccolta documentazione specifica

A.3.2.2 Definizione delle chiavi di accesso e della struttura per le ricerche

A.3.2.3 Organizzazione del gruppo di lavoro e del calendario delle attività

A.3.2.4 Immissione dati

A.3.2.5 Ricerche archivi esterni

Mezzi

(vedere punto 25 relativo alle risorse strumentali di progetto)

Costi

(vedere punto 23 relativo alle risorse economiche di progetto)

AREA MUSEI

A.1.1 - Continuazione/ultimazione mappatura beni culturali (patrimonio museale).

A.1.2 Miglioramento attività sportelli informativo/promozionali turistici

Mezzi

(vedere punto 25 relativo alle risorse strumentali di progetto)

Costi

(vedere punto 23 relativo alle risorse economiche di progetto)

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A.2.1 Miglioramento della campagna informativa/promozionale

A.2.2 Attività educative e arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture museali partecipanti al progetto.

A.2.3 Laboratori artistici creativi e comunicazione eventi.

A.2.4 Apertura straordinaria con eventi nuove sale Museo dei Fori Imperiali

A.2.5 Promozione dei Musei Civici e dei Musei “minori “ delle rete (creazione del networkin museale).

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8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto

con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo:

8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi.

8.1.1 Obiettivi/azioni: cronogramma Legenda: A, Azioni- AT, Azioni trasversali,OB, Obiettivi Le Azioni trasversali (AT 1.2.3.4.5) AT 1. Accogliere e inserimento dei volontari e conoscenza della struttura nella quale si opererà AT 2. Conoscenza e valorizzazione del patrimonio delle Biblioteche e dei Musei AT 3. Formazione Generale AT 4. Formazione Specifica AT 5. Verifica OB1. Ottimizzazione dei servizi per l'utenza museale. A.1.1 - Continuazione/ultimazione mappatura beni culturali (patrimonio museale). Richiamando gli obiettivi specifici proposti, le attività specifiche consisteranno nell’identificazione, nel territorio di riferimento, delle strutture, sia pubbliche che private (uffici pubblici, chiese, collezioni private, etc.), che ospitano testi, documenti, opere di interesse storico-culturale (“sommerso”); successivamente si procederà a raccogliere informazioni inerenti agli stessi, ordinandoli e catalogandoli attraverso strumenti informatici; il procedimento indicato porterà alla precisa mappatura del materiale di interesse, arricchendo il patrimonio librario/documentale dei musei. Inoltre si procederà al riordino del patrimonio già presente, favorendo la creazione di una rete di condivisione delle esperienze per favorire la creazione di sinergie positive attraverso la catalogazione con appositi software. A.1.2 Miglioramento attività sportelli informativo/promozionali turistici. Si tratterà di svolgere un’opera di lettura critica dei materiali informativi a disposizione degli Sportelli informazioni, provvedendo a sviluppare un arricchimento dei contenuti informativi, una loro maggiore facilità di lettura e comprensibilità per attrarre un pubblico più largo rispetto a quello storico. Inoltre si tratterà di studiare modalità di comunicazione/promozione diretta con il pubblico, vis-a-vis e on-line, di maggiore efficacia. In tal senso le attività di dettaglio si suddivideranno in tre macro attività, di seguito riportate in tabella.

Le attività di Back office si sostanzieranno in:

• analisi critica, a livello contenutistico e formale, del materiale esistente; • ricerca e verifica di nuove informazioni per arricchimento dei contenuti; • aggiornamento della catalogazione delle risorse turistiche, storiche e culturali presenti sul

territorio di riferimento; • individuazione e formalizzazione di nuovi itinerari turistici con particolare riferimento a

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percorsi storico-culturali, archeologici e naturalistici (monumenti, musei e biblioteche, Chiese, altre opere artistiche, siti di interesse paesaggistico ambientale);

• aggiornamento del “Data base turismo” sulle risorse locali del territorio; • realizzazione di un “Calendario eventi” relativo a programmi di visite, mostre, concorsi,

itinerari a tema organizzati nell’area territoriale di riferimento; L’attività di Demand side (o front-office) sarà incentrata nella:

• distribuzione agli utenti di materiali promozionali e informativi realizzati (guide cartacee, cd rom, cartina turistica, calendario eventi, ecc.);

• promozione dei nuovi itinerari; • offerta di informazioni turistiche (siti da visitare, collegamenti, trasporti, orari, ecc.); • consultazione di guide, pubblicazioni e cataloghi relativi ai servizi del territorio locale; • verifica della disponibilità delle strutture ricettive locali e provinciali (alberghi, campeggi,

agriturismo, bed and breakfast, ostelli, ecc.) tramite consultazione di siti internet dedicati; • raccolta prenotazioni per iniziative e manifestazioni promosse nell’area territoriale di

riferimento; • raccolta prenotazioni per visite guidate, musei, chiese, cattedrali, basiliche, gite, escursioni,

gare, spettacoli, concorsi e ogni altra iniziativa turistica e culturale locale e provinciale; • offerta di supporto all’accompagnamento durante le visite guidate.

OB2. Valorizzazione del patrimonio storico culturale posseduto.

A.2.1 Miglioramento della campagna informativa/promozionale. Si tratterà di pianificare una rinnovata campagna d�informazione e promozione specifica in collaborazione con le istituzioni locali (assessorati cultura e turismo) mettendo a frutto la valorizzazione dei contenuti sul patrimonio dei beni culturali noti e non ancora noti. Questo significa, inoltre, procedere alla:

• pubblicizzazione dei nuovi itinerari storico-culturali e naturalistici locali

• aggiornamento/arricchimento dei materiali promozionali: opuscoli, carte turistiche, guide di informazione locale, cd rom, brochure;

• individuazione di iniziative ed eventi locali non solo rendere oggetto di promozione, ma da

utilizzare come canale efficace di diffusione della campagna stessa. Sarà avviata inoltre una campagna d’informazione sui territori interessati al fine di stimolare la partecipazioni attiva dei cittadini, sondando la disponibilità da parte di privati, studiosi e collezionisti, di catalogare le proprie biblioteche e metterle a disposizione del pubblico. Contemporaneamente, presso la biblioteca, sarà avviato un sistema basilare di rilevazione statistica avente come oggetto l’affluenza e il gradimento degli utenti rispetto ai servizi, le attività e la qualità del patrimonio librario disponibile; tale sistema, fornirà i dati per la pianificazione della struttura e sarà di aiuto per i processi decisionali di gestione consapevole, identificando anche la vocazione della struttura. A.2.2 Attività educative e arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture museali partecipanti al progetto. Per quanto riguarda la collaborazione con le scuole di ogni ordine e grado, i volontari saranno impegnati nella realizzazione di attività ludico-ricreative, con finalità didattiche all’interno delle strutture di biblioteche e musei. Le attività che caratterizzano questo modo di procedere sono: 1. Accompagnamento e aiuto scolastico; 2. Attività ludico-ricreative, educative; 3. Attività espressive (laboratori); 4. Brevi uscite, visite guidate, momenti culturali.

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A.2.3 Laboratori artistici creativi e comunicazione eventi. I volontari saranno chiamati a collaborare con i partner nell’organizzazione e nello sviluppo di laboratori creativi all’interno delle singole strutture museali. I laboratori favoriranno la trasmissione e la contaminazione delle idee all’interno del gruppo e proporranno attività facilmente trasmissibili anche a bambini o persone senza particolari propensioni o competenze artistiche. I laboratori hanno anche finalità preventive e si rivelano efficaci contro la dispersione scolastica e per promuovere l'inclusione sociale per quei ragazzi che hanno più difficoltà nell'espressione e nella comunicazione, sostenendoli nel manifestare la propria identità dando spazio alla creatività personale. Le attività del progetto si concluderanno con un evento finale, alla cui organizzazione collaboreranno anche i volontari per ciascuna sede, che vedrà i partecipanti ai laboratori (bambini/ragazzi e adulti) come protagonisti principali. Si coinvolgeranno le istituzioni, le realtà del territorio, soprattutto quelle che hanno dato un contributo fattivo alla realizzazione del progetto, e tutta la cittadinanza. I volontari avranno anche il compito di gestire l’aspetto comunicativo delle attiva, gestendo ed organizzando la campagna pubblicitaria degli eventi e delle iniziative svolte dall’Associazione e dai vari enti, direttamente attraverso l’aggiornamento dei siti web e delle varie newsletter annesse. A.2.4 Apertura straordinaria nuove sale Museo dei Fori Imperiali Coinvolgimento dei volontari per la preparazione di visitie guidate all’interno delle sale. L’apertura è prevista su prenotazione e comunque almeno una volta al mese, con l’ausilio di tutte le realtà coinvolte nel progetto secondo il principio di “amministrazione condivisa”. Verrà realizzato inoltre il calendario delle aperture da pubblicizzare mediante i consueti strumenti della Sovrintendenza (sito dedicato, locandine, manifesti ecc.) e dai musei partner di progetto. A.2.5 Promozione dei Musei Civici e dei Musei “minori “ delle rete (creazione del networkin museale). La Sovrintendenza, come già analizzato nell’analisi del contesto, svolge nel panorama museale della Capitale un ruolo di raccordo e di promozione delle varie realtà culturali presenti a Roma. Essa intende pertanto ampliare questo ruolo anche nel panorama regionale, contribuendo alla valorizzazione del sistema museale laziale. La Sovrintendenza intende quindi contribuire ad una delle finalità del progetto, che si prefigge di promuovere la conoscenza collettiva di un patrimonio culturale condiviso che ponga in comunicazione la realtà urbana romana fortemente antropizzata con le aree territoriali limitrofi che hanno caratteristiche prevalentemente rurali. Questa attività verrà realizzata attraverso le attività di promozione e di networking realizzate dai volontari: a. ricognizione dei musei e delle raccolte di interesse pubblico regionale e nella loro segmentazione in base alla tipologia (musei, raccolte, altro), al grado di interesse, al titolo proprietario (pubblici, privati, ecclesiastici). Sui musei individuati dovrebbe quindi avviarsi il processo di valutazione (o autovalutazione da parte del personale impiegato nei musei stessi) mediante una scheda definita in considerazione degli standard previsti dal già citato D.M. 10 maggio 2001 e dell’elaborato prodotto nel 2007 dalla “Commissione Montella” (Montella, Dragoni, 2010). Tale ricognizione permetterebbe di individuare la situazione attuale dei musei e delle raccolte e le prioritarie esigenze da fronteggiare. b. Inviti veicolati tramite le scuole, alla partecipazione agli eventi culturali per le famiglie ed alla visita dei Musei Civici e degli altri musei della Regione Lazio. OB3 Realizzazione di un Archivio Immateriale A.3.1 Formazione Specifica di operatori culturali Formazione teorica, (realizzata a cura della Sovrintendenza), in cui si elaboreranno le linee guida del progetto. La formazione si dividerà in “formazione generale” (che prevede una serie di lezioni d’aula, utilizzando metodologie didattiche partecipative) e “formazione specifica” il cui percorso prevede l’alternarsi di attività quali: -visite guidate -lavori di gruppo anche con la partecipazione di altri operatori.

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Uno degli obiettivi dell’Ente proponente è quello di dedicarsi alla formazione dei volontari attraverso il principio del “learning by doing”, i ragazzi prenderanno parte a tutte le fasi previste per l’esplicazione del progetto, acquisendo conoscenze specifiche e organizzative. A.3.2 Fase operativa: Organizzazione documenti e realizzazione data base. A.3.2.1Raccolta documentazione specifica a. Ricerca e individuazione di materiali idonei supporti cartacei e/o audiovisivi; b. Individuazione di strumenti idonei c. Analisi ed elaborazione prodotti secondo il seguente programma: A.3.2.2 Definizione delle chiavi di accesso e della struttura per le ricerche a. Scelta fra i vari dizionari di ricerca b. Eventuale elaborazione originale di altri moduli c. Realizzazione supporto digitale A.3.2.3 Organizzazione del gruppo di lavoro e del calendario delle attività a. Divisione degli incarichi e regole comuni nel gruppo di lavoro b. Elaborazione dei documenti di presentazione c. Contatti con gli Enti archivistici d. Stesura del calendario dei lavori A.3.2.4 Immissione dati a. Reperimento dei materiali b. Immissione testi e allegati c. Simulazione ricerche indice A.3.2.5 Ricerche archivi esterni a. In relazione al cronoprogramma gestione attività e raccolta documentazione A.4 Verifica dei risultati A.4.1 Analisi dei risultati raggiunti a. Relazione finale operatori SCV b. Elaborazione dati e adeguamento offerta formativa c. Elaborazione critica dei risultati d. Piano successivo di intervento e adeguamento offerta. A.4.2 Elaborazione dispense finali per scuole, ricercatori e istituzioni a. Predisposizione testi e presentazioni informatiche ad uso dei ricercatori del settore b. Elaborazione del testo dispense c. Elaborazione power-point d. Documentazione sul lavoro svolto e predisposizione testi e presentazioni informatiche ad uso interno. PARTNER Durante tutto il periodo di servizio civile, dalla formazione generale (box29/34) a quella specifica (box 35/41), al monitoraggio (box 21 e 42) verranno inserite anche altre attività che permetteranno ai partecipanti al progetto di sviluppare le competenze poi certificate attraverso la Nomina srl . I Volontari del SCN saranno altresì coinvolti nelle azioni di diffusione e sensibilizzazione previste dal progetto (box 17). Il complesso di tutte le attività previste dal progetto aiuteranno infine i giovani a realizzare la finalità di contribuire alla formazione civica, sociale, culturale e professionale dei giovani

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indicata all'articolo 1 della legge 64/2001 che ha istituito il Servizio Civile Nazionale. Le attività vedranno inoltre la collaborazione dei seguenti partner, ciascuno secondo il proprio ambito diintervento. 8.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività. Per quanto di competenza della Sovrintendenza, le risorse umane coinvolte nel progetto saranno le seguenti:

Dott.ssa Lucrezia Ungaro Curatore archeologo presso la Direzione Musei e Polo Grande Campidoglio Responsabile Mercati di Traiano

Operatore Locale di

Progetto

Formatore specifico Coordinamento progetti di Servizio Civile per la Sovrintendenza Capitolina

Archeologo. Responsabile valorizzazione e promozione musei. Coordinamento progetti Servizio Civile Formazione specifica.

Dott.ssa Alessia Trasatti Funzionario Direzione Musei e Polo Grande Campidoglio – Responsabile Area Progetti SCV e PICA

Progettista e formatore. Organizzazione generale. Responsabile Progetti SCV e PICA Direzione Musei

Coordinamento gestionale e amministrativo progetti Mercati di Traiano e Museo Barracco. Responsabile tecnico rapporti con altri progetti di Servizio Civile di Sovrintendenza.

Dott.ssa Antonella Corsaro

Curatore Beni Culturali presso la Direzione Musei. Funzionario area archeologica Fori Imperiali

Formatore specifico

Archeologo e addetto alla sicurezza legge 81/08 area Fori Imperiali Formatore specifico

Dott.ssa Alessandra Balielo

Curatore storico dell’arte Museo dei Fori Imperiali

Formatore specifico

Responsabile didattica e eventi al Museo dei Fori Imperiali

Dott.ssa Marina Milella

Curatore Beni Culturali presso Direzione Musei – Mercati di Traiano

Formatore Specifico

Archeologa Responsabile per il Museo dei Fori Imperiali del sito Internet, programma di schedatura materiali Simart

Dott. Fabio Benedettucci

Curatore Beni Culturali Museo Napoleonico

Formatore specifico

Storico dell’arte – Responsabile Museo Napoleonico

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Dott.ssa Alessandra Balielo

Curatore storico dell’arte Museo dei Fori Imperiali

Formatore specifico Responsabile didattica e eventi al Museo dei Fori Imperiali

Dott.ssa Maria Paola Del Moro

Curatore Beni Culturali presso Direzione Musei – Mercati di Traiano

Formatore Specifico

Archeologa Responsabile per il Museo dei Fori Imperiali del sito Internet, programma di schedatura materiali Simart

Dott. Simone Pastor

Tecnico Beni Culturali presso la Direzione Musei e Polo Grande Campidoglio

Formatore specifico

Archeologo Formatore specifico antichità romane

Dott.ssa Patrizia Gioia Curatore Beni Culturale presso Direzione Monumenti antichi e moderni del Centro e del Suburbio

Formatore specifico

Archeologa Responsabile Museo del Pleistocene

Dott. Massimo Vitti

Curatore BB.CC. presso l’Ufficio Fori Imperiali – Direzione Musei

Formatore specifico Archeologo Responsabile documentazione di scavo nei cantieri archeologici. Responsabile didattica studenti universitari per tirocini formativi sullo scavo archeologico

8.2.1 Complesso delle risorse umane coinvolte nel progetto. Per l’espletamento delle attività previste dal progetto si rendono necessarie le seguenti figure professionali : - Esperti del settore per la formazione; - Esperti messi a disposizione dai Partner del progetto; - Guide professionali per la visite organizzate nel sito e nel museo. Nella tabella che segue sono riportate le risorse previste per l’espletamento delle attività progettuali.

Attività del progetto Professionalità Ruolo nell’attività Numero

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Tutte le attività progettuali

OLP

Coordinare i volontari e supervisionare le attività e azioni.

Nei giorni a seguire (fino al secondo mese dall’assunzione), al fine di mettere in condizioni di conoscere in modo adeguato sia

i contenuti del Progetto che le risorse a disposizione per la

realizzazione ottimale, efficace ed efficiente del Servizio Civile Volontario, l’O.L.P. procederà

alla presentazione dell’ente e ad una prima presentazione del

progetto e del lavoro da svolgere.

Vedere box 16 Lucrezia Ungaro Protasi Rosetta Gaiani Samuele

Alessandro Cocchieri Manuela Inches

Pastura Giancarlo Fasani Vincenzo

Riccardo Bernardi Fase propedeutica e

prima formazione

Formazione generale

Formatore

Il formatore generale avrà come compito quello di trasmettere ai ragazzi informazioni e nozioni

fondamentali per l’espletamento dell’anno di servizio civile,

riguardanti la storia del Servizio Civile Nazionali ed i valori

fondanti.

1 Esperto del Servizio

Civile Nazionale Dott. Michele Selicati

Formazione specifica

Formatori

La formazione specifica, che avrà un carattere territoriale e

locale, unitamente ad altri momenti formativi e di tirocinio collegati alla realizzazione del Progetto, avverrà nel corso dei primi 90 giorni; la formazione, pertanto, sarà per il giovane

un’attività propedeutica e informativa di avvio.

La formazione dovrà permettere ai giovani SCN di svolgere al meglio il loro ruolo e le loro

attività previste nell’ambito del progetto: il percorso di

formazione specifica studiato, nasce con dalla consapevolezza che la formazione di giovani SCN

preparati ad intervenire con tempestività ed efficienza in

settori specifici costituisce una risorsa fondamentale per un

Paese come il nostro, ricco di testimonianze storico-artistiche ma vulnerabile ed esposto non

solo alle normali calamità naturali ma anche e soprattutto all’incuria

e la superficialità della gente.

18

Dott. Michele Selicati Dott.ssa Lucrezia

Ungaro Dott.ssa Alessia Trasatti

Dott.ssa Antonella Corsaro

Dott.ssa Maria Paola Del Moro

Dott.ssa Alessandra Balielo

Dott. Simone Pastor Dott.ssa Marina Milella Dott.ssa Fulvia Strano

Dott. Massimo Vitti Dott.ssa Carla Termini

Dott. Fabio Benedettucci Dott.ssa Maddalena

Cima Dott.ssa Patrizia Gioia

Dott.ssa Paola Santoro Dott. Alessandro

Cocchieri Dott. Riccardo Bernardi Dott. Giancarlo Pastura Dott.ssa Gilda Gallerati

Cordinamento gestionale ed

amministrativo del progetto

Responsabile gestionale

Coordinamento gestionale e amministrativo del progetto.

Responsabile tecnico rapporti con altri progetti di Servizio Civile

di Sovrintendenza.

1 Dott.ssa Alessia Trasatti (Funzionario Direzione Musei e Polo Grande

Campidoglio Responsabile Area

Progetti SCV)

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Cordinatore del progetto per ogni ente in co-progettazione

7 Protasi Rosetta Gaiani Samuele

Alessandro Cocchieri Manuela Inches

Pastura Giancarlo Fasani Vincenzo

Riccardo Bernardi

OB 1:

Ottimizzazione dei servizi per l’utenza

museale.

Esperti e formatori

Gli esperti e i formatori collaboreranno con i volontari

collaboreranno nella consultazione dei fondi di

archivio già fruibili, la consultazione degli inventari

cartacei, in rete o pubblicati, la movimentazione fisica delle carte

richieste in lettura (buste o fascicoli) e per la consultazione di quegli insiemi di materiali non

inventariati o non catalogati integralmente, comunque

visionabili.

6 Dott.ssa Lucrezia Ungaro

Dott. Simone Pastor dott.ssa Alessia Trasatti dott.ssa Alessandra Balielo dott.ssa Marina Milella dott.ssa Patrizia Gioia

OB 2: Valorizzazione del

patrimonio posseduto.

Esperti e formatori

Il personale responsabile verrà affiancato dai volontari in servizio nelle attività che contribuiscono

alle politiche di promozione/comunicazione e

che hanno l’obiettivo di veicolare i contenuti dei musei partecipanti

al progetto.

9 Sovrintendenza Dott.ssa Lucrezia Ungaro Dott. Simone Pastor dott.ssa Alessandra Balielo dott. Simone Pastor dott. Fabio Benedettucci Dott.ssa Patrizia Gioia Dott. Massimo Vitti Dott.ssa Fulvia Strano Dott.ssa Maria Paola Del Moro

5 per gli enti in co-progettazione

Dott.ssa Paola Santoro Dott. Alessandro Cocchieri Dott. Riccardo Bernardi Dott. Giancarlo Pastura Dott.ssa Gilda Gallerati

OB 3: Realizzazione di un

Archivio Immateriale Esperti e formatori

Gli esperti guideranno i volontari nelle attività per la realizzazione

dell’Archivio Immateriale. Accompegnaranno inoltre i ragazzi nelle visite guidate

organizzate nei musei interessati e nei monumenti del territorio.

2 Dott.ssa Marina Milella Dott.ssa Lucrezia Ungaro

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Le risorse umane indicate potrebbero subire dei cambiamenti, sarà cura della sede di realizzazione del progetto registrare ogni tipo di variazione in proposito, tenendone nota e comunicandolo tempestivamente alla sede capofila. - Amministratori locali Sindaci, assessori ecc. saranno coinvolti in varie attività: incontri, convegni ecc. per illustrare finalità e obiettivi della tutela dei beni culturali e il ruolo dei rispettivi Enti in tale azione. Il numero in questo momento non è quantizzabile, ma si prevede che ogni Sindaco o Presidente di Ente Locale (o comunque un suo delegato) o Dirigente scolastico, sarà disponibile in momenti collettivi legati alle iniziative del progetto (stage formativi specifici, presentazioni elaborati progettuali, sintesi di ricerche ecc). Esperti messi a disposizione dai Partner del progetto Tali esperti saranno utili nei momenti di approfondimenti su alcune tematiche della formazione specifica, nella promozione e nella diffusione delle attività, nella elaborazione di brochure, depliant, realizzazione DVD ecc.

OB 4: Verifica dei risultati

Olp

L’olp avrà il compito di analizzare

i risultati raggiunti. I volontari selezionati per questo

progetto parteciperanno attivamente alla presa di

coscienza delle competenze che acquisiscono nei campi di

cittadinanza attiva e di lavoro di gruppo, finalizzato a realizzare gli obiettivi di cui al box 7 attraverso

specifiche attività individuali e collettive. In particolare questa

loro partecipazione è funzionale alla realizzazione dell'obiettivo

indicato al box 7, sezione obiettivi dei volontari che viene

riportato:

Vedere box 16 Lucrezia Ungaro Protasi Rosetta Gaiani Samuele

Alessandro Cocchieri Manuela Inches

Pastura Giancarlo Fasani Vincenzo

Riccardo Bernardi

Monitoraggio e verifica finale

Esperto del Monitoraggio

L’esperto del monitoraggio avrà il compito di realizzare, alla fine di ogni quadrimestre, una verifica delle attività svolte ricorrendo

all’utilizzo di una apposita scheda, detta “Scheda di

Monitoraggio”, appositamente predisposta dall’Ufficio Nazionale del Servizio Civile. Detta scheda

sarà trasmessa all’Ufficio Nazionale di Servizio Civile come previsto dal Piano Nazionale di

Monitoraggio. Detta scheda sarà verificata dai monitori che provvederanno ad effettuare verifiche degli obiettivi

previsti e raggiunti e che redigeranno idonea sintesi per

progetto.

Responsabile del sistema di monitoraggio

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8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto. PROGRAMMA DETTAGLIATO:

- Formazione generale e formazione specifica Entro i primi SEI MESI (180 Giorni) si prevede di esaurire la fase di Formazione generale per i Volontari. La formazione specifica, che avrà un carattere territoriale e locale, unitamente ad altri momenti formativi e di tirocinio collegati alla realizzazione del Progetto, avverrà nel corso dei primi 90 giorni; la formazione, pertanto, sarà per il giovane un’attività propedeutica e informativa di avvio. La formazione dovrà permettere ai giovani SCN di svolgere al meglio il loro ruolo e le loro attività previste nell’ambito del progetto: il percorso di formazione specifica studiato, nasce con dalla consapevolezza che la formazione di giovani SCN preparati ad intervenire con tempestività ed efficienza in settori specifici costituisce una risorsa fondamentale per un Paese come il nostro, ricco di testimonianze storico-artistiche ma vulnerabile ed esposto non solo alle normali calamità naturali ma anche e soprattutto all’incuria e la superficialità della gente. La formazione di giovani SCN rappresenta il punto di partenza fondamentale per non disperdere l’esperienza e la qualità che tutti i volontari nel nostro mondo associativo ha saputo mettere in campo nel corso degli ultimi decenni. Sulla base di queste premesse e prerogative, il percorso formativo si propone anche di specializzare questi giovani, per metterli in grado di: • intervenire nelle emergenze rivolte al patrimonio culturale • svolgere attività di controllo e segnalazione di atti di vandalismo o uso improprio di beni culturali.

- Fase di servizio operativo Superate le fasi di “ambientamento”, i Volontari saranno affiancati da persone esperte (O.L.P., formatori, professionisti esterni forniti dai partner come già ampiamente chiarito ed evidenziato) che permetteranno loro di “imparare facendo” in modo da adempiere agli impegni della Carta Etica e di permettere la massima valorizzazione delle risorse personali di ciascuno di loro. Nelle linee generali saranno impegnati per raggiungere i fini del progetto e, quindi, pienamente coinvolti nelle diverse fasi operative predette. Opereranno sia all’interno della Sede dell’Ente, ma soprattutto ”sul campo”, ovvero presso i siti di carattere storico culturale per il quale il progetto opera (Villa Adriana, Villa d’Este e Palazzo Camuccini). I Volontari incontreranno, professionisti, docenti ed esperti degli Enti Partner del Progetto al fine di realizzare insieme le iniziative concordate e inserite nel Progetto stesso. Per quanto attiene alle attività progettuali si procederà ad una verifica delle programmazioni precedenti, individuando le opzioni migliorative o comunque integrative e finalizzando il tutto ad un idoneo coinvolgimento dei giovani prima e delle Istituzioni e delle Associazioni poi, non escludendo gli operatori economici. I giovani del servizio civile saranno strumenti indispensabili per il monitoraggio e la gestione delle problematiche individuate. Il numero di volontari è stato attentamente misurato alle reali esigenze del progetto, alla tipologia di attività previste, ai dati relativi al territorio, con particolare riferimento all’utenza interessata o potenzialmente interessata. Il ruolo dei volontari è centrale rispetto al progetto e si fonda sull’assioma fondamentale secondo il quale il servizio civile deve promuovere una cultura della cittadinanza attiva, della formazione e della crescita individuale dei giovani. Nel contatto quotidiano con l’Ente Pubblico, i volontari vivranno un’esperienza formativa on the job acquisendo competenze e professionalità che gli saranno utili nella propria crescita personale, oltre che nella propria carriera lavorativa. I volontari saranno impiegati a supporto di tutte le fasi di realizzazione delle attività specifiche

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considerate sopra, con il costante coordinamento e affiancamento degli operatori locali di progetto, del personale degli uffici preposti e dello staff di progetto dell’ente promotore. Al fine di dare attuazione ad attività specifiche del progetto, potrebbero essere previsti dei trasferimenti di sede, ai sensi del Prontuario UNSC del 04.02.2009; tali trasferimenti, oltre ad essere autorizzati preventivamente dall’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile, saranno concordati con i volontari, gli OLP e i responsabili locali. Tali trasferimenti potrebbero rendersi necessari data la natura delle attività descritte nel presente progetto e le azioni ad esso collegate. Con il supporto soprattutto dell'Operatore Locale: - svilupperanno incontri non solo con le figure responsabili della gestione o della proprietà dei beni e dei servizi oggetto di intervento, ma anche con gli Enti e le Associazioni. Il loro sarà un ruolo di rilevazione, raccolta ed analisi dei dati e, con un guidato uso di questionari o di interviste dirette, cercheranno di raccogliere idee, suggerimenti, disponibilità e tutto quanto occorrente per meglio realizzare gli obiettivi - forniranno supporto alle attività quotidiane della sede, assumendo anche (sia pure marginalmente) l’impegno di front-office che consentirà di dare informazioni sulle attività, sul lavoro di ricerca e studio e, quindi, sui beni esistenti sulla loro fruibilità ecc . - saranno coinvolti nella progettazione e realizzazione delle attività del progetto legate alla informazione e alla promozione (realizzazione di percorsi didattici, visite guidate, catalogazione, schedatura digitalizzazione del materiale documentale e fotografico che si andrà a raccogliere. - collaboreranno alla realizzazione di percorsi didattici e predisposizione di programmi di visita (studenti, famiglie, visitatori esterni etc) - daranno supporto alla realizzazione di pagine WEB relative ai beni oggetto di studio ( con scansioni, fotografie, dati etc) collaboreranno, con i partner ma soprattutto con L’OLP e tutte le sedi in progetto, ad allestire eventuali mostre, esposizioni, cicli di conferenze, guide e cataloghi. In relazione alle azioni descritte nel precedente punto 8.1 i volontari in servizio civile saranno impegnati nelle seguenti attività con il ruolo descritto: AZIONI TRASVERSALI (elencate con riferimento agli obiettivi di appartenenza) AT.1 - Inserimento. In questa fase i volontari saranno accolti e cominceranno a conoscere la struttura: la storia, le attività, l'attività dell'anno corrente, i referenti e gli operatori. OBIETTIVO 1 A.1.1 - Continuazione/ultimazione mappatura beni culturali. I volontari collaboreranno con gli operatori e con gli archivisti di riferimento per la consultazione dei fondi di archivio già fruibili, la consultazione degli inventari cartacei, in rete o pubblicati, la movimentazione fisica delle carte richieste in lettura (buste o fascicoli) e per la consultazione di quegli insiemi di materiali non inventariati o non catalogati integralmente, comunque visionabili. In particolare le attività da svolgere saranno le seguenti: - Aiuto e assistenza per la ricerca nella banca dati di manifesti e articoli di riviste scientifiche. - Lavoro di verifica sulle riproduzioni di documentazione varia; in alcuni casi il controllo si rende necessario per evidenziare eventuali lacune o imprecisioni da ovviare, prima di mettere a catalogo l'indicazione di disponibilità alla consultazione; il volontario potrà dover effettuare la verifica destinata alla conservazione e alla consultazione. - Trattamento pre - catalografico di documenti iconografici: stampe fotografiche. - Condizionamento fisico e inventariazione, digitalizzazione, nomina, salvataggio in più formati dei files creati, marcatura digitale dei files destinati alla visualizzazione online. -Analisi critica, a livello contenutistico e formale, del materiale esistente, ricerca e verifica di nuove informazioni per arricchimento dei contenuti;

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- Aggiornamento della catalogazione delle risorse turistiche, storiche e culturali presenti sul territorio di riferimento. I volontari procederanno all’identificazione, nel territorio di riferimento, delle strutture, sia pubbliche che private (uffici pubblici, chiese, collezioni private, etc.), che ospitano testi o documenti di interesse storico-culturale (definito nel precedente paragrafo “sommerso”); successivamente si procederà a raccogliere informazioni inerenti agli stessi, ordinandoli e catalogandoli attraverso strumenti informatici. Inoltre si procederà al riordino del patrimonio già presente, favorendo la creazione di una rete di condivisione delle esperienze per favorire la creazione di sinergie positive attraverso la catalogazione con appositi software. Le diverse fasi che compongono il Piano di conservazione sono:

1. Fase preliminare di acquisizione di dati e informazioni tramite la ricognizione bibliografica da libri/indagini pregresse per conoscere le caratteristiche generali degli elementi che compongono la collezione; il reperimento di documentazione inerente materiali/oggetti presenti e gli interventi pregressi di restauro sui vari beni; i rilievi e l’informatizzazione dei dati; la raccolta sul campo di dati relativi ai beni (dati metrici, stato di conservazione, analisi di degrado, rilievi grafici del danno, riprese fotografiche).

2. Suddivisione dei manufatti in elementi tecnologici e loro codifica. 3. Redazione del Manuale tecnico: per ogni elemento di redige una scheda delle

problematiche ed una scheda dei danni in atto, una scheda storico-tecnica, una relazione sullo stato di conservazione, una scheda dei materiali costitutivi e delle tecniche di esecuzione, una scheda degli interventi di restauro, una scheda di registrazione degli eventi dannosi, una mappatura degli elementi a rischio e dei danni attesi.

4. Sviluppo di un Programma di conservazione, tramite la redazione di una scheda di programmazione e una scheda di ispezione per ogni elemento monitorato.

A.1.2 Miglioramento attività sportelli informativo/promozionali turistici. I volontari procederanno ad un’opera di lettura critica dei materiali informativi a disposizione degli Sportelli informazioni, provvedendo a sviluppare un arricchimento dei contenuti informativi, una loro maggiore facilità di lettura e comprensibilità per attrarre un pubblico più largo rispetto a quello storico. Inoltre si tratterà di studiare modalità di comunicazione/promozione diretta con il pubblico, vis-a-vis e on-line, di maggiore efficacia. I volontari saranno inoltre istruiti circa le attività di back office e di front office, che andranno poi ad espletare direttamente nelle strutture museali partecipanti alla rete progettuale. I volontari si occuperanno anche della gestione dei servizi al pubblico, i quali includono un'ampia gamma di servizi di ospitalità e assistenza culturale e svolgono un ruolo fondamentale per la valorizzazione del patrimonio e per la promozione della conoscenza culturale. Essi comprendono tra gli altri: - servizi di informazione e di accoglienza del pubblico; - servizi di biglietteria, anche on line; - servizi di guida, assistenza didattica, centri di incontro; - organizzazione di mostre, manifestazioni culturali e iniziative promozionali; - servizio editoriale, negozi museali, vendita in e-commerce. Per quanto riguarda le attività di promozione, verranno organizzate una serie di campagne di marketing, indirizzate ad uno specifico target di pubblico. Ciascuna campagna sarà incentrata su una specifica strategia di marketing, per la quale il volontario procederà alla:

• identificazione degli obiettivi della campagna; • identificazione dei segmenti di pubblico per il prodotto; • identificazione dei canali di comunicazione più adatti secondo il pubblico target;

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• definizione del miglior marketing mix per ciascun progetto.

OBIETTIVO 2 A.2.1 Miglioramento della campagna informativa/promozionale. Una maggiore attenzione è apparsa invece necessaria nei confronti di servizi legati al comfort della visita ed alla trasmissione dei contenuti culturali, spesso non adeguatamente aggiornati. In particolare è emersa solo una parziale sollecitudine nei confronti delle esigenze degli utenti più giovani, delle famiglie con bambini, degli anziani, delle persone con disabilità motorie permanenti o temporanee, sensoriali e cognitive, a fronte di dati sulle presenze che denotano un trend positivo proprio in quei luoghi che maggiormente hanno rivolto la loro attenzione verso questo tipo di utenza. Per questo motivo il progetto “ReMuse” per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale avvia nello specifico le seguenti attività per garantire la massima accessibilità e fruibilità del patrimonio culturale e a favorire la visita, grazie al potenziamento dei servizi al pubblico e ad interventi mirati a garantire un comfort generale a tutti i visitatori, attraverso il miglioramento dell’accessibilità esterna ed interna ai siti della cultura, delle modalità di ingresso agli stessi, della qualità delle informazioni, anche in lingua straniera, che devono essere fornite ai pubblici in base alle loro specifiche esigenze. In questa fase perciò i volontari si occuperanno delle seguenti attività:

- individuazione e formalizzazione di nuovi itinerari turistici con particolare riferimento a percorsi storico-culturali, archeologici e naturalistici (monumenti, musei e biblioteche, Chiese, altre opere artistiche, siti di interesse paesaggistico ambientale);

- aggiornamento del “Data base turismo” sulle risorse locali del territorio; - realizzazione di un “Calendario eventi” relativo a programmi di visite, mostre, concorsi,

itinerari a tema organizzati nell'area territoriale di riferimento; - distribuzione agli utenti di materiali promozionali e informativi realizzati (guide cartacee, cd

rom, cartina turistica, calendario eventi, ecc.); - promozione dei nuovi itinerari e relativa offerta di informazioni turistiche (siti da visitare,

collegamenti, trasporti, orari, ecc.); - verifica della disponibilità delle strutture ricettive locali e provinciali (alberghi, campeggi,

agriturismo, bed and breakfast, ostelli, ecc.) tramite consultazione di siti internet dedicati; - raccolta prenotazioni per iniziative e manifestazioni promosse nell’area territoriale di

riferimento; - raccolta prenotazioni per visite guidate, musei, chiese, cattedrali, basiliche, gite, escursioni,

gare, spettacoli, concorsi e ogni altra iniziativa turistica e culturale locale e provinciale; - offerta di supporto all’accompagnamento durante le visite guidate.

Il volontario avrà inoltre il compito di affiancare il personale responsabile nelle attività che contribuiscono alle politiche di promozione/comunicazione e che hanno l’obiettivo di veicolare i contenuti dei musei partecipanti al progetto (tratti artistici e storici delle opere e della struttura) informare e orientare la domanda sui servizi offerti. La comunicazione è oggetto di interventi diretti (espliciti) ed indiretti (impliciti); tra i secondi vanno annoverate le scelte compiute circa l’allestimento delle mostre, le scelte architettoniche del luogo e tutti gli elementi di gestione che incidono sull’interazione con il pubblico (ad es. la formazione del personale di contatto, la creazione di percorsi alternativi). Il volontario sarà perciò impegnato nelle seguenti mansioni:

• pubblicità (stampa, radio, cataloghi, opuscoli, immagine coordinata, banner, insegne, materiale audiovisivo, ecc.);

• pubbliche relazioni (stampa, pubblicazioni, rapporti con i media, seminari, sponsorizzazioni, alleanze con organizzazioni non profit …);

• marketing diretto (mediante la definizione di appositi database di contatti e l’utilizzo di pubblicità per corrispondenza, newsletter, convenzioni, ecc.);

• promozione presso tour operator; • front office: sportello e numero verde; • incontri pubblici e privati (open day);

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• biglietteria. Il principale strumento di comunicazione e promozione è il sito web. L’evoluzione tecnica, supportata da un crescente uso delle tecnologie da fasce sempre più vaste della popolazione, permette infatti di arricchire l’offerta culturale proposta, con servizi che riguardano la visita in loco (come ad es. servizi di prenotazione), e servizi supplementari e innovativi (nell’ambito del c.d. web 2.0). Il volontario si occuperà perciò anche della gestione e dell’aggiornamento del sito e/o delle varie pagine social (Facebook o Twitter) ove presenti.

A.2.2 Attività educative e arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture museali partecipanti al progetto + A.2.3 Laboratori artistici creativi e comunicazione eventi. I volontari saranno parte attiva all’interno dei laboratori didattici, affiancando il personale delle strutture museali nello svolgimento delle attività facilmente trasmissibili anche a bambini o persone senza particolari propensioni o competenze artistiche, con lo scopo di sensibilizzare i partecipanti verso il tema della valorizzazione del patrimonio storici, artistico e culturale di ciascun territorio. I volontari si occuperanno delle attività di selezione e contatto delle scuole partecipanti alle attività di laboratorio, curando ogni aspetto organizzativo: dal rapporto con il corpo docente, alla gestione di orari e spazi, sempre sotto la supervisione degli OLP. I volontari si occuperanno inoltre dell’organizzazione di un evento finale (mostra o convegno) in ogni Museo partecipante, fungendo da supporto al personale degli enti proponenti e delle associazioni partner nell’allestimento e nella promozione dell’evento che vedrà i partecipanti ai laboratori (bambini/ragazzi e adulti) come protagonisti principali. Si coinvolgeranno le istituzioni, le realtà del territorio, soprattutto quelle che hanno dato un contributo fattivo alla realizzazione del progetto, e tutta la cittadinanza. I volontari avranno anche il compito di gestire l’aspetto comunicativo delle attività, gestendo ed organizzando la campagna pubblicitaria degli eventi e delle iniziative svolte dal museo e dai vari enti, direttamente attraverso l’aggiornamento dei siti web e delle varie newsletter annesse.

Per quanto riguarda l’attività dei laboratori, i volontari si occuperanno specificatamente dell’organizzazione e gestione delle attività, a partire dal primo contatto con le scuole, sempre con il supporto dell’OLP. Si tratterà qundi di concordare con il personale docente il calendario dei laboratori, con lo scopo di non intralciare la normale attività didattica. Il volontario proporrà inoltre ai docenti il programma delle attività da svolgere, adanttandolo se dovuto ai consigli degli

insegnati ed al target di riferimento (età degli alunni) e riguardante il tema della valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale. Le attività da svolgere in collaborazione con gli Istituti scolastici saranno le seguenti:

- Guide nelle visite nei siti storici-culturali dal lunedì al venerdì, secondo turni ed orari da concordare con l’OLP e con il gruppo di volontari;

- Supporto alle attività di eventi, feste a tema, organizzazione itinerari enogastronomici. - Migliorare i percorsi espositivi incrementando le occasioni di apprendimento con attività

laboratoriali, creando un’opportunità di riferimento per gli insegnanti al fine di sviluppare possibili itinerari didattici da svolgere anche in altri siti di interesse culturale presenti nel territorio;

- Attività ludico-didattica con i bambini delle scuole i quali avranno la possibilità di esplorare il museo ed il sito archeologico in modo ludico e non convenzionale.

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Più in dettaglio, l’attività sarà suddivisa nelle seguenti azioni:

a. Progettazione dei laboratori. - Contatti con le insegnanti della scuola per informazioni sui piani formativi in atto. Necessità di recarsi presso le scuole. - Elaborazione e ideazione dei laboratori in collaborazione con i soggetti coinvolti

� Supporto durante le visite guidate nei Musei e nei siti archeologici dal lunedì al venerdì, secondo turni ed orari da concordare con l’OLP e con il gruppo di volontari;

� Supporto alle attività di eventi culturali, feste a tema, organizzazione itinerari enogastronomici e del folklore cittadino;

� Valorizzazione delle storie e delle culture locali; � Supporto nell’organizzazione di fiere e stand per la promozione turistica del territorio; � Migliorare i percorsi espositivi incrementando le occasioni di apprendimento con attività

laboratoriali, creando un’opportunità di riferimento per gli insegnanti al fine di sviluppare possibili itinerari didattici da svolgere in associazione a siti di interesse culturale presenti nel territorio;

- Contatti con le associazioni di supporto per pianificazione dell’orario e dei materiali da utilizzare durante l’attività didattica. Il volontario di SCN con disabilità svolgerà, prevalentemente, le attività indicate al punto 1 e 2 di tale azione. b. Presentazione alle scuole dei laboratori. - Elaborazione di brochure cartacea dei laboratori, utili ai fini della presentazione della proposta didattica nei diversi Istituti contattati. - Consegna della brochure alle scuole e alle insegnanti. Necessità di recarsi presso le scuole individuate nell’azione precedente c. Avvio dei laboratori con coinvolgimento delle associazioni locali. In collaborazione con gli Istituti Scolastici locali saranno individuati momenti e luoghi di collaborazione e supporto alle attività scolastiche. Inoltre i volontari saranno impegnati nelle seguenti attività:

- Attività ludico-didattica con i bambini delle scuole i quali avranno la possibilità di esplorare i siti archeologici in modo ludico e non convenzionale;

- Pianificazione attività educative e laboratori da effettuare durante l’anno di servizio civile. I volontari di Servizio Civile contribuiranno, in collaborazione con gli insegnanti, allo svolgimento delle attività previste dal laboratorio didattico:

• Lavoro preparatorio all’indagine sul campo; • Ricerca, fonti scritte, iconografiche, video, fotografie e ricerca toponomastica presso il

Comune i Musei, le interviste e questionari alla gente del posto, enti e associazioni per una lettura del territorio nei suoi elementi costitutivi sia fisici che antropici: latitudine, altitudine, morfologia, geologia, litologia, idrografia, vegetazione naturale, coltivazioni, rete viaria, insediamenti, attività economiche, cambiamenti avvenuti nel tempo (studio del paesaggio nella sua evoluzione storica), ricerca toponomastica (ricostruzione della storia del territorio anche attraverso i nomi di luogo di cui si è studiata l’etimologia e la posizione sulla carta e poi sul terreno);

• Riprese fotografiche, schizzi e mappe del territorio e del percorso nel territorio (carta della vegetazione, disegni botanici…), ricerca di segni antropici che permettono di leggere la storia del luogo, interviste e questionari anche ai membri più anziani delle famiglie dei bambini e della popolazione locale come punti di riferimento all’interno dell’attività di ricerca sulle testimonianze orali e nella raccolta di immagini e dati.

• Raccolta delle prenotazioni e calendarizzazione delle attività didattiche da parte dei volontari, in accordo con le attività scolastiche quotidiane.

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• Supporto logistico alla realizzazione dei laboratori e tutoraggio. I laboratori didattici potranno essere realizzati sia all’interno degli edifici scolastici che sul campo, direttamente presso i siti storico culturali selezionati.

• Distribuzione alle insegnanti di questionari di gradimento, con lo scopo di individuare eventuali critiche e/o suggerimenti per eventuali variazioni da apportare ai laboratori. Necessità di recarsi presso le scuole.

A.2.4 Apertura straordinaria con visite guidate nuove sale Museo dei Fori Imperiali A.2.5 Promozione dei Musei Civici e dei Musei “minori “ delle rete (creazione del networkin museale). La scelta di un network innovativo consente di valorizzare la ricchezza del patrimonio storico-artistico nel rispetto delle diversità ed in conformità con principi condivisi, migliorandone la conoscenza in un percorso comune di scambio culturale. Il network prevede sia soluzioni legate alla tipica ospitalità alberghiera ed extra alberghiera, sia soluzioni ricettive in senso più ampio (attività di ristorazione, luoghi per la degustazione di prodotti tipici o “locali a tema” per il tempo libero), nonché servizi culturali da affiancare all’attività ricettiva, nella loro espressione più contemporanea (moda, spettacolo, eventi, ecc.) o nelle forme più tradizionali (teatri, musei, sale convegni, spazi espositivi, spazi dedicati al culto e alla formazione), con differenti declinazioni a seconda anche della storia e delle attrattività dei singoli luoghi (prodotti tipici, enogastronomia, artigianato locale, tradizioni, ecc.). Il network, dunque, punta a mettere in rete e associare diversi luoghi, azioni ed attività, ovvero:

■ architetture e siti di pregio in contesti di grande valore storico e a vocazione turistica: ville storiche, palazzi, edifici religiosi, ecc.; ■ attività culturali per la promozione delle specificità del territoriali; ■ servizi alberghieri tradizionali e attività ricreative; ■ azioni di miglioramento della competitività del sistema turistico nazionale; ■ attività innovative per il comparto turistico.

In particolare, l’azione è suddivisa secondo le seguenti attività: a. Incontri pubblici sull’associazionismo aperti alla cittadinanza Gli incontri previsti verranno pubblicizzati grazie al lavoro dei volontari, che utilizzeranno a questo scopo il portale internet, i siti degli enti partner e il marketing diretto. Avranno inoltre il compito di prendere contatto con quotidiani locali per pubblicizzare gli eventi, occupandosi anche della redazione degli articoli atti a questo scopo. I volontari avranno un ruolo chiave nel rafforzamento del network del terzo settore, contattando direttamente i rappresentanti delle associazioni del territorio impegnate nell'ambito artistico-culturale, per porre le basi del successivo incontro con i cittadini e creare partenariati per specifiche attività. Le associazioni interessate predisporranno il materiale informativo, relativo alle caratteristiche dell'associazione e alle attività portate avanti, mentre i volontari le supporteranno nella distribuzione in occasione degli incontri con la cittadinanza. L’azione sarà articolata come segue: - Pubblicizzazione degli incontri pubblici sull’associazionismo aperti alla cittadinanza, per la quale i volontari utilizzeranno il portale internet, i siti dei partner e il marketing diretto. - Presa di contatto con quotidiani locali per pubblicizzare gli eventi e occupandosi anche della redazione degli articoli atti a questo scopo. - Presa di contatto con i rappresentanti delle associazioni impegnate nell'ambito artistico-culturale, per porre le basi del successivo incontro con i cittadini e creare partenariati per specifiche attività (rafforzamento del network del terzo settore). Le associazioni interessate predisporranno il materiale informativo, relativo alle caratteristiche dell'associazione e alle attività portate avanti, mentre i volontari le supporteranno nella distribuzione in occasione degli incontri con la cittadinanza. - Organizzazione di attività culturali e ricreative, da svolgersi in una prima fase presso strutture pubbliche, presentazioni di libri e incontri pubblici tematici (3 incontri per aree contermini

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b. Organizzazione di attività culturali e ricreative L’OLP in accordo con i volontari, provvederà alla ideazione di un calendario relativo alle attività culturali e ricreative da organizzare durante l’anno di servizio civile. A questo scopo i volontari programmerranno degli incontri pubblici durante i quali la cittadinanza e gli operatori del settore potranno esprime suggerimenti e idee, che siano da guida per le attività future e per intessere relazioni tra le associazioni sulla base del fabbisogno locale. Durante gli inontri verranno somministrati ai partecipanti dei questionari, realizzati dagli stessi volontari, riguardanti l’analis e le considerazioni sulla situazione attuale e su possibili occasioni di miglioramento. I volontari avranno anchee il compitoche di analizzare i risultati del questionario, estrapolando da questi le informazioni utili a orientare le nuove attività grazie alla produzione di una relazione finale. I volontari avranno un ruolo logistico nell'implementazione di tutte le attività e collaboreranno alla loro definizione, oltre che alla creazione e mantenimento del networking. In questa azione i volontari avranno il compito di: - gestire i gruppi durante le attività di aggregazione giovanile finalizzate a costruire una relazione significativa tra i componenti dei gruppi, anche attraverso l’organizzazione di iniziative co-progettate e finalizzate a far emergere idee, bisogni, risorse che consentano di rafforzare i fattori protettivi e ridurre quelli di rischio. (almeno 1 intervento per ciascun comune); - Raccolta e interpretazione di quanto emerso dalle attività di aggregazione. OBIETTIVO 3 A.3 Realizzazione Archivio Immateriale I volontari in una fase preliminare parteciperanno ad un percorso formativo in cui verrà presentato il progetto ed i loro compiti relativi alla realizzazione dello stesso. Effettueranno parallelamente delle visite guidate, a cura dei Funzionari preposti alla formazione, nei musei interessati e nei monumenti del territorio. Tali visite saranno fondamentali per una maggiore conoscenza da parte dei ragazzi dei luoghi di interesse che rappresentano il contesto di attuazione del progetto. I volontari saranno coinvolti in ogni fase del progetto per favorire il coinvolgimento e la partecipazione attiva dei giovani volontari nell’implementazione del progetto e nella definizione del “piano operativo” in cui far emergere la propria soggettività. I partecipanti verranno stimolati all’assunzione (in prima persona) di responsabilità e impegni precisi e coerenti con gli obiettivi generali e specifici che si prefigge il progetto stesso: - Raccolta dei dati di archivio (immagini, disegni, stampe, foto d’epoca, schede inventariali, relazioni di restauro) relativamente agli elementi architettonici e scultorei pertinenti ai complessi monumentali. - Ricerca e revisione bibliografica - Revisione e/o inventariazione dei nuclei di materiali conservati nei depositi - Individuazione delle informazioni più significative ai fini dell’esposizione e della comunicazione al pubblico - Sperimentazione delle scelte compiute attraverso l’ideazione e la realizzazione del progetto di comunicazione (visite guidate, materiale informativo) rivolto ai visitatori dei Musei. - Redazione di un dossier preparatorio sui materiali destinati all’esposizione o ad essa correlati. - Visite guidate ed apertura esclusiva di nuovi spazi museali. - Assistenza e punto informativo per studiosi e ricercatori - Raccolta dei dati di archivio (immagini, disegni, stampe, foto d’epoca, schede inventariali, relazioni di restauro) relativamente agli elementi architettonici e scultorei pertinenti ai complessi monumentali. - Ricerca e revisione bibliografica - Revisione e/o inventariazione dei nuclei di materiali conservati nei depositi - Individuazione delle informazioni più significative ai fini dell’esposizione e della comunicazione al pubblico - Sperimentazione delle scelte compiute attraverso l’ideazione e la realizzazione del progetto di

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comunicazione (visite guidate, materiale informativo) rivolto ai visitatori dei Musei. - Redazione di un dossier preparatorio sui materiali destinati all’esposizione o ad essa correlati.

• Nella fase preliminare si definirà quindi:

o un piano operativo o un piano di lavoro o un calendario delle attività da eseguire o selezione delle immagini e della documentazione da inserire o elaborazione dei testi o monitoraggio degli stadi di avanzamento reali del progetto con relativa redazione di una

relazione supportata da report quantificabili o apporto di eventuali modifiche per il miglioramento dei servizi prestati o tecniche di comunicazione ed informazione ed elaborazione di materiale informativo e

divulgativo o schede di gradimento del progetto o schede per l’analisi e comparazione

• Nella prima fase operativa i volontari inseriranno i dati archivistici, apriranno al pubblico gli

spazi museali e forniranno assistenza ai visitatori e ricercatori .

• Nella fase conclusiva e di analisi, i volontari si dedicheranno: o allo studio e all’analisi dei report di gradimento, o all’elaborazione delle relazioni sull’andamento del progetto, o all’analisi delle eventuali modifiche da apportare in base ai suggerimenti avuti dagli utenti per

migliorare il servizio offerto, o alla redazione di una documentazione appropriata sui risultati acquisiti. o all’elaborazione di un power-point sulle esperienze dei ragazzi durante la realizzazione del

progetto Le ore di servizio dei volontari verranno distribuite nell'orario di apertura deie Musei, coprendo e ampliando l'orario attuale 8.30/20.00. Ciò avverrà con 2 turni di servizio: 8.30/14.30 - (1 turno) 14.30/20.30 - (secondo turno). Ogni volontario presterà quindi servizio 6 ore al giorno dal lunedì al venerdì A.4 - Verifica finale In questa fase i volontari dovranno: a) partecipare agli incontri fra gli operatori b) contribuire alla raccolta dei dati relativi al lavoro da essi svolto c) compilare i questionari predisposti per la valutazione Infine i volontari selezionati per questo progetto parteciperanno attivamente alla presa di coscienza delle competenze che acquisiscono nei campi di cittadinanza attiva e di lavoro di gruppo, finalizzato a realizzare gli obiettivi di cui al box 7 attraverso specifiche attività individuali e collettive. In particolare questa loro partecipazione è funzionale alla realizzazione dell'obiettivo indicato al box 7, sezione obiettivi dei volontari che viene riportato: 1) formazione ai valori dell'impegno civico, della pace e della non violenza dando attuazione alle linee guida della formazione generale al SCN 2) apprendimento delle modalità e degli strumenti del lavoro di gruppo finalizzato alla acquisizione di capacità pratiche e di lettura della realtà, capacità necessarie alla realizzazione delle attività del progetto e successivamente all'inserimento attivo nel mondo del lavoro; 3) partecipazione alle attività di promozione e sensibilizzazione al servizio civile nazionale di cui al successivo box 17. L'attività di promozione delle attività del progetto viene svolta altresì in collaborazione con una serie di

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partner box 24.

Volontari L’orario di servizio dei Volontari varierà a seconda dei casi e dipenderà dalle esigenze collegate alla realizzazione del Progetto e le attività connesse. L’impegno settimanale è articolato in 30 ore. Il piano di lavoro medio, previsto per i volontari nel corso dell’anno, si articolerà come illustrato nella tabella che segue:

N. Piano di lavoro

% media di

impegno mensile

1 Monitoraggio e controllo del territorio: i volontari, una volta venuti a conoscenza delle risorse del territorio in cui operano, ne diventeranno sentinelle, preoccupandosi non soltanto di salvaguardarle ma anche di elaborare proposte per la relativa valorizzazione, scoraggiando in tal modo eventuali azioni che potrebbero minacciare il valore di cui sono portatrici le risorse stesse.

7%

2 Supporto alle iniziative dell’Ente, collegate al Progetto: i volontari saranno parte attiva anche nella realizzazione degli eventi culturali programmati dall’Ente che li ospita, imparando in tal modo le procedure di natura burocratiche necessarie ma anche quelle di ordine strettamente pratico: ricerca degli sponsor, progettazione e organizzazione evento, etc.

13%

3 Front Office: i volontari dovranno essere messi nelle condizioni di poter fornire le informazioni necessarie ai visitatori che non conoscono il luogo (anche ai residenti) , nonché ai giovani per i quali, attraverso le scuole e non, saranno organizzati visite guidate sul territorio. Nello stesso tempo i volontari dovranno riuscire a promuovere tutto quanto si muove nel territorio di appartenenza: eventi, le produzioni locali, etc.

10%

4 Produzione e diffusione di Brochure, depliants, guide: strettamente legata all’attività di Front Office è quella della produzione e diffusione di materiale informativo, non necessariamente collegato alle attività progettuali, con la quale avranno la possibilità di conoscere a fondo il territorio in cui operano .

10%

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5 Attività di Progetto L’impegno maggiore per i volontari sarà quello di seguire e partecipare attivamente a tutte le fasi progettuali.

I volontari saranno impegnati prevalentemente nelle seguenti attività alle quali parteciperanno attivamente anche i giovani con riserva di posto:

1. Predisposizione di un calendario di azione che determini le attività da svolgere durante l’anno di servizio civile;

2. Catalogazione del materiale durante le attività di mappatura del patrimonio;

3. Predisposizione di idonea pagina web dove pubblicare le attività di ricerca e i materiali raccolti;

4. Incontri periodici con OLP, partner e volontari della sede per sviluppare idee, raccogliere suggerimenti, arricchire il senso di appartenenza e ravvivare l’entusiasmo sul progetto

5. indagini demoscopiche e ricerche col fine di arricchire e completare il percorso progettuale.

6. analisi critica, a livello contenutistico e formale, del materiale esistente; 7. ricerca e verifica di nuove informazioni per arricchimento dei contenuti; 8. aggiornamento della catalogazione delle risorse turistiche, storiche e

culturali presenti sul territorio di riferimento; 9. individuazione e formalizzazione di nuovi itinerari turistici con

particolare riferimento a percorsi storico-culturali, archeologici e naturalistici (monumenti, musei e biblioteche, Chiese, altre opere artistiche, siti di interesse paesaggistico ambientale);

10. aggiornamento del “Data base turismo” sulle risorse locali del territorio; 11. realizzazione di un “Calendario eventi” relativo a programmi di visite,

mostre, concorsi, itinerari a tema organizzati nell’area territoriale di riferimento;

12. distribuzione agli utenti di materiali promozionali e informativi realizzati (guide cartacee, cd rom, cartina turistica, calendario eventi, ecc.);

13. promozione dei nuovi itinerari; 14. offerta di informazioni turistiche (siti da visitare, collegamenti, trasporti,

orari, ecc.); 15. consultazione di guide, pubblicazioni e cataloghi relativi ai servizi del

territorio locale; 16. verifica della disponibilità delle strutture ricettive locali e provinciali

(alberghi, campeggi, agriturismo, bed and breakfast, ostelli, ecc.) tramite consultazione di siti internet dedicati;

17. raccolta prenotazioni per iniziative e manifestazioni promosse nell’area territoriale di riferimento;

18. raccolta prenotazioni per visite guidate, musei, chiese, cattedrali, basiliche, gite, escursioni, gare, spettacoli, concorsi e ogni altra iniziativa turistica e culturale locale e provinciale.

In particolare con i Partner che compongono la “rete” del progetto, i volontari saranno guidati in incontri relazionali che svilupperanno e le rilevanze economiche nel contesto territoriale. Grazie alla formazione specifica e alle attività portate avanti nell’anno di servizio civile, i volontari acquisiranno conoscenze e competenze che favoriranno l’eventuale inserimento in percorsi di stage all’interno di enti pubblici e privati in un periodo successivo.

45%

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6 Formazione generale e specifica: come si potrà evincere nella sezione della formazione, i volontari vivranno momenti di formazione articolati in diverse modalità: quella generale sarà centralizzata a livello provinciale, o regionale laddove sarà possibile, e quella specifica, organizzata a livello locale, ma anche prettamente in sede, dove il loro Olp soprattutto avrà modo di formare i ragazzi con regolarità e continuità giornaliera. Particolare cura sarà riservata alle attività formative previste in progetto, specie quelle della formazione specifica con i formatori interni e gli esperti esterni forniti dai partner.

10%

8 Promozione e sensibilizzazione del Servizio Civile Nazionale: tale attività sarà condivisa e realizzata con gli Enti centrali in primis ma anche localmente presso le scuole e presso i partner di progetto.

5%

In linea di massima la valutazione dei risultati raggiunti avviene con cadenza almeno mensile ad opera dell’O.L.P., il quale si accerta del raggiungimento degli obiettivi precedentemente stabiliti in coerenza con quanto previsto dal progetto; con cadenza trimestrale, ad opera della sede capofila, per una verifica più approfondita del progetto nel suo insieme. Questo raffronto permette di individuare eventuali scostamenti, ricercarne le cause, individuarne le responsabilità e predisporne gli interventi correttivi.

MONITORAGGIO Alla fine di ogni quadrimestre, ogni volontario, con l’assistenza dell’OLP e del tutor di riferimento (se necessario) realizzerà una verifica delle attività svolte ricorrendo all’utilizzo di una apposita scheda, detta “Scheda di Monitoraggio”, appositamente predisposta dall’Ente proponente.

Verifica Finale La più puntuale attenzione prestata al percorso formativo e al monitoraggio (specie quello generale) risponde peraltro, non solo alle precise indicazioni dell’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile che ha inteso fissare i termini per una gestione dell’esperienza di S.C. più adeguata alle esigenze di tutti gli attori coinvolti, ma anche alle esigenze del nostro Ente che vuole far si che l’esperienza e il senso di appartenenza maturato nell’anno favorisca la permanenza dei volontari nelle sedi non solo per continuare le attività intraprese, ma anche e soprattutto perché essi diventino attori e protagonisti del nostro mondo associativo, oltre che della società più in generale. A tale riguardo e al termine del progetto i Volontari produrranno un “documento” cartaceo e/o multimediale che rappresenta la Relazione consuntiva del Progetto stesso e nella quale vengono descritte le attività svolte, illustrandone le varie fasi ed allegando tutto il materiale prodotto per il raggiungimento degli obiettivi prefissati e, appunto, la volontà di continuare a operare nell’ente con gli

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stessi obiettivi del progetto (che poi sono gli obiettivi del nostro Ente e delle nostre Sedi). Si richiederà, altresì, all’Operatore Locale di Progetto ed ai Volontari un giudizio attraverso un Questionario semi strutturato sull’esperienza fatta e sui suggerimenti da proporre per il miglioramento continuo del Progetto. I volontari, sotto la guida e il sostegno di tutto il sistema (rete) precedentemente riportato, dovrà affinare la propria idea di appartenenza con il confronto con altre idee di appartenenza e, con serenità e intelligenza, renderà più sensibile la propria coscienza al patrimonio culturale comune rendendolo consapevole che esso costituisce il tessuto connettivo della nostra memoria storica e che la sua tutela e promozione e valorizzazione è anche un fattore di crescita del Paese. 8.4 Diagramma di Gantt Dal prospetto di cui sopra appare chiara la congruità tra le attività che si andranno a realizzare e l’obiettivo del progetto, tutto a vantaggio della migliore coerenza di sviluppo del progetto stesso, condizione fondamentale per la sua concreta attuazione. Il diagramma di Gantt sotto riportato afferisce a tutti i momenti dell’attività dei volontari e quelle previste dal progetto e si sviluppa per tutta la durata del progetto/iniziativa. Per attività si intendono quegli aspetti operativi che denotano una certa omogeneità al loro interno, che possono essere definiti da un risultato/prodotto preciso, che hanno un arco temporale definibile e le cui risorse fisiche e umane da impiegare siano chiaramente identificabili. Sono da considerarsi tali: gli incontri o i seminari, la progettazione e/o l’aggiornamento di siti Internet, la predisposizione di questionari, la preparazione di un corso di formazione, la realizzazione del corso stesso. le attività di disseminazione dei risultati, l'effettuazione di studi o ricerche, la predisposizione di una banca dati, il lavoro di ricerca e catalogazione, gli incontri con Enti pubblici – privati- Partner, la produzione di materiale didattico, guide informative, depliant, ecc. Le attività di gestione o di amministrazione che si effettuano in maniera costante durante tutta la durata del progetto/iniziativa, non sono state riportate in diagramma, ma è naturale che esse siano talmente continue ed importanti da essere presenti in tutte i momenti formativi e operativi.

Eventuali scostamenti temporali rispetto alle previsioni progettuali saranno opportunamente

recuperati entro e non oltre il mese successivo a quello previsto.

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Legenda – R: risorse umane, STAFF: volontari collaboratori esterni MESI

pre

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

11

12

po

st

FASE I: Fase propedeutica e prima formazione

R: OLP, Esperto di Monitoraggio, Staff x x

FASE II: Formazione dei volontari (generale e specifica)

R: Formatori, OLP, Volontari SCN

x x x

FASE III: Attuazione del progetto OB 1:

Otimizzazione dei servizi

per l’utenza museale

Azione 1.1 R: operatori attività didattica (Staff), Volontari SC

x x x x x x x x x x

OB 2:

Valorizzazione del

patrimonio storico

culturale posseduto.

Azione 2.1

R: restauratore, Volontari SC

x x x x x x x x x x

Azione 2.2

R: archeologa (Staff), Volontari SC

x x x x x x x x x x

Azione 2.1

R: operatori sito archeologico (Staff), Volontari SC

x x x x x x x x x

OB 3: Realizzazione di un

archivio immateriale

Azione 3.1

R: operatori sito archeologico (Staff), Volontari SC

x x x x x x x x x

Azione 3.2

R: operatori culturali (Staff), Volontari SC

x x x x x x x x x

OB 4: Verifica dei risultati

Azione 5.1

R: formatori, olp, Volontari SNC

x x

Monitoraggio e verifica finale

x x x x x

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9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto:

10) Numero posti con vitto e alloggio:

11) Numero posti senza vitto e alloggio:

12) Numero posti con solo vitto: 13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:

14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) :

15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:

Si richiede disponibilità a prestare l'orario in modo flessibile nell'ambito del monte ore annuo su 6 giorni settimanali, eccezionalmente anche in orario serale o festivo in occasione di eventi, iniziative o mostre. Si richiede, inoltre, la disponibilità da parte dei volontari a prestare servizio durante il fine settimana, in alcuni casi particolari e a seconda dell’attività dell’Ente ospitante. Per esigenze legate alla realizzazione del progetto o per iniziative formative o per iniziative per divulgazione delle esperienze di servizio civile può essere richiesto ai volontari di compiere missioni su territorio comunale o anche di altre città. Il servizio verrà svolto prevalentemente presso la sede indicata nel progetto ma i volontari potranno essere coinvolti in iniziative che comportano anche attività in altre sedi destinate temporaneamente ad allestimenti di mostre ed iniziative culturali. Durante le chiusure estive i volontari saranno spostati nei musei e nelle biblioteche degli enti aperti.

40

0

40

0

1400

5

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16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato:

N. Sede di attuazione

del progetto

Comune Indirizzo Cod. ident. sede

N. vol. per

sede

Nominativi degli Operatori Locali di Progetto Nominativi dei Responsabili Locali di Ente Accreditato

Cognome e nome Data di nascita C.F. Cognome e nome

Data di nascita

C.F.

1

Roma Capitale Roma Via IV Novembre,94 56815 6 Lucrezia Ungaro 22/5/56 NGRLRZ56E62H501H Paniz Paola

14/04/1960

PNZPLA60D54H50

1K

2 Comune Di Bassiano

Bassiano Via Aldo Manuzio 119 69032 6 Gaiani Samuele 29.11.1976 GNASML76S29Z602X

3 Palazzo Cultura Pontinia Via Cavour 20 124211 6 Alessandro Cocchieri

29/03/1979 CCCLSN79C29E472X

4 Servizi museali –

Museo Civico Comunale

Magliano Sabina

Via Sabina 19/a 127533 6 Manuela Inches 15/08/1978 NCHMNL78M55H282M

5 Museo Civico Soriano nel

Cimino Via dei Telari snc 130881 6 Pastura Giancarlo 07/09/1983 PSTGCR83P07F844M

6 Biblioteca Comunale

Giuliano di Roma

Via Nazionale snc 926 4 Fasani Vincenzo 04.08.1963 FSNVCN63M04E057G

7 Biblioteca Comune di

Supino Largo Cesare Battisti 3 130864 6 Riccardo Bernardi 09/05/1968 BRNRCR68E09L009G

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17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:

L’attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nel progetto supera l’impegno di 60 ore annue (per cui oltre le 20 ore così come richieste dal progetto) per ogni partecipante al progetto.

• Verrà pubblicizzato attraverso i siti internet dei comuni in co-progettazione e attraverso il sito dell’Unione dei Comuni della Bassa Sabina www.bibliotechesabine.it , del cui sistema fa parte il Comune di Magliano Sabina, ente partecipante al progetto.

• Verrà pubblicato all’Albo Pretorio di ogni Comune aderente al progetto. • Verrà affisso tramite manifesti / bandi di partecipazione, negli appositi spazi in città. • Verrà inoltre trasmesso in copia ai Comuni della Provincia, alle Biblioteche civiche, ai Centri

per l’impiego. • Verrà pubblicizzato attraverso i quotidiani recanti la cronaca cittadina • Verrà pubblicizzato attraverso le televisioni e le radio locali. • Verrà pubblicizzato attraverso il sito dell’Associazione Arianna Onlus, www.associazione-

arianna.org. - Distretto sociale bassa sabina www.distrettosocialebassasabina.it - IV° Comunità Montana Sabina http://www.comunitamontanasabina.it, - Unione dei Comuni della Bassa Sabina http://www.ucbassasabina.it/ - Centro di Ricerca e Sperimentazione Metaculturale http://www.centrometaculturale.it

Attività di sensibilizzazione: • coinvolgimento delle scuole superiori: dalla valutazione effettuata negli scorsi anni è risultato essere molto efficace il percorso di sensibilizzazione fatto nelle classi quinte superiori. • coinvolgimento delle università: le attività di sensibilizzazione nelle sedi universitarie della regione saranno svolte con attività di volantinaggio in prossimità delle sedi stesse, con scambio di informazioni, momenti di relax e occasioni di incontri informali di approfondimento del servizio civile volontario e delle sue opportunità. • coinvolgimento delle realtà locali del territorio provinciale: le attività sul territorio provinciale vengono svolte in stretta collaborazione con gli enti radicati sul territorio che offrono l’opportunità del Servizio Civile volontario. Questi eventi riguardano maggiormente:

- feste in piazza o di circoscrizione - mostre tematiche legate al SCV - attività svolte presso luoghi di aggregazione giovanile quali: parrocchie, circoli, centri

giovanili, etc. - progetti di strada/progetti di prevenzione sul territorio provinciale: i progetti si attuano

mediante presenza sulle strade del territorio provinciale di operatori allo scopo formati, che agiscono anche in stretta collaborazione con i centri di aggregazione giovanile, incontrando i giovani ed avendo la possibilità di diffondere la cultura del volontariato e del servizio civile, oltre a dare informazioni pratiche sulle modalità di partecipazione ai progetti, in prossimità dell'uscita del Bando scv.

• sportello telefonico per orientamento e informazioni; • materiale promozionale (locandine, pieghevoli, manifesti): verrà distribuito il materiale informativo (cartaceo e informatico) a tutti i Centri Giovani e InformaGiovani del territorio regionale, a tutti i progetti che sul territorio lavorano con il target giovanile e in occasione delle attività di sensibilizzazione sul territorio. Il materiale prodotto potrà circolare tramite tre diversi canali di distribuzione:

- i singoli enti potranno utilizzare il materiale nelle proprie campagne di promozione per dare informazioni di natura generale sul Servizio Civile Volontario;

- in occasione di manifestazioni cittadine di particolare rilievo il materiale troverà collocazione per poter essere diffuso tra il pubblico;

- sarà possibile, grazie ad una attiva partecipazione degli enti stessi, distribuire materiali e fornire informazioni presso le biblioteche e i musei dei comuni aderenti al progetto.

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Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina

L’attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale oltre ad essere condotta in collaborazione con il settore Ufficio Stampa e comunicazione dell’Ente , impegna i volontari del SCN in azioni di diffusione del materiale di informazione ed incontri presso le sedi universitarie e associazioni giovanili della città. A questa attività partecipano anche alcuni ex volontari di SCN che mantengono da tempo rapporti con le strutture del nostro Ente coinvolte nei diversi progetti (biblioteche comunali, servizi sociali, protezione civile comunale,sovrintendenza comunale). La diffusione del bando oltre che sul sito istituzionale (www.comune.roma.it) viene pubblicizzato anche attraverso gli Uffici Relazione con il Pubblico di Roma Capitale e gli sportelli Informa-giovani. Il materiale di promozione (5.000 locandine e 20.000 brochure) viene diffuso presso le Università, le sedi degli uffici postali, i centri per l’impiego, le biblioteche statali, le parrocchie del territorio, altri uffici pubblici e associazioni. Sono inoltre coinvolti nell’attività di diffusione capillare sul territorio tutti gli Enti partner dei progetti. In sintesi la promozione dei progetti avviene tramite: - Internet (sito istituzionale, pagina Facebook e Twitter di Roma Capitale); - stampa e diffusione di locandine e brochure; - Radio Roma Comune e numerose radio locali; - Televisioni locali; - Riviste e acquisto di spazi pubblicitari sulle testate giornalistiche; - Partner coinvolti nei progetti per un totale di oltre 50 ore Attività promozionali nel territorio Distribuzione di fogli informativi ai visitatori dei musei, presso le scuole dell’obbligo ed i Centri per la Terza Età. Promozione delle attività del SCV nell’ambito delle iniziative e negli eventi previsti nel complesso monumentale dei Fori Imperiali (rappresentazioni teatrali, visite guidate, eventi, concerti di musica jazz e classica) con un affluenza di circa 100.000 visitatori annui. Promozione dei progetti tramite sito telematico della Sovrintendenza Capitolina. Durante i dodici mesi di Servizio Civile, dopo il terzo mese di attività i volontari di tutti i progetti in corso di SC della Sovrintendenza partecipano a incontri per scambiare le loro esperienze. La sede degli incontri è istituzionalmente la Sala Polifunzionale dei Mercati di Traiano. I risultati verranno relazionati al termine del progetto e dovranno fornire elementi di valutazione atti all’analisi critica delle conoscenze relative alle trasformazioni delle richieste degli utenti ed alle nuove criticità sociali. Tutte le iniziative e gli incontri sono normalmente pubblicizzati nei canali social istituzionali generali e quelli specifici e tematici relativi ai singoli progetti. Le attività del SC nella Sovrintendenza vengono sempre pubblicizzate in tutte le sedi istituzionali, nel corso delle iniziative in cui sono coinvolti i ragazzi (mostre, eventi culturali, manifestazioni pubbliche) e presso le scuole dell’obbligo, i Centri per la Terza Età e le realtà municipali. Per quanto riguarda l’attività di promozione del progetto degli altri enti in co-progettazione, verrà svolta tramite i seguenti canali: Comune di Bassiano Pagina Facebook Promozione su quotidiani locali: Latinaoggi Manifesti, depliant e locandine affissi in parrocchie, centri sportivi, centri di volontariato, scuole serali. Allestimento punti informativi

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Conferenza Stampa Il portale del Comune di Bassiano: www.bassianobenecomune.it www.h24notizie.com/tag/bassiano Comune Di Pontinia Sito: Www.Comune.Pontinia.Lt.It Giornale:Il Quotidiano Di Latina Televisioni:Lazio Tv, Gold Tv, Sl 48 Facebook: Comune Di Pontinia “Assessorato Ai Lavori Pubblici E Patrimonio” (Https://Www.Facebook.Com/Pages/Comune-Di-Pontinia-Assessorato-Ai-Lavori-Pubblici-E-Patrimonio) Comune di Giuliano di Roma Sito web: www.halleyweb.com/c060041/ Promozione su quotidiani locali: La provincia Manifesti, depliant e locandine affissi in parrocchie, centri sportivi, centri di volontariato, scuole serali. Allestimento punti informativi Conferenza Stampa Unione dei Comuni della Bassa Sabina L’Unione dei Comuni della Bassa Sabina si impegna a pubblicizzare il progetto presso le proprie sedi distribuite sul territorio e sul sito web http://www.ucbassasabina.it/. Comune di Magliano Sabina Siti:Comune di Magliano Sabina (www.comune.maglianosabina.ri.it/) Giornali:Il corriere di Rieti,Il Giornale di Rieti Televisioni:Lazio Digitale Comune di Supino Sito web: http://www.comune.supino.fr.gov.it/pa/home.php Pagina Facebook Promozione su quotidiani locali: La provincia Manifesti, depliant e locandine affissi in parrocchie, centri sportivi, centri di volontariato, scuole serali. Allestimento punti informativi Conferenza Stampa Comune Soriano nel Cimino Sito web: www.comune.sorianonelcimino.vt.it, www.prolocosoriano.it/ Giornali e quotidiani locali: TUSCIAWEB VITERBO OGGI NUOVO VITERBO OGGI OCCHIOVITERBESE Corriere2000 Quotidiano Notizie e News NEWTUSCIA Nuovo Corriere Viterbese Viterbo News 24 NEWTUSCIA ONTUSCIA-il quotidiano di Viterbo e provincia La tua Etruria - Informazione culturale TUSCIA TIMES Quotidiano di Viterbo e provincia etrurianews.it tusciaup

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18) Criteri e modalità di selezione dei volontari:

Criteri autonomi di selezione verificati in sede di accreditamento 19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

SI Sistema proprio in quanto Ente di prima classe 20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto:

Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto verificato in sede di accreditamento

21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

SI Sistema proprio in quanto Ente di prima classe 22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64:

Requisiti richiesti per la Sovrintendenza di Roma Capitale e Museo delle Telecomunicazioni: Laurea umanistica, storico-artistica, archivistica e indirizzi corrispondenti. Esperienze in archivistica e biblioteconomia. Requisiti richiesti per le sedi dei musei territoriali di:

Comune di Bassiano Comune di Pontinia Comune di Supino Comune di Magliano Sabina Comune di Soriano nel Cimino Comune di Giuliano di Roma

Laurea o diploma di scuola secondaria superiore. Un posto per ogni sede è riservato a ragazzi con bassa scolarizzazione.

23) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto:

Il budget delle risorse finanziare aggiuntive è riferito esclusivamente ad i Comuni in co-progettazione, fatta esclusione della Sovrintendenza Capitolina.

voci di spesa costi unitari Quantità/h costo per riga costo per voce

Manutenzione ordinaria

• Servizio di pulizia forfettaria x 12 mesi 850,00€

• Manutenzione ascensore forfettaria x 12 mesi 1.000,00€

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• Manutenzione caldaia forfett ria x 12 mesi 500,00€

• Manutenzione componenti informatici

forfet ria x 12 mesi 500,00€

Totale manutenzione ordinaria

2.850.00€

Assicurazione

• Assicurazione infortuni sulla vita, rischi infortuni del personale presente in struttura

forfettaria x 12 mesi 500.00€

Totale assicurazione

500.00€

Informazione e pu blicità, depliant, locandine, anche in relazione alla pubblicità aggiuntiva prevista per l riserve

• Informazione e pubblicità Locandine, depliant

€ 0.50 x 60 0 3000.00€

Totale costi pubblicità

3.000.00€

Costi generali

• Illuminazione e forza motri € 120 x 12 mesi 1.440.00€

• Riscaldamento e condizionamento

€ 250 x 12 mesi 3.000.00€

• elefono e Internet 70 12 mesi 840.00€

Totale utenze

5.280.00€

• Lavagna 31,20€ x 2 62,40€

• Calcolatrice scientifica 12,60€ x 3 37,80€

• Divisori in cartoncino 2,31€ x 10 23,10€

• Twin tabs 3L 0,16€ x 1 0 16,00€

• Confezione cartelle sospese Ba c

15,25€ x 1 15,25€

• Porta tabulati 9,24€ x 3 27,72€

• Confezione busta a perforazione universale lu ida

27,73€ x 1 27,73€

• Confezione risma carta A4 21,29€ x 2 42,58€

• onfezione nastro adesivo trasparente

8,99 € x 3 26,97€

• Cucitrice a pinza 16,99 € x 33,98€

• Confezione punti metallici 9,85 € x 2 19,70€

• Levapunti 5,84 € x 11,68€

• Confezione matite bic 4,20 € x 5 21,00€

• Confezione penne bic

8,64 € x 2 17,28€

• Confezione colori a pastello Giotto

11,43 € 2 22,86€

• Gomma 1,63 € x 15 24,45€

• Confezion colori a spirito Giotto

5,78 € x 4 23,12€

• Temperamatite 1,85 € x 3 5,55€

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• Confezione colori a empera Giotto

16,14 € x 2 32,28€

• Pennelli set da 3 pezzi 2,50 € x 17,50€

• Cartoncini colorati A4 5,53 € x 3 16,59€

• Cartelloni 0,50 € x 25 12,50€

• Colla st ck 0,52 € x 20 10,40€

Totale cancelleria

548,44€

• hard disk 58,80 € x 2 117,60€

• pennette USB 10,40 € x 3 31,20€

• confezione DVD-R 9,98 € x 1 9,98 €

• confezione CD-R 7,07 € x 1 7,07 €

• Toner 23,00€ x 10 230,00€

• Stampante 109,90 € x 1 109,90 €

• Sistemi operativi per la gestione del computer

600,00 € x 1 600,00 €

• Programma informatico per la rassegna stampa

80,00 € x 1 80,00 €

• Sviluppo software 1.500€ X 1 1.500,00€

• Creazione sito internet 1.500€ x 1 1.500,00€

Totale componenti informatici

4.185,75€

• Formazione specifica

25€ x 72 ore di

formazione 1.800,00€

Totale costi di formazione

1.800,00€

Totale complessivo

18.164,19€

24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners):

NO

25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:

I volontari potranno registrarsi gratuitamente al portale “Digit Roma” per la connessione ad internet, attraverso una rete di hotspot WiFi, con la quale sarà possibile fruire di 4 ore di connessione gratuita al giorno, conteggiate sulla base dell'effettivo tempo di navigazione nell'arco delle 24 ore. Attraverso la rete degli hotspot WiFi, è inoltre possibile navigare illimitatamente sui siti istituzionali di Roma Capitale e nella rete intranet di Sovrintendenza. Ai volontari verrà assegnato un proprio indirizzo di posta e un account personale necessario per l’accesso alle risorse di rete intranet della Sovrintendenza ed a quelle extranet-web tramite rete centrale del Comune di Roma. MATERIALE PUBBLICITARIOPER LA DIVULGAZIONE DEL PROGETTO • Locandine (circa 100) e depliant (da quantificare); • Bunner sui principali social network già in uso ai volontari del SCN attualmente impegnati in

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Sovrintendenza • Elaborati web inseriti nei siti istituzionali del Comune e della Sovrintendenza ARREDI E LE ATTREZZATURE • Arredi della sala polifunzionale, della biblioteca, degli uffici e dell’archivio grafico. • Attrezzature tecniche ad uso del personale. • Attrezzature disponibili al pubblico tra cui guardaroba, libreria, sala proiezioni. • Attrezzature disponibili per i Musei.

Risorse strumentali presenti nei Comuni co-progettanti Numero Tipologia della risorsa Da acquistare

(esclusa Sovrintendenza Capitolina )

In dotazione dell' Ente

In quale azione di proget o è utilizzata

1 Programma informatico per la rassegna stampa

80 No Formazione specifica

1 Sistemi operativi per la gestione del computer:

600 No Tali sistemi operativi vengono utilizzati per l’ Ottimizzazione dei servizi per l'utenza museale.

Windows ( Database (SQL Server)

Antivirus (“Sophos”),

Linux ( Portale Web (in Alta Disponibilità) VPS, server dedicato, Housing (Server di Streaming Video, Biblioteche, Protocollo Informatico, Piattaforma Moodle di Formazione a distanza, Studi Classici e Cristiani).

1 Stampante multifunzione laser Samsung SL-M2070F/SEE

109,9 No Ottimizzazione dei servizi per l'utenza museale.

10 Toner 23

No Ottimizzazione dei servizi per l'utenza museale. Laboratori artistici creativi e comunicazione eventi

1 CD-R 80 700MB confezione X 25 CD

7,07 No Ottimizzazione dei servizi per l'utenza museale. Laboratori artistici creativi e comunicazione eventi

1 DVD-R 16X SPEED 4,7GB, confezione X 25

9,98 No Ottimizzazione dei servizi per l'utenza museale. Laboratori artistici creativi e comunicazione eventi

3 pennette USB 8GB 10,4 No Ottimizzazione dei servizi per l'utenza museale.

2 hard disk (Western Digital) WDBKXH5000ASL-EESN

58,8 No Ottimizzazione dei servizi per l'utenza museale.

2 Lavagna 90cmX120cm, 5 star 31,2 No Attività educative e

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lavagna bianca con cornice in plastica 296980

arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture bibliotecarie e museali partecipanti al progetto

3 Calcolatrice scientifica Casio FX-82MS

12,6 No Attività educative e arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture bibliotecarie e museali partecipanti al progetto

10 Divisori in cartoncino formato A4 cartoncino 200 g/m2. per tutti i tipi di registratori e raccoglitori ad anelli passo 8 cm, dimensioni 22 x 30 cm, 4 fori

2,31 No Attività educative e arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture bibliotecarie e museali partecipanti al progetto

100 Twin tabs 3L - indici adesivi bianchi riposizionabili e adatti per contrassegnare in modo permanente o temporaneo documenti e pagine di libri o riviste colore bianco

0,16 No Attività educative e arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture bibliotecarie e museali partecipanti al progetto

1 Confezione 25 cartelle sospese Basic Formato l x h cm: 31,6 x 25

15,25 No Attività educative e arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture bibliotecarie e museali partecipanti al progetto

3 Porta tabulati Mec data Acco King Mec 12" x 28 cm in fibrone spessore 0,9 mm Guida doppia portante con aghi in nylon Dotati di porta etichetta rigida adesiva. Formati 12" x 37,5 cm. oppure 12" x 28 cm Capacità 12 cm

9,24 No Attività educative e arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture bibliotecarie e museali partecipanti al progetto

1 Esselte 391098100 office busta a perforazione universale, lucida, 4 pack X 10034.5X8X28,7 confezione 400 trasparente

27,73 No Attività educative e arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture bibliotecarie e museali partecipanti al progetto

2 Risma carta A4 21 x 29,7 Fabriano copy 2 confezione da 5 pacchi

21,29 No Attività educative e arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture bibliotecarie e museali

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partecipanti al progetto

3 Nastro adesivo trasparente “550” dimensioni(largh.Xlungh.) 19mmX33m confezione da 10 pezzi

8,99 No Attività educative e arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture museali partecipanti al progetto

2 Cucitrice a pinza zenith 548/E 16,99 No Attività educative e arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture museali partecipanti al progetto

2 Punti metallici 6/4 mod.130/E confezione da 10000 pezzi

9,85 No Attività educative e arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture museali partecipanti al progetto

2 Levapunti zenith 580 5,84 No Attività educative e arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture museali partecipanti al progetto

10 Matita bic “evolution”confezione 12 pezzi

4,2 No Attività educative e arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture museali partecipanti al progetto

3 Penna bic nero e rosse confezione da 50 pezzi

8,64 No Attività educative e arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture museali partecipanti al progetto

2 Colori a pastello Giotto confezione da 96

11,43 No Attività educative e arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture museali partecipanti al progetto

30 Gomma koh-i-noor flash plastic bianco

1,63 No Attività educative e arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture museali partecipanti al progetto

4 Colori a spirito Giotto confezione da 36 pezzi

5,78 No Attività educative e arti visive in collaborazione con gli

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Istituti Scolastici e con le strutture museali partecipanti al progetto

3 Temperamatite contenitore 2 fori 1,85 No Attività educative e arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture museali partecipanti al progetto

2 Colori a tempera Giotto confezione da 24 pezzi

16,14 No Attività educative e arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture museali partecipanti al progetto

7 Pennelli set da 3 pezzi 2,5 No Attività educative e arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture museali partecipanti al progetto

3 Cartoncini colorati A4 favini A69X504 rismalucea4 200g/mq assortiti 5 colori

5,53 No Attività educative e arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture museali partecipanti al progetto

25 Cartelloni 100cmX60cm 0,5 No Attività educative e arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture museali partecipanti al progetto

20 Colla stick 0,52 No Attività educative e arti visive in collaborazione con gli Istituti Scolastici e con le strutture museali partecipanti al progetto

6 Scaffalature: scaffalatura metallica a giorno, (120x200x40cm)

Si Materiale già presente in posseso dell’ente

45 Poltrona sedia scilla in dura resinadi plastica bianca impiegabile con braccioli

Si Materiale già presente in posseso dell’ente

4 Tavolo rettangolare in legno di quercia Coxmoor

Si Materiale già presente in posseso dell’ente

13 Librerie verticali da muro Si Materiale già presente in posseso dell’ente

3 1Computer (Samsung SA 100 ) Si Materiale già presente in posseso dell’ente 1Computer(SYNC MASTER SA100)

1Computer (FLATRON E1911 LG ASUS TOC03)

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2 1Stampante (SCX4300) Si Materiale già presente in posseso dell’ente 1Stampante (CANON I-SENSYS

LBP6000)

1 Lettori DVD (LG DP132.AITALLK) Si Materiale già presente in posseso dell’ente

5560 Patrimonio librario Si Materiale già presente in posseso dell’ente

6 Bagni Si Materiale già presente in posseso dell’ente

9 Postazioni per lettura Si Materiale già presente in posseso dell’ente

Accesso WIFI Si Materiale già presente in posseso dell’ente

CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 26) Eventuali crediti formativi riconosciuti:

nessuno

27) Eventuali tirocini riconosciuti :

Nessuno 28) Attestazione delle conoscenze acquisite in relazione alle attività svolte dal progetto durante l’espletamento del servizio utili ai fini del curriculum vitae:

Ente che certifica Tipologia Ente Competenze certificate

Sovrintendenza dei Musei Capitolini

Ente capofila - capacità di gestire attività di front-office (attività di istruzione dell’utenza e promozione del servizio); - capacità di gestire attività di back-office (gestione dei servizi comuni per i musei e gli archivi).

Nomina srl Ente Terzo Vedere convenzione La certificazione finale ottenuta sarà utile per il riconoscimento delle competenze acquisite e certificabili nel Curriculum Vitae del volontario. I volontari potranno acquisire le seguenti competenze legate al progetto: - capacità di gestire attività di front-office bibliotecario (reference, prestito, document delivery e prestito interbibliotecario, attività di istruzione dell’utenza e promozione del servizio); - capacità di gestire attività di back-office bibliotecario (iter del libro in biblioteca, gestione dei servizi comuni per le biblioteche). Tali competenze saranno evidenziate in un attestato rilasciato a fine servizio, che certificherà anche il percorso formativo seguito (formazione generale, formazione specifica, eventuale formazione extra

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curriculare). Le conoscenze tecniche e metodologiche aggiuntive che si intendono sviluppare nei volontari sono:

- Tecniche e metodi di comunicazione; - Metodologie d'introduzione e diffusione delle innovazioni; - Metodi di promozione e attivazione della partecipazione alla cittadinanza; - Metodi informatici applicati alla gestione delle informazioni ed elaborazione e divulgazione

dei dati. Per quanto concerne gli ambiti specifici, Ufficio stampa:

- utilizzo dei sistemi di monitoraggio delle agenzie di stampa; - capacità di utilizzo dei linguaggi di comunicazione giornalistica; - capacità di raccolta e organizzazione dati per dossier specifici; - comprensione dei metodi di trattazione giornalistica delle notizie secondo i vari media: carta

stampata, radio, TV, web.

Sito internet: - capacità di utilizzo degli strumenti informatici per l’aggiornamento e il monitoraggio del sito

web (content management system); - software specifico per l’elaborazione digitale delle immagini; - dinamiche relative ai processi di web architecting e engineering; - fondamenti tecnico-teorici su tematiche relative al web managing, finalizzati alla

revisione/adattamento dei contenuti reperiti per una completa fruizione delle informazioni da parte di ogni categoria di utenza (accessibilità web).

Comunicazione ed editoria:

- comprensione dell’iter della realizzazione di una pubblicazione, dalla stesura dei testi all’editing;

- capacità di analisi del target; - conoscenza ed applicazione dei registri linguistici tecnico-divulgativi; utilizzazione di mezzi di

comunicazione audiovisiva. L’ente sulla base del monitoraggio, dell’azione di tutoraggio e dell’affiancamento previsti, consegnerà ai volontari che concluderanno il percorso, un attestato relativo alle attività svolte e alle competenze acquisite, sottoscritto relativo all’esperienza realizzata che conterrà una dettagliata descrizione delle competenze maturate e concretamente dimostrate. SAPERE

- Ruoli dei diversi enti e dei diversi operatori nel lavoro di rete SAPER FARE Competenze tecnico-operative specifiche:

- Osservare e descrivere comportamenti e situazioni - produrre report o relazioni - utilizzare tecniche specifiche di comunicazione con i giovani (ascolto ed espressione) - predisporre e utilizzare schede per la rilevazione e raccolta di dati relativi a servizi

Competenze generali: - utilizzo dei programmi di videoscrittura - utilizzo dei programmi di Posta elettronica

SAPER ESSERE - lavorare in équipe multi professionali e comunicare e relazionarsi in generale

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Formazione generale dei volontari 29) Sede di realizzazione:

ROMA CAPITALE – VIA CAPITAN BAVASTRO 94 30) Modalità di attuazione:

In proprio con formatori accreditati dell’Ente

31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio:

SI Sistema di formazione proprio verificato in sede di

accreditamento

32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

I contenuti dei moduli della formazione vengono trattati utilizzando le seguenti tecniche: - lezione frontale in aula - studio di casi - esercitazioni - brainstorming - lavori di gruppo

33) Contenuti della formazione:

Macroaree: 1 - “Valori e identità del SCN” - L’identità del gruppo in formazione e patto formativo - Dall’obiezione di coscienza al SCN - Il dovere di difesa della Patria – difesa civile non armata e nonviolenta - La normativa vigente e la Carta di impegno etico

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2 - “La cittadinanza attiva” - La formazione civica - Le forme di cittadinanza - La protezione civile - La rappresentanza dei volontari nel servizio civile 3 - “Il giovane volontario nel sistema del servizio civile” - Presentazione dell’Ente - Il lavoro per progetti - L’organizzazione del servizio civile e le sue figure - Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale - Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti Moduli: Modulo A il patto formativo

• Agenda • Presentazione dei progetti • Attività di conoscenza • Documento di lavoro • Raccolta delle aspettative

Modulo B

• Dall’Obiezione di coscienza al Servizio Civile Nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà

• Il dovere di difesa della Patria • La difesa civile non armata e non violenta • Non violenza come scelta di vita. • Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti

Modulo C

• Esposizione delle caratteristiche e delle peculiarità dei ruoli e delle figure professionali coinvolte nei progetti del Comune di Roma ai sensi della Circolare 10.11.2003 dell’UNSC.

• Ruolo del volontario in servizio civile; • Diritti e doveri del volontario; • Gli aspetti etici del volontariato; • Motivazioni e aspettative; • Cenni fondamentali della Costituzione – Unione Europea • Il servizio civile internazionale • Il servizio civile tra UNSC ed Enti;

Modulo D

• La cittadinanza attiva • La protezione civile • La solidarietà e le forme di cittadinanza • Carta di impegno etico • Funzioni UNSC. - Il servizio civile nel Comune di Roma. • La dimensione di partecipazione alla società civile attraverso la scelta di una

esperienza istituzionale;

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• La rappresentanza dei volontari nel Servizio Civile Modulo E

• Legislazione del Servizio Civile; • Legge 230/98; • Legge 64/01. • Normativa vigente • Servizio civile Nazionale: associazionismo e volontariato;

Modulo F

• I progetti di servizio civile di Roma Capitale; • Metodo della progettazione nel lavoro degli Enti

Modulo G

• Organizzazione di Roma Capitale • Regolamento dell’organizzazione degli uffici e servizi • Cenni di Legislazione degli Enti Locali • Statuto – Autonomia statutaria, autonomia organizzativa; • Riforma del Titolo V della Costituzione L. 3/2001 – concetto di

sussidiarietà; • Il servizio civile come processo di comunicazione e cultura

Modulo H

• I rischi connessi alla propria mansione/posto di lavoro • Le misure di prevenzione collettiva presenti sul posto di lavoro

34) Durata:

48 ore La formazione verrà erogata e certificata nel sistema Helios entro i 180 giorni dall’avvio del progetto stesso

Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari

35) Sede di realizzazione:

La formazione specifica sarà svolta all’interno delle sedi accreditate dell’ente capofila e degli enti co-progettanti.

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36) Modalità di attuazione:

In proprio presso l’ente con formatori dell’ente volontari o con contratto ad hoc. FORMAZIONE SPECIFICA La formazione specifica si strutturerà in incontri e lezioni frontali realizzati durante lo svolgimento del servizio civile. Si realizzeranno verifiche con analisi di caso affrontate in gruppi di lavoro a seconda della numerosità dei gruppi che si incontreranno. Tempi di erogazione: la formazione specifica sarà erogata entro i 90 giorni dall’avvio del progetto stesso. Sarà previsto come scritto nelle nuove linee guida anche il Modulo di Informazione sui rischi, prevenzione ed emergenze connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile entro i 90 giorni. Il modulo sarà realizzato dai docenti dell'Enti. Le aree tematiche della formazione specifica dei volontari saranno inerenti agli specifici settori di impiego previsti dalla legge 64 del 2001 presso le diverse sedi degli enti. A partire quindi da quanto previsto dal progetto specifico dell’Ente, tenuto conto delle competenze, interessi e conoscenze dei singoli volontari, verrà dedicato del tempo ad hoc per la stesura di un personale "patto di servizio", al fine di regolare il rapporto con l'ente. Il "patto di servizio" indicherà in dettaglio, nell'ambito degli obiettivi specifici del progetto: singole attività svolte, mansioni, orario, calendario e quant'altro sarà ritenuto indispensabile ai fini della verifica del servizio svolto. Si pensa a questa modalità come ad uno strumento per favorire il coinvolgimento e la partecipazione attiva del giovane volontario nella costruzione di una "idea-progetto", in cui far emergere la propria soggettività, un percorso di autonomia e di assunzione (in prima persona) di responsabilità e impegni precisi. In occasione della progettazione del "patto di servizio" il volontario potrà concertare con l'ente un proprio argomento o settore di interesse su cui intenderà specificatamente lavorare nei dodici mesi di servizio

37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:

Nome Cognome Data di nascita AREA FORMAZIONE

SPECIFICA

Michele Selicati 11.05.1976 Monopoli Area Project Management

Lucrezia Ungaro 22.05.1956 Roma Area Beni Culturali

Alessia Trasatti 08.12.1973 Roma Area Beni Culturali

Antonella Corsaro 31.12.1962 Roma Area Sicurezza sui luoghi di lavoro

Alessandra Balielo 25.02.1967 Padova Area Beni Culturali

Simone Pastor 02.11.1976 Roma Area Beni Culturali

Maria Paola Del Moro 18.02. 1961 Roma Area Beni Culturali

Marina Milella 28.09.1960 Roma Area Beni Culturali

Fabio Benedettucci 14.06.65 Roma Area Beni Culturali

Carla Termini 11.07.58 Cascia (PG) Area Beni Culturali

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Maddalena Cima 13.03.54 Roma Area Beni Culturali

Patrizia Gioia 27.04.1956 Formia (LT) Area Beni Culturali

Massimo Vitti 26.01.1960 Roma Area Beni Culturali

Fulvia Strano 22.09.59 Roma Area Beni Culturali

Paola Santoro 24.01.1947 Roma Area Museologia e Promozione culturale

Alessandro Cocchieri 29.03.1979 Latina Area Museologia e Promozione culturale

Riccardo Bernardi 09.05.1968 Supino (FR) Area Museologia e Promozione culturale

Giancarlo Pastura 07.09.1983 Narni (TR) Area Museologia e Promozione culturale

FORMAZIONE DEI VOLONTARI Tutte le attività avvengono a cura di un formatore specifico professionalmente competente. Aula per massimo 25 persone. Tempi dalle ore 9.00 alle ore 18.00 Modalità: frontale, circolare, esercitativa, a seconda dell’obiettivo e delle indicazioni delle Linee Guida della formazione.

38) Competenze specifiche del/i formatore/i:

NOME COGNOME AREA FORMAZIONE COMPETENZE SPECIFICHE

Michele Selicati Area Progettazione Vedi CV allegato

Lucrezia Ungaro Area Beni Culturali Vedi CV allegato

Alessia Trasatti Area Beni Culturali Vedi CV allegato

Antonella Corsaro Area Sicurezza luoghi lavoro

Vedi CV allegato

Alessandra Balielo Area Beni Culturali Vedi CV allegato

Maria Paola Del Moro Area Beni Culturali Vedi CD allegato

Simone Pastor Area Beni Culturali Vedi CV allegato

Marina Milella Area Beni Culturali Vedi CV allegato

Fulvia Strano Area Beni Culturali Vedi CV allegato

Massimo Vitti Area Beni Culturali Vedi CV allegato

Carla Termini Area Beni Culturali Vedi CV allegato

Fabio Benedettucci Area Beni Culturali Vedi CV allegato

Maddalena Cima Area Beni Culturali Vedi CV allegato

Patrizia Gioia Area Beni Culturali Vedi CV allegato

Paola Santoro Area Museologia e Promozione culturale

Vedi CV allegato

Alessandro Cocchieri Area Museologia e Promozione culturale

Vedi CV allegato

Riccardo Bernardi Area Museologia e Promozione culturale

Vedi CV allegato

Giancarlo Pastura Area Museologia e Promozione culturale

Vedi CV allegato

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39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

La Metodologia alla base del percorso formativo per i volontari prevede l’utilizzo di:

� trasmissione diretta di conoscenze e competenze, finalizzata ad una forte sensibilizzazione al lavoro individuale e in rete, basato sull’integrazione dei ruoli e sullo scambio di competenze;

� integrazione di diverse metodologie di intervento. Il percorso formativo proposto facilita la visione dell’organizzazione, dei servizi e dei sistemi nei quali i volontari sono inseriti. Tale percorso si configura pertanto come una consulenza formativa tramite la formazione in situazione. Saranno anche utilizzate classiche lezioni d’aula, integrate con lavori individuali e di gruppo, discussioni in plenaria, analisi dei casi.

Per l’attuazione della formazione saranno impiegate tecniche di docenza frontale,lavori di gruppo ed individuali con restituzione in plenaria; laddove opportuno si ricorrerà anche giochi di ruolo, problem solving, brainstorming ed esercitazioni pratiche.

Il risultato principale di una sessione di brainstorming può consistere in una nuova e completa soluzione del problema, in una lista di idee per un approccio ad una soluzione successiva, o in una lista di idee che si trasformeranno nella stesura di un programma di lavoro per trovare in seguito una soluzione. Il brainstorming di gruppo è assolutamente efficace se ogni componente del team utilizza la propria esperienza e la propria creatività a vantaggio di tutti, per creare nuovi stimoli. Per condurre al meglio un brainstorming di gruppo, però, devono essere ben chiare fin dal principio le regole che stanno alla base dell'utilizzo di questa disciplina, per non rischiare di frenare gli individui più timorosi di vedersi criticati apertamente per alcune delle idee che hanno avuto. Gli STEP di articolazione della tecnica sono: • la creazione del gruppo di lavoro: dovrà essere composto preferibilmente da circa 10-15 persone, compreso il conduttore, esperte del tema di cui si sta discutendo e provenienti dal più ampio ventaglio di discipline interessate al contesto discusso. Questo faciliterà la comparsa di idee creative e innovative; • la presentazione dell'obiettivo dell'incontro: il conduttore utilizzerà alcuni minuti per illustrare a tutti i partecipanti l'argomento di discussione , sottolineando le regole fondamentali del lavoro di gruppo (con particolare attenzione a ribadire l'importanza della libera espressione e partecipazione di tutte le persone presenti); • la raccolta e la registrazione delle idee: si procede poi "a giro di tavolo" e ogni partecipante esprime una sua idea. La raccolta e la trascrizione delle idee prosegue fino ad esaurimento delle idee prodotte dai partecipanti. • la valutazione e organizzazione delle idee: si discutono e si commentano le varie idee, allo scopo di giungere ad un "elenco ragionato" delle idee più interessanti. Le regole di conduzione sono poche e semplici, ma molto importanti per la validità dei risultati ottenuti: • evitare qualsiasi tipo di critica: se espresse durante il brainstorming causerebbero l'inibizione dei ragionamenti a ruota libera e della produzione di idee; • creare più idee possibile: più pensieri si raccoglieranno (anche i più bizzarri), più sarà facile trovare la soluzione al problema; è importante ricordare che i partecipanti non devono solo esporre le proprie idee, ma anche creare delle associazioni utili per proporre nuove soluzioni; • perseguire un obiettivo chiaro: il tema intorno al quale creare idee deve essere chiaro e conosciuto da tutti i partecipanti. Se vi sono più temi o aspetti dello stesso obiettivo da voler trattare, è necessario organizzare una sessione per ogni argomento specifico; • dare a tutti la possibilità di esprimersi: il raggiungimento dell'obiettivo prefissato

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dipenderà anche dalla capacità del conduttore di creare un clima collaborativo in cui tutti possano concentrarsi ed esprimersi liberamente.

Tutte le attrezzature necessarie che gli enti metteranno a disposizione per la formazione.

40) Contenuti della formazione:

La formazione specifica è definita in base al bisogno formativo del volontario e alla situazione formativa - professionale che si presenta, cercando di realizzare l’integrazione pedagogica delle opportunità e dei linguaggi formativi. La formazione specifica prevista è formazione di contesto organizzativo e professionale, ha caratteristiche di formazione “on the project”, cioè "accompagna e sostiene" i volontari nella fase di inserimento in un nuovo contesto progettuale/organizzativo, attraverso attività didattiche in affiancamento con un formatore esperto e/o con il monitoraggio di un mentore esterno (o.l.p. e r.l.e.a.). Si vuole così raccordare la pre-professionalità del volontario alle esigenze collegate all'espletamento delle attività previste nel progetto e nei contesti organizzativi individuati. Il corso di formazione avrà sede presso i Mercati di Traiano a cura di personale interno qualificato. Sono previste 75 ore di formazione specifica complessiva di cui 40 ore in aula (sala multimediale) e 35 ore mediante visite guidate nei musei e nelle aree monumentali. E’ prevista poi una fase di addestramento al servizio con visite guidate e lezioni simulate. Nel corso delle fasi operative del progetto, sono previsti anche ulteriori brevi moduli formativi straordinari ad integrazione delle conoscenze suppletive eventualmente da acquisire in relazione alle specifiche richieste dei docenti delle scuole. Tale formazione consentirà di offrire le informazioni di carattere storico, artistico, pedagogico, ma anche pratico, necessarie per le attività previste. Le visite guidate nei monumenti classici e medievali saranno effettuate da esperti della Sovrintendenza Comunale. La formazione tratterà le seguenti tematiche:

• illustrazione delle norme generali che regolano i beni culturali; • legislazione comunitaria e degli enti locali • D.lgs n.81 e la sicurezza nei luoghi di lavoro • funzioni istituzionali della Sovrintendenza e l’organizzazione generale dei servizi culturali. Il

patrimonio archeologico comunale; • analisi degli aspetti storici e delle collezioni raccolte nei Mercati di Traiano e nel Museo

Barracco; provenienze dai Fori Imperiali; • analisi delle metodiche pedagogiche di apprendimento dei bambini; • visite guidate dedicate nei siti museali e archeologici della Sovrintendenza;

• analisi della statuaria antica e della decorazione architettonica; • riconoscimento delle differenti tipologie di marmi antichi; • storia romana; • definizione dei percorsi di visita guidata con specifica attenzione ai problemi inerenti alla

sicurezza e alla fruibilità dei diversamente abili; • simulazioni dei laboratori didattici.

FORMAZIONE SPECIFICA IL PERCORSO FORMATIVO è suddiviso come segue: una parte della formazione specifica verrà svolta in condivisione tra tutti i 50 volontari di Servizio Civile, mentre un’altra parte verrà svolta in maniera autonoma in sede per ciascun ente. Ciascun volontario svolgerà comunque un totale di 75 ore di formazione specifica.

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FORMAZIONE SPECIFICA – MODULI LEZIONI IN AULA (40 ore)

1. MODULO: Le Norme - La Cittadinanza Attiva 6 ore (formatori Alessia Trasatti) Formazione condivisa tra tutti gli enti.

• Roma Capitale: Statuto, Regolamenti, struttura, finalità e compiti istituzionali, Ordinamento • La Sovraintendenza Comunale: Regolamento, la Carta dei Servizi dei Musei, uffici e

servizi, il Sistema Musei Civici • La normativa nel settore dei BBCC: Codice Beni Culturali Dlgs 42/2004; LR Lazio 42/97; L

42/2009; Dlgs 61/2012

2. MODULO: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari in progetti di servizio civile. Il Dlgs 81/08 (prima parte) 6 ore (formatore Antonella Corsaro) Formazione condivisa tra tutti gli enti.

• Aspetti normativi generali: Dlgs 626/94 e Dlgs 81/08 • I soggetti della prevenzione: Medico competente, datore di lavoro, rappresentanti dei

lavoratori, addetti al primo soccorso • Il medico competente: prevenzione e sorveglianza sanitaria

• Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari in progetti di SCV.

3. MODULO: Il Dlgs 81/08 (seconda parte) 2 ore (formatore Antonella Corsaro) Lavorare nei

musei 2 ore (formatore Alessandra Balielo) Formazione specifica per il solo Comune di Roma.

• Il ciclo produttivo: rischi e prevenzione, i dispositivi di sicurezza individuali, obblighi, responsabilità e sanzioni

• Il servizio di prevenzione/protezione: piani di emergenza, antincendio, evacuazione • Il lavoro nelle strutture museali: principi, committenza e utenza

4. MODULO: Dai depositi al Museo 6 ore (formatore Marina Milella)

Formazione specifica per il solo Comune di Roma.

• Museologia e valorizzazione dei beni culturali: il marketing dei servizi; criticità e bisogni; l’utenza e l’indotto culturale; lo scavo archeologico;

• Il Deposito Archeologico

5. MODULO: Promozione e valorizzazione 6 ore (formatore Lucrezia Ungaro) Formazione specifica per il solo Comune di Roma.

• Valorizzazione del patrimonio artistico e innovazioni network: il web marketing; criticità e bisogni; tecnologie multimediali, pubblico e musei;

• Promozione: Rapporti con le istituzioni, con le strutture territoriali, con le associazioni e categorie di riferimento.

6. MODULO: Le Esperienze 6ore (formatori Alessia Trasatti) Formazione condivisa tra tutti

gli enti.

• I progetti di SC nelle scuole, nei Centri per la Terza Età e nelle strutture Ospedaliere • I progetti di SC nel settore della promozione, valorizzazione e monitoraggio dei beni culturali • Il Servizio Civile nella Sovrintendenza Capitolina .Rapporti con le strutture territoriali,

ambienti operativi e caratteristiche degli utenti, la sostenibilità delle proposte.

7. MODULO: Antichità Romane 6 ore (formatore Simone Pastor e Maria Paola Del Moro) Formazione specifica per il solo Comune di Roma.

• Vivere la quotidianità in una metropoli antica. • I giochi, le feste, il costume e le tradizioni

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• Le professioni nel mondo antico FORMAZIONE SPECIFICA – MODULI realizzati mediante VISITE GUIDATE SUL TERRITORIO (totale 35 ore)

8. MODULO: I luoghi: Museo Napoleonico 6 ore (formatore Fabio Benedettucci) • Le collezioni museali. Formazione condivisa tra tutti gli enti. • Didattica e valorizzazione delle collezioni. • Giuseppe Primolied i Bonaparte a Roma

9. MODULO: I luoghiMusei e monumenti del Territorio 6 ore (formatori Carla Termini

inserire formatori comuni) Formazione specifica per il solo Comune di Roma. • Monumenti del Territorio • Colle Oppio, • Auditorium di Mecenate

10. MODULO: I luoghiMuseo Barracco e Museo di Roma 6 ore (formatore Maddalena Cima,

Fulvia Strano inserire formatori comuni) Formazione specifica per il solo Comune di Roma.

• Le collezioni museali • Didattica e valorizzazione .

11. MODULO: I luoghi Il Museo del Pleistocene 6 ore(formatori Patrizia Gioia) Formazione condivisa tra tutti gli enti.

• Le collezioni museali • Didattica e valorizzazione • Museo del Pleistocene e la Capanna protostorica di Fidene

12. MODULO: I luoghi I Fori Imperiali (prima parte) 6 ore (formatori Antonella Corsaro,

Marina Milella) Formazione condivisa tra tutti gli enti. • I Fori di Cesare,di Augusto e della Pace, Il Foro di Nerva • Elementi di storia dell’arte e di architettura romana: topografia e urbanistica antica;

elementi di restauro conservativo • Compendio di storia antica e moderna: dalla fondazione alla caduta dell’impero. Il

medioevo a Roma. Le trasformazioni del periodo moderno e contemporaneo sull’urbanistica della città

13. MODULO: I luoghi I Fori Imperiali (seconda parte) 5 ore (formatore Massimo Vitti)

Formazione condivisa tra tutti gli enti. • Il Quartiere Alessandrino • La Colonna di Traiano • Il Foro di Traiano. • La Colonna di Traiano

Di seguito si riportano le 35 ORE di formazione specifica SOLO per i seguenti enti: Comune di Bassiano, Comune di Pontinia, Comune di Supino, Comune di Soriano nel Cimino, Comune di Giuliano di Roma. MODULO 14 - Progettazione, analisi di un contesto territoriale, progettazione applicata ai beni museali. Contenuti:

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- Elementi di Progettazione, Social Project Management; European Project Management, - Project Life Cycle; Risk Analysis; Analysis Swot: Strenghts, Weaknesses, Opportunities,

Threats; - Pest Analysis; Perth Charts; Gantt Charts; Critical Path Analysis, Scheduling Single Projects;

Analysis Pareto; Stakeholder Analysis, Logical Framework Approach Obiettivi: far conoscere la progettazione e il processo che permette di arrivare a un risultato atteso partendo dall’analisi di un contesto, individuando le linee di azione. Si vuole quindi avvicinare i volontari al Project Cycle Management e presentare gli strumenti di un progettista, che permettono anche di intercettare finanziamenti nell’ambito artistico e culturale. Formatori: Selicati Michele Ore: 12 MODULO 15 - Analisi del contesto lavorativo Contenuti:

- Modelli di funzionamento e di gestione delle organizzazioni - Gestione dei rapporti interpersonali e inserimento in contesti professionali, - Gestione del lavoro e della risoluzione dei problemi in un'ottica di flessibilità e disponibilità ai

cambiamenti. Obiettivi: facilitare la comprensione dell'importanza della qualità quale elemento per il successo personale e organizzativo e la consapevolezza sul ruolo del volontario e sulla sua posizione all'interno della sede attuazione di progetto. Formatori: Michele Selicati Ore: 5 MODULO 16 - Corso di base sulla storia museale e museologia attuale

- Museologia: storia ed evoluzione del concetto di museo, formazione delle collezioni, criteri di raccolta e conservazione dei materiali e storia della catalogazione di collezioni museo logiche

- Museologia scientifica e la legislazione vigente. - Le tecnologie 3Dapplicate ai BB.CC

Obiettivi: trasmettere i principi che sono alla base dell’organizzazione museale e della sua evoluzione. Formatori: Santoro Paola, Cocchieri Alessandro, Riccardo Bernardi, Pastura Giancarlo, Gilda Gallerati Ore: 8 MODULO 17 - Tecniche di Promozione culturale, Customer satisfaction Contenuti:

- Tecniche di redazione dei materiali informativi - Museologia scientifica e la legislazione vigente. - Modalità di prenotazione e organizzazione delle visite turistico-culturali

Obiettivi: Il modulo ha l’obiettivo di approfondire la conoscenza dei principi e delle metodologie per ideare, pianificare e realizzare una campagna informativo/pubblicitaria in campo culturale. - Definizione e finalità - Impostazione di un’indagine di Customer satisfaction:

o analisi generalità, modello SERVQUAL, modello di Kano o esempi di questionari di Customer satisfaction o individuazione Universo e Campione o Elaborazione dati o Interpretazione dei dati

Formatori: Santoro Paola, Cocchieri Alessandro, Riccardo Bernardi, Pastura Giancarlo, Gilda Gallerati Ore: 12

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Tutti gli enti in co-progettazione svolgeranno inoltre il seguente modulo: Macroarea: ORIENTAMENTO AL LAVORO: 8 ore (formatore Irene Cali a)

• Legislazione sul lavoro e i soggetti del mercato del lavoro

• La ricerca di un impiego

• La scrittura del CV

• Il colloquio di lavoro

• La certificazione delle competenze informali

41) Durata:

Come risulta dallo schema sopra riportato, la formazione specifica avrà una durata

di 75 ore più modulo aggiuntivo Regionale per un totale complessivo di 83 ore

Altri elementi della formazione

42)Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto:

Si fa riferimento al sistema di monitoraggio del piano di formazione verificato

in sede di accreditamento.

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Regione Lazio - Voci scheda progetto relative ai criteri per l’assegnazione dei 20 punti aggiuntivi previsti con DGR n. 486 del 15/09/2015

43) Coprogettazione:

SI

44) Numero di volontari per progetto:

45) Formazione generale condivisa:

Al fine di incrementare la vivacità e l’efficacia della proposta formativa e di offrire ai volontari occasioni per interagire e confrontarsi con volontari di enti diversi, gli Enti:

1. ROMA CAPITALE NZ 01772 2. AGISCO NZ 04607 3. UNIONE 5 CITTA' NZ 07067 4. PATRONATO ANMIL NZ 07074 5. ANMIL ONLUS NZ 07288

Si impegnano a co-realizzare la Formazione Generale con le modalità descritte nell’accordo allegato al presente progetto.

(vedi accordo allegato)

46) Formazione specifica aggiuntiva:

Modulo “Ricerca attiva del lavoro” Cercare lavoro è una momento particolare nella vita di ciascuno, carico di aspettative, dubbi, incertezze. Trovare un’occupazione è uno dei “lavori” più impegnativi, soprattutto in contesto mutevole ed incerto come quello attuale: occorre, pertanto conoscere il contesto socio-culturale di riferimento, il mercato del lavoro, il suo funzionamento, le opportunità offerte dal sistema istituzionale. L’azione informativa (analisi contesto socio-economico dati sul mercato del lavoro, legislazione, previsioni occupazionali, opportunità formative, etc.) e l’orientamento rappresentano, quindi, un sostegno a quanti si trovano a vivere processi di transizione (fine del percorso formativo, avvio della ricerca del lavoro o il rientro nel mercato del lavoro) e deve tener conto delle risorse personali dell’individuo, degli sbocchi professionali , dei percorsi formativi, degli sbocchi professionali del mercato del

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lavoro di riferimento. L’orientamento è un processo continuo che coinvolge i soggetti istituzionali (e anche privati) che ruotano intorno al giovane, soprattutto nei momenti di transizione tra formazione e lavoro e viceversa. Le azioni dell’orientamento devono essere coerenti con le esperienze già maturate (anche nel caso in cui esse siano considerate negative) e con le opportunità ed i vincoli esistenti nelle diverse situazioni di riferimento, allo scopo di rafforzare le competenze (professionali e trasversali), individuare ipotesi concrete di lavoro. Nel processo di orientamento, il soggetto diventa protagonista: con la guida dell’operatore rafforza le competenze di comprensione e di valutazione, in particolare attraverso l’acquisizione di efficaci tecniche di ricerca attiva del lavoro. La ricerca del lavoro passa attraverso le politiche attive del lavoro: tutte quelle iniziative, cioè, messe in atto delle istituzione per promuovere l’occupazione e l’inserimento lavorativo, quest’ultimo inteso sia come lavoro dipendente sia come auto-impiego e quindi creazione di nuova imprenditorialità. Le politiche attive, a differenza di quelle passive (volte a ridurre il disagio sociale connesso alla disoccupazione attraverso misure di supporto, es. il sostegno al reddito), intendono inserire (o re-inserire) nel mercato del lavoro coloro che ne sono esclusi. Coerentemente con l’Agenda di Lisbona e la Strategia Europea per l’Occupazione(SEO), le politiche attive del lavoro mirano a realizzare, in modo coordinato, un insieme di politiche in materia di lotta alla disoccupazione, secondo i 4 obiettivi fondamentali (i cosiddetti pilastri SEO);

- occupabilità: accrescere le capacità di un individuo di trovare lavoro - imprenditorialità: sviluppare lo spirito imprenditoriale (auto- impiego) - adattabilità: aggiornare le conoscenze individuali per adeguarle ai

mutamenti del mercato del lavoro - pari opportunità: favorire le politiche di uguaglianza delle opportunità per

tutti ed aumentare i tassi di occupazione femminile. Fra gli strumenti per realizzare questi obiettivi si ricordano: la formazione, la riqualificazione, gli strumenti di orientamento, l’alternanza scuola - lavoro, i tirocini e le work experienes, il servizio civile. La programmazione e l’attuazione delle politiche attive del lavoro passa attraverso un lavoro costante di analisi della situazione locale e di progettazione di misure adeguate a rispondere ai fabbisogni rilevati. Le risorse finanziarie necessarie sono reperite soprattutto attraverso i Fondi Europei, che rappresentano uno strumento importante per realizzare azioni innovative (studi, ricerche, scambio di buone pratiche, sperimentazioni, ecc.). La ricerca del lavoro non può tener conto del contesto socio-economico in cui ci si vuole inserire: quanto richiesto a Milano è diverso da quanto richiesto a Palermo, cosi come le esigenze delle grandi azienda sono diverse da quelle delle piccole. Inoltre, vanno considerati i limiti individuali imposti della famiglia o da altri vincoli rispetto alla possibilità di spostarsi. Lo specifico mercato di riferimento va analizzato in modo da impostare il proprio piano di promozione di sé stesso. Grande o piccola azienda? Il sistema economico italiano è caratterizzato della piccola impresa, a volte ritenuta, a torto, meno interessante o meno professionalizzati per costruirsi un profilo professionale; tuttavia, negli ultimi anni si è riscontato che vi sono dei punti di contatto fra i profili professionali delle piccole e delle grandi aziende che rendono le competenze acquisite trasferibili da un contesto all’altro. Strumenti indispensabili per la ricerca del lavoro sono il curriculum vitae e la

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lettera di accompagnamento: durante la formazione si analizzeranno le varie tipologie, mettendo in rilievo come questi strumenti rappresentino il primo passo per chiunque cominci a cercare lavoro. La ricerca del lavoro passa, necessariamente, attraverso la selezione: obiettivo del colloquio di selezione è riscontrare la corrispondenza fra il candidato e le esigenza del ruolo organizzativo richiesto. Il selezionatore può adattare le diverse tipologie di selezione in relazione a:

- Abilità specifiche richieste dal ruolo - Tipologie di ricerca del lavoro (tipo contratto) - Caratteristiche del candidato - Professionalità posseduta dal candidato.

Generalmente i colloqui sono almeno 2 o 3 di cui uno quasi sicuramente con il proprio capo diretto. Un colloquio è ritenuto efficace quando fa emergere la corrispondenza fra persona e ruolo ricercato, mettendo in evidenza le caratteristiche del candidato. Il colloquio può essere strutturato, cioè una modalità in cui susseguono domande precise utili alla raccolta delle informazioni o non strutturata, con domande che non seguono una successione rigida e spesso vengono stimolate dalle risposte del candidato. Il colloquio può essere individuale o di gruppo. Prepararsi al colloquio e vincere lo stress, gestire l’attesa: durante la formazione si faranno delle simulate in cui è possibile evidenziare il capitale professionale ed esperienziale, gli obiettivi professionali e di carriera, le esigenza ed i vincoli che ciascuno ha, anche senza esserne pienamente consapevole. Durante le simulate si proporranno le domande più frequenti che i selezionatori rivolgono durante l’intervista ai candidati. Si parlerà anche di autoimprenditoria, intendendola non esclusivamente come capacità di far nascere o condurre aziende, ma come dimensione dalla persona: una caratteristica, quindi, di affrontare il lavoro in modo flessibile e pro-attivo, individuando problemi e soluzioni efficaci e originali. Sarà un’occasione per scoprire i punti di forza originali e gli stimoli a essere presenze attive, flessibili, efficaci, capaci di innovazione in ogni ambito. Si analizzeranno le caratteristiche che dove possedere chi vuole mettersi in proprio, le leggi che agevolano l’autoimpiego per la realizzazione e l’avvio di piccole attività imprenditoriali da parte di disoccupati o persone in cerca di prima occupazione, si farà riferimento al business plan. È prevista la presenza di testimoni privilegiati (responsabili R. U aziende, responsabili Servizi per l’Impiego, selezionatori esperti). 1. Il curriculum vitae e la lettera di accompagno (2 ore)

- quale tipologia scegliere? - Suggerimenti per la sua compilazione - I contenuti e gli allegati - La lettera di accompagnamento

2. Il colloquio di lavoro (2 ore)

- Gli obiettivi del colloquio di selezione - Giochi di ruolo: selezionatore e candidato - Come preparasi al colloquio - La comunicazione efficace - Le domande tipiche - Le diverse tipologie di colloquio di selezione

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- Come gestire il dopo colloquio 3. La ricerca attiva del lavoro (2 ore)

- efficienza, qualità e tempi - la definizione dell’obiettivo professionale - il mercato del Lavoro - come leggere gli annunci inaffidabili - i canali della ricerca del lavoro

4. L’autoimprenditoria (2 ore) - i percorsi da seguire ed i soggetti istituzionali - conoscere le opportunità di finanziamento e le agevolazioni - le procedure per avviare un’impresa - il piano d’impresa

Le lezioni saranno tenute dalla dott.ssa Irene Calia, Funzionario dell’orientamento al lavoro presso Roma Capitale, esperta di politiche del lavoro, si è occupata, dal 1999, di orientamento professionale sostenendo le persone nei processi di transizione lavorativa o formativa che accompagnano periodi quali la fine dei percorsi scolastici, l'avvio della ricerca di lavoro o il rientro sul mercato del lavoro. Ha progettato e gestito interventi per potenziare le valenze orientative delle discipline in grado di accompagnare gli studenti verso scelte più adatte alla propria personalità e al proprio progetto di vita. Nell'ambito dell'orientamento professionale, invece, ha coordinato progetti di interventi di orientamento per favorire i processi di motivazione, autoimprenditorialità e conoscenza del mercato del lavoro. (vedi curriculum allegato)

47) Sviluppo sistema regionale:

L’ Ente Roma Capitale si impegna a favorire la partecipazione dei volontari alle iniziative sul SC organizzate o promosse dalla Direzione Regionale Politiche Sociali, Autonomie, Sicurezza e Sport - Area Impresa Sociale Servizio Civile o sviluppate dagli Enti in collaborazione con essa (vedi impegno firmato dal Responsabile per il Servizio Civile Nazionale per Roma Capitale allegato)

48) Promozione delle pari opportunità e integrazione sociale:

Si riserva un posto per un giovane a bassa scolarizzazione in tutte le sedi tranne in quella di Roma Capitale.

Il Responsabile legale dell’Ente

Dott.ssa Patrizia Piomboni