Scautismo_marzo2010

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corpo nazionale giovani esploratori ed esploratrici italiani Chi è Roberto? Ve lo raccontiamo NOI! Lupetti ed Esploratori con Roberto Cenghiaro, nuovo Capo Scout Cngei. (Foto Patrizia Di Cataldo) Rivista mensile Anno L n. 1 - Marzo 2010 Poste Italiane Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in Legge 27-02-2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Verona

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La rivista del Cngei (Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani), associazione scout laica

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corpo nazionale giovani esploratori ed esploratrici italiani

Chi è Roberto? Ve lo raccontiamo NOI!

Lupetti ed Esploratori

con Roberto Cenghiaro,

nuovo Capo Scout Cngei.

(Foto Patrizia Di Cataldo)

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sommario

Chiuso in redazione il 4-03-2010

ORGANO UFFICIALE DEL C.N.G.E.I.ANNO L - N. 1 - MARZO 2010Rivista mensile a carattere tecnico-professionale Registraz. n. 7755 del 16/11/60, Tribunale di Roma.

Direttore responsabile: Carla De GirolamoCoordinatore: Lorenza Giani

Progetto grafico Patrizia Di Cataldo,Patrizia Andronico, Cristiano Andreani

Impaginazione e Grafica Patrizia Di Cataldo

In redazione:Diego ManiaccoGiacomo Serafini (Branca L)Fabio Olmastroni (Branca E) Ernesto Liconti (Branca R)Ilaria Esposito (Internazionale) Beniamino Cislaghi (Formazione) e-mail: [email protected]

Resp. DB: Alberto ScolariQuesto periodico è associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana ITISSN0036-5696Manoscritti, disegni e fotografie, anche se pubblicati, non vengono restituiti.È permessa la riproduzione purché venga citata la fonte.

Stampata su carta ecologica “cyclus” DalumRivista di divulgazione del metodo scout riservata agli iscritti alCORPO NAZIONALE GIOVANI ESPLORATORI ED ESPLORATRICI ITALIANIEnte Morale D.L. n. 1881 del 21-12-1916sotto l’Alto Patronato delPresidente della RepubblicaSede Centrale: Viale di Val Fiorita, 8800144 Roma tel. 0683769040 fax. 0683769051 http://www.cngei.ite-mail: [email protected]

Stampa: Arti Grafiche Biemmeci s.n.c.S. Martino Buon Albergo (Verona)Spedizione in A.P. - art. 2 comma 20/clegge 662/96 - Filiale di Verona

Non sei socio del Cngei ma vuoi ricevere ugualmente “Scauti-smo” o desideri che un tuo ami-co o amica lo riceva? Il contribu-to per la spedizione a domicilio è di 6 euro (6 numeri). Per sapere come fare scrivi a: [email protected]

Rivista di divulgazione del metodo scout riservata agli iscritti al

CORPO NAZIONALE GIOVANI ESPLORATORI ED ESPLORATRICI ITALIANI

ente morale D.L. n. 1881 del 21-12-1916SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

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CORPO NAZIONALE GIOVANI ESPLORATORI ED ESPLORATRICI ITALIANI ANNO XLIX N. 1

Un anno dopo: una sede

per L’AquilaAbbiamo un sogno. Lo vedete in questa im-

magine, è il modellino della sede scout della sezione de L’ Aquila, a un anno di distanza dal terre-moto che ha distrutto la città. Per ora è solo un dise-gno, manca ancora molto perché Lupetti, Esploratori e Rover possano avere una sede vera. Sul loro conto (iban IT 31 Y 07601 03600 000099871402) ci sono poco più di 30 mila euro. Noi allora, su Scautismo, continueremo a parlare dell’ Aquila fino a quando il sogno sarà realizzato. Se però, nel frattempo, volete informarvi di quello che succede, della ripresa del cammino, della raccolta fondi consultate il sito

http://cngeilaquila.blogspot.com. E sul prossimo numero ve

ne parleremo di più, e meglio. Anzi, magari

saranno i ragazzi de L’Aquila a farlo.

EditorialeE adesso tocca a voi di Carla De Girolamo Pag. 3

Dalle sezioniArco di Trento - Campo invernale a Monte Zugna di Michela Salvaterra e Alessio Baroni Pag. 4Bassano del Grappa: anche grazie a noi rinasce l’Alta via del Tabacco di Rosa Maria Da Campo Pag. 6

L’orlo del mondoNambedoka, emozioni senza frontiere di Ilaria Esposito, Poliana Sciollero, Chiara Bassanese Pag. 7 CelebrazioniRovereto: ricordando Antonietta Giacomelli - Alle frontiere del Guidismodi Tommaso Gasperotti Pag. 10

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Storia di copertinaIl Capo Scout e alcuni inviati molto speciali Pag. 11Dietro le quinte dell’attività Pag. 14

Branca ElleL’alba di una nuova caccia di Massimiliano Dalla Bona e Muta Nazionale Pag. 17Il fumetto – Alla scoperta delle carote di Italo Pretelli Pag. 18

Branca ESemplicemente Svezia – Mancano 15 mesi al Jamboree Pag. 24Vialfrè 2009 – Voci dallo spazio di Cia e Dome Pag. 25La voce di un genitore di Bruna Cortese Bertoldo Pag. 26Al Tecnicamp non solo per la tecnica di Valentina Cioni Pag. 27

Branca RMugshots – Con quelle facce un po’ così ecco la Ronda Nazionale Pag. 28Rover Clik – Grande concorso Scatta e Vinci Pag. 29Il taccuino di Bc – Ricordi in scatola di Valeria Pulcini Pag. 30

San Giorgio 2010Non ci sono più i draghi di una volta di Roberto Cenghiaro Pag. 32

Questo che avete tra le mani è un esperimento. Anzi, è l’inizio di un

esperimento. Soprattutto l’articolo che trovate a pagina 11, è il lavoro di un grup-po di Lupetti ed Esploratori che, dopo un breve laboratorio di introduzione al gior-nalismo, hanno intervistato e fotografato il nuovo Capo Scout. Vorremmo portare questi laboratori in tutta Italia, vorremmo sollecitare l’interesse e i contributi di tutti a scrivere, a raccontare, a mandarci idee, fotografie. Abbiamo bisogno di ragazzi e ragazze svegli e pronti a rimboccarsi le maniche: cerchiamo corrispondenti dalle Sezioni, dalle Unità, abbiamo bisogno di fotografi, di appassionati di internet e social network. Chiediamo solo voglia di raccon-tare, impegno e… uno sforzo in più: la ca-pacità di sintetizzare in poche righe. Come vedete infatti anche la grafica di Scautismo è molto diversa. Ed è diverso anche il formato: pù piccolo, per consumare meno carta. Ma il formato più piccolo significa anche articoli brevi, che contengano solo l’essenziale e lascino la possibilità a tutti di esprimersi. Il giornale è tutto nuovo, ed è vostro, vi aspettiamo e speriamo di stupirvi. Potete scrivermi all’indirizzo [email protected]. Fatevi vivi. Ditemi se questo esperimento vi è piaciuto e se volete costruire con noi i prossimi numeri.Nel frattempo però permettetemi alcune righe in più, per ringraziare Paolo Fizza-rotti, che ha guidato il giornale con grande sapienza e maestria prima di me. E per ringraziare l’Associazione per la fiducia accordatami e la redazione straordinaria che lavora al mio fianco. Io ho finito, adesso tocca a voi.

Carla De GirolamoDirettore di Scautismo

e adesso tocca a voi

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Nome: Carla

Cognome: De Girolamo

Età: 45 anni

Nata a: Bari

Vive a: Milano, con 2 figlie (una

è esploratrice) un marito e un cane

Professione: giornalista

in un settimanale nazionale di attualità.

Iscritta al Cngei: dal 1975 al 1985, e dal 2005

ad oggi

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Campo Invernale

monte zugna dalle sezioni

1° giornoQuesta mattina ci siamo incon-trati in sede per andare in caccia. Siamo partiti per il rifugio. Durante il viaggio sono rimasta sbalordita dalla differenza tra quest’anno e l’altro anno… c’è poca neve!!! (…)Fuori, anche se era mezzogior-no era freddo: 3 gradi, perciò al rientro un bel piatto di polenta e spezzatino ci stava tutto. Nel po-meriggio siamo usciti a cercare un’altra pista per il bob e una volta trovata ci siamo divertiti un sacco, quelli che non avevano il bob sono scesi con la pancia e sembravano pinguini. (…)A cena c’era il minestrone che io ho mangiato con la benda sugli occhi perchè non mi piacciono le verdure a pezzi, e siccome qui vale la legge “se non mangi il primo... non hai fame e dunque è inutile che tu mangi il secondo” che era patatine fritte e affettati, ho trangugiato tutto tra le risate

dei miei amici.Per i cuccioli quella sera è arrivato il grande momento: la Promessa che hanno fatto fuori, siamo stati fuori al gelo per un sacco di tempo dato che erano in 12. Poi ci siamo cambiati e abbiamo fatto il di fuoco di bivac-co; poi tutti a letto con la storia, mentre io scrivo il diario.

2° giornoQuesta mattina mi sono svegliata alle 7.30 ho svegliato la muta e siamo scesi in corvè.Poi ci siamo preparati per anda-

re sulla neve ma io non trovavo i pantaloni (qualcuno li aveva messi via come suoi) me li hanno prestati e quindi sono corsa sulla pista dove c’ erano anche gli esplo.(…) Mang ci ha raccontato una storia spaventosa e tutti i nuovi lupetti erano spaventati, ma alla fine con una grande risata ci siamo accorti che era una storia ridicola. Ci hanno mandato a letto e dopo un po’… sorpresa, ci hanno fatto scendere tutti in pigiama per un pigiama party che serviva a festeggiare vari compleanni del mese di Dicem-bre tra i quali quello di Akela.Una montagna di krapfen e cioccolata calda ci ha tenuto compagnia.

3° giornoOggi appena sveglia ho iniziato a preparare lo zaino, purtroppo era l’ultimo giorno, abbiamo messo a posto le stanze, infine siamo usciti sulla neve per un po’. Dopo pranzo Akela ha consegnato le capacità. Con i genitori presenti abbiamo fatto il quadrato perl’ammainabandiera e gli urli di muta e pattuglia. Prima di scio-gliere il quadrato Hathi, assicu-ratasi che non avessimo lasciato niente nelle stanze, ha portato tre sacchi di roba, e prendendoci in giro ha fatto il Mercatino del dimenticato: “per 1 euro vendia-mo questa giacca, tanto non è di nessuno”.Che bel campeggio! È l’ultimo con i Lupi... sarà così bello una volta che sarò negli Esplo?

Michela Salvaterra Branco Empeesa

A cena c’era il minestrone

che io ho man-giato con la

benda sugli occhi

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Campo Invernale

monte zugna

Il nostro campeggio invernale di Sezione si è svolto a Malga Zugna, dal 27 al 29 dicembre. Svariate le attività durante questi tre giorni: oltre alle uscite mattutine e pomeri-diane, ci siamo dedicati a giochi all’interno con i

Lupetti (una fantasti-ca battaglia navale a quattro squadre che è stata molto divertente, anche grazie a partico-lari “striscioni”, come allo stadio!), alle Spe-cialità, alla Progressio-ne Verticale, cercando di conquistare ognuno la sua prossima Tappa

o la Promessa, e a momenti di riflessione. Uno in particolare è stato interessante e istruttivo: il cosiddetto gioco della fiducia. Un grande cartellone, sul quale erano scritti i nomi di tutti

noi e dello Staff. Ognuno tirava una riga con un pennarello che andava dal suo nome a quello del compagno di cui si fidava di più. Quindi quel ragazzo e membro di Staff si alzava,

e tracciava la sua riga, e così via, fino a completare tutte le com-binazioni possibili. Certamente questa è stata un’attività molto utile per noi stessi, perché da ciò abbiamo anche potuto capire – a volte, purtroppo, anche con di-spiacere – la considerazione dei compagni verso noi stessi. (…)La sera del secondo giorno, quando il nostro Caporeparto Mattia detto Poldo ci disse di tornare di fuori, ci venne un colpo, temendo che egli con la sua innata crudeltà di Caporeparto ci costringesse ad una seconda scalata. Invece no, facemmo poche centinaia di metri, quindi formammo un quadrato, e il CR ci consegnò le Specialità e le Tappe. Io ricevetti una sola Specialità, ma mi rifarò al Campo Estivo.Questo Campeggio è stato parti-colare, uno dei migliori al quale ho partecipato, e spero che anche tutti i prossimi saranno così.

Vice capo Ptg. Alessio Baroni, Pattuglia Lupi

Reparto Robin Hood

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Dove si è svolta l’attività: Rifugio Coni Zugna, a

1616 metri, a 18 km da Rovereto (Trento)

Come arrivarci: Dal casello dell’autostrada

Rovereto Sud si prosegue per Rovereto, poi si

sale fino al paese di Albaredo. Qui si seguono

le indicazioni “Monte Zugna” e si prosegue per

circa 12 chilometri, fino alla fine della strada

Buono a sapersi: Il rifugio può ospitare fino a

60 persone. a pochi passi da un osservatorio

astronomico

www.rifugiomontezugna.it

dalle sezioni

Il Branco Empeesa e il Reparto Robin Hood del Gruppo Arco 1 davanti al rifugio Coni Zugna.

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Il 7 febbraio è stato ufficialmente inaugurato il sentiero dell’Alta via del tabacco, sulle dolomiti del Brenta. E un po’ del merito possono dire di averlo anche gli scout della sezione di Bassano del Grappa. Volete sapere perché? Allora facciamo un passo indietro e arriviamo fino a Oliero. Un gruppo di case sulla destra orografica del fiume Brenta. Pochi gli abitanti, non più di trecento. Chi si fosse trovato a passare di là quel giorno, il 25 aprile 2009, si sarebbe chiesto cosa stesse succedendo. Un folto gruppo di persone, ma soprattutto bambini, ragazzi e giovani si avviava verso la montagna, ognuno con un suo arnese da lavoro sulle spalle. Rastrelli, picconi, badili… e c’era chi portava persino dei decespu-gliatori. Per lungo tempo, dal 1600 fino agli ultimi anni cinquanta, la colti-vazione del tabacco è stata l’unica forma di sussistenza per queste genti che hanno saputo strappare alla montagna ogni piccolo faz-zoletto di terra per coltivarlo. Poi l’abbandono. E questi terrazza-menti che si innalzano sulla

valle fino ai 400 500 metri, vanno scomparendo. Da alcuni anni però gli enti locali stanno lavo-rando per il recupero di questi manufatti di indubbio valore

antropologico-culturale.Nel 2008 anche noi della sezione di Bassano del Grappa abbiamo deciso di aderire alla proposta fatta dal presidente del Cai della nostra città che si proponeva di ripristinare quella che viene chiamata l’Alta Via del Tabacco. Si tratta dell’insieme di “trodi”, come dicono gli anziani del posto, sentieri che un tempo collegava-no trasversalmente le contrade allora abitate sulle pendici della Valbrenta e che permettevano alle persone di spostarsi da un terrazzamento all’altro. Il proget-to ci piaceva. Rispondeva a molti dei nostri obiettivi: ci avrebbe per-messo di aprirci ad altri gruppi e di conoscere altre realtà. “Perché

non facciamo il San Giorgio su di là”?

Alla

fine, siamo partiti. Chil, Gianpaolo Cecchin, aveva avuto l’accortezza di fornire ai lupetti dei rastrelli “su misura”. Se lo sono portati

sulle spalle sia all’an-data che al ritorno. Ognuno ha trovato il proprio spazio ed ha lavorato senza sosta fino all’ora di pranzo e anche dopo. Durante la mattinata Antonio Caregro Negrin, Presidente del Cai di

Bassano ci ha raggiunti per spiegare le finalità del progetto, le modalità di intervento e l’impor-tanza di quanto stavamo facendo. Quando la vegetazione e l’abban-dono prendono il sopravvento, anche spostare sassi da un sen-tiero diventa un gesto importante. I ragazzi furono davvero sorpresi nell’apprendere che lì si potesse vivere ed abitare per tutto l’anno senza dover scendere spesso in valle per i rifornimenti. Il nostro impegno sta continuan-do. Ma da un massiccio intervento iniziale ora sarà sufficiente pas-sare ad una normale manu-tenzione ordinaria, altrettanto importante.Rosa Maria Da Campo, presidente di Sezione

dalle sezioni

Anche grazie a noi rinascel’Alta Via del Tabacco

Il progetto ci piaceva.

Rispondeva a molti dei nostri

obiettivi: ci avrebbe permesso

di aprirci ad altri gruppi e di

conoscere altre realtà.

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Nome: ALTA VIA del TABACCO

Partenza: Ponte Vecchio (117 m)

Arrivo: Costa (179 m)

Segnavia CAI Bianco/Rosso

Lunghezza totale: 26 Km

Dislivello totale: 1700 m circa

Tempo totale: 16 ore circa

Quota massima 650 m

Come arrivare in zona: In auto con l’A4 e poi

con l’A31 (Valdastico), uscita Dueville. Poi per

Bassano (20 km).

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When the sun rises, at the

end of the rain season, it’s time to action! You need to build a house,prepare the oven, conserve the food. Even this year there will be the big feast, with paintings, at the light of fire, in the magic atmosphere created by the story – teller. And who will go hunting, who will win the most colorful tournament of the year, who will prepare the buffet? If you want to get into the adventure of the most beautiful things from all over the world, don’t miss this opportunity, don’t miss this camp!!! Nambedoka is waiting for you!”

Nambedoka emOzioni Senza frontiere

l’o rlo del mondo

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l’o rlo del mondo

Quest’anno al tecnicamp di Serrada, il settore interna-

zionale ha proposto una base multicolore e multiculturale! Molti sono stati i ragazzi che vi hanno preso parte.Non solo. Oltre alle nostre fantastiche attività, che saltava-no da un continente all’altro, ci siamo avvalsi delle competenze di due esperti del Politecnico di Milano che sono stati in Pakistan per studiarne il territorio, le sue strutture abitative ed altre cose

di cui non vi parlo ora, perché se no ci infiliamo nel dettaglio tecnico e non è ciò che a noi interessa in questo momento.La cosa che, invece, ci incurio-sisce è: come si fa a conoscere un’altra cultura, prima di parti-re per un viaggio legato ad una meta lontana? Bella domanda!!! Viaggiare non è l’unico modo per conoscere modi diversi di vivere la quotidianità, perché ce n’è uno alla portata di tutti: guardarsi intorno e scoprire quante culture

ci circondano e si stanno inte-grando nel nostro paese.Nambedoka ha dato la possibili-tà di sperimentare un po’ di tutto quello che vi ho appena raccon-tato. Anzi, sapete cosa vi dico? Ve lo faccio raccontare da Poliana, della Sezione di Genova, e da Chiara, di Trieste, che attraverso le loro emozioni renderanno tutto più vivo.

Ilaria EspositoCoCon Internazionale

Tecnicamp: un’esperienza uni-ca indimenticabile, un’espe-

rienza di brividi di emozioni. Io sono già due anni che vado al Tecnicamp e quest’anno è stato l’anno piu bello. Eravamo tutti suddivisi in vari gruppi, io ero nel corso Nambedoka. Alcune delle attività consistevano nell’impa-rare a cucinare specialità di tutto il mondo, imparare tante cose di vari paesi. Per esempio, una del-le nostre attività è stata quella di imparare a scrivere in giappone-se con l’aiuto di Ilaria e Sara.Una notte è piovuto, ma tanto tanto, era una pioggia che ci faceva paura; la nostra paura piano piano però svaniva perché eravamo vicini, quella pioggia era un segno: ogni difficoltà si supera se si è insieme. Infatti il giorno dopo eravamo lì belli scattanti e pronti a scoprire nuove cose. Quel giorno era il giorno dei mandala, costruiti su della stoffa. Poi ci siamo dise-gnati degli strani segni sul volto, eravamo veramente unici... ah ecco erano per la danza maori! Propiziatoria al gioco del rugby, perché se la sono tramandata nel tempo ed ora la usano i neo-zelandesi prima di giocare.A differenza degli altri corsi, a pranzo eravamo noi del Nam-

bedoka che cucinavamo i piatti tipici del mondo: cibi indiani,sudamericani, asiatici. Anche chi non sapeva cucinare riusciva nella sua impresa, con il piacere di aver provato e con il piacere di avere l’acquolina in bocca dalla voglia di assag-giare tutto.Poi abbiamo anche costruito una casa pakistana con l’aiuto di due signori che erano andati in Pakistan. Quella è stata una cosa fantastica, unica e perfetta. Era fatta di paglia, era bellis-sima, ci era venuta benissimo, dentro era caldissima. Ma ciò che mi è piaciuto di più è stato vivere quell’avventura insieme agli amici. Lì ho conosciuto tante persone: Luisa detta Shalla per-chè mi diceva sempre “shalla”, Tommy detto Ciccino bello per-chè era troppo tenero, Barbone (il migliore, perché adesso siamo anche migliori amici) detto così perchè aveva sempre la faccia un po’ imbronciata e triste, Chiara detta Bestia perché era la parola che ripeteva più spesso. Erano

tuttisim-paticissimi, li adoravo tutti, eravamo tutti fratelli. Lì ho iniziato a scoprire il vero signifi-cato dell’amicizia. Queste espe-rienze ci fanno crescere, scoprire nuove emozioni, nuove cose che appartengono a persone magari lontane da noi. Insomma erava-mo un bel gruppo, pazzo dalla voglia di vivereun’avventura al di fuori di un mondo che conosciamo, che non ci dà sempre stimoli, al di fuori di una vita qualche volta monotona.

Poliana Sciollero4° Reparto Giano, Genova

Al lavoro per costruire

il mandala, disegno rituale

per il buddismo.

Alla lachita enbadanà, alla lachita enbadanà, alla lachita en badanà, Nambedoka il tuo benjò! Itoka! Fliù flai viulin ..fliu flai viulin...fliu flai viulin Nambedoka il tuo benjò Itoka! Jjslri ph

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Cosa si fa dopo essere tornati da un campo scout? Io sono

tornata dal Tecnicamp di Serrada (Trento) 2009 e adesso svuoto lo zaino. Oh, cosa c’è qui? Ah, il marsupio! Questo marsupio di pelle l’abbiamo fatto al corso chiamato Nambedoka. Era una mattinata piovosa e così siamo stati costretti a farlo sotto una tenda. Ecco la mia felpa. Acci-denti, cos’è questa macchia sulla manica? Ah, giusto! L’avevo mac-chiata quando avevamo dipinto le tele Ndbele. I Ndbele sono una popolazione africana che decora con strani e originali disegni le sue abitazioni. E questo filo di paglia? Forse si è impigliato nel-la felpa quando abbiamo costru-ito la casa pakistana. Mi sono divertita tantissimo a costruire quella casa, prima le fondamen-ta con legni e legature e poi le pareti con la paglia. Una sera dentro quella casa abbiamo anche fatto un fuoco. Oh, no! Un’altra macchia! Questa volta è di pittura nera… Ah, forse avrò macchiato la felpa quando ci siamo dipinti la faccia per sembrare cattivi, fare l’Acha e giocare a rugby come i neoze-landesi. Oh, ecco il telino. Non l’ho neanche usato. Chissà, forse è più impermeabile del-

la tenda. La prima notte passata al Tecnicamp pioveva. Alle due di notte Polly mi sveglia: “Chiara! Chiara!”. Io pensavo “Dovrà an-dare in bagno e mi chiede se la posso accompagnare”… “Chiara! Piove! Tocca la tenda!”. Io ho pensato “Piove? E allora?”. Ho toccato la tenda… Fradicia! Ho toccato il mio zaino… Fradicio! Ho spostato lo zaino vicino alla testa al centro della tenda e ho dormito in una pozzanghera. Da questa esperienza ho imparato a controllare ogni sera che il sovra telo sia ben picchettato. Ahi! Qualcosa mi ha graffiato! Ah, è il ciondolo che mi ha regalato Polly. Un fiorellino color argento. Ricorderò sempre

la mia amica Polly, ci rivedre-mo ancora… Ricorderò sempre

anche gli altri compagni di corso: Laura e Niki da Pesaro, Mex e Pavi da Milano, Luisa detta “Scialla” da Roma, Martina da Firenze, Meg e Alyssa pronta per l’Acha, Candy da Reggio Emilia e tutti gli altri, provenienti da diverse città italiane. Ricorderò sempre anche lo staff: Ilaria, Sara, Barbara e Luca, quattro capi eccezionali con cui mi sono trovata benissimo. Io ho finito di svuotare lo zaino, adesso devo solo chiamare mia papà che lo metta nel mobile in alto…

Chiara Bassanese 5°Reparto Hunting, Trieste

Con i volti dipinti, pronte alle antiche danze dei guerrieri Maori della Nuova Zelanda.

Alla lachita enbadanà, alla lachita enbadanà, alla lachita en badanà, Nambedoka il tuo benjò! Itoka! Fliù flai viulin ..fliu flai viulin...fliu flai viulin Nambedoka il tuo benjò Itoka! Jjslri ph

un monento di pausa dalle attività.

l’o rlo del mondo

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celebrazioniRo

vere

to

Una betulla piantata nel cuore di Rovereto come auspicio di fratellanza, di

impegno e cambiamento. Questo uno dei momenti simbolo della Giornata del Pensiero, tenutasi domenica 21 febbraio 2010 a Rovereto (Tn), a coronamento di un week end intenso e ricco di attività in cui Cngei e Agesci hanno deciso di unire le forze nel raggiungimento di un impor-tante traguardo Scout. “Il fiorire dell’educazione che porta al buon cittadino” è il titolo dell’iniziativa che, oltre ai grandi giochi, i canti e la ricorrenza dei compleanni di Baden Powell e di sua moglie Olave, ha celebrato la figura di Antonietta Giacomelli (1857-1949), intellettuale, educatrice e fondatrice dello scautismo femminile a Rovereto. Proprio in occasione del centenario del Guidismo, il movimento scout

femminile, la città ha reso onore e salutato la “nonna scout” (così veniva chiamata) nel modo più grato e sentito possibile. Chi era Antonietta Giacomelli?Per chi l’ha conosciuta, per chi ne ha letto gli scritti, per chi ha mosso i primi passi nello

scautismo grazie a lei, per chi ne ha solo sentito parlare e per chi ne mantiene vivo ancora il ricordo, è stata una donna d’azione, di grande spirito, fermezza e coraggio. Una figura di estrema attualità, che ha saputo operare nella società con l’intelligenza e la passione di chi vuole fare il bene per gli altri credendo in quello che fa, di chi lotta per la difesa dei diritti, per l’emancipazione della donna e della sua dignità, per un rinnovamento religioso e civile, attivo e responsabile. Donna con i piedi nell’Ottocento ma la testa nel XXI secolo, la “nonna scout” non deve solamente rimanere impressa nella nostra memoria in un ricordo fine a se stesso ma deve essere esempio per tutti noi, per agire con buon senso nel presente, offrire qualcosa di concreto alla società in cui vivia-

mo dove rispetto, dialogo, confronto e ricchezza della diversità devono essere punti cardine. Le sue spoglie ora riposano nel Famedio comunale della città della Quercia, è la prima donna a entrare nel luogo dove vengono conservati i resti dei per-sonaggi che hanno fatto

la storia della città. La Sezione Cngei di Rovereto è felice della partecipazione, della straordina-rietà dell’evento e dell’obiettivo raggiunto: quello di vivere con entusiasmo e correttezza un’atti-vità nazionale condividendo un grande gioco con i fratelli Agesci, celebrando ufficialmente Anto-nietta Giacomelli e il Centenario del Guidismo e dello Scautismo femminile e allo stesso tem-po vivere come Sezione una Giornata del Pensiero diversa e divertente.È stato sicuramente un momen-to di crescita comune, di difesa dell’allegria e dell’altro, tenendo insieme l’impronta del passato con il progetto del futuro e con un pensiero che va all’importanza dello scautismo (soprattutto fem-minile) nei Paesi meno fortunati del nostro dove può rappresen-tare un’opportunità educativa unica, una via d’uscita valida, una speranza d’impegno civile che si opponga agli spettri della fame e della povertà. Essere scout è questo, è vedere e condividere in occhi diversi quella stessa fiam-ma di valori, autentica energia, sorrisi involontari, gratitudine senza ricordare di che.

Tommaso Gasperotti, senior, Sezione di Rovereto

Ricordando Antonietta Giacomellialle radici del guidismo

Una betulla è stata piantata da scout Cngei e Agescinei giardini Perlasca a Rovereto: simbolo di crescita e del gesto che porta il seme a diventare forza.

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Il Capo Scout e alcuni inviati molto speciali

Metti un gruppo di 14 esploratori e 3 lupetti. Aggiungi un Capo Scout di fresca nomina. Arma i ragazzi di penne, fogli, macchine fotografiche e tanta voglia di fare domande e… questo è il risultato. Sabato 6 febbraio, a Vicenza, dopo una breve attività di introduzione al giornalismo, un gruppo di ragazzi dei reparti Antares (Bassano del Grappa), San Giorgio, Carlo Colombo e del branco Fiore Rosso (Vicenza) hanno incontrato Roberto. In queste pagine potete vedere (e leggere)

il risultato.

In che anno sei entrato ne-gli Scout, e come?Mi sono iscritto per la prima volta nel 1978. Un giorno un mio amico che era scout mi chiese di accompagnarlo. Così ho incontrato gli scout.Sei stato lupetto?Sì, ho iniziato da lupetto, poi sono stato esploratore e ro-ver.Da lupetto avevi la treccia gialla?SìE quella lilla?No.Sei mai stato Akela?Sì. In che muta eri?Rossa, poi nella pattuglia Co-bra e nella compagnia Marco

Polo.Che tipo di esploratore eri? Sempre bravo e rispettoso della legge, o facevi arrab-biare il capo reparto?Ero rispettoso della legge e, come dice il motto, facevo del mio meglio per essere prepa-rato. Anche se a volte il capo si arrabbiava, certo! E minac-ciava di mandarmi davanti a quella che, ai miei tempi, si chiamava Corte d’onore.Che specialità avevi, da esploratore?Uhmm…vediamo, non cre-do di ricordarle tutte…Co-munque cuciniere, fuochi-sta, campismo, pionierismo, animatore. Ma non ero molto bravo, come animatore….

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Che cosa fa esattamente il Capo Scout? E quali sono i pregi e i difetti di questo ruolo?Il Capo Scout nella nostra associazione è respon-sabile del metodo, immaginatelo come una specie di grande commissario. I suoi collaboratori più stretti sono i commissari nazionali di ogni Bran-ca, inoltre, ci si trova spesso a dover prendere delle decisioni importanti, che a volte non piacciono a tutti, ma importanti per il CNGEI; di conseguen-za faccio sempre molta attenzione e mi interrogo spesso su quello che faccio e come lo faccio. Secondo me il difetto di questo ruolo è che può as-sorbirti troppo, danneggiando la vita privata. Gli aspetti positivi sono tantissimi, dovendo sceglie-re credo quello di potersi migliorare mettendosi sempre in discussione e poter offrire qualcosa in più per far camminare l’associazione e fare in modo che molti ragazzi e ragazze come voi possa-no divertirsi nel grande gioco dello scautismo, di conseguenza vedervi felici nello stare insieme.Riesci a conciliare la vita privata con la vita

Ti hanno mai dato un soprannome?Sì…..il mio totem è Castoro snappatore.Hai mai partecipato ad un Jamboree?No, a un Jamboree no, ma a un Campo nazionale sì.Ti è mai venuta la tentazione di lasciare gli scout?Sì, e infatti per un periodo ho smesso, tra il 1997 e il 2001. Ma poi sono tornato.Perché sei diventato Capo Scout, quale scelta ti ha portato a questo?Ho deciso di candidarmi perché volevo fare qual-cosa per tutti gli scout.

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tikit

Nome: Roberto

Cognome: Cenghiaro

Età: 41 anni

Nato a: Venezia, 14/11/1968

Professione: responsabile commerciale

per l’Est Europa di una società nel settore

diagnostico-ospedaliero

Attuale ruolo nel Cngei: Capo Scout

Altri ruoli ricoperti in Associazione:

Capo branco, Capo reparto, Capo gruppo,

Commissario di sezione, CoCon Branca

L, Formatore, Responsabile centro della

formazione, IR Branca L, Consigliere Nazionale

Roberto Cenghiaro durante la “conferenza stampa” dedicata a Lupetti e Esploratori.

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scout?Sì sì, per ora anche abbastanza bene.Ma quanto ti im-pegna fare il Capo Scout?Direi 24 ore su 24, con pochissimo tempo li-bero, pochissimi week end all’anno.E che cosa fai nel tem-po libero?Vado, meglio dire anda-vo a cavallo, invece in palestra, ci riesco ad an-dare ancora, faccio yoga e cerco di dedicarmi ai miei affetti.Sei sposato?NoFidanzato?Sì, ma lei non è scout.A parte il Capo scout, hai un altro lavoro?Sì, sono il responsabi-le commerciale per l’area Est Europa di una società, come detto prima.Quando giri per incon-trare la gente, tra i vari gruppi di tutte le città, che cosa ti piace di più e cosa di meno?La gente, vorresti dire gli scouts….La cosa che mi pia-ce più di tutte è poter parlare con i lupetti, gli esploratori e i rover, come sto facendo adesso con voi. La cosa che mi piace meno è di avere sempre troppo poco tempo da passare con Voi che siete l’anima dello scauti-smo ed il motivo per la quale il CNGEI è così importante!Qual è l’esperienza scout più bella che tu abbia mai fatto?I momenti più belli nella mia vita scout probabilmente sono stati quando facevo l’Akela e quando ero esploratore, forse quest’ultimo è stato il periodo più importante nella formazione di uno scout.

Vorrei aggiungere alcune riflessioni, mentre mi state facendo queste im-

portantissime domande.

Vorrei partire dal recente 2007, se vi ricordate abbiamo festeggiato il cente-

nario dello scoutismo (vi ricordate, l’alba del centenario? Cosa avete fatto,

voi?). Quest’anno, invece, inizia il periodo del centesimo (compleanno) del

Guidismo e dello Scautismo femminile.

WAGGGS, l’associazione mondiale femminile, sorella di WOSM (il trifoglio

che le bambine, ragazze e donne portano sulla camicia o sul maglione)

ha fatto a tutti gli scout del mondo delle proposte su come festeggiare

questa ricorrenza, se non lo sapete, chiedete ai vostri capi o vecchi lupi.

Altro avvenimento nel 2011, invece, tocca di nuovo all’appuntamento che

ogni scout sogna: il 22° Jamboree, che sarà a Rinkaby, in Svezia. Altra

grande notizia: nel 2012-2013 sarà il CNGEI a compiere CENTO ANNI!

Ecco, per dire: a voi come piacerebbe festeggiare una occasione così

importante? Mi piacerebbe sentire tante idee, progettare e costruire

assieme con tutti i ragazzi e le ragazze del GEI le cose da fare. Sape-

te, c’è una cosa che non tutti gli adulti hanno capito fino in fondo: il

futuro, ragazze, ragazzi, siete voi. Siete voi, che sarete, un giorno, gli

Akela, i Capi reparto, i Capi compagnia, oppure più semplicemente, i

Dirigenti ed i Capi Scout del CNGEI. I buoni cittadini. Le persone re-

sponsabili che lasciano, ogni giorno, il mondo un po’ migliore di come

lo hanno trovato. Siete delle risorse, le migliori risorse.

Bene, visto che mi piacerebbe sentire le idee di tutti voi, oltre che

continuare su questo progetto vi lascio la mia e-mail: caposcout@

cngei.it . Usatela, per favore. Fatevi sentire, fatemi sapere le vostre

idee, su cose pratiche, come appunto il compleanno del CNGEI,

ma anche, per esempio su altre cose: cosa vuol dire per voi essere

scout, per esempio, oppure cosa ne pensate di come noi adulti fac-

ciamo scautismo con Voi. Quello che volete, anche solo un saluto.

Credo che sia molto, molto importante, proprio perché voi siete il

cuore vivo di questa associazione. Siete “semini” che sanno parla-

re, che possono dirmi e dirci quanta acqua vogliono, e che tipo di

acqua. Allora forza, fate sentire le vostre idee.

Ringraziandovi del caloroso pomeriggio passato assieme, vi

auguro di avere sempre la gioia e l’energia per vivere e far vivere

il gioco scout. Semplicemente, Buona Caccia

Vorrei aggiungere...

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.

dietro le quinteA sinistra, Patty studia l’inquadratura per realizzare la fotografia di copertina di questo numero di Scautismo. Sotto, uno degli scatti presi dall’alto della torretta di uno scivolo.

Alcuni momenti dell’attività: a sinistra, vignettisti e giornalisti al lavoro. Sotto, qualche nozione pratica dalla redazione di Scautismo, prima di cominciare.

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.

Durante la chiacchierata non mancano momenti di ilarità e buonumore.I ragazzi hanno fatto domande a ruota libera, annotando sui loro taccuini le risposte, che sono il testo di questo articolo.

Mentre un gruppo intervista Roberto, altri si dedicano a scattare le foto del servizio.

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igne

tta

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Facce da Capo ScoutAgli obiettivi dei fotografi non sono sfuggite alcune buffe espressioni di Roberto. Subito immortalate...

Questo servizio è stato realizzato da:1° Reparto “Antares”, Sezione di Bassano del GrappaPaolo GarliniValeria BertiFederica TosoMichele Beraldin

3° Reparto “Carlo Colombo”, Sezione di VicenzaAdalberto PapiniChiara FizzottiGiuliano Angriman

1° Reparto “San Giorgio”, Sezione di VicenzaYana Cecchetto (foto)Federica ZanellaAndrea Daria Varini (foto)Lorenzo Pastorello (vignetta)Paolo Frigo (foto)Simone LauricellaMarco Vedovato

1° Branco “Fiore Rosso”, Sezione di VicenzaEmanuele ScaranoCamilla De FranceschiFrancesco Leonardi

Si ringraziano inoltre i capi unità, i senior presenti, il Capo Gruppo del Vicenza 1, Riccardo Bressan per la logistica, Roberto Cenghiaro per la disponibilità. Per il Settore Comunicazione:Carla De Girolamo, Diego Maniacco, Patrizia Di Cataldo.

dietro le quinte

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Cari lupetti e care lupette di tutta Italia,da novembre del 2009 sono stato nominato Akela d’Italia, anche se il vero termine che noi del Cngei usiamo è Commissario Nazionale della Branca Lupetti. E ne sono felicissimo! Sono felice di prestare questo servizio per l’asso-ciazione che amo tantissimo, sono felice perché posso iniziare una nuova caccia emozionante, con prede succulente all’orizzonte insieme ai miei fra-telli di tana: Sara, Camilla, Daniela, Dany, Giaco-mo e Aurora. Noi sette costituiamo la Muta Nazio-nale, e per tre anni correremo al fianco dei vostri Vecchi Lupi con i quali giocate nelle vostre Tane affrontando tante sfide, attività dopo attività, cac-cia dopo caccia. Ma cosa faccio in concreto? Forse non tutti lo sapete, mai voi non siete gli unici a cacciare con i vostri Vecchi Lupi. Io e la Muta Nazionale cacciamo e giochiamo insieme a loro in alcuni momenti dell’anno, offrendo delle occasioni di riflessione per poter approfondire maggiormente i misteri della Giungla. Proponiamo delle cacce solo per loro, diamo spunti e idee che possono aiu-tarli a creare quei momenti uni-ci che vivete quando siete in Branco!Ma questa è solo una parte dei nostri compiti, sicuramente la più importante ed emozionate. Non avete idea di quanto sia bello vedere i vostri Vecchi Lupi tutti in cerchio a fare Ban e cantare con noi. Vivere insieme un Fiore Rosso con tutti loro è un modo per essere con voi. E’ bello stare seduti in cer-chio e ascoltare ognuno di loro rac-contare quanto sia fantastico il vostro Branco e tutto quello che fate. Questi momenti servono per conoscerci meglio e scoprire nuove tracce per pi-ste ancora inesplorate. Un piccolissimo esempio? Quando un Vecchio Lupo torna da una di queste cacce e vi propone un Ban o una canzone nuova (pensate alla canzone della Branca L “Novità!”), vuol dire che siamo riusciti in modo piccolo a

darvi qualche cosa! Oltre a questo ogni tre anni organizziamo una grande caccia che vi possa vedere realmente par-tecipi. L’anno scorso qualcuno di voi ricorderà la Rupe Nazionale dei Consigli di Akela 2009. Quel-la grande caccia dove tanti CdA da ogni parte d’Italia hanno partecipato come ambasciatori dei vari Branchi di provenienza. Sicuramente nel 2012 ci sarà un’altra occasione a cui potrete parte-cipare. Quindi avanti, incominciate ad affilare gli artigli, a drizzare le orecchie e a osservare quello che nella Giungla accade. Prima o poi toccherà nuovamente a qualcuno di voi essere il portavoce del proprio Branco!Voglio fare due ultimi esempi per farvi capire che lavoriamo anche per voi direttamente: la Pista d’Akela e il sito internet per lupetti e lupette (www.lupetti.cngei.it). La Muta Nazionale ha scritto la Pista d’Akela che ognuno di voi porta e

conserva con cura e che speria-mo vi piaccia davvero. Abbiamo fatto del nostro meglio quando l’abbiamo creata e facciamo del nostro meglio quando l’aggior-niamo in base ai racconti che i Vecchi Lupi fanno di voi. Il Sito dei Lupetti è stato creato pen-sando a voi e siamo felicissimi quando leggiamo i vostri com-menti. Scriveteci dunque; tut-to nasce da voi e molto di quello che facciamo è pensato proprio per voi!Ci sentiremo nuovamente, ci vedremo presto ma inizio su-bito ad ululare per tutti voi

un immenso: Buona Caccia!“Buona Caccia a tutti quelli che rispettano la Leg-ge della Giungla”

Massimiliano Della Bona e tutta la Muta Nazionale

(Daniela Fenizia, Camilla Maggiore, Sara Regnani, Giacomo Serafini, Daniela Variale e Aurora Bosna)

Forse non tutti lo sapete, mai voi

non siete gli unici a cacciare con i vostri Vecchi

Lupi!!! Io e la Muta Nazionale cacciamo e giochiamo insieme

a loro in alcuni momenti dell’anno.

branca elle

L’alba di una

Nuova caccia

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Ciao!! Ti chiederai perché questa rubrica si intitola “Semplicemente Svezia”?La risposta è semplice! La Svezia sarà la sede del prossimo World Scout Jamboree e vogliamo svelarti alcune curiosità sull’incontro che tutti stiamo aspettando e per il quale ci vogliamo preparare.Ebbene si, manca poco meno di un anno e mezzo ma il Jamboree del 2011 è già nei pensieri di molti. Per questo inauguriamo ufficialmente questa rubrica, composta da una serie di schede che ci avvicine-ranno all’evento mondiale. Fai attenzione a tutte le cose che scriveremo perché saranno delle informa-zioni che potranno essere utili a te e alla tua Pattuglia. Allora buona lettura e ricordati che il Jamboree si vive fin da ora! Buona caccia.

Semp

lice

ment

e S

vezia

La Svezia è una monarchia costituzionale (l’attuale sovrano è Carlo XVI Gustavo) di circa 9 milioni di abitanti, di cui più dell’85% risiede nella parte me-ridionale del paese. La lingua svedese fa parte del gruppo delle lingue germaniche ed è parlata co-munemente, ma la Svezia non ha una lingua uffi-ciale e il livello di conoscenza dell’inglese è molto elevato, al limite del bilinguismo. Circa l’82% della popolazione appartiene alla Chiesa Evangelica Luterana di Svezia. Nel nord del Paese vivono due minoranze autoctone, un gruppo di lingua finlandese nel nordest e il gruppo dei Sami (Lapponi).Grazie all’influenza mitigatrice della Corrente del Golfo, il paese beneficia di un clima più mite di quello di altri paesi situati alle stesse latitudini. A Stoccolma, la capitale con poco meno di 800 mila abitanti, che si trova quasi alla stessa latitudine della Groenlandia meridio-nale, la temperatura media in estate è di circa 18 gradi, mentre le medie di genna-io sono di poco più basse dello zero, con precipita-zioni nevose moderate. Nel nord della Svezia l’inverno è lungo e rigido, mentre in giugno e luglio il sole non tramonta mai.Fino agli inizi del XX secolo, la Svezia era uno dei paesi più po-veri d’Europa, ma negli ultimi cento anni lo svilup-po della rete di trasporti ha permesso l’avvio dello sfruttamento delle risorse naturali (legname e fer-ro), che hanno portato ad un vigoroso sviluppo. Un elevato livello di istruzione e politiche economiche attente, hanno contribuito all’affermarsi di un avan-zato settore industriale. A causa del clima piuttosto freddo, l’agricoltura non è molto sviluppata, ma

nelle zone più fertili e miti è possibile coltivare patate e cereali, mentre le zone più fredde sono il regno dell’economia forestale, la cui gestione è particolar-mente curata.Oggi la Svezia è al settimo posto per indice di svilup-po umano ed ha uno stato

assistenzia-le tra i più efficienti al mondo. Per

esempio: per ogni figlio i genitori percepiscono contributi esenti

da tasse, finché il figlio abbia compiuto 16 anni. I giovani che

a questa età continuano a studia-re hanno diritto a percepire un’indennità di studio che più tardi, a livello universitario, consiste in massima parte di un prestito con termini convenienti.Nelle ultime elezioni (settembre del 2006) la coalizione moderata ha conquistato la maggioranza dei seggi nell’unica camera parlamentare. Fredrik Reinfeldt, leader del Partito dei Moderati, ha assunto la carica di Primo Ministro.

L’amministrazione locale è gestita da 288 comuni. In ognuno di essi opera un consi-glio comunale, eletto a suffragio popolare,

cui compete l’esazione di un imposta sul reddito, e che provvede ad organizzare la

scuola, l’assistenza all’infanzia e agli anziani, i servizi pubblici, la costruzione di abitazioni, le at-tività culturali e del tempo libero.

La Svezia su internet (fonti della scheda).Ente del turismo svedese: www.visitsweden.comAmbasciata svedese: www.swedenabroad.comSu Wikipedia: it.wikipedia.org/wiki/SveziaSvezia, il paese dei Nobel: www.svezia.cc

Jamboree: -15 mesi

Carlo XVI Gustavo, Re di Svezia e scout.

branca e

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Vialfrè 2009 vita dallo spazio ... Galassia di Snatafanna. Un buco nero

squarcia lo spazio, a pochi anni luce dal pianeta di Sbarabarillo. Gli Sbarabarillesi,

sono minacciati da un pericolo terribile: essere inghiottiti dal... Nulla! Uno Sbara-barillese molto saggio propone di salire

tutti sull’astronave e cercare ospitalità sul pianeta Terra. Gli Sbarabarillesi atterrano

nel campo di un gioviale contadino di Vialfrè, Ubaldo, il quale ha il duro compito

di spiegare ai nuovi amici extraterrestri come sono fatti gli umani, quali sono le loro abitudini, il loro modo di vedere la

vita. Ubaldo non può riuscirci da solo e per questa ragione decide di contattare i rap-presentanti di ogni popolo, che accorrono da diverse ragioni ed ecco prendere vita il campo estivo Vialfrè 2009... Tanti sentieri

una sola direzione!Un campo che ha visto protagonisti 400

scout provenienti dai 19 Reparti dei Gruppi di Roma 5, Cernusco Sul Naviglio, Pisa 1, Roma 6, Pisa 3, Venezia, Modena, Roma

10, Senna Comasco (FIS Raider), San Mau-ro T.se, Gassino T.se, Chivasso, Cassine,

Moncalieri, Torino, Anzio-Nettuno, Livorno 2, Firenze, L’Aquila, le compagnie dei

Gruppi di Anzio-Nettuno, San Mauro T.se, Moncalieri, Chivasso e i senior in servizio.

Una miscela esplosiva di persone, idee, iniziative, proposte, allegria, voglia di

mettersi in gioco e spirito scout. Da tutto questo è nato il Campo Interregionale

Vialfrè 2009, un evento di cui tutti i parte-cipanti portano un ricordo che può essere

riassunto in una semplice espressione: scautismo allo stato puro.

branca e

Num

eri

APPROVVIGIONAMENTI

Pasti serviti: 9.611

Colazioni: 4.776

Panini preparati: 4264

Fette di prosciutto: 5.106

Fette di mortadella: 860

Olio: 90 litri

Pane consumato: 421 kg (oltre

ai panini)

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Progetto grafico e impaginazione: Patrizia Di Cataldo Progetto grafico e impaginazione: Patrizia Di Cataldo

La voce di un genitoreQuando una figlia, ormai capo reparto da anni, mi ha

chiesto la collaborazione per organizzare un campo in-ter-regionale, ho pensato che dedicare qualche gior-no di vacanza poteva essere l’occasione di conoscere meglio l’ambiente scout . (…)Tuttavia, il ricordo che più mi rimane di Vial-frè è legato alle emozioni: quella di entrare nel campo, di vedere tutta la cambusa perfetta-mente organizzata, di trovare in azione le per-sone conosciute nelle serate di preparazione, di vedere i ragazzi svolgere le loro routines, e finalmente l’emozione di vedere un grandis-simo quadrato e soprattutto di essere chia-mati come servizi anche a farne parte sen-tendosi davvero dentro a questo progetto. E poi l’emozione di dare una mano in cucina, nelle pulizie, trovando una sintonia con persone sconosciute fino a pochi minuti prima, e ancora l’emozione di condividere

i pasti, le emergenze, qualche preoccupa-zione, la fatica ed la stanchezza, ma anche le risate. E l’emozione del grande fuoco, di cantare tutti insieme, di ascoltare con i ra-gazzi persone che allo scoutismo e ai valori

etici hanno dedicato la loro vita e che lo sanno esprimere. E l’emozione dei momenti di pausa

insieme agli altri, di avere sempre pronto il caf-fè per le staff, di condividere un piccolo momen-

to di relax, di ascoltare con quanta passione i capi vivevano l’esperienza. E l’emozione degli esplora-

tori che venivano a fare cambusa, che ascoltavano le indicazioni, che accettavano le osservazioni, che

ubbidivano a quanto richiesto loro da adulti mai visti prima: una grande prova di rispetto spesso assente

nella scuola e nella società. Ed infine l’emozione di es-sere spesso ringraziati. Siamo noi a voler ringraziare per

la bella opportunità e ci permettiamo di dare un consiglio: fate partecipare più spesso i genitori a queste esperienze,

è la via più efficace per far comprendere e divulgare il mes-saggio scout. ...e noi siamo pronti per la prossima occasione!

Bruna Cortese Bertoldo

branca e

Nei 12 giorni di campo estivo si sono susseguite tante attività di tutti i tipi: arrampicata, nautica, pionie-rismo, torneo di palla scout, attività di spirituali sul tema delle diverse scelte religiose e sul senso della laicità, l’incon-tro con i rappresentanti di varie religioni, la cucina alla trapper, la giornata con altre associazioni di volontariato al campo, la gara di cucina, le missioni a Torino, la veglia alle stelle, i fuochi di reparto e i fuochi tutti insieme, gli hike di pattuglia, la chiacchierata con Ma-riangela Botta sulla scelta scout e quella con don Luigi Ciotti sulla lotta alla mafia, sulle dipendenze e sulla legalità come bene comune. Oltre a tutte le attività, ovviamente il ricordo di Vialfrè non può che rimandare alla magia della vita nei sottocampi, il chiacchierare mentre si montano le costruzioni, mentre si accende il fuoco, conoscere nuovi amici an-dando a fare cambusa o a raccogliere la legna... E non

si può non sentire un brivido nel ricordare l’ultimo fuoco tutti insieme, quando, sotto un cielo stellato meraviglioso, 400 voci cantavano la canzone del campo, sapendo di avere incontrato altri scout e di avere vissuto giorni davvero speciali...La sera del 5 agosto alcuni di noi sono rimasti al campo per sorvegliare la catasta di pali che avremmo dovuto rivendere. Sul campo, buio e silenzioso nella sua naturalità, una stella ca-dente ha solcato per intero il cielo di Vialfrè, come se volesse sottolineare l’atmosfera quasi surreale che il bosco, quella sera, stava vivendo.Un’ultima notizia, questa apparsa ve-ramente sui giornali locali e che ci ha ammutoliti per qualche secondo: nel cielo di Castellamonte, dietro le colline di Vialfrè, la sera prima del campo c’è stato un avvista-mento di Ufo... ops!

Cia e Dome

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Alle 14.30 appuntamento per tutti gli esploratori e le esploratrici alla stazione di Rovereto. I capi fre-mono per vedere i ragazzi che parteciperanno ai loro corsi che non hanno mai visto, se non in foto.Telefonate, saluti, genitori che chiedono informa-zioni e poi tutti sui pullman e via si parte alla volta di Serrada. Appena arrivati c’è Lorenza che attende tutti per le operazioni di segreteria e poi i capi cor-so dividono i ragazzi e iniziano le attività di cono-scenza. Pionierismo, espressione, hike e la novità dell’anno...Nambedoka, il corso tenuto dal settore International (vedere articolo a pagina 7). Ci siamo…. Aggiustiamo camicia, pantaloni, cintura e ci dirigiamo verso l’alzabandiera per dare ufficial-mente il via a questo Tecnicamp 2009: cento scout tra ragazzi e adulti riuniti intorno a un alzabandie-ra che rappresenta non solo una parte importante del nostro modo di fare scautismo, ma anche una costruzione che tende verso l’alto e che vede issata sopra l’identità del nostro caro Cngei. Dopo la fine del quadrato di apertura mi appresto a salutare il corso di hike che parte immediata-mente per la sua avventura. Lo rivedremo soltanto l’ul-tima sera in occasione della cena di fine campo e il fuoco finale. Il secondo giorno entriamo nel vivo delle attività tipiche dei corsi: costruzioni, tende sopraelevate, tecniche espres-sive e la costruzione della casa pakistana da parte del corso Nambedoka, tutto condito da mille modi di parlare diversi e mille espressioni tipiche delle tante zone da cui provengono i partecipanti. Eh sì perché il Tecnicamp è anche questo, anzi direi soprattutto questo: incontro, scambio, sorrisi, conoscenza e arricchimento non solo per la vita scout, ma anche per la nostra vita quotidiana. Un evento della Bran-ca E (ma non solo) che fa vivere una dimensione “allargata” ad ogni scout che vi partecipa.

Le giornate scorrono tra episodi simpatici dei tanti esploratori e delle tante esploratrici che sono ve-nuti, preparazione delle attività serali: pionierismo ultima il percorso ludico da fare come sfida tra ptg, il corso Nambedoka termina la sua casa fatta di pa-glia, pali o cordini e infine il corso di espressione si sta preparando per il gran fuoco finale. Questo è un momento importante del campo perché si chiu-de il Tecnicamp al fuoco di bivacco con tutti i corsi che vi hanno preso parte.Il giorno dopo il campo si svuoterà, tutti prende-ranno zaini e tende e torneranno nelle loro città e nelle loro sezioni per portare un po’ di atmosfera del Tecnicamp. Se qualcuno mi chiedesse che atmosfera si respira in quei cinque giorni io risponderei: “un’atmosfera scout, spensierata, allegra e variegata dalle tante

voci, i tanti dialetti che si incontrano a colazione, a pranzo e a cena e che condiscono tutto con stile e passione per lo scautismo”.

Il Tecnicamp rimane negli occhi e nel cuore dei ragazzi e delle ragazze che al loro ritorno racconteranno tutto alle loro pattuglie e ai loro capi reparto; è un momento di scambio e di crescita, un’avventura unica da ripetere ogni anno.

Valentina CioniResp. della base di Serrada per

il Tecnicamp 2010

branca e

Al Tecnicamp...NON solo perla tecnica!

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branca erre

Io, come vi dicevo, sono Valeria Pulcini ed è un po’ difficile dire da dove vengo. Ho fatto i rover a Manziana, la capocompagnia a Roma e ora sono a Pisa. Cosa faccio negli scout? Beh, a parte il nome altisonante ancora devo capire bene alcune cose. Solitamente mi riunisco con gli altri della Ronda e proviamo a inventare qualche attività che vi piaccia Le Officine Rover per esempio, o i Cantieri. E le riunioni annuali riservate ai vostri capi.

Insieme a me c’è anche Ernesto Liconti detto Grande Puffo; il nostro saggio amico viene da Reggio Calabria, dove ha fatto il CC per un sacco di tempo.Dal temperamento infiamma-

bile e fisico possente, è famoso per portare nei suoi lunghi viaggi

Amaro, incenso e ‘nduja! Ma non lasciatevi stupire dal suo aspetto, in realtà è un gran tenerone!!!!

Ecco arrivare dal Nord il nostro Simone Sanvito detto Sanvi: di origini mi-lanesi, natali milanesi, residenza milanese ha fatto il capocompa-gnia ninetepopodimeno che...a Milano! Lui è sempre l’anima della festa, allegro, gioviale, spensierato e molto molto atten-to a quello che gli accade intorno; è lui che quest’anno ha curato le Officine Rover e che coordinerà i Cantieri, quindi cerca-telo pure e lui vi risponderà.

Dopo cotanto testosterone ecco finalmente la seconda donzella di questa allegra compagnia: da Livorno con furore, incedendo decisa verso la meta nel suo completo da rugby ecco Marinella Specchia. Se guardate le sue foto su Facebook fa un po’ paura con quella faccia imbronciata ma vi assicuro che è proprio il contrario: gioviale, allegra, rassicurante e sa fare degli ottimi ponci alla livornese. Se non ci fosse lei!

Infine il più giovane di tutti noi: Nicolò Marchesini. Dire da dove viene è ancora più difficile. Originario di Parma, ha fatto il capocompagnia a Roma ma ora vive in Svezia, vicino a Malmö, mi pare. Ma presto tornerà tra noi. Qualcu-no di voi lo ha conosciuto al Roverway in Islanda, altri lo conosceranno al Jamboree 2011; lui è il nostro viaggiatore, zaino in spalla, libro in mano, sorriso sulle labbra e via

a conoscere altri mondi, insomma proprio non si ferma mai.

Eccoci qua cari rover, questa è la Ronda Nazionale. Siamo un po’ come una Compagnia,

sì dai...un po’ come voi. Solo che siamo tutti un po’ più vecchi e un po’ più distanti l’uno dall’altro, ma con lo stesso entusiasmo di vivere del bel roverismo insieme almeno fino al 2012. Ora che ci conoscete, non vi resta che presentarvi su queste pagine. Anche noi abbiamo voglia di sapere che facce avete!

La Ronda Nazionale 2009-2012

Ciao Rover, sono Valeria la nuova Commissaria Nazionale di Branca Rover. Sì, una donna, dopo tanti anni. Oggi sono qui a scrivere per presentarmi a tutti voi e per presentarvi la nuova Ronda Nazionale 2009-2012.

Mug

sho

ts

Dal prossimo numero su queste pagine ci sarete VOI! Mandate le vostre foto e presentazioni a:[email protected]

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Ivan della Compagnia Grog di Reggio C.Scegliete le foto più belle (formato .jpg) della vostra compagnia, quelle in cui siete veramente fichi (che più fichi di così non si può!!!!) e speditele a:[email protected] pubblicati…e premiati!

Scatta & vinci

Eh già. Ci siamo cascati anche noi.Piegati, inevitabilmente, alla modernità che avanza.Ci sarebbe tanto piaciuto girare la penisola per scattare migliaia di foto,

cogliendovi “in flagrante”, mentre servite un pasto caldo alla mensa dei poveri, o arrancate compatti su un sentiero impervio, o ballate e cantate, illuminati solo dal fuoco e dalla luna. Ma la nostra penisola è lunga e noi ancora privi dell’ubiquità e allora ci siamo detti: perché non usare i vostri occhi, le vostre dita e le vostre macchine fotografiche?

branca erre

Rove

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Foto Rover fatte da Rover

Estate Rover Nazionale 2008 - La Compagnia Partenope di Napoli

Estate Rover 2006 - Davide e Bruno a Barcellona

Tutti per uno: la fratellanza ai Cantieri

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branca erre

Ho traslocato da poco (in realtà da qualche mese ma sono lenta a mettere in ordine) e in uno di quei periodi frenetici da “svuota gli scatoloni più in fretta che puoi” i miei occhi si sono fermati su una scatola un po’ speciale, e allora ho deciso di sedermi e rivi-vere un po’ di passato. È la scatola dove ho raccolto tutti i doni che, come da tradizione della Compagnia Ponte Rotto, ci si scambiano durante le partenze. Le mani scorrono su strani oggetti: una bussola, dei cd, tante lettere ma soprattutto foto e pensieri. Mi cade l’occhio su tre foto in particolare, regalo di Fabio; sono tre click delle nostre tre estati rover passate insieme.

Nella prima siamo davanti a delle spettacolari radici di un albero; è il 2004 e stiamo facendo l’hike prima di fermarci a fare servizio al CN04, il Campo Nazionale dei Reparti del Cngei. È l’ultimo giorno di cammino, un percorso segnato da una pioggia incessante e freddo intenso, da percorsi sbagliati e vicoli ciechi ma sensazioni bellissime, il divertimento semplice che ho trovato solo in compagnia. Mi ricordo la tensione e la preoccupazione per la mia prima estate rover da capocompagnia, ma anche l’in-contenibile gioia di vedere i volti dei miei rover risplendere davanti ad un fuoco, le risate per i “liofilizzato contest” (la gara a chi cuoceva prima il suo triste riso liofilizzato - Mauro resti sempre il numero uno), il tatuaggio di

Ricordi in scatolail

tacc

uino

di B

. C.

Il taccuino. Compagno

inseparabile di tanti grandi

uomini e donne. Scrittori,

soldati, artisti, vagabondi,

poeti e artigiani. Tutti, a modo

loro, dei VIAGGIATORI.

B.C. Acronimo che si presta a

molteplici significati. In questo

caso, però, sono le iniziali di

Bruce Chatwin, scrittore e

viaggiatore britannico. Un mito

per tutti coloro che amano

VIAGGIARE; non solo vedere

posti e gente nuova, ma vivere

nel mondo. E raccontare il suo

viaggio è stata la sua ragione

di vita. Una sua frase celebre recitava

così: La vera casa dell’uomo

non è una casa, è la strada.

La vita stessa è un viaggio da

fare a piedi. E chi, più di un

rover, vive “on the road”?

Raccontateci la vostra attività

di Compagnia più bella,

corredandola di 2 o 3 foto, e

spedite tutto a [email protected]

avremo il piacere di

pubblicarle e condividerle

tutte.

In questo primo numero:

Valeria Pulcini racconta…

la Compagnia Ponte Rotto di

Roma.

Page 31: Scautismo_marzo2010

branca erre

Maddy (fatto giusto giusto il giorno prima di par-tire per l’hike) da disinfettare e ingrassare tutte le sere. Piccole cose indelebili che a distanza di anni sono ancora lì a scaldarmi il cuore. Passa un anno…

Nella seconda foto siamo alla partenza di quella che sarebbe stata la più bella delle mie estati rover in assoluto: un bel percorso in terra to-scana, 130 km circa di cammino, caldo, incontri, buffonate, piccoli infortuni, attività. Tutto da soli costruito con le nostre mani e le nostre menti. Siamo freschi e riposati in questa foto, ancora la fatica doveva farsi sentire. Ricordo le zanzare del chiostro di San Gimignano, il caldo della palestra di Altopascio, le spille multicolor di Matteo, la gara di cucina e il twister a Siena, la spettacolare parodia delle donne di compagnia ideata dai rover uomini a Gambassi, la calendula di Paniccia, le pannocchie e mille altri dettagli assolutamente non insignificanti. Tutto è nitido e mi fa sorridere nonostante il tempo passato. E ancora oggi mi domando se Pink abbia o no cantato “Let’s get it started!”. Ancora un altro anno…

Ultima foto, ultima estate rover da capocom-pagnia: RoverWay’06. È stato un campo duro, pieno di luci e ombre, un campo che ho vissuto per metà a distanza dai miei rover ma con un pezzo di cuore in ognuno dei loro zaini. Questa foto l’abbiamo scattata l’ultimo giorno, prima di salire sul pullman del ritorno, Claudia si era rotta il piede in Route, tutti eravamo “sopravvis-suti” a piazzale Michelangelo, stanchi ma forti, il morale sempre alto (e le tende miracolosamente asciutte!). Dopo quel giorno avrei rivisto la mia Compagnia all’uscita delle partenze per dare ai miei rover il mio saluto da capocompagnia e lasciare spazio a Riccardo, il mio Vice.

Sono passati ormai 4 anni da quando non sono più un capocompagnia eppure tutti questi momenti continuo a portarmeli dentro. Perché se ho capito una cosa è che il roverismo non si fa, il roverismo si vive. Il roverismo fatto delle piccole cose: una tenda, un sentiero, un liofiliz-zato, le risate notturne nelle tende umide. Quel roverismo ti cambia, ti conforta, ti rafforza, è un mosaico di piccole e grandi emozioni che ti forgia e ti rende ricettivo. Ora riguardo quelle foto e mi sento soddisfatta, cresciuta, vedo quelli che erano i miei rover e che oggi sono Capi Gruppo, Capi Reparto, Akela o semplicemente futuri architetti o avvocati. Li guardo e sono fiera di essere cresciuta con loro camminando fianco a fianco, li guardo e mi rendo conto che questa branca mi ha donato la gioia dell’essere scout, di farmi bastare le poche briciole, di capire che sono le persone con cui percorri il cammino che lo rendono davvero unico e speciale. Cari rover, auguro anche a voi di vivere appieno il roveri-smo, di ridere tanto con la vostra compagnia, di riflettere tanto, di camminare tanto, di crescere tanto. E mentre tutto questo succede mi auguro anche di leggere e guardare qui tanti dei vostri ricordi rover. Cosa state aspettando? Fate parla-re le vostre immagini.

Valeria Pulcini Commissaria Nazionale alla Branca Rover

Un grazie speciale ai tutti i miei ex rover: Marro, Maddy, Silly, Marghe, Matte, Riccio, Fabio, Adri, Giulio, The Rock, Dududù, Er Verdi, Lavi, Panic-cia, Zappa, Avellino, Michè e Claudia.

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Page 32: Scautismo_marzo2010

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