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ConduConcerto Lirico-

Marialuigia Martino, Maria Villani

Michele Solimando, Maurizio Tancredi

Teatro del Giannone

Buona sera. Benvenuti. Vivremo insieme una suggestiva serata all’insegna della musica, del canto, della poesia, dell’espressività artistica a tutto tondo. Insieme, perché si riuscirsolo se ognuno verrà positivamen

Ascolteremo delle interpretazioni uniche.

L’arte è sempre nuova se vibra cocuore. Un’esecuzione è sempre La proposta artistica di stasera, nel susciterà un’emozione inedita, connote liriche, classiche, leggere, di e nuove, contemporanee e popolareggianti, che sanno di sempre-stato e preludono a sviluppi autentici, che si rivelano sempre arricchenti, portatori di messaggi positivi e universali. La musica piace a tutti, a bambini e conoscenze accademiche. Quello del cuore è un linguaggio universale, che non ha bismediazioni. Piace perché prende,

Ma entriamo subito nel vivo della manifestazione

Marialuigia Martino (soprano)

e si è laureata in canto lirico al Conservatorio classes. Ha partecipato a diversi concorsignificativi, come il Premio speciale Umberto Giordano nel 2009 esibendosi nella serata di gala accompagnata dall’orchestra sinfonica bulgara di Plovdiv. Terza al Concorso Nazionale per giovani musicisti nel 2013. Al suo attivo numerosi concerti da solista. Ha partecipato alla produzione delloRecentemente ha debuttato nella scena Giordano, è risultata idonea alle selezioni da corista e solista per il tournè di Maggio/Settembre per Garibaldi di Lucera. Impartisce lezioni

Maria Villani (violinista)una Laurea in Lettere moderne ada camera a Lanciano, e per professore d’Orchestra acollaborato con l’Orchestra del Teatro di

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Conduzione -Classico-Pop

Marialuigia Martino, Maria Villani

Michele Solimando, Maurizio Tancredi

Teatro del Giannone

4 Gennaio 2015

. Vivremo insieme una suggestiva serata all’insegna della musica, del canto, della poesia, dell’espressività artistica a

riuscirà nell’intento verrà positivamente toccato.

delle interpretazioni uniche. vibra con le corde del

è sempre unica e originale. proposta artistica di stasera, nel suo complesso,

con un intreccio di di sonorità antiche

e popolareggianti, che e preludono a sviluppi sempre arricchenti, portatori di messaggi positivi e universali. La

bambini e adulti, a chi ne è esperto ma anche a chi non ha familiarità con . Quello del cuore è un linguaggio universale, che non ha bis

, e basta.

ntriamo subito nel vivo della manifestazione, della quale vi presento

(soprano) ha iniziato gli studi nella locale Associazione l Conservatorio foggiano. Ha frequentato numerosi corsi e master

Ha partecipato a diversi concorsi raggiungendo fasi finali. Voglio ricordare remio speciale Miglior voce italiana al Concorso Lirico Internazionale

esibendosi nella serata di gala accompagnata dall’orchestra sinfonica erza al Concorso Nazionale per giovani musicisti nel 2013. Al suo attivo

. Ha partecipato alla produzione dello Stabat Mater

Recentemente ha debuttato nella scena di Fedora al Festival di Baveno in onore di Urisultata idonea alle selezioni da corista e solista per il Teatro foggiano

per l’Expò di Milano. In Marzo debutterà nel ruolo di Tosca mpartisce lezioni di canto e collabora come docente con l’Uni(violinista) ha conseguito il Diploma di Violino al Conservatorio di Foggia

a Bari. Ha frequentato Seminari di formazione orchestrale e musica per professore d’Orchestra a Spoleto. In qualità di

Teatro di Chieti (con direzione Riccardo Muti

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sempre arricchenti, portatori di messaggi positivi e universali. La buona i ne è esperto ma anche a chi non ha familiarità con le

. Quello del cuore è un linguaggio universale, che non ha bisogno di

, della quale vi presento gli intèrpreti.

Associazione Santa Cecilia Ha frequentato numerosi corsi e master

oglio ricordare qui i più al Concorso Lirico Internazionale

esibendosi nella serata di gala accompagnata dall’orchestra sinfonica erza al Concorso Nazionale per giovani musicisti nel 2013. Al suo attivo

Stabat Mater di Pergolesi. al Festival di Baveno in onore di Umberto

foggiano. Parteciperà alla debutterà nel ruolo di Tosca al teatro

come docente con l’Unitre di Foggia. l Conservatorio di Foggia e

formazione orchestrale e musica In qualità di violino di fila, ha

Riccardo Muti), con l’Orchestra del

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Conservatorio Giordano di Foggia, del Teatro Lirico Belli di Spoleto, con le Orchestre giovanili di Capitanata, d’Abruzzo, del Piemonte. In qualità di violino solista ha collaborato con cantautori e band di tutto rilievo, realizzando anche incisioni discografiche. Insegna Letteratura italiana negli Istituti Superiori.

Michele Solimando (pianista), anch’egli diplomato al Conservatorio Giordano, in Didattica della Musica, conta ad oggi oltre cinquecento concerti in Italia, Austria, Francia e Russia, sia come solista che in formazione cameristica. Più volte primo premiato in concorsi pianistici nazionali e internazionali. Ha frequentato master classes, conseguito pregevoli Diplomi di perfezionamento. Ha collaborato con il Coro Polifonico Concentus Musicus esibendosi dinanzi a San Giovanni Paolo II. Ha registrato per Rai Radio 3. Al suo attivo numerose composizioni edite. È direttore artistico dell’Associazione cagnanese MusicArte e di quella sannicandrese Prospettive Artistiche, con la quale ha musicato, arrangiato e prodotto diversi musical tra cui Romeo e Giulietta rappresentato anche qui a San Marco nel Maggio scorso. Pianista del quintetto Franz Lehàr, fondatore e direttore artistico del Concorso nazionale per giovani musicisti Eratai che annualmente si svolge a San Giovanni Rotondo. È docente di Pianoforte presso la Scuola media ad indirizzo musicale Mons.

D’Alessandro in San Nicandro Garganico. Maurizio Tancredi (cantautore) è il trait d’union, l’anello di congiunzione che anima

questa impresa creativa. Nipote di bandista e figlio di chitarrista, compone «per il bisogno di saziare una penna affamata», come lui stesso ama dire. Ha frequentato per un decennio emittenti radiofoniche locali come speaker e animatore, producendo nel corso del tempo varie raccolte musicali con pubblicazioni editoriali a diffusione nazionale, tra cui Vorrei & non Vorrei, Ataraxìa, Alla vita, Fiori violentati. Si esibisce in palcoscenico da quasi vent’anni. Compone versi; ha ottenuto importanti riconoscimenti in giro per l’Italia; cito quelli dell’Accademia Culturale Internazionale Gioacchino Belli di Roma, del Premio d’Arte e Cultura Dell’Arco di Roma, I Moti

dell’Anima di Positano. Finalista al Tour Music Fest, il Festival Internazionale della Musica Emergente voluto da Mogol per dare risalto mediatico ad artisti emergenti italiani ed europei. Ha vinto il concorso indetto da Radio Italia Anni 60 con L’Indìgeno felice, il pezzo che apre la sua prima raccolta. È infermiere professionale; e proprio il contatto con la sofferenza sembra stimolare autenticamente la sua profonda vena artistica.

Diamoci ora al piacere dell’ascolto, predisponiamoci a vivere l’emozione. E lo facciamo con

una delle più intense creazioni di Maurizio, Figlio dell’ipocrisia, tratta da Alla vita, una raccolta nata dalla collaborazione con Vivalavita Onlus, l’Associazione dei familiari e malati di Sla. Sono versi-denuncia del comportamento finto di chi mostra spavaldamente di saper possedere la vita ingannando e ingannandosi: […] Difficile sarà / che il tintinnìo delle campane / annunci la festa / se

il tuo vulcano / vomiterà fuoco. / Hai mangiato il frutto più dolce / affogando nelle acque salmastre.

/ Hai colto il frutto più maturo / spogliando l’albero della vita. Si esegue Figlio dell’ipocrisia.

Siamo in clima natalizio, e vogliamo anzitutto assecondare lo Spirito del Natale, nel senso

del romanzo dickensiano. Tre pezzi forti, molto rappresentativi. Fermarono i cieli è una canzone popolare del Settecento partenopeo. Viene attribuita a S.

Alfonso Maria de’ Liguori, ma simili sonorità si ritrovano un po’ in tutta la Penisola, dalla Toscana alla Sicilia, con una difformità di testo che molto si avvicina al nostro Quanne Maria lavava.

Happy Christmas, un brano composto e registrato da John Lennon e dalla sua compagna di vita Yoko Ono, pubblicato come singolo natalizio nel 1971 negli Stati Uniti. Nasce come brano di

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protesta contro la guerra in Vietnam, traendo spunto da un vecchio motivo folk, e successivamente diventa uno dei più noti classici natalizi.

Astro del ciel è, invece, il titolo italiano del canto austriaco ottocentesco Stille Nacht, più noto nella versione inglese Silent Night. La versione italiana non è una traduzione del testo tedesco ma una rielaborazione creativa del bergamasco Angelo Meli, risalente agli anni Trenta.

Si eseguono Fermarono i cieli, Happy Christmas e Astro del ciel. Cambiamo genere ed entriamo nelle sonorità del sentimiento napoletano, punta d’eccellenza

della canzone italiana, simbolo dell’Italia musicale nel mondo, risalente ai tempi di Federico II, quando nelle nostre terre si diffonde la passione per la poesia e le massaie invocano coralmente il sole, e il popolo spontaneo improvvisa farse, frottole, ballate, lamenti, villanelle e tarantelle, che danno risalto alla bellezza della vita in contraddizione con le sue difficoltà oggettive, comunque e sempre in prospettiva ottimistica e di riscatto.

Caruso, l’omaggio musicale di Lucio Dalla alla canzone napoletana, tra le canzoni italiane con più successo al mondo, composta a Sorrento, nella suite dell’Hotel Vittoria che porta il nome del tenore perché ha ospitato i suoi ultimi mesi di vita. Proprio lì, con lo stesso pianoforte usato da Enrico Caruso, ormai scordato, nasce quel brano senza tempo.

Tu si’ ‘na cosa grande, un capolavoro nato dalla collaborazione fra Domenico Modugno (autore della musica) e Roberto Gigli (autore del testo) nel 1964, che trionfa quell’anno al Festival di Napoli, dove Modugno si esibisce in coppia con Ornella Vanoni.

Malafémmena è una canzone scritta da Totò nel 1951, incisa da Mario Abbate e portata al successo da Giacomo Rondinella. Ebbe grande consenso anche l’interpretazione di Teddy Reno nel film Totò, Peppino e la malafemmina del 1956. È l’esperienza cruda di un amore contrastato per una donna affascinante e insensibile, quasi malvagia, complice delle pene d'amore che infligge.

E poi ‘O sole mio, scritta da Giovanni Capurro sul finire dell’Ottocento e musicata da Eduardo Di Capua, ispirato dalla nobildonna vincitrice del primo concorso napoletano di bellezza. Il brano non ottenne subito grande successo, ma si diffuse gradualmente fino a diventare patrimonio della musica mondiale.

Si eseguono Caruso, Tu si’ ‘na cosa grande, Malafémmena e ‘O sole mio.

Sipario

E poi la nostra terra, la Parola nostra, pigghiata a canzona e tenuta ncanzona; la nènia

materna che riaccende l’identità ancestrale, che ci fa appartenere e ci ricarica, ci fa riprendere senso e vigore; parole cantate all’aria nova, patrimonio di intere generazioni vissute anche di stenti ma serene e affidate, convinte che… si cante non purte la croce. Un omaggio alla nostra cultura, con due pezzi: San Marco in Lamis (testo e musica di Maurizio Tancredi) e Affàccete Marì.

Si eseguono San Marco in Lamis e Affàccete Marì.

Non ci spostiamo di molto. Assaporiamo i ritmi spagnoleggianti che hanno contaminato in

passato anche la cultura meridionale e che portano bene la passione mediterranea. Ora ne tocchiamo più direttamente l’essenza caliente.

Libertango è una composizione dell’argentino Astor Piazzolla, registrata a Milano nel 1974. Il titolo è composto dall’unione dei termini libertad e tango; simboleggia il passaggio dal

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tango tradizionale al tango nuèvo, che è sia nuova forma musicale che nuovo stile di ballo, ma che stravolge a tal punto la tradizione che molti ballerini lo rifiutano come tango e molto raramente viene proposto nelle milónghe. Libertango ha avuto, per contro, un successo planetario.

Granada è una celebre canzone spagnola scritta nel 1932 dal messicano Agustín Lara, che ha avuto molti adattamenti, nei più svariati stili musicali e in varie lingue. Il testo parla della città andalusa di Granada, tierra soñada per le sue belle donne e i possenti tori da corrida.

Si eseguono Libertango e Granada.

Pizzichiamo corde più nostalgiche. Si sa che il nostos, cioè l’anelito al ritorno, non è solo

questione territoriale, sofferenza per l’ansia del ritorno a un luogo del cuore, ma è anche desiderio di riassaporare l’infanzia, il passato, la memoria, la protezione e il calore dell’utero materno.

Che sarà è una canzone di popolarità mondiale, scritta da Jimmy Fontana con Migliacci e Pes, interpretata dal portoricano José Feliciano Garcia coi Ricchi e Poveri, registrata a Los Angeles in tre versioni e lingue diverse: in italiano (Che sarà), in spagnolo (Qué será) e in inglese (Shake a

Hand), lanciate al Festival di Sanremo del 1971. Il paese che sta sulla collina è il borgo della Val di Chiana nei pressi di Cortona. La canzone, specie nella versione spagnola, è considerata l’inno della migrazione delle popolazioni latine.

Mamma è una canzone di Cesare Bixio degli anni Quaranta, diventata aria internazionale, riconoscibile al primo verso, definita sfacciatamente italiana: l’identità italiana vi è costruita sulla figura materna. Colonna sonora del sogno italiano, oleografia della Penisola: sole, musica, mamme, chitarre e tenori; uno stereotipo fortemente evocativo.

Si eseguono Che sarà e Mamma.

Sipario

Si esegue direttamente Pensieri e parole. Con questo capolavoro di Lucio Battisti, Pensieri e parole, del 1971, abbiamo aperto

quest’ultima e più breve parte del concerto di stasera. Schindler's List è la colonna sonora dell’omonimo pluripremiato film di Steven Spielberg

del 1994, uno dei capolavori della storia del cinema e della musica per film, che ha commosso e unito il mondo nel ricordo della Shoah. La firma delle musiche è di John Williams. Un capolavoro che ora ci viene riproposto quale atto di omaggio alle vittime della crudeltà umana di tutti i tempi. Pensiamo oggi al martirio di innocenti compiuto addirittura nel sacro Nome di Dio.

Si esegue Schindler’s List.

Hanno accompagnato l’esecuzione con il movimento artistico del corpo, Eleonora De Palma e Federica Longo, allieve della locale Scuola Arte Danza.

La più grande verità è questa: l’uomo si incupisce quando più si allontana dall’amore, quella linfa inconscia che lo tiene legato al proprio simile e lo fa sopravvivere, e rischia di impazzire se lo perde. In un fortunato pezzo interpretato al Festival di Sanremo del 1988, Massimo Ranieri esprime questa paura ancestrale col timbro e la mimica propri della sua vena teatrale, cantando la storia di una separazione dolorosa vissuta da un uomo non più giovane: Perdere l’amore.

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Si esegue Perdere l’amore.

Chiudiamo con due famosi componimenti che ci riportano al centro del mondo e di noi stessi, dove la logica dell’amore anima le particelle elementari e finisce comunque per trionfare.

Martino Gastaldòn è il compositore torinese ricordato come autore della celebre romanza Musica proibita, composta nel 1881 e sempre riproposta da tenori di fama mondiale. Dice di attrazione viscerale e abbandono totale («Vorrei morir con te, angel di Dio»).

E infine ascoltiamo il pezzo che ha reso famoso il leccese Guido Ferilli, autore prezioso nel panorama musicale italiano: circa 500 brani per cantanti del calibro di Claudia Mori, Raffaella Carrà, Heather Parisi, Nadia, Reitano, Rocky Roberts, Pappalardo, Caselli, I Nomadi. La svolta più impressionante nella sua carriera arriva nel 1975, con Un amore così grande.

Si eseguono Musica proibita e Un amore così grande.

Ringraziamenti, omaggi floreali.

Si annuncia Nessun dorma, la celebre romanza per tenore della Turandot di Puccini. Nella notte di Pechino, in totale solitudine, l’amante attende il sorgere del giorno, per poter conquistare la sua amata dal cuore di ghiaccio, con la sicurezza che l’amore vince, sempre: Nessun dorma.

Si esegue Nessun dorma.

Sipario