Scaffalature e Soppalchi Metallici_manuale

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 1 SCAFF SYSTEM SCAFF ALA TURE MET ALL ICHE E SOPPALCHI Caratteristiche Costruttive e Requisiti di Sicurezza

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Scaffalature e Soppalchi Metallici_manuale

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  • 1 SCAFF SYSTEM

    SCAFFALATURE METALLICHEE

    SOPPALCHI

    Caratteristiche Costruttivee

    Requisiti di Sicurezza

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    Bianca

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    logistica, movimentazione, flusso e gestione dei materiali sono ormaitermini di uso comune in qualsiasi attivit, sia essa commerciale o diproduzione. Una efficiente organizzazione del magazzino e del flussodelle merci spesso alla base del successo di unattivit consentendo diridurre sprechi e tempi morti rendendo pi efficiente il lavoro di tutti.In questo ambito e con questi obbiettivi la nostra azienda opera da oltrequarantanni, proponendosi oggi pi che mai come giusto partner per lasoluzione dei vostri problemi.Con spirito di collaborazione e con lambizione di poter fornire una pic-cola consulenza nata lidea di questa pubblicazione che invitiamo aleggere con attenzione. Se necessario saremo lieti di fornirVi maggioriinformazioni sulla nostra organizzazione ed i nostri prodotti.

    Questo piccolo manuale si propone di fornire la lettore una serie di in-formazioni e notizie a riguardo delle scaf falature metalliche e disoppalchi, illustrandole le principali caratteristiche, le peculiarit e lenormative di riferimento.Esso pu rappresentare un valido strumento per orientarsi al meglionella scelta del sistema di scaffalatura pi idoneo alle proprie necessitdi stoccaggio, dando la dovuta importanza alla sicurezza e salute sullavoro.

    Vi ringraziamo per lattenzione augurandoVi buon lavoro.

    Gentile cliente,

    Scaff SystemUfficio tecnico

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    Fig. 1. Scaffalatura a ripiani

    Fig. 2 Scaffalatura porta pallets tradizionale

    1. TIPOLOGIE E CARATTERISTICHE

    1.1. Scaffalatura a ripiani

    Struttura per lo stivaggio di merce sfusa o in cartoni costituita da fiancateverticali e ripiani con superficie chiusa per lappoggio dei prodotti. Sono rea-

    lizzate in una ampia gamma diportate e possono essere equi-paggiate con svariati accessoriquali: fianchi, fodere, ante, con-tenitori, divisori, etc.

    1.2. Scaffalatura porta-pallets tradizionale

    Sistema di scaffalatura per il de-posito di merci pallettizzate, co-stituito da spalle e longherine(travi). Il pallets viene appoggia-to su due longherine parallele traloro e agganciate alle spalle. Conquesto sistema si sfrutta al mas-simo laltezza disponibile, conestrema flessibilit in quanto cia-scun posto pallets pu esseregestito singolarmente. Anche inquesto caso possibile sceglie-re spalle e longherine in funzio-ne dei carichi da stivare.

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    1.3. Scaffalatura drive-in

    Esse consentono lo stivaggio intensivo di grandi quantit di merci omoge-nee a movimentazione ciclica. Il vantaggio evidente di queste strutture con-siste nelleliminazione di buona parte dei corridoi di manovra ottenendo ilmassimo sfruttamento del volume utile di magazzino.Sono costituite da strutture portanti verticali abbinate a sistemi di appoggioe guida dei pallets orizzontali, si tratta in pratica di una serie di corsie o tun-nel di carico con binari di appoggio per pallets posizionati alle diverse altez-ze. I carrelli elevatori penetrano nelle corsie posizionando in modo sistemati-co e uniforme tra i diversi livelli, le unit di carico.I tunnell possono essere accessibili da un solo lato per prodotti a lenta rota-zione stoccati secondo il sistema LIFO, oppure da entrambi i lati facilitandoin tal modo la rotazione dei prodotti (sistema FIFO).

    1.4. Scaffalatura Cantilever

    Si tratta di un sistema modulareautoportante utilizzato general-mente per lo stivaggio di barre,profilati, lamiere, pannelli e pro-fili in legno ed altri materiali incui una dimensione risulta digran lunga maggiore rispetto allealtre.La struttura costituita da co-lonne verticali (monofronti obifronti) collegate tra loro permezzo di crociere, su cui si inca-strano le mensole a sbalzo che ri-cevono il carico.

    Fig. 3ScaffalaturaDrive in portapallets

    Fig. 4 Scaffalatura Cantilever

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    1.5. Soppalchi

    Struttura sopraelevata rispetto al piano del pavimento adibita allo stoccaggiodi merci o al transito e stazionamento di persone. La struttura portante puessere indipendente ossia realizzata con colonne e travi autoportanti oppureintegrata con scaffalature porta-pallets o a ripiani che in tal caso costituisco-no parte della stessa struttura portante. La struttura viene dimensionata inbase alla portata richiesta per metro quadro ed al tipo di movimentazioni chedeve consentire.

    1.6. Magazzini dinamici per scatole

    Vengono utilizzati per lo stoccaggio di unit di carico di dimensioni e pesoridotti quali cartoni, contenitori, cassette etc. . Lo scorrimento delle merci siottiene grazie a delle speciali corsie con rullini in plastica disposti a passoravvicinato, il numero delle corsiee la distanza tra esse viene deter-minato in funzione del prodotto dastivare e delle sue caratteristichedimensionali. Si ottengono in talmodo dei piani a rulli montati inleggera pendenza in modo da pre-sentare sempre le unit di caricoin posizione di prelievo in osser-vanza al sistema FIFO. I campi diapplicazione di questi sistemisono molteplici e riguardano di-versi settori: farmaceutico, ali-mentare, editoriale, meccanico edistribuzione in genere.

    1.7. Magazzini dinamici per pallets

    Sistema per lo stoccaggio intensivo di pallets o altre unit di carico partico-larmente pesanti. Esso consente la realizzazione di piani di carico di lunghez-za variabile costituiti da rulli in acciaio con appositi dispositivi di frenaturache garantiscono lo scorrimento a velocit controllata delle unit di carico.

    Fig. 5 Scaffalatura a gravit per scatole

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    In uscita viene montato uno speciale dispositivo separatore di tipo meccani-co o pneumatico che consente il prelievo della prima unit di carico senzaalcuna interferenza da parte delle successive.

    1.8. Scaffalature compattabili

    Si tratta di scaffalature a ripiani o porta-pallets che vengono montate su spe-ciali basi mobili a traslazione manuale o motorizzata, in tal modo si riesce acompattare lo spazio destinato ai corridoi ottenendo un notevole aumento dicapienza.

    1.9. Magazzini rotanti o a piani mobili

    Si tratta di strutture compatte a estensione verticale destinate alo stoccaggiodi parti di piccole dimensioni, o parti speciali. Essi consentono la gestionedei materiali introdotti grazie a un software di gestione attraverso il quale possibile richiamare larticolo voluto per poter effettuare comodamente ilprelievo o limmagazzinamento.

    1.10. Magazzini autoportanti

    In questo caso la scaffalatura costituisce la struttura portante dellimmobile,ossia larea destinata al magazzino viene ottenuta applicando apposite paretiin pannelli coibentati alla scaffalatura e realizzando allo stesso modo la co-pertura superiore.Questa soluzione viene adottata per magazzini di grandi dimensioni e note-vole altezza in cui quasi sempre si utilizzano sistemi di movimentazione auto-matica quali trasloelevatori, carrelli laterali etc..

    Fig. 6 Scaffalatura agravit per pallets

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    2. PROGETTAZIONE

    Sovente in magazzino si riscontrano difficolt operative e gestionali facilmenteevitabili se solo si pone maggior attenzione, gi in fase progettuale, al ruolo ealle funzioni specifiche dello stesso nel contesto operativo dellazienda.Nel realizzare un nuovo magazzino , infatti, abbastanza frequente che sisottovaluti la complessit del problema e non si considerino, con la dovutaattenzione, tutte le funzioni connesse, a monte e a valle, con le attivit diimmagazzinaggio.

    2.1. Unit di carico

    Uno degli aspetti fondamentali per creare un valido magazzino il dimensio-namento dellunit di carico (UDC), possibilmente standardizzata (es.Europallet 1200x800), per non incorrere in una facile proliferazione di UDCcon misure differenti.Occorre pertanto una standardizzazione che comporta la definizione o la re-visione delle misure degli imballaggi, tenendo presente anche le esigenzedei partner, fornitori e clienti, e quelle dei mezzi di trasporto impiegati, le cuidimensioni e portate sono regolate da precise norme in materia.

    2.2. Scaffalatura e movimentazione

    Le scaffalature di magazzino e i mezzi che effettuano la movimentazione coin-volgono due aspetti assolutamente interconnessi per la realizzazione di unmagazzino. La collaborazione tra chi produce scaffali e chi produce mezzi ,pertanto, sostanzialmente imposta tanto che nel settore possibile indivi-duare anche relazioni privilegiate tra i diversi costruttori.Il cliente chiede, infatti, una totale trasparenza e sinergia per avere la certezzache il magazzino di futura installazione sia stato studiato sotto tutti i punti divista e che sussista una perfetta compatibilit tra le due forniture. Infatti letolleranze di funzionamento di un carrello rispetto allaltro sono completa-mente differenti e ci influenza il modo di depositare un carico sullo scaffale.Le caratteristiche operative del carrello e le caratteristiche di resistenza strut-turali della scaffalatura devono costituire un sistema perfettamente integrato.

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    3. REQUISITI DI SICUREZZA DELLE SCAFFALATURE.

    3.1. Normative di riferimento

    Nel campo delle scaffalature industriali si riscontra una mancanza quasi as-soluta di regole, derivante dal fatto che, ad eccezione delle scaffalatureassimilabili in tutto e per tutto a veri edifici industriali, condizione che veri-ficata in modo esplicito per i soli magazzini autoportanti, soggetti alle normedi legge relative alle costruzioni civili e industriali (legge 5/11/71 n.1086 esuccessive integrazioni e modificazioni), le tipologie di scaffalature pi diffu-se sono progettate e realizzate con generici criteri di buona tecnica. Talicriteri, basati su norme tecniche messe a punto da enti di unificazione per lestrutture in acciaio, possono essere adottati a discrezione del produttore odel committente.Lesigenza di individuare dei requisiti strutturali di base comunque sentitadai costruttori che hanno individuato come tipologia di riferimento lascaffalatura porta-pallet, che quella pi comunemente prodotta, venduta edinstallata.Ad essa sono state applicate norme tecniche generali, quali le CNR-UNI 10011/88 e le CNR-10022/84, e norme specifiche per le scaffalature, inparticolare quelle messe a punto dalla F.E.M., che un ente di studiosovranazionali europeo. Appare evidente che le scaffalature industriali, seb-bene funzionalmente valide, perch basate su un know-how di produttori chehanno sperimentato sul campo un enorme numero di soluzioni tecniche, ri-sultano difficili da ricondurre in un ambito normativo, poich le geometriecostruttive sono legate fortemente sia ad aspetti di tipo strutturale, che adaspetti di tipo tecnologico. In altri termini, la geometria non orientata sem-plicemente al requisito funzionale. Ne deriva una complessit intrinseca de-gli elementi strutturali, che non consente una applicazione, sic et simpliciter,delle teorie classiche delle strutture e che quindi complica notevolmente lam-bito normativo, che spesso, non potendo far riferimento a metodi e procedu-re di verifica, variabili da caso a caso, costretto ad ampliare la casistica incui richiesta la determinazione sperimentale dei parametri resistenziali.Lattivit di ricerca e di sperimentazione ha permesso di mettere a puntometodi di calcolo in linea con le vigenti normative tecniche sulle strutture inacciaio, in grado di garantire elevati e uniformi standard di sicurezza. Ci in

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    accordo con il D.Lgs. 17/3/95 n.115 Sicurezza generale dei prodotti che, inassenza di norme cogenti a livello europeo e nazionali sulle scaffalature in-dustriali, obbliga i costruttori a riferirsi a codici di buona condotta contenentiuna serie di prescrizioni per la progettazione, la costruzione, e il montaggiodi scaffalature porta-pallet:

    1. Utilizzo di acciai qualificati per uso strutturale, adeguatamente certifi-cati.

    2. Rispetto delle norme tecniche vigenti sulle strutture in acciaio e dellenorme specifiche sulle scaffalature industriali.

    3. Obbligo di considerare nel calcolo delle forze orizzontali convenzio-nali, in aggiunta e contemporaneamente ai carichi verticali di proget-to.

    4. Obbligo di test sperimentali sugli elementi costruttivi principali, atti adeterminare parametri fisici necessari per il calcolo e non valutabiliper via teorica, dai quali dipendono le caratteristiche della scaffalatura.

    5. Obbligo di redigere apposite relazioni di calcolo per ciascun impianto(o altra adeguata documentazione tecnica) e di esporre i cartelli diportata, in accordo con il DPR 547 art.9.

    6. Obbligo di accompagnare ogni fornitura con un manuale per il corret-to montaggio e la manutenzione della scaffalatura, con lindicazione ditutti gli accorgimenti di sicurezza e di prevenzione infortuni, in accor-do con le disposizioni del D.Lgs 626/94.

    Il rispetto di queste prescrizioni consente la realizzazione di impianti di ele-vato livello qualitativo e certamente sicuri dal punto di vista statico: per fareun esempio, parlando di scaffalature porta-pallet, stato eliminato ogni equi-voco relativamente alla portata delle spalle, che oggi (anche sui depliant illu-strativi di tipo commerciale)viene fatta dipendere non solo dalle caratteristi-che strutturali proprie, ma anche dal contesto geometrico in cui la spalla inserita (interasse e caratteristiche dinerzia dei correnti, tipo di connessionisemirigide, etc.).Analoghe considerazioni possono estendersi alle scaffalature tipo drive-in,per le quali sono stati fissati i criteri per la determinazione della lunghezza dilibera inflessione dei montanti presso inflessi e della rigidezza minima dellecontroventature verticali e di piano.

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    Per i cantilever, infine, sono stati determinati i limiti di deformabilit dellemensole e del montante, che influenzano, pi di ogni altro parametro, il di-mensionamento delle sezioni.

    3.2. Elementi di protezione (paraurti, sistemi anticaduta del carico)

    Dando per scontato che le scaffalature acquistate o da acquistare siano pro-gettate e realizzate nel rispetto delle normative vigenti e in funzione delleportate richieste, resta la necessit di preservare nel tempo le strutture inmodo da non alterarne le caratteristiche. Uno dei problemi pi frequenti quello relativo al danneggiamento dei montanti delle scaffalature in seguitoad urti accidentali del carrello contro la struttura. A questo proposito buo-na norma prevedere in fase di progettazione adeguati paraurti da applicare aprotezione dei montanti per evitare il loro danneggiamento, essi se pure com-portano un aggravio dei costi, portano inevitabilmente un risparmio nel tem-po e consentono di operare in condizioni di sicurezza.In fase di progettazione va inoltre considerata la natura dei materiali da stiva-re onde prevedere, in caso di rischio di caduta, apposite reti di protezione delcarico.La norma a cui si fa riferimento per le suddette problematiche la seguente.Decreto legislativo n.626/94, art.35, commi 1,2,3. In particolare i commi 2 e3 recitano:2. Il datore di lavoro attua le misure tecniche ed organizzative adeguate per

    ridurre al minimo i rischi connessi alluso delle attrezzature di lavoro daparte dei lavoratori e per impedire che dette attrezzature possano essereutilizzate per operazioni e secondo condizioni per le quali non sono adatte.

    3. Allatto della scelta delle attrezzature di lavoro il datore di lavoro prende in considerazione:

    a) Le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro da svolgere;b) I rischi presenti nellambiente di lavoro;c) I rischi derivanti dallimpiego delle attrezzature stesse.

    La norma citata evidentemente destinata al datore di lavoro committentedella scaffalatura.Il produttore della scaffalatura, onde ottemperare agli obblighi di cui sopra,dovrebbe evidenziare la problematica al committente tramite specifica men-

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    zione di un eventuale rifiuto di acquistare anche gli elementi di protezione(paraurti e sistemi anticaduta del carico) proposti dal costruttore. In tale casosarebbe opportuno che il costruttore inserisse nel libretto di istruzioni unparagrafo relativo ai rischi di danneggiamento dei montanti e di caduta delcarico, rimanendo la valutazione e lo studio di misure preventive e protettiveal datore di lavoro committente.

    3.3. Caratteristiche ergonomiche della scaffalatura

    Ai sensi del decreto legislativo n.626/94, art.35, che prescrive che il datoredi lavoro deve mettere a disposizione dei lavoratori attrezzature idonee ai finidella sicurezza, la scaffalatura metallica non deve presentare spigoli o super-fici taglienti in qualunque zona prevedibilmente raggiungibile, per motivi dilavoro, dagli utilizzatori.

    3.4. Finitura delle superfici

    Caratteristiche della verniciatura delle scaffalature in ambienti in cui si som-ministrano o si detengono prodotti alimentari.Il Decreto Legislativo 26/5/97 n.155 Attuazione delle direttive 93/43/CEEe 93/3/CE concernenti ligiene di prodotti alimentari, riporta, al Capitolo IIdellAllegato, le seguenti prescrizioni che potrebbero essere applicabili allescaffalature:f) i piani di lavoro (comprese le superfici degli impianti) a contatto con glialimenti, devono essere mantenuti in buone condizioni ed essere facile dapulire e se necessario da disinfettare. A tal fine si richiedono materiali lisci,lavabili e in materiale non tossico, a meno che gli operatori alimentari nondimostrino allautorit competente che altri tipi di materiali utilizzati sonoadatti allo scopo.Per ci che riguarda le scaffalature, pur non essendo a contatto diretto congli alimenti ma solo con gli imballaggi degli alimenti, la prescrizione citataporta ad avvalorare una interpretazione che richieda alla scaffalatura unasuperficie lavabile, disinfettabile e che non emetta sostanze tossiche (solven-ti, aldeidi, etc.). Lideale sarebbe lacciaio inox, ma si ritiene ugualmente ac-cettabile una superficie metallica verniciata adeguatamente o zincata.

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    3.5. Sicurezza dellappoggio dei pallets e tenuta dei pallets stessi.

    La norma internazionale di buona tecnica FEM 10.2.03. prevede che lescaffalature porta-pallet siano realizzate con una struttura metallica che of-fre in definitiva al pallet due supporti (in generale due profili scatolati) su cuiil pallet stesso viene appoggiato. Tale condizione da considerarsi sicura apatto che il pallet sia conforme alla normativa vigente. In tali condizioni, per-tanto, non necessario prevedere alcun piano di sicurezza al di sotto delpallet che limiti laltezza di caduta della merce in caso di rottura del pallet.

    3.6. Montaggio - Tolleranze dimensionali

    Non sufficiente acquistare degli scaffali robusti, con le giuste misure e benrifiniti superficialmente per risolvere il problema di allestire un magazzino;unaparte importante della realizzazione affidata al montaggio, che dovr farassumere alle strutture la configurazione stabilita, nel rispetto delle necessa-rie tolleranze; inoltre importante il tipo di pavimento su cui dovranno esse-re posati gli scaffali, che dovr rispettare determinati requisiti di portata ecomplanarit. Ovviamente, quanto pi la scaffalatura raggiunge elevate al-tezze, tanto minori risulteranno le tolleranze ammesse. Il rispetto delle tolleranze determinante per una valida realizzazione delmagazzino, in particolare se questo servito da carrelli elevatori bilaterali otrilaterali.

    3.7. Larghezza dei corridoi

    Non vi una risposta univoca. Bisogna tener conto dei seguenti fattori: pre-senza o meno di carrelli elevatori nel passaggio, destinazione del locale oveviene installata la scaffalatura.In via generale, la larghezza minima di 0,80 m con tolleranza in meno 2%(DM 10/3/98,allegato III,punto 3.5). Tale larghezza pu non essere suffi-ciente se il numero dei lavoratori elevato, oppure se si prevede la presenzadi carrelli elevatori o se vi sono prescrizioni pi restrittive ad esempio dettatedalla normativa relativa al rilascio del CPI.

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    3.8. Ancoraggio a pavimento

    Caratteristiche minime del sistema di ancoraggio.Lancoraggio della scaffalatura al pavimento previsto in generale al fine diassicurare una certa resistenza della struttura contro urti accidentali, ed evi-tare spostamenti o disallineamenti indesiderati. Lo studio delle reali condi-zioni di impiego pu far s che le sollecitazioni orizzontali previste siano in-genti, e che pertanto la scaffalatura debba essere accuratamente ancorataalla pavimentazione delledificio ospitante (per esempio in zona sismica).

    3.9. Resistenza al fuoco

    La scaffalatura / il soppalco costituita da materiale incombustibile e quindinon ha necessit di essere dotata di resistenza al fuoco R. A seconda dellecaratteristiche del luogo ove essa sar installata, possibile che gli organi divigilanza competenti (Vigili del Fuoco, ASL) richiedano per lambiente in cuiviene installata la scaffalatura determinate caratteristiche, tra le quali, tralaltro, potrebbe esservi quella di dotare la scaffalatura/il soppalco di unadeterminata resistenza al fuoco R. .In tal caso occorrer uno specifico pro-getto.

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    4. REQUISITI DI SICUREZZA DEI SOPPALCHI.

    4.1. Scale di accesso

    Lart.16 del DPR 547/55 recita:16. Scale di accesso fisse a gradini. Le scale fisse a gradini destinate al nor-male accesso agli ambienti di lavoro devono essere costruite e mantenute inmodo da resistere ai carichi massimi derivanti da affollamento per situazionidi emergenza. I gradini devono avere pedata e alzata dimensionate a regoladarte e larghezza adeguata alle esigenze del transito.Dette scale e i relativi pianerottoli devono essere provvisti, sui lati aperti, diparapetto normale o di altra difesa equivalente. Le rampe delimitate da duepareti devono essere munite di almeno un corrimano.

    4.2. Parapetti dei soppalchi

    Caratteristiche dimensionaliAltezza 1,0 m; corrente intermedio; barriera al piede alta 0,15 m (artt. 26 e 27del DPR 547/55).Carico di progetto per il parapetto del soppalco.Per i carichi permanenti e i sovraccarichi il riferimento utilizzabile il Decre-to Ministeriale 16/1/1996, punto 5, riportato nellAllegato 3. In particolare,per magazzini, depositi, laboratori, officine e simili, il sovraccarico orizzonta-le lineare di 1,00 kN/m. Secondo il punto 5.2 del Decreto citato che recita:in base ad analisi probabilistiche documentate, il progettista, per la verificadi elementi strutturali, potr adottare una adeguata riduzione dei relativi so-vraccarichi.

    4.3. Pavimentazione dei soppalchi

    Le norme applicabili sono le seguenti:a) DPR 547/55, art.8, comma 9: I pavimenti degli ambienti di lavoro e

    dei luoghi destinati al passaggio non devono presentare buche o spor-genze pericolose e devono essere in condizioni tali da rendere sicuro ilmovimento ed il transito delle persone e dei mezzi di trasporto.

    b) DPR 547/55, art.11, comma 1: I posti di lavoro e di passaggio devonoessere idoneamente difesi contro la caduta o linvestimento di materia-

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    li in dipendenza dellattivit lavorativa.c) DPR 303/56, art.7, comma 2: I pavimenti dei locali devono essere esenti

    da protuberanze, cavit o piani inclinati pericolosi, devono essere fissi,stabili ed antisdrucciolevoli.

    Per ottemperare alla normativa bisogna che il pavimento non presenti bucheo sporgenze pericolose per chi cammina, e non provochi rischi di caduta dimateriali su chi trova al di sotto del pavimento. Ci deve essere fatto in basealla valutazione dei rischi per ogni singola azienda. Si possono comunquefornire dei criteri per affrontare tali problematiche.

    Per uleriori informazioni e chiarimenti non esitate a contattarci, saremo lietidi mettere il nostro know how e la nostra esperienza al Vostro servizio.