SASSOLINO - cmdbergamo€¦ · rava a pieni polmoni nel can - to, nella gestualità, nella...

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D al presbiterio i colori fanno la differenza. Volti e mani si intrecciano con sor- risi e canti. Il colpo d’occhio è impagabile e ti allarga il cuore. Che bello! Una Chiesa sempre così è forse un sogno, qualcosa di irrealizzabile? Il contesto è quello del Con- vegno Missionario Diocesano e, ancora una volta, vuoi per indole, vuoi per ministero, credo di poter dire che il mondo della missione mostri il meglio di sé. Ancora una volta una valanga di provocazioni che la cele- brazione, man mano si com- pone, non fa altro che rendere più intense. Una grande comunità Ci sentiamo davvero una famiglia. Eppure veniamo da posti diversi. Il miracolo è quello di cancellare confini e barriere. Quello che la glo- balizzazione sembra aver sco- perto è da sempre una realtà nella Chiesa. E avviene, come per miracolo, attraverso i ge- sti più semplici: ascoltare, pregare, scambiarsi un segno di pace, alzare le mani al cielo. Ricordo la danza di ac- compagnamento della Parola di Dio durante un messa in Malawi. Un trionfo di esu- beranza e il rispetto per una Parola davvero unica. Forte il desiderio di incontrare viva la Parola del Vangelo. L’in- contro realizza e coinvolge ciascuno. La fatica delle nostre ce- lebrazioni è data dal gesso che ci imprigiona, persino l’espressione del viso appare impenetrabile, senza possi- bilità di essere scalfita. Una grande gioia Invece, quella mattina ci ha travolto la gioia. Quella di essere in tanti ma, soprat- tutto, quella di avere qual- cosa da condividere. Abbiamo vissuto l’Eucaristia, ci ha tra- volto. Non credo sia stata solo una suggestione perché questa dimensione si respi- rava a pieni polmoni nel can- to, nella gestualità, nella ca- pacità di silenzio e contem- plazione di cui, grandi e pic- coli, sono stati capaci. Mi sono ritrovato nel cuo- re la preghiera di consacra- zione introdotta dalla ragaz- zine danzanti e gli occhi rapiti all’altare dell’intera assem- blea ad Agnibilekrou, durante la messa della domenica. Un tempo vissuto alla grande Una gioia ricolma di quel- la voglia di stare insieme che si perde nello scorrere del tempo. Non abbiamo guardato l’oro- logio. Ci siamo sentiti un po’ africani che usano dire di es- sersi presi il tempo, lascian- doci l’ansia dell’orario. Mi sono ritrovato in un piccolo pueblo dell’altipiano boliviano dove avevo cele- brato la messa, la processio- ne, la benedizione con l’acqua e altre piccole devozioni senza aver cura del tempo e senza lo strempiare di chi avevo di fronte. Una pace di comuni- tà. Un grande sogno Questi ingredienti mi han- no rapito durante la celebra- zione. Non credo siano state distrazioni, ma uno sguardo sereno sulla Chiesa. Un sogno ad occhi aperti. Credo di averne bisogno e di poter condividere questo orizzonte con tanti fratelli, preti e laici, che nel cuore hanno il dono dell’incertezza della fede. Non perché dub- biosi, ma in ricerca, affasci- Sassolini missionari... centro missionario diocesano, gruppi missionari e missionari bergamaschi in dialogo Uno sguardo sereno sulla Chiesa il sassolino nella scarpa marzo - aprile 2015 Anno XI - n° 61 Celebrare con il cuore

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Dal presbiterio i colorifanno la differenza. Volti

e mani si intrecciano con sor-risi e canti. Il colpo d’occhioè impagabile e ti allarga ilcuore. Che bello!

Una Chiesa sempre cosìè forse un sogno, qualcosadi irrealizzabile? Il contesto è quello del Con-vegno Missionario Diocesanoe, ancora una volta, vuoi perindole, vuoi per ministero,credo di poter dire che ilmondo della missione mostriil meglio di sé.Ancora una volta una valangadi provocazioni che la cele-brazione, man mano si com-pone, non fa altro che renderepiù intense.

Una grande comunitàCi sentiamo davvero una

famiglia. Eppure veniamo daposti diversi. Il miracolo èquello di cancellare confinie barriere. Quello che la glo-

balizzazione sembra aver sco-perto è da sempre una realtànella Chiesa. E avviene, comeper miracolo, attraverso i ge-sti più semplici: ascoltare,pregare, scambiarsi un segnodi pace, alzare le mani alcielo.

Ricordo la danza di ac-compagnamento della Paroladi Dio durante un messa inMalawi. Un trionfo di esu-beranza e il rispetto per unaParola davvero unica. Forteil desiderio di incontrare vivala Parola del Vangelo. L’in-contro realizza e coinvolgeciascuno.

La fatica delle nostre ce-lebrazioni è data dal gessoche ci imprigiona, persinol’espressione del viso appareimpenetrabile, senza possi-bilità di essere scalfita.

Una grande gioiaInvece, quella mattina ci

ha travolto la gioia. Quella

di essere in tanti ma, soprat-tutto, quella di avere qual-cosa da condividere. Abbiamovissuto l’Eucaristia, ci ha tra-volto. Non credo sia statasolo una suggestione perchéquesta dimensione si respi-rava a pieni polmoni nel can-to, nella gestualità, nella ca-pacità di silenzio e contem-plazione di cui, grandi e pic-coli, sono stati capaci.

Mi sono ritrovato nel cuo-re la preghiera di consacra-zione introdotta dalla ragaz-zine danzanti e gli occhi rapitiall’altare dell’intera assem-blea ad Agnibilekrou, durantela messa della domenica.

Un tempo vissuto alla grande

Una gioia ricolma di quel-la voglia di stare insieme chesi perde nello scorrere deltempo.Non abbiamo guardato l’oro-logio. Ci siamo sentiti un po’

africani che usano dire di es-sersi presi il tempo, lascian-doci l’ansia dell’orario.

Mi sono ritrovato in unpiccolo pueblo dell’altipianoboliviano dove avevo cele-brato la messa, la processio-ne, la benedizione con l’acquae altre piccole devozioni senzaaver cura del tempo e senzalo strempiare di chi avevo difronte. Una pace di comuni-tà.

Un grande sognoQuesti ingredienti mi han-

no rapito durante la celebra-zione. Non credo siano statedistrazioni, ma uno sguardosereno sulla Chiesa. Un sognoad occhi aperti.

Credo di averne bisognoe di poter condividere questoorizzonte con tanti fratelli,preti e laici, che nel cuorehanno il dono dell’incertezzadella fede. Non perché dub-biosi, ma in ricerca, affasci-

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centro missionario diocesano,gruppi missionari e missionaribergamaschi in dialogo

Uno sguardo sereno sulla Chiesa

il sassolinonella scarpa

marzo - aprile 2015

Anno XI - n° 61

Celebrare con il cuore

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Grande, grande il Pane della Pasqua!

Porti la pace nel cuore,ovunque l’uomo cerca di abitare la terra,su chiunque si adopera per disegnare un orizzonte di fraternità,in tutti coloro che sanno spendersi gratuitamente nella missione.Nel Signore Risorto gli auguri del cmd a tutti i missionari,alle comunità parrocchiali, ai gruppi,a tutti coloro che hanno a cuore la gioia di annunciare il Vangelo!

nati dal Vangelo e, proprioper questo, scalfiti ogni gior-no dai limiti e dalle attese.

Allora la Chiesa è davverola casa di una grande fami-glia. Ci si sta bene, perchéciascuno è se stesso e vedenell’altro una ricchezza in-comparabile. È una rivolu-zione; è la rivoluzione di rap-porti significativi e veri, senzaombre di circostanza e velidi protezione. È la rivoluzionedi quei cinque pani e due pe-sci che hanno la pretesa disfamare l’umanità. Ne avan-zano persino!

Quando la comunità cri-stiana prende consapevolezzadei suoi doni vive nell’esu-beranza. Non accampa pre-tese di onnipotenza, ma siinginocchia davanti al donodella fraternità, al sorrisodella condivisione, alla forzadella comunione. Scopre cosiquella diversità che fa beneall’unità, che lascia spazio alRegno di Dio. Spariscono,come un fulmine a ciel sere-no, le ansie di prestazione, i

sotterfugi del prestigio per-sonale, le subdole disponi-bilità e si fa spazio la consa-pevolezza del bene e, davvero,di appartenere al Bene piùgrande che è Dio stesso.

È una comunità davverogioiosa. Avete negli occhi certi nostrimomenti di Chiesa? Quandosembriamo la compagnia del-la buona morte piuttosto cheun popolo “sacerdotale, pro-fetico e regale”? Quando pre-valgono piccole ripicche eprotagonismi esasperati edegoistici? La tristezza che at-traversa certe nostre catechesie che neppure la sagra po-polare riesce a cancellare?

Ma come potrà essere se-gno una comunità così? Comepotrà raccontare di Dio?Il proposito è quello di en-trare nell’Eucaristia, nel ce-lebrare, con il cuore in manoper renderci conto che tuttoci è dato gratis, tutto “è Gra-zia”. E ancora una volta nonce la faccio a contenere tuttoe la celebrazione diventa ser-

vizio alla missione del Van-gelo nel gesto concreto dellacarità.

Ecco perché il tempo nonmi appartiene più, perché ilmio posto nella comunità cri-stiana non è onorifico o diprestigio. Ho trovato da qual-che parte, sulla porta di unachiesa, questo scritto: si entraper lodare il Signore, si esceper servire i fratelli. Per pun-tiglio vorrei dire: si loda ilSignore nei fratelli, si servonoi fratelli lodando il Signore.Credo sia un’esperienza av-vincente.

Uno sguardo serenoVero è che, se lascio da

parte la fantasia ed i sogni,l’impatto con la realtà puòdiventare davvero traumati-co. Facciamo fatica ad essereChiesa, ma quando mai nonhanno fatto fatica anche quel-li prima di noi?

Un piccolo consiglio misento di condividerlo: impa-riamo a custodire nella nostraesperienza di uomini e cre-

denti uno spazio di profezia.È quello che ci rende credi-bili.Stare dentro il presente conla sapienza di chi costruisceil futuro. Appartenere ad unastoria con la libertà di chi saessere originale. Credere chene vale la pena perché la fi-losofia è quella del chicco digrano. Spendersi perché lapienezza del cuore è segnatadall’arte di mettersi in giocosenza riserve.

È così che i sogni diven-tano realtà, così che, al di làdei limiti della nostra Chiesa,uno riesce a restarne com-pletamente innamorato, af-ferrato nell’impegno pasto-rale e motivato nella testi-monianza.

Guardando dal presbiteriomi sono lasciato rapire gliocchi perché il cuore trovasseun po’ di pace. Ne sono uscitoancora più missionario!

don Giambattista

centro missionario diocesano

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il sassolino nella scarpa

Ma che bella giornata! Èla frase più spontanea

nel descrivere quello che hovissuto come accompagnatri-ce al Convegno DiocesanoMissionario domenica 1 Mar-zo 2015.

Un gruppo di 17 bambinidalla prima elementare allaprima media e famiglie mihanno seguito in questa av-ventura preparata con tantoentusiasmo, nel coinvolgerlia partecipare a questo mo-mento di festa per i piccoli edi riflessione per i grandi.

Partenza alle 8.00 dallanostra P.zza Sant’Anna, be-nedizione da parte del nostrodon Daniele e poi a passo ve-loce per la nostra destinazio-ne: Oratorio “Seminarino”.Non vi nascondo che un po’di dubbi li avevo. Si sono dis-solti passo dopo passo, nellamagia delle voci dei bambini,nel vederli prendersi permano felici di essere insieme.Tenendo alto il nostro sten-dardo al grido: “sant’Anna,sant’Anna” siamo entrati inoratorio. Subito la sensazionedi non essere da soli ma intantissimi! Fantastico! Nelfrattempo dentro di me cre-sceva la consapevolezza diaver proposto “qualcosa diveramente bello”, ma di rice-vere qualcosa di ancor piùbello. Che stranezza! Vuoifare un dono e invece ti ac-corgi che il dono lo stai rice-vendo. Che sia il significatodi essere missionari? Bellastoria!

Perché questa è una storia.Una storia di un giorno di fe-sta nel comprendere che cosasignifica essere missionari e

portare gioia. Si, ma dove?Le bandiere affisse nel chio-stro ci dicevano nel mondo.Poi, Francesco il nostro ani-matore, con molta calma esimpatia è riuscito a farci ri-flettere che la gioia va portatain ogni luogo e in ogni mo-mento della nostra giornata:questo è essere missionari.Grandi bambini!

Per noi adulti accompa-gnatori un continuo scambiodi sguardi meravigliati dallaprofondità dei pensieri chenascevano spontaneamentedai bambini. E, se mai ce nefosse stato bisogno, la con-sapevolezza di aver tanto daimparare dai nostri piccoli!

Poi l’entusiasmo con lenostre bandana colorate nel-l’accogliere il nostro VescovoFrancesco. A dir la verità quiun po’ di ansia mi è venutama è bastato entrare in chiesa.Da pelle d’oca. Bambini in

ogni angolo nei banchi, perterra, sull’altare. Invitati a farfesta con la loro bandana, apartecipare non solo con lavoce, ma con il corpo a questagioia. Osservavo gli sguardistupiti per i tanti gesti (il topil lancio dei coriandoli), con-dividevo con loro la voglia dipartecipare e nel mio cuoresentivo la presenza di GesùCristo: vera Gioia.

Poi il pranzo e i giochi delpomeriggio momenti convi-viali e di grande euforia. Afine giornata lo scambio deinostri scritti e ancora unavolta, in questa magica storia,ricevevo un dono da un pic-colo di I elementare: “Cristina

dono il mio cartellinoad un bambino che non co-nosco perché ho capito chela gioia va donata a tutti enon solo agli amici”. L’ho ab-bracciato, perché mi sono sen-tita felice per aver ricevutoun grande insegnamento.Quale conclusione per questamia storia?

Sicuramente non è statasemplicemente una bella gior-nata, ma l’aver fatto esperienzadella gioia del Vangelo.

Grazie a te piccolino, gra-zie a tutti.

Cristina, catechista della Parrocchia

di sant’Anna in città

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Il convegno missionario è iniziato

Un pane davvero grande!

Entriamo nel racconto di una bella giornata di gioia

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“È stata un’esperienza bellissima, soprattutto vedere la gioiaed il sorriso sul volto di ogni bambino per tutto il giorno, senzamai cambiare espressione. Ripeterei volentieri quest’esperienzacosì fantastica ed armoniosa”

Alessandra

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Quando le catechiste deinostri bambini delle classi

terze ci hanno invitato a par-tecipare al convegno missio-nario diocesano ci siamo guar-date in faccia e sinceramentepensavamo che l’argomentonon ci riguardasse da vicino,ma poi abbiamo deciso di pro-varci e di andare tutte insiemea questa giornata.

Con nostra grande mera-viglia abbiamo partecipato conentusiasmo sia all’incontro delmattino con don Andrea Man-gili che a quello del pomeriggiocon il Vescovo Francesco, checi hanno fatto riflettere su cosavuol dire essere una comunitàe come si può essere missionarianche senza andare in paesilontani ma rimanendo all’in-terno del nostro oratorio.

La messa celebrata in duo-mo con oltre 1600 bambinipresenti, piena di colori, digioia e di canti,ci ha rallegrate,a casa abbiamo portato deglispunti su cui riflettere, Mon-signor Beschi ha regalato tresuggerimenti, “utili ad adulti

e ragazzi per l’annuncio delVangelo”. “Proviamo ad “ascol-tare per parlare”, a nutrircidella Parola di Dio perché pos-siamo avere parole che sap-piano di Vangelo. Cerchiamodi “vedere per mostrare”, divedere il mondo e le personecome guardava Gesù, perchéè così che possiamo mostrareagli altri il suo volto. Impe-gniamoci a “stare per andare”,a restare con Lui per poi andarelungo le strade della nostravita. È questa la missione.

A noi adulti il vescovo halasciato un altro messaggioimportante: nell’educare allafede i nostri figli vale più ilnostro vivere la fede con sere-nità, il nostro esempio all’im-porre delle regole rigide.

La giornata si è conclusacon il ritorno a piedi versoBorgo Palazzo ognuno di noicon negli occhi e nel cuore unmomento della giornata diver-so ma il medesimo sorriso.

I genitori dei bambini di terza elementare

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il sassolinonella scarpa

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Buongiorno a tutti,

Anzitutto un sincero GRAZIEper tutto.Mi è piaciuta la semplicitàusata nelle interviste d’ in-troduzione al Convegno degli

adulti sul perché una personadecide di partecipare all’ Eu-caristia: le risposte dateda persone comuni riflette-vano le nostre personali.Molto importante a seguirela riflessione di don Mangili

sull’essere comunità: il sen-tirsene parte sotto diversiaspetti, per poi fare ricaderesu di essa il dono dell’ Euca-ristia. Di grande valore le parole delnostro vescovo sull’essere“sovversivi”. Questo richiamae stimola a rialzarci, a ripar-tire, a cercare altre strade e,perché no... ad usare creati-vità, soprattutto tra le diffi-coltà che incontriamo.Ma questo fortifica e fa capireche il Vangelo ha un costo,perché grande è il suo valoree il suo messaggio. La sua Gioia ne sarà la ri-compensa.Una missionarietà che tuttipossiamo e dobbiamo appli-care nelle nostre quotidiani-tà!Un suggerimento per potermigliorare mi giunge daigruppi che ho accompagnato

al convegno dei ragazzi.Gli spazi erano un po’ limitatiper il numero di ragazzi checomponevano il gruppo; que-sto ha penalizzato un po’l’ascolto della testimonianzadel mattino.Ancora grazie.

Natalina, parrocchiana Viadanica

La mia opinione di quest’esperienza è positiva poiché abbiamola mitica Cristina la nostra catechista, cioè la catechista delleterze, ma c’è da ringraziare anche la sua valida assistente Ales-sandra e tutti quelli che hanno partecipato a questa giornata.È stato bello anche perché gli adulti sono andati a riunionimolto significative e ai bambini tanti giochi e distrazioni .

La giornata è incominciata alle 8:00 di mattino quando cisiamo incontrati in piazza sant’ Anna (però molti non sono ve-nuti) per recarci insieme al Seminarino un “oratorio” dove noibambini abbiamo incominciato i laboratori. Abbiamo inco-minciato a conoscerci dato che con noi c’era la parrocchia diCarenno dove c’erano ragazze che dovevano fare la cresima ebambine di terza elementare.

Dopo la presentazione abbiamo scritto su un foglietto chepoi leggeva il vescovo. Dopo Francesco il nostro animatore ciha raccontato la sua esperienza in Bolivia con gli ingredientidel pane e ci ha dato delle fasce colorate. Dopo di che siamoandati a messa dove alla fine ci hanno regalato un sonaglinoche è stato costruito da bambini del Malawi. Siamo andati a ri-caricarci mangiando un panino e giocando. Ma dopo subito allavoro facendo una sfida a gruppi però abbiamo pareggiato Edopo siamo ritornati a casa con dei bellissimi ricordi.Siamo stati fortunati per il nostro gruppo e l’organizzazione .

Grazie di questa esperienza. Ringrazio Cristina e Alexandra; ilvescovo Francesco; gli animatori; tutti i bambini che partecipavano;i genitori.

Per passare una giornata tutti insieme uniti dall’amiciziacon Gesù, noi ragazzi di 3^ elementare insieme conalcuni genitori ci siamo trovati in Città Alta domenicascorsa al Convegno Missionario.

La cosa che mi ha colpito di più è stato il pane grandeche è stato portato alla fine della messa per significareche dobbiamo condividere il pane con tutti e annunciareil Vangelo.

Domenica 1 marzo siamo andati in Città Alta per il Con-vegno Missionario. Mi sono divertita perché pure giocandoe cantando ho imparato qualcosa. Ho imparato a condi-videre e tre verbi molto importanti: ascoltare per parlare,vedere per mostrare, stare per andare.È stato magnifico!

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Come gruppo missionariodell’Unità Pastorale di

Cisano Bergamasco e comegruppo di bambini della IVelementare con i genitori ecatechisti, abbiamo parteci-pato al convegno missionariolo scorso 1 marzo.

È stato un momento difelicità e di gioia, ma ancheoccasione per respirare a pie-ni polmoni il significato diessere Chiesa. Infatti la Chie-sa non sono solo quelle “quat-tro vie” del nostro paese, maè molto più grande.

L’esperienza del convegnoci ha aiutato ad aprire il cuoree gli occhi alla dimensionemissionaria di ogni creden-te.

Il tema proposto ai ragazzie agli adulti “Un pane grande,grande”, cioè riflettere sul-l’Eucaristia.

Cosa c’entra l’Eucaristiacon la missione? Possiamodire che non esiste Eucaristiasenza missione e non è pos-sibile essere missionari senzavivere l’Eucaristia. Solo l’Eu-caristia ci può educare a unapiù autentica missionarietà.Sia ragazzi sia adulti in modidiversi e in tempi diversi sia-mo stati stimolati a rifletteresu questi temi.

Il cuore della giornata èstato proprio la messa cele-brata in cattedrale dal Ve-scovo Francesco, pastore eguida della Chiesa di Berga-mo. Possiamo dire che le tan-te parole dette, le tante atti-vità proposte hanno trovatonella Celebrazione Eucaristicail loro culmine.

Quasi tutti abbiamo ma-nifestato il nostro entusiasmoe la gioia nel ritrovarci nellaCelebrazione Eucaristica inDuomo con il vescovo.

Il vescovo ci ha regalatotre coppie di verbi: ASCOL-TARE per PARLARE, GUAR-DARE PER MOSTRARE,STARE PER ANDARE. Ecco

l’impegno per ogni ragazzo,genitore, educatore, ognigruppo e ogni comunità cri-stiana.

Questa giornata è statal’occasione per ringraziare ilSignore per il dono della fede,per averla condivisa con tantialtri volti, sguardi e sorrisiincrociati.

L’immagine che ci ha col-pito è stata il lancio di co-riandoli alla fine della pro-clamazione del Vangelo, men-tre si cantava come “la piog-gia e la neve scendono giùdal cielo, così ogni mia pa-rola non ritornerà a me sen-za aver compiuto ciò per cuil’avevo mandata”. La sua Pa-rola è una Parola colorata egioiosa, che deve essere lan-ciata a tutti gli uomini e alledonne per manifestare la bel-lezza del suo messaggio.

Il ritorno al nostro paesedi Cisano con i suoi impegni,sarà certamente diverso epossiamo definirlo più colo-rato e gioioso.

Gruppo Missionariodell’Unità Pastorale

di Cisano Bergamasco e i bambini di

IV elementare

Carissimi,quale partecipante al

Convegno Missionario ed inrappresentanza dell’Associa-zione Vedove debbo compli-mentarmi con gli organizza-tori e ringraziare per la gior-nata che mi avete donato pie-na di emozioni, comunità eriflessioni.Non ho suggerimenti per ilprossimo convegno perchétutto è stato perfetto e me-raviglioso; a partire dai locali(accessibili) al pasto (abbon-dante) ai relatori (profondi).Saluti e buon lavoro.

Maria, Associazione Vedove Cattoliche

Ame ha colpito la presenzadi tanti, ma tanti, bambini

e ragazzi tutti contenti e gioio-si... La messa è stata lunga mali guardavo ed erano tutti con-tenti di sventolare le loro fascee di cantare e pregare e ascol-tare il vescovo che personal-mente, sia in chiesa che nelconvegno al Seminarino, è statochiaro, semplice nelle parole,ma incisivo... molto intense;anche le testimonianze dei gio-vani laici che hanno fattoun’esperienza in missione sonostate molto significative. Credoche anche per noi adulti, (aparte il male ai piedi dovutoall’età!!!) sia stata un’esperienzada ripetere e su cui riflettere...

Una mamma

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Coinvolti nell’itinerario del convegno

Un mondo pieno di colori!

Il racconto di bambini e gruppo missionario

dell’unità pastorale di Cisano Bergamasco M

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Impressioni post convegno: che dire,semplicemente è stato fantastico!!!

Vuoi per la cornice in cui si è svolto,vuoi per la marea di bambini, ragazzi eadulti, vuoi per il clima di Chiesa che sirespirava… penso che questo appunta-mento annuale sia uno dei più sentitida molti paesi della bergamasca!!!

Organizzare il tutto è un lavoro perveri eroi (voi del cmd in un certo sensolo siete...) e se tutto è andato alla grandeil merito è soprattutto vostro.

Credo che le testimonianze dei mis-sionari o di chi ha fatto una breve espe-rienza di missione sia la cosa più concretache si potesse fare per far toccare conmano il mondo della missione ai ragazzi

che hanno davvero apprezzato! Grande entusiasmo e partecipazione

anche nei giochi del pomeriggio, anchese ho dovuto fare l’ arbitro pure stavolta...l’abbraccio e i saluti finali dei “miei” ra-gazzi penso che sono la ricompensa mi-gliore e il ringraziamento più sinceroche si può ricevere in queste occasioni!!!Spero di aver fatto trascorrere una gior-nata “diversa “ dalla solita domenica aquesti ragazzi!!!

Un ringraziamento anche agli ac-compagnatori che mi hanno aiutato agestire il tutto!!! Spero di non avertradito la fiducia di chi si è fidato dime!!!

Roberto Vecchi

Questa giornata è iniziatanel migliore dei modi

perché c’era il sole!Arrivati a Bergamo in Città

Alta, l’emozione saliva, era-vamo moltissimi, tutti allegrie rumorosi! Riempivamo levie con striscioni colorati.

Il nostro gruppo è statoaccolto nella casa delle suoreDomenicane insieme ai ra-gazzi di Cortenuova , lì, ab-biamo conosciuto Martineoriginaria della Costa d’Avorioche, aiutata dal marito, ci haspiegato e dimostrato comefanno il pane dalle loro parti:pestano, in un grosso mortaiodi legno, un tubero simile auna grande patata (futu)amalgamandolo con l’acqua.L’abbiamo assaggiato e lamaggior parte ha apprezzato.

In seguito ci siamo spostatiin Piazza Duomo per la SantaMessa e sventolando la nostrafascia colorata abbiamo chia-mato il Vescovo Francesco e

l’abbiamo salutato a squar-ciagola in ivoriano: “NDA-BOLO OGUALO FRANCE-SCO!”. Per due di noi la santaMessa è stata un po’ più spe-ciale perché abbiamo avutola possibilità di salire sull’al-tare come chierichetti… cheagitazione! Le mani trema-vano per la gioia di essere vi-cino al Vescovo Francesco! Èstata una celebrazione allegrae colorata perché tutti canta-vano e pregavano con entu-siasmo!

Abbiamo condiviso ilpranzo nell’accogliente am-biente delle Suore e il pome-riggio è trascorso in allegriagiocando con nuovi, simpaticie vivaci amici. Alla fine, cisiamo scambiati i tesserini sucui avevamo scritto le emo-zioni provate durante ognigioco con gli amici di altripaesi. Poi ci siamo salutatirumorosamente.

Dimenticavamo: grazie an-che e soprattutto a Robertoil nostro bravissimo e pazienteanimatore!!

Arrivederci al prossimoanno!

I ragazzi della classe quinta di Negrone

Insieme per una grande festa

Ndabolo Ogualo…ciao!

I ragazzi di Negrone si raccontano con entusiasmo

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La memoria torna alla gior-nata di apertura del 91°

convegno missionario dioce-sano: le emozioni, la caldaatmosfera e l’intensa parte-cipazione di tutti i convenutitra i quali, a sorpresa, ancheun buon numero di giovanis-simi.

Cosa mi è rimasto nel cuo-re di quella giornata? Non èuna risposta facile perché ogniimmagine ne richiama subitoun’altra ancor più suggesti-va… In primo luogo devo direche aprire il convegno neglispazi del laboratorio Triciclo– Ruah è stata una sceltafelice e di grande impattoemotivo, per me una bellissi-ma metafora del significatodella missionarietà attualeche si realizza nella condivi-sione, che non pone l’accentosu chi dà e su chi riceve, masul lavoro e sullo sforzo co-mune, degli immigrati e degliautoctoni, per migliorare lavita di tutti e rendere visibiliquei valori transculturali checi rendono uomini e fratelli,al di là di qualunque prove-nienza geografica.

Riprendendo il titolo dellariflessione proposta da donCristiano Re, il Triciclo comeluogo dove si realizza la mis-sionarietà audace, propositiva,carica di fantasia e mai ripe-titiva!

“Non abbiamo che cinquepani e due pesci” …quantevolte ho ascoltato questo bra-no del Vangelo? Tante, maforse solo dopo aver ascoltatodon Cristiano ho capito finoin fondo il messaggio più pro-fondo e ancora attualissimoche trasmette: la carenza dellerisorse, oggi come allora, nonpuò essere usata come giu-stificazione per non farsi ca-rico di chi ha bisogno.

Essere missionari oggi si-gnifica andare oltre la logicae l’analisi falsamente razionaledi ciò che “si può” o è “giusto”fare; è proprio perché non cen’è per tutti che bisogna co-minciare ad agire per realiz-zare concretamente la soli-darietà e superare il vero osta-colo: pretendere di moltipli-care senza prima aver messoa disposizione qualcosa…“Nulla può essere moltiplicatose prima non abbiamo accet-tato di condividerlo!” (cit. donCristiano Re).

Anche il momento delletestimonianze è stato parti-colarmente coinvolgente; pernatura i racconti mi affasci-nano, ancor di più quelli dellagente “comune” che riesce afare cose davvero grandi conumiltà, esprimendo ai mas-simi livelli la propria umanità.Le testimonianze di padreVincenzo, Daniele ed Elisa

penso abbiano suscitato gran-de ammirazione non solo perl’intensità dei sentimenti edei vissuti che narravano, maanche per l’idea che sono riu-sciti a trasmettere della mis-sionarietà che cambia anchela vita di chi la intraprende,dandole un senso nuovo, chenon richiede qualità da su-pereroi, che si affronta con ilproprio modo di essere e dientrare in relazione con l’altroanche quando è molto diversoper cultura e bisogni.

La chiusura dell’incontro,con la condivisione di quelpane davvero grande, grandee in un luogo così carico di

significati simbolici, mi hafatto tornare con la mente al-l’immagine affascinante delleprime comunità cristiane chesi riunivano in luoghi piutto-sto improbabili per celebrarel’Eucaristia: non avrei maipensato di sentirmi così “acasa” ad un convegno che, difatto, è riuscito a spogliarsidella sua veste formale perdiventare un bel ritrovo dipersone con un ideale in co-mune: la missionarietà nelsenso più autentico e cristianodel termine!

Patrizia Niesi, gruppo missionario

di Gorle

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Un luogo che già da sé racconta la missione: il Triciclo

La missionarietàche cambia la vita

La moltiplicazione nasce dalla divisione: è una proposta

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Devo dire che l’esperienza di domenica per essere laprima volta mi ha molto entusiasmato e devo am-

mettere che ha superato di gran lunga le mie aspettative.Penso sinceramente che l’intento di far vivere quellagiornata basata comunque su un argomento molto im-portante come l’Eucaristia e la missione, con leggerezza esimpatia sia riuscito pienamente e ciò lo deduco dai sorrisidei bambini, dalle loro domande e dai commenti non sololoro, ma anche degli accompagnatori. Per quanto hopotuto capire i momenti che più sono piaciuti sono stati latestimonianza del missionario della mattina, il ritrovarsitutti insieme sotto il Palazzo della Ragione e soprattuttola Messa con tutti quei colori e quei canti!!! Inoltre devodire che mi sono trovata benissimo anche con gli animatori,molti non li conoscevo; con loro si è creato fin da subitoun grande rapporto di rispetto e amicizia che mi ha avvoltoper tutta la giornata.Ringrazio moltissimo tutti coloro che hanno ideato questagiornata e che quindi mi hanno dato la possibilità di par-tecipare a questo evento.

Chiara Vecchi, animatrice dei ragazzi

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Siamo Giuliana e Roberto e ab-biamo partecipato al Conve-

gno Missionario per curiosità.L’anno scorso, nostra figlia Mar-ta, dopo aver vissuto questi duegiorni come animatrice dei bam-bini, è tornata a casa piena dientusiasmo tanto da destare innoi il desiderio di parteciparvi.

Per impegni già program-mati in precedenza, non abbia-mo potuto partecipare all’in-contro di sabato presso il labo-ratorio “Triciclo – Ruah”, madomenica mattina, di buon ora,ci siamo mossi per essere dellapartita.

Abitando in Bergamo e ap-profittando delle ottime condi-zioni meteo, abbiamo pensatodi usare lo “scooterino” di Marta

(intanto lei si trova in Bolivia equindi non può avanzare obie-zioni in merito).

Pronti via, ci siamo subitotrovati in un traffico inusuale perquell’ora di domenica; auto e so-prattutto autobus incolonnati perentrare in Città Alta, rimanendocosì sorpresi sin dall’inizio perquello che ci è parso poi essereuna caratteristica fondamentaledi quella giornata: l’enorme par-tecipazione della gente, bambini,giovani e adulti.

Lasciato il nostro agile mezzodi trasporto, ci siamo immersinell’evento; squadre di bambinivocianti, persone che si saluta-vano con affetto e amicizia, voltiallegri e cordiali, volontari in-daffarati che con simpatia e di-

sponibilità cercavano di regolareil flusso dei partecipanti e pre-disporre tutto quanto necessarioper la buona riuscita del conve-gno (e ci sono riusciti davvero).

In questa atmosfera ci siamopredisposti a seguire in teatrogli interventi della mattinata;Don Andrea e i giovani che han-no condiviso la loro esperienzamissionaria hanno riempito digioia i nostri cuori; in particolareci ha emozionato l’interventodella ragazza che, non essendobattezzata, innocentemente hachiesto se poteva comunque par-tecipare ad una esperienza mis-sionaria e che, una volta rag-giunta l’Argentina, ha chiestoproprio là di ricevere il battesi-mo; che bello!

Poi la celebrazione Eucari-stica; l’allegro corteo dei bambiniin piazza Vecchia accompagnatidal Vescovo Francesco, l’ingressoin cattedrale, la Santa Messa,che emozione!Siamo rimasti impressionaticome il Duomo fosse completa-mente gremito e reso vivo so-prattutto dalla presenza dei circa1600 bambini che hanno par-tecipato alla funzione con at-tenzione e vivacità; un bell’esem-pio di come dovrebbe essere vis-suta l’Eucaristia.

Anche il pranzo presso la

mensa delle suore Domenicaneè stato un bel momento di con-divisione; ci siamo seduti inmezzo ad altre persone che nonconoscevamo scoprendo cosìcome non siamo soli ad operarema un sacco di altra gente con-divide il nostro modo di pensarel’essere Cristiani.

Nel pomeriggio l’incontro conil Vescovo Francesco che ci hadonato momenti di riflessione in-tensi e ci ha affidato l’incarico divivere la missione pienamente.

Un’ultima preghiera e poitutti a casa.Che cosa ci è rimasto nel cuoree nella mente?La bella giornata di sole, i faz-zoletti colorati sventolati daibambini e le consegne che ci haaffidato il nostro Vescovo: an-nunciare il Vangelo, mai stan-carci del Vangelo, vivere l’Eu-caristia come punto di partenzaper l’essere missionario, ricor-darsi che la missione è un an-nuncio di pace

Grazie di cuore a don Giam-battista, allo staff del Centromissionario diocesano e in par-ticolare a Franca e Michele, aivolontari, a tutti quanti, grandie piccini, che con noi hannopartecipato a questa festa.Arrivederci all’anno prossimo.

Giuliana e Roberto

Salve, sono Milesi Jacopoaccompagnatore del grup-

po di Poscante al convegnomissionario tenutosi oggi inCittà Alta; mi complimentocon tutti voi e vi ringrazio dicuore per l’ottima organizza-

zione del convegno, non èsemplice organizzare una ma-nifestazione con numeri cosìconsistenti, ancora grazie ecomplimenti.Un grande grazie anche aglianimatori e a chi ha portato

la propria testimonianza neivari gruppi.Infine un grazie veramentecol cuore anche al nostro Ve-scovo Francesco per la suagrande disponibilità, la cele-brazione eucaristica, momen-

to centrale della giornata, èstata veramente un momentoforte ed emozionante!Arrivederci al prossimo an -no!!!

Jacopo Milesi, Poscante

Due genitori coinvolti dalla figlia,oggi missionaria in Bolivia

Papà e mamma…in missione

Le impressioni di una domenica particolare

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Due giorni di convegno ri-chiedono sicuramente

orecchie allenate all’ascolto,schiena pronta ad adattarsiad ogni sedia o sedile, manisvelte per prendere appuntie occhi spalancati per nonaddormentarsi. Eh sì…ci sonoanche convegni che fannoquell’effetto!

Chi ha accolto l’invito delCentro missionario sembravadotato di tutto quello che ser-ve. E chi è arrivato con ilcuore aperto e disponibile adaccogliere le riflessioni pro-poste se n’è andato con il cuo-re arricchito.

La prima giornata al Tri-ciclo. Che idea matta, eppuregià di per sé così piena di si-gnificato.Dal palco, prima che si apranogli interventi, vedo la genteentrare nel capannone e riem-pire poco a poco tutte le sediemesse a disposizione. Persinoi divani pronti per la vendita.Ci sono persone di ogni età etanti giovani. E intorno mobilie oggetti in attesa di uscireun giorno da quel capannoneper iniziare una nuova vita.Nel luogo in cui si fanno nuo-ve le cose, si parla di Eucari-stia.Di Gesù Cristo vivo che fanuove tutte le cose. Di Euca-ristia si comincia così a sentireil sapore ancora prima che il

convegno inizi.Don Cristiano Re nell’in-

tervento del sabato pomerig-gio scuote tutti e già si capisceche non si tratta di un con-vegno passivo, ma che ciò dicui si parla ci riguarda in ma-niera concreta e viva. Le pa-role di don Chicco sono liberee forti, sfondano le ipocrisie,le mezze misure, le soluzionidi comodo, gli alibi. “Ci hapreso a pugni, alla testa, alcuore e anche al portafoglio”commento alla fine. “Pugni”che fanno ripartire, che fannorisorgere, che rendono nuovi.“Cambiare si può” ci dice equesto ci dà speranza anchedavanti a situazioni che cisembrano pietrificate.

Le testimonianze di padreVincenzo, di Daniele e di Elisaportano lontano. I ricordi, iracconti e l’intensità dell’espe-rienza passa in un lampo dalpalco a chi ascolta. Si sorridecon chi sorride e ci si com-muove con chi combatte conl’emozione.

Il secondo giorno si cam-bia luogo: è il teatro del Se-minarino in Città Alta, chenemmeno basta ad accoglierele centinaia di persone pre-senti.

Sono le 9 di una domenicamattina di sole. Fuori si sen-tono le 1600 voci dei ragazzi.Hanno già svegliato Città Alta!

Don Andrea Mangili parladal palco di Eucaristia e delvolto delle nostre comunità,dei gruppi missionari, deigruppi dei catechisti. Un voltoa volte incapace di dire la ve-rità dell’Eucaristia, un voltocon i suoi limiti e i suoi difetti.“Sembrava proprio parlassedella nostra parrocchia” com-mentano due donne dopo leparole di don Andrea. La stes-sa cosa la dicono altre duepoco lontano. E tra difficoltàcomuni ci si sente anche unpo’ più fratelli.

Nel pomeriggio è il Ve-scovo a parlare. Le pennescorrono veloci sulle agendee sui fogli per non dimenticareuna frase particolare, un pas-saggio che ci riguarda più davicino.“Avere parole e vita che par-

lano di Vangelo”. Sembra af-fascinante, ma quando il Ve-scovo, in punta di piedi, entranelle storie di figli che nonpartecipano più all’Eucaristiao di giovani che scelgono laconvivenza qualche testa sichina, come colpita da unafreccia pungente. Ma il Ve-scovo invita a non giudicare,a non forzare, ma ad avereper primi una vita che parladi Vangelo, che parla di bel-lezza e di Eucaristia, “perchési possa vedere la gioia cheha conquistato la nostra vita”.Le teste si risollevano e an-nuiscono. “Eh già… Tocca anoi”.

Ripenso al titolo del Con-vegno, “Un pane grande,grande” e sono convinta chenei due giorni abbiamo “man-giato” molto e bene. Un saccodi calorie che vanno ora con-sumate. Mica si può tenerseleaddosso. È la missione. Comeha detto il Vescovo in con-clusione, “la missione cheprende forma dall’Eucaristiaci chiede di andare nel mondocon uno stile di pace”.

Bisogna fare due passi fral’umanità per consumarequello di cui ci siamo nutriti.E non si parla solo di conte-nuti del Convegno. Si parladi Eucaristia.

Buon cammino!Monica Gherardi,

moderatrice del convegno

Attese, emozioni, reazioni, pensieri… passione.

Il convegnodal palco

La prospettiva di Monica che ha guidato il cammino dei due giorni M

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Mi è stato chiesto di met-tere in questo breve ar-

ticoletto le mie impressioni suquanto ho vissuto al 91° con-vegno diocesano. Questo è statoil terzo anno di partecipazioneal convegno diocesano, i dueanni precedenti ho accompa-gnato i miei ragazzi di cate-chismo, mentre quest’anno hofatto il percorso con gli adulti. Da ogni convegno ho portatovia la certezza che la gioia piùgrande è quella di essere pergli altri e a servizio degli altri.

I due incontri, sia quellodel sabato pomeriggio e quellodella domenica mi hanno fattosentire parte di una chiesa chenon è solo quella della mia co-munità, quella della mia par-rocchia, ma una chiesa uni-

versale, ovunque io sia, lì saròquel piccolo tassello di puzzleche forma la chiesa, è grazie aquel pane condiviso che io misento chiesa ovunque mi tro-vi.Sottolineo alcuni passaggi didon Cristiano e di don Andrea

che mi sono portata con me.Don Cristiano mi ha solle-

citato sull’aspetto di essere at-tenti ai bisogni di chi ci passaaccanto, di rallentare il passoper guardare negli occhi le per-sone, di non avere paura delcontatto con l’altro, e che nonbasta dare, ma bisogna sapercomunicare.Ci ha consegnato una grandedomanda: che cosa lascerò sul-la terra dopo il mio passag-gio?

Don Andrea mi ha fattopensare a come è il mio mododi essere nella comunità.La comunità è il forno dove ilpane dell’Eucaristia cuoce, eallora: che comunità siamo?Chi siamo? Non basta stare at-torno ad un tavolo per esserecomunità, chi ho accanto è lamia comunità?

Oltre alle relazioni di DonCristiano e di Don Andrea unaspetto rilevante hanno avutole testimonianze della personeche hanno vissuto l’ esperienzadi vita missionaria, di questeoso dire che sono state l’espres-sione di quel pane GRANDE-GRANDE che Gesù continua-mente ci dona.

Infine, e non da ultimo , èstata grande la gioia e l’entu-siasmo che ho respirato du-rante la celebrazione in Catte-drale con il nostro VescovoFrancesco.

Grazie ancora a tutte le per-sone del Centro Missionarioche hanno organizzato il con-vegno. Continuate.

Roberta Manenti, gruppo missionario

di Bagnatica

Un incontro che di anno in anno si rinnova

Cosa portocon me?Dopo due giorni intensi le consegne

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Comunicazione dal CMDIn seguito alla modifica di statuto, unilateralmente assunta, dell’Associazione Pro Jesu, la Diocesidi Bergamo, nella fattispecie il Centro Missionario Diocesano, non è più coinvolta nelle attivitàdell’Associazione pertanto anche la destinazione del 5 per mille ed altri eventuali versamenti abeneficio di progetti legati alla Diocesi non vanno più effettuati ai precedenti riferimenti.

I nuovi riferimenti sono:Associazione IL TELAIO DELLA MISSIONE, onlusPer versamenti: Banca popolare di Bergamo, filiale di Piazza Pontida, Bergamo.Iban: IT23H0542811108000000024747

Per 5 per mille: Associazione IL TELAIO DELLA MISSIONE C.F. 0401920165

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Dopo aver percorso untratto di strada, raccolta

la fatica e messi da parte gliostacoli, è bello assaporare ilcammino raccontando le di-verse situazioni sperimentate,le esperienze vissute, l’entu-siasmo profuso. Quello chemolto formalmente chiamia-mo bilancio va al di là deinumeri e delle realizzazioniconcrete, per incontrare volti,attese, sacrifici, impegni e poitrovare spazio in relazioni,riflessioni, decisioni e tempoda dedicare agli altri. Tuttoquesto entra nell’affresco chela missione dipinge nella quo-tidianità dell’uomo.

È così che i numeri con-fermano le scelte, le azionirinnovano il vissuto, la fan-tasia si mette al servizio dellacarità. Spontaneo il grazie atutti coloro che hanno resopossibile dipingere l’affresco,anche quest’anno, attraversola loro generosità, attenzione,partecipazione e serietà.

Lasciamoci coinvolgeredalle pagine seguenti: è il

dono della condivisione percontinuare il cammino.

Lo “spazioformazione”Sempre più forte la con-

vinzione che le proposte for-mative devono prendere fiatodalla scelta pastorale dioce-sana ed accompagnare lacomprensione della sceltamissionaria nelle comunità enella vita dei singoli.

“La beatitudine della mis-sione”, approfondimento dellalettera pastorale: “Donne euomini capaci di Vangelo”,ha ritmato una serie di pro-poste formative. 145 parroc-chie raggiunte, 19 vicariati e2 unità pastorali accompa-gnate, una quindicina di for-matori impegnati. Sono state15 le parrocchie che hannochiesto, in momenti diversi,testimonianze legate alla mis-sione. All’inizio dell’anno pa-storale la proposta è statapresentata nei 28 vicariati at-traverso incontri intervicarialicon la presenza complessivadi circa 300 persone. Nel con-

testo dell’ordinarietà la con-divisione, programmazione everifica con i sacerdoti inca-ricati vicariali della missione,l’incontro con i referenti degliistituti religiosi, l’attività delconsiglio e dei collaboratoridel cmd sia dal punto di vistaformativo che organizzativo.

In questa dimensione sicolloca anche tutta l’attivitàdi educazione alla mondialitànelle scuole che ha impegnatoMichele e Diego per un totaledi 25 classi coinvolgendo 600alunni delle scuole, dall’in-fanzia alle superiori; neglioratori 12 gruppi di diverseetà, dalle elementari agli ado-lescenti, per un totale di 300.Sono più di 50 gli incontrirealizzati. Diverse le mostrefotografiche a disposizionedelle parrocchie…e sono pia-ciute.

L’“entusiasmoanimazione”Le iniziative sul territorio

non sono mai affidate all’im-provvisazione. L’equipe ani-mativo formativa del cmd si

verifica e riprogramma con-testualmente alle iniziative inatto.

Rientrano in questa sferaalcune proposte che prendonopiede attraverso percorsi for-mativi e diventano poi espe-rienza: 105 giovani hanno fre-quentato il percorso in pre-parazione all’esperienza brevein missione, 83 sono stati inArgentina, Albania, Brasile,Bolivia, Perù, Cuba, Costad’Avorio, Etiopia, Malawi, Re-pubblica Democratica delCongo, Cameroun, Ruanda,Cambogia, Taiwan, Bangla-desh; 27 adulti hanno fre-quentato il percorso e 8 sonostati in Brasile, Bolivia, Cuba.

Nel mese di agosto abbia-mo ospitato e condiviso l’espe-rienza con 16 giovani: 6 boli-viani, 6 ivoriani e 4 cubani.Hanno partecipato al pelle-grinaggio dei giovani da Assisia Roma con il Vescovo e in-contrato alcune realtà locali.

La celebrazione dell’an-nuale convegno missionariodiocesano, per gli adulti giun-

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Alcuni piccoli flash sul 2014: impegni, progetti, iniziative…

Il racconto di un impegno:

anno 2014È un dovere “rendere conto”

e dire grazie

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to a quota 90, per i ragazzi il12esimo, ha coinvolto circa2500 persone. 1600 i ragazziprovenienti da 76 parrocchie.“I piedi del messaggero dilieti annunci” il tema propo-sto alla riflessione e indicatoper l’animazione. Sono statipubblicati gli atti e distribuitialle parrocchie e ai gruppimissionari. È certamente sta-to un momento importanteper il coinvolgimento e l’in-cisività della proposta.

Nel mese di giugno il ve-scovo Francesco ha incon-trato i missionari in vacanzasul tema: I popoli vi aspetta-no, la ragioni dell’impegnomissionario scuotono le no-stre comunità. 36 i missionaripresenti e davvero buono,cordiale ed intenso il dialo-go.

L’iniziativa di Natale con-clude l’intenso impegno diun anno. “Abita la stella” vivedi volontariato. Più di 170persone coinvolte, 1000 eser-cizi commerciali, 5400 pa-nettoni venduti, 76 scuoledell’infanzia coinvolte, 14eventi realizzati, 2 centri com-merciali e Aeroporto di Oriocoinvolti, 12500 cartoline at-traverso Websolidale, tre pro-getti sostenuti ed altre 4 ero-gazioni a diverse realtà: que-sta una parte del raccontoche ha mobilitato centinaiadi persone e ne ha raggiungemigliaia.

Nel mese di settembre siè concretizzata un’associa-zione onlus, il Telaio dellamissione, che attraverso lesue attività legate all’artigia-nato etnico e liturgico, vuole

sostenere progetti missionariindicati dalla Diocesi. Graziea chi ha creduto in questainiziativa.

Il “calorecelebrazione”Il momento del celebrare

realizza la vocazione missio-naria della comunità, ne è ilcuore e la fonte d’impegno.Ecco perché prestiamo par-ticolare cura alle celebrazionie alla molteplicità di propostecelebrative per gruppi e vi-cariati. Ad ogni gruppo vienecontinuamente riproposto diiniziare il proprio incontrodi gruppo con una preghieradi “ascolto” e condivisionedella Parola di Dio.

Alcune proposte sono poidiventate più significative.All’inizio del mese di ottobrela preghiera ha coinvolto un

centinaio di persone pressoil monastero delle Clarisse eed è poi continuata settima-nalmente nei diversi mona-steri della diocesi con unacelebrazione eucaristica pre-sieduta dai missionari.

Nel cuore del mese di ot-tobre, durante la “scuola dipreghiera” in Seminario han-no ricevuto il Crocifisso unsacerdote, 2 laici e una reli-giosa. Durante il convegnolo avevano ricevuto 6 giovanilaici.

Abbiamo fatto memoriadei 18 missionari defunti ber-gamaschi durante una cele-brazione al Cimitero Civicoci Bergamo. È stata una ce-lebrazione partecipata e vis-suta con intensità presentialcuni parenti ed i referentidelle comunità religiose diappartenenza.

La memoria dei martirimissionari il 31 marzo ci haraccolto nella chiesa parroc-chiale del Sacro Cuore per la“Cena povera” per la pre-ghiera di adorazione con uncentinaio di persone.

Il 17 maggio ci siamo ri-trovati con i parenti dei mis-sionari bergamaschi a Sottoil Monte. Più di 250 persone,diversi sacerdoti concelebran-ti ed il ricordo vivo di PapaGiovanni, ormai santo.

A questo si aggiungonole giornate missionarie cele-brate per lo più in tutte leparrocchie della Diocesi, in-sieme ai momenti di preghie-ra vicariali e parrocchiali.

Chissà se questo sempliceracconto è riuscito a far in-tuire tutta la ricchezza chenumeri, iniziative, proposte,incontri portano con sé ri-spetto al tempo, alla convin-zione, alla tenacia, alla pas-sione, alla gioia di chi li vive?

Mi auguro proprio di sì espero diventino contagiosi!

don Giambattista

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1Completamento della realizzazione del centro giovanile “S. Alessandro”nella Diocesi di Serrinha in Brasile con un contributo di 60.00,00€

che si assomma a quello degli anni precedenti per un totale di 200.000,00€.La struttura è a disposizione delle attività per ragazzi e giovani della dio-cesi.

2Sostegno di 5.000,00€ alle attività delle scuola di Teresina in Brasilefondata da don Pedro Balzi.

3Sostegno all’impegno della pastorale delle Suore del Sacro Cuore aShengjin, diocesi di Lezhe in Albania con un contributo di 10.000,00€.

Questa comunità ha in via di completamente la chiesa parrocchiale di cuila Diocesi di Bergamo curerà le opere esterne (raccolta acqua e sagrati) ela realizzazione dell’arredo interno, oltre aver dato un cospicuo contributonegli scorsi anni all’associazione che ne ha realizzato il progetto.

4Seconda trance del contributo al sostegno della pastorale dellaparrocchia di Capinota, diocesi di Cochabamba in Bolivia, di

10.000,00€ in ragione del fatto che avendo consegnato al clero locale laparrocchia alla fine del 2012 ci si è impegnati a sostenerne le attività perun triennio.(2013-15)

5Rimborso spese vitto ad una volontaria Celim del progetto “biblioteca”nella Repubblica Democratica del Congo presso la comunità delle

Suore delle Poverelle di 2.000,00€ per i sei mesi di servizio.

6Contributo di 2.000,00€ all’allestimento della biblioteca parrocchialea Yaoundé, in Cameroun, nella comunità di suor Lucina Baldassarri,

delle Suore Dorotee.

7Elargizione di 12.800,00€ , dei quali 2.000,00€ del gruppo Alpinidi Martinengo, a sostegno della sistemazione e potenziamento della

falegnameria presso la casa disabili della missionaria laica CeribelliConsuelo in Ruanda.

8Contributo di 10.000,00€ al Seminario Maggiore “San Luis” di Co-chabamba elargito dal nostro Vescovo Francesco.

9Sostegno alle attività formative e di animazione del Celim Bergamo,organismo di cooperazione internazionale d’ispirazione cristiana, con

un contributo di 12.500,00€

10Contributo di 13.000,00€ (seconda annualità) al progetto delCelim Bergamo in Ecuador “Sovranità e sicurezza alimentare”. 450

orti famigliari per il settore rurale delle provincie Cotopaxi e SantoDomingo de los Tsáchilas.

11Contributo di 10.000,00€ al villaggio di Agninikro, nella Diocesidi Agnibilekrou in Costa d’Avorio per la realizzazione della Chiesa

del villaggio dopo la visita del Vescovo Francesco.

12Contributo annuale di 10.000,00€ all’Hogar S. Lorenzo a SantaCruz de la Sierra, in Bolivia, che ospita un centinaio di bambini

orfani o violati da 0 a 10 anni. L’opera è gestita dall’Arcidiocesi ed è coor-dinata da Mario Mazzoleni, laico fidei donum della nostra Diocesi.

13Destinazione di 20.000,00€, parte del frutto dell’iniziativa diNatale 2013, al fondo famiglia della Caritas Diocesana Bergamasca.

14Destinazione di 20.000,00€, parte del frutto dell’iniziativa diNatale 2013, alle scuole in Terra Santa attraverso la Congregazione

Vaticana per le Chiese orientali

1520.000,00€ dal fondo Maconi per il sostegno alla “Combonischool” in Karamoja, Uganda, gestita dai Padri Spiritani. È tramite

del progetto suor Graziella Dolci, delle Suore Comboniane.

16Contributo di 6.000,00€ al lavoro pastorale di suor GraziellaDolci, delle suore Comboniane, a Kampala in Uganda.

17Contributo di 15.000,00€ alla realizzazione della chiesa del villaggiodi Saal, Diocesi di Tambacounda in Senegal.

18Elargizione al Collegio San Gabriel in Ecuador di 5.150,00€ afronte di acquisto e spedizione di artigianato per le diverse iniziative

del CMD.

19Contributo alla parrocchia di Tanda, diocesi di Bondoukou, di10.000,00€ per sistemazione della Chiesa al momento della con-

segna della parrocchia al clero locale.

20Contributo a don G. Domenico Epis, pari a 15.000,00€ per l’ac-quisto della jeep a servizio della parrocchia di S. Giovanni XXIII, a

Tanda in Costa d’Avorio.

21Trance per la realizzazione della casa parrocchiale di “S.GiovanniXXIII” a Tanda, diocesi di Bondoukou pari a 51.500,00€

22Contributo di 10.000,00€ per la realizzazione di una chiesa nelvillaggio di Ahibango, nella parrocchia di Tanda, diocesi di Bon-

doukou, Costa d’Avorio. La prima pietra della chiesa è stata benedetta dalVescovo Francesco durante la visita alla missione diocesana.

23Sostegno al laboratorio artigianale donne in Bangladesh presso lamissione di suor Gianfranca Foiadelli. Contributo di 6.298,00€.

Le donne sono impegnate a realizzare arredo liturgico che è disponibileanche presso il nostro CMD.

24Sostegno di 5.000,00€, il progetto ha preso il via nel 2011 con unsostegno annuale, alla Caritas diocesana di Tarija, Bolivia, attraverso

l’opera di don Alessandro Fiorina, sacerdote fidei donum. È gestito incollaborazione con Websolidale-onlus.

25Contributo di 3.000,00€ a beneficio del sostegno della casa “LaColmena” a Tarija che accoglie persone di età diverse in forte

disagio sociale ed accompagna un percorso di riappropriazione del sé edella dignità di vita puntando verso il reinserimento sociale. Il sostegno èrealizzato dalla parrocchia di Comenduno attraverso il coinvolgimentodelle famiglie lungo tutto l’anno.

2620.632,00€ a sostegno dell’opera di Riccardo Giavarini dallaparrocchia di Cologno al Serio in memoria di un giovane defunto

della comunità.

27In memoria di don Fausto Dossi, missionario fidei donum inBolivia, deceduto il 26 settembre 2013, è stata istituita una borsa

di studio universitaria di 3.000,00€ a beneficio di un giovane della par-rocchia di Munaypata.

28Contributo alla sistemazione della casa parrocchiale di Munaypataper aumentare la capacità recettiva per la notte pari a 25.000,00€.

29All’Eparchia di Asmara un contributo di 20.000,00€ a sostegnodel clero diocesano. L’Eparca vuole provvedere a ciascun presbitero

una piccola proprietà di animali da cortile per rispondere al personale so-

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Un grazie grandissimo a tutti coloroche hanno reso possibili

questi progetti.

I numeri del 2014

Non uno sterile elenco, ma volti estorie che abbiamo incontrato M

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stentamento.

30Sostegno di 33.50000€ al progetto “Gota de salud” promosso incollaborazione con il Celim Bergamo gestito dal dott. Alessandro

Manciana e dalla radiologa Marta Guerini a El Alto, in Bolivia. Fannoparte dei sostenitori la Diocesi di Brescia (con un contributo di 3.500,00€per tre anni) e quella di Gubbio. È prevista l’assistenza sanitaria delle co-munità del campo e la popolazione potenzialmente beneficiaria è di circa84000 sul territorio di 9 parrocchie dell’altipiano.

31Stanziati 5.000,00€ per il sostegno degli studi di specializzazioneed aggiornamento per sacerdoti cinesi a Taiwan.

32Progetto a sostegno della pastorale giovanile su richiesta dellaConferenza Episcopale del Ruanda in occasione della beatificazione

di papa Giovanni XXIII con un contributo di 3.000,00€.

33Contributo alla realizzazione della cucina della parrocchia di Naoi ,in Uganda diocesi di Moroto, a servizio del padri e della comunità

durante le iniziativa comunitarie con una cifra di 6.000,00€.

34A saldo dell’iniziativa di Natale 2013 sono stati versati 15.000,00€all’associazione Pro Jesu per il sostegno ad una scuola materna a

Malindi in Kenya.

35Sostegno ai corsi di formazione annuale dei catechisti indios nellacomunità di p. Enrico Pagani in Brasile con un contributo di

5.000,00€.

36Contributo alla realizzazione di un pozzo nelle comunità di suorRosaria Donadoni in Centrafrica di 3.285,00€.

37Contributo annuale di 2.000,00€ alla diocesi di Chimbote inPerù per il seminario in memoria di don Alessandro Dordi, sacerdote

fidei donum ucciso nel 1991 da Sendero Luminoso.

38Elargizione alla Comunità Ruah di 5.000,00€ a sostegno deiprogetti di reinserimento lavorativo a favore di persone che vivono

la precarietà e sulla soglia di povertà.

39Contributo di 3.000,00€ alla comunità religiosa che collaboranella parrocchia di don Sperandio Ravasio, sacerdote fidei donum,

a Eterazama, Chapare, Bolivia.

40Contributo di 10.000,00€ alla realizzazione della chiesa dellamissione di p. Franco Sana, missionario severiano, in Camerun.

41Sostegni diversi alla Diocesi di El Alto in Bolivia dal Cmd, daofferenti e da Websolidale pari a 16.000,00€.

42Sostegno di 4.000,00€ alla pastorale giovanile della comunità diUniao da Vitoria in Brasile affidata alle Suore delle Poverelle.

43Contributo di 5.000,00€ alla comunità religiosa che collaboranella parrocchia di San Antonio del Sur a Cuba con don Luigi

Manenti, sacerdote fidei donum.

44Contributo di 6.000,00€ alla Diocesi di Sylhet in Bangladesh peril sostegno ai sacerdoti locali: vitto e assistenza sanitaria.

45Assegnazione premio “Papa Giovanni XXIII 2013” pari a 3.000,00€a suor Isidora Bertoli, missionaria in Brasile.

46Contributo di 1.000,00€ ad un laico missionario per corso dispecializzazione in fisioterapia.

47Elargizione di 5.000,00€ ai missionari durante la visita allamissione diocesana in Costa d’Avorio.

48Assegnazione premio “Papa Giovanni XXIII 2013” pari a 3.000,00€a p. Giuseppe Carrara missionario nelle Filippine.

49Elargizione di 5.000,00€ ai missionari durante la visita allamissione diocesana a Cuba.

50Seconda trance di 5.000.00€ del sostegno triennale (2013-15)alla scuola materna “S. Alessandro” nella Diocesi di Mangochi,

Malawi, affidato al clero locale. Attraverso questo contributo è stata

possibile la ristrutturazione ed il vitto in prospettiva di rendere autonomala gestione della scuola.

51Contributo di 5.000,00€ all’ospedale di Nzara in Sud Sudanaffidato alla gestione delle Suore Comboniane. L’ospedale si fa

carico di interventi nelle aree delle malattie infettive tropicali, tubercolosi,lebbra, aids, malaria con reparti anche di ambulatori diurni oltre ladegenza nei reparti di pediatria, traumatologia, ginecologia e ostetricia.

52Offerta di 2.586,00€ alle Suore di Madre Teresa in Burundi pergli orfani in memoria di p. Luigi Arnoldi, missionario saveriano.

53Assegnazione premio “Papa Giovanni XXIII 2014” pari a 3.000,00€a p. Giuseppe Rinaldi, missionario saveriano collaboratore del cmd.

54Assegnazione premio “Papa Giovanni XXIII 2014” pari a 3.000,00€alla memoria di suor Margherita Ravelli, Suora delle Sacramentine

missionaria in Malawi deceduta in un incidente nel 2014.

55Assegnazione premio “Papa Giovanni XXIII 2013” pari a 3.000,00€a Teresa Riva, missionaria laica in Malawi.

56Contributo all’ospedale dove esercita suor Maria Pedron, delleSuore Comboniane, a Nampula in Mozambico pari a 4.690,00€.

57Contributo di 20.000,00€, attraverso la campagna di Natale“Abita la stella!” alle scuole materne della regione est di Gerusalemme

con particolare riferimento alle comunità beduine.

58Contributo di 20.000,00€, attraverso la campagna di Natale“Abita la stella!” al villaggio di Tullo in Etiopia in collaborazione

con le Suore Orsoline di Gandino.

59Attraverso l’artigianato etnico e le diverse vendite è stato possibileconsegnare al Telaio della missione per i progetti 33.521,21€.

Grazie all’impegno e alla passione dell’Associazione e dei numerosi vo-lontari.

60A sostegno del servizio di 27 missionari laici in paesi diverso, quelrimborso vitto e alloggio, contributi assicurativi e previdenziali,

sostegno ai progetti sono stati erogati 147.428,12€.

61Contributo di 5.000,00€ all’Associazione Paolo Belli al terminedell’iniziativa del Natale 2014 per la erigenda “Nuova casa del

sorriso”

62Per intenzioni di Sante messe sono stati erogati 94.680,00€.

Alle Pontificie Opere MissionarieGiornata Missionaria Mondiale: 298.912,40€,

di cui 91.567,40€consegnati ai missionari che hanno animato la giornata nelle comunità parrocchiali.

Opera di San Pietro Apostolo: 14.225,00€Pontificia Opera Infanzia Missionaria: 7.156,0€

(Un centinaio di persone circa devono ancora versare il loro contributo).

Alle missioni diocesane(Rimborsi ai missionari, alcuni progetti, elargizioni da varie persone e realtà…)Fidei donum a Cuba: 76.325,00€Fidei domun in Costa d’Avorio: 114.205,95€Fidei donum in Bolivia: 213.905,14Fidei donum in diversi paesi: 33.611,74

a cura della redazione Bilancio etico CMD

il sassolinonella scarpa

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Ci sono persone che perloro natura sono aperte

al dialogo, facili a vivere re-lazioni cordiali con quantiincontrano già dalla primavolta e altri invece che a mo-tivo del loro carattere più ri-servato e discreto fanno piùfatica. Don Sandro per la suanatura molto schivo e piut-tosto timido rientra facilmentein questa seconda categoria.

Solo chi ha avuto la fortu-na di condividere molto tem-po con lui, ha però potutofare esperienza e conoscereun don Sandro molto diversoda quello che apparentementesi poteva pensare e dire dilui.

Certamente il suo esserenato tra le montagne dellaValle Seriana, ha formato ilsuo carattere fermo e decisonell’affrontare le situazioni,anche le più difficili ancheprovocate dalla malattia chespesso lo ha accompagnatodurante i suoi anni da prete:“tante volte mi sono doman-dato: chi me lo fa fare? Nonsarebbe più comodo avereuna vita più distesa e menoimpegnata? Per finire il sensodi coerenza e la buona vo-lontà hanno prevalso” (letteradel 21.04.1971).

Rileggendo la sua corri-

spondenza si conosce un pretesempre attento a vivere la suavocazione come un servizioalla gente che incontrava nelsuo ministero, specialmentei più poveri, secondo lo stiledel Vangelo.

La sobrietà della monta-gna, era manifestato dalla so-brietà delle sue parole, mi-surate, ma puntuali, come unorologio svizzero.Anche il suo modo di vestire,

manifestava la sua attenzionee il rispetto verso le tradizionie le abitudini della gente chelo ospitava nelle diverse re-gioni del mondo.I sandali dei campesinos delPerù sono diventate le suecalzature che lo hanno ac-compagnato nel suo annun-ciare il Vangelo. Vivere e te-stimoniare il Vangelo è anchequesto.

Nulla sembrava essere la-sciato al caso. La passione el’amore per la Chiesa hannosempre guidato le sue azionipastorali.

Anche le più radicali, comela decisione di fare il preteoperaio, volevano essere, nelcuore di don Sandro, una ri-sposta ai bisogni del tempo: “la Chiesa si trova in nettacrisi… colui che vuole conti-

il sassolino nella scarpa

marzo - aprile 2015

5 dicembre 2015: una data da segnare!

Don Sandro Dordi,beato!

Riconosciuto il martirio è il primo prete fidei donum

proclamato beato in Italia

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don Alessandro Dordi nasce a Gandellino (Bergamo)il 22 gennaio 1931. A undici annientra nel seminario di Clusone.Al secondo anno di Teologiachiede di far parte della Comu-nità Missionaria del Paradiso.Ordinato sacerdote il 12 giugno1954 fu inviato nel Polesine finoal 1965. In seguito tra i migrantiin Svizzera a Le Locle dove ri-mase fino al 1979.Si recò poi in Perù come mis-sionario nella parrocchia di San-ta, diocesi di Chimbote, dove fuucciso dai terroristi di “SenderoLuminoso” il 25 agosto 1991.

Promulgazione del decreto di beatificazione

Il 3 febbraio 2015, il Santo Padre Francescoha ricevuto in udienza privata l’Em.mo Car-dinale Angelo Amato, S.D.B., Prefetto dellaCongregazione delle Cause dei Santi. Nelcorso dell’udienza il Santo Padre ha auto-rizzato la Congregazione a promulgare i de-creti riguardanti:- il martirio del Servo di Dio Oscar ArnolfoRomero Galdámez, Arcivescovo di San Sal-vador; nato il 15 agosto 1917 a Ciudad Barrios(El Salvador) e ucciso, in odio alla Fede, il 24marzo 1980, a San Salvador (El Salvador);- il martirio dei Servi di Dio Michele Tomaszeke Sbigneo Strzałkowski, Sacerdoti professidell’Ordine dei Frati Minori Conventuali,nonché Alessandro Dordi, Sacerdote dioce-sano; uccisi, in odio alla Fede, il 9 e il 25agosto 1991, a Pariacoto e in località Rinco-nada, nei pressi di Santa (Perú);don Sandro sarà beatificato il 5 dicembre2015 a Chimbote in Perù.

La classe di ordinazione del 1954, don Sandro secondo da destra nella fila centrale

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nuare su quanto era ritenutovalido per altri tempi si vuolevolontariamente illudere…mi rendo conto dei miei limiti.Quanto posso dire è che sitratta di ricerca sincera: valela pena di farlo” (lettera del18.06.1972)

Alleviare le fatiche degliuomini è sempre stata l’at-tenzione che ha mosso il Bea-to nella costruzione di alcuneopere come la Scuola Maternao i diversi Centri di forma-zione. Tutto il suo lavoro eraun “vivere la missione”.

La volontà di “fare bene ilbene” lo ha portato nel corsodegli anni a superare il suomodo di pensare per adeguar-lo a quello della gente: “oggiper essere missionari occorreessere umili. Dobbiamo im-parare a controllarci, a non

fare confronti, a non giudi-care con la nostra mentalitàoccidentale. Quello che ci co-sta di più non è lasciare unafamiglia, una patria e amici,ma lasciare noi stessi” (letteradel 2 febbraio 1982).

Credo che si possa definirela vita di don Dordi un cam-mino di “conversione e di pu-rificazione continua tanto chescrivendo ai suoi amici dirà”:“credere al Signore che cimanda non per raccoglierema per essere suoi testimo-ni”…Stavo pensando di fare untelefono e poi ho pensato chela preghiera fosse meglio deltelefono” .

Fino alla fine. Quando ilvescovo di Chimbote lo hainvitato ad andare in Perù lasua risposta fu quasi profetica

“verrò in Perù con il bigliettodi sola andata. Posso assi-curarle che arriverò il 13 ot-tobre prossimo” (lettera del16 settembre 1980)Con il crescere dei disordiniprovocati dai guerriglieri diSendero Luminoso, contro laChiesa, don Alessandro sa-peva che poteva essere il pros-simo martire dopo l’uccisionedei frati polacchi, però nonvoleva abbandonare il suo po-sto.

Alla proposta di partireha risposto citando la para-bola del buon pastoreDavanti la sua casa i terroristihanno scritto: “Yanquis, elPeru sèra tu tumba”.

Sulla sua faccia, hanno dettoi suoi collaboratori, si vedevala paura, ma lui non ne par-lava per non preoccupare lasua gente.

La domenica 25 agosto1991 mentre don Alessandrosi spostava tra due villaggi,Vinzos e Rinconada, il mezzocon il quale viaggiava fu fer-mato dai guerriglieri. Chieseloro di lasciarlo libero, ma fuucciso da due colpi di armada fuoco.

Scrive padre Gustavo Gu-tierrez: “Missionari come donSandro sono un dono grandealla nostra Chiesa. Dobbiamoper questo essere riconoscentia Bergamo. La sua morte ciimpoverisce ma il suo spiritomissionario rimane nel cuo-re.”

La morte di Don Sandro…dice amore alla propria fede,alla libertà di azione, ad uncammino faticoso e sangui-noso, di una Chiesa apertaad una nuova evangelizzazio-ne.Il messaggio è chiaro, lascia-moci interpellare

don Luigi Ferri

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Direttore responsabile:Don Giambattista Boffi

Redazione:Via Conventino, 8 - 24125 Bergamotel. 035 45 98 480 - fax 035 45 98 [email protected]@diocesi.bergamo.itpromozionecmd@diocesi.bergamo.itwww.cmdbergamo.org

Aut. Tribunale n° 17 del 11/3/2005

Stampa: CENTRO GRAFICO STAMPA SNC

A questo numero hanno collaborato:Alessandra, Cristina, Parrocchia s. Anna in città, Gruppo Missionario dell’Unità Pastoraledi Cisano Bergamasco e i bambini di IV elem.,Maria Associazione Vedove Cattoliche, Roberto Vecchi, Ragazzi della classe quinta diNegrone, Patrizia Niesi, gruppo missionario diGorle, Chiara Vecchi, Giuliana e Roberto, Jacopo Milesi, Monica Gherardi, Roberta Manenti gruppo missionario di Bagnatica, don Luigi Ferri, Giambattista Boffi.

Foto di Michele Ferrari e Diego Colombo

Garanzia di tutela dei dati personali ai sensi dell’art. 13 delD. Lgs. n. 196/2003: i dati personali comunicati dagli inte-ressati sono trattati direttamente per l’invio della rivista edelle informazioni sulle iniziative del Centro Missionario Dio-cesano di Bergamo. Non sono comunicati o ceduti a terzi.

Finito di stampare il 31 marzo 2015

PER SOSTENERE I PROGETTI: � direttamente alla sede del CMD � tramite ccp n 11757242 � tramite bonifico bancarioBanco di Brescia via Camozzi (Bg) IBAN: IT41G0350011102000000001400

il sassolino nella scarpa

Don Sandro e Camilla Paganoni, sua collaboratrice in svizzera ed in Perù, davanti all’ufficio parrocchiale di Santa

Il luogo dove è stato ucciso don Sandro