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Proposte interessanti per chi è alla ricerca di un elemento d’arredo di classe, per chi vuole iniziare l’avventura di una collezione o per chi desidera fare un investimento di qualità. Guida a un mercato che offre molte opportunità. Dalle opere delle manifatture italiane a quelle della produzione internazionale SAPER COMPRARE Piccoli grandi tesori in porcellana l collezionismo della porcellana, spesso lontano da risultati eclatan- ti, segna però numerose vendite di tutto rispetto, a testimonianza della sua vitalità. È il caso della teiera prodotta dalla manifattura venezia- na settecentesca di Giovanni Vezzi, venduta a 102.500 euro (San Marco casa d’aste, 13 dicembre 2009). Di ecce- zionale livello qualitativo, a pasta dura e traslucida, è anche molto rara – la manifattura infatti, ha lavorato pochissimi anni, ha aperto nel 1720 e chiuso improvvisamente nel 1727 – ed è forse unica nella produzione Vezzi in quanto presenta una commistione con la scultura: ha il manico che raffigura un cinesino e un mascherone alla base del beccuc- cio. Qualità, rarità e ottimo stato di conservazione, come sempre in casi del genere, hanno favorito il risultato impor- tante. «L’asta è stata anche molto combattuta, spiega l’am- ministratore delegato Marco Semenzato, e non solo nel ca- so della preziosa teiera. Si è fatto notare perfino qualche collezionista giovane, e questo rappresenta una piacevole novità. Negli anni 80 e 90 del Novecento c’erano grandi collezionisti che sembravano destinati a non essere rimpiaz- zati dalle nuove generazioni». Anche nel mercato della por- cellana il manufatto eccezionale, come in qualsiasi altro campo dell’antico, spunta cifre altissime. Lo conferma l’an- tiquario Enrico Caviglia, specializzato in questo settore: «I pezzi di alto livello non conoscono crisi, anzi spesso segnano dei record. A soffrire, invece, è il mercato dei piccoli oggetti e anche quello medio». Alcuni esempi. Una figuretta di Ar- lecchino di Meissen, del 1738-40, scolpita dal famoso mo- dellatore Johann Joachim Kändler (1706-1775) alta 16,5 cm, stimata 40-60 mila sterline è arrivata a 356.500 sterli- ne, pari a 498mila euro, mentre due raffinate bottiglie da sakè, ancora di Meissen, del periodo 1730-34, valutate tra le 40 e le 60mila sterline, sono arrivate a 90.500 sterline, pari a 126mila euro (entrambe le vendite da Christie’s, Londra 11 dicembre 2007). Mentre un’importante pendola da tavolo di Sèvres, del 1820, disegnata da Jean Charles-François Leloy (1774-1846), stimata fra 100 e 150mila dollari è arri- vata a 409mila dollari, pari a 262mila euro (Christie’s, New York, 20 maggio 2008). I di Maria Luisa Magagnoli Fino a 5.000 euro. Teiera a forma di ideogramma (parte di una coppia), Cina, Famiglia Verde, fine del XIX secolo. Prezzo: 774 euro (Il Ponte). Fino a 10.000 euro. Di Lucie Rie il vaso con vernice in manganese, del 1976, alto 19,1 cm: venduto a 8.400 euro (Phillips, New York, 14 novembre 2009). Fino a 20.000 euro. “Trionfo di Anfitrite”, manifattura di Meissen, modello di J.J. Kändler, 1935 circa. Venduta a 18mila euro (Dorotheum, 13 aprile 2006). Oltre i 20.000 euro. Candeliere, parte di una coppia, della Worcester Barr dipinto da William Billingsley, 1804-13. Prezzo: 41.400 euro (Brian Haughton).

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Proposte interessanti per chi è alla ricerca di un elemento d’arredo di classe, per chi vuole iniziare l’avventura di una collezione o per chi desidera fare

un investimento di qualità. Guida a un mercato che offre molte opportunità. Dalle opere delle manifatture italiane a quelle della produzione internazionale

SAPER COMPRARE

Piccoli grandi tesori

in porcellanal collezionismo della porcellana, spesso lontano da risultati eclatan- ti, segna però numerose vendite di tutto

rispetto, a testimonianza della sua vitalità. È il caso della teiera prodotta dalla manifattura venezia-na settecentesca di Giovanni Vezzi, venduta a 102.500euro (San Marco casa d’aste, 13 dicembre 2009). Di ecce-zionale livello qualitativo, a pasta dura e traslucida, è anche molto rara – la manifattura infatti, ha lavorato pochissimi anni, ha aperto nel 1720 e chiuso improvvisamente nel 1727 – ed è forse unica nella produzione Vezzi in quanto presenta una commistione con la scultura: ha il manico che raffigura un cinesino e un mascherone alla base del beccuc-cio. Qualità, rarità e ottimo stato di conservazione, come sempre in casi del genere, hanno favorito il risultato impor-tante. «L’asta è stata anche molto combattuta, spiega l’am-ministratore delegato Marco Semenzato, e non solo nel ca-so della preziosa teiera. Si è fatto notare perfino qualche collezionista giovane, e questo rappresenta una piacevole novità. Negli anni 80 e 90 del Novecento c’erano grandi collezionisti che sembravano destinati a non essere rimpiaz-zati dalle nuove generazioni». Anche nel mercato della por-cellana il manufatto eccezionale, come in qualsiasi altro campo dell’antico, spunta cifre altissime. Lo conferma l’an-

tiquario Enrico Caviglia, specializzato in questo settore: «I pezzi di alto livello non conoscono crisi, anzi spesso segnano dei record. A soffrire, invece, è il mercato dei piccoli oggetti e anche quello medio». Alcuni esempi. Una figuretta di Ar-lecchino di Meissen, del 1738-40, scolpita dal famoso mo-dellatore Johann Joachim Kändler (1706-1775) alta 16,5 cm, stimata 40-60 mila sterline è arrivata a 356.500 sterli-ne, pari a 498mila euro, mentre due raffinate bottiglie da sakè, ancora di Meissen, del periodo 1730-34, valutate tra le 40 e le 60mila sterline, sono arrivate a 90.500 sterline, pari a 126mila euro (entrambe le vendite da Christie’s, Londra 11 dicembre 2007). Mentre un’importante pendola da tavolo di Sèvres, del 1820, disegnata da Jean Charles-François Leloy (1774-1846), stimata fra 100 e 150mila dollari è arri-vata a 409mila dollari, pari a 262mila euro (Christie’s, New York, 20 maggio 2008).

I

di Maria Luisa Magagnoli

Fino a 5.000 euro.Teiera a forma di ideogramma (parte di una coppia), Cina, Famiglia Verde, fine del XIX secolo. Prezzo: 774 euro (Il Ponte).

Fino a 10.000 euro.Di Lucie Rie il vaso con vernice in manganese, del 1976, alto 19,1 cm: venduto a 8.400 euro (Phillips, New York, 14 novembre 2009).

Fino a 20.000 euro. “Trionfo di Anfitrite”, manifattura di Meissen, modello di J.J. Kändler, 1935 circa. Venduta a 18mila euro (Dorotheum, 13 aprile 2006).

Oltre i 20.000 euro. Candeliere, parte di una coppia, della Worcester Barr dipinto da William Billingsley, 1804-13. Prezzo: 41.400 euro (Brian Haughton).

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Antiquariato ● 103102 ● Antiquariato

Piccoli prezzi. Con una cifra fino a 5mila euro si possono acquistare oggetti in porcellana non importanti ma comunque di una certa qualità. «Di recente» spiega l’antiquario Enrico Caviglia, «un manico di bastone di Capodimonte è stato venduto a 4.400 euro circa, mentre una coppia di vasetti di Doccia, del 1750, è arrivata a circa 5.200 euro». Un levriero di Gio Ponti, del 1930, alto 23,5 cm, è stato stimato dalla casa d’aste Porro 3mila-3.500 euro, mentre una coppa portafio-ri dello stesso autore è stata valutata sui 1.800-2mila eu-ro. «Con una somma di mille-milleduecento euro», preci-sa Marco Semenzato «si può acquistare una bella tazzi-na da collezione con piatto del Settecento, di Doc-cia o di Cozzi, magari decorata con cineserie».

Gli elementi che fanno la differenza. La manifattura, la rarità, la qualità e lo stato di conserva-zione sono gli elementi che più incidono sul prezzo. «A proposito della manifattura» spiega Enrico Caviglia, «oc-corre precisare che, se non è particolarmente collezionata e prestigiosa, anche se il pezzo è di ottimo livello non raggiungerà quotazioni altissime». Con una somma compresa tra i 5 e i 10mila euro si possono fare buoni acquisti. Per esempio, una rara tazza da brodo con coper-chio, della manifattura Cozzi, del 1775, è stata venduta all’asta a 7.800 euro. «Entro i 10mila euro», aggiunge Marco Semenzato «sono quotati i gruppi policromi del ’700, di Doccia o di Bassano. Un Capodimonte, in-vece, costa di più: oscilla fra i 10 e i 20mila euro».

1. Manifattura di Vienna, coppia di alzatine biansate con vasca ovale smerlata, decori a foglie d’alloro e stemmi, 1815 circa. 2.480 euro (Il Ponte).2. Surtout de table bianco e oro secondo lo stile Capodimonte: 660 euro (Christie’s, New York, 1-2 settembre 2009). 3. Vaso su base

quadrangolare, del periodo Restaurazione: 3.500-4.500 euro (San Marco). 4. Di Gio Ponti per Richard Ginori di Sesto Fiorentino, due di quattro piatti in porcellana raffiguranti le stagioni, del 1925 circa: 2.400- 2.600 euro (Porro).5. Vaso di Sèvres di forma sferica,

del 1933, alto 19 cm ricoperto con vernice traslucida: 3mila euro (Christie’s, Londra, 30 settembre 2009). 6. Di Meissen il piatto policromo del diametro di 22,5 cm, con decoro di città, dipinto nel 1740 da Franz Ferdinand Mayer: 2.800 euro (Galleria Caviglia).

1. Salsiera e coppa con cineserie e figure in policromia, 1820, Denuelle, Parigi: 10mila euro (Nagel, 28 febbraio 2008). 2. Bottiglia porta profumo a forma di vaso con fiori e farfalla, della manifattura St. James, 1755: 8mila euro (Michele Beiny). 3. Vaso di forma yen yen (corpo a

balaustro e lungo collo a tromba), decorato con rami di magnolia, Cina, dinastia Qing, XIX secolo, altezza cm 43: 8-10mila euro (Galleria Canelli).4. Di Gio Ponti il “Bolo di Minerva”, Richard Ginori, Doccia, 1924: 8.296 euro (Porro, Milano, 29 maggio 2008). 5. Ha il marchio

della Manifattura Derby il cestino dipinto da un artista noto come “Moth Painter”, diametro di 17 cm, del 1760: 8.700 euro (Brian Haughton). 6. Orologioin bronzo dorato con fiori e figura di Meissen, seconda metà del ’700: 6mila euro (Nagel, Stoccarda, 24-25 giugno 2009).

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Antiquariato ● 105104 ● Antiquariato

Autenticità & integrità. «Il fai da te al mo-mento di un acquisto è pericoloso» spiega Enrico Caviglia. «Meglio rivolgersi a un mercante serio e di reputazione, che fa pagare il giusto, e rinunciare alla tentazione dell’affare a tutti i costi». Nella porcellana si trovano pezzi in stile che possono confondere e che spesso vengono presentati come originali: tra i più diffusi le repliche del Capodimonte. Un problema altret-tanto importante è riconoscere i restauri, oggi ormai invisi-bili perché realizzati con resine che non ingialliscono. «Può es-sere utile la lampada di Wood che evidenzia il restauro» spiega Marco Semenzato «anche se sempre più spesso si impie-gano vernici refrattarie ai raggi Uva. Gli esperti hanno un me-todo particolare: “assaggiano” le porcellane con la punta della lingua. Restaurate sono più calde, se integre più fredde».

Grandi manifatture. «Le più amate, in Ita-lia, sono le veneziane Vezzi e Cozzi, Nove di Bassa-no e Doccia del primo periodo. Capodimonte che è stata a lungo trainante, attualmente conosce un momen-to di stasi», spiega Marco Semenzato. In campo interna-zionale occupano un ruolo di primo piano le manifatture di Meissen e Sèvres e sono particolarmente apprezzate le opere dello svizzero Francesco Antonio Bustelli (1720-1727), modellatore di eleganti personaggi ispirati alla Commedia dell’Arte e di cineserie secondo il gusto Rococò. Nel Novecento, nel periodo Art Nouveau e Dé-co, sono state usate con maggior frequenza la ceramica e la maiolica. Le porcellane del secolo scorso che segnano grandi prezzi sono quelle firmate da Gio Ponti.

1. Manifattura Saint-Cloud è il marchio della coppa (alta 12 cm) con coperchio e piatto (diametro di 17 cm), a decorazione kakiemon, del periodo 1740-50: 17.900 euro (Adrian Sassoon). 2. Due conchiglie formano la coppa di manifattura inglese, del periodo 1732-55: 14mila euro

(Michele Beiny). 3. Grande coppa a decoro Famiglia Rosa, profilata con motivo in oro a punta di lancia, Cina, dinastia Qing, epoca Yongzheng (1723-1735), inizio Qianlong (1736-1795), diametro 38,5 cm: 10-15mila euro (Galleria Canelli). 4. Rinfrescatoio bianco a decoro

di fragoline sostenuto da tre piedini, Capodimonte, del periodo di Ferdinando IV: 18mila euro (Campobasso). 5. Piatto del servizio donato da Luigi XVI alla Duchessa di Manchester, manifattura di Sèvres, diametro 24 cm: 15mila euro (Brian Haughton).

GLI INDIRIZZIMichele Beiny 53 east 82nd street, New York. Tel. 001-212-794-9357.Roberto Campobasso via Carlo Poerio 17, Napoli. Tel. 081-7640770. Galleria Canelli via Santo Spirito 14, Milano, Tel. 02- 76002124. Galleria Caviglia via Rodari, Maroggia (Lugano). Tel. 0041-91-6499710. Brian Haugton Gallery

15 Duke street, St. James’s, Londra.Tel. 0044-20-73896550.M&N Uzal 3 rue de Miromesnil, Parigi. Tel. 0033-1-40170114.Giorgio Salvai Villa l’Oasis, 14, rue de Lille, Cannes. Tel. 0033-4-93462950.Adrian Sassoon 14 Rutland Gate, Londra. Tel. 0044-20-75819888. Galleria Subert Via Santo Spirito 14, Milano. Tel. 02-799594.

Fino a 20.000 euro Oltre 20.000 euro

1. Mensola con la testa di Crono, Meissen, 1764-74: 23mila euro (Enrico Caviglia). 2. Teiera esagonale del ’700, di Vezzi: 102.500 euro (San Marco, 13 dicembre 2009). 3. Pendolo in porcellana dorata a forma di vaso, con rose in biscuit,

Fratelli Darte, Parigi, 1825 circa, altezza 28 cm: 30mila euro circa (Salvai).4. Vaso di Sèvres (uno di una suite di tre), colore “Bleu de Four”, 1876, alto 68,5 cm: 85mila euro (M&N Uzal). 5. Due tazzine con scene di

battaglia, fabbrica Carlo III di Borbone, Buen Retiro, Madrid, 1770: 20-30 mila euro (Subert). 6. Prometeo prigioniero manifattura Carlo Ginori, 1765 circa: 28.400 euro (Dorotheum, Vienna, 16 ottobre 2008).

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