Santa Maria - I'M MAGAZINE · tere così la fuga degli abitanti in caso di invasioni. Usciti dal...

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D a punta Tresino a punta Licosa, si erge sontuoso il borgo mari- naro di Santa Maria di Castellabate, impre- gnato di fascino antico e di suggestive tradizioni che si spo- sano con un mare venato d’incanto. Il piccolo villaggio di pescatori, definito uno dei borghi più belli d’Italia, rappre- senta la frazione più popolosa del co- mune di Castellabate e ancora con- serva le caratteristiche casette in rosa antico e giallo ocra con le persiane verdi. Il suo territorio, che rientra inte- ramente nel Parco Nazionale del Ci- lento, Vallo di Diano e Alburni, è stato dichiarato nel 1998 patrimonio mon- diale dell’umanità dall’Unesco ed è la sede dell’area marina protetta dal 2009. Dagli anni Settanta del secolo scorso, proprio grazie alla limpidezza delle sue acque e all’amichevole clima del vivere quotidiano, Santa Maria di Castella- bate ha conosciuto una graduale tra- sformazione in centro turistico bal- neare, ricevendo diversi riconoscimenti quali la “Bandiera Blu”e la “Bandiera Verde”. Considerando l’enorme bel- lezza che il suo paesaggio custodisce, non si fa davvero fatica a comprendere come questo autentico set naturale abbia ispirato l’ambientazione dell’esi- larante commedia cinematografica “Benevenuti al Sud”, che ha avuto un grosso seguito in tutta Italia e ha por- tato il territorio velocemente alla ri- balta nazionale. Sin dall’arrivo in questo piccolo angolo di paradiso, tutto assume i contorni di un film bellissimo di cui non si vorreb- bero mai vedere i titoli di coda. Lungo la strada che conduce a Castellabate, circondata da un paesaggio agreste av- volto nel verde di una fitta vegetazione, si scorge da lontano, arroccato sul Colle Sant’Angelo, il centro storico. Ben cin- que sono gli accessi alla cittadina, quello principale è dal Belvedere di San Costabile: una straordinaria terrazza a picco sul mare dalla quale si possono ammirare scorci del golfo di Salerno, Ischia e Capri. Proprio davanti a que- sto scenario mozzafiato, Gioacchino Murat, che nel 1811 visitò la cittadina e fu ospite a palazzo Perrotti, pronun- ciò la famosa frase “Qui non si muore”. Il borgo medievale, le cui viuzze si al- lungano da piazza 10 ottobre 1123, pre- senta una successione di archi, slarghi, gradinate, scorci pittoreschi e case in i’ M maggio-giugno 2017 Il percorso in salita termina all’imponente Castello di Sant’Angelo che fu costruito, nel 1123, su iniziativa dell’abate Costabile Gentilcore per proteggere gli abitanti dalle scorrerie saracene. Dopo la sua morte il fortilizio fu dedicato dalla popolazione al suo ideatore, dando origine al toponimo attuale del comune “Castrum Abatis” poi Castellabate. i’ M maggio-giugno 2017 I’M turismo Santa Maria di CaStellabate Un gioiello nel cuore del Cilento di Carmela Saviano

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Da punta Tresino apunta Licosa, si ergesontuoso il borgo mari-naro di Santa Maria diCastellabate, impre-gnato di fascino antico

e di suggestive tradizioni che si spo-sano con un mare venato d’incanto.Il piccolo villaggio di pescatori, definitouno dei borghi più belli d’Italia, rappre-senta la frazione più popolosa del co-mune di Castellabate e ancora con-serva le caratteristiche casette in rosaantico e giallo ocra con le persianeverdi. Il suo territorio, che rientra inte-ramente nel Parco Nazionale del Ci-lento, Vallo di Diano e Alburni, è statodichiarato nel 1998 patrimonio mon-diale dell’umanità dall’Unesco ed è lasede dell’area marina protetta dal2009. Dagli anni Settanta del secolo scorso,proprio grazie alla limpidezza delle sueacque e all’amichevole clima del viverequotidiano, Santa Maria di Castella-bate ha conosciuto una graduale tra-sformazione in centro turistico bal-neare, ricevendo diversi riconoscimentiquali la “Bandiera Blu”e la “BandieraVerde”. Considerando l’enorme bel-lezza che il suo paesaggio custodisce,non si fa davvero fatica a comprenderecome questo autentico set naturaleabbia ispirato l’ambientazione dell’esi-larante commedia cinematografica“Benevenuti al Sud”, che ha avuto ungrosso seguito in tutta Italia e ha por-tato il territorio velocemente alla ri-balta nazionale. Sin dall’arrivo in questo piccolo angolodi paradiso, tutto assume i contorni diun film bellissimo di cui non si vorreb-bero mai vedere i titoli di coda. Lungola strada che conduce a Castellabate,circondata da un paesaggio agreste av-volto nel verde di una fitta vegetazione,si scorge da lontano, arroccato sul ColleSant’Angelo, il centro storico. Ben cin-que sono gli accessi alla cittadina,quello principale è dal Belvedere di SanCostabile: una straordinaria terrazza apicco sul mare dalla quale si possonoammirare scorci del golfo di Salerno,Ischia e Capri. Proprio davanti a que-sto scenario mozzafiato, GioacchinoMurat, che nel 1811 visitò la cittadinae fu ospite a palazzo Perrotti, pronun-ciò la famosa frase “Qui non si muore”. Il borgo medievale, le cui viuzze si al-lungano da piazza 10 ottobre 1123, pre-senta una successione di archi, slarghi,gradinate, scorci pittoreschi e case in

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Il percorso in salita terminaall’imponente Castello di Sant’Angeloche fu costruito, nel 1123, su iniziativadell’abate Costabile Gentilcore perproteggere gli abitanti dalle scorreriesaracene. Dopo la sua morte il fortiliziofu dedicato dalla popolazione al suoideatore, dando origine al toponimoattuale del comune “Castrum Abatis”poi Castellabate.

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I’M turismo

Santa Maria

di CaStellabate

Un gioiello nel cuoredel Cilento

di Carmela Saviano

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Brasile nel 1881. La tenuta, acquistata dal parco delCilento nel 1990, ospita il Museo del Mare che rac-conta la storia della città e del suo rapporto con ilmare, attraverso un articolato percorso espositivo direperti archeologici rinvenuti nelle acque circostantie numerose cartine geografiche usate dall’industrialein occasione dei suoi tanti viaggi. Nei mesi estivi i lo-cali del museo sono animati da spettacoli musicali edospitano l’evento “Libri meridionali”, un’importantevetrina dell’editoria del Sud. La storica pineta dellaVilla, da pochi anni, è stata adibita a parco giochi perbambini ma è anche un luogo di svago, di incontro,di ricreazione e riposo per tutte le fasce d’età.Degno di nota è anche il principesco Palazzo Bel-monte costruito nel 1733 per la famiglia dell’attualePrincipe, Angelo Granito Pignatelli di Belmonte. Inpassato è stato anche scelto come residenza di cacciadai Re di Spagna e d’Italia, oggi è un’elegante loca-tion per eventi e in un’ala privata vi abitata il Prin-cipe.Ma l’autenticità di questo centro si esprime attra-verso la costa che, bagnata da un mare cristallino,presenta un’alternanza di scogliere, calette naturali,grotte marine e spiagge di sabbia dorata, come laspiaggia del Pozzillo, immersa tra il verde dei pini,quella di Marina Piccola e di Punta dell’Inferno. Im-perdibile è la passeggiata che porta alla costruzionead archi nel grazioso porticciolo “delle Gatte” dovesono ospitate piccole imbarcazioni per la pesca eun’atmosfera che sembra ferma ad un tempo remoto

d’intima semplicità. Proprio qui, sotto la struttura adarchi, si trova il ristorante “Le gatte”, uno dei puntidi ritrovo più frequentati dai giovani. Proseguendo, ci si può spostare verso il limitrofo cen-tro di San Marco di Castellabate, sede del porto co-munale e dell’antica città romana di Erculia che fuun importante scalo per le imbarcazioni dirette alporto di Miserno e base militare per la flotta impe-riale romana. San Marco è nota anche per la sua ne-cropoli romana composta da circa centocinquantatombe scavate nell’arenaria, ornate da epigrafi e cor-redi funebri che sono stati recuperati e conservati nelMuseo Archeologico di Paestum. Al molo è possibilenoleggiare un’imbarcazione e approdare sull’isola diPunta Licosa, sulla quale è collocato il faro e i restidi una villa romana. Il toponimo dell’isoletta derivadal nome della leggendaria sirena Leucosia, una diquelle mitiche sirene raccontate da Omero che con illoro canto melodioso ammaliavano i marinai e dallequali Ulisse si salvò legandosi saldamente all’alberodella nave. Secondo il poeta greco, la sirena Leucosiascelse l’isola come sua dimora e fu qui sepolta, dopoessersi lasciata morire per amore di Ulisse. Inoltre,si racconta che sull’isoletta, un tempo, esistesse l’an-tico tempio dedicato proprio alle sirene. Il mito ha ali-mentato nei secoli la fantasia popolare, tant’è veroche nella bella basilica collegiata parrocchiale si con-serva una preziosa tavola di artista ignoto del XVIsecolo, raffigurante l’arcangelo Michele che ha abbat-tuto e vinto il diavolo con le sembianze di una sirena.

San Marco è nota anche per la sua necropoli romana compostada circa centocinquanta tombe scavate nell’arenaria,

ornate da epigrafi e corredi funebri che sono stati recuperatie conservati nel Museo Archeologico di Paestum.

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pietra grigia che si alternano, in ungioco affascinante, ai palazzi gentilizi.Il percorso in salita termina all’impo-nente Castello di Sant’Angelo che fu co-struito, nel 1123, su iniziativa del-l’abate Costabile Gentilcore per proteg-gere gli abitanti dalle scorrerie sara-cene. Dopo la sua morte, avvenuta inodore di santità, il fortilizio fu dedicatodalla popolazione al suo ideatore,dando origine al toponimo attuale delcomune “Castrum Abatis” poi Castella-bate. Al Castello si possono visitare al-cune stanze e i sotterranei che, secondoalcune leggende, servivano per rag-giungere le frazioni marine e permet-tere così la fuga degli abitanti in casodi invasioni. Usciti dal Castello l’itine-rario si snoda verso i due borghi a maredi San Marco e di Santa Maria.La località di Santa Maria di Castella-bate un tempo era conosciuta anchecome Castellabate Marina o Castella-bate Inferiore, prima di assumere l’at-tuale toponimo dal nome dell’ottocen-

tesco complesso di Santa Maria aMare. Quest’ultimo sorge, incastonatotra le antiche abitazioni, in via Landied è raggiungibile attraverso il lungo-mare. Da varie generazioni, si tra-manda che nei primi anni dell’Otto-cento alcuni pescatori trovarono nelleacque della marina una statua ligneadi una madonna con bambino, proba-bilmente gettata in mare da una naveche rischiava di affondare per l’ecces-sivo carico. Alla vergine ripescata dalmare fu dedicata la chiesa del paese e,dal 1836, la tradizione vuole che sianoproprio i pescatori di Santa Maria diCastellabate a portare la statua aspalla in processione il 15 agosto,giorno della sua ricorrenza.Nel centro urbano, tra il verde di ognitono e sfumatura e i campi che untempo ospitavano il vigneto, si troval’ottocentesca Villa Matarazzo, luogo diristoro estivo del conte Francesco Ma-tarazzo uno dei più importanti indu-striali a livello mondiale, emigrato in

Il limitrofo centro di San Marco di Castellabate è sededel porto comunale e dell’antica città romana di Erculia

che fu un importante scalo per le imbarcazioni dirette al portodi Miserno e base militare per la flotta imperiale romana.

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