Santa Maria-Bernarda (Bernadetta Soubirous) · 2019-04-23 · mezzo vostro che la Madre dì Dio...

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Rev. da Madre Maria Teresa Bordenave Santa Maria-Bernarda (Bernadetta Soubirous) DELLE SUORE DELLA CARITÀ e DELL’ISTRUZIONE CRISTIANA DI NEVERS www.liberliber.it Rev. da Madre Maria Teresa Bordenave Santa Maria-Bernarda (Bernadetta Soubirous) DELLE SUORE DELLA CARITÀ e DELL’ISTRUZIONE CRISTIANA DI NEVERS www.liberliber.it

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Rev.da Madre Maria Teresa Bordenave

Santa Maria-Bernarda(Bernadetta Soubirous)DELLE SUORE DELLA CARITÀ e

DELL’ISTRUZIONE CRISTIANA DI NEVERS

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QUESTO E-BOOK:

TITOLO: Santa Maria-Bernarda (Bernadetta Soubirous)delle Suore della Carità e dell’Istruzione Cristianadi NeversAUTORE: Bordenave, Maria TeresaTRADUTTORE: CURATORE: NOTE: CODICE ISBN E-BOOK: n. d.

DIRITTI D'AUTORE: no

LICENZA: questo testo è distribuito con la licenzaspecificata al seguente indirizzo Internet:http://www.liberliber.it/online/opere/libri/licenze/

COPERTINA: n. d.

TRATTO DA: Santa Maria-Bernarda (Bernadetta Soubi-rous) delle suore della carità e dell'istruzionecristiana di Nevers / rev.da madre Maria Teresa Bor-

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TITOLO: Santa Maria-Bernarda (Bernadetta Soubirous)delle Suore della Carità e dell’Istruzione Cristianadi NeversAUTORE: Bordenave, Maria TeresaTRADUTTORE: CURATORE: NOTE: CODICE ISBN E-BOOK: n. d.

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denave. - Roma : Suore di Nevers, 1933. - 318 p.,[9] c. di tav. : ill., ritr. ; 24 cm.

CODICE ISBN FONTE: n. d.

1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 23 aprile 2019

INDICE DI AFFIDABILITA':1 0: affidabilità bassa 1: affidabilità media 2: affidabilità buona 3: affidabilità ottima

SOGGETTO:BIO018000 BIOGRAFIA E AUTOBIOGRAFIA / Religiosa

DIGITALIZZAZIONE:Martino Zappa, [email protected]

REVISIONE:Gabriella Dodero

IMPAGINAZIONE:Gabriella Dodero

PUBBLICAZIONE:Catia Righi, [email protected]

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denave. - Roma : Suore di Nevers, 1933. - 318 p.,[9] c. di tav. : ill., ritr. ; 24 cm.

CODICE ISBN FONTE: n. d.

1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 23 aprile 2019

INDICE DI AFFIDABILITA':1 0: affidabilità bassa 1: affidabilità media 2: affidabilità buona 3: affidabilità ottima

SOGGETTO:BIO018000 BIOGRAFIA E AUTOBIOGRAFIA / Religiosa

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REVISIONE:Gabriella Dodero

IMPAGINAZIONE:Gabriella Dodero

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Indice generale

Liber Liber......................................................................4PREFAZIONE................................................................9PARTE PRIMA.............................................................17

A LOURDES............................................................17I.I PRIMI ANNI......................................................17II.LA VEGGENTE...................................................29III.IL TESTIMONIO DI MARIA..............................69

PARTE SECONDA....................................................123NEVERS.................................................................123

I.CONGREGAZIONE DELLE SUORE DELLACARITÀ E DELL’ ISTRUZIONE CRISTIANA DINEVERS.............................................................123II.L’INFERMIERA-LA SACRESTANA...............151III.LA RELIGIOSA.................................................162

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Indice generale

Liber Liber......................................................................4PREFAZIONE................................................................9PARTE PRIMA.............................................................17

A LOURDES............................................................17I.I PRIMI ANNI......................................................17II.LA VEGGENTE...................................................29III.IL TESTIMONIO DI MARIA..............................69

PARTE SECONDA....................................................123NEVERS.................................................................123

I.CONGREGAZIONE DELLE SUORE DELLACARITÀ E DELL’ ISTRUZIONE CRISTIANA DINEVERS.............................................................123II.L’INFERMIERA-LA SACRESTANA...............151III.LA RELIGIOSA.................................................162

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IV.L’APOSTOLO....................................................224V.LA FIGLIA FEDELE DI MARIA......................266VI.LA VITTIMA – ULTIMI GIORNI – MORTE.. .280VII.IL SEPOLCRO...................................................304VIII.VERSO GLI ONORI DEGLI ALTARI..............318

PARTE TERZA..........................................................325ROMA....................................................................325

PER LA CANONIZZAZIONE..........................325

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IV.L’APOSTOLO....................................................224V.LA FIGLIA FEDELE DI MARIA......................266VI.LA VITTIMA – ULTIMI GIORNI – MORTE.. .280VII.IL SEPOLCRO...................................................304VIII.VERSO GLI ONORI DEGLI ALTARI..............318

PARTE TERZA..........................................................325ROMA....................................................................325

PER LA CANONIZZAZIONE..........................325

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REV.DA MADREMARIA TERESA BORDENAVE

SANTA

MARIA-BERNARDA(BERNADETTA SOUBIROUS)

DELLE SUORE DELLA CARITÀ e DELL’ISTRUZIONE CRISTIANA DI NEVERS

ROMASUORE DI NEVERS

LUNGOTEVERE CENCI, N. 8-1933-

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REV.DA MADREMARIA TERESA BORDENAVE

SANTA

MARIA-BERNARDA(BERNADETTA SOUBIROUS)

DELLE SUORE DELLA CARITÀ e DELL’ISTRUZIONE CRISTIANA DI NEVERS

ROMASUORE DI NEVERS

LUNGOTEVERE CENCI, N. 8-1933-

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PROTESTA DELL’AUTOREIn ossequio ai noti decreti di Urbano VIII, l’Autore

dichiara che a quanto è scritto in questa vita e special-mente a quello che riguarda i doni e le grazie sopran-naturali, ove non sia già intervenuto il giudizio dellaChiesa, non si deve altra fede, se non quella che puòdarsi ad autorità umana.

NIHIL OBSTATALOISIUS TRAGLIA

Subpromotor Generalis S. FideiS. R. Congr. Adsessor

IMPRIMATURSorae 30 iulii 1933

AUGUSTINUS MANCINELLI

Episcopus Aquinaten., Soran. et Pontiscurvi

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PROTESTA DELL’AUTOREIn ossequio ai noti decreti di Urbano VIII, l’Autore

dichiara che a quanto è scritto in questa vita e special-mente a quello che riguarda i doni e le grazie sopran-naturali, ove non sia già intervenuto il giudizio dellaChiesa, non si deve altra fede, se non quella che puòdarsi ad autorità umana.

NIHIL OBSTATALOISIUS TRAGLIA

Subpromotor Generalis S. FideiS. R. Congr. Adsessor

IMPRIMATURSorae 30 iulii 1933

AUGUSTINUS MANCINELLI

Episcopus Aquinaten., Soran. et Pontiscurvi

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PREFAZIONESolenne e memorabile sarà per sempre nei fasti della

Chiesa Cattolica e nel cuore dei fedeli la data dell’8 di-cembre 1854. In tale giorno, l’angelico Pontefice PioIX, nel Tempio maggiore della Cristianità, circondatoda un gran numero di Cardinali, Patriarchi, Arcivesco-vi, Vescovi, e Prelati accorsi a Roma da tutte le partidel mondo, ed in mezzo ad una folla immensa di popolofestante, definiva come dogma di fede, l’ImmacolatoConcepimento della Vergine Maria.

Non erano ancora trascorsi quattro anni ed a Lour-des, piccolo ed ignoto angolo di terra addossato allefalde dei Pirenei, la Vergine stessa appariva ad un’umi-le ed ingenua pastorella per ratificare, in certo qualmodo, la definizione fatta dal Vicario di Cristo, procla-mandosi Immacolata. Era il 25 marzo 1858, giorno del-la sedicesima apparizione. Per ben due volte Bernadet-ta aveva domandato alla Signora della Grotta il suonome. Un sorriso ne era stato tutta la risposta, ma unsorriso così dolce e soave che la fanciulla con suppli-chevole voce aveva rinnovato per una terza volta la ri-chiesta: «Signora, volete avere la bontà di dirmi chi sie-te?». La Signora, allora, aveva giunte le mani, le avevaportate dinanzi al petto e, levati gli occhi al cielo, le

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PREFAZIONESolenne e memorabile sarà per sempre nei fasti della

Chiesa Cattolica e nel cuore dei fedeli la data dell’8 di-cembre 1854. In tale giorno, l’angelico Pontefice PioIX, nel Tempio maggiore della Cristianità, circondatoda un gran numero di Cardinali, Patriarchi, Arcivesco-vi, Vescovi, e Prelati accorsi a Roma da tutte le partidel mondo, ed in mezzo ad una folla immensa di popolofestante, definiva come dogma di fede, l’ImmacolatoConcepimento della Vergine Maria.

Non erano ancora trascorsi quattro anni ed a Lour-des, piccolo ed ignoto angolo di terra addossato allefalde dei Pirenei, la Vergine stessa appariva ad un’umi-le ed ingenua pastorella per ratificare, in certo qualmodo, la definizione fatta dal Vicario di Cristo, procla-mandosi Immacolata. Era il 25 marzo 1858, giorno del-la sedicesima apparizione. Per ben due volte Bernadet-ta aveva domandato alla Signora della Grotta il suonome. Un sorriso ne era stato tutta la risposta, ma unsorriso così dolce e soave che la fanciulla con suppli-chevole voce aveva rinnovato per una terza volta la ri-chiesta: «Signora, volete avere la bontà di dirmi chi sie-te?». La Signora, allora, aveva giunte le mani, le avevaportate dinanzi al petto e, levati gli occhi al cielo, le

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aveva separate lentamente chinandosi verso Bernadettae lasciando cadere dalle sue labbra queste parole: «Iosono l'Immacolata Concezione».

Ed ora, nel settantacinquesimo anniversario delleapparizioni spettava al Vicario di Cristo, di ratificare asua volta una parola dell’immacolata di Lourdes.

Il 18 febbraio 1858, durante la terza apparizione, lameravigliosa Visione disse a Bernadetta: «Io non viprometto già che sarete felice in questo mondo, manell'altro».

Questa profetica promessa fu confermata quando l‘8dicembre di quest’anno Santo 1933, il Sommo PonteficePio XI pronunziò l’infallibile sentenza della Canonizza-zione: «Per l’onore della Santa e indivisibile Trinità,per l’esaltazione della Fede Cattolica e per l'accresci-mento della Religione Cristiana, con l’autorità di No-stro Signore Gesù Cristo, dei Beati Apostoli Pietro ePaolo e la Nostra…. decretiamo e definiamo Santa laBeata Maria Bernadetta Soubirous».

Per far conoscere al mondo cattolico la nuova santa,doppiamente canonizzata e dalla Madre di Cristo, e dalSuo Vicario, riproduciamo in sostanza la traduzionedella vita scritta in francese da colei che aveva volutorimanere nascosta sotto il velo «d'una religiosa della

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aveva separate lentamente chinandosi verso Bernadettae lasciando cadere dalle sue labbra queste parole: «Iosono l'Immacolata Concezione».

Ed ora, nel settantacinquesimo anniversario delleapparizioni spettava al Vicario di Cristo, di ratificare asua volta una parola dell’immacolata di Lourdes.

Il 18 febbraio 1858, durante la terza apparizione, lameravigliosa Visione disse a Bernadetta: «Io non viprometto già che sarete felice in questo mondo, manell'altro».

Questa profetica promessa fu confermata quando l‘8dicembre di quest’anno Santo 1933, il Sommo PonteficePio XI pronunziò l’infallibile sentenza della Canonizza-zione: «Per l’onore della Santa e indivisibile Trinità,per l’esaltazione della Fede Cattolica e per l'accresci-mento della Religione Cristiana, con l’autorità di No-stro Signore Gesù Cristo, dei Beati Apostoli Pietro ePaolo e la Nostra…. decretiamo e definiamo Santa laBeata Maria Bernadetta Soubirous».

Per far conoscere al mondo cattolico la nuova santa,doppiamente canonizzata e dalla Madre di Cristo, e dalSuo Vicario, riproduciamo in sostanza la traduzionedella vita scritta in francese da colei che aveva volutorimanere nascosta sotto il velo «d'una religiosa della

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casa Madre» ma che possiamo nominare ora, la Reve-rendissima Madre Maria Teresa Bordenave, Superioragenerale della Congregazione delle Suore della Caritàe dell'Istruzione Cristiana di Nevers, morta nell’ottobredel 1932.

Altre vite della futura Santa sono state scritte in que-sti ultimi anni, e certo, con simpatia e talento. La mode-sta e seducente figura della Confidente dell’Immacolatatenterà ancora, non c’è da dubitarne, altre penne; manessuna saprà penetrare meglio della Rev.da MadreMaria Teresa, nell’anima semplice e profonda di Berna-detta nè dipingerla con eguale perfezione.

Ed è appunto l’anima dell’umile fanciulla che la San-ta Chiesa ha voluto mettere in luce. Giacchè, procla-mando la sua santità, Essa non ha avuto riguardo alglorioso privilegio delle diciotto apparizioni di cui Ma-ria l’ha favorita; sono le virtù della sua anima di bam-bina, è la sua vita eroica nel Chiostro che la Chiesa havoluto esaltare. Ci voleva il cuore d’una sorella e d’unamadre per indovinare e sentire queste virtù e questavita: ci voleva sopratutto il cuore di Colei che già cosìriccamente dotata dalla natura fu innalzata dalla graziaa una sorprendente armonia d’anima con l’umile fan-ciulla di Lourdes e l’umile religiosa di Nevers. Si, ci vo-

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casa Madre» ma che possiamo nominare ora, la Reve-rendissima Madre Maria Teresa Bordenave, Superioragenerale della Congregazione delle Suore della Caritàe dell'Istruzione Cristiana di Nevers, morta nell’ottobredel 1932.

Altre vite della futura Santa sono state scritte in que-sti ultimi anni, e certo, con simpatia e talento. La mode-sta e seducente figura della Confidente dell’Immacolatatenterà ancora, non c’è da dubitarne, altre penne; manessuna saprà penetrare meglio della Rev.da MadreMaria Teresa, nell’anima semplice e profonda di Berna-detta nè dipingerla con eguale perfezione.

Ed è appunto l’anima dell’umile fanciulla che la San-ta Chiesa ha voluto mettere in luce. Giacchè, procla-mando la sua santità, Essa non ha avuto riguardo alglorioso privilegio delle diciotto apparizioni di cui Ma-ria l’ha favorita; sono le virtù della sua anima di bam-bina, è la sua vita eroica nel Chiostro che la Chiesa havoluto esaltare. Ci voleva il cuore d’una sorella e d’unamadre per indovinare e sentire queste virtù e questavita: ci voleva sopratutto il cuore di Colei che già cosìriccamente dotata dalla natura fu innalzata dalla graziaa una sorprendente armonia d’anima con l’umile fan-ciulla di Lourdes e l’umile religiosa di Nevers. Si, ci vo-

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levano dei doni speciali di natura e grazia per capire erendere con una tale fedeltà quest’umiltà profonda chesola spiega i privilegi e l’azione di Santa Bernadetta.

LA POSTULAZIONE

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levano dei doni speciali di natura e grazia per capire erendere con una tale fedeltà quest’umiltà profonda chesola spiega i privilegi e l’azione di Santa Bernadetta.

LA POSTULAZIONE

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A Nostra Signora di Lourdes

«Un giorno il Figlio di Dio, abbassando lo sguardosul mondo, vide l’umanità sotto i tratti di un’umile Ver-ginella di Nazareth, e disse: «Ecco il Tabernacolo dellamia grandezza». E il Verbo si fece carne.

Diciannove secoli più tardi, Voi pure, o Madre divina,abbassaste lo sguardo sulla Francia, e, nascosta in senoalle montagne, vedeste un’umile terra ed un’innocentepastorella e diceste: «Qui collocherò il mio trono;all’angelico candore di questa pastorella farò le mieconfidenze». Lourdes diveniva «il sorriso di Dio, la ca-rezza dell’Immacolata»; e Bernadetta la sua confidentee la sua messaggera.

«Lourdes e Bernadetta» umiltà radiose ed eloquenti!Siete voi che attirate gli sguardi della Regina dei Cieli; èin grazia vostra che gli splendori celesti non sono riusci-ti a far cangiare le sue preferenze per la terra; è nella vo-stra scelta che si palesano i suoi gusti; ed è ancora permezzo vostro che la Madre dì Dio viene a dare al mon-do una lezione d’umiltà.

Era una sera d’inverno, ed io mi trovavo innanzi allaGrotta benedetta che la celeste apparizione aveva illu-

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A Nostra Signora di Lourdes

«Un giorno il Figlio di Dio, abbassando lo sguardosul mondo, vide l’umanità sotto i tratti di un’umile Ver-ginella di Nazareth, e disse: «Ecco il Tabernacolo dellamia grandezza». E il Verbo si fece carne.

Diciannove secoli più tardi, Voi pure, o Madre divina,abbassaste lo sguardo sulla Francia, e, nascosta in senoalle montagne, vedeste un’umile terra ed un’innocentepastorella e diceste: «Qui collocherò il mio trono;all’angelico candore di questa pastorella farò le mieconfidenze». Lourdes diveniva «il sorriso di Dio, la ca-rezza dell’Immacolata»; e Bernadetta la sua confidentee la sua messaggera.

«Lourdes e Bernadetta» umiltà radiose ed eloquenti!Siete voi che attirate gli sguardi della Regina dei Cieli; èin grazia vostra che gli splendori celesti non sono riusci-ti a far cangiare le sue preferenze per la terra; è nella vo-stra scelta che si palesano i suoi gusti; ed è ancora permezzo vostro che la Madre dì Dio viene a dare al mon-do una lezione d’umiltà.

Era una sera d’inverno, ed io mi trovavo innanzi allaGrotta benedetta che la celeste apparizione aveva illu-

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minato degli splendori delle sue grazie verginali. Tuttoall’intorno regnava il silenzio; lo sguardo di Mariam’inondava l’anima di luce, ed io m’accingevo ad indi-rizzarle la mia preghiera fiduciosa. Mi era stato detto:«Mostrateci Bernadetta: togliete ai nostri occhi il veloche ci cela la sua vita nascosta...» ed io tacevo. Occorre-va l’anima di una santa per fare erompere da una tal lirai suoi veri suoni, ed io non osavo toccare alcuna dellesue corde: sotto le mie dita non avrebbero dato esse deisuoni falsi?

Ma l’ubbidienza aveva parlato, ed io so che essa famiracoli.

Più che mai mi stava presente alla mente, o Maria,«che voi siete il primo, il più puro, il migliore di quegliesseri dolci e cari che ci è di tanto conforto l’incontrare,non solo nell’ora dell’abbandono e della desolazione»ma ancora nell’ora dell’impotenza; e fiduciosa venni aVoi.

Sotto il vostro sguardo, sotto la vostra materna e po-tente protezione, così sovente invocata, trovai, per bendue mesi, il migliore dei riposi nella abituale ed attraen-te soavità di quest’anima tanto pura ed umile da merita-re il privilegio delle vostre confidenze, e la gloria di ser-vire da portavoce alla Regina del Cielo.

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minato degli splendori delle sue grazie verginali. Tuttoall’intorno regnava il silenzio; lo sguardo di Mariam’inondava l’anima di luce, ed io m’accingevo ad indi-rizzarle la mia preghiera fiduciosa. Mi era stato detto:«Mostrateci Bernadetta: togliete ai nostri occhi il veloche ci cela la sua vita nascosta...» ed io tacevo. Occorre-va l’anima di una santa per fare erompere da una tal lirai suoi veri suoni, ed io non osavo toccare alcuna dellesue corde: sotto le mie dita non avrebbero dato esse deisuoni falsi?

Ma l’ubbidienza aveva parlato, ed io so che essa famiracoli.

Più che mai mi stava presente alla mente, o Maria,«che voi siete il primo, il più puro, il migliore di quegliesseri dolci e cari che ci è di tanto conforto l’incontrare,non solo nell’ora dell’abbandono e della desolazione»ma ancora nell’ora dell’impotenza; e fiduciosa venni aVoi.

Sotto il vostro sguardo, sotto la vostra materna e po-tente protezione, così sovente invocata, trovai, per bendue mesi, il migliore dei riposi nella abituale ed attraen-te soavità di quest’anima tanto pura ed umile da merita-re il privilegio delle vostre confidenze, e la gloria di ser-vire da portavoce alla Regina del Cielo.

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Ed io vidi l’ignoranza e la povertà di una pastorella,sole, avere accesso alla Grotta, ove Maria si rivela; vidi«gli splendori della grazia erompere dalla più profondaoscurità». V’intesi, o Maria mia, ridire le gioie dell’ani-ma vostra in un nome nuovo: tutto il vostro cuore era là!

Sotto la vostra benedizione vidi Lourdes diventarecome una specie di sacramento di penitenza nazionale:contro il peccato della mente voi diceste: «Pregate»;contro il peccato del cuore: «Penitenza! Penitenza!»;contro il peccato della volontà: «Si venga qui in proces-sione» (1).

Ed io vidi colei, che Voi avete scelta per comunicaretali meraviglie al mondo, nascondersi in una solitudine,in cui la vita del suo cuore, il suo respiro, le sue lotte, lesue speranze, le sue gioie ridicevano incessantemente:

«Gesù, Maria, le anime!».Io la vidi benedire il dolore come si benedice una

cosa che si ama, spirare l’anima sua bella in uno slanciodi preghiera, di umiltà, di amore.

Ed ora la Chiesa ha riconosciuto le sue virtù eroiche el’ha proclamata Beata in faccia al mondo tutto, ed i votie le preghiere dei fedeli liberamente potranno ascendereverso di lei.1 Monsignor Izart

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Ed io vidi l’ignoranza e la povertà di una pastorella,sole, avere accesso alla Grotta, ove Maria si rivela; vidi«gli splendori della grazia erompere dalla più profondaoscurità». V’intesi, o Maria mia, ridire le gioie dell’ani-ma vostra in un nome nuovo: tutto il vostro cuore era là!

Sotto la vostra benedizione vidi Lourdes diventarecome una specie di sacramento di penitenza nazionale:contro il peccato della mente voi diceste: «Pregate»;contro il peccato del cuore: «Penitenza! Penitenza!»;contro il peccato della volontà: «Si venga qui in proces-sione» (1).

Ed io vidi colei, che Voi avete scelta per comunicaretali meraviglie al mondo, nascondersi in una solitudine,in cui la vita del suo cuore, il suo respiro, le sue lotte, lesue speranze, le sue gioie ridicevano incessantemente:

«Gesù, Maria, le anime!».Io la vidi benedire il dolore come si benedice una

cosa che si ama, spirare l’anima sua bella in uno slanciodi preghiera, di umiltà, di amore.

Ed ora la Chiesa ha riconosciuto le sue virtù eroiche el’ha proclamata Beata in faccia al mondo tutto, ed i votie le preghiere dei fedeli liberamente potranno ascendereverso di lei.1 Monsignor Izart

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E ciò che io vidi sta scritto in queste pagine che io of-fro a Voi, o Madre mia; e, quale umile e figliale omag-gio, lo depongo ai vostri piedi. La mia penna ha tradito idesiderii dell’anima mia; ma supplitevi Voi, o Maria!

«Una madre è l’ostensorio del figlio suo»; non sarò iopertanto troppo ardita nel pregarvi di palesarci Voi stes-sa la fanciulla delle vostre predilezioni? Se la mia pre-ghiera verrà esaudita, il profumo che emanerà da questepagine, così poco degne della Vostra Confidente, aiuteràle anime a vincere le spine del sacrificio; renderà attivala religione e la pietà; e la preghiera sarà il frutto dellenostre rinunzie.

Sia questa, o Vergine Immacolata, la benedizione delvostro cuore di Madre sui miei deboli sforzi.

Nevers, 25 marzo 1925.

M.RE M.T.

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E ciò che io vidi sta scritto in queste pagine che io of-fro a Voi, o Madre mia; e, quale umile e figliale omag-gio, lo depongo ai vostri piedi. La mia penna ha tradito idesiderii dell’anima mia; ma supplitevi Voi, o Maria!

«Una madre è l’ostensorio del figlio suo»; non sarò iopertanto troppo ardita nel pregarvi di palesarci Voi stes-sa la fanciulla delle vostre predilezioni? Se la mia pre-ghiera verrà esaudita, il profumo che emanerà da questepagine, così poco degne della Vostra Confidente, aiuteràle anime a vincere le spine del sacrificio; renderà attivala religione e la pietà; e la preghiera sarà il frutto dellenostre rinunzie.

Sia questa, o Vergine Immacolata, la benedizione delvostro cuore di Madre sui miei deboli sforzi.

Nevers, 25 marzo 1925.

M.RE M.T.

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PARTE PRIMAA LOURDES

I.I PRIMI ANNI.

Il 7 gennaio 1844, tutto era in festa al molino di Boly,situato a Lourdes, nel quartiere Lapaca. Francesco Sou-birous e sua moglie, Luisa Castérot, che traevano la lorovita dall’esercizio di questo molino, venivano in quel dìrallegrati dal Cielo per la nascita della loro prima bam-bina. In questo focolare modesto, ma cristiano, la nasci-ta di questa creatura veniva accolta con sorrisi di gioia,e forse gli angeli stessi, indovinando in lei «la fanciulladalle Verginali tenerezze» dolcemente mormoravano find’allora il cantico della speranza. «O Lourdes, o terra diFrancia, tu non sarai più ormai un angolo ignoto delsuolo francese: nel seno delle tue montagne compariràla Sovrana che attirerà a te tutte le nazioni del mondo».

Due giorni dopo, 9 gennaio, l’abate Forque, parroco-decano di Lourdes, faceva scorrere l’acqua battesimalesulla fronte della bambina, imponendole i nomi di Ma-ria-Bernarda. «Nomi profetici!». Sotto il vezzeggiativodi Bernadetta essi erano destinati ancora di più a diven-tare immortali.

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PARTE PRIMAA LOURDES

I.I PRIMI ANNI.

Il 7 gennaio 1844, tutto era in festa al molino di Boly,situato a Lourdes, nel quartiere Lapaca. Francesco Sou-birous e sua moglie, Luisa Castérot, che traevano la lorovita dall’esercizio di questo molino, venivano in quel dìrallegrati dal Cielo per la nascita della loro prima bam-bina. In questo focolare modesto, ma cristiano, la nasci-ta di questa creatura veniva accolta con sorrisi di gioia,e forse gli angeli stessi, indovinando in lei «la fanciulladalle Verginali tenerezze» dolcemente mormoravano find’allora il cantico della speranza. «O Lourdes, o terra diFrancia, tu non sarai più ormai un angolo ignoto delsuolo francese: nel seno delle tue montagne compariràla Sovrana che attirerà a te tutte le nazioni del mondo».

Due giorni dopo, 9 gennaio, l’abate Forque, parroco-decano di Lourdes, faceva scorrere l’acqua battesimalesulla fronte della bambina, imponendole i nomi di Ma-ria-Bernarda. «Nomi profetici!». Sotto il vezzeggiativodi Bernadetta essi erano destinati ancora di più a diven-tare immortali.

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Nel mese di luglio Luisa, che era in attesa di un altroangelo, si vide obbligata ad affidare Bernadetta ad unabalia di Bartrès (1), Maria Lagües, sposata in Aravan.Questa ottima cristiana piangeva ancora un figlio cheDio le aveva recentemente rapito; fu pertanto sulla bam-bina dei Soubirous che Ella riportò tutto il suo affetto etutte le sue materne cure. Quindici mesi rimase Berna-detta presso la sua nutrice, dopo i quali ritornò al focola-re domestico: era il mese di ottobre 1845.

In quest’epoca una certa agiatezza regnava nella fa-miglia; ma, a poco a poco, sotto l’amministrazione diFrancesco Soubirous, che aveva preso la direzione delmulino dopo la morte del suocero, le entrate comincia-rono a diminuire. Francesco, portato per natura ad unacerta indolenza, mancava di ordine e di vigilanza, sì chetalora consegnava farine alquanto deteriorate, ed inoltre,per troppo buon cuore, non osava insistere sull’esattezzadel pagamento del lavoro, che il più delle volte gli eradomandato a credito.

E, quel che è peggio, non era per nulla economo: di-fetto che aveva comune con la moglie. «Dolce, gentile,attiva, ella aveva le mani bucate: non v’era donna chevenisse al mulino per far macinare grano, che partisse

1 Bartrès è un villaggio situato a tre chilometri circa da Lourdes.

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Nel mese di luglio Luisa, che era in attesa di un altroangelo, si vide obbligata ad affidare Bernadetta ad unabalia di Bartrès (1), Maria Lagües, sposata in Aravan.Questa ottima cristiana piangeva ancora un figlio cheDio le aveva recentemente rapito; fu pertanto sulla bam-bina dei Soubirous che Ella riportò tutto il suo affetto etutte le sue materne cure. Quindici mesi rimase Berna-detta presso la sua nutrice, dopo i quali ritornò al focola-re domestico: era il mese di ottobre 1845.

In quest’epoca una certa agiatezza regnava nella fa-miglia; ma, a poco a poco, sotto l’amministrazione diFrancesco Soubirous, che aveva preso la direzione delmulino dopo la morte del suocero, le entrate comincia-rono a diminuire. Francesco, portato per natura ad unacerta indolenza, mancava di ordine e di vigilanza, sì chetalora consegnava farine alquanto deteriorate, ed inoltre,per troppo buon cuore, non osava insistere sull’esattezzadel pagamento del lavoro, che il più delle volte gli eradomandato a credito.

E, quel che è peggio, non era per nulla economo: di-fetto che aveva comune con la moglie. «Dolce, gentile,attiva, ella aveva le mani bucate: non v’era donna chevenisse al mulino per far macinare grano, che partisse

1 Bartrès è un villaggio situato a tre chilometri circa da Lourdes.

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senza aver prima fatto da lei una piccola refezione» (1). Accecata dal suo affetto pel marito, Luisa non si in-

quietava gran che delle negligenze di lui; ma intanto,mentre le risorse diminuivano, le spese, a cagionedell’aumentarsi della famiglia, si facevano ogni dì piùgravi. Si avvicinava a gran passi il momento in cui lamiseria avrebbe battuto alla porta di questa famigliabuona cristiana, ma imprevidente.

Nel 1855 i Soubirous si trovarono infatti nell’impos-sibilità di pagare l’affitto del mulino: licenziati, preseroad affitto una casa nel vecchio quartiere che già abitava-no, e si misero a disposizione di coloro che volesseroimpiegarli alla giornata. Ne conseguiva da ciò che,quando il lavoro mancava, regnava in casa la miseria.Inoltre, non riuscendo loro neppur più a pagare l’affittodell’abitazione che occupavano, si videro costretti dipassare successivamente da una casa ad un’altra nei dif-ferenti quartieri della città, finchè ridotti all’estrema in-digenza, supplicarono un loro parente, Andrea Sajous dipermettere loro di installarsi in una casetta che egli pos-sedeva in Via dei «Petits-Fossés»; casetta, che non eraaltro che l’antica casa che serviva di prigione a Lourdes,e che perciò veniva comunemente designata col nome di«Cachot» carcere.

1 P. CROS, Racconti e Misteri.

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senza aver prima fatto da lei una piccola refezione» (1). Accecata dal suo affetto pel marito, Luisa non si in-

quietava gran che delle negligenze di lui; ma intanto,mentre le risorse diminuivano, le spese, a cagionedell’aumentarsi della famiglia, si facevano ogni dì piùgravi. Si avvicinava a gran passi il momento in cui lamiseria avrebbe battuto alla porta di questa famigliabuona cristiana, ma imprevidente.

Nel 1855 i Soubirous si trovarono infatti nell’impos-sibilità di pagare l’affitto del mulino: licenziati, preseroad affitto una casa nel vecchio quartiere che già abitava-no, e si misero a disposizione di coloro che volesseroimpiegarli alla giornata. Ne conseguiva da ciò che,quando il lavoro mancava, regnava in casa la miseria.Inoltre, non riuscendo loro neppur più a pagare l’affittodell’abitazione che occupavano, si videro costretti dipassare successivamente da una casa ad un’altra nei dif-ferenti quartieri della città, finchè ridotti all’estrema in-digenza, supplicarono un loro parente, Andrea Sajous dipermettere loro di installarsi in una casetta che egli pos-sedeva in Via dei «Petits-Fossés»; casetta, che non eraaltro che l’antica casa che serviva di prigione a Lourdes,e che perciò veniva comunemente designata col nome di«Cachot» carcere.

1 P. CROS, Racconti e Misteri.

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La futura Santa intanto si era fatta grandicella; di sa-lute cagionevole, andava fin d’allora soggetta a quegliaccessi di asma, che dovevano poi farla soffrire tutta lavita, ed erano talvolta così violenti che, opprimendo ilsuo piccolo petto, la facevano cadere a terra svenuta. Isuoi genitori, malgrado la loro povertà, facevano tutto ilpossibile per alleviarne le sofferenze; ed invece del panedi maïs, che costituiva il cibo abituale della famiglia, leprocuravano un pane migliore, e talvolta «anche un po’di vino che veniva raddolcito da pezzettini di zucchero».

L’autore dei Ricordi intimi d’un testimonio ci dice chequesto regime avrebbe potuto in una certa misura recargiovamento alla debolezza della piccola inferma, qualo-ra ella avesse potuto usufruire dei benefici risultati; ma isuoi fratellini, troppo giovani ancora per capire il mo-vente che faceva agire i loro genitori, insorgevano,quando si trovavano soli, contro queste preferenze chevedevano usate alla sorella primogenita, che pure ama-vano molto.

Questi piccoli fautori dell’uguaglianza pretendevanoanch’essi la loro parte; e, se non veniva loro accordata,passavano subito alle vie di fatto: Bernadetta però nonse ne lamentò mai!...

Durante l’inverno del 1855, così rigoroso nei Pirenei,la zia Bernarda reclamò presso di sè la sua figlioccia; e

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La futura Santa intanto si era fatta grandicella; di sa-lute cagionevole, andava fin d’allora soggetta a quegliaccessi di asma, che dovevano poi farla soffrire tutta lavita, ed erano talvolta così violenti che, opprimendo ilsuo piccolo petto, la facevano cadere a terra svenuta. Isuoi genitori, malgrado la loro povertà, facevano tutto ilpossibile per alleviarne le sofferenze; ed invece del panedi maïs, che costituiva il cibo abituale della famiglia, leprocuravano un pane migliore, e talvolta «anche un po’di vino che veniva raddolcito da pezzettini di zucchero».

L’autore dei Ricordi intimi d’un testimonio ci dice chequesto regime avrebbe potuto in una certa misura recargiovamento alla debolezza della piccola inferma, qualo-ra ella avesse potuto usufruire dei benefici risultati; ma isuoi fratellini, troppo giovani ancora per capire il mo-vente che faceva agire i loro genitori, insorgevano,quando si trovavano soli, contro queste preferenze chevedevano usate alla sorella primogenita, che pure ama-vano molto.

Questi piccoli fautori dell’uguaglianza pretendevanoanch’essi la loro parte; e, se non veniva loro accordata,passavano subito alle vie di fatto: Bernadetta però nonse ne lamentò mai!...

Durante l’inverno del 1855, così rigoroso nei Pirenei,la zia Bernarda reclamò presso di sè la sua figlioccia; e

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durante i sette od otto mesi che rimase con lei, la trattòcon lo stesso affetto con cui trattava i suoi figli. Rientra-ta ai «Petits-Fossés», Bernadetta vi soggiornò finoall’estate del 1857.

Ma non la si dimenticava a Bartrès: ogni qual voltaMaria Aravant veniva a Lourdes, si faceva un dolce do-vere di porre in fondo al suo paniere da viaggio un maz-zo di fiori, un frutto, una focaccia, un regalo qualsiasidestinato a far piacere a Bernadetta. E questa, alla suavolta, ricambiava di pari affetto la sua balia; e parecchievolte all’anno si recava a Bartrès per abbracciare la suaseconda madre (1).

Verso la fine dell’anno 1857, Maria Aravant pregò iSoubirous di permettere a Bernadetta di stabilirsi a casasua come «custode dei suoi figli». I genitori, sapendoche la loro figlia andando a Bartrès «non avrebbe fattoche cambiare famiglia», vi accondiscesero volentieri;ma invece d’incaricarla della sorveglianza dei bambini,le si affidò la custodia delle pecore, e specialmente degliagnelli. La giovane pastorella «dagli occhi grandi, neri,vivaci, dai capelli d’un nero quasi d’ebano, dal viso ro-tondo, era sempre dolce, sorridente, piena di amabilità.Dalla sua bocca un po’ grande uscivano, si dice, accentipieni di tenerezza».

1 ESTRADE, Ricordi intimi d’un testimonio.

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durante i sette od otto mesi che rimase con lei, la trattòcon lo stesso affetto con cui trattava i suoi figli. Rientra-ta ai «Petits-Fossés», Bernadetta vi soggiornò finoall’estate del 1857.

Ma non la si dimenticava a Bartrès: ogni qual voltaMaria Aravant veniva a Lourdes, si faceva un dolce do-vere di porre in fondo al suo paniere da viaggio un maz-zo di fiori, un frutto, una focaccia, un regalo qualsiasidestinato a far piacere a Bernadetta. E questa, alla suavolta, ricambiava di pari affetto la sua balia; e parecchievolte all’anno si recava a Bartrès per abbracciare la suaseconda madre (1).

Verso la fine dell’anno 1857, Maria Aravant pregò iSoubirous di permettere a Bernadetta di stabilirsi a casasua come «custode dei suoi figli». I genitori, sapendoche la loro figlia andando a Bartrès «non avrebbe fattoche cambiare famiglia», vi accondiscesero volentieri;ma invece d’incaricarla della sorveglianza dei bambini,le si affidò la custodia delle pecore, e specialmente degliagnelli. La giovane pastorella «dagli occhi grandi, neri,vivaci, dai capelli d’un nero quasi d’ebano, dal viso ro-tondo, era sempre dolce, sorridente, piena di amabilità.Dalla sua bocca un po’ grande uscivano, si dice, accentipieni di tenerezza».

1 ESTRADE, Ricordi intimi d’un testimonio.

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Tutto in lei conquistava l’altrui simpatia.Nonostante lo stato di sofferenza che le cagionava

l’asma, Bernadetta era gaia, sorridente; non si lamenta-va mai nè delle cose nè delle persone. Eppure era notoche il padre Aravant si mostrava talvolta con lei severo,ed anche un po’ duro ed interessato; sì bene che alcunecaritatevole vicine, che molto amavano la fanciulla, lefacevano sovente passare qualche tozzo di pane miglio-re ed alcune frutta che le servissero di companatico permangiare il suo pane nero. Ella riceveva il tutto con ri-conoscenza, e diceva ringraziando: «Mangerò il miopane nero in primo luogo; e serberò il vostro che è bian-co e migliore per ultimo».

Stando a Bartrès, la giovinetta trascorreva le sue gior-nate sul pendio delle colline che circondavano il villag-gio. Non sapendo nè leggere, nè scrivere, ella, come ungiglio che spande i suoi soavi profumi per la campagnasolitaria, sfogava l’anima sua pura, semplice, innocente,recitando il Pater, l’Ave, e il Credo. E questo giglio, chelo sguardo degli angeli doveva dolcemente accarezzare,trovava le sue delizie in mezzo ai fiorellini dei campi; liraccoglieva, ne faceva dei mazzolini che presentava aMaria, sua Madre, sua Regina, su piccoli altari che ellastessa improvvisava con pietre raccolte quà e là; ma so-pratutto incoronava la Vergine con le sue innumerevoli

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Tutto in lei conquistava l’altrui simpatia.Nonostante lo stato di sofferenza che le cagionava

l’asma, Bernadetta era gaia, sorridente; non si lamenta-va mai nè delle cose nè delle persone. Eppure era notoche il padre Aravant si mostrava talvolta con lei severo,ed anche un po’ duro ed interessato; sì bene che alcunecaritatevole vicine, che molto amavano la fanciulla, lefacevano sovente passare qualche tozzo di pane miglio-re ed alcune frutta che le servissero di companatico permangiare il suo pane nero. Ella riceveva il tutto con ri-conoscenza, e diceva ringraziando: «Mangerò il miopane nero in primo luogo; e serberò il vostro che è bian-co e migliore per ultimo».

Stando a Bartrès, la giovinetta trascorreva le sue gior-nate sul pendio delle colline che circondavano il villag-gio. Non sapendo nè leggere, nè scrivere, ella, come ungiglio che spande i suoi soavi profumi per la campagnasolitaria, sfogava l’anima sua pura, semplice, innocente,recitando il Pater, l’Ave, e il Credo. E questo giglio, chelo sguardo degli angeli doveva dolcemente accarezzare,trovava le sue delizie in mezzo ai fiorellini dei campi; liraccoglieva, ne faceva dei mazzolini che presentava aMaria, sua Madre, sua Regina, su piccoli altari che ellastessa improvvisava con pietre raccolte quà e là; ma so-pratutto incoronava la Vergine con le sue innumerevoli

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Ave Maria.Quando l’Angelus risonava dai campanili vicini, la

pastorella s’inginocchiava, ed innalzava la sua prece alCielo nella calma di quella natura silenziosa, così adattaad elevare a Dio l’anima della giovinetta. Pio e deliziosoidillio che nei disegni di Dio non era che il preludiod’una misteriosa e celeste epopea!…

Bernadetta si trastullava con gli agnelli, col più picco-lo specialmente, che era il suo preferito. «Talvolta, rac-contò poi, esso dava di cozzo e rovesciava la piccolacappella che io avevo fatta alla Vergine; ma glielo per-donavo volentieri, ed invece di punirlo, gli davo delpane e del sale, di cui era molto ghiotto».

«Ma perchè — le si domandava — questo agnellettoera il vostro preferito?»

«Perchè era il più piccolo; ed io amo tutto ciò che èpiccolo».

Più tardi narrava: «Un dì che mio padre era venuto aBartrès, avendomi trovata tutta triste a custodire gliagnelli, ne domandò il motivo. «Osserva i miei agnelli,gli dissi, non vedi che ve ne sono alcuni che hanno laschiena verde?» Ed egli mi rispose sorridendo: «Ciò èprodotto dall’erba che hanno mangiata che è loro salitasul dorso; ed ora forse moriranno». A queste parole nonpotei tenermi dal piangere dirottamente. Allora mio pa-

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Ave Maria.Quando l’Angelus risonava dai campanili vicini, la

pastorella s’inginocchiava, ed innalzava la sua prece alCielo nella calma di quella natura silenziosa, così adattaad elevare a Dio l’anima della giovinetta. Pio e deliziosoidillio che nei disegni di Dio non era che il preludiod’una misteriosa e celeste epopea!…

Bernadetta si trastullava con gli agnelli, col più picco-lo specialmente, che era il suo preferito. «Talvolta, rac-contò poi, esso dava di cozzo e rovesciava la piccolacappella che io avevo fatta alla Vergine; ma glielo per-donavo volentieri, ed invece di punirlo, gli davo delpane e del sale, di cui era molto ghiotto».

«Ma perchè — le si domandava — questo agnellettoera il vostro preferito?»

«Perchè era il più piccolo; ed io amo tutto ciò che èpiccolo».

Più tardi narrava: «Un dì che mio padre era venuto aBartrès, avendomi trovata tutta triste a custodire gliagnelli, ne domandò il motivo. «Osserva i miei agnelli,gli dissi, non vedi che ve ne sono alcuni che hanno laschiena verde?» Ed egli mi rispose sorridendo: «Ciò èprodotto dall’erba che hanno mangiata che è loro salitasul dorso; ed ora forse moriranno». A queste parole nonpotei tenermi dal piangere dirottamente. Allora mio pa-

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dre, vedendo le mie lagrime, mi consolò, spiegandomiche era il marchio del mercante a cui erano stati vendu-ti».

Si rimaneva stupiti a tanta ingenuità; ma ella, ancorpiù ingenuamente, soggiungeva: «Siccome io non sape-vo che cosa fosse mentire, credevo a tutto quanto mi sidiceva».

Fortunata fanciulla, la cui anima era un insieme difranchezza, di purità e di semplicità.

Si racconta (e questo fatto viene attestato da testimonidegni di fede) che un giorno in cui la piccola pastorellaaveva condotto il suo gregge al pascolo, si scatenò im-provvisamente un furioso temporale. Il padre Aravant,che dalla sua casa poteva vedere Bernadetta sulla colli-na, le fece segno di rientrare immediatamente; ma do-vendo ella riunire i suoi agnelli, non potè fare così infretta come avrebbe voluto. Ne avvenne quindi che, arri-vata sulla sponda del torrente che a pie’ del villaggio at-traversava la strada, e sopra il quale in mancanza diponte non v’era che una semplice passerella pei pedoni,lo trovò talmente ingrossato per le subite acque, che lefu impossibile guadarlo con il suo gregge. In quel fran-gente, turbata ed inquieta, ella non seppe far altro che ilsegno della croce. Lo aveva appena finito che le acquesi divisero d’un tratto: le une restarono come sospese, e

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dre, vedendo le mie lagrime, mi consolò, spiegandomiche era il marchio del mercante a cui erano stati vendu-ti».

Si rimaneva stupiti a tanta ingenuità; ma ella, ancorpiù ingenuamente, soggiungeva: «Siccome io non sape-vo che cosa fosse mentire, credevo a tutto quanto mi sidiceva».

Fortunata fanciulla, la cui anima era un insieme difranchezza, di purità e di semplicità.

Si racconta (e questo fatto viene attestato da testimonidegni di fede) che un giorno in cui la piccola pastorellaaveva condotto il suo gregge al pascolo, si scatenò im-provvisamente un furioso temporale. Il padre Aravant,che dalla sua casa poteva vedere Bernadetta sulla colli-na, le fece segno di rientrare immediatamente; ma do-vendo ella riunire i suoi agnelli, non potè fare così infretta come avrebbe voluto. Ne avvenne quindi che, arri-vata sulla sponda del torrente che a pie’ del villaggio at-traversava la strada, e sopra il quale in mancanza diponte non v’era che una semplice passerella pei pedoni,lo trovò talmente ingrossato per le subite acque, che lefu impossibile guadarlo con il suo gregge. In quel fran-gente, turbata ed inquieta, ella non seppe far altro che ilsegno della croce. Lo aveva appena finito che le acquesi divisero d’un tratto: le une restarono come sospese, e

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le altre continuarono a scorrere, lasciando in tal modo lastrada a secco, per cui la Santa potè passare col suogregge. Subito dopo le acque ripresero il loro corso na-turale.

Qualche tempo prima l’Abate Ader, Parroco di Bar-très, sacerdote intelligente, istruito, e dotato di grandepietà e zelo per le anime, avendo incontrato Bernadetta,era stato colpito dalla sua modestia e dal candore delsuo sguardo. «Se il ritratto che mi son fatto dei fanciullidella Salette è esatto, disse egli al maestro del villaggio,signor Barbet, che si trovava con lui, questa piccola pa-storella deve certamente somigliar loro».

Non sospettava davvero il degno ecclesiastico che lesue parole racchiudevano una specie di profezia!

*

Bernadetta aveva ormai raggiunto il suo quattordice-simo anno di età, e non aveva ancora fatto la prima Co-munione. Si era pure convenuto cogli Aravant che la sisarebbe mandata a scuola per imparare il catechismo;ma il troppo lavoro aveva impedito di mantenere la pro-messa. La balia di Bartrès però, che era una fervente cri-stiana, e comprendeva i suoi doveri di padrona di casa,si preoccupava non poco dell’istruzione religiosa dellafanciulla, che considerava come una sua figlia. Perciò

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le altre continuarono a scorrere, lasciando in tal modo lastrada a secco, per cui la Santa potè passare col suogregge. Subito dopo le acque ripresero il loro corso na-turale.

Qualche tempo prima l’Abate Ader, Parroco di Bar-très, sacerdote intelligente, istruito, e dotato di grandepietà e zelo per le anime, avendo incontrato Bernadetta,era stato colpito dalla sua modestia e dal candore delsuo sguardo. «Se il ritratto che mi son fatto dei fanciullidella Salette è esatto, disse egli al maestro del villaggio,signor Barbet, che si trovava con lui, questa piccola pa-storella deve certamente somigliar loro».

Non sospettava davvero il degno ecclesiastico che lesue parole racchiudevano una specie di profezia!

*

Bernadetta aveva ormai raggiunto il suo quattordice-simo anno di età, e non aveva ancora fatto la prima Co-munione. Si era pure convenuto cogli Aravant che la sisarebbe mandata a scuola per imparare il catechismo;ma il troppo lavoro aveva impedito di mantenere la pro-messa. La balia di Bartrès però, che era una fervente cri-stiana, e comprendeva i suoi doveri di padrona di casa,si preoccupava non poco dell’istruzione religiosa dellafanciulla, che considerava come una sua figlia. Perciò

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tutte le sere, in sul far della notte, le impartiva le primenozioni della dottrina cristiana. Ma Bernadetta che nonsapeva leggere, e per di più non era dotata di memoriafelice, riteneva ben poco di quello che le si insegnava.«Avevo un bel ripetere, raccontava Maria Aravant, nullaci entrava, sicchè, talvolta, indispettita, gettavo via il li-bro e gridavo: «Vattene, tu non sarai mai altro che unasciocca ed una ignorante». Bernadetta, confusa, non ri-spondeva nulla, ma il più sovente poneva termine al ma-lumore che seguiva la burrasca col gettare le braccia at-torno al collo della sua seconda madre» (1).

Ma la povera fanciulla, che già era unita a Dio con lapreghiera e con la sofferenza, sentiva più che mai vivonel suo cuore il desiderio di ricevere la Santa Eucare-stia; fece perciò avvertire i suoi genitori di richiamarla,perchè «voleva ritornare a Lourdes per fare la sua primaComunione» (2).

I coniugi Soubirous aderirono alla domanda della lorofiglia; e nei primi giorni dell’anno 1858 la si vide rien-trare nel focolare domestico alla via dei «Petits-Fos-sés». Abbiamo visitato quest’unica camera, oscura, umi-da, dalle mura cadenti, dal pavimento logoro ed usato,rischiarata da una sola finestra, aperta dal lato di Massa-

1 ESTRADE, Ricordi intimi d’un testimonio.2 Lo raccontò Bernadetta stessa più tardi.

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tutte le sere, in sul far della notte, le impartiva le primenozioni della dottrina cristiana. Ma Bernadetta che nonsapeva leggere, e per di più non era dotata di memoriafelice, riteneva ben poco di quello che le si insegnava.«Avevo un bel ripetere, raccontava Maria Aravant, nullaci entrava, sicchè, talvolta, indispettita, gettavo via il li-bro e gridavo: «Vattene, tu non sarai mai altro che unasciocca ed una ignorante». Bernadetta, confusa, non ri-spondeva nulla, ma il più sovente poneva termine al ma-lumore che seguiva la burrasca col gettare le braccia at-torno al collo della sua seconda madre» (1).

Ma la povera fanciulla, che già era unita a Dio con lapreghiera e con la sofferenza, sentiva più che mai vivonel suo cuore il desiderio di ricevere la Santa Eucare-stia; fece perciò avvertire i suoi genitori di richiamarla,perchè «voleva ritornare a Lourdes per fare la sua primaComunione» (2).

I coniugi Soubirous aderirono alla domanda della lorofiglia; e nei primi giorni dell’anno 1858 la si vide rien-trare nel focolare domestico alla via dei «Petits-Fos-sés». Abbiamo visitato quest’unica camera, oscura, umi-da, dalle mura cadenti, dal pavimento logoro ed usato,rischiarata da una sola finestra, aperta dal lato di Massa-

1 ESTRADE, Ricordi intimi d’un testimonio.2 Lo raccontò Bernadetta stessa più tardi.

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bielle.In sul primo metter piede in questa stanza si è quasi

instintivamente forzati a mettersi in ginocchio, comequando si entra in un santuario. Non era infatti in questoluogo che Maria sceglieva la figlia della povertà per far-ne la confidente del suo Cuore, la messaggera della suamisericordia e del suo amore?

Ma per quanto povero fosse questo focolare, non eraperò privo dei tratti che costituiscono la vera nobiltà.Non v’era forse in quei giorni a Lourdes una famiglia incui la preghiera in comune fosse meglio fatta: ogni gior-no Bernadetta, nella sua qualità di primogenita, recitavala preghiera ad alta voce, e si udiva la voce dei più pic-coli unirsi a quella del padre e della madre per offrire aDio questo «sacrifizio della sera».

Ogni domenica, l’intervento ai divini uffizi santifica-va il lavoro della settimana; e durante le solennità pa-squali, ed anche più sovente, i pii genitori si accostava-no alla Sacra Mensa.

La fedeltà e la fecondità onoravano gli sposi Soubi-rous; e perciò la loro unione fu perfetta, e per ben ottovolte, il Cielo collocò sulla fronte della virtuosa sposa,l’aureola della maternità (1).1 Ecco i nomi degli otto figli di Francesco Soubirous e di Luisa Castérot: 1°

Maria-Bernarda (Bernadetta), nata il 7 gennaio 1844, morta il 16 aprile1879;

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bielle.In sul primo metter piede in questa stanza si è quasi

instintivamente forzati a mettersi in ginocchio, comequando si entra in un santuario. Non era infatti in questoluogo che Maria sceglieva la figlia della povertà per far-ne la confidente del suo Cuore, la messaggera della suamisericordia e del suo amore?

Ma per quanto povero fosse questo focolare, non eraperò privo dei tratti che costituiscono la vera nobiltà.Non v’era forse in quei giorni a Lourdes una famiglia incui la preghiera in comune fosse meglio fatta: ogni gior-no Bernadetta, nella sua qualità di primogenita, recitavala preghiera ad alta voce, e si udiva la voce dei più pic-coli unirsi a quella del padre e della madre per offrire aDio questo «sacrifizio della sera».

Ogni domenica, l’intervento ai divini uffizi santifica-va il lavoro della settimana; e durante le solennità pa-squali, ed anche più sovente, i pii genitori si accostava-no alla Sacra Mensa.

La fedeltà e la fecondità onoravano gli sposi Soubi-rous; e perciò la loro unione fu perfetta, e per ben ottovolte, il Cielo collocò sulla fronte della virtuosa sposa,l’aureola della maternità (1).1 Ecco i nomi degli otto figli di Francesco Soubirous e di Luisa Castérot: 1°

Maria-Bernarda (Bernadetta), nata il 7 gennaio 1844, morta il 16 aprile1879;

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«I figli rispettavano i loro genitori, come i genitori sirispettavano tra di loro. Le correzioni venivano date atempo debito, senza che mai si ricorresse a maltratta-menti; nessuno mai si lamentava; di guisa che non erasenza una certa qual fierezza e gioia che si viveva alCachot (1).

Bernadetta era fin d’allora l’angelo custode dell’ani-ma de’ suoi fratelli e delle sue sorelle.

Che importa che l’oscurità distenda un velo sulla suaesistenza, che povere vesti coprano le sue spalle, chel’indigenza regni sovrana nella misera casetta? Non tar-derà a suonare l’ora in cui si vedranno tutte queste om-bre illuminarsi sotto l’azione della Vergine Santa.

2° Giovanni, nato il 13 febbraio 1845, morto il 10 aprile 1845;3° Antonietta Maria, nata il 19 settembre 1846, morta il 13 ottobre 1892;4° Giovanni Maria, nato il 10 dicembre 1848, morto il 4 gennaio 1851;5° Giovanni Maria, nato il 13 maggio 1851, morto giovane.6° Giustino, nato il 28 febbraio 1855, morto 1° febbraio 1865;7° Bernardo Pietro, nato 11 10 settembre 1859, morto il 10 febbraio 1931;8° Giovanni, nato il 4 febbraio 1864, morto il 22 settembre 1864.

1 P. CROS, Racconti e Misteri

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«I figli rispettavano i loro genitori, come i genitori sirispettavano tra di loro. Le correzioni venivano date atempo debito, senza che mai si ricorresse a maltratta-menti; nessuno mai si lamentava; di guisa che non erasenza una certa qual fierezza e gioia che si viveva alCachot (1).

Bernadetta era fin d’allora l’angelo custode dell’ani-ma de’ suoi fratelli e delle sue sorelle.

Che importa che l’oscurità distenda un velo sulla suaesistenza, che povere vesti coprano le sue spalle, chel’indigenza regni sovrana nella misera casetta? Non tar-derà a suonare l’ora in cui si vedranno tutte queste om-bre illuminarsi sotto l’azione della Vergine Santa.

2° Giovanni, nato il 13 febbraio 1845, morto il 10 aprile 1845;3° Antonietta Maria, nata il 19 settembre 1846, morta il 13 ottobre 1892;4° Giovanni Maria, nato il 10 dicembre 1848, morto il 4 gennaio 1851;5° Giovanni Maria, nato il 13 maggio 1851, morto giovane.6° Giustino, nato il 28 febbraio 1855, morto 1° febbraio 1865;7° Bernardo Pietro, nato 11 10 settembre 1859, morto il 10 febbraio 1931;8° Giovanni, nato il 4 febbraio 1864, morto il 22 settembre 1864.

1 P. CROS, Racconti e Misteri

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II.LA VEGGENTE.

«Un gran prodigio dovrà compiersi alla grotta diMassabielle» (1). Tale era la parola profetica che aleg-giava sopra questa apertura scavata dalla natura nel vivofianco del vecchio ammasso di rocce (2) che si trovanoall’ovest della città di Lourdes. Qui nulla di triste: lagrotta poco profonda è pienamente rischiarata dalla luceche viene dal di fuori; la sua volta è formata dalla nudaroccia, tappezzata da rami di arboscelli selvaggi, ches’intrecciano tra loro; ai suoi piedi rumoreggiano senzaposa le onde del Gavo.

In lontananza i giganti dei Pirenei colpiscono gli oc-chi collo spettacolo grandioso che presentano, ed in vi-cinanza colline verdeggianti rallegrano l’orizzonte: sidirebbe che la montagna insensibilmente si abbassa perinchinarsi dinanzi ad una grandezza ancora sconosciuta.Tutto spira un profondo raccoglimento in questo paesag-gio, che pare aspetti il compimento del vaticinato prodi-gio.E nondimeno racconti spaventosi si tramandavano digenerazione in generazione a proposito di questa grotta,ove i pastori sorpresi dalla tempesta non avrebbero osa-

1 P. CROS, Racconti e Misteri2 Di qui la parola Massabielle.

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II.LA VEGGENTE.

«Un gran prodigio dovrà compiersi alla grotta diMassabielle» (1). Tale era la parola profetica che aleg-giava sopra questa apertura scavata dalla natura nel vivofianco del vecchio ammasso di rocce (2) che si trovanoall’ovest della città di Lourdes. Qui nulla di triste: lagrotta poco profonda è pienamente rischiarata dalla luceche viene dal di fuori; la sua volta è formata dalla nudaroccia, tappezzata da rami di arboscelli selvaggi, ches’intrecciano tra loro; ai suoi piedi rumoreggiano senzaposa le onde del Gavo.

In lontananza i giganti dei Pirenei colpiscono gli oc-chi collo spettacolo grandioso che presentano, ed in vi-cinanza colline verdeggianti rallegrano l’orizzonte: sidirebbe che la montagna insensibilmente si abbassa perinchinarsi dinanzi ad una grandezza ancora sconosciuta.Tutto spira un profondo raccoglimento in questo paesag-gio, che pare aspetti il compimento del vaticinato prodi-gio.E nondimeno racconti spaventosi si tramandavano digenerazione in generazione a proposito di questa grotta,ove i pastori sorpresi dalla tempesta non avrebbero osa-

1 P. CROS, Racconti e Misteri2 Di qui la parola Massabielle.

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to penetrare senza prima essersi premuniti del segnodella croce. Eppure la roccia di Massabielle era, nellacapitale della Bigorra, il dominio di Maria! «Questotratto di terra era suo feudo fin da quando nel secolo IX,la città e le terre di Lourdes erano state date a N. S. delPUY; e per attestare questo glorioso vassallaggio, ognianno, nel corso dei secoli che seguirono, i pellegrini diLourdes erano andati a cospargere di erbe e di fiori, coltia Massabielle, il Santuario del Puy, come per dire allaVergine Santa: «Vieni, quella roccia è tua» (1).

PRIMA APPARIZIONE

Era l’11 febbraio 1858, secondo anniversario delgiorno in cui Pio IX aveva dichiarato l’opera del Puyopera della Francia. Scoccava mezzogiorno, e dai cam-panili delle regioni vicine tintinnava l’Angelus, quandoBernadetta con sua sorella Antonietta (2) e GiovannaAbadie, una loro piccola compagna, si erano dirette allaricerca di legna secca sulla sponda del Gavo, attraver-sando la prateria vicina alla roccia di Massabielle, che inquei tempi era contornata dal canale di Savy. Essendo inquell’epoca il Gavo scarso d’acque, ne era avvenuto chetra le due correnti si era formato un piccolo banco di

1 P. CROS, opera citata.2 Chiamata più tardi Maria.

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to penetrare senza prima essersi premuniti del segnodella croce. Eppure la roccia di Massabielle era, nellacapitale della Bigorra, il dominio di Maria! «Questotratto di terra era suo feudo fin da quando nel secolo IX,la città e le terre di Lourdes erano state date a N. S. delPUY; e per attestare questo glorioso vassallaggio, ognianno, nel corso dei secoli che seguirono, i pellegrini diLourdes erano andati a cospargere di erbe e di fiori, coltia Massabielle, il Santuario del Puy, come per dire allaVergine Santa: «Vieni, quella roccia è tua» (1).

PRIMA APPARIZIONE

Era l’11 febbraio 1858, secondo anniversario delgiorno in cui Pio IX aveva dichiarato l’opera del Puyopera della Francia. Scoccava mezzogiorno, e dai cam-panili delle regioni vicine tintinnava l’Angelus, quandoBernadetta con sua sorella Antonietta (2) e GiovannaAbadie, una loro piccola compagna, si erano dirette allaricerca di legna secca sulla sponda del Gavo, attraver-sando la prateria vicina alla roccia di Massabielle, che inquei tempi era contornata dal canale di Savy. Essendo inquell’epoca il Gavo scarso d’acque, ne era avvenuto chetra le due correnti si era formato un piccolo banco di

1 P. CROS, opera citata.2 Chiamata più tardi Maria.

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sabbia e di ghiaia; ed inoltre, non essendo in quel giornoil mulino messo in movimento, le acque del canale era-no molto basse.

Qui cediamo la parola alla nostra Santa e riferiamo intutta la sua semplicità il racconto della prima Apparizio-ne, tale quale l’abbiamo trovato scritto di sua propriamano nelle sue note intime.

«La prima volta che andai alla grotta, mi recai condue altre fanciulle per raccogliere legna. Arrivate al mu-lino, domandai loro se volevano recarsi a vedere il luo-go, ove le acque del canale si confondono con quelle delGavo. Avendomi esse risposto affermativamente, se-guimmo insieme il canale e ci trovammo innanzi ad unaGrotta. Nell’impossibilità di inoltrarci di più, le miecompagne si misero in grado di attraversare l’acqua chestava dinanzi alla Grotta, restando io sola sull’altrasponda. Le pregai allora di gettare alcune pietre sulle ac-que per aiutarmi a poter passare anch’io senza scalzar-mi: ma avendomi detto che, se volevo passare, facessicome avevano fatto esse, mi spinsi qualche passo piùlungi per vedere se potessi trovare un passaggio più fa-cile, ma inutilmente. Ritornai allora dinanzi alla Grotta.Non avevo ancora tolta la prima calza, che sentiid’improvviso un rombare come di vento gagliardo. Vol-si la testa dalla parte della prateria e vidi che i rami degli

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sabbia e di ghiaia; ed inoltre, non essendo in quel giornoil mulino messo in movimento, le acque del canale era-no molto basse.

Qui cediamo la parola alla nostra Santa e riferiamo intutta la sua semplicità il racconto della prima Apparizio-ne, tale quale l’abbiamo trovato scritto di sua propriamano nelle sue note intime.

«La prima volta che andai alla grotta, mi recai condue altre fanciulle per raccogliere legna. Arrivate al mu-lino, domandai loro se volevano recarsi a vedere il luo-go, ove le acque del canale si confondono con quelle delGavo. Avendomi esse risposto affermativamente, se-guimmo insieme il canale e ci trovammo innanzi ad unaGrotta. Nell’impossibilità di inoltrarci di più, le miecompagne si misero in grado di attraversare l’acqua chestava dinanzi alla Grotta, restando io sola sull’altrasponda. Le pregai allora di gettare alcune pietre sulle ac-que per aiutarmi a poter passare anch’io senza scalzar-mi: ma avendomi detto che, se volevo passare, facessicome avevano fatto esse, mi spinsi qualche passo piùlungi per vedere se potessi trovare un passaggio più fa-cile, ma inutilmente. Ritornai allora dinanzi alla Grotta.Non avevo ancora tolta la prima calza, che sentiid’improvviso un rombare come di vento gagliardo. Vol-si la testa dalla parte della prateria e vidi che i rami degli

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alberi non si muovevano. Continuando a scalzarmi sen-tii nuovamente il rombare con lo stesso impeto, per cui,avendo alzato lo sguardo verso la Grotta, vidi una Si-gnora, vestita di bianco. Ne rimasi non poco spaventata,e, credendo di essere in preda ad un’illusione, mi stro-picciai gli occhi, ma invano; vedevo sempre la stessa Si-gnora. Misi la mano in tasca ed estrassi il mio rosario, e,volendo fare il segno della croce, non fui capace di alza-re la mano sino alla fronte: ne rimasi perciò sempre piùcolpita. Ma avendo la Signora preso il rosario che tene-va fra le sue mani e fatto ella stessa il segno della croce,provai anch’io una seconda volta e vi riuscii. Non appe-na fatto il segno della croce, il grande spavento che ave-vo provato scomparve; mi inginocchiai e recitai il rosa-rio in presenza di quella bella Signora. Terminata la re-cita del rosario, ella mi fece cenno d’avvicinarmi, manon osai, ed ella disparve.

«Estrassi allora l’altra calza per poter attraversare ilpiccolo corso d’acqua, che si trovava innanzi alla Grottae tutte insieme ci ritirammo.

«Strada facendo, domandai alle mie compagne senon avessero veduto nulla. – «No», mi risposero «ma tuhai veduto qualche cosa?» – «Oh! no, se voi nulla aveteveduto, io pure non ho veduto nulla». Non volevo rive-lare loro checchessia; ma esse mi pregarono talmente,

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alberi non si muovevano. Continuando a scalzarmi sen-tii nuovamente il rombare con lo stesso impeto, per cui,avendo alzato lo sguardo verso la Grotta, vidi una Si-gnora, vestita di bianco. Ne rimasi non poco spaventata,e, credendo di essere in preda ad un’illusione, mi stro-picciai gli occhi, ma invano; vedevo sempre la stessa Si-gnora. Misi la mano in tasca ed estrassi il mio rosario, e,volendo fare il segno della croce, non fui capace di alza-re la mano sino alla fronte: ne rimasi perciò sempre piùcolpita. Ma avendo la Signora preso il rosario che tene-va fra le sue mani e fatto ella stessa il segno della croce,provai anch’io una seconda volta e vi riuscii. Non appe-na fatto il segno della croce, il grande spavento che ave-vo provato scomparve; mi inginocchiai e recitai il rosa-rio in presenza di quella bella Signora. Terminata la re-cita del rosario, ella mi fece cenno d’avvicinarmi, manon osai, ed ella disparve.

«Estrassi allora l’altra calza per poter attraversare ilpiccolo corso d’acqua, che si trovava innanzi alla Grottae tutte insieme ci ritirammo.

«Strada facendo, domandai alle mie compagne senon avessero veduto nulla. – «No», mi risposero «ma tuhai veduto qualche cosa?» – «Oh! no, se voi nulla aveteveduto, io pure non ho veduto nulla». Non volevo rive-lare loro checchessia; ma esse mi pregarono talmente,

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che mi decisi a parlare a condizione però che non neavrebbero fatto parola. Mi promisero di custodire il se-greto; ma appena arrivate a casa si fecero premura di ri-ferire quanto avevo veduto. Era il giovedì 11 febbraio1858».

Qui fluisce il racconto di Bernadetta, ma la storia cidice che la madre Soubirous temendo che sua figlia fos-se trastullo di qualche illusione, le proibì di ritornarealla Grotta. La sua sollecitudine materna s’allarmò an-cor di più, quando vide Bernadetta in preda a viva com-mozione mettersi, piangendo, a recitare ad alta voce lapreghiera della sera; più che mai allora rinnovò la proi-bizione.

«Andammo a dormire, narra la fanciulla, ma non mifu possibile prendere sonno. La figura così buona e cosìgraziosa della Signora mi ritornava senza posa alla men-te. Avevo un bel ricordarmi di ciò che mi aveva detto lamamma, non potevo indurmi a credere d’essere ingan-nata».

SECONDA APPARIZIONE(Domenica 14 febbraio)

Nonostante tutto ciò, un’attrattiva sovrumana, poten-te, irresistibile trascinava Bernadetta verso la Grotta,che si era illuminata ai suoi sguardi. Ma come vincere la

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che mi decisi a parlare a condizione però che non neavrebbero fatto parola. Mi promisero di custodire il se-greto; ma appena arrivate a casa si fecero premura di ri-ferire quanto avevo veduto. Era il giovedì 11 febbraio1858».

Qui fluisce il racconto di Bernadetta, ma la storia cidice che la madre Soubirous temendo che sua figlia fos-se trastullo di qualche illusione, le proibì di ritornarealla Grotta. La sua sollecitudine materna s’allarmò an-cor di più, quando vide Bernadetta in preda a viva com-mozione mettersi, piangendo, a recitare ad alta voce lapreghiera della sera; più che mai allora rinnovò la proi-bizione.

«Andammo a dormire, narra la fanciulla, ma non mifu possibile prendere sonno. La figura così buona e cosìgraziosa della Signora mi ritornava senza posa alla men-te. Avevo un bel ricordarmi di ciò che mi aveva detto lamamma, non potevo indurmi a credere d’essere ingan-nata».

SECONDA APPARIZIONE(Domenica 14 febbraio)

Nonostante tutto ciò, un’attrattiva sovrumana, poten-te, irresistibile trascinava Bernadetta verso la Grotta,che si era illuminata ai suoi sguardi. Ma come vincere la

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resistenza della madre? La domenica 14 febbraio, dopola messa solenne della Parrocchia, cinque o sei delle suegiovani compagne, desiderose d’andare con lei allaGrotta, insistettero talmente presso la madre Soubirous,che questa, non sapendo resistere alle loro vive istanze,finì per cedere, non senza però fare loro prima le piùcalde raccomandazioni.

Passando dinanzi alla chiesa, la piccola comitiva siprovvide d’acqua benedetta, e s’avviò alla volta dellaroccia di Massabielle. Tutt’intorno era solitudine e de-serto; arrivate alla Grotta, le fanciulle si inginocchiaro-no, recitando il Rosario. «Eccola!», gridò subitamenteBernadetta; «Ella sorride». Il viso della Veggente eraradioso: s’avvicinò alla Visione, e, spruzzandolad’acqua benedetta, disse: «Se tu vieni da parte di Dio,vieni pure». La Signora sorrise di nuovo, ed avvicinatasia Bernadetta si chinò verso di lei. La fanciulletta s’ingi-nocchiò, e ben presto la si vide pallida, rapita in estasi,da cui non potè venir distratta, neppure da una pietralanciatale dall’alto della Grotta (1).

In presenza di quella scena inaspettata, le compagnedella piccola pastorella si turbarono, e la sorella sua Ma-

1 La pietra era stata lanciata da Giovanna Abadie, arrivata alla Grotta dopo lesue compagne. Cinquanta anni più tardi, già avanzata in età, ci raccontavaella stessa il fatto piangendo: «Oh! quella pietra!...l’ho sempre sul cuore! Edire che la lanciavo contro la Vergine Santa!».

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resistenza della madre? La domenica 14 febbraio, dopola messa solenne della Parrocchia, cinque o sei delle suegiovani compagne, desiderose d’andare con lei allaGrotta, insistettero talmente presso la madre Soubirous,che questa, non sapendo resistere alle loro vive istanze,finì per cedere, non senza però fare loro prima le piùcalde raccomandazioni.

Passando dinanzi alla chiesa, la piccola comitiva siprovvide d’acqua benedetta, e s’avviò alla volta dellaroccia di Massabielle. Tutt’intorno era solitudine e de-serto; arrivate alla Grotta, le fanciulle si inginocchiaro-no, recitando il Rosario. «Eccola!», gridò subitamenteBernadetta; «Ella sorride». Il viso della Veggente eraradioso: s’avvicinò alla Visione, e, spruzzandolad’acqua benedetta, disse: «Se tu vieni da parte di Dio,vieni pure». La Signora sorrise di nuovo, ed avvicinatasia Bernadetta si chinò verso di lei. La fanciulletta s’ingi-nocchiò, e ben presto la si vide pallida, rapita in estasi,da cui non potè venir distratta, neppure da una pietralanciatale dall’alto della Grotta (1).

In presenza di quella scena inaspettata, le compagnedella piccola pastorella si turbarono, e la sorella sua Ma-

1 La pietra era stata lanciata da Giovanna Abadie, arrivata alla Grotta dopo lesue compagne. Cinquanta anni più tardi, già avanzata in età, ci raccontavaella stessa il fatto piangendo: «Oh! quella pietra!...l’ho sempre sul cuore! Edire che la lanciavo contro la Vergine Santa!».

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ria credette che stesse per morire. Ripreso nondimenocoraggio, fecero il possibile per istrapparla alla sua con-templazione, aiutate in ciò dal mugnaio Nicola, che simise di mezzo e, sostenendola, la trasse via non senzaperò provare egli pure quello strano sentimento di ri-spetto, che si prova, quando si è a contatto del sopranna-turale.

Ma durante il tragitto, l’Essere misterioso continuòancora per qualche tempo a stare innanzi a Bernadetta,finchè la visione scomparve completamente, ed ella tor-nò in sè. Quando la madre fu informata di tutto ciò, cor-se agitata e quasi fuori di sè alla volta della figlia el’avrebbe certamente battuta, se la madre del mugnaioNicola, che, per essere stata presente allo spettacolo me-raviglioso, aveva veduto il viso trasfigurato della fan-ciulla, non l’avesse fermata con queste parole: «Non lapercuotete. Vostra figlia è un angelo!».

Da quel momento il pensiero della Signora, veduta invisione, s’impadronì talmente di Bernadetta, che le sta-va di continuo innanzi agli occhi tale e quale le era ap-parsa: bella e dotata di tanta grazia e maestà, che le eraimpossibile darne una benchè pallida immagine. Più tar-di, ella avrà per tutti i paragoni che le si proporrannosolo una smorfia di disprezzo, ed, in presenza delle piùcelebri beltà mondane, non farà che esclamare: «Oh

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ria credette che stesse per morire. Ripreso nondimenocoraggio, fecero il possibile per istrapparla alla sua con-templazione, aiutate in ciò dal mugnaio Nicola, che simise di mezzo e, sostenendola, la trasse via non senzaperò provare egli pure quello strano sentimento di ri-spetto, che si prova, quando si è a contatto del sopranna-turale.

Ma durante il tragitto, l’Essere misterioso continuòancora per qualche tempo a stare innanzi a Bernadetta,finchè la visione scomparve completamente, ed ella tor-nò in sè. Quando la madre fu informata di tutto ciò, cor-se agitata e quasi fuori di sè alla volta della figlia el’avrebbe certamente battuta, se la madre del mugnaioNicola, che, per essere stata presente allo spettacolo me-raviglioso, aveva veduto il viso trasfigurato della fan-ciulla, non l’avesse fermata con queste parole: «Non lapercuotete. Vostra figlia è un angelo!».

Da quel momento il pensiero della Signora, veduta invisione, s’impadronì talmente di Bernadetta, che le sta-va di continuo innanzi agli occhi tale e quale le era ap-parsa: bella e dotata di tanta grazia e maestà, che le eraimpossibile darne una benchè pallida immagine. Più tar-di, ella avrà per tutti i paragoni che le si proporrannosolo una smorfia di disprezzo, ed, in presenza delle piùcelebri beltà mondane, non farà che esclamare: «Oh

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esse non possono in nessun modo reggere al paragone!La mia Signora è bella... bella più che ogni altra cosa».

Ecco infatti la descrizione, quale ci è stata conservata,stando ai particolari tramandatici dalla piccola veggente:«La Vergine indossava una lunga veste di sfolgoreggian-te candore, graziosamente fissata alla radice del collo; lesue maniche erano strette. Le avvolgeva il capo fino allalinea della fronte un bianco velo, che sciolto le ricadevaper le spalle, coprendole un tantino le braccia colle suepieghe ondeggianti e scendeva giù di dietro lungo tuttala persona. Le cingeva i fianchi una fascia di color cele-ste, annodata sul davanti a mezzo il corpo e pendenteduplicata e senza ornamento fino ai piedi. Questi appari-vano nudi sotto le falde della lunga ed ampia veste, esulla loro estremità brillava una rosa gialla, come oro.Dall’una delle sue braccia pendeva un lungo rosario digrani bianchi, infilati in una catenella d’oro scintillante,che terminava in una bella croce pure d’oro, lucentecome quello delle rose (1).

1 Annali di Lourdes, Anno I.

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esse non possono in nessun modo reggere al paragone!La mia Signora è bella... bella più che ogni altra cosa».

Ecco infatti la descrizione, quale ci è stata conservata,stando ai particolari tramandatici dalla piccola veggente:«La Vergine indossava una lunga veste di sfolgoreggian-te candore, graziosamente fissata alla radice del collo; lesue maniche erano strette. Le avvolgeva il capo fino allalinea della fronte un bianco velo, che sciolto le ricadevaper le spalle, coprendole un tantino le braccia colle suepieghe ondeggianti e scendeva giù di dietro lungo tuttala persona. Le cingeva i fianchi una fascia di color cele-ste, annodata sul davanti a mezzo il corpo e pendenteduplicata e senza ornamento fino ai piedi. Questi appari-vano nudi sotto le falde della lunga ed ampia veste, esulla loro estremità brillava una rosa gialla, come oro.Dall’una delle sue braccia pendeva un lungo rosario digrani bianchi, infilati in una catenella d’oro scintillante,che terminava in una bella croce pure d’oro, lucentecome quello delle rose (1).

1 Annali di Lourdes, Anno I.

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TERZA APPARIZIONE(Giovedì 18 febbraio)

Il 18 febbraio, fin dallo spuntare del giorno, Berna-detta accompagnata dalla Signora Millet e dalla Signori-na Peyret, figlia di Maria, si dirigeva alla volta dellaGrotta, dopo aver ascoltato la S. Messa. Questa volta sierano munite d’un cero benedetto, che, nelle loro inten-zioni, doveva servire come arma soprannaturale controqualsiasi intervento diabolico, e si erano inoltre provvi-ste di carta, penna ed inchiostro per dare così alla perso-na, che mostravasi nella Grotta, facilità di scrivere i suoidesideri (1).

Bernadetta, benchè tormentata dall’asma, camminan-do in testa alla piccola comitiva con meravigliosa agili-tà, arrivò prima alla Grotta, lasciandosi dietro le suecompagne. Non appena giunta: «Eccola» esclamò esenz’altro entrò in comunicazione con quella Signoramisteriosa che aveva sorriso al suo «esorcismo» delladomenica, a quella Signora che vedeva così bella e cosìsorridente e che «osava già amare»; ed avvicinandosi alcespuglio di rose selvatiche, che si trovava a piè dellaGrotta, ed alzandosi sui piedi pregò la Visione di scrive-re ciò che voleva far sapere.1 La signorina Peyret era d’opinione che la Signora che appariva alla Grotta

non fosse altri che l’antica Presidentessa delle Figlie di Maria, morta pochimesi prima e che ora venisse ad implorare suffragi.

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TERZA APPARIZIONE(Giovedì 18 febbraio)

Il 18 febbraio, fin dallo spuntare del giorno, Berna-detta accompagnata dalla Signora Millet e dalla Signori-na Peyret, figlia di Maria, si dirigeva alla volta dellaGrotta, dopo aver ascoltato la S. Messa. Questa volta sierano munite d’un cero benedetto, che, nelle loro inten-zioni, doveva servire come arma soprannaturale controqualsiasi intervento diabolico, e si erano inoltre provvi-ste di carta, penna ed inchiostro per dare così alla perso-na, che mostravasi nella Grotta, facilità di scrivere i suoidesideri (1).

Bernadetta, benchè tormentata dall’asma, camminan-do in testa alla piccola comitiva con meravigliosa agili-tà, arrivò prima alla Grotta, lasciandosi dietro le suecompagne. Non appena giunta: «Eccola» esclamò esenz’altro entrò in comunicazione con quella Signoramisteriosa che aveva sorriso al suo «esorcismo» delladomenica, a quella Signora che vedeva così bella e cosìsorridente e che «osava già amare»; ed avvicinandosi alcespuglio di rose selvatiche, che si trovava a piè dellaGrotta, ed alzandosi sui piedi pregò la Visione di scrive-re ciò che voleva far sapere.1 La signorina Peyret era d’opinione che la Signora che appariva alla Grotta

non fosse altri che l’antica Presidentessa delle Figlie di Maria, morta pochimesi prima e che ora venisse ad implorare suffragi.

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«Ciò che ho da dirvi non è necessario che lo scriva!Volete avere la bontà di venire qui per quindicigiorni?».

Ed avendo la fanciulla risposto affermativamente: «Ionon vi prometto già che voi sarete felice in questo mon-do, ma nell’altro» aggiunse la celeste Signora (1).

Bernadetta, dolcemente commossa, pareva felice inquel giorno, ma non diede alcun segno esteriore di esta-si; ed il Signor Estrade ci fa qui osservare che, poichè laSignora intendeva parlare, voleva che Bernadetta sentis-se la sua voce nella calma e in pieno possesso delle suefacoltà.

«– Domanda un po’ alla Visione se la mia presenzaqui non le è importuna?» disse la Millet – Bernadettaalzò gli occhi verso l’alto della Grotta e poi rivolgendo-sele «La Signora risponde: No, la sua presenza non mi èpunto spiacevole».

La Veggente si rimise quindi con fervore a pregare,interrompendosi di tanto in tanto per abbandonarsi adintimi colloquii colla Visione (2). Passò così un’ora, e

1 Si tradusse spesso: «Io non vi prometto di rendervi felice in questo mondo,ecc...» mentre la traduzione letterale del dialetto suona come noi la riportia-mo: N’ou proumetti pas d’esta hurouso en este mounde, mes en aoüte.

2 Bernadetta, fino al momento in cui la SS. Vergine non le rivelò il suo nome,non si servì per designarla che delle due espressioni: la «Signora», la «Vi-sione».

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«Ciò che ho da dirvi non è necessario che lo scriva!Volete avere la bontà di venire qui per quindicigiorni?».

Ed avendo la fanciulla risposto affermativamente: «Ionon vi prometto già che voi sarete felice in questo mon-do, ma nell’altro» aggiunse la celeste Signora (1).

Bernadetta, dolcemente commossa, pareva felice inquel giorno, ma non diede alcun segno esteriore di esta-si; ed il Signor Estrade ci fa qui osservare che, poichè laSignora intendeva parlare, voleva che Bernadetta sentis-se la sua voce nella calma e in pieno possesso delle suefacoltà.

«– Domanda un po’ alla Visione se la mia presenzaqui non le è importuna?» disse la Millet – Bernadettaalzò gli occhi verso l’alto della Grotta e poi rivolgendo-sele «La Signora risponde: No, la sua presenza non mi èpunto spiacevole».

La Veggente si rimise quindi con fervore a pregare,interrompendosi di tanto in tanto per abbandonarsi adintimi colloquii colla Visione (2). Passò così un’ora, e

1 Si tradusse spesso: «Io non vi prometto di rendervi felice in questo mondo,ecc...» mentre la traduzione letterale del dialetto suona come noi la riportia-mo: N’ou proumetti pas d’esta hurouso en este mounde, mes en aoüte.

2 Bernadetta, fino al momento in cui la SS. Vergine non le rivelò il suo nome,non si servì per designarla che delle due espressioni: la «Signora», la «Vi-sione».

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poi tutto disparve.«– Ella vi ha lungamente guardata e vi ha anche sorri-

so» disse più tardi Bernadetta alla Peyret, che in sulleprime a queste parole non provò commozione alcuna;ma ripensandoci dopo ne rimase così commossa da con-fessare «di non vivere più che di quel sorriso».

La Millet e la Peyret nel riconsegnare Bernadetta allamadre, non poterono anch’esse trattenersi dall’esclama-re: «Ah quanto siete felice di avere una figliuola simi-le!».

QUARTA APPARIZIONE(Venerdì 19 febbraio)

La madre Soubirous, in presenza della serenità e fidu-cia di sua figlia, aveva sentito diminuire i suoi timori;quello che Bernadetta le diceva della bellezza celeste edella soave bontà della Signora le faceva supporre nonesservi in quel fatto «alcuna magìa diabolica». Insistettedunque ella stessa presso il marito, affinchè permettessealla fanciulla di recarsi alla Grotta per quindici giorni.

La domanda della Visione a Bernadetta non essendostata tenuta segreta, ne avvenne che, quando al mattinodel 19 febbraio, questa, accompagnata dalla madre edalla zia Bernarda, si diresse verso la Grotta, un piccologruppo di persone la seguirono. La Veggente, appena

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poi tutto disparve.«– Ella vi ha lungamente guardata e vi ha anche sorri-

so» disse più tardi Bernadetta alla Peyret, che in sulleprime a queste parole non provò commozione alcuna;ma ripensandoci dopo ne rimase così commossa da con-fessare «di non vivere più che di quel sorriso».

La Millet e la Peyret nel riconsegnare Bernadetta allamadre, non poterono anch’esse trattenersi dall’esclama-re: «Ah quanto siete felice di avere una figliuola simi-le!».

QUARTA APPARIZIONE(Venerdì 19 febbraio)

La madre Soubirous, in presenza della serenità e fidu-cia di sua figlia, aveva sentito diminuire i suoi timori;quello che Bernadetta le diceva della bellezza celeste edella soave bontà della Signora le faceva supporre nonesservi in quel fatto «alcuna magìa diabolica». Insistettedunque ella stessa presso il marito, affinchè permettessealla fanciulla di recarsi alla Grotta per quindici giorni.

La domanda della Visione a Bernadetta non essendostata tenuta segreta, ne avvenne che, quando al mattinodel 19 febbraio, questa, accompagnata dalla madre edalla zia Bernarda, si diresse verso la Grotta, un piccologruppo di persone la seguirono. La Veggente, appena

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giunta, si mise in ginocchio e, col suo rosario in mano,si fece il segno della croce. Un momento dopo il mondomateriale già era scomparso da’ suoi occhi e l’anima suaera assorta nella contemplazione della celeste Appari-zione. Un sorriso ineffabile illuminava il suo volto, eduna corrente di gaudio la rendeva interamente felice nel-la visione che allora stava provando. La madre, che lacontemplava, vedendola col corpo inclinato in avanti,quasi in atto di alzarsi da terra e prendere il volo, presada ammirazione e da timore, non potè trattenersi dal gri-dare: «Mio Dio, vi scongiuro, non mi togliete mia fi-glia!» mentre altre voci esclamavano: «Oh quanto èbella!» L’estasi durò circa mezz’ora, mezz’ora di Para-diso!

Bernadetta, rinvenuta dal rapimento, raccontò che du-rante il suo dialogo con la Visione, un tumulto di vociselvaggie si era fatto udire al di sopra delle acque delGavo «e che queste voci si contrastavano, si confonde-vano, s’incrociavano le une alle altre ed una di questevoci, dominando tutte le altre, gridava: «Scappa, Scap-pa!» Ma uno sguardo della Signora aveva dissipato ognicosa. Satana, prevedendo senza dubbio i disegni miseri-cordiosi del Cristo sopra questa Grotta, voleva opporvisied impedirli, sforzandosi, per prima cosa, di spaventarela fanciulla. Era un primo tentativo; ben altri dovevano

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giunta, si mise in ginocchio e, col suo rosario in mano,si fece il segno della croce. Un momento dopo il mondomateriale già era scomparso da’ suoi occhi e l’anima suaera assorta nella contemplazione della celeste Appari-zione. Un sorriso ineffabile illuminava il suo volto, eduna corrente di gaudio la rendeva interamente felice nel-la visione che allora stava provando. La madre, che lacontemplava, vedendola col corpo inclinato in avanti,quasi in atto di alzarsi da terra e prendere il volo, presada ammirazione e da timore, non potè trattenersi dal gri-dare: «Mio Dio, vi scongiuro, non mi togliete mia fi-glia!» mentre altre voci esclamavano: «Oh quanto èbella!» L’estasi durò circa mezz’ora, mezz’ora di Para-diso!

Bernadetta, rinvenuta dal rapimento, raccontò che du-rante il suo dialogo con la Visione, un tumulto di vociselvaggie si era fatto udire al di sopra delle acque delGavo «e che queste voci si contrastavano, si confonde-vano, s’incrociavano le une alle altre ed una di questevoci, dominando tutte le altre, gridava: «Scappa, Scap-pa!» Ma uno sguardo della Signora aveva dissipato ognicosa. Satana, prevedendo senza dubbio i disegni miseri-cordiosi del Cristo sopra questa Grotta, voleva opporvisied impedirli, sforzandosi, per prima cosa, di spaventarela fanciulla. Era un primo tentativo; ben altri dovevano

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aver luogo in seguito!

QUINTA APPARIZIONE(Sabato 20 febbraio)

Il piccolo gruppo, accorso il dì precedente alla Grotta,non era che l’avanguardia di quello che sarebbero statele folle di Lourdes. La fama delle Apparizioni erasi rapi-damente sparsa non solo nella piccola capitale della Bi-gorra, ma ancora per tutti i villaggi circonvicini, e ilnome di Bernadetta era su tutte le labbra, ed occupavagli animi di tutti. Alcuni se ne burlavano, altri fingevanodi restare indifferenti, ma i più già incominciavano adindovinare il nome della Dama misteriosa. Si accorrevada tutte la parti alla Grotta, ed i visitatori da centinaiadiventarono ben presto migliaia. Per vedere la privile-giata fanciulla in estasi, non si temeva di sfidare la fati-ca, il freddo, l’insonnia; ognuno si collocava dove pote-va, inerpicandosi persino sulle balze ghiacciate ed umi-de della Grotta, o portandosi sull’altra sponda del Gavo.Nessun sacrifizio poi sembrava troppo grande per colo-ro che riuscivano ad occupare un posto sulla roccia infaccia alla Veggente; e benchè molti non potessero nep-pure nutrire la speranza d’arrivare fino a Bernadetta, odanche soltanto di vederla, pure, obbedendo ad un’attra-zione sempre più forte, non desistevano dall’accorrervi.

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aver luogo in seguito!

QUINTA APPARIZIONE(Sabato 20 febbraio)

Il piccolo gruppo, accorso il dì precedente alla Grotta,non era che l’avanguardia di quello che sarebbero statele folle di Lourdes. La fama delle Apparizioni erasi rapi-damente sparsa non solo nella piccola capitale della Bi-gorra, ma ancora per tutti i villaggi circonvicini, e ilnome di Bernadetta era su tutte le labbra, ed occupavagli animi di tutti. Alcuni se ne burlavano, altri fingevanodi restare indifferenti, ma i più già incominciavano adindovinare il nome della Dama misteriosa. Si accorrevada tutte la parti alla Grotta, ed i visitatori da centinaiadiventarono ben presto migliaia. Per vedere la privile-giata fanciulla in estasi, non si temeva di sfidare la fati-ca, il freddo, l’insonnia; ognuno si collocava dove pote-va, inerpicandosi persino sulle balze ghiacciate ed umi-de della Grotta, o portandosi sull’altra sponda del Gavo.Nessun sacrifizio poi sembrava troppo grande per colo-ro che riuscivano ad occupare un posto sulla roccia infaccia alla Veggente; e benchè molti non potessero nep-pure nutrire la speranza d’arrivare fino a Bernadetta, odanche soltanto di vederla, pure, obbedendo ad un’attra-zione sempre più forte, non desistevano dall’accorrervi.

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Dal canto suo la fanciulla passava in mezzo a quellamoltitudine senza accorgersene. «Io non vedevo nulla,confessava ella più tardi ad una religiosa, tanto ero pe-netrata dal pensiero di Colei che mi appariva!». Arriva-ta alla Grotta, andava ad inginocchiarsi sopra una pietra,guardata da tutti con religioso rispetto. «È il posto diBernadetta» si diceva. Recitava le sue Ave Maria con gliocchi fissi nell’apertura della Grotta e ben presto il suoviso si trasfigurava e la folla, rapita da un non so che disoprannaturale che non si poteva spiegare, cercava divedere su quel celestial sembiante. È impossibile descri-vere un tale spettacolo; nondimeno non mancò chi tentòdi farlo.

«Bernadetta era bella, non di quella bellezza rosea eviva che ci fa sorridere dinanzi al viso di un bambino,ma di una bellezza sovrumana e straordinaria. Le sueguance erano, è vero, estremamente pallide, ma con taleuna sfumatura soave, che si sarebbero dette attraversatedalla luce; un dolce rossore, che leggermente imporpo-rava gli zigomi e le labbra, rialzava quella bianchezza dimarmo. Gli occhi alti e ben aperti si beavano felici e ra-diosi nella misteriosa visione; fissi ed immobili in essaparevano come inchiodati da un raggio di luce. La si ve-deva qualche volta muovere le labbra, ma lievemente;chè quasi sempre rimanevano senza alcuno sforzo chiu-

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Dal canto suo la fanciulla passava in mezzo a quellamoltitudine senza accorgersene. «Io non vedevo nulla,confessava ella più tardi ad una religiosa, tanto ero pe-netrata dal pensiero di Colei che mi appariva!». Arriva-ta alla Grotta, andava ad inginocchiarsi sopra una pietra,guardata da tutti con religioso rispetto. «È il posto diBernadetta» si diceva. Recitava le sue Ave Maria con gliocchi fissi nell’apertura della Grotta e ben presto il suoviso si trasfigurava e la folla, rapita da un non so che disoprannaturale che non si poteva spiegare, cercava divedere su quel celestial sembiante. È impossibile descri-vere un tale spettacolo; nondimeno non mancò chi tentòdi farlo.

«Bernadetta era bella, non di quella bellezza rosea eviva che ci fa sorridere dinanzi al viso di un bambino,ma di una bellezza sovrumana e straordinaria. Le sueguance erano, è vero, estremamente pallide, ma con taleuna sfumatura soave, che si sarebbero dette attraversatedalla luce; un dolce rossore, che leggermente imporpo-rava gli zigomi e le labbra, rialzava quella bianchezza dimarmo. Gli occhi alti e ben aperti si beavano felici e ra-diosi nella misteriosa visione; fissi ed immobili in essaparevano come inchiodati da un raggio di luce. La si ve-deva qualche volta muovere le labbra, ma lievemente;chè quasi sempre rimanevano senza alcuno sforzo chiu-

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se. Su tutto il viso un riflesso di gioia stendeva un inef-fabile accenno di dolce sorriso, in cui era facile leggerviun rispetto ed un’ammirazione immensa congiunti ad unimmenso amore, che denotava la presenza di un essereinfinitamente grande e buono. Di tanto in tanto due la-crime scorrevano giù per le guance, come stille di rugia-da su di una foglia liscia, senza spandersi, e bagnare ilviso, e vi restavano lungamente, risplendenti sul cando-re niveo delle guance. Benchè con le ginocchia aderentia terra, Bernadetta pareva tuttavia spingersi in alto, e, alvedere lo slancio meraviglioso che parevano assumerele sue membra, si sarebbe detto in procinto di prendereil volo».

Per quanto concerne la Visione (1) la prima cosa chesi osservava era uno splendore calmo e dolce che tinge-va d’oro l’apertura e la roccia; poi tutto veniva inondatoda un fulgore sempre più intenso. La Vergine apparivaritta coi piedi posati sul rosaio; salutava la fanciulla, lesorrideva e s’inchinava di nuovo; poi, col crocifisso delsuo rosario spiegato, si faceva il segno della santa crocecon una grazia ed un fervore ineffabile. In certi momentiBernadetta pareva maggiormente fissarsi nella Visione,come se l’ascoltasse; parecchie volte anzi dovette indi-

1 Citiamo i particolari concernenti la Visione tali e quali li abbiamo avuti dal-la bocca stessa della Veggente.

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se. Su tutto il viso un riflesso di gioia stendeva un inef-fabile accenno di dolce sorriso, in cui era facile leggerviun rispetto ed un’ammirazione immensa congiunti ad unimmenso amore, che denotava la presenza di un essereinfinitamente grande e buono. Di tanto in tanto due la-crime scorrevano giù per le guance, come stille di rugia-da su di una foglia liscia, senza spandersi, e bagnare ilviso, e vi restavano lungamente, risplendenti sul cando-re niveo delle guance. Benchè con le ginocchia aderentia terra, Bernadetta pareva tuttavia spingersi in alto, e, alvedere lo slancio meraviglioso che parevano assumerele sue membra, si sarebbe detto in procinto di prendereil volo».

Per quanto concerne la Visione (1) la prima cosa chesi osservava era uno splendore calmo e dolce che tinge-va d’oro l’apertura e la roccia; poi tutto veniva inondatoda un fulgore sempre più intenso. La Vergine apparivaritta coi piedi posati sul rosaio; salutava la fanciulla, lesorrideva e s’inchinava di nuovo; poi, col crocifisso delsuo rosario spiegato, si faceva il segno della santa crocecon una grazia ed un fervore ineffabile. In certi momentiBernadetta pareva maggiormente fissarsi nella Visione,come se l’ascoltasse; parecchie volte anzi dovette indi-

1 Citiamo i particolari concernenti la Visione tali e quali li abbiamo avuti dal-la bocca stessa della Veggente.

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rizzare la parola alla bella Signora, ma nessun orecchiopotè mai avvertirne il suono (1).

Tale era, in linea generale, la fisionomia delle Appari-zioni; ognuna però aveva un carattere particolare che cistudieremo di ben stabilire.

In quella del 20 febbraio, che fu la quinta, Bernadetta,dopo quaranta minuti di estasi, confessò che la Signorale aveva insegnato parola per parola, una preghiera darecitarsi da lei sola. Quale era questa preghiera, scaturitadal cuore della Madre di Dio? Nessuno l’ha mai potutosapere; ma, quello che è certo, avendocelo ella stessaconfessato, è che la fedele discepola la recitò tutti i gior-ni di sua vita.

SESTA APPARIZIONE(Domenica 21 febbraio)

Erano le sei del mattino, quando Bernadetta arrivòalla Grotta, aprendosi a stento un passaggio tra la follache la acclamava entusiasticamente senza che però ellane facesse caso alcuno. In quel giorno l’umile fanciulladoveva guadagnare alla causa del soprannaturale un me-dico dotto e distinto, il Signor Dozous. Egli si era decisodi andare lui Stesso alla Grotta «con la segreta speranzache una sola parola pronunziata in nome della scienza

1 Cfr. Annali di Lourdes

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rizzare la parola alla bella Signora, ma nessun orecchiopotè mai avvertirne il suono (1).

Tale era, in linea generale, la fisionomia delle Appari-zioni; ognuna però aveva un carattere particolare che cistudieremo di ben stabilire.

In quella del 20 febbraio, che fu la quinta, Bernadetta,dopo quaranta minuti di estasi, confessò che la Signorale aveva insegnato parola per parola, una preghiera darecitarsi da lei sola. Quale era questa preghiera, scaturitadal cuore della Madre di Dio? Nessuno l’ha mai potutosapere; ma, quello che è certo, avendocelo ella stessaconfessato, è che la fedele discepola la recitò tutti i gior-ni di sua vita.

SESTA APPARIZIONE(Domenica 21 febbraio)

Erano le sei del mattino, quando Bernadetta arrivòalla Grotta, aprendosi a stento un passaggio tra la follache la acclamava entusiasticamente senza che però ellane facesse caso alcuno. In quel giorno l’umile fanciulladoveva guadagnare alla causa del soprannaturale un me-dico dotto e distinto, il Signor Dozous. Egli si era decisodi andare lui Stesso alla Grotta «con la segreta speranzache una sola parola pronunziata in nome della scienza

1 Cfr. Annali di Lourdes

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sarebbe bastata a mettere in chiaro la cosa, ed a far ca-dere tutto quel puerile castello di patologico mistici-smo». Ma non appena vide l’estatica, subito compreseche si trovava in presenza di un fatto, che, dal punto divista scientifico e medico, non era così facile a spiegarsi.Allorquando poi potè constatare coi suoi propri occhiche Bernadetta conservava, anche durante l’estasi, ilpieno possesso di se stessa, di modo che poteva conse-gnare volta per volta ad una delle persone più vicine lasua candela, spenta da una corrente d’aria, perchè fosseriaccesa, che il polso era tranquillo, la circolazione delsangue regolare, senza la minima sovreccitazione nervo-sa, conobbe che là vi era il dito di Dio. Però, prima diarrendersi e confessare il suo imbarazzo, ritornò più vol-te a Massabielle – e noi ve lo ritroveremo –; e più tardidiventerà uno dei più zelanti difensori della Madonna diLourdes.

Il dottore osservò che, durante questa sesta apparizio-ne, il viso della Veggente cambiò ad un tratto, si contur-bò e grosse lacrime le caddero giù per le guancie. La ra-gione ne era, che la Signora l’aveva privata per un istan-te del suo sguardo e l’aveva diretto lontano, con tristez-za; poi, avendolo riportato nuovamente sulla fanciulla,prostrata a’ suoi piedi, le aveva detto: «Pregate per i po-veri peccatori», parole che si scolpirono nell’animo di

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sarebbe bastata a mettere in chiaro la cosa, ed a far ca-dere tutto quel puerile castello di patologico mistici-smo». Ma non appena vide l’estatica, subito compreseche si trovava in presenza di un fatto, che, dal punto divista scientifico e medico, non era così facile a spiegarsi.Allorquando poi potè constatare coi suoi propri occhiche Bernadetta conservava, anche durante l’estasi, ilpieno possesso di se stessa, di modo che poteva conse-gnare volta per volta ad una delle persone più vicine lasua candela, spenta da una corrente d’aria, perchè fosseriaccesa, che il polso era tranquillo, la circolazione delsangue regolare, senza la minima sovreccitazione nervo-sa, conobbe che là vi era il dito di Dio. Però, prima diarrendersi e confessare il suo imbarazzo, ritornò più vol-te a Massabielle – e noi ve lo ritroveremo –; e più tardidiventerà uno dei più zelanti difensori della Madonna diLourdes.

Il dottore osservò che, durante questa sesta apparizio-ne, il viso della Veggente cambiò ad un tratto, si contur-bò e grosse lacrime le caddero giù per le guancie. La ra-gione ne era, che la Signora l’aveva privata per un istan-te del suo sguardo e l’aveva diretto lontano, con tristez-za; poi, avendolo riportato nuovamente sulla fanciulla,prostrata a’ suoi piedi, le aveva detto: «Pregate per i po-veri peccatori», parole che si scolpirono nell’animo di

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Bernadetta e diventarono da quel momento una regoladella sua vita. Ben presto però una gioia celestiale riani-mò la fisionomia della Veggente, che riprese la sua soli-ta espressione serena.

LA PROVA

La trasformazione della Veggente aveva gettato tutti itestimoni in un’estasi di profondo stupore e di ammira-zione entusiasta. Per le strade, nelle famiglie, dappertut-to più non era questione che degli avvenimenti dellaGrotta; per cui le autorità locali credettero loro doveredi intervenire. Riserbandoci di parlare di ciò in seguito,diremo però subito che il Procuratore imperiale, SignorDutour, fu il primo che cercò di distogliere Bernadettadall’andare alla Grotta. Ma vinto dalla semplicità e fer-mezza della fanciulla, non fece gran caso della propriadisfatta. Non così però avvenne pel Signor Jacomet, cheera allora alla testa della polizia di Lourdes. Costui sipropose di mettere fine una buona volta a ciò, che rite-neva «una commedia interessata». Fatto sta che le sueminacce arrivarono ad intimidire il padre della fanciulla,il quale proibì alla figlia di recarsi d’allora in poi allaGrotta. Tutto ciò avvenne la sera di domenica.

Il giorno seguente Bernadetta si recò alla scuola colsuo piccolo paniere sotto il braccio, non senza prima

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Bernadetta e diventarono da quel momento una regoladella sua vita. Ben presto però una gioia celestiale riani-mò la fisionomia della Veggente, che riprese la sua soli-ta espressione serena.

LA PROVA

La trasformazione della Veggente aveva gettato tutti itestimoni in un’estasi di profondo stupore e di ammira-zione entusiasta. Per le strade, nelle famiglie, dappertut-to più non era questione che degli avvenimenti dellaGrotta; per cui le autorità locali credettero loro doveredi intervenire. Riserbandoci di parlare di ciò in seguito,diremo però subito che il Procuratore imperiale, SignorDutour, fu il primo che cercò di distogliere Bernadettadall’andare alla Grotta. Ma vinto dalla semplicità e fer-mezza della fanciulla, non fece gran caso della propriadisfatta. Non così però avvenne pel Signor Jacomet, cheera allora alla testa della polizia di Lourdes. Costui sipropose di mettere fine una buona volta a ciò, che rite-neva «una commedia interessata». Fatto sta che le sueminacce arrivarono ad intimidire il padre della fanciulla,il quale proibì alla figlia di recarsi d’allora in poi allaGrotta. Tutto ciò avvenne la sera di domenica.

Il giorno seguente Bernadetta si recò alla scuola colsuo piccolo paniere sotto il braccio, non senza prima

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aver ricevuto una calda raccomandazione dai suoi geni-tori «di non deviare nè a destra nè a sinistra». La cosaandò bene nel mattino; ma appena fatto il suo modestopranzo del mezzodì, ella riprese la strada dell’Ospizioed arrivò in capo al poggio che dal ponte del ruscellomena all’Ospizio ed ecco che «una barriera invisibile leimpedì di proseguire». Tentò più volte di superare quellaresistenza, ma sempre invano; una forza irresistibile latrascinava dalla parte del Gavo, tanto che in breve si tro-vò di fronte alla Grotta. Quivi una dolorosa prova aspet-tava la povera fanciulla: la Visione non apparve. I liberipensatori del luogo già intonavano l’inno della vittoria.«Eh! vedete, andavano cantando su tutti i toni, la Signo-ra ha paura dei carabinieri, e per poco che questo volpo-ne di Jacomet ci metta la mano, si deciderà a scapparedalla roccia ed a cambiar domicilio!».

Ma Iddio sa cavare il bene dal male: questa prova get-tò in sì viva costernazione l’animo di Bernadetta che ilpadre ne sentì compassione, e da quel momento le tolseogni proibizione. D’ora innanzi ella avrebbe potuto contutta libertà recarsi alla Grotta.

SETTIMA APPARIZIONE(Martedi 23 febbraio)

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aver ricevuto una calda raccomandazione dai suoi geni-tori «di non deviare nè a destra nè a sinistra». La cosaandò bene nel mattino; ma appena fatto il suo modestopranzo del mezzodì, ella riprese la strada dell’Ospizioed arrivò in capo al poggio che dal ponte del ruscellomena all’Ospizio ed ecco che «una barriera invisibile leimpedì di proseguire». Tentò più volte di superare quellaresistenza, ma sempre invano; una forza irresistibile latrascinava dalla parte del Gavo, tanto che in breve si tro-vò di fronte alla Grotta. Quivi una dolorosa prova aspet-tava la povera fanciulla: la Visione non apparve. I liberipensatori del luogo già intonavano l’inno della vittoria.«Eh! vedete, andavano cantando su tutti i toni, la Signo-ra ha paura dei carabinieri, e per poco che questo volpo-ne di Jacomet ci metta la mano, si deciderà a scapparedalla roccia ed a cambiar domicilio!».

Ma Iddio sa cavare il bene dal male: questa prova get-tò in sì viva costernazione l’animo di Bernadetta che ilpadre ne sentì compassione, e da quel momento le tolseogni proibizione. D’ora innanzi ella avrebbe potuto contutta libertà recarsi alla Grotta.

SETTIMA APPARIZIONE(Martedi 23 febbraio)

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Ed infatti vi si recò fedelmente il mattino del 23,dopo aver ascoltata la S. Messa; e questa volta ebbe su-bito la consolazione di essere rallegrata dall’apparizionedella Signora celeste. La fortunata fanciulla parve inquell’istante rinascere ad una seconda vita; i suoi occhisi illuminarono, le sue labbra si atteggiarono ad angelicisorrisi, misteriosi colloquii si stabilirono tra lei e l’Esse-re Superiore che si mostrava a’ suoi occhi rapiti. Ora,nell’atteggiamento di persona che ascolta, sussultava digioia, ora umile e supplichevole, intenerita fino alle la-crime, sembrava formulare una preghiera. Era l’appari-zione «dei segreti»; Maria innalza l’umile pastorella deiPirenei alla sublime dignità di confidente e da questomomento l’unisce al suo cuore con quel triplice segreto»che Bernadetta dovrà portare con sè fino alla tomba.Questa volta il soprannaturale fece una seconda conqui-sta nella persona del signor Estrade, uomo colto ed in-telligente, ricevitore del Registro di Lourdes. Non altri-menti che il signor Dozous il quale anche questa voltaaveva voluto essere presente all’apparizione, sentì chenon era più il tempo filosofare, ma di adorare.

OTTAVA APPARIZIONE(Mercoledì 24 febbraio)

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Ed infatti vi si recò fedelmente il mattino del 23,dopo aver ascoltata la S. Messa; e questa volta ebbe su-bito la consolazione di essere rallegrata dall’apparizionedella Signora celeste. La fortunata fanciulla parve inquell’istante rinascere ad una seconda vita; i suoi occhisi illuminarono, le sue labbra si atteggiarono ad angelicisorrisi, misteriosi colloquii si stabilirono tra lei e l’Esse-re Superiore che si mostrava a’ suoi occhi rapiti. Ora,nell’atteggiamento di persona che ascolta, sussultava digioia, ora umile e supplichevole, intenerita fino alle la-crime, sembrava formulare una preghiera. Era l’appari-zione «dei segreti»; Maria innalza l’umile pastorella deiPirenei alla sublime dignità di confidente e da questomomento l’unisce al suo cuore con quel triplice segreto»che Bernadetta dovrà portare con sè fino alla tomba.Questa volta il soprannaturale fece una seconda conqui-sta nella persona del signor Estrade, uomo colto ed in-telligente, ricevitore del Registro di Lourdes. Non altri-menti che il signor Dozous il quale anche questa voltaaveva voluto essere presente all’apparizione, sentì chenon era più il tempo filosofare, ma di adorare.

OTTAVA APPARIZIONE(Mercoledì 24 febbraio)

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Fino a questo giorno la Signora della Grotta non ave-va avuto con Bernadetta che intime comunicazioni: im-padronendosi dell’anima sua, ella la modellava, la pre-parava alla sua missione, e, mediante il rapimento diquelle estasi meravigliose, disponeva il popolo a prestarfede a colei che, già sublimata alla dignità di sua confi-dente, doveva ancora diventare interprete delle sue vo-lontà nel mondo intero. Questo cominciò ad avverarsi inquesta ottava apparizione.

Bernadetta infatti all’ora solita capitò alla Grotta e,benchè come le altre volte, subito fosse rapita in estasi,pure si osservò che questa volta la sua faccia dimostravaun’insolita tristezza, anzi, alcuni momenti dopo, fu uditaripetere agli astanti con voce commossa ed interrotta daisinghiozzi queste parole, che uscivano dalle labbra dellaSignora Celeste: «Penitenza, penitenza, penitenza!». Erala Madre di Dio, che, dopo aver parlato alla sua figliaprediletta, si rivolgeva ai figli della sua misericordia, aipeccatori, e con questi accenti li invitava al pentimento,alla penitenza, per poter far scendere sul loro capo ilperdono del Cielo.

Mentre un silenzio solenne regnava tutto all’intorno,un intervento intempestivo venne a turbare bruscamentela tranquillità della folla: era il maresciallo dei carabi-nieri di Lourdes che, accompagnato da un subalterno,

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Fino a questo giorno la Signora della Grotta non ave-va avuto con Bernadetta che intime comunicazioni: im-padronendosi dell’anima sua, ella la modellava, la pre-parava alla sua missione, e, mediante il rapimento diquelle estasi meravigliose, disponeva il popolo a prestarfede a colei che, già sublimata alla dignità di sua confi-dente, doveva ancora diventare interprete delle sue vo-lontà nel mondo intero. Questo cominciò ad avverarsi inquesta ottava apparizione.

Bernadetta infatti all’ora solita capitò alla Grotta e,benchè come le altre volte, subito fosse rapita in estasi,pure si osservò che questa volta la sua faccia dimostravaun’insolita tristezza, anzi, alcuni momenti dopo, fu uditaripetere agli astanti con voce commossa ed interrotta daisinghiozzi queste parole, che uscivano dalle labbra dellaSignora Celeste: «Penitenza, penitenza, penitenza!». Erala Madre di Dio, che, dopo aver parlato alla sua figliaprediletta, si rivolgeva ai figli della sua misericordia, aipeccatori, e con questi accenti li invitava al pentimento,alla penitenza, per poter far scendere sul loro capo ilperdono del Cielo.

Mentre un silenzio solenne regnava tutto all’intorno,un intervento intempestivo venne a turbare bruscamentela tranquillità della folla: era il maresciallo dei carabi-nieri di Lourdes che, accompagnato da un subalterno,

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arrivò improvvisamente alla Grotta, gridando con pre-potenza: «Largo, largo! Che fai tu qui, piccola comme-diante?» Bernadetta, tutta assorta nella sua visione, nonbattè palpebra, ma continuò nel suo raccoglimento. Al-lora il maresciallo, vedendo che invece d’ottenere il suointento non faceva che sollevare mormorazioni fra glispettatori, che già incominciavano a minacciare, pensòche il miglior partito, era di ritirarsi in buon ordine, nonsenza però aver prima lanciato il suo superbo: «E direche queste sciocchezze accadono in pieno secolo XIX!».

NONA APPARIZIONE(Giovedì 25 febbraio)

Sarà appunto in questo giorno che la celeste Signorafarà scaturire la sorgente miracolosa destinata a rallegra-re «la città di Maria» a fortificare la fede, a disarmare lascienza, a calmare i dolori, a guarire, purificare, vivifi-care le anime non meno che i corpi. Ma per aprire almondo questa nuova fontana di Siloe la Madre di tuttele misericordie si servirà dell’umiliazione della sua fi-glia prediletta. «Andate, ella dice a Bernadetta in estasi,andate a bere alla fontana ed a lavarvi». La fanciullaobbediente si alzò e fece per incamminarsi verso ilGavo; ma ad un cenno della Visione si arrestò brusca-mente e girò intorno lo sguardo inquieta e dubbiosa, fin-

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arrivò improvvisamente alla Grotta, gridando con pre-potenza: «Largo, largo! Che fai tu qui, piccola comme-diante?» Bernadetta, tutta assorta nella sua visione, nonbattè palpebra, ma continuò nel suo raccoglimento. Al-lora il maresciallo, vedendo che invece d’ottenere il suointento non faceva che sollevare mormorazioni fra glispettatori, che già incominciavano a minacciare, pensòche il miglior partito, era di ritirarsi in buon ordine, nonsenza però aver prima lanciato il suo superbo: «E direche queste sciocchezze accadono in pieno secolo XIX!».

NONA APPARIZIONE(Giovedì 25 febbraio)

Sarà appunto in questo giorno che la celeste Signorafarà scaturire la sorgente miracolosa destinata a rallegra-re «la città di Maria» a fortificare la fede, a disarmare lascienza, a calmare i dolori, a guarire, purificare, vivifi-care le anime non meno che i corpi. Ma per aprire almondo questa nuova fontana di Siloe la Madre di tuttele misericordie si servirà dell’umiliazione della sua fi-glia prediletta. «Andate, ella dice a Bernadetta in estasi,andate a bere alla fontana ed a lavarvi». La fanciullaobbediente si alzò e fece per incamminarsi verso ilGavo; ma ad un cenno della Visione si arrestò brusca-mente e girò intorno lo sguardo inquieta e dubbiosa, fin-

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chè alzati di nuovo gli occhi verso l’apertura della Grot-ta, come se volesse ancora interrogare, finì per dirigersiverso l’angolo sinistro della Grotta, ove giunta si curvòe si pose a raspare per terra. Il piccolo buco che ellavenne ingrandendo con le dita si trovò ben presto riem-pito di una acqua fangosa, e la fanciulla, dopo averlaportata per tre volte alla bocca, ne bevette, si lavò la fac-cia e, preso un filo d’erba là vicino, lo mangiò.

I testimoni di questo strano spettacolo, quegli stessiche le estasi di Bernadetta avevano gettato nella più pro-fonda ammirazione, che avevano sentito il soprannatu-rale invadere la loro anima, subirono in questo momento«un’eclisse nella loro fede». Ansiosi si domandavanol’un l’altro se l’estatica non avesse realmente perduto ilcervello, come avevano pronosticato da principio i ne-mici delle Apparizioni.

Per altro, finita l’estasi, non si verificò nessun segnodi squilibrio mentale nello stato della fanciulla, anzi lasua umiliazione fu feconda, perchè non si tardò a con-statare che, nel punto in cui Bernadetta aveva grattato laterra, sgorgava un filo d’acqua appena visibile, il quale,lentamente scorrendo e ad intervalli perdendosi qua e làsotto la sabbia, cercava di aprirsi un passaggio verso iltorrente. E a cominciare dal giorno seguente nessunopotè più dubitare che la sorgente che scorreva dalla roc-

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chè alzati di nuovo gli occhi verso l’apertura della Grot-ta, come se volesse ancora interrogare, finì per dirigersiverso l’angolo sinistro della Grotta, ove giunta si curvòe si pose a raspare per terra. Il piccolo buco che ellavenne ingrandendo con le dita si trovò ben presto riem-pito di una acqua fangosa, e la fanciulla, dopo averlaportata per tre volte alla bocca, ne bevette, si lavò la fac-cia e, preso un filo d’erba là vicino, lo mangiò.

I testimoni di questo strano spettacolo, quegli stessiche le estasi di Bernadetta avevano gettato nella più pro-fonda ammirazione, che avevano sentito il soprannatu-rale invadere la loro anima, subirono in questo momento«un’eclisse nella loro fede». Ansiosi si domandavanol’un l’altro se l’estatica non avesse realmente perduto ilcervello, come avevano pronosticato da principio i ne-mici delle Apparizioni.

Per altro, finita l’estasi, non si verificò nessun segnodi squilibrio mentale nello stato della fanciulla, anzi lasua umiliazione fu feconda, perchè non si tardò a con-statare che, nel punto in cui Bernadetta aveva grattato laterra, sgorgava un filo d’acqua appena visibile, il quale,lentamente scorrendo e ad intervalli perdendosi qua e làsotto la sabbia, cercava di aprirsi un passaggio verso iltorrente. E a cominciare dal giorno seguente nessunopotè più dubitare che la sorgente che scorreva dalla roc-

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cia di Massabielle, non fosse un dono del cielo, alla qua-le gli ammalati di tutto il mondo sarebbero accorsi piùtardi per proclamarne la virtù (1). Così Bernadetta erariabilitata, e la Vergine SS. più che mai esaltata.

DECIMA APPARIZIONE(Venerdì 26 febbraio)

Bernadetta, appena arrivata alla grotta, non manifestòalcuna sorpresa nel vedere la nuova sorgente; fattosi ilsegno della croce vi andò a bere ed a lavarsi. Entrata su-bito in comunicazione con la Signora, che voleva inquesta apparizione farla maggiormente penetrare nei mi-steri della riparazione, sentì ripetersi queste parole:«Bacerete la terra per i peccatori». Immediatamentel’umile fanciulla curvò la testa e baciò la terra, poi spin-ta senza dubbio da un’ispirazione segreta, si rivolse allafolla e con la mano indicò che tutti dovevano fare altret-tanto, volendo così associarli a quest’atto di penitenza.

1 Il celebre idrogeologo, abbate Richard, dichiarò, dopo lunghi e maturi studifatti sui luoghi stessi, che una sorgente non apparente esisteva a Massabiel-le prima dell’Apparizione: «Il miracolo» dice egli «consiste nella scopertadi tale sorgente fatta dietro le indicazioni precise della Vergine a Bernadet-ta, quando, indicandole la direzione, le disse: Andate a bere alla fontana!Consiste pure nella guarigione di ogni sorta di malattie «prodotte daun’acqua che non racchiude alcuna sostanza attiva, capace di dare specialiproprietà terapeutiche» ed in quell’insieme di meraviglie temporali e spiri-tuali che fanno di Lourdes come un luogo intermediario tra la terra ed ilcielo.

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cia di Massabielle, non fosse un dono del cielo, alla qua-le gli ammalati di tutto il mondo sarebbero accorsi piùtardi per proclamarne la virtù (1). Così Bernadetta erariabilitata, e la Vergine SS. più che mai esaltata.

DECIMA APPARIZIONE(Venerdì 26 febbraio)

Bernadetta, appena arrivata alla grotta, non manifestòalcuna sorpresa nel vedere la nuova sorgente; fattosi ilsegno della croce vi andò a bere ed a lavarsi. Entrata su-bito in comunicazione con la Signora, che voleva inquesta apparizione farla maggiormente penetrare nei mi-steri della riparazione, sentì ripetersi queste parole:«Bacerete la terra per i peccatori». Immediatamentel’umile fanciulla curvò la testa e baciò la terra, poi spin-ta senza dubbio da un’ispirazione segreta, si rivolse allafolla e con la mano indicò che tutti dovevano fare altret-tanto, volendo così associarli a quest’atto di penitenza.

1 Il celebre idrogeologo, abbate Richard, dichiarò, dopo lunghi e maturi studifatti sui luoghi stessi, che una sorgente non apparente esisteva a Massabiel-le prima dell’Apparizione: «Il miracolo» dice egli «consiste nella scopertadi tale sorgente fatta dietro le indicazioni precise della Vergine a Bernadet-ta, quando, indicandole la direzione, le disse: Andate a bere alla fontana!Consiste pure nella guarigione di ogni sorta di malattie «prodotte daun’acqua che non racchiude alcuna sostanza attiva, capace di dare specialiproprietà terapeutiche» ed in quell’insieme di meraviglie temporali e spiri-tuali che fanno di Lourdes come un luogo intermediario tra la terra ed ilcielo.

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La soprannaturale grandezza di questa fanciulla che co-mandava stando in ginocchio produceva stupore e spe-ranza; oramai Iddio si manifesta in questi avvenimentimisteriosi, e Maria faceva presentire le sue misericordie.

UNDICESIMA APPARIZIONE(Sabato 27 febbraio)

Bernadetta, conforme alla promessa data, continuò levisite della quindicina alla Signora della Grotta. La mat-tina del 27 febbraio le contemplazioni, i colloquii, le.gioie dell’estatica si prolungarono più del solito. All’ini-zio dell’apparizione, riferì la piccola veggente «la Si-gnora parve raccogliersi e meditare» e pochi istantidopo, uscendo da questo silenzio che sempre preludevaa grandi cose, fece intendere queste parole: «Andate adire ai preti che qui si deve fabbricare una cappella».

Bernadetta, inteso quest’ordine, si ritirò dalla visionetutta pensierosa ed assorta; non era la missione ricevutache la preoccupava, ciò che la faceva tremare era di do-versi presentare al suo curato, uomo austero, che, comeella diceva, le faceva più paura di un carabiniere. Fattasinondimeno coraggio si avviò verso la canonica.All’epoca delle apparizioni era Parroco di Lourdesl’abate Peyramale «uomo dall’alta statura, dall’occhiopenetrante, dall’aspetto severo; anima retta, energica,

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La soprannaturale grandezza di questa fanciulla che co-mandava stando in ginocchio produceva stupore e spe-ranza; oramai Iddio si manifesta in questi avvenimentimisteriosi, e Maria faceva presentire le sue misericordie.

UNDICESIMA APPARIZIONE(Sabato 27 febbraio)

Bernadetta, conforme alla promessa data, continuò levisite della quindicina alla Signora della Grotta. La mat-tina del 27 febbraio le contemplazioni, i colloquii, le.gioie dell’estatica si prolungarono più del solito. All’ini-zio dell’apparizione, riferì la piccola veggente «la Si-gnora parve raccogliersi e meditare» e pochi istantidopo, uscendo da questo silenzio che sempre preludevaa grandi cose, fece intendere queste parole: «Andate adire ai preti che qui si deve fabbricare una cappella».

Bernadetta, inteso quest’ordine, si ritirò dalla visionetutta pensierosa ed assorta; non era la missione ricevutache la preoccupava, ciò che la faceva tremare era di do-versi presentare al suo curato, uomo austero, che, comeella diceva, le faceva più paura di un carabiniere. Fattasinondimeno coraggio si avviò verso la canonica.All’epoca delle apparizioni era Parroco di Lourdesl’abate Peyramale «uomo dall’alta statura, dall’occhiopenetrante, dall’aspetto severo; anima retta, energica,

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franca, ma dotato d’un cuore d’oro». Egli non aveva vo-luto assolutamente prender parte agli avvenimenti diMassabielle, dando in ciò un raro esempio di prudenza,imitato, del resto, dal clero della città. Aveva realmenteluogo alla Grotta un’Apparizione, ovvero la piccolaVeggente non era che trastullo d’un’illusione? E nelcaso che non vi fosse illusione, l’essere soprannaturaleche si manifestava, era d’origine celeste? O non era for-se lo spirito di menzogna? Tali erano le questioni che sipresentavano alla mente di questo sacerdote istruito, se-rio, riservato. Intanto egli lasciava alla provvidenza lacura di dire l’ultima parola, ed aspettava.

Fu appunto in queste disposizioni d’animo che lo tro-vò Bernadetta. Egli la ricevette freddamente, e subitos’intavolò fra i due un dialogo, dove il buon curato nondimenticò obiezione alcuna, non disdegnando neppuredi ricorrere all’ironia; ma quella ragazza del popolo, ti-mida e senza alcuna istruzione, rispose rispettosamentee francamente a tutte le obiezioni, e con tanta serenità egiustezza, che l’uomo di Dio ne rimase interdetto.

A sua richiesta, Bernadetta entrò nei più minuti parti-colari di quanto aveva fino allora veduto alla Grotta, e,man mano ch’ella parlava, quell’uomo austero si sentivavincere dall’emozione; vedeva che gli stava dinanzi«un’anima di cristallo» ed un istinto segreto gli faceva

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franca, ma dotato d’un cuore d’oro». Egli non aveva vo-luto assolutamente prender parte agli avvenimenti diMassabielle, dando in ciò un raro esempio di prudenza,imitato, del resto, dal clero della città. Aveva realmenteluogo alla Grotta un’Apparizione, ovvero la piccolaVeggente non era che trastullo d’un’illusione? E nelcaso che non vi fosse illusione, l’essere soprannaturaleche si manifestava, era d’origine celeste? O non era for-se lo spirito di menzogna? Tali erano le questioni che sipresentavano alla mente di questo sacerdote istruito, se-rio, riservato. Intanto egli lasciava alla provvidenza lacura di dire l’ultima parola, ed aspettava.

Fu appunto in queste disposizioni d’animo che lo tro-vò Bernadetta. Egli la ricevette freddamente, e subitos’intavolò fra i due un dialogo, dove il buon curato nondimenticò obiezione alcuna, non disdegnando neppuredi ricorrere all’ironia; ma quella ragazza del popolo, ti-mida e senza alcuna istruzione, rispose rispettosamentee francamente a tutte le obiezioni, e con tanta serenità egiustezza, che l’uomo di Dio ne rimase interdetto.

A sua richiesta, Bernadetta entrò nei più minuti parti-colari di quanto aveva fino allora veduto alla Grotta, e,man mano ch’ella parlava, quell’uomo austero si sentivavincere dall’emozione; vedeva che gli stava dinanzi«un’anima di cristallo» ed un istinto segreto gli faceva

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indovinare la Madre di Dio sotto i tratti della Signoradella Grotta. Ma dissimulando il suo pensiero: «Ascolta,le disse bruscamente, tu risponderai alla Signora chet’ha inviata, che il Parroco di Lourdes non ha l’abitudinedi trattare con gente che non conosce; egli esige primadi tutto che la Signora faccia conoscere il suo nome epoi che ella provi che tal nome le appartiene. Se questaSignora ha diritto ad una cappella, Ella comprenderà ilsenso delle mie parole; se non lo comprenderà le diraiche può far a meno di mandare altri messaggi al Parro-co». (1).

Bernadetta alzò il suo sguardo limpido su di lui, glifece la sua piccola riverenza di contadinella ed uscì.

DODICESIMA APPARIZIONE(Domenica 28 febbraio)

La mattina della domenica 28 febbraio più di duemila spettatori si trovavano riuniti intorno alla Grotta diMassabielle aspettando ansiosi l’arrivo della Veggente.Ella vi si recò accompagnata da sua zia Lucilla. Intornoa Bernadetta, e lungo le due rive del Gavo, si vedevaondeggiare un mare di teste umane inclinate in avantiper meglio vedere.

«Nel fondo di questo anfiteatro vivente risplendeva la

1 ESTRADE, Ricordi intimi d’un testimonio.

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indovinare la Madre di Dio sotto i tratti della Signoradella Grotta. Ma dissimulando il suo pensiero: «Ascolta,le disse bruscamente, tu risponderai alla Signora chet’ha inviata, che il Parroco di Lourdes non ha l’abitudinedi trattare con gente che non conosce; egli esige primadi tutto che la Signora faccia conoscere il suo nome epoi che ella provi che tal nome le appartiene. Se questaSignora ha diritto ad una cappella, Ella comprenderà ilsenso delle mie parole; se non lo comprenderà le diraiche può far a meno di mandare altri messaggi al Parro-co». (1).

Bernadetta alzò il suo sguardo limpido su di lui, glifece la sua piccola riverenza di contadinella ed uscì.

DODICESIMA APPARIZIONE(Domenica 28 febbraio)

La mattina della domenica 28 febbraio più di duemila spettatori si trovavano riuniti intorno alla Grotta diMassabielle aspettando ansiosi l’arrivo della Veggente.Ella vi si recò accompagnata da sua zia Lucilla. Intornoa Bernadetta, e lungo le due rive del Gavo, si vedevaondeggiare un mare di teste umane inclinate in avantiper meglio vedere.

«Nel fondo di questo anfiteatro vivente risplendeva la

1 ESTRADE, Ricordi intimi d’un testimonio.

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figura angelica della piccola pastorella, che in mezzo adun silenzio grave e religioso pareva riflettere sopra glispettatori i raggi gloriosi della celeste Apparizione na-scosta nella Grotta». La Signora non si fece lungamentedesiderare, ed il colloquio che ne seguì fu intimo e per-sonale. Maria preparava senza dubbio la sua figlia privi-legiata alla missione che doveva compiere. Quando, po-chi momenti dopo, ella volle avvicinarsi come al solitoalla Grotta, la folla era talmente compatta che le fu im-possibile avanzare. Allora due soldati del forte di Lour-des, che si trovavano presenti a Massabielle, si fecero inavanti e vennero spontaneamente ad aprirle un passag-gio gridando: «Largo! largo!» Uno di essi, rivolto alcompagno, con voce alta, nel gergo libero della caser-ma: «E poi si verrà a dire, esclamò, che l’apparizione èuna menzogna! Ah! nome d’un nome! l’avranno a farecon me i buffoni ed i ciarlatani della camerata!» (1).

TREDICESIMA APPARIZIONE(Lunedì 1° marzo)

L’apparizione del 1° marzo diede luogo ad un lieveincidente, che venne poi sfigurato dai giornali anticleri-cali: «Questa mattina, pubblicavano, la pitonessa di

1 ESTRADE, Opera citata.

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figura angelica della piccola pastorella, che in mezzo adun silenzio grave e religioso pareva riflettere sopra glispettatori i raggi gloriosi della celeste Apparizione na-scosta nella Grotta». La Signora non si fece lungamentedesiderare, ed il colloquio che ne seguì fu intimo e per-sonale. Maria preparava senza dubbio la sua figlia privi-legiata alla missione che doveva compiere. Quando, po-chi momenti dopo, ella volle avvicinarsi come al solitoalla Grotta, la folla era talmente compatta che le fu im-possibile avanzare. Allora due soldati del forte di Lour-des, che si trovavano presenti a Massabielle, si fecero inavanti e vennero spontaneamente ad aprirle un passag-gio gridando: «Largo! largo!» Uno di essi, rivolto alcompagno, con voce alta, nel gergo libero della caser-ma: «E poi si verrà a dire, esclamò, che l’apparizione èuna menzogna! Ah! nome d’un nome! l’avranno a farecon me i buffoni ed i ciarlatani della camerata!» (1).

TREDICESIMA APPARIZIONE(Lunedì 1° marzo)

L’apparizione del 1° marzo diede luogo ad un lieveincidente, che venne poi sfigurato dai giornali anticleri-cali: «Questa mattina, pubblicavano, la pitonessa di

1 ESTRADE, Opera citata.

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Lourdes, non andandole a genio di fare l’ispirata. pervariare gli esercizi non ha trovato di meglio che fare laparte di sacerdote e prendendo un’aria di autorità, ha vo-luto che tutti quei bacchettoni le presentassero i loro ro-sari, ai quali diede una benedizione generale».

Ecco invece come andarono le cose. Bernadetta, sem-pre gentile e servizievole, per fare piacere ad una piapersona, aveva accondisceso a prendere il suo rosarioper servirsene quel giorno alla Grotta. Ma quando volleusarlo e cominciò a far scorrere le Ave Marie, la Signorala rimproverò. La fanciulla allora trasse tosto di tasca ilproprio, e, dopo averli fatto vedere alla celeste Signora,cominciò a recitarlo.

A cominciare dal giorno in cui Bernadetta aveva invi-tato la folla a mettersi in ginocchio e baciare la terra, lamaggior parte delle persone che assistevano alle appari-zioni la imitavano in ogni atto di pietà che essa facevaalla Grotta. Perciò quando quel lunedì la videro prende-re il suo rosario e presentarlo alla Visione, anch’essipresentarono e agitarono il loro in segno d’entusiasmo.

Dopo l’estasi, Bernadetta fece conoscere la vera ra-gione del suo gesto, e tutti si consolarono, pensando chela Signora celeste, che leggeva nel cuore i sentimenti delsuo popolo, non avrebbe certamente interpretato male isentimenti della loro dimostrazione.

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Lourdes, non andandole a genio di fare l’ispirata. pervariare gli esercizi non ha trovato di meglio che fare laparte di sacerdote e prendendo un’aria di autorità, ha vo-luto che tutti quei bacchettoni le presentassero i loro ro-sari, ai quali diede una benedizione generale».

Ecco invece come andarono le cose. Bernadetta, sem-pre gentile e servizievole, per fare piacere ad una piapersona, aveva accondisceso a prendere il suo rosarioper servirsene quel giorno alla Grotta. Ma quando volleusarlo e cominciò a far scorrere le Ave Marie, la Signorala rimproverò. La fanciulla allora trasse tosto di tasca ilproprio, e, dopo averli fatto vedere alla celeste Signora,cominciò a recitarlo.

A cominciare dal giorno in cui Bernadetta aveva invi-tato la folla a mettersi in ginocchio e baciare la terra, lamaggior parte delle persone che assistevano alle appari-zioni la imitavano in ogni atto di pietà che essa facevaalla Grotta. Perciò quando quel lunedì la videro prende-re il suo rosario e presentarlo alla Visione, anch’essipresentarono e agitarono il loro in segno d’entusiasmo.

Dopo l’estasi, Bernadetta fece conoscere la vera ra-gione del suo gesto, e tutti si consolarono, pensando chela Signora celeste, che leggeva nel cuore i sentimenti delsuo popolo, non avrebbe certamente interpretato male isentimenti della loro dimostrazione.

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QUATTORDICESIMA APPARIZIONE(Martedì 2 marzo)

Preghiera, trasfigurazione, gioia spirituale, tutto ebbeluogo in questa quattordicesima apparizione; ciò nono-stante, terminata l’estasi, la Veggente si rialzò visibil-mente preoccupata. Non solo la Dama della Grottal’aveva incaricata di ridire ai sacerdoti di edificare unacappella a Massabielle, ma aveva ancora soggiunto: «Iovoglio che si venga qui in processione».

Tale era il messaggio che l’umile fanciulla dovevatrasmettere all’abate Peyramale, «messaggio ch’ella nontrovava punto di suo gusto», scriveva più tardi. Supplicòperciò sua zia Basilia d’accompagnarla. Ma questa nonera punto più coraggiosa della nipote. «Quandom’incontro con quell’uomo, mi viene la pelle d’oca, midiceva; mi sento tremare le gambe». Tuttavia temendodi dispiacere alla Signora, acconsentì d’accompagnareBernadetta all’abitazione del Parroco.

Allorchè questi sentì parlare di processioni, scattòd’un tratto: «Povera figliuola, non ci mancava più chequesto complemento alle tue storie! O tu menti, o la Si-gnora che ti parla non è che la maschera di colei chevuol parere. Se essa fosse realmente quella che finge diessere, saprebbe benissimo che io non ho facoltà diprendere l’iniziativa di una tale manifestazione. Doveva

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QUATTORDICESIMA APPARIZIONE(Martedì 2 marzo)

Preghiera, trasfigurazione, gioia spirituale, tutto ebbeluogo in questa quattordicesima apparizione; ciò nono-stante, terminata l’estasi, la Veggente si rialzò visibil-mente preoccupata. Non solo la Dama della Grottal’aveva incaricata di ridire ai sacerdoti di edificare unacappella a Massabielle, ma aveva ancora soggiunto: «Iovoglio che si venga qui in processione».

Tale era il messaggio che l’umile fanciulla dovevatrasmettere all’abate Peyramale, «messaggio ch’ella nontrovava punto di suo gusto», scriveva più tardi. Supplicòperciò sua zia Basilia d’accompagnarla. Ma questa nonera punto più coraggiosa della nipote. «Quandom’incontro con quell’uomo, mi viene la pelle d’oca, midiceva; mi sento tremare le gambe». Tuttavia temendodi dispiacere alla Signora, acconsentì d’accompagnareBernadetta all’abitazione del Parroco.

Allorchè questi sentì parlare di processioni, scattòd’un tratto: «Povera figliuola, non ci mancava più chequesto complemento alle tue storie! O tu menti, o la Si-gnora che ti parla non è che la maschera di colei chevuol parere. Se essa fosse realmente quella che finge diessere, saprebbe benissimo che io non ho facoltà diprendere l’iniziativa di una tale manifestazione. Doveva

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quindi indirizzarti non a me, ma al Vescovo di Tarbes.Ma checchè ne sia, veniamo alle corte: se questa Signo-ra è veramente quella di cui tu lasci indovinare il nome,io le voglio indicare un mezzo per farsi riconoscere. Ellaposa i suoi piedi sopra un rosaio, non è vero? Ebbenedille che in uno di questi giorni, alla presenza della follafaccia fiorire tutto d’un tratto quel rosaio (1).

Bernadetta sorrise, ed unitamente alla zia se ne andò.Il rosaio non fiorì; ma sta forse all’uomo di imporre a

Dio un tal miracolo? Del resto che bisogno c’era d’untal prodigio transitorio? I miracoli non fiorivano forsealla Grotta? E che erano quelle trasfigurazioni della po-vera fanciulla, quegli agglomeramenti di migliaia di per-sone, quelle conversioni che s’operavano, quelle guari-gioni già ottenute coll’acqua scaturita spontaneamentesotto la mano della Veggente?

Se l’ambasciata non andava a genio e dispiaceva allapovera fanciulla, non era per altro, come noi lo abbiamogiù fatto osservare, se non perchè entrava nei disegni diColei, che tutti, sottovoce, già chiamavano «Nostra Si-gnora» di servirsi della sua timidezza e delle sue umilia-zioni per compiere le meraviglie che dovevano operarsialla Grotta. Come era stata la mano di Bernadetta adaprire il cammino della sorgente miracolosa, così sarà la

1 ESTRADE, Op. cit.

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quindi indirizzarti non a me, ma al Vescovo di Tarbes.Ma checchè ne sia, veniamo alle corte: se questa Signo-ra è veramente quella di cui tu lasci indovinare il nome,io le voglio indicare un mezzo per farsi riconoscere. Ellaposa i suoi piedi sopra un rosaio, non è vero? Ebbenedille che in uno di questi giorni, alla presenza della follafaccia fiorire tutto d’un tratto quel rosaio (1).

Bernadetta sorrise, ed unitamente alla zia se ne andò.Il rosaio non fiorì; ma sta forse all’uomo di imporre a

Dio un tal miracolo? Del resto che bisogno c’era d’untal prodigio transitorio? I miracoli non fiorivano forsealla Grotta? E che erano quelle trasfigurazioni della po-vera fanciulla, quegli agglomeramenti di migliaia di per-sone, quelle conversioni che s’operavano, quelle guari-gioni già ottenute coll’acqua scaturita spontaneamentesotto la mano della Veggente?

Se l’ambasciata non andava a genio e dispiaceva allapovera fanciulla, non era per altro, come noi lo abbiamogiù fatto osservare, se non perchè entrava nei disegni diColei, che tutti, sottovoce, già chiamavano «Nostra Si-gnora» di servirsi della sua timidezza e delle sue umilia-zioni per compiere le meraviglie che dovevano operarsialla Grotta. Come era stata la mano di Bernadetta adaprire il cammino della sorgente miracolosa, così sarà la

1 ESTRADE, Op. cit.

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sua parola che farà innalzare sulla roccia quel Santuario,ove le anime ritroveranno la vita nel perdono, nella pre-ghiera, nell’Eucaristia. E già da quel momento si pote-vano prevedere le virtù rigeneratrici che dalla roccia diMassabielle dovevano discendere sull'umanità.

QUINDICESIMA APPARIZIONE(Giovedì 4 marzo)

Come nei giorni precedenti, Bernadetta, all’ora solita,si recò alla Grotta anche il mercoledì 3 marzo. S’ingi-nocchiò, pregò con molto fervore e pietà, ma non lasciòintravedere alcun segno esteriore d’essere in comunica-zione colla Signora. Il giorno seguente era l’ultimo deiquindici, e tutti speravano che qualche cosa di straordi-nario avrebbe avuto luogo, come conclusione delle Ap-parizioni. Più di 20.000 pellegrini si erano affollati allaGrotta per contemplare la fanciulla in estasi, per ascolta-re dalle sue labbra la manifestazione delle volontà dellaSignora misteriosa che le si rivelava, per apprendereforse il suo nome, poichè ancora non l’aveva svelato. Isoldati che erano stati inviati in questa circostanza dalleautorità locali, il sindaco, un assessore, il commissariodi polizia, cinti della sciarpa ed aggirantisi qua e là pervigilare sul buon ordine, aggiungevano, senza avernel’aria, solennità alla manifestazione.

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sua parola che farà innalzare sulla roccia quel Santuario,ove le anime ritroveranno la vita nel perdono, nella pre-ghiera, nell’Eucaristia. E già da quel momento si pote-vano prevedere le virtù rigeneratrici che dalla roccia diMassabielle dovevano discendere sull'umanità.

QUINDICESIMA APPARIZIONE(Giovedì 4 marzo)

Come nei giorni precedenti, Bernadetta, all’ora solita,si recò alla Grotta anche il mercoledì 3 marzo. S’ingi-nocchiò, pregò con molto fervore e pietà, ma non lasciòintravedere alcun segno esteriore d’essere in comunica-zione colla Signora. Il giorno seguente era l’ultimo deiquindici, e tutti speravano che qualche cosa di straordi-nario avrebbe avuto luogo, come conclusione delle Ap-parizioni. Più di 20.000 pellegrini si erano affollati allaGrotta per contemplare la fanciulla in estasi, per ascolta-re dalle sue labbra la manifestazione delle volontà dellaSignora misteriosa che le si rivelava, per apprendereforse il suo nome, poichè ancora non l’aveva svelato. Isoldati che erano stati inviati in questa circostanza dalleautorità locali, il sindaco, un assessore, il commissariodi polizia, cinti della sciarpa ed aggirantisi qua e là pervigilare sul buon ordine, aggiungevano, senza avernel’aria, solennità alla manifestazione.

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Bernadetta nel partire dalla sua casetta della stradadei Petits-Fossès si vide preceduta da due carabiniericolla sciabola sguainata, i quali erano stati incaricati diaprirle la strada e difenderla dalla pressione della molti-tudine. Ella camminava dietro a loro, semplice, mode-sta, tranquilla, e tutta assorta nel pensiero della sua Si-gnora.

Appena la fanciulla si mise in ginocchio e cominciòla sua preghiera, ogni rumore cessò all’istante, tutte leteste si scoprirono, tutte le ginocchia si piegarono. Unasanta emozione si era impadronita di tutti i cuori. Berna-detta non tardò molto ad entrare in comunicazione collaVisione e durò nell’estasi quasi un’ora. Nel corso di essail suo viso ora lasciava intravedere raggi di gioia e disperanza, ora segni di tristezza da intenerirla fino alle la-crime. Qual fu l’argomento del colloquio della Signoracon Bernadetta? Segreto di Dio! Senza dubbio Mariapreparava la sua piccola messaggera ad essere il suo te-stimonio nella lotta e nel dolore; ma non è forse veroche, col manifestarsi in tal modo a lei, le comunicavaun’anticipazione delle gioie del paradiso, e per conse-guenza faceva discendere nel suo cuore forza, energia,consolazione?

Bernadetta ritornò in sè senza che alcun segno prodi-gioso avesse avuto luogo alla Grotta, come avevano

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Bernadetta nel partire dalla sua casetta della stradadei Petits-Fossès si vide preceduta da due carabiniericolla sciabola sguainata, i quali erano stati incaricati diaprirle la strada e difenderla dalla pressione della molti-tudine. Ella camminava dietro a loro, semplice, mode-sta, tranquilla, e tutta assorta nel pensiero della sua Si-gnora.

Appena la fanciulla si mise in ginocchio e cominciòla sua preghiera, ogni rumore cessò all’istante, tutte leteste si scoprirono, tutte le ginocchia si piegarono. Unasanta emozione si era impadronita di tutti i cuori. Berna-detta non tardò molto ad entrare in comunicazione collaVisione e durò nell’estasi quasi un’ora. Nel corso di essail suo viso ora lasciava intravedere raggi di gioia e disperanza, ora segni di tristezza da intenerirla fino alle la-crime. Qual fu l’argomento del colloquio della Signoracon Bernadetta? Segreto di Dio! Senza dubbio Mariapreparava la sua piccola messaggera ad essere il suo te-stimonio nella lotta e nel dolore; ma non è forse veroche, col manifestarsi in tal modo a lei, le comunicavaun’anticipazione delle gioie del paradiso, e per conse-guenza faceva discendere nel suo cuore forza, energia,consolazione?

Bernadetta ritornò in sè senza che alcun segno prodi-gioso avesse avuto luogo alla Grotta, come avevano

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sperato i pellegrini. Ma la Signora, nel prendere conge-do dalla piccola Veggente, non le aveva detto addio, leaveva anzi, come al solito, sorriso dolcemente: no, nonpoteva Maria lasciare l’opera sua incompleta.

SEDICESIMA APPARIZIONE(Giovedì 25 marzo)

La quindicesima apparizione aveva avuto luogo; manon perciò Bernadetta tralasciava di recarsi sovente allaGrotta, e, quando poteva disporre del suo tempo, vi pas-sava lunghe ore. tutta rapita nel ricordo della dolce Vi-sione che aveva guadagnato il suo cuore. Un rustico al-tare, fiori, ceri e preghiere avevano trasformato la Grottain una specie di santuario, ove già venivano depositateelemosine in vista della futura cappella.

Tre settimane erano passate. e s’era giunti alla vigiliadella festa dell’Annunciazione di Maria. Non poche ani-me divote della Vergine, ubbidendo ad un interno impul-so, si sentivano fortemente attirare a recarsi in quel gior-no alla Grotta per festeggiare quella solennità; ma più ditutti si sentiva attirata Bernadetta. che riconosceva inquest’attrazione la chiamata intima, soave, premurosadella «Visione», la quale agiva in tal modo con lei, ogniqual volta voleva manifestarsi. È naturale quindi che af-frettasse coi più ardenti voti del suo cuore il momento

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sperato i pellegrini. Ma la Signora, nel prendere conge-do dalla piccola Veggente, non le aveva detto addio, leaveva anzi, come al solito, sorriso dolcemente: no, nonpoteva Maria lasciare l’opera sua incompleta.

SEDICESIMA APPARIZIONE(Giovedì 25 marzo)

La quindicesima apparizione aveva avuto luogo; manon perciò Bernadetta tralasciava di recarsi sovente allaGrotta, e, quando poteva disporre del suo tempo, vi pas-sava lunghe ore. tutta rapita nel ricordo della dolce Vi-sione che aveva guadagnato il suo cuore. Un rustico al-tare, fiori, ceri e preghiere avevano trasformato la Grottain una specie di santuario, ove già venivano depositateelemosine in vista della futura cappella.

Tre settimane erano passate. e s’era giunti alla vigiliadella festa dell’Annunciazione di Maria. Non poche ani-me divote della Vergine, ubbidendo ad un interno impul-so, si sentivano fortemente attirare a recarsi in quel gior-no alla Grotta per festeggiare quella solennità; ma più ditutti si sentiva attirata Bernadetta. che riconosceva inquest’attrazione la chiamata intima, soave, premurosadella «Visione», la quale agiva in tal modo con lei, ogniqual volta voleva manifestarsi. È naturale quindi che af-frettasse coi più ardenti voti del suo cuore il momento

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fortunato di trovarsi a’ suoi piedi.Già fin dalla sera, in seno alla famiglia, ella ridiceva

la sua gioia e la sua speranza; la notte la passò insonnenon però senza una viva contentezza. Ripeteva senzaposa quelle Ave Marie, che suonavano così soavi e dolcial cuore della Madre divina, la quale in contraccambioriserbava alla sua figlia diletta, pel giorno seguente, unafesta più solenne delle altre, e l’amore che la spingeva,era tanto grande che la prevenne alla Grotta.

Quale infatti non fu la meraviglia di Bernadetta,quando, arrivata a quel luogo benedetto, vide la nicchiailluminata e la Signora tranquilla e sorridente chel’aspettava! Confusa si pose in ginocchio e domandòscusa del ritardo; ma la Signora le fece intendere amore-volmente, che non aveva punto bisogno di giustificarsi esubito entrò in intima comunicazione con lei. Mai la ce-leste Signora s’era mostrata più buona, premurosa, inco-raggiante; perciò anche la Veggente prese maggior co-raggio e ricordandosi che ancora non le aveva fatto co-noscere il suo nome, glielo domandò per ben due volte:«Signora, volete avere la bontà di dirmi chi siete?» Unsorriso fu tutta la sua risposta; ma questo sorriso era cosìdolce e soave, che Bernadetta con voce più supplichevo-le rinnovò per una terza volta la domanda. Allora la Si-gnora, sempre in piedi sopra il rosaio, prese un’aria gra-

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fortunato di trovarsi a’ suoi piedi.Già fin dalla sera, in seno alla famiglia, ella ridiceva

la sua gioia e la sua speranza; la notte la passò insonnenon però senza una viva contentezza. Ripeteva senzaposa quelle Ave Marie, che suonavano così soavi e dolcial cuore della Madre divina, la quale in contraccambioriserbava alla sua figlia diletta, pel giorno seguente, unafesta più solenne delle altre, e l’amore che la spingeva,era tanto grande che la prevenne alla Grotta.

Quale infatti non fu la meraviglia di Bernadetta,quando, arrivata a quel luogo benedetto, vide la nicchiailluminata e la Signora tranquilla e sorridente chel’aspettava! Confusa si pose in ginocchio e domandòscusa del ritardo; ma la Signora le fece intendere amore-volmente, che non aveva punto bisogno di giustificarsi esubito entrò in intima comunicazione con lei. Mai la ce-leste Signora s’era mostrata più buona, premurosa, inco-raggiante; perciò anche la Veggente prese maggior co-raggio e ricordandosi che ancora non le aveva fatto co-noscere il suo nome, glielo domandò per ben due volte:«Signora, volete avere la bontà di dirmi chi siete?» Unsorriso fu tutta la sua risposta; ma questo sorriso era cosìdolce e soave, che Bernadetta con voce più supplichevo-le rinnovò per una terza volta la domanda. Allora la Si-gnora, sempre in piedi sopra il rosaio, prese un’aria gra-

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ve e parve umiliarsi; poi giunse le mani e le portò dinan-zi al petto, guardò in cielo, e quindi, separandole lenta-mente, chinandosi verso la fanciulla, lasciò cadere dallesue labbra queste parole:

«Que soy era Immaculado Counceptiou.Io sono l’Immacolata Concezione».

Poi, senza altro sguardo, senza alcun addio, scompar-ve, «lasciando a Bernadetta questa immagine e questonome».

Il mistero della Grotta era finalmente svelato; la pic-cola pastorella aveva inteso il nome che «la Vergineaveva nel segreto di Dio, prima ancora di nascere e dichiamarsi Maria». Ed era all’innocenza d’una pastorella,nella solitudine dei Pirenei, che Maria si degnava rivela-re questo nome, dare questa risposta. Quanto volentieriesclamiamo ancora noi nello scrivere queste linee: «Omontagne fortunate! No, voi non siete le più alte, nè lepiù celebri della Francia, ma in cambio quanto mi sem-brate più sante, dacchè per ben diciotto volte consecuti-ve la Regina del tempo e dell’eternità vi calpestò col suopiede verginale!» (1).

Bernadetta però non capì subito il senso delle paroleche aveva udito, così che per non dimenticarle, quando

1 Can. ROUSSELL, Gli Splendori di Lourdes.

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ve e parve umiliarsi; poi giunse le mani e le portò dinan-zi al petto, guardò in cielo, e quindi, separandole lenta-mente, chinandosi verso la fanciulla, lasciò cadere dallesue labbra queste parole:

«Que soy era Immaculado Counceptiou.Io sono l’Immacolata Concezione».

Poi, senza altro sguardo, senza alcun addio, scompar-ve, «lasciando a Bernadetta questa immagine e questonome».

Il mistero della Grotta era finalmente svelato; la pic-cola pastorella aveva inteso il nome che «la Vergineaveva nel segreto di Dio, prima ancora di nascere e dichiamarsi Maria». Ed era all’innocenza d’una pastorella,nella solitudine dei Pirenei, che Maria si degnava rivela-re questo nome, dare questa risposta. Quanto volentieriesclamiamo ancora noi nello scrivere queste linee: «Omontagne fortunate! No, voi non siete le più alte, nè lepiù celebri della Francia, ma in cambio quanto mi sem-brate più sante, dacchè per ben diciotto volte consecuti-ve la Regina del tempo e dell’eternità vi calpestò col suopiede verginale!» (1).

Bernadetta però non capì subito il senso delle paroleche aveva udito, così che per non dimenticarle, quando

1 Can. ROUSSELL, Gli Splendori di Lourdes.

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sarebbe venuto il momento di riferirle al suo Parroco –finalmente convinto questa volta – non cessò di ripeterelungo la strada: «Io sono l’immacolata Concezione».

Il degno sacerdote invece e con lui tutta la popolazio-ne comprese subito; una corrente di santo entusiasmopercorse in un baleno dall’un capo all’altro la città, ealla Grotta la roccia benedetta e i rami del rosaio diven-tarono altrettante reliquie che la folla baciava con rispet-to ed amore. Era proprio apparsa Colei, il cui nome simormorava sommessamente era la Regina del cielo,Maria, la Piena di grazia!

DICIASETTESIMA APPARIZIONE(Mercoledì 5 aprile)

Il 25 marzo la Vergine SS. aveva svelato il suo nomeal mondo; il 5 aprile doveva apporre a questo nome il si-gillo del miracolo. La mattina di questo giorno Berna-detta assorta in dolce estasi contemplava, pregava in-nanzi alla Grotta, quando le avvenne di avvicinare la suamano destra alla sinistra in cui teneva un cero acceso.Gli astanti non tardarono ad accorgersi che la fiamma diquesto cero passava tra le dita della mano. «Ella si bru-cia», fu il grido generale attorno a lei; ma la Veggente,serena, pareva non accorgersi di nulla.

Il Dottor Dozous, che la divina Provvidenza aveva

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sarebbe venuto il momento di riferirle al suo Parroco –finalmente convinto questa volta – non cessò di ripeterelungo la strada: «Io sono l’immacolata Concezione».

Il degno sacerdote invece e con lui tutta la popolazio-ne comprese subito; una corrente di santo entusiasmopercorse in un baleno dall’un capo all’altro la città, ealla Grotta la roccia benedetta e i rami del rosaio diven-tarono altrettante reliquie che la folla baciava con rispet-to ed amore. Era proprio apparsa Colei, il cui nome simormorava sommessamente era la Regina del cielo,Maria, la Piena di grazia!

DICIASETTESIMA APPARIZIONE(Mercoledì 5 aprile)

Il 25 marzo la Vergine SS. aveva svelato il suo nomeal mondo; il 5 aprile doveva apporre a questo nome il si-gillo del miracolo. La mattina di questo giorno Berna-detta assorta in dolce estasi contemplava, pregava in-nanzi alla Grotta, quando le avvenne di avvicinare la suamano destra alla sinistra in cui teneva un cero acceso.Gli astanti non tardarono ad accorgersi che la fiamma diquesto cero passava tra le dita della mano. «Ella si bru-cia», fu il grido generale attorno a lei; ma la Veggente,serena, pareva non accorgersi di nulla.

Il Dottor Dozous, che la divina Provvidenza aveva

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voluto presente a questo prodigio, impedì che si facessecessare l’azione di questa fiamma, per di più alimentatada una corrente d’aria. Tutto ciò durò un quarto d’ora enon solo Bernadetta non sentì alcun dolore, ma neppurele sue dita ebbero alcun segno di scottatura. Terminatal’estasi il Dottore volle fare una controesperienza: «av-vicinò più volte la fiamma di una candela alla mano si-nistra della Veggente, la quale sentendosi scottare,l’allontanò subito da sè, dicendo: «Volete bruciarmi!»(1).

Tale fu il ricordo che lasciò alla folla l’ultima appari-zione, di cui si ebbero testimoni. Bernadetta, è vero, do-veva ancora rivedere una volta la Vergine santa, ma qua-si sola, ed attingere in quell’ultima contemplazione laforza per soffrire. Era venuta l’ora della lotta, di cui nontarderemo a parlare.

DICIOTTESIMA APPARIZIONE(Venerdì 16 luglio)

Tre mesi erano trascorsi, e il 3 giugno, festa del SS.Sacramento, la figlia privilegiata della Vergine di Mas-sabielle aveva avuto l’insigne favore di ricevere nel suocuore per la prima volta Nostro Signore, nella Cappelladell’Ospizio «Bernadetta fece la sua prima Comunione

1 ESTRADE, Op.cit.

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voluto presente a questo prodigio, impedì che si facessecessare l’azione di questa fiamma, per di più alimentatada una corrente d’aria. Tutto ciò durò un quarto d’ora enon solo Bernadetta non sentì alcun dolore, ma neppurele sue dita ebbero alcun segno di scottatura. Terminatal’estasi il Dottore volle fare una controesperienza: «av-vicinò più volte la fiamma di una candela alla mano si-nistra della Veggente, la quale sentendosi scottare,l’allontanò subito da sè, dicendo: «Volete bruciarmi!»(1).

Tale fu il ricordo che lasciò alla folla l’ultima appari-zione, di cui si ebbero testimoni. Bernadetta, è vero, do-veva ancora rivedere una volta la Vergine santa, ma qua-si sola, ed attingere in quell’ultima contemplazione laforza per soffrire. Era venuta l’ora della lotta, di cui nontarderemo a parlare.

DICIOTTESIMA APPARIZIONE(Venerdì 16 luglio)

Tre mesi erano trascorsi, e il 3 giugno, festa del SS.Sacramento, la figlia privilegiata della Vergine di Mas-sabielle aveva avuto l’insigne favore di ricevere nel suocuore per la prima volta Nostro Signore, nella Cappelladell’Ospizio «Bernadetta fece la sua prima Comunione

1 ESTRADE, Op.cit.

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ieri», scriveva il giorno dopo il Parroco di Lourdes aMonsignor Laurence, vescovo di Tarbes «e pareva assaipenetrata dell’azione santa che stava per fare. Durantegli esercizi preparatori, che io stesso predicai ai nuovicomunicandi, ella mantenne sempre un contegno, unraccoglimento ed un’attenzione che maggiore non si po-tevano desiderare. Tutto si sviluppa in lei ed in una ma-niera meravigliosa». Era l’innocenza che si era accostataal Banchetto degli Angeli, aumentando il suo candore alcontatto della Purezza infinita. Interrogata qual cosal’avesse resa più felice, o il ricevere il buon Gesù, o ilconversare alla Grotta con la Vergine santa, Bernadettaaveva risposto: «Io non saprei dirlo; queste cose cammi-nano di pari passo e non possono perciò essere parago-nate: ciò che posso dire è che io fui egualmente felice inambedue le circostanze».(1)

La sera del 16 luglio, giorno in cui aveva ricevuto ilsuo Gesù, per la terza volta un appello ben noto si fecesentire nell’interno del suo cuore. Si alzò, prese con sèla zia Lucilla. che incontrò per istrada, e premurosa sirese al celeste convegno. A quell’epoca, l’entrata dellaGrotta era proibita per ordine dell’autorità Amministra-tiva, che ne aveva fatto chiudere il davanti mediante unapalizzata di tavole. Bernadetta e sua zia andarono perciò

1 ESTRADE, Op. cit.

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ieri», scriveva il giorno dopo il Parroco di Lourdes aMonsignor Laurence, vescovo di Tarbes «e pareva assaipenetrata dell’azione santa che stava per fare. Durantegli esercizi preparatori, che io stesso predicai ai nuovicomunicandi, ella mantenne sempre un contegno, unraccoglimento ed un’attenzione che maggiore non si po-tevano desiderare. Tutto si sviluppa in lei ed in una ma-niera meravigliosa». Era l’innocenza che si era accostataal Banchetto degli Angeli, aumentando il suo candore alcontatto della Purezza infinita. Interrogata qual cosal’avesse resa più felice, o il ricevere il buon Gesù, o ilconversare alla Grotta con la Vergine santa, Bernadettaaveva risposto: «Io non saprei dirlo; queste cose cammi-nano di pari passo e non possono perciò essere parago-nate: ciò che posso dire è che io fui egualmente felice inambedue le circostanze».(1)

La sera del 16 luglio, giorno in cui aveva ricevuto ilsuo Gesù, per la terza volta un appello ben noto si fecesentire nell’interno del suo cuore. Si alzò, prese con sèla zia Lucilla. che incontrò per istrada, e premurosa sirese al celeste convegno. A quell’epoca, l’entrata dellaGrotta era proibita per ordine dell’autorità Amministra-tiva, che ne aveva fatto chiudere il davanti mediante unapalizzata di tavole. Bernadetta e sua zia andarono perciò

1 ESTRADE, Op. cit.

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ad inginocchiarsi al di là del Gavo, in faccia alla rocciadelle apparizioni. Era la sera, l’ora in cui l’Angelus sta-va per suonare al campanile della parrocchia, quandotutto ad un tratto la fanciulla si commosse e nel traspor-to della sua anima assorta si pose ad esclamare: «Ecco-la, eccola! ella ci saluta e ci sorride al disopra della bar-riera».

In quell’istante la barriera scomparve ai suoi occhi, ela Veggente non vide più che la Madre celeste ineffabil-mente buona; ancora una volta s’inabissò nell’estasi enell’amore; e ricevette non già un addio – poteva unamadre dire addio alla sua figliuola? – ma uno sguardo,un sorriso, che rivelavano tanta tenerezza e bontà, cheBernadetta confessava non averne mai veduti di simili.

Era finito! Bernadetta non doveva più rivedere quellosguardo, quel sorriso, che nello splendore del cielo!

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ad inginocchiarsi al di là del Gavo, in faccia alla rocciadelle apparizioni. Era la sera, l’ora in cui l’Angelus sta-va per suonare al campanile della parrocchia, quandotutto ad un tratto la fanciulla si commosse e nel traspor-to della sua anima assorta si pose ad esclamare: «Ecco-la, eccola! ella ci saluta e ci sorride al disopra della bar-riera».

In quell’istante la barriera scomparve ai suoi occhi, ela Veggente non vide più che la Madre celeste ineffabil-mente buona; ancora una volta s’inabissò nell’estasi enell’amore; e ricevette non già un addio – poteva unamadre dire addio alla sua figliuola? – ma uno sguardo,un sorriso, che rivelavano tanta tenerezza e bontà, cheBernadetta confessava non averne mai veduti di simili.

Era finito! Bernadetta non doveva più rivedere quellosguardo, quel sorriso, che nello splendore del cielo!

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III.IL TESTIMONIO DI MARIA.

Lourdes era destinato a divenire un centro ed un foco-lare di fede e di misericordia; migliaia di anime vi sa-rebbero accorse per alimentare la loro pietà e per attin-gere nuove energie e nuove risoluzioni; il dolore e la ca-rità si sarebbero strette in santo connubio sotto lo sguar-do della Madre divina; il miracolo vi sarebbe in istatopermanente, vi si subirebbe il «salutare contagio d’unapietà franca e sincera che si spanderebbe in preghiere ederomperebbe in cantici di gioia; e, come conseguenzadelle ore di fede viva e di santi entusiasmi passati allaGrotta benedetta, ne risulterebbe una specie di raggioluminoso, che, prolungandosi nella vita, l’avrebbe tuttailluminata: finalmente il sorriso, la voce, il gesto diLourdes farebbero sussultare lo spirito del secolo XIX,cioè il suo cuore» (1).

Tale doveva essere l’opera della Regina del cielo inquesto suo dominio mariale, ove erasi degnata di rive-larsi. Ma siccome non vi fu mai opera grande, che nonsia stata pure sempre accompagnata dal dolore, così an-che qui non poteva essere altrimenti. E in quella guisache un contatto divino aveva allietato e fatto gustare una

1 Abbate BERTRIN, Storia Critica di Lourdes.

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III.IL TESTIMONIO DI MARIA.

Lourdes era destinato a divenire un centro ed un foco-lare di fede e di misericordia; migliaia di anime vi sa-rebbero accorse per alimentare la loro pietà e per attin-gere nuove energie e nuove risoluzioni; il dolore e la ca-rità si sarebbero strette in santo connubio sotto lo sguar-do della Madre divina; il miracolo vi sarebbe in istatopermanente, vi si subirebbe il «salutare contagio d’unapietà franca e sincera che si spanderebbe in preghiere ederomperebbe in cantici di gioia; e, come conseguenzadelle ore di fede viva e di santi entusiasmi passati allaGrotta benedetta, ne risulterebbe una specie di raggioluminoso, che, prolungandosi nella vita, l’avrebbe tuttailluminata: finalmente il sorriso, la voce, il gesto diLourdes farebbero sussultare lo spirito del secolo XIX,cioè il suo cuore» (1).

Tale doveva essere l’opera della Regina del cielo inquesto suo dominio mariale, ove erasi degnata di rive-larsi. Ma siccome non vi fu mai opera grande, che nonsia stata pure sempre accompagnata dal dolore, così an-che qui non poteva essere altrimenti. E in quella guisache un contatto divino aveva allietato e fatto gustare una

1 Abbate BERTRIN, Storia Critica di Lourdes.

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gioia ineffabile alla piccola pastorella di Bartrès, così unaltro contatto non meno divino, quello della croce,avrebbe tutto fecondato, e preparato nello stesso tempo igrandi trionfi. Nella forza morale che dimostrerà l’umilefiglia del popolo in presenza delle forze riunite d’unaamministrazione vessatrice e prevenuta, e d’una scienzamaterialista che nega il soprannaturale; di fronte allaprudenza e circospezione dell’autorità ecclesiastica checerca la luce, l’azione dell’Immacolata si paleserà tantopiù evidente, quanto più debole e meno preparato a so-stenere una lotta, dal punto di vista umano, sarà il testi-monio.

BERNADETTA DINANZI ALLE AUTORITÀ CI-VILI E ALLA SCIENZA MEDICA

Abbiamo già veduto come fin dalla domenica 21 feb-braio il Procuratore Imperiale ed il Commissario di poli-zia di Lourdes avevano citato Bernadetta a comparirealla loro presenza per tentare di deciderla, prima collapersuasione, poi colle minacce a non ritornare più allaGrotta. L’interrogatorio del Procuratore Imperiale, Sig.Dutour, aveva avuto fine con queste parole: «La tuacondotta alla Grotta è un vero scandalo, tu fai accorrerela gente, e bisogna assolutamente che tutto ciò finisca;mi prometti di non tornare più a Massabielle?».

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gioia ineffabile alla piccola pastorella di Bartrès, così unaltro contatto non meno divino, quello della croce,avrebbe tutto fecondato, e preparato nello stesso tempo igrandi trionfi. Nella forza morale che dimostrerà l’umilefiglia del popolo in presenza delle forze riunite d’unaamministrazione vessatrice e prevenuta, e d’una scienzamaterialista che nega il soprannaturale; di fronte allaprudenza e circospezione dell’autorità ecclesiastica checerca la luce, l’azione dell’Immacolata si paleserà tantopiù evidente, quanto più debole e meno preparato a so-stenere una lotta, dal punto di vista umano, sarà il testi-monio.

BERNADETTA DINANZI ALLE AUTORITÀ CI-VILI E ALLA SCIENZA MEDICA

Abbiamo già veduto come fin dalla domenica 21 feb-braio il Procuratore Imperiale ed il Commissario di poli-zia di Lourdes avevano citato Bernadetta a comparirealla loro presenza per tentare di deciderla, prima collapersuasione, poi colle minacce a non ritornare più allaGrotta. L’interrogatorio del Procuratore Imperiale, Sig.Dutour, aveva avuto fine con queste parole: «La tuacondotta alla Grotta è un vero scandalo, tu fai accorrerela gente, e bisogna assolutamente che tutto ciò finisca;mi prometti di non tornare più a Massabielle?».

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– Non lo prometto, Signore.– È questa l’ultima tua parola?– Sissignore.– Allora va pure; provvederemo noi!» (1).«La povera madre mia piangeva, scrive Bernadetta

nelle sue note intime, e le sue lacrime le scorrevano ab-bondanti dalle guancie, quando capì che ci volevanomettere in prigione; ma io la consolai: «E perchè pian-gere, dal momento che non si è fatto male a nessuno?».

Il Commissario, Sig. Jacomet, uomo intelligente,istruito, popolare, era d’un’abilità e destrezza senza parinell’indurre gli accusati a confessare le loro colpe e nel-lo scoprire i più piccoli indizi di colpabilità; sapeva ren-dersi insinuante secondo le circostanze e, quando questomezzo non riusciva, ricorreva alle minacce. Ma cediamola parola a Bernadetta. «La prima domenica della quin-dicina, mentre uscivo di chiesa, un usciere del comunemi tirò pel cappuccio e mi ordinò di seguirlo. Lo seguii,e, strada facendo, mi si fece capire che mi sarebbe toc-cata la prigione. Non dissi parola, ed arrivammo così dalcommissario di polizia. Mi fece condurre in una sala,dove egli si trovava solo (2), mi diede una sedia, ed io

1 ESTRADE, Ricordi intimi.2 Il commissario era solo, quando Bernadetta si presentò, ma si sa che il sig.

Estrade entrò poco dopo e restò fino alla fine dell’interrogatorio, che rac-contò egli stesso nei suoi Ricordi intimi.

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– Non lo prometto, Signore.– È questa l’ultima tua parola?– Sissignore.– Allora va pure; provvederemo noi!» (1).«La povera madre mia piangeva, scrive Bernadetta

nelle sue note intime, e le sue lacrime le scorrevano ab-bondanti dalle guancie, quando capì che ci volevanomettere in prigione; ma io la consolai: «E perchè pian-gere, dal momento che non si è fatto male a nessuno?».

Il Commissario, Sig. Jacomet, uomo intelligente,istruito, popolare, era d’un’abilità e destrezza senza parinell’indurre gli accusati a confessare le loro colpe e nel-lo scoprire i più piccoli indizi di colpabilità; sapeva ren-dersi insinuante secondo le circostanze e, quando questomezzo non riusciva, ricorreva alle minacce. Ma cediamola parola a Bernadetta. «La prima domenica della quin-dicina, mentre uscivo di chiesa, un usciere del comunemi tirò pel cappuccio e mi ordinò di seguirlo. Lo seguii,e, strada facendo, mi si fece capire che mi sarebbe toc-cata la prigione. Non dissi parola, ed arrivammo così dalcommissario di polizia. Mi fece condurre in una sala,dove egli si trovava solo (2), mi diede una sedia, ed io

1 ESTRADE, Ricordi intimi.2 Il commissario era solo, quando Bernadetta si presentò, ma si sa che il sig.

Estrade entrò poco dopo e restò fino alla fine dell’interrogatorio, che rac-contò egli stesso nei suoi Ricordi intimi.

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mi sedetti. Indi, prendendo della carta, mi disse di rac-contargli tutto quello che era avvenuto alla Grotta; ciòche feci. Dopo d’aver scritta qualche linea, comegliel’avevo dettata, si diede a scrivere cose che m’eranoaffatto estranee (1). Avendomi detto di voler farmenelettura per vedere se non mi fossi sbagliata, prestai vivaattenzione. Lette appena poche linee, mi accorsi dellesostituzioni, per cui l’interruppi vivamente. «Ma, Signo-re, io non v’ho dettato ciò». Montò su tutte le furie, assi-curandomi che sì; ed io a ripetergli che no. Questo batti-becco durò qualche minuto, ma vedendo che persistevonel dirgli che s’era sbagliato, non avendo io raccontatoaffatto quanto egli leggeva, proseguì oltre. Questa ma-novra durò un’ora od un’ora e mezza» (2).

Bernadetta non fa menzione dell’arrivo di suo padre,ma noi sappiamo che questi intervenne durante l’inter-rogatorio per reclamare sua figlia. Jacomet, abile qualera, non ignorava che le persone di quella condizionesono ordinariamente timide, paurose e restìe a trattarecolla polizia. Ne approfittò quindi per persuaderlo cheera ormai tempo che la commedia rappresentata da suafiglia cessasse una buona volta. «Vi prevengo» soggiun-se «che se voi non avete abbastanza autorità per custodi-

1 Cioè che non erano esatte.2 Dalle note intime di Bernadetta.

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mi sedetti. Indi, prendendo della carta, mi disse di rac-contargli tutto quello che era avvenuto alla Grotta; ciòche feci. Dopo d’aver scritta qualche linea, comegliel’avevo dettata, si diede a scrivere cose che m’eranoaffatto estranee (1). Avendomi detto di voler farmenelettura per vedere se non mi fossi sbagliata, prestai vivaattenzione. Lette appena poche linee, mi accorsi dellesostituzioni, per cui l’interruppi vivamente. «Ma, Signo-re, io non v’ho dettato ciò». Montò su tutte le furie, assi-curandomi che sì; ed io a ripetergli che no. Questo batti-becco durò qualche minuto, ma vedendo che persistevonel dirgli che s’era sbagliato, non avendo io raccontatoaffatto quanto egli leggeva, proseguì oltre. Questa ma-novra durò un’ora od un’ora e mezza» (2).

Bernadetta non fa menzione dell’arrivo di suo padre,ma noi sappiamo che questi intervenne durante l’inter-rogatorio per reclamare sua figlia. Jacomet, abile qualera, non ignorava che le persone di quella condizionesono ordinariamente timide, paurose e restìe a trattarecolla polizia. Ne approfittò quindi per persuaderlo cheera ormai tempo che la commedia rappresentata da suafiglia cessasse una buona volta. «Vi prevengo» soggiun-se «che se voi non avete abbastanza autorità per custodi-

1 Cioè che non erano esatte.2 Dalle note intime di Bernadetta.

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re vostra figlia in casa, saprò ben io come fare per custo-dirla altrove».

Il tenore minaccioso di queste parole non isfuggì almugnaio Soubirous, il quale promise a se stesso di ve-gliare perchè sua figlia non potesse più portare piede aMassabielle. Abbiamo già visto, come il giorno succes-sivo a queste minacce, una forza misteriosa avesse spin-to Bernadetta verso la Grotta, frustrando in tal manieragli ordini del commissario. «Credette allora costui di es-sere burlato dalla famiglia Soubirous» e da quel mo-mento cominciò da parte sua un’inquisizione non inter-rotta per cercare di scoprire quale fosse il movente diciò che egli chiamava «una ciurmeria interessata». Nonsi poteva muovere piede senza essere spiati, e si ricorre-va a tutti i mezzi per istrappare ai più piccoli della fami-glia qualche rivelazione compromettente; e per ispiegareil via-vai delle guardie di polizia davanti alla vecchiacasetta della strada dei Petit-Fossés, si dava maliziosa-mente ad intendere che si trattava di cose delicate in cuila famiglia era compromessa. E’ facile quindi immagi-nare l’imbarazzo doloroso di questa famiglia, in cui giàregnava la miseria! Eppure non un lamento usciva dallaloro bocca!…

Fin dalle prime Apparizioni Bernadetta ebbe fede nel-la Visione: il non intervento della celeste Signora nei

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re vostra figlia in casa, saprò ben io come fare per custo-dirla altrove».

Il tenore minaccioso di queste parole non isfuggì almugnaio Soubirous, il quale promise a se stesso di ve-gliare perchè sua figlia non potesse più portare piede aMassabielle. Abbiamo già visto, come il giorno succes-sivo a queste minacce, una forza misteriosa avesse spin-to Bernadetta verso la Grotta, frustrando in tal manieragli ordini del commissario. «Credette allora costui di es-sere burlato dalla famiglia Soubirous» e da quel mo-mento cominciò da parte sua un’inquisizione non inter-rotta per cercare di scoprire quale fosse il movente diciò che egli chiamava «una ciurmeria interessata». Nonsi poteva muovere piede senza essere spiati, e si ricorre-va a tutti i mezzi per istrappare ai più piccoli della fami-glia qualche rivelazione compromettente; e per ispiegareil via-vai delle guardie di polizia davanti alla vecchiacasetta della strada dei Petit-Fossés, si dava maliziosa-mente ad intendere che si trattava di cose delicate in cuila famiglia era compromessa. E’ facile quindi immagi-nare l’imbarazzo doloroso di questa famiglia, in cui giàregnava la miseria! Eppure non un lamento usciva dallaloro bocca!…

Fin dalle prime Apparizioni Bernadetta ebbe fede nel-la Visione: il non intervento della celeste Signora nei

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giorni in cui la Grotta non si rischiarava a’ suoi sguardi,non diminuiva punto questa fede, anzi pareva che la fan-ciulla comunicasse ai suoi di casa la forza che ella senti-va. Era povero questo focolare, ma benedetto, perchèconosceva la beatitudine della persecuzione, ed ancheperchè Colei che si mostrava alla Grotta, vi versava apiene mani il coraggio.

L’affluenza sempre maggiore delle popolazioni, nonmeno che le diverse opinioni che dividevano gli spiriti,avevano indotto il commissario di polizia ed il sindacodi Lourdes, Sig. Lacadé, ad informare il prefetto di Tar-bes degli avvenimenti di Massabielle. Lo stesso ministrodei culti, Sig. Rouland, ne venne avvertito; ma nè il pre-fetto nè il ministro si preoccuparono molto di ciò cheessi credevano essere solo «una leggenda inventata pertener desta la curiosità del popolo». A poco a poco però,le discussioni sui giornali «che sembravano innalzare ilfatto delle Apparizioni di Lourdes alla dignità di un av-venimento nazionale» li fecero intervenire e l’autoritàprefettizia si vide ben presto impegnata in una viad’opposizione. Eppure quest’autorità si trovava in queigiorni concentrata nelle mani d’un cristiano convinto epraticante, il Barone Massy, che Pio IX aveva decoratodella Commenda dell’Ordine di S. Gregorio Magno.Costui procedendo dalla convinzione, che se non si met-

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giorni in cui la Grotta non si rischiarava a’ suoi sguardi,non diminuiva punto questa fede, anzi pareva che la fan-ciulla comunicasse ai suoi di casa la forza che ella senti-va. Era povero questo focolare, ma benedetto, perchèconosceva la beatitudine della persecuzione, ed ancheperchè Colei che si mostrava alla Grotta, vi versava apiene mani il coraggio.

L’affluenza sempre maggiore delle popolazioni, nonmeno che le diverse opinioni che dividevano gli spiriti,avevano indotto il commissario di polizia ed il sindacodi Lourdes, Sig. Lacadé, ad informare il prefetto di Tar-bes degli avvenimenti di Massabielle. Lo stesso ministrodei culti, Sig. Rouland, ne venne avvertito; ma nè il pre-fetto nè il ministro si preoccuparono molto di ciò cheessi credevano essere solo «una leggenda inventata pertener desta la curiosità del popolo». A poco a poco però,le discussioni sui giornali «che sembravano innalzare ilfatto delle Apparizioni di Lourdes alla dignità di un av-venimento nazionale» li fecero intervenire e l’autoritàprefettizia si vide ben presto impegnata in una viad’opposizione. Eppure quest’autorità si trovava in queigiorni concentrata nelle mani d’un cristiano convinto epraticante, il Barone Massy, che Pio IX aveva decoratodella Commenda dell’Ordine di S. Gregorio Magno.Costui procedendo dalla convinzione, che se non si met-

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teva un freno ai fatti che avevano luogo alla Grotta, nesarebbe derivata una superstizione ingiuriosa a quellaregione e funesta alla causa stessa della religione, cre-dette suo dovere intervenire per ovviare a tanto guaio.

Siccome però egli stesso aveva potuto convincersiche non era possibile mantenere l’accusa di ciurmeria odi motivi interessati da parte di Bernadetta o della suafamiglia, venne alla conclusione che, poichè la sinceritàdella Veggente non poteva essere messa in dubbio, do-veva esservi allucinazione; quindi la sera stessa del 25marzo scriveva al Sindaco di Lourdes, pregandolo di faresaminare il più presto possibile da una commissione dimedici lo stato mentale dell’estatica, per giudicare senon fosse opportuno di farla rinchiudere in una casa disalute. Tre medici furono scelti per procedere a questoesame; due di Lourdes ed il terzo di un paese vicino. Ildott. Dozous, che era stato guadagnato alla causa del so-prannaturale durante le estasi, venne a bella posta scar-tato. In omaggio alla verità dobbiamo tuttavia constatareche i dottori, i quali avevano avuta la preferenza dal sin-daco di Lourdes, erano persone perfettamente rispettabi-li, e che, quantunque prevenuti contro l’intervento divi-no nell’affare della Grotta, nulla faceva sospettare chepotessero giudicare meno che coscienziosamente.

Si recarono dunque alla scuola delle Suore dell’Ospi-

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teva un freno ai fatti che avevano luogo alla Grotta, nesarebbe derivata una superstizione ingiuriosa a quellaregione e funesta alla causa stessa della religione, cre-dette suo dovere intervenire per ovviare a tanto guaio.

Siccome però egli stesso aveva potuto convincersiche non era possibile mantenere l’accusa di ciurmeria odi motivi interessati da parte di Bernadetta o della suafamiglia, venne alla conclusione che, poichè la sinceritàdella Veggente non poteva essere messa in dubbio, do-veva esservi allucinazione; quindi la sera stessa del 25marzo scriveva al Sindaco di Lourdes, pregandolo di faresaminare il più presto possibile da una commissione dimedici lo stato mentale dell’estatica, per giudicare senon fosse opportuno di farla rinchiudere in una casa disalute. Tre medici furono scelti per procedere a questoesame; due di Lourdes ed il terzo di un paese vicino. Ildott. Dozous, che era stato guadagnato alla causa del so-prannaturale durante le estasi, venne a bella posta scar-tato. In omaggio alla verità dobbiamo tuttavia constatareche i dottori, i quali avevano avuta la preferenza dal sin-daco di Lourdes, erano persone perfettamente rispettabi-li, e che, quantunque prevenuti contro l’intervento divi-no nell’affare della Grotta, nulla faceva sospettare chepotessero giudicare meno che coscienziosamente.

Si recarono dunque alla scuola delle Suore dell’Ospi-

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zio, e, in presenza della superiora, sottoposero Bernadet-ta ad un lungo interrogatorio. La fanciulla rispose con lasua solita franchezza e semplicità; il suo racconto avevauna chiarezza ed una precisione che non poteva sfuggireagli inquisitori, ai quali fu impossibile metterla in con-traddizione con se stessa; la verità è una sola. Essa ri-spondeva a tutte le domande con un buon senso ed unalogica insuperabili. Tuttavia non volendo la commissio-ne riconoscere il soprannaturale, ecco quale fu il proces-so verbale della seduta nelle sue parti essenziali:

«Nulla ci dimostra che Bernadetta abbia voluto im-porsi al pubblico; la fanciulla però è di carattere impres-sionabile ed ha quindi potuto essere vittima di un’alluci-nazione. Un riflesso di luce proveniente dalla parte dellaGrotta ha senza dubbio attirata la sua attenzione; la suafantasia sotto l’influenza d’una predisposizione moraleha dato a questo riflesso una forma che colpisce i fan-ciulli, quella cioè delle statue della Vergine che si veg-gono sugli altari. In conseguenza i sottoscritti pensanoche la giovinetta Bernadetta Soubirous ha potuto pre-sentare uno stato estatico, che si è ripetuto parecchievolte, e che vi è in ciò un’affezione morale, i cui effettispiegano i fenomeni della visione. Ora è necessario cu-rare quest’affezione?... La malattia che noi crediamopoter attribuire a Bernadetta non può far correre ri-

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zio, e, in presenza della superiora, sottoposero Bernadet-ta ad un lungo interrogatorio. La fanciulla rispose con lasua solita franchezza e semplicità; il suo racconto avevauna chiarezza ed una precisione che non poteva sfuggireagli inquisitori, ai quali fu impossibile metterla in con-traddizione con se stessa; la verità è una sola. Essa ri-spondeva a tutte le domande con un buon senso ed unalogica insuperabili. Tuttavia non volendo la commissio-ne riconoscere il soprannaturale, ecco quale fu il proces-so verbale della seduta nelle sue parti essenziali:

«Nulla ci dimostra che Bernadetta abbia voluto im-porsi al pubblico; la fanciulla però è di carattere impres-sionabile ed ha quindi potuto essere vittima di un’alluci-nazione. Un riflesso di luce proveniente dalla parte dellaGrotta ha senza dubbio attirata la sua attenzione; la suafantasia sotto l’influenza d’una predisposizione moraleha dato a questo riflesso una forma che colpisce i fan-ciulli, quella cioè delle statue della Vergine che si veg-gono sugli altari. In conseguenza i sottoscritti pensanoche la giovinetta Bernadetta Soubirous ha potuto pre-sentare uno stato estatico, che si è ripetuto parecchievolte, e che vi è in ciò un’affezione morale, i cui effettispiegano i fenomeni della visione. Ora è necessario cu-rare quest’affezione?... La malattia che noi crediamopoter attribuire a Bernadetta non può far correre ri-

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schio alcuno alla sua salute, restando nei limiti coi qualiessa ci si presenta. E’ piuttosto verosimile invece che,non appena Bernadetta avrà riprese le sue abitudini ordi-narie, cesserà di pensare alla Grotta ed alle cose meravi-gliose che racconta».

Il prefetto era persona troppo intelligente per non sco-prire a prima vista le contraddizioni che risultavano dal-la relazione dei medici. Se il raggio di luce non si eraprodotto che una volta sola, come spiegare la sua poten-za affascinatrice su Bernadetta per rapirla sedici volte inestasi? (1). Se invece si era ripetuto tante volte, quanteaveva avuto luogo l’estasi, come spiegare che fra tantemigliaia di persone, che la circondavano, essa solal’avesse visto? Inoltre, nello spazio che corre tra l’11febbraio e il 25 marzo, quante volte ella era andata allaGrotta senza subire il fascino del raggio affascinante?!Una cosa s’imponeva, dice il Sig. Estrade, e questa erache se Bernadetta era pazza od allucinata, non era ne-cessario far altro che lasciare al tempo la cura di guarir-la.

Nel frattempo il sindaco di Lourdes ed il procuratoreimperiale mettevano al corrente il Parroco Peyramaledell’intenzione della Prefettura di far condurre Berna-

1 L’esame medico era stato fatto dopo il 25 marzo; quindi dopo la sedicesimaapparizione.

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schio alcuno alla sua salute, restando nei limiti coi qualiessa ci si presenta. E’ piuttosto verosimile invece che,non appena Bernadetta avrà riprese le sue abitudini ordi-narie, cesserà di pensare alla Grotta ed alle cose meravi-gliose che racconta».

Il prefetto era persona troppo intelligente per non sco-prire a prima vista le contraddizioni che risultavano dal-la relazione dei medici. Se il raggio di luce non si eraprodotto che una volta sola, come spiegare la sua poten-za affascinatrice su Bernadetta per rapirla sedici volte inestasi? (1). Se invece si era ripetuto tante volte, quanteaveva avuto luogo l’estasi, come spiegare che fra tantemigliaia di persone, che la circondavano, essa solal’avesse visto? Inoltre, nello spazio che corre tra l’11febbraio e il 25 marzo, quante volte ella era andata allaGrotta senza subire il fascino del raggio affascinante?!Una cosa s’imponeva, dice il Sig. Estrade, e questa erache se Bernadetta era pazza od allucinata, non era ne-cessario far altro che lasciare al tempo la cura di guarir-la.

Nel frattempo il sindaco di Lourdes ed il procuratoreimperiale mettevano al corrente il Parroco Peyramaledell’intenzione della Prefettura di far condurre Berna-

1 L’esame medico era stato fatto dopo il 25 marzo; quindi dopo la sedicesimaapparizione.

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detta Soubirous a Tarbes «per essere trattata come am-malata». A tale proposta il degno ecclesiastico non potètrattenersi dall’esclamare indignato: «Se il Vescovo, seil clero, se io stesso aspettiamo che si faccia maggiorluce sui fatti della Grotta per pronunciarci sul loro carat-tere soprannaturale, è perchè non è assolutamente possi-bile dubitare della sincerità di Bernadetta e dell’integritàdelle sue facoltà intellettuali. I medici stessi, da voi scel-ti, non riscontrano alcuna lesione cerebrale; non osanoaffermare alcuna cosa, e non concludono che conun’ipotesi. Io conosco il dovere di protezione che in-combe al pastore di una parrocchia: andate pure a riferi-re al signor prefetto che i suoi soldati mi troveranno sul-la soglia della porta di quella povera casetta, e che do-vranno atterrarmi, passare sul mio corpo e schiacciarmiprima di torcere un capello a quella fanciulla» (1).

Tutti sapevano che il Parroco di Lourdes era uomo damantenere la sua parola, perciò il prefetto giudicando,come abbiamo veduto, che la relazione dei medici nongli fornisse un’arma abbastanza sicura che gli permet-tesse di far rinchiudere la Veggente, rinunziò ad una mi-sura che avrebbe eccitata l’indignazione generale.

Più tardi il dott. Balencie, uno dei tre medici incarica-ti dell’esame mentale di Bernadetta, sconfessava quella

1 BERTRIN, Opera citata.

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detta Soubirous a Tarbes «per essere trattata come am-malata». A tale proposta il degno ecclesiastico non potètrattenersi dall’esclamare indignato: «Se il Vescovo, seil clero, se io stesso aspettiamo che si faccia maggiorluce sui fatti della Grotta per pronunciarci sul loro carat-tere soprannaturale, è perchè non è assolutamente possi-bile dubitare della sincerità di Bernadetta e dell’integritàdelle sue facoltà intellettuali. I medici stessi, da voi scel-ti, non riscontrano alcuna lesione cerebrale; non osanoaffermare alcuna cosa, e non concludono che conun’ipotesi. Io conosco il dovere di protezione che in-combe al pastore di una parrocchia: andate pure a riferi-re al signor prefetto che i suoi soldati mi troveranno sul-la soglia della porta di quella povera casetta, e che do-vranno atterrarmi, passare sul mio corpo e schiacciarmiprima di torcere un capello a quella fanciulla» (1).

Tutti sapevano che il Parroco di Lourdes era uomo damantenere la sua parola, perciò il prefetto giudicando,come abbiamo veduto, che la relazione dei medici nongli fornisse un’arma abbastanza sicura che gli permet-tesse di far rinchiudere la Veggente, rinunziò ad una mi-sura che avrebbe eccitata l’indignazione generale.

Più tardi il dott. Balencie, uno dei tre medici incarica-ti dell’esame mentale di Bernadetta, sconfessava quella

1 BERTRIN, Opera citata.

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relazione che, a suo dire, «non era concepita secondo idati scientifici e non poteva sostenersi in alcuna dellesue parti». Il dottore non rifiniva di fare l’elogio dellequalità morali e del retto criterio di Bernadetta, che egliebbe in cura per tutto il tempo che soggiornò all’ospeda-le di Lourdes, ciò che gli permise di essere poi uno deitestimoni principali. «Egli ci teneva compagnia al Bu-reau des constatations, dice il dottor Boissaire, e non la-sciava sfuggire occasione per rendere omaggio alla qua-lità della Veggente, ed in particolare alla sua semplicitàed al suo buon senso».

«Non v’è forse esempio nella storia, soggiunge lostesso dottore, d’una persona che sia stata più studiataed esaminata di questa fanciulla. Come mai la follìa,l’allucinazione avrebbero potuto far sorgere dinanzi aisuoi occhi, come in un sogno, l’immagine della Vergine,e far intendere ai suoi orecchi quei colloquii misteriosi,di cui ella appena appena comprendeva il senso? Unaragazza di quattordici anni, una pastorella ignorante nonpoteva certo, senza una preparazione e senza uno studio,fare intendere al mondo intero sì profondi e sì gravi in-segnamenti, sublimarsi all’altezza di un programma di-vino, invitare il mondo alla penitenza, proclamare ildogma appena conosciuto dell’Immacolata Concezione,lasciarci l’immagine di quella Vergine ideale, che il ge-

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relazione che, a suo dire, «non era concepita secondo idati scientifici e non poteva sostenersi in alcuna dellesue parti». Il dottore non rifiniva di fare l’elogio dellequalità morali e del retto criterio di Bernadetta, che egliebbe in cura per tutto il tempo che soggiornò all’ospeda-le di Lourdes, ciò che gli permise di essere poi uno deitestimoni principali. «Egli ci teneva compagnia al Bu-reau des constatations, dice il dottor Boissaire, e non la-sciava sfuggire occasione per rendere omaggio alla qua-lità della Veggente, ed in particolare alla sua semplicitàed al suo buon senso».

«Non v’è forse esempio nella storia, soggiunge lostesso dottore, d’una persona che sia stata più studiataed esaminata di questa fanciulla. Come mai la follìa,l’allucinazione avrebbero potuto far sorgere dinanzi aisuoi occhi, come in un sogno, l’immagine della Vergine,e far intendere ai suoi orecchi quei colloquii misteriosi,di cui ella appena appena comprendeva il senso? Unaragazza di quattordici anni, una pastorella ignorante nonpoteva certo, senza una preparazione e senza uno studio,fare intendere al mondo intero sì profondi e sì gravi in-segnamenti, sublimarsi all’altezza di un programma di-vino, invitare il mondo alla penitenza, proclamare ildogma appena conosciuto dell’Immacolata Concezione,lasciarci l’immagine di quella Vergine ideale, che il ge-

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nio dei più grandi artisti non aveva neppure intravisto.«Per rappresentare una tal parte occorreva un’intelli-

genza molto superiore a quella limitata della figlia delmugnaio Soubirous. Per sostenere per più di venti annil’assalto formidabile di tutte le contraddizioni possibili,si richiedeva una volontà ferma, superiore a tutte le de-bolezze e mossa da uno scopo e da un movente ben de-terminato. Per riempire il mondo di echi così sonori,non ci voleva meno di una luce soprannaturale, che illu-minasse l’anima di questa debole creatura» (1).

Ascoltiamo ora quello che dice l’abate Bertrin nellaStoria Critica di Lourdes, opera che venne definita«l’ultima parola della ragione sui fatti di Massabielle, lastoria definitiva di Lourdes» (2).

«La piccola Veggente non fu per nulla vittima di unafantasia esaltata. Anzitutto era una fanciulla meno ner-vosa di quanto ci possiamo immaginare, quindi la menoadatta a tali illusioni morbose.

Nello stesso tempo non vi fu mai nulla di esageratonella sua pietà; perciò, anche sotto questo punto di vista,non era fatta per le allucinazioni religiose.

«Bernadetta predice che non avrà che un numero li-mitato di visioni, cosa che un’allucinata non fa per le

1 Dott. BOISSARIE; Opera di Lourdes.2 Monsignor SCHOEPFER; Vescovo di Tarbes

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nio dei più grandi artisti non aveva neppure intravisto.«Per rappresentare una tal parte occorreva un’intelli-

genza molto superiore a quella limitata della figlia delmugnaio Soubirous. Per sostenere per più di venti annil’assalto formidabile di tutte le contraddizioni possibili,si richiedeva una volontà ferma, superiore a tutte le de-bolezze e mossa da uno scopo e da un movente ben de-terminato. Per riempire il mondo di echi così sonori,non ci voleva meno di una luce soprannaturale, che illu-minasse l’anima di questa debole creatura» (1).

Ascoltiamo ora quello che dice l’abate Bertrin nellaStoria Critica di Lourdes, opera che venne definita«l’ultima parola della ragione sui fatti di Massabielle, lastoria definitiva di Lourdes» (2).

«La piccola Veggente non fu per nulla vittima di unafantasia esaltata. Anzitutto era una fanciulla meno ner-vosa di quanto ci possiamo immaginare, quindi la menoadatta a tali illusioni morbose.

Nello stesso tempo non vi fu mai nulla di esageratonella sua pietà; perciò, anche sotto questo punto di vista,non era fatta per le allucinazioni religiose.

«Bernadetta predice che non avrà che un numero li-mitato di visioni, cosa che un’allucinata non fa per le

1 Dott. BOISSARIE; Opera di Lourdes.2 Monsignor SCHOEPFER; Vescovo di Tarbes

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sue allucinazioni. Mentre l’allucinazione dipende asso-lutamente dalle condizioni ordinarie in cui essa si ripro-duce, le visioni di Bernadetta sono talmente al di sopradelle circostanze in cui si vedono accadere, che esse esi-stono, ancorchè le circostanze non esistano; ed altre vol-te non esistono, esistendo invece le identiche circostan-ze.

«Di più i sogni degli allucinati sono sterili; non ap-prendono nulla e nulla insegnano al soggetto e agli altri.Invece Bernadetta in seguito alle sue visioni, ripete coseche prima non conosceva, descrive un tipo di Madonnache non ha mai visto, la cui bellezza, mentre rapisce, fadisperare l’artista che deve riprodurla sul marmo.

«Ricordiamo pure la scoperta della sorgente duranteuna delle Apparizioni. Bernadetta non poteva conoscere,e del resto nessuno sapeva che esistesse una sorgentealla Grotta; eppure, alla parola della Signora, la fanciul-la scava la terra colle dita, l’acqua scaturisce dapprimalentamente, per crescere poscia rapidamente in tale ab-bondanza da diventare in pochi giorni la celebre sorgen-te, che noi tutti ammiriamo. Ebbene, ci si additi un allu-cinato che abbia compiuta una cosa simile! L’allucina-zione diminuisce le potenze intellettuali, anzichè rinfor-zarle al punto da renderle capaci di visioni miracolose.Ecco uno dei segni della sua reale esistenza, che la cele-

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sue allucinazioni. Mentre l’allucinazione dipende asso-lutamente dalle condizioni ordinarie in cui essa si ripro-duce, le visioni di Bernadetta sono talmente al di sopradelle circostanze in cui si vedono accadere, che esse esi-stono, ancorchè le circostanze non esistano; ed altre vol-te non esistono, esistendo invece le identiche circostan-ze.

«Di più i sogni degli allucinati sono sterili; non ap-prendono nulla e nulla insegnano al soggetto e agli altri.Invece Bernadetta in seguito alle sue visioni, ripete coseche prima non conosceva, descrive un tipo di Madonnache non ha mai visto, la cui bellezza, mentre rapisce, fadisperare l’artista che deve riprodurla sul marmo.

«Ricordiamo pure la scoperta della sorgente duranteuna delle Apparizioni. Bernadetta non poteva conoscere,e del resto nessuno sapeva che esistesse una sorgentealla Grotta; eppure, alla parola della Signora, la fanciul-la scava la terra colle dita, l’acqua scaturisce dapprimalentamente, per crescere poscia rapidamente in tale ab-bondanza da diventare in pochi giorni la celebre sorgen-te, che noi tutti ammiriamo. Ebbene, ci si additi un allu-cinato che abbia compiuta una cosa simile! L’allucina-zione diminuisce le potenze intellettuali, anzichè rinfor-zarle al punto da renderle capaci di visioni miracolose.Ecco uno dei segni della sua reale esistenza, che la cele-

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ste Apparizione diede agli spettatori di ogni parte delmondo.

«Ve ne fu ancora un altro: mentre il primo si applica-va allo spirito della Veggente, questo invece si manife-stò nella sua carne virginale. Intendiamo parlare del fat-to straordinario della fiamma della candela, che, nelladiciassettesima Apparizione, rimase per un quarto d’oraa contatto con la mano sinistra di Bernadetta senza bru-ciarla. Non solo diciamo che Bernadetta non sentiva lafiamma, ma diciamo ancora che la fiamma non la bru-ciava. Uno stato nervoso può produrre l’insensibilità,ma non può impedire che la carne non sia consumata dalfuoco che la tocca e l’avvolge.

«Finalmente le allucinazioni ripetute e profonde de-gradano il carattere, e diminuiscono l’intelligenza fino acondurre alla follìa. Ora, dopo le sue visioni, Bernadettafu superiore a sè stessa e quanto al carattere e quantoallo spirito» (1).

*

Possiamo ora accompagnare con tutta sicurezza in-nanzi all’autorità vescovile, al mondo intiero, il Testi-monio che l’Immacolata si è scelto; crediamo però cosa

1 BERTRIN, Opera citata.

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ste Apparizione diede agli spettatori di ogni parte delmondo.

«Ve ne fu ancora un altro: mentre il primo si applica-va allo spirito della Veggente, questo invece si manife-stò nella sua carne virginale. Intendiamo parlare del fat-to straordinario della fiamma della candela, che, nelladiciassettesima Apparizione, rimase per un quarto d’oraa contatto con la mano sinistra di Bernadetta senza bru-ciarla. Non solo diciamo che Bernadetta non sentiva lafiamma, ma diciamo ancora che la fiamma non la bru-ciava. Uno stato nervoso può produrre l’insensibilità,ma non può impedire che la carne non sia consumata dalfuoco che la tocca e l’avvolge.

«Finalmente le allucinazioni ripetute e profonde de-gradano il carattere, e diminuiscono l’intelligenza fino acondurre alla follìa. Ora, dopo le sue visioni, Bernadettafu superiore a sè stessa e quanto al carattere e quantoallo spirito» (1).

*

Possiamo ora accompagnare con tutta sicurezza in-nanzi all’autorità vescovile, al mondo intiero, il Testi-monio che l’Immacolata si è scelto; crediamo però cosa

1 BERTRIN, Opera citata.

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non inutile il dire prima brevemente delle vessazioni dicui fu oggetto l’Opera stessa della Grotta.

Siccome il Prefetto vedeva che, anche col far rinchiu-dere Bernadetta, non sarebbe per questo arrivato a sop-primere la causa delle pubbliche manifestazioni cheavevano luogo alla Grotta, tentò di impedire direttamen-te le manifestazioni stesse. Trovandosi a Lourdes il 4maggio per presiederò il Consiglio di revisione dei co-scritti, riunì intorno a sè i sindaci del circondano, feceappello al loro buon senso, alla loro intelligenza ed allaloro influenza per arrestare le popolazioni fanatiche, chedai loro rispettivi comuni si recavano a Lourdes, ove siabbandonavano a pratiche e superstizioni idolatriche. Ibuoni magistrati municipali non si lasciarono punto vin-cere dalla sua eloquenza e restarono muti ed impassibili.Questo contegno era una specie di muta protesta, ed ilbarone Massy la comprese così bene, che subito ricorsead un altro espediente per richiamare le popolazioni aciò che egli denominava «le sane idee».

Avendo osservato che mani pietose avevano innalzatoalla Grotta una specie di altare, ornandolo di immagini edi fiori, il Prefetto si illuse fino al punto da persuadersiche, facendolo sparire, avrebbe nello stesso tempo fattosparire la divozione stessa. Quindi, sotto pretesto che unculto pubblico s’era stabilito a Massabielle a dispetto

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non inutile il dire prima brevemente delle vessazioni dicui fu oggetto l’Opera stessa della Grotta.

Siccome il Prefetto vedeva che, anche col far rinchiu-dere Bernadetta, non sarebbe per questo arrivato a sop-primere la causa delle pubbliche manifestazioni cheavevano luogo alla Grotta, tentò di impedire direttamen-te le manifestazioni stesse. Trovandosi a Lourdes il 4maggio per presiederò il Consiglio di revisione dei co-scritti, riunì intorno a sè i sindaci del circondano, feceappello al loro buon senso, alla loro intelligenza ed allaloro influenza per arrestare le popolazioni fanatiche, chedai loro rispettivi comuni si recavano a Lourdes, ove siabbandonavano a pratiche e superstizioni idolatriche. Ibuoni magistrati municipali non si lasciarono punto vin-cere dalla sua eloquenza e restarono muti ed impassibili.Questo contegno era una specie di muta protesta, ed ilbarone Massy la comprese così bene, che subito ricorsead un altro espediente per richiamare le popolazioni aciò che egli denominava «le sane idee».

Avendo osservato che mani pietose avevano innalzatoalla Grotta una specie di altare, ornandolo di immagini edi fiori, il Prefetto si illuse fino al punto da persuadersiche, facendolo sparire, avrebbe nello stesso tempo fattosparire la divozione stessa. Quindi, sotto pretesto che unculto pubblico s’era stabilito a Massabielle a dispetto

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della legge, ordinò al Commissario di polizia di ritiraredalla Grotta tutti gli oggetti di pietà che vi erano statiposti. Quest’ordine prefettizio gettò la piccola città nellacosternazione; non si potè trovare il più meschino veico-lo per trasportare via quegli oggetti e lo stesso mastrodella posta locale vi si rifiutò energicamente. Una pove-ra donna soltanto «terrorizzata da minacce di multe econdanne» acconsentì a cedere il suo asinello e la mode-sta carretta. Con tale veicolo, in mezzo ai fischi dellamoltitudine, l’ufficiale di polizia ed i suoi agenti potero-no eseguire gli odiosi ordini ricevuti. Venne nello stessotempo pubblicato, che gli oggetti di pietà, trasportati viadalla Grotta e collocati nel palazzo municipale, sarebbe-ro stati restituiti a coloro che venissero a richiederli.Udito tale avviso, tutte le donne della classe operaia ac-corsero al municipio, s’impadronirono degli ex-voto, liriportarono alla Grotta ed alla sera improvvisarono unasplendida illuminazione intorno alla Grotta medesima inriparazione dell’oltraggio fatto alla Vergine Immacolata.

Intanto l’acqua della sorgente operava guarigioni mi-racolose. Già Luigi Bourriette, lavoratore nelle cave dipietra di Lourdes, lavandosi gli occhi con quell’acquaancora fangosa aveva riacquistato l’uso perfetto dellavista, e tutti sapevano che egli nello scoppio di una minaaveva perduto un occhio.

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della legge, ordinò al Commissario di polizia di ritiraredalla Grotta tutti gli oggetti di pietà che vi erano statiposti. Quest’ordine prefettizio gettò la piccola città nellacosternazione; non si potè trovare il più meschino veico-lo per trasportare via quegli oggetti e lo stesso mastrodella posta locale vi si rifiutò energicamente. Una pove-ra donna soltanto «terrorizzata da minacce di multe econdanne» acconsentì a cedere il suo asinello e la mode-sta carretta. Con tale veicolo, in mezzo ai fischi dellamoltitudine, l’ufficiale di polizia ed i suoi agenti potero-no eseguire gli odiosi ordini ricevuti. Venne nello stessotempo pubblicato, che gli oggetti di pietà, trasportati viadalla Grotta e collocati nel palazzo municipale, sarebbe-ro stati restituiti a coloro che venissero a richiederli.Udito tale avviso, tutte le donne della classe operaia ac-corsero al municipio, s’impadronirono degli ex-voto, liriportarono alla Grotta ed alla sera improvvisarono unasplendida illuminazione intorno alla Grotta medesima inriparazione dell’oltraggio fatto alla Vergine Immacolata.

Intanto l’acqua della sorgente operava guarigioni mi-racolose. Già Luigi Bourriette, lavoratore nelle cave dipietra di Lourdes, lavandosi gli occhi con quell’acquaancora fangosa aveva riacquistato l’uso perfetto dellavista, e tutti sapevano che egli nello scoppio di una minaaveva perduto un occhio.

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Croisine Duconte aveva alla sua volta avuto tanta fi-ducia da immergere in quell’acqua fredda il suo bambi-no, che era sul punto di morire Tutti i presenti erano ri-masti stupiti, commossi, ed avevano cercato di impedirequell’atto di sublime confidenza. Ciò nonostante ellanon aveva esitato, ed il bambino ne fu estratto guarito.

L’incredulità tentò in sulle prime di negare le guari-gioni. «Non viviamo più in quei tempi, si diceva, in cui iciechi vedevano, e i sordi udivano; Dio è invecchiato edha ormai esaurita la sua potenza; o, per dir meglio, lacessazione dei miracoli, coincidendo precisamente conlo sviluppo moderno dell’umana intelligenza moderna,dimostra chiaramente che tutti i prodigi d’una volta nonerano che una pia allucinazione, figlia dell’ignoranza».

*

Ma ecco che, come per dare una smentita a queste sa-crileghe bestemmie, i miracoli si moltiplicavano allaGrotta. I liberi pensatori non potevano chiudere gli oc-chi alla luce; con tutto ciò la smania di negare il sopran-naturale li faceva ricorrere ad altri espedienti. È veroche le guarigioni istantanee avevano luogo alla Grotta,ma ciò, dicevano, non era che l’effetto d’una ricchezzaminerale, che quella sorgente possedeva in maggiorquantità che non le altre sorgenti dei Pirenei. E si trovò

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Croisine Duconte aveva alla sua volta avuto tanta fi-ducia da immergere in quell’acqua fredda il suo bambi-no, che era sul punto di morire Tutti i presenti erano ri-masti stupiti, commossi, ed avevano cercato di impedirequell’atto di sublime confidenza. Ciò nonostante ellanon aveva esitato, ed il bambino ne fu estratto guarito.

L’incredulità tentò in sulle prime di negare le guari-gioni. «Non viviamo più in quei tempi, si diceva, in cui iciechi vedevano, e i sordi udivano; Dio è invecchiato edha ormai esaurita la sua potenza; o, per dir meglio, lacessazione dei miracoli, coincidendo precisamente conlo sviluppo moderno dell’umana intelligenza moderna,dimostra chiaramente che tutti i prodigi d’una volta nonerano che una pia allucinazione, figlia dell’ignoranza».

*

Ma ecco che, come per dare una smentita a queste sa-crileghe bestemmie, i miracoli si moltiplicavano allaGrotta. I liberi pensatori non potevano chiudere gli oc-chi alla luce; con tutto ciò la smania di negare il sopran-naturale li faceva ricorrere ad altri espedienti. È veroche le guarigioni istantanee avevano luogo alla Grotta,ma ciò, dicevano, non era che l’effetto d’una ricchezzaminerale, che quella sorgente possedeva in maggiorquantità che non le altre sorgenti dei Pirenei. E si trovò

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un chimico, il Sig. Latour, farmacista a Trie, il qualedopo l’analisi osò dire che «veduto l’insieme e la qualitàdelle sostanze che costituivano quest'acqua, la scienzamedica non tarderebbe forse a riconoscere in essa dellespeciali virtù curative, che potrebbero farla classificaretra le acque formanti la ricchezza minerale del diparti-mento».

Appena conosciuto questo rapporto, un grido di trion-fo si sollevò nel campo di coloro che pretendevano didistruggere la fede delle moltitudini. Ma non si accorge-vano gli illusi che il loro trionfo non s’appoggiava chead un semplice forse, e perciò non poteva durare a lun-go! Nondimeno il barone de Massy se ne servì, per rico-minciare la guerra contro la «superstizione». Sapendoche lo stabilire ed il regolare l’uso delle acque mineraliè affare dello Stato, e che, fino al momento in cui l’auto-rità superiore non prendesse una decisione, egli aveva ildiritto di proibire l’uso pubblico dell’acqua di Massa-bielle, fece pubblicare un’ordinanza, per mezzo dellaquale si proibiva di attingere acqua dalla nuova sorgentee di passare sul terreno comunale detto «riva di Massa-bielle», e faceva porre all’entrata della Grotta una bar-riera di tavole per impedirne l’ingresso con pali che por-tavano scritte queste parole: «È proibito entrare in que-sta proprietà».

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un chimico, il Sig. Latour, farmacista a Trie, il qualedopo l’analisi osò dire che «veduto l’insieme e la qualitàdelle sostanze che costituivano quest'acqua, la scienzamedica non tarderebbe forse a riconoscere in essa dellespeciali virtù curative, che potrebbero farla classificaretra le acque formanti la ricchezza minerale del diparti-mento».

Appena conosciuto questo rapporto, un grido di trion-fo si sollevò nel campo di coloro che pretendevano didistruggere la fede delle moltitudini. Ma non si accorge-vano gli illusi che il loro trionfo non s’appoggiava chead un semplice forse, e perciò non poteva durare a lun-go! Nondimeno il barone de Massy se ne servì, per rico-minciare la guerra contro la «superstizione». Sapendoche lo stabilire ed il regolare l’uso delle acque mineraliè affare dello Stato, e che, fino al momento in cui l’auto-rità superiore non prendesse una decisione, egli aveva ildiritto di proibire l’uso pubblico dell’acqua di Massa-bielle, fece pubblicare un’ordinanza, per mezzo dellaquale si proibiva di attingere acqua dalla nuova sorgentee di passare sul terreno comunale detto «riva di Massa-bielle», e faceva porre all’entrata della Grotta una bar-riera di tavole per impedirne l’ingresso con pali che por-tavano scritte queste parole: «È proibito entrare in que-sta proprietà».

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Quest’ordinanza urtava troppo vivamente i sentimentipopolari, perchè non venisse accolta con un grido gene-rale d’indignazione. I difensori della Madonna si solle-varono, e fu consolante contare fra quei primi cavalieridi Nostra Signora di Lourdes i lavoratori delle cave dipietra «dalle mani callose e dalla testa gagliarda, le cuiidee sembrano prendere dalle rocce che li circondano unnon so che della loro forza e della loro resistenza; dalcuore fiero, insofferente di schiavitù, ma buono» Perben tre volte essi rivendicarono i loro diritti d’entrataalla Grotta con una commovente protesta: dal PonteVecchio, ove si riunivano, fino a Massabielle, le lorovoci risuonarono vigorose, calde, entusiastiche, e gliechi dei Pirenei si rimandarono gli uni altri il canto delleLitanie Lauretane col loro ora pro nobis supplicante. Esiccome parve che questa protesta non fosse stata com-presa, si cercò di renderla più espressiva; e per due voltedi seguito lo steccato di tavole ed i pali stessi vennerofatti a pezzi e gettati nel Gavo, senza che la polizia, chepure stava sull’attenti, potesse mettere la mano sui col-pevoli.

Il Prefetto ebbe un bel rinnovare i suoi ordini di sor-veglianza attiva, di processi verbali da redigersi controcoloro che infrangessero i nuovi steccati che aveva fattoerigere; non ottenne altro effetto che maggiormente ec-

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Quest’ordinanza urtava troppo vivamente i sentimentipopolari, perchè non venisse accolta con un grido gene-rale d’indignazione. I difensori della Madonna si solle-varono, e fu consolante contare fra quei primi cavalieridi Nostra Signora di Lourdes i lavoratori delle cave dipietra «dalle mani callose e dalla testa gagliarda, le cuiidee sembrano prendere dalle rocce che li circondano unnon so che della loro forza e della loro resistenza; dalcuore fiero, insofferente di schiavitù, ma buono» Perben tre volte essi rivendicarono i loro diritti d’entrataalla Grotta con una commovente protesta: dal PonteVecchio, ove si riunivano, fino a Massabielle, le lorovoci risuonarono vigorose, calde, entusiastiche, e gliechi dei Pirenei si rimandarono gli uni altri il canto delleLitanie Lauretane col loro ora pro nobis supplicante. Esiccome parve che questa protesta non fosse stata com-presa, si cercò di renderla più espressiva; e per due voltedi seguito lo steccato di tavole ed i pali stessi vennerofatti a pezzi e gettati nel Gavo, senza che la polizia, chepure stava sull’attenti, potesse mettere la mano sui col-pevoli.

Il Prefetto ebbe un bel rinnovare i suoi ordini di sor-veglianza attiva, di processi verbali da redigersi controcoloro che infrangessero i nuovi steccati che aveva fattoerigere; non ottenne altro effetto che maggiormente ec-

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citare gli spiriti. «I poliziotti possono contare i lorocompagni» gridavano i lavoratori «perchè fra poco do-vranno pescarli nel Gavo, come le tavole dello steccato»(1). La Prefettura disponeva, è vero, della forza; ma cheimportava loro? non sarebbe stata certamente questa cheli avrebbe fatti indietreggiare. Intervenne allora in buonpunto il curato; dall’alto del pulpito egli dichiarò «chese vi erano uomini ostinati, che volevano fare della lorocittà una città di sangue, l’avrebbero trovato alla Grottaal posto della polizia, ove si sarebbe lasciato tagliare apezzi prima di lasciarli passare». E il Testimonio delleapparizioni aggiunge: «Questi terribili figli della monta-gna, che non avrebbero esitato un istante a venire allemani con interi battaglioni armati, non ebbero il corag-gio di resistere alle ammonizioni del loro amato Pasto-re». Finita la Messa, attesero davanti alla Chiesa questosacerdote, che consideravano come un padre e di cuierano orgogliosi, e là, stendendogli amichevolmente lemani callose, gli promisero di non ritornare più allaGrotta come rivoltosi, ma come credenti.

Chi lo crederebbe? Le mogli di questi coraggiosi la-voratori, più tenaci dei loro mariti, pretesero che avreb-bero dovuto mettere delle restrizioni alla loro sottomis-sione e poichè provvisoriamente rinunziavano al diritto

1 ESTRADE, Opera citata.

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citare gli spiriti. «I poliziotti possono contare i lorocompagni» gridavano i lavoratori «perchè fra poco do-vranno pescarli nel Gavo, come le tavole dello steccato»(1). La Prefettura disponeva, è vero, della forza; ma cheimportava loro? non sarebbe stata certamente questa cheli avrebbe fatti indietreggiare. Intervenne allora in buonpunto il curato; dall’alto del pulpito egli dichiarò «chese vi erano uomini ostinati, che volevano fare della lorocittà una città di sangue, l’avrebbero trovato alla Grottaal posto della polizia, ove si sarebbe lasciato tagliare apezzi prima di lasciarli passare». E il Testimonio delleapparizioni aggiunge: «Questi terribili figli della monta-gna, che non avrebbero esitato un istante a venire allemani con interi battaglioni armati, non ebbero il corag-gio di resistere alle ammonizioni del loro amato Pasto-re». Finita la Messa, attesero davanti alla Chiesa questosacerdote, che consideravano come un padre e di cuierano orgogliosi, e là, stendendogli amichevolmente lemani callose, gli promisero di non ritornare più allaGrotta come rivoltosi, ma come credenti.

Chi lo crederebbe? Le mogli di questi coraggiosi la-voratori, più tenaci dei loro mariti, pretesero che avreb-bero dovuto mettere delle restrizioni alla loro sottomis-sione e poichè provvisoriamente rinunziavano al diritto

1 ESTRADE, Opera citata.

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che avevano di far uso dell’acqua della sorgente, avreb-bero dovuto almeno reclamare la libertà di pregare allaGrotta. E furono esse che si accinsero a continuare lalotta.

La naturale astuzia femminile fece loro conoscere aprima vista il lato debole di Callet, il guardiano nomina-to dal municipio per la sorveglianza della Grotta. Que-sto mestiere di «sorvegliare» era un po’ monotono, per-ciò qualche ciancia non poteva che distrarlo, senza ched’altra parte lo facesse venir meno alla consegna; questoben compresero le donne. Mentre egli chiaccherava conalcune di esse, le altre recitavano divotamente il loroRosario alla Grotta; soddisfatta la loro divozione, ritor-navano sui loro passi a prendere il posto delle compa-gne, facilitando così anche a loro il modo di entrare nel-la Grotta. Questo guardiano, uomo di buona fede, nons’accorgeva d’essere diventato il loro zimbello. La suaattenzione del resto non era attirata da alcun sentimentodi ostilità, anzi la cronaca registrava che «si faceva unadoverosa premura di arrivare di buon’ora alla Grotta, e,sicuro di non essere disturbato da alcuno sguardo indi-screto, apriva per conto suo la clausura amministrativache assicurava il luogo proibito, e faceva con tutta Co-modità le sue divozioni nel raccoglimento e nel silen-

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che avevano di far uso dell’acqua della sorgente, avreb-bero dovuto almeno reclamare la libertà di pregare allaGrotta. E furono esse che si accinsero a continuare lalotta.

La naturale astuzia femminile fece loro conoscere aprima vista il lato debole di Callet, il guardiano nomina-to dal municipio per la sorveglianza della Grotta. Que-sto mestiere di «sorvegliare» era un po’ monotono, per-ciò qualche ciancia non poteva che distrarlo, senza ched’altra parte lo facesse venir meno alla consegna; questoben compresero le donne. Mentre egli chiaccherava conalcune di esse, le altre recitavano divotamente il loroRosario alla Grotta; soddisfatta la loro divozione, ritor-navano sui loro passi a prendere il posto delle compa-gne, facilitando così anche a loro il modo di entrare nel-la Grotta. Questo guardiano, uomo di buona fede, nons’accorgeva d’essere diventato il loro zimbello. La suaattenzione del resto non era attirata da alcun sentimentodi ostilità, anzi la cronaca registrava che «si faceva unadoverosa premura di arrivare di buon’ora alla Grotta, e,sicuro di non essere disturbato da alcuno sguardo indi-screto, apriva per conto suo la clausura amministrativache assicurava il luogo proibito, e faceva con tutta Co-modità le sue divozioni nel raccoglimento e nel silen-

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zio» (1).Il commisario di Polizia, meglio informato di lui, lo

mise in guardia contro le astuzie, di cui non aveva potu-to accorgersi, e da quel momento una vera pioggia diprocessi verbali furono tutta la sua vendetta. Quindi ci-tazioni davanti ai giudice di pace, a cui le imputate si re-cavano come ad una festa di piacere. Ed ora nasconden-do a bella posta il loro vero nome, si davano dei sopran-nomi che suscitavano la generale ilarità; ora, fingendodi non capire le domande fatte, nascondevano la lorofine ironia sotto la forma di una risposta ingenua chesconcertava il giudice: «È vero o no che siete entratanella Grotta con infrazione dello steccato?» – «Io con lafrazione? oh! signor giudice, io non ne so niente di fra-zioni; in tutti i casi, se me ne sono servita, è a mia insa-puta». – «Siete una stupida; vi domando se siete entratanella Grotta rompendo le tavole dello steccato?». – «Io?oh no, no, Dio me ne guardi! noi non facciamo come icavatori di pietra, noi altre povere donne!». «Tale era,aggiunge il Sig. Estrade, l’andamento generale delleudienze presso il giudice di pace le quali il più delle vol-te andavano a finire in una grande risata» (2).

Ma arrivò il giorno in cui due «illustri contravvento-

1 BERTRIN, Opera citata.2 ESTRADE, Opera citata.

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zio» (1).Il commisario di Polizia, meglio informato di lui, lo

mise in guardia contro le astuzie, di cui non aveva potu-to accorgersi, e da quel momento una vera pioggia diprocessi verbali furono tutta la sua vendetta. Quindi ci-tazioni davanti ai giudice di pace, a cui le imputate si re-cavano come ad una festa di piacere. Ed ora nasconden-do a bella posta il loro vero nome, si davano dei sopran-nomi che suscitavano la generale ilarità; ora, fingendodi non capire le domande fatte, nascondevano la lorofine ironia sotto la forma di una risposta ingenua chesconcertava il giudice: «È vero o no che siete entratanella Grotta con infrazione dello steccato?» – «Io con lafrazione? oh! signor giudice, io non ne so niente di fra-zioni; in tutti i casi, se me ne sono servita, è a mia insa-puta». – «Siete una stupida; vi domando se siete entratanella Grotta rompendo le tavole dello steccato?». – «Io?oh no, no, Dio me ne guardi! noi non facciamo come icavatori di pietra, noi altre povere donne!». «Tale era,aggiunge il Sig. Estrade, l’andamento generale delleudienze presso il giudice di pace le quali il più delle vol-te andavano a finire in una grande risata» (2).

Ma arrivò il giorno in cui due «illustri contravvento-

1 BERTRIN, Opera citata.2 ESTRADE, Opera citata.

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ri» la moglie dell’ammiraglio Bruat, educatrice del prin-cipe imperiale e Luigi Veuillot, redattore capo dell’Uni-vers, si trovarono inscritti sul diario dei processi verbalidi Callet. L’imbarazzo del Commisario di polizia, delSindaco e del Prefetto non si può facilmente descrivere.Bisognava o procedere contro di loro o rinunciare a farealtre contravvenzioni. L’importanza della questione par-ve così grave che se ne riferì al ministero; da quel mo-mento il regno dei processi verbali finì.

Mi sbaglio; il Procuratore imperiale, Sig. Dutour,avendo inteso dire che certe persone avevano fatto cor-rere la voce che l’Imperatore e l’Imperatrice si propone-vano di venire in pellegrinaggio alla Grotta, non temettedi esporsi al ridicolo, ordinando l’arresto di tre buonedonne, come colpevoli di oltraggio all’onore della fami-glia imperiale.

Il tribunale di Lourdes non avendole condannatecome voleva il Procuratore, questi s’affrettò a portare ilprocesso davanti alla giurisdizione della Corte di Appel-lo, la quale fin dalla prima seduta dichiarò: «di rinuncia-re a dar corso all’affare di Lourdes». Un grido mille vol-te ripetuto «Viva Nostra Signora della Grotta!» accolsequeste parole; un’ovazione entusiastica venne fatta alleimputate di Lourdes nella capitale del Bearnese, cherientrarono nei loro focolari «con un ramo d’alloro in

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ri» la moglie dell’ammiraglio Bruat, educatrice del prin-cipe imperiale e Luigi Veuillot, redattore capo dell’Uni-vers, si trovarono inscritti sul diario dei processi verbalidi Callet. L’imbarazzo del Commisario di polizia, delSindaco e del Prefetto non si può facilmente descrivere.Bisognava o procedere contro di loro o rinunciare a farealtre contravvenzioni. L’importanza della questione par-ve così grave che se ne riferì al ministero; da quel mo-mento il regno dei processi verbali finì.

Mi sbaglio; il Procuratore imperiale, Sig. Dutour,avendo inteso dire che certe persone avevano fatto cor-rere la voce che l’Imperatore e l’Imperatrice si propone-vano di venire in pellegrinaggio alla Grotta, non temettedi esporsi al ridicolo, ordinando l’arresto di tre buonedonne, come colpevoli di oltraggio all’onore della fami-glia imperiale.

Il tribunale di Lourdes non avendole condannatecome voleva il Procuratore, questi s’affrettò a portare ilprocesso davanti alla giurisdizione della Corte di Appel-lo, la quale fin dalla prima seduta dichiarò: «di rinuncia-re a dar corso all’affare di Lourdes». Un grido mille vol-te ripetuto «Viva Nostra Signora della Grotta!» accolsequeste parole; un’ovazione entusiastica venne fatta alleimputate di Lourdes nella capitale del Bearnese, cherientrarono nei loro focolari «con un ramo d’alloro in

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mano».Mentre queste pie credenti della prima ora si lasciava-

no perseguitare per la difesa della loro dolce Madonna,da ogni parte si domandava una nuova analisi dell’acquadella sorgente. La volevano coloro che credevano ai mi-racoli, persuasi che il soprannaturale sarebbe stato unabuona volta riconosciuto; la desideravano più che maigli increduli, convinti che essa avrebbe posto finalmenteun termine alla superstizione, ed inoltre avrebbe fatto diLourdes una stazione termale invidiabile. Il Sig. Filhol,il più eminente chimico del mezzodì della Francia emembro della Facoltà di Scienze di Tolosa, che già ave-va fatto studi speciali e coscienziosi sulla maggior partedelle acque dei Pirinei, fu incaricato dal Consiglio Mu-nicipale di Lourdes di procedere a questa analisi.

Nell’attesa dell’ultima parola della scienza tutti i par-titi erano visibilmente preoccupati; il silenzio che regna-va nei diversi ambienti ne era una prova evidente; siaspettava ansiosamente, tanto più che la relazione delchimico Filhol tardava a venire. Finalmente si venne aconoscere che le conclusioni erano state publicate, e sipotevano compendiare in questi termini:

«L’acqua della Grotta di Lourdes ha una composizio-ne tale che la si può considerare come un’acqua potabi-le, analoga alla maggior parte delle acque che si incon-

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mano».Mentre queste pie credenti della prima ora si lasciava-

no perseguitare per la difesa della loro dolce Madonna,da ogni parte si domandava una nuova analisi dell’acquadella sorgente. La volevano coloro che credevano ai mi-racoli, persuasi che il soprannaturale sarebbe stato unabuona volta riconosciuto; la desideravano più che maigli increduli, convinti che essa avrebbe posto finalmenteun termine alla superstizione, ed inoltre avrebbe fatto diLourdes una stazione termale invidiabile. Il Sig. Filhol,il più eminente chimico del mezzodì della Francia emembro della Facoltà di Scienze di Tolosa, che già ave-va fatto studi speciali e coscienziosi sulla maggior partedelle acque dei Pirinei, fu incaricato dal Consiglio Mu-nicipale di Lourdes di procedere a questa analisi.

Nell’attesa dell’ultima parola della scienza tutti i par-titi erano visibilmente preoccupati; il silenzio che regna-va nei diversi ambienti ne era una prova evidente; siaspettava ansiosamente, tanto più che la relazione delchimico Filhol tardava a venire. Finalmente si venne aconoscere che le conclusioni erano state publicate, e sipotevano compendiare in questi termini:

«L’acqua della Grotta di Lourdes ha una composizio-ne tale che la si può considerare come un’acqua potabi-le, analoga alla maggior parte delle acque che si incon-

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trano sulle montagne, il cui suolo è molto calcareo.Quest’acqua non racchiude alcuna sostanza attiva capa-ce di darle proprietà terapeutiche speciali, e può essereusata senza inconvenienti».

Firmato: FILHOL

E’ facile pensare alla disillusione degli avversari delsoprannaturale e alla loro umiliazione per la sconfittasubita! Non volendo tuttavia dichiararsi completamentevinti, si contentarono di rispondere alle decisioni dellascienza con parole vuote di senso. Il Prefetto arrivò finoal punto di mantenere l’ordine di custodire le barrieredella Grotta, adducendo il puerile pretesto che si facevadi questo luogo un santuario in onta della legge. La po-polazione indignata di questo atto di arbitrio e degli in-ciampi che vi si frapponevano, approfittando dell’occa-sione che l’imperatore Napoleone III si trovava a Biarri-tz, gli fece pervenire le sue rimostranze. L’imperatorefece immediatamente telegrafare al Prefetto l’ordine difar togliere lo steccato che impediva l’entrata alla Grot-ta, e di non immischiarsi più in questo affare.

Maria non aveva permesso tutte queste opposizioniche per meglio far rifulgere l’opera sua. Ella intendevain tal modo prendere possesso di Massabielle alla pienaluce del giorno, come una Regina vittoriosa che viene

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trano sulle montagne, il cui suolo è molto calcareo.Quest’acqua non racchiude alcuna sostanza attiva capa-ce di darle proprietà terapeutiche speciali, e può essereusata senza inconvenienti».

Firmato: FILHOL

E’ facile pensare alla disillusione degli avversari delsoprannaturale e alla loro umiliazione per la sconfittasubita! Non volendo tuttavia dichiararsi completamentevinti, si contentarono di rispondere alle decisioni dellascienza con parole vuote di senso. Il Prefetto arrivò finoal punto di mantenere l’ordine di custodire le barrieredella Grotta, adducendo il puerile pretesto che si facevadi questo luogo un santuario in onta della legge. La po-polazione indignata di questo atto di arbitrio e degli in-ciampi che vi si frapponevano, approfittando dell’occa-sione che l’imperatore Napoleone III si trovava a Biarri-tz, gli fece pervenire le sue rimostranze. L’imperatorefece immediatamente telegrafare al Prefetto l’ordine difar togliere lo steccato che impediva l’entrata alla Grot-ta, e di non immischiarsi più in questo affare.

Maria non aveva permesso tutte queste opposizioniche per meglio far rifulgere l’opera sua. Ella intendevain tal modo prendere possesso di Massabielle alla pienaluce del giorno, come una Regina vittoriosa che viene

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ad assidersi sul suo trono, nel bel mezzo del suo popolo.Ma questo trono è fatto di misericordia e d’amore, quin-di l’Immacolata attirerà a sè questi oppositori della pri-ma ora. Ed infatti molti fra di essi furono in seguito ve-duti inginocchiati alla Grotta recitando il loro Credo allabianca Signora, sorpresi essi stessi d’aver avuto «occhiper non vedere» quando avevano avuto luogo le meravi-gliose apparizioni. Lo stesso Procuratore Imperiale chenon aveva esitato di assumere tutto l’aspetto di un per-secutore, diceva più tardi: «Noi combattevamo perl’onore della religione e, umanamente parlando, la vitto-ria avrebbe dovuto esser nostra. Se siamo stati vinti, enon esito a riconoscerlo, è perchè voi avevate in vostrofavore la Vergine che lottava contro di noi» (1). Dal can-to loro il Prefetto, il Sindaco, il Commissario di Polizia,vale a dire tutti i funzionari che col signor Dutour eranodichiarati avversari convinti di Massabielle, sentirono ilsorriso della bontà divina rifulgere nelle anime loro permezzo di Maria; morirono baciando il crocifisso.

Cuore grande, cuore magnifico di Maria, voi non po-tevate lasciar morire lungi da Voi quelli il cui nome an-dava unito alle vostre glorie; io vi riconosco a questoamore; vi ringrazio e vi onoro!

1 ESTRADE, Op. Cit.

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ad assidersi sul suo trono, nel bel mezzo del suo popolo.Ma questo trono è fatto di misericordia e d’amore, quin-di l’Immacolata attirerà a sè questi oppositori della pri-ma ora. Ed infatti molti fra di essi furono in seguito ve-duti inginocchiati alla Grotta recitando il loro Credo allabianca Signora, sorpresi essi stessi d’aver avuto «occhiper non vedere» quando avevano avuto luogo le meravi-gliose apparizioni. Lo stesso Procuratore Imperiale chenon aveva esitato di assumere tutto l’aspetto di un per-secutore, diceva più tardi: «Noi combattevamo perl’onore della religione e, umanamente parlando, la vitto-ria avrebbe dovuto esser nostra. Se siamo stati vinti, enon esito a riconoscerlo, è perchè voi avevate in vostrofavore la Vergine che lottava contro di noi» (1). Dal can-to loro il Prefetto, il Sindaco, il Commissario di Polizia,vale a dire tutti i funzionari che col signor Dutour eranodichiarati avversari convinti di Massabielle, sentirono ilsorriso della bontà divina rifulgere nelle anime loro permezzo di Maria; morirono baciando il crocifisso.

Cuore grande, cuore magnifico di Maria, voi non po-tevate lasciar morire lungi da Voi quelli il cui nome an-dava unito alle vostre glorie; io vi riconosco a questoamore; vi ringrazio e vi onoro!

1 ESTRADE, Op. Cit.

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BERNADETTA DINANZI ALL’AUTORITÀECCLESIASTICA

Conosciamo già quale accoglienza aveva avuto Ber-nadetta dall’abate Peyramale; l’umile ed ignorante fan-ciulla non ne rimase punto turbata: ma il degno sacerdo-te, malgrado la sua prudenza e la sua riserva, si sentì in-timamente turbato e commosso dagli avvenimenti che sisuccedevano alla Grotta. Si fece perciò un dovere di an-dare ad esporre il tutto al suo vescovo.

Mons. Laurence «era uno spirito freddo, meditativo,pratico, i suoi atti come le sue decisioni erano sempreimprontati alla più alta sapienza» (1). Sapeva che i Ve-scovi partecipando al governo della Chiesa hanno graviresponsabilità davanti a Dio e davanti alle anime, e per-ciò non devono agire senza prima avere lungamente pe-sato e maturato ogni cosa, tanto più quando si tratta diquestioni d’ordine soprannaturale. Nel caso poi di Lour-des lo spirito di menzogna, cercando con tutti i mezzipossibili di rovinare l’opera della Vergine Immacolata,aveva avuto ricorso ad incantesimi: difatti delle donne edei fanciulli avevano avuto visioni in quella stessa Grot-ta, e strani fenomeni vi si dicevano prodotti. Ma tuttociò era così spaventoso e nello stesso tempo così ridico-lo, che gli osservatori di tali fatti, confrontandoli con le

1 ESTRADE, Op.cit.

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BERNADETTA DINANZI ALL’AUTORITÀECCLESIASTICA

Conosciamo già quale accoglienza aveva avuto Ber-nadetta dall’abate Peyramale; l’umile ed ignorante fan-ciulla non ne rimase punto turbata: ma il degno sacerdo-te, malgrado la sua prudenza e la sua riserva, si sentì in-timamente turbato e commosso dagli avvenimenti che sisuccedevano alla Grotta. Si fece perciò un dovere di an-dare ad esporre il tutto al suo vescovo.

Mons. Laurence «era uno spirito freddo, meditativo,pratico, i suoi atti come le sue decisioni erano sempreimprontati alla più alta sapienza» (1). Sapeva che i Ve-scovi partecipando al governo della Chiesa hanno graviresponsabilità davanti a Dio e davanti alle anime, e per-ciò non devono agire senza prima avere lungamente pe-sato e maturato ogni cosa, tanto più quando si tratta diquestioni d’ordine soprannaturale. Nel caso poi di Lour-des lo spirito di menzogna, cercando con tutti i mezzipossibili di rovinare l’opera della Vergine Immacolata,aveva avuto ricorso ad incantesimi: difatti delle donne edei fanciulli avevano avuto visioni in quella stessa Grot-ta, e strani fenomeni vi si dicevano prodotti. Ma tuttociò era così spaventoso e nello stesso tempo così ridico-lo, che gli osservatori di tali fatti, confrontandoli con le

1 ESTRADE, Op.cit.

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visioni di Bernadetta, ne deducevano facilmente la con-clusione che, solo queste ultime venivano dal cielo. Sa-tana s’era da se stesso messo dalla parte del torto, e sen-za volerlo faceva trionfare la verità.

Mentre la Chiesa nella persona del Vescovo aspetta-va, tutt’intorno a lei gli spiriti si agitavano; gli uni, tra-scinati dall’entusiasmo in presenza delle meraviglie dicui la Grotta era testimonio, già avevano preso il loropartito; per essi la Regina del cielo si era veramente fat-ta vedere, ed anche facendo astrazione dei miracoli chesi operavano, adducevano quale prova irrefragabile ilmovimento religioso che si era prodotto a Lourdes e neidintorni, la conversione dei peccatori, l’aumento dellapietà.

Altri, più calmi, ma proclivi essi pure a vedere unamanifestazione divina negli avvenimenti di Massabielle,non si pronunciavano ancora, aspettando il giudizio del-la Chiesa per unirvi la loro adesione.

I nemici del soprannaturale poi negavano semplice-mente a Dio il diritto di fare dei miracoli, e, se si appel-lavano al giudizio del Vescovo, era solo per la speranzache la sua dottrina illuminata avrebbe scoperto supersti-zioni là ove essi le vedevano; ma l’autorità Vescovile lilasciava dire e fare, ben sapendo che, se attaccavano unaforza sovrumana, i loro sforzi sarebbero rimasti impo-

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visioni di Bernadetta, ne deducevano facilmente la con-clusione che, solo queste ultime venivano dal cielo. Sa-tana s’era da se stesso messo dalla parte del torto, e sen-za volerlo faceva trionfare la verità.

Mentre la Chiesa nella persona del Vescovo aspetta-va, tutt’intorno a lei gli spiriti si agitavano; gli uni, tra-scinati dall’entusiasmo in presenza delle meraviglie dicui la Grotta era testimonio, già avevano preso il loropartito; per essi la Regina del cielo si era veramente fat-ta vedere, ed anche facendo astrazione dei miracoli chesi operavano, adducevano quale prova irrefragabile ilmovimento religioso che si era prodotto a Lourdes e neidintorni, la conversione dei peccatori, l’aumento dellapietà.

Altri, più calmi, ma proclivi essi pure a vedere unamanifestazione divina negli avvenimenti di Massabielle,non si pronunciavano ancora, aspettando il giudizio del-la Chiesa per unirvi la loro adesione.

I nemici del soprannaturale poi negavano semplice-mente a Dio il diritto di fare dei miracoli, e, se si appel-lavano al giudizio del Vescovo, era solo per la speranzache la sua dottrina illuminata avrebbe scoperto supersti-zioni là ove essi le vedevano; ma l’autorità Vescovile lilasciava dire e fare, ben sapendo che, se attaccavano unaforza sovrumana, i loro sforzi sarebbero rimasti impo-

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tenti. In una parola, Mons. Laurence si limitava ad os-servare.

Quando, dopo sei mesi di raccoglimento e di preghie-ra, vide che tutti i piani degli avversari della Grotta era-no stati annientati da una potenza superiore, e che il mi-racolo confermava ed assodava la fede dei credenti, uscìdal riserbo e fece sentire la sua prima parola. Era il 28luglio 1858. Una commissione d’inchiesta venne nomi-nata, e le fu assegnato per compito di chiarire la cosacon una discussione profonda e matura, con un studioaccurato dei fatti avvenuti alla Grotta di Massabielle.Benchè detta commissione fosse composta di sacerdotieminenti per il loro sapere, per il loro carattere e per leloro virtù, tuttavia le si faceva calda raccomandazionedal Vescovo «di non temere d’aggregarsi uomini versatinelle scienze mediche, fisiche, chimiche, geologiche,ecc. Nulla doveva trascurare per circondarsi di lumi earrivare alla verità, qualunque essa fosse». La commis-sione dal canto suo non disdegnò di ricorrere «alla col-laborazione del tempo»; tre mesi passarono prima cheincominciasse ad agire; e quattro anni interi non le par-vero troppi per mettere tutto in chiaro. Bernadetta com-parve per la prima volta davanti a questa commissione il17 novembre 1858 e vi fece il racconto delle apparizionicon la semplicità e col candore che le erano naturali:

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tenti. In una parola, Mons. Laurence si limitava ad os-servare.

Quando, dopo sei mesi di raccoglimento e di preghie-ra, vide che tutti i piani degli avversari della Grotta era-no stati annientati da una potenza superiore, e che il mi-racolo confermava ed assodava la fede dei credenti, uscìdal riserbo e fece sentire la sua prima parola. Era il 28luglio 1858. Una commissione d’inchiesta venne nomi-nata, e le fu assegnato per compito di chiarire la cosacon una discussione profonda e matura, con un studioaccurato dei fatti avvenuti alla Grotta di Massabielle.Benchè detta commissione fosse composta di sacerdotieminenti per il loro sapere, per il loro carattere e per leloro virtù, tuttavia le si faceva calda raccomandazionedal Vescovo «di non temere d’aggregarsi uomini versatinelle scienze mediche, fisiche, chimiche, geologiche,ecc. Nulla doveva trascurare per circondarsi di lumi earrivare alla verità, qualunque essa fosse». La commis-sione dal canto suo non disdegnò di ricorrere «alla col-laborazione del tempo»; tre mesi passarono prima cheincominciasse ad agire; e quattro anni interi non le par-vero troppi per mettere tutto in chiaro. Bernadetta com-parve per la prima volta davanti a questa commissione il17 novembre 1858 e vi fece il racconto delle apparizionicon la semplicità e col candore che le erano naturali:

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doti che attestavano della verità di quanto andava dicen-do, meglio delle parole. Questa fanciulla ignorante par-lava dei fatti della Grotta con tanta chiarezza e precisio-ne, da convincere le menti e non lasciare più alcun dub-bio sulla sua sincerità; rispondeva alle obiezioni con taleprudenza e saggezza da far credere ad un aiuto sopran-naturale. Dopo aver udite dalla sua bocca le parole dellaVisione ed aver veduti riprodotti i suoi movimenti, nonsi poteva a meno di tirar la conclusione che ella avevarealmente veduta la Madre di Dio. E quando nell’ultimaseduta solenne della Commissione, tenuta in presenza diMons. Laurence, ripetè il racconto del 25 marzo, imitan-do il gesto e l’attitudine della Signora, al momento incui diceva: «Io sono l’immacolata Concezione» si vide-ro due lacrime spuntare sulle ciglia del vecchio Vesco-vo, tanto era grande e viva la sua commozione.

La Commissione si portò pure alla Grotta con Berna-detta, che sui luoghi stessi ricostruì tutte le scene delleapparizioni, indicò il punto preciso che la Signora avevadesignato, quando le disse di andare a bere alla fontana,ed il posto in cui si trovava quando la Visione le si mo-strava; indicazioni tutte che permisero di studiare concalma l’origine della sorgente e la possibilità del famosoraggio luminoso, inventato dai sanitari incaricati del pri-mo esame medico della Veggente.

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doti che attestavano della verità di quanto andava dicen-do, meglio delle parole. Questa fanciulla ignorante par-lava dei fatti della Grotta con tanta chiarezza e precisio-ne, da convincere le menti e non lasciare più alcun dub-bio sulla sua sincerità; rispondeva alle obiezioni con taleprudenza e saggezza da far credere ad un aiuto sopran-naturale. Dopo aver udite dalla sua bocca le parole dellaVisione ed aver veduti riprodotti i suoi movimenti, nonsi poteva a meno di tirar la conclusione che ella avevarealmente veduta la Madre di Dio. E quando nell’ultimaseduta solenne della Commissione, tenuta in presenza diMons. Laurence, ripetè il racconto del 25 marzo, imitan-do il gesto e l’attitudine della Signora, al momento incui diceva: «Io sono l’immacolata Concezione» si vide-ro due lacrime spuntare sulle ciglia del vecchio Vesco-vo, tanto era grande e viva la sua commozione.

La Commissione si portò pure alla Grotta con Berna-detta, che sui luoghi stessi ricostruì tutte le scene delleapparizioni, indicò il punto preciso che la Signora avevadesignato, quando le disse di andare a bere alla fontana,ed il posto in cui si trovava quando la Visione le si mo-strava; indicazioni tutte che permisero di studiare concalma l’origine della sorgente e la possibilità del famosoraggio luminoso, inventato dai sanitari incaricati del pri-mo esame medico della Veggente.

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Quanto alle guarigioni ottenute con l’acqua della sor-gente della Vergine, la collaborazione del celebre DottorVerger, professore aggregato della Facoltà di Montpel-lier, al quale vennero sottomesse tutte le relazioni, e ilsuo giudizio sul carattere miracoloso di questi fatti, nonlasciarono più alcun dubbio. «L’illustre professore fuprofondamente commosso da questo studio così nuovoper lui; nella sua lunga carriera non aveva mai incontra-to nulla di simile. La sua scienza esperimentata giudicòche in questi fenomeni v’era certamente una forza con-tingente superiore a quelle che sono somministrate dallanatura, estranea all’acqua di cui si serve per la manife-stazione della sua potenza» (1).

Dopo quattro anni di seria inchiesta in cui lo studio,le testimonianze e la preghiera si erano dato reciprocoapoggio, parve che la verità potesse finalmente mostrar-si alla luce del sole e suggerire il suo giudizio all’autori-tà vescovile. Il 18 gennaio 1862 comparve infatti la let-tera pastorale del Vescovo di Tarbes col giudizio teolo-gico definitivo sopra l’apparizione che aveva avuto luo-go alla Grotta di Lourdes. Mons. Laurence «dopo averespiegato in una discussione ampia, chiara ed inoppugna-bile i motivi del suo giudizio, così conchiude: «Noi, giu-dichiamo che l’Immacolata Maria, Madre di Dio, è real-

1 BERTRIN, Opera citata.

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Quanto alle guarigioni ottenute con l’acqua della sor-gente della Vergine, la collaborazione del celebre DottorVerger, professore aggregato della Facoltà di Montpel-lier, al quale vennero sottomesse tutte le relazioni, e ilsuo giudizio sul carattere miracoloso di questi fatti, nonlasciarono più alcun dubbio. «L’illustre professore fuprofondamente commosso da questo studio così nuovoper lui; nella sua lunga carriera non aveva mai incontra-to nulla di simile. La sua scienza esperimentata giudicòche in questi fenomeni v’era certamente una forza con-tingente superiore a quelle che sono somministrate dallanatura, estranea all’acqua di cui si serve per la manife-stazione della sua potenza» (1).

Dopo quattro anni di seria inchiesta in cui lo studio,le testimonianze e la preghiera si erano dato reciprocoapoggio, parve che la verità potesse finalmente mostrar-si alla luce del sole e suggerire il suo giudizio all’autori-tà vescovile. Il 18 gennaio 1862 comparve infatti la let-tera pastorale del Vescovo di Tarbes col giudizio teolo-gico definitivo sopra l’apparizione che aveva avuto luo-go alla Grotta di Lourdes. Mons. Laurence «dopo averespiegato in una discussione ampia, chiara ed inoppugna-bile i motivi del suo giudizio, così conchiude: «Noi, giu-dichiamo che l’Immacolata Maria, Madre di Dio, è real-

1 BERTRIN, Opera citata.

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mente apparsa a Bernadetta Soubirous l’11 febbraio1858 e nei giorni seguenti in numero di diciotto voltenella Grotta di Massabielle, vicino alla città di Lourdes;che questa apparizione riveste tutti i caratteri della veri-tà, e che i fedeli sono autorizzati a crederla certa».

Questo giudizio sollevò immenso rumore, e la stampareligiosa gli diede una grande pubblicità. Alcuni giornalianticlericali non potendo attaccare la logica del Prelatosi contentarono di motteggiare; le anime pie e timoratesi sentirono più forti nella loro credenza, appoggiate sul-la decisione del Vescovo che formava la loro sicurezza ela loro gioia.

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mente apparsa a Bernadetta Soubirous l’11 febbraio1858 e nei giorni seguenti in numero di diciotto voltenella Grotta di Massabielle, vicino alla città di Lourdes;che questa apparizione riveste tutti i caratteri della veri-tà, e che i fedeli sono autorizzati a crederla certa».

Questo giudizio sollevò immenso rumore, e la stampareligiosa gli diede una grande pubblicità. Alcuni giornalianticlericali non potendo attaccare la logica del Prelatosi contentarono di motteggiare; le anime pie e timoratesi sentirono più forti nella loro credenza, appoggiate sul-la decisione del Vescovo che formava la loro sicurezza ela loro gioia.

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BERNADETTA TESTIMONIO DI MARIA,PEL SUO CARATTERE, PER LA SUA UMILTÀ,

PEL SUO DISINTERESSE E PER LA SUA PIETÀ.Mentre queste cose si succedevano, così permetten-

dolo Iddio per confermare maggiormente la verità delleApparizioni, una attrattiva divina continuava ad attirarenumerose le anime a Lourdes ove si sarebbe detto che«cielo e terra si fossero dato convegno» (1). Già molti siprostravano a’ piè della roccia benedetta, avanguardia diinfiniti altri che quivi avrebbero più tardi innalzato leloro tende. Si sentiva il sorriso della bianca Madonnaaleggiare su quel popolo orante; s’interrogavano i testi-moni, si portavano via come reliquie sassolini e filid’erba; e perchè non dirlo? pii ed indiscreti furti, tropposovente ripetuti, facevano poco a poco sparire il rosaioselvatico sul quale Maria aveva posato i suoi piedi. Mav’era una cosa che più di qualunque altra stava a cuore atutti: e questa era, dopo aver pregato alla Grotta, il vede-re colei che l’Immacolata aveva illuminata coi raggi del-la sua gloria ed ammessa a partecipare ai segreti del suocuore.

Bernadetta, dopo la sua prima Comunione, seguendol’esempio delle fanciulle della sua condizione, aveva ab-bandonato la scuola delle Suore di Nevers e, come lo si

1 Annali di Lourdes, 2° anno

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BERNADETTA TESTIMONIO DI MARIA,PEL SUO CARATTERE, PER LA SUA UMILTÀ,

PEL SUO DISINTERESSE E PER LA SUA PIETÀ.Mentre queste cose si succedevano, così permetten-

dolo Iddio per confermare maggiormente la verità delleApparizioni, una attrattiva divina continuava ad attirarenumerose le anime a Lourdes ove si sarebbe detto che«cielo e terra si fossero dato convegno» (1). Già molti siprostravano a’ piè della roccia benedetta, avanguardia diinfiniti altri che quivi avrebbero più tardi innalzato leloro tende. Si sentiva il sorriso della bianca Madonnaaleggiare su quel popolo orante; s’interrogavano i testi-moni, si portavano via come reliquie sassolini e filid’erba; e perchè non dirlo? pii ed indiscreti furti, tropposovente ripetuti, facevano poco a poco sparire il rosaioselvatico sul quale Maria aveva posato i suoi piedi. Mav’era una cosa che più di qualunque altra stava a cuore atutti: e questa era, dopo aver pregato alla Grotta, il vede-re colei che l’Immacolata aveva illuminata coi raggi del-la sua gloria ed ammessa a partecipare ai segreti del suocuore.

Bernadetta, dopo la sua prima Comunione, seguendol’esempio delle fanciulle della sua condizione, aveva ab-bandonato la scuola delle Suore di Nevers e, come lo si

1 Annali di Lourdes, 2° anno

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può facilmente giudicare, non ricca certo di tale baga-glio letterario e scientifico che la potesse imbarazzare.La sua famiglia avendo lasciata la casetta dei «Petits-Fossés» per stabilirsi in un mulino, nascosto in fondo adun burrone ed al disotto del Forte, ella l’aveva seguita;ed era in questo luogo che i visitatori accorrevano nu-merosi per vederla, interrogarla ed ascoltarla. Sempresemplice e serena, quantunque spossata dall’asma, ellaripeteva le meraviglie della Grotta con accenti pieni dicandore; ed il soprannaturale traluceva con tale eviden-za dalla sua parola sempre concisa, chiara, piena di spi-rito, di prontezza, di abilità nel ribattere le obiezioni piùimpreviste, che, salvo preconcetti, si partiva da lei pie-namente convinti della verità della causa della Madonnadi Massabielle.

L’Apostolo-Vergine, S. Giovanni, avendo penetrato lagenerazione eterna del Figlio di Dio, l’aveva svelata almondo ed era così divenuto l’Evangelista del Verbo.L’angelica Bernadetta avendo inteso dalla bocca stessadella Vergine Immacolata la dichiarazione della prero-gativa unica e divina che costituisce la sua gloria, la ri-peteva a Lourdes, donde la sua parola volava fino agliultimi confini della terra; alla sua volta ella diventaval’Evangelista della Immacolata Concezione.

Tra le varie Apparizioni, quella del 25 marzo colpiva

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può facilmente giudicare, non ricca certo di tale baga-glio letterario e scientifico che la potesse imbarazzare.La sua famiglia avendo lasciata la casetta dei «Petits-Fossés» per stabilirsi in un mulino, nascosto in fondo adun burrone ed al disotto del Forte, ella l’aveva seguita;ed era in questo luogo che i visitatori accorrevano nu-merosi per vederla, interrogarla ed ascoltarla. Sempresemplice e serena, quantunque spossata dall’asma, ellaripeteva le meraviglie della Grotta con accenti pieni dicandore; ed il soprannaturale traluceva con tale eviden-za dalla sua parola sempre concisa, chiara, piena di spi-rito, di prontezza, di abilità nel ribattere le obiezioni piùimpreviste, che, salvo preconcetti, si partiva da lei pie-namente convinti della verità della causa della Madonnadi Massabielle.

L’Apostolo-Vergine, S. Giovanni, avendo penetrato lagenerazione eterna del Figlio di Dio, l’aveva svelata almondo ed era così divenuto l’Evangelista del Verbo.L’angelica Bernadetta avendo inteso dalla bocca stessadella Vergine Immacolata la dichiarazione della prero-gativa unica e divina che costituisce la sua gloria, la ri-peteva a Lourdes, donde la sua parola volava fino agliultimi confini della terra; alla sua volta ella diventaval’Evangelista della Immacolata Concezione.

Tra le varie Apparizioni, quella del 25 marzo colpiva

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maggiormente gli animi degli uditori, quando Bernadet-ta la raccontava. L’illustre scultore di Lione, Fabish, cheaveva accettato di fissare e far rivivere nel marmo labellezza che aveva rapito la fanciulla, scriveva: «Nonvidi mai nulla di più bello del suo gesto, quando le do-mandai come era la Vergine Santa mentre diceva: «Iosono l’Immacolata Concezione», Bernadetta si alzò congrande semplicità, congiunse le mani ed innalzò gli oc-chi al Cielo. Ma nè l’Angelico, nè il Perugino, nè il San-zio riuscirono mai a creare alcunchè di così soave, e nel-lo stesso tempo di così profondo quanto lo sguardo diquesta fanciulla tanto semplice ed ingenua.

«Non dimenticherò mai finchè vivrò quella incante-vole espressione.

«Vidi in Italia ed altrove i capolavori dei grandi mae-stri, di coloro che si resero sublimi nel rendere gli slancidell’amore divino e dell’estasi; ma in nessuno di costorotrovai tanta soavità e tanto incanto; ed ogni volta chedomandai a Bernadetta questa posa, sempre vidi che lastessa espressione veniva ad illuminare e trasfigurare lasua testa; cosa da piangerne di commozione!»

E l’impressione che subiva l’illustre scultore alla vi-sta di quella fisionomia, riproducente un ideale che eglinon poteva raggiungere, la subirono pure tutti coloroche ebbero la fortuna di contemplare la Veggente;

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maggiormente gli animi degli uditori, quando Bernadet-ta la raccontava. L’illustre scultore di Lione, Fabish, cheaveva accettato di fissare e far rivivere nel marmo labellezza che aveva rapito la fanciulla, scriveva: «Nonvidi mai nulla di più bello del suo gesto, quando le do-mandai come era la Vergine Santa mentre diceva: «Iosono l’Immacolata Concezione», Bernadetta si alzò congrande semplicità, congiunse le mani ed innalzò gli oc-chi al Cielo. Ma nè l’Angelico, nè il Perugino, nè il San-zio riuscirono mai a creare alcunchè di così soave, e nel-lo stesso tempo di così profondo quanto lo sguardo diquesta fanciulla tanto semplice ed ingenua.

«Non dimenticherò mai finchè vivrò quella incante-vole espressione.

«Vidi in Italia ed altrove i capolavori dei grandi mae-stri, di coloro che si resero sublimi nel rendere gli slancidell’amore divino e dell’estasi; ma in nessuno di costorotrovai tanta soavità e tanto incanto; ed ogni volta chedomandai a Bernadetta questa posa, sempre vidi che lastessa espressione veniva ad illuminare e trasfigurare lasua testa; cosa da piangerne di commozione!»

E l’impressione che subiva l’illustre scultore alla vi-sta di quella fisionomia, riproducente un ideale che eglinon poteva raggiungere, la subirono pure tutti coloroche ebbero la fortuna di contemplare la Veggente;

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anch’essi infatti, nell’allontanarsi da lei, erano obbligatia dire: «Veramente, riproduce ciò che ha veduto; il suogesto non è terreno ma celeste».

Bernadetta dimorò due anni nella sua famiglia. Inquesto frattempo avveniva che di tanto in tanto personeamiche la conducessero a Pau, a Bagnéres, a Cauterets,ove gli stranieri andavano a gara nell’interrogarla. Il Cu-rato di Lourdes intravvide in ciò un pericolo per la sem-plice fanciulla, e d’accordo col signor Lacadé, Sindacodella città, fece istanza presso la Superiora dell’Ospizioaffinchè l’accogliesse presso di sè.

Fu con vero piacere che questa e le sue Suore accetta-rono di albergare sotto il loro tetto la figlia Privilegiatadella Madonna, senza però lasciarle indovinare le loroimpressioni. All’Ospizio, come già in famiglia, moltissi-me persone da tutti i paesi, Francia, Spagna, Italia, ecc.,accorrevano per vederla. Esse si succedevano senza in-terruzione, e talmente numerose, che in certi giorni nonle si lasciava neppure un momento di libertà: ma ella siricordava della sua missione, e noncurante delle sue sof-ferenze, si sottometteva volentieri per amore della suaMadre del Cielo, a quelle lunghe sedute del parlatorio.In presenza dell’incredulità sistematica non discutevamai. «Ecco ciò che ho veduto, e ciò che so, se non vole-te credermi che volete ch’io faccia?» o ancora: «Sono

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anch’essi infatti, nell’allontanarsi da lei, erano obbligatia dire: «Veramente, riproduce ciò che ha veduto; il suogesto non è terreno ma celeste».

Bernadetta dimorò due anni nella sua famiglia. Inquesto frattempo avveniva che di tanto in tanto personeamiche la conducessero a Pau, a Bagnéres, a Cauterets,ove gli stranieri andavano a gara nell’interrogarla. Il Cu-rato di Lourdes intravvide in ciò un pericolo per la sem-plice fanciulla, e d’accordo col signor Lacadé, Sindacodella città, fece istanza presso la Superiora dell’Ospizioaffinchè l’accogliesse presso di sè.

Fu con vero piacere che questa e le sue Suore accetta-rono di albergare sotto il loro tetto la figlia Privilegiatadella Madonna, senza però lasciarle indovinare le loroimpressioni. All’Ospizio, come già in famiglia, moltissi-me persone da tutti i paesi, Francia, Spagna, Italia, ecc.,accorrevano per vederla. Esse si succedevano senza in-terruzione, e talmente numerose, che in certi giorni nonle si lasciava neppure un momento di libertà: ma ella siricordava della sua missione, e noncurante delle sue sof-ferenze, si sottometteva volentieri per amore della suaMadre del Cielo, a quelle lunghe sedute del parlatorio.In presenza dell’incredulità sistematica non discutevamai. «Ecco ciò che ho veduto, e ciò che so, se non vole-te credermi che volete ch’io faccia?» o ancora: «Sono

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incaricata di dirvi ciò, ma non già di farvelo credere» etaceva; ma il più sovente – e si dovrebbe piuttosto direquasi sempre – i visitatori si partivano da lei più convin-ti e più infiammati d’amore per la Vergine Immacolata.

Bernadetta fu ancora il testimonio di Maria per la suaumiltà; circondata dall’entusiasmo della folla, ricercata,venerata come una santa, non perdette mai la modestia,il candore, la semplicità della piccola pastorella di Bar-très. La si pregava di toccare gli oggetti di pietà che le sipresentavano, le si domandava la sua benedizione: «Eche? Tocca a voi il benedirmi, signor Abbate, e non giàa me» rispondeva ad un sacerdote inginocchiato a’ suoipiedi. E ad una buona signora che si era gettata a’ suoipiedi: «Ma alzatevi; non vedete che non ho la stola perbenedirvi?»

Accadeva non di rado che visitatori, anche illustri, ac-corsi per vederla, la sorprendessero in mezzo a’ suoigiuochi. Allora essa li interrompeva per narrare i misteridell’amore della Madonna; ma appena finito il suo rac-conto, subito li riprendeva così semplicemente e natural-mente come se non li avesse neppure interrotti, e maiparlava di quello che aveva detto o udito. Si sarebbedetto che lo sguardo della Regina del Cielo, posandosisopra di lei, l’avesse resa invulnerabile agli stimolidell’orgoglio; poichè mai il minimo sentimento di com-

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incaricata di dirvi ciò, ma non già di farvelo credere» etaceva; ma il più sovente – e si dovrebbe piuttosto direquasi sempre – i visitatori si partivano da lei più convin-ti e più infiammati d’amore per la Vergine Immacolata.

Bernadetta fu ancora il testimonio di Maria per la suaumiltà; circondata dall’entusiasmo della folla, ricercata,venerata come una santa, non perdette mai la modestia,il candore, la semplicità della piccola pastorella di Bar-très. La si pregava di toccare gli oggetti di pietà che le sipresentavano, le si domandava la sua benedizione: «Eche? Tocca a voi il benedirmi, signor Abbate, e non giàa me» rispondeva ad un sacerdote inginocchiato a’ suoipiedi. E ad una buona signora che si era gettata a’ suoipiedi: «Ma alzatevi; non vedete che non ho la stola perbenedirvi?»

Accadeva non di rado che visitatori, anche illustri, ac-corsi per vederla, la sorprendessero in mezzo a’ suoigiuochi. Allora essa li interrompeva per narrare i misteridell’amore della Madonna; ma appena finito il suo rac-conto, subito li riprendeva così semplicemente e natural-mente come se non li avesse neppure interrotti, e maiparlava di quello che aveva detto o udito. Si sarebbedetto che lo sguardo della Regina del Cielo, posandosisopra di lei, l’avesse resa invulnerabile agli stimolidell’orgoglio; poichè mai il minimo sentimento di com-

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piacenza personale parve sfiorare l’anima sua verginale.L’influenza di questa umiltà era sì potente, che non po-chi increduli venuti o per soddisfare la loro curiosità oper aderire ai desideri dei loro amici, si sentivano im-provvisamente spinti a credere, come tra gli altri capitòad un magistrato protestante, giureconsulto di granfama, che dopo una controversia di religione, in cui nonaveva voluto dichiararsi vinto, essendo andato a visitarela Veggente, l’ascoltò con vivo interesse, e nell’ascoltar-la la commozione s’impadronì di lui con tale intensitàche non potè trattenersi dal piangere. «Signor Abbate,disse nell’uscire all’ecclesiastico che l’aveva accompa-gnato, si possono mettere in dubbio le guarigioni attri-buite all’acqua della Grotta, si può anche spiegarle natu-ralmente; ma per me la forza di convinzione è tutta qui;questa fanciulla mi stupisce e mi commuove; qui vi ècerto qualche cosa di soprannaturale» (1).

Ma se l’umiltà di Bernadetta rendeva testimonianzaalla Vergine Immacolata, che cosa dovremmo dire delsuo disinteresse? Era nota la sua povertà e quella dellasua famiglia; ebbene questa povertà fu una delle provepiù belle e luminose della sincerità della fanciulla e del-la verità della sua missione. Si cercò più di una voltad’introdurre un po’ di agiatezza in mezzo a tanta mise-

1 Annali di N. Signora di Lourdes, anno 2°

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piacenza personale parve sfiorare l’anima sua verginale.L’influenza di questa umiltà era sì potente, che non po-chi increduli venuti o per soddisfare la loro curiosità oper aderire ai desideri dei loro amici, si sentivano im-provvisamente spinti a credere, come tra gli altri capitòad un magistrato protestante, giureconsulto di granfama, che dopo una controversia di religione, in cui nonaveva voluto dichiararsi vinto, essendo andato a visitarela Veggente, l’ascoltò con vivo interesse, e nell’ascoltar-la la commozione s’impadronì di lui con tale intensitàche non potè trattenersi dal piangere. «Signor Abbate,disse nell’uscire all’ecclesiastico che l’aveva accompa-gnato, si possono mettere in dubbio le guarigioni attri-buite all’acqua della Grotta, si può anche spiegarle natu-ralmente; ma per me la forza di convinzione è tutta qui;questa fanciulla mi stupisce e mi commuove; qui vi ècerto qualche cosa di soprannaturale» (1).

Ma se l’umiltà di Bernadetta rendeva testimonianzaalla Vergine Immacolata, che cosa dovremmo dire delsuo disinteresse? Era nota la sua povertà e quella dellasua famiglia; ebbene questa povertà fu una delle provepiù belle e luminose della sincerità della fanciulla e del-la verità della sua missione. Si cercò più di una voltad’introdurre un po’ di agiatezza in mezzo a tanta mise-

1 Annali di N. Signora di Lourdes, anno 2°

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ria; e capitò non di rado che certe persone, in atto distringerle la mano, facessero delicatamente e destramen-te sdrucciolare in essa o ancora nelle tasche del suogrembiale alcune monete d’oro; ma ella le restituiva in-contanente. «Si sarebbe detto che questo denaro la scot-tava» dicevano le religiose che la conobbero in queltempo.

Avveniva ancora che non pochi visitatori nel conge-darsi dalla famiglia deponessero discretamente e comeper inavvertenza qualche offerta sulla sporgenza del ca-mino o su qualche mobile; ma quei poveretti, divenutieroici al contatto della loro figliuola, imitavano il suoesempio e restituivano immediatamente quanto venivaloro offerto; e dire che più di una volta il pane venne amancare sul desco poveretto!

«Un giorno, racconta uno dei suoi fratelli, due signoreaccompagnate da due gentiluomini stranieri, venuti incasa nostra per interrogare Bernadetta, mi pregarono dicondurli alla Grotta. Io li accompagnai portando mecoun recipiente che m’avevano consegnato, affinchè loriempissi d’acqua della fontana miracolosa. Per ricom-pensarmi mi diedero una moneta di due lire che portaitrionfalmente a mia madre, pensando che questo denarosarebbe il benvenuto, essendo noi tanto poveri. Ma qualnon fu il mio stupore nel vedere Bernadetta riprendere

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ria; e capitò non di rado che certe persone, in atto distringerle la mano, facessero delicatamente e destramen-te sdrucciolare in essa o ancora nelle tasche del suogrembiale alcune monete d’oro; ma ella le restituiva in-contanente. «Si sarebbe detto che questo denaro la scot-tava» dicevano le religiose che la conobbero in queltempo.

Avveniva ancora che non pochi visitatori nel conge-darsi dalla famiglia deponessero discretamente e comeper inavvertenza qualche offerta sulla sporgenza del ca-mino o su qualche mobile; ma quei poveretti, divenutieroici al contatto della loro figliuola, imitavano il suoesempio e restituivano immediatamente quanto venivaloro offerto; e dire che più di una volta il pane venne amancare sul desco poveretto!

«Un giorno, racconta uno dei suoi fratelli, due signoreaccompagnate da due gentiluomini stranieri, venuti incasa nostra per interrogare Bernadetta, mi pregarono dicondurli alla Grotta. Io li accompagnai portando mecoun recipiente che m’avevano consegnato, affinchè loriempissi d’acqua della fontana miracolosa. Per ricom-pensarmi mi diedero una moneta di due lire che portaitrionfalmente a mia madre, pensando che questo denarosarebbe il benvenuto, essendo noi tanto poveri. Ma qualnon fu il mio stupore nel vedere Bernadetta riprendere

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bruscamente quella moneta e costringermi ad andare su-bito a restituirla a chi me l’aveva data. Io non volevoubbidire, ma ne fui costretto contro mia volontà. Quan-do rientrai in casa, sospettando che per la mia ripugnan-za non avessi eseguito il suo comando e non avessi re-stituito la moneta, mi frugò da per tutto per assicurarsiche avevo seguito i suoi ordini e mi fece vivamentecomprendere che per l’avvenire non dovevo più accetta-re nulla da chicchessia».

Così la privilegiata della Grotta, rimasta umile, pove-ra e disinteressata, esercitava un’influenza misteriosache spandeva intorno a sè luce ed amore, e faceva senti-re la divina realtà delle Apparizioni.

Il testimonio della Vergine poteva pure cantare il suoMagnificat: l’Immacolata aveva fatto grandi cose in lei«perchè aveva rivolto lo sguardo all’umiltà della suaserva».

Abbiamo seguito Bernadetta nella sua missione pub-blica; vediamola ora nell’ambiente famigliare. Marial’aveva innalzata fino a Lei, ma non aveva punto distrut-to la sua personalità. Bernadetta era, come già si disse,una ragazza semplice e candida che per la sua innocen-za, a quattordici anni, aveva ancora «tutte le ignoranzed’una bambina». La sua istruzione letteraria poi era cosìpoca, che all’epoca delle Apparizioni non sapeva nè leg-

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bruscamente quella moneta e costringermi ad andare su-bito a restituirla a chi me l’aveva data. Io non volevoubbidire, ma ne fui costretto contro mia volontà. Quan-do rientrai in casa, sospettando che per la mia ripugnan-za non avessi eseguito il suo comando e non avessi re-stituito la moneta, mi frugò da per tutto per assicurarsiche avevo seguito i suoi ordini e mi fece vivamentecomprendere che per l’avvenire non dovevo più accetta-re nulla da chicchessia».

Così la privilegiata della Grotta, rimasta umile, pove-ra e disinteressata, esercitava un’influenza misteriosache spandeva intorno a sè luce ed amore, e faceva senti-re la divina realtà delle Apparizioni.

Il testimonio della Vergine poteva pure cantare il suoMagnificat: l’Immacolata aveva fatto grandi cose in lei«perchè aveva rivolto lo sguardo all’umiltà della suaserva».

Abbiamo seguito Bernadetta nella sua missione pub-blica; vediamola ora nell’ambiente famigliare. Marial’aveva innalzata fino a Lei, ma non aveva punto distrut-to la sua personalità. Bernadetta era, come già si disse,una ragazza semplice e candida che per la sua innocen-za, a quattordici anni, aveva ancora «tutte le ignoranzed’una bambina». La sua istruzione letteraria poi era cosìpoca, che all’epoca delle Apparizioni non sapeva nè leg-

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gere nè scrivere; ma da ciò alla conclusione che fosseuna creatura d’una intelligenza limitata, una natura insi-gnificante, senza vita e senza calore, sprovvista d’ogniattitudine e capacità, non appena fuori del campo so-prannaturale delle Apparizioni, v’era di mezzo un abissoenorme. No, tale non poteva essere il tipo che la VergineImmacolata s’era scelto per Confidente, e la sua azionesopra una povera fanciulla, ignorante, timida, si manife-stava in una maniera troppo meravigliosa perchè non lesi dovessero attribuire, oltre i doni della grazia, anchequelli della natura largamente largitile da Dio.

Bernadetta aveva poca memoria, e per di più non ave-va fatto gran che per svilupparla. «Voi farete più prestoa ficcarmi il libro nel capo, che a farmi imparare questalezione» diceva qualche volta; ma era intelligente.

Quando venne di nuovo affidata alle Suore di Nevers,dopo le Apparizioni, la Superiora la fece studiare con leallieve del Convitto. Il tempo della sua istruzione nondurò che un anno o due, distratta per di più dalle nume-rose visite che riceveva, le quali le rubavano la maggiorparte del suo tempo. Tuttavia non si può a meno d’esse-re stupiti nel leggere le lettere che in quest’epoca scrive-va. Senza dubbio l’ortografia non era sempre perfetta,come non sempre consone con lo stile più puro della lin-gua erano le sue espressioni francesi, ma in cambio,

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gere nè scrivere; ma da ciò alla conclusione che fosseuna creatura d’una intelligenza limitata, una natura insi-gnificante, senza vita e senza calore, sprovvista d’ogniattitudine e capacità, non appena fuori del campo so-prannaturale delle Apparizioni, v’era di mezzo un abissoenorme. No, tale non poteva essere il tipo che la VergineImmacolata s’era scelto per Confidente, e la sua azionesopra una povera fanciulla, ignorante, timida, si manife-stava in una maniera troppo meravigliosa perchè non lesi dovessero attribuire, oltre i doni della grazia, anchequelli della natura largamente largitile da Dio.

Bernadetta aveva poca memoria, e per di più non ave-va fatto gran che per svilupparla. «Voi farete più prestoa ficcarmi il libro nel capo, che a farmi imparare questalezione» diceva qualche volta; ma era intelligente.

Quando venne di nuovo affidata alle Suore di Nevers,dopo le Apparizioni, la Superiora la fece studiare con leallieve del Convitto. Il tempo della sua istruzione nondurò che un anno o due, distratta per di più dalle nume-rose visite che riceveva, le quali le rubavano la maggiorparte del suo tempo. Tuttavia non si può a meno d’esse-re stupiti nel leggere le lettere che in quest’epoca scrive-va. Senza dubbio l’ortografia non era sempre perfetta,come non sempre consone con lo stile più puro della lin-gua erano le sue espressioni francesi, ma in cambio,

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qual buon senso, quale giusta estimazione delle personee delle cose, qual cuore amoroso e soprannaturale; e tut-to ciò nascosto in un linguaggio d’una incantevole sem-plicità!

Bernadetta aveva preso dal suo dialetto dei Pirenei unribattere pronto e facile, sovente condito d’un frizzo spi-ritoso, avendo ella molto spirito naturale; ora tutti sap-piamo che lo spirito non s’acquista, ma invece «quelloche si vuole avere guasta quello che si ha». – «La rispo-sta spunta rapida sulle sue labbra, scrivevano le religio-se di Lourdes ma non c’è nulla in essa che possa ferire».

Da buona montanina qual era, Bernadetta era dotatad’un carattere forte ed energico; la tenacità delle idee fuin tutto il corso della sua vita una nota dominante in lei.«Fui sempre cocciuta, diceva più tardi, ed ecco perchèla Vergine santa mi ha punita facendomi domandare trevolte di seguito come si chiamava». A Lourdes le arrivòun giorno da ostinarsi al punto, di voler a tutti i costi an-dare a far visita alla sua famiglia; e ci volle del bello edel buono prima che le buone religiose arrivassero conla ragione a deciderla a rimandare ad altro tempo questavisita. Tale era questa fanciulla, di cui tuttavia il padrepoteva rendere questa testimonianza: che mai in vita gliaveva disubbidito. La virtù – e non il temperamento –ne fece uno degli esseri ubbidienti di cui sta scritto: «Ri-

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qual buon senso, quale giusta estimazione delle personee delle cose, qual cuore amoroso e soprannaturale; e tut-to ciò nascosto in un linguaggio d’una incantevole sem-plicità!

Bernadetta aveva preso dal suo dialetto dei Pirenei unribattere pronto e facile, sovente condito d’un frizzo spi-ritoso, avendo ella molto spirito naturale; ora tutti sap-piamo che lo spirito non s’acquista, ma invece «quelloche si vuole avere guasta quello che si ha». – «La rispo-sta spunta rapida sulle sue labbra, scrivevano le religio-se di Lourdes ma non c’è nulla in essa che possa ferire».

Da buona montanina qual era, Bernadetta era dotatad’un carattere forte ed energico; la tenacità delle idee fuin tutto il corso della sua vita una nota dominante in lei.«Fui sempre cocciuta, diceva più tardi, ed ecco perchèla Vergine santa mi ha punita facendomi domandare trevolte di seguito come si chiamava». A Lourdes le arrivòun giorno da ostinarsi al punto, di voler a tutti i costi an-dare a far visita alla sua famiglia; e ci volle del bello edel buono prima che le buone religiose arrivassero conla ragione a deciderla a rimandare ad altro tempo questavisita. Tale era questa fanciulla, di cui tuttavia il padrepoteva rendere questa testimonianza: che mai in vita gliaveva disubbidito. La virtù – e non il temperamento –ne fece uno degli esseri ubbidienti di cui sta scritto: «Ri-

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porteranno vittoria».Bernadetta era vivace, allegra e non indietreggiava

davanti ad una birichinata. Un giorno, quando maggioreera il silenzio nella scuola, una ragazza essendosi messaa starnutire una volta, poi due, poi tre, fu seguìta tutto adun tratto da uno starnutamento generale di tutta la scola-resca. Certi sorrisi sorpresi a volo, dimostrarono prestoche non si trattava di cosa seria, ma piuttosto di unoscherzo, come infatti non si tardò a scoprire. Bernadetta,alla quale il medico a causa della sua malattia, avevaprescritto l’uso del tabacco, aveva fatto passare la suatabacchiera a tutte le compagne; e ciò aveva prodottoquello starnutamento generale che si era così improvvi-samente manifestato.

La sua pietà, obiettò qualcuno, durante il suo soggior-no a Lourdes non si rivelò al disopra dell’ordinaria. Sesi fa consistere la pietà nell’avere pensieri alti e sublimisui misteri di Nostro Signore o sulle verità eterne, è pos-sibile; la fanciulla infatti diceva di se stessa: «Io non someditare». Ma Bernadetta aveva il gusto e l’amore dellapreghiera. La si trovava sovente in chiesa, facendo scor-rere i grani del suo rosario; e chi ci potrà dire il fervorecon cui ella recitava le Ave Marie con le quali intessevauna corona d’amore alla sua Madre del Cielo! Quandosi voleva ottenere una grazia, la si mandava a pregare

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porteranno vittoria».Bernadetta era vivace, allegra e non indietreggiava

davanti ad una birichinata. Un giorno, quando maggioreera il silenzio nella scuola, una ragazza essendosi messaa starnutire una volta, poi due, poi tre, fu seguìta tutto adun tratto da uno starnutamento generale di tutta la scola-resca. Certi sorrisi sorpresi a volo, dimostrarono prestoche non si trattava di cosa seria, ma piuttosto di unoscherzo, come infatti non si tardò a scoprire. Bernadetta,alla quale il medico a causa della sua malattia, avevaprescritto l’uso del tabacco, aveva fatto passare la suatabacchiera a tutte le compagne; e ciò aveva prodottoquello starnutamento generale che si era così improvvi-samente manifestato.

La sua pietà, obiettò qualcuno, durante il suo soggior-no a Lourdes non si rivelò al disopra dell’ordinaria. Sesi fa consistere la pietà nell’avere pensieri alti e sublimisui misteri di Nostro Signore o sulle verità eterne, è pos-sibile; la fanciulla infatti diceva di se stessa: «Io non someditare». Ma Bernadetta aveva il gusto e l’amore dellapreghiera. La si trovava sovente in chiesa, facendo scor-rere i grani del suo rosario; e chi ci potrà dire il fervorecon cui ella recitava le Ave Marie con le quali intessevauna corona d’amore alla sua Madre del Cielo! Quandosi voleva ottenere una grazia, la si mandava a pregare

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innanzi al SS. Sacramento, e ci si assicurava che erasempre esaudita: la sua preghiera apriva il cuore del Di-vin Maestro. Quante volte, inferma si vide nel più fortedelle sue crisi rifiutare durante la notte qualche leggieroristoro per non privarsi al mattino della S. Comunione!L’amore della S. Eucaristia era vivente nel suo cuore, ese non manifestava agli altri il mistero della sua unioneintima con Gesù, unicamente per la sua semplicità, percui non ci pensava neppure, chi potrebbe d’altra partedubitare che l’aureola luminosa, intravvista dal Curatodi Lourdes attorno alla testa della fanciulla nel giornodella sua prima Comunione, non ne fosse un segno rive-latore? E’ sempre vera la parola del S. Vangelo:«Beati icuori puri perchè vedranno Dio». Del resto il DivinoMaestro già la trovava abbastanza unita a sè per asso-ciarla più da vicino alle sue sofferenze; e noi sappiamoche una volta, il giorno di venerdì santo, Egli la fecepartecipare in modo straordinario alla Sua Passione fa-cendole provare un dolore vivissimo alla spalla sinistra,dolore che completamente scomparve il giorno seguente(1).

La Superiora dell’Ospizio di Lourdes, Madre Ales-sandrina Roques, essendosi prodotta una gravissima lus-sazione in un piede, fu condannata dai medici a quaranta

1 Questo fatto viene attestato da una Suora che ne fu testimonio.

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innanzi al SS. Sacramento, e ci si assicurava che erasempre esaudita: la sua preghiera apriva il cuore del Di-vin Maestro. Quante volte, inferma si vide nel più fortedelle sue crisi rifiutare durante la notte qualche leggieroristoro per non privarsi al mattino della S. Comunione!L’amore della S. Eucaristia era vivente nel suo cuore, ese non manifestava agli altri il mistero della sua unioneintima con Gesù, unicamente per la sua semplicità, percui non ci pensava neppure, chi potrebbe d’altra partedubitare che l’aureola luminosa, intravvista dal Curatodi Lourdes attorno alla testa della fanciulla nel giornodella sua prima Comunione, non ne fosse un segno rive-latore? E’ sempre vera la parola del S. Vangelo:«Beati icuori puri perchè vedranno Dio». Del resto il DivinoMaestro già la trovava abbastanza unita a sè per asso-ciarla più da vicino alle sue sofferenze; e noi sappiamoche una volta, il giorno di venerdì santo, Egli la fecepartecipare in modo straordinario alla Sua Passione fa-cendole provare un dolore vivissimo alla spalla sinistra,dolore che completamente scomparve il giorno seguente(1).

La Superiora dell’Ospizio di Lourdes, Madre Ales-sandrina Roques, essendosi prodotta una gravissima lus-sazione in un piede, fu condannata dai medici a quaranta

1 Questo fatto viene attestato da una Suora che ne fu testimonio.

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giorni di riposo; in quest’occasione chiamò a sè Berna-detta e le disse: «Io non ho tempo da perdere a letto; vaa pregare la Vergine Santa affinchè si degni di guarirmisubito». La fanciulla ubbidì, ed il giorno seguente la Su-periora era in piedi con grande stupore dei dottori.

Bernadetta stessa, stando a Lourdes, fu colpita da unagravissima polmonite, per cui si credette bene di som-ministrarle gli ultimi Sacramenti. Già si era in attesa divederla rendere l’ultimo respiro, quando chiese che le sidesse a bere dell’acqua della Grotta; fu accontentata e,non appena bevuta, si trovò completamente guarita.«Sentii come una montagna che si distaccava dal miopetto, diceva ella più tardi».

*

Già la statua della bianca Madonna, scolpita in unmagnifico blocco di marmo di Carrara, era pronta (1); elo scultore Fabish, che aveva detto a Bernadetta: «Vo-glio che appena la vedrai mi dica: «È lei», gliel’avevamessa sotto gli occhi. La fanciulla contemplò per qual-che tempo con meraviglia quella grande e nobile figura;

1 Questa statua è un regalo delle nobili Signorine de Lacour di Montluzin,Comune di Chasselay, nel dipartimento del Rhône. Per ricordo di Bernadet-ta, esse lascarono il loro patrimonio in eredità alla Congregazione delleSuore della Carità di Nevers, coll’obbligo di visitare e soccorrere i poveridel Comune.

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giorni di riposo; in quest’occasione chiamò a sè Berna-detta e le disse: «Io non ho tempo da perdere a letto; vaa pregare la Vergine Santa affinchè si degni di guarirmisubito». La fanciulla ubbidì, ed il giorno seguente la Su-periora era in piedi con grande stupore dei dottori.

Bernadetta stessa, stando a Lourdes, fu colpita da unagravissima polmonite, per cui si credette bene di som-ministrarle gli ultimi Sacramenti. Già si era in attesa divederla rendere l’ultimo respiro, quando chiese che le sidesse a bere dell’acqua della Grotta; fu accontentata e,non appena bevuta, si trovò completamente guarita.«Sentii come una montagna che si distaccava dal miopetto, diceva ella più tardi».

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Già la statua della bianca Madonna, scolpita in unmagnifico blocco di marmo di Carrara, era pronta (1); elo scultore Fabish, che aveva detto a Bernadetta: «Vo-glio che appena la vedrai mi dica: «È lei», gliel’avevamessa sotto gli occhi. La fanciulla contemplò per qual-che tempo con meraviglia quella grande e nobile figura;

1 Questa statua è un regalo delle nobili Signorine de Lacour di Montluzin,Comune di Chasselay, nel dipartimento del Rhône. Per ricordo di Bernadet-ta, esse lascarono il loro patrimonio in eredità alla Congregazione delleSuore della Carità di Nevers, coll’obbligo di visitare e soccorrere i poveridel Comune.

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poscia fu udita mormorare: «È bella, si, ma non è Lei.Oh! no, vi è una differenza, come dalla terra al cielo».Eppure tutto in quel marmo è soave e idealizzato; maBernadetta aveva veduto ciò che il genio dell’uomo nonè capace di vedere, ciò che il cuore non può comprende-re.

La benedizione della statua fu la prima cerimonia fat-ta sul luogo delle Apparizioni.

Il 4 aprile 1864 un gran numero di sacerdoti e parec-chie migliaia di pellegrini si trovavano riuniti alla Grottaintorno al Vescovo. «La parola sacerdotale non avevaancora risuonato tra quelle rocce benedette che avevanointeso la parola di Maria. L’oratore di quel giorno conun’inspirazione suggeritagli dalla freschezza del paesag-gio e dalla santità del momento, animò e diede voce allecose circostanti per salutare ed applaudire «la tutta bel-la, l’Immacolata», che veniva a prendere dimora nelcavo della roccia. Tutti gli astanti riconobbero esternatoil pensiero della loro mente, quando quegli esclamò: «Cipare che Ella è ancor qui e che noi la vediamo, come lavedeva Bernadetta. La nostra pietà ce la riporta e ce larende presente agli occhi, quando contempliamo, scolpi-ta in un marmo senza macchia dallo scalpello inspiratod’un artista veramente cristiano, la sua immagine, a’piedi della quale i popoli commossi si prostreranno e si

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poscia fu udita mormorare: «È bella, si, ma non è Lei.Oh! no, vi è una differenza, come dalla terra al cielo».Eppure tutto in quel marmo è soave e idealizzato; maBernadetta aveva veduto ciò che il genio dell’uomo nonè capace di vedere, ciò che il cuore non può comprende-re.

La benedizione della statua fu la prima cerimonia fat-ta sul luogo delle Apparizioni.

Il 4 aprile 1864 un gran numero di sacerdoti e parec-chie migliaia di pellegrini si trovavano riuniti alla Grottaintorno al Vescovo. «La parola sacerdotale non avevaancora risuonato tra quelle rocce benedette che avevanointeso la parola di Maria. L’oratore di quel giorno conun’inspirazione suggeritagli dalla freschezza del paesag-gio e dalla santità del momento, animò e diede voce allecose circostanti per salutare ed applaudire «la tutta bel-la, l’Immacolata», che veniva a prendere dimora nelcavo della roccia. Tutti gli astanti riconobbero esternatoil pensiero della loro mente, quando quegli esclamò: «Cipare che Ella è ancor qui e che noi la vediamo, come lavedeva Bernadetta. La nostra pietà ce la riporta e ce larende presente agli occhi, quando contempliamo, scolpi-ta in un marmo senza macchia dallo scalpello inspiratod’un artista veramente cristiano, la sua immagine, a’piedi della quale i popoli commossi si prostreranno e si

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crederanno esauditi appunto perchè avranno veduto;tanto meraviglioso e bello è questo spettacolo; bella emeravigliosa questa statua di Nostra Signora di Lourdes,che fa rivivere ai nostri occhi le Apparizioni di cui lanostra cara sorella fu testimonio» (1).

Ma Bernadetta non era là, come pure non vi si trova-va Mons. Peyramale. L’uno e l’altra, inchiodati in lettodalla malattia, prendevano parte colla sofferenza a que-sta splendida manifestazione; le loro anime erano diquelle che sono sempre sottomesse al beneplacito di Dioe crocifisse per la sua gloria.

L’Immacolata aveva detto alla Veggente: «Va a direai preti che qui si deve fabbricare una cappella». «Unavolta che queste parole erano state riconosciute veritie-re, diventavano il più sacro dei comandi» per ciò Monsi-gnore Laurence scriveva nella sua pastorale: Per confor-marci alla volontà della Vergine Santa, manifestata piùvolte durante le Apparizioni, ci proponiamo di fabbrica-re un santuario sul terreno della Grotta». Ed il Prelatoche Nostra Signora aveva costituito «Operaio dell’operasanta» concepì un piano degno di Colei che l’ispirava:«Conservare la Grotta tale e quale l’Apparizione l’avevaconsacrata alla venerazione dei tempi, tale e quale si eraveduta quando Maria presente ne faceva un santuario

1 Annali di N. Signora di Lourdes, 2° anno

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crederanno esauditi appunto perchè avranno veduto;tanto meraviglioso e bello è questo spettacolo; bella emeravigliosa questa statua di Nostra Signora di Lourdes,che fa rivivere ai nostri occhi le Apparizioni di cui lanostra cara sorella fu testimonio» (1).

Ma Bernadetta non era là, come pure non vi si trova-va Mons. Peyramale. L’uno e l’altra, inchiodati in lettodalla malattia, prendevano parte colla sofferenza a que-sta splendida manifestazione; le loro anime erano diquelle che sono sempre sottomesse al beneplacito di Dioe crocifisse per la sua gloria.

L’Immacolata aveva detto alla Veggente: «Va a direai preti che qui si deve fabbricare una cappella». «Unavolta che queste parole erano state riconosciute veritie-re, diventavano il più sacro dei comandi» per ciò Monsi-gnore Laurence scriveva nella sua pastorale: Per confor-marci alla volontà della Vergine Santa, manifestata piùvolte durante le Apparizioni, ci proponiamo di fabbrica-re un santuario sul terreno della Grotta». Ed il Prelatoche Nostra Signora aveva costituito «Operaio dell’operasanta» concepì un piano degno di Colei che l’ispirava:«Conservare la Grotta tale e quale l’Apparizione l’avevaconsacrata alla venerazione dei tempi, tale e quale si eraveduta quando Maria presente ne faceva un santuario

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glorioso, libera ed aperta al cielo ed alla terra; lasciarlelo spazio, l’azzurro, il sole, le stelle, il Gavo colle sueacque ed il mormorio, i boschetti, l’orizzonte; ed asse-gnare come trono glorioso alla Vergine Immacolata lavetta della roccia collocandovi il nuovo edificio (1).

Ed i lavori, cominciati grandiosamente, vennero con-tinuati con l’ardore che comunica il desiderio di corri-spondere all’appello di una Madre. Massabielle si tra-sformava; il vecchio masso colle sue rocce stava per di-ventare il piedistallo di Nostra Signora. Tutti i dintornidel luogo benedetto cangiavano pure d’aspetto, così che,secondo la parola d’un pio Prelato: «Ai piedidell’Immacolata tutto era grazia, festa, sorriso di Cielo».

La cripta fu inaugurata il 21 maggio 1866 col concor-so di migliaia di pellegrini venuti da tutte le parti. «Alsolo entrare in città già si sentiva un’aria di festa; archidi trionfo s’innalzavano nelle grandi strade; le casescomparivano sotto una montagna di ghirlande e di ori-fiammi; ovunque l’occhio leggeva iscrizioni inneggiantia Maria; la città tutta era diventata un giardino di fiori».Il corteo si compose nella chiesa parrocchiale, ed unaprocessione lunga interminabile s’avanzò verso la Grot-ta al canto di cori disseminati tra la folla. Il Vescovopreceduto da un corteo di canonici si mostrò dall’alto

1 Annali di N. Signora di Lourdes, 2° anno.

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glorioso, libera ed aperta al cielo ed alla terra; lasciarlelo spazio, l’azzurro, il sole, le stelle, il Gavo colle sueacque ed il mormorio, i boschetti, l’orizzonte; ed asse-gnare come trono glorioso alla Vergine Immacolata lavetta della roccia collocandovi il nuovo edificio (1).

Ed i lavori, cominciati grandiosamente, vennero con-tinuati con l’ardore che comunica il desiderio di corri-spondere all’appello di una Madre. Massabielle si tra-sformava; il vecchio masso colle sue rocce stava per di-ventare il piedistallo di Nostra Signora. Tutti i dintornidel luogo benedetto cangiavano pure d’aspetto, così che,secondo la parola d’un pio Prelato: «Ai piedidell’Immacolata tutto era grazia, festa, sorriso di Cielo».

La cripta fu inaugurata il 21 maggio 1866 col concor-so di migliaia di pellegrini venuti da tutte le parti. «Alsolo entrare in città già si sentiva un’aria di festa; archidi trionfo s’innalzavano nelle grandi strade; le casescomparivano sotto una montagna di ghirlande e di ori-fiammi; ovunque l’occhio leggeva iscrizioni inneggiantia Maria; la città tutta era diventata un giardino di fiori».Il corteo si compose nella chiesa parrocchiale, ed unaprocessione lunga interminabile s’avanzò verso la Grot-ta al canto di cori disseminati tra la folla. Il Vescovopreceduto da un corteo di canonici si mostrò dall’alto

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della roccia, ed una folla enorme sfilò a’ suoi piedi e sidisperse attorno alla Grotta, al disopra della roccia, dap-pertutto ov’era spazio disponibile.

«La Messa pontificale cominciò subito dopo, su di unalture improvvisato, in faccia alla statua della Grotta.All’Elevazione, il silenzio della folla, rotto soltanto dalmormorio del Gavo, si fece profondo e fu questo il mo-mento più solenne di quella giornata indimenticabile,momento simile a quello delle Apparizioni. Il Figlio diDio discendeva là ove era discesa sua Madre, e vi di-scendeva attiratovi da Lei. E in verità non era forse perLui che la Vergine aveva domandato agli uomini untempio? Ed ora Egli veniva a prenderne possesso, a fis-sarvi la sua dimora, a rendere la sua eterna testimonian-za all’Immacolata Concezione.

Nella sublime profondità di un tale mistero, il Ponte-fice metteva il sigillo del Sangue Prezioso all’opera diMaria. Il popolo taceva ed adorava, in attesa di prestarealla Vergine altri omaggi ed altre testimonianze di amo-re.

«Dopo il santo sacrifizio un sacerdote cominciò a par-lare per rendere ragione dell’onore reso alla Vergine Im-macolata in tal giorno ed in tal luogo; ma un uragano es-sendo improvvisamente scoppiato, dovette sospendere ilsuo dire. Allora egli invitò il popolo a supplirlo con la

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della roccia, ed una folla enorme sfilò a’ suoi piedi e sidisperse attorno alla Grotta, al disopra della roccia, dap-pertutto ov’era spazio disponibile.

«La Messa pontificale cominciò subito dopo, su di unalture improvvisato, in faccia alla statua della Grotta.All’Elevazione, il silenzio della folla, rotto soltanto dalmormorio del Gavo, si fece profondo e fu questo il mo-mento più solenne di quella giornata indimenticabile,momento simile a quello delle Apparizioni. Il Figlio diDio discendeva là ove era discesa sua Madre, e vi di-scendeva attiratovi da Lei. E in verità non era forse perLui che la Vergine aveva domandato agli uomini untempio? Ed ora Egli veniva a prenderne possesso, a fis-sarvi la sua dimora, a rendere la sua eterna testimonian-za all’Immacolata Concezione.

Nella sublime profondità di un tale mistero, il Ponte-fice metteva il sigillo del Sangue Prezioso all’opera diMaria. Il popolo taceva ed adorava, in attesa di prestarealla Vergine altri omaggi ed altre testimonianze di amo-re.

«Dopo il santo sacrifizio un sacerdote cominciò a par-lare per rendere ragione dell’onore reso alla Vergine Im-macolata in tal giorno ed in tal luogo; ma un uragano es-sendo improvvisamente scoppiato, dovette sospendere ilsuo dire. Allora egli invitò il popolo a supplirlo con la

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sua voce. A questo invito, l’entusiasmo trattenuto fin al-lora in fondo ai cuori, scoppiò ad un tratto, ed un gridoentusiasta risuonò nelle rocce della Grotta: Viva NostraSignora di Lourdes!»

«A questa esclamazione ne tennero dietro altre; e pri-ma di tutto venne acclamato il Sommo Pontefice Pio IX,il Papa dell’Immacolata Concezione, poscia il Vescovoed il Curato di Lourdes, che la Vergine Santa aveva pre-scelti quali artefici dell’opera sua: Viva Pio IX! Viva ilVescovo! Viva il Curato di Lourdes! erano i nomi checon quello della bianca Regina dei Pirenei erompevanoda migliaia di bocche e salivano fino alla stelle» (1).

E Bernadetta? In mezzo a tanto splendore di festa chefaceva? Sempre umile e modesta, si nascondeva tra lefile delle Figlie di Maria della parrocchia; ma tutti vole-vano vederla, toccarla, abbracciarla, possedere qualchecosa che le fosse appartenuto; si giunse al punto di tor-glierle perfino il velo. «Dovemmo circondarla, disserole religiose, altrimenti le avrebbero tolto tutte le sue ve-sti». La Santa! ecco la Santa! si gridava da tutte le parti.

Come chiusura di sì bella solennità vi fu alla sera aLourdes una magnifica illuminazione. Tutta la folla siriversò all’Ospizio, ove si trovava Bernadetta, e poichètutte le porte erano chiuse, si montò sulle mura del re-

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sua voce. A questo invito, l’entusiasmo trattenuto fin al-lora in fondo ai cuori, scoppiò ad un tratto, ed un gridoentusiasta risuonò nelle rocce della Grotta: Viva NostraSignora di Lourdes!»

«A questa esclamazione ne tennero dietro altre; e pri-ma di tutto venne acclamato il Sommo Pontefice Pio IX,il Papa dell’Immacolata Concezione, poscia il Vescovoed il Curato di Lourdes, che la Vergine Santa aveva pre-scelti quali artefici dell’opera sua: Viva Pio IX! Viva ilVescovo! Viva il Curato di Lourdes! erano i nomi checon quello della bianca Regina dei Pirenei erompevanoda migliaia di bocche e salivano fino alla stelle» (1).

E Bernadetta? In mezzo a tanto splendore di festa chefaceva? Sempre umile e modesta, si nascondeva tra lefile delle Figlie di Maria della parrocchia; ma tutti vole-vano vederla, toccarla, abbracciarla, possedere qualchecosa che le fosse appartenuto; si giunse al punto di tor-glierle perfino il velo. «Dovemmo circondarla, disserole religiose, altrimenti le avrebbero tolto tutte le sue ve-sti». La Santa! ecco la Santa! si gridava da tutte le parti.

Come chiusura di sì bella solennità vi fu alla sera aLourdes una magnifica illuminazione. Tutta la folla siriversò all’Ospizio, ove si trovava Bernadetta, e poichètutte le porte erano chiuse, si montò sulle mura del re-

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cinto e sul portone d’entrata per poterla almeno intrave-dere.

Per soddisfare la curiosità dei pellegrini, le Religiosefurono costrette a prendersela in mezzo e farla passeg-giare lungo il cortile, protette da una scorta di soldatiche avevano non poco da fare per mantenere l’ordine.La pia fanciulla era molto infastidita di tutto ciò: la suaumiltà soffriva vivamente nel vedersi fatta segno a tantemanifestazioni ed avrebbe voluto volentieri sottrarsi asimili ovazioni; ma tutto fu inutile, dovette rassegnarsi aquanto si volle da lei. Mentre poi andava su e giù pelcortile ella diceva: «Mi fate vedere come una bestiastrana» (1).

In tal maniera la missione pubblica di Bernadetta ve-niva solennemente coronata: «la fanciulla dell’11 feb-braio 1858 aveva ora visto co’ suoi propri occhi, nel luo-go stesso ove si era allora inginocchiata, un Vescovoall’altare. Nelle ovazioni entusiaste di un’intiero popoloaveva inteso acclamare il nome della Signora misteriosache non aveva allora conosciuta; poteva quindi final-mente scomparire» e seguire la voce interna che la chia-mava alla solitudine del chiostro.

*

1 Estratto da una relazione scritta dalle Suore dell’Ospizio di Lourdes, con-temporanee di Bernadetta.

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cinto e sul portone d’entrata per poterla almeno intrave-dere.

Per soddisfare la curiosità dei pellegrini, le Religiosefurono costrette a prendersela in mezzo e farla passeg-giare lungo il cortile, protette da una scorta di soldatiche avevano non poco da fare per mantenere l’ordine.La pia fanciulla era molto infastidita di tutto ciò: la suaumiltà soffriva vivamente nel vedersi fatta segno a tantemanifestazioni ed avrebbe voluto volentieri sottrarsi asimili ovazioni; ma tutto fu inutile, dovette rassegnarsi aquanto si volle da lei. Mentre poi andava su e giù pelcortile ella diceva: «Mi fate vedere come una bestiastrana» (1).

In tal maniera la missione pubblica di Bernadetta ve-niva solennemente coronata: «la fanciulla dell’11 feb-braio 1858 aveva ora visto co’ suoi propri occhi, nel luo-go stesso ove si era allora inginocchiata, un Vescovoall’altare. Nelle ovazioni entusiaste di un’intiero popoloaveva inteso acclamare il nome della Signora misteriosache non aveva allora conosciuta; poteva quindi final-mente scomparire» e seguire la voce interna che la chia-mava alla solitudine del chiostro.

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1 Estratto da una relazione scritta dalle Suore dell’Ospizio di Lourdes, con-temporanee di Bernadetta.

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Nel 1863 Mons. Forcade, Vescovo di Nevers, in uncolloquio che ebbe con la privilegiata della Madonna lainterrogò sulla sua vocazione. La giovinetta confessòche sarebbe stato suo desiderio di rimanere sempre pres-so le Suore di Nevers; ma «ignorante e povera comesono, ed inoltre inetta a qualsiasi cosa, sarebbe troppoda parte mia il pretendere di diventare loro sorella».

Senza troppo insistere sulla sua decisione, il Vescovosi contentò di rispondere che «in certe circostanze si puòfare un’eccezione alla regola». L’incoraggiò intanto ameditare, a pregare; e così al mese d’agosto 1864 Ber-nadetta manifestò chiaramente alla Madre AlessandrinaRoques, Superiora della casa di Lourdes, il suo deside-rio d’essere ricevuta nella Congregazione. «Madre mia,le disse, io sono decisa a farmi religiosa, e se la Reve-renda Madre Generale si degnerà accettarmi, sarei feliced’essere Suora di Nevers».

Il suo stato di salute la ritenne ancora per ben dueanni a Lourdes, ma durante questo tempo ella seguì lavita di Comunità come se già fosse religiosa; si occupa-va pure degli ammalati, pei quali sentiva un’attrattivaspeciale.

Il 28 aprile 1866 scrisse ad un’antica religiosadell’Ospizio, divenuta Superiora in una Casa del Mez-zodì. «Le sono molto riconoscente delle fervorose pre-

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Nel 1863 Mons. Forcade, Vescovo di Nevers, in uncolloquio che ebbe con la privilegiata della Madonna lainterrogò sulla sua vocazione. La giovinetta confessòche sarebbe stato suo desiderio di rimanere sempre pres-so le Suore di Nevers; ma «ignorante e povera comesono, ed inoltre inetta a qualsiasi cosa, sarebbe troppoda parte mia il pretendere di diventare loro sorella».

Senza troppo insistere sulla sua decisione, il Vescovosi contentò di rispondere che «in certe circostanze si puòfare un’eccezione alla regola». L’incoraggiò intanto ameditare, a pregare; e così al mese d’agosto 1864 Ber-nadetta manifestò chiaramente alla Madre AlessandrinaRoques, Superiora della casa di Lourdes, il suo deside-rio d’essere ricevuta nella Congregazione. «Madre mia,le disse, io sono decisa a farmi religiosa, e se la Reve-renda Madre Generale si degnerà accettarmi, sarei feliced’essere Suora di Nevers».

Il suo stato di salute la ritenne ancora per ben dueanni a Lourdes, ma durante questo tempo ella seguì lavita di Comunità come se già fosse religiosa; si occupa-va pure degli ammalati, pei quali sentiva un’attrattivaspeciale.

Il 28 aprile 1866 scrisse ad un’antica religiosadell’Ospizio, divenuta Superiora in una Casa del Mez-zodì. «Le sono molto riconoscente delle fervorose pre-

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ghiere fatte per me al Signore; credo che già siano stateesaudite, perchè più che mai mi sento infervorata a la-sciare il mondo; ed ora sono pienamente decisa. Mi pro-pongo di partire il più presto possibile. Oh! Madre mia,quanto mi tarda di vedere presto spuntare quel giornobenedetto in cui avrò la fortuna di varcare le soglie delNoviziato, che deve essere un vero paradiso sulla terra.La prego dunque, cara Madre, di raddoppiare a questaintenzione le sue fervorose preghiere».

Dal canto suo la madre Alessandrina Roques cosìscriveva, nel maggio seguente, alla stessa Superiora:«Bernadetta è felice nel pensare che è abbastanza in sa-lute per poter andare a Nevers. E’ questo il vivo deside-rio che ha espresso alla Maestra delle Novizie, la qualegià le ha risposto, rassicurandola su tutti i timori che po-trebbe avere. Quindi è al colmo della gioia, e non sospi-ra più che di vedere arrivare presto il momento di parti-re. Temo però che possa essere ritardato dal desiderioche mostra il Vescovo di Tarbes, di ritenerla ancor quiper qualche tempo, pel maggior bene della grotta. Pre-gate il Signore, carissima Madre, che, se è volontà diDio, ciò non arrivi; perchè è bene che questa povera ra-gazza possa essere una buona volta al sicuro dagli sti-moli dell’amor proprio ed anche dalle vive insistenze dicerti Ordini religiosi, i quali, anche in nostra presenza,

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ghiere fatte per me al Signore; credo che già siano stateesaudite, perchè più che mai mi sento infervorata a la-sciare il mondo; ed ora sono pienamente decisa. Mi pro-pongo di partire il più presto possibile. Oh! Madre mia,quanto mi tarda di vedere presto spuntare quel giornobenedetto in cui avrò la fortuna di varcare le soglie delNoviziato, che deve essere un vero paradiso sulla terra.La prego dunque, cara Madre, di raddoppiare a questaintenzione le sue fervorose preghiere».

Dal canto suo la madre Alessandrina Roques cosìscriveva, nel maggio seguente, alla stessa Superiora:«Bernadetta è felice nel pensare che è abbastanza in sa-lute per poter andare a Nevers. E’ questo il vivo deside-rio che ha espresso alla Maestra delle Novizie, la qualegià le ha risposto, rassicurandola su tutti i timori che po-trebbe avere. Quindi è al colmo della gioia, e non sospi-ra più che di vedere arrivare presto il momento di parti-re. Temo però che possa essere ritardato dal desiderioche mostra il Vescovo di Tarbes, di ritenerla ancor quiper qualche tempo, pel maggior bene della grotta. Pre-gate il Signore, carissima Madre, che, se è volontà diDio, ciò non arrivi; perchè è bene che questa povera ra-gazza possa essere una buona volta al sicuro dagli sti-moli dell’amor proprio ed anche dalle vive insistenze dicerti Ordini religiosi, i quali, anche in nostra presenza,

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non temono di sollecitarla ad entrare da loro. Tutto ciòperò non fa che renderla più guardinga e ridestare nelsuo cuore un desiderio più vivo ed intenso di essere del-la nostra famiglia, benchè noi ci siamo sempre ben guar-date dallo spingervela».

Finalmente il 4 luglio 1866 Bernadetta si strappavadalle braccia della sua famiglia, da Lourdes e dallaGrotta «che era il suo Cielo in terra» e dirigeva i suoipassi verso Nevers, ove doveva trovare quell’altro Para-diso della terra, che è la vita religiosa.

In quella santa atmosfera il fiore dell’Immacolata do-veva sbocciare in pieno, e spandere i suoi più soavi pro-fumi.

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non temono di sollecitarla ad entrare da loro. Tutto ciòperò non fa che renderla più guardinga e ridestare nelsuo cuore un desiderio più vivo ed intenso di essere del-la nostra famiglia, benchè noi ci siamo sempre ben guar-date dallo spingervela».

Finalmente il 4 luglio 1866 Bernadetta si strappavadalle braccia della sua famiglia, da Lourdes e dallaGrotta «che era il suo Cielo in terra» e dirigeva i suoipassi verso Nevers, ove doveva trovare quell’altro Para-diso della terra, che è la vita religiosa.

In quella santa atmosfera il fiore dell’Immacolata do-veva sbocciare in pieno, e spandere i suoi più soavi pro-fumi.

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PARTE SECONDANEVERS

I.CONGREGAZIONE DELLE SUORE DELLA CARI-

TÀ E DELL’ ISTRUZIONE CRISTIANA DI NEVERS.

NOVIZIATO DI BERNADETTA DIVENUTA SUORMARIA-BERNARDA

In sullo scorcio del secolo XVII viveva a Saint-Sual-ge, nel Nivernese, un religioso benedettino chiamatoDon Giovanni Battista de Laveyne. Era uno di quegliuomini che Dio si sceglie per compiere le sue opere, aiquali conferisce in abbondanza tesori di potenti energie;di quegli uomini che per lo splendore delle loro eminen-ti virtù, non meno che per la forza persuasiva della loroparola, esercitano nelle anime un fecondissimo aposto-lato. Illuminato dall’alto, Don de Laveyne concepì il di-segno di fondare un Istituto di religiose consacrate aduna duplice missione: alla cura cioè dei poveri eall’istruzione della gioventù; e il Signore gli additò ledue pietre fondamentali di questo edifizio, in due vergi-nelle, che il buon padre dirigeva nelle vie della perfezio-ne: Maria de Marchangy ed Anna Le Geay, nelle quali

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PARTE SECONDANEVERS

I.CONGREGAZIONE DELLE SUORE DELLA CARI-

TÀ E DELL’ ISTRUZIONE CRISTIANA DI NEVERS.

NOVIZIATO DI BERNADETTA DIVENUTA SUORMARIA-BERNARDA

In sullo scorcio del secolo XVII viveva a Saint-Sual-ge, nel Nivernese, un religioso benedettino chiamatoDon Giovanni Battista de Laveyne. Era uno di quegliuomini che Dio si sceglie per compiere le sue opere, aiquali conferisce in abbondanza tesori di potenti energie;di quegli uomini che per lo splendore delle loro eminen-ti virtù, non meno che per la forza persuasiva della loroparola, esercitano nelle anime un fecondissimo aposto-lato. Illuminato dall’alto, Don de Laveyne concepì il di-segno di fondare un Istituto di religiose consacrate aduna duplice missione: alla cura cioè dei poveri eall’istruzione della gioventù; e il Signore gli additò ledue pietre fondamentali di questo edifizio, in due vergi-nelle, che il buon padre dirigeva nelle vie della perfezio-ne: Maria de Marchangy ed Anna Le Geay, nelle quali

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tutti i tesori della grazia ed i ricchi doni della natura era-no coronati da un’unica ambizione, quella di glorificareIddio a costo d’ogni immolazione.

Il religioso fece loro conoscere i disegni che Iddioaveva formato su di esse, le quali entrando pienamentenelle sue idee, non esitarono un istante a calpestare consanto entusiasmo tutte le gioie terrene per seguirli.

Nel 1680 cominciarono il loro noviziato in una mode-sta abitazione, e due anni dopo si legarono a Dio coivincoli sacri della professione religiosa, inaugurandocosì l’Istituto che il cielo aveva fatto intravedere al pioFondatore, in quel raccoglimento dell’anima che prepa-ra il compimento dei grandi disegni divini.

S. Saulge fu la culla della Congregazione; ma fin dal1685 la Casa Madre veniva trasportata a Nevers, ove an-cora si trova oggi (1).

Non andò molto che altre anime generose, santamenteinnamorate di una vita più perfetta, rispondendoall’appello divino, vennero ad unirsi a quelle prime reli-giose, mettendosi così sotto la direzione del pio Fonda-tore, che le formava a quello spirito di vita interiore, che

1 La Casa-Madre fu dapprima stabilita sulla piazza S. Pietro (oggi piazzaGuy Coquille) e di là trasferita alla via della Parcheminerie. Dopo la Rivo-luzione occupò nella via S. Martino lo stabile conosciuto sotto il nome S.Maria, oggidì orfanotrofio, e finalmente nel 1856 fu definitivamente stabi-lita nella via S. Gildard, dove tuttora si trova.

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tutti i tesori della grazia ed i ricchi doni della natura era-no coronati da un’unica ambizione, quella di glorificareIddio a costo d’ogni immolazione.

Il religioso fece loro conoscere i disegni che Iddioaveva formato su di esse, le quali entrando pienamentenelle sue idee, non esitarono un istante a calpestare consanto entusiasmo tutte le gioie terrene per seguirli.

Nel 1680 cominciarono il loro noviziato in una mode-sta abitazione, e due anni dopo si legarono a Dio coivincoli sacri della professione religiosa, inaugurandocosì l’Istituto che il cielo aveva fatto intravedere al pioFondatore, in quel raccoglimento dell’anima che prepa-ra il compimento dei grandi disegni divini.

S. Saulge fu la culla della Congregazione; ma fin dal1685 la Casa Madre veniva trasportata a Nevers, ove an-cora si trova oggi (1).

Non andò molto che altre anime generose, santamenteinnamorate di una vita più perfetta, rispondendoall’appello divino, vennero ad unirsi a quelle prime reli-giose, mettendosi così sotto la direzione del pio Fonda-tore, che le formava a quello spirito di vita interiore, che

1 La Casa-Madre fu dapprima stabilita sulla piazza S. Pietro (oggi piazzaGuy Coquille) e di là trasferita alla via della Parcheminerie. Dopo la Rivo-luzione occupò nella via S. Martino lo stabile conosciuto sotto il nome S.Maria, oggidì orfanotrofio, e finalmente nel 1856 fu definitivamente stabi-lita nella via S. Gildard, dove tuttora si trova.

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doveva essere la loro forza e la loro sicurezza, e fornivaloro in tal modo il mezzo di «trovare nello stato regaledella vita religiosa il Carmelo d’Elia in mezzo alle pre-occupazioni e alle fatiche della vita attiva».

Cinque anni vennero così impiegati a rassodare leanime loro nella santità, ed a preparare delle fondatriciche dovevano portare il vero spirito dell’Istituto nellediverse case da fondarsi in Francia.

Nel 1690 la Congregazione delle Suore della Carità edell’Istruzione Cristiana di Nevers non contava che die-ci anni di esistenza, e già la sua vita era assicurata. Ciòche Iddio aveva fatto intravedere alla mente del Fonda-tore si trovava perfettamente realizzato: un perfetto con-nubbio della vita attiva colla vita contemplativa,dell’azione colla contemplazione. Marcellina Pauper,una delle prime Madri dell’Istituto, quantunque esterior-mente occupata a curare i poveri e gli infermi, ad istrui-re le donne ignoranti e le giovinette, si vide innalzataalla dignità di sposa crocifissa di Gesù Cristo; ed in talestato, col corpo segnato delle stimmate della Croce, ven-ne favorita di tali doni e grazie, quali soltanto sono ri-servati alle anime più privilegiate da Cristo. La sua ora-zione era un’estasi, volendo lo Sposo delle Vergini di-mostrare per mezzo di lei, che, quando un’anima è daLui chiamata, non c’è ostacolo che possa arrestarla nel

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doveva essere la loro forza e la loro sicurezza, e fornivaloro in tal modo il mezzo di «trovare nello stato regaledella vita religiosa il Carmelo d’Elia in mezzo alle pre-occupazioni e alle fatiche della vita attiva».

Cinque anni vennero così impiegati a rassodare leanime loro nella santità, ed a preparare delle fondatriciche dovevano portare il vero spirito dell’Istituto nellediverse case da fondarsi in Francia.

Nel 1690 la Congregazione delle Suore della Carità edell’Istruzione Cristiana di Nevers non contava che die-ci anni di esistenza, e già la sua vita era assicurata. Ciòche Iddio aveva fatto intravedere alla mente del Fonda-tore si trovava perfettamente realizzato: un perfetto con-nubbio della vita attiva colla vita contemplativa,dell’azione colla contemplazione. Marcellina Pauper,una delle prime Madri dell’Istituto, quantunque esterior-mente occupata a curare i poveri e gli infermi, ad istrui-re le donne ignoranti e le giovinette, si vide innalzataalla dignità di sposa crocifissa di Gesù Cristo; ed in talestato, col corpo segnato delle stimmate della Croce, ven-ne favorita di tali doni e grazie, quali soltanto sono ri-servati alle anime più privilegiate da Cristo. La sua ora-zione era un’estasi, volendo lo Sposo delle Vergini di-mostrare per mezzo di lei, che, quando un’anima è daLui chiamata, non c’è ostacolo che possa arrestarla nel

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cammino della più alta santità. Nel bel mezzo delle suecorse apostoliche, Marcellina, che nell’eccesso dellemacerazioni arrivava al punto da infrangere le verghe dicui si serviva per castigare le sue carni virginali, esulta-va di giubilo quando a Bourg-St. Andeol, andando incerca di poveri per recare loro soccorsi, si vide attornia-ta dagli eretici delle Cevenne. Si credette allora vicina acogliere la palma del martirio. Il suo celeste Sposo peròla liberò dalla morte di spada, «affine di riservarle il lun-go martirio dell’immolazione quotidiana di se stessa, edaumentare così i suoi meriti».

«Iddio per mostrare che il novello Istituto gli era ac-cetto, si compiacque di far rifulgere la santità delle suefedeli ancelle, ed il loro credito presso di Lui. Nel centrodella Francia, Marcellina Pauper apparve visibilmentefavorita del dono dei miracoli. Il contatto delle sue maniverginali e le sue preghiere operavano la guarigione diinfermi che già erano stati dai medici e dai chirurgi datiper disperati, perciò abbandonati. Nel Nord del regnopoi era la Superiora generale della Congregazione MariaScolastica di Marchangy che condivideva il privilegioed il potere di Marcellina Pauper» (1).

L’albero piantato dal P. Laveyne stese a poco a poco i

1 Brevi cenni storici sulla Congregazione delle Suore della Carità di Neversraccolti dal P. Marcello Bouix S. I.

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cammino della più alta santità. Nel bel mezzo delle suecorse apostoliche, Marcellina, che nell’eccesso dellemacerazioni arrivava al punto da infrangere le verghe dicui si serviva per castigare le sue carni virginali, esulta-va di giubilo quando a Bourg-St. Andeol, andando incerca di poveri per recare loro soccorsi, si vide attornia-ta dagli eretici delle Cevenne. Si credette allora vicina acogliere la palma del martirio. Il suo celeste Sposo peròla liberò dalla morte di spada, «affine di riservarle il lun-go martirio dell’immolazione quotidiana di se stessa, edaumentare così i suoi meriti».

«Iddio per mostrare che il novello Istituto gli era ac-cetto, si compiacque di far rifulgere la santità delle suefedeli ancelle, ed il loro credito presso di Lui. Nel centrodella Francia, Marcellina Pauper apparve visibilmentefavorita del dono dei miracoli. Il contatto delle sue maniverginali e le sue preghiere operavano la guarigione diinfermi che già erano stati dai medici e dai chirurgi datiper disperati, perciò abbandonati. Nel Nord del regnopoi era la Superiora generale della Congregazione MariaScolastica di Marchangy che condivideva il privilegioed il potere di Marcellina Pauper» (1).

L’albero piantato dal P. Laveyne stese a poco a poco i

1 Brevi cenni storici sulla Congregazione delle Suore della Carità di Neversraccolti dal P. Marcello Bouix S. I.

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suoi rami sopra una grande parte della Francia, senzache la sua forza vitale ne avesse per nulla a scapitare;perciò, quando furioso si scatenò l’uragano, non ebbegran che a soffrirne.

Durante la Rivoluzione infatti, l’Istituto scrisse nellastoria pagine d’oro, nelle quali le generazioni futureavranno agio a studiare l’abnegazione, lo spirito di sa-crifizio, l'eroismo spinto fino al martirio. Le Suore ven-nero gettate in prigione, ed alcune di esse, giù caricatesulla fatale carretta che doveva condurle al patibolo,avrebbero di gran cuore subito il martirio, se la cadutadi Robespierre non avesse loro impedito di versare ilsangue per Dio e per la salute della Francia. Così si potèdire di esse quello che si disse del Discepolo prediletto:«Se il martirio venne loro meno, non vennero esse menoal martirio».

La maggior parte degli ospedali, nei quali erano inca-ricate di curare i poveri e gli ammalati, essendo statispogliati e devastati, ne avvenne che quei poveri infelicisi trovarono in procinto di perire di fame e di moriresenza la consolazione della religione; abbandonati datutti, non lo furono dalle loro generose Madri. Le si vi-dero mendicare per essi il pane quotidiano; vegliare alcapezzale dei moribondi; medicare le loro piaghe; ele-vare il loro spirito a Dio nel momento della morte, pre-

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suoi rami sopra una grande parte della Francia, senzache la sua forza vitale ne avesse per nulla a scapitare;perciò, quando furioso si scatenò l’uragano, non ebbegran che a soffrirne.

Durante la Rivoluzione infatti, l’Istituto scrisse nellastoria pagine d’oro, nelle quali le generazioni futureavranno agio a studiare l’abnegazione, lo spirito di sa-crifizio, l'eroismo spinto fino al martirio. Le Suore ven-nero gettate in prigione, ed alcune di esse, giù caricatesulla fatale carretta che doveva condurle al patibolo,avrebbero di gran cuore subito il martirio, se la cadutadi Robespierre non avesse loro impedito di versare ilsangue per Dio e per la salute della Francia. Così si potèdire di esse quello che si disse del Discepolo prediletto:«Se il martirio venne loro meno, non vennero esse menoal martirio».

La maggior parte degli ospedali, nei quali erano inca-ricate di curare i poveri e gli ammalati, essendo statispogliati e devastati, ne avvenne che quei poveri infelicisi trovarono in procinto di perire di fame e di moriresenza la consolazione della religione; abbandonati datutti, non lo furono dalle loro generose Madri. Le si vi-dero mendicare per essi il pane quotidiano; vegliare alcapezzale dei moribondi; medicare le loro piaghe; ele-vare il loro spirito a Dio nel momento della morte, pre-

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sentando loro la croce ed additando loro in tal modo ilcammino del Cielo. In presenza di tanto eroismo gli uo-mini stessi del «Terrore» si sentirono conquisi da unsentimento involontario di rispetto.

«La Casa-Madre di Nevers non mancò di dare l'esem-pio alle altre. Qui le religiose erano in numero di ventot-to: in nome della Repubblica venne loro intimato diapostatare e di prestare il giuramento sacrilego: Mai, ri-sposero ad una voce; preferiamo piuttosto morire!

«Dietro una risposta così coraggiosa, vennero tuttegettate in una oscura carcere, ove per letto non avevanoche la nuda terra, per cibo un tozzo di scarso pane. Main mezzo ai ferri, alle privazioni di ogni genere, sentiva-no le loro anime inondate dalle consolazioni dei martiridella primitiva Chiesa. Gesù Cristo era in mezzo a que-sto pugno di gloriose vergini, e la prigione si convertivaper esse in un paradiso anticipato. Si fece però ben pre-sto sentire potente il grido dei marinai della Loire, degliuomini del popolo, dei miseri e dei poveri:

«Restituiteci le nostre Madri! Ed a questo grido il Di-rettorio dovette cedere le armi, e quelle eroine venneroricondotte in trionfo alla loro casa.

«Se il Divino Maestro permise che venissero liberatele sue fedeli ancelle imprigionate per la sua causa, erasolo perchè Egli voleva servirsi di queste vergini, che

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sentando loro la croce ed additando loro in tal modo ilcammino del Cielo. In presenza di tanto eroismo gli uo-mini stessi del «Terrore» si sentirono conquisi da unsentimento involontario di rispetto.

«La Casa-Madre di Nevers non mancò di dare l'esem-pio alle altre. Qui le religiose erano in numero di ventot-to: in nome della Repubblica venne loro intimato diapostatare e di prestare il giuramento sacrilego: Mai, ri-sposero ad una voce; preferiamo piuttosto morire!

«Dietro una risposta così coraggiosa, vennero tuttegettate in una oscura carcere, ove per letto non avevanoche la nuda terra, per cibo un tozzo di scarso pane. Main mezzo ai ferri, alle privazioni di ogni genere, sentiva-no le loro anime inondate dalle consolazioni dei martiridella primitiva Chiesa. Gesù Cristo era in mezzo a que-sto pugno di gloriose vergini, e la prigione si convertivaper esse in un paradiso anticipato. Si fece però ben pre-sto sentire potente il grido dei marinai della Loire, degliuomini del popolo, dei miseri e dei poveri:

«Restituiteci le nostre Madri! Ed a questo grido il Di-rettorio dovette cedere le armi, e quelle eroine venneroricondotte in trionfo alla loro casa.

«Se il Divino Maestro permise che venissero liberatele sue fedeli ancelle imprigionate per la sua causa, erasolo perchè Egli voleva servirsi di queste vergini, che

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erano state suoi testimoni, che avevano confessato lasua fede, per risuscitare e fare rifiorire in Francia taleCongregazione, divenuta perciò assai più cara al suocuore.

«Non appena infatti un raggio di libertà risplendettesulla Chiesa di Francia, esse misero coraggiosamentemano all’opera. Ripristinato l’Istituto, che Iddio bene-disse come nei suoi albori, si videro le anime accorrervinumerose per partecipare alla santa vita di queste reli-giose che avevano sostenuto con tanta gloria il combat-timento della fede; ed alla scuola di tali maestre, esse ri-cevettero e trasmisero alla loro volta lo spirito primitivodell’istituto in tutto il suo vigore». (1).

E fu così che durante il secolo XIX si vide la Congre-gazione stendere le sue opere sulla Francia intiera. E’necessario scrive un autore mistico, che l’amore abbiabraccia robuste ed energiche, mani industriose e dispo-ste a congiungersi per pregare, aprirsi per dare, capaci diversare l’olio che addolcisce le piaghe, ma anche il vinoche fortifica le membra; mani ripiene di cuore, d’intelli-genza e d’operosità». Tale è il programma che le Figliedel P. de Laveyne devono realizzare: negli ospedali essepassano i giorni ed anche le notti al capezzale degli am-malati; curano le piaghe più ripugnanti: portano il loro

1 P. M. BOUIX, Opera citata

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erano state suoi testimoni, che avevano confessato lasua fede, per risuscitare e fare rifiorire in Francia taleCongregazione, divenuta perciò assai più cara al suocuore.

«Non appena infatti un raggio di libertà risplendettesulla Chiesa di Francia, esse misero coraggiosamentemano all’opera. Ripristinato l’Istituto, che Iddio bene-disse come nei suoi albori, si videro le anime accorrervinumerose per partecipare alla santa vita di queste reli-giose che avevano sostenuto con tanta gloria il combat-timento della fede; ed alla scuola di tali maestre, esse ri-cevettero e trasmisero alla loro volta lo spirito primitivodell’istituto in tutto il suo vigore». (1).

E fu così che durante il secolo XIX si vide la Congre-gazione stendere le sue opere sulla Francia intiera. E’necessario scrive un autore mistico, che l’amore abbiabraccia robuste ed energiche, mani industriose e dispo-ste a congiungersi per pregare, aprirsi per dare, capaci diversare l’olio che addolcisce le piaghe, ma anche il vinoche fortifica le membra; mani ripiene di cuore, d’intelli-genza e d’operosità». Tale è il programma che le Figliedel P. de Laveyne devono realizzare: negli ospedali essepassano i giorni ed anche le notti al capezzale degli am-malati; curano le piaghe più ripugnanti: portano il loro

1 P. M. BOUIX, Opera citata

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sorriso in un colla pace a questi disgraziati, il cui statomorale è qualche volta più da compiangersi che lo statofisico. E chi mai ci potrà dire la fecondità di questo umi-le apostolato, nascosto in una corsia d’ospedale? Chipotrà rivelarci quanto vi è in esso di nobile, di grande, eperchè non dirlo? anche di divino, poichè non è Diostesso che la Suora di carità serve e cura nella personadei poveri?

E questo apostolato in favore degli infelici le Suore diNevers non l’esercitano solamente negli ospedali: ani-mate da operosa carità, esse non rifuggono di andarne incerca anche sotto il tetto della miseria, per visitarli, cu-rarli, soccorrerli; perchè nel pensiero del loro venerandoFondatore nessuna opera di misericordia, purchè non siacontraria alla loro santa vocazione, deve rimanere loroestranea.

Ma a questo apostolato della carità le Figlie del P. deLaveyne ne congiungono pure un altro che eccelle sopratutti «l’insegnamento». E’ questa in verità l’opera pereccellenza, poichè non è che la continuazione dell’operadi Gesù Cristo.

Non si legge forse di Lui: «Apparve, insegnando anoi, venne per istruirci?» (1). E non disse ancora il Car-dinale Pie, che «1’insegnamento è una specie di sacer-

1 S. Paolo Ep., ad Tit. II, 11

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sorriso in un colla pace a questi disgraziati, il cui statomorale è qualche volta più da compiangersi che lo statofisico. E chi mai ci potrà dire la fecondità di questo umi-le apostolato, nascosto in una corsia d’ospedale? Chipotrà rivelarci quanto vi è in esso di nobile, di grande, eperchè non dirlo? anche di divino, poichè non è Diostesso che la Suora di carità serve e cura nella personadei poveri?

E questo apostolato in favore degli infelici le Suore diNevers non l’esercitano solamente negli ospedali: ani-mate da operosa carità, esse non rifuggono di andarne incerca anche sotto il tetto della miseria, per visitarli, cu-rarli, soccorrerli; perchè nel pensiero del loro venerandoFondatore nessuna opera di misericordia, purchè non siacontraria alla loro santa vocazione, deve rimanere loroestranea.

Ma a questo apostolato della carità le Figlie del P. deLaveyne ne congiungono pure un altro che eccelle sopratutti «l’insegnamento». E’ questa in verità l’opera pereccellenza, poichè non è che la continuazione dell’operadi Gesù Cristo.

Non si legge forse di Lui: «Apparve, insegnando anoi, venne per istruirci?» (1). E non disse ancora il Car-dinale Pie, che «1’insegnamento è una specie di sacer-

1 S. Paolo Ep., ad Tit. II, 11

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dozio?» Ebbene le Suore di Nevers l’esercitano in tuttigli ambienti: negli orfanatrofi, nei laboratori, nei patro-nati, nelle scuole, nei convitti (1).

E le montagne ed i mari hanno un bell’innalzare edaccumulare barriere tra le loro differenti case, «lo spiritodi famiglia» rimane sempre uno dei caratteri propridell’Istituto: le anime non sono per nulla distanti, isola-te; esse vivono in un comune accordo». Si può perciòdire con tutta verità «che esse formano realmenteun’unità vivente e operante nella grande unità cattolica:tutto è uno all’interno, tutto è comune all’esterno».

Tale era la famiglia religiosa, alla quale la VergineImmacolata stava per affidare la sua figlia prediletta.All’epoca in cui la nostra Beata fece la sua entrata nelNoviziato, reggeva le sorti dell’Istituto la ReverendaMadre Giuseppina Imbert, donna di alto sentire, di raraprudenza, di grande virtù, e d’un’energia tale che, quan-tunque sempre sofferente, adempiva tuttavia in mododegno d’ogni encomio la sua missione. Anima nobile egenerosa, cuore grande forte, e nondimeno pieno dicompassione. Si disse di lei che «fu una delle più perfet-

1 Le Suore di Nevers non potendo più impartire in Francia l’insegnamentonelle scuole o nei conviti, per causa dell’applicazione delle leggi nefastedel 1901 e 1904, per cui più di 100 case furono chiuse, non cessano peròd’impartirlo in altre regioni: nell’Italia, Inghilterra, Belgio, Spagna, Svizze-ra, ecc.

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dozio?» Ebbene le Suore di Nevers l’esercitano in tuttigli ambienti: negli orfanatrofi, nei laboratori, nei patro-nati, nelle scuole, nei convitti (1).

E le montagne ed i mari hanno un bell’innalzare edaccumulare barriere tra le loro differenti case, «lo spiritodi famiglia» rimane sempre uno dei caratteri propridell’Istituto: le anime non sono per nulla distanti, isola-te; esse vivono in un comune accordo». Si può perciòdire con tutta verità «che esse formano realmenteun’unità vivente e operante nella grande unità cattolica:tutto è uno all’interno, tutto è comune all’esterno».

Tale era la famiglia religiosa, alla quale la VergineImmacolata stava per affidare la sua figlia prediletta.All’epoca in cui la nostra Beata fece la sua entrata nelNoviziato, reggeva le sorti dell’Istituto la ReverendaMadre Giuseppina Imbert, donna di alto sentire, di raraprudenza, di grande virtù, e d’un’energia tale che, quan-tunque sempre sofferente, adempiva tuttavia in mododegno d’ogni encomio la sua missione. Anima nobile egenerosa, cuore grande forte, e nondimeno pieno dicompassione. Si disse di lei che «fu una delle più perfet-

1 Le Suore di Nevers non potendo più impartire in Francia l’insegnamentonelle scuole o nei conviti, per causa dell’applicazione delle leggi nefastedel 1901 e 1904, per cui più di 100 case furono chiuse, non cessano peròd’impartirlo in altre regioni: nell’Italia, Inghilterra, Belgio, Spagna, Svizze-ra, ecc.

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te Superiore, che il Cielo abbia mai largito all’Istituto».Bernadetta arrivò a Nevers il 7 luglio 1866, alle dieci

di sera, accompagnata dalla Superiora dell’Ospizio diLourdes.

Negli annali del Noviziato si legge: «Finalmente i no-stri voti sono soddisfatti: Bernadetta si trova in mezzo anoi! Oh! quanto i nostri cuori infiammati di amore perMaria, ardevano dal desiderio di possederla, questa for-tunata privilegiata della Grotta di Lourdes! Essa è pro-prio quale la fama ce l’aveva dipinta: semplice e mode-sta, nonostante tutto il clamore fatto intorno alla sua per-sona e le occasioni per mettersi in mostra; sorridente econtenta, benchè la malattia già da lungo tempo consu-mi il suo corpo debole e delicato. Questo è il vero sigillodella santità: «il dolore sempre accanto alle gioie delCielo».

Bernadetta, assecondando il desiderio della MadreGenerale, fece fin dal primo giorno il racconto delle Ap-parizioni alla presenza della Comunità e del Noviziato.Espose i fatti con la più grande semplicità, dando tutti iparticolari sulle vesti, sui movimenti, sul viso e sulle pa-role della visione, ed imitando tutti i gesti della Signoraceleste con una grazia ed un incanto sorprendenti: «Piùdi quarant’anni sono trascorsi dacchè udimmo il raccon-to delle Apparizioni dalle labbra di Bernadetta, dicono

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te Superiore, che il Cielo abbia mai largito all’Istituto».Bernadetta arrivò a Nevers il 7 luglio 1866, alle dieci

di sera, accompagnata dalla Superiora dell’Ospizio diLourdes.

Negli annali del Noviziato si legge: «Finalmente i no-stri voti sono soddisfatti: Bernadetta si trova in mezzo anoi! Oh! quanto i nostri cuori infiammati di amore perMaria, ardevano dal desiderio di possederla, questa for-tunata privilegiata della Grotta di Lourdes! Essa è pro-prio quale la fama ce l’aveva dipinta: semplice e mode-sta, nonostante tutto il clamore fatto intorno alla sua per-sona e le occasioni per mettersi in mostra; sorridente econtenta, benchè la malattia già da lungo tempo consu-mi il suo corpo debole e delicato. Questo è il vero sigillodella santità: «il dolore sempre accanto alle gioie delCielo».

Bernadetta, assecondando il desiderio della MadreGenerale, fece fin dal primo giorno il racconto delle Ap-parizioni alla presenza della Comunità e del Noviziato.Espose i fatti con la più grande semplicità, dando tutti iparticolari sulle vesti, sui movimenti, sul viso e sulle pa-role della visione, ed imitando tutti i gesti della Signoraceleste con una grazia ed un incanto sorprendenti: «Piùdi quarant’anni sono trascorsi dacchè udimmo il raccon-to delle Apparizioni dalle labbra di Bernadetta, dicono

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le religiose che ebbero la fortuna di udirla, in questa cir-costanza, eppure non è senza una viva commozione chericordiamo ancora adesso l’espressione del suo sguardo,l’accento della sua voce quando, imitando il gesto dellaVergine, pronunziava le parole «Io sono l’immacolataConcezione».

La trasfigurazione della sua fisionomia, che avevacosì profondamente commossi tutti i presenti a Lourdes,quando raccontava l’Apparizione dcl 25 marzo, commo-veva non meno le religiose, le quali non si sarebberomai stancate d’udire ripetere il racconto di questa scena,che aveva qualche cosa di paradisiaco, se, per mettere alsicuro l’umiltà di Bernadetta, non si fosse imposta laproibizione alle postulanti ed alle Novizie di interrogar-la per l’avvenire sui favori straordinari ricevuti dallaVergine. Tutte ubbidirono religiosamente, e la Veggentestessa fu la prima a custodire un silenzio assoluto sulleApparizioni.

«Bisognerebbe essere davvero poco conoscitori dellanatura umana, scrive Monsignore Forcade, sopratuttopoi di quella femminile, per ritenere questo piccolo fattocome insignificante. Io non temo di proclamarlo comeun atto veramente eroico, e come tale di inscriverlo adonore non solo delle Novizie, ma ancora di Bernadetta.Oh! non è certo cosa facile il potere immaginarsi da una

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le religiose che ebbero la fortuna di udirla, in questa cir-costanza, eppure non è senza una viva commozione chericordiamo ancora adesso l’espressione del suo sguardo,l’accento della sua voce quando, imitando il gesto dellaVergine, pronunziava le parole «Io sono l’immacolataConcezione».

La trasfigurazione della sua fisionomia, che avevacosì profondamente commossi tutti i presenti a Lourdes,quando raccontava l’Apparizione dcl 25 marzo, commo-veva non meno le religiose, le quali non si sarebberomai stancate d’udire ripetere il racconto di questa scena,che aveva qualche cosa di paradisiaco, se, per mettere alsicuro l’umiltà di Bernadetta, non si fosse imposta laproibizione alle postulanti ed alle Novizie di interrogar-la per l’avvenire sui favori straordinari ricevuti dallaVergine. Tutte ubbidirono religiosamente, e la Veggentestessa fu la prima a custodire un silenzio assoluto sulleApparizioni.

«Bisognerebbe essere davvero poco conoscitori dellanatura umana, scrive Monsignore Forcade, sopratuttopoi di quella femminile, per ritenere questo piccolo fattocome insignificante. Io non temo di proclamarlo comeun atto veramente eroico, e come tale di inscriverlo adonore non solo delle Novizie, ma ancora di Bernadetta.Oh! non è certo cosa facile il potere immaginarsi da una

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parte la piccola pastorella, arrivata di fresco da Lourdes,dove è stata fatta segno a comunicazioni celesti,dall’altra un centinaio di giovinette entusiasmate dallacelebrità del suo nome, che si veggono, s’incontrano, siparlano tutti i giorni, per un anno intiero, senza che maiuna parola, una sola parola esca dalle loro labbra sud’un soggetto che non può non occupare intieramente laloro immaginazione, la loro mente, il loro cuore!

Se per spiegare un tal prodigio non è necessario ricor-rere al soprannaturale, si dovrà però convenire che nes-sun'altra cosa è più di questa capace di darci un’idea al-tissima del Noviziato delle Suore di Nevers» (1).

Alcuni giorni dopo la sua entrata in Noviziato, la futu-ra Santa Bernadetta scriveva alle religiose di Lourdes:«Permettete che vi dica come abbiamo fatto il viaggio:giungemmo mercoledì alle sei di sera a Bordeaux e virestammo fino a venerdì: Oh! v’accerto che abbiamoben occupato il nostro tempo a passeggiare, e quel ch’èmeglio, non già a piedi, ma in vettura. Ci fecero visitaretutte le Case. Ho l’onore di dirvi che esse sono ben altracosa di quella di Lourdes, specialmente l’Istituto Impe-riale che si direbbe piuttosto un grande palazzo, non una

1 Brevi cenni storici su suor Maria-Bernarda Soubirous scritti da Mons. For-cade, Vescovo di Nevers. Questo prelato venne fatto più tardi Arcivescovodi Aix, ove morì, vittima della sua carità nell’assistere i colpiti dal colera.

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parte la piccola pastorella, arrivata di fresco da Lourdes,dove è stata fatta segno a comunicazioni celesti,dall’altra un centinaio di giovinette entusiasmate dallacelebrità del suo nome, che si veggono, s’incontrano, siparlano tutti i giorni, per un anno intiero, senza che maiuna parola, una sola parola esca dalle loro labbra sud’un soggetto che non può non occupare intieramente laloro immaginazione, la loro mente, il loro cuore!

Se per spiegare un tal prodigio non è necessario ricor-rere al soprannaturale, si dovrà però convenire che nes-sun'altra cosa è più di questa capace di darci un’idea al-tissima del Noviziato delle Suore di Nevers» (1).

Alcuni giorni dopo la sua entrata in Noviziato, la futu-ra Santa Bernadetta scriveva alle religiose di Lourdes:«Permettete che vi dica come abbiamo fatto il viaggio:giungemmo mercoledì alle sei di sera a Bordeaux e virestammo fino a venerdì: Oh! v’accerto che abbiamoben occupato il nostro tempo a passeggiare, e quel ch’èmeglio, non già a piedi, ma in vettura. Ci fecero visitaretutte le Case. Ho l’onore di dirvi che esse sono ben altracosa di quella di Lourdes, specialmente l’Istituto Impe-riale che si direbbe piuttosto un grande palazzo, non una

1 Brevi cenni storici su suor Maria-Bernarda Soubirous scritti da Mons. For-cade, Vescovo di Nevers. Questo prelato venne fatto più tardi Arcivescovodi Aix, ove morì, vittima della sua carità nell’assistere i colpiti dal colera.

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casa religiosa (1).«Andammo a vedere la Chiesa dei Carmelitani, e di là

ci dirigemmo verso la Garonna per ammirare i basti-menti; ci recammo pure al Giardino delle Piante, ovevedemmo qualche cosa di curioso: indovinate un po’che?... Dei pesciolini rossi, neri, bianchi, grigi, e ciò chetrovai di più bello fu il vederli nuotare (senza paura) inpresenza di una turba di biricchini che li osservavano!

«Passammo la notte di venerdì a Perigueu ed al matti-no verso le dieci ci mettemmo in viaggio per Nevers,ove arrivammo alle dieci e mezzo di sera. Sarà necessa-rio dirvi che tanto io quanto Leontina (2) innaffiammo lagiornata di domenica con le nostre lacrime? Ma le buo-ne suore ci incoraggiarono, dicendo che questo era unottimo segno di vocazione. Posso però assicurarvi che inquesto momento il sacrifizio sarebbe molto più amaro semi toccasse abbandonare il nostro caro Noviziato; oh!come si sente che è la casa del buon Dio! Si sarebbe for-zati amarlo, anche senza volerlo; tutto vi ci porta e so-

1 L’istituto Imperiale, oggi Nazionale, ha davvero l’aspetto d’un gran palaz-zo. Esso dipende dal Ministero degli Interni: Le Sordo-Mute, che meglio sipotrebbero chiamare sorde-parlanti, sono in numero di 230, al momento incui scriviamo queste linee.Si trovò il mezzo «di restituire queste infelici completamente alla Società»insegnando loro «ad udire cogli occhi», (esse leggono il pensiero sulle lab-bra) ed esprimersi di viva voce.

2 Giovane postulante arrivata a Nevers con lei.

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casa religiosa (1).«Andammo a vedere la Chiesa dei Carmelitani, e di là

ci dirigemmo verso la Garonna per ammirare i basti-menti; ci recammo pure al Giardino delle Piante, ovevedemmo qualche cosa di curioso: indovinate un po’che?... Dei pesciolini rossi, neri, bianchi, grigi, e ciò chetrovai di più bello fu il vederli nuotare (senza paura) inpresenza di una turba di biricchini che li osservavano!

«Passammo la notte di venerdì a Perigueu ed al matti-no verso le dieci ci mettemmo in viaggio per Nevers,ove arrivammo alle dieci e mezzo di sera. Sarà necessa-rio dirvi che tanto io quanto Leontina (2) innaffiammo lagiornata di domenica con le nostre lacrime? Ma le buo-ne suore ci incoraggiarono, dicendo che questo era unottimo segno di vocazione. Posso però assicurarvi che inquesto momento il sacrifizio sarebbe molto più amaro semi toccasse abbandonare il nostro caro Noviziato; oh!come si sente che è la casa del buon Dio! Si sarebbe for-zati amarlo, anche senza volerlo; tutto vi ci porta e so-

1 L’istituto Imperiale, oggi Nazionale, ha davvero l’aspetto d’un gran palaz-zo. Esso dipende dal Ministero degli Interni: Le Sordo-Mute, che meglio sipotrebbero chiamare sorde-parlanti, sono in numero di 230, al momento incui scriviamo queste linee.Si trovò il mezzo «di restituire queste infelici completamente alla Società»insegnando loro «ad udire cogli occhi», (esse leggono il pensiero sulle lab-bra) ed esprimersi di viva voce.

2 Giovane postulante arrivata a Nevers con lei.

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pratutto le conferenze della nostra cara Maestra, di cuiogni parola che le esce di bocca, va diritta al cuore; per-ciò non mi stanco di innalzare le mie deboli preghiere alSignore per ringraziarlo di tante grazie di cui non cessadi colmarmi.

Era allora maestra delle Novizie la reverenda MadreMaria-Teresa Vauzou, la quale, alle virtù richieste dallacarica affidata dall’ubbidienza, virtù che ella possedevain grado eminente, accoppiava due grandi amori: l’amo-re di Gesù Cristo e l’amore delle anime. E poichè c’eranell’anima sua, e possiamo dirlo senza tema di esagera-re, come una emanazione della tenerezza divina delbuon Maestro, ella possedeva pure un tatto di delicatez-za squisita per formare quelle anime che venivano affi-date alla sua direzione L’umiltà, la mortificazione, lospirito di sacrificio: ecco le impronte di vita religiosache voleva stampare sulle anime a lei affidate; e per riu-scirvi non indietreggiava davanti a nessun a difficoltà.

Le Novizie corrispondevano pienamente alle sueidee, e si prestavano volentieri a quella formazione che,se da una parte importava abnegazione e martirio,dall’altra conduceva alla santità, essendo illuminatadall’amore. «In Dio, come nell’uomo, l’amore è luce»;perciò non dobbiamo stupirci se la Madre Maria-Teresatrovasse nel suo cuore accenti così eloquenti da trascina-

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pratutto le conferenze della nostra cara Maestra, di cuiogni parola che le esce di bocca, va diritta al cuore; per-ciò non mi stanco di innalzare le mie deboli preghiere alSignore per ringraziarlo di tante grazie di cui non cessadi colmarmi.

Era allora maestra delle Novizie la reverenda MadreMaria-Teresa Vauzou, la quale, alle virtù richieste dallacarica affidata dall’ubbidienza, virtù che ella possedevain grado eminente, accoppiava due grandi amori: l’amo-re di Gesù Cristo e l’amore delle anime. E poichè c’eranell’anima sua, e possiamo dirlo senza tema di esagera-re, come una emanazione della tenerezza divina delbuon Maestro, ella possedeva pure un tatto di delicatez-za squisita per formare quelle anime che venivano affi-date alla sua direzione L’umiltà, la mortificazione, lospirito di sacrificio: ecco le impronte di vita religiosache voleva stampare sulle anime a lei affidate; e per riu-scirvi non indietreggiava davanti a nessun a difficoltà.

Le Novizie corrispondevano pienamente alle sueidee, e si prestavano volentieri a quella formazione che,se da una parte importava abnegazione e martirio,dall’altra conduceva alla santità, essendo illuminatadall’amore. «In Dio, come nell’uomo, l’amore è luce»;perciò non dobbiamo stupirci se la Madre Maria-Teresatrovasse nel suo cuore accenti così eloquenti da trascina-

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re le anime nella via della santità, distaccarle dalla terra,sollevarle in alto, farle penetrare nelle regioni superiori,inabissarle nel Cuore amantissimo di Gesù.

La postulante che il 7 luglio 1866 batteva alla portadel Noviziato, apportava in dote alla Congregazione,che le aveva aperto le braccia, oltre il privilegio che Id-dio le aveva fatto, scegliendola come istrumento perglorificare il suo nome, i tesori di grazia che le Appari-zioni della Vergine Immacolata avevano accumulatinell’anima sua, e un nome inscritto, ancor lei vivente,nella storia della Chiesa, venerato, amato da tutti i popo-li della terra.

La Maestra delle Novizie, Madre Maria Teresa, ab-bracciò con acutezza di mente tutta la grandezza dellasua responsabilità: le si affidava un tesoro, e bisognavache con tatto soprannaturale ella sapesse così bene na-sconderlo nei più segreti penetrali della vita religiosa,nel silenzio, nell’umiltà, nella mortificazione, da sottrar-la a tutti i pericoli, a tutte le seduzioni. Ed ella vi riuscìcosì bene che le compagne di Noviziato di Bernadetta,anche le più ferventi rimasero stupìte davanti alla suaumiltà, sempre all’altezza delle prove, sempre serena ecalma davanti all’immolazione.

Sarà necessario dirlo? Sia che la timidità della postu-lante rendesse più difficili le sue relazioni con la sua

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re le anime nella via della santità, distaccarle dalla terra,sollevarle in alto, farle penetrare nelle regioni superiori,inabissarle nel Cuore amantissimo di Gesù.

La postulante che il 7 luglio 1866 batteva alla portadel Noviziato, apportava in dote alla Congregazione,che le aveva aperto le braccia, oltre il privilegio che Id-dio le aveva fatto, scegliendola come istrumento perglorificare il suo nome, i tesori di grazia che le Appari-zioni della Vergine Immacolata avevano accumulatinell’anima sua, e un nome inscritto, ancor lei vivente,nella storia della Chiesa, venerato, amato da tutti i popo-li della terra.

La Maestra delle Novizie, Madre Maria Teresa, ab-bracciò con acutezza di mente tutta la grandezza dellasua responsabilità: le si affidava un tesoro, e bisognavache con tatto soprannaturale ella sapesse così bene na-sconderlo nei più segreti penetrali della vita religiosa,nel silenzio, nell’umiltà, nella mortificazione, da sottrar-la a tutti i pericoli, a tutte le seduzioni. Ed ella vi riuscìcosì bene che le compagne di Noviziato di Bernadetta,anche le più ferventi rimasero stupìte davanti alla suaumiltà, sempre all’altezza delle prove, sempre serena ecalma davanti all’immolazione.

Sarà necessario dirlo? Sia che la timidità della postu-lante rendesse più difficili le sue relazioni con la sua

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Maestra, sia che, come insinua un autore (1), la S. Vergi-ne «a motivo dei tre segreti affidati a Bernadetta, si fos-se riservata il dominio interiore di quest’anima» il fattosta che la Madre Maria-Teresa, di cui l’occhio così per-spicace leggeva sovente nel cuore delle sue figlie, nonarrivò mai a scoprire le ricchezze soprannaturalidell’anima della sua novizia. Oh! certo ella sarebbe statarapita dalla sua unione intima e costante con Dio, dalsuo amore per le sofferenze, dall’abbandono totale al di-vino beneplacito, che formavano la vita intima della fi-glia privilegiata della Regina del Cielo! Che tutto ciò siasfuggito, anche in parte, ad una persona così chiaroveg-gente ed esperimentata nella condotta delle anime, qualera la Madre Maria-Teresa, non lo si potrebbe facilmen-te comprendere, se non si pensasse che era Iddio stesso,che nella sua misericordia e nel suo amore si era riserba-to l’opera di santificazione della sua piccola ancella.

L’atmosfera del noviziato, tutta satura di preghiera, disacrifizio e d’amore, era ben quella che più d’ogni altraconveniva alla vita spirituale della giovane aspirante: setalvolta il cuore era spezzato dalla sofferenza, oh! l’ani-ma nuotava in un mare di dolcezza.

Bernadetta rivestì l’abito religioso il 29 luglio, festadi S. Marta, circa tre settimane dopo il suo arrivo al no-

1 P. MARCELLO BOUIX S. I.

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Maestra, sia che, come insinua un autore (1), la S. Vergi-ne «a motivo dei tre segreti affidati a Bernadetta, si fos-se riservata il dominio interiore di quest’anima» il fattosta che la Madre Maria-Teresa, di cui l’occhio così per-spicace leggeva sovente nel cuore delle sue figlie, nonarrivò mai a scoprire le ricchezze soprannaturalidell’anima della sua novizia. Oh! certo ella sarebbe statarapita dalla sua unione intima e costante con Dio, dalsuo amore per le sofferenze, dall’abbandono totale al di-vino beneplacito, che formavano la vita intima della fi-glia privilegiata della Regina del Cielo! Che tutto ciò siasfuggito, anche in parte, ad una persona così chiaroveg-gente ed esperimentata nella condotta delle anime, qualera la Madre Maria-Teresa, non lo si potrebbe facilmen-te comprendere, se non si pensasse che era Iddio stesso,che nella sua misericordia e nel suo amore si era riserba-to l’opera di santificazione della sua piccola ancella.

L’atmosfera del noviziato, tutta satura di preghiera, disacrifizio e d’amore, era ben quella che più d’ogni altraconveniva alla vita spirituale della giovane aspirante: setalvolta il cuore era spezzato dalla sofferenza, oh! l’ani-ma nuotava in un mare di dolcezza.

Bernadetta rivestì l’abito religioso il 29 luglio, festadi S. Marta, circa tre settimane dopo il suo arrivo al no-

1 P. MARCELLO BOUIX S. I.

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viziato. Il tempo del postulato fu, come si vede, piutto-sto corto; sia perchè si ritenesse conte una prova suffi-ciente gli anni passati all’Ospizio di Lourdes, sia ancoraperchè la buona opinione delle Superiore, riguardo allapostulante, le inducesse a fare questa eccezione in suofavore. Ella ricevette il nome di Suor Maria Bernarda.La cerimonia fu presieduta dal Vescovo di Nevers; e laProvvidenza volle che vi si trovassero presenti, comeper caso, due grandi servitori di Dio e della Chiesa:Monsignor de Mérode (1) ed il conte Lafond (2), ambe-due animati d’uno stesso ardore, d’una stessa devozio-ne, d’una stessa generosità per tutte le opere belle e san-te.

«Ho avuto l’insigne favore di rivestire il santo Abitocon Suor Maria Bernarda, scriveva una Novizia. Fui ve-ramente edificata dal modo con cui ella fece il suo ritiro.Quale raccoglimento! Si vedeva che era così immersa inDio che nulla di ciò che le stava attorno era capace didestarla. Io mi sentivo interiormente commossa; ed alsolo mirarla mi pareva di diventare migliore».1 Monsignore de Mérode fu Elemosiniere e Ministro di Pio IX, dal 1860 al

1865; venne nominato Arcivescovo di Mélitène in partibus nel 1866.2 Illustre cattolico nivernese, gran devoto della S. Sede. E’ l’autore del libro:

Roma, Lettera d’un pe11egrino a proposito del quale Augusto Nicolas gliscriveva: «Sotto la vostra penna questo grande nome di Roma rende millesuoni e risveglia mille echi che non hanno nulla di confuso, perchè armo-nizzano nel perfetto accordo d’uno spirito francese e d’un cuore cristiano».

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viziato. Il tempo del postulato fu, come si vede, piutto-sto corto; sia perchè si ritenesse conte una prova suffi-ciente gli anni passati all’Ospizio di Lourdes, sia ancoraperchè la buona opinione delle Superiore, riguardo allapostulante, le inducesse a fare questa eccezione in suofavore. Ella ricevette il nome di Suor Maria Bernarda.La cerimonia fu presieduta dal Vescovo di Nevers; e laProvvidenza volle che vi si trovassero presenti, comeper caso, due grandi servitori di Dio e della Chiesa:Monsignor de Mérode (1) ed il conte Lafond (2), ambe-due animati d’uno stesso ardore, d’una stessa devozio-ne, d’una stessa generosità per tutte le opere belle e san-te.

«Ho avuto l’insigne favore di rivestire il santo Abitocon Suor Maria Bernarda, scriveva una Novizia. Fui ve-ramente edificata dal modo con cui ella fece il suo ritiro.Quale raccoglimento! Si vedeva che era così immersa inDio che nulla di ciò che le stava attorno era capace didestarla. Io mi sentivo interiormente commossa; ed alsolo mirarla mi pareva di diventare migliore».1 Monsignore de Mérode fu Elemosiniere e Ministro di Pio IX, dal 1860 al

1865; venne nominato Arcivescovo di Mélitène in partibus nel 1866.2 Illustre cattolico nivernese, gran devoto della S. Sede. E’ l’autore del libro:

Roma, Lettera d’un pe11egrino a proposito del quale Augusto Nicolas gliscriveva: «Sotto la vostra penna questo grande nome di Roma rende millesuoni e risveglia mille echi che non hanno nulla di confuso, perchè armo-nizzano nel perfetto accordo d’uno spirito francese e d’un cuore cristiano».

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Rivestita delle sante insegne di Gesù Cristo, la giovi-ne vergine si racchiudeva sempre più nel silenzio delsuo cenacolo: «Sono venuta qui per nascondermi» dice-va, e le sue compagne di Noviziato sono tutte d’accordoa renderle questa testimonianza che ella aveva una solaambizione: farsi dimenticare, essere contata per nulla.

Ognuna esalta a modo suo la sua perfetta regolarità,la sua semplicità, la sua ubbidienza, la sua carità: «Ema-nava dalla sua persona un non so che il quale portava albuon Dio. Non l’ho mai avvicinata senza sentirmi piùvicina a Nostro Signore», scrive una di esse. «La sua fi-sionomia soprannaturale, il suo sguardo celestiale hannolasciato nell’anima mia tale un’impressione, che non sicancellerà mai più. Questo solo ricordo mi porta a Dio»scrive un’altra. E una terza: «Non rimasi al Noviziatoche tre mesi dopo l’arrivo di Bernadetta, in sì brevetempo non l’ho veduta fare o dire nulla che non fossepienamente edificante: perciò io l’amo, la prego e laconsidero come una santa».

Ma a qual pro moltiplicare le citazioni? Il loro tenoreè lo stesso per tutte; e tutte testimoniano in favore d’unavirtù che sembra manifestarsi senza sforzo alcuno, tantoessa pare naturale e si mostra amabile!

Suor Maria-Bernarda aveva del resto conservato quel-la ingenuità, quei modi infantili, che sono, per così dire,

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Rivestita delle sante insegne di Gesù Cristo, la giovi-ne vergine si racchiudeva sempre più nel silenzio delsuo cenacolo: «Sono venuta qui per nascondermi» dice-va, e le sue compagne di Noviziato sono tutte d’accordoa renderle questa testimonianza che ella aveva una solaambizione: farsi dimenticare, essere contata per nulla.

Ognuna esalta a modo suo la sua perfetta regolarità,la sua semplicità, la sua ubbidienza, la sua carità: «Ema-nava dalla sua persona un non so che il quale portava albuon Dio. Non l’ho mai avvicinata senza sentirmi piùvicina a Nostro Signore», scrive una di esse. «La sua fi-sionomia soprannaturale, il suo sguardo celestiale hannolasciato nell’anima mia tale un’impressione, che non sicancellerà mai più. Questo solo ricordo mi porta a Dio»scrive un’altra. E una terza: «Non rimasi al Noviziatoche tre mesi dopo l’arrivo di Bernadetta, in sì brevetempo non l’ho veduta fare o dire nulla che non fossepienamente edificante: perciò io l’amo, la prego e laconsidero come una santa».

Ma a qual pro moltiplicare le citazioni? Il loro tenoreè lo stesso per tutte; e tutte testimoniano in favore d’unavirtù che sembra manifestarsi senza sforzo alcuno, tantoessa pare naturale e si mostra amabile!

Suor Maria-Bernarda aveva del resto conservato quel-la ingenuità, quei modi infantili, che sono, per così dire,

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la veste dell’innocenza.«Al Noviziato si salta anche alla corda?» domandava

nei primi giorni del suo Noviziato. – No, ma anche sen-za saltare alla corda le nostre ricreazioni sono divertenti.– «Ah! è che io amo molto far girare la corda per farsaltare le altre».

La giovane Novizia amava pure la semplicità nellapietà. Un giorno indicando una Novizia che chiudevasempre gli occhi: «Osservate Suor N., se non avesse unacompagna per guidarla, le capiterebbe qualche disgra-zia. Perchè chiudere gli occhi quando è necessario te-nerli aperti?».

«Poco dopo la vestizione, scrive una delle sue compa-gne di Noviziato, Suor Maria-Bernarda fu obbligata apassare all’infermeria; ed alla fine del mese d’agosto misi affidò l’ufficio d’infermeria. Quanto fu grande la miasoddisfazione! È là che io conobbi più intimamente lanostra giovane consorella, e mi fu dato d’apprezzare, nelsuo vero valore, la sua pazienza, la sua rassegnazionenelle sofferenze (poichè ha molto sofferto moralmente efisicamente), ed il suo spirito di mortificazione e di cari-tà.

«Durante la crisi d’asma, secchi colpi di tosse le stra-ziavano il petto; ma neppure un lamento usciva dallesue labbra! L’udivo solamente mormorare: «Gesù mio».

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la veste dell’innocenza.«Al Noviziato si salta anche alla corda?» domandava

nei primi giorni del suo Noviziato. – No, ma anche sen-za saltare alla corda le nostre ricreazioni sono divertenti.– «Ah! è che io amo molto far girare la corda per farsaltare le altre».

La giovane Novizia amava pure la semplicità nellapietà. Un giorno indicando una Novizia che chiudevasempre gli occhi: «Osservate Suor N., se non avesse unacompagna per guidarla, le capiterebbe qualche disgra-zia. Perchè chiudere gli occhi quando è necessario te-nerli aperti?».

«Poco dopo la vestizione, scrive una delle sue compa-gne di Noviziato, Suor Maria-Bernarda fu obbligata apassare all’infermeria; ed alla fine del mese d’agosto misi affidò l’ufficio d’infermeria. Quanto fu grande la miasoddisfazione! È là che io conobbi più intimamente lanostra giovane consorella, e mi fu dato d’apprezzare, nelsuo vero valore, la sua pazienza, la sua rassegnazionenelle sofferenze (poichè ha molto sofferto moralmente efisicamente), ed il suo spirito di mortificazione e di cari-tà.

«Durante la crisi d’asma, secchi colpi di tosse le stra-ziavano il petto; ma neppure un lamento usciva dallesue labbra! L’udivo solamente mormorare: «Gesù mio».

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Ella fissava gli occhi sul Crocifisso, e nei suoi sguardivi era tale un’espressione che mi è impossibile descrive-re. Spesso era obbligata a passare le intiere notti sedutasulla sponda del suo letticciolo coi piedi appoggiati sud’una sedia, tanto era oppressa e respirava con pena.Una tosse violenta, accompagnata da vomiti di sangue,la tormentava; e quando nell’impossibilità dolorosa dipoterle recare sollievo, le dicevo: «Sorella mia, soffritemolto? – È necessario, mi rispondeva, ma non è nulla».

Il suo stato peggiorò al punto da cagionare le più viveinquietudini». La nostra desolazione fu grande, e tutto ilNoviziato raddoppiò di preghiere e di sacrifizi per otte-nere la guarigione della cara consorella. «Non siamo de-gne di possederla ci diceva la Maestra, ma bisogna purtuttavia far dolce violenza al Cielo». Per parecchi giornimolti ceri bruciarono continuamente innanzi alla Vergi-ne del Noviziato; ma tutto parve inutile».

Leggiamo infatti negli Annali della Casa Madre:

25 ottobre 1866.«Suor Maria-Bernarda è in pericolo di morte, ed ha

ricevuto gli ultimi Sacramenti. La nostra Venerata Ma-dre Generale, desiderando che questa fanciulla facciaparte della Congregazione, ha ottenuto da Monsignore

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Ella fissava gli occhi sul Crocifisso, e nei suoi sguardivi era tale un’espressione che mi è impossibile descrive-re. Spesso era obbligata a passare le intiere notti sedutasulla sponda del suo letticciolo coi piedi appoggiati sud’una sedia, tanto era oppressa e respirava con pena.Una tosse violenta, accompagnata da vomiti di sangue,la tormentava; e quando nell’impossibilità dolorosa dipoterle recare sollievo, le dicevo: «Sorella mia, soffritemolto? – È necessario, mi rispondeva, ma non è nulla».

Il suo stato peggiorò al punto da cagionare le più viveinquietudini». La nostra desolazione fu grande, e tutto ilNoviziato raddoppiò di preghiere e di sacrifizi per otte-nere la guarigione della cara consorella. «Non siamo de-gne di possederla ci diceva la Maestra, ma bisogna purtuttavia far dolce violenza al Cielo». Per parecchi giornimolti ceri bruciarono continuamente innanzi alla Vergi-ne del Noviziato; ma tutto parve inutile».

Leggiamo infatti negli Annali della Casa Madre:

25 ottobre 1866.«Suor Maria-Bernarda è in pericolo di morte, ed ha

ricevuto gli ultimi Sacramenti. La nostra Venerata Ma-dre Generale, desiderando che questa fanciulla facciaparte della Congregazione, ha ottenuto da Monsignore

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una dispensa» (1).Il Consiglio si è adunato e Bernadetta è stata ricevuta

all’unanimità dei voti. Monsignore, assistito dal suo Vi-cario Generale, ha presieduto alla cerimonia; e SuorMaria-Bernarda ha pronunziato i suoi voti con un fervo-re angelico».

Ma parve che fosse nei disegni dello Sposo celeste diridurre la sua fedele ancella in punto di morte, soltantoper affrettare l’ora delle mistiche nozze. Non appena in-fatti ebbe fatto l’intiera donazione di se stessa a Cristo,la sua salute cominciò a ristabilirsi. Allora, nell’intensitàdella grande gioia che le aveva procurato un tal favore,che nella sua umiltà non aveva neppure osato sperare,credendosi indegna di far parte dell’istituto stringeva frale mani il Crocifisso ed il velo «d’étamine» che si usadare alle suore professe: «Li tengo, diceva, m’apparten-gono, e non me li potranno più togliere. Faccio partedella Congregazione e non mi si potrà più mandar via».E quando le si domandava sue notizie: «Io sto meglio: ilbuon Dio non m’ha voluta. Arrivata alla porta, mi disse:

1 La Congregazione non aveva ancora in quell’epoca sollecitato dalla S.Sede l’approvazione delle sue Costituzioni, approvazione che ottenne in se-guito: ciò spiega la dispensa che poteva accordare allora il Vescovo, nellasua qualità di Superiore dell’istituto. Non era quella che una professione inestremis: vedremo più tardi Suor Maria-Bernarda fare regolarmente la suaprofessione al termine del Noviziato.

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una dispensa» (1).Il Consiglio si è adunato e Bernadetta è stata ricevuta

all’unanimità dei voti. Monsignore, assistito dal suo Vi-cario Generale, ha presieduto alla cerimonia; e SuorMaria-Bernarda ha pronunziato i suoi voti con un fervo-re angelico».

Ma parve che fosse nei disegni dello Sposo celeste diridurre la sua fedele ancella in punto di morte, soltantoper affrettare l’ora delle mistiche nozze. Non appena in-fatti ebbe fatto l’intiera donazione di se stessa a Cristo,la sua salute cominciò a ristabilirsi. Allora, nell’intensitàdella grande gioia che le aveva procurato un tal favore,che nella sua umiltà non aveva neppure osato sperare,credendosi indegna di far parte dell’istituto stringeva frale mani il Crocifisso ed il velo «d’étamine» che si usadare alle suore professe: «Li tengo, diceva, m’apparten-gono, e non me li potranno più togliere. Faccio partedella Congregazione e non mi si potrà più mandar via».E quando le si domandava sue notizie: «Io sto meglio: ilbuon Dio non m’ha voluta. Arrivata alla porta, mi disse:

1 La Congregazione non aveva ancora in quell’epoca sollecitato dalla S.Sede l’approvazione delle sue Costituzioni, approvazione che ottenne in se-guito: ciò spiega la dispensa che poteva accordare allora il Vescovo, nellasua qualità di Superiore dell’istituto. Non era quella che una professione inestremis: vedremo più tardi Suor Maria-Bernarda fare regolarmente la suaprofessione al termine del Noviziato.

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Vattene! È troppo presto».Suor Maria-Bernarda fu ben presto in grado di ripren-

dere tutti gli esercizi del Noviziato: aveva un bel na-scondere la sua virtù agli sguardi di tutti e dire: «Orasono come tutte le altre»; come la violetta che si tradiscecol suo profumo, la giovane religiosa non poteva passa-re inosservata. La sua umiltà sopratutto profumava lasolitudine in cui la Vergine Immacolata l’aveva trapian-tata. Le capitava di arrivare in ritardo ad un eserciziocomune, per avere esercitato un atto di carità presso unaSuora ammalata? Si metteva in ginocchio davanti a tuttala Comunità, soddisfaceva alla penitenza prescritta,come se fosse stata colpevole, e riceveva le osservazionidella Maestra senza mai scusarsi. La madre Maria-Tere-sa aveva la passione di modellare le anime, esercitavasopratutto il suo scalpello sopra quelle, colle quali il Di-vin Maestro pareva essere stato più generoso dei suoidoni; tanto ella temeva per queste anime gli ingannidell’amor proprio e della vanagloria! Non dobbiamoquindi stupirci se modellasse e la lavorasse con cura piùgelosa colei che era stata la Confidente dell’Immacolata.Da ciò umiliazioni e mortificazioni senza posa ripetute,che non avevano però mai tanta potenza da fare uscireun lamento dalle labbra della giovane Novizia.

Le sue compagne ne restavano stupite ed edificate al

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Vattene! È troppo presto».Suor Maria-Bernarda fu ben presto in grado di ripren-

dere tutti gli esercizi del Noviziato: aveva un bel na-scondere la sua virtù agli sguardi di tutti e dire: «Orasono come tutte le altre»; come la violetta che si tradiscecol suo profumo, la giovane religiosa non poteva passa-re inosservata. La sua umiltà sopratutto profumava lasolitudine in cui la Vergine Immacolata l’aveva trapian-tata. Le capitava di arrivare in ritardo ad un eserciziocomune, per avere esercitato un atto di carità presso unaSuora ammalata? Si metteva in ginocchio davanti a tuttala Comunità, soddisfaceva alla penitenza prescritta,come se fosse stata colpevole, e riceveva le osservazionidella Maestra senza mai scusarsi. La madre Maria-Tere-sa aveva la passione di modellare le anime, esercitavasopratutto il suo scalpello sopra quelle, colle quali il Di-vin Maestro pareva essere stato più generoso dei suoidoni; tanto ella temeva per queste anime gli ingannidell’amor proprio e della vanagloria! Non dobbiamoquindi stupirci se modellasse e la lavorasse con cura piùgelosa colei che era stata la Confidente dell’Immacolata.Da ciò umiliazioni e mortificazioni senza posa ripetute,che non avevano però mai tanta potenza da fare uscireun lamento dalle labbra della giovane Novizia.

Le sue compagne ne restavano stupite ed edificate al

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punto che una di esse, che fu poi una ferventissirna reli-giosa, confessa di se stessa: «Nella mia scarsa generosi-tà arrivai a dirmi: E’ un bene di non essere al posto diBernadetta! Che fortuna di non essere Bernadetta!»

E nondimeno la gioia di Suor Maria-Bernarda non erapunto turbata da tuttociò. «Voi mi dicevate tanto bene diquesta casa, scriveva alle religiose di Lourdes; ma quel-lo che mi dicevate è molto al di sotto di quello che è inrealtà. Sarei tentata di esclamare coll’Apostolo: Oh!quanto si sta bene qui non ho quindi bisogno di dirviquanto sono felice».

L’affetto figliale e rispettoso della Novizia per laMaestra, non soffriva neppure diminuzione alcuna. Es-sendosi la Madre Maria-Teresa dovuta assentare perqualche giorno, al suo ritorno la Comunità e le Noviziel’aspettavano lungo il chiostro del Convento per presen-tarle i loro auguri. Al suo primo apparire, Suor Maria-Bernarda si precipitò nelle sue braccia, come una figliaprivata da lungo tempo della madre sua. «Che slancionel rivedere la vostra Maestra!» le disse una religiosa.

«Ah! sì, diss’ella, è stato un atto troppo naturale, nonè vero? Ma me ne sono ben pentita!»

Chi non ammirerebbe la virginale delicatezza di que-sto cuore amante?

Bernadetta era considerata dalle sue compagne come

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punto che una di esse, che fu poi una ferventissirna reli-giosa, confessa di se stessa: «Nella mia scarsa generosi-tà arrivai a dirmi: E’ un bene di non essere al posto diBernadetta! Che fortuna di non essere Bernadetta!»

E nondimeno la gioia di Suor Maria-Bernarda non erapunto turbata da tuttociò. «Voi mi dicevate tanto bene diquesta casa, scriveva alle religiose di Lourdes; ma quel-lo che mi dicevate è molto al di sotto di quello che è inrealtà. Sarei tentata di esclamare coll’Apostolo: Oh!quanto si sta bene qui non ho quindi bisogno di dirviquanto sono felice».

L’affetto figliale e rispettoso della Novizia per laMaestra, non soffriva neppure diminuzione alcuna. Es-sendosi la Madre Maria-Teresa dovuta assentare perqualche giorno, al suo ritorno la Comunità e le Noviziel’aspettavano lungo il chiostro del Convento per presen-tarle i loro auguri. Al suo primo apparire, Suor Maria-Bernarda si precipitò nelle sue braccia, come una figliaprivata da lungo tempo della madre sua. «Che slancionel rivedere la vostra Maestra!» le disse una religiosa.

«Ah! sì, diss’ella, è stato un atto troppo naturale, nonè vero? Ma me ne sono ben pentita!»

Chi non ammirerebbe la virginale delicatezza di que-sto cuore amante?

Bernadetta era considerata dalle sue compagne come

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il loro angelo custode; si aveva però grande cura di nonlasciarglielo sospettare, perchè si sarebbe impedita diesercitare una tale missione che compiva come a sua in-saputa. Le nuove arrivate erano tristi? Senza imporsi pernulla si accostava loro sorridendo piacevolmente, e di-ceva loro qualche parola consolante e talvolta perfinoingenua. «Avete rimpianto la madre vostra?» sussurravadolcemente ad una di quelle, che erano state in modospeciale affidate alla sua custodia. Poi, quando si vedevacompresa, ed aveva ottenuto per risposta uno sguardopiù rassicurante, leggiera leggiera si ecclissava per farsidimenticare. Venne un giorno pregata di dire due paroledi edificazione ad un gruppo di consorelle che si trova-vano con lei: «Ahimè! che cosa mai si può estrarre dauna pietra?» esclamò vivamente; ma la sua umiltà predi-cava per lei.

«Erano già due giorni che mi trovavo alla Casa-Madre di Nevers, scrive una religiosa, ed esprimevo allaSuperiora che m’aveva condotto, il mio dispiacere dinon conoscere ancora Bernadetta. Appunto in quel mo-mento una giovane suora venne a passarci accanto, e laReverenda Madre mi disse: «Bernadetta? Ma eccola!»Forse mi ero creata un ideale molto più grande dellacara Veggente; il fatto sta che nel vederla, una parolasgarbata e quasi impertinente mi sfuggì dalla bocca:

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il loro angelo custode; si aveva però grande cura di nonlasciarglielo sospettare, perchè si sarebbe impedita diesercitare una tale missione che compiva come a sua in-saputa. Le nuove arrivate erano tristi? Senza imporsi pernulla si accostava loro sorridendo piacevolmente, e di-ceva loro qualche parola consolante e talvolta perfinoingenua. «Avete rimpianto la madre vostra?» sussurravadolcemente ad una di quelle, che erano state in modospeciale affidate alla sua custodia. Poi, quando si vedevacompresa, ed aveva ottenuto per risposta uno sguardopiù rassicurante, leggiera leggiera si ecclissava per farsidimenticare. Venne un giorno pregata di dire due paroledi edificazione ad un gruppo di consorelle che si trova-vano con lei: «Ahimè! che cosa mai si può estrarre dauna pietra?» esclamò vivamente; ma la sua umiltà predi-cava per lei.

«Erano già due giorni che mi trovavo alla Casa-Madre di Nevers, scrive una religiosa, ed esprimevo allaSuperiora che m’aveva condotto, il mio dispiacere dinon conoscere ancora Bernadetta. Appunto in quel mo-mento una giovane suora venne a passarci accanto, e laReverenda Madre mi disse: «Bernadetta? Ma eccola!»Forse mi ero creata un ideale molto più grande dellacara Veggente; il fatto sta che nel vederla, una parolasgarbata e quasi impertinente mi sfuggì dalla bocca:

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«Non è che ciò?» Subito, con un gesto spontaneo e gen-tile, l’umile novizia mi stende la stia piccola mano e mirisponde sorridente: «Ma si, signorina non è che ciò!»Rimasi confusa e commossa, ed anche adesso, ogniqualvolta ricordo questo fatto che umilia me ed esaltalei, provo le stesse impressioni provate allora».

Ma se Suor Maria-Bernarda non veniva presentataalle nuove arrivate, se si obbligavano a ricominciare leloro lettere quelle che scrivendo alle famiglie comunica-vano le loro impressioni sul fiore dei Pirenei e la loroammirazione per lei, le sue compagne però si facevanouna gioia come una specie di puntiglio di onore di rico-noscerla. L’una la riconosceva al suo sguardo che erastato in contatto col soprannaturale; un’altra al suo rac-coglimento; una terza poi, al vederla in preghiera inmezzo alle sue consorelle innanzi alla Vergine del Novi-ziato, esclamava: «E’ la privilegiata della Grotta».Ognuna insomma aveva un modo speciale di ricono-scerla, e non s’ingannavano.

Alle ricreazioni poi, Suor Maria-Bernarda prendevaparte con un ardore ammirabile. Collocandosi un giornoin mezzo alle due novizie più alte: «Vedete, che cosason io: eh! sì potrei davvero credere di essere qualchecosa con la mia piccola statura». E rideva di buon cuo-re nel pensare «che a Lourdes la si vendeva per dieci

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«Non è che ciò?» Subito, con un gesto spontaneo e gen-tile, l’umile novizia mi stende la stia piccola mano e mirisponde sorridente: «Ma si, signorina non è che ciò!»Rimasi confusa e commossa, ed anche adesso, ogniqualvolta ricordo questo fatto che umilia me ed esaltalei, provo le stesse impressioni provate allora».

Ma se Suor Maria-Bernarda non veniva presentataalle nuove arrivate, se si obbligavano a ricominciare leloro lettere quelle che scrivendo alle famiglie comunica-vano le loro impressioni sul fiore dei Pirenei e la loroammirazione per lei, le sue compagne però si facevanouna gioia come una specie di puntiglio di onore di rico-noscerla. L’una la riconosceva al suo sguardo che erastato in contatto col soprannaturale; un’altra al suo rac-coglimento; una terza poi, al vederla in preghiera inmezzo alle sue consorelle innanzi alla Vergine del Novi-ziato, esclamava: «E’ la privilegiata della Grotta».Ognuna insomma aveva un modo speciale di ricono-scerla, e non s’ingannavano.

Alle ricreazioni poi, Suor Maria-Bernarda prendevaparte con un ardore ammirabile. Collocandosi un giornoin mezzo alle due novizie più alte: «Vedete, che cosason io: eh! sì potrei davvero credere di essere qualchecosa con la mia piccola statura». E rideva di buon cuo-re nel pensare «che a Lourdes la si vendeva per dieci

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centesimi; è tutto quel che valgo!». Talvolta si metteva acantarellare alcune strofe nel dialetto dei Pirenei e si di-vertiva un mondo nel vedere che le sue compagne noncomprendevano un’acca. Ma in mezzo a tanta giulivaingenuità era ben raro che una parola del buon Dio nonle sgorgasse dal cuore e dalle labbra.

Tutto del resto veniva a riferirsi a Lui, che formava ilcentro della sua vita. Passando sotto un pomo: «Ah!questi pomi! io non li amo; mi ricordano il peccato ori-ginale» e più lungi: «Ma! viva l’uva! essa mi fa pensareal Sangue di Gesù Cristo!»

«Una cosa mi colpiva, diceva una novizia: capitavasovente che il primo suono della campana, annunziantela fine della ricreazione, ci sorprendesse in un buon mo-mento di riso schietto ed anche un po’ rumoroso: in unattimo tutto il suo essere rientrava nella calma e nel rac-coglimento più profondo; si sarebbe detto che uscivanon già dalla ricreazione, ma dalla cappella; e mentrenoi ci sforzavamo ancora per raccoglierci, ella già pare-va tutta immersa nel pensiero di Nostro Signore».

Il dolore intanto non cessava di essere l’ospite diquest’anima predestinata, e noi vedremo più tardi qualevittima gradita a Dio esso sia riuscito a farne. «Ognivolta che Iddio onora un’anima con favori straordinari,che sono il preludio d’una eternità felice, non manca

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centesimi; è tutto quel che valgo!». Talvolta si metteva acantarellare alcune strofe nel dialetto dei Pirenei e si di-vertiva un mondo nel vedere che le sue compagne noncomprendevano un’acca. Ma in mezzo a tanta giulivaingenuità era ben raro che una parola del buon Dio nonle sgorgasse dal cuore e dalle labbra.

Tutto del resto veniva a riferirsi a Lui, che formava ilcentro della sua vita. Passando sotto un pomo: «Ah!questi pomi! io non li amo; mi ricordano il peccato ori-ginale» e più lungi: «Ma! viva l’uva! essa mi fa pensareal Sangue di Gesù Cristo!»

«Una cosa mi colpiva, diceva una novizia: capitavasovente che il primo suono della campana, annunziantela fine della ricreazione, ci sorprendesse in un buon mo-mento di riso schietto ed anche un po’ rumoroso: in unattimo tutto il suo essere rientrava nella calma e nel rac-coglimento più profondo; si sarebbe detto che uscivanon già dalla ricreazione, ma dalla cappella; e mentrenoi ci sforzavamo ancora per raccoglierci, ella già pare-va tutta immersa nel pensiero di Nostro Signore».

Il dolore intanto non cessava di essere l’ospite diquest’anima predestinata, e noi vedremo più tardi qualevittima gradita a Dio esso sia riuscito a farne. «Ognivolta che Iddio onora un’anima con favori straordinari,che sono il preludio d’una eternità felice, non manca

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mai di mostrarle sotto il velo, che solleva a metà, un al-tare e un calice». La nostra Beata non sfuggirà a questalegge; ella s’immolerà sull’altare, berrà al «calice»dell’amore e del dolore; e questa sarà, secondo la suamaniera d’esprimersi, la sua funzione.

Sarebbe stata tutta la sua gioia di seguire gli esercizidel Noviziato colle sue compagne, ma la malattia la rite-neva spesso inchiodata su d’un letto nell’infermeria.Nonostante questa contrarietà, non la si udiva mai la-mentarsi; dimenticando se stessa per le altre, domanda-va perdono alle sue compagne, perchè i suoi violenticolpi di tosse potevano impedire loro di dormire. Se percaso avveniva che, durante la notte, qualcuna si recasseal suo capezzale per recarle sollievo nelle sue crisi diasma: «Oh! non vi disturbate» esclamava, e diceva que-ste parole con tale un accento, che esprimeva vivamenteil profondo dispiacere che provava di dover recare di-sturbo alle sue compagne; dispiacere che per esse invecesi trasformava in gioia. Non ve n’era alcuna che non ri-tenesse come una grazia speciale quella di assisterla, divivere così più vicino a lei, di edificarsi al contatto dellasua accettazione, piena e giuliva, della sofferenza.

«Potete tirare fin che volete» diceva un giorno mentrele si medicavano le spalle, a cui si erano applicati vesci-canti per vedere se si poteva arrivare ad impedire gli

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mai di mostrarle sotto il velo, che solleva a metà, un al-tare e un calice». La nostra Beata non sfuggirà a questalegge; ella s’immolerà sull’altare, berrà al «calice»dell’amore e del dolore; e questa sarà, secondo la suamaniera d’esprimersi, la sua funzione.

Sarebbe stata tutta la sua gioia di seguire gli esercizidel Noviziato colle sue compagne, ma la malattia la rite-neva spesso inchiodata su d’un letto nell’infermeria.Nonostante questa contrarietà, non la si udiva mai la-mentarsi; dimenticando se stessa per le altre, domanda-va perdono alle sue compagne, perchè i suoi violenticolpi di tosse potevano impedire loro di dormire. Se percaso avveniva che, durante la notte, qualcuna si recasseal suo capezzale per recarle sollievo nelle sue crisi diasma: «Oh! non vi disturbate» esclamava, e diceva que-ste parole con tale un accento, che esprimeva vivamenteil profondo dispiacere che provava di dover recare di-sturbo alle sue compagne; dispiacere che per esse invecesi trasformava in gioia. Non ve n’era alcuna che non ri-tenesse come una grazia speciale quella di assisterla, divivere così più vicino a lei, di edificarsi al contatto dellasua accettazione, piena e giuliva, della sofferenza.

«Potete tirare fin che volete» diceva un giorno mentrele si medicavano le spalle, a cui si erano applicati vesci-canti per vedere se si poteva arrivare ad impedire gli

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sbocchi di sangue, «sono tenace al male; sono come igatti che non possono morire».

Ma la mano divina, che crocifiggeva in questa manie-ra Suor Maria-Bernarda con le sofferenze fisiche e conle umiliazioni, faceva pure dolorosamente pesare la cro-ce sul suo cuore! L’8 dicembre 1866 moriva sua madre«che sembrava non poter più vivere dopo la partenzadella figlia» (1).

Qual giorno poteva Iddio scegliere, più indicato diquesto, per chiamare a sè la madre di Bernadetta, dellapiccola ambasciatrice dell’Immacolata Concezione?

Suor Maria-Bernarda che amava teneramente la ma-dre sua, svenne quando ne apprese la morte; ma ritorna-ta in sè, il Fiat fu la sua prima parola: «Mio Dio, voil’avete voluto, ed io accetto il calice che mi avete pre-sentato: che il vostro santo Nome sia benedetto».

In questo modo le grazie del soffrire preparavanoBernadetta alla professione religiosa, che ella fece contutte le sue compagne il 30 ottobre 1867.

D’ora innanzi, più che pel passato, ella apparterrà tut-ta a Gesù!

E chi mai ci potrà dire quanto dovette essere gradital’offerta di questo cuore, già tutto ripieno di un santoamore di Dio, che s’innalzava verso di Lui sulle ali della

1 Era la zia di Bernadetta che lo diceva.

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sbocchi di sangue, «sono tenace al male; sono come igatti che non possono morire».

Ma la mano divina, che crocifiggeva in questa manie-ra Suor Maria-Bernarda con le sofferenze fisiche e conle umiliazioni, faceva pure dolorosamente pesare la cro-ce sul suo cuore! L’8 dicembre 1866 moriva sua madre«che sembrava non poter più vivere dopo la partenzadella figlia» (1).

Qual giorno poteva Iddio scegliere, più indicato diquesto, per chiamare a sè la madre di Bernadetta, dellapiccola ambasciatrice dell’Immacolata Concezione?

Suor Maria-Bernarda che amava teneramente la ma-dre sua, svenne quando ne apprese la morte; ma ritorna-ta in sè, il Fiat fu la sua prima parola: «Mio Dio, voil’avete voluto, ed io accetto il calice che mi avete pre-sentato: che il vostro santo Nome sia benedetto».

In questo modo le grazie del soffrire preparavanoBernadetta alla professione religiosa, che ella fece contutte le sue compagne il 30 ottobre 1867.

D’ora innanzi, più che pel passato, ella apparterrà tut-ta a Gesù!

E chi mai ci potrà dire quanto dovette essere gradital’offerta di questo cuore, già tutto ripieno di un santoamore di Dio, che s’innalzava verso di Lui sulle ali della

1 Era la zia di Bernadetta che lo diceva.

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preghiera, e che già sapeva comprendere e gustare lavirtù della croce?

II.L’INFERMIERA-LA SACRESTANA

Suor Maria-Bernarda era finalmente tutta di Dio: aLui colle sue compagne si era totalmente consacrata permezzo della professione religiosa ed ora per queste ani-me, che la verginità del loro amore aveva unito alloSposo divino, l’ora dell’apostolato stava per suonare;dovevano perciò discendere dalla montagna santa, ab-bandonare il dolce santuario del Noviziato.

La sera stessa della professione, le Suore della CasaMadre e le religiose venute pel santo ritiro stavano riu-nite nella grande sala del Noviziato, aspettando cheMonsignor Forcade, che presiedeva la riunione, rimet-tesse in pubblico alle nuove professe le lettere d’ubbi-dienza. Per mezzo della voce dei Superiori, il Padronedella Vigna assegnava a ciascuna la porzione da coltiva-re e tutte, nella gioia riconoscente d’essere chiamate adivenire le cooperatrici dell’opera sua, trovavano che laparte loro toccata in sorte, qualunque fosse il suo nome,era superiore ai loro meriti. Dopo la presa di possessodelle anime loro da parte del Celeste Sposo, esse purepotevano esclamare: «Tutto quanto è in me è vostro, o

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preghiera, e che già sapeva comprendere e gustare lavirtù della croce?

II.L’INFERMIERA-LA SACRESTANA

Suor Maria-Bernarda era finalmente tutta di Dio: aLui colle sue compagne si era totalmente consacrata permezzo della professione religiosa ed ora per queste ani-me, che la verginità del loro amore aveva unito alloSposo divino, l’ora dell’apostolato stava per suonare;dovevano perciò discendere dalla montagna santa, ab-bandonare il dolce santuario del Noviziato.

La sera stessa della professione, le Suore della CasaMadre e le religiose venute pel santo ritiro stavano riu-nite nella grande sala del Noviziato, aspettando cheMonsignor Forcade, che presiedeva la riunione, rimet-tesse in pubblico alle nuove professe le lettere d’ubbi-dienza. Per mezzo della voce dei Superiori, il Padronedella Vigna assegnava a ciascuna la porzione da coltiva-re e tutte, nella gioia riconoscente d’essere chiamate adivenire le cooperatrici dell’opera sua, trovavano che laparte loro toccata in sorte, qualunque fosse il suo nome,era superiore ai loro meriti. Dopo la presa di possessodelle anime loro da parte del Celeste Sposo, esse purepotevano esclamare: «Tutto quanto è in me è vostro, o

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mio Dio; vostro per il lavoro, vostro per la sofferenza,vostro per tutti i vostri disegni, desideri, beneplaciti».

Forse nessun’altra lo diceva con più amore di SuorMaria-Bernarda. Ma dove mai l’ubbidienza dirigerà isuoi passi? La fanciulla della Grotta aveva cercatol’ombra del convento «per nascondersi» e la SuperioraGenerale entrava perfettamente nei suoi desideri di la-sciarla in quest’ombra, in questa solitudine, nell’atmo-sfera benedetta della Casa-Madre. Ma questo era un pri-vilegio: furono perciò prese tutte le misure col Vescovoper non accordarglielo senza umiliazioni.

Le lettere d’ubbidienza erano già state tutte distribui-te; a lei sola nulla era stato ancora assegnato.

«E alla nostra Suor Maria-Bernarda? domandò il Ve-scovo?»

«Monsignore, rispose la Reverenda Madre Generale,siamo molto imbarazzate a suo riguardo, non è capacedi far nulla».

– E allora?«Se Vostra Eccellenza non ha niente in contrario, cer-

cheremo per somma grazia di utilizzarla in casa, desti-nandola ad aiutare un poco la Suora infermiera; è tuttoquello che può fare».

Monsignore approvò e diede la sua benedizione allagiovane religiosa, la quale sentì vivamente questa umi-

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mio Dio; vostro per il lavoro, vostro per la sofferenza,vostro per tutti i vostri disegni, desideri, beneplaciti».

Forse nessun’altra lo diceva con più amore di SuorMaria-Bernarda. Ma dove mai l’ubbidienza dirigerà isuoi passi? La fanciulla della Grotta aveva cercatol’ombra del convento «per nascondersi» e la SuperioraGenerale entrava perfettamente nei suoi desideri di la-sciarla in quest’ombra, in questa solitudine, nell’atmo-sfera benedetta della Casa-Madre. Ma questo era un pri-vilegio: furono perciò prese tutte le misure col Vescovoper non accordarglielo senza umiliazioni.

Le lettere d’ubbidienza erano già state tutte distribui-te; a lei sola nulla era stato ancora assegnato.

«E alla nostra Suor Maria-Bernarda? domandò il Ve-scovo?»

«Monsignore, rispose la Reverenda Madre Generale,siamo molto imbarazzate a suo riguardo, non è capacedi far nulla».

– E allora?«Se Vostra Eccellenza non ha niente in contrario, cer-

cheremo per somma grazia di utilizzarla in casa, desti-nandola ad aiutare un poco la Suora infermiera; è tuttoquello che può fare».

Monsignore approvò e diede la sua benedizione allagiovane religiosa, la quale sentì vivamente questa umi-

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liazione, che le veniva inflitta in pubblico (e lo confessòconfidenzialmente più tardi); ma in quel momento nullalasciò trasparire, ed alla ricreazione che ne seguì dimo-strò quella amabilità ed espansione che le erano ordina-rie.

Seguiamola in questa via tracciatale dall’ubbidienza.Carità soprannaturale, amabile bontà, fermezza corag-giosa, ecco ciò che vedremo rifulgere in lei. «Ella cura-va le ammalate con una delicatezza infinita, dice una re-ligiosa. Sempre dolce, buona, sorridente; e malgrado lastanchezza che pure provava, le sue cure assidue, affet-tuose, erano quelle d’una Madre».

«Qualche mese dopo il mio arrivo al Noviziato fuicolpita da febbri di tifo, scrive una suora, ed ebbi il pia-cere d’essere assistita da Suor Maria-Bernarda; mai po-trò dimenticare le sue premure più che affettuose duran-te questa mia malattia».

La bontà, infatti della giovane infermiera, era supe-riore ad ogni elogio.

Quando si avvicinava al letto d’una ammalata si sa-rebbe presa per un angiolo di carità, tanto i suoi incorag-giamenti erano pieni di dolcezza e di forza, tanto eragrande la calma e la consolazione che recavano. Ed ag-giungeva a ciò una dolce ed amabile nota spirituale chenon mancava mai: Si sforzava di distrarre le sue amma-

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liazione, che le veniva inflitta in pubblico (e lo confessòconfidenzialmente più tardi); ma in quel momento nullalasciò trasparire, ed alla ricreazione che ne seguì dimo-strò quella amabilità ed espansione che le erano ordina-rie.

Seguiamola in questa via tracciatale dall’ubbidienza.Carità soprannaturale, amabile bontà, fermezza corag-giosa, ecco ciò che vedremo rifulgere in lei. «Ella cura-va le ammalate con una delicatezza infinita, dice una re-ligiosa. Sempre dolce, buona, sorridente; e malgrado lastanchezza che pure provava, le sue cure assidue, affet-tuose, erano quelle d’una Madre».

«Qualche mese dopo il mio arrivo al Noviziato fuicolpita da febbri di tifo, scrive una suora, ed ebbi il pia-cere d’essere assistita da Suor Maria-Bernarda; mai po-trò dimenticare le sue premure più che affettuose duran-te questa mia malattia».

La bontà, infatti della giovane infermiera, era supe-riore ad ogni elogio.

Quando si avvicinava al letto d’una ammalata si sa-rebbe presa per un angiolo di carità, tanto i suoi incorag-giamenti erano pieni di dolcezza e di forza, tanto eragrande la calma e la consolazione che recavano. Ed ag-giungeva a ciò una dolce ed amabile nota spirituale chenon mancava mai: Si sforzava di distrarre le sue amma-

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late con qualche racconto interessante, in cui il lato pioteneva il posto principale, e lo faceva con tale destrezzada far dimenticare per un istante le nostre sofferenze».

Tale era la fisionomia generale di Suor Maria-Bernar-da infermiera; per conoscerla meglio entriamo in qual-che particolare. Non poteva veder soffrire, senza prova-re ella pure vivi sentimenti di compassione. Una serache il fuoco si era sviluppato nella farmacia, la suoranovizia che ne era incaricata fu talmente impressionata efu assalita da dolori così forti, da strapparle per ben ven-tiquattro ore grida strazianti. Suor Maria-Bernardanon sapendo a qual rimedio ricorrere per calmarla,rivoltasi ad una compagna le disse: «Proviamoci adarle dell’acqua di Lourdes; ed intanto mettiamociin ginocchio e preghiamo fervorosamente». Qualcheminuto dopo la Vergine di Lourdes premiava la con-fidenza in Lei riposta; la novizia non sentiva più do -lore alcuno. In un’altra circostanza essendosi messain ginocchio dinanzi ad una statua di San Giuseppeper implorare l’aiuto della Santa Vergine: «E che!esclamò l’ammalata, è dinanzi ad una statua di SanGiuseppe che voi pregate la Madonna?»

«State tranquilla, rispose, in Paradiso se la in-tendono, là non v’è punto gelosia».

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late con qualche racconto interessante, in cui il lato pioteneva il posto principale, e lo faceva con tale destrezzada far dimenticare per un istante le nostre sofferenze».

Tale era la fisionomia generale di Suor Maria-Bernar-da infermiera; per conoscerla meglio entriamo in qual-che particolare. Non poteva veder soffrire, senza prova-re ella pure vivi sentimenti di compassione. Una serache il fuoco si era sviluppato nella farmacia, la suoranovizia che ne era incaricata fu talmente impressionata efu assalita da dolori così forti, da strapparle per ben ven-tiquattro ore grida strazianti. Suor Maria-Bernardanon sapendo a qual rimedio ricorrere per calmarla,rivoltasi ad una compagna le disse: «Proviamoci adarle dell’acqua di Lourdes; ed intanto mettiamociin ginocchio e preghiamo fervorosamente». Qualcheminuto dopo la Vergine di Lourdes premiava la con-fidenza in Lei riposta; la novizia non sentiva più do -lore alcuno. In un’altra circostanza essendosi messain ginocchio dinanzi ad una statua di San Giuseppeper implorare l’aiuto della Santa Vergine: «E che!esclamò l’ammalata, è dinanzi ad una statua di SanGiuseppe che voi pregate la Madonna?»

«State tranquilla, rispose, in Paradiso se la in-tendono, là non v’è punto gelosia».

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E ancora: «Voi soffrite, non è vero? Ebbene aspet-tatemi; vado a fare una visita a mio padre».

– A vostro padre?– Sì, e non sapete dunque che adesso mio padre è ap-

punto S. Giuseppe?Ed è ben raro che queste visite e queste preghiere

non ottenessero l’effetto desiderato. Se «la confiden-za stabilisce tra Dio e la creatura una corrente d’inti -ma e reciproca simpatia» come non la stabilirebbetra i Santi? Ora la confidenza e la simpatia farebberodiscendere il Cielo in terra.

Ma alla bontà, la pia infermiera univa la fermezza.«Durante il mio Noviziato ebbi l’insigne favore direstare due giorni all’infermeria accanto a Suor Ma-ria-Bernarda. In seguito ad un vivo dispiacere, avevoavuto due forti attacchi di febbre, e se ne temeva un ter-zo. La nostra buona Maestra delle Novizie, che avevaindovinato il mio male, era venuta la sera a consolarmi,e questa visita congiunta alle cure amorose prestatemi,aveva avuto per effetto di farmi passare una notte tran-quilla. Al mattino, sentendomi meglio, con sollecitudinemi alzai per andare ad ascoltare la Santa Messa. Finitele mie devozioni, rientrai verso le otto all’infermeria; equal non fu la mia meraviglia quando una mia compa-

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E ancora: «Voi soffrite, non è vero? Ebbene aspet-tatemi; vado a fare una visita a mio padre».

– A vostro padre?– Sì, e non sapete dunque che adesso mio padre è ap-

punto S. Giuseppe?Ed è ben raro che queste visite e queste preghiere

non ottenessero l’effetto desiderato. Se «la confiden-za stabilisce tra Dio e la creatura una corrente d’inti -ma e reciproca simpatia» come non la stabilirebbetra i Santi? Ora la confidenza e la simpatia farebberodiscendere il Cielo in terra.

Ma alla bontà, la pia infermiera univa la fermezza.«Durante il mio Noviziato ebbi l’insigne favore direstare due giorni all’infermeria accanto a Suor Ma-ria-Bernarda. In seguito ad un vivo dispiacere, avevoavuto due forti attacchi di febbre, e se ne temeva un ter-zo. La nostra buona Maestra delle Novizie, che avevaindovinato il mio male, era venuta la sera a consolarmi,e questa visita congiunta alle cure amorose prestatemi,aveva avuto per effetto di farmi passare una notte tran-quilla. Al mattino, sentendomi meglio, con sollecitudinemi alzai per andare ad ascoltare la Santa Messa. Finitele mie devozioni, rientrai verso le otto all’infermeria; equal non fu la mia meraviglia quando una mia compa-

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gna mi si avvicinò e mi disse che Suor Maria-Bernardaera molto malcontenta di me, perchè mi ero alzata senzapermesso! Mi misi subito alla sua ricerca, ma per quantola cercassi non mi fu possibile d’incontrarla, benchè sa-pessi che si trovava all’infermeria. Finalmente la rag-giunsi, e subito le esposi le ragioni che, a mio modo divedere, erano ottime. Ma ella mi parlò dell’ubbidienzareligiosa, non meno obbligatoria nell’infermeria che nelNoviziato, con tali accenti di persuasione, che io, mal-grado il mio spirito d’indipendenza, ben forte allora inme, le dissi: «Che devo fare?» – «Rimettervi a letto!» –Confesso che ciò mi costava non poco; ma la buona in-fermiera mi aveva talmente convinta, che senza esitarecedetti al suo desiderio.

Una postulante ammalata, alla quale ella aveva racco-mandato di tenersi ben coperta nel letto, trovando questaraccomandazione troppo noiosa, si credette lecito diprendere il suo Manuale delle Figlie di Maria che tenevaancora presso di sè, e di recitare il piccolo Uffizio dellaMadonna! La sorprese in questa preghiera Suor Maria-Bernarda: «Ah! ecco un bel fervore cucito di disobbe-dienza!». E senza aggiungere altro le tolse dalle mani illibro che quella non rivide più.

Avvenne in questo periodo di tempo che il dottoreVoisin, medico della Salpêtrière, volendo dimostrare la

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gna mi si avvicinò e mi disse che Suor Maria-Bernardaera molto malcontenta di me, perchè mi ero alzata senzapermesso! Mi misi subito alla sua ricerca, ma per quantola cercassi non mi fu possibile d’incontrarla, benchè sa-pessi che si trovava all’infermeria. Finalmente la rag-giunsi, e subito le esposi le ragioni che, a mio modo divedere, erano ottime. Ma ella mi parlò dell’ubbidienzareligiosa, non meno obbligatoria nell’infermeria che nelNoviziato, con tali accenti di persuasione, che io, mal-grado il mio spirito d’indipendenza, ben forte allora inme, le dissi: «Che devo fare?» – «Rimettervi a letto!» –Confesso che ciò mi costava non poco; ma la buona in-fermiera mi aveva talmente convinta, che senza esitarecedetti al suo desiderio.

Una postulante ammalata, alla quale ella aveva racco-mandato di tenersi ben coperta nel letto, trovando questaraccomandazione troppo noiosa, si credette lecito diprendere il suo Manuale delle Figlie di Maria che tenevaancora presso di sè, e di recitare il piccolo Uffizio dellaMadonna! La sorprese in questa preghiera Suor Maria-Bernarda: «Ah! ecco un bel fervore cucito di disobbe-dienza!». E senza aggiungere altro le tolse dalle mani illibro che quella non rivide più.

Avvenne in questo periodo di tempo che il dottoreVoisin, medico della Salpêtrière, volendo dimostrare la

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sua tesi che quasi sempre le allucinazioni conduconoalla pazzia adduceva come prova questo argomento: – Ilmiracolo di Lourdes è stato creduto sulla fede di unafanciulla allucinata, che ora è rinchiusa nel Conventodelle Orsoline di Nevers».

Non appena il Vescovo di Nevers conobbe questa as-serzione, scrisse immediatamente al giornale L’Universla lettera seguente:

Caro Signore,«Come vi è noto, un medico della Salpêtrière, espo-

nendo le sue teorie sulle allucinazioni, pretese or non èmolto, che Bernadetta Soubirous, in religione Suor Ma-ria Bernarda, è stata rinchiusa come pazza nel Conventodelle Orsoline di Nevers. Voi mi renderete un vero favo-re se nella vostra bontà vi degnerete di pubblicare lapresente, con la quale ho l’onore di dichiarare:

«1° Che Suor Maria-Bernarda non ha mai posto piedenel Convento delle Orsoline di Nevers;

«2° Che dimorando, è vero, a Nevers, ma nella Casa-Madre delle Suore della Carità e dell’Istruzione Cristia-na, ella vi è entrata e vi dimora non meno liberamenteche qualunque altra Suora;

«3 Che lungi dall’essere pazza, è una persona di unasaviezza poco comune, e d’una calma senza pari. Inoltre

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sua tesi che quasi sempre le allucinazioni conduconoalla pazzia adduceva come prova questo argomento: – Ilmiracolo di Lourdes è stato creduto sulla fede di unafanciulla allucinata, che ora è rinchiusa nel Conventodelle Orsoline di Nevers».

Non appena il Vescovo di Nevers conobbe questa as-serzione, scrisse immediatamente al giornale L’Universla lettera seguente:

Caro Signore,«Come vi è noto, un medico della Salpêtrière, espo-

nendo le sue teorie sulle allucinazioni, pretese or non èmolto, che Bernadetta Soubirous, in religione Suor Ma-ria Bernarda, è stata rinchiusa come pazza nel Conventodelle Orsoline di Nevers. Voi mi renderete un vero favo-re se nella vostra bontà vi degnerete di pubblicare lapresente, con la quale ho l’onore di dichiarare:

«1° Che Suor Maria-Bernarda non ha mai posto piedenel Convento delle Orsoline di Nevers;

«2° Che dimorando, è vero, a Nevers, ma nella Casa-Madre delle Suore della Carità e dell’Istruzione Cristia-na, ella vi è entrata e vi dimora non meno liberamenteche qualunque altra Suora;

«3 Che lungi dall’essere pazza, è una persona di unasaviezza poco comune, e d’una calma senza pari. Inoltre

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io mi prendo la libertà di invitare il sullodato illustreprofessore a venire in persona a verificare l’esattezza diquesta triplice affermazione.

«Se volesse degnarsi di farmi conoscere il giorno delsuo arrivo, m’incaricherei di metterlo in relazione conSuor Maria-Bernarda: e perchè non gli fosse possibile diconcepire alcun dubbio sulla sua identità, pregherei ilProcuratore della Repubblica di aver la gentilezza dipresentargliela egli stesso. Gli sarebbe in seguito volen-tieri concesso di studiarla, di interrogarla per tutto iltempo che egli vorrà.

«In quanto a me, gli prometto la più amabile ospitali-tà.

† AGOSTINO, Vescovo di Nevers.3 ottobre 1872».

Due o tre mesi dopo la pubblicazione della Conferen-za del dott. Voisin, il dottor Damoiseau, Presidente dellaSocietà dei Medici dell’Orne, scrisse al dottor RobertSt-Cyr, Presidente della Società dei Medici della Nièvre,pregandolo di dargli schiarimenti positivi sullo statomentale di Bernadetta.

Ecco qual fu la risposta:

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io mi prendo la libertà di invitare il sullodato illustreprofessore a venire in persona a verificare l’esattezza diquesta triplice affermazione.

«Se volesse degnarsi di farmi conoscere il giorno delsuo arrivo, m’incaricherei di metterlo in relazione conSuor Maria-Bernarda: e perchè non gli fosse possibile diconcepire alcun dubbio sulla sua identità, pregherei ilProcuratore della Repubblica di aver la gentilezza dipresentargliela egli stesso. Gli sarebbe in seguito volen-tieri concesso di studiarla, di interrogarla per tutto iltempo che egli vorrà.

«In quanto a me, gli prometto la più amabile ospitali-tà.

† AGOSTINO, Vescovo di Nevers.3 ottobre 1872».

Due o tre mesi dopo la pubblicazione della Conferen-za del dott. Voisin, il dottor Damoiseau, Presidente dellaSocietà dei Medici dell’Orne, scrisse al dottor RobertSt-Cyr, Presidente della Società dei Medici della Nièvre,pregandolo di dargli schiarimenti positivi sullo statomentale di Bernadetta.

Ecco qual fu la risposta:

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Nevers, 3 settembre 1872.Mio caro collega,

«Non avreste potuto meglio indirizzarvi per avere glischiarimenti che desiderate circa la giovinetta di Lour-des, oggidì Suor Maria-Bernarda. Medico della Comu-nità ho prestato per lungo tempo le mie cure a questagiovane suora, di cui la salute delicata c’ispirava viveinquietudini. Ora il suo stato è migliorato, e nella suaqualità d’infermiera mi aiuta a curare le ammalate, di-simpegnando perfettamente la sua carica. Piccola,d’aspetto meschino, ella ha ventisette anni. Natura cal-ma e dolce, assiste le sue ammalate con molta intelli-genza e senza mai trascurare le prescrizioni fatte; perciògode una grande autorità, ed ha tutta la mia fiducia.

«Voi vedete, mio caro collega, che questa giovanesuora è tutt’altro che alienata; dirò meglio: la sua naturacalma, semplice e dolce la fa pendere da tutt’altra parteche non da questa. Sono molto contento, caro collega, dicogliere quest’occasione per ragionare con voi e dì farvipiacere favorendovi gli schiarimenti richiesti, ecc.

Dott. ROBERT ST-CYR,Presid. della Società dei Medici della Nièvre».

Questa lettera del medico della Casa-Madre ci fa co-noscere l’alta idea che egli aveva di Suor Maria-Bernar-

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Nevers, 3 settembre 1872.Mio caro collega,

«Non avreste potuto meglio indirizzarvi per avere glischiarimenti che desiderate circa la giovinetta di Lour-des, oggidì Suor Maria-Bernarda. Medico della Comu-nità ho prestato per lungo tempo le mie cure a questagiovane suora, di cui la salute delicata c’ispirava viveinquietudini. Ora il suo stato è migliorato, e nella suaqualità d’infermiera mi aiuta a curare le ammalate, di-simpegnando perfettamente la sua carica. Piccola,d’aspetto meschino, ella ha ventisette anni. Natura cal-ma e dolce, assiste le sue ammalate con molta intelli-genza e senza mai trascurare le prescrizioni fatte; perciògode una grande autorità, ed ha tutta la mia fiducia.

«Voi vedete, mio caro collega, che questa giovanesuora è tutt’altro che alienata; dirò meglio: la sua naturacalma, semplice e dolce la fa pendere da tutt’altra parteche non da questa. Sono molto contento, caro collega, dicogliere quest’occasione per ragionare con voi e dì farvipiacere favorendovi gli schiarimenti richiesti, ecc.

Dott. ROBERT ST-CYR,Presid. della Società dei Medici della Nièvre».

Questa lettera del medico della Casa-Madre ci fa co-noscere l’alta idea che egli aveva di Suor Maria-Bernar-

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da come infermiera. Ella esercitò questa carica finoall’anno 1874, quando cioè il dottore dichiarò che vede-va «qualche pericolo a lasciare vegetare nell’aria mefiti-ca d’una infermeria un soggetto così infermiccio». Le fuperciò assegnata la carica di sagrestana. Si può facil-mente immaginare come questa nuova funzione dovesseper molte ragioni tornarle più gradita della precedente,ma non ne fece parola. «E’ che sapeva ubbidire cieca-mente, senza mai dimostrare in qualsiasi circostanzagioia o dolore» (1).

Non fa bisogno di dire che fin dal principio sì proposecon volontà generosa dì disimpegnare premurosamentequest’uffizio che ci invidierebbero volentieri gli angeli;quest’uffizio che le permetteva d’essere, per così dire, laCustode del Tabernacolo e la compagna più assidua diNostro Signore nella S. Eucaristia.

Chi ci potrà narrare i lunghi colloqui di questa animasemplice e pura col buon Maestro?

Una vigilia della Solennità del S. Natale, avendo SuorMaria-Bernarda preso tra le sue braccia il Santo Bambi-nello per deporlo nel Presepio, fu udita esclamare: «Do-vete avere sofferto molto freddo, mio povero piccoloGesù, nella stalla di Betlemme. Oh! non avevano certa-mente cuore quegli abitanti per non darvi l’ospitalità!».

1 Monsignor FORCADE, Opera citata.

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da come infermiera. Ella esercitò questa carica finoall’anno 1874, quando cioè il dottore dichiarò che vede-va «qualche pericolo a lasciare vegetare nell’aria mefiti-ca d’una infermeria un soggetto così infermiccio». Le fuperciò assegnata la carica di sagrestana. Si può facil-mente immaginare come questa nuova funzione dovesseper molte ragioni tornarle più gradita della precedente,ma non ne fece parola. «E’ che sapeva ubbidire cieca-mente, senza mai dimostrare in qualsiasi circostanzagioia o dolore» (1).

Non fa bisogno di dire che fin dal principio sì proposecon volontà generosa dì disimpegnare premurosamentequest’uffizio che ci invidierebbero volentieri gli angeli;quest’uffizio che le permetteva d’essere, per così dire, laCustode del Tabernacolo e la compagna più assidua diNostro Signore nella S. Eucaristia.

Chi ci potrà narrare i lunghi colloqui di questa animasemplice e pura col buon Maestro?

Una vigilia della Solennità del S. Natale, avendo SuorMaria-Bernarda preso tra le sue braccia il Santo Bambi-nello per deporlo nel Presepio, fu udita esclamare: «Do-vete avere sofferto molto freddo, mio povero piccoloGesù, nella stalla di Betlemme. Oh! non avevano certa-mente cuore quegli abitanti per non darvi l’ospitalità!».

1 Monsignor FORCADE, Opera citata.

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Ma avveniva che in questa carica Suor Maria-Bernar-da fosse troppo esposta alla curiosità delle persone chevenivano alla Cappella. Quante volte non le accadde disentirsi dire: «Sorella, quanto ci farebbe piacere di vede-re Bernadetta! Potreste farla venire per un istante solo?»

La piccola sagrestana salutava amabilmente, partivacome per andare a cercare la Suora desiderata e non ri-tornava più. Era questa una sofferenza per la sua umiltà;e le Superiore, che anch’esse si facevano, nella loro pru-denza, un dovere di sottrarla agli occhi del pubblico, locompresero facilmente. Perciò ben presto Suor Maria-Bernarda non ebbe più che un uffizio, ma questo moltosuperiore agli altri: «quello cioè che le veniva diretta-mente da Dio, e che fu, a dire il vero, l’unico uffizio nel-la sua vita religiosa: essere vittima per l’espiazione deipeccati, e per conseguenza pel trionfo della Chiesa e perla salvezza della Francia». (1).

1 Monsignor FORCADE, Opera citata.

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Ma avveniva che in questa carica Suor Maria-Bernar-da fosse troppo esposta alla curiosità delle persone chevenivano alla Cappella. Quante volte non le accadde disentirsi dire: «Sorella, quanto ci farebbe piacere di vede-re Bernadetta! Potreste farla venire per un istante solo?»

La piccola sagrestana salutava amabilmente, partivacome per andare a cercare la Suora desiderata e non ri-tornava più. Era questa una sofferenza per la sua umiltà;e le Superiore, che anch’esse si facevano, nella loro pru-denza, un dovere di sottrarla agli occhi del pubblico, locompresero facilmente. Perciò ben presto Suor Maria-Bernarda non ebbe più che un uffizio, ma questo moltosuperiore agli altri: «quello cioè che le veniva diretta-mente da Dio, e che fu, a dire il vero, l’unico uffizio nel-la sua vita religiosa: essere vittima per l’espiazione deipeccati, e per conseguenza pel trionfo della Chiesa e perla salvezza della Francia». (1).

1 Monsignor FORCADE, Opera citata.

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III.LA RELIGIOSA.

Se «la vocazione religiosa è già di per sè un dono su-blime, sul quale l’amore infinito si riposa con grandissi-ma gioia» che dovremmo dire dell’anima religiosa che,trasfigurata dall’umiltà, dalla mortificazione, dalla cari-tà, dalla preghiera, fa di tutto il suo essere un calice con-sacrato alla vita di Gesù? Poichè l’amore divino vi trovatutto il suo riposo, qual non sarebbe il nostro stupore seci fosse dato, non già di intravederla soltanto, ma di pe-netrarla, contemplarla, esserne irradiati dai raggi cele-stiali che, rendendo il distacco più completo, le prepara-no delle trasformazioni più complete?

Nel caso nostro, il calice è Suor Maria-Bernarda, lafanciulla di Lourdes che «adombrata dallo sguardo e dalsorriso della Vergine, potè entrare in contatto col miste-ro di Gesù Cristo, che Maria metteva a sua portata».

E questo mistero l’umile fanciulla lo svela alla suavolta ai nostri occhi, non solo «con l’aprire a tutti, allementi più umili come alle più elevate, una vista meravi-gliosa sulle opere di Dio e sulla profondità della sua Sa-pienza e bontà infinita» (Monsignor Latty) ma ancoracol mostrarci questo mistero continuato nella sua vita diumiltà, di sofferenza e d’immolazione.

Monsignor Lelong, nel giorno dei solenni funerali di

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III.LA RELIGIOSA.

Se «la vocazione religiosa è già di per sè un dono su-blime, sul quale l’amore infinito si riposa con grandissi-ma gioia» che dovremmo dire dell’anima religiosa che,trasfigurata dall’umiltà, dalla mortificazione, dalla cari-tà, dalla preghiera, fa di tutto il suo essere un calice con-sacrato alla vita di Gesù? Poichè l’amore divino vi trovatutto il suo riposo, qual non sarebbe il nostro stupore seci fosse dato, non già di intravederla soltanto, ma di pe-netrarla, contemplarla, esserne irradiati dai raggi cele-stiali che, rendendo il distacco più completo, le prepara-no delle trasformazioni più complete?

Nel caso nostro, il calice è Suor Maria-Bernarda, lafanciulla di Lourdes che «adombrata dallo sguardo e dalsorriso della Vergine, potè entrare in contatto col miste-ro di Gesù Cristo, che Maria metteva a sua portata».

E questo mistero l’umile fanciulla lo svela alla suavolta ai nostri occhi, non solo «con l’aprire a tutti, allementi più umili come alle più elevate, una vista meravi-gliosa sulle opere di Dio e sulla profondità della sua Sa-pienza e bontà infinita» (Monsignor Latty) ma ancoracol mostrarci questo mistero continuato nella sua vita diumiltà, di sofferenza e d’immolazione.

Monsignor Lelong, nel giorno dei solenni funerali di

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Suor Maria-Bernarda, esaltando l’umiltà della giovanevergine esclamava: «Voi mi siete testimoni, sorelle mie,nessuno ha mai cercato di nasconderla; è stata lei stessache si è nascosta: dolente di una sola cosa, di non poter-lo fare tanto quanto avrebbe desiderato. Oh, quantoamava questo ritiro! Quanto temeva di doverlo abban-donare! Quanto paventava di veder venire a lei quelmondo che aveva lasciato!

«Non amava parlare del passato; si sarebbe anzi dettoche cercava di dimenticarlo, o almeno di farlo dimenti-care. Era venuta senza restrizioni a seppellirsi ed a sep-pellire il segreto del Re nella solitudine, e trovava e pro-clamava che nulla v’era al mondo di meglio.

«E quanto è pure degna della nostra ammirazione edelle nostre lodi la sua umiltà negli onori! Non disseforse S. Bernardo che questa è una cosa così rara che unterreno umano non può produrre «una pianta sì prezio-sa? Ma l’umiltà, che fu la virtù per eccellenza della SS.Vergine, fu pure la nota caratteristica della sua figlia pri-vilegiata».

Una Superiora le domandava un giorno: «Non aveteprovato qualche tentazione d’amor proprio nell’esserestata così favorita dalla Vergine Santa?» «Che ideaavete mai di me, Madre mia? non so io forse che, sela Vergine ha scelto me, è perchè ero la più ignoran-

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Suor Maria-Bernarda, esaltando l’umiltà della giovanevergine esclamava: «Voi mi siete testimoni, sorelle mie,nessuno ha mai cercato di nasconderla; è stata lei stessache si è nascosta: dolente di una sola cosa, di non poter-lo fare tanto quanto avrebbe desiderato. Oh, quantoamava questo ritiro! Quanto temeva di doverlo abban-donare! Quanto paventava di veder venire a lei quelmondo che aveva lasciato!

«Non amava parlare del passato; si sarebbe anzi dettoche cercava di dimenticarlo, o almeno di farlo dimenti-care. Era venuta senza restrizioni a seppellirsi ed a sep-pellire il segreto del Re nella solitudine, e trovava e pro-clamava che nulla v’era al mondo di meglio.

«E quanto è pure degna della nostra ammirazione edelle nostre lodi la sua umiltà negli onori! Non disseforse S. Bernardo che questa è una cosa così rara che unterreno umano non può produrre «una pianta sì prezio-sa? Ma l’umiltà, che fu la virtù per eccellenza della SS.Vergine, fu pure la nota caratteristica della sua figlia pri-vilegiata».

Una Superiora le domandava un giorno: «Non aveteprovato qualche tentazione d’amor proprio nell’esserestata così favorita dalla Vergine Santa?» «Che ideaavete mai di me, Madre mia? non so io forse che, sela Vergine ha scelto me, è perchè ero la più ignoran-

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te? Se ne avesse trovata un’altra più ignorante dime, l’avrebbe certamente scelta». In un’altra circo-stanza diceva: «Che merito posso avere, se la Madonnasi è servita di me come d’un sassolino? Ho fatto come ibuoi di Bétharram che hanno scoperto una statua» (1).

Un giorno che si trovava all’infermeria (racconta unareligiosa), le mostrai un’immagine rappresentante laGrotta di Lourdes, e mentre Suor Maria-Bernarda laesaminava, alzai gli occhi sopra di lei con una specie divenerazione. Se ne accorse ella? forse: poichè subito midomandò: – «Che si fa di una scopa?» – «Che domanda!La si adopera per scopare» – «E dopo?» – «La si rimetteal posto suo» – «E dov’è il posto suo?» – «In un cantuc-cio, dietro la porta» – «Ebbene, ecco il fatto mio: la Ver-gine benedetta si è servita di me, poi mi hanno messa inun canto. E’ il mio posto: son contenta, e vi resto».

Noi abbiamo già potuto toccar con mano come aLourdes quest’umiltà del Testimonio di Maria dispones-se le anime a riconoscere il soprannaturale delle Appari-zioni. Il R. P. Sempé, più tardi Superiore dei Padri dellaGrotta, raccontava come egli stesso fosse stato una diqueste fortunate conquiste:

1 La Santa fa qui allusione alla prodigiosa immagine della Vergine SS.ma,che si venera nel Santuario di Bétharram, la quale venne appunto scopertain un solco scavato dall’aratro che era trascinato da un paio di buoi.

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te? Se ne avesse trovata un’altra più ignorante dime, l’avrebbe certamente scelta». In un’altra circo-stanza diceva: «Che merito posso avere, se la Madonnasi è servita di me come d’un sassolino? Ho fatto come ibuoi di Bétharram che hanno scoperto una statua» (1).

Un giorno che si trovava all’infermeria (racconta unareligiosa), le mostrai un’immagine rappresentante laGrotta di Lourdes, e mentre Suor Maria-Bernarda laesaminava, alzai gli occhi sopra di lei con una specie divenerazione. Se ne accorse ella? forse: poichè subito midomandò: – «Che si fa di una scopa?» – «Che domanda!La si adopera per scopare» – «E dopo?» – «La si rimetteal posto suo» – «E dov’è il posto suo?» – «In un cantuc-cio, dietro la porta» – «Ebbene, ecco il fatto mio: la Ver-gine benedetta si è servita di me, poi mi hanno messa inun canto. E’ il mio posto: son contenta, e vi resto».

Noi abbiamo già potuto toccar con mano come aLourdes quest’umiltà del Testimonio di Maria dispones-se le anime a riconoscere il soprannaturale delle Appari-zioni. Il R. P. Sempé, più tardi Superiore dei Padri dellaGrotta, raccontava come egli stesso fosse stato una diqueste fortunate conquiste:

1 La Santa fa qui allusione alla prodigiosa immagine della Vergine SS.ma,che si venera nel Santuario di Bétharram, la quale venne appunto scopertain un solco scavato dall’aratro che era trascinato da un paio di buoi.

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«Era il tempo delle vacanze scolastiche che seguironol’epoca delle Apparizioni: mi trovavo a Lourdes, perpredicare un corso di esercizi spirituali alle figlie di Ma-ria; e, approfittando dell’occasione per vedere Bernadet-ta, la feci venire alla casa parocchiale. Là, la studiai, lainterrogai e la sottoposi a un diligente esame. Avendolafinalmente accomiatata, la seguii con la codadell’occhio, e mi accorsi che ella fece un piccolo gestodi sollievo. Mi credetti burlato: la richiamai, e, cangian-do tattica, con parole risentite e severe le feci una verapredica sull’umiltà, con considerazioni destinate a met-terla in guardia contro la illusione, l’amor proprio, e tut-to ciò con applicazioni personali capaci di offender-la. Bernadetta ascoltò il tutto con la testa bassa e conmolto raccoglimento; e quando ebbi finito: – «Avete ra-gione, Signor Abate, vi ringrazio; e siate sicuro che misforzerò di mettere in pratica quanto mi avete detto». –Queste parole erano pronunziate con tali sentimentid’umiltà, che profondamente mi commossero; e da quelmomento restai convinto della sincerità della Veg-gente».

A Nevers aveva domandato come un favore specialedi non andare in parlatorio. Quando, per forza di circo-stanze, doveva discendervi, era per lei un vero sacrifi-zio, e questa contrarietà si poteva scorgere sulla sua fi-

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«Era il tempo delle vacanze scolastiche che seguironol’epoca delle Apparizioni: mi trovavo a Lourdes, perpredicare un corso di esercizi spirituali alle figlie di Ma-ria; e, approfittando dell’occasione per vedere Bernadet-ta, la feci venire alla casa parocchiale. Là, la studiai, lainterrogai e la sottoposi a un diligente esame. Avendolafinalmente accomiatata, la seguii con la codadell’occhio, e mi accorsi che ella fece un piccolo gestodi sollievo. Mi credetti burlato: la richiamai, e, cangian-do tattica, con parole risentite e severe le feci una verapredica sull’umiltà, con considerazioni destinate a met-terla in guardia contro la illusione, l’amor proprio, e tut-to ciò con applicazioni personali capaci di offender-la. Bernadetta ascoltò il tutto con la testa bassa e conmolto raccoglimento; e quando ebbi finito: – «Avete ra-gione, Signor Abate, vi ringrazio; e siate sicuro che misforzerò di mettere in pratica quanto mi avete detto». –Queste parole erano pronunziate con tali sentimentid’umiltà, che profondamente mi commossero; e da quelmomento restai convinto della sincerità della Veg-gente».

A Nevers aveva domandato come un favore specialedi non andare in parlatorio. Quando, per forza di circo-stanze, doveva discendervi, era per lei un vero sacrifi-zio, e questa contrarietà si poteva scorgere sulla sua fi-

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sionomia, quanto mai mobile; ma era l’affare d’un bale-no, chè immediatamente si rimetteva all’ubbidienza, equalunque fosse stato il visitatore, si dimostrava sempresemplice e modesta.

«Io ebbi la soddisfazione – scrive Monsignor Forcade– di presentarla successivamente a Sua Eminenza il Car-dinale Donnet, al Nunzio Apostolico Monsignor Chigi,e a molti altri Vescovi: produsse sopra tutti l’impressio-ne più favorevole, e nondimeno non potei mai scorgereche la benevola attenzione di cui era oggetto da parte diquei Principi della Chiesa portasse la minima ombra allasua umiltà. Non solo si mostrava rispettosissima, ma simanteneva ancora alla loro presenza umile e modesta,come alla presenza del più comune dei mortali. Essen-domi un giorno accorto che un distintissimo prelato eracome andato in estasi davanti a lei, temetti che ella se neaccorgesse; perciò d’un tono brusco e severo le disse:«Che aspettate ancora? Vi abbiamo veduta e basta; nonabbiamo più bisogno di voi». ,,. Ella si ritirò immediata-mente, senza dire una parola, senza dimostrare il mini-mo risentimento, anzi sorridendomi» (1).

E si può dire con tutta verità che quanto più elevatoera il grado delle persone che si recavano a visitarla, sianella gerarchia ecclesiastica, sia nella società, più l’umi-

1 Monsignor FORCADE, Opera citata.

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sionomia, quanto mai mobile; ma era l’affare d’un bale-no, chè immediatamente si rimetteva all’ubbidienza, equalunque fosse stato il visitatore, si dimostrava sempresemplice e modesta.

«Io ebbi la soddisfazione – scrive Monsignor Forcade– di presentarla successivamente a Sua Eminenza il Car-dinale Donnet, al Nunzio Apostolico Monsignor Chigi,e a molti altri Vescovi: produsse sopra tutti l’impressio-ne più favorevole, e nondimeno non potei mai scorgereche la benevola attenzione di cui era oggetto da parte diquei Principi della Chiesa portasse la minima ombra allasua umiltà. Non solo si mostrava rispettosissima, ma simanteneva ancora alla loro presenza umile e modesta,come alla presenza del più comune dei mortali. Essen-domi un giorno accorto che un distintissimo prelato eracome andato in estasi davanti a lei, temetti che ella se neaccorgesse; perciò d’un tono brusco e severo le disse:«Che aspettate ancora? Vi abbiamo veduta e basta; nonabbiamo più bisogno di voi». ,,. Ella si ritirò immediata-mente, senza dire una parola, senza dimostrare il mini-mo risentimento, anzi sorridendomi» (1).

E si può dire con tutta verità che quanto più elevatoera il grado delle persone che si recavano a visitarla, sianella gerarchia ecclesiastica, sia nella società, più l’umi-

1 Monsignor FORCADE, Opera citata.

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le religiosa provava ripugnanza a presentarsi.Si recò un giorno con altre giovani religiose a passare

una giornata di vacanza a Coulanges, località non moltodistante da Nevers, nella piccola casa di campagna delConvitto di «Nostra Signora degli Angeli». Ella amavamolto questa solitudine, perchè vicina alla Chiesa dovepoteva visitare Nostro Signore; e manifestava la sua gio-ia infantile di poter passeggiare ed intrattenersi sullasponda di un fiumicello costeggiato da una fila d’alberi.«Oh, come tutto ciò mi ricorda Lourdes!» diceva.

Ma nel pomeriggio, quando era più intenta a divertirsicon le sue consorelle, ecco arrivare improvvisamente unordine dalla Casa-Madre, per cui erano tutte invitate arientrare il più presto possibile, perchè erano arrivati al-cuni Vescovi i quali aspettavano (1).

«Questi buoni Vescovi farebbero molto meglio a re-stare nelle loro diocesi, piuttosto di venire a disturbar-ci!» diceva ad una sua compagna, assumendo la sua ariamaliziosetta. «Quanto stavamo bene qui!».

Soffriva quando s’accorgeva che l’additavanoall’attenzione di quelli che visitavano la Casa-Madre.

In una riunione della Comunità nella sala del Novi-

1 L’ordine di rientrare era dato per tutte le suore soltanto per mettere insicuro l’umiltà di Suor Maria-Bernarda, la quale sola era desiderata,come si può facilmente immaginare.

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le religiosa provava ripugnanza a presentarsi.Si recò un giorno con altre giovani religiose a passare

una giornata di vacanza a Coulanges, località non moltodistante da Nevers, nella piccola casa di campagna delConvitto di «Nostra Signora degli Angeli». Ella amavamolto questa solitudine, perchè vicina alla Chiesa dovepoteva visitare Nostro Signore; e manifestava la sua gio-ia infantile di poter passeggiare ed intrattenersi sullasponda di un fiumicello costeggiato da una fila d’alberi.«Oh, come tutto ciò mi ricorda Lourdes!» diceva.

Ma nel pomeriggio, quando era più intenta a divertirsicon le sue consorelle, ecco arrivare improvvisamente unordine dalla Casa-Madre, per cui erano tutte invitate arientrare il più presto possibile, perchè erano arrivati al-cuni Vescovi i quali aspettavano (1).

«Questi buoni Vescovi farebbero molto meglio a re-stare nelle loro diocesi, piuttosto di venire a disturbar-ci!» diceva ad una sua compagna, assumendo la sua ariamaliziosetta. «Quanto stavamo bene qui!».

Soffriva quando s’accorgeva che l’additavanoall’attenzione di quelli che visitavano la Casa-Madre.

In una riunione della Comunità nella sala del Novi-

1 L’ordine di rientrare era dato per tutte le suore soltanto per mettere insicuro l’umiltà di Suor Maria-Bernarda, la quale sola era desiderata,come si può facilmente immaginare.

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ziato, un degno Prelato percorreva le file delle Religio-se: poco prima d’arrivare a Suor Maria-Bernarda, la Su-periora comincia: «Monsignore, questa Suora è delladiocesi di Rodez, quest’altra di Parigi, questa terza diBeauvais», ecc.

Ma la nostra piccola Suora ha già intuito lo strata-gemma: adocchia una porta che le si trova vicina e faper scappare. Se ne accorge una delle sue compagne checerca di ritenerla; e, conoscendo uno dei suoi lati deboli,cioè la sua devozione per le Anime del Purgatorio: «Eh,non pensate – le disse – che perdete i quaranta giornid’indulgenza che si guadagnano col baciare l’anello delVescovo?» – Mio Dio, misericordia!». Eccone cento!– risponde, e via di corsa.

Un’altra volta un predicatore degli esercizi spiritualidella Casa-Madre aveva manifestato il desiderio di co-noscerla. La Madre Superiora servendosi d’un pretesto,la chiama: «Ecco, Padre mio, avete davanti a voi unanovizia e potete osservare quale differenza c’è tra il suovelo di seta e quello delle professe». Suor Maria-Bernar-da capì l’astuzia, e nascose il suo viso più che le fu pos-sibile. «Ho subito indovinato quello che si voleva,ma non ha veduto gran che».

V’erano nondimeno delle circostanze in cui per quan-to fosse grande il suo studio di ecclissarsi, bisognava

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ziato, un degno Prelato percorreva le file delle Religio-se: poco prima d’arrivare a Suor Maria-Bernarda, la Su-periora comincia: «Monsignore, questa Suora è delladiocesi di Rodez, quest’altra di Parigi, questa terza diBeauvais», ecc.

Ma la nostra piccola Suora ha già intuito lo strata-gemma: adocchia una porta che le si trova vicina e faper scappare. Se ne accorge una delle sue compagne checerca di ritenerla; e, conoscendo uno dei suoi lati deboli,cioè la sua devozione per le Anime del Purgatorio: «Eh,non pensate – le disse – che perdete i quaranta giornid’indulgenza che si guadagnano col baciare l’anello delVescovo?» – Mio Dio, misericordia!». Eccone cento!– risponde, e via di corsa.

Un’altra volta un predicatore degli esercizi spiritualidella Casa-Madre aveva manifestato il desiderio di co-noscerla. La Madre Superiora servendosi d’un pretesto,la chiama: «Ecco, Padre mio, avete davanti a voi unanovizia e potete osservare quale differenza c’è tra il suovelo di seta e quello delle professe». Suor Maria-Bernar-da capì l’astuzia, e nascose il suo viso più che le fu pos-sibile. «Ho subito indovinato quello che si voleva,ma non ha veduto gran che».

V’erano nondimeno delle circostanze in cui per quan-to fosse grande il suo studio di ecclissarsi, bisognava

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mettersi in avanti. Era di passaggio per Nevers Monsi-gnor Landriot ed il discorso essendo caduto su Lourdes,il Prelato disse francamente al Vescovo di Nevers: «Ionon credo punto a Bernadetta». – «Come vi piace, Ec-cellenza; Bernadetta non è certo un articolo di fede; mala conoscete?» – «No; e neppure sento il desiderio di co-noscerla» . Nonostante questa dichiarazione, MonsignorForcade condusse il giorno seguente il degno Prelatoalla Casa-Madre e lo mise in presenza di Suor Maria-Bernarda, la quale rispose a tutte le domande fattele conla semplicità ordinaria; dimodochè, quando MonsignorLandriot si accomiatò da lei, dovette dichiararsi vinto.«Ed ora ci credo – disse egli – ci credo perchè sono sta-to convinto, e perchè non posso spiegarmi come,all’infuori d’una assistenza soprannaturale, una sempli-ce pastorella dei Pirenei abbia potuto così facilmentepersuadermi».

Un altro eminente Prelato, Monsignor Dupanloup, sipresentò un giorno in incognito, e domandò di vedereSuor Maria-Bernarda. Trovandosi in presenza di unsemplice prete, la suora portinaia esitò a soddisfare allasua domanda; ma quando lo sconosciuto manifestò ilsuo titolo di Vescovo d’Orléans, s’affrettò a prevenire laReverenda Madre Generale, che autorizzò la giovaneSuora a recarsi in parlatorio. Anch’egli era venuto incre-

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mettersi in avanti. Era di passaggio per Nevers Monsi-gnor Landriot ed il discorso essendo caduto su Lourdes,il Prelato disse francamente al Vescovo di Nevers: «Ionon credo punto a Bernadetta». – «Come vi piace, Ec-cellenza; Bernadetta non è certo un articolo di fede; mala conoscete?» – «No; e neppure sento il desiderio di co-noscerla» . Nonostante questa dichiarazione, MonsignorForcade condusse il giorno seguente il degno Prelatoalla Casa-Madre e lo mise in presenza di Suor Maria-Bernarda, la quale rispose a tutte le domande fattele conla semplicità ordinaria; dimodochè, quando MonsignorLandriot si accomiatò da lei, dovette dichiararsi vinto.«Ed ora ci credo – disse egli – ci credo perchè sono sta-to convinto, e perchè non posso spiegarmi come,all’infuori d’una assistenza soprannaturale, una sempli-ce pastorella dei Pirenei abbia potuto così facilmentepersuadermi».

Un altro eminente Prelato, Monsignor Dupanloup, sipresentò un giorno in incognito, e domandò di vedereSuor Maria-Bernarda. Trovandosi in presenza di unsemplice prete, la suora portinaia esitò a soddisfare allasua domanda; ma quando lo sconosciuto manifestò ilsuo titolo di Vescovo d’Orléans, s’affrettò a prevenire laReverenda Madre Generale, che autorizzò la giovaneSuora a recarsi in parlatorio. Anch’egli era venuto incre-

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dulo, ma partì credente. – «Pareva molto commosso,disse poi Suor Maria-Bernarda; mentre mi parlava, vidii suoi occhi pieni di lacrime».

Il Principe di Clermont-Tonnerre venne espressamen-te da Pau per vederla.

Siccome era un benefattore dell’Orfanotrofio delleSuore di Nevers in quella città, si pensò bene di asse-condare il suo desiderio. Dopo il colloquio, la SuperioraGenerale propose al Principe di visitare la Casa, propo-sta che egli accettò con piacere e con riconoscenza. Sinotò che nel corso della visita pareva immerso in gravipensieri. Arrivato vicino alla croce, che s’innalza nelmezzo del giardinetto della Comunità, si fermò ad untratto, e volgendosi alla Suora che l’accompagnava:«Sorella mia – le disse bisogna che vi faccia una confes-sione: venni qui col dubbio; ne parto con la certezza».

Gli era bastato di vedere e di udire Suor Maria-Bernar-da.

Si potrebbero moltiplicare i fatti che provano il desi-derio che aveva la Confidente di Maria di tenersi nasco-sta; desiderio che le sue Superiore si facevano un doveredi favorire. Per imporre silenzio alle curiosità indiscrete,si rispondeva talvolta agl’interrogatori: «E’ una religiosacome tutte le altre».

E questa era come una parola d’ordine. Avvenne tut-

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dulo, ma partì credente. – «Pareva molto commosso,disse poi Suor Maria-Bernarda; mentre mi parlava, vidii suoi occhi pieni di lacrime».

Il Principe di Clermont-Tonnerre venne espressamen-te da Pau per vederla.

Siccome era un benefattore dell’Orfanotrofio delleSuore di Nevers in quella città, si pensò bene di asse-condare il suo desiderio. Dopo il colloquio, la SuperioraGenerale propose al Principe di visitare la Casa, propo-sta che egli accettò con piacere e con riconoscenza. Sinotò che nel corso della visita pareva immerso in gravipensieri. Arrivato vicino alla croce, che s’innalza nelmezzo del giardinetto della Comunità, si fermò ad untratto, e volgendosi alla Suora che l’accompagnava:«Sorella mia – le disse bisogna che vi faccia una confes-sione: venni qui col dubbio; ne parto con la certezza».

Gli era bastato di vedere e di udire Suor Maria-Bernar-da.

Si potrebbero moltiplicare i fatti che provano il desi-derio che aveva la Confidente di Maria di tenersi nasco-sta; desiderio che le sue Superiore si facevano un doveredi favorire. Per imporre silenzio alle curiosità indiscrete,si rispondeva talvolta agl’interrogatori: «E’ una religiosacome tutte le altre».

E questa era come una parola d’ordine. Avvenne tut-

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tavia che una volta una signora ottenne dalla SuperioraGenerale il permesso di parlarle: penetrando nell’internodella Casa, vide una religiosa che in fretta cercava di an-darsene; la chiamò: «Sorella, sorella, non potrei vedereBernadetta?». Questa, che era appunto la cercata, aprì laporta del parlatorio, la fece entrare, e, fatta una graziosariverenza, disparve come per andare a cercare quella chesi desiderava: ma invece prese il suo lavoro e si recò sudi una piccola terrazza molto isolata, dove aveva il per-messo d’appartarsi per respirare aria pura. La signora,stanca d’aspettare, finì col reclamare di nuovo Bernadet-ta. Si cercò dappertutto, fuorchè dove si trovava; certa-mente ella se ne accorse, ma non fiatò, contenta di pote-re una volta tanto rimanere nascosta.

«– Mia madre era venuta a visitarmi»; – (raccontauna veneranda Superiora, molto conosciuta a Nevers, ilcui apostolato diede alla società e alle famiglie donneche si distinsero per la loro squisita educazione e per illoro spirito cristiano) – ed io la condussi a Saint-Gildardper soddisfare il suo ardente desiderio di vedere Berna-detta. La vidi nel giardinetto, e m’avanzai alla sua volta;ma quando s’accorse che era accompagnata da una per-sona forestiera, cercò di sottrarsi. Finii per raggiungerlae le dissi: «Se vostra madre fosse qui, v’accerto che lariceverei con maggior grazia». Vedendo che m’aveva re-

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tavia che una volta una signora ottenne dalla SuperioraGenerale il permesso di parlarle: penetrando nell’internodella Casa, vide una religiosa che in fretta cercava di an-darsene; la chiamò: «Sorella, sorella, non potrei vedereBernadetta?». Questa, che era appunto la cercata, aprì laporta del parlatorio, la fece entrare, e, fatta una graziosariverenza, disparve come per andare a cercare quella chesi desiderava: ma invece prese il suo lavoro e si recò sudi una piccola terrazza molto isolata, dove aveva il per-messo d’appartarsi per respirare aria pura. La signora,stanca d’aspettare, finì col reclamare di nuovo Bernadet-ta. Si cercò dappertutto, fuorchè dove si trovava; certa-mente ella se ne accorse, ma non fiatò, contenta di pote-re una volta tanto rimanere nascosta.

«– Mia madre era venuta a visitarmi»; – (raccontauna veneranda Superiora, molto conosciuta a Nevers, ilcui apostolato diede alla società e alle famiglie donneche si distinsero per la loro squisita educazione e per illoro spirito cristiano) – ed io la condussi a Saint-Gildardper soddisfare il suo ardente desiderio di vedere Berna-detta. La vidi nel giardinetto, e m’avanzai alla sua volta;ma quando s’accorse che era accompagnata da una per-sona forestiera, cercò di sottrarsi. Finii per raggiungerlae le dissi: «Se vostra madre fosse qui, v’accerto che lariceverei con maggior grazia». Vedendo che m’aveva re-

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cato dispiacere, venne con premura accanto a mia ma-dre, l’abbracciò affettuosamente, e fu tanto amabile conlei che questa mi disse: «Son felicissima di passarequalche istante vicino a te (ed erano molti anni che nonm’aveva veduta), ma lo sono molto di più pel bacio da-tomi da Bernadetta». Così la giovane religiosa sapevafar tacere il suo desiderio del silenzio e della solitudineper far un piacere ad una delle sue consorelle: eral’accoglienza della carità e dell’affetto fraterno».

«– Suor Maria-Bernarda era affezionatissima a miamadre – (dice una delle sue compagne). – Ciò dipende-va forse dal fatto che ella non la interrogava mai sulleApparizioni, secondo una raccomandazione da me fatta-le, ed alla quale si atteneva scrupolosamente? Può esse-re; io però credo che un altro fosse il motivo di questainclinazione: mia madre era una santa, ed i santi istinti-vamente si conoscono tra di loro, e si amano (1).

«Accadde una volta che trovandosi Suor Maria-Ber-narda ammalata, nè potendo perciò ricevere visite diestranei nell’infermeria, ottenne, in favore di mia madre,il permesso di farsi portare in una camera appartata perpotersi trattenere liberamente con lei».

1 Questa pia signora, essendo rimasta vedova, ed avendo consacrata al Si-gnore l’unica sua figlia, s’era offerta a Lui come Vittima per la Chiesa e perla Francia. Iddio accettò il suo sacrifizio, e da quel momento la sua vita nonfu più che un continuo martirio, a motivo dei suoi grandi dolori corporali.

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cato dispiacere, venne con premura accanto a mia ma-dre, l’abbracciò affettuosamente, e fu tanto amabile conlei che questa mi disse: «Son felicissima di passarequalche istante vicino a te (ed erano molti anni che nonm’aveva veduta), ma lo sono molto di più pel bacio da-tomi da Bernadetta». Così la giovane religiosa sapevafar tacere il suo desiderio del silenzio e della solitudineper far un piacere ad una delle sue consorelle: eral’accoglienza della carità e dell’affetto fraterno».

«– Suor Maria-Bernarda era affezionatissima a miamadre – (dice una delle sue compagne). – Ciò dipende-va forse dal fatto che ella non la interrogava mai sulleApparizioni, secondo una raccomandazione da me fatta-le, ed alla quale si atteneva scrupolosamente? Può esse-re; io però credo che un altro fosse il motivo di questainclinazione: mia madre era una santa, ed i santi istinti-vamente si conoscono tra di loro, e si amano (1).

«Accadde una volta che trovandosi Suor Maria-Ber-narda ammalata, nè potendo perciò ricevere visite diestranei nell’infermeria, ottenne, in favore di mia madre,il permesso di farsi portare in una camera appartata perpotersi trattenere liberamente con lei».

1 Questa pia signora, essendo rimasta vedova, ed avendo consacrata al Si-gnore l’unica sua figlia, s’era offerta a Lui come Vittima per la Chiesa e perla Francia. Iddio accettò il suo sacrifizio, e da quel momento la sua vita nonfu più che un continuo martirio, a motivo dei suoi grandi dolori corporali.

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Erano queste le accoglienze che la sua carità ed il suoamor fraterno riserbavano alle persone care; ma oltre adesse vi era pure l’accoglienza della gratitudine; e questaaccoglienza ben la conoscevano i benefattori delle no-stre Case: il P. Sempé che lavorava alla Grotta per l’ope-ra dell’Immacolata; il signor Lasserre, lo storico di No-stra Signora di Lourdes.

Sarà necessario parlare di quella che riserbava perl’innocenza? I bambini avevano una grande attrattivaper lei; e come poteva essere altrimenti quando le loroanime si rassomigliavano tanto?

Un giorno una bambina di circa quattro anni, nipotedi una religiosa, venne ammessa, in ragione appuntodella sua età e per somma grazia, a vederla nell’inferme-ria. La bambina entrò nella camera come in un santua-rio, s’avvicinò pian pianino e sulla punta dei piedi al let-ticciolo, e sotto voce, timidamente, disse a Suor Maria-Bernarda: «Sorella, avete veduta la Madonna, è vero?»– «Si, piccina mia». – «Ed era bella?» –.

A questa interrogazione il viso della Veggente si tra-sfigurò, e con un’espressione ed uno sguardo indicibilirispose: «Oh! tanto bella, che quando si è vedutauna volta si vorrebbe morire per rivederla!» La fan-ciulla commossa da questo accento così profondo difede e d’amore, esclamò: «Sorella, sarete così buona da

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Erano queste le accoglienze che la sua carità ed il suoamor fraterno riserbavano alle persone care; ma oltre adesse vi era pure l’accoglienza della gratitudine; e questaaccoglienza ben la conoscevano i benefattori delle no-stre Case: il P. Sempé che lavorava alla Grotta per l’ope-ra dell’Immacolata; il signor Lasserre, lo storico di No-stra Signora di Lourdes.

Sarà necessario parlare di quella che riserbava perl’innocenza? I bambini avevano una grande attrattivaper lei; e come poteva essere altrimenti quando le loroanime si rassomigliavano tanto?

Un giorno una bambina di circa quattro anni, nipotedi una religiosa, venne ammessa, in ragione appuntodella sua età e per somma grazia, a vederla nell’inferme-ria. La bambina entrò nella camera come in un santua-rio, s’avvicinò pian pianino e sulla punta dei piedi al let-ticciolo, e sotto voce, timidamente, disse a Suor Maria-Bernarda: «Sorella, avete veduta la Madonna, è vero?»– «Si, piccina mia». – «Ed era bella?» –.

A questa interrogazione il viso della Veggente si tra-sfigurò, e con un’espressione ed uno sguardo indicibilirispose: «Oh! tanto bella, che quando si è vedutauna volta si vorrebbe morire per rivederla!» La fan-ciulla commossa da questo accento così profondo difede e d’amore, esclamò: «Sorella, sarete così buona da

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pregare per me e per la mamma?» – «Sì: pregherò per tee per la mamma tua, ma voi pure pregherete ambedueper me». La fanciulla, rapita, non poteva staccarsi dallasuora che aveva visto la Madonna, e fu solo indietreg-giando, che arrivò alla porta, tenendo sempre il suosguardo pieno di raccoglimento e di ammirazione inSuor Maria-Bernarda (1).

Già la vedemmo nel Noviziato spiegare una grandegenerosità nell’accettare le umiliazioni; nè diversamentesi diportò durante tutta la sua vita religiosa. «Mi trovavocon lei (racconta una Suora), mentre dalla sala del Novi-ziato ci recavamo all’infermeria, quando incontrammola Reverenda Madre Generale, la quale, volendo senzadubbio provare la nostra virtù, ci trattò «da persone inu-tili». Siccome non ero molto coraggiosa di fronte a ciòche poteva mortificare il mio amor proprio, mi misi su-bito a piangere. «Voi piangete per così poco, mi disseSuor Maria-Bernarda, ah! consolatevi: vedrete ben al-tro!»

La stessa religiosa aggiunge: «Sovente fui testimonedelle osservazioni che le venivano fatte, non di rado im-meritate; e tuttavia non ho mai potuto notare la minima

1 Questa bambina si chiamava Maddalena Darfeuille, divenuta più tardi Si-gnora de Blic. Non dimenticò più il fatto di cui parliamo: perciò volle chetutti i principali avvenimenti della sua vita di famiglia, avessero per datauna delle feste della Vergine SS.ma; morì ancora in verde età.

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pregare per me e per la mamma?» – «Sì: pregherò per tee per la mamma tua, ma voi pure pregherete ambedueper me». La fanciulla, rapita, non poteva staccarsi dallasuora che aveva visto la Madonna, e fu solo indietreg-giando, che arrivò alla porta, tenendo sempre il suosguardo pieno di raccoglimento e di ammirazione inSuor Maria-Bernarda (1).

Già la vedemmo nel Noviziato spiegare una grandegenerosità nell’accettare le umiliazioni; nè diversamentesi diportò durante tutta la sua vita religiosa. «Mi trovavocon lei (racconta una Suora), mentre dalla sala del Novi-ziato ci recavamo all’infermeria, quando incontrammola Reverenda Madre Generale, la quale, volendo senzadubbio provare la nostra virtù, ci trattò «da persone inu-tili». Siccome non ero molto coraggiosa di fronte a ciòche poteva mortificare il mio amor proprio, mi misi su-bito a piangere. «Voi piangete per così poco, mi disseSuor Maria-Bernarda, ah! consolatevi: vedrete ben al-tro!»

La stessa religiosa aggiunge: «Sovente fui testimonedelle osservazioni che le venivano fatte, non di rado im-meritate; e tuttavia non ho mai potuto notare la minima

1 Questa bambina si chiamava Maddalena Darfeuille, divenuta più tardi Si-gnora de Blic. Non dimenticò più il fatto di cui parliamo: perciò volle chetutti i principali avvenimenti della sua vita di famiglia, avessero per datauna delle feste della Vergine SS.ma; morì ancora in verde età.

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alterazione sulla sua fisionomia; le riceveva con calma,anzi dirò, con gioia».

Eppure la sensibilità di Suor Maria-Bernarda eragrandissima: Ella era davvero una di quelle ostie vive edenergiche che Iddio ama in modo singolare! – «Quandola commozione sarà in me troppo forte, scriveva nellesue note intime, mi ricorderò delle parole di Nostro Si-gnore: «Sono io: non temere». Nei disprezzi o nelleumiliazioni che riceverò dalle mie Superiore o dalle miecompagne, ringrazierò subito Nostro Signore come diun gran favore, sopporterò in pace una parola offensiva,per fare un passo di più verso Nostro Signore. L’amoregeneroso del mio divin Maestro sarà proprio il coltelloche taglierà e farà scomparire l’albero dell’orgoglio conle sue cattive radici.

Quanto più l’uomo vecchio diminuirà, tanto più ilnuovo aumenterà; quanto più mi farò piccina, tanto piùdiventerò grande nel Cuore di Gesù, mio dolce Sposo.E’ necessario che una sposa bene educata segua il suosposo».

E la Madre divina era presente per sostenere la figliasua, ed è a Lei che, fin dal 12 maggio 1866, Suor Maria-Bernarda indirizzava questa preghiera: «Sì, mia buonaMadre, Voi vi siete degnata di abbassarvi fino allaterra per comparire ad una debole fanciulla e per

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alterazione sulla sua fisionomia; le riceveva con calma,anzi dirò, con gioia».

Eppure la sensibilità di Suor Maria-Bernarda eragrandissima: Ella era davvero una di quelle ostie vive edenergiche che Iddio ama in modo singolare! – «Quandola commozione sarà in me troppo forte, scriveva nellesue note intime, mi ricorderò delle parole di Nostro Si-gnore: «Sono io: non temere». Nei disprezzi o nelleumiliazioni che riceverò dalle mie Superiore o dalle miecompagne, ringrazierò subito Nostro Signore come diun gran favore, sopporterò in pace una parola offensiva,per fare un passo di più verso Nostro Signore. L’amoregeneroso del mio divin Maestro sarà proprio il coltelloche taglierà e farà scomparire l’albero dell’orgoglio conle sue cattive radici.

Quanto più l’uomo vecchio diminuirà, tanto più ilnuovo aumenterà; quanto più mi farò piccina, tanto piùdiventerò grande nel Cuore di Gesù, mio dolce Sposo.E’ necessario che una sposa bene educata segua il suosposo».

E la Madre divina era presente per sostenere la figliasua, ed è a Lei che, fin dal 12 maggio 1866, Suor Maria-Bernarda indirizzava questa preghiera: «Sì, mia buonaMadre, Voi vi siete degnata di abbassarvi fino allaterra per comparire ad una debole fanciulla e per

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comunicarle le vostre volontà, nonostante la suagrande indegnità: qual motivo di umiltà per lei! Voi,la Regina del Cielo e della terra, avete voluto ser -virvi di quanto vi era di più debole secondo il mon-do. O Maria, concedete, ve ne prego, a colei che hal’ardire di chiamarsi vostra figlia, la preziosa virtùdell’umiltà. Fate, o tenera Madre, che la vostra fi -glia vi imiti in tutto e per tutto, che io vi sia davverofiglia secondo il vostro Cuore e secondo quello delvostro caro Figlio». (Dalle sue note intime).

La lettera che il 17 dicembre 1876 scrisse al SantoPadre Pio IX spira lo stesso profumo di semplicità, dicandore e d’umiltà. (Questa lettera venne scritta dietropreghiera del Vescovo di Nevers, che si recava a Roma).Pio IX si degnò mandarle, insieme colla sua benedizio-ne, un Crocifisso a cui era annessa l’indulgenza in «ar-ticulo mortis». La lettera diceva così: «Temetti in sulleprime d’esser troppo indiscreta; ma poi, pensando cheNostro Signore ama di essere importunato dai piccolinon meno che dai grandi, dai poveri non meno che dairicchi, e che si comuninca senza distinzione a tutti, mifeci animo... Che potrei fare, Padre Santo, per testimo-niarvi il mio amore figliale? Non posso che continuare afare quello che feci finora, cioè soffrire e pregare. Già

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comunicarle le vostre volontà, nonostante la suagrande indegnità: qual motivo di umiltà per lei! Voi,la Regina del Cielo e della terra, avete voluto ser -virvi di quanto vi era di più debole secondo il mon-do. O Maria, concedete, ve ne prego, a colei che hal’ardire di chiamarsi vostra figlia, la preziosa virtùdell’umiltà. Fate, o tenera Madre, che la vostra fi -glia vi imiti in tutto e per tutto, che io vi sia davverofiglia secondo il vostro Cuore e secondo quello delvostro caro Figlio». (Dalle sue note intime).

La lettera che il 17 dicembre 1876 scrisse al SantoPadre Pio IX spira lo stesso profumo di semplicità, dicandore e d’umiltà. (Questa lettera venne scritta dietropreghiera del Vescovo di Nevers, che si recava a Roma).Pio IX si degnò mandarle, insieme colla sua benedizio-ne, un Crocifisso a cui era annessa l’indulgenza in «ar-ticulo mortis». La lettera diceva così: «Temetti in sulleprime d’esser troppo indiscreta; ma poi, pensando cheNostro Signore ama di essere importunato dai piccolinon meno che dai grandi, dai poveri non meno che dairicchi, e che si comuninca senza distinzione a tutti, mifeci animo... Che potrei fare, Padre Santo, per testimo-niarvi il mio amore figliale? Non posso che continuare afare quello che feci finora, cioè soffrire e pregare. Già

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da qualche anno mi sono costituita, benchè indegna, pic-colo zuavo di Vostra Santità, e le mie armi sono la pre-ghiera e il sacrifizio, armi che gelosamente custodiròsino alla fine della mia vita. In quel punto solamente de-porrò l’arma del sacrifizio; ma quella della preghiera miseguirà nell’eternità.

«La Vergine Santa deve certamente abbassare soventeil suo sguardo materno sopra di Voi, Santissimo Padre,perchè l’avete proclamata Immacolata. E’ una gioia perme il pensare che siete in modo specialissimo amato daquesta buona Madre, poichè quattro anni non erano an-cora passati dal giorno della proclamazione del dogmache venne Ella stessa sulla terra a dire: Io sonol’Immacolata Concezione!

«Io non sapevo quello che ciò voleva significare, nonavendo mai inteso queste parole. Quante volte poi, inseguito, riflettendoci meglio mi son detta: Oh! quanto èbuona la Vergine Santa! si direbbe che è venuta a con-fermare la parola del Nostro Santo Padre».

Il lettore troverà forse che c’indugiamo troppo a par-lare dell’umiltà di Suor Maria-Bernarda; ma poichè tuttala sua vita era così profumata, impregnata di questa vir-tù, come ci è possibile tacere?

Un giorno le si domandò se il modo di agire dellaMaestra delle Novizie a suo riguardo non le lasciasse un

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da qualche anno mi sono costituita, benchè indegna, pic-colo zuavo di Vostra Santità, e le mie armi sono la pre-ghiera e il sacrifizio, armi che gelosamente custodiròsino alla fine della mia vita. In quel punto solamente de-porrò l’arma del sacrifizio; ma quella della preghiera miseguirà nell’eternità.

«La Vergine Santa deve certamente abbassare soventeil suo sguardo materno sopra di Voi, Santissimo Padre,perchè l’avete proclamata Immacolata. E’ una gioia perme il pensare che siete in modo specialissimo amato daquesta buona Madre, poichè quattro anni non erano an-cora passati dal giorno della proclamazione del dogmache venne Ella stessa sulla terra a dire: Io sonol’Immacolata Concezione!

«Io non sapevo quello che ciò voleva significare, nonavendo mai inteso queste parole. Quante volte poi, inseguito, riflettendoci meglio mi son detta: Oh! quanto èbuona la Vergine Santa! si direbbe che è venuta a con-fermare la parola del Nostro Santo Padre».

Il lettore troverà forse che c’indugiamo troppo a par-lare dell’umiltà di Suor Maria-Bernarda; ma poichè tuttala sua vita era così profumata, impregnata di questa vir-tù, come ci è possibile tacere?

Un giorno le si domandò se il modo di agire dellaMaestra delle Novizie a suo riguardo non le lasciasse un

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po’ d’amarezza nel cuore. «Oh! no, no, esclamò viva-mente! la Maestra delle Novizie ha tutte le ragioni ditrattarmi così, perchè ho molto orgoglio; ma ora che mitrovo qui, lavorerò a correggermi». Le religiose che ve-nivano alla Casa-Madre per gli Esercizi Spirituali si af-follavano intorno a Lei, e: «Il signor tale, la signora talevi domandano delle preghiere» «Ah! costoro hanno bi-sogno delle mie preghiere? – rispondeva brevemente; –io pure ho molto bisogno delle loro; ebbene, se essi pre-gheranno per me, possono essere sicuri che li contrac-cambierò, poichè prego tutti i giorni per le persone chemi fanno la carità delle loro preghiere».

Ad una Suora che pregava di un memento innanzi aDio: «Volentieri ve lo farò; ma dal vostro canto pregateper me, che sono un’orgogliosa»; e queste parole era-no pronunziate con tale accento di verità che la religiosane rimase commossa.

Una delle sue raccomandazioni principali era che sipregasse per lei dopo la sua morte: «Si dirà: QuestaSuor Maria-Bernarda era una saintoune (termine dialet-tale dei Pirenei: piccola santa) ed intanto mi si lasceràabbrustolire nel purgatorio!»

Le stesse sue imperfezioni erano come la legna che sigetta sul fuoco; servivano mirabilmente ad alimentare lasua umiltà. Ella era dotata, per temperamento, d’una vi-

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po’ d’amarezza nel cuore. «Oh! no, no, esclamò viva-mente! la Maestra delle Novizie ha tutte le ragioni ditrattarmi così, perchè ho molto orgoglio; ma ora che mitrovo qui, lavorerò a correggermi». Le religiose che ve-nivano alla Casa-Madre per gli Esercizi Spirituali si af-follavano intorno a Lei, e: «Il signor tale, la signora talevi domandano delle preghiere» «Ah! costoro hanno bi-sogno delle mie preghiere? – rispondeva brevemente; –io pure ho molto bisogno delle loro; ebbene, se essi pre-gheranno per me, possono essere sicuri che li contrac-cambierò, poichè prego tutti i giorni per le persone chemi fanno la carità delle loro preghiere».

Ad una Suora che pregava di un memento innanzi aDio: «Volentieri ve lo farò; ma dal vostro canto pregateper me, che sono un’orgogliosa»; e queste parole era-no pronunziate con tale accento di verità che la religiosane rimase commossa.

Una delle sue raccomandazioni principali era che sipregasse per lei dopo la sua morte: «Si dirà: QuestaSuor Maria-Bernarda era una saintoune (termine dialet-tale dei Pirenei: piccola santa) ed intanto mi si lasceràabbrustolire nel purgatorio!»

Le stesse sue imperfezioni erano come la legna che sigetta sul fuoco; servivano mirabilmente ad alimentare lasua umiltà. Ella era dotata, per temperamento, d’una vi-

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vacità meridionale: (è raro infatti che non si possegganoi tratti caratteristici della propria regione), ora, se le ca-pitava qualche volta, malgrado i suoi costanti sforzi perdominare questa tendenza, di alzare un po’ troppo viva-mente il tono della voce, era pronta ad umiliarsi subito,ed anche in pubblico.

«Le mie relazioni con Suor Maria-Bernarda eranosempre ispirate a sincera cordialità, scrive una Suora, vifu però un giorno, in cui, essendole stato riportato unoggetto del suo corredo che, nell’andare in bucato, erastato sciupato, mi fece capire con la sua vivacità cheavrei dovuto adoperare maggior diligenza nel mio im-piego, giacchè ero incaricata della biancheria». «Ed ora,ecco finì col dire, che bisognerà mettersi a rammendar-lo». (Notiamo fra parentesi che Suor Maria-Bernardaaveva molta cura del suo vestiario e di quanto le era af-fidato). Ma non mi lasciò andar via senza farmi le suepiù umili scuse: «Vi domando perdono – mi disse – diavervi parlato in tal modo; pregate per la mia conversio-ne».

Una religiosa ancor giovane e timida seguiva un cor-so di Spirituali Esercizi alla Casa-Madre. Venuto il gior-no della confessione si portò accanto al confessionale;ma venuta la sua volta, non osando avanzarsi, lasciò chetutte le altre, non curanti di lei, le passassero avanti. La

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vacità meridionale: (è raro infatti che non si possegganoi tratti caratteristici della propria regione), ora, se le ca-pitava qualche volta, malgrado i suoi costanti sforzi perdominare questa tendenza, di alzare un po’ troppo viva-mente il tono della voce, era pronta ad umiliarsi subito,ed anche in pubblico.

«Le mie relazioni con Suor Maria-Bernarda eranosempre ispirate a sincera cordialità, scrive una Suora, vifu però un giorno, in cui, essendole stato riportato unoggetto del suo corredo che, nell’andare in bucato, erastato sciupato, mi fece capire con la sua vivacità cheavrei dovuto adoperare maggior diligenza nel mio im-piego, giacchè ero incaricata della biancheria». «Ed ora,ecco finì col dire, che bisognerà mettersi a rammendar-lo». (Notiamo fra parentesi che Suor Maria-Bernardaaveva molta cura del suo vestiario e di quanto le era af-fidato). Ma non mi lasciò andar via senza farmi le suepiù umili scuse: «Vi domando perdono – mi disse – diavervi parlato in tal modo; pregate per la mia conversio-ne».

Una religiosa ancor giovane e timida seguiva un cor-so di Spirituali Esercizi alla Casa-Madre. Venuto il gior-no della confessione si portò accanto al confessionale;ma venuta la sua volta, non osando avanzarsi, lasciò chetutte le altre, non curanti di lei, le passassero avanti. La

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poveretta era già là da parecchie ore ad aspettare, quan-do s’accorge di questa cosa Suor Maria-Bernarda: s’alzasubitamente, esce dall’oratorio, poi rientra quasi subito,accompagnata dalla Madre assistente, che ella, congrande vivacità, mette al corrente dell’imbarazzo dellagiovane Suora. La veneranda Madre l’ascolta con gran-de calma, poi dolcemente impartisce qualche ordine inproposito, e si ritira. Giustizia era fatta alla povera Suo-ra che aveva sì lungamente aspettato; ma la sera non eraancora venuta che già Suor Maria-Bernarda si umiliava,e domandava perdono della sua vivacità. «In quanto ame, soggiunse la religiosa, conobbi una volta di più,mentre ella si accusava così umilmente, la sua carità perle compagne, la sua giustizia per gli oppressi, la suabontà per i deboli, la sua delicatezza di coscienza e lasua profonda umiltà.

«Mio Dio! Se mi fermo a considerare le mie numero-se colpe e la vostra giustizia, mi sento inorridire (scrive-va il 21 settembre 1875); lo spavento mi getta in un pro-fondo scoramento... Mio Dio! Abbiate pietà della miamiseria e della mia grande debolezza! Vengano pure lesofferenze e le pene: esse sono il solo mezzo per far mo-rire il mio io. Oh! lo so che non ci sarà in me vita divinase non farò morire la natura. Non v’è via di mezzo: mor-tificare la natura per salvare l’anima mia».

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poveretta era già là da parecchie ore ad aspettare, quan-do s’accorge di questa cosa Suor Maria-Bernarda: s’alzasubitamente, esce dall’oratorio, poi rientra quasi subito,accompagnata dalla Madre assistente, che ella, congrande vivacità, mette al corrente dell’imbarazzo dellagiovane Suora. La veneranda Madre l’ascolta con gran-de calma, poi dolcemente impartisce qualche ordine inproposito, e si ritira. Giustizia era fatta alla povera Suo-ra che aveva sì lungamente aspettato; ma la sera non eraancora venuta che già Suor Maria-Bernarda si umiliava,e domandava perdono della sua vivacità. «In quanto ame, soggiunse la religiosa, conobbi una volta di più,mentre ella si accusava così umilmente, la sua carità perle compagne, la sua giustizia per gli oppressi, la suabontà per i deboli, la sua delicatezza di coscienza e lasua profonda umiltà.

«Mio Dio! Se mi fermo a considerare le mie numero-se colpe e la vostra giustizia, mi sento inorridire (scrive-va il 21 settembre 1875); lo spavento mi getta in un pro-fondo scoramento... Mio Dio! Abbiate pietà della miamiseria e della mia grande debolezza! Vengano pure lesofferenze e le pene: esse sono il solo mezzo per far mo-rire il mio io. Oh! lo so che non ci sarà in me vita divinase non farò morire la natura. Non v’è via di mezzo: mor-tificare la natura per salvare l’anima mia».

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Ed era questa morte della sua natura che doveva vera-mente «collocare la gloria di Dio in cima di tutti i suoipensieri e di tutti i suoi affetti, alla radice di tutte le sueazioni».

*

Già vedemmo a Lourdes, in mezzo alla povertà,l’eroico distacco di quest’anima dalle cose terrene. «Ofanciulla, umile e modesta, distaccata dai beni della ter-ra (scriveva il dott. Dozous) permettete ad un uomo cheebbe il grande privilegio di curare la vostra cagionevolesalute, permettetegli, ripeto, di parlare della vostra po-vertà. Avreste potuto, aprendo la mano alle ricchezzeche vi si volevano largire, divenire in mezzo a noi po-tente per l’oro che si faceva brillare ai vostri occhi: ep-pure mai vi lasciaste abbagliare dal suo splendore. Per-mettetemi di dire, a coloro che vi hanno calunniato, ciòdi cui fui testimonio le mille volte. Voi eravate povera, enon voleste uscire dalla vostra povertà ricevendo i donidi qualsiasi specie, che vi volevano offrire spontanea-mente le anime buone, che accorrevano sul posto dellevostre preghiere».

E questa povertà la Veggente di Lourdes, fatta religio-sa, praticò nei più minuti particolari, tanto da non ricer-care mai neppure gli oggetti che le erano necessari: tutto

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Ed era questa morte della sua natura che doveva vera-mente «collocare la gloria di Dio in cima di tutti i suoipensieri e di tutti i suoi affetti, alla radice di tutte le sueazioni».

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Già vedemmo a Lourdes, in mezzo alla povertà,l’eroico distacco di quest’anima dalle cose terrene. «Ofanciulla, umile e modesta, distaccata dai beni della ter-ra (scriveva il dott. Dozous) permettete ad un uomo cheebbe il grande privilegio di curare la vostra cagionevolesalute, permettetegli, ripeto, di parlare della vostra po-vertà. Avreste potuto, aprendo la mano alle ricchezzeche vi si volevano largire, divenire in mezzo a noi po-tente per l’oro che si faceva brillare ai vostri occhi: ep-pure mai vi lasciaste abbagliare dal suo splendore. Per-mettetemi di dire, a coloro che vi hanno calunniato, ciòdi cui fui testimonio le mille volte. Voi eravate povera, enon voleste uscire dalla vostra povertà ricevendo i donidi qualsiasi specie, che vi volevano offrire spontanea-mente le anime buone, che accorrevano sul posto dellevostre preghiere».

E questa povertà la Veggente di Lourdes, fatta religio-sa, praticò nei più minuti particolari, tanto da non ricer-care mai neppure gli oggetti che le erano necessari: tutto

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era troppo buono per lei. Scriveva i suoi appunti di vitaspirituale sopra vecchi quaderni, o sopra fogli sparsi,che poi cuciva insieme. Quando le veniva offerto qual-che piccolo ricordo, lo riceveva amabilmente, senzaperò dare a conoscere la minima soddisfazione di posse-derlo, e se ne sbarazzava al più presto possibile.

E questo distacco si estendeva anche alle soddisfazio-ni del gusto, del cuore, di tutto il suo essere. «Un giornoche le preparavo una minestrina, racconta una religiosa,negligentemente la lasciai bruciare: ero tutta confusa didovergliela presentare in quello stato; ma ella la presesorridendo e se la mangiò come se fosse stato il migliorcibo del mondo».

Le sue compagne notavano che, nei pasti, prendevaquello che meno riusciva grato al suo gusto, e lasciavaquello che poteva piacerle di più.

Si lamentava qualche volta che la carità troppo gran-de delle sue consorelle le portasse a trattarla troppobene. «I poveri non lo sono così» diceva. «Non abbiatepremura del mio corpo, scriveva Suor Maria-Bernarda il3 aprile 1872 alla Superiora dell’Ospedale di Lourdes,ma pregate molto per la povera anima mia».

Il buon Dio le aveva fatto dono d’un cuore tanto piùamante quanto era più duro e delicato, più retto e sem-plice, più umile e forte; ma le creature non avevano al-

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era troppo buono per lei. Scriveva i suoi appunti di vitaspirituale sopra vecchi quaderni, o sopra fogli sparsi,che poi cuciva insieme. Quando le veniva offerto qual-che piccolo ricordo, lo riceveva amabilmente, senzaperò dare a conoscere la minima soddisfazione di posse-derlo, e se ne sbarazzava al più presto possibile.

E questo distacco si estendeva anche alle soddisfazio-ni del gusto, del cuore, di tutto il suo essere. «Un giornoche le preparavo una minestrina, racconta una religiosa,negligentemente la lasciai bruciare: ero tutta confusa didovergliela presentare in quello stato; ma ella la presesorridendo e se la mangiò come se fosse stato il migliorcibo del mondo».

Le sue compagne notavano che, nei pasti, prendevaquello che meno riusciva grato al suo gusto, e lasciavaquello che poteva piacerle di più.

Si lamentava qualche volta che la carità troppo gran-de delle sue consorelle le portasse a trattarla troppobene. «I poveri non lo sono così» diceva. «Non abbiatepremura del mio corpo, scriveva Suor Maria-Bernarda il3 aprile 1872 alla Superiora dell’Ospedale di Lourdes,ma pregate molto per la povera anima mia».

Il buon Dio le aveva fatto dono d’un cuore tanto piùamante quanto era più duro e delicato, più retto e sem-plice, più umile e forte; ma le creature non avevano al-

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cun potere di accaparrarselo.Non poteva in alcun modo permettere segni d’affetto

troppo particolari, e si guardava bene dal darvi motivo.Era una di quelle anime che «accumulano in se stessetutto l’amore che danno alle creature, amandole tutte, senon in ugual misura, certo con uguale sincerità; e di tuttiquesti affetti fanno come altrettanti gradini d’un tronod’amore sublime, ove Dio solo viene a sedersi». Tutta-via queste verginali delicatezze non impedivano chel’amore figliale e la riconoscenza vibrassero fortementee liberamente nel suo cuore.

Vi fu mai padre, vi fu mai madre che abbiano avutouna figliuola tanto amorevole? Oh! lo sapeva pur troppoLuisa Castérot, questa madre che, come abbiamo vedutodiceva «che non poteva più vivere senza la figlia sua».E Francesco Soubirous «quest’uomo semplice, retto,così buono e così ricco di fede cristiana» conoscevaanch’egli sì bene il cuore della sua Bernadetta, che la ri-cambiava dal canto suo con un amore spinto fino allavenerazione. «Un giorno, credendosi solo nel parlatoriodei Padri-Missionari, scrive il Padre Sempé s’inginoc-chiò dinanzi ad un quadro che rappresentava sua figlia,e si mise a pregare cori fervore». La vista sola di sua fi-glia lo portava alla preghiera.

Iddio chiamò a sè questo padre fortunato il sabato 4

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cun potere di accaparrarselo.Non poteva in alcun modo permettere segni d’affetto

troppo particolari, e si guardava bene dal darvi motivo.Era una di quelle anime che «accumulano in se stessetutto l’amore che danno alle creature, amandole tutte, senon in ugual misura, certo con uguale sincerità; e di tuttiquesti affetti fanno come altrettanti gradini d’un tronod’amore sublime, ove Dio solo viene a sedersi». Tutta-via queste verginali delicatezze non impedivano chel’amore figliale e la riconoscenza vibrassero fortementee liberamente nel suo cuore.

Vi fu mai padre, vi fu mai madre che abbiano avutouna figliuola tanto amorevole? Oh! lo sapeva pur troppoLuisa Castérot, questa madre che, come abbiamo vedutodiceva «che non poteva più vivere senza la figlia sua».E Francesco Soubirous «quest’uomo semplice, retto,così buono e così ricco di fede cristiana» conoscevaanch’egli sì bene il cuore della sua Bernadetta, che la ri-cambiava dal canto suo con un amore spinto fino allavenerazione. «Un giorno, credendosi solo nel parlatoriodei Padri-Missionari, scrive il Padre Sempé s’inginoc-chiò dinanzi ad un quadro che rappresentava sua figlia,e si mise a pregare cori fervore». La vista sola di sua fi-glia lo portava alla preghiera.

Iddio chiamò a sè questo padre fortunato il sabato 4

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marzo 1871, giorno anniversario di una delle più solenniapparizioni della Madonna.

«La sua morte fu la morte del giusto: era già in ago-nia, ed ancora mostrava con gioia lo scapolare di cui erarivestito. Per parecchie ore, e fino all’ultimo respiro noncessò un momento dal pregare.

Suor Maria-Bernarda sentì profondamente una talperdita. «Mi recavo all’infermeria, racconta una religio-sa, allora novizia, quando la trovai che, appoggiata sulcamino, piangeva dirottamente. Io non sapevo nulla delsuo lutto; e, vedendola piangere, mi misi in ginocchioaccanto a lei, e: «Che avete sorella?» le dissi, «vi ho for-se recato dispiacere senza volerlo?» – «Oh no, no! ri-spose, quindici giorni or sono eravate addolorata (lamorte vi aveva tolto un caro fratello) ed io vi consolai;ora è venuta la mia volta: or ora ho ricevuta la notiziadella morte del mio povero padre: è morto sabato. Sorel-la mia, aggiunse, abbiate sempre una grande devozioneal Cuore Agonizzante di Gesù; perchè, quando perdia-mo qualcuno dei nostri cari, essendo lontane da loro, èuna consolazione il pensare che abbiamo pregato peressi. E’ appunto quello che feci sabato sera, senza nep-pure sospettarlo: pregando per gli agonizzanti, pregavopel mio povero padre, che in quel momento faceva ilsuo ingresso nell’eternità».

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marzo 1871, giorno anniversario di una delle più solenniapparizioni della Madonna.

«La sua morte fu la morte del giusto: era già in ago-nia, ed ancora mostrava con gioia lo scapolare di cui erarivestito. Per parecchie ore, e fino all’ultimo respiro noncessò un momento dal pregare.

Suor Maria-Bernarda sentì profondamente una talperdita. «Mi recavo all’infermeria, racconta una religio-sa, allora novizia, quando la trovai che, appoggiata sulcamino, piangeva dirottamente. Io non sapevo nulla delsuo lutto; e, vedendola piangere, mi misi in ginocchioaccanto a lei, e: «Che avete sorella?» le dissi, «vi ho for-se recato dispiacere senza volerlo?» – «Oh no, no! ri-spose, quindici giorni or sono eravate addolorata (lamorte vi aveva tolto un caro fratello) ed io vi consolai;ora è venuta la mia volta: or ora ho ricevuta la notiziadella morte del mio povero padre: è morto sabato. Sorel-la mia, aggiunse, abbiate sempre una grande devozioneal Cuore Agonizzante di Gesù; perchè, quando perdia-mo qualcuno dei nostri cari, essendo lontane da loro, èuna consolazione il pensare che abbiamo pregato peressi. E’ appunto quello che feci sabato sera, senza nep-pure sospettarlo: pregando per gli agonizzanti, pregavopel mio povero padre, che in quel momento faceva ilsuo ingresso nell’eternità».

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*

Leggiamo ora quello che il 15 maggio 1870 scrivevaalla sua Madre Generale, allora a Roma: vi vedremo ri-fulgere, in un con la sua semplicità, il suo affetto figlia-le.

Carissima e venerata Madre,

«Da lungo tempo il mio cuore sente un vivo desideriodi scrivervi; ma dacchè siete partita son quasi semprestata patraque (1), od occupata al capezzale delle nostrecare inferme. In questo momento non c’è più che SuorNatalia, che del resto va molto meglio, e già comincia afare qualche giro per i corridoi dell’infermeria. Quanto ame ho avuto una flussione; mi si formò un ascesso nellabocca, che mi fece molto soffrire; ora però sono in pie-di, quantunque con la bocca un tantino di traverso. Nonmanco mai di offrire tutti i piccoli dolori e sacrifizi cheil buon Dio mi manda, secondo le vostre intenzioni, af-finchè Nostro Signore e la Vergine Santissima benedi-cano ed esaudiscano le domande che il vostro cuore dimadre forma per la più grande gloria di Dio e per la san-tificazione delle anime che vi sono affidate.

«Non dimentico nelle mie deboli preghiere tutte le

1 Termine dialettale per designare uno stato di salute molto debole.

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Leggiamo ora quello che il 15 maggio 1870 scrivevaalla sua Madre Generale, allora a Roma: vi vedremo ri-fulgere, in un con la sua semplicità, il suo affetto figlia-le.

Carissima e venerata Madre,

«Da lungo tempo il mio cuore sente un vivo desideriodi scrivervi; ma dacchè siete partita son quasi semprestata patraque (1), od occupata al capezzale delle nostrecare inferme. In questo momento non c’è più che SuorNatalia, che del resto va molto meglio, e già comincia afare qualche giro per i corridoi dell’infermeria. Quanto ame ho avuto una flussione; mi si formò un ascesso nellabocca, che mi fece molto soffrire; ora però sono in pie-di, quantunque con la bocca un tantino di traverso. Nonmanco mai di offrire tutti i piccoli dolori e sacrifizi cheil buon Dio mi manda, secondo le vostre intenzioni, af-finchè Nostro Signore e la Vergine Santissima benedi-cano ed esaudiscano le domande che il vostro cuore dimadre forma per la più grande gloria di Dio e per la san-tificazione delle anime che vi sono affidate.

«Non dimentico nelle mie deboli preghiere tutte le

1 Termine dialettale per designare uno stato di salute molto debole.

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persone che avete avuto la bontà di raccomandarmi pri-ma della vostra partenza; ed è sopratutto nei giorni diComunione che soddisfo a questo debito: sento l’animamia piena di forza e di confidenza, pensando che alloranon sono più io che prego, ma Gesù che è in me.

«Prego in modo specialissimo pei bisogni del Consi-glio della Congregazione, pel nostro Santo Padre ilPapa. Oh! quanto sarei felice di ricevere la sua benedi-zione.

«Sentii con molto dispiacere, mia cara Madre, chesiete stata sempre sofferente; spero però che avremo ilpiacere di rivedervi ben presto: il tempo della vostra as-senza ci pare così lungo!…

«Degnatevi di accettare, mia cara e venerata Madre,l’omaggio del profondo ed affettuoso rispetto

della vostra obbediente e riconoscente figliain N. S. G. C.

Suor MARIA-BERNARDA SOUBIROUS».

Non minore venerazione sentiva per le persone che aLourdes lavoravano alla effettuazione dei desiderî dellaVergine: il Vescovo di Tarbes, il Parroco di Lourdes, iPadri della Grotta. «Essi fanno l’opera che io non pote-vo fare», diceva.

Inoltre la loro carità per la sua famiglia le inspirava

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persone che avete avuto la bontà di raccomandarmi pri-ma della vostra partenza; ed è sopratutto nei giorni diComunione che soddisfo a questo debito: sento l’animamia piena di forza e di confidenza, pensando che alloranon sono più io che prego, ma Gesù che è in me.

«Prego in modo specialissimo pei bisogni del Consi-glio della Congregazione, pel nostro Santo Padre ilPapa. Oh! quanto sarei felice di ricevere la sua benedi-zione.

«Sentii con molto dispiacere, mia cara Madre, chesiete stata sempre sofferente; spero però che avremo ilpiacere di rivedervi ben presto: il tempo della vostra as-senza ci pare così lungo!…

«Degnatevi di accettare, mia cara e venerata Madre,l’omaggio del profondo ed affettuoso rispetto

della vostra obbediente e riconoscente figliain N. S. G. C.

Suor MARIA-BERNARDA SOUBIROUS».

Non minore venerazione sentiva per le persone che aLourdes lavoravano alla effettuazione dei desiderî dellaVergine: il Vescovo di Tarbes, il Parroco di Lourdes, iPadri della Grotta. «Essi fanno l’opera che io non pote-vo fare», diceva.

Inoltre la loro carità per la sua famiglia le inspirava

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verso di essi una profonda riconoscenza. Già fin dal 29agosto 1862, grazie all’intervento del Curato Peyramalee del R. P. Sempé presso il Vescovo di Tarbes, France-sco Soubirous era diventato proprietario del molino La-cadé posto sul ruscello Lapaca; ed una modesta agiatez-za era succeduta alla miseria che aveva regnato in quellafamiglia, la quale, e lo si dichiarava altamente, aveva ri-fiutato ogni sorta di offerte e di soccorsi per ubbidireagli ordini segreti della Signora della Grotta.

Dopo la morte di suo padre, Suor Maria-Bernarda,nella sua qualità di primogenita, si trovò alquanto preoc-cupata sulla sorte de’ suoi cari e specialmente del fratel-lo più giovane di cui era anche madrina; ma, come unbuon padre, il buon Curato Peyramale vegliava su diloro.

«Vi ringrazio, gli scriveva, della bontà che avete avu-to di occuparvi presso Monsignore del mio giovane fra-tello, che, a dirvi il vero, era per me un soggetto di vivainquietudine, dopo la morte de’ miei poveri genitori. Madacchè, Signor Curato, ho letto la vostra lettera, in cuiavete la carità di dirmi che non devo avere la minimapreoccupazione perchè voi vegliate su di tutti loro, misento perfettamente tranquilla e rassicurata su questopunto.

«Vogliate, ve ne prego, gradire i miei ringraziamenti

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verso di essi una profonda riconoscenza. Già fin dal 29agosto 1862, grazie all’intervento del Curato Peyramalee del R. P. Sempé presso il Vescovo di Tarbes, France-sco Soubirous era diventato proprietario del molino La-cadé posto sul ruscello Lapaca; ed una modesta agiatez-za era succeduta alla miseria che aveva regnato in quellafamiglia, la quale, e lo si dichiarava altamente, aveva ri-fiutato ogni sorta di offerte e di soccorsi per ubbidireagli ordini segreti della Signora della Grotta.

Dopo la morte di suo padre, Suor Maria-Bernarda,nella sua qualità di primogenita, si trovò alquanto preoc-cupata sulla sorte de’ suoi cari e specialmente del fratel-lo più giovane di cui era anche madrina; ma, come unbuon padre, il buon Curato Peyramale vegliava su diloro.

«Vi ringrazio, gli scriveva, della bontà che avete avu-to di occuparvi presso Monsignore del mio giovane fra-tello, che, a dirvi il vero, era per me un soggetto di vivainquietudine, dopo la morte de’ miei poveri genitori. Madacchè, Signor Curato, ho letto la vostra lettera, in cuiavete la carità di dirmi che non devo avere la minimapreoccupazione perchè voi vegliate su di tutti loro, misento perfettamente tranquilla e rassicurata su questopunto.

«Vogliate, ve ne prego, gradire i miei ringraziamenti

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per tutte le bontà di cui non cessate di colmare me e lamia famiglia. Tutti i giorni prego il Signore e la VergineSantissima di volere Essi stessi ricompensarvi della vo-stra carità».

E al Vescovo di Tarbes:«Permettete, Monsignore, ad una povera piccola Suo-

ra di testimoniarvi la sua più viva riconoscenza per es-servi Vostra Eccellenza degnata d’incaricarsi della edu-cazione del mio giovane fratello, di cui ero vivamentepreoccupata in seguito alla morte de’ miei genitori.

«Questo piccolo orfanello, a me carissimo, mi stavadi continuo presente alla mente; ed io domandavo a mestessa che cosa sarebbe divenuto di lui. A questo finenon cessavo di pregare il buon Dio e la Vergine Santa divegliare su di lui e di proteggerlo. E non si ricorre maiinvano alla protezione di Colei che viene invocata anchesotto il titolo di Madre degli orfani. Non ne ho forse unaprova evidente nella vostra paterna sollecitudine e nellavostra tenera carità per il mio caro fratello? Qual fortunaper lui che siate proprio Voi, Monsignore, che vi occu-piate della sua educazione e del suo avvenire, e qualeconsolazione per me!…

«Per tutto il tempo che vivrà, conserverò, Monsigno-re, davanti a Dio ed alla Vergine Santa il ricordo d’untanto benefizio; nè mi stancherò di domandare senza

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per tutte le bontà di cui non cessate di colmare me e lamia famiglia. Tutti i giorni prego il Signore e la VergineSantissima di volere Essi stessi ricompensarvi della vo-stra carità».

E al Vescovo di Tarbes:«Permettete, Monsignore, ad una povera piccola Suo-

ra di testimoniarvi la sua più viva riconoscenza per es-servi Vostra Eccellenza degnata d’incaricarsi della edu-cazione del mio giovane fratello, di cui ero vivamentepreoccupata in seguito alla morte de’ miei genitori.

«Questo piccolo orfanello, a me carissimo, mi stavadi continuo presente alla mente; ed io domandavo a mestessa che cosa sarebbe divenuto di lui. A questo finenon cessavo di pregare il buon Dio e la Vergine Santa divegliare su di lui e di proteggerlo. E non si ricorre maiinvano alla protezione di Colei che viene invocata anchesotto il titolo di Madre degli orfani. Non ne ho forse unaprova evidente nella vostra paterna sollecitudine e nellavostra tenera carità per il mio caro fratello? Qual fortunaper lui che siate proprio Voi, Monsignore, che vi occu-piate della sua educazione e del suo avvenire, e qualeconsolazione per me!…

«Per tutto il tempo che vivrà, conserverò, Monsigno-re, davanti a Dio ed alla Vergine Santa il ricordo d’untanto benefizio; nè mi stancherò di domandare senza

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posa a questa buona Madre, di volere Ella stessa incari-carsi di soddisfare il debito di riconoscenza che la miafamiglia ha contratto con Voi».

La sua riconoscenza si estendeva pure a ciò che si fa-ceva per la sua famiglia religiosa. Nel 1874 la Congre-gazione delle Suore di Nevers aveva aperta a Lourdes,quasi di fronte alla Grotta, separata soltanto dal Gavo,una casa per raccogliere povere orfanelle. «Pare che ilnostro caro Orfanotrofio occupi un posto molto grandenel vostro cuore» – scriveva Suor Maria-Bernarda aMonsignor Peyramale – e che ne siate sovente il buoneconomo, fino a provvederlo della legna necessaria.Non avevo punto bisogno di essere informata di ciò perconoscere la vostra carità; fui troppo sovente oggettodella vostra paterna sollecitudine per pensare che sareb-be stato diversamente per queste care orfanelle; ero anti-cipatamente sicura che esse avrebbero trovato in voi uncuore di padre».

«Grande fu la nostra gioia nel sapere, Monsignore,che i lavori della nuova chiesa sono già molto inoltrati.Non dimentico di fare tutti i giorni la preghiera che v’hopromesso, secondo la vostra intenzione. Permettetemi didomandarvi in cambio un’Ave Maria quando andretealla mia cara Grotta: ne ho davvero molto bisogno».

Quando le venne comunicata la morte di questo fede-

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posa a questa buona Madre, di volere Ella stessa incari-carsi di soddisfare il debito di riconoscenza che la miafamiglia ha contratto con Voi».

La sua riconoscenza si estendeva pure a ciò che si fa-ceva per la sua famiglia religiosa. Nel 1874 la Congre-gazione delle Suore di Nevers aveva aperta a Lourdes,quasi di fronte alla Grotta, separata soltanto dal Gavo,una casa per raccogliere povere orfanelle. «Pare che ilnostro caro Orfanotrofio occupi un posto molto grandenel vostro cuore» – scriveva Suor Maria-Bernarda aMonsignor Peyramale – e che ne siate sovente il buoneconomo, fino a provvederlo della legna necessaria.Non avevo punto bisogno di essere informata di ciò perconoscere la vostra carità; fui troppo sovente oggettodella vostra paterna sollecitudine per pensare che sareb-be stato diversamente per queste care orfanelle; ero anti-cipatamente sicura che esse avrebbero trovato in voi uncuore di padre».

«Grande fu la nostra gioia nel sapere, Monsignore,che i lavori della nuova chiesa sono già molto inoltrati.Non dimentico di fare tutti i giorni la preghiera che v’hopromesso, secondo la vostra intenzione. Permettetemi didomandarvi in cambio un’Ave Maria quando andretealla mia cara Grotta: ne ho davvero molto bisogno».

Quando le venne comunicata la morte di questo fede-

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le servo della Vergine, grande fu il suo dolore; e fu nellacappella ai piedi dell’altare, che ella si ritirò per sparge-re le sue lagrime ed innalzare le sue preghiere.

«La morte così rapida del nostro caro e Venerato Cu-rato mi ha abbattuta», scriveva il 15 settembre 1877all’abate Pomion, cappellano dell’Ospizio, che era statosuo confessore a Lourdes e l’aveva preparata alla PrimaComunione. «Quale dolorosa perdita per gli abitanti diLourdes! Grande sarebbe la loro ingratitudine, se non ri-conoscessero che la causa della morte del nostro caro ebuon Pastore è stato un eccesso di zelo per la gloria diDio e la salute delle anime. A quanto pare i dispiaceriprovati per la fabbrica della nuova chiesa, avrebbero dimolto contribuito alla sua morte: non ne sarei punto stu-pita, standogli tanto a cuore l’opera che aveva incomin-ciata. Non ci resta altro che adorare i disegni del buonDio, poichè nulla accade senza il suo permesso.

«Proprio il giorno della Natività della Madonna vennia conoscenza di questa fulminea notizia. Alle nove delmattino, Suor Natalia venne a trovarmi mentre stavonella tribuna, e mi disse che era giunto un telegrammaannunziante che il Signor Curato si trovava in gravissi-mo stato. Il giorno dopo ne arrivò un secondo che ne an-nunziava la morte. Dirvi, Signor Abate, quello che hosofferto, è cosa impossibile. Ma se grande fu il dolore

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le servo della Vergine, grande fu il suo dolore; e fu nellacappella ai piedi dell’altare, che ella si ritirò per sparge-re le sue lagrime ed innalzare le sue preghiere.

«La morte così rapida del nostro caro e Venerato Cu-rato mi ha abbattuta», scriveva il 15 settembre 1877all’abate Pomion, cappellano dell’Ospizio, che era statosuo confessore a Lourdes e l’aveva preparata alla PrimaComunione. «Quale dolorosa perdita per gli abitanti diLourdes! Grande sarebbe la loro ingratitudine, se non ri-conoscessero che la causa della morte del nostro caro ebuon Pastore è stato un eccesso di zelo per la gloria diDio e la salute delle anime. A quanto pare i dispiaceriprovati per la fabbrica della nuova chiesa, avrebbero dimolto contribuito alla sua morte: non ne sarei punto stu-pita, standogli tanto a cuore l’opera che aveva incomin-ciata. Non ci resta altro che adorare i disegni del buonDio, poichè nulla accade senza il suo permesso.

«Proprio il giorno della Natività della Madonna vennia conoscenza di questa fulminea notizia. Alle nove delmattino, Suor Natalia venne a trovarmi mentre stavonella tribuna, e mi disse che era giunto un telegrammaannunziante che il Signor Curato si trovava in gravissi-mo stato. Il giorno dopo ne arrivò un secondo che ne an-nunziava la morte. Dirvi, Signor Abate, quello che hosofferto, è cosa impossibile. Ma se grande fu il dolore

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da me provato, non meno grande e dolce fu la consola-zione ch’ebbi nel sapere che egli aveva avuto la fortunadi ricevere gli ultimi Sacramenti con piena cognizione edi essere assistito ne’ suoi ultimi momenti da Voi, Si-gnor Abate, suo amico del cuore, suo fedele e zelanteservitore.

«La Vergine Santissima volle venire a Prendere il no-stro buon Padre il giorno stesso della sua Natività, perricompensarlo dei sacrifizi e delle dure prove che egliaveva accettate e sofferte per suo amore.

«Non dubito punto, Signor Abate, che profondo sia ildolore in cui vi ha gettato la perdita così rapida ed ina-spettata del nostro degno e venerato Pastore. Il rispetto-so affetto che vi legava a lui, mi dice chiaramente quan-to grande deve essere il vuoto che la sua morte ha pro-dotto intorno a voi. Soltanto il pensiero che ora abbiamoin Cielo un protettore di più, può addolcire la nostrapena».

Si può immaginare un animo più delicato e gentile,un cuore più riconoscente e grato di quello che ci si pa-lesa in questa lettera?

E questa riconoscenza abbracciava ancora tutte lepersone che le rendevano i più umili servigi, e special-mente quelle compagne che le prestavano le loro cureaffettuose. «Oh! eccovi finalmente!» – diceva un giorno

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da me provato, non meno grande e dolce fu la consola-zione ch’ebbi nel sapere che egli aveva avuto la fortunadi ricevere gli ultimi Sacramenti con piena cognizione edi essere assistito ne’ suoi ultimi momenti da Voi, Si-gnor Abate, suo amico del cuore, suo fedele e zelanteservitore.

«La Vergine Santissima volle venire a Prendere il no-stro buon Padre il giorno stesso della sua Natività, perricompensarlo dei sacrifizi e delle dure prove che egliaveva accettate e sofferte per suo amore.

«Non dubito punto, Signor Abate, che profondo sia ildolore in cui vi ha gettato la perdita così rapida ed ina-spettata del nostro degno e venerato Pastore. Il rispetto-so affetto che vi legava a lui, mi dice chiaramente quan-to grande deve essere il vuoto che la sua morte ha pro-dotto intorno a voi. Soltanto il pensiero che ora abbiamoin Cielo un protettore di più, può addolcire la nostrapena».

Si può immaginare un animo più delicato e gentile,un cuore più riconoscente e grato di quello che ci si pa-lesa in questa lettera?

E questa riconoscenza abbracciava ancora tutte lepersone che le rendevano i più umili servigi, e special-mente quelle compagne che le prestavano le loro cureaffettuose. «Oh! eccovi finalmente!» – diceva un giorno

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ad una religiosa che, dimorante in una casa non lungi daNevers, era venuta a passare qualche ora alla Casa-Madre – «Ho presentito che sareste venuta quest’oggi.Se sapeste quanto prego per voi! E ciò per parecchi mo-tivi: anzitutto perchè noi siamo sorelle di vestizione e diprofessione religiosa, e poi perchè mi avete assistita: pertutte queste ragioni m’è impossibile dimenticarvi».

*

E qui ci si presenta l’occasione di parlare di quella ca-rità, di quell’amore che in lei si manifestava sotto tuttele forme, e rivestiva tutte le attrattive, perchè era comeuna rivelazione ed una derivazione della vita di Gesùnell’anima sua.

Quanto fosse compassionevole con le consorelle am-malate, premurosa di risparmiare qualsiasi pena allecompagne, già l’abbiamo veduto. Essendosi accorta cheuna Suora, obbligata a farle da infermiera durante una diquelle sue lunghe e dolorose malattie che sovente la tra-vagliavano, non poteva per nulla riposare, a motivo del-la grande preoccupazione che la teneva sveglia, e nonvolendo ella che nessuno si privasse del sonno per cu-rarla, supplicò insistentemente la Superiora a sostituirlacon un’altra, il cui sonno, meno leggiero, non fosse di-sturbato dalle sue sofferenze.

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ad una religiosa che, dimorante in una casa non lungi daNevers, era venuta a passare qualche ora alla Casa-Madre – «Ho presentito che sareste venuta quest’oggi.Se sapeste quanto prego per voi! E ciò per parecchi mo-tivi: anzitutto perchè noi siamo sorelle di vestizione e diprofessione religiosa, e poi perchè mi avete assistita: pertutte queste ragioni m’è impossibile dimenticarvi».

*

E qui ci si presenta l’occasione di parlare di quella ca-rità, di quell’amore che in lei si manifestava sotto tuttele forme, e rivestiva tutte le attrattive, perchè era comeuna rivelazione ed una derivazione della vita di Gesùnell’anima sua.

Quanto fosse compassionevole con le consorelle am-malate, premurosa di risparmiare qualsiasi pena allecompagne, già l’abbiamo veduto. Essendosi accorta cheuna Suora, obbligata a farle da infermiera durante una diquelle sue lunghe e dolorose malattie che sovente la tra-vagliavano, non poteva per nulla riposare, a motivo del-la grande preoccupazione che la teneva sveglia, e nonvolendo ella che nessuno si privasse del sonno per cu-rarla, supplicò insistentemente la Superiora a sostituirlacon un’altra, il cui sonno, meno leggiero, non fosse di-sturbato dalle sue sofferenze.

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«Riposatevi su questa poltrona» diceva ad un’altrache la vegliava; «se avrò bisogno di voi, vi chiamerò».E ancora: «Non disturbatevi in tal modo; forse avretepiù bisogno di me delle cure che mi prodigate». Inco-raggiava, consolava, sgridava perfino, dava caritatevoliconsigli, e faceva tutto ciò con tanta semplicità e mode-stia che, senz’avvedersene, diffondeva attorno a sè «ilbuon odore di Gesù Cristo» che è forza e dolcezza.«Quando l’occasione si presenterà – scriveva – ver-serò l’olio ed il vino sulle piaghe come Gesù, senzapreferenze per nessuno; o, meglio ancora, dando,come Gesù, la preferenza ai poveri, ai più sofferenti,ai più umili, ai più derelitti».

«Ero allora Novizia, scrive una religiosa, e, triste, econ gli occhi pieni di lagrime, me ne stavo all’inferme-ria accanto a Suor Maria-Bernarda ammalata. La buonasorella che, come credo, leggeva qualche volta in fondoai cuori, si accorse ben presto che avevo un dispiacere, eme ne domandò il motivo. Le risposi che, per una picco-la inavvertenza nel mio uffizio, una Suora anziana miaveva detto che non sarei mai stata capace di diventareuna buona religiosa. Suor Maria-Bernarda sorrise silen-ziosamente, si raccolse e, guardandomi dolcemente:«Dal momento» mi disse «che volete fare la volontà di

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«Riposatevi su questa poltrona» diceva ad un’altrache la vegliava; «se avrò bisogno di voi, vi chiamerò».E ancora: «Non disturbatevi in tal modo; forse avretepiù bisogno di me delle cure che mi prodigate». Inco-raggiava, consolava, sgridava perfino, dava caritatevoliconsigli, e faceva tutto ciò con tanta semplicità e mode-stia che, senz’avvedersene, diffondeva attorno a sè «ilbuon odore di Gesù Cristo» che è forza e dolcezza.«Quando l’occasione si presenterà – scriveva – ver-serò l’olio ed il vino sulle piaghe come Gesù, senzapreferenze per nessuno; o, meglio ancora, dando,come Gesù, la preferenza ai poveri, ai più sofferenti,ai più umili, ai più derelitti».

«Ero allora Novizia, scrive una religiosa, e, triste, econ gli occhi pieni di lagrime, me ne stavo all’inferme-ria accanto a Suor Maria-Bernarda ammalata. La buonasorella che, come credo, leggeva qualche volta in fondoai cuori, si accorse ben presto che avevo un dispiacere, eme ne domandò il motivo. Le risposi che, per una picco-la inavvertenza nel mio uffizio, una Suora anziana miaveva detto che non sarei mai stata capace di diventareuna buona religiosa. Suor Maria-Bernarda sorrise silen-ziosamente, si raccolse e, guardandomi dolcemente:«Dal momento» mi disse «che volete fare la volontà di

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Dio, sarete suora di Nevers; non prendetevela troppo;imparate soltanto a sopportare le piccole croci». Tutti imiei timori disparvero sull’istante; ed ebbi più tardi lafortunata sorte di diventare sorella di Bernadetta con laprofessione religiosa. Non mi resta altro che sopportare«le piccole croci». Ciò mi sarà facile con l’aiuto di No-stro Signore.

«Molto portata allo scoraggiamento» dice un’altra re-ligiosa che aveva conosciuto Bernadetta a Lourdes «leconfidai le mie inquietudini» – «Non vi scoraggiate» mirispose, «pregherò per voi».

«E pregò infatti, poichè ebbi subito a sperimentarel’efficacia delle sue preghiere. Ed ora, tutte le volte chemi sento triste, invoco Bernadetta, e mi trovo immedia-tamente riconfortata. Dopo la mia professione religiosa,nell’abbracciarla prima di separarci, le dissi: «A riveder-ci».

«Abbracciamoci per l’ultima volta quaggiù» mi rispo-se; ed infatti non la rividi più. Mi fece poi le sue carita-tevoli raccomandazioni, che ho sempre presenti: «Ac-cettate la malattia come una carezza del vostro Spo-so divino; consacratevi pure al servizio dei poveri, macon prudenza; non lasciatevi mai sorprendere dallo sco-raggiamento, amate molto la Madonna. Contate sul soc-corso delle mie preghiere, e ricordiamoci vicendevol-

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Dio, sarete suora di Nevers; non prendetevela troppo;imparate soltanto a sopportare le piccole croci». Tutti imiei timori disparvero sull’istante; ed ebbi più tardi lafortunata sorte di diventare sorella di Bernadetta con laprofessione religiosa. Non mi resta altro che sopportare«le piccole croci». Ciò mi sarà facile con l’aiuto di No-stro Signore.

«Molto portata allo scoraggiamento» dice un’altra re-ligiosa che aveva conosciuto Bernadetta a Lourdes «leconfidai le mie inquietudini» – «Non vi scoraggiate» mirispose, «pregherò per voi».

«E pregò infatti, poichè ebbi subito a sperimentarel’efficacia delle sue preghiere. Ed ora, tutte le volte chemi sento triste, invoco Bernadetta, e mi trovo immedia-tamente riconfortata. Dopo la mia professione religiosa,nell’abbracciarla prima di separarci, le dissi: «A riveder-ci».

«Abbracciamoci per l’ultima volta quaggiù» mi rispo-se; ed infatti non la rividi più. Mi fece poi le sue carita-tevoli raccomandazioni, che ho sempre presenti: «Ac-cettate la malattia come una carezza del vostro Spo-so divino; consacratevi pure al servizio dei poveri, macon prudenza; non lasciatevi mai sorprendere dallo sco-raggiamento, amate molto la Madonna. Contate sul soc-corso delle mie preghiere, e ricordiamoci vicendevol-

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mente tutti i giorni nel Santo Sacrifizio della Messa».Due o tre settimane dopo il suo arrivo al Noviziato,

una postulante si trovava nell’infermeria accanto al ca-pezzale d’una moribonda.

«Vidi entrare pian pianino, ella disse, una religiosache non conoscevo. Accostatasi all’inferma, con le manigiunte, la intesi dire con un fervore angelico: «Oh! miacara Sorella, quanto dovete essere felice! Ancora pocheore di sofferenza, e poi riceverete il premio: voi vedreteil Sacro Cuore, la Vergine Santa!…

«E disse altre parole, che ora più non ricordo, ma tal-mente penetranti, che ne rimasi al tempo stesso rapita edimpressionata. Chi può essere questa religiosa? mi do-mandai. E seppi poco dopo che era la Bernadetta diLourdes, la privilegiata della Madonna».

Suor Maria-Bernarda si studiava pure di procurarecon pia sollecitudine il bene spirituale delle anime. Ungiorno, incontrando sotto il chiostro una postulante, laprese in disparte e le disse: «Signorina, non siete puntoraccolta, ma piuttosto dissipata: perchè vi mettete a ride-re in refettorio? Ciò non sta bene». Felice di vederla e diparlarle, quella ingenuamente le confessò che era il pia-cere di trovarsi in faccia a lei che la rendeva sì giuliva;ed aggiunse: «Ed ora siate così buona di pregare per lamia conversione». La promessa fu fatta, e, a datare da

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mente tutti i giorni nel Santo Sacrifizio della Messa».Due o tre settimane dopo il suo arrivo al Noviziato,

una postulante si trovava nell’infermeria accanto al ca-pezzale d’una moribonda.

«Vidi entrare pian pianino, ella disse, una religiosache non conoscevo. Accostatasi all’inferma, con le manigiunte, la intesi dire con un fervore angelico: «Oh! miacara Sorella, quanto dovete essere felice! Ancora pocheore di sofferenza, e poi riceverete il premio: voi vedreteil Sacro Cuore, la Vergine Santa!…

«E disse altre parole, che ora più non ricordo, ma tal-mente penetranti, che ne rimasi al tempo stesso rapita edimpressionata. Chi può essere questa religiosa? mi do-mandai. E seppi poco dopo che era la Bernadetta diLourdes, la privilegiata della Madonna».

Suor Maria-Bernarda si studiava pure di procurarecon pia sollecitudine il bene spirituale delle anime. Ungiorno, incontrando sotto il chiostro una postulante, laprese in disparte e le disse: «Signorina, non siete puntoraccolta, ma piuttosto dissipata: perchè vi mettete a ride-re in refettorio? Ciò non sta bene». Felice di vederla e diparlarle, quella ingenuamente le confessò che era il pia-cere di trovarsi in faccia a lei che la rendeva sì giuliva;ed aggiunse: «Ed ora siate così buona di pregare per lamia conversione». La promessa fu fatta, e, a datare da

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quel giorno, la postulante potè evitare, nei momenti disilenzio, ogni manifestazione esterna di gioia.

Le ammalate, le orfanelle, tutti coloro che soffrivano,tenevano nel suo cuore un posto di predilezione.«Quanto siete fortunata di poter andare a sollevarequesti disgraziati!» diceva ad una religiosa, a cui l’ubbi-dienza aveva fissato come campo d’apostolato un ospe-dale, «avrei avuto tanto piacere di fare lo stesso! Ilbuon Dio ha stabilito diversamente: sia fatta la sua san-ta volontà!».

E ad un’altra: «Amate molto le vostre orfanelle, ab-biate molta cura di esse, e fate loro amare il buon Dio».

Suor Maria-Bernarda era veramente una di quelle ani-me a cui la carità di Gesù Cristo dilata il cuore, e la cuivita è una effettuazione completa della parola dell’ulti-ma Cena: «Amatevi gli uni gli altri».

Se le arrivava di soffrire da parte delle creature (e ciòaccadeva abbastanza spesso, come vedremo), non solonon si lamentava mai; ma neppure sopportava di esserconsolata quando ciò avesse potuto tornare di biasimo aqualcuno. Tutte le persone che l’hanno conosciuta sonounanimi nel dire che non fu mai udita mancare alla cari-tà, neppure con una semplice parola di critica. Era perlei una gioia ed un piacere mostrarsi premurosa per qua-lunque servizio le si domandasse; lo prestava con una

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quel giorno, la postulante potè evitare, nei momenti disilenzio, ogni manifestazione esterna di gioia.

Le ammalate, le orfanelle, tutti coloro che soffrivano,tenevano nel suo cuore un posto di predilezione.«Quanto siete fortunata di poter andare a sollevarequesti disgraziati!» diceva ad una religiosa, a cui l’ubbi-dienza aveva fissato come campo d’apostolato un ospe-dale, «avrei avuto tanto piacere di fare lo stesso! Ilbuon Dio ha stabilito diversamente: sia fatta la sua san-ta volontà!».

E ad un’altra: «Amate molto le vostre orfanelle, ab-biate molta cura di esse, e fate loro amare il buon Dio».

Suor Maria-Bernarda era veramente una di quelle ani-me a cui la carità di Gesù Cristo dilata il cuore, e la cuivita è una effettuazione completa della parola dell’ulti-ma Cena: «Amatevi gli uni gli altri».

Se le arrivava di soffrire da parte delle creature (e ciòaccadeva abbastanza spesso, come vedremo), non solonon si lamentava mai; ma neppure sopportava di esserconsolata quando ciò avesse potuto tornare di biasimo aqualcuno. Tutte le persone che l’hanno conosciuta sonounanimi nel dire che non fu mai udita mancare alla cari-tà, neppure con una semplice parola di critica. Era perlei una gioia ed un piacere mostrarsi premurosa per qua-lunque servizio le si domandasse; lo prestava con una

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grazia incantevole.Anima trasparente come un cristallo, natura perfetta-

mente retta, agiva però sempre con la più grande pru-denza e con la più intiera discrezione, ma non poteva inalcun modo sopportare i sotterfugi. Parlava parcamente,brevemente, ma ciò che diceva era improntato a grandebuon senso e giustezza. Qualunque fosse la questioneche le venisse posta, sapeva sempre rispondere a propo-sito, ed era maestra nel dare il fatto loro agli indiscreti.

Essendole stato riferito che alcuni l’avevano accusatadi avere svelato i segreti della Vergine: «No: – protestòella energicamente – mai mi sono lasciata andare a par-larne. La Visione m’ha affidato tre segreti che ho fedel-mente mantenuti; mi ha anche insegnato una preghierache recito tutti i giorni, e che nessuno conosce».

Siffatta prudenza non andava però disgiunta da unaamabile semplicità e da una gioia infantile che rallegra-va quanto la circondava. Quanto siete fortunata d’averveduta la Madonna!» le diceva una religiosa, sua cugi-na: «Ma, cara mia, eravate pure presente alle Appari-zioni; perchè non avete voi pure spalancato gli occhi?Suvvia: la vedrete in Cielo, perchè siete una religiosaesemplare».

Un giorno che qualcuno la tempestava d’interrogazio-ni su certi particolari relativi agli abiti della Vergine:

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grazia incantevole.Anima trasparente come un cristallo, natura perfetta-

mente retta, agiva però sempre con la più grande pru-denza e con la più intiera discrezione, ma non poteva inalcun modo sopportare i sotterfugi. Parlava parcamente,brevemente, ma ciò che diceva era improntato a grandebuon senso e giustezza. Qualunque fosse la questioneche le venisse posta, sapeva sempre rispondere a propo-sito, ed era maestra nel dare il fatto loro agli indiscreti.

Essendole stato riferito che alcuni l’avevano accusatadi avere svelato i segreti della Vergine: «No: – protestòella energicamente – mai mi sono lasciata andare a par-larne. La Visione m’ha affidato tre segreti che ho fedel-mente mantenuti; mi ha anche insegnato una preghierache recito tutti i giorni, e che nessuno conosce».

Siffatta prudenza non andava però disgiunta da unaamabile semplicità e da una gioia infantile che rallegra-va quanto la circondava. Quanto siete fortunata d’averveduta la Madonna!» le diceva una religiosa, sua cugi-na: «Ma, cara mia, eravate pure presente alle Appari-zioni; perchè non avete voi pure spalancato gli occhi?Suvvia: la vedrete in Cielo, perchè siete una religiosaesemplare».

Un giorno che qualcuno la tempestava d’interrogazio-ni su certi particolari relativi agli abiti della Vergine:

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«Non ho mai detto che la sua veste fosse di tulle; ho po-tuto dire che rassomigliava al tulle; era però d’una stoffache non ho mai veduto». Poi, con un tono un po’ canzo-natorio: «Del resto, chi desidera tanto di saper comeera, faccia ritornare la Vergine Santa, e la contemplibene!».

*

La pastorella di Bartrès, alla scuola della Regina delCielo, aveva sentito l’anima sua aprirsi a tutti i misteridella vita soprannaturale; ma ciò ancora non bastava aMaria, che, volendo rendere più visibile la sua azione infavore della sua Confidente, aveva fatto sì che, senza al-cun altro tirocinio, si mostrasse perfetta infermiera, abi-lissima lavoratrice. Dalle sue mani infatti uscivano deiveri capolavori, di squisita fattura; e tale sua abilità, nonsi sa come, era trapelata al di fuori del Convento.

Una signora di Nevers capitò un giorno tutta addolo-rata alla Casa-Madre, perchè un suo bambino si trovavagravemente infermo. Ella portava con sè una coperta daculla appena incominciata e da continuarsi all’uncinetto,persuasa, diceva, che se Bernadetta vi mettesse mano, ilsuo bambino sarebbe guarito. La suora portinaia, suorVittoria Sarrau, avutone il permesso dalla Madre Gene-rale, montò all’infermeria, ed indirizzandosi in tono in-

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«Non ho mai detto che la sua veste fosse di tulle; ho po-tuto dire che rassomigliava al tulle; era però d’una stoffache non ho mai veduto». Poi, con un tono un po’ canzo-natorio: «Del resto, chi desidera tanto di saper comeera, faccia ritornare la Vergine Santa, e la contemplibene!».

*

La pastorella di Bartrès, alla scuola della Regina delCielo, aveva sentito l’anima sua aprirsi a tutti i misteridella vita soprannaturale; ma ciò ancora non bastava aMaria, che, volendo rendere più visibile la sua azione infavore della sua Confidente, aveva fatto sì che, senza al-cun altro tirocinio, si mostrasse perfetta infermiera, abi-lissima lavoratrice. Dalle sue mani infatti uscivano deiveri capolavori, di squisita fattura; e tale sua abilità, nonsi sa come, era trapelata al di fuori del Convento.

Una signora di Nevers capitò un giorno tutta addolo-rata alla Casa-Madre, perchè un suo bambino si trovavagravemente infermo. Ella portava con sè una coperta daculla appena incominciata e da continuarsi all’uncinetto,persuasa, diceva, che se Bernadetta vi mettesse mano, ilsuo bambino sarebbe guarito. La suora portinaia, suorVittoria Sarrau, avutone il permesso dalla Madre Gene-rale, montò all’infermeria, ed indirizzandosi in tono in-

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terrogativo a tutte le suore presenti: «La Signora X...porta questa coperta, e non sa, credo, come togliersid’impaccio per finirla; domanda se non c’è qualcunache sappia continuare il lavoro». Poi, con un gesto mac-chinale, presentò il lavoro a Suor Maria-Bernarda: «E’molto comodo» rispose scherzando la buona Suora;«queste belle signore guastano i loro lavori e poi tocca anoi il ripararli. Ma via, datemelo lo stesso, vedròd’aggiustarlo». E l’aggiustò infatti; e la coperta venneapplicata sul bambino, il quale guarì.

Oltre ai lavori di qualche importanza, la giovane reli-giosa ne faceva altri di fantasia, che venivano poi rega-lati dalle Superiore a persone amiche o benefattrici dellaComunità, contente di possedere qualche «lavoruccio diBernadetta». Esse lo ricevevano con una gioia maggioreche se ricevessero un tesoro. Nella ricorrenza delle so-lennità di Pasqua, per esempio, erano uova dipinte, sullequali Suor Maria-Bernarda riproduceva meravigliosi di-segni. Questo lavoro consisteva semplicemente a farescomparire il colore, per mettere il disegno in rilievo.Ed ella si divertiva molto dei complimenti che le si face-vano. «Oh come son belle queste uova!» le si diceva.«Non me ne parlate; tanto vale andare in Cielo dipin-gendo uova, quanto facendo altre cose».

Dipingeva pure cuori per immagini; e un giorno che

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terrogativo a tutte le suore presenti: «La Signora X...porta questa coperta, e non sa, credo, come togliersid’impaccio per finirla; domanda se non c’è qualcunache sappia continuare il lavoro». Poi, con un gesto mac-chinale, presentò il lavoro a Suor Maria-Bernarda: «E’molto comodo» rispose scherzando la buona Suora;«queste belle signore guastano i loro lavori e poi tocca anoi il ripararli. Ma via, datemelo lo stesso, vedròd’aggiustarlo». E l’aggiustò infatti; e la coperta venneapplicata sul bambino, il quale guarì.

Oltre ai lavori di qualche importanza, la giovane reli-giosa ne faceva altri di fantasia, che venivano poi rega-lati dalle Superiore a persone amiche o benefattrici dellaComunità, contente di possedere qualche «lavoruccio diBernadetta». Esse lo ricevevano con una gioia maggioreche se ricevessero un tesoro. Nella ricorrenza delle so-lennità di Pasqua, per esempio, erano uova dipinte, sullequali Suor Maria-Bernarda riproduceva meravigliosi di-segni. Questo lavoro consisteva semplicemente a farescomparire il colore, per mettere il disegno in rilievo.Ed ella si divertiva molto dei complimenti che le si face-vano. «Oh come son belle queste uova!» le si diceva.«Non me ne parlate; tanto vale andare in Cielo dipin-gendo uova, quanto facendo altre cose».

Dipingeva pure cuori per immagini; e un giorno che

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ne era tutta attorniata: «Se qualcuno vi dicesse che ionon ho cuore, rispondetegli che passo la mia giornata afarne».

Durante le ricreazioni, quando si trovava sola, unadelle sue distrazioni favorite era quella di cercare comeavrebbe potuto scrivere nel suo cuore i nomi di Gesù, diMaria, di S. Bernardo, ecc. E questa pastorella dellamontagna che non aveva mai aperto libro di letteratura,ne trovava il modo, con la pratica di quelle virtù, le cuiiniziali, sotto forma di acrostico, formavano i nomi dascriversi.

Il nome di Maria, per esempio, le risultava compostocosì:

MortificazioneAmoreRegolaritàInnocenzaAbbandono

«Nel tempo del mio noviziato, racconta una religiosa,la maestra delle Novizie m’aveva dato un piccolo Gesùda dipingere in un cuore. Avevo obiettato la mia incapa-cità per un tal lavoro di miniatura; ma inutilmente. Mivenne il pensiero d’andare a trovare Suor Maria-Bernar-da. «Figuratevi, le dissi, che la Maestra mi ha dato dadipingere un piccolo Gesù, ed io non so farlo». «Ma non

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ne era tutta attorniata: «Se qualcuno vi dicesse che ionon ho cuore, rispondetegli che passo la mia giornata afarne».

Durante le ricreazioni, quando si trovava sola, unadelle sue distrazioni favorite era quella di cercare comeavrebbe potuto scrivere nel suo cuore i nomi di Gesù, diMaria, di S. Bernardo, ecc. E questa pastorella dellamontagna che non aveva mai aperto libro di letteratura,ne trovava il modo, con la pratica di quelle virtù, le cuiiniziali, sotto forma di acrostico, formavano i nomi dascriversi.

Il nome di Maria, per esempio, le risultava compostocosì:

MortificazioneAmoreRegolaritàInnocenzaAbbandono

«Nel tempo del mio noviziato, racconta una religiosa,la maestra delle Novizie m’aveva dato un piccolo Gesùda dipingere in un cuore. Avevo obiettato la mia incapa-cità per un tal lavoro di miniatura; ma inutilmente. Mivenne il pensiero d’andare a trovare Suor Maria-Bernar-da. «Figuratevi, le dissi, che la Maestra mi ha dato dadipingere un piccolo Gesù, ed io non so farlo». «Ma non

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credo che voi vi rivolgiate a me, perchè ve lo faccia;sono più inabile di voi». – «No; soltanto desidero che,mentre io mi ci proverò, voi diciate qualche Ave Ma-ria».

«Ben volentieri: niente di più facile».«Mi siedo, e mentre faccio scorrere la matita sulla

carta che devo dipingere, Suor Maria-Bernarda imploral’aiuto della Vergine. Devo dirlo? Fu per me come unaspecie di miracolo: la testa del piccolo Gesù mi riuscìleggiadrissima, e l’insieme dell’immagine così ben di-pinto, che, portatolo a vedere alla Maestra, questa mirimproverò, credendo che mi fossi mostrata schizzinosaunicamente per orgoglio, e per fare meglio risaltare lamia abilità; e non si persuase che quando le spiegaiquello che tra noi era passato. Seppi poi che ella mandòquest’immagine a sua madre, e per quanto mi riguarda,debbo dire che non mi riuscì più possibile di farne dellesomiglianti».

Si verificava così nell’umile religiosa la parola d’unautore mistico: «Ogni cristiano dev’essere un fiore pe’suoi fratelli, ai quali dà il profumo» o quella di S. Paolo:«Si sforzi ognuno di essere gradito al suo prossimo, te-stimoniandogli quella bontà che edifica». (Lett. ai Cor.,I, XIV, 26).

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credo che voi vi rivolgiate a me, perchè ve lo faccia;sono più inabile di voi». – «No; soltanto desidero che,mentre io mi ci proverò, voi diciate qualche Ave Ma-ria».

«Ben volentieri: niente di più facile».«Mi siedo, e mentre faccio scorrere la matita sulla

carta che devo dipingere, Suor Maria-Bernarda imploral’aiuto della Vergine. Devo dirlo? Fu per me come unaspecie di miracolo: la testa del piccolo Gesù mi riuscìleggiadrissima, e l’insieme dell’immagine così ben di-pinto, che, portatolo a vedere alla Maestra, questa mirimproverò, credendo che mi fossi mostrata schizzinosaunicamente per orgoglio, e per fare meglio risaltare lamia abilità; e non si persuase che quando le spiegaiquello che tra noi era passato. Seppi poi che ella mandòquest’immagine a sua madre, e per quanto mi riguarda,debbo dire che non mi riuscì più possibile di farne dellesomiglianti».

Si verificava così nell’umile religiosa la parola d’unautore mistico: «Ogni cristiano dev’essere un fiore pe’suoi fratelli, ai quali dà il profumo» o quella di S. Paolo:«Si sforzi ognuno di essere gradito al suo prossimo, te-stimoniandogli quella bontà che edifica». (Lett. ai Cor.,I, XIV, 26).

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*

Ma Suor Maria-Bernarda si elevava ancor più in alto;la sua preghiera la rendeva una luce e una forza conqui-statrice per le anime. Ella che aveva inteso alla roccia diMassabielle quelle parole uscite dal cuore della sua Ma-dre divina: «Pregate per i peccatori» fece di tale racco-mandazione uno dei pensieri dominanti della sua vita(1).

A Lourdes, quando le si diceva: «Avete baciato la ter-ra: quale atto umiliante!» rispondeva con accento pienodi compassione:«Oh! sì: pei poveri peccatori!».

Un giorno, ed era ancora a Lourdes, un forestiero ca-pitato colà in qualità di turista e di curioso, si presentaalla porta dell’Ospizio, e domanda di vedere Bernadetta.Senza saperlo, si era proprio indirizzato a lei stessa.«Son io Bernadetta» risponde con semplicità. E quegli:«Ah! sei tu che vedi la Vergine?... Ma sai che ci raccontidelle belle storie?... Ma via, dimmi ugualmente che cosahai visto».

– «E’ affatto inutile; dal momento che voi non ci cre-

1 Questo pensiero dominante di Suor Maria-Bernarda fu raccolto, come unapia eredità, dai membri della sua religiosa famiglia; e, allo scopo appuntodi rispondere all’invito della Vergine, venne canonicamente eretta, nellacappella pubblica della Casa-Madre delle Suore di Nevers il 30 giugno1911, una «Confraternita di preghiere per la conversione dei peccatori me-diante l’intercessione di N. S. di Lourdes».

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Ma Suor Maria-Bernarda si elevava ancor più in alto;la sua preghiera la rendeva una luce e una forza conqui-statrice per le anime. Ella che aveva inteso alla roccia diMassabielle quelle parole uscite dal cuore della sua Ma-dre divina: «Pregate per i peccatori» fece di tale racco-mandazione uno dei pensieri dominanti della sua vita(1).

A Lourdes, quando le si diceva: «Avete baciato la ter-ra: quale atto umiliante!» rispondeva con accento pienodi compassione:«Oh! sì: pei poveri peccatori!».

Un giorno, ed era ancora a Lourdes, un forestiero ca-pitato colà in qualità di turista e di curioso, si presentaalla porta dell’Ospizio, e domanda di vedere Bernadetta.Senza saperlo, si era proprio indirizzato a lei stessa.«Son io Bernadetta» risponde con semplicità. E quegli:«Ah! sei tu che vedi la Vergine?... Ma sai che ci raccontidelle belle storie?... Ma via, dimmi ugualmente che cosahai visto».

– «E’ affatto inutile; dal momento che voi non ci cre-

1 Questo pensiero dominante di Suor Maria-Bernarda fu raccolto, come unapia eredità, dai membri della sua religiosa famiglia; e, allo scopo appuntodi rispondere all’invito della Vergine, venne canonicamente eretta, nellacappella pubblica della Casa-Madre delle Suore di Nevers il 30 giugno1911, una «Confraternita di preghiere per la conversione dei peccatori me-diante l’intercessione di N. S. di Lourdes».

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dete».– «Fammi almeno vedere come Ella sorrideva; io

sono un peccatore, e forse questo sorriso mi convertirà».– «Questo sorriso non si vede che in Cielo, ed io non

potrei mai farvelo vedere. Nondimeno, poichè siete pec-catore, mi ci proverò».

Bernadetta allora, alzando gli occhi al cielo, sorrise;ed il suo sorriso colpì talmente lo sconosciuto, il qualene ebbe l’anima sì dolcemente inondata, che, spinto ver-so la Grotta, pregò e si convertì.

«Sono stata testimone, racconta una delle sue amichedi Lourdes (1), d’una conversione avvenuta alla sola vi-sta di quella cara figliuola».

Era l’anno 1862, ed albergava da noi una famiglia in-glese cattolica la quale aveva un domestico sposato aduna irlandese protestante. Il marito, fervente cattolico, equanto mai desideroso di vedere la moglie convertita,non appena giunto a Lourdes era andato a trovare Ber-nadetta, domandandole di pregare per ottenerne la con-versione. Aveva manifestato anche a me il suo deside-rio, pregandomi dello stesso favore. Anzi un giorno ven-ne egli stesso a presentarmi sua moglie, che trovai moltograziosa, e di una educazione superiore alle persone del-1 È la signorina Elfrida Lacrampe, che restò incredula diciamo meglio, scetti-

ca, fino al giorno in cui il fatto delle Apparizioni non fu chiaramente stabi-lito. Il fatto che narriamo è tolto da uno de’ suoi manoscritti.

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dete».– «Fammi almeno vedere come Ella sorrideva; io

sono un peccatore, e forse questo sorriso mi convertirà».– «Questo sorriso non si vede che in Cielo, ed io non

potrei mai farvelo vedere. Nondimeno, poichè siete pec-catore, mi ci proverò».

Bernadetta allora, alzando gli occhi al cielo, sorrise;ed il suo sorriso colpì talmente lo sconosciuto, il qualene ebbe l’anima sì dolcemente inondata, che, spinto ver-so la Grotta, pregò e si convertì.

«Sono stata testimone, racconta una delle sue amichedi Lourdes (1), d’una conversione avvenuta alla sola vi-sta di quella cara figliuola».

Era l’anno 1862, ed albergava da noi una famiglia in-glese cattolica la quale aveva un domestico sposato aduna irlandese protestante. Il marito, fervente cattolico, equanto mai desideroso di vedere la moglie convertita,non appena giunto a Lourdes era andato a trovare Ber-nadetta, domandandole di pregare per ottenerne la con-versione. Aveva manifestato anche a me il suo deside-rio, pregandomi dello stesso favore. Anzi un giorno ven-ne egli stesso a presentarmi sua moglie, che trovai moltograziosa, e di una educazione superiore alle persone del-1 È la signorina Elfrida Lacrampe, che restò incredula diciamo meglio, scetti-

ca, fino al giorno in cui il fatto delle Apparizioni non fu chiaramente stabi-lito. Il fatto che narriamo è tolto da uno de’ suoi manoscritti.

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la sua condizione.Dopo i convenevoli, la esortai a fare con me e con gli

altri domestici, una passeggiata fino alla Grotta: propo-sta che accettò molto volentieri. Arrivati alla roccia be-nedetta, noi tutti, ad eccezione di lei, ci mettemmo apregare. Soddisfatta la nostra divozione, facendo finta dinon essermi accorta di nulla, le presentai dell’acqua. Larifiutò molto garbatamente. «Se non volete berla – dissiio – intingetevi almeno dentro le dita e fate il segno del-la croce».

– «Signorina, non insistete, di grazia: mi obblighere-ste a darvi un rifiuto».

Queste parole erano pronunziate con tale energia, checredetti bene di non insistere più oltre. Nel ritirarci fum-mo sorpresi da un furioso uragano: la pioggia cadeva acatinelle, e ci era impossibile trovar riparo, non essendo-vi, lungo la strada della Grotta, abitazione alcuna. – «Si-gnora J..., – le dissi – le grazie cadranno così abbondantisul vostro capo, come le gocce della pioggia»; e mi arri-schiai ad affrontare la questione religiosa, dolcementerimproverandola di non aver accettato di bere l’acquadella Grotta, e d’avermi rifiutato di fare il segno dellacroce. Dopo avermi posta qualche obiezione, esclamò:«Signorina, io vado in cerca della luce, e il giorno in cuiessa risplenderà a’ miei occhi siate pur certa che non li

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la sua condizione.Dopo i convenevoli, la esortai a fare con me e con gli

altri domestici, una passeggiata fino alla Grotta: propo-sta che accettò molto volentieri. Arrivati alla roccia be-nedetta, noi tutti, ad eccezione di lei, ci mettemmo apregare. Soddisfatta la nostra divozione, facendo finta dinon essermi accorta di nulla, le presentai dell’acqua. Larifiutò molto garbatamente. «Se non volete berla – dissiio – intingetevi almeno dentro le dita e fate il segno del-la croce».

– «Signorina, non insistete, di grazia: mi obblighere-ste a darvi un rifiuto».

Queste parole erano pronunziate con tale energia, checredetti bene di non insistere più oltre. Nel ritirarci fum-mo sorpresi da un furioso uragano: la pioggia cadeva acatinelle, e ci era impossibile trovar riparo, non essendo-vi, lungo la strada della Grotta, abitazione alcuna. – «Si-gnora J..., – le dissi – le grazie cadranno così abbondantisul vostro capo, come le gocce della pioggia»; e mi arri-schiai ad affrontare la questione religiosa, dolcementerimproverandola di non aver accettato di bere l’acquadella Grotta, e d’avermi rifiutato di fare il segno dellacroce. Dopo avermi posta qualche obiezione, esclamò:«Signorina, io vado in cerca della luce, e il giorno in cuiessa risplenderà a’ miei occhi siate pur certa che non li

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chiuderò».Il giorno dopo si sparse per la città il rumore che Ber-

nadetta era moribonda, e che già le si erano amministratigli ultimi Sacramenti. Siccome mi stava molto a cuoreche la mia giovane protestante la vedesse, le proposi divenire con me all’Ospizio per farle una visita. Si rifiutòenergicamente, dicendomi: «Non ci tengo affatto a ve-dere Bernadetta, la quale forse a quest’ora è già morta; epoi non ne ho il tempo, perchè devo partire per Pau».

– «Voi non ci tenete a vedere Bernadetta... ed io inve-ce non vi nascondo che ci tengo moltissimo. Suvvia: sevolete farmi un piacere, acconsentite al mio desiderio».

La sua buona educazione, o piuttosto la grazia, trion-fò sulla sua ostinazione, e con suo marito ci recammoall’Ospizio. Una grave proibizione era stata fatta per tut-ti di lasciar vedere l’ammalata; le buone Suore non osa-rono rifiutarmi questa consolazione. Arrivammo al dor-mitorio in un momento appunto in cui Bernadetta era inpreda ad una forte crisi: due religiose la reggevano, edella sembrava prossima a rendere l’ultimo respiro, per-chè non poteva più respirare.«Andiamocene, mi disse lagiovane protestante, vedete bene che non può più parla-re».

– «Non importa, accostiamoci ugualmente; se non po-tremo parlarle, ci contenteremo di vederla». E facendole

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chiuderò».Il giorno dopo si sparse per la città il rumore che Ber-

nadetta era moribonda, e che già le si erano amministratigli ultimi Sacramenti. Siccome mi stava molto a cuoreche la mia giovane protestante la vedesse, le proposi divenire con me all’Ospizio per farle una visita. Si rifiutòenergicamente, dicendomi: «Non ci tengo affatto a ve-dere Bernadetta, la quale forse a quest’ora è già morta; epoi non ne ho il tempo, perchè devo partire per Pau».

– «Voi non ci tenete a vedere Bernadetta... ed io inve-ce non vi nascondo che ci tengo moltissimo. Suvvia: sevolete farmi un piacere, acconsentite al mio desiderio».

La sua buona educazione, o piuttosto la grazia, trion-fò sulla sua ostinazione, e con suo marito ci recammoall’Ospizio. Una grave proibizione era stata fatta per tut-ti di lasciar vedere l’ammalata; le buone Suore non osa-rono rifiutarmi questa consolazione. Arrivammo al dor-mitorio in un momento appunto in cui Bernadetta era inpreda ad una forte crisi: due religiose la reggevano, edella sembrava prossima a rendere l’ultimo respiro, per-chè non poteva più respirare.«Andiamocene, mi disse lagiovane protestante, vedete bene che non può più parla-re».

– «Non importa, accostiamoci ugualmente; se non po-tremo parlarle, ci contenteremo di vederla». E facendole

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dolce violenza, la condussi a piè del letto della moribon-da, dove rimase immobile come se un fulmine l’avessecolpita. Non appena Bernadetta parve un po’ più calma,m’avvicinai e l’abbracciai, e nel distaccarmi vidi la gio-vane signora slanciarsi innanzi e gettarsi in ginocchio alcapezzale della moribonda. Là, scoppiò in singhiozzi,nascondendo la testa fra le palme della mano, come se sivergognasse di lasciarsi vedere. Bernadetta, che fino al-lora non aveva pronunziato parola, al sentirla singhioz-zare si voltò verso di lei, e con aria compassionevole:«Oh! Signora mia alzatevi; non piangete così, che mifate molto male». Avvicinando una sedia, invitai la si-gnora a sedersi: ciò che ella fece, tenendo però sempre ilcapo nascosto fra le mani, e piangendo dirottamente.

«Vorrei – mi disse Bernadetta – offrire qualche cosa aquesta signora; e, presentandomi le sue croci e le suemedaglie: «Prendetele, e fatele scegliere quello che vor-rà».

La povera protestante, inabissata nel suo dolore, nullaaveva inteso.

– «Signora, Bernadetta vuoi darvi un ricordo; ne la-scia a voi la scelta». A queste parole, alzandosi precipi-tosamente in piedi, e ricadendo in ginocchio, grida:

– «No, no; non voglio nulla, non lo merito, non nesono degna».

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dolce violenza, la condussi a piè del letto della moribon-da, dove rimase immobile come se un fulmine l’avessecolpita. Non appena Bernadetta parve un po’ più calma,m’avvicinai e l’abbracciai, e nel distaccarmi vidi la gio-vane signora slanciarsi innanzi e gettarsi in ginocchio alcapezzale della moribonda. Là, scoppiò in singhiozzi,nascondendo la testa fra le palme della mano, come se sivergognasse di lasciarsi vedere. Bernadetta, che fino al-lora non aveva pronunziato parola, al sentirla singhioz-zare si voltò verso di lei, e con aria compassionevole:«Oh! Signora mia alzatevi; non piangete così, che mifate molto male». Avvicinando una sedia, invitai la si-gnora a sedersi: ciò che ella fece, tenendo però sempre ilcapo nascosto fra le mani, e piangendo dirottamente.

«Vorrei – mi disse Bernadetta – offrire qualche cosa aquesta signora; e, presentandomi le sue croci e le suemedaglie: «Prendetele, e fatele scegliere quello che vor-rà».

La povera protestante, inabissata nel suo dolore, nullaaveva inteso.

– «Signora, Bernadetta vuoi darvi un ricordo; ne la-scia a voi la scelta». A queste parole, alzandosi precipi-tosamente in piedi, e ricadendo in ginocchio, grida:

– «No, no; non voglio nulla, non lo merito, non nesono degna».

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– «Sareste voi così sgarbata da recare un tal dispiace-re a Bernadetta, rifiutando ciò che è così contenta di of-frirvi?».

– Ebbene: se è così, ella stessa scelga qualche cosaper me».

Bernadetta prese una croce ed una medaglia, e neldargliela le disse con un accento che nessuna espressio-ne può esprimere: «Signora, la croce sarà per voi, e lamedaglia la conserverete in ricordo di me».

Le lagrime e i singhiozzi ricominciarono; ma appro-fittando di questo momento di commozione, ricordaialla giovane signora le sue parole della vigilia. «Voi cer-cate la luce, ed ecco che risplende ai vostri occhi in unamaniera chiara ed evidente; non chiudeteli dunque, edaprite una buona volta il vostro cuore alla grazia che sifa sentire a voi in modo così visibile. Ieri avete rifiutatodi pregare con me; spero che ora non mi rifiuterete didiscendere in cappella e di pregare colle buone Suore».«Ah! Signorina, non posso più rifiutarvi nulla: farò tuttoquello che vorrete».

Qualche tempo dopo, la giovane Irlandese abiurò ilprotestantesimo, e divenne una fervente cattolica. Dueanni più tardi, Iddio la chiamò a sè, e dal cielo deve be-nedire il giorno fortunato in cui incontrò Bernadetta sul-la terra, poichè certo la privilegiata di Maria è stata

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– «Sareste voi così sgarbata da recare un tal dispiace-re a Bernadetta, rifiutando ciò che è così contenta di of-frirvi?».

– Ebbene: se è così, ella stessa scelga qualche cosaper me».

Bernadetta prese una croce ed una medaglia, e neldargliela le disse con un accento che nessuna espressio-ne può esprimere: «Signora, la croce sarà per voi, e lamedaglia la conserverete in ricordo di me».

Le lagrime e i singhiozzi ricominciarono; ma appro-fittando di questo momento di commozione, ricordaialla giovane signora le sue parole della vigilia. «Voi cer-cate la luce, ed ecco che risplende ai vostri occhi in unamaniera chiara ed evidente; non chiudeteli dunque, edaprite una buona volta il vostro cuore alla grazia che sifa sentire a voi in modo così visibile. Ieri avete rifiutatodi pregare con me; spero che ora non mi rifiuterete didiscendere in cappella e di pregare colle buone Suore».«Ah! Signorina, non posso più rifiutarvi nulla: farò tuttoquello che vorrete».

Qualche tempo dopo, la giovane Irlandese abiurò ilprotestantesimo, e divenne una fervente cattolica. Dueanni più tardi, Iddio la chiamò a sè, e dal cielo deve be-nedire il giorno fortunato in cui incontrò Bernadetta sul-la terra, poichè certo la privilegiata di Maria è stata

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l’istrumento di cui si servì Iddio per convertirla.Ogni giorno Suor Maria-Bernarda destinava una parte

delle sue preghiere in favore delle anime traviate, e nedomandava insistentemente alle sue Consorelle. «La SS.Vergine ha tanto raccomandato di pregare per esse» di-ceva; e ricordando la necessità di unire il sacrifizio allapreghiera, aggiungeva: «Forse non ci mortifichiamo ab-bastanza; coraggio, facciamo qualche cosa di più».

Quando le si presentava una medicina sgradita al pa-lato, cosa che le capitava abbastanza sovente: «Sia perun grosso peccatore». – «E dov’è questo grosso pecca-tore?» le si domandava. – «Oh! lo saprà la SS.Vergine!».

*

Nel 1870 le suore di Nevers delle quattro case di Pari-gi ottennero dalla Superiora Generale il permesso di ri-manere al loro posto durante i due assedi.

Esse consideravano questa cosa come il più gran fa-vore che si potesse loro concedere; e ciò che le animavaera la speranza di versare il loro sangue per Dio, o alme-no di morire martiri della loro carità. Dimentiche perciòdi loro stesse, non pensavano che agli altri; curavano iferiti, assistevano gli ammalati, consolavano i moribon-di, parlavano loro di Dio, di Gesù Cristo, morto, per la

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l’istrumento di cui si servì Iddio per convertirla.Ogni giorno Suor Maria-Bernarda destinava una parte

delle sue preghiere in favore delle anime traviate, e nedomandava insistentemente alle sue Consorelle. «La SS.Vergine ha tanto raccomandato di pregare per esse» di-ceva; e ricordando la necessità di unire il sacrifizio allapreghiera, aggiungeva: «Forse non ci mortifichiamo ab-bastanza; coraggio, facciamo qualche cosa di più».

Quando le si presentava una medicina sgradita al pa-lato, cosa che le capitava abbastanza sovente: «Sia perun grosso peccatore». – «E dov’è questo grosso pecca-tore?» le si domandava. – «Oh! lo saprà la SS.Vergine!».

*

Nel 1870 le suore di Nevers delle quattro case di Pari-gi ottennero dalla Superiora Generale il permesso di ri-manere al loro posto durante i due assedi.

Esse consideravano questa cosa come il più gran fa-vore che si potesse loro concedere; e ciò che le animavaera la speranza di versare il loro sangue per Dio, o alme-no di morire martiri della loro carità. Dimentiche perciòdi loro stesse, non pensavano che agli altri; curavano iferiti, assistevano gli ammalati, consolavano i moribon-di, parlavano loro di Dio, di Gesù Cristo, morto, per la

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loro salute. L’accento della loro fede, l’eroismo dellaloro carità persuadevano questi poveri infelici, tanto chemorivano da cristiani. E ciò che le Suore di Nevers face-vano a Parigi, lo facevano pure ovunque si faceva senti-re il bisogno della loro missione; e Dio le proteggeva inuna maniera visibile.

Parecchie di esse ebbero la fortuna di soccombere nelcurare i soldati colpiti dal vaiuolo e dal tifo, mietendocosì la palma tanto desiderata del martirio e della carità»(1).

Suor Maria-Bernarda seguiva coll’animo addolorato irovesci ed i lutti della Patria; e non potendo far altro, of-friva se stessa in sacrifizio, e pregava.

Or avvenne che la sera del 24 ottobre 1870 un feno-meno curioso si manifestò nel cielo: tutto l’orizzonte ap-parve in fiamme; si sarebbe detto un mare di sangue.Tutto ad un tratto, mentre la Comunità contemplavaquesto strano spettacolo, si vide Suor Maria-Bernardaabbassare il suo sguardo triste e profondo; e quelle chele erano accanto la udirono mormorare con accento didolore e di compassione: «E ancora non si convertiran-no».

«Abbisognano a Dio delle vittime» diceva Bernadetta;e queste vittime, come ognuno sa, vennero trovate fra i

1 R. P. BOUIX S. I, Opera citata.

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loro salute. L’accento della loro fede, l’eroismo dellaloro carità persuadevano questi poveri infelici, tanto chemorivano da cristiani. E ciò che le Suore di Nevers face-vano a Parigi, lo facevano pure ovunque si faceva senti-re il bisogno della loro missione; e Dio le proteggeva inuna maniera visibile.

Parecchie di esse ebbero la fortuna di soccombere nelcurare i soldati colpiti dal vaiuolo e dal tifo, mietendocosì la palma tanto desiderata del martirio e della carità»(1).

Suor Maria-Bernarda seguiva coll’animo addolorato irovesci ed i lutti della Patria; e non potendo far altro, of-friva se stessa in sacrifizio, e pregava.

Or avvenne che la sera del 24 ottobre 1870 un feno-meno curioso si manifestò nel cielo: tutto l’orizzonte ap-parve in fiamme; si sarebbe detto un mare di sangue.Tutto ad un tratto, mentre la Comunità contemplavaquesto strano spettacolo, si vide Suor Maria-Bernardaabbassare il suo sguardo triste e profondo; e quelle chele erano accanto la udirono mormorare con accento didolore e di compassione: «E ancora non si convertiran-no».

«Abbisognano a Dio delle vittime» diceva Bernadetta;e queste vittime, come ognuno sa, vennero trovate fra i

1 R. P. BOUIX S. I, Opera citata.

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soldati del Papa sul campo di battaglia di Loigny.Chi non ha letto le commoventi pagine della vita del

generale de Sonis? Chi ignora che durante quella nottein cui, disteso gravemente ferito sul suolo insanguinato,la Vergine di Lourdes comparve al suo servo e figlio di-letto, e versò sull’anima sua torrenti di consolazioniineffabili? Le ore terribili di quella notte d’orrore e disangue si tramutarono in ore deliziose per lui; e sebbeneavesse una gamba spezzata e l’altra gelata, sebbene fos-se in preda ad acutissimi dolori e straziato da inauditesofferenze corporali, pure non sentì nulla, non s’accorsedi nulla fino al momento in cui gli uomini incominciaro-no ad occuparsi di lui. E Maria consolò pure, per mezzodel suo fedele amante, quei giovani zuavi che, al par dilui feriti, gli si strascinavano dietro e venivano a pregar-lo per somma grazia di parlar loro di Dio, della morte,delle eterne speranze. La Vergine Immacolata ful’oggetto dei loro santi colloqui; fu la Regina di Massa-bielle, il suo amore, che illuminò quella notte di dolori.

Anche Parigi ebbe le sue vittime: tutti conoscono imartiri della Comune. L’Immacolata era pure là; e fraquei condannati Ella ne sceglieva due e li rendeva allalibertà: ambedue dovevano un dì essere Vescovi di Tar-bes, custodi del Santuario di Lourdes: Monsignor Jour-dan e Monsignor Schoepfer.

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soldati del Papa sul campo di battaglia di Loigny.Chi non ha letto le commoventi pagine della vita del

generale de Sonis? Chi ignora che durante quella nottein cui, disteso gravemente ferito sul suolo insanguinato,la Vergine di Lourdes comparve al suo servo e figlio di-letto, e versò sull’anima sua torrenti di consolazioniineffabili? Le ore terribili di quella notte d’orrore e disangue si tramutarono in ore deliziose per lui; e sebbeneavesse una gamba spezzata e l’altra gelata, sebbene fos-se in preda ad acutissimi dolori e straziato da inauditesofferenze corporali, pure non sentì nulla, non s’accorsedi nulla fino al momento in cui gli uomini incominciaro-no ad occuparsi di lui. E Maria consolò pure, per mezzodel suo fedele amante, quei giovani zuavi che, al par dilui feriti, gli si strascinavano dietro e venivano a pregar-lo per somma grazia di parlar loro di Dio, della morte,delle eterne speranze. La Vergine Immacolata ful’oggetto dei loro santi colloqui; fu la Regina di Massa-bielle, il suo amore, che illuminò quella notte di dolori.

Anche Parigi ebbe le sue vittime: tutti conoscono imartiri della Comune. L’Immacolata era pure là; e fraquei condannati Ella ne sceglieva due e li rendeva allalibertà: ambedue dovevano un dì essere Vescovi di Tar-bes, custodi del Santuario di Lourdes: Monsignor Jour-dan e Monsignor Schoepfer.

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«I Prussiani sono alle porte diceva a Bernardetta ilCavaliere Gougenot des Mousseaux, «non avetepaura?». – «No, Signore». – «Non temete dunquenulla?». – «Io non temo che i cattivi cattolici». – «E nontemete altro?» – «No, Signore».

Tale era la politica di Bernardetta, politica che, del re-sto, era pur quella di Giovanna d’Arco e di S. Genovef-fa. Oh! quanto diventerebbero grandi, potenti, forti lenazioni se avessero il buon senso di seguirla!

*

Ma, sopra ogni altra cosa, l’amore di Dio si era impa-dronito dell’anima sua. Quest’amore costituiva, per cosìdire, il suo respiro, la sua vita: esso animava tutti i suoiatti, li ispirava, e sosteneva i suoi sforzi. Non per altroella s’immolava sull’altare della sua Regola, che per di-mostrare sempre più quest’amore al suo Divino Mae-stro, per stare continuamente in contatto con lui. Tutte leSuore che l’hanno conosciuta, che hanno vissuto lunghimesi accanto a lei all’infermeria, assicurano di nonaverla mai veduta violare la regola del silenzio. Fedelealle più piccole prescrizioni, sapeva che per quanto mi-nime fossero, sempre esprimevano tutta intera la volontàdi Dio; quindi rigorosamente e gelosamente vi si sotto-metteva, per identificarsi con questa volontà.

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«I Prussiani sono alle porte diceva a Bernardetta ilCavaliere Gougenot des Mousseaux, «non avetepaura?». – «No, Signore». – «Non temete dunquenulla?». – «Io non temo che i cattivi cattolici». – «E nontemete altro?» – «No, Signore».

Tale era la politica di Bernardetta, politica che, del re-sto, era pur quella di Giovanna d’Arco e di S. Genovef-fa. Oh! quanto diventerebbero grandi, potenti, forti lenazioni se avessero il buon senso di seguirla!

*

Ma, sopra ogni altra cosa, l’amore di Dio si era impa-dronito dell’anima sua. Quest’amore costituiva, per cosìdire, il suo respiro, la sua vita: esso animava tutti i suoiatti, li ispirava, e sosteneva i suoi sforzi. Non per altroella s’immolava sull’altare della sua Regola, che per di-mostrare sempre più quest’amore al suo Divino Mae-stro, per stare continuamente in contatto con lui. Tutte leSuore che l’hanno conosciuta, che hanno vissuto lunghimesi accanto a lei all’infermeria, assicurano di nonaverla mai veduta violare la regola del silenzio. Fedelealle più piccole prescrizioni, sapeva che per quanto mi-nime fossero, sempre esprimevano tutta intera la volontàdi Dio; quindi rigorosamente e gelosamente vi si sotto-metteva, per identificarsi con questa volontà.

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Felice l’anima che si sforza di stabilire questo contat-to ininterrotto con Dio! Si dispone a poco a poco a quel-le trasfigurazioni che son il termine di tutta la vita reli-giosa.

Suor Maria-Bernarda non si valse mai delle sue infer-mità, per credersi autorizzata a domandare delle dispen-se. Benchè inchiodata su un letto di dolore, partecipavain ispirito a tutti gli esercizi della Comunità. La campa-na, per esempio, dava il segno dell’ora della meditazio-ne, della preghiera? Ed ella, per ispirito di mortificazio-ne si metteva a sedere sul letto, e, stringendo tra le maniil Crocifisso, rimaneva assorta orazione per quanto du-rava quel santo esercizio. Del resto vi si preparava conun grande raccoglimento dell’anima, applicandosi consomma cura al silenzio interno, come ce ne fanno fedele sue note intime.

Se per convenienza o per carità parlava alle personeche venivano a visitarla nell’infermeria, non appena era-no partite le si vedeva il sollievo che provava a rientrarenuovamente nel silenzio, e la si udiva mormorare: «Diosolo! Dio solo!».

Privata molto spesso, negli ultimi anni specialmente,di assistere al Santo Sacrificio della Messa, si facevauno studio di unirsi a tutte le Messe che si celebravanonel mondo intero, contemplando un’incisione che rap-

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Felice l’anima che si sforza di stabilire questo contat-to ininterrotto con Dio! Si dispone a poco a poco a quel-le trasfigurazioni che son il termine di tutta la vita reli-giosa.

Suor Maria-Bernarda non si valse mai delle sue infer-mità, per credersi autorizzata a domandare delle dispen-se. Benchè inchiodata su un letto di dolore, partecipavain ispirito a tutti gli esercizi della Comunità. La campa-na, per esempio, dava il segno dell’ora della meditazio-ne, della preghiera? Ed ella, per ispirito di mortificazio-ne si metteva a sedere sul letto, e, stringendo tra le maniil Crocifisso, rimaneva assorta orazione per quanto du-rava quel santo esercizio. Del resto vi si preparava conun grande raccoglimento dell’anima, applicandosi consomma cura al silenzio interno, come ce ne fanno fedele sue note intime.

Se per convenienza o per carità parlava alle personeche venivano a visitarla nell’infermeria, non appena era-no partite le si vedeva il sollievo che provava a rientrarenuovamente nel silenzio, e la si udiva mormorare: «Diosolo! Dio solo!».

Privata molto spesso, negli ultimi anni specialmente,di assistere al Santo Sacrificio della Messa, si facevauno studio di unirsi a tutte le Messe che si celebravanonel mondo intero, contemplando un’incisione che rap-

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presentava la perpetuità del Sacrificio Eucaristico. «Nonc’è che una cosa di cui non sono contenta, diceva, ed èche il chierichetto non suona mai il campanello».

Così pure, finchè le sue forze glielo permisero, nonlasciò mai passar giorno senza fare il pio esercizio dellaVia Crucis per le care anime del Purgatorio, che racco-mandava sovente alle preghiere delle Suore.

Il suo amore per Dio trovava poi un alimento tuttospeciale nella meditazione dei patimenti di Nostro Si-gnore; ed era appunto perciò che amava leggere il rac-conto della Passione nel testo stesso del Vangelo, piutto-sto che diffuso in grandi considerazioni. «Mi commuovedi più» diceva; e trovava in tale lettura un mezzo sovra-no per vivere ogni dì più unita con Dio. Era pure peramore che prendeva la risoluzione «di fare sempre ciòche le costerebbe di più».

– «Non mi lascerà mai andare allo scoraggiamento;vedrò, in tutto ciò che mi capiterà, la santa volontà diDio; Lo ringrazierò di tutto, pensando che è per miobene che lo permette».

– «Lavorerò per diventare indifferente (1) a tuttoquanto diranno o penseranno le mie Superiore o compa-gne: mi distaccherò da tutto per sforzarmi unicamente di

1 Si tratta qui di quella santa indifferenza che consiste nell’abbandonare tuttonelle sante mani di Dio, in ispirito di fede e nell’oblio di se stesso.

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presentava la perpetuità del Sacrificio Eucaristico. «Nonc’è che una cosa di cui non sono contenta, diceva, ed èche il chierichetto non suona mai il campanello».

Così pure, finchè le sue forze glielo permisero, nonlasciò mai passar giorno senza fare il pio esercizio dellaVia Crucis per le care anime del Purgatorio, che racco-mandava sovente alle preghiere delle Suore.

Il suo amore per Dio trovava poi un alimento tuttospeciale nella meditazione dei patimenti di Nostro Si-gnore; ed era appunto perciò che amava leggere il rac-conto della Passione nel testo stesso del Vangelo, piutto-sto che diffuso in grandi considerazioni. «Mi commuovedi più» diceva; e trovava in tale lettura un mezzo sovra-no per vivere ogni dì più unita con Dio. Era pure peramore che prendeva la risoluzione «di fare sempre ciòche le costerebbe di più».

– «Non mi lascerà mai andare allo scoraggiamento;vedrò, in tutto ciò che mi capiterà, la santa volontà diDio; Lo ringrazierò di tutto, pensando che è per miobene che lo permette».

– «Lavorerò per diventare indifferente (1) a tuttoquanto diranno o penseranno le mie Superiore o compa-gne: mi distaccherò da tutto per sforzarmi unicamente di

1 Si tratta qui di quella santa indifferenza che consiste nell’abbandonare tuttonelle sante mani di Dio, in ispirito di fede e nell’oblio di se stesso.

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piacere a Dio e di salvare l’anima mia; mi ricorderò so-vente di queste parole: Dio solo è buono, e da lui solodevo aspettarmi la ricompensa».

Durante gli esercizi spirituali del 1875, il suo confes-sore, Rev. P. Douce (1) così le diceva: «Disponetevi finda questo momento ad accettare con amore tutte le crocie le sofferenze fisiche o morali che piacerà al buon Diodi mandarvi in quest’anno. Amare, vuoi dire soffrire tut-ta sola, in unione a Gesù e Maria. Dovete far questo, inprimo luogo per espiare i vostri peccati, e poi quelli ditanti altri; e sopratutto dovete procurare che la confiden-za vi guidi in tutto ciò che farete e soffrirete».

Ed ecco il grido che spontaneo erompeva daquest’anima generosa: «O Maria Madre mia buona, ac-cordatemi la grazia di tutto fare, di tutto soffrire peramore».

Ed altrove scrive: «Mio Dio, vi prometto, col soccor-so della vostra grazia, di darvi una prova del mio amo-re col ricevere, meglio che mi sarà possibile le pene e lecontrarietà che vi piacerà mandarmi, sia da parte delle1 Il P. Douce della Società di Maria, fu Cappellano della Casa-Madre e del

Noviziato dal 20 settembre 1865 fino al 27 agosto 1876. Morto in odore disantità, egli aveva un’alta idea di quella di Suor Maria-Bernarda, come sipuò leggere nelle sue note intime. L’invoca o la ringrazia con tali terminiquali, secondo un’osservazione che venne fatta, egli adoperava soltanto peri Santi già Canonizzati; per la Santa Margherita Alacoque, o pel Santo Cu-rato d’Ars.

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piacere a Dio e di salvare l’anima mia; mi ricorderò so-vente di queste parole: Dio solo è buono, e da lui solodevo aspettarmi la ricompensa».

Durante gli esercizi spirituali del 1875, il suo confes-sore, Rev. P. Douce (1) così le diceva: «Disponetevi finda questo momento ad accettare con amore tutte le crocie le sofferenze fisiche o morali che piacerà al buon Diodi mandarvi in quest’anno. Amare, vuoi dire soffrire tut-ta sola, in unione a Gesù e Maria. Dovete far questo, inprimo luogo per espiare i vostri peccati, e poi quelli ditanti altri; e sopratutto dovete procurare che la confiden-za vi guidi in tutto ciò che farete e soffrirete».

Ed ecco il grido che spontaneo erompeva daquest’anima generosa: «O Maria Madre mia buona, ac-cordatemi la grazia di tutto fare, di tutto soffrire peramore».

Ed altrove scrive: «Mio Dio, vi prometto, col soccor-so della vostra grazia, di darvi una prova del mio amo-re col ricevere, meglio che mi sarà possibile le pene e lecontrarietà che vi piacerà mandarmi, sia da parte delle1 Il P. Douce della Società di Maria, fu Cappellano della Casa-Madre e del

Noviziato dal 20 settembre 1865 fino al 27 agosto 1876. Morto in odore disantità, egli aveva un’alta idea di quella di Suor Maria-Bernarda, come sipuò leggere nelle sue note intime. L’invoca o la ringrazia con tali terminiquali, secondo un’osservazione che venne fatta, egli adoperava soltanto peri Santi già Canonizzati; per la Santa Margherita Alacoque, o pel Santo Cu-rato d’Ars.

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mie Superiore, sia da quella delle mie compagne, siaanche da parte del demonio».

«O Gesù mio, fatemi comprendere la santa gelosiadell’amore celeste. Distaccate, attirate, innalzate tutti imiei affetti... Gesù mio, fate che vi ami, amatemi purVoi, e poi crocifiggetemi pure, se lo vorrete. D’un santoreligioso si dice che muore di amore. Oh, quanto desi-dererei che fosse così anche di me! Per amore di Gesùaccetterò quindi generosamente le privazioni, le soffe-renze, le umiliazioni, anche per dare maggior gloria aDio».

«Sarò la prima a parlare alle persone che mi avran-no mortificata; sarò buona con esse, non già per essestesse, ma per amore verso Nostro Signore».

Come si vede chiaramente, tutto, nella vita di SuorMaria-Bernarda, era indirizzato all’amor divino. Qui sitrovava il segreto delle sue virtù, della sua eroica obbe-dienza. Se non vi fosse altro che il fatto del suo silenziocontinuo su Lourdes, su questo lembo di Cielo ov’ellaaveva udita la voce di Maria, oh! non ve ne sarebbe giàabbastanza per restare meravigliati?

Eppure ella aveva la mente ed il cuore pieni di queiricordi, come lo lasciò capire da una espressione chedisse a certe Suore che si recavano a Lourdes: «Pregateper me, quando andrete alla Grotta!... là voi mi trovere-

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mie Superiore, sia da quella delle mie compagne, siaanche da parte del demonio».

«O Gesù mio, fatemi comprendere la santa gelosiadell’amore celeste. Distaccate, attirate, innalzate tutti imiei affetti... Gesù mio, fate che vi ami, amatemi purVoi, e poi crocifiggetemi pure, se lo vorrete. D’un santoreligioso si dice che muore di amore. Oh, quanto desi-dererei che fosse così anche di me! Per amore di Gesùaccetterò quindi generosamente le privazioni, le soffe-renze, le umiliazioni, anche per dare maggior gloria aDio».

«Sarò la prima a parlare alle persone che mi avran-no mortificata; sarò buona con esse, non già per essestesse, ma per amore verso Nostro Signore».

Come si vede chiaramente, tutto, nella vita di SuorMaria-Bernarda, era indirizzato all’amor divino. Qui sitrovava il segreto delle sue virtù, della sua eroica obbe-dienza. Se non vi fosse altro che il fatto del suo silenziocontinuo su Lourdes, su questo lembo di Cielo ov’ellaaveva udita la voce di Maria, oh! non ve ne sarebbe giàabbastanza per restare meravigliati?

Eppure ella aveva la mente ed il cuore pieni di queiricordi, come lo lasciò capire da una espressione chedisse a certe Suore che si recavano a Lourdes: «Pregateper me, quando andrete alla Grotta!... là voi mi trovere-

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te attaccata a quella roccia ch’io amo tanto!...».Le sue compagne ardevano dalla brama di udirla par-

lare dei fatti meravigliosi di cui era stata testimonio edin cui aveva tanta parte; ma, a somiglianza della suaMadre divina a Nazareth, taceva «e conservava tuttequeste cose nel suo cuore».

Si raccontava un giorno in sua presenza la storia diuna religiosa, che, favorita di un’apparizione del Bambi-no Gesù, fu disturbata, sul più bello della sua estasi, dalsuono della campana del monastero che la chiamava adun esercizio della Comunità. Su due piedi si recò làdove la chiamava la voce dell’ubbidienza. Ognuna dellepresenti diceva quello che avrebbe fatto in simile circo-stanza, unanimi però tutte nell’ammirare la virtù eroicadi tale religiosa. «E voi, Suor Maria-Bernarda, che avre-ste fatto?» le si domandò. «Oh! in quanto a me» dissecon vivacità, «non avrei agito così». Stupore generale! –«E che avreste fatto?» – «Oh! io sarei partita, sì, ma nonmi sarei separata dal Bambino Gesù; l’avrei semplice-mente portato con me; era così piccolo che non dovevaessere molto pesante!...».

Non dobbiamo stupirci che la prima parte della rispo-sta abbia sorpreso un poco le sue compagne; infatti co-noscevano troppo bene quanto fosse delicata in lei lavirtù dell’obbedienza della quale Suor Maria-Bernarda

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te attaccata a quella roccia ch’io amo tanto!...».Le sue compagne ardevano dalla brama di udirla par-

lare dei fatti meravigliosi di cui era stata testimonio edin cui aveva tanta parte; ma, a somiglianza della suaMadre divina a Nazareth, taceva «e conservava tuttequeste cose nel suo cuore».

Si raccontava un giorno in sua presenza la storia diuna religiosa, che, favorita di un’apparizione del Bambi-no Gesù, fu disturbata, sul più bello della sua estasi, dalsuono della campana del monastero che la chiamava adun esercizio della Comunità. Su due piedi si recò làdove la chiamava la voce dell’ubbidienza. Ognuna dellepresenti diceva quello che avrebbe fatto in simile circo-stanza, unanimi però tutte nell’ammirare la virtù eroicadi tale religiosa. «E voi, Suor Maria-Bernarda, che avre-ste fatto?» le si domandò. «Oh! in quanto a me» dissecon vivacità, «non avrei agito così». Stupore generale! –«E che avreste fatto?» – «Oh! io sarei partita, sì, ma nonmi sarei separata dal Bambino Gesù; l’avrei semplice-mente portato con me; era così piccolo che non dovevaessere molto pesante!...».

Non dobbiamo stupirci che la prima parte della rispo-sta abbia sorpreso un poco le sue compagne; infatti co-noscevano troppo bene quanto fosse delicata in lei lavirtù dell’obbedienza della quale Suor Maria-Bernarda

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si serviva per santificare anche le più piccole azioni.Essendo stata autorizzata a dare un’immagine a due

delle sue compagne, si rifiutò di scrivervi le iniziali delsuo nome, pel fatto solo che non ne aveva domandato ilpermesso; e si contentò di farvi una piccola croce conl’unghia.

Il mondo si stupirà forse nel leggere questi particola-ri, ma le persone abituate a seguire l’azione della grazia,quelle che conoscono i suoi inviti, sanno quanta gran-dezza vi sia nel sottomettersi così completamente ai di-vini beneplaciti.

Lo spirito di fede, l’amore che animavano la vita diSuor Maria-Bernarda si manifestavano anche all’ester-no; e, senza che ella se ne accorgesse spandevano l’edi-ficazione intorno a lei. Le suore ammiravano il modocon cui faceva il segno della santa croce. «Si vede bene– dicevano – «che è la Vergine Santa che le ha insegnatoa farlo».

Già molto prima di esse, un testimonio delle Appari-zioni di Lourdes aveva esclamato: «Se in Cielo si fannosegni di croce, è così che si debbono fare».

Profondo era il suo raccoglimento. Quando pregava, esopratutto durante le lunghe ore che passava in adora-zione innanzi a Gesù Sacramentato, per essere maggior-mente raccolta, e per sempre più isolarsi da quanto la

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si serviva per santificare anche le più piccole azioni.Essendo stata autorizzata a dare un’immagine a due

delle sue compagne, si rifiutò di scrivervi le iniziali delsuo nome, pel fatto solo che non ne aveva domandato ilpermesso; e si contentò di farvi una piccola croce conl’unghia.

Il mondo si stupirà forse nel leggere questi particola-ri, ma le persone abituate a seguire l’azione della grazia,quelle che conoscono i suoi inviti, sanno quanta gran-dezza vi sia nel sottomettersi così completamente ai di-vini beneplaciti.

Lo spirito di fede, l’amore che animavano la vita diSuor Maria-Bernarda si manifestavano anche all’ester-no; e, senza che ella se ne accorgesse spandevano l’edi-ficazione intorno a lei. Le suore ammiravano il modocon cui faceva il segno della santa croce. «Si vede bene– dicevano – «che è la Vergine Santa che le ha insegnatoa farlo».

Già molto prima di esse, un testimonio delle Appari-zioni di Lourdes aveva esclamato: «Se in Cielo si fannosegni di croce, è così che si debbono fare».

Profondo era il suo raccoglimento. Quando pregava, esopratutto durante le lunghe ore che passava in adora-zione innanzi a Gesù Sacramentato, per essere maggior-mente raccolta, e per sempre più isolarsi da quanto la

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circondava, avanzava dall’uno e dall’altro lato delletempia il velo. «È la mia piccola cappella» diceva.L’amore ardente dell’anima sua appariva sulla sua fisio-nomia, specialmente dopo la Santa Comunione.

Allora i tratti del suo viso parevano come illuminati etrasfigurati, abbondanti lagrime le scendevano dagli oc-chi, e per lungo tempo se ne rimaneva immobile nel rin-graziare il suo buon Gesù.

Una notte di Natale, dopo la Messa di mezzanotte, es-sendosi già tutte le altre suore ritirate nella loro cella,una sola suora era rimasta al suo posto, e pareva talmen-te inabissata in Dio che la religiosa incaricata di chiude-re le porte, non ebbe il coraggio di strapparla alla pre-ghiera. Qualche tempo dopo, quella si alzò, e tutta stupi-ta di trovarsi sola, s’incamminò pian pianino alla voltadella sua cella, evitando di essere vista; era Suor Maria-Bernarda.

Pareva che il Divin Maestro si compiacesse di esalta-re Egli stesso l’umiltà e l’amore della sua piccola ancel-la; parecchie volte infatti, durante la sua vita religiosasembrò favorirla di visioni profetiche, e, prima d’ognialtra, quella sull’epoca della sua morte. Una delle suecompagne, essendo andata per ordine della Maestra del-le Novizie, a domandarle sue notizie mentre giacevaammalata all’infermeria, rispose: «Ditele di non inquie-

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circondava, avanzava dall’uno e dall’altro lato delletempia il velo. «È la mia piccola cappella» diceva.L’amore ardente dell’anima sua appariva sulla sua fisio-nomia, specialmente dopo la Santa Comunione.

Allora i tratti del suo viso parevano come illuminati etrasfigurati, abbondanti lagrime le scendevano dagli oc-chi, e per lungo tempo se ne rimaneva immobile nel rin-graziare il suo buon Gesù.

Una notte di Natale, dopo la Messa di mezzanotte, es-sendosi già tutte le altre suore ritirate nella loro cella,una sola suora era rimasta al suo posto, e pareva talmen-te inabissata in Dio che la religiosa incaricata di chiude-re le porte, non ebbe il coraggio di strapparla alla pre-ghiera. Qualche tempo dopo, quella si alzò, e tutta stupi-ta di trovarsi sola, s’incamminò pian pianino alla voltadella sua cella, evitando di essere vista; era Suor Maria-Bernarda.

Pareva che il Divin Maestro si compiacesse di esalta-re Egli stesso l’umiltà e l’amore della sua piccola ancel-la; parecchie volte infatti, durante la sua vita religiosasembrò favorirla di visioni profetiche, e, prima d’ognialtra, quella sull’epoca della sua morte. Una delle suecompagne, essendo andata per ordine della Maestra del-le Novizie, a domandarle sue notizie mentre giacevaammalata all’infermeria, rispose: «Ditele di non inquie-

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tarsi, perchè non morrò nè oggi, nè per lungo tempo an-cora». Si era allora nel 1870, nove anni prima della suamorte.

Nel 1873 un gruppo di novizie ottenne il favore di an-darla a visitare nell’infermeria, dove ella se ne stava,trattenuta da una crisi d’asma. Una di esse, forte e robu-sta, le domandò se non aveva paura di morire; ed aven-do ella risposto negativamente: «Eppure – soggiunsequella – le vostre crisi di soffocamento sono così violen-te che potreste morire sul colpo».

«Evvia! voi morrete prima di me». Qualche mesedopo infatti quella novizia, destinata in residenza nelmezzodì della Francia, moriva in seguito ad un forte raf-freddore.

In sul finir della sua vita, Suor Maria-Bernarda dissead una delle infermiere che, inquieta del suo stato, si av-vicinava sovente al letto per esaminarla: «Non disturba-tevi così sovente; pare che io stia per morire, invece neho ancora per più di sei mesi».

Racconta una religiosa, testimonio oculare, che unadelle Maestre del Noviziato, Suor Orsola Millien, aven-do un giorno condotto un gruppo di postulanti pressoBernadetta, ed avendo osservato che ella aveva lunga-mente, ed modo speciale, fissato una di esse, aspettò chetutte fossero allontanate per domandargliene il motivo.

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tarsi, perchè non morrò nè oggi, nè per lungo tempo an-cora». Si era allora nel 1870, nove anni prima della suamorte.

Nel 1873 un gruppo di novizie ottenne il favore di an-darla a visitare nell’infermeria, dove ella se ne stava,trattenuta da una crisi d’asma. Una di esse, forte e robu-sta, le domandò se non aveva paura di morire; ed aven-do ella risposto negativamente: «Eppure – soggiunsequella – le vostre crisi di soffocamento sono così violen-te che potreste morire sul colpo».

«Evvia! voi morrete prima di me». Qualche mesedopo infatti quella novizia, destinata in residenza nelmezzodì della Francia, moriva in seguito ad un forte raf-freddore.

In sul finir della sua vita, Suor Maria-Bernarda dissead una delle infermiere che, inquieta del suo stato, si av-vicinava sovente al letto per esaminarla: «Non disturba-tevi così sovente; pare che io stia per morire, invece neho ancora per più di sei mesi».

Racconta una religiosa, testimonio oculare, che unadelle Maestre del Noviziato, Suor Orsola Millien, aven-do un giorno condotto un gruppo di postulanti pressoBernadetta, ed avendo osservato che ella aveva lunga-mente, ed modo speciale, fissato una di esse, aspettò chetutte fossero allontanate per domandargliene il motivo.

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«Oh! è perchè questa postulante ha ancora bisogno dellamamma sua». Infatti alcuni giorni dopo lasciava il No-viziato.

Nel 1870 la Superiora dell’Ospedale di Villefranche(Aveyron) essendo venuta alla Casa-Madre per fare gliEsercizi Spirituali, mostrava una viva inquietudine:l’ospedale difettava d’acqua, e, per quante ricerche fos-sero state fatte, non si era venuto a capo di nulla. «Met-tete il vostro cuore in pace, Madre; troverete una sor-gente».

La superiora era appena rientrata nella sua residenzache già una sorgente era stata scoperta.

«Nel tempo in cui facevo il Noviziato, scrive una reli-giosa, venni a sapere che lo stato di salute molto aggra-vato di mia madre, non lasciava più speranza alcuna aimedici di salvarla. Oltre al dolore che mi cagionavaquesta notizia, vi era pure un altro motivo non menograve: quello cioè di dover lasciare il Noviziato, essen-do la primogenita di numerosa famiglia, reclamata per-ciò dal padre. Mentre sfogavo il mio dolore piangendoamaramente, m’imbattei pei chiostri in Suor Maria-Ber-narda, la quale, vedendomi in lagrime, mi si avvicinòdomandandomi il motivo. Non appena lo seppe, mi pre-se per le mani, mi consolò, e guardandomi amorosamen-te, mi disse con un tono di sicurezza che non ho più di-

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«Oh! è perchè questa postulante ha ancora bisogno dellamamma sua». Infatti alcuni giorni dopo lasciava il No-viziato.

Nel 1870 la Superiora dell’Ospedale di Villefranche(Aveyron) essendo venuta alla Casa-Madre per fare gliEsercizi Spirituali, mostrava una viva inquietudine:l’ospedale difettava d’acqua, e, per quante ricerche fos-sero state fatte, non si era venuto a capo di nulla. «Met-tete il vostro cuore in pace, Madre; troverete una sor-gente».

La superiora era appena rientrata nella sua residenzache già una sorgente era stata scoperta.

«Nel tempo in cui facevo il Noviziato, scrive una reli-giosa, venni a sapere che lo stato di salute molto aggra-vato di mia madre, non lasciava più speranza alcuna aimedici di salvarla. Oltre al dolore che mi cagionavaquesta notizia, vi era pure un altro motivo non menograve: quello cioè di dover lasciare il Noviziato, essen-do la primogenita di numerosa famiglia, reclamata per-ciò dal padre. Mentre sfogavo il mio dolore piangendoamaramente, m’imbattei pei chiostri in Suor Maria-Ber-narda, la quale, vedendomi in lagrime, mi si avvicinòdomandandomi il motivo. Non appena lo seppe, mi pre-se per le mani, mi consolò, e guardandomi amorosamen-te, mi disse con un tono di sicurezza che non ho più di-

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menticato, benchè siano ormai trascorsi trentasette anni:«Non piangete, Signorina, la Vergine Santa la guarirà».Non erano ancor passati due giorni che mi si scriveva:«Tua madre, moribonda ieri (e già avevano recitato su dilei le preghiere per gli agonizzanti) si trova oggi com-pletamente guarita, con grande stupore dei medici, iquali affermano che un tale subitaneo cambiamento par-tecipa del miracolo».

«Si constatò in seguito che la guarigione era avvenutail giorno stesso in cui avevo sentito parole di consola-zione dalla bocca di Suor Maria-Bernarda».

Un’altra religiosa scrive: «Al mio arrivo in Noviziato,il 24 ottobre 1878, domandai come un favore speciale diveder colei che la Vergine SS. aveva onorata colle sueApparizioni: favore che mi venne concesso alcuni giornidopo. Essendo in quei giorni Suor Maria-Bernarda al-quanto indisposta, si trovava nella infermeria. Quandomi recai a visitarla la trovai tutta intenta a colorire alcu-ne piccole immagini ed a dipingere le spine che circon-dano il Cuore di Gesù. Avvertita che la postulante arri-vata di fresco veniva a pregarla di raccomandare la suavocazione alla Vergine SS., si rivolse verso di me. Il suoviso mi parve riflettere e conservare un raggio delle vi-sioni di Maria Immacolata per cui ne rimasi colpita. Poi,indirizzandomi la parola, mi disse con aria un po’ mali-

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menticato, benchè siano ormai trascorsi trentasette anni:«Non piangete, Signorina, la Vergine Santa la guarirà».Non erano ancor passati due giorni che mi si scriveva:«Tua madre, moribonda ieri (e già avevano recitato su dilei le preghiere per gli agonizzanti) si trova oggi com-pletamente guarita, con grande stupore dei medici, iquali affermano che un tale subitaneo cambiamento par-tecipa del miracolo».

«Si constatò in seguito che la guarigione era avvenutail giorno stesso in cui avevo sentito parole di consola-zione dalla bocca di Suor Maria-Bernarda».

Un’altra religiosa scrive: «Al mio arrivo in Noviziato,il 24 ottobre 1878, domandai come un favore speciale diveder colei che la Vergine SS. aveva onorata colle sueApparizioni: favore che mi venne concesso alcuni giornidopo. Essendo in quei giorni Suor Maria-Bernarda al-quanto indisposta, si trovava nella infermeria. Quandomi recai a visitarla la trovai tutta intenta a colorire alcu-ne piccole immagini ed a dipingere le spine che circon-dano il Cuore di Gesù. Avvertita che la postulante arri-vata di fresco veniva a pregarla di raccomandare la suavocazione alla Vergine SS., si rivolse verso di me. Il suoviso mi parve riflettere e conservare un raggio delle vi-sioni di Maria Immacolata per cui ne rimasi colpita. Poi,indirizzandomi la parola, mi disse con aria un po’ mali-

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ziosa, benchè seria: «Signorina, se volete essere religio-sa, dovrete imparare ad amare la sofferenza. Nostro Si-gnore offre come regalo ai suoi amici la sua corona dispine; non cercate dunque nulla di meglio». Queste pa-role non mi si cancellarono più dalla mente, tanto piùche le vicende della mia vita, facendole realizzare, han-no contribuito non poco a farmene penetrare il senso (1).

*

Altre volte erano guarigioni che si attribuivano allepreghiere dell’umile religiosa. «Era il 1878, raccontauna suora, ed io ero ritornata dalla mia residenza allaCasa-Madre, gravemente attaccata da malattia di petto.Riuscendo vani tutti i rimedi, già mi sentivo scoraggiata,quando mi venne il pensiero di pregare Suor Maria-Ber-narda di fare una novena con me. Alla fine della novenami sentii molto meglio; e, dieci giorni dopo, potei senzainconvenienti riprendere il mio posto in un ospedale».

Una Superiora scrive: «Essendo mia sorella grave-mente ammalata di tifo, reclamai le preghiere di SuorMaria-Bernarda; poco dopo mi giunse la notizia chel’ammalata era entrata in un pieno periodo di convale-

1 Questa Suora fu infatti vittima della sua carità. Avendo contratto un’infe-zione di un dito nel curare una piaga, dovette il 21 giugno 1905 subirel’amputazione della mano destra e dell’avambraccio, mentre si trovava inun ospedale del Nord della Francia occupata nella cura degli ammalati.

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ziosa, benchè seria: «Signorina, se volete essere religio-sa, dovrete imparare ad amare la sofferenza. Nostro Si-gnore offre come regalo ai suoi amici la sua corona dispine; non cercate dunque nulla di meglio». Queste pa-role non mi si cancellarono più dalla mente, tanto piùche le vicende della mia vita, facendole realizzare, han-no contribuito non poco a farmene penetrare il senso (1).

*

Altre volte erano guarigioni che si attribuivano allepreghiere dell’umile religiosa. «Era il 1878, raccontauna suora, ed io ero ritornata dalla mia residenza allaCasa-Madre, gravemente attaccata da malattia di petto.Riuscendo vani tutti i rimedi, già mi sentivo scoraggiata,quando mi venne il pensiero di pregare Suor Maria-Ber-narda di fare una novena con me. Alla fine della novenami sentii molto meglio; e, dieci giorni dopo, potei senzainconvenienti riprendere il mio posto in un ospedale».

Una Superiora scrive: «Essendo mia sorella grave-mente ammalata di tifo, reclamai le preghiere di SuorMaria-Bernarda; poco dopo mi giunse la notizia chel’ammalata era entrata in un pieno periodo di convale-

1 Questa Suora fu infatti vittima della sua carità. Avendo contratto un’infe-zione di un dito nel curare una piaga, dovette il 21 giugno 1905 subirel’amputazione della mano destra e dell’avambraccio, mentre si trovava inun ospedale del Nord della Francia occupata nella cura degli ammalati.

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scenza».Una religiosa Eudista faceva sapere alla Reverenda

Madre Generale che una bambina, affetta da una speciedi lebbra, era stata guarita in seguito ad una novena cheaveva domandata alla Comunità, e sopratutto a SuorMaria-Bernarda.

Una giovane di Charité-sur-Loire scriveva che, essen-do colpita d’un male agli occhi, ribelle ad ogni rimedio,era stata guarita, applicando un pezzo di stoffa che erariuscita a far toccare alla Serva di Dio, senza che questase ne accorgesse.

«Trovandomi nel 1862 a Lourdes – scrive una religio-sa – fui testimone d’un fatto che voglio raccontare. Unsignore ed una signora vennero a pregare la Superioradell’Ospizio di permettere a Bernadetta di discenderecon loro fino alla vettura, dove trovavasi giacente unaloro bambina gravemente ammalata, la quale non avevatrovato alcun giovamento alle acque di Cauterets, da cuiallora appunto ritornavano. Quei poveri genitori si mo-stravano persuasi che, se la privilegiata della Grotta toc-cava la povera ammalata, questa sarebbe guarita. La su-periora, cedendo ai loro pii desideri, disse a Bernadetta:«Sollevate un po’ la testa di questa bambina, affinchè sipossano aggiustare i guanciali». La Veggente si era ap-pena allontanata che l’inferma, sentendosi guarita, balzò

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scenza».Una religiosa Eudista faceva sapere alla Reverenda

Madre Generale che una bambina, affetta da una speciedi lebbra, era stata guarita in seguito ad una novena cheaveva domandata alla Comunità, e sopratutto a SuorMaria-Bernarda.

Una giovane di Charité-sur-Loire scriveva che, essen-do colpita d’un male agli occhi, ribelle ad ogni rimedio,era stata guarita, applicando un pezzo di stoffa che erariuscita a far toccare alla Serva di Dio, senza che questase ne accorgesse.

«Trovandomi nel 1862 a Lourdes – scrive una religio-sa – fui testimone d’un fatto che voglio raccontare. Unsignore ed una signora vennero a pregare la Superioradell’Ospizio di permettere a Bernadetta di discenderecon loro fino alla vettura, dove trovavasi giacente unaloro bambina gravemente ammalata, la quale non avevatrovato alcun giovamento alle acque di Cauterets, da cuiallora appunto ritornavano. Quei poveri genitori si mo-stravano persuasi che, se la privilegiata della Grotta toc-cava la povera ammalata, questa sarebbe guarita. La su-periora, cedendo ai loro pii desideri, disse a Bernadetta:«Sollevate un po’ la testa di questa bambina, affinchè sipossano aggiustare i guanciali». La Veggente si era ap-pena allontanata che l’inferma, sentendosi guarita, balzò

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in piedi come se non fosse stata mai ammalata».Abbiamo voluto mettere sotto gli occhi dei lettori

questi piccoli fatti che gettano essi pure fulgidi raggi diluce sulla virtù della «religiosa».

Vediamo ora l’«apostolo» per contemplare in seguitola «vittima» alla mercè del santo amore, dando a «Dio,secondo la parola d’un autore mistico, non solo la soddi-sfazione e l’onore, ma ancora la gioia».

IV.L’APOSTOLO.

«Bernadetta, disse un oratore, si è rivolta al mondo edha raccontato ciò che aveva veduto, ha ripetuto ciò cheaveva udito: lo spirito di preghiera si è impadronito del-le anime e le ha scosse meravigliosamente. Alla suavoce, come alla voce di S. Domenico, il mondo è venutoa ritemprarsi, immergersi, inebbriarsi nella preghiera enella supplicazione; e questa preghiera è sempre la stes-sa: il Pater e l’Ave.

«Ella ci ha messo in contatto col Cristo: a Lourdes ilCristo vive e respira, e noi Lo amiamo, e viviamo di Luie di Dio (1).

«E Pio X, il Pontefice augusto in cui sembrano perso-nificate la luce, la forza, la mansuetudine del Cristo; Pio

1 R. P. Janvier

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in piedi come se non fosse stata mai ammalata».Abbiamo voluto mettere sotto gli occhi dei lettori

questi piccoli fatti che gettano essi pure fulgidi raggi diluce sulla virtù della «religiosa».

Vediamo ora l’«apostolo» per contemplare in seguitola «vittima» alla mercè del santo amore, dando a «Dio,secondo la parola d’un autore mistico, non solo la soddi-sfazione e l’onore, ma ancora la gioia».

IV.L’APOSTOLO.

«Bernadetta, disse un oratore, si è rivolta al mondo edha raccontato ciò che aveva veduto, ha ripetuto ciò cheaveva udito: lo spirito di preghiera si è impadronito del-le anime e le ha scosse meravigliosamente. Alla suavoce, come alla voce di S. Domenico, il mondo è venutoa ritemprarsi, immergersi, inebbriarsi nella preghiera enella supplicazione; e questa preghiera è sempre la stes-sa: il Pater e l’Ave.

«Ella ci ha messo in contatto col Cristo: a Lourdes ilCristo vive e respira, e noi Lo amiamo, e viviamo di Luie di Dio (1).

«E Pio X, il Pontefice augusto in cui sembrano perso-nificate la luce, la forza, la mansuetudine del Cristo; Pio

1 R. P. Janvier

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X, cioè «Pietro» «la rappresentazione più perfetta di Dioin terra, il Verbo del mondo, la bocca di Dio nel mondo,la parola che basta all’Universo» (1) dichiara che Berna-detta ha messo il mondo in relazione più intima col mi-stero di Cristo Salvatore» (2).

Tale è la grandezza dell’apostolato di questa umilefanciulla: Maria glielo faceva inaugurare nella Grottastessa, e la sua prima parola era quella che il Precursoredel Cristo pronunziava sulle rive del Giordano: «Peni-tenza! Penitenza!».

E questa parola ella ripeteva alle moltitudini, e dispo-nendo a quei sentimenti che preparano le anime allegrandi grazie, domandava loro di baciare la terra peipeccatori.

Questo segno dell’amicizia che «Giuda aveva fattosimbolo di tradimento» l’ambasciatrice della VergineImmacolata lo presentava alle moltitudini santificatodall’umiltà e fatto strumento di riparazione.

Già abbiamo avuto occasione di vedere come l’apo-stolato per la conversione dei peccatori fosse uno deipensieri dominanti della sua vita. Bernadetta era aposto-lo, quando, aderendo al desiderio della Signora, scavavala terra per farne scaturire la sorgente delle grazie; era

1 Mons. Bertaud, Vescovo di Tulle.2 Pio X a Mons. Schoepfer.

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X, cioè «Pietro» «la rappresentazione più perfetta di Dioin terra, il Verbo del mondo, la bocca di Dio nel mondo,la parola che basta all’Universo» (1) dichiara che Berna-detta ha messo il mondo in relazione più intima col mi-stero di Cristo Salvatore» (2).

Tale è la grandezza dell’apostolato di questa umilefanciulla: Maria glielo faceva inaugurare nella Grottastessa, e la sua prima parola era quella che il Precursoredel Cristo pronunziava sulle rive del Giordano: «Peni-tenza! Penitenza!».

E questa parola ella ripeteva alle moltitudini, e dispo-nendo a quei sentimenti che preparano le anime allegrandi grazie, domandava loro di baciare la terra peipeccatori.

Questo segno dell’amicizia che «Giuda aveva fattosimbolo di tradimento» l’ambasciatrice della VergineImmacolata lo presentava alle moltitudini santificatodall’umiltà e fatto strumento di riparazione.

Già abbiamo avuto occasione di vedere come l’apo-stolato per la conversione dei peccatori fosse uno deipensieri dominanti della sua vita. Bernadetta era aposto-lo, quando, aderendo al desiderio della Signora, scavavala terra per farne scaturire la sorgente delle grazie; era

1 Mons. Bertaud, Vescovo di Tulle.2 Pio X a Mons. Schoepfer.

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apostolo quando recandosi dal Curato della parrocchiagli domandava a nome della celeste Signora «di fabbri-care colà una cappella e di venirvi in processione» pre-parando così a Maria ed al Cristo quei magnifici trionfidi cui il mondo è nello stesso tempo autore e testimonioentusiasta.

Saranno necessari sacrifizi perchè i desideri della Ver-gine di Massabielle diventino realtà; ma «Ella è Regina,e vuole fare a Lourdes la rivista delle sue truppe, l’ispe-zione dci più coraggiosi fra i suoi sudditi; e perciò li ob-bligherà a questi sacrifizi, e si verrà» (1).

E se noi studiamo da vicino queste apparizioni, vereepifanie dell’Immacolata, non potremo fare a meno divedere che la privilegiata della Vergine vi è apostolopersino nei più minuti particolari. Ella ispira l’amore alS. Rosario; è la preghiera che recita non appena si mettein ginocchio sulla «sua pietra» nell’attesa della Visioneceleste; è ancora questa la preghiera che recita nella gio-ia dell’estasi; è finalmente questa la preghiera che Mariapare raccomandare tenendo stretta tra le sue mani lasanta corona, arma di salute che Ella presenta al mondo.

Maria non compare il 3 marzo; la fedeltà di Bernadet-ta non subisce però diminuzione alcuna; ha promesso divenire per quindici giorni: la roccia rimanga pure oscura

1 Abbate ARCHELET, Lourdes

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apostolo quando recandosi dal Curato della parrocchiagli domandava a nome della celeste Signora «di fabbri-care colà una cappella e di venirvi in processione» pre-parando così a Maria ed al Cristo quei magnifici trionfidi cui il mondo è nello stesso tempo autore e testimonioentusiasta.

Saranno necessari sacrifizi perchè i desideri della Ver-gine di Massabielle diventino realtà; ma «Ella è Regina,e vuole fare a Lourdes la rivista delle sue truppe, l’ispe-zione dci più coraggiosi fra i suoi sudditi; e perciò li ob-bligherà a questi sacrifizi, e si verrà» (1).

E se noi studiamo da vicino queste apparizioni, vereepifanie dell’Immacolata, non potremo fare a meno divedere che la privilegiata della Vergine vi è apostolopersino nei più minuti particolari. Ella ispira l’amore alS. Rosario; è la preghiera che recita non appena si mettein ginocchio sulla «sua pietra» nell’attesa della Visioneceleste; è ancora questa la preghiera che recita nella gio-ia dell’estasi; è finalmente questa la preghiera che Mariapare raccomandare tenendo stretta tra le sue mani lasanta corona, arma di salute che Ella presenta al mondo.

Maria non compare il 3 marzo; la fedeltà di Bernadet-ta non subisce però diminuzione alcuna; ha promesso divenire per quindici giorni: la roccia rimanga pure oscura

1 Abbate ARCHELET, Lourdes

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a’ suoi occhi, Bernadetta manterrà la sua parola: è fede-le; è apostolo.

Ed in mezzo alle ovazioni della moltitudine la Signo-ra celeste soltanto occupa tutta intiera la sua attenzione.Dopo le ore di estasi per l’anima sua, d’entusiasmo in-descrivibile per tutti coloro che furono testimoni di que-ste scene di Paradiso, rientra nel focolare domestico, ri-prende il suo lavoro quotidiano, umile e volgare se nonfosse nobilitato dal pensiero soprannaturale, e lo ripren-de con semplicità, con l’anima ripiena del ricordo dellegrazie ottenute, preparandosi nell’ombra e nel silenzio ariceverne delle nuove: apostolato d’umiltà, di vita na-scosta, accessibile a tutte le anime, quanto sei grandeper coloro che sanno comprenderti!

Il cero benedetto, ch’ella fa ardere innanzi al simula-cro della Vergine Immacolata, col suo simbolismo parlaeloquentissimamente alle anime nostre: «Noi pure do-vremmo essere come altrettanti ceri ed offrire alla Ma-donna ed alle anime che subiscono la nostra influenza lospettacolo del nostro candore, della nostra elevazione,delle nostre fiamme, della nostra lenta, continua e misti-ca consumazione».

Non avvampiamo egoisticamente per noi o per lecreature; «non profaniamo le nostre attività luminose»ma facciamole servire alla salute eterna per la maggior

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a’ suoi occhi, Bernadetta manterrà la sua parola: è fede-le; è apostolo.

Ed in mezzo alle ovazioni della moltitudine la Signo-ra celeste soltanto occupa tutta intiera la sua attenzione.Dopo le ore di estasi per l’anima sua, d’entusiasmo in-descrivibile per tutti coloro che furono testimoni di que-ste scene di Paradiso, rientra nel focolare domestico, ri-prende il suo lavoro quotidiano, umile e volgare se nonfosse nobilitato dal pensiero soprannaturale, e lo ripren-de con semplicità, con l’anima ripiena del ricordo dellegrazie ottenute, preparandosi nell’ombra e nel silenzio ariceverne delle nuove: apostolato d’umiltà, di vita na-scosta, accessibile a tutte le anime, quanto sei grandeper coloro che sanno comprenderti!

Il cero benedetto, ch’ella fa ardere innanzi al simula-cro della Vergine Immacolata, col suo simbolismo parlaeloquentissimamente alle anime nostre: «Noi pure do-vremmo essere come altrettanti ceri ed offrire alla Ma-donna ed alle anime che subiscono la nostra influenza lospettacolo del nostro candore, della nostra elevazione,delle nostre fiamme, della nostra lenta, continua e misti-ca consumazione».

Non avvampiamo egoisticamente per noi o per lecreature; «non profaniamo le nostre attività luminose»ma facciamole servire alla salute eterna per la maggior

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gloria di Dio.Che questa preghiera alla Vergine Immacolata sia

pure la nostra:«O celeste Signora, io non voglio ardere che pel Cri-

sto e per Voi: custoditemi bianca, retta, luminosa comela candela che arde sull’altare. Ed affinchè, in qualchemaniera non possa estinguermi più, date alla mia fiam-ma morente la virtù di accendere altri ceri, altre anime.Grazie a questa trasmissione di luce, quando sarà consu-mata quaggiù la mia provvista di cera, lascerò altrefiamme ardere in vostro onore, a simiglianza dei cerigrossi e piccoli che continuamente si sostituiscono, nellavostra Grotta a Lourdes, affinchè le fiamme agitate dalvento montino senza posa verso di Voi» (1).

E veramente quale sviluppo prenderà questo apostola-to della Confidente di Maria! La sua parola, perchè pa-rola dell’Immacolata, diventa «la predicazione più po-polare e più persuasiva». E’ appunto questa parola ches’indirizza ai cuori con le attrattive d’una bellezza idea-le, e la verità che ci annunzia, e i doveri che c’impone, ele speranze di cui ci riempie l’anima ce la presenta in unsorriso, nel sorriso «di una Madre non meno buona chegrande; grande perchè Dio è in Lei, buona perchè non

1 Abbate ARCHELET, Lourdes

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gloria di Dio.Che questa preghiera alla Vergine Immacolata sia

pure la nostra:«O celeste Signora, io non voglio ardere che pel Cri-

sto e per Voi: custoditemi bianca, retta, luminosa comela candela che arde sull’altare. Ed affinchè, in qualchemaniera non possa estinguermi più, date alla mia fiam-ma morente la virtù di accendere altri ceri, altre anime.Grazie a questa trasmissione di luce, quando sarà consu-mata quaggiù la mia provvista di cera, lascerò altrefiamme ardere in vostro onore, a simiglianza dei cerigrossi e piccoli che continuamente si sostituiscono, nellavostra Grotta a Lourdes, affinchè le fiamme agitate dalvento montino senza posa verso di Voi» (1).

E veramente quale sviluppo prenderà questo apostola-to della Confidente di Maria! La sua parola, perchè pa-rola dell’Immacolata, diventa «la predicazione più po-polare e più persuasiva». E’ appunto questa parola ches’indirizza ai cuori con le attrattive d’una bellezza idea-le, e la verità che ci annunzia, e i doveri che c’impone, ele speranze di cui ci riempie l’anima ce la presenta in unsorriso, nel sorriso «di una Madre non meno buona chegrande; grande perchè Dio è in Lei, buona perchè non

1 Abbate ARCHELET, Lourdes

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vive che per noi» (1).Bernadetta apostolo commuove il mondo: ella annun-

zia che Maria è venuta, ed ogni cosa sussulta di gioia,s’anima e prega; il Gavo indietreggia senza che perciòcessi un istante di mormorare il suo inno all’Eterno edalla Vergine; le colline s’adornano; l’oro, il marmo, lepietre preziose, tutto in una parola armoniosamente co-spira a cantare un poema alla sua Regina.

Bernadetta si nasconde all’ombra di un chiostro: ma ilVescovo e la Superiora a cui la Vergine Santa l’ha affi-data, non la sottraggono per nulla alle persone che han-no la missione d’interrogarla: i Vescovi cioè, i Missio-nari della Grotta, gli storici di Nostra Signora di Lour-des(2).

E fino agli ultimi istanti di sua vita, non lascia senzarisposta le tante questioni che le vengono indirizzate periscritto: anzi, per ordine stesso della Madre Generaledetta queste risposte che poi vengono fedelmente tra-smesse agli interessati. E pel fatto ch’ella si nasconde eche mette la sua testimonianza sotto la garanzia dellasantità, l’apostolato di Bernadetta, divenuta Suor MariaBernarda, non ne scapita punto; anzi acquista maggiorvalore, ed esercita maggiore influenza.

1 Monsignor IZART.2 Enrico Lasserre, e Cros.

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vive che per noi» (1).Bernadetta apostolo commuove il mondo: ella annun-

zia che Maria è venuta, ed ogni cosa sussulta di gioia,s’anima e prega; il Gavo indietreggia senza che perciòcessi un istante di mormorare il suo inno all’Eterno edalla Vergine; le colline s’adornano; l’oro, il marmo, lepietre preziose, tutto in una parola armoniosamente co-spira a cantare un poema alla sua Regina.

Bernadetta si nasconde all’ombra di un chiostro: ma ilVescovo e la Superiora a cui la Vergine Santa l’ha affi-data, non la sottraggono per nulla alle persone che han-no la missione d’interrogarla: i Vescovi cioè, i Missio-nari della Grotta, gli storici di Nostra Signora di Lour-des(2).

E fino agli ultimi istanti di sua vita, non lascia senzarisposta le tante questioni che le vengono indirizzate periscritto: anzi, per ordine stesso della Madre Generaledetta queste risposte che poi vengono fedelmente tra-smesse agli interessati. E pel fatto ch’ella si nasconde eche mette la sua testimonianza sotto la garanzia dellasantità, l’apostolato di Bernadetta, divenuta Suor MariaBernarda, non ne scapita punto; anzi acquista maggiorvalore, ed esercita maggiore influenza.

1 Monsignor IZART.2 Enrico Lasserre, e Cros.

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Comprendiamo brevemente l’eco mondiale di questavoce invitante a pregare ed a farsi guarire.

Già la gola profonda e piena d’ostacoli che separaLourdes da Pau, ha fatto sentire i suoi fremiti sotto ilpeso enorme dei lavori richiesti per l’impianto di unastrada ferrata. Perchè tanto strazio allorchè una linea piùfacile si offrirebbe ai viaggiatori? Perchè? Non per altro:perchè è Nostra Signora che l’ispira. Oh! sì, ci perdoniquesta buona Madre se cerchiamo di penetrare le delica-tezze del suo cuore materno. Ma per questa via i pelle-grini bearnesi, baschi, spagnuoli e molti altri ancora pas-seranno a pochissima distanza e di fronte alla Madonnadella Grotta prima d’arrivare alla stazione di Lourdes.Questi devoti vengono a Lei, ed Ella ha premura di mo-strar loro il suo sorriso, di benedirli.

Ed è così che fin dal giugno 1867 i treni cominciava-no a trasportare viaggiatori su questa linea. «Sul puntodi raggiungere Lourdes, la locomotiva, sbuffante perguadagnare l’erta salita, rallenta la sua corsa e sembrache con la sua colonna di fumo, lanciato in alto, con lostridore delle ruote, faccia omaggio della sua forza edella sua velocità alla Sovrana di questi luoghi, e le dicach’essa le porta i tributi di gloria» (1).

Ma non tarderà molto che i carri di fuoco solcheran-

1 Annali di Nostra Signora di Lourdes, anno 2°.

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Comprendiamo brevemente l’eco mondiale di questavoce invitante a pregare ed a farsi guarire.

Già la gola profonda e piena d’ostacoli che separaLourdes da Pau, ha fatto sentire i suoi fremiti sotto ilpeso enorme dei lavori richiesti per l’impianto di unastrada ferrata. Perchè tanto strazio allorchè una linea piùfacile si offrirebbe ai viaggiatori? Perchè? Non per altro:perchè è Nostra Signora che l’ispira. Oh! sì, ci perdoniquesta buona Madre se cerchiamo di penetrare le delica-tezze del suo cuore materno. Ma per questa via i pelle-grini bearnesi, baschi, spagnuoli e molti altri ancora pas-seranno a pochissima distanza e di fronte alla Madonnadella Grotta prima d’arrivare alla stazione di Lourdes.Questi devoti vengono a Lei, ed Ella ha premura di mo-strar loro il suo sorriso, di benedirli.

Ed è così che fin dal giugno 1867 i treni cominciava-no a trasportare viaggiatori su questa linea. «Sul puntodi raggiungere Lourdes, la locomotiva, sbuffante perguadagnare l’erta salita, rallenta la sua corsa e sembrache con la sua colonna di fumo, lanciato in alto, con lostridore delle ruote, faccia omaggio della sua forza edella sua velocità alla Sovrana di questi luoghi, e le dicach’essa le porta i tributi di gloria» (1).

Ma non tarderà molto che i carri di fuoco solcheran-

1 Annali di Nostra Signora di Lourdes, anno 2°.

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no la terra, e trasporteranno verso la Grotta benedettamigliaia di pellegrini; gli Oceani stessi non saranno piùun ostacolo; ed il mondo intiero alla voce di una fanciul-la si metterà in cammino alla volta del paese del sopran-naturale. Qual forza d’apostolato e quale «processione»ininterrotta degna di Nostra Signora!

Era il mese di ottobre 1872 e la Basilica era appenaultimata che già vedeva le delegazioni della Francia in-tiera raggrupparsi intorno alla Vergine di Massabielleper implorare il suo soccorso, esternarle la loro confi-denza, ritemprare ai suoi piedi il loro coraggio, ripren-dere nuove speranze.

«Quattro anni dopo la Basilica era consacrata, e lastatua di Nostra Signora di Lourdes solennemente coro-nata. Trentacinque Prelati, di cui uno Cardinale, tremilapreti e centomila fedeli presero parte a questa imponentecerimonia. Non è certo cosa facile trovare nella storiadei popoli traccie di una moltitudine così numerosa in-sieme riunita dall’entusiasmo, nella stessa guisa chel’Oceano accumula sulle sue rive i granelli di sabbia»(1).

Feste indimenticabili si videro egualmente nel 1883,primo giubileo delle Apparizioni di Lourdes, ed allaposa della prima pietra della Chiesa del Rosario; poi nel1901 in occasione della consacrazione di questa stessa

1 BERTRIN, opera citata.

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no la terra, e trasporteranno verso la Grotta benedettamigliaia di pellegrini; gli Oceani stessi non saranno piùun ostacolo; ed il mondo intiero alla voce di una fanciul-la si metterà in cammino alla volta del paese del sopran-naturale. Qual forza d’apostolato e quale «processione»ininterrotta degna di Nostra Signora!

Era il mese di ottobre 1872 e la Basilica era appenaultimata che già vedeva le delegazioni della Francia in-tiera raggrupparsi intorno alla Vergine di Massabielleper implorare il suo soccorso, esternarle la loro confi-denza, ritemprare ai suoi piedi il loro coraggio, ripren-dere nuove speranze.

«Quattro anni dopo la Basilica era consacrata, e lastatua di Nostra Signora di Lourdes solennemente coro-nata. Trentacinque Prelati, di cui uno Cardinale, tremilapreti e centomila fedeli presero parte a questa imponentecerimonia. Non è certo cosa facile trovare nella storiadei popoli traccie di una moltitudine così numerosa in-sieme riunita dall’entusiasmo, nella stessa guisa chel’Oceano accumula sulle sue rive i granelli di sabbia»(1).

Feste indimenticabili si videro egualmente nel 1883,primo giubileo delle Apparizioni di Lourdes, ed allaposa della prima pietra della Chiesa del Rosario; poi nel1901 in occasione della consacrazione di questa stessa

1 BERTRIN, opera citata.

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Chiesa. Si sarebbe detto che un soffio potente era passa-to sull’anima della vetusta Gallia, ed al suo passaggioEssa aveva sussultato, e si era mossa in corteggio im-menso. Venticinque Prelati, due Cardinali, un Patriarcail Nunzio Apostolico offrirono a Maria il grido del cuoredi tutto un popolo inginocchiato ai suoi piedi.

Ma le feste che si celebrarono nel 1908, ricorrenzadel primo Cinquantenario, non solo furono all’altezzadell’indimenticabile anniversario, ma sorpassarono perlo splendore e per la grandezza delle cerimonie e per ilconcorso entusiastico di migliaia di pellegrini tuttoquanto Lourdes aveva fino a quel dì ammirato.

Non parleremo delle bellezze, delle magnificenze,delle soavità dell’uffizio liturgico «ove si trovano auten-ticate, per non dire canonizzate, dall’autorità più subli-me che sia al mondo le mirabili cose di Lourdes»; delcanto del Matutino sotto la cupola del Rosario, dove, inmezzo allo scintillìo di mille fiamme, la notte viene tra-sformata come in pieno meriggio, involta nella poesia, enel fascino armonioso delle melodie gregoriane. Passe-remo sotto silenzio le mirabili lezioni dei notturni, oreprofetiche, ore storiche in cui si intreccia tutto il dram-ma celeste della Grotta, e dove per un privilegio specia-le «Lourdes, le Gave, Massabielle, Bernadette trovanonello stesso nostro idioma nazionale un posto d’onore

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Chiesa. Si sarebbe detto che un soffio potente era passa-to sull’anima della vetusta Gallia, ed al suo passaggioEssa aveva sussultato, e si era mossa in corteggio im-menso. Venticinque Prelati, due Cardinali, un Patriarcail Nunzio Apostolico offrirono a Maria il grido del cuoredi tutto un popolo inginocchiato ai suoi piedi.

Ma le feste che si celebrarono nel 1908, ricorrenzadel primo Cinquantenario, non solo furono all’altezzadell’indimenticabile anniversario, ma sorpassarono perlo splendore e per la grandezza delle cerimonie e per ilconcorso entusiastico di migliaia di pellegrini tuttoquanto Lourdes aveva fino a quel dì ammirato.

Non parleremo delle bellezze, delle magnificenze,delle soavità dell’uffizio liturgico «ove si trovano auten-ticate, per non dire canonizzate, dall’autorità più subli-me che sia al mondo le mirabili cose di Lourdes»; delcanto del Matutino sotto la cupola del Rosario, dove, inmezzo allo scintillìo di mille fiamme, la notte viene tra-sformata come in pieno meriggio, involta nella poesia, enel fascino armonioso delle melodie gregoriane. Passe-remo sotto silenzio le mirabili lezioni dei notturni, oreprofetiche, ore storiche in cui si intreccia tutto il dram-ma celeste della Grotta, e dove per un privilegio specia-le «Lourdes, le Gave, Massabielle, Bernadette trovanonello stesso nostro idioma nazionale un posto d’onore

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nel libro immortale della liturgia cattolica» (1).Ma non possiamo passare sotto silenzio la processio-

ne alla Roccia miracolosa fatta nell’ora stessa in cui,mezzo secolo prima, Bernadetta vi vedeva per la primavolta la sua bianca Madonna. Quella «riunione gigante-sca raccolta innanzi alla Grotta, ove il soprannaturales’impadronisce delle anime, aveva un non so che di so-lenne e di misterioso. Monsignor Schoepfer, dopo averevocato l’indimenticabile ricordo dell’11 febbraio 1858,passò a dedurne conseguenze pratiche: «La migliore,disse, poichè la salvezza della Francia è a Lourdes, è diamare questo focolare di tutta la vita nazionale, comegià gli Ebrei amavano il tempio di Sion e l’Arcadell’Allenza. Ciò che qui è già stato fatto da parte dellaMadre di Dio verso gli uomini e da parte degli uominiverso la Madre di Dio è un sicuro presagio di ciò che in-fallibilmente l’Una vi apporterà ancora di misericordia,e gli altri vi attingeranno di favori».

Poi con un gesto che quasi aveva del sublime, mostròa quell’immensa moltitudine, commossa fino alle Lagri-me, la corona del Rosario di Bernadetta: quella coronache la fanciulla privilegiata faceva in quel posto stessoscorrere tra le sue dita innanzi alla Signora celeste neigiorni benedetti delle Apparizioni.

1 Can. ROUSSEL, Gli splendori di Lourdes.

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nel libro immortale della liturgia cattolica» (1).Ma non possiamo passare sotto silenzio la processio-

ne alla Roccia miracolosa fatta nell’ora stessa in cui,mezzo secolo prima, Bernadetta vi vedeva per la primavolta la sua bianca Madonna. Quella «riunione gigante-sca raccolta innanzi alla Grotta, ove il soprannaturales’impadronisce delle anime, aveva un non so che di so-lenne e di misterioso. Monsignor Schoepfer, dopo averevocato l’indimenticabile ricordo dell’11 febbraio 1858,passò a dedurne conseguenze pratiche: «La migliore,disse, poichè la salvezza della Francia è a Lourdes, è diamare questo focolare di tutta la vita nazionale, comegià gli Ebrei amavano il tempio di Sion e l’Arcadell’Allenza. Ciò che qui è già stato fatto da parte dellaMadre di Dio verso gli uomini e da parte degli uominiverso la Madre di Dio è un sicuro presagio di ciò che in-fallibilmente l’Una vi apporterà ancora di misericordia,e gli altri vi attingeranno di favori».

Poi con un gesto che quasi aveva del sublime, mostròa quell’immensa moltitudine, commossa fino alle Lagri-me, la corona del Rosario di Bernadetta: quella coronache la fanciulla privilegiata faceva in quel posto stessoscorrere tra le sue dita innanzi alla Signora celeste neigiorni benedetti delle Apparizioni.

1 Can. ROUSSEL, Gli splendori di Lourdes.

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In quel momento dall’alto delle torri del domino ma-riano si fece sentire il suono dell’Angelus; e, spettacolosublime! quaranta mila fedeli piegarono il ginocchio edin unione all’Angelo ed ai Principi della Chiesa saluta-rono per tre volte «Maria piena di grazia». E affinchènulla mancasse a quell’ora di fede e d’amore, l’Angelodella Chiesa di Bordeaux, il Cardinale Lecot, Legato delPapa in piedi, dinanzi alla Madonna, impartì aquell’immensa moltitudine prostrata a terra il perdonodi Roma, l’Indulgenza plenaria del Giubileo di Maria.

Liturgia, armonia, canti, preghiere, poesia, tutto sidava la mano per lodare la Vergine Immacolata. E nondoveva mancare l’eloquenza sacra; essa infatti vi appor-tò la sua nota per mezzo di Monsignore Rumeau, Vesco-vo di Angers, l’oratore delle Nozze d’oro. Lourdes e laFrancia; Lourdes e la Chiesa; Lourdes e il Papa; ecco itre argomenti che egli prese a svolgere.

Nella sera del terzo giorno «Sion dovette dilatare lesue tende», e fu appunto sotto la maestosa cupola deicieli che l’oratore si trovò costretto a distribuire la paro-la divina a sessanta mila persone ammassate sulla spia-nata. Il tema «Lourdes e il Papa» era palpitante d’inte-resse. «Lo sviluppo fa un inno di eloquenza e di dottrinaal concordato imperituro, che fin dagli albori del Vange-lo unisce Papa e Maria». Quando l’oratore, proseguendo

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In quel momento dall’alto delle torri del domino ma-riano si fece sentire il suono dell’Angelus; e, spettacolosublime! quaranta mila fedeli piegarono il ginocchio edin unione all’Angelo ed ai Principi della Chiesa saluta-rono per tre volte «Maria piena di grazia». E affinchènulla mancasse a quell’ora di fede e d’amore, l’Angelodella Chiesa di Bordeaux, il Cardinale Lecot, Legato delPapa in piedi, dinanzi alla Madonna, impartì aquell’immensa moltitudine prostrata a terra il perdonodi Roma, l’Indulgenza plenaria del Giubileo di Maria.

Liturgia, armonia, canti, preghiere, poesia, tutto sidava la mano per lodare la Vergine Immacolata. E nondoveva mancare l’eloquenza sacra; essa infatti vi appor-tò la sua nota per mezzo di Monsignore Rumeau, Vesco-vo di Angers, l’oratore delle Nozze d’oro. Lourdes e laFrancia; Lourdes e la Chiesa; Lourdes e il Papa; ecco itre argomenti che egli prese a svolgere.

Nella sera del terzo giorno «Sion dovette dilatare lesue tende», e fu appunto sotto la maestosa cupola deicieli che l’oratore si trovò costretto a distribuire la paro-la divina a sessanta mila persone ammassate sulla spia-nata. Il tema «Lourdes e il Papa» era palpitante d’inte-resse. «Lo sviluppo fa un inno di eloquenza e di dottrinaal concordato imperituro, che fin dagli albori del Vange-lo unisce Papa e Maria». Quando l’oratore, proseguendo

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il suo parallelo attraverso i secoli, arrivò a parlare del«nostro Pio X così mariano» fu tale l’entusiasmo dellafolla che scoppiò in applausi (1).

Ed ecco che per chiudere la festa comincia «l’incantonotturno». Lourdes vuole tradurre in un «linguaggio difuoco» il suo grido di riconoscenza. Tutto è in fiamme; isantuari, le montagne, la città intiera. In mezzo ad un fa-scio di luce, la Vergine di Lourdes appare in sulla vettadell’Espélugues, mentre ai suoi piedi un mazzo di giglispunta da mille fiamme. Di fronte, il vecchio castellofeudale sembra voler scomparire in incendio di fuococome per rendere omaggio del suo passato cavallerescoe cristiano alla Regina di quei luoghi, alla sua AugustaSovrana.

Il lettore ci perdonerà se ci siamo troppo a lungo sof-fermati in questi dolci ricordi, ma non lo rimpiangiamo,perchè col far conoscere ciò che sono le feste mariane aLourdes non facciamo altro che ridire la riconoscenza diquesta città, favorita dal Cielo, verso la Vergine Imma-colata che l’ha coronata di gloria.

E che diremo dei pellegrinaggi al paese del sopranna-turale? Iddio vi spinge a migliaia le anime da tutti i pae-si del mondo; e sono i Vescovi che ne danno l’esempio.1 L’11 febbraio 1933, lo stesso venerabile Vescovo di Angers è stato ancora

l’oratore del giubileo concesso da sua santità Pio XI pel 75.mo anniversariodelle Apparizioni.

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il suo parallelo attraverso i secoli, arrivò a parlare del«nostro Pio X così mariano» fu tale l’entusiasmo dellafolla che scoppiò in applausi (1).

Ed ecco che per chiudere la festa comincia «l’incantonotturno». Lourdes vuole tradurre in un «linguaggio difuoco» il suo grido di riconoscenza. Tutto è in fiamme; isantuari, le montagne, la città intiera. In mezzo ad un fa-scio di luce, la Vergine di Lourdes appare in sulla vettadell’Espélugues, mentre ai suoi piedi un mazzo di giglispunta da mille fiamme. Di fronte, il vecchio castellofeudale sembra voler scomparire in incendio di fuococome per rendere omaggio del suo passato cavallerescoe cristiano alla Regina di quei luoghi, alla sua AugustaSovrana.

Il lettore ci perdonerà se ci siamo troppo a lungo sof-fermati in questi dolci ricordi, ma non lo rimpiangiamo,perchè col far conoscere ciò che sono le feste mariane aLourdes non facciamo altro che ridire la riconoscenza diquesta città, favorita dal Cielo, verso la Vergine Imma-colata che l’ha coronata di gloria.

E che diremo dei pellegrinaggi al paese del sopranna-turale? Iddio vi spinge a migliaia le anime da tutti i pae-si del mondo; e sono i Vescovi che ne danno l’esempio.1 L’11 febbraio 1933, lo stesso venerabile Vescovo di Angers è stato ancora

l’oratore del giubileo concesso da sua santità Pio XI pel 75.mo anniversariodelle Apparizioni.

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Dall’America, dall’Australia, dalla Nuova Zelanda, dal-la Nuova Caledonia, dall’India, dalla Cina, dall’Arme-nia, dalla Siria, dal Ceylan, dalla Martinica, dal Zanzi-bar ecc., vengono numerosi i gruppi a pie’ della Madon-na a portarvi gli omaggi dei loro popoli, e a rinchiuderlinel Cuore della Madre delle Misericordie, perchè ricon-segnandoli Ella a sua volta ai missionari, li dia nellostesso tempo alla Chiesa, al Cristo.

Ogni nazione, e non facciamo nomi, ha i suoi pelle-grinaggi, e trattandosi di paesi cattolici possiamo direquasi ogni diocesi: tutti i costumi locali, tutti gli idiomis’incontrano e si succedono ai piedi di Maria. Sono mi-gliaia e migliaia i pellegrini che accorrono alle rive delGavo, e se continua così, non andrà molto che le statisti-che non arriveranno più a registrarne il numero. Sarà al-lora che in uno slancio di gratitudine si potrà esclamare:«A Massabielle è sì grande la moltitudine degli interve-nuti di ogni nazione, di ogni tribù, di ogni popolo, diogni lingua che nessuno potrà più contarli» (1).

Ogni anno «il battaglione sacro» degli infermi arrivaa Lourdes; gli uni partono guariti, gli altri riportandonela speranza, e se non altro la rassegnazione. E furonocerto spettacoli più unici che rari quelli che si ebbero inoccasione del Giubileo delle Nozze d’argento e del Giu-

1 Apoc. VII, 9.

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Dall’America, dall’Australia, dalla Nuova Zelanda, dal-la Nuova Caledonia, dall’India, dalla Cina, dall’Arme-nia, dalla Siria, dal Ceylan, dalla Martinica, dal Zanzi-bar ecc., vengono numerosi i gruppi a pie’ della Madon-na a portarvi gli omaggi dei loro popoli, e a rinchiuderlinel Cuore della Madre delle Misericordie, perchè ricon-segnandoli Ella a sua volta ai missionari, li dia nellostesso tempo alla Chiesa, al Cristo.

Ogni nazione, e non facciamo nomi, ha i suoi pelle-grinaggi, e trattandosi di paesi cattolici possiamo direquasi ogni diocesi: tutti i costumi locali, tutti gli idiomis’incontrano e si succedono ai piedi di Maria. Sono mi-gliaia e migliaia i pellegrini che accorrono alle rive delGavo, e se continua così, non andrà molto che le statisti-che non arriveranno più a registrarne il numero. Sarà al-lora che in uno slancio di gratitudine si potrà esclamare:«A Massabielle è sì grande la moltitudine degli interve-nuti di ogni nazione, di ogni tribù, di ogni popolo, diogni lingua che nessuno potrà più contarli» (1).

Ogni anno «il battaglione sacro» degli infermi arrivaa Lourdes; gli uni partono guariti, gli altri riportandonela speranza, e se non altro la rassegnazione. E furonocerto spettacoli più unici che rari quelli che si ebbero inoccasione del Giubileo delle Nozze d’argento e del Giu-

1 Apoc. VII, 9.

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bileo delle Nozze d’oro, quando, convocati da tutte lepiù remote parti del mondo per un solenne ringrazia-mento si videro affluire a Lourdes i «graziati» della Ver-gine, portando ognuno la sua divisa e la sua bandiera;processione incomparabile che sotto lo stimolo della ri-conoscenza fece discendere in copia nuove grazie diguarigioni su altri ammalati.

Ma spigoliamo alcuni fatti (1).E per primo ci si presenta Giacomo Combridge, un ti-

sico venuto a Lourdes, coricato in un vagone, incapacedel minimo movimento, straziato da una continua tosse,coperto il corpo da numerosi ascessi. E’ in questo statoche lo si immerge nella piscina, dalla quale esce guarito.Volle vestirsi da solo, camminare senza appoggio; equando si recò alla stazione per partire portò egli stessola sua valigia e le sue coperte. Sua moglie svenne al solovederlo; e a Parigi, le persone che lo avevano vedutomoribondo, gli correvano dietro per assicurarsi che eraveramente lui, non potendo credere ai propri occhi. Duemedici protestanti che l’avevano curato constatarono lasua guarigione e lo felicitarono; un terzo invece parvenon meno contrariato che stupito.

«Ma che vi hanno dunque fatto per guarirvi?

1 Togliamo questi fatti, almeno per quanto riguarda la sostanza, dalle operedell’Abate Bertin e del Dott. Boissarie.

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bileo delle Nozze d’oro, quando, convocati da tutte lepiù remote parti del mondo per un solenne ringrazia-mento si videro affluire a Lourdes i «graziati» della Ver-gine, portando ognuno la sua divisa e la sua bandiera;processione incomparabile che sotto lo stimolo della ri-conoscenza fece discendere in copia nuove grazie diguarigioni su altri ammalati.

Ma spigoliamo alcuni fatti (1).E per primo ci si presenta Giacomo Combridge, un ti-

sico venuto a Lourdes, coricato in un vagone, incapacedel minimo movimento, straziato da una continua tosse,coperto il corpo da numerosi ascessi. E’ in questo statoche lo si immerge nella piscina, dalla quale esce guarito.Volle vestirsi da solo, camminare senza appoggio; equando si recò alla stazione per partire portò egli stessola sua valigia e le sue coperte. Sua moglie svenne al solovederlo; e a Parigi, le persone che lo avevano vedutomoribondo, gli correvano dietro per assicurarsi che eraveramente lui, non potendo credere ai propri occhi. Duemedici protestanti che l’avevano curato constatarono lasua guarigione e lo felicitarono; un terzo invece parvenon meno contrariato che stupito.

«Ma che vi hanno dunque fatto per guarirvi?

1 Togliamo questi fatti, almeno per quanto riguarda la sostanza, dalle operedell’Abate Bertin e del Dott. Boissarie.

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– Oh! nulla, signor dottore, è la Vergine Santa chem’ha guarito.

– Non è possibile, non esistono i miracoli.., sonosciocchezze!... Confessate piuttosto che vi si è dato unqualche rimedio…

– Ma no; voi sapete meglio di me che da lungo temponon prendevo più rimedi... Vi ripeto che sono debitoredella mia guarigione alla Vergine.

– Non è possibile; siete un impostore!».Combridge se ne andò piangendo nel vedersi così

trattato; ma in fin dei conti che gli importava l’insolenzadel pregiudizio?... Egli viveva…

«Ed ecco ora presentarsi a noi il terribile male di Pott,che sforma la colonna vertebrale ed apre nelle differentiparti del corpo delle fistole purulenti e corrode i polmo-ni; e ci si presenta in una debole e delicata giovinetta diParigi, venuta su come un fiore selvaggio in un terreno,fra le spine. La si battezzò ad otto anni, e già ne avevadiciasette quando fece la sua prima Comunione; parec-chi suoi fratelli erano morti senza battesimo. Inferma,ella fu dapprima visitata dal dottore Ferrand dell’Hôtel-Dieu, e poi dal chirurgo de Necker; ma tutte le cure ap-prestatele furono inutili. Le si parlò di Lourdes; e la po-vera ragazza si priva per tutto un anno della merendaper mettere insieme la somma di lire quarantacinque ne-

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– Oh! nulla, signor dottore, è la Vergine Santa chem’ha guarito.

– Non è possibile, non esistono i miracoli.., sonosciocchezze!... Confessate piuttosto che vi si è dato unqualche rimedio…

– Ma no; voi sapete meglio di me che da lungo temponon prendevo più rimedi... Vi ripeto che sono debitoredella mia guarigione alla Vergine.

– Non è possibile; siete un impostore!».Combridge se ne andò piangendo nel vedersi così

trattato; ma in fin dei conti che gli importava l’insolenzadel pregiudizio?... Egli viveva…

«Ed ecco ora presentarsi a noi il terribile male di Pott,che sforma la colonna vertebrale ed apre nelle differentiparti del corpo delle fistole purulenti e corrode i polmo-ni; e ci si presenta in una debole e delicata giovinetta diParigi, venuta su come un fiore selvaggio in un terreno,fra le spine. La si battezzò ad otto anni, e già ne avevadiciasette quando fece la sua prima Comunione; parec-chi suoi fratelli erano morti senza battesimo. Inferma,ella fu dapprima visitata dal dottore Ferrand dell’Hôtel-Dieu, e poi dal chirurgo de Necker; ma tutte le cure ap-prestatele furono inutili. Le si parlò di Lourdes; e la po-vera ragazza si priva per tutto un anno della merendaper mettere insieme la somma di lire quarantacinque ne-

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cessarie al viaggio. Ma ecco che alla vigilia della par-tenza, i suoi genitori non possono pagare l’affitto dicasa. La cara fanciulla cede loro le sue economie; tuttala sua fortuna!

Addio pellegrinaggio, addio speranze! Ma l’anno se-guente la sua carità è ricompensata, e viene ammessa fragli ammalati del pellegrinaggio nazionale, e arriva aLourdes con un certificato del dott. Chérié.

La sua colonna vertebrale era contorta sul suo asse,ed aveva preso la forma di un S, con due sporgenze,l’una in avanti l’altra di dietro.

Il 21 agosto Lea entrava nella piscina; e dopo qualchesecondo ne usciva senza ombra di male, che era total-mente scomparso, e con la colonna vertebrale, contortada ben otto mesi, subitamente raddrizzata».

Il 24 agosto 1894 entrava nell’acqua miracolosa la si-gnorina Costanza Piquet, di Soulaires (Eure-et-Loire),travagliata da tre anni da un terribile cancro che le divo-rava il petto. Il dott. Martin de Lèves aveva rifiutato dioperarla, giudicandola incurabile; e di ciò gliene avevarilasciato un certificato decisivo. Una sua amica, la si-gnorina Masson, l’aveva veduta prima della partenza: edin questo stesso stato potè vederla e toccarla con le pro-prie mani, prima di calarla nella piscina, la dama infer-miera che l’aiutava a prendere il bagno. Due minuti

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cessarie al viaggio. Ma ecco che alla vigilia della par-tenza, i suoi genitori non possono pagare l’affitto dicasa. La cara fanciulla cede loro le sue economie; tuttala sua fortuna!

Addio pellegrinaggio, addio speranze! Ma l’anno se-guente la sua carità è ricompensata, e viene ammessa fragli ammalati del pellegrinaggio nazionale, e arriva aLourdes con un certificato del dott. Chérié.

La sua colonna vertebrale era contorta sul suo asse,ed aveva preso la forma di un S, con due sporgenze,l’una in avanti l’altra di dietro.

Il 21 agosto Lea entrava nella piscina; e dopo qualchesecondo ne usciva senza ombra di male, che era total-mente scomparso, e con la colonna vertebrale, contortada ben otto mesi, subitamente raddrizzata».

Il 24 agosto 1894 entrava nell’acqua miracolosa la si-gnorina Costanza Piquet, di Soulaires (Eure-et-Loire),travagliata da tre anni da un terribile cancro che le divo-rava il petto. Il dott. Martin de Lèves aveva rifiutato dioperarla, giudicandola incurabile; e di ciò gliene avevarilasciato un certificato decisivo. Una sua amica, la si-gnorina Masson, l’aveva veduta prima della partenza: edin questo stesso stato potè vederla e toccarla con le pro-prie mani, prima di calarla nella piscina, la dama infer-miera che l’aiutava a prendere il bagno. Due minuti

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dopo, nell’uscire dall’acqua, la signorina Piquet gettò isuoi sguardi sulla parte ammalata, ed il tumore più nonesisteva.

E il naturalismo confuso, sconcertato si vedeva co-stretto a ripetere con Charcot, il quale a Lourdes avevaopposto la Salpêtrière: «Sì, la piscina guarisce, sì, il san-tuario guarisce, sì, la fede guarisce».

Ma l’Immacolata esigendo una chiesa a Massabiellelasciava intravedere che Ella vi veniva con le mani pie-ne di grazie, se l’acqua della sorgente miracolosa guari-va i corpi, il suo disegno era soprattutto di salvare leanime e di dilatare il regno del suo Divin Figlio, poichè«una prerogativa indiscutibile è di mostrare Gesù allegenerazioni che passano e di rispondere con Lui alleadorazioni degli uomini con le benedizioni di Dio» (1).

Fin dall’inaugurazione della cripta si era innalzato ac-canto alla Grotta un altare, una balaustra ed un confes-sionale; inaugurando così fin da quel momentocoll’immolazione della Vittima Santa, la lunga serie diquei sacrifizi eucaristici, di quelle assoluzioni divine, diquelle risurrezioni spirituali, di quelle Comunioni innu-merevoli che tanta gioia recano in Cielo.

Quante anime sarebbero rimaste lontane da Gesù nelsuo Sacramento d’amore, se Maria non le avesse attirate

1 Monsignor IZART, Discorso pronunziato a Lourdes il 16 1uglio 1908.

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dopo, nell’uscire dall’acqua, la signorina Piquet gettò isuoi sguardi sulla parte ammalata, ed il tumore più nonesisteva.

E il naturalismo confuso, sconcertato si vedeva co-stretto a ripetere con Charcot, il quale a Lourdes avevaopposto la Salpêtrière: «Sì, la piscina guarisce, sì, il san-tuario guarisce, sì, la fede guarisce».

Ma l’Immacolata esigendo una chiesa a Massabiellelasciava intravedere che Ella vi veniva con le mani pie-ne di grazie, se l’acqua della sorgente miracolosa guari-va i corpi, il suo disegno era soprattutto di salvare leanime e di dilatare il regno del suo Divin Figlio, poichè«una prerogativa indiscutibile è di mostrare Gesù allegenerazioni che passano e di rispondere con Lui alleadorazioni degli uomini con le benedizioni di Dio» (1).

Fin dall’inaugurazione della cripta si era innalzato ac-canto alla Grotta un altare, una balaustra ed un confes-sionale; inaugurando così fin da quel momentocoll’immolazione della Vittima Santa, la lunga serie diquei sacrifizi eucaristici, di quelle assoluzioni divine, diquelle risurrezioni spirituali, di quelle Comunioni innu-merevoli che tanta gioia recano in Cielo.

Quante anime sarebbero rimaste lontane da Gesù nelsuo Sacramento d’amore, se Maria non le avesse attirate

1 Monsignor IZART, Discorso pronunziato a Lourdes il 16 1uglio 1908.

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a Lourdes per far loro trovare insieme colla tomba delrispetto umano l’alimento della loro vita soprannaturale!

È pure a Lourdes che comincia la lunga serie di cuorifortificati, di dolori morali consolati, di lagrime santifi-cate, di sacrifizi accettati; che dico? di certe sostituzionidi vittime – meno rare di quello che si pensa – fatte nel-lo slancio generoso d’una carità eroica. Tale la signoraCatay che, venuta a Lourdes mercè la generosità dellasignorina Giovanna Tulasne, vedendo che la sua giova-ne benefattrice non aveva ricuperata la salute, fece que-sta preghiera generosa: «Mio Dio, se una sola di noideve guarire, ebbene questa sia Giovanna!» Ed ecco cheun grido si fa immediatamente sentire tra la folla; Gio-vanna raggiante di gioia saltava giù dalla sua barella;era guarita!

E le giovani tisiche di Villepinte! Questa colonia cosìinteressante era abituata a vedere ogni anno le graziedella Divina Madre cadere abbondanti sopra i suoimembri; e di tutta quella giovinezza, votata alla mortesul fiore dell’età, una parte ritornava a casa ogni annopiena di nuova vita. Ma nel 1903 non una guarigionevenne ottenuta, e le giovani tisiche, più giulive forse cheal solito, se ne ritornavano a riprendere il loro letto didolore. Ben presto però il loro segreto fu conosciuto:durante quell’anno di ruine molti ospedali erano stati

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a Lourdes per far loro trovare insieme colla tomba delrispetto umano l’alimento della loro vita soprannaturale!

È pure a Lourdes che comincia la lunga serie di cuorifortificati, di dolori morali consolati, di lagrime santifi-cate, di sacrifizi accettati; che dico? di certe sostituzionidi vittime – meno rare di quello che si pensa – fatte nel-lo slancio generoso d’una carità eroica. Tale la signoraCatay che, venuta a Lourdes mercè la generosità dellasignorina Giovanna Tulasne, vedendo che la sua giova-ne benefattrice non aveva ricuperata la salute, fece que-sta preghiera generosa: «Mio Dio, se una sola di noideve guarire, ebbene questa sia Giovanna!» Ed ecco cheun grido si fa immediatamente sentire tra la folla; Gio-vanna raggiante di gioia saltava giù dalla sua barella;era guarita!

E le giovani tisiche di Villepinte! Questa colonia cosìinteressante era abituata a vedere ogni anno le graziedella Divina Madre cadere abbondanti sopra i suoimembri; e di tutta quella giovinezza, votata alla mortesul fiore dell’età, una parte ritornava a casa ogni annopiena di nuova vita. Ma nel 1903 non una guarigionevenne ottenuta, e le giovani tisiche, più giulive forse cheal solito, se ne ritornavano a riprendere il loro letto didolore. Ben presto però il loro segreto fu conosciuto:durante quell’anno di ruine molti ospedali erano stati

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laicizzati, molte case di educazione soppresse, i religiosie le religiose spogliati, esiliati. Le piccole tisiche di Vil-lepinte, temendo un’uguale disgrazia pel loro caro Asi-lo, fecero unanimi una preghiera: «Signore, non guaritealcuna di noi, ma in cambio lasciateci le nostre Mae-stre!».

Le Maestre rimasero, ma nessuna di esse guarì.Se tutti gli eroici sacrifizi, consumati sotto questo cie-

lo di miracoli fossero svelati, quale magnifica mèsse divirtù! Ma essi rimangono nascosti nel segreto delle ani-me; Maria soltanto dovrà valutarli.

Vi sono però i sacrifizi, le abnegazioni esteriori chefanno di Lourdes «la più grande scuola di carità che maisiasi veduta presso alcun popolo». Quei brancardiers (1)«che dovranno spontaneamente sopportare il caldo e ilfreddo, il sole e la pioggia, la fame e la sete, le lungheattese (2). che dovranno avere precauzioni e delicatezzequasi materne pei loro infermi; quelle dame del granmondo, quelle giovinette, che il più delle volte sono ilfiore della società, rivendicanti come un onore l’esserele infermiere, le ancelle dei poveri; quelle altre generoseche dovranno immergere nell’acqua miracolosa con in-

1 Così vengono chiamati coloro che su barelle trasportano gli ammalati allapiscina miracolosa, o sul passaggio del SS. Sacramento.

2 BERTRIN, opera citata.

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laicizzati, molte case di educazione soppresse, i religiosie le religiose spogliati, esiliati. Le piccole tisiche di Vil-lepinte, temendo un’uguale disgrazia pel loro caro Asi-lo, fecero unanimi una preghiera: «Signore, non guaritealcuna di noi, ma in cambio lasciateci le nostre Mae-stre!».

Le Maestre rimasero, ma nessuna di esse guarì.Se tutti gli eroici sacrifizi, consumati sotto questo cie-

lo di miracoli fossero svelati, quale magnifica mèsse divirtù! Ma essi rimangono nascosti nel segreto delle ani-me; Maria soltanto dovrà valutarli.

Vi sono però i sacrifizi, le abnegazioni esteriori chefanno di Lourdes «la più grande scuola di carità che maisiasi veduta presso alcun popolo». Quei brancardiers (1)«che dovranno spontaneamente sopportare il caldo e ilfreddo, il sole e la pioggia, la fame e la sete, le lungheattese (2). che dovranno avere precauzioni e delicatezzequasi materne pei loro infermi; quelle dame del granmondo, quelle giovinette, che il più delle volte sono ilfiore della società, rivendicanti come un onore l’esserele infermiere, le ancelle dei poveri; quelle altre generoseche dovranno immergere nell’acqua miracolosa con in-

1 Così vengono chiamati coloro che su barelle trasportano gli ammalati allapiscina miracolosa, o sul passaggio del SS. Sacramento.

2 BERTRIN, opera citata.

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finita bontà i corpi ammalati, orribili a vedersi; quelleSuore di Carità. qualunque sia il loro nome, di cui lavita intiera è consacrata al sollievo di tutte le miserie...quale spettacolo grandioso per un secolo divorato dalmaterialismo!

Ma nello stesso tempo quale magnifico trionfo di Ma-ria; trionfo che il suo cuore di Madre è venuto a prepa-rare pel suo divin Figlio! Ci pare di trovarci sotto il cie-lo d’Oriente, in una nuova Giudea, testimoni di nuovescene evangeliche: Gesù è presente nell’Ostia; il prete laporta nell’Ostensorio raggiante in mezzo alle moltitudi-ni, e, come nel giorno della sua entrata a Gerusalemme,migliaia di voci fanno salire al cielo l’acclamazione«Osanna al Figlio di David! Benedetto sia Colui cheviene nel nome del Signore!» (1).

Ma subito si succedono le grida dell’angoscia, del do-lore, della confidenza: «Gesù, Figlio di David, abbiatepietà di noi! Signore fate che io veda! Signore, fate cheio cammini! Signore, se volete, potete guarirmi!» Edecco infermi alzarsi, paralitici camminare, ciechi apriregli occhi alla luce!

Chi non ha udito parlare di Gabriele Gargam, impie-gato postale, che il 17 dicembre 1899 faceva il suo ser-

1 Fu un sacerdote della diocesi di Montauban che ebbe la ispirazione di fareesclamazioni al passaggio del SS. Sacramento.

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finita bontà i corpi ammalati, orribili a vedersi; quelleSuore di Carità. qualunque sia il loro nome, di cui lavita intiera è consacrata al sollievo di tutte le miserie...quale spettacolo grandioso per un secolo divorato dalmaterialismo!

Ma nello stesso tempo quale magnifico trionfo di Ma-ria; trionfo che il suo cuore di Madre è venuto a prepa-rare pel suo divin Figlio! Ci pare di trovarci sotto il cie-lo d’Oriente, in una nuova Giudea, testimoni di nuovescene evangeliche: Gesù è presente nell’Ostia; il prete laporta nell’Ostensorio raggiante in mezzo alle moltitudi-ni, e, come nel giorno della sua entrata a Gerusalemme,migliaia di voci fanno salire al cielo l’acclamazione«Osanna al Figlio di David! Benedetto sia Colui cheviene nel nome del Signore!» (1).

Ma subito si succedono le grida dell’angoscia, del do-lore, della confidenza: «Gesù, Figlio di David, abbiatepietà di noi! Signore fate che io veda! Signore, fate cheio cammini! Signore, se volete, potete guarirmi!» Edecco infermi alzarsi, paralitici camminare, ciechi apriregli occhi alla luce!

Chi non ha udito parlare di Gabriele Gargam, impie-gato postale, che il 17 dicembre 1899 faceva il suo ser-

1 Fu un sacerdote della diocesi di Montauban che ebbe la ispirazione di fareesclamazioni al passaggio del SS. Sacramento.

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vizio sul diretto che parte da Bordeaux alle 10,30 disera? Egli si trovava nel penultimo vagone del treno,che, per essere trascinato da una locomotiva in cattivostato, aveva dovuto bruscamente arrestarsi a pochi chi-lometri da Angoulême.

Si era appena fermato, che un rumore sordo, spaven-toso si faceva udire; era l’espresso che con una velocitàdi 80 chilometri all’ora piombava sul diretto. «In menche non si dice il nostro vagone fu ridotto in frantumi.Io venni lanciato a dieci metri di distanza, al fondo dellascarpata della strada, sepolto nella neve, e fu soltantoverso le sette del mattino che venni scoperto immobile esenza dare il minimo segno di vita. Verso le dieci, arri-viamo alla stazione d’Angoulême, e con gli altri feritivenni portato all’Ospedale: ero dalla testa ai piedi co-perto di contusioni, di ferite, e come corpo morto».

Quello scontro spaventoso, che doveva ucciderlo sulcolpo, aveva determinato tale una scossa in tutto il suoessere che nessuna delle sue membra era in istato di ri-prendere le sue funzioni; anzi, nelle parti estreme, unaspecie di morte locale cominciava ad impadronirsidell’organismo. Con tutto ciò passarono da diciotto aventi mesi, e non potendo egli inghiottire gran che, lasua magrezza era diventata estrema: inoltre dolorosepiaghe si erano formate ai piedi, indizio di cancrena e

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vizio sul diretto che parte da Bordeaux alle 10,30 disera? Egli si trovava nel penultimo vagone del treno,che, per essere trascinato da una locomotiva in cattivostato, aveva dovuto bruscamente arrestarsi a pochi chi-lometri da Angoulême.

Si era appena fermato, che un rumore sordo, spaven-toso si faceva udire; era l’espresso che con una velocitàdi 80 chilometri all’ora piombava sul diretto. «In menche non si dice il nostro vagone fu ridotto in frantumi.Io venni lanciato a dieci metri di distanza, al fondo dellascarpata della strada, sepolto nella neve, e fu soltantoverso le sette del mattino che venni scoperto immobile esenza dare il minimo segno di vita. Verso le dieci, arri-viamo alla stazione d’Angoulême, e con gli altri feritivenni portato all’Ospedale: ero dalla testa ai piedi co-perto di contusioni, di ferite, e come corpo morto».

Quello scontro spaventoso, che doveva ucciderlo sulcolpo, aveva determinato tale una scossa in tutto il suoessere che nessuna delle sue membra era in istato di ri-prendere le sue funzioni; anzi, nelle parti estreme, unaspecie di morte locale cominciava ad impadronirsidell’organismo. Con tutto ciò passarono da diciotto aventi mesi, e non potendo egli inghiottire gran che, lasua magrezza era diventata estrema: inoltre dolorosepiaghe si erano formate ai piedi, indizio di cancrena e

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preannunzio di vicina morte. Ma se deve morire, vuolealmeno uscire ancora una volta dal letto dei suoi dolori edalla corsia dell’ospedale, e rivedere la sua famiglia; edessendogli stato parlato in quel frattempo di Lourdes, visi fa inscrivere mosso, non tanto dalla fede, quanto daldesiderio di lasciare l’ospedale.

Non essendo in istato di sollevare la testa o fare il mi-nimo movimento, lo si adagia su d’una barella della lar-ghezza esatta delle porte dei vagoni affine di potere piùfacilmente farlo entrare ed uscire; ed accompagnato daun infermiere, dalla madre e da altre due persone partealla volta di Lourdes. Non è più che uno spettro, unaspecie di cadavere che non dà che qualche segno di vita;e, quello che è peggio, l’anima sua sembra chiusa adogni azione della grazia.

Ed eccolo arrivato alla Grotta: non appena ha fatta laS. Comunione, una subitanea trasformazione s’operanell’anima sua, prodotta dal contatto d’un raggio divino:la fede s’impadronisce di lui, lo trasporta, ed egli alzacon amore gli sguardi verso la Vergine: è la guarigionespirituale operata da Maria.

Intanto ha luogo la processione del SS. Sacramento, elà, sul passaggio di Nostro Signore, disteso a terra, piùcadavere che non corpo vivente, giace Gabriele Gargam.Solo da pochi minuti si trova là che già ha perduto i sen-

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preannunzio di vicina morte. Ma se deve morire, vuolealmeno uscire ancora una volta dal letto dei suoi dolori edalla corsia dell’ospedale, e rivedere la sua famiglia; edessendogli stato parlato in quel frattempo di Lourdes, visi fa inscrivere mosso, non tanto dalla fede, quanto daldesiderio di lasciare l’ospedale.

Non essendo in istato di sollevare la testa o fare il mi-nimo movimento, lo si adagia su d’una barella della lar-ghezza esatta delle porte dei vagoni affine di potere piùfacilmente farlo entrare ed uscire; ed accompagnato daun infermiere, dalla madre e da altre due persone partealla volta di Lourdes. Non è più che uno spettro, unaspecie di cadavere che non dà che qualche segno di vita;e, quello che è peggio, l’anima sua sembra chiusa adogni azione della grazia.

Ed eccolo arrivato alla Grotta: non appena ha fatta laS. Comunione, una subitanea trasformazione s’operanell’anima sua, prodotta dal contatto d’un raggio divino:la fede s’impadronisce di lui, lo trasporta, ed egli alzacon amore gli sguardi verso la Vergine: è la guarigionespirituale operata da Maria.

Intanto ha luogo la processione del SS. Sacramento, elà, sul passaggio di Nostro Signore, disteso a terra, piùcadavere che non corpo vivente, giace Gabriele Gargam.Solo da pochi minuti si trova là che già ha perduto i sen-

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si; i tratti della sua fisionomia si scompongono, diventa-no lividi, freddi. «Muore», si mormora da ogni parte:«Ma ecco che mentre l’ostensorio d’oro sotto raggi d’unsole ardente passa vicino a noi, scrive un giornalista in-glese, corrispondente israelita del Daly Mail, dalle lab-bra d’un uomo disteso ai miei piedi su d’una barella sisprigiona un grido inarticolato, e dalla bocca d’una don-na che gli sta accanto una esclamazione rotta da sin-ghiozzi: «Santa Madre di Dio, vi ringrazio». E subitodopo come un uomo sfuggito al dominio della morte, sirizza in piedi e fa qualche passo dietro il Santissimo Sa-cramento. Ma essendo senza vestito e senza calzatura,viene riportato sulla barella. E’ guarito! L’entusiasmo ele ovazioni della folla sono tali che bisogna sottrarlo su-bito per salvarlo».

Ed è così che il miracolo erompe sotto i passi di GesùCristo – e noi potremmo moltiplicare i fatti di guarigio-ni; – la potenza divina fa un’aureola di verità al misteroeucaristico, e sovente non si lascia Lourdes che dopoaver piegato il ginocchio ed esclamato: «Sì, è Dio che ioho veduto sotto il velo d’un Sacramento!»(1).

Ma il culto di Nostra Signora di Lourdes ha valicato iconfini della Francia e dell’Europa e fino nei paesi piùselvaggi, ovunque i missionari hanno potuto penetrare,

1 Monsignor IZART.

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si; i tratti della sua fisionomia si scompongono, diventa-no lividi, freddi. «Muore», si mormora da ogni parte:«Ma ecco che mentre l’ostensorio d’oro sotto raggi d’unsole ardente passa vicino a noi, scrive un giornalista in-glese, corrispondente israelita del Daly Mail, dalle lab-bra d’un uomo disteso ai miei piedi su d’una barella sisprigiona un grido inarticolato, e dalla bocca d’una don-na che gli sta accanto una esclamazione rotta da sin-ghiozzi: «Santa Madre di Dio, vi ringrazio». E subitodopo come un uomo sfuggito al dominio della morte, sirizza in piedi e fa qualche passo dietro il Santissimo Sa-cramento. Ma essendo senza vestito e senza calzatura,viene riportato sulla barella. E’ guarito! L’entusiasmo ele ovazioni della folla sono tali che bisogna sottrarlo su-bito per salvarlo».

Ed è così che il miracolo erompe sotto i passi di GesùCristo – e noi potremmo moltiplicare i fatti di guarigio-ni; – la potenza divina fa un’aureola di verità al misteroeucaristico, e sovente non si lascia Lourdes che dopoaver piegato il ginocchio ed esclamato: «Sì, è Dio che ioho veduto sotto il velo d’un Sacramento!»(1).

Ma il culto di Nostra Signora di Lourdes ha valicato iconfini della Francia e dell’Europa e fino nei paesi piùselvaggi, ovunque i missionari hanno potuto penetrare,

1 Monsignor IZART.

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si trovano grotte, per lo più rustiche e primitive, ma chepur tuttavia ricordano quella dove l’Immacolata si è de-gnata di comparire.

La Vergine, così prodiga di favori a Massabielle, nondisdegna di mostrarsi generosa anche in questi centri dipreghiera che sono come un prolungamento della Roc-cia benedetta.

Chi non ha udito parlare di Pietro de Rudder, di que-sto contadino che viveva a Jabbeke in Belgio? Rimastoschiacciato da un albero che gli era caduto addosso, ave-va avuto le due ossa di una gamba rotte alla stessa altez-za: si era tentato di riunirle, ma quando si volle toglierel’apparecchio, i medici constatarono che i frammentierano spogli del loro periostio e nuotavano nel pus. Unapiaga cancrenosa si era formata, ed un frammentod’osso dislogatosi dal punto della frattura era penetratonel tessuto, di modo che in fondo alla piaga si vedevanole due ossa ad una distanza di tre centimetri l’unodall’altro. L’amputazione venne dichiarata urgente; mail contadino si rifiutò.

I Belgi hanno eretto a Oostacker, vicino a Gand, unagrotta sul modello di quella di Lourdes; fu là che Pietrode Rudder si fece trasportare per implorare il soccorsodella Madonna. La parte inferiore della gamba si piega-va in tutti i sensi, tanto che quelli che la vedevano don-

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si trovano grotte, per lo più rustiche e primitive, ma chepur tuttavia ricordano quella dove l’Immacolata si è de-gnata di comparire.

La Vergine, così prodiga di favori a Massabielle, nondisdegna di mostrarsi generosa anche in questi centri dipreghiera che sono come un prolungamento della Roc-cia benedetta.

Chi non ha udito parlare di Pietro de Rudder, di que-sto contadino che viveva a Jabbeke in Belgio? Rimastoschiacciato da un albero che gli era caduto addosso, ave-va avuto le due ossa di una gamba rotte alla stessa altez-za: si era tentato di riunirle, ma quando si volle toglierel’apparecchio, i medici constatarono che i frammentierano spogli del loro periostio e nuotavano nel pus. Unapiaga cancrenosa si era formata, ed un frammentod’osso dislogatosi dal punto della frattura era penetratonel tessuto, di modo che in fondo alla piaga si vedevanole due ossa ad una distanza di tre centimetri l’unodall’altro. L’amputazione venne dichiarata urgente; mail contadino si rifiutò.

I Belgi hanno eretto a Oostacker, vicino a Gand, unagrotta sul modello di quella di Lourdes; fu là che Pietrode Rudder si fece trasportare per implorare il soccorsodella Madonna. La parte inferiore della gamba si piega-va in tutti i sensi, tanto che quelli che la vedevano don-

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dolare in tal guisa dicevano al povero infermo: «Ma aqual pro recarvi a Oostacker con questa gamba? – Eh!,rispondeva egli, altri sono stati guariti, perchè non losarò anch’io?». E la sua confidenza non fu delusa. Es-sendosi messo a sedere innanzi all'immagine della Ver-gine «cominciò ad implorare il perdono dei suoi peccati,poi domandò a Nostra Signora di Lourdes la grazia dipoter lavorare onde sostentare la vita di sua moglie e deisuoi figli per non dovere più vivere a spese della Pubbli-ca carità». Non aveva ancora finita questa preghiera, chenon si sa qual rivoluzione s’opera in tutto il suo essere.Si sente turbato, agitato, come fuori di sè: si rizza in pie-di, poi cade in ginocchio... era guarito!

Ecco i prodigi d’amore della Vergine Immacolata!E Lourdes si trova pure a Roma: sedeva ancora sulla

cattedra di S. Pietro, Pio IX, che già una modesta Grottasimile a quella di Lourdes era stata eretta nei giardinidel Vaticano «e l’acqua miracolosa, provveduta abbon-dantemente pel S. Padre da una mano figliale, vi scorre-va come a Lourdes». E la Grotta dell’Immacolata era lamèta favorita delle sue passeggiate ogni qualvolta si re-cava nei giardini del Vaticano. «Che volete? E’ il miocantuccio di Francia» diceva qualche volta.

E quest’amore per la città di Maria era pure nel cuoredi Leone XIII:

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dolare in tal guisa dicevano al povero infermo: «Ma aqual pro recarvi a Oostacker con questa gamba? – Eh!,rispondeva egli, altri sono stati guariti, perchè non losarò anch’io?». E la sua confidenza non fu delusa. Es-sendosi messo a sedere innanzi all'immagine della Ver-gine «cominciò ad implorare il perdono dei suoi peccati,poi domandò a Nostra Signora di Lourdes la grazia dipoter lavorare onde sostentare la vita di sua moglie e deisuoi figli per non dovere più vivere a spese della Pubbli-ca carità». Non aveva ancora finita questa preghiera, chenon si sa qual rivoluzione s’opera in tutto il suo essere.Si sente turbato, agitato, come fuori di sè: si rizza in pie-di, poi cade in ginocchio... era guarito!

Ecco i prodigi d’amore della Vergine Immacolata!E Lourdes si trova pure a Roma: sedeva ancora sulla

cattedra di S. Pietro, Pio IX, che già una modesta Grottasimile a quella di Lourdes era stata eretta nei giardinidel Vaticano «e l’acqua miracolosa, provveduta abbon-dantemente pel S. Padre da una mano figliale, vi scorre-va come a Lourdes». E la Grotta dell’Immacolata era lamèta favorita delle sue passeggiate ogni qualvolta si re-cava nei giardini del Vaticano. «Che volete? E’ il miocantuccio di Francia» diceva qualche volta.

E quest’amore per la città di Maria era pure nel cuoredi Leone XIII:

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«Siete mai stato a Lourdes?», domandava un giornoad un cardinale italiano.

– Santità, non vi sono mai stato che in ispirito.– Oh! in ispirito, rispose il Papa, ci siamo stati tutti, e

ci andiamo ben sovente»(1).Ma il «cantuccio di Francia» lo vede ingradito Pio X:

Egli ha sott’occhio la prospettiva dei Santuari di Lour-des, così che anche in mezzo ai giardini Vaticani si puògodere dell’illusione di trovarsi sulle sponde del Gavo.Questo venerando Pontefice, volendo nella bella Enci-clica, così piena di pietà e di dottrina, che scrisse in oc-casione del Cinquantenario dell’Immacolata Concezio-ne, riempire le anime nostre di confidenza in Maria, di-ceva: «Si scateni pure la tempesta, nessuno deve trema-re, la vista sola di Maria basterà a placare Iddio. Se con-fidiamo in Lei, senza dubbio Ella si mostrerà a noi laRegina potente che col piede verginale ha schiacciato latesta del serpente». Ed in una lettera indirizzata al Ve-scovo di Tarbes, Custode del Santuario di Lourdes, «Ciaffidiamo alla sua materna protezione, scriveva, è permezzo del suo soccorso soprannaturale che speriamo divedere la patria vostra rialzarsi da’ mali da cui è oppres-sa».

E qual’è l’Apostolo che la Provvidenza si è scelto per

1 BERTRIN, opera citata.

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«Siete mai stato a Lourdes?», domandava un giornoad un cardinale italiano.

– Santità, non vi sono mai stato che in ispirito.– Oh! in ispirito, rispose il Papa, ci siamo stati tutti, e

ci andiamo ben sovente»(1).Ma il «cantuccio di Francia» lo vede ingradito Pio X:

Egli ha sott’occhio la prospettiva dei Santuari di Lour-des, così che anche in mezzo ai giardini Vaticani si puògodere dell’illusione di trovarsi sulle sponde del Gavo.Questo venerando Pontefice, volendo nella bella Enci-clica, così piena di pietà e di dottrina, che scrisse in oc-casione del Cinquantenario dell’Immacolata Concezio-ne, riempire le anime nostre di confidenza in Maria, di-ceva: «Si scateni pure la tempesta, nessuno deve trema-re, la vista sola di Maria basterà a placare Iddio. Se con-fidiamo in Lei, senza dubbio Ella si mostrerà a noi laRegina potente che col piede verginale ha schiacciato latesta del serpente». Ed in una lettera indirizzata al Ve-scovo di Tarbes, Custode del Santuario di Lourdes, «Ciaffidiamo alla sua materna protezione, scriveva, è permezzo del suo soccorso soprannaturale che speriamo divedere la patria vostra rialzarsi da’ mali da cui è oppres-sa».

E qual’è l’Apostolo che la Provvidenza si è scelto per

1 BERTRIN, opera citata.

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preparare un movimento così meraviglioso, di cui ci sia-mo sforzati di dare una pallida idea? Già l’abbiamo no-minato: ascoltiamo tuttavia il P. Maria Antonio (1):

«Tra le due grandi fortezze che difendono la Chiesa,l’Immacolata ed il Papato, vi è un granellino di sabbia, esarà appunto contro questo granellino di sabbia che ver-ranno a frangersi i marosi dell’Oceano; sarà contro que-sto granellino di sabbia che si romperanno le sue onderabbiose; è per opera sua che sarà vinto. E questo gra-nellino di sabbia è l’Apostolo dell’Immacolata, l’Apo-stolo di Nostra Signora di Lourdes, è Bernadetta».

Accanto a questo apostolato grandioso ve ne furonoaltri più umili, sì, ma non meno efficaci, ed in tutti que-sta fanciulla privilegiata si mostrò un vero modello. Daquel giorno infatti in cui ella entrò in comunicazione in-tima coll’Immacolata, l’anima sua divenne capace direndere tutti i suoni. Del resto, come avrebbe potuto es-sere altrimenti, quando viveva così intimamente unita aDio e alla Vergine Immacolata? Comunicare con Dio!Comunicare con Maria! Quale grandezza!

Bernadetta, divenuta Suor Maria-Bernarda, fu anzi-tutto apostolo in seno alla sua stessa famiglia religiosa, enon lo fu già con la parola, chè noi abbiamo veduto con

1 Religioso cappuccino, comunemente conosciuto sotto il nome di «Santo diTolosa».

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preparare un movimento così meraviglioso, di cui ci sia-mo sforzati di dare una pallida idea? Già l’abbiamo no-minato: ascoltiamo tuttavia il P. Maria Antonio (1):

«Tra le due grandi fortezze che difendono la Chiesa,l’Immacolata ed il Papato, vi è un granellino di sabbia, esarà appunto contro questo granellino di sabbia che ver-ranno a frangersi i marosi dell’Oceano; sarà contro que-sto granellino di sabbia che si romperanno le sue onderabbiose; è per opera sua che sarà vinto. E questo gra-nellino di sabbia è l’Apostolo dell’Immacolata, l’Apo-stolo di Nostra Signora di Lourdes, è Bernadetta».

Accanto a questo apostolato grandioso ve ne furonoaltri più umili, sì, ma non meno efficaci, ed in tutti que-sta fanciulla privilegiata si mostrò un vero modello. Daquel giorno infatti in cui ella entrò in comunicazione in-tima coll’Immacolata, l’anima sua divenne capace direndere tutti i suoni. Del resto, come avrebbe potuto es-sere altrimenti, quando viveva così intimamente unita aDio e alla Vergine Immacolata? Comunicare con Dio!Comunicare con Maria! Quale grandezza!

Bernadetta, divenuta Suor Maria-Bernarda, fu anzi-tutto apostolo in seno alla sua stessa famiglia religiosa, enon lo fu già con la parola, chè noi abbiamo veduto con

1 Religioso cappuccino, comunemente conosciuto sotto il nome di «Santo diTolosa».

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qual gelosa premura conservasse il silenzio, ma piutto-sto col profumo delle sue virtù che penetrava le anime ele portava a Dio. Non vogliamo ripetere come «la reli-giosa» abbia esercitato questo apostolato.

Ce n’è un altro, al quale forse non si presta molta at-tenzione, eppure è alla portata di tutti ed è così edifican-te! Intendiamo parlare di quello che si esercita nel san-tuario del focolare domestico. Finchè visse in mezzo a’suoi, Bernadetta fu, e l’abbiamo visto, «il loro buon an-gelo»(1). «Ella ci sorvegliava e tra le altre cose esigeva,dice uno dei suoi fratelli, che noi ci tenessimo ben com-posti durante la preghiera. Un giorno che mi ero corica-to prima del tempo, volendo fare pigramente le mie ora-zioni in letto, m’obbligò ad alzarmi».

Divenuta religiosa continuò in una corrispondenza,piena di semplicità, i suoi consigli affettuosi alle sorelleed ai fratelli, specialmente dopo la morte dei genitori.Disgraziatamente pochissime lettere sono sfuggite alnaufragio, diciamo meglio, al fuoco; poichè aveva cal-damente raccomandato di bruciarle non appena lette. Vifu inoltre un’epoca in cui le sue lettere divennero moltorare, e così ne dava la ragione, il 7 ottobre 1878, a suofratello.

«Mi fu riferito che le mie lettere correvano fra le

1 E’ sua sorella Maria che le rende questa testimonianza.

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qual gelosa premura conservasse il silenzio, ma piutto-sto col profumo delle sue virtù che penetrava le anime ele portava a Dio. Non vogliamo ripetere come «la reli-giosa» abbia esercitato questo apostolato.

Ce n’è un altro, al quale forse non si presta molta at-tenzione, eppure è alla portata di tutti ed è così edifican-te! Intendiamo parlare di quello che si esercita nel san-tuario del focolare domestico. Finchè visse in mezzo a’suoi, Bernadetta fu, e l’abbiamo visto, «il loro buon an-gelo»(1). «Ella ci sorvegliava e tra le altre cose esigeva,dice uno dei suoi fratelli, che noi ci tenessimo ben com-posti durante la preghiera. Un giorno che mi ero corica-to prima del tempo, volendo fare pigramente le mie ora-zioni in letto, m’obbligò ad alzarmi».

Divenuta religiosa continuò in una corrispondenza,piena di semplicità, i suoi consigli affettuosi alle sorelleed ai fratelli, specialmente dopo la morte dei genitori.Disgraziatamente pochissime lettere sono sfuggite alnaufragio, diciamo meglio, al fuoco; poichè aveva cal-damente raccomandato di bruciarle non appena lette. Vifu inoltre un’epoca in cui le sue lettere divennero moltorare, e così ne dava la ragione, il 7 ottobre 1878, a suofratello.

«Mi fu riferito che le mie lettere correvano fra le

1 E’ sua sorella Maria che le rende questa testimonianza.

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mani di tutti, ciò mi fece tanto dispiacere, che, se venissia sapere che questa cosa si ripeterà, non scriverò più anessuno».

Quando sapeva i suoi nell’afflizione, li sosteneva colsuo affetto e col suo spirito di fede. «Piacque a NostroSignore di togliere quello che avevamo di più caro almondo, il nostro amatissimo padre, scriveva a sua sorel-la. Io piansi con te. Benchè questa perdita sia irreparabi-le, non ci deve però impedire di stare sempre sottomessee rassegnate alla mano paterna di Dio che da qualchetempo ci prova così duramente. Portiamo la croce cheGesù ci presenta e teniamoci stretti ad essa; domandia-mo a Lui ed alla Vergine Santissima la forza ed il corag-gio per portarla, ad esempio loro, senza mai lasciarci ab-battere.

«La separazione dal nostro carissimo padre è certa-mente dolorosa; ma ci è soavemente mitigata dal pensie-ro che ha avuto la bella fortuna di ricevere gli ultimi Sa-cramenti: ringraziamo Nostro Signore di questa graziainsigne.

«Non desistiamo intanto di pregare pel riposodell’anima sua benedetta e per quella della nostra pove-ra madre. Ti pregherei di fare celebrare il più soventeche sarà possibile delle Messe in suffragio delle animeloro. Sorella mia, presi pure larghissima parte al dolore

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mani di tutti, ciò mi fece tanto dispiacere, che, se venissia sapere che questa cosa si ripeterà, non scriverò più anessuno».

Quando sapeva i suoi nell’afflizione, li sosteneva colsuo affetto e col suo spirito di fede. «Piacque a NostroSignore di togliere quello che avevamo di più caro almondo, il nostro amatissimo padre, scriveva a sua sorel-la. Io piansi con te. Benchè questa perdita sia irreparabi-le, non ci deve però impedire di stare sempre sottomessee rassegnate alla mano paterna di Dio che da qualchetempo ci prova così duramente. Portiamo la croce cheGesù ci presenta e teniamoci stretti ad essa; domandia-mo a Lui ed alla Vergine Santissima la forza ed il corag-gio per portarla, ad esempio loro, senza mai lasciarci ab-battere.

«La separazione dal nostro carissimo padre è certa-mente dolorosa; ma ci è soavemente mitigata dal pensie-ro che ha avuto la bella fortuna di ricevere gli ultimi Sa-cramenti: ringraziamo Nostro Signore di questa graziainsigne.

«Non desistiamo intanto di pregare pel riposodell’anima sua benedetta e per quella della nostra pove-ra madre. Ti pregherei di fare celebrare il più soventeche sarà possibile delle Messe in suffragio delle animeloro. Sorella mia, presi pure larghissima parte al dolore

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che il tuo cuore di madre ha provato nella perdita dellatua piccola Bernadetta. Consolati, è un piccolo angeloche in cielo pregherà molto per noi che in questo mo-mento ne abbiamo tanto bisogno.

«Pare che la nostra zia Lucilia stia molto male; iosono preparata a tutto. Scrivetemi, ve ne prego, e nonnascondetemi nulla. Se la zia è ancora in vita, quandoquesta mia lettera vi giungerà, ditele che prego per lei, ecosì pure fanno tutte le mie sorelle. Domando per lei aDio ed alla Vergine la grazia che la conservino ancoraall’amore dei suoi cari; e farei volentieri il sacrificiodella mia vita a Nostra Signora se questa fosse la suavolontà.

«I sacramenti non fanno morire: perciò mi fa moltopiacere il pensare che zia si è confessata. Spero che ab-bia pure avuta la consolazione di ricevere Nostro Signo-re che solo può guarire l’anima ed il corpo. Dille che colpensiero sono sovente vicina a lei; ed incarico la nipoti-na d’abbracciare mamma sua per me». Poco dopo ellascriveva a suo fratello Gian-Maria: «Abbraccio volen-tieri la croce che il Divino Maestro ci ha mandato. Do-mandiamogli la grazia di portarla a suo esempio conrassegnazione e generosità.

«Le prove, da cui fummo colpiti in quest’anno sonograndi, fratello mio carissimo.

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che il tuo cuore di madre ha provato nella perdita dellatua piccola Bernadetta. Consolati, è un piccolo angeloche in cielo pregherà molto per noi che in questo mo-mento ne abbiamo tanto bisogno.

«Pare che la nostra zia Lucilia stia molto male; iosono preparata a tutto. Scrivetemi, ve ne prego, e nonnascondetemi nulla. Se la zia è ancora in vita, quandoquesta mia lettera vi giungerà, ditele che prego per lei, ecosì pure fanno tutte le mie sorelle. Domando per lei aDio ed alla Vergine la grazia che la conservino ancoraall’amore dei suoi cari; e farei volentieri il sacrificiodella mia vita a Nostra Signora se questa fosse la suavolontà.

«I sacramenti non fanno morire: perciò mi fa moltopiacere il pensare che zia si è confessata. Spero che ab-bia pure avuta la consolazione di ricevere Nostro Signo-re che solo può guarire l’anima ed il corpo. Dille che colpensiero sono sovente vicina a lei; ed incarico la nipoti-na d’abbracciare mamma sua per me». Poco dopo ellascriveva a suo fratello Gian-Maria: «Abbraccio volen-tieri la croce che il Divino Maestro ci ha mandato. Do-mandiamogli la grazia di portarla a suo esempio conrassegnazione e generosità.

«Le prove, da cui fummo colpiti in quest’anno sonograndi, fratello mio carissimo.

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«Il buon Dio ha i suoi disegni, è vero, ma il colpo èstato ben duro: il nostro povero padre ci è stato tolto ra-pidamente: consoliamoci però, perchè ha ancora avuto iltempo di ricevere gli ultimi sacramenti; è una graziagrande di cui dobbiamo essergli riconoscenti.

«Preghiamo nondimeno molto, mio caro, pel riposodell’anima sua e di quella di zia Lucilia, i cui figliuolison davvero da compiangere. Ti raccomando pure dipregare la Vergine Santa per la nostra sorella Maria chene ha molto bisogno. Tu sai che ha avuto la disgrazia diperdere la sua piccola Bernadetta; qual dolore per unamadre!

«Addio, fratello carissimo, domandiamo scambievol-mente al Signore le grazie necessarie per farci santi. Sia-mo generosi nell’accettare quei sacrifizi che al buon Diopiacerà di mandarci, ed offriamoglieli pel riposodell’anima di coloro che abbiamo perduto».

Ed alla sorella che si trovava in un momento di prova:«Avevo finito di scriverti, quando mi fu consegnata la

tua lettera; non preoccuparti e non inquietarti; abbi piut-tosto quella grande confidenza che fa tanto bene all’ani-ma. Avresti bisogno di sentire sovente qualcuna di quel-le buone parole che consolano dando confidenza e for-za.

«Quanto più avremo sofferto in vita, tanto più saremo

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«Il buon Dio ha i suoi disegni, è vero, ma il colpo èstato ben duro: il nostro povero padre ci è stato tolto ra-pidamente: consoliamoci però, perchè ha ancora avuto iltempo di ricevere gli ultimi sacramenti; è una graziagrande di cui dobbiamo essergli riconoscenti.

«Preghiamo nondimeno molto, mio caro, pel riposodell’anima sua e di quella di zia Lucilia, i cui figliuolison davvero da compiangere. Ti raccomando pure dipregare la Vergine Santa per la nostra sorella Maria chene ha molto bisogno. Tu sai che ha avuto la disgrazia diperdere la sua piccola Bernadetta; qual dolore per unamadre!

«Addio, fratello carissimo, domandiamo scambievol-mente al Signore le grazie necessarie per farci santi. Sia-mo generosi nell’accettare quei sacrifizi che al buon Diopiacerà di mandarci, ed offriamoglieli pel riposodell’anima di coloro che abbiamo perduto».

Ed alla sorella che si trovava in un momento di prova:«Avevo finito di scriverti, quando mi fu consegnata la

tua lettera; non preoccuparti e non inquietarti; abbi piut-tosto quella grande confidenza che fa tanto bene all’ani-ma. Avresti bisogno di sentire sovente qualcuna di quel-le buone parole che consolano dando confidenza e for-za.

«Quanto più avremo sofferto in vita, tanto più saremo

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consolati in morte, purchè abbiamo sofferto in unione diGesù, per amore di Gesù ed in espiazione dei nostri pec-cati».

L’avvenire dei suoi fratelli la preoccupava moltissi-mo: il 1’ luglio 1876 così scriveva a suo fratello Gian-Maria che faceva il servizio militare:

«La cugina Nicolau mi scriveva in una sua che tut’aspetti di essere congedato quest’anno. Dimmi un po’:che cosa pensi di fare? Tu sai che m’interesso vivamen-te a te non meno da lontano che da vicino; perciò sappi,caro mio, che se ti faccio questa domanda non è per cu-riosità che te la faccio. Non avendo più i nostri cari ge-nitori mi sembra che è un dovere per me, nella mia qua-lità di primogenita, di vegliare sopra di voi. Inutile dirviil vivo interesse che porto a tutti tre.

«Non posso celarti che in questo momento sono mol-to preoccupata del tuo avvenire e di quello di Pietro.Prego tutti i giorni Nostro Signore e la Vergine Santissi-ma di illuminarvi. A te poi raccomando in modo specia-le di essere fedelissimo a tutti i doveri di buon cristiano.E’ appunto nell’esatto adempimento di essi che troveraiforza e luce in tutte le pene e difficoltà. So che i soldatidevono molto soffrire, e soffrire in silenzio. Se fosseropremurosi di dire tutte le mattine nell’alzarsi queste bre-vi parole al Signore: «Mio Dio, io voglio in quest’oggi

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consolati in morte, purchè abbiamo sofferto in unione diGesù, per amore di Gesù ed in espiazione dei nostri pec-cati».

L’avvenire dei suoi fratelli la preoccupava moltissi-mo: il 1’ luglio 1876 così scriveva a suo fratello Gian-Maria che faceva il servizio militare:

«La cugina Nicolau mi scriveva in una sua che tut’aspetti di essere congedato quest’anno. Dimmi un po’:che cosa pensi di fare? Tu sai che m’interesso vivamen-te a te non meno da lontano che da vicino; perciò sappi,caro mio, che se ti faccio questa domanda non è per cu-riosità che te la faccio. Non avendo più i nostri cari ge-nitori mi sembra che è un dovere per me, nella mia qua-lità di primogenita, di vegliare sopra di voi. Inutile dirviil vivo interesse che porto a tutti tre.

«Non posso celarti che in questo momento sono mol-to preoccupata del tuo avvenire e di quello di Pietro.Prego tutti i giorni Nostro Signore e la Vergine Santissi-ma di illuminarvi. A te poi raccomando in modo specia-le di essere fedelissimo a tutti i doveri di buon cristiano.E’ appunto nell’esatto adempimento di essi che troveraiforza e luce in tutte le pene e difficoltà. So che i soldatidevono molto soffrire, e soffrire in silenzio. Se fosseropremurosi di dire tutte le mattine nell’alzarsi queste bre-vi parole al Signore: «Mio Dio, io voglio in quest’oggi

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tutto fare e tutto soffrire per amore vostro», quanti meri-ti si acquisterebbero per l’eternità!

«Un soldato che facesse così e fosse inoltre fedele aisuoi doveri di cristiano, per quanto gli è possibile,avrebbe altrettanto merito che un religioso».

S’interessava in modo tutto speciale dell’ultimo deisuoi fratelli, «il suo piccolo Pietro» come lo chiamava.

In occasione della sua prima comunione gli manife-stava quanto godesse nel vederlo ammesso a questogrande favore.

«E’ con una vera soddisfazione dell’anima che sonvenuta a conoscere la tua bella fortuna di fare la primacomunione il 9 giugno. E’ inutile dirti, fratellino mio,che d’ora innanzi il tuo cuore, il tuo spirito, l’anima tuanon dovranno essere occupati che d’un solo pensiero:quello di fare del tuo cuore una degna dimora di Dio.Oh! sì, è necessario che questo buon Salvatore sia dicontinuo presente al tuo pensiero. Pregalo di prepararsiLui stesso la sua dimora, affinchè, venuto il momento diprenderne possesso, nulla vi manchi.

«Qual bontà da parte di Gesù di abbassarsi al punto didarsi tutto a noi e fare del nostro povero Cuore la sua di-mora.

«Invoca sovente la Vergine Santa, carissimo, affinchèElla ti ottenga tutte le grazie che ti sono necessarie per

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tutto fare e tutto soffrire per amore vostro», quanti meri-ti si acquisterebbero per l’eternità!

«Un soldato che facesse così e fosse inoltre fedele aisuoi doveri di cristiano, per quanto gli è possibile,avrebbe altrettanto merito che un religioso».

S’interessava in modo tutto speciale dell’ultimo deisuoi fratelli, «il suo piccolo Pietro» come lo chiamava.

In occasione della sua prima comunione gli manife-stava quanto godesse nel vederlo ammesso a questogrande favore.

«E’ con una vera soddisfazione dell’anima che sonvenuta a conoscere la tua bella fortuna di fare la primacomunione il 9 giugno. E’ inutile dirti, fratellino mio,che d’ora innanzi il tuo cuore, il tuo spirito, l’anima tuanon dovranno essere occupati che d’un solo pensiero:quello di fare del tuo cuore una degna dimora di Dio.Oh! sì, è necessario che questo buon Salvatore sia dicontinuo presente al tuo pensiero. Pregalo di prepararsiLui stesso la sua dimora, affinchè, venuto il momento diprenderne possesso, nulla vi manchi.

«Qual bontà da parte di Gesù di abbassarsi al punto didarsi tutto a noi e fare del nostro povero Cuore la sua di-mora.

«Invoca sovente la Vergine Santa, carissimo, affinchèElla ti ottenga tutte le grazie che ti sono necessarie per

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ben compiere quest’atto sublime».In questo frattempo nacque un malinteso tra i Padri di

Garaison, presso cui era educato il suo giovane fratello,e sua sorella Maria che s’occupava di lui.

«Sono sorpresa di quanto tu mi dici, le scriveva Ber-nadetta. Va a trovare il signor Curato, e raccontagli iltuo dispiacere e fa tutto quello che ti dirà. E’ il solo con-siglio che posso darti a questo riguardo, e te lo dò peltuo maggior bene.

«Mi si riferì che Giuseppe (1) avrebbe qualche velleitàdi aprire una specie di bottega pel mio piccolo Pietro,nel caso che uscisse da Garaison. Gli dirai da parte mia,che mi ci oppongo formalmente; ciò non converrebbe, eIddio non sarebbe per nulla contento di voi.

«Io tengo a che Pietro stia là, ove Sua Eccellenza ilVescovo di Tarbes lo collocherà per farlo studiare; per-ciò non voglio che lo facciale uscire da Garaison senzaaverne prima ricevuto l’ordine da Monsignore. Non bi-sogna intralciare gli studi di questo caro piccino, tantopiù che so che si è molto contenti di lui.

«Non ascoltate i cattivi consigli, e sopratutto nonesaltatevi; piuttosto domandate una spiegazione ai buoniPadri. Non voglio che facciate dispiacere ad alcuno:come vostra primogenita, ho il dovere di vegliare

1 Cognato di Suor Maria-Bernarda.

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ben compiere quest’atto sublime».In questo frattempo nacque un malinteso tra i Padri di

Garaison, presso cui era educato il suo giovane fratello,e sua sorella Maria che s’occupava di lui.

«Sono sorpresa di quanto tu mi dici, le scriveva Ber-nadetta. Va a trovare il signor Curato, e raccontagli iltuo dispiacere e fa tutto quello che ti dirà. E’ il solo con-siglio che posso darti a questo riguardo, e te lo dò peltuo maggior bene.

«Mi si riferì che Giuseppe (1) avrebbe qualche velleitàdi aprire una specie di bottega pel mio piccolo Pietro,nel caso che uscisse da Garaison. Gli dirai da parte mia,che mi ci oppongo formalmente; ciò non converrebbe, eIddio non sarebbe per nulla contento di voi.

«Io tengo a che Pietro stia là, ove Sua Eccellenza ilVescovo di Tarbes lo collocherà per farlo studiare; per-ciò non voglio che lo facciale uscire da Garaison senzaaverne prima ricevuto l’ordine da Monsignore. Non bi-sogna intralciare gli studi di questo caro piccino, tantopiù che so che si è molto contenti di lui.

«Non ascoltate i cattivi consigli, e sopratutto nonesaltatevi; piuttosto domandate una spiegazione ai buoniPadri. Non voglio che facciate dispiacere ad alcuno:come vostra primogenita, ho il dovere di vegliare

1 Cognato di Suor Maria-Bernarda.

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sull’avvenire dell’ultimo dei miei fratelli».Nello stesso tempo si affrettava di mettere al corrente

di queste difficoltà il degno e buon Curato Peyramale,ben sapendo che egli si sarebbe interessato come un pa-dre; lo pregava d’intervenire nell’affare che preoccupa-va tanto sua sorella e di calmarla.

«So che Pietro è prossimo a fare la prima Comunione,diceva. Quando sarà abbastanza istruito secondo la suacondizione, sarei contenta che abbracciasse uno stato incui potesse tirare innanzi onoratamente la vita, nel casoche non fosse da Dio chiamato allo stato ecclesiastico».

Vedere «il suo piccolo Pietro» prete, qual sogno deli-zioso per un’anima come quella di Suor Maria-Bernar-da! Ma ella ben sapeva che il sacerdozio è una grazia lacui grandezza e responsabilità fanno tremare gli Angelistessi; ed ecco con quali sentimenti soprannaturali glie-ne parlava in una lettera del 3 novembre 1876:

«Mi si disse che quest’anno forse non farai più ritor-no a Garaison. Se tu senti che Iddio non ti chiama allavita religiosa, ti scongiuro con tutto il cuore che tu ti de-cida ad abbracciare uno stato. Se ami il lavoro potraisempre vivere bene e trarti d’imbarazzo.

«Ti prego quindi, carissimo fratello, a riflettere moltoinnanzi al buon Dio; non vorrei per tutto l’oro del mon-do che ti facessi prete unicamente per farti una posizio-

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sull’avvenire dell’ultimo dei miei fratelli».Nello stesso tempo si affrettava di mettere al corrente

di queste difficoltà il degno e buon Curato Peyramale,ben sapendo che egli si sarebbe interessato come un pa-dre; lo pregava d’intervenire nell’affare che preoccupa-va tanto sua sorella e di calmarla.

«So che Pietro è prossimo a fare la prima Comunione,diceva. Quando sarà abbastanza istruito secondo la suacondizione, sarei contenta che abbracciasse uno stato incui potesse tirare innanzi onoratamente la vita, nel casoche non fosse da Dio chiamato allo stato ecclesiastico».

Vedere «il suo piccolo Pietro» prete, qual sogno deli-zioso per un’anima come quella di Suor Maria-Bernar-da! Ma ella ben sapeva che il sacerdozio è una grazia lacui grandezza e responsabilità fanno tremare gli Angelistessi; ed ecco con quali sentimenti soprannaturali glie-ne parlava in una lettera del 3 novembre 1876:

«Mi si disse che quest’anno forse non farai più ritor-no a Garaison. Se tu senti che Iddio non ti chiama allavita religiosa, ti scongiuro con tutto il cuore che tu ti de-cida ad abbracciare uno stato. Se ami il lavoro potraisempre vivere bene e trarti d’imbarazzo.

«Ti prego quindi, carissimo fratello, a riflettere moltoinnanzi al buon Dio; non vorrei per tutto l’oro del mon-do che ti facessi prete unicamente per farti una posizio-

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ne; no, preferirei mille volte che ti facessi cenciaiuolo.«Spero, mio caro, che comprenderai che ciò che mi fa

parlare così è il vivo interesse che porto all’anima tua.Ancora una volta, prega, rifletti molto e domanda sopra-tutto a Gesù e Maria che ti facciano conoscere la lorosanta volontà».

Nello stesso tempo scriveva alla sorella:«Sii tanto compiacente di farmi sapere se Pietro pensa

di rientrare a Garaison.«E’ necessario sapere ciò che intende di fare, perchè

si trova ad un’età in cui è necessario che abbracci unostato, nel caso che non avesse la vocazione religiosa».

E il 27 dicembre 1876:«Sono veramente inquieta per quanto riguarda Pietro

il quale da lungo tempo non m’ha più scritto. T’assicuroche sono molto preoccupata a suo riguardo e mi doman-do spesso se si trova in famiglia. Che cosa fa? Ti scon-giuro di dirmi se è buono, ed in qual maniera occupa ilsuo tempo.

«Sorella cara, ti prego di farmi avere tue notizie il piùpresto che ti sarà possibile; ti raccomando di essere mol-to generosa nel fare il sacrifizio che Iddio t’ha doman-dato dei tuoi figliuoli. Sottomettiamoci alla volontà delbuon Dio e adoriamola».

Il mondo è facilmente portato a credere che la religio-

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ne; no, preferirei mille volte che ti facessi cenciaiuolo.«Spero, mio caro, che comprenderai che ciò che mi fa

parlare così è il vivo interesse che porto all’anima tua.Ancora una volta, prega, rifletti molto e domanda sopra-tutto a Gesù e Maria che ti facciano conoscere la lorosanta volontà».

Nello stesso tempo scriveva alla sorella:«Sii tanto compiacente di farmi sapere se Pietro pensa

di rientrare a Garaison.«E’ necessario sapere ciò che intende di fare, perchè

si trova ad un’età in cui è necessario che abbracci unostato, nel caso che non avesse la vocazione religiosa».

E il 27 dicembre 1876:«Sono veramente inquieta per quanto riguarda Pietro

il quale da lungo tempo non m’ha più scritto. T’assicuroche sono molto preoccupata a suo riguardo e mi doman-do spesso se si trova in famiglia. Che cosa fa? Ti scon-giuro di dirmi se è buono, ed in qual maniera occupa ilsuo tempo.

«Sorella cara, ti prego di farmi avere tue notizie il piùpresto che ti sarà possibile; ti raccomando di essere mol-to generosa nel fare il sacrifizio che Iddio t’ha doman-dato dei tuoi figliuoli. Sottomettiamoci alla volontà delbuon Dio e adoriamola».

Il mondo è facilmente portato a credere che la religio-

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sa, perchè ha avuto il coraggio di fare il sacrifizio eroicodella sua famiglia, la dimentichi e si disinteressi dellesue gioie e dei suoi dolori.

Niente di più erroneo e falso. La vita religiosa nonspegne gli affetti famigliari, li eleva anzi, li nobilita eper questo li rende più delicati e più forti. Quale animapiù unita a Dio di quella di S. Teresa! Eppure chi ha let-ta la sua vita e le sue lettere può dire; Quale cuore piùamante! Tutti i santi si rassomigliano, e a parte qualchepiccola sfumatura per cui le anime degli uni si differen-ziano da quelle degli altri, si può dire che in ultima ana-lisi danno tutte lo stesso suono perchè tutte sono accor-date sulla stessa nota: l’amor di Dio!

Ascoltiamo i consigli che Suor Maria-Bernarda davaa sua sorella intorno all’educazione dei suoi figli.

«Con vero piacere ho saputo che la tua salute è buo-na, come pure quella della tua bambina. Prego Iddio e laVergine Santissima di degnarsi a conservarci questo te-soro che io amo moltissimo. Con tutto ciò preferirei mil-le volte vederla morta che saperla più tardi cattiva cri-stiana. Basti questo per convincervi della grande premu-ra che dovete darvi per allevarla come si conviene. Nonappena sarà in istato di capire qualche cosa, insegnatelea conoscere ed amare il buon Dio, la Vergine Santa ed arispettarvi. Ispiratele un grande orrore pel male. E’ in

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sa, perchè ha avuto il coraggio di fare il sacrifizio eroicodella sua famiglia, la dimentichi e si disinteressi dellesue gioie e dei suoi dolori.

Niente di più erroneo e falso. La vita religiosa nonspegne gli affetti famigliari, li eleva anzi, li nobilita eper questo li rende più delicati e più forti. Quale animapiù unita a Dio di quella di S. Teresa! Eppure chi ha let-ta la sua vita e le sue lettere può dire; Quale cuore piùamante! Tutti i santi si rassomigliano, e a parte qualchepiccola sfumatura per cui le anime degli uni si differen-ziano da quelle degli altri, si può dire che in ultima ana-lisi danno tutte lo stesso suono perchè tutte sono accor-date sulla stessa nota: l’amor di Dio!

Ascoltiamo i consigli che Suor Maria-Bernarda davaa sua sorella intorno all’educazione dei suoi figli.

«Con vero piacere ho saputo che la tua salute è buo-na, come pure quella della tua bambina. Prego Iddio e laVergine Santissima di degnarsi a conservarci questo te-soro che io amo moltissimo. Con tutto ciò preferirei mil-le volte vederla morta che saperla più tardi cattiva cri-stiana. Basti questo per convincervi della grande premu-ra che dovete darvi per allevarla come si conviene. Nonappena sarà in istato di capire qualche cosa, insegnatelea conoscere ed amare il buon Dio, la Vergine Santa ed arispettarvi. Ispiratele un grande orrore pel male. E’ in

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questo modo che disimpegnerete per bene il vostro do-vere di padre e di madre. Non dimenticate mai che il Si-gnore vi domanderà un giorno conto di quest’anima in-nocente.

«Mille cose affettuose da parte mia alla madrina ed atutta la famiglia sua. Tutti i giorni domando al signoreed alla Madonna che si mantengano buoni ed aminomolto il buon Dio. Sì, miei cari, amatelo durante la vo-stra vita; è la più grande felicità che possiamo goderequaggiù in terra ed è la sola che ci renderà eternamentefelici in Cielo.

«Ringrazio Giuseppe di quanto m’ha spedito. Quelloche mi fece maggior piacere fu il sapere che è semprefedele ai suoi doveri di cristiano; è questa la più grandeconsolazione che mi possiate procurare».

Il 25 giugno 1876 scriveva amabilmente a sua sorella:«Ti mando due medaglie benedette del Santo Padre,

che hanno toccato la scodella del Bambino Gesù nellasanta Casa di Loreto. L’una è per te, l’altra per la nipoti-na; San Giuseppe poi è pel cognato. Raccomandagli, tiprego, che lo porti nelle sue tasche; e digli che sarebbemio desiderio che ogni giorno gli facesse questa piccolapreghiera: «Gran San Giuseppe, pregate per me, per lamia famiglia; proteggeteci. Voglio sperare che non ci ri-fiuterete questo piccolo servizio».

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questo modo che disimpegnerete per bene il vostro do-vere di padre e di madre. Non dimenticate mai che il Si-gnore vi domanderà un giorno conto di quest’anima in-nocente.

«Mille cose affettuose da parte mia alla madrina ed atutta la famiglia sua. Tutti i giorni domando al signoreed alla Madonna che si mantengano buoni ed aminomolto il buon Dio. Sì, miei cari, amatelo durante la vo-stra vita; è la più grande felicità che possiamo goderequaggiù in terra ed è la sola che ci renderà eternamentefelici in Cielo.

«Ringrazio Giuseppe di quanto m’ha spedito. Quelloche mi fece maggior piacere fu il sapere che è semprefedele ai suoi doveri di cristiano; è questa la più grandeconsolazione che mi possiate procurare».

Il 25 giugno 1876 scriveva amabilmente a sua sorella:«Ti mando due medaglie benedette del Santo Padre,

che hanno toccato la scodella del Bambino Gesù nellasanta Casa di Loreto. L’una è per te, l’altra per la nipoti-na; San Giuseppe poi è pel cognato. Raccomandagli, tiprego, che lo porti nelle sue tasche; e digli che sarebbemio desiderio che ogni giorno gli facesse questa piccolapreghiera: «Gran San Giuseppe, pregate per me, per lamia famiglia; proteggeteci. Voglio sperare che non ci ri-fiuterete questo piccolo servizio».

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«Una mia consorella mi diede un uovo rosso (1); pen-sando che tornerebbe gradito alla nipotina, te lo spedi-sco con molto piacere. Addio».

Il 4 luglio dello stesso anno così le scrive:«Non mi sento tranquilla sul conto tuo. Si dice che il

Gavo abbia straripato, vorrei sapere se l’acqua non hadanneggiato la Grotta ed il mulino che si trovano sullerive del fiume; in quanto alla città mi pare che non vi sianulla da temere.

«Si dice pure che l’inondazione abbia recato moltidanni a Tarbes, Bagnères, e che vi siano anche delle vit-time. Sono molto in pensiero pei nostri parenti di Mo-mères. Procura di darmi notizie a questo riguardo. No-stra cugina Giovanna mi scrisse e m’incaricò di esseresua interprete presso di te e presso i fratelli. Sono moltoinquieta per lei che si trova nei dintorni di Tolosa (2) ovel’inondazione ha cagionato gravissimi danni. Pare cheun buon numero di persone siano state travolte dalleonde; non si è mai veduta simile catastrofe».

E dopo aver fatto udire il grido dell’affetto, così con-tinua:

«Il buon Dio ci castiga, ma sempre come un buon Pa-

1 Era un uovo di quelli che Suor Maria-Bernarda dipingeva con piccoli gra-ziosi disegni.

2 Questa cugina, Giovanna Védère, era religiosa nella Trappa di Balagnar,nei pressi di Tolosa.

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«Una mia consorella mi diede un uovo rosso (1); pen-sando che tornerebbe gradito alla nipotina, te lo spedi-sco con molto piacere. Addio».

Il 4 luglio dello stesso anno così le scrive:«Non mi sento tranquilla sul conto tuo. Si dice che il

Gavo abbia straripato, vorrei sapere se l’acqua non hadanneggiato la Grotta ed il mulino che si trovano sullerive del fiume; in quanto alla città mi pare che non vi sianulla da temere.

«Si dice pure che l’inondazione abbia recato moltidanni a Tarbes, Bagnères, e che vi siano anche delle vit-time. Sono molto in pensiero pei nostri parenti di Mo-mères. Procura di darmi notizie a questo riguardo. No-stra cugina Giovanna mi scrisse e m’incaricò di esseresua interprete presso di te e presso i fratelli. Sono moltoinquieta per lei che si trova nei dintorni di Tolosa (2) ovel’inondazione ha cagionato gravissimi danni. Pare cheun buon numero di persone siano state travolte dalleonde; non si è mai veduta simile catastrofe».

E dopo aver fatto udire il grido dell’affetto, così con-tinua:

«Il buon Dio ci castiga, ma sempre come un buon Pa-

1 Era un uovo di quelli che Suor Maria-Bernarda dipingeva con piccoli gra-ziosi disegni.

2 Questa cugina, Giovanna Védère, era religiosa nella Trappa di Balagnar,nei pressi di Tolosa.

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dre. Le strade di Parigi videro scorrere il sangue di molticittadini. Ciò non bastò per commuovere i cuori induritinel male. Fu ancora necessario che le città del mezzodìfossero pure lavate nel sangue e che anch’esse contasse-ro vittime. Mio Dio! quanto è cieco l’uomo se non apreil suo cuore alla luce della fede dopo simili disastri! MioDio, ancora una volta perdonateci, ed abbiate misericor-dia di noi!»

Al di fuori dei membri della sua famiglia vi eranomolte persone che avrebbero vivamente desiderato di ri-cevere almeno qualche parola scritta da Bernadetta. Male lettere che arrivavano alla Casa-Madre per domandar-le delle preghiere non le erano punto consegnate; le Su-periore s’incaricavano di far rispondere e di raccoman-dare queste intenzioni a Suor Maria-Bernarda ed allaComunità: come ognuno vede, una tal misura era dettatadalla prudenza e dalla saggezza.

La giovane religiosa non intrattenne neppure carteg-gio epistolare con le sue amiche di Lourdes; e se le arri-vava di scrivere loro, cosa che capitava molto raramen-te, non era, come si può giudicare dai brani che citiamo,che per consolare ed incoraggiare le anime; e con qualiaccenti lo faceva!

«Mia buona e cara Rachele, diceva ad una di esse,non mi sarei mai aspettata che una tristissima circostan-

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dre. Le strade di Parigi videro scorrere il sangue di molticittadini. Ciò non bastò per commuovere i cuori induritinel male. Fu ancora necessario che le città del mezzodìfossero pure lavate nel sangue e che anch’esse contasse-ro vittime. Mio Dio! quanto è cieco l’uomo se non apreil suo cuore alla luce della fede dopo simili disastri! MioDio, ancora una volta perdonateci, ed abbiate misericor-dia di noi!»

Al di fuori dei membri della sua famiglia vi eranomolte persone che avrebbero vivamente desiderato di ri-cevere almeno qualche parola scritta da Bernadetta. Male lettere che arrivavano alla Casa-Madre per domandar-le delle preghiere non le erano punto consegnate; le Su-periore s’incaricavano di far rispondere e di raccoman-dare queste intenzioni a Suor Maria-Bernarda ed allaComunità: come ognuno vede, una tal misura era dettatadalla prudenza e dalla saggezza.

La giovane religiosa non intrattenne neppure carteg-gio epistolare con le sue amiche di Lourdes; e se le arri-vava di scrivere loro, cosa che capitava molto raramen-te, non era, come si può giudicare dai brani che citiamo,che per consolare ed incoraggiare le anime; e con qualiaccenti lo faceva!

«Mia buona e cara Rachele, diceva ad una di esse,non mi sarei mai aspettata che una tristissima circostan-

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za m’avrebbe offerto l’occasione di conversarequest’oggi con voi. Inutile dirvi la gran parte che ioprendo al vostro dolore, così giusto e legittimo. Dio pro-va coloro che ama; voi dunque avete un diritto tutto spe-ciale ad un posto nel suo divin Cuore. E’ in Esso sola-mente, carissima amica, che troverete la vera e solidaconsolazione, è Lui stesso che c’invita con queste dolciparole: «O voi tutti che soffrite e che vivete nel dolore,venite a Me ed io vi solleverò e vi consolerò».

«Andate a cercarlo più frequentemente che potretequesto divino Consolatore, giacchè Egli solo può com-pensare un’anima nella desolazione. Potete essere sicu-ra, cara amica, che non vi dimenticherò nelle mie debolipreghiere presso Iddio e la Vergine Santa; come purenon dimenticherò l’anima dcl vostro caro marito, in suf-fragio del quale ho fatto la S. Comunione. In mezzo atanta prova avete però la più grande delle consolazioninel pensare che vostro marito era pio e vi ha lasciatonella pace e nell’amore di Nostro Signore. Non è dun-que morto, cara amica, colui che piangete, è soltanto ad-dormentato; lo ritroverete un giorno, lo spero, in Cielo,ove non ci saranno più separazioni. Posso accertarvi cherimasi vivamente commossa e consolata nel leggere lepoche linee tolte da una sua lettera in cui la sua fede tan-to viva si esprime così bene; non sono quindi per nulla

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za m’avrebbe offerto l’occasione di conversarequest’oggi con voi. Inutile dirvi la gran parte che ioprendo al vostro dolore, così giusto e legittimo. Dio pro-va coloro che ama; voi dunque avete un diritto tutto spe-ciale ad un posto nel suo divin Cuore. E’ in Esso sola-mente, carissima amica, che troverete la vera e solidaconsolazione, è Lui stesso che c’invita con queste dolciparole: «O voi tutti che soffrite e che vivete nel dolore,venite a Me ed io vi solleverò e vi consolerò».

«Andate a cercarlo più frequentemente che potretequesto divino Consolatore, giacchè Egli solo può com-pensare un’anima nella desolazione. Potete essere sicu-ra, cara amica, che non vi dimenticherò nelle mie debolipreghiere presso Iddio e la Vergine Santa; come purenon dimenticherò l’anima dcl vostro caro marito, in suf-fragio del quale ho fatto la S. Comunione. In mezzo atanta prova avete però la più grande delle consolazioninel pensare che vostro marito era pio e vi ha lasciatonella pace e nell’amore di Nostro Signore. Non è dun-que morto, cara amica, colui che piangete, è soltanto ad-dormentato; lo ritroverete un giorno, lo spero, in Cielo,ove non ci saranno più separazioni. Posso accertarvi cherimasi vivamente commossa e consolata nel leggere lepoche linee tolte da una sua lettera in cui la sua fede tan-to viva si esprime così bene; non sono quindi per nulla

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stupita della calma, della rassegnazione, e dirò anchedella santa indifferenza di vivere o di morire in cuil’anima sua bella si trovava nei suoi ultimi istanti. Nonc’è che la grazia di Nostro Signore che possa operare si-mili prodigi.

«Sì, cara amica, speriamo fermamente che colui chepiangete, già goda, o sia prossimo a godere, della pre-senza del Dio potente e forte di cui amava così soventenutrire l’anima sua.

«Oh! quanto vi ama Nostro Signore nel domandarvisimili sacrifizi! Non lasciatevi andare, amica mia, alloscoraggiamento, ve ne prego; siate sempre molto sotto-messa e rassegnata, come certo lo siete, alla santa vo-lontà di Dio; essa è sempre dolce anche in mezzo ai sa-crifici; sarà allora che Gesù s’impadronirà talmente delvostro cuore da agire tutto solo in voi. Egli farà certa-mente sentire in fondo al vostro cuore questa consolanteparola: «Coraggio, io rompo i vincoli più cari sulla terraper riunirli per sempre in Cielo».

«Vi sarei molto riconoscente se, andando alla Grotta,reciterete una preghiera per me alla Vergine Santa, no-stra buona Madre; procurerò di restituirvela».

Tale era Suor Maria-Bernarda; sempre apostolo, comequei cuori disinteressati, generosi, fedeli, che ovunque esenza mostrarlo sono i «seminatori del buon Dio».

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stupita della calma, della rassegnazione, e dirò anchedella santa indifferenza di vivere o di morire in cuil’anima sua bella si trovava nei suoi ultimi istanti. Nonc’è che la grazia di Nostro Signore che possa operare si-mili prodigi.

«Sì, cara amica, speriamo fermamente che colui chepiangete, già goda, o sia prossimo a godere, della pre-senza del Dio potente e forte di cui amava così soventenutrire l’anima sua.

«Oh! quanto vi ama Nostro Signore nel domandarvisimili sacrifizi! Non lasciatevi andare, amica mia, alloscoraggiamento, ve ne prego; siate sempre molto sotto-messa e rassegnata, come certo lo siete, alla santa vo-lontà di Dio; essa è sempre dolce anche in mezzo ai sa-crifici; sarà allora che Gesù s’impadronirà talmente delvostro cuore da agire tutto solo in voi. Egli farà certa-mente sentire in fondo al vostro cuore questa consolanteparola: «Coraggio, io rompo i vincoli più cari sulla terraper riunirli per sempre in Cielo».

«Vi sarei molto riconoscente se, andando alla Grotta,reciterete una preghiera per me alla Vergine Santa, no-stra buona Madre; procurerò di restituirvela».

Tale era Suor Maria-Bernarda; sempre apostolo, comequei cuori disinteressati, generosi, fedeli, che ovunque esenza mostrarlo sono i «seminatori del buon Dio».

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V.LA FIGLIA FEDELE DI MARIA.

«Mio Dio, la purezza vi fa discendere, l’umiltà sorri-dere, la carità agire nelle anime nostre». Così pure sideve dire di Maria: i cuori puri l’attirano in quella guisache le alte vette attirano la luce; ed ecco, a nostro parereuno dei motivi per cui Ella si è manifestata all’innocenteBernadetta.

Fior d’innocenza! che non fece la privilegiata dellaVergine Immacolata per circondarti durante l’intiera suavita delle sue verginali delicatezze? Dio stesso attorniòquesto giglio con le spine della sofferenza, tanto cheMonsignor Lelong, Vescovo di Nevers, poteva esclama-re nel giorno dei suoi funerali:

«L’opera di Dio in Suor Maria-Bernarda si palesònella sua purezza che si rifletteva intera nel suo sguardolimpido e profondo, il quale poteva veramente renderetestimonianza che ella era degna figlia di quella VergineImmacolata che le aveva parlato.

«Questa virtù risplendeva in lei come un diamantesenza macchia, e fu senza dubbio questa purezza che at-tirò sopra Bernadetta gli sguardi e le compiacenze diMaria, come già un dì aveva attirato su Maria gli sguar-di di Dio: Virginitate placuit».

Ed a chi mai sarà dato tu comprendere a pieno «gli

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V.LA FIGLIA FEDELE DI MARIA.

«Mio Dio, la purezza vi fa discendere, l’umiltà sorri-dere, la carità agire nelle anime nostre». Così pure sideve dire di Maria: i cuori puri l’attirano in quella guisache le alte vette attirano la luce; ed ecco, a nostro parereuno dei motivi per cui Ella si è manifestata all’innocenteBernadetta.

Fior d’innocenza! che non fece la privilegiata dellaVergine Immacolata per circondarti durante l’intiera suavita delle sue verginali delicatezze? Dio stesso attorniòquesto giglio con le spine della sofferenza, tanto cheMonsignor Lelong, Vescovo di Nevers, poteva esclama-re nel giorno dei suoi funerali:

«L’opera di Dio in Suor Maria-Bernarda si palesònella sua purezza che si rifletteva intera nel suo sguardolimpido e profondo, il quale poteva veramente renderetestimonianza che ella era degna figlia di quella VergineImmacolata che le aveva parlato.

«Questa virtù risplendeva in lei come un diamantesenza macchia, e fu senza dubbio questa purezza che at-tirò sopra Bernadetta gli sguardi e le compiacenze diMaria, come già un dì aveva attirato su Maria gli sguar-di di Dio: Virginitate placuit».

Ed a chi mai sarà dato tu comprendere a pieno «gli

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sguardi e le compiacenze di Maria» per la figlia sua?Non soltanto la Vergine Immacolata ne fece il suo apo-stolo, il suo evangelista, ma «nelle sue Apparizioni nonrivelandosi che a lei, volle con lei sola racchiudersi inun segreto impenetrabile. E infatti per Bernadetta sol-tanto, le confidenze che non sono riservate che agli inti-mi, le lagrime che non si versano che davanti agli inti-mi, le gioie che non si manifestano che agli intimi, i sor-risi che non fioriscono sulle labbra che in favore degliintimi», per lei sola i segreti che sono la più alta manife-stazione della nostra confidenza e non si rivelano cheagli amici di cui siamo assolutamente sicuri.

«Bernadetta dal canto suo non si occupava che dellasua Signora; l’aspettava, la contemplava, la pregava,l’ascoltava, le rispondeva, riflettendo tutte le sue im-pressioni, abbandonandosi intieramente a Lei con la suaanima e col suo corpo trasfigurato» e custodendo gelo-samente sepolti nel suo cuore i segreti della Regina delCielo, senza mai lasciarsi sfuggire una parola che potes-se lontanamente farli sospettare. Era questo come unaspecie di contratto che legava la figlia alla Madre sua;ed a qual Madre! Ma diciamo pure: qual figlia!, poichèse è vero che in quest’ordine di cose tutto è reciproco eche l’amore, specialmente trattandosi dell’amore divino,crea la somiglianza, chi mai potrebbe impedirci di cre-

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sguardi e le compiacenze di Maria» per la figlia sua?Non soltanto la Vergine Immacolata ne fece il suo apo-stolo, il suo evangelista, ma «nelle sue Apparizioni nonrivelandosi che a lei, volle con lei sola racchiudersi inun segreto impenetrabile. E infatti per Bernadetta sol-tanto, le confidenze che non sono riservate che agli inti-mi, le lagrime che non si versano che davanti agli inti-mi, le gioie che non si manifestano che agli intimi, i sor-risi che non fioriscono sulle labbra che in favore degliintimi», per lei sola i segreti che sono la più alta manife-stazione della nostra confidenza e non si rivelano cheagli amici di cui siamo assolutamente sicuri.

«Bernadetta dal canto suo non si occupava che dellasua Signora; l’aspettava, la contemplava, la pregava,l’ascoltava, le rispondeva, riflettendo tutte le sue im-pressioni, abbandonandosi intieramente a Lei con la suaanima e col suo corpo trasfigurato» e custodendo gelo-samente sepolti nel suo cuore i segreti della Regina delCielo, senza mai lasciarsi sfuggire una parola che potes-se lontanamente farli sospettare. Era questo come unaspecie di contratto che legava la figlia alla Madre sua;ed a qual Madre! Ma diciamo pure: qual figlia!, poichèse è vero che in quest’ordine di cose tutto è reciproco eche l’amore, specialmente trattandosi dell’amore divino,crea la somiglianza, chi mai potrebbe impedirci di cre-

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dere che Maria prima di comunicarsi a Bernadetta nonl’abbia innalzata fino a sè con la forza del suo amore?

«E l’Ave Maria già era il tratto divino che univa ilcuore della Vergine Santissima col cuore di Bernadettafin da quando si trovava a Bartrès»; a Lourdes l’abbia-mo veduta recitare questa preghiera – diremo megliocantarla nell’anima sua – ai piedi della roccia benedetta;le religiose dell’Ospizio la sorprendevano spesso nel si-lenzio della loro cappella mormorare le sue Ave, ed aNevers le sue sorelle riputavano come un favore insignequello d’inginocchiarsi accanto a lei, ai piedi della Ma-donna, per recitare insieme il saluto dell’Angelo a Ma-ria. Quante conquiste hanno procurato alla Vergine isuoi Rosari, i suoi segni di croce!

Eravamo nel 1865, ed io contavo allora dieci anni,scrive una religiosa. Qualche tempo prima di partire perNevers, Bernadetta venne a Oloron, nel convitto di S.Angela, dove mi trovavo in qualità di allieva. Fummotutte riunite nella grande sala di studio, e la fortunataprivilegiata si presentò, vestita del suo costume dei Pire-nei. Postasi sulla cattedra, al posto della Maestra, inco-minciò col fare il segno della croce dicendoci: «Fatelosempre così; è in tal modo che la Santa Vergine l’ha fat-to nella sua prima apparizione».

«Dopo averci parlato della nostra Madre celeste prese

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dere che Maria prima di comunicarsi a Bernadetta nonl’abbia innalzata fino a sè con la forza del suo amore?

«E l’Ave Maria già era il tratto divino che univa ilcuore della Vergine Santissima col cuore di Bernadettafin da quando si trovava a Bartrès»; a Lourdes l’abbia-mo veduta recitare questa preghiera – diremo megliocantarla nell’anima sua – ai piedi della roccia benedetta;le religiose dell’Ospizio la sorprendevano spesso nel si-lenzio della loro cappella mormorare le sue Ave, ed aNevers le sue sorelle riputavano come un favore insignequello d’inginocchiarsi accanto a lei, ai piedi della Ma-donna, per recitare insieme il saluto dell’Angelo a Ma-ria. Quante conquiste hanno procurato alla Vergine isuoi Rosari, i suoi segni di croce!

Eravamo nel 1865, ed io contavo allora dieci anni,scrive una religiosa. Qualche tempo prima di partire perNevers, Bernadetta venne a Oloron, nel convitto di S.Angela, dove mi trovavo in qualità di allieva. Fummotutte riunite nella grande sala di studio, e la fortunataprivilegiata si presentò, vestita del suo costume dei Pire-nei. Postasi sulla cattedra, al posto della Maestra, inco-minciò col fare il segno della croce dicendoci: «Fatelosempre così; è in tal modo che la Santa Vergine l’ha fat-to nella sua prima apparizione».

«Dopo averci parlato della nostra Madre celeste prese

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tra le mani il suo Rosario e lo recitò ad alta voce con talfervore, che non dimenticherò mai più.

«Datano da quell’epoca e la mia devozione verso laVergine Santa e la mia fedeltà alla pratica delle tre AveMaria».

Giungevano non di rado alla Casa-Madre, e giàl’accennammo, domande di novene, che si desideravanofatte da Suor Maria-Bernarda. «Durante il suo Novizia-to, scrive una religiosa, la Madre Maestra usava asse-gnarle una compagna; mi pare ancora di udire la suavoce materna dirci: «Andrete tutte e due alla tale ora afare una preghiera a Nostra Signora del Sacro Cuore pernove giorni consecutivi».

«Un giorno, scelta per esserle compagna, nell’usciredalla tribuna della cappella, Bernadetta mi disse: Perchèquando pregavate, tenevate, gli occhi fissi sulla statua?

– Oh! bella, per non avere distrazioni!– Per me invece sarebbe il contrario!– E lo capisco; se avessi avuto, come voi, la fortuna

di vedere la Santa Vergine, non guarderei la sua imma-gine. Suor Maria-Bernarda abbassò gli occhi e non dissepiù nulla: ella rivedeva!

Rivedeva pure senza dubbio quando il giornodell’Assunzione di Maria, ascoltava il canto speciale

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tra le mani il suo Rosario e lo recitò ad alta voce con talfervore, che non dimenticherò mai più.

«Datano da quell’epoca e la mia devozione verso laVergine Santa e la mia fedeltà alla pratica delle tre AveMaria».

Giungevano non di rado alla Casa-Madre, e giàl’accennammo, domande di novene, che si desideravanofatte da Suor Maria-Bernarda. «Durante il suo Novizia-to, scrive una religiosa, la Madre Maestra usava asse-gnarle una compagna; mi pare ancora di udire la suavoce materna dirci: «Andrete tutte e due alla tale ora afare una preghiera a Nostra Signora del Sacro Cuore pernove giorni consecutivi».

«Un giorno, scelta per esserle compagna, nell’usciredalla tribuna della cappella, Bernadetta mi disse: Perchèquando pregavate, tenevate, gli occhi fissi sulla statua?

– Oh! bella, per non avere distrazioni!– Per me invece sarebbe il contrario!– E lo capisco; se avessi avuto, come voi, la fortuna

di vedere la Santa Vergine, non guarderei la sua imma-gine. Suor Maria-Bernarda abbassò gli occhi e non dissepiù nulla: ella rivedeva!

Rivedeva pure senza dubbio quando il giornodell’Assunzione di Maria, ascoltava il canto speciale

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della festa (1) in cui descritta la Vergine «che piena dimaestà si alza dal deserto». A quelle parole: La vedo... èla Madre mia!.., alcune religiose videro (2) Suor Maria-Bernarda sussultare «e con la faccia risplendente di lucecelestiale, fare un momento come per sollevarsi da terra;e appoggiandosi poi sul suo banco, ricadere finalmentein ginocchio e nascondersi il viso fra le palme dellemani» come per celare la sua commozione agli sguardiindiscreti.

Vi è una pia usanza nel Noviziato delle Suore di Ne-vers d’incominciare le ricreazioni col canto di qualchecanzoncina sacra. «Intonate qualche volta: Andrò a ve-derla un dì – Questa diletta Madre» diceva Suor Maria-Bernarda ad una delle sue compagne. E nel dire questeparole i suoi occhi lasciavano scorgere tale un sentimen-to di desiderio e di tristezza che non si poteva definire;si vedevano le lagrime rigarle il viso.

Tutto ciò che le ricordava Lourdes faceva dolcementevibrare l’anima sua.

Nel tempo che si trovava alla Casa-Madre, un filaredi pioppi attorniava un piccolo prato, oggi scomparso:Oh! questi pioppi, esclamava talvolta, come mi ricorda-no il Gavo, la Grotta!» Ciò detto, si rinchiudeva subito

1 Di Rossich.2 Due volte per lo meno.

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della festa (1) in cui descritta la Vergine «che piena dimaestà si alza dal deserto». A quelle parole: La vedo... èla Madre mia!.., alcune religiose videro (2) Suor Maria-Bernarda sussultare «e con la faccia risplendente di lucecelestiale, fare un momento come per sollevarsi da terra;e appoggiandosi poi sul suo banco, ricadere finalmentein ginocchio e nascondersi il viso fra le palme dellemani» come per celare la sua commozione agli sguardiindiscreti.

Vi è una pia usanza nel Noviziato delle Suore di Ne-vers d’incominciare le ricreazioni col canto di qualchecanzoncina sacra. «Intonate qualche volta: Andrò a ve-derla un dì – Questa diletta Madre» diceva Suor Maria-Bernarda ad una delle sue compagne. E nel dire questeparole i suoi occhi lasciavano scorgere tale un sentimen-to di desiderio e di tristezza che non si poteva definire;si vedevano le lagrime rigarle il viso.

Tutto ciò che le ricordava Lourdes faceva dolcementevibrare l’anima sua.

Nel tempo che si trovava alla Casa-Madre, un filaredi pioppi attorniava un piccolo prato, oggi scomparso:Oh! questi pioppi, esclamava talvolta, come mi ricorda-no il Gavo, la Grotta!» Ciò detto, si rinchiudeva subito

1 Di Rossich.2 Due volte per lo meno.

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in un profondo silenzio. Confessava però che ogni gior-no si recava in ispirito alla cara roccia per farvi il suopiccolo pellegrinaggio.

Monsignore de Ladoue nel recarsi a Lourdes per lefeste dell’Incoronazione, domandò a Suor Maria-Ber-narda: «Sareste contenta di venire con me? – Sarei feli-cissima, Monsignore, d’assistere al trionfo della Ma-donna, ma alla condizione di vedere senza esser vista,di poggiare in alto come un uccellino. Del resto, aggiun-se, non devo più ritornare a Lourdes; prima di partireper Nevers, ho fatto i miei addii alla Grotta». Il secondocappellano della Comunità (1) ebbe pure la consolazioned’assistere a quelle Solennità che furono un trionfo perla Vergine Immacolata. Suor Maria-Bernarda lo avevapregato di ricordarla alla sua famiglia ed in modo spe-ciale alla Grotta. Commosso fino alle lagrime il degnoecclesiastico, quando potè per la prima volta baciare laroccia benedetta ripeteva fra i singhiozzi: «Vergine san-ta, ricordatevi che vengo qui a nome di Bernadetta».

Al suo ritorno volle rendere conto a Suor Maria-Ber-narda della sua missione. Cediamo a lui la parola:

«Di ritorno a Nevers, la Reverenda Madre Generalemi accordò il permesso di far parte a Bernadetta dellemie impressioni di pellegrino e di parlarle a lungo delle

1 Canonico Augusto Perreau.

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in un profondo silenzio. Confessava però che ogni gior-no si recava in ispirito alla cara roccia per farvi il suopiccolo pellegrinaggio.

Monsignore de Ladoue nel recarsi a Lourdes per lefeste dell’Incoronazione, domandò a Suor Maria-Ber-narda: «Sareste contenta di venire con me? – Sarei feli-cissima, Monsignore, d’assistere al trionfo della Ma-donna, ma alla condizione di vedere senza esser vista,di poggiare in alto come un uccellino. Del resto, aggiun-se, non devo più ritornare a Lourdes; prima di partireper Nevers, ho fatto i miei addii alla Grotta». Il secondocappellano della Comunità (1) ebbe pure la consolazioned’assistere a quelle Solennità che furono un trionfo perla Vergine Immacolata. Suor Maria-Bernarda lo avevapregato di ricordarla alla sua famiglia ed in modo spe-ciale alla Grotta. Commosso fino alle lagrime il degnoecclesiastico, quando potè per la prima volta baciare laroccia benedetta ripeteva fra i singhiozzi: «Vergine san-ta, ricordatevi che vengo qui a nome di Bernadetta».

Al suo ritorno volle rendere conto a Suor Maria-Ber-narda della sua missione. Cediamo a lui la parola:

«Di ritorno a Nevers, la Reverenda Madre Generalemi accordò il permesso di far parte a Bernadetta dellemie impressioni di pellegrino e di parlarle a lungo delle

1 Canonico Augusto Perreau.

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solennità di Lourdes. Le raccontai tutto, rispondendoalle domande che mi faceva sulla sua famiglia, sugli ab-bellimenti fatti alla Grotta, sull’incoronazione della Ver-gine SS.

«Suor Maria-Bernarda andava in estasi al raccontodelle magnificenze di cui la intrattenevo. Il suo viso eraraggiante di gioia, quando le parlavo di quelle dimostra-zioni, di quegli slanci di divozione della Francia edell’universo intiero per la Grotta di Lourdes. Ella vede-va realizzato quel grande desiderio espresso dalla Vergi-ne quando diceva: «Andate a dire ai sacerdoti che vo-glio che si venga qui in processione», ed il suo cuore negiubilava.

«Quand’ebbi finito il racconto del mio pellegrinaggioe le ebbi narrato tutto ciò che poteva interessarla, guar-dandomi con una semplicità ed un candore veramenteangelico: «Oh! che cosa avrei fatto, mi disse, in mezzo atanta gente? Oh! quanto mi trovavo meglio qui nellamia infermeria!». Parole ammirabili che rivelano lumi-nosamente l’umiltà dell’anima di Suor Maria-Bernarda

«La Vergine Santa sia pure sempre più conosciuta eglorificata sulla terra; ma ella, povera e piccola religio-sa, sia sempre più dimenticata, trascurata, disprezzata;ecco le sole aspirazioni dell’anima sua».

In fondo al giardino della Casa-Madre si trova in una

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solennità di Lourdes. Le raccontai tutto, rispondendoalle domande che mi faceva sulla sua famiglia, sugli ab-bellimenti fatti alla Grotta, sull’incoronazione della Ver-gine SS.

«Suor Maria-Bernarda andava in estasi al raccontodelle magnificenze di cui la intrattenevo. Il suo viso eraraggiante di gioia, quando le parlavo di quelle dimostra-zioni, di quegli slanci di divozione della Francia edell’universo intiero per la Grotta di Lourdes. Ella vede-va realizzato quel grande desiderio espresso dalla Vergi-ne quando diceva: «Andate a dire ai sacerdoti che vo-glio che si venga qui in processione», ed il suo cuore negiubilava.

«Quand’ebbi finito il racconto del mio pellegrinaggioe le ebbi narrato tutto ciò che poteva interessarla, guar-dandomi con una semplicità ed un candore veramenteangelico: «Oh! che cosa avrei fatto, mi disse, in mezzo atanta gente? Oh! quanto mi trovavo meglio qui nellamia infermeria!». Parole ammirabili che rivelano lumi-nosamente l’umiltà dell’anima di Suor Maria-Bernarda

«La Vergine Santa sia pure sempre più conosciuta eglorificata sulla terra; ma ella, povera e piccola religio-sa, sia sempre più dimenticata, trascurata, disprezzata;ecco le sole aspirazioni dell’anima sua».

In fondo al giardino della Casa-Madre si trova in una

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specie di piccola grotta rustica, circondata tutt’intorno diedera, una statua della Vergine, la sola che Suor Maria-Bernarda non trovasse del tutto dissimigliante. Ellaamava contemplarla, ed ogni volta che le era possibile,andava a visitare questo piccolo luogo di pellegrinaggio,che aveva una storia tutta sua speciale.

Era il 1856 e la Casa-Madre ed il Noviziato delleSuore di Nevers, abbandonata l’antica residenza, si era-no trasferiti a S. Gildard nei fabbricati recentemente co-struiti sulle rovine dell’antico Priorato di questo nome.La nuova residenza possedeva tutte le comodità che sipotevano desiderare specialmente per quanto riguardavala solitudine; e le Religiose non avevano parole bastantiper compiacersi della scelta fatta, quando si venne a co-noscere che mancava l’acqua. Si ricorse alla Verginepromettendo che si sarebbe collocata la sua statua pres-so il luogo in cui avrebbe fatto scoprire una sorgente;tanto grande era la speranza che Ella non lascerebbe lesue figlie in tanta necessità! E Maria infatti non vennemeno alla fiducia in Lei riposta; la sorgente fu scoper-ta(1) e la statua di Maria non tardò ad innalzarsi là vici-no in segno di riconoscenza, e la si battezzò col nome diNostra Signora delle Acque.

1 È piuttosto un rivolo d’acqua che passa in una parte del giardino; la sorgen-te è fuori del Convento.

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specie di piccola grotta rustica, circondata tutt’intorno diedera, una statua della Vergine, la sola che Suor Maria-Bernarda non trovasse del tutto dissimigliante. Ellaamava contemplarla, ed ogni volta che le era possibile,andava a visitare questo piccolo luogo di pellegrinaggio,che aveva una storia tutta sua speciale.

Era il 1856 e la Casa-Madre ed il Noviziato delleSuore di Nevers, abbandonata l’antica residenza, si era-no trasferiti a S. Gildard nei fabbricati recentemente co-struiti sulle rovine dell’antico Priorato di questo nome.La nuova residenza possedeva tutte le comodità che sipotevano desiderare specialmente per quanto riguardavala solitudine; e le Religiose non avevano parole bastantiper compiacersi della scelta fatta, quando si venne a co-noscere che mancava l’acqua. Si ricorse alla Verginepromettendo che si sarebbe collocata la sua statua pres-so il luogo in cui avrebbe fatto scoprire una sorgente;tanto grande era la speranza che Ella non lascerebbe lesue figlie in tanta necessità! E Maria infatti non vennemeno alla fiducia in Lei riposta; la sorgente fu scoper-ta(1) e la statua di Maria non tardò ad innalzarsi là vici-no in segno di riconoscenza, e la si battezzò col nome diNostra Signora delle Acque.

1 È piuttosto un rivolo d’acqua che passa in una parte del giardino; la sorgen-te è fuori del Convento.

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Una sorgente scoperta in seguito a preghiere; unaVergine che aveva, come ella diceva, un qualche cosa disomigliante a quella che aveva veduto, rappresentavaper Bernadetta un piccolo cantuccio di Lourdes. Tutte lestatue le parevano così lontane dall’ideale, dalla beltàceleste che aveva veduto, che dinanzi ad ogni immaginedella Vergine si profondeva in atti di ammenda onorevo-le: «Oh! quanto venite sfigurata, Madre mia!». – Questiartisti quando vi vedranno, rimarranno con un palmo dinaso!».

Un giorno chiamando a sè una delle sue compagne:«Vedete, le disse, questo gozzo che hanno fatto alla San-tissima Vergine? Io non ho mai detto che Ella alzasse latesta, ma soltanto che alzava gli occhi. Non posso com-prendere come mai si osino fare tali caricature, trattan-dosi di Maria». Le si domandò una volta: «Ma era dun-que bella? – Così bella che una volta veduta, non si puòpiù amare cosa alcuna sulla terra.

Però, siccome nel contemplare le statue il suo pensie-ro si portava più in alto, fu veduta un giorno attraversouna porta semi-aperta dell’infermeria, dove si trovavada sola a ripulire i mobili, rimanere a lungo immobilecon lo spolveraccio in mano vicino al camino, ove posa-va una statua dello Vergine: teneva l'occhio fisso sul’immagine della dolce Madonna, e le sorrideva tenera-

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Una sorgente scoperta in seguito a preghiere; unaVergine che aveva, come ella diceva, un qualche cosa disomigliante a quella che aveva veduto, rappresentavaper Bernadetta un piccolo cantuccio di Lourdes. Tutte lestatue le parevano così lontane dall’ideale, dalla beltàceleste che aveva veduto, che dinanzi ad ogni immaginedella Vergine si profondeva in atti di ammenda onorevo-le: «Oh! quanto venite sfigurata, Madre mia!». – Questiartisti quando vi vedranno, rimarranno con un palmo dinaso!».

Un giorno chiamando a sè una delle sue compagne:«Vedete, le disse, questo gozzo che hanno fatto alla San-tissima Vergine? Io non ho mai detto che Ella alzasse latesta, ma soltanto che alzava gli occhi. Non posso com-prendere come mai si osino fare tali caricature, trattan-dosi di Maria». Le si domandò una volta: «Ma era dun-que bella? – Così bella che una volta veduta, non si puòpiù amare cosa alcuna sulla terra.

Però, siccome nel contemplare le statue il suo pensie-ro si portava più in alto, fu veduta un giorno attraversouna porta semi-aperta dell’infermeria, dove si trovavada sola a ripulire i mobili, rimanere a lungo immobilecon lo spolveraccio in mano vicino al camino, ove posa-va una statua dello Vergine: teneva l'occhio fisso sul’immagine della dolce Madonna, e le sorrideva tenera-

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mente... poi, prendendola tra le mani, la baciava con ri-spetto, e non la rimetteva al suo posto che per riprenderela sua occupazione.

«Nel 1872 trovandomi alla Casa-Madre per gli eserci-zi spirituali, scrive una religiosa, incontrai Suor Maria-Bernarda in compagnia della Madre Stanislao Crosniere di due suore di Lourdes. Colsi l’occasione per rimet-terle da parte della mia Superiora una incisione rappre-sentante la Santa Vergine con una giovinetta prostrata aisuoi piedi che la mirava con amore.

Nel vedere quest’immagine Suor Maria-Bernarda sol-levò gli occhi al cielo, la sua figura s’animò ed il suosguardo prese un’espressione impossibile a definirsi,talmente che ne restammo tutte colpite. Subito dopo ve-demmo una lacrima discendere dal suo ciglio, e, guar-dandoci, ci disse tutta commossa: È così che dovremmosempre essere con la Vergine Santa: come altrettante fi-glie vicino alla loro buona madre».

Ed erano appunto quelle le sue disposizioni; non c’erabisogno di molta chiaroveggenza per vedere che era tut-ta immersa nell’amore della Madre sua divina. Amatela,diceva alle sue compagne; oh! se sapeste quanto è buo-na! mettetevi sotto la sua protezione; non lo farete maiinvano».

Quando aveva qualche momento di libertà correva

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mente... poi, prendendola tra le mani, la baciava con ri-spetto, e non la rimetteva al suo posto che per riprenderela sua occupazione.

«Nel 1872 trovandomi alla Casa-Madre per gli eserci-zi spirituali, scrive una religiosa, incontrai Suor Maria-Bernarda in compagnia della Madre Stanislao Crosniere di due suore di Lourdes. Colsi l’occasione per rimet-terle da parte della mia Superiora una incisione rappre-sentante la Santa Vergine con una giovinetta prostrata aisuoi piedi che la mirava con amore.

Nel vedere quest’immagine Suor Maria-Bernarda sol-levò gli occhi al cielo, la sua figura s’animò ed il suosguardo prese un’espressione impossibile a definirsi,talmente che ne restammo tutte colpite. Subito dopo ve-demmo una lacrima discendere dal suo ciglio, e, guar-dandoci, ci disse tutta commossa: È così che dovremmosempre essere con la Vergine Santa: come altrettante fi-glie vicino alla loro buona madre».

Ed erano appunto quelle le sue disposizioni; non c’erabisogno di molta chiaroveggenza per vedere che era tut-ta immersa nell’amore della Madre sua divina. Amatela,diceva alle sue compagne; oh! se sapeste quanto è buo-na! mettetevi sotto la sua protezione; non lo farete maiinvano».

Quando aveva qualche momento di libertà correva

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subito in cappella, dove si era sicuri di trovarla inginoc-chiata a’ pie’ dell’altare di Maria, ed immersa in profon-da orazione; ovvero nascosta in un angolo, prostrata a’pie’ della Vergine del Noviziato, per sempre più isolarsida tutto ciò che la circondava (1).

«Vedo ancora la sua fisionomia, racconta una Suora,quando preparava mazzi di fiori per l’altare della Vergi-ne Santa; ma oh! quanto più soave e gradita alla suaMadre Immacolata doveva essere il profumo dell’animasua».

E per conoscerlo questo profumo apriamo il libro del-le sue note intime; sentiremo ad ogni pagina palpitare ilcuore della «figlia fedele di Maria».

Ella comincia così: Giornale dedicato alla Regina delCielo: Mese di Maggio 1866.

«Oh! com’era felice l’anima mia quand’avevo la gio-ia di contemplarvi, o Madre mia! Quanto godo nel ri-cordare quei dolci momenti passati sotto i vostri occhipieni di bontà e di misericordia per noi».

E subito dopo rivolge alla sua Celeste Regina unapreghiera per ottenere la virtù dell’umiltà (2), poi conti-nua: «Voi sapete quanto grande sarebbe la mia felicità diconsacrarmi a Dio nello stato religioso per poter meglio

1 Sono le religiose, sue compagne, che parlano così.2 È quella stessa che venne da noi riferita nel capitolo «La Religiosa».

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subito in cappella, dove si era sicuri di trovarla inginoc-chiata a’ pie’ dell’altare di Maria, ed immersa in profon-da orazione; ovvero nascosta in un angolo, prostrata a’pie’ della Vergine del Noviziato, per sempre più isolarsida tutto ciò che la circondava (1).

«Vedo ancora la sua fisionomia, racconta una Suora,quando preparava mazzi di fiori per l’altare della Vergi-ne Santa; ma oh! quanto più soave e gradita alla suaMadre Immacolata doveva essere il profumo dell’animasua».

E per conoscerlo questo profumo apriamo il libro del-le sue note intime; sentiremo ad ogni pagina palpitare ilcuore della «figlia fedele di Maria».

Ella comincia così: Giornale dedicato alla Regina delCielo: Mese di Maggio 1866.

«Oh! com’era felice l’anima mia quand’avevo la gio-ia di contemplarvi, o Madre mia! Quanto godo nel ri-cordare quei dolci momenti passati sotto i vostri occhipieni di bontà e di misericordia per noi».

E subito dopo rivolge alla sua Celeste Regina unapreghiera per ottenere la virtù dell’umiltà (2), poi conti-nua: «Voi sapete quanto grande sarebbe la mia felicità diconsacrarmi a Dio nello stato religioso per poter meglio

1 Sono le religiose, sue compagne, che parlano così.2 È quella stessa che venne da noi riferita nel capitolo «La Religiosa».

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servire Voi ed il Vostro divin Figlio. Togliete, ve ne pre-go, tutti gli ostacoli che potrebbero esistere, poichè me-glio di qualsiasi altro Voi lo potete fare».

Arrivata poi al compimento dei suoi voti e raggiuntal’oasi della vita religiosa, si prefiggeva come program-ma della sua vita, le parole rivoltele dal suo Direttore(1).

«Collocatevi nel cuore di Maria e rimanetevi. Fateneil vostro soggiorno favorito in terra». E questo program-ma doveva, per così dire, seguirlo alla lettera sino allafine dei suoi giorni.

Accadeva talvolta che la tentazione venisse a tormen-tarle l’anima? Eccola indirizzarsi alla Madre sua: «OMaria, custodite Voi Gesù nel mio cuore! Non più lamia volontà, o Madre mia buona, ma la vostra che èquella di Gesù.

«O Maria, mia dolce Madre, ecco la vostra figlia chenon ne può più. Gettate uno sguardo materno sui suoibisogni e sulle sue miserie spirituali. Abbiate pietà dime; fate che un giorno possa essere con Voi in Cielo!

«Farò tutto pel Cielo, là sarà la patria mia; là io tro-verò la dolce Madre mia in tutto lo splendore della suagloria, e con lei godrò della felicità, di possedere lostesso Gesù senza timore di perderlo mai più».

1 R. P. Douce S. M.

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servire Voi ed il Vostro divin Figlio. Togliete, ve ne pre-go, tutti gli ostacoli che potrebbero esistere, poichè me-glio di qualsiasi altro Voi lo potete fare».

Arrivata poi al compimento dei suoi voti e raggiuntal’oasi della vita religiosa, si prefiggeva come program-ma della sua vita, le parole rivoltele dal suo Direttore(1).

«Collocatevi nel cuore di Maria e rimanetevi. Fateneil vostro soggiorno favorito in terra». E questo program-ma doveva, per così dire, seguirlo alla lettera sino allafine dei suoi giorni.

Accadeva talvolta che la tentazione venisse a tormen-tarle l’anima? Eccola indirizzarsi alla Madre sua: «OMaria, custodite Voi Gesù nel mio cuore! Non più lamia volontà, o Madre mia buona, ma la vostra che èquella di Gesù.

«O Maria, mia dolce Madre, ecco la vostra figlia chenon ne può più. Gettate uno sguardo materno sui suoibisogni e sulle sue miserie spirituali. Abbiate pietà dime; fate che un giorno possa essere con Voi in Cielo!

«Farò tutto pel Cielo, là sarà la patria mia; là io tro-verò la dolce Madre mia in tutto lo splendore della suagloria, e con lei godrò della felicità, di possedere lostesso Gesù senza timore di perderlo mai più».

1 R. P. Douce S. M.

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E nel dolore, nelle pene con quanta semplicità andavaad attingere forza e coraggio nel cuore di Maria!

«Quando mi troverò sotto il colpo della prova perparte delle creature, o in braccio alla tentazione e alladesolazione dell’anima mia, verrò a rifugiarmi nel vo-stro cuore, o mia buona Madre, ed a pregarvi di non la-sciarmi perire, ma piuttosto d’accordarmi la graziad’essere sottomessa e confidente nella prova e di soffri-re a vostro esempio con amore. A vostra somiglianzastarò a pie’ della Croce, se tale è la volontà del vostrocaro Figlio.

«O Madre Santissima dei mio Gesù, che avete visto esentito l’estrema desolazione del Vostro caro Figlio, as-sistetemi nel tempo della mia.

«O Madre mia, è nel vostro cuore che vengo a depor-re le angosce del mio cuore e ad attingere forza e co-raggio».

Alla Vergine s’indirizzava pure con una specie di lita-nie di confidenza e d’amore.

«O Madre mia, offritemi a Gesù!«O Madre mia, prendete il mio cuore ed introducete-

lo nel cuore di Gesù.«O Madre mia, che il mio cuore inabissato nel vostro

non abbia altro amore che l’amore alla volontà del miodivino Maestro.

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E nel dolore, nelle pene con quanta semplicità andavaad attingere forza e coraggio nel cuore di Maria!

«Quando mi troverò sotto il colpo della prova perparte delle creature, o in braccio alla tentazione e alladesolazione dell’anima mia, verrò a rifugiarmi nel vo-stro cuore, o mia buona Madre, ed a pregarvi di non la-sciarmi perire, ma piuttosto d’accordarmi la graziad’essere sottomessa e confidente nella prova e di soffri-re a vostro esempio con amore. A vostra somiglianzastarò a pie’ della Croce, se tale è la volontà del vostrocaro Figlio.

«O Madre Santissima dei mio Gesù, che avete visto esentito l’estrema desolazione del Vostro caro Figlio, as-sistetemi nel tempo della mia.

«O Madre mia, è nel vostro cuore che vengo a depor-re le angosce del mio cuore e ad attingere forza e co-raggio».

Alla Vergine s’indirizzava pure con una specie di lita-nie di confidenza e d’amore.

«O Madre mia, offritemi a Gesù!«O Madre mia, prendete il mio cuore ed introducete-

lo nel cuore di Gesù.«O Madre mia, che il mio cuore inabissato nel vostro

non abbia altro amore che l’amore alla volontà del miodivino Maestro.

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«Che coll’anima mia unita alla vostra cominci qui interra a glorificare il Signore con un perenne omaggio diperfetta sottomissione.

«O Maria ricevete il mio cuore come una vittimaespiatrice per le mie colpe; stritolatelo per mezzo deldolore.

«O Madre mia, vi faccio il sacrifizio di tutte quante lecreature, affinchè il mio cuore non sia più d’altri che diVoi e del mio Gesù.

«O Madre mia, venite in mio soccorso; concedetemila grazia di morire a me stessa per non più vivere chedel mio dolce Gesù e pel mio Gesù.

«O Madre mia, Fiat! per la vita. Fiat! pel dolore.Fiat! per la morte. Fiat! per l’eternità, o Madre, nel vo-stro dolce cuore».

Questi inviti della «figlia fedele di Maria» ci fannopresentire «la vittima».

Seguiamola, e la vedremo esalare l’ultimo respiro inun’ultima preghiera alla sua Madre del Cielo.

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«Che coll’anima mia unita alla vostra cominci qui interra a glorificare il Signore con un perenne omaggio diperfetta sottomissione.

«O Maria ricevete il mio cuore come una vittimaespiatrice per le mie colpe; stritolatelo per mezzo deldolore.

«O Madre mia, vi faccio il sacrifizio di tutte quante lecreature, affinchè il mio cuore non sia più d’altri che diVoi e del mio Gesù.

«O Madre mia, venite in mio soccorso; concedetemila grazia di morire a me stessa per non più vivere chedel mio dolce Gesù e pel mio Gesù.

«O Madre mia, Fiat! per la vita. Fiat! pel dolore.Fiat! per la morte. Fiat! per l’eternità, o Madre, nel vo-stro dolce cuore».

Questi inviti della «figlia fedele di Maria» ci fannopresentire «la vittima».

Seguiamola, e la vedremo esalare l’ultimo respiro inun’ultima preghiera alla sua Madre del Cielo.

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VI.LA VITTIMA – ULTIMI GIORNI – MORTE.

«Occorre a Dio il suo spettacolo» disse già Bossuet; equale spettacolo più degno di colpire il suo sguardo di-vino che un’anima che porta su di sè stessa scolpito unriflesso della Regina del Cielo, e che ha per aureola losplendore della croce? A questi tratti chi non riconosce-rebbe Suor Maria-Bernarda? Umiltà, carità! ecco il ri-flesso dell’Immacolata su di lei. Sofferenza in tutte lesue forme: ecco la sua aureola. Quest’anima riceverà ilbattesimo del dolore, sarà vittima.

È necessario che l’ostia sia bianca; e lo era! Ascoltia-mo infatti questo racconto; esso è semplice, ma qualbellezza ci rivela!

Sul finire dell’ottobre 1876, narra una religiosa, men-tre riconducevo Suor Maria-Bernarda all’infermeria,dopo una istruzione fatta dal nostro Cappellano alle No-vizie, questa mi disse: «O Serafino (1), quanto sono sta-ta contenta nel sentire questa istruzione!

– E perchè? Il Predicatore ha parlato del peccato.– E’ vero; ma non avete inteso quello che ha detto?– E che cosa?

1 Suor Maria-Bernarda chiamava questa suora «Serafino» perchè in un dialo-go recitato in occasione della festa della Madre Maestra aveva rappresenta-lo questa parte.

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VI.LA VITTIMA – ULTIMI GIORNI – MORTE.

«Occorre a Dio il suo spettacolo» disse già Bossuet; equale spettacolo più degno di colpire il suo sguardo di-vino che un’anima che porta su di sè stessa scolpito unriflesso della Regina del Cielo, e che ha per aureola losplendore della croce? A questi tratti chi non riconosce-rebbe Suor Maria-Bernarda? Umiltà, carità! ecco il ri-flesso dell’Immacolata su di lei. Sofferenza in tutte lesue forme: ecco la sua aureola. Quest’anima riceverà ilbattesimo del dolore, sarà vittima.

È necessario che l’ostia sia bianca; e lo era! Ascoltia-mo infatti questo racconto; esso è semplice, ma qualbellezza ci rivela!

Sul finire dell’ottobre 1876, narra una religiosa, men-tre riconducevo Suor Maria-Bernarda all’infermeria,dopo una istruzione fatta dal nostro Cappellano alle No-vizie, questa mi disse: «O Serafino (1), quanto sono sta-ta contenta nel sentire questa istruzione!

– E perchè? Il Predicatore ha parlato del peccato.– E’ vero; ma non avete inteso quello che ha detto?– E che cosa?

1 Suor Maria-Bernarda chiamava questa suora «Serafino» perchè in un dialo-go recitato in occasione della festa della Madre Maestra aveva rappresenta-lo questa parte.

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– Il predicatore disse che non si commette peccatoche quando lo si vuol commettere. Ora, io non mi ricor-do di aver mai voluto commettere un sol peccato in tuttala vita mia; dunque non ne ho commessi; e questo èquello che mi rende tanto contenta!

Ed ecco un’altra ragione per cui a quest’anima cosìpura Iddio riserbava quasi unicamente quelle «deliziedivinamente nascoste in quel miele misterioso di cuiparlano le Scritture, che si raccoglie sulle pietre, ed inquell’olio celeste che scorre dalla roccia di granito» (1).

Suor Maria-Bernarda conobbe infatti il triplice marti-rio del corpo, del cuore, dell’anima. Quantunque tutto ciporti a credere che abbia riserbato per Nostro Signore. efors’anco pel suo Direttore, il segreto delle sofferenzedell’anima sua, tuttavia una parola, lasciatasi sfuggirecon una delle sue amiche d’infanzia, divenuta più tardisua sorella in religione, ci appare molto significativa.Essendo un dì Suor Maria-Bernarda tormentata da unaviolenta crisi d’asma, e compiangendola questa suacompagna: «Oh! sì, le rispose, è certo cosa molto dolo-rosa il non poter respirare, ma oh! quanto è più dolorosol’essere torturata da pene interne! E’ cosa terribile».

I consigli del suo Direttore e le sue note intime ci ri-velano maggiormente il martirio del suo cuore.

1 Deut. XXXII, 3.

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– Il predicatore disse che non si commette peccatoche quando lo si vuol commettere. Ora, io non mi ricor-do di aver mai voluto commettere un sol peccato in tuttala vita mia; dunque non ne ho commessi; e questo èquello che mi rende tanto contenta!

Ed ecco un’altra ragione per cui a quest’anima cosìpura Iddio riserbava quasi unicamente quelle «deliziedivinamente nascoste in quel miele misterioso di cuiparlano le Scritture, che si raccoglie sulle pietre, ed inquell’olio celeste che scorre dalla roccia di granito» (1).

Suor Maria-Bernarda conobbe infatti il triplice marti-rio del corpo, del cuore, dell’anima. Quantunque tutto ciporti a credere che abbia riserbato per Nostro Signore. efors’anco pel suo Direttore, il segreto delle sofferenzedell’anima sua, tuttavia una parola, lasciatasi sfuggirecon una delle sue amiche d’infanzia, divenuta più tardisua sorella in religione, ci appare molto significativa.Essendo un dì Suor Maria-Bernarda tormentata da unaviolenta crisi d’asma, e compiangendola questa suacompagna: «Oh! sì, le rispose, è certo cosa molto dolo-rosa il non poter respirare, ma oh! quanto è più dolorosol’essere torturata da pene interne! E’ cosa terribile».

I consigli del suo Direttore e le sue note intime ci ri-velano maggiormente il martirio del suo cuore.

1 Deut. XXXII, 3.

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«Dio colloca sempre la croce là ove i sentimenti sonopiù vivi». Egli conosceva l’amore figliale di Suor Ma-ria- Bernarda per le sue Superiore ed è perciò che posetra le loro mani lo scalpello destinato ad operare questomartirio.

Abbiamo già fatto conoscere ai nostri lettori la MadreGiuseppina Imbert. Di lei fu detto «che, benchè dotatadi una testa d’uomo, possedeva un cuore di donna e chesapeva mirabilmente conciliare la testa col cuore. Pa-ventava però a tal punto per la privilegiata di Lourdesgli effetti disastrosi dell’orgoglio che al riguardo di lei lasua testa sola agiva.

«Reputava quindi suo dovere di trattarla con freddez-za, anzi con rigore e di umiliarla in ogni occasione. Ben-chè ciò costasse molto al suo cuore, pure sostenne sinoalla fine la parte che si era imposta; ciò che del resto, èuna prova evidente dell’alta stima che questa grande in-telligenza aveva della virtù di Bernadetta (1).

E questa soffriva; e soffriva forse tanto più vivamentein quanto che il modo di trattare della Madre sia con lenovizie sia con le professe, era ben diverso; si diportavainfatti con una bontà tale che conquistava i cuori.

Per tutti, e sempre, aveva una di quelle parole conso-lanti, delicate, soprannaturali che rialzano, fortificano e

1 Monsignor FORCADE, Opera citata.

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«Dio colloca sempre la croce là ove i sentimenti sonopiù vivi». Egli conosceva l’amore figliale di Suor Ma-ria- Bernarda per le sue Superiore ed è perciò che posetra le loro mani lo scalpello destinato ad operare questomartirio.

Abbiamo già fatto conoscere ai nostri lettori la MadreGiuseppina Imbert. Di lei fu detto «che, benchè dotatadi una testa d’uomo, possedeva un cuore di donna e chesapeva mirabilmente conciliare la testa col cuore. Pa-ventava però a tal punto per la privilegiata di Lourdesgli effetti disastrosi dell’orgoglio che al riguardo di lei lasua testa sola agiva.

«Reputava quindi suo dovere di trattarla con freddez-za, anzi con rigore e di umiliarla in ogni occasione. Ben-chè ciò costasse molto al suo cuore, pure sostenne sinoalla fine la parte che si era imposta; ciò che del resto, èuna prova evidente dell’alta stima che questa grande in-telligenza aveva della virtù di Bernadetta (1).

E questa soffriva; e soffriva forse tanto più vivamentein quanto che il modo di trattare della Madre sia con lenovizie sia con le professe, era ben diverso; si diportavainfatti con una bontà tale che conquistava i cuori.

Per tutti, e sempre, aveva una di quelle parole conso-lanti, delicate, soprannaturali che rialzano, fortificano e

1 Monsignor FORCADE, Opera citata.

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consolano, tanto che ognuna si credeva di esserel’oggetto d’una benevolenza speciale da parte sua.

Soltanto per Suor Maria-Bernarda aveva modi severie crocifiggenti che martoriavano il cuore della giovanereligiosa, e la facevano sempre più rinchiudersi in sèstessa, quando così volentieri avrebbe voluto aprirsi adun santo affetto. Ma ciò nonostante taceva; e mai un la-mento uscì dalle sue labbra.

Il suo Direttore l’incoraggiava in questa via: «Tenete-vi sempre stretta a Nostro Signore nel suo santo Taber-nacolo, le diceva: penetrate sempre più avanti e non neuscite più. Osservate questo buon Maestro; Egli soffresenza mai dir nulla; non dà neppure segno di vita, Egli,che potrebbe ridurre tutto al nulla.

«Ricordate sovente, la parola che vi disse la VergineSanta: Penitenza! Penitenza! Dovete essere la prima ametterla in pratica; perciò soffrite tutto in silenzio conquesta intenzione che Gesù e Maria siano glorificati!».

«Sì, scriveva Suor Maria-Bernarda nelle sue note inti-me, all’esempio di Gesù e per amore di Gesù porterò lacroce nascosta nel mio cuore con coraggio e con gene-rosità!

«Oh! sì, mio Gesù! D’ora innanzi siate Voi solo ilmio tutto e la mia vita. Vi seguirò ovunque andrete».

E quando sentiva la tristezza impadronirsi dell’anima

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consolano, tanto che ognuna si credeva di esserel’oggetto d’una benevolenza speciale da parte sua.

Soltanto per Suor Maria-Bernarda aveva modi severie crocifiggenti che martoriavano il cuore della giovanereligiosa, e la facevano sempre più rinchiudersi in sèstessa, quando così volentieri avrebbe voluto aprirsi adun santo affetto. Ma ciò nonostante taceva; e mai un la-mento uscì dalle sue labbra.

Il suo Direttore l’incoraggiava in questa via: «Tenete-vi sempre stretta a Nostro Signore nel suo santo Taber-nacolo, le diceva: penetrate sempre più avanti e non neuscite più. Osservate questo buon Maestro; Egli soffresenza mai dir nulla; non dà neppure segno di vita, Egli,che potrebbe ridurre tutto al nulla.

«Ricordate sovente, la parola che vi disse la VergineSanta: Penitenza! Penitenza! Dovete essere la prima ametterla in pratica; perciò soffrite tutto in silenzio conquesta intenzione che Gesù e Maria siano glorificati!».

«Sì, scriveva Suor Maria-Bernarda nelle sue note inti-me, all’esempio di Gesù e per amore di Gesù porterò lacroce nascosta nel mio cuore con coraggio e con gene-rosità!

«Oh! sì, mio Gesù! D’ora innanzi siate Voi solo ilmio tutto e la mia vita. Vi seguirò ovunque andrete».

E quando sentiva la tristezza impadronirsi dell’anima

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sua: «Qual follìa di ripiegarsi sopra di sè, quando No-stro Signore ci domanda la mano per inchiodarla sullacroce. D’ora innanzi quanto più sarò crocifissa, tantopiù me ne rallegrerò!

«Mio Dio, datemi, ve ne prego, l’amore della croce!»Accanto alla Superiora Generale si trovava la Maestra

delle Novizie, Madre Maria Teresa Vauzou. Rare qualitàdi spirito e di cuore, e grande nobiltà d’animo concorre-vano a fare di lei una donna eccezionale che i suffragidelle sue sorelle dovevano collocare più tardi per diciot-to anni consecutivi alla testa del suo Istituto.

Era una religiosa che, come già dicemmo, aveva lapassione di lavorare le anime; e i lettori non ignorano aquali prove sottomise Suor Maria-Bernarda durante ilsuo Noviziato. Il buon Dio, visitando la Madre Generalecon la croce della malattia, per cui assai frequentementele sue figlie erano private del piacere di averla in mezzoa loro, permise che una parte della sua autorità sullesuore professe, passasse nelle mani della Madre Maria-Teresa, che suppliva in queste circostanze la Superiora.Era scritto nei divini disegni che la Maestra delle Novi-zie s’unisse alla Superiora per compiere quel lavorìo mi-sterioso che doveva perfezionare la sua vittima.

Ed affine di rendere più agevole al cuore sì grande edamoroso della Madre Maria-Teresa questa missione di

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sua: «Qual follìa di ripiegarsi sopra di sè, quando No-stro Signore ci domanda la mano per inchiodarla sullacroce. D’ora innanzi quanto più sarò crocifissa, tantopiù me ne rallegrerò!

«Mio Dio, datemi, ve ne prego, l’amore della croce!»Accanto alla Superiora Generale si trovava la Maestra

delle Novizie, Madre Maria Teresa Vauzou. Rare qualitàdi spirito e di cuore, e grande nobiltà d’animo concorre-vano a fare di lei una donna eccezionale che i suffragidelle sue sorelle dovevano collocare più tardi per diciot-to anni consecutivi alla testa del suo Istituto.

Era una religiosa che, come già dicemmo, aveva lapassione di lavorare le anime; e i lettori non ignorano aquali prove sottomise Suor Maria-Bernarda durante ilsuo Noviziato. Il buon Dio, visitando la Madre Generalecon la croce della malattia, per cui assai frequentementele sue figlie erano private del piacere di averla in mezzoa loro, permise che una parte della sua autorità sullesuore professe, passasse nelle mani della Madre Maria-Teresa, che suppliva in queste circostanze la Superiora.Era scritto nei divini disegni che la Maestra delle Novi-zie s’unisse alla Superiora per compiere quel lavorìo mi-sterioso che doveva perfezionare la sua vittima.

Ed affine di rendere più agevole al cuore sì grande edamoroso della Madre Maria-Teresa questa missione di

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perfezionamento che Egli intendeva compiere per mez-zo di lei in quest’anima, permise, come già dicemmo,che il suo occhio, benchè tanto perspicace, non arrivassemai a scoprire le ricchezze della vita interiore di SuorMaria- Bernarda. E ciò era necessario perchè potessegiustificare innanzi alla sua coscienza rettissima e deli-cata certe severità eccessive, che potrebbero sorprender-ci, se non ci si vedesse la mano di Dio. Era Dio stessoche crocifiggeva; le creature, non erano che istrumenti.E ciò era tanto vero chi la Madre Maria-Teresa medesi-ma si stupiva più tardi di avere esercitato tali rigori, e nerisentiva non poche inquietudini. Ma Iddio, che si eraservito di lei, dispose per tranquillizzarla che in una vi-sita che fece alle case del Mezzodì della Francias’incontrasse con un santo religioso, il P. Giovanni Ab-bate di Fontfroide, ritenuto dalla pubblica opinione inconto di Taumaturgo. Costui, a quanto poi raccontò ellastessa, la rassicurò e le aprì nuovi orizzonti sulle vie chetiene Dio nella condotta delle anime.

Le Suore, per parte loro, veneravano la loro compa-gna; ma credendo di entrare nelle viste delle loro Supe-riore conservavano per lo più i loro sentimenti di vene-razione nascosti nell’intimo del cuore.

C’è di più ancora: è un fatto che l’azione del Signoresulle anime sfugge talvolta anche alle menti più illumi-

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perfezionamento che Egli intendeva compiere per mez-zo di lei in quest’anima, permise, come già dicemmo,che il suo occhio, benchè tanto perspicace, non arrivassemai a scoprire le ricchezze della vita interiore di SuorMaria- Bernarda. E ciò era necessario perchè potessegiustificare innanzi alla sua coscienza rettissima e deli-cata certe severità eccessive, che potrebbero sorprender-ci, se non ci si vedesse la mano di Dio. Era Dio stessoche crocifiggeva; le creature, non erano che istrumenti.E ciò era tanto vero chi la Madre Maria-Teresa medesi-ma si stupiva più tardi di avere esercitato tali rigori, e nerisentiva non poche inquietudini. Ma Iddio, che si eraservito di lei, dispose per tranquillizzarla che in una vi-sita che fece alle case del Mezzodì della Francias’incontrasse con un santo religioso, il P. Giovanni Ab-bate di Fontfroide, ritenuto dalla pubblica opinione inconto di Taumaturgo. Costui, a quanto poi raccontò ellastessa, la rassicurò e le aprì nuovi orizzonti sulle vie chetiene Dio nella condotta delle anime.

Le Suore, per parte loro, veneravano la loro compa-gna; ma credendo di entrare nelle viste delle loro Supe-riore conservavano per lo più i loro sentimenti di vene-razione nascosti nell’intimo del cuore.

C’è di più ancora: è un fatto che l’azione del Signoresulle anime sfugge talvolta anche alle menti più illumi-

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nate; essa è come una specie di mistero che bisogna pe-netrare, ma chi pensa a sollevarne il velo? E confessia-molo: nel caso nostro molte religiose non ardirono farlo,e quindi non videro per nulla Iddio nella maniera rigoro-sa di procedere delle loro Superiore a riguardo della lorosorella, e forse arrivò loro, senza che se ne avvedessero,di contribuire all’opera di Nostro Signore su quest’ani-ma di cui Egli voleva fare una vittima.

E Suor Maria-Bernarda che faceva? S’abbandonavaintieramente al suo divin Maestro, in Lui solo trovavaogni suo conforto. Apriamo il libro delle sue confiden-ze, che ci ha già rivelato tanti segreti dell’anima sua econtinuiamo a leggervi:

«Nella sofferenza fisica e morale, una Sposa di GesùCristo non deve lasciarsi sfuggire che queste parole: Sì,o mio Dio, senza se, e senza ma.

«Mio Dio, se non mi è dato di versare il mio sangue,dare la mia vita per Voi, voglio almeno morire a tuttociò che vi dispiace. Croce del mio Salvatore, Croce san-ta, Croce adorabile, in te sola metto la mia speranza, lamia forza, la mia gioia.

E’ nel Cuore di Gesù che voglio imparare a soffrire ead amare; è nel Cuore di Gesù che troverò la vera con-solazione.

«O Gesù! o Gesù! io non sento più la croce, quando

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nate; essa è come una specie di mistero che bisogna pe-netrare, ma chi pensa a sollevarne il velo? E confessia-molo: nel caso nostro molte religiose non ardirono farlo,e quindi non videro per nulla Iddio nella maniera rigoro-sa di procedere delle loro Superiore a riguardo della lorosorella, e forse arrivò loro, senza che se ne avvedessero,di contribuire all’opera di Nostro Signore su quest’ani-ma di cui Egli voleva fare una vittima.

E Suor Maria-Bernarda che faceva? S’abbandonavaintieramente al suo divin Maestro, in Lui solo trovavaogni suo conforto. Apriamo il libro delle sue confiden-ze, che ci ha già rivelato tanti segreti dell’anima sua econtinuiamo a leggervi:

«Nella sofferenza fisica e morale, una Sposa di GesùCristo non deve lasciarsi sfuggire che queste parole: Sì,o mio Dio, senza se, e senza ma.

«Mio Dio, se non mi è dato di versare il mio sangue,dare la mia vita per Voi, voglio almeno morire a tuttociò che vi dispiace. Croce del mio Salvatore, Croce san-ta, Croce adorabile, in te sola metto la mia speranza, lamia forza, la mia gioia.

E’ nel Cuore di Gesù che voglio imparare a soffrire ead amare; è nel Cuore di Gesù che troverò la vera con-solazione.

«O Gesù! o Gesù! io non sento più la croce, quando

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penso alla Vostra.«Per amore di Gesù mi farò violenza nelle più piccole

occasioni.«Mio Gesù, io soffro e pur vi amo…«Soffro... Ma è a Voi, mio Consolatore, che senza

posa s’innalzano i miei gemiti. E’ nel vostro Cuore ado-rabile che verso le lacrime; è a questo Cuore che confi-do i miei sospiri, le mie angosce; alle sue amarezze.Fate, o mio Gesù, che questa santa unione le santifichi.

«O Gesù, datemi, ve ne prego, il pane della pazienzaper sopportare le pene che il mio cuore soffre; o GesùVoi mi volete Crocifissa... Fiat!

«Datemi il pane della forza per ben soffrire, il pane dinon vedere più che Voi in tutto e sempre».

E faceva sue queste parole che troviamo fra le suenote:

«O Gesù, custoditemi sotto il vessillo della vostraCroce. Fate che il Crocifisso non sia soltanto sotto imiei occhi, sul mio petto, ma ancora nei mio cuore, vi-vente in me; fate di più che sia io stessa questa crocifis-sa, trasformata in Lui con l’unione Eucaristica, con lameditazione della sua vita, coi sentimenti più intimi delsuo Cuore, attirando le anime non già a me, ma a Luidall’alto di questa Croce, dove, viva, il suo amore m’hainchiodata per sempre».

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penso alla Vostra.«Per amore di Gesù mi farò violenza nelle più piccole

occasioni.«Mio Gesù, io soffro e pur vi amo…«Soffro... Ma è a Voi, mio Consolatore, che senza

posa s’innalzano i miei gemiti. E’ nel vostro Cuore ado-rabile che verso le lacrime; è a questo Cuore che confi-do i miei sospiri, le mie angosce; alle sue amarezze.Fate, o mio Gesù, che questa santa unione le santifichi.

«O Gesù, datemi, ve ne prego, il pane della pazienzaper sopportare le pene che il mio cuore soffre; o GesùVoi mi volete Crocifissa... Fiat!

«Datemi il pane della forza per ben soffrire, il pane dinon vedere più che Voi in tutto e sempre».

E faceva sue queste parole che troviamo fra le suenote:

«O Gesù, custoditemi sotto il vessillo della vostraCroce. Fate che il Crocifisso non sia soltanto sotto imiei occhi, sul mio petto, ma ancora nei mio cuore, vi-vente in me; fate di più che sia io stessa questa crocifis-sa, trasformata in Lui con l’unione Eucaristica, con lameditazione della sua vita, coi sentimenti più intimi delsuo Cuore, attirando le anime non già a me, ma a Luidall’alto di questa Croce, dove, viva, il suo amore m’hainchiodata per sempre».

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E qui si presenta l’occasione di far menzione della se-conda assistente della Superiora Generale: Madre Nata-lia Portal e della Segretaria Generale: Madre EleonoraCassagnes, le quali mai non cessarono dal fondo delloro cuore di ringraziare l’Immacolata d’aver affidatoquesto tesoro alla famiglia delle Suore di Nevers. Ap-prezzando al giusto valore quanto vi era di eroico nellesofferenze continue, sopportate con tanta amabile gene-rosità da Suor Maria-Bernarda, avevano una sincera am-mirazione per lei. Discretamente quindi la circondavanodel loro affetto soprannaturale e l’aiutavano coi loro in-coraggiamenti. La Madre Eleonora sopratutto fu per do-dici anni l’amica, la confidente della Privilegiata di Ma-ria; tra queste due anime si era creata una santa affinità,ed ambedue, animate da un santo amore di Dio, ne zela-vano la gloria col domandargli nelle loro preghiere laconversione dei peccatori e la maggior diffusione delsuo regno.

Ci sarà lecito di anticipare gli avvenimenti? Nell’otto-bre del 1906, la fama di santità di Suor Maria-Bernarda,morta ventisette anni prima, diffondendosi sempre più, ela Superiora Generale prevedendo che entrerebbe nei di-segni di Dio di fare autenticare, se possiamo così espri-merci, questa santità dalla Chiesa, pregò la Madre Eleo-nora, giacente in quell’epoca gravissimamente ammala-

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E qui si presenta l’occasione di far menzione della se-conda assistente della Superiora Generale: Madre Nata-lia Portal e della Segretaria Generale: Madre EleonoraCassagnes, le quali mai non cessarono dal fondo delloro cuore di ringraziare l’Immacolata d’aver affidatoquesto tesoro alla famiglia delle Suore di Nevers. Ap-prezzando al giusto valore quanto vi era di eroico nellesofferenze continue, sopportate con tanta amabile gene-rosità da Suor Maria-Bernarda, avevano una sincera am-mirazione per lei. Discretamente quindi la circondavanodel loro affetto soprannaturale e l’aiutavano coi loro in-coraggiamenti. La Madre Eleonora sopratutto fu per do-dici anni l’amica, la confidente della Privilegiata di Ma-ria; tra queste due anime si era creata una santa affinità,ed ambedue, animate da un santo amore di Dio, ne zela-vano la gloria col domandargli nelle loro preghiere laconversione dei peccatori e la maggior diffusione delsuo regno.

Ci sarà lecito di anticipare gli avvenimenti? Nell’otto-bre del 1906, la fama di santità di Suor Maria-Bernarda,morta ventisette anni prima, diffondendosi sempre più, ela Superiora Generale prevedendo che entrerebbe nei di-segni di Dio di fare autenticare, se possiamo così espri-merci, questa santità dalla Chiesa, pregò la Madre Eleo-nora, giacente in quell’epoca gravissimamente ammala-

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ta all’infermeria, di dettare ad una Segretaria i suoi ri-cordi sulla Serva di Dio. Il rivelare quello che dodicianni di contatto continuo con Suor Maria-Bernarda ave-va scolpito nel suo cuore fu una delle sue gioie più vive,più intime. Il giorno di Natale dello stesso anno firmavacon la sua mano tremante le pagine che aveva dettato; efu quella l’ultima firma che diede in favore degli inte-ressi della sua Congregazione.

Ma riprendiamo il racconto della nostra piccola «vit-tima».

Accanto al martirio del cuore, vi era quello che, datala sua natura viva ed ardente, risultava dallo stato di im-potenza in cui la riteneva la malattia. Dotata di grandeattività, era sempre intenta a qualche lavoro, anchequando se ne stava inchiodata sul letto dei suoi dolori.Sarebbe stato suo ardente desiderio di consacrarsi intie-ramente alla cura degli ammalati e dei bambini; ma con-siderando ogni cosa sotto l’aspetto soprannaturale scri-veva:

«Anima mia, rallegrati di avere un tratto di rassomi-glianza con Gesù: restare nascosta nell’impotenza.

«Il mio Sposo divino m’ha dato una certa attrattivaper la vita umile e nascosta; più d’una volta m’ha fattocapire che il mio cuore non sarebbe stato tranquillo senon quando gli avessi tutto sacrificato, e per decidermi a

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ta all’infermeria, di dettare ad una Segretaria i suoi ri-cordi sulla Serva di Dio. Il rivelare quello che dodicianni di contatto continuo con Suor Maria-Bernarda ave-va scolpito nel suo cuore fu una delle sue gioie più vive,più intime. Il giorno di Natale dello stesso anno firmavacon la sua mano tremante le pagine che aveva dettato; efu quella l’ultima firma che diede in favore degli inte-ressi della sua Congregazione.

Ma riprendiamo il racconto della nostra piccola «vit-tima».

Accanto al martirio del cuore, vi era quello che, datala sua natura viva ed ardente, risultava dallo stato di im-potenza in cui la riteneva la malattia. Dotata di grandeattività, era sempre intenta a qualche lavoro, anchequando se ne stava inchiodata sul letto dei suoi dolori.Sarebbe stato suo ardente desiderio di consacrarsi intie-ramente alla cura degli ammalati e dei bambini; ma con-siderando ogni cosa sotto l’aspetto soprannaturale scri-veva:

«Anima mia, rallegrati di avere un tratto di rassomi-glianza con Gesù: restare nascosta nell’impotenza.

«Il mio Sposo divino m’ha dato una certa attrattivaper la vita umile e nascosta; più d’una volta m’ha fattocapire che il mio cuore non sarebbe stato tranquillo senon quando gli avessi tutto sacrificato, e per decidermi a

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ciò mi suggerì spesso che, tutto sommato, venuto il pun-to della morte, non avrei altro consolatore che Gesù eGesù crocifisso, e che nella tomba, stretto tra le mie ditaagghiacciate, non avrei portato che Lui, amico fedele.Oh! non sarebbe forse la più grande delle follìe, se miattaccassi ad altra cosa che Egli non fosse?»

«Bisogna che sia una vittima» scriveva un’altra volta,e sembrava che avesse coscienza che questa era la mis-sione assegnatale da Nostro Signore. Un giorno visitan-dola una Superiora sul suo letto di dolori: «Che fate qui,le disse, piccola pigra?

– Madre mia, compio il mio ufficio!– E quale?– Quello d’essere ammalata».E con quale ammirabile semplicità Suor Maria-Ber-

narda adempiva questo suo ufficio! «Che cosa vi dirò dime, scriveva il 27 giugno 1876 ad una religiosa di Lour-des? Nient’altro che mi trovo sempre nella mia biancacappella. Tuttavia da tre settimane a questa parte possoassistere alla Santa Messa nei giorni di domenica, rimet-tendomi però subito dopo in letto. Ho perduto completa-mente l’uso delle gambe; sono obbligata a subire l’umi-liazione d’essere portata in una poltrona, ma le nostreSorelle mi rendono questo servizio con tanta bontà cheveramente il sacrifizio m’è meno duro. Temo soltanto

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ciò mi suggerì spesso che, tutto sommato, venuto il pun-to della morte, non avrei altro consolatore che Gesù eGesù crocifisso, e che nella tomba, stretto tra le mie ditaagghiacciate, non avrei portato che Lui, amico fedele.Oh! non sarebbe forse la più grande delle follìe, se miattaccassi ad altra cosa che Egli non fosse?»

«Bisogna che sia una vittima» scriveva un’altra volta,e sembrava che avesse coscienza che questa era la mis-sione assegnatale da Nostro Signore. Un giorno visitan-dola una Superiora sul suo letto di dolori: «Che fate qui,le disse, piccola pigra?

– Madre mia, compio il mio ufficio!– E quale?– Quello d’essere ammalata».E con quale ammirabile semplicità Suor Maria-Ber-

narda adempiva questo suo ufficio! «Che cosa vi dirò dime, scriveva il 27 giugno 1876 ad una religiosa di Lour-des? Nient’altro che mi trovo sempre nella mia biancacappella. Tuttavia da tre settimane a questa parte possoassistere alla Santa Messa nei giorni di domenica, rimet-tendomi però subito dopo in letto. Ho perduto completa-mente l’uso delle gambe; sono obbligata a subire l’umi-liazione d’essere portata in una poltrona, ma le nostreSorelle mi rendono questo servizio con tanta bontà cheveramente il sacrifizio m’è meno duro. Temo soltanto

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che si facciano male; ma quando dico loro ciò, si metto-no a ridere assicurandomi che porterebbero un pesoquattro volte maggiore del mio».

Ed in queste continue sofferenze Gesù era il suo con-solatore. La Superiora del Convento di Cahors avendolemandato un crocifisso: «Da molto tempo desideravo uncrocifisso per metterlo accanto al mio letto, rispondevaringraziandola; che cosa potrei fare per testimoniarvi,come vorrei, la mia riconoscenza per avermelo manda-to? Oh! quanto è stata ben ispirata la cara Madre Sofia,esclamai, stringendomelo al seno! Ho il permesso di te-nerlo con me: sono più felice col mio Cristo sul lettoche non una Regina sul suo trono».

Nel corso d’una visita che in giorno di festa le faceva-no alcune Novizie, dopo aver espresso la grande conso-lazione che provava nelle sue lunghe ore d’insonnia conlo stare unita a Nostro Signore, additò un piccolo osten-sorio dorato che stava appeso alla tenda del suo letto:

«La sola sua vista mi dà il desiderio ed anche la forzadi immolarmi sempre più quando sento l’isolamento edil dolore impadronirsi dell’anima mia.»

Ma ben presto alle crisi d’asma, ai vomiti di sangue,all’oppressione del petto vennero ad aggiungersi doloriintollerabili cagionati da un ascesso che si era formatoal ginocchio destro nel corso dell’inverno del 1877. Ad

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che si facciano male; ma quando dico loro ciò, si metto-no a ridere assicurandomi che porterebbero un pesoquattro volte maggiore del mio».

Ed in queste continue sofferenze Gesù era il suo con-solatore. La Superiora del Convento di Cahors avendolemandato un crocifisso: «Da molto tempo desideravo uncrocifisso per metterlo accanto al mio letto, rispondevaringraziandola; che cosa potrei fare per testimoniarvi,come vorrei, la mia riconoscenza per avermelo manda-to? Oh! quanto è stata ben ispirata la cara Madre Sofia,esclamai, stringendomelo al seno! Ho il permesso di te-nerlo con me: sono più felice col mio Cristo sul lettoche non una Regina sul suo trono».

Nel corso d’una visita che in giorno di festa le faceva-no alcune Novizie, dopo aver espresso la grande conso-lazione che provava nelle sue lunghe ore d’insonnia conlo stare unita a Nostro Signore, additò un piccolo osten-sorio dorato che stava appeso alla tenda del suo letto:

«La sola sua vista mi dà il desiderio ed anche la forzadi immolarmi sempre più quando sento l’isolamento edil dolore impadronirsi dell’anima mia.»

Ma ben presto alle crisi d’asma, ai vomiti di sangue,all’oppressione del petto vennero ad aggiungersi doloriintollerabili cagionati da un ascesso che si era formatoal ginocchio destro nel corso dell’inverno del 1877. Ad

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esso tennero subito dietro un enorme tumore ed una an-chilosi. Le sue sofferenze erano così acute che le reli-giose ricorrevano invano a tutte le loro caritatevoli indu-strie per calmarne le torture; il viso dell’inferma diveni-va talmente cadaverico da sembrare morta. Passava lenotti insonni; e se qualche volta, soccombendo alla fati-ca, si assopiva, era per brevi istanti; chè dolori acutissi-mi la risvegliavano di soprassalto per martirizzarla quasidi continuo. Vinta dal male, la natura lasciava allorasfuggire qualche lamento; ma non appena Suor Maria-Bernarda riprendeva coscienza s’umiliava, e domandavaperdono dicendo: «Mio Dio, ve l’offro: mio Dio, viamo».

«In una delle visite che le feci, scriveva il cappellanodella Comunità (1), affine di incoraggiarla a soffrire ed amorire con gioia per amore di Dio, se tale era la sua vo-lontà, le parlai della felicità che godrebbe in Cielo nelcontemplare la bellezza e la gloria ammirabile di GesùCristo; ed aggiunsi che per farsene un’idea non avevache a ricordare la bellezza di Maria Immacolata, che neigiorni delle Apparizioni aveva inondata l’anima sua digioia. «Oh! quanto mi fa bene questo pensiero», escla-mò!

Bellamente scrisse un pio autore: «Iddio nasconde

1 Il sacerdote Febvre, che fu cappellano dall’ottobre 1876 al maggio 1887.

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esso tennero subito dietro un enorme tumore ed una an-chilosi. Le sue sofferenze erano così acute che le reli-giose ricorrevano invano a tutte le loro caritatevoli indu-strie per calmarne le torture; il viso dell’inferma diveni-va talmente cadaverico da sembrare morta. Passava lenotti insonni; e se qualche volta, soccombendo alla fati-ca, si assopiva, era per brevi istanti; chè dolori acutissi-mi la risvegliavano di soprassalto per martirizzarla quasidi continuo. Vinta dal male, la natura lasciava allorasfuggire qualche lamento; ma non appena Suor Maria-Bernarda riprendeva coscienza s’umiliava, e domandavaperdono dicendo: «Mio Dio, ve l’offro: mio Dio, viamo».

«In una delle visite che le feci, scriveva il cappellanodella Comunità (1), affine di incoraggiarla a soffrire ed amorire con gioia per amore di Dio, se tale era la sua vo-lontà, le parlai della felicità che godrebbe in Cielo nelcontemplare la bellezza e la gloria ammirabile di GesùCristo; ed aggiunsi che per farsene un’idea non avevache a ricordare la bellezza di Maria Immacolata, che neigiorni delle Apparizioni aveva inondata l’anima sua digioia. «Oh! quanto mi fa bene questo pensiero», escla-mò!

Bellamente scrisse un pio autore: «Iddio nasconde

1 Il sacerdote Febvre, che fu cappellano dall’ottobre 1876 al maggio 1887.

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nell’intimo d’ogni dolore un dono divino, perchè il sof-frire non è che un meritare, un innalzarsi, un nobilitarsi.Egli ha fatto sì che dai miei pianti potessi trarre la miamigliore speranza: spero, perchè soffro» (1). Meglio diqualsiasi altro Suor Maria-Bernarda poteva applicare ase stessa queste parole: sì, le sue lagrime stesse erano ilmotivo della sua speranza. La prima parte della promes-sa che le era stata fatta dalla sua Signora celeste si rea-lizzava: perchè non doveva sperare che anche la secon-da si sarebbe realizzata?

E nondimeno nella sua speranza non c’era nessunapresunzione: «E’ vero che la Vergine santa m’ha pro-messo il Cielo, ma a condizione che camminassi pel ret-to sentiero, e facessi del mio meglio per meritarlo!».

Quest’anima bella aveva del resto la sete di Dio, lanostalgia del Cielo. «Il Cielo! Il Cielo!, si udiva qualchevolta mormorare: si dice che vi furono dei Santi che nonvi andarono subito dopo morti perchè non lo desidera-rono abbastanza intensamente in vita; ma non sarà cer-tamente questo il mio caso. Andiamo in Cielo, lavoria-mo, soffriamo pel Cielo, amava ripetere, il resto è unnulla».

Nostro Signore, prima di rompere i legami che ancoratenevano Suor Maria-Bernarda vincolata alla terra, volle

1 Monsignor Gerbert

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nell’intimo d’ogni dolore un dono divino, perchè il sof-frire non è che un meritare, un innalzarsi, un nobilitarsi.Egli ha fatto sì che dai miei pianti potessi trarre la miamigliore speranza: spero, perchè soffro» (1). Meglio diqualsiasi altro Suor Maria-Bernarda poteva applicare ase stessa queste parole: sì, le sue lagrime stesse erano ilmotivo della sua speranza. La prima parte della promes-sa che le era stata fatta dalla sua Signora celeste si rea-lizzava: perchè non doveva sperare che anche la secon-da si sarebbe realizzata?

E nondimeno nella sua speranza non c’era nessunapresunzione: «E’ vero che la Vergine santa m’ha pro-messo il Cielo, ma a condizione che camminassi pel ret-to sentiero, e facessi del mio meglio per meritarlo!».

Quest’anima bella aveva del resto la sete di Dio, lanostalgia del Cielo. «Il Cielo! Il Cielo!, si udiva qualchevolta mormorare: si dice che vi furono dei Santi che nonvi andarono subito dopo morti perchè non lo desidera-rono abbastanza intensamente in vita; ma non sarà cer-tamente questo il mio caso. Andiamo in Cielo, lavoria-mo, soffriamo pel Cielo, amava ripetere, il resto è unnulla».

Nostro Signore, prima di rompere i legami che ancoratenevano Suor Maria-Bernarda vincolata alla terra, volle

1 Monsignor Gerbert

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rinserrare maggiormente quelli che l’univano al suo dol-cissimo Cuore; perciò il 22 settembre 1878, festa dellaMadonna Addolorata, la chiamò per mezzo delle Supe-riore, a sigillare definitivamente questa divina alleanzacon l’emettere i voti perpetui. Oramai era perfetta la suaconsacrazione a Gesù, completo il suo abbandono aquella bontà divina che la voleva con Lui crocifissa; percui questo divino Sposo vedendo nel cuore della suasposa «l’irradiazione della trasfigurazione» preparatadalla virtù e dalla sofferenza, volle colmarla di tali e tan-te delizie da obbligarla ad esclamare: «Credo di esserein cielo».

Man mano che lo stato dell’ammalata si faceva piùgrave, cresceva pure il suo amore pel divino Maestro:«abbandono illimitato, amore, fedeltà a Gesù fino allamorte»: scriveva in quei giorni:

«O Croce, tu sei l’altare sul quale voglio sacrificarmimorendo con Gesù.

«Il cuore di Gesù con tutti i suoi tesori costituisce lamia eredità. Vi vivrò, vi morrò in pace in mezzo alle sof-ferenze».

Volle spogliarsi di quel poco che le restava, consisten-te in alcune imagini; dopo di che fissando il Crocifisso:«Ed ora, esclamò, non possiedo che Lui: e mi basta».

«Io credo, dice l’Abbate Febvre, che Iddio diede a

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rinserrare maggiormente quelli che l’univano al suo dol-cissimo Cuore; perciò il 22 settembre 1878, festa dellaMadonna Addolorata, la chiamò per mezzo delle Supe-riore, a sigillare definitivamente questa divina alleanzacon l’emettere i voti perpetui. Oramai era perfetta la suaconsacrazione a Gesù, completo il suo abbandono aquella bontà divina che la voleva con Lui crocifissa; percui questo divino Sposo vedendo nel cuore della suasposa «l’irradiazione della trasfigurazione» preparatadalla virtù e dalla sofferenza, volle colmarla di tali e tan-te delizie da obbligarla ad esclamare: «Credo di esserein cielo».

Man mano che lo stato dell’ammalata si faceva piùgrave, cresceva pure il suo amore pel divino Maestro:«abbandono illimitato, amore, fedeltà a Gesù fino allamorte»: scriveva in quei giorni:

«O Croce, tu sei l’altare sul quale voglio sacrificarmimorendo con Gesù.

«Il cuore di Gesù con tutti i suoi tesori costituisce lamia eredità. Vi vivrò, vi morrò in pace in mezzo alle sof-ferenze».

Volle spogliarsi di quel poco che le restava, consisten-te in alcune imagini; dopo di che fissando il Crocifisso:«Ed ora, esclamò, non possiedo che Lui: e mi basta».

«Io credo, dice l’Abbate Febvre, che Iddio diede a

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Suor Maria-Bernarda un presentimento della sua fine vi-cina, perchè in occasione di una visita che le feci dopola festa di S. Giuseppe avendole domandato qual graziaavesse sollecitato da questo grande santo, mi rispose intono energico: «Quella di fare una buona morte».

Il venerdì 28 marzo la Superiora Generale AdelaideDons (1) le propose di ricevere l’Olio Santo; cosa cheaccettò con grande premura. «Alle due dopo mezzogior-no, scrive il Cappellano sullodato, le amministrai gli ul-timi Sacramenti in presenza di una parte della Comunitàriunita intorno al suo letto. Dopo una breve allocuzione,che le indirizzai prima della Santa Comunione, ella pre-se la parola e con voce alta disse: «Vi domando perdo-no, cara Madre, per tutti i dispiaceri che ho potuto recar-vi con le mie infedeltà nella vita religiosa; domandopure perdono a tutte le mie compagne dei cattivi esempiche loro ho dato, e specialmente del mio orgoglio.»

Ed insistette molto su queste ultime parole, come sevolesse maggiormente umiliarsi. Umile, nascosta tutta lasua vita, rimaneva santamente avida di umiliazioni finoal punto della morte.

1 La Madre Adelaide Dons era succeduta nel Governo dell’Istituto alla Ma-dre Giuseppina Imbert, morta il 1° marzo 1878 tra il rimpianto delle sue fi-glie. La Madre Maria-Teresa Vauzou di cui non si fa più menzione negli ul-timi tempi della vita di Suor Maria-Bernarda era stata obbligata ad assen-tarsi dalla Casa-Madre per la sua salute, che cagionava vive inquietudini.

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Suor Maria-Bernarda un presentimento della sua fine vi-cina, perchè in occasione di una visita che le feci dopola festa di S. Giuseppe avendole domandato qual graziaavesse sollecitato da questo grande santo, mi rispose intono energico: «Quella di fare una buona morte».

Il venerdì 28 marzo la Superiora Generale AdelaideDons (1) le propose di ricevere l’Olio Santo; cosa cheaccettò con grande premura. «Alle due dopo mezzogior-no, scrive il Cappellano sullodato, le amministrai gli ul-timi Sacramenti in presenza di una parte della Comunitàriunita intorno al suo letto. Dopo una breve allocuzione,che le indirizzai prima della Santa Comunione, ella pre-se la parola e con voce alta disse: «Vi domando perdo-no, cara Madre, per tutti i dispiaceri che ho potuto recar-vi con le mie infedeltà nella vita religiosa; domandopure perdono a tutte le mie compagne dei cattivi esempiche loro ho dato, e specialmente del mio orgoglio.»

Ed insistette molto su queste ultime parole, come sevolesse maggiormente umiliarsi. Umile, nascosta tutta lasua vita, rimaneva santamente avida di umiliazioni finoal punto della morte.

1 La Madre Adelaide Dons era succeduta nel Governo dell’Istituto alla Ma-dre Giuseppina Imbert, morta il 1° marzo 1878 tra il rimpianto delle sue fi-glie. La Madre Maria-Teresa Vauzou di cui non si fa più menzione negli ul-timi tempi della vita di Suor Maria-Bernarda era stata obbligata ad assen-tarsi dalla Casa-Madre per la sua salute, che cagionava vive inquietudini.

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«Negli ultimi tempi della sua malattia si notò che isuoi occhi sempre limpidi e vivaci, avevano assuntoun’espressione ancor più impressionante tanto che tuttine erano colpiti, specialmente quando li innalzava alcielo, recitando qualche giaculatoria. Gli sguardi si face-vano sempre più espressivi quanto più venivano meno leforze del corpo».

La settimana santa fu per lei, come già pel divinoMaestro, una settimana di sofferenze; ma la sua pazien-za e la sua rassegnazione aumentavano in proporzione.La tentazione venne a rendere la prova più dolorosa an-cora.

Nella notte dal lunedì al martedì di Pasqua la cara in-ferma ebbe come una specie di tentazione e si intese ri-petere varie volte: Vattene, o Satana. Il mattino seguentedisse al Cappellano «che il demonio aveva cercato di at-terrirla, ma che aveva invocato il nome di Gesù e chetutto era scomparso».

Ed esortandola questo degno ecclesiastico a rinnovareil sacrifizio della sua vita: «Qual sacrifizio?, riprese vi-vamente. Oh! non è certo un sacrificio il lasciare unapovera terra, ove tanto si fatica per servire Dio».

Una delle sue compagne che l’assisteva, avendoledetto: «Soffrite molto, sorella mia? – Tutto ciò è buonopel cielo, rispose.

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«Negli ultimi tempi della sua malattia si notò che isuoi occhi sempre limpidi e vivaci, avevano assuntoun’espressione ancor più impressionante tanto che tuttine erano colpiti, specialmente quando li innalzava alcielo, recitando qualche giaculatoria. Gli sguardi si face-vano sempre più espressivi quanto più venivano meno leforze del corpo».

La settimana santa fu per lei, come già pel divinoMaestro, una settimana di sofferenze; ma la sua pazien-za e la sua rassegnazione aumentavano in proporzione.La tentazione venne a rendere la prova più dolorosa an-cora.

Nella notte dal lunedì al martedì di Pasqua la cara in-ferma ebbe come una specie di tentazione e si intese ri-petere varie volte: Vattene, o Satana. Il mattino seguentedisse al Cappellano «che il demonio aveva cercato di at-terrirla, ma che aveva invocato il nome di Gesù e chetutto era scomparso».

Ed esortandola questo degno ecclesiastico a rinnovareil sacrifizio della sua vita: «Qual sacrifizio?, riprese vi-vamente. Oh! non è certo un sacrificio il lasciare unapovera terra, ove tanto si fatica per servire Dio».

Una delle sue compagne che l’assisteva, avendoledetto: «Soffrite molto, sorella mia? – Tutto ciò è buonopel cielo, rispose.

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– Vado a pregare la Vergine Immacolata perchè vi lar-gisca qualche consolazione.

– No, no, non già consolazioni, ma forza e pazienza».Il mercoledì di Pasqua 16 aprile, il Cappellano fu

chiamato improvvisamente al letto dell’ammalata, e latrovò seduta su d’un seggiolone respirando affannosa-mente e soffrendo acerbissimi dolori. Suor Maria-Ber-narda si confessò di nuovo con fervore edificante; poi,ricordandosi della benedizione speciale che Pio IX leaveva accordata pel momento della morte, domandò ilrescritto, credendo che fosse necessario tenerlo in mano,perchè tanto favore fosse applicato. Ed avendole fattonotare che bastava aver l’intenzione ed invocare il santonome di Gesù, ella pronunziò subito questa invocazione.

La Madre Eleonora Cassagnes avendole detto: «So-rella mia, voi siete in questo momento sulla croce» di-stese le braccia, come una vittima, in forma di croce di-cendo: «Gesù mio, oh! quanto l’amo!».

Già qualche tempo prima per non separarsi dal suocrocifisso che non poteva più stringere continuamentetra le sue dita, aveva domandato che glielo fissassero sulcuore.

Si cominciò allora la recita delle preghiere degli ago-nizzanti: era uno spettacolo commovente il sentirla ripe-tere, con voce debole ma chiara, tutti gli atti che le veni-

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– Vado a pregare la Vergine Immacolata perchè vi lar-gisca qualche consolazione.

– No, no, non già consolazioni, ma forza e pazienza».Il mercoledì di Pasqua 16 aprile, il Cappellano fu

chiamato improvvisamente al letto dell’ammalata, e latrovò seduta su d’un seggiolone respirando affannosa-mente e soffrendo acerbissimi dolori. Suor Maria-Ber-narda si confessò di nuovo con fervore edificante; poi,ricordandosi della benedizione speciale che Pio IX leaveva accordata pel momento della morte, domandò ilrescritto, credendo che fosse necessario tenerlo in mano,perchè tanto favore fosse applicato. Ed avendole fattonotare che bastava aver l’intenzione ed invocare il santonome di Gesù, ella pronunziò subito questa invocazione.

La Madre Eleonora Cassagnes avendole detto: «So-rella mia, voi siete in questo momento sulla croce» di-stese le braccia, come una vittima, in forma di croce di-cendo: «Gesù mio, oh! quanto l’amo!».

Già qualche tempo prima per non separarsi dal suocrocifisso che non poteva più stringere continuamentetra le sue dita, aveva domandato che glielo fissassero sulcuore.

Si cominciò allora la recita delle preghiere degli ago-nizzanti: era uno spettacolo commovente il sentirla ripe-tere, con voce debole ma chiara, tutti gli atti che le veni-

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vano suggeriti, e non si poteva a meno di provare unacommozione vivissima al vederla aprire di tanto in tantogli occhi con vivacità, ed indirizzare sguardi suppliche-voli ed amorosi verso un crocifisso appeso al muro infaccia al suo seggiolone.

Un’ora prima della sua morte alzò i suoi sguardi alCiclo tenendoli per qualche tempo fissi in un punto de-terminato; il suo viso respirava la calma, la serenità eduna certa melanconica gravità; poi con un’espressioneindefinibile che rivelava piuttosto la sorpresa che non ildolore esclamò:

«Oh! Oh! Oh!», e nello stesso tempo un brivido scos-se tutte le sue membra.

Subito dopo si vide la sua mano tremante cadere sulsuo cuore ed i suoi occhi rinchiudersi, e s’intesero chia-ramente queste parole: «Mio Dio, vi amo con tutto ilcuore, con tutta la mia anima, con tutte le mie forze».

Poco dopo, prendendo ella stessa il crocifisso inmano, lo baciò, domandò nuovamente perdono all’Assi-stente, Madre Natalia Portal, che si trovava presente, ditutti i dispiaceri che aveva potuto recarle e disse: «Hosete». Le si presentò una bevanda a cui accostò le labbradopo aver fatto per un’ultima volta il suo segno di croce«in modo ammirabile». Qualche istante dopo si udìmormorare: «Santa Maria, Madre di Dio, pregate per

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vano suggeriti, e non si poteva a meno di provare unacommozione vivissima al vederla aprire di tanto in tantogli occhi con vivacità, ed indirizzare sguardi suppliche-voli ed amorosi verso un crocifisso appeso al muro infaccia al suo seggiolone.

Un’ora prima della sua morte alzò i suoi sguardi alCiclo tenendoli per qualche tempo fissi in un punto de-terminato; il suo viso respirava la calma, la serenità eduna certa melanconica gravità; poi con un’espressioneindefinibile che rivelava piuttosto la sorpresa che non ildolore esclamò:

«Oh! Oh! Oh!», e nello stesso tempo un brivido scos-se tutte le sue membra.

Subito dopo si vide la sua mano tremante cadere sulsuo cuore ed i suoi occhi rinchiudersi, e s’intesero chia-ramente queste parole: «Mio Dio, vi amo con tutto ilcuore, con tutta la mia anima, con tutte le mie forze».

Poco dopo, prendendo ella stessa il crocifisso inmano, lo baciò, domandò nuovamente perdono all’Assi-stente, Madre Natalia Portal, che si trovava presente, ditutti i dispiaceri che aveva potuto recarle e disse: «Hosete». Le si presentò una bevanda a cui accostò le labbradopo aver fatto per un’ultima volta il suo segno di croce«in modo ammirabile». Qualche istante dopo si udìmormorare: «Santa Maria, Madre di Dio, pregate per

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me, povera peccatrice... povera peccatrice...». La vitti-ma spirò dolcemente indirizzando un’ultima preghieraalla Vergine Immacolata.

Erano le ore 3,15 dopo il mezzodì del Mercoledì diPasqua l6 aprile 1879 (1).

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .La notizia della morte di Suor Maria-Bernarda si

sparse con rapidità sorprendente. Fin dal mattino se-guente innumerevoli persone di ogni età e di ogni condi-zione si succedettero nella cappella in cui era stata espo-sta la sua salma. Tutti volevano contemplare colei cheaveva tanto amato l’oscurità in vita, e quattro Suore fu-rono costantemente occupate a fare toccare al suo cada-vere oggetti di pietà, di cui svaligiavano (è la parola) lebotteghe della città. Si videro operai ed operaie, che,non avendo potuto procurarsene, presentavano, i primi, iloro arnesi, le altre le loro forbici ed i loro ditali per farlitoccare al corpo della serva di Dio. La morte di questaumile religiosa, di cui lo studio costante era stato quellodi sottrarsi agli sguardi di tutti, fu un vero avvenimentoper Nevers. Una brava donna del popolo si desolavaperchè non aveva potuto vederla: «Si sarebbe dovuto,diceva, mettere degli affissi ai quattro canti della città1 Siamo in grado di garantire l’autenticità di questi particolari. Tutto quanto

se ne scosta nelle differenti narrazioni che vennero fatte della morte di SuorMaria-Bernarda è inesatto.

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me, povera peccatrice... povera peccatrice...». La vitti-ma spirò dolcemente indirizzando un’ultima preghieraalla Vergine Immacolata.

Erano le ore 3,15 dopo il mezzodì del Mercoledì diPasqua l6 aprile 1879 (1).

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .La notizia della morte di Suor Maria-Bernarda si

sparse con rapidità sorprendente. Fin dal mattino se-guente innumerevoli persone di ogni età e di ogni condi-zione si succedettero nella cappella in cui era stata espo-sta la sua salma. Tutti volevano contemplare colei cheaveva tanto amato l’oscurità in vita, e quattro Suore fu-rono costantemente occupate a fare toccare al suo cada-vere oggetti di pietà, di cui svaligiavano (è la parola) lebotteghe della città. Si videro operai ed operaie, che,non avendo potuto procurarsene, presentavano, i primi, iloro arnesi, le altre le loro forbici ed i loro ditali per farlitoccare al corpo della serva di Dio. La morte di questaumile religiosa, di cui lo studio costante era stato quellodi sottrarsi agli sguardi di tutti, fu un vero avvenimentoper Nevers. Una brava donna del popolo si desolavaperchè non aveva potuto vederla: «Si sarebbe dovuto,diceva, mettere degli affissi ai quattro canti della città1 Siamo in grado di garantire l’autenticità di questi particolari. Tutto quanto

se ne scosta nelle differenti narrazioni che vennero fatte della morte di SuorMaria-Bernarda è inesatto.

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per annunciare la morte della santa».Un’altra popolana, incontrandosi con una religiosa

della Casa Madre, le domandava a quale ora avrebberoavuto luogo i funerali. «Ma non si condurrà al cimitero,la custodiremo noi.» «La custodirete voi !... Oh quantosono contenta... Sì, sorella del buon Dio, non tocca a meil dirlo, ma la sua non è l’espressione di una cristiana,ma quella di una santa».

Il maggiore del reggimento, di residenza a Nevers inquei giorni, venne egli pure a pregare accanto alla salmadella defunta, e pregò, come confessò egli stesso, comenon aveva mai pregato in vita sua. Sua moglie giacevaallora gravemente inferma; quando ritornò la trovò inpiedi. In segno di riconoscenza per una grazia così gran-de andarono tutti e due, la sera stessa, a confessarsidall’abbate Cachet, cappellano in quel tempo dell’Ospi-zio, che ci riportò il fatto.

Due giovani dicevano sghignazzando: «Oh! Andiamoanche noi a vedere la Santa». Andarono, e quando si tro-varono in presenza della defunta si sentirono vivamentecommossi, al pari di tutti gli astanti si tennero nell’atti-tudine d’un profondo rispetto. Ne uscirono con l’ariapensosa, partirono con la testa bassa e si separaronomuti e seri.

Il concorso della gente presso il corpo di Suor Maria-

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per annunciare la morte della santa».Un’altra popolana, incontrandosi con una religiosa

della Casa Madre, le domandava a quale ora avrebberoavuto luogo i funerali. «Ma non si condurrà al cimitero,la custodiremo noi.» «La custodirete voi !... Oh quantosono contenta... Sì, sorella del buon Dio, non tocca a meil dirlo, ma la sua non è l’espressione di una cristiana,ma quella di una santa».

Il maggiore del reggimento, di residenza a Nevers inquei giorni, venne egli pure a pregare accanto alla salmadella defunta, e pregò, come confessò egli stesso, comenon aveva mai pregato in vita sua. Sua moglie giacevaallora gravemente inferma; quando ritornò la trovò inpiedi. In segno di riconoscenza per una grazia così gran-de andarono tutti e due, la sera stessa, a confessarsidall’abbate Cachet, cappellano in quel tempo dell’Ospi-zio, che ci riportò il fatto.

Due giovani dicevano sghignazzando: «Oh! Andiamoanche noi a vedere la Santa». Andarono, e quando si tro-varono in presenza della defunta si sentirono vivamentecommossi, al pari di tutti gli astanti si tennero nell’atti-tudine d’un profondo rispetto. Ne uscirono con l’ariapensosa, partirono con la testa bassa e si separaronomuti e seri.

Il concorso della gente presso il corpo di Suor Maria-

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Bernarda fu tale che si dovette domandare al Vescovo ilpermesso di tenerlo esposto un giorno di più; e fu solo ilsabato 19 aprile, che ebbe luogo la cerimonia funebre.

Alla stazione ferroviaria gl’impiegati furono stupiti divedere tanti viaggiatori arrivare in quel giorno a Nevers.«Ma che c’è dunque?» si domandavano l’un l’altro. «E’il giorno della sepoltura di Bernadetta; ovvero: E’ la se-poltura della Santa», si sentirono rispondere.

Monsignore Lelong, Vescovo di Nevers, che era inquei giorni in visita pastorale, s’affrettò di ritornare incittà per presiedere i funerali. Egli si trovava attorniatoda ben ottanta sacerdoti, e tra i presenti venivano notatiil P. Sempé, Superiore dei Missionari della Grotta,l’abbate Pomian, cappellano dell’Ospizio di Lourdes, edil signor Enrico Lasserre, lo storico di Nostra Signora diLourdes.

Monsignore in un eloquente discorso funebre, cheaveva per testo quelle parole del libro di Tobia: «E’ benedi tener nascosti i segreti del re, ma è cosa lodevole dirivelare ed annunziare le opere ii Dio» (1), esaltò l’umil-tà, la purezza della Confidente dell'Immacolata (2).

La Messa di Requiem fu cantata dalla Schola Canto-rum della Cattedrale; dopo la quale, mentre le persone1 TOB. XII, 7.2 Nel corso del volume abbiamo citato non pochi tratti di questa bella allo-

cuzione.

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Bernarda fu tale che si dovette domandare al Vescovo ilpermesso di tenerlo esposto un giorno di più; e fu solo ilsabato 19 aprile, che ebbe luogo la cerimonia funebre.

Alla stazione ferroviaria gl’impiegati furono stupiti divedere tanti viaggiatori arrivare in quel giorno a Nevers.«Ma che c’è dunque?» si domandavano l’un l’altro. «E’il giorno della sepoltura di Bernadetta; ovvero: E’ la se-poltura della Santa», si sentirono rispondere.

Monsignore Lelong, Vescovo di Nevers, che era inquei giorni in visita pastorale, s’affrettò di ritornare incittà per presiedere i funerali. Egli si trovava attorniatoda ben ottanta sacerdoti, e tra i presenti venivano notatiil P. Sempé, Superiore dei Missionari della Grotta,l’abbate Pomian, cappellano dell’Ospizio di Lourdes, edil signor Enrico Lasserre, lo storico di Nostra Signora diLourdes.

Monsignore in un eloquente discorso funebre, cheaveva per testo quelle parole del libro di Tobia: «E’ benedi tener nascosti i segreti del re, ma è cosa lodevole dirivelare ed annunziare le opere ii Dio» (1), esaltò l’umil-tà, la purezza della Confidente dell'Immacolata (2).

La Messa di Requiem fu cantata dalla Schola Canto-rum della Cattedrale; dopo la quale, mentre le persone1 TOB. XII, 7.2 Nel corso del volume abbiamo citato non pochi tratti di questa bella allo-

cuzione.

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che non avevano potuto penetrare nella Cappella delConvento formavano una siepe vivente tra S. Gildrad edil pubblico cimitero, credendo di poter salutare un’ulti-ma volta sul suo passaggio la salma di Colei che erachiamata «la Santa», il corpo di Suor Maria-Bernardaveniva portato alla Cappella di S. Giuseppe nel parcostesso della Casa-Madre, in mezzo ad un concorso con-siderevole di popolo che occupava i cortili e le terrazze.Ognuno voleva contemplare per l’ultima volta il visotranquillo della figlia privilegiata di Maria. Nell’atto diapporre i sigilli alla bara si osservò che le membra diSuor Maria-Bernarda conservavano la medesima flessi-bilità come se fosse viva, le sue mani e le sue unghie simantenevano rosee; e, benchè quattro giorni fossero tra-scorsi dalla sua morte, nessuna decomposizione si mani-festava nel suo corpo.

L’abbate Greuzard, arciprete della Cattedrale, feceavvicinare il Commissario di polizia, che era presente,affinchè constatasse coi suoi propri occhi questa straor-dinaria flessibilità delle membra. il Commissario ne futalmente impressionato che domandò in grazia di faretoccare una medaglia a quel corpo verginale, volendocosì conservare un ricordo di Suor Maria-Bernarda.

Nel pomeriggio i membri del Consiglio della Casageneralizia con molte altre notabilità si recarono nuova-

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che non avevano potuto penetrare nella Cappella delConvento formavano una siepe vivente tra S. Gildrad edil pubblico cimitero, credendo di poter salutare un’ulti-ma volta sul suo passaggio la salma di Colei che erachiamata «la Santa», il corpo di Suor Maria-Bernardaveniva portato alla Cappella di S. Giuseppe nel parcostesso della Casa-Madre, in mezzo ad un concorso con-siderevole di popolo che occupava i cortili e le terrazze.Ognuno voleva contemplare per l’ultima volta il visotranquillo della figlia privilegiata di Maria. Nell’atto diapporre i sigilli alla bara si osservò che le membra diSuor Maria-Bernarda conservavano la medesima flessi-bilità come se fosse viva, le sue mani e le sue unghie simantenevano rosee; e, benchè quattro giorni fossero tra-scorsi dalla sua morte, nessuna decomposizione si mani-festava nel suo corpo.

L’abbate Greuzard, arciprete della Cattedrale, feceavvicinare il Commissario di polizia, che era presente,affinchè constatasse coi suoi propri occhi questa straor-dinaria flessibilità delle membra. il Commissario ne futalmente impressionato che domandò in grazia di faretoccare una medaglia a quel corpo verginale, volendocosì conservare un ricordo di Suor Maria-Bernarda.

Nel pomeriggio i membri del Consiglio della Casageneralizia con molte altre notabilità si recarono nuova-

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mente presso la bara, deposta sulla predella dell’altare erecitarono il Rosario, mentre il P. Sempé, Superiore deiMissionari di Lourdes, ne parafrasava i misteri. Poi sicollocò un processo verbale nella bara che venne sigilla-ta.

Continuava intanto il concorso della gente che venivaa pregare accanto alla bara di Colei che fu sì umile, ben-chè tanto privilegiata; e tra gli altri si conserva il ricordodi un grazioso bambino di cinque anni, Luigi Cotté, ilquale giunto alla cappella, si accostò alla bara, che, nonessendo ancora ultimata la tomba in cui doveva deporsi,giaceva sempre sulla predella dell’altare, e vi pregòcome un piccolo angelo. «Vieni, Luigi». gli ripetè parec-chie volte la madre; ma, ad ogni chiamata, il bambinorispondeva: «Tra un poco, mamma, non ho ancora finitola mia preghiera». Finalmente si levò, e deponendo sullabara le margheritine di cui aveva piene le mani, ne for-mò una corona con commovente tenerezza e pietà.

Suor Maria-Bernarda dovette sorridere all’innocenteomaggio, che le offriva quel pargoletto, coprendola sen-za saperlo coi fiori che simboleggiavano così bene lasemplicità, l’umiltà e la purezza della Confidentedell’Immacolata.

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mente presso la bara, deposta sulla predella dell’altare erecitarono il Rosario, mentre il P. Sempé, Superiore deiMissionari di Lourdes, ne parafrasava i misteri. Poi sicollocò un processo verbale nella bara che venne sigilla-ta.

Continuava intanto il concorso della gente che venivaa pregare accanto alla bara di Colei che fu sì umile, ben-chè tanto privilegiata; e tra gli altri si conserva il ricordodi un grazioso bambino di cinque anni, Luigi Cotté, ilquale giunto alla cappella, si accostò alla bara, che, nonessendo ancora ultimata la tomba in cui doveva deporsi,giaceva sempre sulla predella dell’altare, e vi pregòcome un piccolo angelo. «Vieni, Luigi». gli ripetè parec-chie volte la madre; ma, ad ogni chiamata, il bambinorispondeva: «Tra un poco, mamma, non ho ancora finitola mia preghiera». Finalmente si levò, e deponendo sullabara le margheritine di cui aveva piene le mani, ne for-mò una corona con commovente tenerezza e pietà.

Suor Maria-Bernarda dovette sorridere all’innocenteomaggio, che le offriva quel pargoletto, coprendola sen-za saperlo coi fiori che simboleggiavano così bene lasemplicità, l’umiltà e la purezza della Confidentedell’Immacolata.

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VII.IL SEPOLCRO.

ALCUNE RISPOSTE DEL CIELO ALLE SUPPLICHE INDIRIZZATE A BERNADETTA.

In mezzo al parco della Casa-Madre delle Suore dellaCarità e dell’Istruzione Cristiana di Nevers, s’innalza unpiccolo edifizio, costrutto nello stile più puro del secoloXIII: è una cappella dedicata a S. Giuseppe.

Monsignore Dufêtre, «quel Vescovo così potente inopere e in parole», quell’apostolo, al quale l’ardore delsuo zelo faceva trovare troppo ristretti i confini dellaFrancia, quel Padre venerato, che pel suo attaccamentoall’Istituto delle Suore di Nevers, meritò di essere consi-derato come il secondo fondatore di questa religiosa fa-miglia divenuta «la custode del suo cuore», trovava nel-la sua pietà profonda, forza bastante per benedire questooratorio pochi giorni prima della sua morte, avvenuta il24 ottobre 1860.

La piccola cappella era stata in origine destinata adessere come un ex voto di riconoscenza per la guarigio-ne tanto sospirata dal degno Prelato il quale, a motivodello stato della sua salute molto inquietante, era statovivamente sollecitato dai medici a prendersi un po’ di ri-

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VII.IL SEPOLCRO.

ALCUNE RISPOSTE DEL CIELO ALLE SUPPLICHE INDIRIZZATE A BERNADETTA.

In mezzo al parco della Casa-Madre delle Suore dellaCarità e dell’Istruzione Cristiana di Nevers, s’innalza unpiccolo edifizio, costrutto nello stile più puro del secoloXIII: è una cappella dedicata a S. Giuseppe.

Monsignore Dufêtre, «quel Vescovo così potente inopere e in parole», quell’apostolo, al quale l’ardore delsuo zelo faceva trovare troppo ristretti i confini dellaFrancia, quel Padre venerato, che pel suo attaccamentoall’Istituto delle Suore di Nevers, meritò di essere consi-derato come il secondo fondatore di questa religiosa fa-miglia divenuta «la custode del suo cuore», trovava nel-la sua pietà profonda, forza bastante per benedire questooratorio pochi giorni prima della sua morte, avvenuta il24 ottobre 1860.

La piccola cappella era stata in origine destinata adessere come un ex voto di riconoscenza per la guarigio-ne tanto sospirata dal degno Prelato il quale, a motivodello stato della sua salute molto inquietante, era statovivamente sollecitato dai medici a prendersi un po’ di ri-

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poso sotto il cielo del Mezzogiorno.Due città, Nizza e Montpellier, si presentavano adatte

a questo scopo, ma i medici nivernesi preferironoquest’ultima, non solo perchè vi era una facoltà di medi-cina, ma anche perchè le Suore di Nevers possedendo inquesta città due case, la Maddalena, che esiste ancoraoggi, e la Scuola Normale, erano sicuri che il pio Prelatovi sarebbe stato trattato come a casa sua.

Il Prelato infatti prese ospitalità nella Scuola Norma-le, dove era Superiora la Madre Maria Teresa Vauzouche colse con gioia quest’occasione per dimostrargli,con cure delicate e premurose, il culto di figliale ricono-scenza che aveva per lui. Fu appunto questa religiosache gl’ispirò il pensiero di promettere a S. Giuseppe difare inalzare in suo onore un oratorio nel parco di S.Gildard se otteneva la guarigione (1). Senza saperlo ellafaceva preparare la tomba a quella giovinetta che, seianni più tardi, l’Immacolata doveva affidarle come no-vizia: la tomba di Suor Maria-Bernarda.

Fu in questo oratorio che noi vedemmo deporre lespoglie mortali della Confidente di Maria dopo funeraliche furono un vero trionfo. La solitudine, il verde, i fioriformavano una specie di cornice poetica a questa tomba

1 Un miglioramento sensibile aveva fatto credere ad un ristabilimento com-pleto: fatto che spiega l’erezione dell’oratorio.

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poso sotto il cielo del Mezzogiorno.Due città, Nizza e Montpellier, si presentavano adatte

a questo scopo, ma i medici nivernesi preferironoquest’ultima, non solo perchè vi era una facoltà di medi-cina, ma anche perchè le Suore di Nevers possedendo inquesta città due case, la Maddalena, che esiste ancoraoggi, e la Scuola Normale, erano sicuri che il pio Prelatovi sarebbe stato trattato come a casa sua.

Il Prelato infatti prese ospitalità nella Scuola Norma-le, dove era Superiora la Madre Maria Teresa Vauzouche colse con gioia quest’occasione per dimostrargli,con cure delicate e premurose, il culto di figliale ricono-scenza che aveva per lui. Fu appunto questa religiosache gl’ispirò il pensiero di promettere a S. Giuseppe difare inalzare in suo onore un oratorio nel parco di S.Gildard se otteneva la guarigione (1). Senza saperlo ellafaceva preparare la tomba a quella giovinetta che, seianni più tardi, l’Immacolata doveva affidarle come no-vizia: la tomba di Suor Maria-Bernarda.

Fu in questo oratorio che noi vedemmo deporre lespoglie mortali della Confidente di Maria dopo funeraliche furono un vero trionfo. La solitudine, il verde, i fioriformavano una specie di cornice poetica a questa tomba

1 Un miglioramento sensibile aveva fatto credere ad un ristabilimento com-pleto: fatto che spiega l’erezione dell’oratorio.

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virginale, a cui la modesta pietra che la ricopriva parevaaggiungere un’impronta d’austera semplicità.

Vi si legge ancor oggi questa semplice epigrafe:

QUI RIPOSANELLA PACE DEL SIGNOREBERNADETTA SOUBIROUS

ONORATA A LOURDES NEL MDCCCLVIIIDI PARECCHIE APPARIZIONI

DELLA SANTISSIMA VERGINEIN RELIGIONE

SUOR MARIA-BERNARDAMORTA A NEVERS

NELLA CASA-MADREDELLE SUORE DELLA CARITÀIL XVI APRILE MDCCCLXXIX

NELL’ANNO XXXVI DI SUA ETÀE XII DI SUA PROFESSIONE RELIGIOSA

E per epitaffio, le parole del Profeta che compendianoil desiderio tante volte manifestato da Suor Maria-Ber-narda «che la si seppellisse a Nevers. in mezzo alle suesorelle»:

QUESTA È LA MIA REQUIE PEI SECOLI:QUI IO ABITERÒ PERCHÈ ME LA SONO ELETTA

(PS. CXXXI, 15).

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virginale, a cui la modesta pietra che la ricopriva parevaaggiungere un’impronta d’austera semplicità.

Vi si legge ancor oggi questa semplice epigrafe:

QUI RIPOSANELLA PACE DEL SIGNOREBERNADETTA SOUBIROUS

ONORATA A LOURDES NEL MDCCCLVIIIDI PARECCHIE APPARIZIONI

DELLA SANTISSIMA VERGINEIN RELIGIONE

SUOR MARIA-BERNARDAMORTA A NEVERS

NELLA CASA-MADREDELLE SUORE DELLA CARITÀIL XVI APRILE MDCCCLXXIX

NELL’ANNO XXXVI DI SUA ETÀE XII DI SUA PROFESSIONE RELIGIOSA

E per epitaffio, le parole del Profeta che compendianoil desiderio tante volte manifestato da Suor Maria-Ber-narda «che la si seppellisse a Nevers. in mezzo alle suesorelle»:

QUESTA È LA MIA REQUIE PEI SECOLI:QUI IO ABITERÒ PERCHÈ ME LA SONO ELETTA

(PS. CXXXI, 15).

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E più sotto l’augurio che la Chiesa fa a quelli tra isuoi figli che già hanno finito il tempo del loro esilio:

«REQUIESCAT IN PACE».

Il tutto poi sormontato dalla divisa:

DEUS CHARITAS EST.

Al disopra della quale domina la croce.Tutto era simbolico; la carità non aveva forse in vita

infiammato quel cuore che benchè avendo cessato dipalpitare riposava là sotto; e la croce non aveva forse sudi esso profondamente scolpito il suo suggello divino?

La luce penetrando nell’interno della cappella, atte-nuata ed addolcita da tre vetrate in colori, avvolgevacosì nel mistero l’ultima dimora dell’amante della vitanascosta. Ed ecco che per una disposizione provviden-ziale (1) San Giuseppe, a cui Suor Maria-Bernarda avevadomandato la grazia di una buona morte, dominava nel-la vetrata di mezzo, come se ancora volesse vegliare so-pra Colei che si era affidata alla sua protezione; mentrenelle vetrate di destra e di sinistra due grandi santi sem-bravano essere i custodi e gli angeli protettori di questatomba: S. Agostino che porta nelle sue mani aperto il li-

1 Le vetrate furono collocate al loro posto nel tempo della costruzione dellacappella.

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E più sotto l’augurio che la Chiesa fa a quelli tra isuoi figli che già hanno finito il tempo del loro esilio:

«REQUIESCAT IN PACE».

Il tutto poi sormontato dalla divisa:

DEUS CHARITAS EST.

Al disopra della quale domina la croce.Tutto era simbolico; la carità non aveva forse in vita

infiammato quel cuore che benchè avendo cessato dipalpitare riposava là sotto; e la croce non aveva forse sudi esso profondamente scolpito il suo suggello divino?

La luce penetrando nell’interno della cappella, atte-nuata ed addolcita da tre vetrate in colori, avvolgevacosì nel mistero l’ultima dimora dell’amante della vitanascosta. Ed ecco che per una disposizione provviden-ziale (1) San Giuseppe, a cui Suor Maria-Bernarda avevadomandato la grazia di una buona morte, dominava nel-la vetrata di mezzo, come se ancora volesse vegliare so-pra Colei che si era affidata alla sua protezione; mentrenelle vetrate di destra e di sinistra due grandi santi sem-bravano essere i custodi e gli angeli protettori di questatomba: S. Agostino che porta nelle sue mani aperto il li-

1 Le vetrate furono collocate al loro posto nel tempo della costruzione dellacappella.

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bro «De Civitate Dei» e fa pensare alla terra benedettadi Lourdes, dominio di Maria, che si può pure chiamare«la Città di Dio» e S. Domenico, l’apostolo del Rosario,il devoto servitore della Regina del Cielo.

E non si direbbe forse che fu l’Immacolata stessa chefornì i piani della tomba della sua figliuola di predile-zione?

Fin dal primo giorno si videro affluirvi numerosi i piivisitatori, ed il concorso lungi dal rallentare col tempo,andò sempre più crescendo. Sono tutte le classi della so-cietà che vi si incontrano e si succedono, le persone dot-te non meno che le ignoranti «in cui l’istinto delle cosedi Dio supplisce alla cultura intellettuale». Personaggi dialto lignaggio, come la Contessa d’Eu, ex-imperatricedel Brasile, vennero a deporvi l’omaggio delle loro pre-ghiere, e vi si notarono pure numerosi Vescovi, missio-nari, sacerdoti e fedeli di tutti i paesi del mondo.

Quante anime, prostrate su quella tomba, si sentironopenetrate da una influenza segreta che le portava a Dio!Quante altre vi ricevettero quella luce che doveva dareuna direzione alla loro vita, quelle consolazioni che do-vevano addolcire le loro pene, quella forza che dovevarisvegliare le energie latenti del loro coraggio in procin-to di venir meno! Quanti favorì nell’ordine spiritualenon meno che nell’ordine temporale! Quante guarigioni

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bro «De Civitate Dei» e fa pensare alla terra benedettadi Lourdes, dominio di Maria, che si può pure chiamare«la Città di Dio» e S. Domenico, l’apostolo del Rosario,il devoto servitore della Regina del Cielo.

E non si direbbe forse che fu l’Immacolata stessa chefornì i piani della tomba della sua figliuola di predile-zione?

Fin dal primo giorno si videro affluirvi numerosi i piivisitatori, ed il concorso lungi dal rallentare col tempo,andò sempre più crescendo. Sono tutte le classi della so-cietà che vi si incontrano e si succedono, le persone dot-te non meno che le ignoranti «in cui l’istinto delle cosedi Dio supplisce alla cultura intellettuale». Personaggi dialto lignaggio, come la Contessa d’Eu, ex-imperatricedel Brasile, vennero a deporvi l’omaggio delle loro pre-ghiere, e vi si notarono pure numerosi Vescovi, missio-nari, sacerdoti e fedeli di tutti i paesi del mondo.

Quante anime, prostrate su quella tomba, si sentironopenetrate da una influenza segreta che le portava a Dio!Quante altre vi ricevettero quella luce che doveva dareuna direzione alla loro vita, quelle consolazioni che do-vevano addolcire le loro pene, quella forza che dovevarisvegliare le energie latenti del loro coraggio in procin-to di venir meno! Quanti favorì nell’ordine spiritualenon meno che nell’ordine temporale! Quante guarigioni

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ottenute!– Il 21 gennaio 1889 si prostrava sulla tomba di Ber-

nadetta una signora parigina. Da ben venti anni era af-flitta da una grande sordità restìa ad ogni cura medica.Vi pregò lungamente e quando sì alzò era guarita.

– Un signore di Parigi riferisce alla sua volta in data20 luglio 1897 che ricuperò la vista per avere applicatosui suoi occhi, gravemente infermi, per nove giorni con-secutivi, un piccolo fiore di miosotide che egli stessoaveva prima messo sulla tomba di Bernadetta, e per es-sersi caldamente a lei raccomandato.

– Una giovinetta di Lajounaie-Campourie, cantone diS. Amand-des Cot (Aveyron) era tormentata da un lupusche le copriva la metà della faccia. Una sua zia, religio-sa di Nevers, le fece tenere un pannolino stato prima de-posto sulla tomba della Serva di Dio con preghiera diapplicarlo alla parte inferma; lo fece, e la giovinetta sitrovò completamente guarita.

Ma non diremmo tutto se, oltre al menzionare il grannumero di visitatori alla tomba della Serva di Dio, nonaccennassimo pure alla voluminosa corrispondenza rela-tiva a Suor Maria-Bernarda indirizzata alla Casa-Madre,altra luminosa testimonianza della santità di Colei chefu l’Apostolo di Maria. Senza tema di esagerare possia-mo dire che sono migliaia e migliaia le lettere che giun-

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ottenute!– Il 21 gennaio 1889 si prostrava sulla tomba di Ber-

nadetta una signora parigina. Da ben venti anni era af-flitta da una grande sordità restìa ad ogni cura medica.Vi pregò lungamente e quando sì alzò era guarita.

– Un signore di Parigi riferisce alla sua volta in data20 luglio 1897 che ricuperò la vista per avere applicatosui suoi occhi, gravemente infermi, per nove giorni con-secutivi, un piccolo fiore di miosotide che egli stessoaveva prima messo sulla tomba di Bernadetta, e per es-sersi caldamente a lei raccomandato.

– Una giovinetta di Lajounaie-Campourie, cantone diS. Amand-des Cot (Aveyron) era tormentata da un lupusche le copriva la metà della faccia. Una sua zia, religio-sa di Nevers, le fece tenere un pannolino stato prima de-posto sulla tomba della Serva di Dio con preghiera diapplicarlo alla parte inferma; lo fece, e la giovinetta sitrovò completamente guarita.

Ma non diremmo tutto se, oltre al menzionare il grannumero di visitatori alla tomba della Serva di Dio, nonaccennassimo pure alla voluminosa corrispondenza rela-tiva a Suor Maria-Bernarda indirizzata alla Casa-Madre,altra luminosa testimonianza della santità di Colei chefu l’Apostolo di Maria. Senza tema di esagerare possia-mo dire che sono migliaia e migliaia le lettere che giun-

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gono a Nevers, nelle quali o si domandano preghiere osi riferiscono grazie ottenute per intercessione di Berna-detta. E queste lettere vengono da tutti i punti del globo,perchè dappertutto si ha fiducia nella protezione di Co-lei che la Vergine stessa ha beatificato.

Fin dall’epoca della sua morte già il Parroco di Lour-des, l’Abbate Barrère, annunziando ai suoi parrocchianiun solenne funerale pel riposo dell’anima di Suor Ma-ria-Bernarda, diceva: «Pregando per Bernadetta, noil’invocheremo, poichè troviamo in lei tutti i caratteridelle anime predestinate: la verginità, l’umiltà e la soffe-renza, e queste virtù illuminate dai riflessi dell'Immaco-lata Concezione».

Insigni personaggi, quali per esempio la Contessa deChambord, la Duchessa di Parma, il Re e la Regina diSpagna domandarono e ricevettero con riconoscenzapiccoli ricordi di questa figlia privilegiata della Vergine.

Ogni giorno si ricevono insistenti insistenti domandedi reliquie: pezzetti dei suoi abiti o simili; cosa che testi-fica come Iddio si compiace di rispondere favorevol-mente alle suppliche che Gli sono indirizzate per inter-cessione di Suor Maria-Bernarda. Sarebbe cosa impossi-bile il riferire tutte «queste risposte», ci limiteremo aqualcuna, contentandoci di indicare i fatti senza pronun-ciarci sulla parte che il soprannaturale potrebbe avervi,

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gono a Nevers, nelle quali o si domandano preghiere osi riferiscono grazie ottenute per intercessione di Berna-detta. E queste lettere vengono da tutti i punti del globo,perchè dappertutto si ha fiducia nella protezione di Co-lei che la Vergine stessa ha beatificato.

Fin dall’epoca della sua morte già il Parroco di Lour-des, l’Abbate Barrère, annunziando ai suoi parrocchianiun solenne funerale pel riposo dell’anima di Suor Ma-ria-Bernarda, diceva: «Pregando per Bernadetta, noil’invocheremo, poichè troviamo in lei tutti i caratteridelle anime predestinate: la verginità, l’umiltà e la soffe-renza, e queste virtù illuminate dai riflessi dell'Immaco-lata Concezione».

Insigni personaggi, quali per esempio la Contessa deChambord, la Duchessa di Parma, il Re e la Regina diSpagna domandarono e ricevettero con riconoscenzapiccoli ricordi di questa figlia privilegiata della Vergine.

Ogni giorno si ricevono insistenti insistenti domandedi reliquie: pezzetti dei suoi abiti o simili; cosa che testi-fica come Iddio si compiace di rispondere favorevol-mente alle suppliche che Gli sono indirizzate per inter-cessione di Suor Maria-Bernarda. Sarebbe cosa impossi-bile il riferire tutte «queste risposte», ci limiteremo aqualcuna, contentandoci di indicare i fatti senza pronun-ciarci sulla parte che il soprannaturale potrebbe avervi,

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lasciando alla Chiesa la cura di giudicare in materia tan-to delicata.

E per prima troviamo una Signorina di Neufchâteau(Vosges) che il 13 Agosto 1881 attesta di essere stataguarita d’una coxalgia all’anca sinistra mediante l’inter-cessione di Suor Maria-Bernarda.

Nel 1881, a Bagnères-de Bigorre (Hautes-Pyrenées)una bambina di quattro anni, privata dell’uso delle gam-be, potè speditamente camminare l’ultimo giorno di unanovena fatta in onore di Bernadetta. (Si aveva avuto lacura di cucire in una calza della bambina inferma unpezzo di pannolino appartenuto a Suor Maria-Bernarda).

Il 17 Aprile 1882 una religiosa, chiamata Suor Agatadel Bambino Gesù, scrisse che era stata subitamenteguarita d’un male agli occhi al solo invocare Bernadetta.

Un giovine di Brenat, cantone di Montignac (Dordo-gne) affetto da tisi polmonare, si trovava nel 1886 tal-mente aggravato che si credette conveniente ammini-strargli gli ultimi sacramenti. Si fece una novena allaServa di Dio, ed alla fine di essa si trovò guarito. (Gli siera anche messo sul petto un frammento di pannolinoche aveva servito a Suor Maria Bernarda e gli si era fat-to bere una tisana in cui si erano immersi alcuni fili didetto pannolino).

La Superiora delle Suore della Provvidenza di Musta-

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lasciando alla Chiesa la cura di giudicare in materia tan-to delicata.

E per prima troviamo una Signorina di Neufchâteau(Vosges) che il 13 Agosto 1881 attesta di essere stataguarita d’una coxalgia all’anca sinistra mediante l’inter-cessione di Suor Maria-Bernarda.

Nel 1881, a Bagnères-de Bigorre (Hautes-Pyrenées)una bambina di quattro anni, privata dell’uso delle gam-be, potè speditamente camminare l’ultimo giorno di unanovena fatta in onore di Bernadetta. (Si aveva avuto lacura di cucire in una calza della bambina inferma unpezzo di pannolino appartenuto a Suor Maria-Bernarda).

Il 17 Aprile 1882 una religiosa, chiamata Suor Agatadel Bambino Gesù, scrisse che era stata subitamenteguarita d’un male agli occhi al solo invocare Bernadetta.

Un giovine di Brenat, cantone di Montignac (Dordo-gne) affetto da tisi polmonare, si trovava nel 1886 tal-mente aggravato che si credette conveniente ammini-strargli gli ultimi sacramenti. Si fece una novena allaServa di Dio, ed alla fine di essa si trovò guarito. (Gli siera anche messo sul petto un frammento di pannolinoche aveva servito a Suor Maria Bernarda e gli si era fat-to bere una tisana in cui si erano immersi alcuni fili didetto pannolino).

La Superiora delle Suore della Provvidenza di Musta-

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fà Superiore in Algeria riferisce che il 28 ottobre 1890una sua religiosa avendo perduto la vista ed essendo dipiù tormentata da un anno da una forte emorragia inter-na senza speranza di guarigione, si trovò ristabilita perl’applicazione che le si fece di un’immagine dipinta daSuor Maria-Bernarda, invocandone nello stesso tempol’intercessione.

– Un’orfanella di Beauvais doveva essere operata l’11Maggio 1898 d’una cisti che la tormentava; volendoevitare l’operazione fece una novena a Bernadetta appli-cando alla parte ammalata un pezzetto d’abito apparte-nuto alla Serva di Dio; l’ultimo giorno della novena lacisti era completamente scomparsa.

– Una giovane donna di Bourlon (Pas-de-Calais) es-sendo stata travolta sotto un carro carico di pietre, delpeso di 4000 kg. ne aveva avute schiacciate le gambecosicchè non poteva più camminare. Si trovò instanta-neamente guarita il 29 Settembre 1901 baciando una re-liquia di Bernadetta e invocandola con fiducia.

– A Bordeaux il 16 Agosto 1907 un bambino di dueanni, che si trovava in pericolo di morte, fu pure guaritoper l’applicazione che gli si fece d’un pezzettino d’abitoche aveva portato Suor Maria-Bernarda.

– Una religiosa di Montloubon, comune di Roanne(Cantal) dichiara che il 24 dicembre 1907 ottenne in-

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fà Superiore in Algeria riferisce che il 28 ottobre 1890una sua religiosa avendo perduto la vista ed essendo dipiù tormentata da un anno da una forte emorragia inter-na senza speranza di guarigione, si trovò ristabilita perl’applicazione che le si fece di un’immagine dipinta daSuor Maria-Bernarda, invocandone nello stesso tempol’intercessione.

– Un’orfanella di Beauvais doveva essere operata l’11Maggio 1898 d’una cisti che la tormentava; volendoevitare l’operazione fece una novena a Bernadetta appli-cando alla parte ammalata un pezzetto d’abito apparte-nuto alla Serva di Dio; l’ultimo giorno della novena lacisti era completamente scomparsa.

– Una giovane donna di Bourlon (Pas-de-Calais) es-sendo stata travolta sotto un carro carico di pietre, delpeso di 4000 kg. ne aveva avute schiacciate le gambecosicchè non poteva più camminare. Si trovò instanta-neamente guarita il 29 Settembre 1901 baciando una re-liquia di Bernadetta e invocandola con fiducia.

– A Bordeaux il 16 Agosto 1907 un bambino di dueanni, che si trovava in pericolo di morte, fu pure guaritoper l’applicazione che gli si fece d’un pezzettino d’abitoche aveva portato Suor Maria-Bernarda.

– Una religiosa di Montloubon, comune di Roanne(Cantal) dichiara che il 24 dicembre 1907 ottenne in-

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stantaneamente la guarigione d’un gran male agli occhi,accompagnato da cecità quasi completa, non appenaebbe invocato Bernadetta e baciata una sua reliquia.

– A Suor Maria-Bernarda viene pure attribuita la gua-rigione insperata d’una bambina di sei anni dì Castel-naudary (Aude) la quale il 6 settembre 1908, in seguitoa grave disgrazia aveva riportata una doppia frattura del-la volta cranica alla base delle ossa parietali. Si era in-vocata Bernadetta, e si era posta sotto il capo della bam-bina una reliquia della Serva di Dio.

– Nell’ospedale di Pammatone a Genova si trovavauna religiosa gravemente ammalata di gastro-enterite edin serio pericolo di vita. Avendo sentito parlare di Ber-nadetta ricorse a lei con fiducia e si trovò guarita.

– Un giovane novizio dei Fratelli delle Scuole cristia-ne soffriva acerbamente a motivo di due grossi tumoriche gli si erano manifestati alle ginocchia. Se li vide in-stantaneamente scomparire il 20 maggio 1909 in segui-to all’applicazione che gli venne fatta d’un frammentod’abito di Bernadetta.

– A Firenze, il 18 settembre 1909, una religiosa affet-ta da una catena di glandole cancrenose, che si stendevadall’una all’altra mammella fin sotto le ascelle, si trovòlibera da ogni male dopo aver fatto due novene a Berna-detta e essersi applicata una reliquia della Serva di Dio.

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stantaneamente la guarigione d’un gran male agli occhi,accompagnato da cecità quasi completa, non appenaebbe invocato Bernadetta e baciata una sua reliquia.

– A Suor Maria-Bernarda viene pure attribuita la gua-rigione insperata d’una bambina di sei anni dì Castel-naudary (Aude) la quale il 6 settembre 1908, in seguitoa grave disgrazia aveva riportata una doppia frattura del-la volta cranica alla base delle ossa parietali. Si era in-vocata Bernadetta, e si era posta sotto il capo della bam-bina una reliquia della Serva di Dio.

– Nell’ospedale di Pammatone a Genova si trovavauna religiosa gravemente ammalata di gastro-enterite edin serio pericolo di vita. Avendo sentito parlare di Ber-nadetta ricorse a lei con fiducia e si trovò guarita.

– Un giovane novizio dei Fratelli delle Scuole cristia-ne soffriva acerbamente a motivo di due grossi tumoriche gli si erano manifestati alle ginocchia. Se li vide in-stantaneamente scomparire il 20 maggio 1909 in segui-to all’applicazione che gli venne fatta d’un frammentod’abito di Bernadetta.

– A Firenze, il 18 settembre 1909, una religiosa affet-ta da una catena di glandole cancrenose, che si stendevadall’una all’altra mammella fin sotto le ascelle, si trovòlibera da ogni male dopo aver fatto due novene a Berna-detta e essersi applicata una reliquia della Serva di Dio.

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Fu precisamente al momento dell’operazione che il Dot-tore il quale aveva già determinato la natura del male, ene aveva rilasciato un certificato preciso, s’accorse dellascomparsa completa delle glandole. Da quel giorno lareligiosa non ebbe più nulla a soffrire, e la sua salute ètale che non fu mai migliore pel passato.

E poichè siamo sull’argomento di glandole rivestentiuna forma di cancro, diciamo subito che tre altre perso-ne se le videro scomparire in seguito all'applicazioneche fecero di pannolini di cui erasi servita Suor Maria-Bernarda.

La Superiora delle Suore di S. Luigi di Francia, nellaprovincia di Quebec, nel Canadà, si trovava gravementeinferma d’una angina-pectoris e d’una miocardite croni-ca. Ricorse con fiducia a Bernadetta, applicandosi sulleparti ammalate una reliquia della Serva di Dio; l’8 di-cembre 1909 si trovò subitamente guarita dell’angina el’11 dello stesso mese della miocardite. Si aggiunga chelo stato già così grave dell’inferma si trovava maggior-mente aggravato dall’idropisia, dalla congestione deireni, e da una crisi acuta di asma cardiaca, per cui il me-dico curante dichiarò in un certificato da lui rilasciatoche la guarigione radicale sopravvenuta in maniera tantoinattesa e meravigliosa, non poteva in nessun modo es-sere attribuita ad una cura medica.

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Fu precisamente al momento dell’operazione che il Dot-tore il quale aveva già determinato la natura del male, ene aveva rilasciato un certificato preciso, s’accorse dellascomparsa completa delle glandole. Da quel giorno lareligiosa non ebbe più nulla a soffrire, e la sua salute ètale che non fu mai migliore pel passato.

E poichè siamo sull’argomento di glandole rivestentiuna forma di cancro, diciamo subito che tre altre perso-ne se le videro scomparire in seguito all'applicazioneche fecero di pannolini di cui erasi servita Suor Maria-Bernarda.

La Superiora delle Suore di S. Luigi di Francia, nellaprovincia di Quebec, nel Canadà, si trovava gravementeinferma d’una angina-pectoris e d’una miocardite croni-ca. Ricorse con fiducia a Bernadetta, applicandosi sulleparti ammalate una reliquia della Serva di Dio; l’8 di-cembre 1909 si trovò subitamente guarita dell’angina el’11 dello stesso mese della miocardite. Si aggiunga chelo stato già così grave dell’inferma si trovava maggior-mente aggravato dall’idropisia, dalla congestione deireni, e da una crisi acuta di asma cardiaca, per cui il me-dico curante dichiarò in un certificato da lui rilasciatoche la guarigione radicale sopravvenuta in maniera tantoinattesa e meravigliosa, non poteva in nessun modo es-sere attribuita ad una cura medica.

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In una lettera del 2 agosto 1909 si legge quanto se-gue: «Una signorina ventenne di Albeville (Somme) eraaffetta d’una osteo-mielite acuta ad una gamba e ad unbraccio. Si doveva anzitutto fare l’amputazione dellagamba, ma la si trovò guarita in seguito ad una novenafatta a Bernadetta e all’applicazione di un frammentod’abito appartenuto alla Serva di Dio. Restava il brac-cio, e questo, dietro dichiarazione del chirurgo, si dove-va tagliare. Per non spaventare l’inferma non le si dissenulla, ma le si applicò la reliquia. Il giorno seguente nonappena i medici arrivarono coi loro strumenti si precipi-tò loro incontro la madre, e: «Sappiano, disse, che ionon ho punto parlato a mia figlia di operazione; lascinoperciò in basso i loro istrumenti e vadano prima lorostessi a prepararla». Quelli salgono, esaminano l’amma-lata, ed il chirurgo si lascia sfuggire questo grido: «Ma eche? io non ci capisco più nulla; qui non c’è bisognodell’opera nostra». E se ne vanno via senza operarla.Anche adesso la giovinetta cammina senza difficoltà eporta in un cuor d’oro il frammento della reliquia».

Un giovane tisico di ventitre anni di Eauze (Gers) erastato nel gennaio 1910 condannato dai medici. E nonsenza ragione, chè già aveva vomitato parecchi litri disangue, e presentava grandi cavità al polmone destro,con congestione dei due polmoni. Si cominciò allora

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In una lettera del 2 agosto 1909 si legge quanto se-gue: «Una signorina ventenne di Albeville (Somme) eraaffetta d’una osteo-mielite acuta ad una gamba e ad unbraccio. Si doveva anzitutto fare l’amputazione dellagamba, ma la si trovò guarita in seguito ad una novenafatta a Bernadetta e all’applicazione di un frammentod’abito appartenuto alla Serva di Dio. Restava il brac-cio, e questo, dietro dichiarazione del chirurgo, si dove-va tagliare. Per non spaventare l’inferma non le si dissenulla, ma le si applicò la reliquia. Il giorno seguente nonappena i medici arrivarono coi loro strumenti si precipi-tò loro incontro la madre, e: «Sappiano, disse, che ionon ho punto parlato a mia figlia di operazione; lascinoperciò in basso i loro istrumenti e vadano prima lorostessi a prepararla». Quelli salgono, esaminano l’amma-lata, ed il chirurgo si lascia sfuggire questo grido: «Ma eche? io non ci capisco più nulla; qui non c’è bisognodell’opera nostra». E se ne vanno via senza operarla.Anche adesso la giovinetta cammina senza difficoltà eporta in un cuor d’oro il frammento della reliquia».

Un giovane tisico di ventitre anni di Eauze (Gers) erastato nel gennaio 1910 condannato dai medici. E nonsenza ragione, chè già aveva vomitato parecchi litri disangue, e presentava grandi cavità al polmone destro,con congestione dei due polmoni. Si cominciò allora

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una novena a Bernadetta e gli si mise addosso una suaimmagine; i vomiti cessarono. Intanto il giorno seguenteessendo venuto il medico a vederlo, esclamò tutto stupi-to dopo averlo minuziosamente esaminato: «Ma io sfidoqualunque medico del mondo, fosse anche il più sapien-te, a trovarvi ancora qualche cosa; i due polmoni sonosanissimi, ogni pericolo è scomparso! Il giovane sta orabenissimo.

E facciamo punto con le guarigioni.Sarà ora necessario parlare delle conversioni? Ci sarà

però difficile enumerarle tutte. Suor Maria-Bernarda chesi preoccupava tanto della sorte dei peccatori quando erasulla terra, poteva abbandonarli dall’alto dei Cieli?Quindi è che ci capita spessissimo di ricevere lettereconcepite su per giù in questi termini: «Un peccatoreostinato, gravemente infermo, non voleva a nessun co-sto ricevere il sacerdote ed i sacramenti, inoltre bestem-miava come un demonio. Non appena posto sotto ilguanciale, o in qualsiasi modo accanto a lui, un qualcheoggetto di Bernadetta, si notò una trasformazione com-pleta operarsi nei suoi sentimenti. Domandò il sacerdo-te, e morì nelle migliori disposizioni cristiane».

E senza mancare di delicatezza, possiamo qui citare inomi, avendone i giornali parlato: Il conte Imbart de laTour, Castello di Chevret, non lungi da Imphy (Nièvre),

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una novena a Bernadetta e gli si mise addosso una suaimmagine; i vomiti cessarono. Intanto il giorno seguenteessendo venuto il medico a vederlo, esclamò tutto stupi-to dopo averlo minuziosamente esaminato: «Ma io sfidoqualunque medico del mondo, fosse anche il più sapien-te, a trovarvi ancora qualche cosa; i due polmoni sonosanissimi, ogni pericolo è scomparso! Il giovane sta orabenissimo.

E facciamo punto con le guarigioni.Sarà ora necessario parlare delle conversioni? Ci sarà

però difficile enumerarle tutte. Suor Maria-Bernarda chesi preoccupava tanto della sorte dei peccatori quando erasulla terra, poteva abbandonarli dall’alto dei Cieli?Quindi è che ci capita spessissimo di ricevere lettereconcepite su per giù in questi termini: «Un peccatoreostinato, gravemente infermo, non voleva a nessun co-sto ricevere il sacerdote ed i sacramenti, inoltre bestem-miava come un demonio. Non appena posto sotto ilguanciale, o in qualsiasi modo accanto a lui, un qualcheoggetto di Bernadetta, si notò una trasformazione com-pleta operarsi nei suoi sentimenti. Domandò il sacerdo-te, e morì nelle migliori disposizioni cristiane».

E senza mancare di delicatezza, possiamo qui citare inomi, avendone i giornali parlato: Il conte Imbart de laTour, Castello di Chevret, non lungi da Imphy (Nièvre),

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venne nell’agosto 1908 alla Casa Madre per domandar-ci una preghiera di ringraziamento pel ritorno a Dio delsignor du Périer de Larsan, deputato della Gironda, con-vertitosi in seguito alle preghiere fatte a Nostra Signoradi Lourdes per l’intercessione di Suor Maria-Bernarda.

La Beatificazione doveva accrescere la devozione e ifavori.

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venne nell’agosto 1908 alla Casa Madre per domandar-ci una preghiera di ringraziamento pel ritorno a Dio delsignor du Périer de Larsan, deputato della Gironda, con-vertitosi in seguito alle preghiere fatte a Nostra Signoradi Lourdes per l’intercessione di Suor Maria-Bernarda.

La Beatificazione doveva accrescere la devozione e ifavori.

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VIII.VERSO GLI ONORI DEGLI ALTARI.

Era il 20 agosto 1908: due anni erano appena passatidacchè il Sacro Cuore aveva dato alla diocesi di Neversuno dei suoi più ardenti apostoli, Monsignore Gauthey,morto alcuni anni dopo Arcivescovo di Besançon. Ap-punto a questo Prelato l’Immacolata riserbava la gioia e,perchè non dirlo? la gloria d’intraprendere, dietro pre-ghiera della Reverenda Madre Maria Giuseppina Fore-stier, Superiora Generale della Congregazione ove si erasantificata Suor Maria-Bernarda, la lunga procedura chedoveva conferire un giorno, gli onori degli altari allaConfidente dell’immacolata. E così in quella guisa chela Vergine Santa, comparendo a Lourdes, aveva ratifica-ta la proclamazione del suo Immacolato Concepimentofatta dalla Chiesa; nella stessa maniera la Chiesa allasua volta glorificando Bernadetta ratificherà la parolache la Vergine Santa aveva detto a quest’ultima «Non viprometto che sarete felice in questo mondo, manell’altro».

Fu dunque il 20 agosto che nella cappella della Casa-Madre, alla presenza di più di duecento religiose riuniteper gli Esercizi Spirituali, ebbe luogo la prima sedutadel Processo detto ordinario, cioè la costituzione del

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VIII.VERSO GLI ONORI DEGLI ALTARI.

Era il 20 agosto 1908: due anni erano appena passatidacchè il Sacro Cuore aveva dato alla diocesi di Neversuno dei suoi più ardenti apostoli, Monsignore Gauthey,morto alcuni anni dopo Arcivescovo di Besançon. Ap-punto a questo Prelato l’Immacolata riserbava la gioia e,perchè non dirlo? la gloria d’intraprendere, dietro pre-ghiera della Reverenda Madre Maria Giuseppina Fore-stier, Superiora Generale della Congregazione ove si erasantificata Suor Maria-Bernarda, la lunga procedura chedoveva conferire un giorno, gli onori degli altari allaConfidente dell’immacolata. E così in quella guisa chela Vergine Santa, comparendo a Lourdes, aveva ratifica-ta la proclamazione del suo Immacolato Concepimentofatta dalla Chiesa; nella stessa maniera la Chiesa allasua volta glorificando Bernadetta ratificherà la parolache la Vergine Santa aveva detto a quest’ultima «Non viprometto che sarete felice in questo mondo, manell’altro».

Fu dunque il 20 agosto che nella cappella della Casa-Madre, alla presenza di più di duecento religiose riuniteper gli Esercizi Spirituali, ebbe luogo la prima sedutadel Processo detto ordinario, cioè la costituzione del

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Tribunale ecclesiastico incaricato di raccogliere le testi-monianze sulla vita, sulle virtù, sulla fama di santità esui miracoli della Serva di Dio.

«Dopo la seduta, leggiamo nella Settimana Religiosadella Diocesi di Nevers del 22 agosto 1908, Monsignoreparlò della sua gioia di poter dar principio a questa cau-sa così gloriosa per la Vergine Immacolata, per la Con-gregazione delle Suore di Nevers, alle quali Maria con-fidò la sua piccola Confidente, non meno che per la dio-cesi di Nevers.

«Fece notare le varie circostanze che fin dal principiodavano a questo processo una vera opportunità, anzitut-to la festa di S. Bernardo, di cui la serva di Dio avevaportato il nome ricevuto nel dì del suo battesimo, poi ladata che coincideva coll’andata a Lourdes del grandepellegrinaggio nazionale, che conduce immense moltitu-dini alla Grotta, dove Maria comparve a Bernadetta; fi-nalmente l’anno giubilare delle Apparizioni.

«L’eloquenza con la quale Sua Eccellenza espressequanto grande sarebbe stata la sua gioia di vedere ungiorno la Causa di Bernadetta introdotta a Roma, im-pressionò vivamente l’uditorio, e dimostrò a tutti quantofosse cara al cuore del Venerando Prelato questa causa»..

E tale fu lo zelo dei personaggi che componevano il Tri-bunale Ecclesiastico, tale l’abilità con cui il Prelato, gui-

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Tribunale ecclesiastico incaricato di raccogliere le testi-monianze sulla vita, sulle virtù, sulla fama di santità esui miracoli della Serva di Dio.

«Dopo la seduta, leggiamo nella Settimana Religiosadella Diocesi di Nevers del 22 agosto 1908, Monsignoreparlò della sua gioia di poter dar principio a questa cau-sa così gloriosa per la Vergine Immacolata, per la Con-gregazione delle Suore di Nevers, alle quali Maria con-fidò la sua piccola Confidente, non meno che per la dio-cesi di Nevers.

«Fece notare le varie circostanze che fin dal principiodavano a questo processo una vera opportunità, anzitut-to la festa di S. Bernardo, di cui la serva di Dio avevaportato il nome ricevuto nel dì del suo battesimo, poi ladata che coincideva coll’andata a Lourdes del grandepellegrinaggio nazionale, che conduce immense moltitu-dini alla Grotta, dove Maria comparve a Bernadetta; fi-nalmente l’anno giubilare delle Apparizioni.

«L’eloquenza con la quale Sua Eccellenza espressequanto grande sarebbe stata la sua gioia di vedere ungiorno la Causa di Bernadetta introdotta a Roma, im-pressionò vivamente l’uditorio, e dimostrò a tutti quantofosse cara al cuore del Venerando Prelato questa causa»..

E tale fu lo zelo dei personaggi che componevano il Tri-bunale Ecclesiastico, tale l’abilità con cui il Prelato, gui-

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dato dalla sua pietà verso l’Immacolata e dal suo amoreper la sua piccola Confidente, condusse l’inchiesta, chefin dal mese d’ottobre 1909 il processo, il quale contavanon meno di centotrentatre sedute, potè essere trasmessoalla Sacra Congregazione dei Riti.

E quattro anni non erano ancora passati, che la SacraCongregazione, espletate tutte le pratiche necessarie,avuto anche riguardo alle Lettere postulatorie di moltis-simi Cardinali, Arcivescovi, Vescovi, Abbati, SuperioriGenerali di Ordini religiosi, emise voto favorevoleall’Introduzione della Causa della Serva di Dio, che sot-topose al beneplacito del Santo Padre Pio X. E nullaavendo Sua Santità trovato in contrario, firmò di propriamano la Commissione per l’Introduzione della Causa il13 agosto 1913, e così la Serva di Dio ebbe il titolo diVenerabile.

Fu durante questo Processo e più precisamente il 22settembre dell’anno 1909, trent’anni cioè dopo l’inuma-zione di Suor Maria-Bernarda, che nella cappella di S. Giuseppe, si procedette, secondo tutte le regole cano-niche, alla ricognizione delle sue spoglie mortali. Eccoil racconto che ne fece la Settimana Religiosa di Neversdell’11 dicembre 1909:

«Alla presenza di Monsignore Gauthey e dei Membridel Tribunale della Causa della Serva di Dio, dopo aver

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dato dalla sua pietà verso l’Immacolata e dal suo amoreper la sua piccola Confidente, condusse l’inchiesta, chefin dal mese d’ottobre 1909 il processo, il quale contavanon meno di centotrentatre sedute, potè essere trasmessoalla Sacra Congregazione dei Riti.

E quattro anni non erano ancora passati, che la SacraCongregazione, espletate tutte le pratiche necessarie,avuto anche riguardo alle Lettere postulatorie di moltis-simi Cardinali, Arcivescovi, Vescovi, Abbati, SuperioriGenerali di Ordini religiosi, emise voto favorevoleall’Introduzione della Causa della Serva di Dio, che sot-topose al beneplacito del Santo Padre Pio X. E nullaavendo Sua Santità trovato in contrario, firmò di propriamano la Commissione per l’Introduzione della Causa il13 agosto 1913, e così la Serva di Dio ebbe il titolo diVenerabile.

Fu durante questo Processo e più precisamente il 22settembre dell’anno 1909, trent’anni cioè dopo l’inuma-zione di Suor Maria-Bernarda, che nella cappella di S. Giuseppe, si procedette, secondo tutte le regole cano-niche, alla ricognizione delle sue spoglie mortali. Eccoil racconto che ne fece la Settimana Religiosa di Neversdell’11 dicembre 1909:

«Alla presenza di Monsignore Gauthey e dei Membridel Tribunale della Causa della Serva di Dio, dopo aver

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compiuto le formalità legali richieste e con l’assistenzadi due medici (1) si fece l'esumazione. La bara venneestratta dalla tomba da operai che avevano prestato giu-ramento a questo fine, e portata in un padiglione vicinoalla cappella di S. Giuseppe ove se ne fece l’apertura.Non esalò odore alcuno quando si ruppe l’involucro dipiombo. La Serva di Dio apparve rivestita del suo abitoreligioso: soltanto la faccia, le mani e gli avambraccierano scoperti e d’una bianchezza sbiadita. La bocca al-quanto semi-aperta lasciava vedere i denti; gli occhichiusi parevano un po’ infossati nelle loro orbite. Lemani congiunte sul petto, perfettamente conservate conle loro unghie, erano intrecciate da una corona già rosadalla ruggine. Un crocifisso coperto d’uno strato di ver-derame poggiava sul petto». Si poteva distinguere sugliavambracci il rilievo delle vene.

«La Superiora Generale delle Suore della Carità diNevers e le sue religiose tolsero gli abiti umidi e la se-gatura di legno mescolata con carbone in cui giaceva ilcorpo, e poterono così constatare coi medici che essoera seccato, ma perfettamente intero e senza traccia dicorruzione».

Il lato sinistro del corpo, a partire dall’anca, era al-quanto più alto del destro, così pure il ginocchio sinistro

1 I signori Jourdan du Mazot e David.

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compiuto le formalità legali richieste e con l’assistenzadi due medici (1) si fece l'esumazione. La bara venneestratta dalla tomba da operai che avevano prestato giu-ramento a questo fine, e portata in un padiglione vicinoalla cappella di S. Giuseppe ove se ne fece l’apertura.Non esalò odore alcuno quando si ruppe l’involucro dipiombo. La Serva di Dio apparve rivestita del suo abitoreligioso: soltanto la faccia, le mani e gli avambraccierano scoperti e d’una bianchezza sbiadita. La bocca al-quanto semi-aperta lasciava vedere i denti; gli occhichiusi parevano un po’ infossati nelle loro orbite. Lemani congiunte sul petto, perfettamente conservate conle loro unghie, erano intrecciate da una corona già rosadalla ruggine. Un crocifisso coperto d’uno strato di ver-derame poggiava sul petto». Si poteva distinguere sugliavambracci il rilievo delle vene.

«La Superiora Generale delle Suore della Carità diNevers e le sue religiose tolsero gli abiti umidi e la se-gatura di legno mescolata con carbone in cui giaceva ilcorpo, e poterono così constatare coi medici che essoera seccato, ma perfettamente intero e senza traccia dicorruzione».

Il lato sinistro del corpo, a partire dall’anca, era al-quanto più alto del destro, così pure il ginocchio sinistro

1 I signori Jourdan du Mazot e David.

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era meno grosso del destro (1). La testa e le mani eranodolcemente inclinate verso il lato destro, sì bene che laposa di Suor Maria-Bernarda ricordava, come lo feceosservare il degno Prelato presente all’esumazione,quelle giovani vergini dei primi secoli ritrovate nelle ca-tacombe.

Le Suore ne lavarono il corpo; dopo di che, vestitolodi nuovo dell’abito religioso, lo ricollocarono delicata-mente con le loro mani in una bara nuova, rivestita dizinco e foderata di raso bianco. La testa riposava sopraun cuscino di raso bianco in cui erano state ricamate leiniziali di Nostra Signora di Lourdes, le stesse inizialierano scolpite sulla bara.

Accanto al corpo, in un tubo di cristallo, si pose ilprocesso verbale dell’esumazione e ricognizione delcorpo con gli antichi processi verbali della sepoltura.

La doppia bara chiusa, saldata e sigillata col sigillovescovile, venne riposta nella sua tomba ai piedi dellastatua della Vergine Immacolata. Ma era soltanto in atte-sa d’una tomba più gloriosa.

1 Ricorderanno i lettori che Suor Maria-Bernarda negli ultimi tempi di suavita aveva un tumore al ginocchio destro.

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era meno grosso del destro (1). La testa e le mani eranodolcemente inclinate verso il lato destro, sì bene che laposa di Suor Maria-Bernarda ricordava, come lo feceosservare il degno Prelato presente all’esumazione,quelle giovani vergini dei primi secoli ritrovate nelle ca-tacombe.

Le Suore ne lavarono il corpo; dopo di che, vestitolodi nuovo dell’abito religioso, lo ricollocarono delicata-mente con le loro mani in una bara nuova, rivestita dizinco e foderata di raso bianco. La testa riposava sopraun cuscino di raso bianco in cui erano state ricamate leiniziali di Nostra Signora di Lourdes, le stesse inizialierano scolpite sulla bara.

Accanto al corpo, in un tubo di cristallo, si pose ilprocesso verbale dell’esumazione e ricognizione delcorpo con gli antichi processi verbali della sepoltura.

La doppia bara chiusa, saldata e sigillata col sigillovescovile, venne riposta nella sua tomba ai piedi dellastatua della Vergine Immacolata. Ma era soltanto in atte-sa d’una tomba più gloriosa.

1 Ricorderanno i lettori che Suor Maria-Bernarda negli ultimi tempi di suavita aveva un tumore al ginocchio destro.

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*

La sola Introduzione della Causa di Suor Maria-Ber-narda in Corte di Roma non poteva infatti bastare ai tan-ti suoi ammiratori e specialmente alle sue religiose con-sorelle; godevano, è vero, in cuor loro nel poterla chia-mare Venerabile, ma quanto più bramavano di vederepresto spuntare il giorno fortunato in cui avrebbero po-tuto acclamarla Beata. E questo loro desiderio non do-veva farsi troppo aspettare.

Infatti riconosciute in un primo tempo le virtù eroichedella Venerabile con un Decreto di S. Santità Pio XI, indata 18 novembre 1923, ed in un secondo, in data 1°maggio 1925, approvati dallo stesso Pontefice i miracolioperati da Dio per intercessione della stessa Venerabilee proposti per la sua Beatificazione, si potè venire allasolenne cerimonia, la quale ebbe luogo con grandiosasolennità in S. Pietro, il giorno 14 giugno 1925, tra ilgiubilo di immensa moltitudine che acclamava e saluta-va Beata colei che la Vergine Immacolata aveva scelto asua Confidente e Messaggera nella terra benedetta diLourdes.

Al trionfo di Roma fece seguito quello di Nevers. Il 3Agosto 1925 all’apertura del triduo solenne con unacommovente cerimonia il corpo della Santa che sembra

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*

La sola Introduzione della Causa di Suor Maria-Ber-narda in Corte di Roma non poteva infatti bastare ai tan-ti suoi ammiratori e specialmente alle sue religiose con-sorelle; godevano, è vero, in cuor loro nel poterla chia-mare Venerabile, ma quanto più bramavano di vederepresto spuntare il giorno fortunato in cui avrebbero po-tuto acclamarla Beata. E questo loro desiderio non do-veva farsi troppo aspettare.

Infatti riconosciute in un primo tempo le virtù eroichedella Venerabile con un Decreto di S. Santità Pio XI, indata 18 novembre 1923, ed in un secondo, in data 1°maggio 1925, approvati dallo stesso Pontefice i miracolioperati da Dio per intercessione della stessa Venerabilee proposti per la sua Beatificazione, si potè venire allasolenne cerimonia, la quale ebbe luogo con grandiosasolennità in S. Pietro, il giorno 14 giugno 1925, tra ilgiubilo di immensa moltitudine che acclamava e saluta-va Beata colei che la Vergine Immacolata aveva scelto asua Confidente e Messaggera nella terra benedetta diLourdes.

Al trionfo di Roma fece seguito quello di Nevers. Il 3Agosto 1925 all’apertura del triduo solenne con unacommovente cerimonia il corpo della Santa che sembra

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riposi nella sua cassa di cristallo e di bronzo dorato, futrasferito nella Cappella della Comunità. E là trovò ilsuo posto definitivo a sinistra dell’Altare Maggiore, sot-to lo sguardo dell’Immacolata di Lourdes, mentre l’anti-ca tomba è rimasta meta di devoti pellegrinaggi.

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riposi nella sua cassa di cristallo e di bronzo dorato, futrasferito nella Cappella della Comunità. E là trovò ilsuo posto definitivo a sinistra dell’Altare Maggiore, sot-to lo sguardo dell’Immacolata di Lourdes, mentre l’anti-ca tomba è rimasta meta di devoti pellegrinaggi.

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PARTE TERZAROMA

PER LA CANONIZZAZIONE.

L’eco delle feste in onore della Beata non era ancoradel tutto spento e già una nuova fase incominciava cheavrebbe elevata l’umile religiosa al trionfo finale ponen-dola all’apogeo nel cielo della Chiesa.

Ricapitoliamo brevissimamente le varie tappe percor-se in questo cammino di ascesa.

Il 2 giugno 1926 Sua Santità Pio XI si degna firmare«mano propria» la Commissione per la Riassunzionedella causa.

Il 7 gennaio 1927, Lettere Remissoriali per un proces-so apostolico nelle Curie di Cartagine e di Nevers sullaguarigione di Sua Eccellenza l’Arcivescovo Alessio Le-maître.

La validità del processo viene riconosciuta il 17 giu-gno 1928.

L’8 agosto 1931 Lettere Remissoriali per un altro pro-cesso Apostolico nella Curia di Tarbes et Lourdes sullaguarigione di Suor Maria di San Fedele.

Validità del processo 1° marzo 1932.Il 6 dicembre 1932 Congregazione Antipreparatoria

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PARTE TERZAROMA

PER LA CANONIZZAZIONE.

L’eco delle feste in onore della Beata non era ancoradel tutto spento e già una nuova fase incominciava cheavrebbe elevata l’umile religiosa al trionfo finale ponen-dola all’apogeo nel cielo della Chiesa.

Ricapitoliamo brevissimamente le varie tappe percor-se in questo cammino di ascesa.

Il 2 giugno 1926 Sua Santità Pio XI si degna firmare«mano propria» la Commissione per la Riassunzionedella causa.

Il 7 gennaio 1927, Lettere Remissoriali per un proces-so apostolico nelle Curie di Cartagine e di Nevers sullaguarigione di Sua Eccellenza l’Arcivescovo Alessio Le-maître.

La validità del processo viene riconosciuta il 17 giu-gno 1928.

L’8 agosto 1931 Lettere Remissoriali per un altro pro-cesso Apostolico nella Curia di Tarbes et Lourdes sullaguarigione di Suor Maria di San Fedele.

Validità del processo 1° marzo 1932.Il 6 dicembre 1932 Congregazione Antipreparatoria

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presso Sua Em. Alessandro Cardinale Verde Ponentedella Causa.

Il 21 marzo 1933 si riunisce nel Palazzo ApostolicoVaticano la Congregazione Preparatoria.

Il 16 maggio 1933 Congregazione generale in presen-za di Sua Santità con esito felicissimo.

Finalmente il 31 maggio 1933 nella sala del Concisto-ro del Palazzo Vaticano, ha luogo davanti il S. P. la so-lenne lettura del decreto di approvazione dei due mira-coli.

Riproduciamo integralmente il testo italiano di questoDecreto che, come ebbe a dire un Eminentissimo Porpo-rato, renderà ormai certa la Canonizzazione della BeataConfidente dell’Immacolata.…

«Poco tempo fa – comincia infatti il Decreto – cele-bravasi a Lourdes in Francia, presente Sua Santità permezzo del suo Legato, con grandissima solennità il 75°anniversario dacchè la B. V. M. apparve miracolosa-mente parecchie volte nella grotta di Massabielle pressoquella città, all’umile verginella Bernarda Soubirous, di-chiarandosi essere l’Immacolata Concezione. La fecemessaggera di penitenza e di grazia, dichiarandole chenon in questa vita, ma solo dopo morte avrebbe acqui-stata la gloria. Ciò che avvenne in modo meraviglioso,come successe all’altra fanciulla Caterina Labouré

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presso Sua Em. Alessandro Cardinale Verde Ponentedella Causa.

Il 21 marzo 1933 si riunisce nel Palazzo ApostolicoVaticano la Congregazione Preparatoria.

Il 16 maggio 1933 Congregazione generale in presen-za di Sua Santità con esito felicissimo.

Finalmente il 31 maggio 1933 nella sala del Concisto-ro del Palazzo Vaticano, ha luogo davanti il S. P. la so-lenne lettura del decreto di approvazione dei due mira-coli.

Riproduciamo integralmente il testo italiano di questoDecreto che, come ebbe a dire un Eminentissimo Porpo-rato, renderà ormai certa la Canonizzazione della BeataConfidente dell’Immacolata.…

«Poco tempo fa – comincia infatti il Decreto – cele-bravasi a Lourdes in Francia, presente Sua Santità permezzo del suo Legato, con grandissima solennità il 75°anniversario dacchè la B. V. M. apparve miracolosa-mente parecchie volte nella grotta di Massabielle pressoquella città, all’umile verginella Bernarda Soubirous, di-chiarandosi essere l’Immacolata Concezione. La fecemessaggera di penitenza e di grazia, dichiarandole chenon in questa vita, ma solo dopo morte avrebbe acqui-stata la gloria. Ciò che avvenne in modo meraviglioso,come successe all’altra fanciulla Caterina Labouré

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ascritta in questi ultimi giorni nei fasti dei Beati; favori-ta essa pure da un’apparizione della Madonna che lascelse a strumento delle sue grazie, ma volle che rima-nesse nascosta in vita sotto il velo dell’umiltà.

Benchè alla B. Bernarda la Vergine Immacolata siaapparsa non in segreto come alla B. Caterina, bensì pub-blicamente davanti a numeroso popolo, e pei miracolistrepitosi ed i frequentissimi pellegrinaggi quel sacrospeco sia divenuto celebre in tutto il mondo, tuttavial’umilissima fanciulla, dopo aver testimoniato la verità,si sottrasse agli occhi del mondo, ed abbracciata la vitareligiosa nella Congregazione delle Suore di Carità edIstruzione cristiana di Nevers, rimase nascosta in Cristotra le mura del chiostro fino alla morte.

Venne provata nel frattempo, disponendolo Iddio, damolte afflizioni di anima e di corpo, affinchè praticasseella stessa, fatta Ostia gratissima a Dio, quella penitenzache aveva agli altri annunziata.

Non appena con santo fine il 16 aprile 1879 se nevolò ai regni celesti, si diffuse largamente intorno a leifama di santità e di miracoli. Le quali cose debitamenteapprovate da Sua Santità Pio XI felicemente regnan-te, il 14 giugno dell’Anno Santo 1925, le furono de-cretati gli onori della Beatificazione.

L’anno seguente sembrando che nuovi miracoli

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ascritta in questi ultimi giorni nei fasti dei Beati; favori-ta essa pure da un’apparizione della Madonna che lascelse a strumento delle sue grazie, ma volle che rima-nesse nascosta in vita sotto il velo dell’umiltà.

Benchè alla B. Bernarda la Vergine Immacolata siaapparsa non in segreto come alla B. Caterina, bensì pub-blicamente davanti a numeroso popolo, e pei miracolistrepitosi ed i frequentissimi pellegrinaggi quel sacrospeco sia divenuto celebre in tutto il mondo, tuttavial’umilissima fanciulla, dopo aver testimoniato la verità,si sottrasse agli occhi del mondo, ed abbracciata la vitareligiosa nella Congregazione delle Suore di Carità edIstruzione cristiana di Nevers, rimase nascosta in Cristotra le mura del chiostro fino alla morte.

Venne provata nel frattempo, disponendolo Iddio, damolte afflizioni di anima e di corpo, affinchè praticasseella stessa, fatta Ostia gratissima a Dio, quella penitenzache aveva agli altri annunziata.

Non appena con santo fine il 16 aprile 1879 se nevolò ai regni celesti, si diffuse largamente intorno a leifama di santità e di miracoli. Le quali cose debitamenteapprovate da Sua Santità Pio XI felicemente regnan-te, il 14 giugno dell’Anno Santo 1925, le furono de-cretati gli onori della Beatificazione.

L’anno seguente sembrando che nuovi miracoli

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fossero stati operati da Dio per la sua intercessione, furipresa la Causa di Canonizzazione e si istituirono i pro-cessi a Cartagine e a Nevers, e presso la Curia di Tarbes,su due guarigioni che sembravano portar seco i veri ca-ratteri di miracoli. Sul valore giuridico dei quali fuemesso Decreto favorevole da questa Sacra Congrega-zione.

Il primo miracolo.

La prima guarigione miracolosa avvenne a Nevers.L’Ecc.mo Mons. Alessio Lemaître, arcivescovo di Car-tagine, oriundo della Diocesi di Nevers, da più di diecianni era affetto da grave «amebiasi» contratta in quelleregioni tropicali ove prima aveva diligentemente tenutala carica di Vicario Apostolico.

Aveva tentato invano parecchie cure, e la malattia eratalmente progredita, da venir dichiarata, per consensounanime dei curanti, insanabile almeno in breve. Il 3agosto 1925 il suddetto Arcivescovo, quasi due mesidopo la Beatificazione di Maria Bernarda Soubirous,partì da Parigi in pio pellegrinaggio per esser presente inNevers alle feste che dovevano svolgersi in onore dellanuova Beata.

Anche durante quel viaggio sentì molto gravementel’influsso del male. Giunto a Nevers intervenne alla tra-

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fossero stati operati da Dio per la sua intercessione, furipresa la Causa di Canonizzazione e si istituirono i pro-cessi a Cartagine e a Nevers, e presso la Curia di Tarbes,su due guarigioni che sembravano portar seco i veri ca-ratteri di miracoli. Sul valore giuridico dei quali fuemesso Decreto favorevole da questa Sacra Congrega-zione.

Il primo miracolo.

La prima guarigione miracolosa avvenne a Nevers.L’Ecc.mo Mons. Alessio Lemaître, arcivescovo di Car-tagine, oriundo della Diocesi di Nevers, da più di diecianni era affetto da grave «amebiasi» contratta in quelleregioni tropicali ove prima aveva diligentemente tenutala carica di Vicario Apostolico.

Aveva tentato invano parecchie cure, e la malattia eratalmente progredita, da venir dichiarata, per consensounanime dei curanti, insanabile almeno in breve. Il 3agosto 1925 il suddetto Arcivescovo, quasi due mesidopo la Beatificazione di Maria Bernarda Soubirous,partì da Parigi in pio pellegrinaggio per esser presente inNevers alle feste che dovevano svolgersi in onore dellanuova Beata.

Anche durante quel viaggio sentì molto gravementel’influsso del male. Giunto a Nevers intervenne alla tra-

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slazione del Corpo della Beata, ed in un istante fu alloraguarito.

I periti d’ufficio dimostrano in modo perentorio chela guarigione è perfetta e duratura. Ciò che vien confer-mato da tutti i testi i quali dicono che l’Ecc.mo Arcive-scovo gode d’una floridissima salute e vigoria di forzepur menando un genere di vita attivissima come in pre-cedenza, perdurandovi con facilità da parecchi anni.

Sembra perciò che la B. Bernarda gli abbia reso ilcontraccambio, ricompensando il suo cliente, cittadinodi Nevers, col liberarlo dalla malattia per esser venutoad onorarla con tanto incomodo. Non ci attesta forse laStoria Ecclesiastica aver Iddio operato numerosi mira-coli nelle traslazioni dei Corpi dei Santi?

Il secondo miracolo.

La seconda guarigione avvenne a Lourdes. Suor Ma-ria da S. Fedele, dell’istituto delle Suore del Buon Pa-store, affetta da «diatesi tubercolare» subì nel mese diagosto del 1926 l’operazione d’appendicite. Due mesidopo cominciò a provare i sintomi d’un’altra malattiapure di natura tubercolare, al ginocchio destro ed allaspina dorsale, e che, specie in questa ultima località,progredì in tal modo che il medico dichiarò non potersiguarire con le sole forze della natura se non forse dopo

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slazione del Corpo della Beata, ed in un istante fu alloraguarito.

I periti d’ufficio dimostrano in modo perentorio chela guarigione è perfetta e duratura. Ciò che vien confer-mato da tutti i testi i quali dicono che l’Ecc.mo Arcive-scovo gode d’una floridissima salute e vigoria di forzepur menando un genere di vita attivissima come in pre-cedenza, perdurandovi con facilità da parecchi anni.

Sembra perciò che la B. Bernarda gli abbia reso ilcontraccambio, ricompensando il suo cliente, cittadinodi Nevers, col liberarlo dalla malattia per esser venutoad onorarla con tanto incomodo. Non ci attesta forse laStoria Ecclesiastica aver Iddio operato numerosi mira-coli nelle traslazioni dei Corpi dei Santi?

Il secondo miracolo.

La seconda guarigione avvenne a Lourdes. Suor Ma-ria da S. Fedele, dell’istituto delle Suore del Buon Pa-store, affetta da «diatesi tubercolare» subì nel mese diagosto del 1926 l’operazione d’appendicite. Due mesidopo cominciò a provare i sintomi d’un’altra malattiapure di natura tubercolare, al ginocchio destro ed allaspina dorsale, e che, specie in questa ultima località,progredì in tal modo che il medico dichiarò non potersiguarire con le sole forze della natura se non forse dopo

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un lunghissimo spazio di tempo. Tale affermazione,dopo accurato esame degli Atti giudiziari, vien confer-mata pure dai periti ufficiali. Di più risulta dagli Atti chepeggiorando ognor più le condizioni dell’inferma, fu in-trapresa una novena di preghiere per invocare il patroci-nio della B. Bernarda.

Il quinto giorno della novena, cioè il 6 febbraio 1928,alle ore 6 di sera, improvvisamente Suor Maria da S. Fe-dele si sentì guarita. Il giorno seguente balzò di letto.Inoltre si mise a saltare alquanto.

Era dunque guarita sia alla spina dorsale, sia al ginoc-chio.

Dopo tre anni i periti fisici fatta un’accurata verifica,non trovarono più traccia alcuna del male precedente. Ilmedico curante ed i tre periti scelti dalla S. Congrega-zione affermano concordi non potersi tale guarigione at-tribuire alle sole forze della natura, ed ammettonosenz’altro il miracolo.

Intorno a queste guarigioni si discusse com’è costu-me, in tre Congregazioni: nella prima, detta «Antiprepa-ratoria» presso l’E.mo Cardinale Alessandro Verde, Po-nente o Relatore della Causa, il 6 dicembre 1932; nellaseconda «Preparatoria» davanti agli E.mi Cardinali inVaticano, il 21 marzo, corrente anno; e finalmente nella«Generale» davanti a Sua Santità il 16 corrente mese. In

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un lunghissimo spazio di tempo. Tale affermazione,dopo accurato esame degli Atti giudiziari, vien confer-mata pure dai periti ufficiali. Di più risulta dagli Atti chepeggiorando ognor più le condizioni dell’inferma, fu in-trapresa una novena di preghiere per invocare il patroci-nio della B. Bernarda.

Il quinto giorno della novena, cioè il 6 febbraio 1928,alle ore 6 di sera, improvvisamente Suor Maria da S. Fe-dele si sentì guarita. Il giorno seguente balzò di letto.Inoltre si mise a saltare alquanto.

Era dunque guarita sia alla spina dorsale, sia al ginoc-chio.

Dopo tre anni i periti fisici fatta un’accurata verifica,non trovarono più traccia alcuna del male precedente. Ilmedico curante ed i tre periti scelti dalla S. Congrega-zione affermano concordi non potersi tale guarigione at-tribuire alle sole forze della natura, ed ammettonosenz’altro il miracolo.

Intorno a queste guarigioni si discusse com’è costu-me, in tre Congregazioni: nella prima, detta «Antiprepa-ratoria» presso l’E.mo Cardinale Alessandro Verde, Po-nente o Relatore della Causa, il 6 dicembre 1932; nellaseconda «Preparatoria» davanti agli E.mi Cardinali inVaticano, il 21 marzo, corrente anno; e finalmente nella«Generale» davanti a Sua Santità il 16 corrente mese. In

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quest’ultima, l’E.mo Cardinale Alessandro Verde, Po-nente o Relatore della Causa, propose il dubbio «Se e diquali miracoli constasse, dopo gli onori della Beati-ficazione, nel caso ed all’effetto di cui si tratta». GliE.mi Cardinali, gli Ufficiali Prelati, ed i PP. Consultori,emisero per ordine il loro voto. I quali avendo il SantoPadre ascoltato, differì tuttavia di manifestare il suo giu-dizio, affine d’implorare con le preghiere sue e degliastanti maggior abbondanza di luce divina.

Avendo poi stabilito di manifestare la sua supremasentenza sopra i miracoli operati per intercessione diquesta figlia prediletta della Vergine, scelse opportunis-simamente questo giorno ultimo del mese mariano, feriaIV dell’Ascensione del Signore. «Il Cristo salendo inalto condusse prigioniera la schiavitù, diede doniagli uomini» i quali doni si degna elargirci per mezzodella sua e nostra Beatissima Madre, come l’afferma ilDottor Mellifluo nel senso inteso dalla Chiesa: «Tuttovolle che noi avessimo per Maria». Ella infatti è per noiMediatrice di tutte le grazie, ed insieme al Figlio pieto-sissima cooperatrice della Redenzione dell’uman gene-re. Al Beatissimo Padre arrechi speciale gioia questogiorno, suo genetliaco, e la dolcissima Patrona Maria loguidi sempre e lo conservi lunghissimamente all’affetto

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quest’ultima, l’E.mo Cardinale Alessandro Verde, Po-nente o Relatore della Causa, propose il dubbio «Se e diquali miracoli constasse, dopo gli onori della Beati-ficazione, nel caso ed all’effetto di cui si tratta». GliE.mi Cardinali, gli Ufficiali Prelati, ed i PP. Consultori,emisero per ordine il loro voto. I quali avendo il SantoPadre ascoltato, differì tuttavia di manifestare il suo giu-dizio, affine d’implorare con le preghiere sue e degliastanti maggior abbondanza di luce divina.

Avendo poi stabilito di manifestare la sua supremasentenza sopra i miracoli operati per intercessione diquesta figlia prediletta della Vergine, scelse opportunis-simamente questo giorno ultimo del mese mariano, feriaIV dell’Ascensione del Signore. «Il Cristo salendo inalto condusse prigioniera la schiavitù, diede doniagli uomini» i quali doni si degna elargirci per mezzodella sua e nostra Beatissima Madre, come l’afferma ilDottor Mellifluo nel senso inteso dalla Chiesa: «Tuttovolle che noi avessimo per Maria». Ella infatti è per noiMediatrice di tutte le grazie, ed insieme al Figlio pieto-sissima cooperatrice della Redenzione dell’uman gene-re. Al Beatissimo Padre arrechi speciale gioia questogiorno, suo genetliaco, e la dolcissima Patrona Maria loguidi sempre e lo conservi lunghissimamente all’affetto

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dei figli.Ordinò quindi di convocare presso di sè gli E.mi Car-

dinali Camillo Laurenti, Prefetto della S. Congr. deiRiti, ed Alessandro Verde, Relatore della Causa, nonchèil R. P. Salvatore Natucci. Promotore generale dellaFede, e me, sottoscritto segretario: celebrato devotissi-mamente il divin Sacrificio, alla nostra presenza solen-nemente dichiarò: «Constare dei due miracoli operatida Dio per intercessione della B. Bernarda, cioè:dell’istantanea e perfetta guarigione dell’Ecc.moMons. Alessio Lemaître, arcivescovo di Cartagine edi Suor Maria da San Fedele da infezione tuberco-lare alla spina dorsale ed al ginocchio destro».

Profondamente commosso dalla solenne proclamazio-ne è quindi appressato al trono pontificio S. EccellenzaMonsignor Flynn, il quale come Ordinario diocesano diNevers ha espresso con il seguente indirizzo la profondariconoscenza della terra ove la Beata passò dal Pellegri-naggio terreno alla gioia celeste.

Santissimo Padre,I nostri cuori traboccano oggi d’una gioia ricono-

scente che rispettosamente e finalmente essi vorrebberoesprimere.

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dei figli.Ordinò quindi di convocare presso di sè gli E.mi Car-

dinali Camillo Laurenti, Prefetto della S. Congr. deiRiti, ed Alessandro Verde, Relatore della Causa, nonchèil R. P. Salvatore Natucci. Promotore generale dellaFede, e me, sottoscritto segretario: celebrato devotissi-mamente il divin Sacrificio, alla nostra presenza solen-nemente dichiarò: «Constare dei due miracoli operatida Dio per intercessione della B. Bernarda, cioè:dell’istantanea e perfetta guarigione dell’Ecc.moMons. Alessio Lemaître, arcivescovo di Cartagine edi Suor Maria da San Fedele da infezione tuberco-lare alla spina dorsale ed al ginocchio destro».

Profondamente commosso dalla solenne proclamazio-ne è quindi appressato al trono pontificio S. EccellenzaMonsignor Flynn, il quale come Ordinario diocesano diNevers ha espresso con il seguente indirizzo la profondariconoscenza della terra ove la Beata passò dal Pellegri-naggio terreno alla gioia celeste.

Santissimo Padre,I nostri cuori traboccano oggi d’una gioia ricono-

scente che rispettosamente e finalmente essi vorrebberoesprimere.

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Il decreto d’approvazione, di cui Vostra Santità hadianzi ordinato la lettura è per noi una speranza; unasperanza che fa esultare il popolo Cristiano: la speran-za che molto presto all’ora che essa giudicherà oppor-tuna Vostra Santità degnerà innalzare agli onori dellaCanonizzazione la fanciulla di Lourdes, la confidentedella Vergine Immacolata, l’umile religiosa di Neversquella che noi chiamiamo ancora la Beata BernadettaSoubirous. Quali ringraziamenti dobbiamo al SommoPontefice, al Padre amatissimo di tutti i Pastori e di tut-ti i fedeli. In quest’anno Santo, anno di Redenzione e diSantificazione, Egli ha voluto glorificare dei nuovi san-ti, fiori benedetti del Calvario, fiori nati dalla Croce, ir-rorati e fecondati dal Sangue di Cristo Salvatore. Qualelezione vivente, quale commento sacro degl’insegna-menti del Sovrano magistero in questo giubileo di gra-zia. Ma che dire della bontà paterna di Vostra Santitàd’avere scelto per la lettura di questo decreto la datadell’Anniversario della Sua nascita! Pridie KalendasIunii, 31 maggio, giorno in cui i cristiani del mondointero ringraziano Dio d’aver dato alla Sua Chiesa Co-lui che oggi veneriamo e acclamiamo sotto il nome diPio XI Haec dies quam fecit Dominus: exultemus etlaetemur in ea!» Vostra Santità si degni di gradire i no-stri ringraziamenti per questa squisita delicatezza: la

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Il decreto d’approvazione, di cui Vostra Santità hadianzi ordinato la lettura è per noi una speranza; unasperanza che fa esultare il popolo Cristiano: la speran-za che molto presto all’ora che essa giudicherà oppor-tuna Vostra Santità degnerà innalzare agli onori dellaCanonizzazione la fanciulla di Lourdes, la confidentedella Vergine Immacolata, l’umile religiosa di Neversquella che noi chiamiamo ancora la Beata BernadettaSoubirous. Quali ringraziamenti dobbiamo al SommoPontefice, al Padre amatissimo di tutti i Pastori e di tut-ti i fedeli. In quest’anno Santo, anno di Redenzione e diSantificazione, Egli ha voluto glorificare dei nuovi san-ti, fiori benedetti del Calvario, fiori nati dalla Croce, ir-rorati e fecondati dal Sangue di Cristo Salvatore. Qualelezione vivente, quale commento sacro degl’insegna-menti del Sovrano magistero in questo giubileo di gra-zia. Ma che dire della bontà paterna di Vostra Santitàd’avere scelto per la lettura di questo decreto la datadell’Anniversario della Sua nascita! Pridie KalendasIunii, 31 maggio, giorno in cui i cristiani del mondointero ringraziano Dio d’aver dato alla Sua Chiesa Co-lui che oggi veneriamo e acclamiamo sotto il nome diPio XI Haec dies quam fecit Dominus: exultemus etlaetemur in ea!» Vostra Santità si degni di gradire i no-stri ringraziamenti per questa squisita delicatezza: la

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data del 31 maggio ci sarà d’ora innanzi doppiamentecara, in ricordo di questo segno così spontaneo e com-movente d’una tenerezza di cui abbiamo già avuto tanteprove.

Tra quelli che desiderano esprimere la loro gratitudi-ne, si pone al primo posto la famiglia religiosa dellaBeata Bernadetta, la Congregazione delle Suore di Ca-rità e dell’Istruzione Cristiana di Nevers. Bernadetta,obbedendo alla chiamata di Dio è venuta a sottometter-si alla loro regola, ha indossato il loro costume religio-so, è stata formata da esse secondo lo spirito del loropio fondatore, il benedettino Dom de Laveyne, e vissutaumilmente e silenziosamente, conservando nel cuorel’impronta della celeste visione, ed è morta nella Casa-Madre a Saint Gildard di Nevers. Da 54 anni essa vigi-la sulle sue consorelle, in Francia, in Europa, in Africae fino nel lontano Giappone. La sua vita è stata scrittadalla Madre Maria Teresa Bordenave, superiora gene-rale, morta nell’ottobre scorso senza aver visto quaggiùil coronamento dei suoi sforzi. La Superiora Generaleattuale è oggi qui presente. Umilmente prostrata ai pie-di di Vostra Santità, essa ringrazia con tutta l’animaper l’incomparabile favore accordato alla sua Congre-gazione.

La diocesi di Lourdes dove nacque Bernadetta, dove

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data del 31 maggio ci sarà d’ora innanzi doppiamentecara, in ricordo di questo segno così spontaneo e com-movente d’una tenerezza di cui abbiamo già avuto tanteprove.

Tra quelli che desiderano esprimere la loro gratitudi-ne, si pone al primo posto la famiglia religiosa dellaBeata Bernadetta, la Congregazione delle Suore di Ca-rità e dell’Istruzione Cristiana di Nevers. Bernadetta,obbedendo alla chiamata di Dio è venuta a sottometter-si alla loro regola, ha indossato il loro costume religio-so, è stata formata da esse secondo lo spirito del loropio fondatore, il benedettino Dom de Laveyne, e vissutaumilmente e silenziosamente, conservando nel cuorel’impronta della celeste visione, ed è morta nella Casa-Madre a Saint Gildard di Nevers. Da 54 anni essa vigi-la sulle sue consorelle, in Francia, in Europa, in Africae fino nel lontano Giappone. La sua vita è stata scrittadalla Madre Maria Teresa Bordenave, superiora gene-rale, morta nell’ottobre scorso senza aver visto quaggiùil coronamento dei suoi sforzi. La Superiora Generaleattuale è oggi qui presente. Umilmente prostrata ai pie-di di Vostra Santità, essa ringrazia con tutta l’animaper l’incomparabile favore accordato alla sua Congre-gazione.

La diocesi di Lourdes dove nacque Bernadetta, dove

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si compirono le meraviglie delle apparizioni esulta digioia. Là tutto ancora parla di lei, la casa, il Gavo, laGrotta. L’eloquente Vescovo di Lourdes saprebbe diremeglio di chiunque, la riconoscenza di quella diocesiprivilegiata.

Nevers ha posseduto la Beata durante tutta la suavita di convento. Nevers conserva il suo corpo intattoesposto alla venerazione dei pellegrini ogni anno piùnumerosi, e il Vescovo di Nevers è felice di sentirsispesso chiamare il Vescovo di Bernadetta.

A nome delle diocesi di Lourdes e di Nevers, degniVostra Santità gradire l’omaggio commosso della no-stra gratitudine.

Ma è anche a nome della Francia che mi permetto diringraziare, la Francia particolarmente amata da Ma-ria, la Francia che i Papi hanno circondata da tanto af-fetto, a cui hanno prodigato la Canonizzazione di Santie che osa domandarne ancora, come i fanciulli colmatidi favori dal loro padre sperano sempre riceverne dinuovi.

Che dico? Non è soltanto la Francia è la Cristianitàintera che ringrazia Vostra Santità in questo giorno,giacchè Bernadetta non appartiene nè a Lourdes sol-tanto nè a Nevers, nè alla Francia, ma a tutto l’univer-so cattolico. Dappertutto dove ci sono dei Cristiani

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si compirono le meraviglie delle apparizioni esulta digioia. Là tutto ancora parla di lei, la casa, il Gavo, laGrotta. L’eloquente Vescovo di Lourdes saprebbe diremeglio di chiunque, la riconoscenza di quella diocesiprivilegiata.

Nevers ha posseduto la Beata durante tutta la suavita di convento. Nevers conserva il suo corpo intattoesposto alla venerazione dei pellegrini ogni anno piùnumerosi, e il Vescovo di Nevers è felice di sentirsispesso chiamare il Vescovo di Bernadetta.

A nome delle diocesi di Lourdes e di Nevers, degniVostra Santità gradire l’omaggio commosso della no-stra gratitudine.

Ma è anche a nome della Francia che mi permetto diringraziare, la Francia particolarmente amata da Ma-ria, la Francia che i Papi hanno circondata da tanto af-fetto, a cui hanno prodigato la Canonizzazione di Santie che osa domandarne ancora, come i fanciulli colmatidi favori dal loro padre sperano sempre riceverne dinuovi.

Che dico? Non è soltanto la Francia è la Cristianitàintera che ringrazia Vostra Santità in questo giorno,giacchè Bernadetta non appartiene nè a Lourdes sol-tanto nè a Nevers, nè alla Francia, ma a tutto l’univer-so cattolico. Dappertutto dove ci sono dei Cristiani

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Lourdes è conosciuta e dappertutto dove Lourdes è co-nosciuta si ama Bernadetta. E fino alla estremità dellaterra oggi ci si rallegra della benevola accoglienza fat-ta da Vostra Santità alla Causa dell’umile figlia dei Pi-renei.

Santissimo Padre, posso aggiungere che in cielo laVergine deve rallegrarsi?

Mi sembra che essa abbassi su Vostra Santità un sor-riso come quello che accordava a Bernadetta davantialla Grotta di Lourdes. Oggi infatti si realizza per labontà del Vicario di Suo figlio, la promessa ch’Ella ave-va fatta alla fanciulla: «Non vi prometto di essere felicein questo mondo ma nell’altro». E l’anno giubilare del-le apparizioni di Lourdes! Quale gioia per Maria dipreparare la gloria di Bernadetta! Regina coeli laetare!

Maria che da 19 secoli assiste la Chiesa e il suo caponel compimento dei piani divini, Maria sorride favore-volmente ai disegni del Sovrano Pontefice e dice a noicome ai servitori di Cana: «Fate tutto ciò che vi ordine-rà il Rappresentante di mio Figlio sulla terra».

Umilmente sottomessi alle decisioni di Vostra Santi-tà, La ringraziamo con tutto il cuore di quanto Ella s’èdegnata di fare per Bernadetta e per noi. E in cambio diquesta paterna bontà preghiamo il Signore non soltantodi accordarle la felicità nell’altra vita, ma anche in

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Lourdes è conosciuta e dappertutto dove Lourdes è co-nosciuta si ama Bernadetta. E fino alla estremità dellaterra oggi ci si rallegra della benevola accoglienza fat-ta da Vostra Santità alla Causa dell’umile figlia dei Pi-renei.

Santissimo Padre, posso aggiungere che in cielo laVergine deve rallegrarsi?

Mi sembra che essa abbassi su Vostra Santità un sor-riso come quello che accordava a Bernadetta davantialla Grotta di Lourdes. Oggi infatti si realizza per labontà del Vicario di Suo figlio, la promessa ch’Ella ave-va fatta alla fanciulla: «Non vi prometto di essere felicein questo mondo ma nell’altro». E l’anno giubilare del-le apparizioni di Lourdes! Quale gioia per Maria dipreparare la gloria di Bernadetta! Regina coeli laetare!

Maria che da 19 secoli assiste la Chiesa e il suo caponel compimento dei piani divini, Maria sorride favore-volmente ai disegni del Sovrano Pontefice e dice a noicome ai servitori di Cana: «Fate tutto ciò che vi ordine-rà il Rappresentante di mio Figlio sulla terra».

Umilmente sottomessi alle decisioni di Vostra Santi-tà, La ringraziamo con tutto il cuore di quanto Ella s’èdegnata di fare per Bernadetta e per noi. E in cambio diquesta paterna bontà preghiamo il Signore non soltantodi accordarle la felicità nell’altra vita, ma anche in

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questo mondo nella misura in cui Dio permette che unPapa sia felice sulla terra. «Dominus conservet eum etbeatum faciat eum in terra». È la preghiera della Chie-sa. È la preghiera di tutti.

All’espressione di sì fervidi e devoti sentimenti dipietà filiale Sua Santità ha quindi risposto con parole dipaterno compiacimento, traendo, dalla solenne circo-stanza, utilissimi insegnamenti.

Il Santo Padre iniziava il Suo dire affermando che benpoco Gli rimaneva da aggiunge a quello che i carissimifigli presenti avevano udito dalla lettura del Decreto edalla parola eloquente ed affettuosa che ne era stata ilmiglior commento. Ma per la suggestione che anche aSua Santità veniva da quella lettura e da quelle parole,Egli credeva opportuno ed utile alle anime loro ed allaSua, esprimere i pensieri ed i sentimenti che si erano af-follati nel Suo spirito, mentre percorreva ancora unavolta, come Gli era concesso dall’angustia del tempo edelle cose, la vita della Beata Bernadetta.

Moltissimi e variati i suggerimenti che vengono daquell’umile, modesta, ma eloquente vita, e ad essi vannoaggiunti quelli che provengono dall’incontro di date e difatti predisposti – si direbbe – delicatissimamente dallamano stessa di Dio, buono e misericordioso.

Il Santo Padre rilevava anzitutto l’immediato succe-

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questo mondo nella misura in cui Dio permette che unPapa sia felice sulla terra. «Dominus conservet eum etbeatum faciat eum in terra». È la preghiera della Chie-sa. È la preghiera di tutti.

All’espressione di sì fervidi e devoti sentimenti dipietà filiale Sua Santità ha quindi risposto con parole dipaterno compiacimento, traendo, dalla solenne circo-stanza, utilissimi insegnamenti.

Il Santo Padre iniziava il Suo dire affermando che benpoco Gli rimaneva da aggiunge a quello che i carissimifigli presenti avevano udito dalla lettura del Decreto edalla parola eloquente ed affettuosa che ne era stata ilmiglior commento. Ma per la suggestione che anche aSua Santità veniva da quella lettura e da quelle parole,Egli credeva opportuno ed utile alle anime loro ed allaSua, esprimere i pensieri ed i sentimenti che si erano af-follati nel Suo spirito, mentre percorreva ancora unavolta, come Gli era concesso dall’angustia del tempo edelle cose, la vita della Beata Bernadetta.

Moltissimi e variati i suggerimenti che vengono daquell’umile, modesta, ma eloquente vita, e ad essi vannoaggiunti quelli che provengono dall’incontro di date e difatti predisposti – si direbbe – delicatissimamente dallamano stessa di Dio, buono e misericordioso.

Il Santo Padre rilevava anzitutto l’immediato succe-

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dersi, in questo incontro, per provvidenziale coinciden-za, della Beata Bernadetta Soubirous con la Beata Cate-rina Labouré, per notare come nelle sublimi esaltazionidella Chiesa di Dio il Signore ha posto accanto due lu-minose figure che trascorsero la loro vita in una veragara di nascondimento, nello studio industrioso ed eroi-co della vita umile e semplice.

È proprio vero – soggiungeva l’Augusto Pontefice –che Dio vede ben grande il bisogno di richiamare ilmondo a tali insegnamenti! Ed infatti non è difficile ve-dere tali necessità, nelle forme stesse più caratteristichedella vita attuale: in tutto questo affannarsi di esteriorità,di rumori e di splendori – talvolta reali, ma più spessoapparenti ed esteriori.

La Divina Sapienza presenta, perciò, al mondo questiesempi luminosi di vita nascosta e feconda portandolitanto più in alto quanto l’umana insipienza dimostra dinon apprezzarli.

Dopo avere soggiunto che in questo fatto è tutta unadimostrazione che non ha bisogno di commenti, il SantoPadre richiamava i capisaldi della vita di Bernadetta, laquale ebbe la ineffabile ventura della più grande predile-zione della Vergine, così da essere prima veggente, poiconfidente e quindi alunna dell’Immacolata.

Quali privilegi – esclamava l’Augusto Pontefice – in

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dersi, in questo incontro, per provvidenziale coinciden-za, della Beata Bernadetta Soubirous con la Beata Cate-rina Labouré, per notare come nelle sublimi esaltazionidella Chiesa di Dio il Signore ha posto accanto due lu-minose figure che trascorsero la loro vita in una veragara di nascondimento, nello studio industrioso ed eroi-co della vita umile e semplice.

È proprio vero – soggiungeva l’Augusto Pontefice –che Dio vede ben grande il bisogno di richiamare ilmondo a tali insegnamenti! Ed infatti non è difficile ve-dere tali necessità, nelle forme stesse più caratteristichedella vita attuale: in tutto questo affannarsi di esteriorità,di rumori e di splendori – talvolta reali, ma più spessoapparenti ed esteriori.

La Divina Sapienza presenta, perciò, al mondo questiesempi luminosi di vita nascosta e feconda portandolitanto più in alto quanto l’umana insipienza dimostra dinon apprezzarli.

Dopo avere soggiunto che in questo fatto è tutta unadimostrazione che non ha bisogno di commenti, il SantoPadre richiamava i capisaldi della vita di Bernadetta, laquale ebbe la ineffabile ventura della più grande predile-zione della Vergine, così da essere prima veggente, poiconfidente e quindi alunna dell’Immacolata.

Quali privilegi – esclamava l’Augusto Pontefice – in

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tale vita che fu costantemente nascosta, non solo quandosi svolse nella pace del chiostro, ma anche durante il pe-riodo antecedente alle prodigiose visioni, quando, cioè,Bernadetta non era che una figliuola piccola e povera intutto il significato delle parole; una figliuola di cui ilmondo non faceva alcun conto, come di cosa ignorata edi nessun valore. Quest’umile creatura doveva essere,dunque, l’eletta della Madre di Dio, poichè in essa sem-bravano avverarsi in alto grado le condizioni essenzialialla predilezione divina.

Tale considerazione richiamava al Santo Padre la te-stimonianza contenuta nelle parole stesse pronunciatedal Divino Maestro in un’ora solenne, allorchè il Reden-tore, dopo avere parlato ai discepoli di divine cose, in-cominciava a farli depositari dei tesori della Redenzioneche essi poi dovevano diffondere nel mondo: «Confiteortibi Pater... quia absconditi haec a sapientibus et pru-dentibus et revelasti ea parvulis» come dice S. Matteo.E l’altro Evangelista, S. Luca, mettendo, per così dire, laperfezione a questa stessa frase aggiunge... «exultavitSpiritu Sancto» quasi ad esprimere quanto il Salvatorefosse compreso della grandezza e della bellezza di quel-lo che stava per dire. «… Exultavit Spiritu Sancto et di-xit: Confiteor tibi Pater... quia abscondisti haec a sa-pientibus et prudentibus et revelasti ea parvulis».

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tale vita che fu costantemente nascosta, non solo quandosi svolse nella pace del chiostro, ma anche durante il pe-riodo antecedente alle prodigiose visioni, quando, cioè,Bernadetta non era che una figliuola piccola e povera intutto il significato delle parole; una figliuola di cui ilmondo non faceva alcun conto, come di cosa ignorata edi nessun valore. Quest’umile creatura doveva essere,dunque, l’eletta della Madre di Dio, poichè in essa sem-bravano avverarsi in alto grado le condizioni essenzialialla predilezione divina.

Tale considerazione richiamava al Santo Padre la te-stimonianza contenuta nelle parole stesse pronunciatedal Divino Maestro in un’ora solenne, allorchè il Reden-tore, dopo avere parlato ai discepoli di divine cose, in-cominciava a farli depositari dei tesori della Redenzioneche essi poi dovevano diffondere nel mondo: «Confiteortibi Pater... quia absconditi haec a sapientibus et pru-dentibus et revelasti ea parvulis» come dice S. Matteo.E l’altro Evangelista, S. Luca, mettendo, per così dire, laperfezione a questa stessa frase aggiunge... «exultavitSpiritu Sancto» quasi ad esprimere quanto il Salvatorefosse compreso della grandezza e della bellezza di quel-lo che stava per dire. «… Exultavit Spiritu Sancto et di-xit: Confiteor tibi Pater... quia abscondisti haec a sa-pientibus et prudentibus et revelasti ea parvulis».

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Commentando queste divine parole, il Santo Padre sichiedeva che cosa è mai questa «parvolità», questa «in-fanzia», a cui sono riservate le cose più alte, le meravi-glie delle rivelazioni divine; ed, insieme, Sua Santità ag-giungeva che la risposta ci è data dalla Beata Bernadet-ta, la piccola, la semplice fanciulla, la quale ci dice, conl’esempio luminoso della sua vita, che cos’è questa na-tura e questa condizione di anima parvula che attira daDio i più alti favori e le sue stesse divine rivelazioni.

Rivelazioni – soggiungeva Sua Santità – in cui nonerano solamente da considerare quelle corporeamentevisibili, di cui fu favorita la Beata e delle quali essa con-servò, per così dire, l’impronta per tutta la vita; ma al-tresì quelle intellettuali visioni che accompagnaronol’esistenza della Beata, da quando le soavi conversazio-ni celesti aprirono la sua anima ai misteri più profondidella vita spirituale, elevando la sua mente alla com-prensione dei rapporti dell’anima con Dio e dello stessopensiero divino.

Il Santo Padre proseguiva osservando che un’altra pa-rola veniva richiamata alla Sua mente da questa debolecreatura, già iscritta nell’albo dei Beati: quella parolache Dio pose sulle labbra ispirate del grande ApostoloPaolo, quando questi disse che il Signore ha eletto colo-ro che il mondo stima deboli e inetti per confondere i

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Commentando queste divine parole, il Santo Padre sichiedeva che cosa è mai questa «parvolità», questa «in-fanzia», a cui sono riservate le cose più alte, le meravi-glie delle rivelazioni divine; ed, insieme, Sua Santità ag-giungeva che la risposta ci è data dalla Beata Bernadet-ta, la piccola, la semplice fanciulla, la quale ci dice, conl’esempio luminoso della sua vita, che cos’è questa na-tura e questa condizione di anima parvula che attira daDio i più alti favori e le sue stesse divine rivelazioni.

Rivelazioni – soggiungeva Sua Santità – in cui nonerano solamente da considerare quelle corporeamentevisibili, di cui fu favorita la Beata e delle quali essa con-servò, per così dire, l’impronta per tutta la vita; ma al-tresì quelle intellettuali visioni che accompagnaronol’esistenza della Beata, da quando le soavi conversazio-ni celesti aprirono la sua anima ai misteri più profondidella vita spirituale, elevando la sua mente alla com-prensione dei rapporti dell’anima con Dio e dello stessopensiero divino.

Il Santo Padre proseguiva osservando che un’altra pa-rola veniva richiamata alla Sua mente da questa debolecreatura, già iscritta nell’albo dei Beati: quella parolache Dio pose sulle labbra ispirate del grande ApostoloPaolo, quando questi disse che il Signore ha eletto colo-ro che il mondo stima deboli e inetti per confondere i

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forti ed i grandi: «Infirma mundi elegit Deus, ut confun-dat fortia». L’Onnipotente predilige, infatti, queste asco-se forze apparentemente non esistenti, facendole mira-bilmente efficienti non solo nella vita interiore, ma an-che nell’azione esteriore. Così avvenne della Beata Ber-nadetta, che, prima ignorata ed inetta, riempì poi perl’impulso da lei proveniente il mondo intiero; e il mon-do sentì attraverso il suo cuore e vide per l’occhio diLei, allietato dalle celesti visioni: miracolo altissimo diazione esteriore, meraviglia nuova e mondiale, comepoche volte la storia registra. In tutto il mondo doveLourdes è conosciuta, ivi risuona il nome ed il ricordodell’umile alunna e confidente della Vergine; è questoun suggello eloquente della verità contenuta nelle paroledell’Apostolo «Infirma mundi elegit Deus».

Dopo essersi soffermato alquanto, con altissimi pen-sieri, su queste consolanti considerazioni, il Santo Padreproseguiva dicendo che due altre meditazioni sono of-ferte dalla vita della Beata alle nostre anime, perchèqueste ne traggono salutari ammaestramenti, speciequando la nostra cecità ci suggerisce vani pensieri dipersonali capacità ed efficienze.

Quest’altro fiore del Calvario, germogliato dalla Cro-ce ed irrorato dal Sangue del Redentore, come gli altriche l’hanno preceduto nelle divine azioni di glorifica-

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forti ed i grandi: «Infirma mundi elegit Deus, ut confun-dat fortia». L’Onnipotente predilige, infatti, queste asco-se forze apparentemente non esistenti, facendole mira-bilmente efficienti non solo nella vita interiore, ma an-che nell’azione esteriore. Così avvenne della Beata Ber-nadetta, che, prima ignorata ed inetta, riempì poi perl’impulso da lei proveniente il mondo intiero; e il mon-do sentì attraverso il suo cuore e vide per l’occhio diLei, allietato dalle celesti visioni: miracolo altissimo diazione esteriore, meraviglia nuova e mondiale, comepoche volte la storia registra. In tutto il mondo doveLourdes è conosciuta, ivi risuona il nome ed il ricordodell’umile alunna e confidente della Vergine; è questoun suggello eloquente della verità contenuta nelle paroledell’Apostolo «Infirma mundi elegit Deus».

Dopo essersi soffermato alquanto, con altissimi pen-sieri, su queste consolanti considerazioni, il Santo Padreproseguiva dicendo che due altre meditazioni sono of-ferte dalla vita della Beata alle nostre anime, perchèqueste ne traggono salutari ammaestramenti, speciequando la nostra cecità ci suggerisce vani pensieri dipersonali capacità ed efficienze.

Quest’altro fiore del Calvario, germogliato dalla Cro-ce ed irrorato dal Sangue del Redentore, come gli altriche l’hanno preceduto nelle divine azioni di glorifica-

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zione che si sono succedute presso la medesima SedeApostolica, che cos’è se non uno splendido frutto diquella Redenzione, di cui ora si celebra il XIX Centena-rio?

Poichè infatti – proseguiva l’Augusto Pontefice – checos’è la santità, in tutte le sue forme, se non l’eccelsogrado di perfezione raggiunto dalla vita cristiana con lacorrispondenza alle dovizie della Grazia e non senza lacooperazione della nostra volontà: se non la vita cristia-na stessa realizzata secondo il pensiero ed il desideriodel Divino Inventore?

Egli venne fra gli uomini per portare ad essi la pie-nezza della vita, abbondante ed ampia a prezzo del Suodivin Sangue «Veni ut vitam habeant et abundantius ha-beant». Ora tale copiosa distribuzione di frutti appare, inmaniera singolare, nelle luminose figure che in questoAnno Santo, per disposizione provvidenziale veramentesquisita, sono maggiormente proposte alla nostra ammi-razione ed al nostro esempio.

Certo – proseguiva il Santo Padre – non tutte le animepossono sperare di riprodurre in se stesse queste meravi-glie, di raggiungere queste eccelse altezze, queste perfe-zioni supreme; esse però a tutti vengono proposte comeun salutare richiamo, come un santo invito a pensarequalcosa di migliore, di più alto di una vita negligente o

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zione che si sono succedute presso la medesima SedeApostolica, che cos’è se non uno splendido frutto diquella Redenzione, di cui ora si celebra il XIX Centena-rio?

Poichè infatti – proseguiva l’Augusto Pontefice – checos’è la santità, in tutte le sue forme, se non l’eccelsogrado di perfezione raggiunto dalla vita cristiana con lacorrispondenza alle dovizie della Grazia e non senza lacooperazione della nostra volontà: se non la vita cristia-na stessa realizzata secondo il pensiero ed il desideriodel Divino Inventore?

Egli venne fra gli uomini per portare ad essi la pie-nezza della vita, abbondante ed ampia a prezzo del Suodivin Sangue «Veni ut vitam habeant et abundantius ha-beant». Ora tale copiosa distribuzione di frutti appare, inmaniera singolare, nelle luminose figure che in questoAnno Santo, per disposizione provvidenziale veramentesquisita, sono maggiormente proposte alla nostra ammi-razione ed al nostro esempio.

Certo – proseguiva il Santo Padre – non tutte le animepossono sperare di riprodurre in se stesse queste meravi-glie, di raggiungere queste eccelse altezze, queste perfe-zioni supreme; esse però a tutti vengono proposte comeun salutare richiamo, come un santo invito a pensarequalcosa di migliore, di più alto di una vita negligente o

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poca generosa.Era stata rilevata e posta in evidenza, con tocco squi-

sitamente filiale e delicato, la coincidenza della elettariunione, per la lettura del Decreto, col compleanno diSua Santità.

L’Augusto Pontefice, pur rallegrandosi della felicecircostanza casuale, voleva dire che essa non era stata ilprimo pensiero, la prima intenzione nella scelta del gior-no in cui il memorabile avvenimento si compiva: la pri-ma intenzione era stata, per il Santo Padre, quella sug-gerita dalla chiusura del mese di maggio, sacro alla pietàfiliale ed alla devozione verso la Vergine Madre.

Tale coincidenza di data permetteva infatti che dallafedele alunna di Maria venisse un’altra preziosa lezione:il ricordo, cioè, che se il mese di maggio ha terminenell’inesorabile scorrere del tempo, non così deve allen-tarsi od intiepidirsi la devozione mariana che tanta lucedi spirituali benefici è fonte per l’anima cristiana.

Con tale visione di bene, sorrisa dai certi auspici reca-ti dalla protezione della Vergine ed accompagnata dallacopiosa benedizione del Vicario di Cristo, il Santo Padreconcludeva le Sue elette parole, e passava, quindi, adimpartire sui presenti, devotamente genuflessi, l’Apo-stolica Benedizione.

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poca generosa.Era stata rilevata e posta in evidenza, con tocco squi-

sitamente filiale e delicato, la coincidenza della elettariunione, per la lettura del Decreto, col compleanno diSua Santità.

L’Augusto Pontefice, pur rallegrandosi della felicecircostanza casuale, voleva dire che essa non era stata ilprimo pensiero, la prima intenzione nella scelta del gior-no in cui il memorabile avvenimento si compiva: la pri-ma intenzione era stata, per il Santo Padre, quella sug-gerita dalla chiusura del mese di maggio, sacro alla pietàfiliale ed alla devozione verso la Vergine Madre.

Tale coincidenza di data permetteva infatti che dallafedele alunna di Maria venisse un’altra preziosa lezione:il ricordo, cioè, che se il mese di maggio ha terminenell’inesorabile scorrere del tempo, non così deve allen-tarsi od intiepidirsi la devozione mariana che tanta lucedi spirituali benefici è fonte per l’anima cristiana.

Con tale visione di bene, sorrisa dai certi auspici reca-ti dalla protezione della Vergine ed accompagnata dallacopiosa benedizione del Vicario di Cristo, il Santo Padreconcludeva le Sue elette parole, e passava, quindi, adimpartire sui presenti, devotamente genuflessi, l’Apo-stolica Benedizione.

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Dopo tale solenne cerimonia la Causa della BeataBernadetta doveva fare ancora un altro passo per arriva-re alla sicurezza della Canonizzazione. Infatti compiutele ultime pratiche imposte dalla prudenza della Chiesa,il 27 giugno 1933 gli Eminentissimi Cardinali e i Con-sultori della Sacra Congregazione dei Riti si riunironoalla presenza del Santo Padre per l’ultima Congregazio-ne ed espresso l’unanime opinione che si poteva sicura-mente procedere alla Canonizzazione della Serva diDio. Il Santo Padre dopo matura deliberazione, si degnòconfermare questa decisione cosicchè il 2 Luglio, Festadella Visitazione alla sua augusta presenza, nella saladel Concistoro in Vaticano ebbe luogo la solenne letturadel Decreto sul tuto che apriva la via per un avveniremolto vicino al trionfo finale di Bernadetta.

Come abbiamo fatto per la lettura del Decreto sui mi-racoli riproduciamo qui integralmente il Decreto sultuto, l’indirizzo di ringraziamento e la venerata rispostadel S. Padre. Nel futuro questi documenti saranno pre-ziosi e gratissimi ricordi.

Ed ecco la traduzione italiana del Decreto promulga-to:

Circa la metà del sec. XIX, quando la perversa dottri-

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Dopo tale solenne cerimonia la Causa della BeataBernadetta doveva fare ancora un altro passo per arriva-re alla sicurezza della Canonizzazione. Infatti compiutele ultime pratiche imposte dalla prudenza della Chiesa,il 27 giugno 1933 gli Eminentissimi Cardinali e i Con-sultori della Sacra Congregazione dei Riti si riunironoalla presenza del Santo Padre per l’ultima Congregazio-ne ed espresso l’unanime opinione che si poteva sicura-mente procedere alla Canonizzazione della Serva diDio. Il Santo Padre dopo matura deliberazione, si degnòconfermare questa decisione cosicchè il 2 Luglio, Festadella Visitazione alla sua augusta presenza, nella saladel Concistoro in Vaticano ebbe luogo la solenne letturadel Decreto sul tuto che apriva la via per un avveniremolto vicino al trionfo finale di Bernadetta.

Come abbiamo fatto per la lettura del Decreto sui mi-racoli riproduciamo qui integralmente il Decreto sultuto, l’indirizzo di ringraziamento e la venerata rispostadel S. Padre. Nel futuro questi documenti saranno pre-ziosi e gratissimi ricordi.

Ed ecco la traduzione italiana del Decreto promulga-to:

Circa la metà del sec. XIX, quando la perversa dottri-

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na dei razionalisti muoveva fiera guerra alla verità cri-stiana e con empio conato si sforzava di sconvolgeretutta la compagine dell’ordine soprannaturale, Pio IX digloriosissima memoria, plaudente tutto l’orbe cattolico,definì solennemente come dogma di fede la ConcezioneImmacolata di Maria Vergine. La quale proclamazionedel privilegio fulgidissimo della Madre di Dio, mentreal mondo superbo ricorda la lacrimevole rovina, per ilpeccato, del genere umano, così mirabilmente innalza lagrazia della divina redenzione ed eleva a cose superne icuori degli uomini.

Ma quel che in Roma, per l’infallibile magistero, ilSommo Pontefice definiva, la stessa Vergine Immacola-ta, benedetta fra tutte le donne, sembra volesse confer-mare colla sua propria bocca, quando non molto di poicon celebre apparizione si manifestò nella grotta diMassabielle presso Lourdes nei Monti Pirenei; perchècolà da tutto l’orbe affluissero genti per sentire i benefi-ci della piissima Madre e quasi con continua serie di mi-racoli risanassero più le menti che i corpi degli uomini.

Ma il più mirabile si è che la Santissima Madre diDio per conferire agli uomini tanto beneficio e confon-dere quelle cose che nel inondo si stimano forti, eleg-gesse un istrumento, a preferenza di altri, debole; secon-do quella Divina economia che esalta Paolo: Dio elesse

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na dei razionalisti muoveva fiera guerra alla verità cri-stiana e con empio conato si sforzava di sconvolgeretutta la compagine dell’ordine soprannaturale, Pio IX digloriosissima memoria, plaudente tutto l’orbe cattolico,definì solennemente come dogma di fede la ConcezioneImmacolata di Maria Vergine. La quale proclamazionedel privilegio fulgidissimo della Madre di Dio, mentreal mondo superbo ricorda la lacrimevole rovina, per ilpeccato, del genere umano, così mirabilmente innalza lagrazia della divina redenzione ed eleva a cose superne icuori degli uomini.

Ma quel che in Roma, per l’infallibile magistero, ilSommo Pontefice definiva, la stessa Vergine Immacola-ta, benedetta fra tutte le donne, sembra volesse confer-mare colla sua propria bocca, quando non molto di poicon celebre apparizione si manifestò nella grotta diMassabielle presso Lourdes nei Monti Pirenei; perchècolà da tutto l’orbe affluissero genti per sentire i benefi-ci della piissima Madre e quasi con continua serie di mi-racoli risanassero più le menti che i corpi degli uomini.

Ma il più mirabile si è che la Santissima Madre diDio per conferire agli uomini tanto beneficio e confon-dere quelle cose che nel inondo si stimano forti, eleg-gesse un istrumento, a preferenza di altri, debole; secon-do quella Divina economia che esalta Paolo: Dio elesse

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le cose deboli del mondo per confondere i forti (I Cor. 1-27); diciamo Bernarda Soubirous ora carissimo e cele-berrimo nome al mondo, ma allora, appena trilustre,ignota a tutti.

Nata essa a Lourdes, regione montagnosa dei Pirenei,il 7 gennaio 1844, da Francesco e da Ludovica Casterot,due giorni dopo fu battezzata e ricevette il nome di Ma-ria Bernarda.

Vivendo poveramente e per qualche tempo addetta apascere il gregge, cresceva priva di ogni umana dottrina,ma con soavissima semplicità di costumi e con nitidissi-mo candore di animo, cara a Dio e diletta alla VergineMadre Maria. Riguardò Maria l’umiltà della sua figliuo-la e degnò l’innocente fanciulla, dall’11 febbraio al 16luglio 1858, di 18 apparizioni e di celeste colloquio.Alla quale finalmente, richiesta del suo nome, disse: Iosono l’Immacolata Concezione.

Nella quale, sì celebre, apparizione, e illustrata daDio di tanti segni, giova notare un triplice carisma, con-ferito alla pia giovinetta. La chiamiamo anzi tutto Veg-gente, perchè avanti numeroso popolo, spesso rapita inestasi, fu mirabilmente ricreata con benigno aspetto del-la Vergine: similmente la diciamo Nunzia della Vergineal Mondo, perchè per ordine di Maria predicò penitenzae orazione al popolo: comandò ai sacerdoti che in quel

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le cose deboli del mondo per confondere i forti (I Cor. 1-27); diciamo Bernarda Soubirous ora carissimo e cele-berrimo nome al mondo, ma allora, appena trilustre,ignota a tutti.

Nata essa a Lourdes, regione montagnosa dei Pirenei,il 7 gennaio 1844, da Francesco e da Ludovica Casterot,due giorni dopo fu battezzata e ricevette il nome di Ma-ria Bernarda.

Vivendo poveramente e per qualche tempo addetta apascere il gregge, cresceva priva di ogni umana dottrina,ma con soavissima semplicità di costumi e con nitidissi-mo candore di animo, cara a Dio e diletta alla VergineMadre Maria. Riguardò Maria l’umiltà della sua figliuo-la e degnò l’innocente fanciulla, dall’11 febbraio al 16luglio 1858, di 18 apparizioni e di celeste colloquio.Alla quale finalmente, richiesta del suo nome, disse: Iosono l’Immacolata Concezione.

Nella quale, sì celebre, apparizione, e illustrata daDio di tanti segni, giova notare un triplice carisma, con-ferito alla pia giovinetta. La chiamiamo anzi tutto Veg-gente, perchè avanti numeroso popolo, spesso rapita inestasi, fu mirabilmente ricreata con benigno aspetto del-la Vergine: similmente la diciamo Nunzia della Vergineal Mondo, perchè per ordine di Maria predicò penitenzae orazione al popolo: comandò ai sacerdoti che in quel

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luogo si dovesse costruire un Santuario; presentandonela gloria, la santità e i futuri benefici – in fine la ricono-sciamo Testimone di verità, perchè ai molti contradicenticon sommo candore di semplicità, insieme ad una som-ma soprannaturale prudenza e fortezza di animo attestòcostantemente la verità delle apparizioni e del mandatoaffidatole dalla Vergine, con ammirazione di tutti gli ec-clesiastici e di giudici secolari.

Tutte queste cose portate a termine per divino istintoda una ignorante e rozza fanciulla, Dio, condottala lon-tana nella solitudine del chiostro e quasi strappata almondo, la preparava a cose più mirabili, affinchè cioèconfitta in croce con Cristo e con Lui quasi sepolta, at-tingesse profondamente nell’umiltà la vita interiore so-prannaturale, e un giorno nella luce di santità risorgendoal mondo, con questo testimonio più stabile della Santitàaggiungesse nuova gloria al Santuario di Lourdes. Pertanto, obbedendo alla chiamata di Dio, nel luglio 1866si condusse a Nevers per incominciare la vita religiosain quella Casa Madre delle Suore della Carità e Istruzio-ne Cristiana. Compito il Noviziato nell’anno seguentefece i voti temporanei e 10 anni dopo quelli perpetui.Mirabili in Lei rifulsero le virtù, ma l’anima sua virgi-nea fu principalmente ornata da quelle, che convenivanoalla discepola prediletta di Maria Vergine: Profonda

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luogo si dovesse costruire un Santuario; presentandonela gloria, la santità e i futuri benefici – in fine la ricono-sciamo Testimone di verità, perchè ai molti contradicenticon sommo candore di semplicità, insieme ad una som-ma soprannaturale prudenza e fortezza di animo attestòcostantemente la verità delle apparizioni e del mandatoaffidatole dalla Vergine, con ammirazione di tutti gli ec-clesiastici e di giudici secolari.

Tutte queste cose portate a termine per divino istintoda una ignorante e rozza fanciulla, Dio, condottala lon-tana nella solitudine del chiostro e quasi strappata almondo, la preparava a cose più mirabili, affinchè cioèconfitta in croce con Cristo e con Lui quasi sepolta, at-tingesse profondamente nell’umiltà la vita interiore so-prannaturale, e un giorno nella luce di santità risorgendoal mondo, con questo testimonio più stabile della Santitàaggiungesse nuova gloria al Santuario di Lourdes. Pertanto, obbedendo alla chiamata di Dio, nel luglio 1866si condusse a Nevers per incominciare la vita religiosain quella Casa Madre delle Suore della Carità e Istruzio-ne Cristiana. Compito il Noviziato nell’anno seguentefece i voti temporanei e 10 anni dopo quelli perpetui.Mirabili in Lei rifulsero le virtù, ma l’anima sua virgi-nea fu principalmente ornata da quelle, che convenivanoalla discepola prediletta di Maria Vergine: Profonda

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umiltà, tersissima purezza, ardente carità. Le quali pro-vò e accrebbe coi dolori di lunga malattia e angustie dianimo, da cui spesso veniva tormentata, sopportati consomma pazienza. In detta casa Religiosa la umilissimaVergine rimase fino alla morte, che, dopo ricevuti i sa-cramenti della Chiesa, invocando la sua dolcissima Ma-dre Maria, incontrò santamente il 16 aprile 1879, nelsuo trigesimo sesto anno di età e dodicesimo di vita reli-giosa.

Quel che poi fino a quel punto era restato come sottoil moggio dell’umiltà, subito dopo la sua morte sembròrisplendere al mondo. Per la qual cosa dall’Autorità Or-dinaria furono istruiti i processi sulla fama delle virtù emiracoli e portati a Roma. Il Sommo Pontefice Pio X divenerabile memoria segnò di sua mano il 13 agosto1913 la Commissione dell’Introduzione della Causa. Dipoi con Autorità Apostolica furono costruiti i Processisopra le virtù ed i miracoli osservando rigorosamentequanto è stabilito per l’approvazione delle virtù e mira-coli.

La Santità di Nostro Signore il 14 giugno dell’AnnoSanto 1925 ascrisse la Serva di Dio nei fasti dei Beati.Sembrando che a sua intercessione nuovi miracoli fos-sero stati operati da Dio, la causa fu riassunta il 9 giu-gno 1926, e con Decreto del 31 maggio di quest’anno

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umiltà, tersissima purezza, ardente carità. Le quali pro-vò e accrebbe coi dolori di lunga malattia e angustie dianimo, da cui spesso veniva tormentata, sopportati consomma pazienza. In detta casa Religiosa la umilissimaVergine rimase fino alla morte, che, dopo ricevuti i sa-cramenti della Chiesa, invocando la sua dolcissima Ma-dre Maria, incontrò santamente il 16 aprile 1879, nelsuo trigesimo sesto anno di età e dodicesimo di vita reli-giosa.

Quel che poi fino a quel punto era restato come sottoil moggio dell’umiltà, subito dopo la sua morte sembròrisplendere al mondo. Per la qual cosa dall’Autorità Or-dinaria furono istruiti i processi sulla fama delle virtù emiracoli e portati a Roma. Il Sommo Pontefice Pio X divenerabile memoria segnò di sua mano il 13 agosto1913 la Commissione dell’Introduzione della Causa. Dipoi con Autorità Apostolica furono costruiti i Processisopra le virtù ed i miracoli osservando rigorosamentequanto è stabilito per l’approvazione delle virtù e mira-coli.

La Santità di Nostro Signore il 14 giugno dell’AnnoSanto 1925 ascrisse la Serva di Dio nei fasti dei Beati.Sembrando che a sua intercessione nuovi miracoli fos-sero stati operati da Dio, la causa fu riassunta il 9 giu-gno 1926, e con Decreto del 31 maggio di quest’anno

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furono approvati i miracoli. Perchè la Causa potesseraggiungere il fine desiderato, cioè la Canonizzazione,restava solo da discutersi il dubbio: se, stante l’appro-vazione dei due miracoli dopo accordata alla BeataMaria Bernarda Soubirous la venerazione, si potesseprocedere «Tuto» alla solenne Canonizzazione dellapredetta Beata. Il quale (dubbio) fu proposto dall’Emi-nentissimo Cardinale Alessandro Verde, Ponente o Re-latore della Causa, nella Congregazione Generale tenutadavanti la Santità di Nostro Signore il 27 dello scorsomese, e gli Eminentissimi Padri Cardinali di questa Sa-cra Congregazione, gli Officiali Prelati e Consultori conunanime consenso emisero la loro sentenza affermativa.Però il Santo Padre giudicò doversi aspettare alquantoper implorare copia del divino lume in cosa così grave.

Per la promulgazione poi di questo Decreto, Sua San-tità scelse felicemente la Domenica Quarta di Penteco-ste, sacra alla soavissima festa della Visitazione. Impe-rocchè come in questa occasione l’umiltà della BeataVergine Maria per la rivelazione della sua Divina Mater-nità fu da Dio esaltata, e per la medesima fu santificatoil Battista, così oggi, plaudente tutto l’orbe, vediamo av-vicinarsi agli onori della Canonizzazione, quasi condot-ta per mano dalla Beata Vergine Maria, per mezzodell’oracolo del Sommo Pontefice, l’umilissima Maria

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furono approvati i miracoli. Perchè la Causa potesseraggiungere il fine desiderato, cioè la Canonizzazione,restava solo da discutersi il dubbio: se, stante l’appro-vazione dei due miracoli dopo accordata alla BeataMaria Bernarda Soubirous la venerazione, si potesseprocedere «Tuto» alla solenne Canonizzazione dellapredetta Beata. Il quale (dubbio) fu proposto dall’Emi-nentissimo Cardinale Alessandro Verde, Ponente o Re-latore della Causa, nella Congregazione Generale tenutadavanti la Santità di Nostro Signore il 27 dello scorsomese, e gli Eminentissimi Padri Cardinali di questa Sa-cra Congregazione, gli Officiali Prelati e Consultori conunanime consenso emisero la loro sentenza affermativa.Però il Santo Padre giudicò doversi aspettare alquantoper implorare copia del divino lume in cosa così grave.

Per la promulgazione poi di questo Decreto, Sua San-tità scelse felicemente la Domenica Quarta di Penteco-ste, sacra alla soavissima festa della Visitazione. Impe-rocchè come in questa occasione l’umiltà della BeataVergine Maria per la rivelazione della sua Divina Mater-nità fu da Dio esaltata, e per la medesima fu santificatoil Battista, così oggi, plaudente tutto l’orbe, vediamo av-vicinarsi agli onori della Canonizzazione, quasi condot-ta per mano dalla Beata Vergine Maria, per mezzodell’oracolo del Sommo Pontefice, l’umilissima Maria

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Bernarda Soubirous.Per tanto, celebrato con grande devozione il Sacro-

santo Eucaristico Sacrificio chiamati gli EminentissimiCardinali Camillo Laurenti, Prefetto della S. Congrega-zione dei Riti, e Alessandro Verde, Ponente o Relatore,nonchè il Rev.mo Salvatore Natucci, Promotore Genera-le della Fede, e me infrascritto Segretario, alla loro pre-senza pronunziò: «Tuto» potersi procedere alla solenneCanonizzazione della Beata Maria Bernarda Soubirous.

Ordinò poi che questo decreto venisse promulgato einserito negli atti della Sacra Congregazione dei Riti il 2luglio 1933.

Terminata la lettura del Decreto, avvicinavasi al Tro-no il Postulatore della Causa Rev.mo Padre Giulio Gri-mal, della Società di Maria, accompagnato dall’Avvoca-to della Causa Mons. De Sanctis, e dal ProcuratoreMons. Romani, e rivolgeva a Sua Santità il seguente in-dirizzo di filiale ringraziamento ed omaggio.

Santissimo Padre,Dopo il Decreto del 31 maggio, nella festa di Maria

Mediatrice di tutte le grazie, che approvava i due mira-coli proposti per la Canonizzazione della Beata Berna-detta, ecco che un nuovo Decreto, col quale vostra San-tità dichiara solennemente che nulla ormai si oppone

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Bernarda Soubirous.Per tanto, celebrato con grande devozione il Sacro-

santo Eucaristico Sacrificio chiamati gli EminentissimiCardinali Camillo Laurenti, Prefetto della S. Congrega-zione dei Riti, e Alessandro Verde, Ponente o Relatore,nonchè il Rev.mo Salvatore Natucci, Promotore Genera-le della Fede, e me infrascritto Segretario, alla loro pre-senza pronunziò: «Tuto» potersi procedere alla solenneCanonizzazione della Beata Maria Bernarda Soubirous.

Ordinò poi che questo decreto venisse promulgato einserito negli atti della Sacra Congregazione dei Riti il 2luglio 1933.

Terminata la lettura del Decreto, avvicinavasi al Tro-no il Postulatore della Causa Rev.mo Padre Giulio Gri-mal, della Società di Maria, accompagnato dall’Avvoca-to della Causa Mons. De Sanctis, e dal ProcuratoreMons. Romani, e rivolgeva a Sua Santità il seguente in-dirizzo di filiale ringraziamento ed omaggio.

Santissimo Padre,Dopo il Decreto del 31 maggio, nella festa di Maria

Mediatrice di tutte le grazie, che approvava i due mira-coli proposti per la Canonizzazione della Beata Berna-detta, ecco che un nuovo Decreto, col quale vostra San-tità dichiara solennemente che nulla ormai si oppone

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alla canonizzazione tanto desiderata «tuto procedi pos-se» viene a ricolmarci di gioia. E la vostra pietà ha vo-luto far coincidere questo Decreto, con la festa della Vi-sitazione, preludio della Corredenzione Mariale.

Il 31 maggio, era Sua Ecc. Mons. di Nevers «Il Ve-scovo di Bernadetta» che aveva l’onore di ringraziarevostra Santità. Per. questa lettura del Decreto sul tutoun’alta intervenzione ci aveva permesso di sperare lapresenza di Mons. Gerlier il custode vigilante dellaGrotta e l’eloquente Apostolo dell’Immacolata di Lour-des. Ma un dovere imperioso, l’ordinazione dei suoichierici a Lourdes stessa lo ritiene nella sua Diocesi. E’dunque il Postulatore della Causa che con voce menoautorizzata ma con cuore non meno sincero offrirà aVostra Santità i ringraziamenti d’uso.

Questi ringraziamenti, Ve li offre, Santissimo Padre,prima di tutto a nome della grande e bella Congrega-zione delle Suore della Carità e dell’Istruzione Cristia-na di Nevers, a cui dopo Maria, dobbiamo la santa didomani, giacchè è nella sua Regola e per il suo spiritoche è sbocciato il fiore di Santità il cui primo seme erastato deposto dalla Vergine nel cuore della sua umileconfidente.

Ve li offre pure questi ringraziamenti, Santissimo Pa-dre, a nome delle due diocesi di Nevers e di Lourdes e a

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alla canonizzazione tanto desiderata «tuto procedi pos-se» viene a ricolmarci di gioia. E la vostra pietà ha vo-luto far coincidere questo Decreto, con la festa della Vi-sitazione, preludio della Corredenzione Mariale.

Il 31 maggio, era Sua Ecc. Mons. di Nevers «Il Ve-scovo di Bernadetta» che aveva l’onore di ringraziarevostra Santità. Per. questa lettura del Decreto sul tutoun’alta intervenzione ci aveva permesso di sperare lapresenza di Mons. Gerlier il custode vigilante dellaGrotta e l’eloquente Apostolo dell’Immacolata di Lour-des. Ma un dovere imperioso, l’ordinazione dei suoichierici a Lourdes stessa lo ritiene nella sua Diocesi. E’dunque il Postulatore della Causa che con voce menoautorizzata ma con cuore non meno sincero offrirà aVostra Santità i ringraziamenti d’uso.

Questi ringraziamenti, Ve li offre, Santissimo Padre,prima di tutto a nome della grande e bella Congrega-zione delle Suore della Carità e dell’Istruzione Cristia-na di Nevers, a cui dopo Maria, dobbiamo la santa didomani, giacchè è nella sua Regola e per il suo spiritoche è sbocciato il fiore di Santità il cui primo seme erastato deposto dalla Vergine nel cuore della sua umileconfidente.

Ve li offre pure questi ringraziamenti, Santissimo Pa-dre, a nome delle due diocesi di Nevers e di Lourdes e a

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nome della Francia intera, sempre più orgogliosa e ri-conoscente del regale patrocinio di Maria confermatodalle apparizioni e dai prodigi di Massabielle.

Ma non è forse tutto l’universo cattolico, SantissimoPadre, che vi è riconoscente dell’esaltazione di Berna-detta? Infatti l’universo cattolico non separa nel suoamore l’Immacolata di Lourdes dalla sua dolce Veggen-te.

Monsignore di Nevers osava ringraziare Vostra San-tità a nome della Vergine Maria, Lei stessa, e il Procu-ratore che ha seguito tutte le peripezie della Causa sen-te quanto legittima è questa referenza alla Madre San-tissima.

Gli è particolarmente dolce sottolineare l’intenzionedell’Immacolata di Lourdes, d’unire la sua Confidenteal suo intervento manifesto nei due avvenimenti, che aritroso nella storia, appariranno senza dubbio come idue punti culminanti del primo periodo del Pontificatodi Vostra Santità.

Voglio dire, gli Accordi del Laterano, che secondo laparola consacrata e così vera, hanno reso Cristoall’Italia e l’Italia a Cristo e questo Giubileo Straordi-nario della Redenzione che, si potrebbe dire riconduceCristo all’Universo Cattolico e l’Universo Cattolico aCristo.

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nome della Francia intera, sempre più orgogliosa e ri-conoscente del regale patrocinio di Maria confermatodalle apparizioni e dai prodigi di Massabielle.

Ma non è forse tutto l’universo cattolico, SantissimoPadre, che vi è riconoscente dell’esaltazione di Berna-detta? Infatti l’universo cattolico non separa nel suoamore l’Immacolata di Lourdes dalla sua dolce Veggen-te.

Monsignore di Nevers osava ringraziare Vostra San-tità a nome della Vergine Maria, Lei stessa, e il Procu-ratore che ha seguito tutte le peripezie della Causa sen-te quanto legittima è questa referenza alla Madre San-tissima.

Gli è particolarmente dolce sottolineare l’intenzionedell’Immacolata di Lourdes, d’unire la sua Confidenteal suo intervento manifesto nei due avvenimenti, che aritroso nella storia, appariranno senza dubbio come idue punti culminanti del primo periodo del Pontificatodi Vostra Santità.

Voglio dire, gli Accordi del Laterano, che secondo laparola consacrata e così vera, hanno reso Cristoall’Italia e l’Italia a Cristo e questo Giubileo Straordi-nario della Redenzione che, si potrebbe dire riconduceCristo all’Universo Cattolico e l’Universo Cattolico aCristo.

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Gli Accordi del Laterano furono firmati per scelta diVostra Santità l’11 febbraio, festa dell’Apparizione diNostra Signora di Lourdes: e già nel 1876, il cuore del-la «religiosa che aveva visto la Vergine» offriva, senzasaperlo, la sua preghiera e la sua vita per questi Accor-di benedetti. Bernadetta infatti scriveva al Papa Pio IXdi venerata memoria: «Che potrei fare, Santissimo Pa-dre, per testimoniarvi il mio amore filiale? Non possoche continuare ciò che ho fatto finora cioè: «soffrire epregare». Già da qualche anno mi sono costituita, ben-chè indegna, piccolo zuavo di Vostra Santità. Le miearmi sono la preghiera e il sacrificio che conserveròfino all’ultimo sospiro. Là soltanto l’arma del Sacrificiocadrà, ma quella della preghiera mi seguirà in cielo». Il31 maggio Vostra Santità esaltava le meravigliedell’Onnipotente per mezzo «dei piccoli, dei pargoli,dei deboli». Non ci troviamo noi qui di fronte a una illu-strazione di questa meravigliosa influenza degli infini-tamente piccoli e degli imponderabili del mondo so-prannaturale?

E nel secondo avvenimento, questo Giubileo che sol-leva il mondo, – e qui faccio appello ai Sacerdoti testi-moni commossi delle meraviglie di grazia dell’AnnoSanto – in questo grande avvenimento la coincidenzadel Giubileo di Lourdes, compie l’irradiazione del Divi-

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Gli Accordi del Laterano furono firmati per scelta diVostra Santità l’11 febbraio, festa dell’Apparizione diNostra Signora di Lourdes: e già nel 1876, il cuore del-la «religiosa che aveva visto la Vergine» offriva, senzasaperlo, la sua preghiera e la sua vita per questi Accor-di benedetti. Bernadetta infatti scriveva al Papa Pio IXdi venerata memoria: «Che potrei fare, Santissimo Pa-dre, per testimoniarvi il mio amore filiale? Non possoche continuare ciò che ho fatto finora cioè: «soffrire epregare». Già da qualche anno mi sono costituita, ben-chè indegna, piccolo zuavo di Vostra Santità. Le miearmi sono la preghiera e il sacrificio che conserveròfino all’ultimo sospiro. Là soltanto l’arma del Sacrificiocadrà, ma quella della preghiera mi seguirà in cielo». Il31 maggio Vostra Santità esaltava le meravigliedell’Onnipotente per mezzo «dei piccoli, dei pargoli,dei deboli». Non ci troviamo noi qui di fronte a una illu-strazione di questa meravigliosa influenza degli infini-tamente piccoli e degli imponderabili del mondo so-prannaturale?

E nel secondo avvenimento, questo Giubileo che sol-leva il mondo, – e qui faccio appello ai Sacerdoti testi-moni commossi delle meraviglie di grazia dell’AnnoSanto – in questo grande avvenimento la coincidenzadel Giubileo di Lourdes, compie l’irradiazione del Divi-

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no Redentore mostrandoci accanto a sè la Vergine Im-macolata, la Redenta per eccellenza, il fiore unico delSuo Sangue Prezioso. Ma l’Immacolata di Lourdes nonvuole essere sola. Essa vuole che in quest’Anno Santo ilsuo irraggiamento si prolunghi e proietti sulla frontedella sua amata Confidente, l’aureo la della santità.

Il giorno della Visitazione, Ella cantava. «ExultavitSpiritus meus in Deo Salutari meo» Era il suo grazie alSalvatore per Lei stessa e per la sua futura Santa Ber-nadetta.

Questo grazie lo dica Essa pure al Vostro Cuore, Pa-dre Benedetto e Amatissimo, lo dica al Vostro Cuoreriempiendolo nel giorno della solenne Canonizzazione efin d’ora, della gioia che commuove tutti cuori cattolici.

A questo indirizzo il Santo Padre rispondeva manife-stando il Suo compiacimento per la avvenuta promulga-zione ed indicando i precipui vantaggi che da essa deri-vano per le anime.

Eccoci di nuovo, dilettissimi Figli, dilettissime Figlie– Egli incominciava – alla fortunata Alunna della Regi-na dei cielo, l’Immacolata di Lourdes, per udir pronun-ciare quella parola definitiva, rassicurante: Tuto, che si-gnifica potersi con sicurezza, al sicuro cioè da ogni in-desiderabile sorpresa e contrattempo, dire che la Causadella Beata Bernadetta Soubirous, discepola prediletta

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no Redentore mostrandoci accanto a sè la Vergine Im-macolata, la Redenta per eccellenza, il fiore unico delSuo Sangue Prezioso. Ma l’Immacolata di Lourdes nonvuole essere sola. Essa vuole che in quest’Anno Santo ilsuo irraggiamento si prolunghi e proietti sulla frontedella sua amata Confidente, l’aureo la della santità.

Il giorno della Visitazione, Ella cantava. «ExultavitSpiritus meus in Deo Salutari meo» Era il suo grazie alSalvatore per Lei stessa e per la sua futura Santa Ber-nadetta.

Questo grazie lo dica Essa pure al Vostro Cuore, Pa-dre Benedetto e Amatissimo, lo dica al Vostro Cuoreriempiendolo nel giorno della solenne Canonizzazione efin d’ora, della gioia che commuove tutti cuori cattolici.

A questo indirizzo il Santo Padre rispondeva manife-stando il Suo compiacimento per la avvenuta promulga-zione ed indicando i precipui vantaggi che da essa deri-vano per le anime.

Eccoci di nuovo, dilettissimi Figli, dilettissime Figlie– Egli incominciava – alla fortunata Alunna della Regi-na dei cielo, l’Immacolata di Lourdes, per udir pronun-ciare quella parola definitiva, rassicurante: Tuto, che si-gnifica potersi con sicurezza, al sicuro cioè da ogni in-desiderabile sorpresa e contrattempo, dire che la Causadella Beata Bernadetta Soubirous, discepola prediletta

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dell’Immacolata, è entrata, siccome nave, in porto sicu-ro.

La Causa della B. Bernadetta è assicurata e tutti i par-tecipanti a quella eletta assistenza avevano udito sia ilcommento, che aveva accompagnato la lettura del De-creto, sia quanto aveva detto il Postulatore, autorizzato edevoto interprete del Decreto medesimo, come di tuttala Causa: ed avevano certamente intraveduto e gustatoquante felici e consolanti cose, quanti mirabili richiamida fatto a fatto, da avvenimento ad avvenimento, si era-no concordati nella bella giornata. Che cosa doveva ag-giungere il Santo Padre, tanto più che della B. Bernadet-ta, e della natura del decreto del Tuto aveva già avuta al-tra occasione di parlare?

*

S.Gregorio afferma: quello che crea la difficoltà deldire ne impone la necessità. E’, questa, una verità piùvolte sperimentata. Noi siamo tutti convitati – continua-va il Santo Padre – dalla Beata Bernadetta ad un conve-gno ricco di richiami, di suggerimenti, di spunti mirabi-li, tali da doverli, con vera gioia, rilevare. La beataAlunna di Maria ci chiama a questo convegno così viva-mente consolante, nel trionfale svolgimento di questoAnno Santo della Redenzione: e, precisamente, in que-

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dell’Immacolata, è entrata, siccome nave, in porto sicu-ro.

La Causa della B. Bernadetta è assicurata e tutti i par-tecipanti a quella eletta assistenza avevano udito sia ilcommento, che aveva accompagnato la lettura del De-creto, sia quanto aveva detto il Postulatore, autorizzato edevoto interprete del Decreto medesimo, come di tuttala Causa: ed avevano certamente intraveduto e gustatoquante felici e consolanti cose, quanti mirabili richiamida fatto a fatto, da avvenimento ad avvenimento, si era-no concordati nella bella giornata. Che cosa doveva ag-giungere il Santo Padre, tanto più che della B. Bernadet-ta, e della natura del decreto del Tuto aveva già avuta al-tra occasione di parlare?

*

S.Gregorio afferma: quello che crea la difficoltà deldire ne impone la necessità. E’, questa, una verità piùvolte sperimentata. Noi siamo tutti convitati – continua-va il Santo Padre – dalla Beata Bernadetta ad un conve-gno ricco di richiami, di suggerimenti, di spunti mirabi-li, tali da doverli, con vera gioia, rilevare. La beataAlunna di Maria ci chiama a questo convegno così viva-mente consolante, nel trionfale svolgimento di questoAnno Santo della Redenzione: e, precisamente, in que-

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sta quarta domenica dopo la Pentecoste, in questo coin-cidere della festa della Visitazione di Maria: si direbbeanzi non essere questa una casuale coincidenza, ma unastudiata e preparata combinazione di bellissime cose.Perciò noi non vogliamo sottrarci a questo così evidenteconcorso di spirituali fatti ed insegnamenti.

E tornando dapprima al Tuto ecco, evidente, una ri-flessione: la Causa della B. Bernadetta è assicurata; mac’è un’altra causa che bisogna assicurare – aggiungevaSua Santità – la nostra causa, la causa di ciascuno dinoi. Non si tratta della causa di beatificazione e di cano-nizzazione, ma in un certo senso di una causa più gran-de ed importante, poichè è la causa della salvezzadell'anima nostra: è quanto cioè noi dobbiamo mettere alsicuro, sopra tutto e senza eccezione. Lo stesso divinoMaestro del resto lo ha detto ben chiaramente: «quidprodest homini, si mundum universum lucretur, animaevero suae detrimentum patiatur?» Questa è la causa es-senziale!

La causa della B. Soubirous ben condotta in tutti isuoi punti, affidata alle mani di Maria e corredata di tut-te le diligenze e le industrie di coloro che la trattarono,di tutti i documenti giuridici, di tutti gli studi teologici,materiali e soprannaturali, accompagnata sempre dallepreghiere delle anime pie, è arrivata felicemente in por-

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sta quarta domenica dopo la Pentecoste, in questo coin-cidere della festa della Visitazione di Maria: si direbbeanzi non essere questa una casuale coincidenza, ma unastudiata e preparata combinazione di bellissime cose.Perciò noi non vogliamo sottrarci a questo così evidenteconcorso di spirituali fatti ed insegnamenti.

E tornando dapprima al Tuto ecco, evidente, una ri-flessione: la Causa della B. Bernadetta è assicurata; mac’è un’altra causa che bisogna assicurare – aggiungevaSua Santità – la nostra causa, la causa di ciascuno dinoi. Non si tratta della causa di beatificazione e di cano-nizzazione, ma in un certo senso di una causa più gran-de ed importante, poichè è la causa della salvezzadell'anima nostra: è quanto cioè noi dobbiamo mettere alsicuro, sopra tutto e senza eccezione. Lo stesso divinoMaestro del resto lo ha detto ben chiaramente: «quidprodest homini, si mundum universum lucretur, animaevero suae detrimentum patiatur?» Questa è la causa es-senziale!

La causa della B. Soubirous ben condotta in tutti isuoi punti, affidata alle mani di Maria e corredata di tut-te le diligenze e le industrie di coloro che la trattarono,di tutti i documenti giuridici, di tutti gli studi teologici,materiali e soprannaturali, accompagnata sempre dallepreghiere delle anime pie, è arrivata felicemente in por-

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to. E la causa dell’anima nostra come si assicura?L’Anno Santo della Redenzione è venuto a dircelo in

modo solenne: in un certo senso ben fu detto che essoriconduce il mondo a Cristo e Cristo al mondo. Esso of-fre – soggiungeva l’Augusto Pontefice – constatazioniconsolantissime: ogni giorno da tutte le regioni, da tuttele parti del mondo, è un accorrere fervoroso al convegnointorno alla Croce, alla Croce redentrice, al RedentoreCrocifisso, a questo centro della fede e della religione,al Redentore del mondo in una parola.

Ora è proprio l’Anno Santo che ci dice eloquente-mente in qual modo noi possiamo e dobbiamo assicura-re la causa dell’anima nostra: e tale assicurazione nonpuò essere fatta se non riconducendola e raccomandan-dola là proprio dove l’anima ha trovato la sua salvezza,il prezzo, il mezzo, la realtà felicissima cli questa suasalvezza, della sua redenzione: e nessun altro se non ilRedentore divino può operare e mettere al sicuro la sal-vezza nostra: «O Crux, ave, spes unica!»

*

Ecco dunque ove bisogna andare ed è felicissimo ilfatto che si verifica: nel mondo intero, anche là doveesso sembra più lontano da questo ordine di idee, si èsentito e notato che la sicura salvezza, che la vera salute

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to. E la causa dell’anima nostra come si assicura?L’Anno Santo della Redenzione è venuto a dircelo in

modo solenne: in un certo senso ben fu detto che essoriconduce il mondo a Cristo e Cristo al mondo. Esso of-fre – soggiungeva l’Augusto Pontefice – constatazioniconsolantissime: ogni giorno da tutte le regioni, da tuttele parti del mondo, è un accorrere fervoroso al convegnointorno alla Croce, alla Croce redentrice, al RedentoreCrocifisso, a questo centro della fede e della religione,al Redentore del mondo in una parola.

Ora è proprio l’Anno Santo che ci dice eloquente-mente in qual modo noi possiamo e dobbiamo assicura-re la causa dell’anima nostra: e tale assicurazione nonpuò essere fatta se non riconducendola e raccomandan-dola là proprio dove l’anima ha trovato la sua salvezza,il prezzo, il mezzo, la realtà felicissima cli questa suasalvezza, della sua redenzione: e nessun altro se non ilRedentore divino può operare e mettere al sicuro la sal-vezza nostra: «O Crux, ave, spes unica!»

*

Ecco dunque ove bisogna andare ed è felicissimo ilfatto che si verifica: nel mondo intero, anche là doveesso sembra più lontano da questo ordine di idee, si èsentito e notato che la sicura salvezza, che la vera salute

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non è che vicino alla Croce, vicino a Cristo, con Cristo.E come ci assicuriamo noi di essere con Cristo?Il Vangelo del giorno della IV Domenica dopo la Pen-

tecoste offriva a Sua Santità la risposta a questa doman-da. Stando una gran folla intorno al Redentore presso lerive del lago di Genezareth e facendo quasi irruzione so-pra di Lui, Gesù sale sopra una barca, vi si rifugia; e conLui è Pietro. E’ da quella barca che Gesù insegna e sal-va: essa, tra poco, mercè la Sua benedizione, sarà ricol-ma di pesci, figurazione di ben altra pesca miracolosa,ben più alta e più preziosa, che gli Apostoli avrebberocompiuta. Siamo dunque con Gesù, con Pietro. Il grandeS. Ambrogio ha detto che: «ubi Petrus, ibi Ecclesia; ubiEcclesia, ibi Christus: ubi Christus ibi salus»; or eccouno degli anelli sicuri per avvincerci, per legarci a Cri-sto. Stando con Pietro e con la Chiesa, staremo con Cri-sto: e Cristo è la nostra salute, poichè che cosa è la re-denzione se non la salvezza?

Un altro anello ancora, incomparabilmente belloanch’esso, serve in modo mirabile ad avvincerci al Sal-vatore; un anello sicuro al disopra di ogni sicurezza:Maria! «Per Mariam ad Jesum»! per Maria si va a Gesùed è proprio questa, anzi, la via più bella, più affettuosae più sicura. Affidandosi al Cuore della Madre, di taleMadre, si arriva al Cuore del Figlio: ecco la voce di que-

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non è che vicino alla Croce, vicino a Cristo, con Cristo.E come ci assicuriamo noi di essere con Cristo?Il Vangelo del giorno della IV Domenica dopo la Pen-

tecoste offriva a Sua Santità la risposta a questa doman-da. Stando una gran folla intorno al Redentore presso lerive del lago di Genezareth e facendo quasi irruzione so-pra di Lui, Gesù sale sopra una barca, vi si rifugia; e conLui è Pietro. E’ da quella barca che Gesù insegna e sal-va: essa, tra poco, mercè la Sua benedizione, sarà ricol-ma di pesci, figurazione di ben altra pesca miracolosa,ben più alta e più preziosa, che gli Apostoli avrebberocompiuta. Siamo dunque con Gesù, con Pietro. Il grandeS. Ambrogio ha detto che: «ubi Petrus, ibi Ecclesia; ubiEcclesia, ibi Christus: ubi Christus ibi salus»; or eccouno degli anelli sicuri per avvincerci, per legarci a Cri-sto. Stando con Pietro e con la Chiesa, staremo con Cri-sto: e Cristo è la nostra salute, poichè che cosa è la re-denzione se non la salvezza?

Un altro anello ancora, incomparabilmente belloanch’esso, serve in modo mirabile ad avvincerci al Sal-vatore; un anello sicuro al disopra di ogni sicurezza:Maria! «Per Mariam ad Jesum»! per Maria si va a Gesùed è proprio questa, anzi, la via più bella, più affettuosae più sicura. Affidandosi al Cuore della Madre, di taleMadre, si arriva al Cuore del Figlio: ecco la voce di que-

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sta solenne festa della Visitazione: ed è Maria stessa cheviene a portarcela, e in una maniera e con un atteggia-mento oltremodo confortante, in un atteggiamento anzidel quale noi abbiamo tanto bisogno.

*

Noi infatti, miseri e piccoli, Ella tanto grande ed alta,Signora e Sovrana. Nella Visitazione è la più grande cheva alla più piccola; la Sovrana che va all’ancella, la Ma-dre di Dio alla madre sia pur di un grande uomo, di co-lui anzi che sarà detto, in certo senso, il più grande deinati di donna, ma pur sempre soltanto un uomo: e qualedifferenza dunque fra la Madre di Dio e la madre di unuomo!: Maria ad mulierem, Domina ad ancillam. Ma-ria: ecco quella di cui abbiamo bisogno. S. Bernardodice che proprio nessuno deve intimidirsi, scoraggiarsi,esitare passando per Maria, affidandosi a Maria,nell’andare a Gesù, anche dinnanzi alla maestà Sua diGiudice offeso. Certo dinnanzi al Figlio di Dio dimenti-cato, disobbedito, si può, si deve avere un sacro timore eterrore, ma c’è Maria: una Madre che è così buona ecosì umile fino ad andare Lei a chi ha bisogno della suaassistenza e della sua intercessione.

Ecco dunque un altro anello preziosissimo che. assi-cura la nostra anima presso Cristo Redentore, che rende

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sta solenne festa della Visitazione: ed è Maria stessa cheviene a portarcela, e in una maniera e con un atteggia-mento oltremodo confortante, in un atteggiamento anzidel quale noi abbiamo tanto bisogno.

*

Noi infatti, miseri e piccoli, Ella tanto grande ed alta,Signora e Sovrana. Nella Visitazione è la più grande cheva alla più piccola; la Sovrana che va all’ancella, la Ma-dre di Dio alla madre sia pur di un grande uomo, di co-lui anzi che sarà detto, in certo senso, il più grande deinati di donna, ma pur sempre soltanto un uomo: e qualedifferenza dunque fra la Madre di Dio e la madre di unuomo!: Maria ad mulierem, Domina ad ancillam. Ma-ria: ecco quella di cui abbiamo bisogno. S. Bernardodice che proprio nessuno deve intimidirsi, scoraggiarsi,esitare passando per Maria, affidandosi a Maria,nell’andare a Gesù, anche dinnanzi alla maestà Sua diGiudice offeso. Certo dinnanzi al Figlio di Dio dimenti-cato, disobbedito, si può, si deve avere un sacro timore eterrore, ma c’è Maria: una Madre che è così buona ecosì umile fino ad andare Lei a chi ha bisogno della suaassistenza e della sua intercessione.

Ecco dunque un altro anello preziosissimo che. assi-cura la nostra anima presso Cristo Redentore, che rende

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possibile la nostra salvezza.Veramente – continuava l’Augusto Pontefice – per

tornare al Tuto, alla buona e cara Beata Bernadetta, vienfatto di dire che non è essa sola ad avere il diritto di can-tare il suo Magnificat; non sono soltanto, con essa, lesue fortunate e felici consorelle, le Religiose Suore dellaCarità e dell’Istruzione Cristiana di Nevers che salutanocon viva gioia, oggi, la nuova gloria della loro spiritualefamiglia; non soltanto le due dilette diocesi di Nevers edi Tarbes e Lourdes; non soltanto tutta la Francia, ma ètutta la Chiesa, ma sono tutte e singole le anime che sen-tono oggi il dolce dovere di cantare il proprio Magnifi-cat di fervida e piena riconoscenza.

Con questo alto pensiero, sotto così cari nomi e cosìbelle insegne, il Santo Padre passava ad impartire allaFamiglia religiosa della Beata, alle due Diocesi, con i ri-spettivi Vescovi, a tutti i presenti ed a quanti essi rappre-sentavano la Benedizione Apostolica che voleva far di-scendere su tutte le persone e cose, che ciascuno, in quelmomento, desiderava fossero, insieme con la propriapersona, benedette.

Terminato il Suo dire l’Augusto Pontefice impartivala Benedizione Apostolica, e riceveva, offertaGli dallaPostulazione una copia del Decreto letto.

Quindi il Santo Padre discendeva dal Trono e osse-

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possibile la nostra salvezza.Veramente – continuava l’Augusto Pontefice – per

tornare al Tuto, alla buona e cara Beata Bernadetta, vienfatto di dire che non è essa sola ad avere il diritto di can-tare il suo Magnificat; non sono soltanto, con essa, lesue fortunate e felici consorelle, le Religiose Suore dellaCarità e dell’Istruzione Cristiana di Nevers che salutanocon viva gioia, oggi, la nuova gloria della loro spiritualefamiglia; non soltanto le due dilette diocesi di Nevers edi Tarbes e Lourdes; non soltanto tutta la Francia, ma ètutta la Chiesa, ma sono tutte e singole le anime che sen-tono oggi il dolce dovere di cantare il proprio Magnifi-cat di fervida e piena riconoscenza.

Con questo alto pensiero, sotto così cari nomi e cosìbelle insegne, il Santo Padre passava ad impartire allaFamiglia religiosa della Beata, alle due Diocesi, con i ri-spettivi Vescovi, a tutti i presenti ed a quanti essi rappre-sentavano la Benedizione Apostolica che voleva far di-scendere su tutte le persone e cose, che ciascuno, in quelmomento, desiderava fossero, insieme con la propriapersona, benedette.

Terminato il Suo dire l’Augusto Pontefice impartivala Benedizione Apostolica, e riceveva, offertaGli dallaPostulazione una copia del Decreto letto.

Quindi il Santo Padre discendeva dal Trono e osse-

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quiato devotamente dai Cardinali, Prelati e Religiosipresenti, lasciava la Sala.

*

Finalmente, l’8 dicembre 1933, preceduto dal corteg-gio più magnifico e venerabile che sia dato di contem-plare quaggiù, Sua Santità il Papa faceva la sua entratanella Basilica Vaticana. Là seduto sul suo Trono davantiall’altare della Cattedra di S. Pietro parlando come Mae-stro infallibile della Chiesa e nella pienezza del Suo po-tere apostolico pronunciava queste parole solenni: “Perl’onore della Santa e Indivisa Trinità, per l’esaltazionedella Fede Cattolica e 1’estensione della Religione Cri-stiana, con l’autorità di Nostro Signore Gesù Cristo, deiBeati Apostoli Pietro e Paolo e la Nostra, dopo maturadeliberazione e implorato il Soccorso Divino, dichiaria-mo e definiamo Santa la Beata Maria Bernarda Soubi-rous e la iscriviamo nel catalogo dei Santi, statuendoche ogni anno il 16 Aprile giorno della sua nascita alcielo la sua memoria sia piamente celebrata, nel numerodelle Vergini Sante, nella Chiesa Universale. Nel nomedel Padre e del Figlio e dello Spirito Santo„.

Pietro ha parlato per la bocca di Pio.Le ammirabili armonie provvidenziali, sono consu-

mate. In quest’Anno Santo Anniversario della Reden-

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quiato devotamente dai Cardinali, Prelati e Religiosipresenti, lasciava la Sala.

*

Finalmente, l’8 dicembre 1933, preceduto dal corteg-gio più magnifico e venerabile che sia dato di contem-plare quaggiù, Sua Santità il Papa faceva la sua entratanella Basilica Vaticana. Là seduto sul suo Trono davantiall’altare della Cattedra di S. Pietro parlando come Mae-stro infallibile della Chiesa e nella pienezza del Suo po-tere apostolico pronunciava queste parole solenni: “Perl’onore della Santa e Indivisa Trinità, per l’esaltazionedella Fede Cattolica e 1’estensione della Religione Cri-stiana, con l’autorità di Nostro Signore Gesù Cristo, deiBeati Apostoli Pietro e Paolo e la Nostra, dopo maturadeliberazione e implorato il Soccorso Divino, dichiaria-mo e definiamo Santa la Beata Maria Bernarda Soubi-rous e la iscriviamo nel catalogo dei Santi, statuendoche ogni anno il 16 Aprile giorno della sua nascita alcielo la sua memoria sia piamente celebrata, nel numerodelle Vergini Sante, nella Chiesa Universale. Nel nomedel Padre e del Figlio e dello Spirito Santo„.

Pietro ha parlato per la bocca di Pio.Le ammirabili armonie provvidenziali, sono consu-

mate. In quest’Anno Santo Anniversario della Reden-

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zione, il Giubileo di Lourdes fa apparire l’Immacolataaccanto al Divino Salvatore per compiere l’irraggiamen-to della Sua opera Redentrice: e l’Immacolata, il giornostesso della sua festa, esalta sugli altari, quella a cui set-tanta cinque anni fa aveva promesso la felicità del cielo;la piccola raccoglitrice di legna secca sulle rocce diMassabielle, oggi ormai Santa Bernadetta.

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zione, il Giubileo di Lourdes fa apparire l’Immacolataaccanto al Divino Salvatore per compiere l’irraggiamen-to della Sua opera Redentrice: e l’Immacolata, il giornostesso della sua festa, esalta sugli altari, quella a cui set-tanta cinque anni fa aveva promesso la felicità del cielo;la piccola raccoglitrice di legna secca sulle rocce diMassabielle, oggi ormai Santa Bernadetta.

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