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Santa Gianna Beretta Molla Testi di Don Giuseppe Colombo Valeriano Castiglioni Realizzazione grafica Alberto Bairati

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Santa GiannaBeretta Molla

Testi diDon Giuseppe Colombo

Valeriano Castiglioni

Realizzazione graficaAlberto Bairati

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Vita di Santa GiannaGianna Beretta Molla è nata a Magenta il 4 ottobre 1922

Magenta. Basilica di S. Martino Vescovo, chiesa del battesimo e del matrimonio di Gianna.

Magenta. Casa dei nonni paterni: Gianna nacque il 4 ottobre 1922 in via Roma 89.

Magenta. Interno della Basilica di S. Martino Vescovo: il fonte battesimale dove Gianna fu battezzata l’11 ottobre 1922 con il nome di Giovanna Francesca.

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Bergamo, Chiesa di S. Grata: qui, il 4 Aprile 1928, Gianna ricevette la Prima Comunione.

Bergamo, Duomo: qui il 9 giugno 1930 Gianna fu cresimata.

Gianna trascorse i primi anni della sua vita a Bergamo. Qui, il 4 aprile 1928, ricevette la Prima Comunione nella chiesa di Santa Grata.Due anni dopo, in Duomo, ricevette la Cresima.Rimase in questa città sino al 1937, frequentando le scuole elementari e il ginnasio.

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Nel 1937, la famiglia si trasferì a Genova Quinto.Qui Gianna completò gli studi liceali, conseguendo la maturità classica nel 1942.

Con le compagne di terza ginnasio al “Paolo Sarpi” di Bergamo.

Gianna è la terza da sinistra in seconda fila.

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Alla morte dei genitori Gianna si trasferì, coi suoi fratelli, a Magenta, nell’abitazione dei nonni, in via Roma. Vi rimase sino al 1955 quando, il 24 settembre, dopo il matrimonio, si trasferì a Pontenuovo.

Pontenuovo di Magenta: Chiesetta della Madonna del Buon Consiglio.

Qui Gianna, da sposata, partecipava alla Santa Messa.

Qui, dopo il battesimo a Magenta, furono consacrati alla Madonna del Buon Consiglio i suoi quattro figli.

Da qui partì il corteo funebre il 30 aprile 1962.

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Iscritta alla facoltà di Medicina, Gianna studiò prima a Milano e poi a Pavia, dove si laureò il 30 novembre 1949, conseguendo, due anni più tardi, la specializzazione in pediatria. Aprì un ambulatorio a Mesero.

Mesero: apide posta all’esterno dell’ambulatorio.

Mesero: In questo

ambulatorio, che si affaccia sulla Piazza Santa

Gianna Beretta Molla, Gianna esercitò la professione medica

dal 1950 al 1962.

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Dal matrimonio con Pietro Molla sono nati i quattro figli: Pierluigi, Maria Zita (subito chiamata Mariolina), Laura e Gianna Emanuela.

Pontenuovo di Magenta: La villetta dove Gianna visse da sposa e da mamma dal 1955 al 1962. Qui diede alla luce Pierluigi, Mariolina e Lauretta. Qui morì l’ 8 aprile 1962.

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Gianna è morta nell’abitazione di Pontenuovo il 28 aprile 1962, sette giorni dopo aver dato alla luce la figlia. Il suo corpo riposa nella tomba di famiglia, al cimitero di Mesero.

Mesero: Cappella della famiglia Molla, dove si trova la tomba di Santa Gianna.

Mesero: il mosaico raffigura Santa Gianna mentre presenta la figlia Mariolina, morta a sei anni nel 1964, alla Madonna di Fatima. Alle sue spalle la sorella del marito, Teresina, morta all’età di 23 anni.

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Gianna è stata proclamata beata il 24 aprile del 1994 e canonizzata il 16 maggio 2004 in San Pietro da Papa Giovanni Paolo II.

Mesero: l’antica parrocchiale è ora il Santuario della Famiglia

dedicato a Santa Gianna. Vi è annesso il centro di

orientamento, formazione e spiritualità familiare

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Alberto Beretta, di Magenta, e Maria De Micheli, di Milano, Terziari francescani, si unirono in matrimonio il 12 ottobre 1908 e abitarono in piazza Risorgimento a Milano. Nel 1925 si trasferirono a Bergamo per sfuggire alla diffusione della “spagnola”, epidemia che seminò lutti anche nella loro famiglia. Morirono entrambi nel 1942, a soli quattro mesi di distanza l’una dall’altro, ancora in giovane età.Ebbero tredici figli, cinque dei quali morirono piccoli. La famiglia esercitò su Gianna un’influenza determinante, che la avvierà ad una vita pienamente cristiana. Ereditò dal padre la bontà del cuore e la sensibilità verso i poveri, dalla madre Maria l’umiltà unita all’energia del carattere.

La famiglia Beretta, in occasione del XXV di nozze dei genitori, 12 ottobre 1933. Da sinistra, in prima fila, Gianna, la mamma, Virginia, Amalia, il papà e Giuseppe e, in seconda fila, Ferdinando, Francesco, Zita ed Enrico.

Le radici di Santità

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Per dodici anni i Beretta vissero a Borgo Canale, quartiere di Bergamo. Dal giorno della sua Prima Comunione, pur essendo piccolissima, Gianna ogni mattina accompagnava la mamma alla Messa e riceveva Gesù. Un’abitudine che ha conservato per tutta la vita.

Bergamo. Gianna nel giorno della sua Prima

Comunione.

Il seme germogliava e cresceva

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I cinque anni trascorsi a Genova Quinto furono fondamentali per la formazione di Gianna: iscritta al ginnasio delle suore Dorotee partecipò ad un ritiro spirituale nel marzo 1938. Fu un momento che incise profondamente nella sua formazione. Imparò a meditare, a contemplare e a capire quanto sia importante per la vita spirituale la preghiera personale. Nei suoi scritti si intravede come Gianna ponesse già sulla sua strada dei capisaldi: rendersi sempre più consapevole della propria dignità battesimale e chiedere sempre una lucida consapevolezza della volontà di Dio per compierla fino in fondo nelle scelte quotidiane.

Genova Quinto al Mare. Gianna tra le sorelle Virginia (alla sua sinistra) e Zita (alla sua destra) e le compagne dell’Istituto delle Suore Dorotee, 1938.

L’esperienza decisiva

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Le vicissitudini familiari portarono Gianna a Magenta nel 1942. Furono gli anni della sua maturazione spirituale e caritativa attraverso l’impegno nell’Azione Cattolica e nella San Vincenzo. Delegata delle Beniamine e delle Aspiranti, presidente della Gioventù Femminile dal 1946 al 1949 e dal 1952 al 1955, istituì il cenacolo delle Aspiranti, per le quali organizzò adunanze settimanali sui temi della preghiera, della grazia battesimale e dell’Eucaristia.

Gianna con un gruppo di giovani dell’Azione Cattolica di Magenta,1952.

I fratelli Beretta nel giorno della prima messa di Don Giuseppe, il 15 Giugno 1946. da sinistra: Enrico, Gianna, Francesco, don Giuseppe, Virginia, Ferdinando e Zita.

L’impegno nell’azione cattolica e a favore dei poveri

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Negli anni della sua giovinezza Gianna non era soltanto una giovane impegnata nello studio, nella carità e nell’approfondimento della fede: era anche una ragazza simpatica, affascinante che esprimeva la gioia di vivere. Era aperta a tutto ciò che è bello, giusto e vero, era una donna sportiva ed amava viaggiare. Il suo amore profondo per Dio non mortificava la sua vivacità, ma animava la sua vita e la sua gioia. Incontrava Dio nelle bellezze del creato, lo serviva dedicandosi al prossimo, applicandosi con impegno nello studio, anche quando questo gli costava tanta fatica.

Gianna sulle nevi del Sestrière, 1953.

Gianna verso la cima Iazzi, gruppo del Monte Rosa, estate 1952.

Gianna amava la vita

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Finita la guerra, nel 1945, Gianna si trasferì dall’università di Milano a quella di Pavia dove, nel 1949, si laureò. Nel luglio del 1952 conseguì la specializzazione in pediatria. Nel frattempo, già da due anni, svolgeva la professione come medico mutualista a Mesero. La professione, per Gianna, era una missione. Scrisse: “Noi medici tocchiamo Gesù nel corpo dei malati”.

Per le mamme aveva una tenerezza tutta particolare. Con loro intavolava lunghe discussioni sul modo migliore di crescere i bambini ma anche sul valore, in assoluto, della vita. Soffriva quando incontrava una donna che aveva scelto la strada dell’aborto.

Il gruppo dei laureandi in Medicina dell’Università di Pavia (1949); Gianna è dietro al preside della facoltà (in camice bianco).

Medico al servizio degli ammalati

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In quegli anni Enrico, un fratello di Gianna divenuto prete cappuccino (frei Alberto), partì come medico missionario in Brasile, a Grajaù, tra i poveri, dove l’assistenza medica lasciava molto a desiderare; molti bambini morivano di fame. Anche la sorella Virginia aveva fatto la scelta della vita religiosa canossiana. Era partita per la missione e assisteva, in India, i malati di un lebbrosario. Queste scelte compiute dai fratelli maturarono anche in Gianna il desiderio della missione. La sua salute era però fragile: non avrebbe sopportato il clima tropicale del Brasile. Furono determinanti le parole della sua guida spirituale. “Perché non pensi a formare una famiglia veramente cristiana come quella in cui sei cresciuta tu?”. Gianna accettò queste parole come un messaggio di Dio.

Gianna alla colonia estiva della parrocchia San Martino di Magenta, sul Lago d’Orta,

nel 1952, mentre porta i bambini a passeggio su per i boschi.

Alla ricerca di una vocazione

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Gianna conobbe l’ingegner Pietro Molla a Mesero l’8 dicembre 1954 alla prima messa di don Lino Garavaglia, un cappuccino nativo del paese. Iniziarono a frequentarsi: si scambiavano confidenze, parlavano delle loro aspirazioni e dei loro desideri. Avevano molto in comune: le certezze fondamentali, le grandi speranze che possono dare senso alla vita. Insieme erano felici.

Gianna ed il fidanzato Pietro Molla nell’agosto del 1955 (a pochi giorni dal matrimonio) sul nevaio del Livrio.

Il fidanzamento

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Sabato 24 settembre 1955 è una giornata di sole. Nella basilica San Martino di Magenta si celebra il matrimonio di Gianna e Pietro: a benedire le nozze il fratello di Gianna, don Giuseppe. Uno scrosciante battimani accompagna Gianna mentre si avvicina all’altare.Al matrimonio Gianna e Pietro si erano preparati con un triduo di preghiera. Si avvicinavano al matrimonio in piena consapevolezza della loro vocazione. Entrambi consideravano quel vincolo un dono meraviglioso di Dio e volevano quindi viverlo secondo la sua volontà.

Ilgiorno delle nozze, Magenta, 24 settembre 1955.

Gianna e Pietro sposi.

Uniti nel sacramento dell’amore

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Gli sposi partirono per il viaggio di nozze, dopo la cerimonia. Visitarono Roma, Castelgandolfo (con udienza del Papa), Napoli, Pompei, Ischia, Capri e la Sicilia.

Gianna durante il viaggio di nozze.

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Nella nuova via del matrimonio, Gianna accettò gli inevitabili sacrifici della famiglia con serenità. Coerenza, consapevolezza dei suoi doveri, equilibrio, erano le doti che l’aiutavano a muoversi nell’ambito familiare, professionale e parrocchiale in armonia e semplicità. Nonostante tutti gli impegni, professionali e di vita parrocchiale, Gianna non trascurava né la casa, né la famiglia. Era vicina al marito nei momenti di responsabilità per il suo lavoro, affrontava momenti di solitudine quando Pietro era costretto ad assentarsi e provava preoccupazione quando doveva affrontare lunghi viaggi di lavoro in aereo.

Gianna con il primogenito Pierluigi nel giorno del suo primo compleanno.

La quotidianità in famiglia

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Quattordici mesi dopo il matrimonio, il 19 novembre 1956, nasce Pierluigi, il primo figlio. Seguiranno Maria Zita, affettuosamente chiamata Mariolina, l’11 novembre 1957 (morirà a sei anni, nel 1964, due anni dopo la scomparsa della mamma), Laura Maria che vede la luce il 15 luglio 1959. Già mamma di tre bambini, Gianna desiderava un altro figlio. Ebbe due gravidanze che, con suo grande dolore, si interruppero spontaneamente. Nell’agosto del 1961 avvertì i segni di una nuova maternità.

Gianna mostra a Pierluigi la sorella Mariolina nata da poco.

Gianna con Mariolina a San Vigilio, nel 1956.

Gianna è madre

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Con Mariolina davanti alla casa di Pontenuovo.

Con Mariolina e Pierluigi nel giardino della casa di Pontenuovo.

Gianna, felice tra i suoi bellissimi bambini

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Gianna con Pierluigi e Mariolina nel 1959.

Con Mariolina e Laura nel 1960 a Courmayeur.Con Laura: estate del

1960 a Courmayeur.

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Qualche settimana dopo essersi accorta di aspettare il suo quarto figlio, Gianna avverte la sensazione di un gonfiore anomalo all’addome. Si trattava di un fibroma. Il 6 settembre 1961 viene operata e torna alla vita di sempre, alle cure dei figli, al marito e ai suoi malati a Mesero. Il 20 aprile 1962 Gianna viene ricoverata all’ospedale di Monza per il parto: è il venerdì santo. La mattina dopo nasce Emanuela. Agli attimi di gioia per la nascita della piccola subentrarono presto sofferenze tremende per Gianna: le viene diagnosticata una peritonite settica. Sette giorni dopo il parto, il marito, adempiendo il desiderio espressogli della moglie, provvede a farla portare a casa, a Pontenuovo, dove Gianna si spegne verso le otto del mattino pregando: “Gesù, ti amo”. Era il sabato dopo Pasqua.

Courmayeur, estate 1963. I quattro figli di Gianna. Da sinistra: Mariolina, Pierluigi, Gianna Emanuela e Laura.

L’ultimo sacrificio

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Avvenne a Grajaù, in Brasile, nel 1977. Nell’ospedale di quella cittadina dello Stato del Maranhao, una giovane donna protestante, Lucia Silva Cirilo, a causa di una complicazione imprevedibile ma gravissima, stava morendo poco dopo aver dato alla luce il suo quarto bambino. Un’infermiera, suor Bernardina di Manaus, cappuccina, molto preoccupata per la situazione dolorosa in cui si trovava la paziente, si rivolge a Gianna Beretta Molla affinché, per la sua intercessione, la mamma morente venisse liberata dal male. Suor Bernardina invitò altre due infermiere ad unirsi a lei in questa supplica.

In modo immediato e permanente, secondo le testimonianze raccolte, i suoi disturbi scomparvero.

Roma, 24 aprile 1994. Dopo la cerimonia di beatificazione,

Mons. Serafino Spreafico presenta a Papa Giovanni Paolo II la Signora brasiliana

miracolata da Gianna.

Il primo miracolo

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La causa di beatificazione viene avviata il 6 novembre 1972, dieci anni dopo la morte di Gianna Beretta Molla. Al termine di due processi – che hanno prodotto quattro volumi di testimonianze e documenti – il 6 luglio 1991 la Congregazione per le Cause dei Santi conferma l’eroicità delle virtù di Gianna, con un Decreto firmato dal papa Giovanni Paolo II.La cerimonia di beatificazione si è svolta in San Pietro il 24 aprile 1994. Il giorno della memoria liturgica è il 28 aprile.

Roma, 24 aprile 1994. Il Card. Carlo Maria Martini ringrazia il Santo Padre per l’avvenuta beatificazione.

La beatificazione

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Roma, 25 aprile 1994. Il Santo Padre e il Card. Martini con i familiari di Gianna

al termine dell’udienza papale.

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Il secondo miracolo riconosciuto dalla Chiesa per intercessione di Gianna Beretta Molla si è verificato a Franca, nel sud est del Brasile. Una donna di 35 anni, Elisabete Comparini, aveva già portato a termine tre gravidanze. Alla sedicesima settimana della quarta gravidanza, le fu diagnosticato uno scollamento della placenta e la fuoriuscita del liquido amniotico. I medici consigliarono l’interruzione della gravidanza, perché bambino e madre rischiavano di perdere la vita. “Il mio cuore non accettava la decisione dei sanitari”. Questa fu la risposta di Elisabete con divisa dal marito Carlos César Arcolino. Il vescovo Diogenes parlò a Elisabete di Gianna e fu deciso di affidare tutti nelle mani di Dio. L’intera comunità pregò per Elisabete. Alla 32’ settimana , il 31 maggio 2000 nacque Gianna Maria. La madre ebbe un grave collasso ma, alla fine, tutto si risolse positivamente.Il 16 maggio 2004, Gianna è stata innalzata agli onori degli altari da Giovanni Paolo II

Roma, 16 Maggio 2004. La canonizzazione di Gianna.

Una santa “madre di famiglia”

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Roma, 16 Maggio 2004. Dopo la canonizzazione, Pietro Molla con la figlia Gianna Emanuela saluta commosso il Papa Giovanni Paolo II.

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Roma, 16 Maggio 2004. La famiglia Arcolino, miracolata da Gianna, in Piazza San Pietro, dopo la canonizzazione.

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La missione di Gianna non è terminata con la fine della sua vita terrena, ma continua e si estende a tutti coloro che desiderano essere aiutati da lei.La sua santità, è ormai patrimonio indissolubile di tutto il mondo cristiano. Ci ha insegnato ad essere fedeli interpreti del Vangelo, ad avere sempre Gesù nel cuore perché è Lui la nostra forza, la nostra felicità, la nostra speranza.

Il messaggio di Gianna:Con il Dio della vita.

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Reliquiario di Santa Gianna Beretta MollaIdeato e realizzato dallo scultore Pino Pedano nel giugno 2005.

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RELIQUIAPolsino della camicia usata dalla Santa nella sua agonia,

dono della sorella di Gianna, Madre Virginia.

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AUTENTICAZIONEFilo rosso sulla reliquia, dalla curia Arcidiocesana di Milano (XXVIII‑04‑2005)

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FOTOGRAFIA DI S. GIANNABenedetta dal Papa Giovanni Paolo II il giorno della Canonizzazione di Gianna.

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RELIQUIARIOA forma di libro‑Bibbia, Parola di Dio. Gesù Cristo rivissuto da Santa Gianna.

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CROCELegno di ebano intarsiato, rappresenta Gesù, Uomo-Dio Crocifisso. I due ovali centrali

rappresentano Gesù Dio e Gianna sua discepola, morti per dare la vita.

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Legno di ciliegio

Proviene dal giardino di Santa Gianna a Bergamo. Rappresenta la sua infanzia e la sua formazione cristiana.

Descrizione dei legni usati e loro simbologia

Le sezioni del legno sono dodici, come pure gli intarsi sulla croce a significare gli apostoli e i loro successori, papa, vescovi e sacerdoti e indicano Gianna credente nel loro ministero e quindi fedele alla Chiesa.I tipi di legno sono sette: indicano i Sette Sacramenti e la vita di Chiesa, sostegno spirituale di Gianna.

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Legno di ebano dall’Africa

Legno sacro per gli aborigeni africani. Rappresenta Dio Signore della vita al quale Gianna si consacra.

Descrizione dei legni usati e loro simbologia

Le sezioni del legno sono dodici, come pure gli intarsi sulla croce a significare gli apostoli e i loro successori, papa, vescovi e sacerdoti e indicano Gianna credente nel loro ministero e quindi fedele alla Chiesa.I tipi di legno sono sette: indicano i Sette Sacramenti e la vita di Chiesa, sostegno spirituale di Gianna.

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Legno di mandorlo

Anch’esso proviene dal giardino di casa Beretta a Bergamo. Da quest’albero Gianna raccoglieva fiori da mettere sull’altare della famiglia. Indica la consacrazione di Gianna e le sue varie vocazioni.

Descrizione dei legni usati e loro simbologia

Le sezioni del legno sono dodici, come pure gli intarsi sulla croce a significare gli apostoli e i loro successori, papa, vescovi e sacerdoti e indicano Gianna credente nel loro ministero e quindi fedele alla Chiesa.I tipi di legno sono sette: indicano i Sette Sacramenti e la vita di Chiesa, sostegno spirituale di Gianna.

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Legno di frassino selvatico

Raccolto a Mesero nel giardino dell’antica chiesa parrocchiale, durante il restauro per trasformarla nel Santuario della famiglia dedicato a santa Gianna. Rappresenta Gianna medico a Mesero, professione da lei esercitata come missione evangelica.

Descrizione dei legni usati e loro simbologia

Le sezioni del legno sono dodici, come pure gli intarsi sulla croce a significare gli apostoli e i loro successori, papa, vescovi e sacerdoti e indicano Gianna credente nel loro ministero e quindi fedele alla Chiesa.I tipi di legno sono sette: indicano i Sette Sacramenti e la vita di Chiesa, sostegno spirituale di Gianna.

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Legno di ulivo dalla Sicilia

L’ulivo rappresenta la gloria. Anche Gianna ha raggiunto la gloria degli altari con la sua beatificazione (24 Aprile 1994) e canonizzazione (16 Maggio 2004).

Descrizione dei legni usati e loro simbologia

Le sezioni del legno sono dodici, come pure gli intarsi sulla croce a significare gli apostoli e i loro successori, papa, vescovi e sacerdoti e indicano Gianna credente nel loro ministero e quindi fedele alla Chiesa.I tipi di legno sono sette: indicano i Sette Sacramenti e la vita di Chiesa, sostegno spirituale di Gianna.

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Legno di pioppo

Proviene dalla regione Lombardia e da esso sono derivate le tacchette chiare intorno alla reliquia-immagine e le legature dei vari strati. È il legno usato dall’azienda Saffa, della quale il marito di Gianna, Pietro, era direttore.

Descrizione dei legni usati e loro simbologia

Le sezioni del legno sono dodici, come pure gli intarsi sulla croce a significare gli apostoli e i loro successori, papa, vescovi e sacerdoti e indicano Gianna credente nel loro ministero e quindi fedele alla Chiesa.I tipi di legno sono sette: indicano i Sette Sacramenti e la vita di Chiesa, sostegno spirituale di Gianna.

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Legno ambrato dal Brasile

Il Brasile è importantissimo nella vita di Gianna. Lì operava il fratello padre Alberto e lì Gianna si preparava ad andare come medico-volontaria-laica prima di abbracciare definitivamente la sua vocazione al matrimonio. In terra brasiliana sono avvenuti i due miracoli per intercessione di Gianna: a Grajù-MA per la beatificazione e a Franca-SP per la canonizzazione.

Descrizione dei legni usati e loro simbologia

Le sezioni del legno sono dodici, come pure gli intarsi sulla croce a significare gli apostoli e i loro successori, papa, vescovi e sacerdoti e indicano Gianna credente nel loro ministero e quindi fedele alla Chiesa.I tipi di legno sono sette: indicano i Sette Sacramenti e la vita di Chiesa, sostegno spirituale di Gianna.

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L’autore dei reliquiari: lo scultore Pino Pedano

Lo scultore Pino Pedano con i reliquiari nella cappella di Santa Gianna.

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Pino Pedano nasce nel 1944 in Sicilia a Pettineo, un paesino di 1500 abitanti in provincia di Messina. A sette anni i genitori, contadini, lo mandano a fare l’apprendista falegname.A 17 anni approda a Milano: di giorno lavora e la sera studia per prendere la licenza media e prepararsi alla maturità artistica.Nel 1966 apre la sua prima bottega artigiana collaborando con artisti, designer e architetti.La scoperta della vena artistica di Pedano ebanista e artigiano avviene nel 1975. Le sue sculture vengono esposte per la prima volta nel 1976 alla Galleria del Naviglio a Milano e poi in altre quattro mostre: a Bologna, Basilea, Venezia e ancora a Milano.La fama dell’artista travalica i confini nazionali quando, nel 1977, una mostra a Parigi lo consacra alla conoscenza internazionale.L’anno seguente è la volta di Zurigo e poi viene nel 1979 il successo americano a New York.Dal 1984, anno di un’altra mostra a Milano, si sviluppa la fase di maturità di questo artista che ha il suo apice nella mostra tenuta nel 1990 al Victoria and Albert Museum di Londra.Nello stesso anno la sua esperienza di scultore e imprenditore sensibile al tema del benessere porta Pedano a scoprire e studiare le qualità dei materiali naturali e in particolare dei materassi in lattice naturale, avendo compreso che l’ottanta per cento della nostra salute dipende dal sistema letto con cui si dorme. Nel 1994 porta in Italia la linea austriaca Naturland, leader in Europa di prodotti per la bioarchitettura nel dormire. Nell’aprile del 1992 il Comune di Milano gli dedica alla Rotonda della Besana la mostra “Il giardino segreto. Pino Pedano, sculture lignee 1975-1992”. Catalogo Electa curato da Carlo Bertelli.

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Mesero, primo Novembre 2005Cerimonia di presentazione dei reliquiari

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Preghiera a Santa Gianna

Dio, che ci sei Padre, ti diamo lode e ti benediciamo perché in Santa Gianna Beretta Molla ci hai donato e fatto conoscere una donna testimone del Vangelo come giovane, sposa, madre e medico. Ti ringraziamo perché anche attraverso il dono della sua vita ci fai imparare ad accogliere ed onorare ogni creatura umana.

Tu, Signore Gesù, sei stato per lei riferimento privilegiato: ti ha saputo riconoscere nella bellezza della natura; mentre si interrogava sulla sua scelta di vita andava alla ricerca di te e del modo migliore per servirti; attraverso l'amore coniugale si è fatta segno del tuo amore per la Chiesa e per l'umanità; come te, buon samaritano, si è fermata accanto ad ogni persona malata, piccola e debole; sul tuo esempio e per amore, ha donato tutta sé stessa, generando nuova vita.

Spirito santo, fonte di ogni perfezione, dona anche a noi sapienza, intelligenza e coraggio perché, sull'esempio di Santa Gianna e per sua intercessione, nella vita personale, familiare, professionale, sappiamo metterci al servizio di ogni uomo e donna e crescere così nell'amore nella santità.

Amen.