sanita del lazio 0

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Anno I numero zero 7 marzo 2011 IL PRIMO FREE PRESS DEDICATO INTERAMENTE ALLA SANITA’ S E LA REGIONE TAGLIA I POSTI Neuropsichiatria Infantile, aumentano le patologie, diminuiscono i servizi A PAGINA 11 anità Lazio la del SI TEME L’EFFETTO DOMINO Braccianese e Frusinate, sul piano Polverini per ora decide il Tar A PAGINA 18 IL RISIKO DELLE POLTRONE Ancora troppe caselle vuote nella mappa del potere della sanità regionale ALLE PAGINE 4 e 5 Connettiti a www.ONLINE - NEWS.it l’informazione a domicilio UNA SQUADRA FANTASMA

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del A PAGINA 18 A PAGINA 11 Neuropsichiatria Infantile, aumentano le patologie, diminuiscono i servizi IL RISIKO DELLE POLTRONE ALLE PAGINE SI TEME L’EFFETTO DOMINO Ancora troppe caselle vuote nella mappa del potere della sanità regionale E LA REGIONE TAGLIA I POSTI Braccianese e Frusinate, sul piano Polverini per ora decide il Tar IL PRIMO FREE PRESS DEDICATO INTERAMENTE ALLA SANITA’ Anno I numero zero 4 e 5 7 marzo 2011 a www.onlin a www.onlin e-news.it e-news.it Connettiti Connettiti

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  • Anno I numero zero7 marzo 2011

    IL PRIMO FREE PRESS DEDICATO INTERAMENTE ALLA SANITA

    S

    E LA REGIONE TAGLIA I POSTI

    NeuropsichiatriaInfantile,aumentanole patologie,diminuisconoi servizi

    A PAGINA 11

    anitLaziola del

    SI TEME LEFFETTO DOMINO

    Braccianesee Frusinate,sul pianoPolveriniper oradecide il Tar

    A PAGINA 18

    IL RISIKO DELLE POLTRONE

    Ancora troppecaselle vuotenella mappadel poteredella sanitregionale

    ALLE PAGINE

    4e5

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    UNA SQUADRAFANTASMA

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  • 3LEDITORIALE

    Lhanno vista in tanti, qualchegiorno fa, la puntata diPresa diretta dedicata alla

    sanit laziale. E ne sono usciticon un sottile senso di angoscia,di precariet. La trasmissione diinchiesta della Rai ha picchiatoduro, durissimo, con un obiettivoben preciso, quello di demolire lasanit targata Polverini, di met-tere in mora la direzione politica,la strategia della Giunta di cen-trodestra. Ci sono riusciti benis-simo. E non si pu dire che non sisia tentato di mettere in campoun accettabile contradditorio.Non sappiamo se il Governatoresia stata interpellata (e abbia de-clinato linvito a replicare), maquel che certo che almeno unassessore e diversi dirigentichiamati in causa non hannofatto una splendida figura. Anzi.Imbarazzo e approssimazione.Dallo spaccato della realt deiPronto Soccorso alle disatten-zioni e alle ingenuit e alle con-traddizioni delle strategia delpiano di rientro fino allagghiac-ciante segmento dedicato al so-stanzioso patrimonio immobiliaredelle Asl lasciato marcire e nonvalorizzato adeguatamente.Usciamo dallequivoco, lo svi-luppo dellinchiesta era a tesi.Ma anche tremendamente effi-cace e difficilmente opinabile; laconclusione suggerita non fa unagrinta, senza sprechi e sceltesbagliate, con un utilizzo oculatodelle risorse non sarebbe neces-sario tagliare i posti letto. Come

    contestarla? Ospedali ristrutturatie abbandonati, ospedali sgombe-rati in poche settimane dopoenormi investimenti , e che an-cora costano centinaia di migliaiadi euro di vigilanza e bollette; ser-vizi di elisoccorso virtuali, conpiazzole abbandonate o realiz-zate nel deserto. Efficace la rap-presentazione del problemalegato allospedale di Subiaco,uno di quelli da riconvertire (maforse si far uneccezione), ospe-dale di montagna, a unora emezza di macchina dal nosoco-mio pi vicino, a Tivoli. Quaranta-50 mila utenti abbandonati a sestessi. Inquietante la finestra

    sulla Fondazione S.Lucia, Irccsspecializzato in neuro riabilita-zione, servizi avveniristici. Utentidisperati: non c alternativa per ipazienti, ma la Regione non rie-sce a stoppare un processo cheporter alla chiusura dellIstituto.Qualcuno avr bene una respon-sabilit in tutto questo. RenataPolverini? I suoi collaboratori? LaGiunta precedente? Non cdubbio che il presidente della Re-gione Lazio abia dovuto chinareil capo al di l dei proclami diindipendenza ai diktat governa-tivi. Tagliare, tagliare per riportarei conti in linea e per far riaprire alministro Tremonti i cordoni della

    borsa. Ma forse si pu fare diver-samente e non usare la scure inmodo asettico, tecnico e non po-litico.La Polverini sottoposta atroppi condizionamenti, paraliz-zata dalla litigiosit e friabilit

    delle forze politiche e sociali chelhanno portata alla vittoria? E dachi si fa consigliare nei tortuosisentieri della politica? Il fatto chead un anno dalla sua vittoria cisiano ancora delle caselle vuotenel suo organigramma,nellamappa del potere sanitario la-ziale, il fatto che siano ancoramolti i marrazziani in circola-zione nel management sanitarioregionale significano qualcosa?Come vanno interpretati? Di-verse scelte sembrano fatte sottodettatura, altre appaiono squisi-tamente personali. Ma i presceltinon sono certo di centro-destra,in molti casi. Anzi. E allora a chegioco gioca Renata? Sta prepa-rando una sua squadra percreare un suo partito da con-trapporre al Pdl ( o per supe-rarlo)?Tutti interrogativi aperti elegittimi. Ma alle risposte sono le-gati presente e futuro della sanitlaziale., delle centinaia di migliaiadi pazienti. Possibile che non siriesca a risolvere nulla? Che nonsi riesca a sgonfiare la pressionesui Pronto Soccorso? A Ridurrele liste dattesa? Certo non bastal'apertura domenicale degli am-bulatori ospedalieri di quattroospedali, ci vuole qualcosa chefaccia funzionare tutto da luneda venerdi. Facile a dirsi. Per chiha creduto alla rivoluzione an-nunciata dalla Polverini la delu-sione cocente. Ma forsebasterebbe qualche piccolopasso avanti per far ritrovare lasperanza.

    C una alternativa alla scure

    IL BORSINO della sanit laziale

    A sinistra dallalto Lionello Cosentino e Donato Robilotta. A destra dal basso Fabio Ar-meni e Marco Di Stefano.

    Abbiamo sentito in un dibat-tito pubblico sulla politica sa-nitaria un pregevoleintervento di Lionello Co-sentino, oggi tranquillo se-natore ieri assessoreregionale alla sanit pe-sante. Lopposizione di sini-stra lo rimpiange, servirebbelui a dare la linea e una stra-tegia per contrastare effica-cemente la Polverini, asurrogare lintramontabile macomunque grigio Montinoche passa distrattamente dauna polemica allaltra (qual-cuno dice che a lavorare perlui sia in realt il suo porta-voce, malelingue). Nellastessa occasione riscontratecon ammirazione la impaga-bile competenza di DonatoRobilotta, la lucidit di Do-

    menico Gramazio e il me-stiere di Luciano Ciocchetti,vero uomo forte della GiuntaPolverini. I registi e gli attoriprotagonisti sono sempreloro. In platea il pacchetto dimischia dei direttori generalie playmakers occulti, il ma-nager di Tor Vergata Bollero,il sempreverde Palumbo ; maanche una pletora di dirigentibolliti e di aspiranti dg incerca di ingaggio. Tacciamo inomi per carit di patria. So-spendiamo il giudizio suAldo Morrone, neo commis-sario del San Camillo Forla-nini. Troppo presto pervalutare. Dicono che si siaportato tutti i collaboratori dalSan Gallicano e che prestosposter negli spazi vuoti delForlanini il suo istituto e i pro-

    blemi dei migranti. Malignit.Intantoha gi avuto qualchespiacevole confronto con isindacati. Poi si vedr. In unatrasmissione tv (Presa di-retta,Rai Tre) dedicata allasanit laziale hanno fatto let-teralmente a pezzi la GiuntaPolverini.Tra le persone tiratein ballo (e in video) hannofatto una brutta figura las-sessore regionale Fabio Ar-meni e il politico cangianteMarco Di Stefano. Ed ri-sultato sgradevole la posi-zione espressa dallex dgmarrazziana Giusy Ga-briele. Della quale,quandoera nel pieno delle sue fun-zioni (e contava) si ricordanopochi interventi. Ma ora tutta un'altra cosa e pur diuscire dal cono d'ombra....

    Una trasmissione televisivainchioda la Giunta Regionale(e quella precedente) alle pro-prie resopnsabilit. E dopo"Presa Diretta" polemica ro-vente.

    SSLazio

    ChiScende

    ChiSale

  • Soltanto uomini al comandoLe donne? Poco pi del 10 per cento

    4Anno I numero zero

    7 marzo 2011

    Renata Polverini e la squa-dra che non c. O chenon c ancora. Potrebbe

    essere la didascalia della coper-tina di questo numero di SanitLazio. Nellestate del 2005, apochi mesi dalla vittoria elettorale,Marrazzo si faceva fotografaresorridente con i suoi direttori ge-nerali, freschi di nomina. Una fotoricordo, stile gita scolastica. Che rimasta a lungo negli archivi. OggiRenata Polverini, a quasi un annodal suo insediamento, alla foto ri-cordo non ci pensa affatto. O non in grado di realizzarla. La sua una squadra fantasma, tenuta inpiedi con i cerotti, un mix di newentries, di conferme e di vecchieglorie, di manager sopravvissutiallera marrazziana e di volti nuovisuggeriti dalle alleanze politiche.Basso profilo, fatta qualche ecce-zione, dicono gli addetti ai lavori, eforse hanno ragione. Non ci sonopersonaggi di spicco, eccezionfatta per il Morrone del San Ca-millo, ma in compenso ci sono fi-gure discusse e contradditorie.

    Scelte, imposizioni, chiss. Unasquadra operaia, dice qualcunoprendendo a prestito lespres-sione dalle cronache calcistiche.Ma difficilmente la squadra ope-raia, pur compatta e coesa, vinceil campionato. Chi potrebbe pen-sare che questa lenta definizionedel quadro ha ragioni economicheha qualche ragione. Ci sono con-tratti in essere e in via di estin-zione, il no allo spoil system stato chiaro e definito, lespe-rienza di Marrazzo che si trovatoa pagare doppi stipendi in piaziende sanitarie non andava ri-petuta assolutamente. Ma ci sonodei limiti alla decenza. La mappa-cartina che pubblichiamo nella pa-gina a fianco la cartina ditornasole della storia che vistiamo raccontando. La letturadelle note a margine, delle sottoli-neature interessante, estrema-mente esplicativa. Ci possonoessere errori o approssimazioni,ma certamente per difetto. E puessere utile alla compagna di giroche governa la sanit laziale rita-

    gliare la pagina intera per ap-puntarsi le modifiche che in corsodopera sicuramente verranno neiprossimi giorni, nelle prossimesettimane. Ci sono spazi bianchiapposta, per le integrazione a ma-tita. Ma bene aver chiaro che sele linee generali vengono dal cru-scotto (immaginifico termine co-niato da Marrazzo) di viaCristoforo Colombo, la applica-zione pratica spetta a chi siede suquella sessantina di poltrone. Sec qualcuno di poco affidabile o didistratto la macchina gira male. Epagano gli utenti. Si dice nei corri-doi che diverse poltrone in questoperiodo sono occupate a sin-ghiozzo, che alcune di queste fi-gure apicali si sentono dipassaggio (o hanno avuto indica-zioni precise in merito) e non sifanno praticamente vedere in uffi-cio. Perch prendere decisioni seme ne devo andare presto? Macon questa logica va a fondo lasalute dei cittadini, pu replicarelutente offeso. Giusto. Ma la cosaha poca importanza. Conta il pre-valere di questo o di quel comitatodaffari, di quella corrente politicao di potere. Amare considerazioni.Diamo la buona fede e tutte le at-

    tenuanti al Governatore, alcunecose le ha fatte, altre sta tentandodi farle. Ma il problema rimane.Possibile che dopo un anno cisiano ancora delle caselle libere?Difficile mandare avanti le cose inmodo organico se manca da unaparte un direttore sanitario, dallal-tra un direttore amministrativo. Emeno male che nel complessolepoca dei commissari sembrastia lentamente esaurendosi (main alcuni casi, vedi al Policlinico,pu durare ancora a lungo). Unaprecariet in meno. Ma non basta.E dire che dallelenco abbiamovolutamente tenuto fuori lAsp,lAgenzia di sanit pubblica checostituisce il braccio armato, lostrumento tecnico della Giunta per

    quanto riguarda la programma-zione sanitaria. LAsp vive in unregime di proroga zio talmentestrutturato ormai da sembrare de-finitivo. Che motivo c di cam-biare? Il presidente., LucioDUbaldo, si dimesso mille volte,ma sta ancora l. Ma siede anchein senato. Come laltro senatore,Domenico Gramazio , scadutocome tutto il Cda ma ancora se-duto nella stanza dei bottoni diPiazza S.Costanza. C un diret-tore generale nuovo, Gabriella

    Guasticci assieme ad un vecchiomanagement e a tanti preten-denti. E per nominarla si sono do-vute sudare le proverbiali settecamicie. Insomma una squadrafantasma (qualcuno direbbeunarmata Brancaleone), fatta digente che in parte non risponde(se non de jure) alla Polverini. Laquale sta cercando lentamente dicircondarsi di fedeli e fedelissimi in funzione di un futuro partito per-sonale, autonomo, da contrap-porre ad amici ed avversari, ma costretta evidentemente ad unoslalom faticoso tra compromessi,cambiali da pagare, ostacoli diogni genere. Alla fine la foto-ri-cordo la far anche il governatore,ne siamo certi.

    Nel tondo il governatoredel Lazio e commissarioad acta per la Sanit,Renata Polverini. A de-stra la sede della Re-gione in via CristoforoColombo

    Giovanni Tagliapietra Non ci sonomolti nomi illustri,mentre abbondano figurediscusse e contradditorie

    ATTUALITA

    IL RISIKO DELLE POLTRONEA un anno dalla vittoria la Polverini non ha ancora completato la squadra

    La vera mappa del potere sanitarioCasella dopo casella il mosaico riserva sorprese. Ci sono ancora posti non assegnati,

    i reduci dellera marrazziana sono troppi. Scelte o condizionamenti?

    Avanti gli uomini. Proprio cos: il 91 per cento dei nuoviarrivati nei posti chiave (direttori generali) della sanitpubblica laziale rappresentato dai maschi. A conce-

    der loro il mandato di potere , ironia della sorte, una donna.Renata Polverini, governatrice della Regione Lazio da quasiun anno in carica, non ha per ancora completato il valzerdelle nomine: troppe pressioni e tirate per la giacca, troppi or-fani della lista Pdl in cerca di un posto al sole. E intanto iltempo passa. In alcune Asl addirittura latita quasi totalmenteil management strategico, mentre la legge impone alla Re-gione Lazio di nominare la triade direttore generale, sanita-rio e amministrativo, in altre si va avanti con i precedentimanager nominati da Piero Marrazzo. Alla presidente la que-stione non sembra creare disagio tuttavia i ritardi per le no-mine rischiano di paralizzare le attivit ospedaliere di alcunestrutture pubbliche. E le pari opportunit? Nemmeno a par-larne. Lex sindacalista della Ugl non le prende in conside-razione (durante la campagna elettorale diceva di avere unsogno: dare spazio alle donne). Finora le uniche donne col-

    locate in cima alle direzioni generali sono due: Maria Sabia,alla Asl Rm E e Maria Paola Corradi, commissario straordi-nario allazienda ospedaliera SantAndrea di Roma. Altreotto donne occupano varie direzioni sanitarie e amministra-tive su un totale di 42 poltrone. Eppure la Polverini reci-diva sulle quote rosa: la composizione della prima giuntache var a un mese dalla sua elezione si rivel in apertocontrasto con lequilibrio tra i due sessi stabilito dalla statutoregionale. E ora la Polverini ci riprova, stesso copione,stesse nomine al maschile. Le risorse femminili attendonoda anni il loro turno, capaci e provviste di ottimi curricula, fis-sando quel soffitto di cristallo che non si rompe. Esse ri-mangono ai margini, non trovano spazio, anche se sono pibrave e professionali di certi uomini che cambiano tesserapolitica quando suona la campanella del potere. Come ilcane di Pavlov una questione di salivazione. Ci vuole co-raggio a rompere questa catena, sarebbe un peccato nonprovarci.

    S.P.

    Avevamo gi anticipato lanotizia un mese fa, ora ufficiale. Il consiglio dam-

    ministrazione dellAsp, lAgenziadi sanit pubblica ha approvatoallunanimit lintegrazione delregolamento del Comitatoscientifico che prevede la parte-cipazione di diritto allorganismo

    degli ex presidenti del consiglio di amministrazione dellAgenzia ela decisione di procedere al rinnovo-conferma del Comitato scien-tifico stesso . C una new entry tra gli esperti del comitato, Pa-squale Berloco, ordinario di chirurgia generale alla Sapienza. Il cdadellAsp, va ricordato, agisce in regime di prorogatio in attesa diuna decisione politica da parte del governo regionale.

    Ratificatoil nuovocomitato

    scientificodellAgenzia

    ASP

    Lucio DUbaldo

  • 5LA VERA MAPPA

    DEL POTERE IN SANITA

    Direttore Generale

    Asl Roma ADott. Camillo Riccioni

    Direttore sanitario Dott. Stefano Pompili

    Direttore Amministrativo Dott. Franco Socci

    Direttore Generale

    Asl Roma BDott. Vittorio Bonavita

    Direttore sanitario Dott. Enrico Piroli

    Direttore Amministrativo Dott.ssa Paola Longo

    V. Bonavita, (manager di lungo corso della sa-nit laziale, entrato e uscito indenne da vi-cende poco chiare, ritenuto uomo vicino alleader Udc Ciocchetti.E. Piroli, (proiettato sul palcoscenico della ca-pitale, a sorpresa, dal periferico ospedale diTarquinia, nel Viterbese. Ma stato candidatoalle elezioni ion quota Udc)

    No

    ta

    Direttore Generale

    Asl Roma CDott. Antonio Paone

    Direttore sanitario Dott. Paolo Palombo

    Direttore Amministrativo Dott. Giancarlo Gava

    A. Paone (Passato indenne dalle bufere giudi-ziarie che hanno sconvolto questa Asl statorimosso e reintegrato dopo duro braccio diferro)

    No

    ta

    Direttore Generale

    Asl Roma DDott. Salvatore Romano

    Direttore sanitario

    Direttore Amministrativo

    Direttore Generale

    Asl Roma EDott.ssa Maria Sabia

    Direttore sanitario Dott.ssa Maria T.Sacerdote

    Direttore Amministrativo Dott. Franco Colaiocco

    Direttore Generale

    Asl Roma FDott. Salvatore Squarcione

    Direttore sanitario Dott. Giuseppe Quintavalle

    Direttore Amministrativo Dott. Paolo Risso

    S. Squarcione, (chiamato allincarico allamorte del precedente dg, Biagini, legato allagestione marrazziana)

    No

    ta

    Commissario straordinario

    Asl Roma GDott. Renzo Brizioli

    Direttore sanitario Dott. Ugo Gremigni

    Direttore Amministrativo Dott. Daniele

    Direttore Generale

    Asl Roma HDott. Alessandro Cipolla

    Direttore sanitario Dott. Vittorio A. Cicogna

    Direttore Amministrativo Dott.ssa Cristina Matranga

    A. Cipolla (manager marrazziano, entrato incampo come commissario dopo luscita di scena- per ragioni giudiziarie - del direttore generaleMingiacchi. A. Cicogna (gi in carica con la pre-cedente gestione marrazziana)

    No

    ta

    Direttore Generale

    Asl ViterboDott. Adolfo Pipino

    Direttore sanitario Dott.ssa Marina Cerimele

    Direttore Amministrativo Dott. Giovambattista Grassi

    A. Pipino, (manager di sinistra, gi vicino al pluri-inquisitoPetrella, vicino prima a Bassolino poi a Marrazzo.Era il di-rettore generale del San Filippo N eri, spostato in cosa aViterbo dopo le dimissioni (forzate?) del dg Pippo Aloisio)

    No

    ta

    Direttore Generale

    Asl RietiDott. Rodolfo Gianani

    Direttore sanitario Dott. Pietro Manzi

    Direttore Amministrativo Dott. Adalberto Festuccia

    Direttore Generale

    Asl FrosinoneDott. Carlo Mirabella

    Direttore sanitario Dott. Mauro Vicano

    Direttore Amministrativo Dott.ssa Ant. Costantini

    C. Mirabella, (gi manager con Storace, pro-tagonista di un lungo braccio di ferro con lagiunta Marrazzo, rimesso al suo posto dallaPolverini). Antonietta Costantini, (ha svolto ilruolo di commissario nellultima parte della ge-stione marrazziana dopo luscita di scena deldg Zotti. Rientrata al suo posto. )

    No

    ta

    Direttore Generale

    Asl LatinaDott. Renato Sponzilli

    Direttore sanitario Dott. Carmine Cosentino

    Direttore Amministrativo Dott. Giuseppe Testa

    R. Sponzilli, (nominato a febbraio dalla Polverini, non

    chiaro a quale soggetto politico risponda). Gi Testa

    (marrazziano, resiste dalla precedente gestione)

    No

    ta

    AZIENDE OSPEDALIERE

    Direttore Generale Comm.

    SpallanzaniDott. Vitaliano De Salazar

    Direttore Sanitario Dott.ssa Silvia Castorina

    Direttore Amministrativo

    Dott. V. De Salazar (Marrazziano. Ricopriva lo stesso inca-

    rico al S.Andrea; inviato come commissario allo Spallanzani,

    insediato come direttore generale marted primo marzo. In

    passato aveva diretto lAres 118, ma era anche stato mana-

    ger per il Campidoglio Ama- gestione Veltroni )

    No

    ta

    Direttore Generale

    S.AndreaDott.ssa Maria P, Corradi

    Direttore sanitario

    Direttore Amministrativo

    Direttore Generale

    Ares 118Dott. Antonio De Santis

    Direttore sanitario Dott.ssa Rossella Carucci

    Direttore Amministrativo Dott. Giuseppe Salvati

    Dott. Antonio De Santis (promosso con la gestione

    Polverini), Dott.ssa Rossella Carucc (promossa con la

    gestione Polverini)i

    No

    ta

    Direttore Straordinario

    San Camillo ForlaniniDott. Aldo Morrone

    Direttore sanitario Dott. Diamante Pacchiarini

    Direttore Amministrativo Dott. Antonino Giliberto

    A. Morrone, (Gi considerato vicino al ministro Ds

    Livia Turco, poi a Bertinotti, a Storace, a Veltroni. Ora

    in quota Polverini. Ha in tasca la nomina a direttore

    generale. Lui si considera un tecnico). D. Pacchiarini

    (ternano, decisamente di sinistra, molto legato al dg pre-

    cedente marrazziano- Macchitella)

    No

    ta

    Direttore Generale

    Irccs INrca Ancona-RomaDott. Giuseppe Zuccatelli

    Direttore sanitario Dott. Claudio Maria Maffei

    Direttore Amministrativo Dott.ssa Irene Lionelli

    G. Zuccatelli (decisamente di area diessina, gi

    commissario di Bassolino in Campania)

    No

    ta

    Direttore Generale

    San Giovanni AddolorataDott. Gianluigi Bracciale

    Direttore sanitario Dott. Salvatore Passafaro

    Direttore Amministrativo Dott. Massimo Amadei

    Commissario

    Ifo IrcssDott. Lucio Calpurso

    Direttore sanitario Dott.ssa Amalia Alocca

    Direttore Amministrativo Dott. Giorgio Marianetti

    L. Calpurso, (nominato commissario a sorpresa poche settimane

    fa dal primo marzo alla testa come direttore generale del pi an-

    tico Ircss italiano. Anziano, fuori dai giochi e con un passato di si-

    nistra. Era presidente del consiglio di indirizzo e verifica dellIstituto.

    In passato ha svolto incarichi al San Filippo Neri). A Alocca (legata

    alle vecchie gestioni, sempre in pole per fare il salto di qualit. Non

    le era riuscito nemmeno al San Camillo-Forlanini). Marianetti

    (legato alle gestioni precedenti)

    No

    ta

    Commissario Straordinario

    Policlinico Universitario Umberto IDott. Antonio Capparelli

    Direttore sanitario

    Direttore Amministrativo

    A. Capparelli, gi direttore amministrativo con Marrazzo, la Pol-

    verini orientata per la riconferma. Rappresenta la continuit per

    lUmberto I, ma anche la contestatissima gestione Montaguti)

    No

    ta

    LEGENDA

    Segnati dalla stellai manager delleramarrazziana

    Direttore Generale

    San Filippo NeriDott. Domenico Alessio

    Direttore Sanitario Dott. Lorenzo Sommella

    Direttore Amministrativo Dott.ssa Marta Branca

    D. Alessio (manager al San Camillo con Storace, liqui-

    dato e poi riconsiderato dalla gestione Marrazzo, collo-

    cato al S.Filippo Neri in quota Udc nella precedente

    gestione. Lorenzo Sommella, un monumento, ricopre

    lincarico da tempo, ha attraversato diverse gestioni

    No

    ta

  • Spoil system addio. La Cortecostituzionale ha mandato insoffitta a suon di sentenze ilcollaudato metodo di rimpiazzare imanager graditi alle vecchie ammi-nistrazioni. Il Lazio si adegua. Bi-sogna aspettare la scadenza delcontratto o verificare che ci sianostate inadempienze rispetto agliobiettivi fissati, spiega LucianoCiocchetti, leader dellUdc regio-nale e vicepresidente della Giuntatargata Renata Polverini. Dunquenessun accordo con i vecchi diri-genti della squadra marrazziana,nessun voltagabbana confermato.Ci sono tanti volti nuovi prose-gue Ciocchetti i pochi che sonorimasti hanno tutti il contratto a ter-mine e saranno sostituiti.Assessore, com cambiata lasanit del Lazio in questi mesi?Quali ostacoli ha incontrato larivoluzione di cui parlava laPolverini in campagna eletto-rale? ancora presto per dare un giudi-zio. Purtroppo per attuare unavera, profonda riorganizzazioneservono tempi lunghi, nessuno dinoi ha la bacchetta magica. Dob-biamo confrontarci ogni giorno conuna macchina amministrativa chesi muove con difficolt, unorganiz-zazione che negli anni passati stata depotenziata.Cosa serve allora per ripartire?Se non si fa unoperazione di po-

    tenziamento dei compiti del Lazionei confronti delle Asl, difficilepoter rimettere in piedi un sistemache non regge e che dobbiamo ne-cessariamente riorganizzare. Dueobbiettivi sono per me non secon-dari: consolidare i servizi territorialie riconvertire i piccoli ospedali delterritorio per fare i conti con una si-tuazione finanziaria drammatica.A proposito di bilancio, le Re-gioni non hanno ancora deciso

    come spartirsi il Fondo sanitarionazionale, con i governatori deidistretti pi piccoli che chiedonodi applicare criteri diversi ri-spetto al numero degli abitanti.Qual il ruolo del Lazio in que-sta partita?Al Lazio bisogna innanzitutto rico-noscere alcune peculiarit, dasempre disattese in tutti i riparti,fino al Piano nazionale di oggi. Pur-troppo questa situazione non de-riva da scelte della Pisana, masono tutte direttive piovute dallalto,deliberazioni non ascrivibili allaprogrammazione locale, ma al-lagenda nazionale. Quando siparla del Lazio bisogna tenere inconsiderazione molti fattori.Ad esempio?Ad esempio la presenza del Bam-

    bin Ges o di tutti gli Irccs nazionalie regionali, istituti che coinvolgonouna vasta area del Centro-sud delPaese, non solo Roma e provincia.E poi abbiamo la Capitale dItalia incui non vivono soltanto i residenti,ma la popolazione immigrata: ab-biamo una presenza di extracomu-nitari -regolari e irregolari -superiore a tutte le altre regionidItalia.La colpa insomma tutta del go-verno?No, questo mi sembra eccessivo.

    Ma il governo ha una predisposi-zione molto ragionieristica nei con-

    fronti delle regioni e della sanit ingenerale. Finora c stata troppa ri-gidit, un atteggiamento che hareso ancora pi difficile la riorga-nizzazione del settore. Ma molto di-pende da noi, se sapremo tagliaregli sprechi e ristrutturare profonda-mente il sistema, valorizzandonegli esempi migliori.Sicuramente non tra gli esempimigliori il caos dei pronto soc-corsi. Cosa pensa dellemer-genza barelle?Io vi inviterei a prendere i giornalidello scorso anno. La situazione identica. Al Pertini, al San Carlo, aTor Vergata: cerano le foto dellebarelle che rimanevano ferme nelleambulanze. un problema ende-mico.E quindi come si risolve?Dobbiamo governare diversa-mente codici verdi e bianchi, perdare priorit ai codici rossi e gialli.Bisogna rafforzare i presidi territo-riali per svuotare i pronto soccorso.In ogni distretto territoriale dellaRegione deve esserci una UCPspecifica per i codici bianchi. E fon-damentale creare un sistema alter-nativo al pronto soccorso, dare vitaad una serie di strutture assisten-ziali parallele.Unultima battuta pi politica.Cosa ha pensato quando Berlu-sconi ha detto: Udc fuori dallegiunte di centrodestra? unipotesi che per noi non maiesistita. Si tratta di dichiarazioniuscite sulle agenzie, riportate da al-cuni parlamentari che hanno parte-cipato ad alcune riunioni. Nulla diufficiale insomma. Anche perch ilpresidente del Consiglio ha subitosmentito. In ogni caso, la situa-zione mi sembra molto chiara.In che senso?La Polverini conosce i numeri dellaPisana e sa che siamo determi-nanti per tenere la maggioranza.

    Il vice presidente Luciano Ciocchetti (Udc) difende le scelte della Giunta

    Abbiate pazienza, il nuovo trionferSpoil system addio, cambiamenti graduali. A fine contratto non ci saranno pi marrazziani.

    La rivoluzione si far, ma con calma. Lo ammetto, siamo determinanti

    Giulio Terzi

    6IN PRIMO PIANO

    Anno I numero zero7 marzo 2011

    LINTERVISTA/1

    In alto Luciano Ciocchetti,leader dell'Udc del Lazio,nella Giunta Polverini vi-cepresidente regionale eassessore con delega allePolitiche del Territorio e al-l'Urbanistica.

    Leader dei centristi del Lazio, uomo chiave del partito di Casini nella Capitale, LucianoCiocchetti racconta in esclusiva a Sanit Lazio - Online News le mosse della Regioneper attuare la "rivoluzione" promessa dalla Polverini in campagna elettorale. Da vice-presidente della Giunta e assessore all'Urbanistica, la sua una posizione privilegiataper analizzare quanto stato fatto in questi primi mesi di governo e programmare gliobiettivi futuri. Due i passaggi chiave per invertire la rotta: consolidare i servizi terri-toriali e riconvertire i piccoli ospedali del territorio per fare i conti con una situazionefinanziaria drammatica. E a chi vorrebbe l'Udc fuori dalla Giunta ricorda: "In consiglioregionale siamo determinanti".

    Psichiatria, nel Lazio mancano decinedi posti letto, ma la Giunta taglia an-cora. Lettera-appello del senatoreGramazio al ministro Fazio. Torna in auge il grave problema delle curepsichiatriche nel Lazio. La denuncia parte

    dal senatore Domenico Gramazio, vice pre-sidente vicario della XII commissione Igiene esanit e componente della Indagine sul Servi-zio Sanitario Nazionale. Il senatore del Pdltorna dunque di nuovo a bussare alla portadel ministro Ferruccio Fazio rappresentando-gli una carenza di 240 posti letto psichiatricinella regione. Ti rappresento nuovamente il

    grave problema che riguarda il settore dellecase di cura neuropsichiatriche che sono statecon il DCA 90/2010 eliminate dal settore degliacuti per un orientamento governativo-mini-steriale. In origine i posti letto dedicati per lamalattia mentale erano addirittura 800 oggi ri-dotti a 240 dal commissario ad acta e presi-dente della Regione Lazio Renata Polveriniper il riequilibrio del deficit della sanit. Con-trariamente a quanto accade nelle altre regioniin cui le case di cura neuropsichiatriche sonochiamate a partecipare alla rete di emer-genza-urgenza nel settore della salute men-tale per le attivit sanitarie connesse ai ricoveri

    in fase di acuzie, sottolinea Gramazio nellasua lettera in cui si appella alla sensibilit delministro Fazio chiedendo un autorevole in-tervento in questa delicatissima vicenda, spe-cialmente per le conseguenze che potrannoricadere sui soggetti pi deboli. Allega, infine,il senatore, la lettera firmata congiuntamenteda quattro associazioni imprenditoriali dinte-resse sanitario: Aiop, a firma di Jessica Faroni,Aris a firma di Michele Bellomo, CondindustriaSanit a firma di Riccardo Fatarella e Feder-lazio Salute a firma di Raniero Benedetto. Oraci si attende una risposta.

    S.P.

    Nellafoto ils e n a -tore PdlD o m e n i c oGramazio, vice-presidentedella Commissione Sanitdi Palazzo Madama

    Lettera-appello del senatore Gramazio al ministro Fazio

    Psichiatria, nel Lazio mancano decine di posti letto, ma la Giunta taglia ancora

  • 7CAOS BARELLE

    LINTERVISTA/2SSLazio

    Pronto soccorso intasati, pa-zienti ricoverati sulle barellelungo i corridoi ed ambulanze

    bloccate. Lopposizione attacca e lamaggioranza risponde. Ma perchsi intasano i pronto soccorso e ven-gono fermate le ambulanze? E so-prattutto quali soluzioni tecnichemettere in campo per risolvere que-ste problematiche?Ne abbiamo parlato con Antonio DeSantis, Direttore generale del-lARES 118.Direttore, in questi giorni si fa ungran parlare di sovraffollamentodegli ospedali e del conseguenteblocco delle ambulanze. Tecnica-mente cosa sta succedendo?Il blocco delle ambulanze davanti aipronto soccorso, determinato dalsovraffollamento e dalliperafflusso, un problema datato che si trascinada anni nella nostra regione e che,periodicamente, si riacutizza, pro-prio come successo in questigiorni. Per rendere comprensibile atutti la problematica, noi dobbiamopensare al pronto soccorso comefosse semplicemente una delleporte di ingresso dellospedale,come la hall di un grande albergo.E evidente, quindi, che lentrata deipazienti debba essere regolata erapportata alla capacit di ricezionedella struttura.Quindi un problema di organiz-zazione?La sanit pubblica un sistemacomplesso in cui interagiscono di-versi protagonisti: dalla giusta mi-scela del contributo di tutti questiattori che si arriva ad un sistema ca-pace di garantire standard qualitati-vamente elevati. Gli ospedalipossono aumentare la velocit diturnover interno alla struttura, ma inquesto devono essere aiutati dastrutture territoriali in grado di ridaredignit allospedale, che il luogodeputato a curare gli acuti e nonquelle patologie che potrebbero es-sere risolte con la medicina del ter-ritorio. Gli ospedali dovrebberodiventare pi flessibili, rinunciare aduna strutturazione rigida e schema-tica per modularsi secondo la do-manda di salute del momento: eproprio in questo senso mi sembrastiano andando le indicazioni dellaregione. E di inizio mese, infatti,una nota con cui si invitano tutti i Di-rettori Generali a porre in essereprocedure per aumentare la rispo-sta degli ospedali in questo periododi picco influenzale.Spesse volte i sindacati medicihanno lamentato che in prontosoccorso arrivano pazienti chenon hanno bisogno di un tratta-mento sanitario urgente, ma chepotrebbero essere curati in altromodo.E quello di cui parlavo prima. Tengain considerazione che noi, come

    azienda deputata istituzionalmentea fare emergenza sanitaria sul terri-torio, trasportiamo in ospedale me-diamente non pi del 15% del totaledei pazienti che si trovano in prontosoccorso. Questo significa che lastragrande maggioranza dei pa-zienti che accedono a questo tipo distrutture ci vanno autonomamente.Ed in questa altissima percentualedi autonomi c un po di tutto: dal-lanziano affetto da patologia cro-nica che non assistito a casa, aquello che si reca in pronto soc-corso per effettuare accertamentidiagnostici per evitare le liste di at-tesa, fino a quello che non conoscestrutture diverse a cui accedere peressere curato. Per anni, in questaregione, il sistema sanitario statoinfatti ospedalocentrico: se qual-cuno aveva bisogno di cure si rivol-geva in ospedale. Questa Giuntasta cercando di potenziare la medi-cina del territorio e di assicuraremaggiore appropriatezza nel ricorsoalle strutture ospedaliere. E una fe-lice intuizione, ad esempio, lesperi-mento del Presidente Polverini diaprire nei weekend gli ambulatori didiagnostica: questo permetter, se-condo me, di ridurre di molto le listedi attesa e di limitare, allo stesso

    tempo, lafflusso nei pronto soc-corso. Quindi, in sintesi, qual la suasoluzione al problema?

    Pi medicina del territorio. Pi infor-mazione ai cittadini rispetto alle di-verse strutture sanitarie pubbliche acui possono rivolgersi sulla base

    dellentit delle patologie. Maggioreturnover nella gestione letti dei re-parti ospedalieri e, in tal senso, ren-dere modularmene pi elastica laprocedura di dimissione dei pazientinellarco di tutta la giornata, festivicompresi. Potrebbe anche essereutile, ai fini di limitare il blocco delleambulanze, replicare il modello esi-stente in Francia, dove le ambu-lanze accedono al pronto soccorsoda un ingresso riservato, diverso daquello pubblico. permettendone unapi rapida presa in carico da partedellospedale stesso.Voi come siete organizzati per ilblocco dei mezzi di soccorso?Come le ho detto prima, il problemadel blocco ambulanze datato equesto ci ha permesso, nel corsodegli anni, di realizzare un sistemaflessibile capace, in ogni situazione,di rispondere adeguatamente alle ri-chieste dei cittadini. Questa orga-nizzazione modulare ci permette diattivare mezzi sostitutivi che soppe-riscono alla momentanea carenzadi ambulanze e di spostare i mezzinelle aree limitrofe per assicurarecostantemente la presenza sul terri-torio.

    Renato Verra

    Il direttore generale dellAres 118 si difende sulla crisi del sistema e rilancia

    Emergenza, il problema negli ospedaliIl Pronto Soccorso deve essere considerato come la hall di un grande albergo. Si regola laccesso,

    quando pieno si dirottano i clienti altrove. Ma ci devono essere una regia e delle alternative.Antonio De Santis, direttore generale dell'Ares, spiega le strategie per uscire dalla crisidei pronto soccorsi del Lazio. E' un problema di vecchia data che, periodicamente, si ria-cutizza: pronto-soccorsi sovraccarichi, pazienti sistemati sulle barelle, e ambulanze pa-ralizzate proprio per l'assenza di lettighe. Ogni giorno si calcolano circa 500 pazienticostretti ad aspettare un posto letto sulle barelle del 118. L'attesa media di circa 19 ore.La ricetta di De Santis? Pi medicina del territorio, pi informazione ai cittadini rispettoalle diverse strutture sanitarie pubbliche a cui possono rivolgersi, maggiore turnovernella gestione letti dei reparti ospedalieri e pi elasticit nella procedura di dimissione deidegenti.

    A sinistra il governatoredel Lazio, Renata Polveriniinsieme al direttore gene-rale dell'Azienda Regio-nale Emergenza Sanitaria118, Antonio De Santis

    Emergenza sanit nel Lazio. Ogni giornoin tutti gli ospedali pi grandi della Ca-pitale, dal Pertini, al San Giovanni, pas-

    sando per lUmberto I e Tor Vergata, circa500 pazienti rimangono sulle barelle adaspettare il posto letto. L'attesa media dicirca 19 ore. Il fenomeno del sovraffolla-mento dei pronto soccorso, oltre a essere ungrave disagio per i pazienti, determina ancheil blocco delle ambulanze che rimangono'ostaggio' degli ospedali finch il malato nonviene preso in carico e gli si trova un posto.In molte strutture i malati vengano accoltinelle barelle in dotazione alle ambulanze equeste ultime, trovandosi sfornite, riman-gono bloccate ore e ore nei luoghi dellemer-genza. Molti sono addirittura costretti adormire sulle sedie per giorni a causa dellamancanza di posti letto e barelle disponibili.E stato calcolato per esempio che nel 2008

    a Roma e provincia le ambulanze sono rimasteferme per un totale di 50 mila ore. La carenzadei posti letto a Roma e nel Lazio assolutatant che negli ultimi due -tre anni sono statitagliati 4 mila posti letto. Per non parlare deiproblemi organizzativi: molti ricoverati, supe-rata la fase acuta, invece di essere trasferiti instrutture di cura inferiori, rimangono a occupareposti preziosi. Se la Regione Lazio non correrai ripari, la sanit croller mentre la qualit del-l'assistenza scade giorno dopo giorno. Un datosu tutti: la mortalit al pronto soccorso, solo alSan Camillo tra il 2009 e il 2010 aumentatadi circa il 20%. Un dato estendibile a molti no-socomi del Lazio. Ora, considerando che unabarella costa in media 400 euro, sarebbe ne-cessario capire quante ne servano in aggiuntaaffinch il sovraffollamento dei pronto soccorsie lo stallo delle ambulanze si sgonfi.

    Maria Lucia Panucci

    Una barella costa 400 euroQuante ne servonoper sgonfiare i Pronto Soccorso?

    Nel tondo due operatoridell'Ares 118 della RegioneLazio

  • 8ATTUALITA

    Anno I numero zero7 marzo 2011

    IL CASO

    Il primo ad alzare la voce per lamorte di un disabile nella strut-tura di Santa Severa stato

    Francesco Storace. Il leader dellaDestra, oggi al vertice della Com-missione speciale per Roma Ca-pitale, nei giorni scorsi hadenunciato il decesso di un disa-bile mentale nel complesso ge-stito dal Consorzio RiRei a SantaSevera, vicinoi a Civitavecchia. Ilragazzo, secondo Storace, nonsarebbe stato curato adeguata-mente nonostante fosse in gravicondizioni. Quella dellex gover-natore del Lazio una denuncia atutto campo, che va oltre lultimo,drammatico, episodio. Qualcosanon va da molto tempo attac-cava lex ministro dalle pagine delsuo blog - adesso la morte di ungiovane disabile in un centro ac-creditato della Regione intolle-rabile. Bisogna intervenire con lamassima determinazione. E datempo che i genitori delle personeassistite lamentano una condi-zione di assoluta noncuranza ecredo che occorrano drastici prov-vedimenti.Un monito chiaro al presidentePolverini affinch prenda in manola situazione e sguinzagli gli ispet-tori della Regione. Anche perchil materiale su cui indagare nonmanca. Dal 2008 infatti apertaun'indagine della procura di Civi-tavecchia sull'affidamento dellastruttura al consorzio RiRei a cuisi aggiunto un ulteriore procedi-mento per maltrattamenti ai disa-bili. C da dire che il lavoro deimagistrati non sempre statoconcorde. Mentre in un primo mo-mento infatti il pubblico ministeroaveva proposto l'archiviazione, ilGiudice per le indagini preliminariha invece ordinato la prorogadelle indagini, suffragato dalle in-dagini dei Nas, che da tempohanno rilevato numerose diffor-mit relative ai requisiti minimi or-ganizzativi, alla destinazioned'uso degli ambienti e alle insuffi-cienti condizioni igienico sanitarie. Anche la Pisana in passato hafatto la sua parte. Dopo unispe-zione dell'Agenzia di sanit pub-blica nei centri Rirei nel 2009, laRegione revoc l'autorizzazionealla struttura di Santa Severa.Entro 30 giorni i pazienti avreb-bero dovuto essere trasferiti in

    altre centri attacca oggi Storace- ma la asl Roma F, cui era statademandata la ricollocazione deipazienti, non ha mai ottemperatoalla decisione della Regione,senza che nessuno ne chiedesseconto. Credo - conclude Sto-race - che sia giunto il momentodi porre fine a uno scandalo chesi trascina da troppi anni e sonosicuro che la sensibilit della pre-sidente della Regione mettercon le spalle al muro tutti i re-sponsabili di questa storia vergo-gnosa, a partire dalla Asl.Dopolatto daccusa dellex ministrodella Salute, la Polverini ha de-ciso di scendere in campo pe-santemente e gestire in prima

    persona la situazione, a partiredalle verifiche di rito. Subito dopola denuncia di Storace, infatti ilgovernatore del Lazio ha dato in-carico agli uffici competenti diesaminare gli atti relativi al con-sorzio Ri.Rei, unattivit preci-sano dalla Regione - checoinvolge non solo la Direzionedell'assessorato regionale allaSanit ma anche l'Agenzia di sa-nit pubblica, le Asl di compe-tenza e il segretariato generale.Tutti gli uffici in campo per un mo-nitoraggio completo. Per quantoriguarda il centro di Santa Severapoi allinizio di febbraio, quindiprima del decesso del disabile,nella struttura aveva avuto luogo

    un'ispezione dei tecnici dell'as-sessorato regionale alla Sanit,la cui relazione completa sarsulla scrivania della Polverininelle prossime ore. La Regionevuole dare vita ad un controllosistematico per vederci chiarouna volta per tutte, anche perquesto a breve sar analizzatolintero assetto del Ri.Rei, pas-sando in rassegna tutti i centrigestiti dal Ri.Rei, non solo SantaSevera. Un giro di vite in vistadellimminente chiusuradelle istruttorie per le strut-ture sanitarie accreditate.Perch il nocciolo della que-stione proprio qui, laccre-ditamento. Ogni decisionesar assunta tenendo saldoil principio di tutela e salva-guardia dei pazienti, dei la-voratori dipendenti e dellenormative sanitarie vi-genti, spiegano da via

    Cristoforo Colombo. Ma ci sonopezzi importanti del centrode-stra regionale che al RiReilhanno giurata. A cominciare dalpartito di Storace, pedina fonda-mentale nello scacchiere delConsiglio regionale. RobertoBuonasorte, che alla Pisana membro della commissione Sa-nit lha detto chiaro e tondo:non ci sono pi gli estremi per-ch la struttura di Santa Severarimanga ancora accreditata. Da

    molto tempo attacca lespo-nente de La Destra - avevamosegnalato delle disfunzioni nellastruttura. Credo sia necessarioconvocare con urgenza la com-missione per esaminare lacca-duto. Sulla stessa linea anchelUgl, il sindacato di cui la Polve-rini stata al vertice fino al 2010,che denuncia un deficit organiz-zativo che da mesi non consentia molti operatori di ricever il pro-prio stipendio. Ora la palla passaalla Regione. Fin qui tutto bene,ma c' un rovescio della meda-glia. Le tre cooperative che costi-tuiscono la Ri.Rei sono"divorziate" di fatto, ma avanzanodalla Regione diverse decine dimilioni di euro.Costrette ad en-trare in campo per gestire i centrie i relativi pazienti dopo il crollo diAnni Verdi (il gestore prece-dente), non riescono a sgan-ciarsi. I risultati si vedono.

    Salvatore Bergamo

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    La Polveriniora vuole vederci chiaroPer i controlliin campo tutti gli uffici

    In alto una manifestazionecontro il consorzio RiRei.Sotto un'immagine del cen-tro di Santa Severa. In altoa destra, il presidente dellaCommissione speciale perRoma Capitale, FrancescoStorace.

    Ancora caos dopo la morte di un disabile nella struttura di Santa Severa

    RiRei, accreditamento appeso a un filoStorace attacca: Situazione intollerabile. Servono provvedimenti drastici

    Ma il Consorzio vanta crediti per decine di milioni di euro

  • Mobilit passiva, addio. Almenoper quella pediatrica, ma che in-veste intere famiglie molisane. I

    viaggi della speranza ora si potrannofare in meno di unora e dentro il perime-tro della propria regione. Un colpomesso a segno dal presidente Iorio cheda un anno lavorava al progetto di por-tare in casa propria il Bambino Ges.Leccellenza della pediatria italiana si av-vicina ai territori pi bisognosi e di fattodiventa realt con un protocollo dintesafirmato lo scorso 25 gennaio. A metterenero su bianco ci hanno pensato in tre: ilpresidente dellospedale pediatrico diRoma Giuseppe Profiti, il presidentedella Regione Molise, Michele Iorio e ilsub commissario alla sanit, IsabellaMastrobuono. Dunque la nuova unitpediatrica del Bambino Ges sar collo-cata a Larino, a venti chilometri da Ter-

    moli, lospedale con vista sullAdriatico,una struttura aperta nel 2000 e chiusaparzialmente lo scorso anno perch nelmirino del piano di governo dellextra de-ficit della sanit molisana. Da l per ri-partir la specialistica dellquipepediatrica guidata dal dottor Italo Trentada un decennio nellorganizzazione me-dica dellospedale al Gianicolo. E lui aparlare dellatteso progetto con SanitLazio Online news per la prima voltapubblicamente e a spiegare le novit in-trodotte nel servizio sanitario pubblicodella Regione per i bambini bisognosi dicure specialistiche.Allora, dottor Trenta: un sogno per imolisani che si traduce finalmente inrealt?Il 25 gennaio scorso stato sottoscrittolaccordo a Campobasso e da quelladata si sancisce linizio della nostra atti-vit. Nei limiti di una tempistica: entro 60giorni da quella data si dovr disporredella struttura di Larino e lorganico dovressere al completo entro 90 giorni. Il

    mese di aprile sar quindi determinanteper avviare il servizio che avr a cuore lacura dei bambini.Larino sar la stella polare della sa-nit molisana?Laccordo prevede la realizzazione di unreparto nel quale troveranno risposte ledomande di salute delle famiglie moli-sane con i loro bambini che a tuttoggivengono a trovarci a Roma attraver-sando lAppennino e sopportando note-voli spese di viaggio, trasferte, assenzedal posto di lavoro. Lintento sar quellodi aiutare le famiglie, di concerto con tuttele strutture pediatriche presenti in Molise,in particolare nella provincia di Campo-basso.Con quali orari andr a regime la nuovapediatria a Larino?Il reparto funzioner tutta la settimana,ma non ci sar attivit di pronto soc-corso. Il servizio sanitario stimato in3.000 ore in visite ambulatoriali e day ho-spital.Funzioner anche la sala operatoria?

    Sicuramente potremmo effettuare unachirurgia minore, cio piccoli interventidi bassa complessit in day surgery: sientra la mattina e si esce la sera. Il pro-gramma prevede 3 anni di sperimenta-zione del servizio. E certo che entreremoin sintonia con la sanit molisana: esistegi una realt pediatrica di ottimo livello.Quale sar lquipe Bambino Ges diLarino ?Oltre alla mia persona e al capo degli in-fermieri le altre figure si dovranno repe-rire in loco.Potrebbero essere quelli che gierano in pianta organica prima dellachiusura?No, perch erano prevista una pianta or-ganica in grado di essere riassorbita.Sar lAsl del Molise a fornir le risorseumane.Quindi sar lAsrem ad assumere lor-ganico?Si, a condizione che abbiano gli stimoligiusti per lavorare nella nostra squadra.La mobilit passiva un costo insop-

    portabile per il piccolo Molise.Un paziente che viene a Roma costatanto alla famiglia quanto al servizio sa-nitario pubblico. Si tratta complessiva-mente di 5 milioni di euro di mobilitpassiva pediatrica annua complessiva.Noi siamo un punto di attrazione perquasi il 50 per cento della spesa. E Il loropiano di rientro molto ferreo. Ma noi an-diamo l per lavorare senza sovrapporciad altre strutture ospedaliere che sonopresenti.Avete in programma un coordina-mento locale con i pediatri i medici dibase dei bambini fino a 14 anni?E in agenda un incontro con i medici dibase, la Fipe e di tutte le sigle sindacalipresenti anche ospedaliere, per i primi dimarzo. Spero di trovare collaborazionicon i colleghi. Sar stretta anche la col-laborazione con lUniversit del Moliseper il dipartimento di Pediatria. Cer-chiamo collaborazioni con tutti: diciamono al fort apache, come del resto lamission del nostro ospedale 150 anni.

    Stefania Pascucci

    Leccellenza della sanit pediatrica investe nel Molise

    Il Bambino Ges sbarca al SudAccordo con la Regione, nasce un nuovo polo allospedale di Larino.

    Mai pi trasferte a Roma per i bambini malati. Personale messo a disposizione dalla Asrem

    10ATTUALITA

    Anno I numero zero7 marzo 2011

    IN PRIMO PIANO

    Nella foto il governatoredella Regione Molise, Mi-chele Iorio, con il presidentedell'Ospedale BambinoGes, Giuseppe Profiti

  • 11ATTUALITA

    L'INTERVISTA/3SSLazio

    Ibambini e la loro mente. AlBambino Ges il reparto dineuropsichiatria infantile e lat-

    tivit di ricerca sono in continuaevoluzione. Anche a dispetto deitagli della sanit pubblica. Qui ar-rivano i casi pi complessi: auti-smo, depressione, anoressia,disturbi psicotici. La diagnosi si faa tutti ma poi bisogna delegare ipresidi territoriali. Che non sono ingrado di dare risposte sempre ef-ficaci o, nella peggiore delle ipo-tesi, non esistono. E, allora chefare? I genitori sono disperati: o ri-nunciano a curare i propri figli opagano. Ma gli sciamani in questosettore sono sempre dietro lan-golo. Mentre le strutture di eccel-lenza vengono lasciate a livelli dipericoloso equilibrio finanziario. Occorre aumentare la sensibilitpolitica, dice il dottor GiovanniValeri,affinch i piccoli malati cheoggi possiamo riportare a con-durre una vita normale non diven-tino malati cronici con costialtissimi per la societ. E i dati,non solo di letteratura internazio-nale, provenienti dalla casisticadel reparto indicano come i di-sturbi mentali tra i giovani siano inpericoloso aumento.Il reparto di neuropsichiatria fondamentale per le famiglieche devono farsi carico dei di-sturbi mentali dei propri cariche hanno bisogno di soste-gno. Cosa offre il suo servizio,il suo dipartimento?Il reparto neuropsichiatria infantileche si trova nel dipartimento dineuroscienze si articola in repartodi ricovero, uno di day hospital euno ambulatoriale. Noi ci occu-piamo di minori da zero a 18 anniche presentano dei disturbi psi-chici. Dopo i 18 anni ci sono altriservizi, quelli della salute mentale.Parliamo di disturbi psichici cheinteressa tra il 10 e il 20% dellapopolazione. Il che vuol dire che 1adolescente su 10 nel corso dellasua et evolutiva presenter undisturbo psichico. che pu andaredal disturbo di ansia, psicotici, de-pressione, comportamenti alimen-tare, anoressia e bulimia. Inquesta cornice, il Bambino Gesessendo un ospedale pediatricospecializzato e un istituto di rico-vero e ricerca a carattere scienti-fico si colloca come una strutturadi 3 livello a cui afferiscono i casi

    pi complessi. Noi cerchiamo difare una valutazione diagnostica ilpi possibile accurata e una partedi questi casi vengono seguiti di-rettamente da noi, unaltra partevanno rimandati nei servizi territo-riali. E qui inizia la criticit, las-senza o la scarsa capacit diquesti servizi.Non potete seguire tutta lutenza?Seguiamo 3000 persone in dayhospital allanno e non possiamofare di pi.E quindi come vengono sup-portate le famiglie?Noi facciamo una accurata valu-tazione diagnostica, in alcuni casiriusciamo a seguire il paziente intrattamento, in altri casi no perchci satureremmo immediatamentee molti casi le terapie dei disturbipsichici sono terapie anche dimedio lungo periodo. Cosa suc-cede di fatto? Alcune terapie chesono quelle pi complesse in cui necessaria una terapia farma-cologica in et evolutiva conti-nuiamo a seguirla noi. Mentretutta unaltra serie di interventiquelli di sostegno ai genitori, conla scuola cerchiamo di farli con iservi territoriali che, ripeto, in que-sto momento sono in grande sof-ferenza.Dalla sua esperienza in au-mento il problema neuropsi-chiatrico infantile?Sicuramente aumentato, sia peril servizio che svolgo, per la miaesperienza, ma anche dai datidella letteratura internazionale. Cisono delle forme che sono au-mentate come i disturbi del com-portamento, del comportamentoalimentare. Lautismo una dellegrandi emergenze. Attualmentequesta malattia interessa 1 bam-bino ogni 150. Vuol dire che ognisei classi di 25 bambini noi tro-viamo un bambino che presentaun disturbo dello spettro autistico.Noi abbiamo una richiesta mas-siccia di valutazioni, perch la dia-

    gnosi precoce essenziale.E una speranza in pi di cura.Ora si sa che si possono fare dia-gnosi di autismo tra i 2 e i 3 annimediamente, prima non solo inItalia ma anche in Europa, la dia-gnosi si faceva non prima dei 5anni e nei casi lievi non prima dei12 anni, quindi un gap enorme. Cisiamo dati un obiettivo: garantireuna diagnosi pi precoce possi-bile. Trattate non solo pazienti italiani.Non solo da altre regioni italianema anche dai Paesi dellEst, chevogliono la conferma, una consu-lenza. Noi cerchiamo di garantireuna diagnosi precoce poi cer-chiamo di organizzare un servizioche subentra post diagnosi e sitratta di un intervento di training aigenitori che ha lo scopo di fornireuna terapia e di verificare uneffi-cacia di modello e poi collabo-riamo con varie associazioni.Quali?C lesperienza de La breccianel muro che ha la sede nel-lOpera Don Calabria sullautismoin collaborazione con la Fonda-zione Handicap Dopo di noie ilBambino Ges che segue uncerto numero di bambini autisticiche riuscita a mettere insiemediverse istituzioni. Quale servizio offrite?Facciamo la verifica allinizio e allafine del trattamento controllandolefficacia. Diagnosi a tutti, alcunitrattamenti specifici che cer-chiamo di fare noi al nostro in-terno, altri devono andare fuori. I vostri numeri sul piano degli in-terventi.

    Per esempio con la malattia auti-stica diagnostichiamo circa 300bambini lanno sia di nuovi casiche di controlli, di questi 50 li se-guiamo con il servizio di training,altri 80 li seguiamo con altre strut-ture tipo La breccia nel muro ealtre cooperative e i rimanenti lideleghiamo ai servizi territoriali.Avete problemi di riduzioni deifondi?Non ci sono stati dei tagli ma noisiamo gi ai limiti. Faccio unesempio. Per lemergenza psi-chiatrica per tutti gli adolescentiche possono avere uno scom-penso che va dal tentativo di sui-cidio, allesordio psicotico, alladepressione grave, allanoressiain tutta Italia esistono solo 79 postiletto. Nel Lazio ne esistono 12, 6 avia dei Sabelli e 6 nostri (repartopsichiatrico). Quindi nel Lazio esi-stono solo 12 posti letto per cui untaglio ulteriore sarebbe letale.Se il disturbo mentale in conti-nuo aumento a questo per noncorrisponde ad un aumento dellasensibilit politica.Ne abbiamo pi volte parlato neiconvegni. Limpressione che cisiano tanti aspetti, oltre che poli-tici, di natura culturale. In Italiacontinua a prevalere lidea che ildisturbo psichico non esiste chetutto sommato la famiglia, la

    scuola che si deve fare carico equindi bisogna affrontare il pro-blema nella scuola, nella famigliae cos via. C una difficolt cultu-rale a riconoscere quello che negliultimi 10 anni un dato scientifico.E la scuola come protegge que-sto tipo di alunno?La maggior parte dei bambini chehanno un problema psichiatrico pi facile che abbia un sostegnoscolastico che non serve, inveceservirebbe un quipe psicologicache lo curi. Laltro messaggio im-portante che molti disturbi psi-chici in et evolutiva sediagnosticati per tempo possonoessere curabili, oppure possonoridurre fortemente limpatto chehanno nella persona. I genitori si vergognano di nonavere il figlio perfetto.Allo stigma si aggiunge una sortadi negazione: facciamo fatica apensare che quelladolescentesia depresso. Accettiamo che unbambino possa avere il diabete,una cardiopatia o un tumore mafatichiamo ad accettare i disturbipsichici: ecco la vergogna so-ciale che contribuisce al disinte-resse.I bambini sono il nostro futuro.Non curarli in et evolutiva vuoldire che ci troveremo a curare icronici con costi sociali altissimi.

    Parla Giovanni Valeri, responsabile del reparto di neuropsichiatria infantile del Bambino Ges

    Disturbi psichici in aumento, emergenzaDallautismo alla depressione, dalla anoressia ai disturbi psicotici

    lospedale romano il punto d'arrivo di migliaia di famiglie disperate

    Stefania PascucciNella foto l'ospedale pedia-trico Bambino Ges diRoma, al Gianicolo

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    Non solo pazienti italiani.In crescita anchei degenti in arrivodai Paesi dellEst Europa

  • 13NOMINE

    IL PERSONAGGIOSSLazio

    Scelta a sorpresa (tutta politica,dicono nel clan della Polve-rini) per il San Camillo-Forla-

    nini, la mega azienda ospedaliera diMonteverde : decaduto il commis-sario Massimo Martelli (torner, de-luso, a fare il primario nel suoreparto a 5 stelle?) il governatore hanominato un altro commissario, que-sta volta pare destinato a restarea lungo sul ponte di comando: maquesta volta ha pescato dallaltraparte della barricata, e cio a sini-stra. Il prescelto Aldo Morrone,ideatore e leader indiscusso fin qui

    dellIstituto Italiano per la salute dellepopolazioni migranti e il contrastodelle malattie della povert (Cnmp),nato a Roma tre anni fa e ubicato al-linterno del San Gallicano, a Traste-vere. Una struttura di frontiera cheha prestato i suoi medici (e il profes-sor Morrone in persona) a Lampe-dusa nel momento pi caldodellarrivo dei boat people. Direttoredella Struttura Complessa di Medi-cina Preventiva delle Migrazioni, delTurismo e di Dermatologia TropicaledellIstituto San Gallicano (IRCCS)di Roma, viene considerato uno deimaggiori esperti mondiali di medi-cina delle migrazioni, delle patologietropicali e della povert. A partire dal1985 si occupa della tutela e pro-mozione della salute delle popola-

    zioni immigrate e a maggior rischiodi esclusione sociale presenti in Ita-lia e da molti anni impegnato conla sua quipe multidisciplinare in di-versi progetti di cooperazione incampo clinico-scientifico, educativoe sociale in Africa, nel Sud-Est asia-tico e in America Latina. Un curricu-lum eccellente, ma decisamentelontano dal target abituale dei diret-tori generali che si alternano negliospedali romani. Gran professioni-sta ma soprattutto ottimo comunica-tore e profondo conoscitore delledinamiche dei media Morrone diprofessione fa il dermatologo- sdetto - ma il suo impegno politico loha portato a una scelta precisaprima allinterno del San Gallicano epoi in altri ambiti. La Polverini ha vi-

    sitato alcune settimane fa il Cnmped entusiasta ha promesso una bat-taglia per trasformare quellIstituto inIrccs. Poi ha promosso Morrone,offrendogli la direzione del San Ca-millo. Ljui ha gi cominciato a tra-ghettare i suoi collaboratori, diconoche sposter al Forlanini anche ilCnmp. Il fatto che il professore nelleultime amministrative sia stato can-didato nelle liste di centrosinistra(ma ha preso solo 600 voti) pare siaininfluente. Il governatore punta aduna sua squadra- Con questamossa ha spiazzato certamentelUdc di Ciocchetti, convinta di po-terci piazzare il cavallo di ritornoAlessio. Ma il vice presidente della

    Giunta laziale si gi consolato ot-tenendo (in cambio?) diverse altrepoltrone tra la sessantina in palio.Morrone di fronte a questo scenariosorride. Non gli appartiene, com-menta.- E forse sincero.

    Dalle malattie degli immigrati alla portaerei della sanit capitolina

    Morrone e la sfida del San CamilloIl dermatologo del San Gallicano, commissario a sorpresa, deciso a rimanere alla guida

    dellospedale di Monteverde. Razionalizzazione e appropriatezza negli interventi e nella gestione

    Giovanni Tagliapietra

    Le cronache lo ricordano in prima linea aLampedusa, a coordinare per la parte disua competenza le risposte allemergenza

    sanitaria del tumultuoso arrivo degli immigratidallAfrica e dal Medio Oriente. Il suo Istitito perla salute delle popolazioni migranti e il contra-sto delle malattie della povert , allocato al SanGallicano, nel cuore di Trastevere, un puntodi primo intervento contro unaltra emergenzasanitaria, quella dei senza nome e dei senza di-ritti, in ogni caso del soggetti deboli della capi-tale. Oggi il prof. Aldo Morrone sul ponte dicomando di una delle corazzate della sanitpubblica laziale e italiana, il San Camillo Forla-nini, mega ospedale romano a Trastevere-Mon-teverde. La Polverini lo ha chiamato aquellincarico convinta della sua capacit di ge-stire situazioni difficili, dal suo pragmatismo.Commissario straordinario al posto di un delusoMassimo Martelli, primario di uno dei reparti dieccellenza del Forlanini, lasciato solo (lo hadetto in unintervista) e non sostenuto nonostante avesse proposto delle riformestrutturali a costo zero. Incontriamo il prof. Morrone nellaustero ufficio della Di-rezione Generale, nelledificio principale del Forlanini. Edificio solenne, quasi de-serto,come deserta lintera struttura dopo che quasi tutti i reparti sono statispostati al San Camillo. Il futuro di questa struttura una delle incognite maggioriper pazienti., operatori, per il territorio.Professore, questo ospedale non pu essere governato da una figuracommissariale, ha bisogno di tempi lunghi, di programmazione di mediotermine.Sono daccordo, e infatti non intendo essere considerato una figura di passag-gio. Ho accettato lincarico dopo aver avuto assicurazioni che potr fare un lavoroserio fino in fondo e per un periodo di tempo adeguato. Quindi vero, il Com-

    missario rimasto folgorato da lei. Nonostante la si possa collocare politicamentein unarea non proprio di centro destraIo sono un tecnico e faccio il mio lavoro, credo con buona professionalit. Nonfaccio il politico e la mia frequentazione con la Polverini di lunga data. Abbiamoragionato del mio modello di gestione., del mio approccio. Lo abbiamo condi-viso. La mia sfida quella di applicare lo stesso modello, applicato con successoallIstituto, qui al San Camillo. Allarghiamo lo spettro, qui ci sono eccellenze diogni tipo, collegate in rete con le omologhe eccellenze italiane, europee, mon-diali. E questa la prima linea da seguire. Poi bisogna concentrarsi sul territo-rio, sui bisogni del territorio, sui bisogni dei meno garantiti. Su questo, attraversole eccellenze, si deve intervenire. Prendiamo patologie specifiche di fette consi-stenti di popolazione, diabete, malattie dismetaboliche, patologie della terza et.

    Intervenire sul territorio significa alleggerire lapressione sullospedale, significa garantire deirisparmi complessivi enormi nel medio e nellungo periodo. E lo schema che applica nelle sue attivitprecedenti..Esattamente, La mia sfida quella di rendereagile, pratica, operativa, performante la sanitpubblica. Il modello semplice, macroecono-mico e microeconomico. Cerco efficacia e ap-propriatezza. Parole vuote se non vengonoriempite di significati, se non vengono surrogatedai fatti, da iniziative concrete. Cos si fanno i ri-sparmi, si mettono in riga i bilanci.Lei conta su una solidariet ed un appoggiosia allinterno dellospedale sia negli studiodei medici di base. Pretende troppoHo trovato un clima di grande collaborazione quidentro, da parte dei vertici, della base e dei sin-dacati. Avevano bisogno di un direttore gene-

    rale, penso che labbiano trovato. Non c la situazione di sfascio, di collasso chesi vuole accreditare dallesterno. Anzi. Ci sono risorse da riorganizzare, da redi-stribuire. Lo faremo. Per quanto riguarda i medici di base la sfida appena ini-ziata, liniziativa degli ambulatori aperti nel week end un esempio.Dicono che non funzioni, che gli ambulatori e certe macchine restino sot-toutilizzati.Non creda a chi rema contro.Le assicuro che i dati sono confortanti.Uno dei problemi di questo ospedale il futuro del Forlanini.Sto cominciando a studiare la situazione, mi dia tempo. Anzi, datemi tempo pertutto.Troppo ottimista, rassicurante, conciliante. Ma non pu essere diversa-mente. Lei non pu inimicarsi nessuno, a questo punto.

    Aldo Morrone, medico derma-tologo, direttore della Strut-tura Complessa di MedicinaPreventiva delle Migrazioni,del Turismo e di Dermatolo-gia Tropicale dellIstituto SanGallicano (IRCCS) di Roma,viene considerato uno deimaggiori esperti mondiali dimedicina delle migrazioni,delle patologie tropicali edella povert. A partire dal1985 si occupa della tutela e promozione della salute delle po-polazioni immigrate e a maggior rischio di esclusione socialepresenti in Italia. Da molti anni impegnato con la sua quipe mul-tidisciplinare in diversi progetti di cooperazione in campo clinico-scientifico, educativo e sociale in Africa, nel Sud-Est asiatico e inAmerica Latina. docente in numerose universit italiane e straniere e consulente dellUfficiodellOMS di Venezia su Povert, Salute e Sviluppo. autore di oltre cinquecento articoli scien-tifici e di venti libri. Nel 2007 stato nominato Direttore Generale dellIstituto Nazionale per la Pro-mozione della Salute delle Popolazioni Migranti e per il contrasto delle Malattie della Povert.

    Piccola scivolata - involontaria - del neo commissario del San Camillo Forlanini Aldo Morrone. Durante linaugurazione, mercoled scorso, dellUnit di cure residenziali intensive per i pazienti in stato ve-getativo (Ucri) dellospedale a cui hanno partecipato anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napoletano, e il ministro della Salute Ferruccio Fazio Morrone ha fatto uno sgarbo ad uno dei sinda-cati pi aggressivi della sanit laziale, la Fials e se anche lo strappo verr ricucito in fretta (per ragioni di chiusura in tipografia non siamo in grado di registrare la cosa) il pasticcetto resta. E pensare cheMorrone aveva dichiarato di avere avuto uno splendido impatto con i sindacali del San Camillo. Il fatto in s una sciocchezza, a freddo tutti lo riconosceranno, ma lasciar fuori dalla porta la Fials Consalin occasione della visita all'ospedale del presidente della Repubblica cosa che non si dimentica nel quadro delle relazioni sindacali. La nostra organizzazione sindacale vuole esprimere una profondaindignazione a nome di tutti gli operatori sanitari iscritti alla Fials in quanto stamani, in occasione dellinaugurazione presso lOspedale San Camillo del nuovo reparto per lo stato vegetativo cui hanno par-tecipato il presidente della Repubblica Napolitano, il ministro della Salute Fazio, il presidente Polverini, il nostro rappresentante seppur invitato preventivamente stato lasciato fuori la porta dagli organiz-zatori della manifestazione.Tutte le organizzazioni sindacali erano state invitate, solo la Fials Consal rimasta fuori. "E ancora pi grave se si pensa che il rappresentante sindacale della Fials, GiovanniRonchi messo alla porta, ha ottenuto da solo circa 413 preferenze nelle ultime elezioni della rappresentanza sindacale aziendale. Vale a dire tante preferenze quante altre organizzazioni sindacali oggi in-vitate a partecipare e, impropriamente definite rappresentative, hanno ottenuto complessivamente nelle otto aziende sanitarie pubbliche di Roma e Provincia. I dati sulla rappresentativit nella pubblicaamministrazione possono essere agevolmente verificati nel sito Web dellAran. Un episodio singolare quello di oggi e che per il futuro rispetto delle regole non promette nulla di buono, la discriminazionedei lavoratori aderenti o simpatizzanti dei sindacati scomodi potrebbe divenire prassi. Ci appelliamo, alle forze democratiche affinch prendano posizione su tali atteggiamenti. Da parte nostra stato gidato mandato allufficio legale di ricorrere alla magistratura competente per gli eventuali provvedimenti del caso". E Morrone servito.

    La

    SCHEDA

    In alto l'ex numero uno delSan Camillo, MassimoMartelli. Nel tondo il nuovocommissario straordinarioAldo Morrone

    Piccolo scivolonecon i sindacati:c Napolitano,

    lascia fuori la Fials-Consal

    Un medico di frontiera con il cuore a sinistra

  • 14ATTUALITA

    Anno I numero zero7 marzo 2011

    LA SANITA CHE FUNZIONALa rivoluzione tecnologica del Campus Bio-Medico

    Ci pensa Da Vinci, il chirurgo-robotTempi di degenza dimezzati e maggiore operativit per i medici

    Il dg Oricchio: Pronto un percorso universitario di specializzazione

    Mini-invasivit, libert di mo-vimento, sicurezza per ilpaziente. Sono solo alcunidei vantaggi offerti dalla nuova chi-rurgia robot-assistita. vero, i costidegli interventi sono superiori aquelli della chirurgia tradizionale,ma gi la riduzione sensibile deigiorni di degenza rappresenta diper s una fonte di risparmio. Inogni caso, per chi avesse dubbi sul-lefficacia della robotica applicataalla medicina, basta chiedere aglioperatori del Campus Bio-Medicodi Roma, che nel primo mese emezzo trascorso dallattivazione delnuovo programma hanno effettuatogi oltre trenta interventi.Gli ambiti vanno dallUrologia allaGinecologia, alla Chirurgia Gene-rale e tra poco il robot debutteranche in Cardiochirurgia. Per laprima volta in un ospedale della ca-pitale stata inoltre effettuata negliultimi giorni, con il supporto delrobot Da Vinci, lasportazione di untumore polmonare in un paziente di71 anni. Laddove la chirurgia tradi-zionale avrebbe reso necessarialapertura delle costole per permet-tere al chirurgo di raggiungere ilpunto dintervento, strumenti delledimensioni di pochi millimetri, mon-tati su bracci robotizzati e accom-pagnati da telecamere 3D ad altarisoluzione, hanno permesso dicompiere il medesimo interventopraticando quattro incisioni millime-triche. Dimezzati i tempi di degenzaper il paziente, che la sera stessadopo lintervento poteva stare se-duto in poltrona, mentre i postumidi un intervento tradizionale loavrebbero costretto a letto per circadue giorni con lassunzione di me-dicinali per attenuare il dolore inter-costale.La mini-invasivit del robot spiega il Prof. Maurizio Buscarini,responsabile del programma di chi-rurgia robot-assistita del CampusBio-Medico di Roma uno deivantaggi di questa tecnologia. Ilrobot ha in pi una libert di movi-mento e una capacit di precisione,superiori alla mano del chirurgo.Libert di movimento e precisioneche in interventi alla prostata per-mettono lasportazione parziale ototale dellorgano, salvaguardandole innervature circostanti, che influi-scono sulle funzioni urinaria ederettile. E anche per quanto ri-guarda le prostatectomie, la chirur-gia robot-assistita registra unasensibile riduzione dei tempi di de-genza, che passano da una mediadi quattro giorni a non pi di 24 ore.A operare sempre e comunque ilchirurgo rassicura il Prof. RobertoAngioli, Primario di Ginecologia delPoliclinico Universitario CampusBio-Medico la tecnologia roboticasi offre per come un ausilio ecce-

    zionale. Le immagini 3D ad alta ri-soluzione, per esempio, danno lasensazione non di guardare allin-terno del corpo del paziente, maaddirittura di essere al suo interno.La possibilit di ingrandire fino a 10volte queste immagini senza per-dere qualit di risoluzione, ci per-mette di operare sul puntodintervento con estrema preci-sione.La tecnologia robotica ha cambiatola posizione del chirurgo in salaoperatoria. Non pi in piedi sotto iriflessi delle lampade scialitiche,bens seduto a una console dotatadi manopole attraverso le qualimuove i bracci del robot e gli stru-menti montati alle loro estremit.Mentre il chirurgo opera, un si-stema elettronico di controllo eli-mina il naturale fenomeno deltremore della mano, problema an-

    cora presente nellaltra metodicamini-invasiva di cui la chirurgia ro-botica appare ormai per moltiaspetti levoluzione: la laparosco-pia. La vista del punto dintervento garantita dal binocolo montatosulla medesima console, che resti-tuisce a chi opera immagini in di-retta, 3D e ad alta risoluzione.Gli strumenti montati sui bracci delrobot si presentano come tubicinisemirigidi, alle cui estremit sonocollocate le attrezzature di presa edi taglio necessarie al chirurgo. Pe-netrano nel corpo del paziente at-traverso al massimo quattrofessure, che vanno dai 5 ai 12 mil-limetri. Grazie alle loro ridotte di-mensioni si intrufolano quindi nelcorpo del paziente in modo moltopi agile degli strumenti tradizionali.Da qui il fatto che la robotica abbiarapidamente dimostrando la sua

    superiorit rispetto alla chirurgiatradizionale in quei tipi dinterventoche interessano distretti corporeicaratterizzati da spazi angusti,come il torace e la pelvi.Mentre il chirurgo lavora alla con-sole, 20 microprocessori - lequiva-lente dei cervelli di 10 computer -effettuano oltre mille controlli di si-curezza al secondo. Al letto opera-torio, un secondo medico segue davicino i movimenti dei bracci, men-tre un monitor permette a tuttalquipe di seguire le azioni di chista operando, scambiandosi infor-mazioni attraverso un interfono.Ci che ancora manca al robot conbisturi e camice bianco, la capa-cit di restituire alle mani del chi-rurgo le sensazioni tattili degliorgani e dei tessuti toccati attra-verso gli strumenti operatori. Do-tare le manopole della console dicosiddetti feedback aptici, unodegli obiettivi del gruppo di medicie ingegneri biomedici del CampusBio-Medico di Roma, che stanno la-vorando a un programma di ricercaper il perfezionamento della tecno-logia.Grazie a un accordo esclusivo di ri-cerca, stipulato con il produttoreamericano del Da Vinci, che inquesto momento lunico esem-plare di robot chirurgico disponibilesul mercato mondiale, lAteneo ro-mano avr ora per un anno ac-cesso alla scatola nera del robot,che registra tutti i comportamentidella macchina durante gli inter-venti chirurgici e rappresentaquindi una fonte preziosa dinfor-

    mazioni in vista di qualsiasi suoperfezionamento.Laccordo spiega Eugenio Gu-glielmelli, Direttore degli Studi dellaFacolt dIngegneria e Direttore delLaboratorio di Robotica Biomedicae Biomicrosistemi dellUniversitCampus Bio-Medico di Roma cipermette di esplorare in modo si-stematico le innovazioni ottenibilicon queste tecnologie nel breve emedio periodo. Con Da Vinci po-tremo inoltre integrare la parte spe-rimentale degli insegnamenti diRobotica Biomedica della nostraFacolt.Su una cosa sono pronti a scom-

    mettere i chirurghi che hanno spe-rimentato le potenzialit delcollega robotico: Se i nostri figlie i nostri nipoti dovessero fare ungiorno il nostro mestiere, avrannoquasi esclusivamente a che farecon tecnologie di questo tipo. Lin-gresso sempre pi massiccio dellarobotica in sala operatoria aprequindi questioni importanti sullaformazione dei futuri chirurghi. At-tualmente un medico gi specializ-zato in chirurgia deve frequentaredopo numerosi anni di studio un ul-teriore corso di formazione per es-sere abilitato allutilizzo del DaVinci. Se le previsioni degli espertisi confermeranno, Scuole di Spe-cializzazione in Chirurgia Generaleche ignorino la chirurgia roboticapotrebbero essere in futuro para-gonate a corsi di laurea in comuni-cazione che prescindono dallusodel computer.Proprio in considerazione di questiaspetti di formazione spiegaGianluca Oricchio, direttore gene-rale del Policlinico UniversitarioCampus Bio-Medico abbiamodeciso come primo Policlinico Uni-versitario italiano di dotarci di unrobot con doppia console, che per-metta al chirurgo in formazione, giallinterno del percorso universita-rio di specializzazione, di eserci-tarsi in interventi chirurgici simulatisu modelli anatomici artificiali, af-fiancato alla seconda console daun chirurgo esperto. il medesimoprincipio della scuola guida effet-tuata con macchine a doppia pe-daliera.

    Lorenzo De Cicco

    Alcune immagini delRobot Da Vinci, che nelprimo mese e mezzo tra-scorso dall'attivazione hagi effettuato oltre trentainterventi.

  • 15ATTUALITA

    IL CASOSSLazioDopo il rinvio di dicembre, il 28 febbraio sono scaduti i termini per i controlli

    Taxi, test antidroga a rischio raggiroCompletati gli esami per i conducenti delle auto-bianche della CapitaleMa su internet i consumatori denunciano: operazione poco trasparente

    Alla fine lesame lo hanno fattoquasi tutti. A nove mesi dalladelibera comunale che impo-

    neva a tutti i tassisti capitolini di sot-toporsi ad un controllo per verificarelassenza di alcolismo o tossicodi-pendenza cos recita la deliberaapprovata il 17 giugno 2010 i con-ducenti delle auto bianche si sonoadeguati e si sottoponendosi agliaccertamenti. Ma prima del 28 feb-braio data in cui scadevano i ter-mini degli esami la vicenda avevatrascinato con s una lunga scia dipolemiche. Alcune ancora tuttaltroche concluse.Le analisi costano almeno 150euro, chi ce le paga?, era stata laprima reazione dei sindacati deitassisti quando in Aula Giulio Ce-sare si cominci a parlare delleanalisi obbligatorie per i titolari di li-cenza. Ma allepoca il Campidoglionon volle sentire ragioni e opt perla linea dura, anche per indorare lapillola ad unopinione pubblica giabbastanza infastidita dai rincari

    delle tariffe, aumentati del 28%. Mala delibera, votata da tutti i gruppiconsiliari, con due astenuti e nes-sun voto contrario, rimasta cartabianca. Nessuna sollecitazione,nessuna pressione da parte del Co-mune sulle associazioni di catego-ria perch i tempi fossero rispettati ecos, vista limpossibilit di sanzio-nare due terzi degli autisti che an-cora non si erano sottoposti aicontrolli , il 10 dicembre 2010, ventigiorni prima della dead line, las-sessore alla Mobilit Sergio Marchi poi rimpiazzato da Antonello Auri-gemma nellAlemanno Bis stabildi rinviare i test di un anno, deci-sione poco gradita dallopposizione,anche perch il provvedimento non mai stato messo ai voti in AulaGiulio Cesare. Marchi ha postici-pato i controlli con una semplicememoria di giunta, che non haalcun valore amministrativo attac-cava il capogruppo Pd in Campido-glio, Umberto Marroni - Percompiacere ulteriormente la lobbydei taxi lamministrazione comunaledisattende le delibere votate dalConsiglio Comunale sulla sicurezzadel passeggero.

    Ma la decisione allepoca lasciperplessi anche a molti esponentidel Pdl. A partire da Fernando Aiuti,presidente della commissione Sa-nit, che non us mezzi termini percondannare la delibera dellaGiunta. I test su chi guida sono unamisura di prevenzione ovvia, dibuon senso attaccava il profes-sore dai banchi del Consiglio Co-munale - Sono profondamentedeluso e mi riservo di parlarne conil sindaco. Come non bastasse,poco dopo, stato il capogruppoPdl Luca Gramazio a chiederechiarimenti: Credo sia necessariauna spiegazione sul percorso cheha portato una memoria di Giunta amodificare una delibera votata al-l'unanimit dall'assemblea capito-lina.Uno scontro tanto forte interno allamaggioranza, che Alemanno de-cise di cassare la proposta di Mar-chi, riducendo il rinvio a soli 60giorni, fissando appunto il limitemassimo al 28 febbraio.Tutto benequel che finisce bene, dunque. Ov-

    viamente no. Da mesi nei circuitimail degli addetti ai lavori circolauna mail dal contenuto sospetto. Iltitolare della licenza si legge nellalettera - ha la possibilit di nominareun medico competente per la sor-veglianza sanitaria, il quale rilascial'idoneit annuale che certifichi unacorretta postura e la non dipen-denza da alcol e droghe allo stessotitolare di licenza e ai collaboratoridei conduttori del taxi. La legge im-pone un rapporto diretto fra il me-dico competente e il datore dilavoro, senza lucrose intermedia-zioni di autorit e di associazioni.Insomma, da quanto si legge nellamail, qualsiasi medico potrebbemettersi daccordo con il tassista erilasciargli lidoneit, che consenti-rebbe al conducente di non sotto-stare all'obbligo di subire un testantidroga da parte delle autorit co-munali. Per proteggere i terzi, i la-voratori e la licenza del taxi, nelrispetto della legge 81/08, vi quindi la necessit di nominare unmedico competente per la sorve-glianza sanitaria dei conduttori ditaxi. Ovviamente chi ha inviato questalettera, vuole in cambio qualcosa.Noi offriamo il servizio completocon un contributo spese annuale dicento euro, la quale comprende:valutazione del rischio, sorve-glianza sanitaria, visita medica etest antidroga annuale, con il rila-scio dell'idoneit a condurre taxi eauto noleggio. Le autorit comunaliche gestiscono le licenze dei tra-sporti obbligheranno i conducenti ditaxi e autonoleggi, sprovvisti dellasorveglianza sanitaria e dell'ido-neit al test antidroga, a sottoporsi

    annualmente al "test antidroga" co-attamente e a spese del tassista.La mail si conclude con una serie direcapiti telefonici per concordarel'appuntamento per la visita e per iltest antidroga, con immediato rila-scio della idoneit rischio antidrogaannuale. In attesa di essere contat-tati, porgiamo i pi cordiali saluti.Come a dire, fatta la legge trovatolinganno, secondo gli accusatori. Ele associazioni dei consumatoristorcono la bocca.A partire dallAdoc. Secondo il pre-sidente del movimento, Carlo Pileri,i controlli devono essere realizzatiin strutture pubbliche preposte, attea garantire la seriet e la certezzadei risultati delle analisi. Ci augu-riamo che la nuova giunta di Ale-manno possa intervenire perevitare che una prevenzione cosimportante possa essere sminuitalasciando perplessit sulla validitdei risultati.Ma i sindacati delle auto bianche ri-spediscono le accuse al mittente. IlCampidoglio ha solamente recepitoun decreto legislativo 81 del 2008 spiegano Se ad occuparsi dei testfosse stata la Asl, le strutture pub-bliche sarebbero state sia control-lato che controllore.

    Lorenzo De Cicco

    Una giornata di confronto tramedici e pazienti sulla scle-rosi laterale amiotrofica, ri-

    percorrendo la storia della cura diquesta patologia, i nuovi risultatidella ricerca ed i suoi collegamenticon il mondo dello sport. Questo iltema del convegno ECM del 2marzo nellAula Magna del Polo Di-dattico Neuromed di Camerelle.Nel corso degli ultimi anni si evi-denziato come la frequenza deicasi di Sla riscontrati fra i calciatoriprofessionisti, oltre una cinquan-tina, sia stata molto pi elevata ri-spetto alla media nazionale. Fra icasi pi conosciuti, quelli di StefanoBorgonovo, ex attaccante di Fio-rentina, e Gianluca Signorini, sto-rico capitano del Genova. Alconvegno sono intervenuti al-levento numerosi esperti del set-tore tra cui Mario Sabatelli, AntonioPizzuti, Vincenzo Silani, LetiziaMazzini, Valerio Stefano Tolli, Ni-cola Vanacore ed Adriano Chi:Ampio spazio anche alle associa-zioni, a partire dalla FondazioneStefano Borgonovo, Viva la VitaOnlus, AISLA Onlus e Istituto Leo-narda Vaccari.

    NeuromedUna giornata

    dedicataallemergenza Sla

    Il Campidoglio, cosa nota, non ha diretta giuri-sdizione sulle attivit delle Aziende sanitarie localiallocate sul territorio capitolino. Ma cosa pratica-

    mente sconosciuta al pubblico dei non addetti ai la-vori, prevede di avere dei rappresentanti allinternodelle singole conferenze sanitarie locali. Una pre-senza per lo pi accademica, virtuale, narrano le cro-nache che non ricordano un solo interventosignificativo in materia. Salvo quando uno di questipersonaggi si dimette, come appena accaduto aFerdinando Romano, che da sentinelladi Alemannonella difficile Asl RmC passato dallaltra parte dellabarricata a guidare lui stesso una Asl, la RmD, o alzaun polverone e se ne va, come Pierfrancesco Dauri,delegato del sindaco per la Asl RmA che se ne an-dato sbattendo la porta per protesta contro il piano ditagli della Polverini. Interessanti le motivazioni: as-soluta mancanza di concertazione tra la Giunta Re-

    gionale e il Comune di Roma in merito al piano diriordino ospedaliero e passiva accettazione da partedi questultimo. Insomma la protesta contro il si-lenzio assordante del Campidoglio contro un pianoche penalizza il territorio, secondo Dauri. Detto fatto,via un rappresentante se ne fa un altro. A presidiarela RmA ci va il prof. Vincenzo Bruzzese. Sar pi inlinea con Alemanno, far le barricate contro la Pol-verini (ma il delegato del sindaco osserva, non hapotere n competenze per farlo), sar una spia in-telligente e proporr correttivi? Tutto da vedere. Perla cronaca al posto di Romano stato nominatoLucio Alessandro. Par di capire che il ruolo di rap-presentante del sindaco nelle Asl oltre al prestigiopersonale e a qualche benefit offra poco nulla. Mavista la complessit del territorio capitolino e delle sueesigenze varrebbe la pena di dotare questi amba-sciatori del Campidoglio di qualche potere in pi.

    Quelle sentinelledel sindaconelle Asl capitolineservono davvero a qualcosa?

    Nel tondo il sindaco diRoma, Gianni Alemanno.Il primo cittadino ha deirappresentanti nelle Asldella capitale

    A destra l'assessore allaMobilit del Comune diRoma, Antonello Auri-gemma subentrato a Ser-gio Marchi nell'Alemannobis

  • 16ATTUALITA

    Anno I numero zero7 marzo 2011

    LA SANITA CHE FUNZIONA

    Nuovi prodotti, nuova ri-cerca, partnership interna-zionali ed un mercato in

    Est Europa e Asia tutto da con-quistare. In tempi di vacchemagre per la sanit italiana e la-ziale, lIstituto Dermopatico del-l'Immacolata da iscrivere allepoche eccezioni positive. Unazienda produttiva, con i conti inattivo che pensa a come investirepi che a risparmiare.Una delle punte di diamante delcomplesso lIDI Farmaceutici,nata e pensata dalla Congrega-zione dei Figli dellImmacolataConcezione di Via Monti di Cretanegli anni 60, quando i vertici del-lospedale pensarono di iniziare asviluppare i laboratori di tecnicafarmaceutica e cosmetica struttu-randoli a livello industriale.Al-lepoca si decise di stanziare lostabilimento a Pomezia, che pro-prio in quegli anni iniziava la suaavventura industriale.Siamo state tra le prime impresedel settore farmaceutico dellareae oggi rappresentiamo, dopograndi gruppi come Sigma Tau,una delle aziende meglio avviate spiegano Domenico Temperinie Luciano Ragni, rispettivamenteAmministratore e Consigliere De-legato di IDI Farmaceutici Siamo orgogliosi di avere contri-buito allo start-up industriale diunarea che oggi, insieme allaprovincia romana e pontina, rap-presenta il secondo polo farma-ceutico nazionale.In cinquantanni di storia, quelloche poteva essere un piccolo ri-sultato a livello locale, giganteg-gia tra i colossi farmaceuticinazionali, con circa ottanta dipen-denti a Pomezia e altrettanti infor-matori scientifici sparsi su tutto ilterritorio nazionale.La chiave del successo probabil-mente sta tutta qui: nellalta spe-cializzazione dei prodotti. OggilIDI Farmaceutici infatti lunicaazienda italiana a fare della der-matologia clinica un criterio di ri-cerca. Al di l della produzione difarmaci e cosmetici sottolineaPadre Franco Decaminada, Pre-sidente di IDI Framaceutici - cisiamo specializzati in linea conlospedale Istituto DermopaticodellImmacolata settore dermato-logico, in tutte le patologie di que-starea, dallacne alla psoriasi equesto un elemento di granderilievo sul piano clinico e farma-ceutico. Infatti sotto la guida delPresidente Franco Decaminada stata messa in atto una visionelungimirante e strategica che haportato lazienda ospedaliera IDIe lazienda farmaceutica in unadinamica moderna e competitiva.Peraltro lIDI Farmaceutici

    lunica azienda al mondo che faparte di un ospedale dermatolo-gico di grandi dimensioni, il pi im-portante dItalia, anche per ilnumero di posti letto. La possibilitdi sviluppare farmaci in strettaconnessione con lattivit ospeda-liera garantisce il massimo dellacollaborazione con i pazienti ciola clinica. I prodotti distribuiti nellefarmacie sono gi stati testati consuccesso sui pazienti del poloospedaliero.Altro punto di forza, ha continuatoil Presidente Decaminada, la do-tazione tecnologica dellistituto.Stiamo per avviare un laboratorioGmp per la realizzazione di nuoviimportanti farmaci nel settore der-matologico. Con il Laboratorio diIngegneria Tissutale e Fisiopatolo-gia Cutanea daremo vita ad unprodotto fatto con lembi di pelle dacellule staminali con cui riusci-remo a trattare anche le grandi pa-tologie dermatologiche: dalleulcere croniche degli arti inferiori,alle grandi ustioni, alle malattiedella pigmentazione, come la vitili-gine.La partnership con grandi gruppifarmaceutici potr consentire al-lIDI di avere in dotazione un ap-parato tecnologico di avanguardiae grazie agli studi condotti allIsti-tuto di ricerca IRCCS stiamo svi-luppando una nuova linea di

    prodotti in collaborazione con altregrandi compagnie internazionali.La sfida quella di riuscire a risol-vere le patologie ancora oggi diffi-cili da curare.E per farlo lIDI guarda al futuro. Ecos mentre molti ospedali delLazio sono costretti a ridimensio-narsi, lIstituto dellImmacolatapensa ad aprire nuove strutture.In futuro vogliamo aumentare il

    numero dei laboratori (oggi sono11, ndr), sviluppando anche altri fi-loni di ricerca, oltre a trapianti dipelle, come limmunologia haconcluso Padre Franco Decami-nada.Tutte le statistiche dicono che lepatologie da contatto su base im-munitaria sono in aumento e conqueste lesigenza di trovare far-maci nuovi e pi efficaci. Noisiamo in prima linea. La sfida piambiziosa quella di agganciare ilmercato dellEst asiatico a partiredalla Corea del Sud e muovere iprimi passi verso la Cina e lIndia.Una scommessa che va per an-cora studiata nei dettagli. Per ilmomento vogliamo indirizzarciverso i paesi Europei e guardareagli Stati Uniti. In futuro chiss.Tutto questo in linea con i principidi solidariet uman