SANCHEZ S-Storia e Compiti Della Pontifica Accademia Delle Scienze

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Marcelo Sánchez SorondoStoria e compiti della Pontificia Accademia delle ScienzeCITTÀ DEL VATICANO2002La Pontificia Accademia delle Scienze trae le sue originidall’Accademia dei Lincei, fondata a Roma nel 1603, sotto l’auspicio del Papa Aldobrandini Clemente VIII, dall’erudito principeromano Federico Cesi. Leader dell’Accademia fu il celebre GalileoGalilei. Discioltasi dopo la morte del suo fondatore, l’Accademiavenne restaurata da papa Pio IX nel 1847 con il nome di AccademiaPontificia dei Nuovi Lincei. Papa Pio XI rifondò successivamentel’Accademia nel 1936 con il suo nome attuale, conferendole uno statuto che sarà poi aggiornato nel 1976 da Paolo VI e nel 1986 daGiovanni Paolo II. A partire dal 1936, la Pontificia Accademia delleScienze si è occupata sia dell’approfondimento di specifici temiscientifici all’interno di singole discipline, sia della promozionedella cooperazione interdisciplinare, aumentando progressivamente il numero e il carattere internazionale dei suoi membri.

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  • CITT DEL VATICANO

    2002

    PONTIFICIAACCADEMIA

    DELLE SCIENZE

    EXTRA SERIES

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    MARCELO SNCHEZ SORONDOVescovo-Cancelliere

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    IARVMStoria e compitidella PontificiaAccademiadelle Scienze

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  • STORIA E COMPITI DELLA PONTIFICIAACCADEMIA DELLE SCIENZE

    MARCELO SNCHEZ SORONDOVESCOVO CANCELLIERE della PONTIFICIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE

    e della PONTIFICIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE SOCIALI

    I. NATURA E FINALIT DELLACCADEMIA II. UNO SGUARDO STORICO:DALLACCADEMIA DEI LINCEI ALLA CONTEMPORANEA PONTIFICIAACCADEMIA DELLE SCIENZE III. IL RUOLO DELLACCADEMIA NEL DIA-LOGO FRA PENSIERO SCIENTIFICO E FEDE CRISTIANA

    I. NATURA E FINALIT DELLACCADEMIA

    La Pontificia Accademia delle Scienze trae le sue originidallAccademia dei Lincei, fondata a Roma nel 1603, sotto lauspi-cio del Papa Aldobrandini Clemente VIII, dallerudito principeromano Federico Cesi. Leader dellAccademia fu il celebre GalileoGalilei. Discioltasi dopo la morte del suo fondatore, lAccademiavenne restaurata da papa Pio IX nel 1847 con il nome di AccademiaPontificia dei Nuovi Lincei. Papa Pio XI rifond successivamentelAccademia nel 1936 con il suo nome attuale, conferendole uno sta-tuto che sar poi aggiornato nel 1976 da Paolo VI e nel 1986 daGiovanni Paolo II. A partire dal 1936, la Pontificia Accademia delleScienze si occupata sia dellapprofondimento di specifici temiscientifici allinterno di singole discipline, sia della promozionedella cooperazione interdisciplinare, aumentando progressivamen-te il numero e il carattere internazionale dei suoi membri.

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  • LAccademia un ente indipendente allinterno della Santa Sedee gode di libert di ricerca. Sebbene la sua rinascita fu il risultato diuna iniziativa del romano Pontefice ed posta sotto la diretta pro-tezione del Papa regnante, essa organizza le proprie attivit inmodo autonomo, secondo le finalit che vengono cos riepilogatenel suo statuto: La Pontificia Accademia delle Scienze ha comefine di promuovere il progresso delle scienze matematiche, fisichee naturali e lo studio dei relativi problemi epistemologici (Statutodel 1976, art. 2, 1). Le sue deliberazioni ed i suoi studi, cos comelappartenenza dei suoi membri, non sono influenzati da fattori dicarattere nazionale, politico o religioso: lAccademia intende per-tanto costituire una preziosa sorgente di obiettive informazioniscientifiche da mettere a disposizione della Santa Sede e dellacomunit scientifica internazionale.

    Il lavoro dellAccademia comprende oggi sei aree principali: a)Scienza fondamentale; b) Scienza e tecnologia dei problemi globa-li; c) Scienza in favore dei problemi del Terzo Mondo; d) Etica epolitica della Scienza; e) Bioetica; f) Epistemologia. Le disciplinetrattate sono suddivise in nove ambiti: discipline fisiche e affini,astronomia, chimica, scienze della terra e dellambiente, scienzedella vita (botanica, agronomia, zoologia, genetica, biologia mole-colare, biochimica, neuroscienze, chirurgia), matematica, scienzeapplicate, filosofia e storia delle scienze.

    I nuovi membri dellAccademia sono eletti dal corpo degliAccademici, scelti fra uomini e donne di ogni razza e religione in baseallalto valore scientifico delle attivit svolte ed al loro profilo morale;essi vengono poi nominati ufficialmente dal romano Pontefice.LAccademia governata da un Presidente, nominato tra i suoi mem-bri dal Papa, assistito da un Consiglio scientifico e da un Cancelliere.Inizialmente costituita da 80 Accademici di cui 70 nominati a vita, nel1986 Giovanni Paolo II ha portato ad 80 il numero dei membri vitali-zi, ai quali si affiancano un numero limitato di Accademici Onorari,scelti tra personalit altamente benemerite, ed altri che lo sono permotivo del loro incarico: fra questi ultimi, il Cancelliere, il Direttore

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  • della Specola Vaticana, il Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticanae il Prefetto dellArchivio Segreto Vaticano.

    In accordo con le sue finalit statutarie, la Pontificia Accademiadelle Scienze: a) tiene sedute Plenarie degli Accademici; b) orga-nizza Convegni ordinati al progresso della scienza e alla soluzionedi problemi tecnico-scientifici ritenuti particolarmente importantiper lo sviluppo dei popoli; c) promuove indagini e ricerche scienti-fiche che possono contribuire, nelle sedi competenti, allapprofon-dimento di questioni morali, sociali e spirituali; d) indice conferen-ze e celebrazioni; e) cura la pubblicazione degli Atti dei propri con-vegni, dei risultati di ricerche scientifiche e di studi di Accademici edi altri scienziati (Statuto del 1976, art. 3, 1). A tal fine vengonoorganizzate le tradizionali Settimane di studio e vengono formatidegli specifici Gruppi di lavoro. Sede centrale dellAccademia laCasina Pio IV, un villino costruito dal celebre architetto PirroLigorio nel 1561 come residenza estiva del Papa; circondato dalverde dei Giardini Vaticani, vi si possono ammirare affreschi, stuc-chi, mosaici e fontane del XVI secolo.

    Ogni due anni viene conferita la Medaglia Pio XI, istituita nel1961 da Giovanni XXIII, ad un giovane scienziato che si sia distin-to per i risultati scientifici ottenuti a livello internazionale. Tra lePubblicazioni vanno ricordate tre Collane: Scripta Varia,Documenta, e Commentarii. In Scripta Varia, vengono pubblicati ilavori pi importanti, come ad esempio i rapporti completi delleSettimane di Studio e dei Convegni. Di formato pi piccolo, la seriedei Documenta consente la pubblicazione di brevi note frutto dellediverse attivit, nonch discorsi papali o dichiarazioni degli acca-demici in merito a temi di particolare attualit. I Commentarii con-tengono articoli, memorie e commenti di natura principalmentemonografica, concernenti specifici argomenti scientifici. Le spesedellattivit dellAccademia sono sostenute dalla Santa Sede.

    Nel corso dei suoi vari decenni di attivit, lAccademia haavuto fra i suoi membri vari premi Nobel, molti dei quali furononominati accademici prima di ricevere il prestigioso riconosci-

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  • mento internazionale. Fra questi vi furono Lord Ernest Rutherford(Nobel per la Chimica nel 1908), Guglielmo Marconi (Fisica 1909),Alexis Carrel (Fisiologia 1912), Max von Laue (Fisica 1914), MaxPlanck (Fisica 1918), Niels Bohr (Fisica 1922), Werner Heisenberg(Fisica 1932), Paul Dirac (Fisica 1933), Erwin Schroedinger (Fisica1933), Sir Alexander Fleming (Fisiologia 1945), Chen Ning Yang(Fisica 1957), Rudolf L. Mssabauer (Fisica 1961), Max F. Perutz(Chimica 1962), John Eccles (Fisiologia 1963), Charles H.Townes(Fisica 1964), Manfred Eigen e George Porter (Chimica 1967), HarGobind Khorana e Marshall W. Nirenberg (Fisiologia 1968). Fra gliAccademici premi Nobel pi recenti ricordiamo ancora, Christiande Duve (Fisiologia 1974), Werner Arber e Geroge E. Palade(Fisiologia 1974), David Baltimore (Fisiologia 1975), Aage Bohr(Fisica 1975), Abdus Salam (Fisica 1979), Paul Berg (Chimica1980), Kai Siegbahn (Fisica 1981), Sune Bergstrm (Fisiologia1982), Carlo Rubbia (Fisica 1984), Rita Levi-Montalcini (Fisiologia1986), John C. Polanyi (Chimica 1986), Jean-Marie Lehn (Chimica1987), Joseph E. Murray (Fisiologia 1990), Gary S. Becker(Economia 1992), Paul J. Crutzen (Chimica 1995), Claude Cohen-Tannoudji (Fisica 1997) e Ahmed H. Zewail (Chimica 1999).Illustri Accademici del passato furono Padre Agostino Gemelli(1878-1959), fondatore dellUniversit Cattolica del Sacro Cuore ePresidente dellAccademia dalla sua rifondazione fino al 1959, emons. Georges Lematre (1894-1966), uno dei padri della cosmo-logia contemporanea, che ricopr lincarico di Presidente dal 1960al 1966. Sotto la presidenza del biofisico brasiliano Carlos Chagase del suo successore Giovanni Battista Marini-Bettlo, lAccademiaha coniugato la sua attivit di ricerca scientifica con la promozio-ne della pace e del progresso dei popoli, dedicando un sempremaggior interesse ai problemi scientifici e sanitari del TerzoMondo. La presidenza attualmente affidata dal fisico italianoNicola Cabibbo, celebre per la scoperta del cosiddetto angolo diCabibbo (N. Cabibbo, Unitary Symmetry and Leptonic DecaysPhys. Rev. Lett. 10, 531-533 [1963]).

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  • Le finalit e le attese dellAccademia, nel quadro del dialogofra scienza e fede, venivano cos espresse da Pio XI (1922-1939)nel Motu Proprio, che ne istituiva la rifondazione: Tra le molteconsolazioni, con le quali la divina Bont ha voluto rallegrare glianni del Nostro Pontificato, Ci piace di porre quella di aver Noipotuto vedere non pochi di coloro che si dedicano agli studi dellescienze sperimentali mutare il loro atteggiamento e il loro indi-rizzo intellettuale nei riguardi della religione. La scienza quando vera cognizione non mai in contrasto con le verit della Fedecristiana; anzi come ben noto a coloro che studiano la storiadella scienza si deve riconoscere che, da un canto, i RomaniPontefici e la Chiesa Cattolica hanno sempre favorito le ricerchedei dotti anche nel campo sperimentale, e dallaltro queste ricer-che hanno spianato la via alla difesa del deposito delle veritsoprannaturali, affidato alla Chiesa []. Ci ripromettiamo per-tanto ed nei Nostri fervidi voti che gli Accademici Pontifici,per mezzo di questo loro e Nostro Istituto, conferiscano semprepi e sempre meglio al progresso delle Scienze; ad essi non chie-diamo altro, giacch in questo egregio proposito e nobile lavoroconsiste quel servizio in favore della verit che da essi aspettia-mo (AAS 28 [1936], p. 427; tr. it. OR, 31.10.1936).

    A distanza di oltre quarantanni, Giovanni Paolo II tornava asottolinearne ruolo e scopi in occasione nel suo primo discorso agliAccademici, tenuto il 10 novembre del 1979 per il centenario dellanascita di Albert Einstein: Lesistenza di questa PontificiaAccademia delle Scienze, di cui nella pi antica ascendenza fu socioGalileo e di cui oggi fanno parte eminenti scienziati, senza alcunaforma di discriminazione etnica o religiosa, un segno visibile, ele-vato tra i popoli, dellarmonia profonda che pu esistere tra le veri-t della scienza e le verit della fede []. La Chiesa di Roma insie-me a tutte le Chiese sparse nel mondo, attribuisce una grandeimportanza alla funzione della Pontificia Accademia delle Scienze.Il titolo di Pontificia attribuito allAccademia significa, come voisapete, linteresse e limpegno della Chiesa, in forme diverse dal-

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    lantico mecenatismo, ma non meno profonde ed efficaci. Come hascritto linsigne compianto Presidente dellAccademia MonsignorLematre: La Chiesa ha bisogno della scienza? Ma al cristianoniente di ci che umano gli estraneo. Come ha potuto la Chiesadisinteressarsi della pi nobile delle occupazioni pi strettamenteumane: la ricerca della verit? [] Entrambi gli scienziati cre-denti e non credenti sono impegnati a decifrare il palinsesto dellanatura costruito in maniera assai complessa, dove le tracce dellediverse tappe della lunga evoluzione del mondo sono state ricoper-te e confuse. Il credente forse ha il vantaggio di sapere che lenig-ma ha una soluzione, che la scrittura soggiacente in fin deiconti lopera di un essere intelligente, dunque che il problemaposto dalla natura stato posto per essere risolto e che la sua dif-ficolt senza dubbio proporzionata alla capacit presente ofutura dellumanit. Questo forse non gli dar delle nuove risor-se per linvestigazione. Ma ci contribuir a trattenerlo nel sanoottimismo senza il quale uno sforzo sostenuto non si pu mante-nere a lungo (Discorso alla Pontificia Accademia delle Scienze,10.11.1979, Insegnamenti, II, 2 [1979], pp. 1119-1120).

    Proprio in quel primo discorso, Giovanni Paolo II chiederformalmente a storici, teologi e scienziati, di tornare ad appro-fondire lesame del caso di Galileo. E chieder di farlo nel lealericonoscimento dei torti, da qualunque parte provengano, alloscopo di rimuovere le diffidenze che quel caso tuttora frappone,nella mente di molti, alla fruttuosa concordia fra scienza e fede(ibidem, pp. 1117-1118).

    II. UNO SGUARDO STORICO: DALLACCADEMIA DEI LINCEI ALLACONTEMPORANEA PONTIFICIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE

    Litinerario storico dellAccademia sinteticamente raccoltonegli articoli di Marini-Bettlo (1986) e Marchesi (1988), ed inmodo pi esteso nella monografia di Rgis Ladous (1994). Come

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  • abbiamo segnalato allinizio, la Pontificia Accademia delle Scienzeaffonda le sue radici in epoca post-rinascimentale. La sua originerisale allantica Accademia dei Lincei, fondata nel 1603 dallappenadiciottenne principe Federico Cesi (1585-1630), botanico e natura-lista, figlio del duca di Acquasparta ed appartenente ad una nobilefamiglia romana. Presero parte alliniziativa altri tre giovani:Giovanni Heck, medico olandese di 27 anni, Francesco Stelluti diFabriano ed Anastasio de Filiis di Terni. Nasceva cos la primaAccademia dedicata alle scienze, che prendeva posto accanto allealtre Accademie, di letteratura, storia, filosofia e arte, sorte tutte nelclima umanista del Rinascimento. Lesempio del Cesi e del gruppodi studiosi da lui guidato fu seguito anni dopo in altri paesi: nel1662 fu fondata a Londra la Royal Society e nel 1666 fu fondata aParigi lAcadmie des Sciences.

    Pur rifacendosi al modello dellAccademia aristotelico-platoni-ca, il suo scopo fu del tutto peculiare e innovativo. Cesi volle fon-dare con gli accademici un metodo di ricerca basato sullosserva-zione, lesperimento e il metodo induttivo. Chiam dunque taleAccademia dei Lincei, in quanto gli scienziati che ad essa aderi-vano dovevano avere locchio acuto come quello della Lince, perpenetrare i segreti della natura osservandola nei suoi aspetti micro-scopici e macroscopici. Attenti allosservazione delluniverso intutte le sue dimensioni, i Lincei fecero uso nella ricerca scientificadel microscopio (perspicillus-occhialino) e del telescopio (tubulusopticus), estendendo lorizzonte della conoscenza dallestremamen-te piccolo allestremamente grande. Federico Cesi aveva fatto suoper i Lincei il motto: minima cura si maxima vis (cura le cose pipiccole se vuoi ottenere i risultati pi grandi).

    Il gruppo del Cesi fu attento anche alle nuove scoperte di carat-tere scientifico e naturalistico provenienti dal Nuovo Mondo, comedimostra una delle opere pi significative del collegio dei primiLincei il Rerum medicarum thesaurus novae Hispaniae, noto poicome Tesoro Messicano, stampato a Roma nel 1628: unamplissimaraccolta di nuove conoscenze geografiche, naturalistiche, e testi-monianze sulle esplorazioni delle Americhe.

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  • LAccademia ebbe sin dallinizio vicende alterne. Dopo pochianni dalla sua fondazione fu fortemente ostacolata dal padre delCesi, perch riteneva vi si realizzassero attivit poco trasparenti,fra cui degli studi di alchimia. Ma proprio alla morte del padre(1610), gli abbondanti mezzi economici ottenuti grazie alleredi-t di cui Federico venne in possesso, e le nuove adesioni di rino-mati studiosi tra cui Galileo Galilei, Giovan Battista della Porta,Fabio Colonna e Cassiano dal Pozzo, consentirono allAccademiadi progredire e svilupparsi.

    Non pu essere trascurato il carattere di ispirazione religiosaposseduto dallAccademia, che fu posta sotto il patronato di S.Giovanni Evangelista, spesso raffigurato nelle miniature delle suepubblcazioni con laquila o la lince, entrambi simboli della vista edella ragione. Essa fu dunque concepita come una congregazione distudiosi che avevano per fine come si legge nel suo Regolamento,detto Linceografo la conoscenza e la sapienza delle cose nonsoltanto da acquisire vivendo insieme con onest e piet, ma con loscopo ulteriore di comunicarle pacificamente agli uomini, senzadanno alcuno. La natura era vista non solo come oggetto di studioma anche di contemplazione. Fra le raccomandazioni delLinceografo vi anche quella di far precedere lo studio ed il lavo-ro dalla preghiera: per questo motivo i lincei, in prossimit di farealcunch, debbono prima elevare la mente a Dio, pregarlo umil-mente e invocare lintercessione dei Santi (cfr. di Rovasenda eMarini-Bettlo, 1986, p. 18). Fra le pratiche di piet spirituale deimembri vi era la recita dellufficio liturgico della Beata VergineMaria ed il Salterio davidico. Per questo, osserva Enrico diRovasenda, lispirazione religiosa dei Lincei non pu essere tra-scurata, come da diverse parti si suole fare, n la si pu ridurre adun alone quasi mistico di scuola pitagorica, come pure statoscritto. Lalta figura morale di Cesi garanzia della sincera, lealeconfessione della propria fede religiosa (ibidem, p. 19). Uno deimotti dellAccademia, Sapientiae cupidi, ne indicava la tensioneverso una continua ricerca della verit attraverso la speculazione

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  • scientifica basata sulle scienze matematiche e naturali, ma sempreinserita in un orizzonte sapienziale.

    Come Galileo, di cui fu un grande sostenitore, il Cesi stimavaAristotele ma non gli aristotelici delluniversit di Padova, che sierano rifiutati di osservare attraverso il cannocchiale dello scien-ziato pisano, e fu assai critico verso la cultura universitaria della suaepoca. Federico Cesi svolse anche unimportante opera di media-zione fra lambiente teologico romano e Galileo, giungendo fino aconsigliare a questultimo di non insistere nella polemica sullinter-pretazione delle Scritture per dedicarsi pi efficacemente alla ricer-ca scientifica. La morte lo colse nel 1630, quando Galileo si dispo-neva a concludere il suo Dialogo sui massimi sistemi, il cui mano-scritto si proponeva di inviare proprio a Cesi perch questi ne curas-se la stampa. Dopo la morte di Cesi, le attivit dellAccademia siesaurirono fino al suo scioglimento.

    I primi tentativi di far rinascere i Lincei furono fatti nel 1745 aRimini da un gruppo di scienziati appartenenti al circolo di GiovanniPaolo Siomne Bianchi (conosciuto come Janus Plancus), StefanoGalli e Giuseppe Garampi. Ma la nuova Accademia ebbe una vitabrevissima. Maggiore successo ebbe il tentativo di rifondazione con-dotto a Roma nel primo Ottocento da Padre Feliciano Scarpellini(1762-1840), il quale diede il nome di Lincei ad unaccademia priva-ta da lui creata nel 1795; nonostante la mancanza di fondi e molte-plici difficolt, Scarpellini riusc a mantenere vivo il nome dei Linceie a raccogliere in un singolo corpo accademico i diversi scienziatioperanti nello Stato Pontificio, come il matematico DomenicoChelini, il naturalista Carlo Bonaparte, lanatomista AlessandroFlajani, i chimici Domenico Morichini e Pietro Peretti, il principeBaldassarre Odescalchi, i fisici Gioacchino Pessuti e Paolo Volpicelli,e il clinico Benedetto Viale (cfr. Marini-Bettlo, 1986, p. 10).

    Nuove concrete iniziative di restauro da parte delle autoritdello Stato Pontificio si ebbero nella prima met del 1800 per desi-derio dei papi Pio VII (1800-1823) e Leone XII (1823-1829), asse-gnandole come sede il secondo piano del Palazzo Senatorio in

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  • Campidoglio. Ma nel 1847 fu Pio IX che rinnov in modo ufficialelAccademia con il nome (gi segnalato da Gregorio XVI nel 1838) diAccademia Pontificia dei Nuovi Lincei, provvedendo alla prepara-zione di opportuni statuti, che prevedevano fra laltro la presenza di30 membri residenti e 40 corrispondenti. In questo periodo di atti-vit furono presenti noti astronomi, sacerdoti, come Francesco deVico e Angelo Secchi. Durante i moti rivoluzionari del 1848, laRepubblica Romana cerc di espellere lAccademia dalCampidoglio, che riusc per a conservare la sua sede con tatticheburocratiche. Nel 1870, a seguito della caduta dello Stato Pontificioe lunificazione del Regno dItalia, lAccademia si sdoppi in due dif-ferenti Istituzioni: la Reale Accademia dei Lincei, divenuta poi lat-tuale Accademia Nazionale dei Lincei, con sede nel Palazzo Corsinialla Lungara, e la Accademia Pontificia dei Nuovi Lincei, che futrasferita dal Campidoglio alla Casina Pio IV nei Giardini Vaticani.

    Si dovr attendere, come gi ricordato, fino al 28 ottobre del1936 per un ulteriore rinnovamento dellIstituzione, su insistenterichiesta del gesuita Giuseppe Gianfranceschi, professore di fisicapresso lUniversit Gregoriana e presidente della AccademiaPontificia dei Nuovi Lincei fin dal 1921. Una nuova PontificaAccademia delle Scienze verr cos eretta da papa Pio XI con ilMotu proprio In multis solaciis (tr. it. in Marini-Bettlo, 1987, pp.199-203, che presenta un accurato riepilogo della vitadellAccademia nel cinquantennio 1936-1986). La Presidenza fuaffidata al Rettore dellUniversit Cattolica Padre Agostino Gemelli,coadiuvato dal Cancelliere Pietro Salviucci e da un Consiglio com-posto da quattro Accademici. Vennero proposte le Sessioni plenarieannuali (poi divenute biennali), indirizzate a tutti gli Accademici. Iresoconti delle attivit ed i contributi dei soci venivano pubblicatinegli Acta Pontificiae Academiae Scientiarum e, successivamente,nelle Commentationes. La prima seduta fu inaugurata il 1 giugno1937, dallallora Cardinale Segretario di Stato Eugenio Pacelli, ilfuturo papa Pio XII. In questo periodo dellAccademia va ricordatala presenza di illustri membri, fra i quali: Ugo Amaldi, Giuseppe

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  • Armellini, Niels Bohr, Lucien Cuenot, Georges Lematre, TullioLevi-Civita, Guglielmo Marconi, Robert Millikan, Umberto Nobile,Max Planck, Ernest Rutherford, Erwin Schrdinger, FrancescoSeveri, Edmund Whittaker, Pieter Zeeman.

    Nel periodo che va dal 1937 al 1946 le pubblicazionidellAccademia hanno un carattere prevalentemente italiano, comei lavori degli Accademici Pistolesi, Crocco e Nobile sullaerodinami-ca. Ma compaiono anche alcune note di Accademici stranieri comequelle di E. Schrdinger nel 1937 sulla fisica quantistica e di M.Tibor nel 1937-1939 di carattere astronomico. Durante la secondaguerra mondiale lAccademia rallenter forzosamente le sue attivi-t, ma troveranno ugualmente spazio le pubblicazioni di scienziatiitaliani e israeliti emarginati dalle leggi razziali del 1938: tra questiun gruppo di matematici di origine ebrea con Tullio Levi-Civita eVito Volterra, e altri come Giuseppe Levi, Rita Levi-Montalcini, E.Fo e G.S. Coen. Pio XII (1939-1958), succeduto a Pio XI, non man-cher di rivolgere discorsi agli Accademici anche durante gli annidella guerra, come quello del 30 novembre del 1941, in occasionedellinaugurazione del IV anno accademico, dedicato ad una lungae profonda riflessione sulla posizione delluomo di fronte al creatoe di fronte a Dio (cfr. Discorsi e Radiomessaggi, III, pp. 271-281).

    Nellimmediato dopoguerra, in un momento di delicata rico-struzione e ricomposizione dei rapporti internazionali, di frontea grandi difficolt di contatti e di scambi scientifici, lAccademiaintraprese la pubblicazione dei risultati di maggiore interesseavutisi durante il periodo bellico nei vari campi della scienza, conlopera Relationes de Auctis Scientiis tempore belli (aa. 1939-1945), che ebbe una notevole importanza per favorire la ripresadei contatti scientifici tra nazioni ex-belligeranti. Nel 1946 vienenominato Accademico Alexander Fleming (1881-1955) in ricono-scimento della scoperta della penicillina che aprir la via alla pre-parazione farmacologica degli antibiotici.

    Negli anni Cinquanta del XX secolo, in concomitanza con i pro-blemi della ricostruzione e dello sviluppo delle regioni arretrate,

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  • lattivit della Pontificia Accademia delle Scienze fu concentrata suproblemi di scienza applicata. Nel 1955 si svolsero le Settimane diStudio sugli Oligoelementi, in cui per la prima volta si affrontava ilproblema della produzione agraria e delle fonti alimentari. Dopo lanomina al soglio pontificio di Giovanni XXIII (1958), nel 1959 morPadre Gemelli, cui segu la presidenza di G. Lematre.

    Gli anni Sessanta, videro uno sviluppo esponenziale delle scien-ze legate allelettronica e alla conquista dello spazio, che diedero unnuovo slancio allindustria e allo sviluppo tecnologico, ma anchedegli armamenti nucleari. Nellastrofisica la scoperta dei nuovi sen-sori e lo sviluppo della radio-astronomia aprirono luniverso anuove interpretazioni. La biologia si orientava agli studi molecola-ri della genetica. Nel 1961 la Pontificia Accademia delle Scienzeorganizz una Settimana di Studio sulle macromolecole di interes-se biologico, in particolare sulle nucleoproteine, argomento alloradi punta per la ricerca internazionale. In quelloccasione, incon-trando gli Accademici, Giovanni XXIII riaffermava la missione edu-catrice e culturale della Chiesa e la funzione del progresso scientifi-co nella valorizzazione della persona umana. Il Papa ricordava inol-tre che la scienza volta soprattutto allo sviluppo della personalitdelluomo e alla glorificazione di Dio Creatore: infatti ben lungi daltemere le pi audaci scoperte degli uomini, la Chiesa ritiene inveceche ogni progresso nel possesso della verit implichi uno sviluppodella persona umana e costituisce una via verso la verit prima,come anche la glorificazione dellopera creatrice di Dio (Discorsoin occasione del XXV dellAccademia, 30.10.1961, in Discorsi,Messaggi e Colloqui del Santo Padre Giovanni XXIII, vol. III, p. 493).Nel 1962 in occasione della Seduta plenaria, viene tenuta unanuova Settimana di Studio dedicata allastronomia che affrontava iltema delle radiazioni cosmiche nello spazio, condotta in prima per-sona dal Presidente Monsignor Lematre.

    Nel 1964, sotto il pontificato di Paolo VI (1963-1978) appare trale pubblicazioni della Pontificia Accademia delle Scienze, laMiscellanea Galileiana di mons. Pio Paschini, professore di storia

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  • allUniversit Lateranense. Favorita dal riferimento conciliare offer-to dal n. 36 della Gaudium et spes, si riapriva lentamente la que-stione galileiana, che porter al gi citato discorso di GiovanniPaolo II del 1979. Nel 1966 dopo la morte di Georges Lematre, suc-cede alla presidenza, Padre Daniel OConnell, gesuita e astronomoirlandese, gi Direttore della Specola Vaticana e Accademico a vitadal 1964, autore insieme ad altri astronomi di un importanteAtlante stellare. Il 1967 fu segnato dalla pubblicazione dellenciclicaPopulorum progressio, attraverso la quale Paolo VI portava allaribalta mondiale tutti i maggiori problemi inerenti lo sviluppo delTerzo Mondo. Il documento conterr anche un richiamo alla colla-borazione scientifica internazionale, perch questa favorisca conogni forma i paesi emergenti, introducendo lidea che il progressoscientifico debba essere guidato da un nuovo umanesimo: Ogninostro progresso, ciascuna delle nostre sintesi ci rivela qualcosa delpiano che presiede a lordine universale degli esseri, allo sforzo del-luomo e dellumanit per progredire. Noi siamo alla ricerca di unnuovo umanesimo, che permetta alluomo moderno di ritrovare sestesso, assumendo i valori superiori damore, damicizia, di preghierae di contemplazione (n. 20). In sintonia con i temi dellenciclica,lAccademia ritenne necessario aprirsi alla collaborazione con gliscienziati del terzo mondo e si tenne gi nel 1968 una Settimana diStudio sul tema La materia organica e la fertilit del suolo, sullalinea delle applicazioni scientifiche alla produzione agricola e allasoluzione dei problemi della fame nel mondo.

    Nel 1972 viene eletto presidente per la prima volta un laico, ilbrasiliano Carlos Chagas, gi membro delle Nazioni Unite, e segre-tario generale della prima conferenza delle Nazioni Unite suScienza e Tecnologie per lo sviluppo. Il nuovo Presidente dar alleattivit dellAccademia un nuovo orientamento, maggiormenteincentrato alla risoluzione dei grandi problemi della societ post-industriale (cfr. di Rovasenda, 2000). Lazione scientificadellAccademia si indirizza cos non soltanto ai temi della scienzapi propri della cultura occidentale, ma comincia ad occuparsi, con

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  • la collaborazione di Giovanni Battista Marini-Bettlo, che succede-r a Chagas nel 1988, anche ai problemi scientifici e sanitari orien-tati allo sviluppo del Terzo Mondo.

    Gli anni Ottanta vedono svilupparsi nuovi orientamenti dellaricerca scientifica, che si dirige alle scienze della vita, alle scien-ze della terra e allecologia. Lumanit deve affrontare nuovi pro-blemi, come linquinamento, le alterazioni della biosfera, le riser-ve energetiche, le manipolazioni genetiche. Nel 1982LAccademia si impegn a livello internazionale per la promozio-ne della Pace con la redazione di un Documento sulle arminucleari (cfr. Dichiarazione sul disarmo nucleare, EV 7, 1811-1825), dedicando la successiva Sessione Plenaria del 1983 altema della Scienza per la Pace. In relazione a tale circostanza,Giovanni Paolo II si appell ai governanti perch si adoperasseroefficacemente al fine di scongiurare il pericolo di un nuovo con-flitto bellico, invitando gli Stati al disarmo nucleare (cfr. Il sape-re scientifico edifichi la pace, 12.11.1983, in Insegnamenti, VI, 2[1983], pp. 1054-1060). Il documento e lappello ebbero una forterisonanza negli Stati Uniti dAmerica e in Unione Sovietica. Neglianni Novanta vi sono stati Convegni e Settimane di Studio dedi-cati ad analizzare il problema del prolungamento della vita equello della determinazione del momento della morte, il proble-ma dei trapianti e degli xenotrapianti, quello dello sviluppo soste-nibile; i temi della fecondazione artificiale, della clonazione emanipolazione genetica. Si tratta di argomenti che hanno pro-gressivamente coinvolto tematiche di natura etica, ponendo indialogo fra loro scienziati, filosofi e teologi. Pur mantenendo ilconsueto carattere di variet disciplinare, le ricerche ed i dibatti-ti degli Accademici si sono orientati in modo particolare versouna riflessione sulle dimensioni antropologiche ed umanistichedella scienza. Nel novembre del 1999 si tenuto il Gruppo diLavoro sul tema La scienza per luomo e luomo per la scienza;la Sessione Plenaria giubilare del novembre del 2000 stata dedi-cata al tema La Scienza e il futuro dellUmanit.

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  • III. IL RUOLO DELLACCADEMIA NEL DIALOGO FRA PENSIEROSCIENTIFICO E FEDE CRISTIANA

    Nei rapporti che intercorrono fra le Accademie e gli Stati oveesse svolgono le loro attivit, il caso della Pontificia Accademia delleScienze pu considerarsi un caso singolare, come singolare infondo il ruolo del piccolo Stato che la ospita. Il rapporto divenutoin questi lunghi anni assai fecondo. La Chiesa ha rivoltoallAccademia un ascolto attento, rispettando il suo lavoro e fomen-tando lautonomia delle sue dinamiche, scientifiche e organizzative.Attraverso di essa, il Magistero della Chiesa ha voluto far conosce-re al mondo scientifico il suo insegnamento ed i suoi orientamentiin temi che riguardavano il bene delluomo e della societ, lo svi-luppo umano integrale di tutti i popoli, la collaborazione scientifi-ca e culturale che deve animare il rapporto fra gli Stati. In occasio-ne dei numerosi discorsi e messaggi indirizzati allAccademia dacinque Pontefici, la Chiesa ha potuto riproporre il significato deirapporti fra la fede e la ragione, fra la scienza e la sapienza, fra la-more alla verit e la ricerca di Dio. Ma attraverso lAccademia laChiesa ha potuto anche comprendere pi da vicino, con tempismoe profondit, i contenuti e la portata di numerosi problemi cheoccupavano la riflessione del mondo scientifico, la cui ricadutasulla societ, sullambiente o sulla vita dei singoli uomini, non pote-va non interessarla sinceramente, non essendovi nulla di genuina-mente umano che non trovi eco nel suo cuore (cfr. Gaudium etspes, 1). La Pontificia Accademia delle Scienze divenuta cos unodei forum privilegiati per il dialogo fra Vangelo e cultura scientifica,raccogliendo tutte le stimolanti provocazioni, ma anche le entusia-smanti possibilit che tale dialogo porta con s, quasi simboleg-giando una comune crescita insieme della comunit scientifica edel Magistero della Chiesa nelle loro rispettive responsabilitverso la verit e verso il bene.

    Il precedente sguardo, seppure sommario, rivolto alle attivitsvolte negli oltre 60 anni dalla sua rifondazione, agli argomenti dei

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  • numerosi Convegni e Settimane di studio e alle pubblicazioni chelAccademia ha curato, mostrano tutta lattualit e limportanza deitemi affrontati. Scienziati di tutto il mondo, spesso in stretta colla-borazione con un gruppo di filosofi e di teologi, hanno esaminatoproblematiche che spaziano dalla genetica alla cosmologia, dalla-gricoltura alla distribuzione delle risorse, dalla chirurgia dei tra-pianti alla storia della scienza, dallecologia alle telecomunicazioni.I discorsi indirizzati dai Pontefici agli Accademici, da Pio XI aGiovanni Paolo II, hanno offerto importanti elementi di riflessionenon solo sulle responsabilit etiche e morali della loro attivit, maanche sul significato stesso della ricerca scientifica, sulla sua ten-sione verso la verit ed una conoscenza sempre pi approfonditadella realt. Il tema del rapporto fra la scienza e la fede, sia a livel-lo epistemologico che antropologico, ha rappresentato il contestoabituale di quasi tutte le allocuzioni pontificie. Diversi i linguaggiutilizzati con lo scorrere dei decenni, e diverse le enfasi poste suivari problemi, ma immutata lattenzione per il lavoro scientifico,per le dimensioni filosofiche e culturali che esso coinvolge.

    Accanto ad un tale dialogo, che potremmo chiamare ordina-rio, lopinione pubblica internazionale ha sottolineato alcune circo-stanze straordinarie, riprendendo sui mass media discorsi di par-ticolare importanza per il rapporto fra scienza e fede, dei qualilAccademia stata testimone, specie durante il pontificato diGiovanni Paolo II. Fra questi vi lallocuzione con la quale, comeabbiamo gi ricordato (vedi supra, I), Giovanni Paolo II si diressealla Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze nel novembredel 1979 per auspicare, e poi chiedere formalmente, la costituzionedi una Commissione di storici, scienziati e teologici, che riesami-nassero il caso Galileo e presentassero allopinione pubblica unaserena analisi dei fatti accaduti. Ci non era tanto finalizzato, stori-camente, a riconoscere linopportunit della condanna delleliocen-trismo operata quattro secoli prima dal SantUffizio (cosa gi rico-nosciuta fin dal 1757 con la cancellazione delle opere in questionedallelenco dei libri proibiti), quanto al fatto che, di quella vicenda,

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  • se ne mettessero ora meglio in luce sia il contesto storico-filosofico,sia le implicazioni sul piano culturale, chiarendo in modo pubblicoe da tutti comprensibile quanto era stato forse gi chiarito in unacerchia pi ristretta di intellettuali o di addetti ai lavori. In unanuova Assemblea dellAccademia tenuta il 31 ottobre 1992, il card.Paul Poupard esponeva alla presenza del Santo Padre i risultati dellaCommissione e ne commentava il lavoro svolto (cfr. Poupard, 1996).

    Quattro anni dopo, il 22 ottobre 1996 questa volta sotto formadi un Messaggio in occasione del 60 della rifondazione, GiovanniPaolo II sceglieva ancora la Pontificia Accademia delle Scienzecome interlocutore qualificato per indirizzare alcune importantiriflessioni sulla teoria dellevoluzione. Riprendendo e sviluppandoalcune considerazioni svolte dal suo predecessore Pio XII nellenci-clica Humani generis (cfr. DH 3896-3899), egli aggiungeva adessoche nuove conoscenze conducono a non considerare pi la teoriadellevoluzione una mera ipotesi, riconoscendo cos che questateoria si sia progressivamente imposta allattenzione dei ricercato-ri, a seguito di una serie di scoperte fatte nelle diverse discipline delsapere, imponendosi pertanto anche allattenzione del teologo edellesegeta biblico. Non sarebbe per esatto confinare solo aglianni pi recenti il clima di reciproco ascolto e di sereno confrontosu temi di grande rilevanza. La storia stata testimone anche dialtri episodi di intenso dialogo con i romani Pontefici di cui furonoprotagonisti lAccademia o qualcuno dei suoi membri. il caso adesempio di Max Planck, che volle farsi interprete direttamente pres-so Pio XII, nel 1943, dei rischi bellici connessi allutilizzo di ordignia fissione nucleare (cfr. Ladous, 1994, p. 144), o allo stretto rappor-to fra Pio XII e Georges Lematre, che consent al Pontefice di com-prendere pi da vicino, allinizio degli anni 1950, il senso dei nuovimodelli cosmologici che cominciavano ormai ad affermarsi inambiente scientifico, e delle questioni filosofiche, o perfino teologi-che, che parevano a prima vista risultarne coinvolte. In anni pirecenti, Carlos Chagas fu particolarmente attento a raccogliere nel1981 le preoccupazioni di Giovanni Paolo II, ancora convalescente

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  • dopo lattentato, circa le conseguenze per il pianeta di una possibi-le guerra nucleare, decidendo di presentare egli stesso gli studi fattiin proposito ai principali capi di Stato, in qualit di PresidentedellAccademia (cfr. di Rovasenda, 2000).

    Nella lettera che Giovanni Paolo II indirizzava nel giugno del1988 al Direttore della Specola Vaticana, Padre George Coyne, undocumento certamente fra i pi profondi sul tema del dialogo frascienza e fede, si afferma che la scienza ha servito per purificare lafede, mentre la fede stimola la ricerca scientifica, come lo prova ilfatto che la scienza moderna galileiana nata nel clima cristianocon la progressiva assimilazione del messaggio di libert che Cristoha portato nel cuore delluomo. Quindi, nella stessa lettera riferen-dosi al pi ampio contesto delle universit si sostiene: La Chiesa ele istituzioni accademiche, in quanto rappresentano due istituzionimolto differenti ma anche importanti, sono reciprocamente coin-volte nell'ambito della civilt umana e della cultura mondiale. Noiportiamo, davanti a Dio, enormi responsabilit verso la condizioneumana poich storicamente abbiamo avuto e continuiamo ad avereun'influenza determinante sullo sviluppo delle idee e dei valori e sulcorso delle azioni umane (Lettera al Direttore della SpecolaVaticana, 1.6.1988, OR 26.10.1988, p. 7). Perch ci si realizzasse, siauspicava limportanza che vi fossero esperti e luoghi particolar-mente dedicati a tale dialogo: la Chiesa da lungo tempo ne ha rico-nosciuto l'importanza fondando la Pontificia Accademia delleScienze, nella quale scienziati di fama mondiale si incontrano rego-larmente per discutere sulle loro ricerche e per comunicare allacomunit pi ampia in quali direzioni vanno le ricerche. Ma sirichiede molto di pi (ibidem).

    E in questo di pi Giovanni Paolo II indicava la necessit che,nel loro insostituibile dialogo, le Istituzioni scientifiche e ChiesaCattolica non pensassero solo, riduttivamente, alla composizione divecchi conflitti, bens alla necessit, pi importante, di un recipro-co aiuto verso lapprofondimento della verit e ad una crescitacomune nella responsabilit per il bene dei popoli ed il loro futuro.

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  • Ed in questa logica, con questa nuova disponibilit al servizio, chelattuale Presidente Cabibbo, nellindirizzo rivolto a Giovanni PaoloII in occasione della sessione plenaria giubilare sul tema la scien-za e il futuro dellumanit (OR 13-14.11.2000, p. 6), ha potuto par-lare di rinnovato impegno della Pontificia Accademia delleScienze con la Santa Sede per il bene della Chiesa tutta, della comu-nit scientifica e degli uomini e delle donne che cercano e credono.

    Bibliografia

    Studi e contributi di carattere storico: E. di Rovasenda, G.B.Marini-Bettlo, Federico Cesi nel quarto centenario della nascita,Pontificiae Academiae Scientiarum Scripta Varia 63 (1986); G.B.Marini-Bettlo, Historical Aspects of the Pontifical Academy ofSciences, Pontificae Academiae Scientiarum Documenta 21(1986); G.B. Marini-Bettlo, L'attivit della Pontificia Accademiadelle scienze 1936-1986, Pontificiae Academiae ScientiarumScripta Varia 71 (1987); G. Marchesi, La Pontificia Accademia dellescienze, luogo dincontro tra ragione e fede, Civilt Cattolica 139(1988), III, pp. 235-246; R. Ladous, Des Nobel au Vatican. La fonda-tion de lacadmie pontificale des sciences, Cerf, Paris 1994; P.Poupard (a cura di), La nuova immagine del mondo. Il dialogo frascienza e fede dopo Galileo, Piemme, Casale Monferrato 1996; E. diRovasenda, In ricordo dellantico Presidente della PontificaAccademia delle Scienze, C. Chagas, in OR 21-22.2.2000.

    Alcune pubblicazione dellAccademia in relazione ai temi trattatinella voce: P. Paschini (a cura di), Miscellanea galileana, 3 voll.Pontificiae Academiae Scientiarum Scripta Varia 27 (1964);Science and Technology for Developing Countries, PontificiaeAcademiae Scientiarum Scripta Varia 44 (1979); S.M. Pagano, A.G.Luciani, I documenti del processo di Galileo Galilei, PontificiaeAcademiae Scientiarum Scripta Varia 53 (1984); The ArtificialProlongation of Life and the Determination of the Exact Moment ofDeath, Pontificiae Academiae Scientiarum Scripta Varia 60 (1985);

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  • Discorsi indirizzati dai Sommi Pontefici Pio XI, Pio XII, GiovanniXXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II alla Pontificia Accademia delleScienze dal 1936 al 1986, Pontificiae Academiae Scientiarum ScriptaVaria 64 (1986); The Responsibility of Science, PontificiaeAcademiae Scientiarum Scripta Varia 80 (1988); Science forDevelopment in a Solidarity Framework, Pontificiae AcademiaeScientiarum Documenta 25 (1989); The Determination of BrainDeath and its Relationship to Human Death, Pontificiae AcademiaeScientiarum Scripta Varia 83 (1989); Science in the Context ofHuman Culture I-II, Pontificiae Academiae Scientiarum ScriptaVaria 85-86 (1990-1991); Resources and Population, PontificiaeAcademiae Scientiarum Scripta Varia 87 (1991); The Legal andEthical Aspects Related to the Project of the Human Genome,Pontificiae Academiae Scientiarum Scripta Varia 91 (1993);Discorsi dei Papi alla Pontificia Accademia delle Scienze (1936-1993),Pontificia Academia Scientiarum, Citt del Vaticano 1994.

    Per tutte le pubblicazioni della Pontificia Accademia delleScienze cf. Publication of the Pontifical Academy of Sciences (1936-1999), Citt del Vaticano 1999.

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  • Cosa mirabile! La religionecristiana, che sembra nontenere altro intento se nonquello della vita eterna,riesce pur nellordine tempo-rale eminentemente benefi-ca (Montesquieu, Esprit deslois, liv. III, cap. 6)

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