SAMUEL BECKETT

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SAMUEL BECKETT IL TEATRO DEL FALLIMENTO

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IL TEATRO DEL FALLIMENTO

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INTRODUZIONE o  Il “teatro dell’Assurdo” non esiste; o  La definizione è stata coniata da Martin

Esslin nel 1961. o  Non è un movimento letterario

codificato; o  Gli autori di cui parla Esslin (Beckett,

Ionesco, Adamov, Genet, Pinter, e così via), procedono poi per percorsi indipendenti.

o  Analizzeremo Beckett e il suo teatro, con pochi riferimenti agli altri autori.

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Background o  Il presupposto letterario e culturale del

teatro beckettiano si trova nel Modernismo (vedi presentazione relativa al Modernismo).

o  Inadeguatezza delle forme letterarie vittoriane per parlare dell’uomo del Novecento.

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Il perché dell’Assurdo (Adorno) “Dopo la seconda guerra mondiale tutto è distrutto senza saperlo, anche la cultura risorta; l’umanità continua a vegetare strisciando dopo che sono accadute cose a cui in verità non possono sopravvivere nemmeno i sopravvissuti, e su un mucchio di macerie cui è negata anche la meditazione cosciente della propria frantumazione.” T.W. Adorno, “Tentativo di capire Finale di partita”, 1961. 4

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Seconda definizione (Ionesco) “Assurdo è ciò che è privo di scopo. (…) recise le sue radici religiose, metafisiche e trascendentali, l’uomo è perduto; tutte le sue azioni divengono insensate, ridicole, inutili.” E. Ionesco, “Dans les armes de la ville”, 1957.

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Terza definizione (Camus) “Un mondo che possa essere spiegato sia pure con cattive ragioni, è un mondo familiare; ma viceversa, in un mondo subitamente spogliato di illusioni e di luci, l’uomo si sente un estraneo, e tale esilio è senza rimedio, perché privato dei ricordi di una patria perduta o della speranza di una terra promessa. Questo divorzio tra l’uomo e la sua vita (…) è propriamente il senso dell’assurdo.” A. Camus, Le Mythe de Sisyphe, 1942.

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LINGUAGGIO o Demarcazione tra questo teatro e il

teatro esistenzialista (Sartre), o quello delle avanguardie.

o  Il teatro di Beckett non parla dell’assurdo, lo mostra.

o  Il teatro di Beckett parla all’uomo di ogni luogo e di ogni tempo.

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Samuel Beckett o  Nasce in Irlanda (1906) e muore a Parigi

(1989). o  Studia italiano e francese; o  Si trasferisce a Parigi già dagli anni ’20, o  Conosce e frequenta Joyce, o  La sua produzione artistica comprende

saggi, poesie, racconti, romanzi, teatro, plays per la televisione, per la radio e un film,

o  Nel 1969 vince il Nobel per la Letteratura.

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Il bilinguismo di Beckett o Dal 1945 al 1958 scrive in francese; o Necessità di distanziarsi dalla lingua

madre per evitare gli automatismi o la caduta nella retorica.

o Ricerca di maggiore disciplina e controllo linguistico.

o  È uno dei pochissimi autori ad avere un corpus quasi interamente bilingue e autotradotto.

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Waiting for Godot A tragi-comedy in two acts

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Perché tragicommedia:

o  “The life of every individual, viewed as a whole and in general, and when only its most significant features are emphasised, is really a tragedy; but gone through in details it has the character of a comedy” (from Arthur Schopenhauer, The World as Will and Representation, 1819)

o  “Nothing is funnier than unhappiness” (from S. Beckett, Endgame, 1956)

o  “Il senso dell’opera, posto che esista, è che nulla è più grottesco del tragico. Bisogna esprimere questo fino alla fine, e soprattutto alla fine.” S. Beckett, lettera a Roger Blin, citato in Bertinetti (a cura di), Samuel Beckett. Il teatro completo, 1994.

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Un paio di citazioni o  “Nothing happens, twice”. o  “It is the shape that matters” and “Do not despair, one of the thieves was saved; do not presume, one of the thieves was damned”, cit. in Esslin.

o Struttura: circolarità (per i personaggi, cronicità vs. cronologia)

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Godot per punti: (Esslin)

o  storia ben costruita vs. niente trama; o  personaggi ben caratterizzati vs.

marionette; o  tema ben esposto e risoluzione finale

vs. né inizio né fine; o  ritrarre la realtà del secolo vs.

rappresentazione dell’incubo; o  dialogo brillante vs. balbettio

incoerente.

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Godot per punti 2: (Bertinetti)

o  mette in scena il fatto teatrale, rivelandone la natura di rappresentazione teatrale;

o  usa forme di spettacolo basso, popolare, all’interno di un genere alto;

o  riduce la conversazione ad un dialogo fine a se stesso, privandola della funzione significante che ha nel teatro tradizionale;

o  anche questo è un dramma di parola, ma svuotato dall’interno.

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La distruzione del linguaggio o  Parola e azione si contraddicono (finale); o  Uso della ripetizione; o  Uso delle contraddizioni; o  sfaldamento della struttura sintattica e

della punteggiatura (24% domande, 12% risposte);

o  uso dei diversi registri linguistici in senso musicale e non psicologico;

o  uso delle frasi fatte, proverbi, cliché; o  uso di omofoni o parole con più

significati per creare fraintendimenti. 16

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Endgame

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Play

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Altri titoli o  All That Fall o  Happy Days o  Come and Go o  Footfalls o  Rockaby o  Film o  Not I o  Quad o  Breath

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“His writing is not about

something, it is that something itself.” Samuel Beckett, Dante…Bruno.Vico..Joyce, 1929.

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Bibiografia o  Martin Esslin, The Theatre of the Absurd,

Penguin, 1961. o  Paolo Bertinetti, Invito alla lettura di Beckett,

Mursia, 1984. o  Ruby Cohn, Back to Beckett, Princeton UP,

1973. o  James Knowlson, Damned to Fame,

Bloomsbury, 1996. o  John Pilling (editor), The Cambridge

Companion to Beckett, CUP, 1994. o  http://samuel-beckett.net/

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