Salvador Allende.

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INDICE Cap. 1 La situazione prima del golpe 1.1 La guerra fredda in America Latina pag. 5 1.2 La Alianza para el progreso e la sua efficacia in Cile pag. 8 Cap. 2 Il protagonista 2.1 Le origini pag. 14 2.2 La formazione politica pag. 20 Cap. 3 La quarta candidatura di Allende 1

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La storia di Salvador Allende. Dal sogno socialista al golpe militare dell'11 settembre 1973.

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Page 1: Salvador Allende.

INDICE

Cap. 1 La situazione prima del golpe 1.1 La guerra fredda in America Latina pag. 5 1.2 La Alianza para el progreso e la sua efficacia in Cile pag. 8

Cap. 2 Il protagonista

2.1 Le origini pag. 14

2.2 La formazione politica pag. 20

Cap. 3 La quarta candidatura di Allende

3.1 Storia di un sabotaggio pag. 29

3.2 La vittoria di Allende pag. 32

Cap. 4 I mille giorni di Allende

4.1 Il primo tentativo di golpe pag. 39

1

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4.2 I caratteri della reforma agraria pag. 44

4.3 Le elezioni del 1971 e i rapporti con la DC pag. 48

4.4 Le nazionalizzazioni e l’offensiva dell’opposizione pag. 54

4.5 Il ruolo delle multinazionali e la crisi economica pag. 62

4.6 Il “Paro de octubre” e la partecipazione del generale

Prats al governo pag. 68

4.7 L’ultima fase pag. 73

Cap. 5 Il golpe e l’intervento americano

5.1 Preparazione del golpe pag. 85

5.2 L’11 settembre e la morte di Allende pag. 89

Cap. 6 Ripercussioni in Italia

6.1 Reazioni politiche e prime forme di aiuto pag. 100

6.2 Il golpe cileno e il compromesso storico pag. 106

Bibliografia pag. 116

2

Page 3: Salvador Allende.

“In questo momento critico, in questo batter di palpebre dell’agonia, sappiamo che entrerà la luce definitiva

attraverso gli occhi socchiusi. Ci capiremo tutti.

Andremo avanti insieme. E questa speranza è irrevocabile”.

Pablo Neruda

3

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CAPITOLO 1

LA SITUAZIONE PRIMA DEL GOLPE

4

Page 5: Salvador Allende.

1.1 LA GUERRA FREDDA IN AMERICA LATINA

Per comprendere le complesse realtà da cui nacquero e

si svilupparono negli anni Settanta le diverse

“concezioni” rivoluzionarie latinoamericane, occorre

soffermarsi sul contesto politico,economico e sociale

di allora.

La premessa iniziale è la constatazione della totale

egemonia degli Stati Uniti sul continente, attraverso

strumenti e dispositivi militari finalizzati al

coordinamento degli eserciti latinoamericani sotto la

direzione del Pentagono, utilizzando il Trattato

Interamericano di Assistenza Reciproca (TIAR), che

costituì il quadro di riferimento entro il quale si

sviluppò successivamente l’ingerenza ideologica,

politica e militare degli Stati Uniti, impegnati a

contrastare e combattere la “penetrazione comunista”

nel subcontinente latinoamericano. Il primo atto di

ingerenza avvenne nel giugno ‘54 quando

l’amministrazione del presidente Dwight Eisenhower,

5

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dopo aver dichiarato che il governo costituzionale

del Presidente Jacopo Arbenz era un “regime di

terrore di stampo comunista” (quando in realtà

l’unione Sovietica non manteneva nemmeno relazioni

diplomatiche con il Guatemala) perché il governo,

appoggiato in parlamento anche dai pochissimi deputati

comunisti (quattro) del Partito Guatelmateco del

Lavoro, aveva avviato una timida riforma agraria che

andava però ad intaccare gli interessi della United

Fruit Company, organizzò meticolosamente il colpo di

Stato per destituire Arbenz ed insediare Castello

Armas.

All’inizio degli anni Sessanta la politica di “difesa”

dell’emisfero venne riveduta, ampliata e rielaborata,

soprattutto perché ora si doveva affrontare una

minaccia proveniente dall’interno dei paesi, cioè lo

scoppio di tentativi insurrezionali capaci di

sovvertire l’ordine politico-economico vigente. La

popolazione latinoamericana, che viveva in uno stato

6

Page 7: Salvador Allende.

di miseria cronica, stava finalmente prendendo

coscienza dei fattori causali di questa povertà

estrema che si materializzava in una diffusa ambizione

di mutamento.

1.2 LA ALIANZA PARA EL PROGRESO E LA SUA EFFICACIA IN CILE

7

Page 8: Salvador Allende.

Gli Stati Uniti, dal canto loro, consapevoli che una

situazione di degenza e povertà delle popolazioni

sarebbe stata il preludio dell’avanzamento e

rafforzamento dei partiti di sinistra, adottarono una

strategia economica denominata “Alianza para el

progresso”.

L’Alianza para el progresso fu lanciata da j.F.

Kennedy il 17 agosto 1961 alla conferenza di Punta del

Este (Uruguay), sottoscritta da tutti i membri

dell’OEA, eccetto Cuba1.

In sostanza l’Alianza, fondata per impedire la

“esportazione della rivoluzione cubana”, consisteva in

una concessione di crediti ai paesi dell’America

Latina per promuovere riforme agrarie e fiscali e

compensare la diminuzione dei prezzi dello scambio

commerciale e dei miglioramenti sociali in genere. Il

presidente statunitense comprendeva la necessità di

privilegiare i settori borghesi progressisti e, non a

1 R. Betancourt, Hacia America Latina democratica e integrada, Taurus Ediciones, Madrid, 1969, pp.67-69.

8

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caso, fu il governo cileno democratico-cristiano di

Eduardo Frei a ricevere il maggior aiuto.

Il programma di Eduardo Frei, “La revoluciòn en

libertad”, era praticamente l’espressione cilena

dell’Alianza para el progreso e mirava ad affrontare i

problemi cruciali della modernizzazione della

agricoltura, dell’espansione mineraria, della

educazione, della giustizia sociale e della sovranità

nazionale. Il programma freista si presentava come

l’antidoto all’avvento delle Sinistre, riunite nel

Frente de Acciòn Popular (F.R.A.P.) guidato da

Salvador Allende.

La denominazione “La revoluciòn en libertad” di Frei

conteneva di per se già un accusa: che la rivoluzione

allendista avrebbe messo in gioco le libertà dei

cittadini. Nei fatti la revoluciòn en libertad venne a

scontrarsi con la realtà di un paese fortemente

contraddittorio fra sviluppo e arretratezza che

necessitava di un rilancio della propria economia.

9

Page 10: Salvador Allende.

Il presidente Frei avviò una serie di timide riforme

(come quella agraria che all’inizio ebbe il pieno

appoggio dei comunisti e dei socialisti) che non

raggiunsero però le mete indicate inizialmente, a

causa anche, del peggioramento degli indici economici,

in particolare quello dell’inflazione che alienò alla

DC l’appoggio delle classi medie e scatenò una ondata

di occupazioni di terreni periferici e di qualche

fabbrica con conseguenti scioperi e violenti scontri

di piazza2.

Uno dei temi centrali della politica economica cilena

era sicuramente la Riforma Agraria. Si pensi che ben

il 98% della proprietà agricola era in mano ad appena

il 2% della popolazione, concentrazione che

comportava che grandi estensioni terriere rimanessero

inattive e la produzione molto bassa.

La Ley de Reforma Agraria del 1967, che rappresentava

l’arma più riformista del governo Frei, in realtà

2 Cfr., R. Pizarro, Le contraddizioni del capitale straniero, Ediciones Era, Messico 1980, pp.281-290.

10

Page 11: Salvador Allende.

limitava la proprietà ad un massimo di 80 ettari di

terra irrigata preservando quindi un numero

sostanziale di grandi proprietari terrieri.

Per quanto riguarda le espropriazioni, su un totale di

260 mila proprietari agricoli esistenti in Cile, i

piani della riforma prevedevano l’espropriazione di

non più di 4500 proprietari. Il che significava che

più del 98% dei proprietari non sarebbero stati

interessati dalle decisioni governative. Inoltre la

legge non era imperativa, cioè non obbligava il

governo ad eseguire gli espropri, ma gli riconosceva

la facoltà di procedere qualora lo avesse ritenuto

opportuno.

Inoltre i finanziamenti ricevuti dall’Alianza non

furono affatto investiti in infrastrutture pubbliche e

in servizi sociali, e non vennero utilizzati per

progetti di salute pubblica o per tutelare gli operai

dall’impennata dell’inflazione. Si evince quindi il

11

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fallimento del programma freista, complementare a

quello dell’Aleanza para el Progresso.

12

Page 13: Salvador Allende.

CAPITOLO 2

IL PROTAGONISTA

2.1 LE ORIGINI

13

Page 14: Salvador Allende.

La famiglia di Allende non apparteneva propriamente

alla «borghesia ricca», ma a quella agiata delle

professioni liberali. Gli Allende erano convinti che

in Cile solo le professione liberali, in particolare

l’avvocatura e la medicina, permettessero di vivere

con decoro e indipendenza senza sfruttare il lavoro

d’altri e senza piegarsi di fronte ai potenti.

Il padre di Allende era notaio e avvocato, il nonno e

il bisnonno materno e diversi zii erano medici. La

famiglia aveva tradizioni patriottiche, radicali e

massoniche. Il bisnonno paterno Ramón Allende Garcés e

i fratelli Gregorio e José Maria avevano preso parte

alla guerra per l’indipendenza del Cile: Ramón e José

Maria combatterono nel distaccamento degli Ussari

della Morte, al comando del patriota Manuel Rodríguez

Erdoiza (1786-1818), Gregorio comandava uno squadrone

della guardia personale del generale Bernardo

O’Higgins (1778-1842), principale protagonista

dell’indipendenza e primo capo del nuovo Stato.

14

Page 15: Salvador Allende.

Quando, nel 1823, O’Higgins fu costretto ad andare in

esilio, Gregorio Allende Garcés lo accompagnò e restò

con il «Padre della Patria» per otto anni, prima di

tornare in Cile. La bisnonna era figlia di Vicente

Padín, decano della Facoltà di Medicina

dell’Università del Cile di Santiago e fondatore

dell’Ospedale di San Vicente3.

Il nonno Ramón Allende Padín (1845-1885) fu un famoso

medico e autore di importanti pubblicazioni

scientifiche. Nella sua breve vita ricoprì vari

incarichi, fra i quali quello di capo dei Servizi

medici dell’esercito durante la Guerra del Pacifico

con la Bolivia e il Perù (1879-1883), quello di

presidente del Consiglio di sanità e poi del Consiglio

di istruzione pubblica. Fu inoltre deputato del

Partito radicale per otto anni e senatore per quattro,

capo della Loggia massonica «Giustizia e Libertà»;

noto anticlericale furibondo (venne scomunicato),

3 Carlos Jorquera, El chico Allende, Ediciones BAT, 1990, pp. 65-68..

15

Page 16: Salvador Allende.

organizzatore di scuole laiche (fondò la scuola“Blas

Cuevas”), editore e giornalista dei periodici “Guía

para el Pueblo” e Deber.

Per le sue posizioni nella storia del Cile è ricordato

come «El Rojo Allende» (Allende il rosso).

Alla sua morte prematura il funerale fu quasi una

manifestazione politica con grande partecipazione di

gente; l’orazione funebre fu tenuta dal leader

radicale Enrique Mac-Iver Rodríguez (1845-1922) e fra

coloro che portavano il feretro a spalla vi erano due

futuri presidenti del Cile: José Manuel Balmaceda e

Ramón Barros Luco (1835-1919).

Del nonno e della tradizione familiare Salvador

Allende dice nell’intervista concessa a Régis Debray:

«Io ho una tradizione massonica. Mio nonno, il dottore

Allende Padín, è stato serenissimo Gran maestro

dell’Ordine massonico nel secolo scorso, quando essere

massone significava lottare. Le Logge massoniche, le

Logge Lautarine sono state il pilastro

16

Page 17: Salvador Allende.

dell’indipendenza e della lotta contro la Spagna

[...]. Allora, puoi capire benissimo come, per

tradizione familiare, e inoltre perché la Massoneria

ha lottato per princìpi fondamentali come la libertà,

l’uguaglianza e la fraternità, uno possa avere tali

legami [...]. Secondo una definizione ortodossa, la

mia origine è borghese, ma devo aggiungere che la mia

famiglia non è mai stata legata ai settori

economicamente potenti della borghesia, perché i miei

avi paterni hanno esercitato professioni cosiddette

liberali e altrettanto hanno fatto quelli materni

[...]. Tutti i miei zii e mio padre hanno militato nel

Partito radicale, quando essere radicali implicava

indiscutibilmente avere assunto una posizione

avanzata. Mio nonno ha fondato la prima scuola laica

del Cile ed è stato chiamato, per la sua posizione,

“Allende il rosso”»4. La famiglia Allende ebbe

relazioni d’amicizia e rapporti politici e di

4 Osvaldo Puccio, Un cuarto de siglo con Allende, Editorial Emisiòn, 1985, p.104.

17

Page 18: Salvador Allende.

fratellanza massonica con altri esponenti di primo

piano della storia del Cile. Lo zio paterno Ramón

Allende Castro fu per alcuni anni sindaco di Santiago

nel secondo decennio del Novecento; il piccolo

Allende, detto familiarmente «Chicho», poté conoscere,

perché frequentati dal padre Salvador Allende Castro e

dalla madre Laura Gossens Uribe, i futuri presidenti

Carlos Ibáñez del Campo (1877-1960), Arturo Alessandri

Palma (1868-1950) e il figlio Jorge Alessandri

Rodríguez (1896-1986), anch’egli futuro presidente e

avversario politico di Allende.

L’intrecciarsi di relazioni familiari e di amicizia è

importante nella storia cilena perché costituisce un

processo di integrazione delle élite sociali e

politiche e permette di comprendere le dinamiche che

intercorrono fra i gruppi dirigenti e l’attività,

spesso silenziosa e nascosta, di mediazione e di

trasformazione nei rapporti che influenzano

18

Page 19: Salvador Allende.

direttamente e indirettamente gli uomini che

controllano lo Stato e la vita politica pubblica.

Da questo punto di vista la famiglia Allende, pur non

essendo né per potere economico né per influenza

sociale fra le primissime del Cile, ha però dato al

proprio paese, con continuità, per ormai quasi due

secoli, uomini e donne che hanno svolto ruoli politici

e professionali di primo piano e che sono uniti con

vincoli di parentela ad altre famiglie di analoga

importanza nella storia del Cile.

2.2 LA FORMAZIONE POLITICA

La vita politica di Salvador Allende comincia nel 1926

quando decide di iscriversi alla facoltà di medicina

all’università del Cile: studiava e faceva attività

19

Page 20: Salvador Allende.

politica, fu presidente del comitato studentesco,

vicepresidente della Federazione degli studenti e

perfino membro del Consiglio universitario.

La crisi mondiale del 1929 colpì il Cile con forza.

Dal nord al sud, migliaia di disoccupati e di affamati

invasero la capitale. La dittatura di Ibànez rispose

con la repressione. Quando gli studenti occuparono

l’edificio centrale dell’Università del Cile, Allende

era in prima fila e finì per essere arrestato insieme

a centinaia di lavoratori e di studenti; il suo

attivismo politico fu punito con l’espulsione quando

gli mancavano solo due mesi per laurearsi5. I meriti

acquisiti come studente fecero tornare l’università

sulla sua decisione, così Allende poté terminare gli

studi.

A 29 anni vinse trionfalmente le sue prime elezioni

politiche giungendo in Parlamento come deputato di

Valparaiso e Quillota; si lanciò poi a capofitto

5 La Naciòn, Santiago del Cile, 7 settembre 1970.

20

Page 21: Salvador Allende.

nella campagna presidenziale del radicale Pedro

Aguirre Cerda, che si insediò alla Moneda nel 1938

alla guida di un governo di fronte popolare.

Anni di speranza in Cile mentre l’Europa affondava

nella seconda guerra mondiale. Allende abbandonò il

Parlamento per diventare il più giovane ministro della

sanità della storia cilena, aveva solo 30 anni6.

Come ministro s’impegnò per fare approvare la

riforma dell’assistenza sociale, il nuovo statuto

medico, i consigli scolastici e le leggi che

tutelavano la maternità e l’infanzia.

L’unità della sinistra durò poco. La crisi scoppiò al

tezo anno di governo di Aguirre Cerda, e fu un momento

di cui l’ex dittatore, generale Ibànez, approfittò per

compiere una nuova rivolta che passò alla storia come

l’ “areostazo”, dal nome del generale Ariosto Herrela

alla guida dei ribelli.

6 Cfr., Monica Gonzàlez, La Conjura,, Ediciones B, Cile, 2000, pp. 23-29.

21

Page 22: Salvador Allende.

Allende, senza pensarci un istante, si recò alla

Moneda per riconfermare la sua lealtà al Presidente, e

si trovava lì quando al Presidente giunse l’offerta di

fuggire a Valparaiso, con l’appoggio della Marina.

“Il presidente della Repubblica non si sottomette a un

ribelle”, rispose Aguirre Cerda. “Di qui non mi

tireranno fuori se non morto. Il mio dovere è di

morire difendendo il mandato affidatomi dal popolo”.

La cospirazione fallì, ma le parole del capo di

governo rimasero impresse a fuoco nella memoria di

Allende7.

Nelle successive elezioni presidenziali, l’unità della

sinistra era già spaccata. Alla Moneda giunse il

radicale Gabriel Gonzàlez Videla. Era l’inizio della

guerra fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Il

Cile cedette alle pressioni di Washington promulgando

la “legge di difesa permanente della democrazia”. I

7 Cfr., ibidem.

22

Page 23: Salvador Allende.

comunisti furono dichiarati fuorilegge, si ordinarono

arresti e si aprirono campi di prigionia.

Allende si batté tenacemente per la sua abrogazione

ed espresse la sua solidarietà ai carcerati nei luoghi

di detenzione.

E giunse l’anno 1952. Il dittatore Ibànez si trasformò

in candidato democratico e promise di far piazza

pulita dei politicanti. Al generale “della scopa”, lo

chiamarono così perché prometteva pulizia, si oppose,

per la sinistra, il senatore Allende con il debole

appoggio di un settore del Partito socialista e dei

comunisti che prese il nome di Fronte del Popolo. Fu

la sua prima candidatura presidenziale.

La sconfitta però fu impressionante: giunse quarto su

quattro candidati. Il risultato negativo non riuscì a

minare comunque l’entusiasmo di Allende, che invece

interpretava i 52 mila voti ricevuti come una vittoria

delle coscienze pulite.

23

Page 24: Salvador Allende.

Solo nel 1957 gli sforzi di Allende raggiunsero la

meta: l’unità socialista e la nascita del FRAP (Fronte

di azione popolare), con il quale affrontò le sue

seconde elezioni presidenziali nel 1958. Arrivò

secondo, con 354 mila voti: in sei anni aveva

conquistato più di 300 mila voti8.

Il dato importante è che perse solo per 30 mila voti

contro il candidato della destra Jorge Alessandri.

Di fatto, Allende fu sul punto di vincere e la cosa

non sfuggì a Washington, e all’interno della

Democrazia Cristiana e della destra cilena.

Sei anni dopo Allende era, per la terza volta,

candidato alla presidenza del suo Paese, contrapposto

ora al democristiano Frei Montalva.

Si trattava questa volta di un duello politico impari,

Frei poteva infatti disporre dell’aiuto e del sostegno

economico di Washington e della CIA.

8 M. Castells, La lucha de clases en Chile, cit., pp. 368-369..

24

Page 25: Salvador Allende.

L’obiettivo degli Stati Uniti era chiaro: impedire la

vittoria del candidato Allende. Lo dice con estrema

chiarezza, un memorandum top-secret inviato dal

segretario di Stato Dean Rusk alla Casa Bianca in data

14 agosto 1964: “Stiamo facendo il massimo sforzo

clandestino per ridurre la possibilità che il Cile sia

il primo Paese americano a eleggere come presidente un

marxista dichiarato”9.

Il risultato fu una campagna milionaria con striscioni

e manifesti in tutto il Cile, con una presenza

fortissima nelle radio e sui giornali di tutto il

Paese, nel libro paga della CIA c’erano 26

commentatori politici.

Questa campagna incluse, nella fase finale,

un’operazione di terrore con foto di carri armati

sovietici che, s’insinuava, avrebbero occupato il Cile

se avesse vinto Allende10.

9 Henry Kissinger, Gli anni della Casa Bianca, SugarCo, Milano 1980, p.65.10 Christopher Hitchens, Processo a Henry Kissinger, Fazi, Roma, 2003, p. 43.

25

Page 26: Salvador Allende.

Il rapporto del Senato americano dice che questo

intervento fu visto dalla Casa Bianca come qualcosa di

logico e di coerente con la sua politica estera

dell’Alleanza per il Progresso, perché in quel

contesto il Partito della Democrazia Cristiana (Pdc) e

il suo leader parevano fatti su misura per l’Alleanza.

In questo modo la CIA aveva già costruito la sua rete

di collaboratori cileni nella seconda metà degli anni

Sessanta. Una rete che si dimostrò d’importanza chiave

per le successive “operazioni clandestine” che avevano

nel mirino un solo uomo: Salvador Allende Gossens.

Prevedibilmente le elezioni del 1964 costituirono una

schiacciante sconfitta per Allende, il quale però non

si scoraggiò e anzi continuò a lavorare per il suo

obiettivo: riunificate la sinistra.

Nel 1969 Allende riuscì finalmente nel suo intento: la

costituzione dell’Unidad Popular, un alleanza di

sinistra, che lavorava già in vista delle elezioni

politiche del 1970.

26

Page 27: Salvador Allende.

Per la quarta volta il candidato presidenziale della

sinistra, ora unita, fu Salvador Allende. Il Cile di

queste elezioni però, non era più quello del 1964. Le

organizzazioni popolari e i sindacati si erano

moltiplicati nelle città e nelle campagne. Tanto che

il Pdc al governo scelse come candidato presidenziale

uno dei suoi leader più progressisti, Radomiro Tomic,

che presentava un programma che, nella sostanza, era

molto simile a quello di Allende.

CAPITOLO 3

27

Page 28: Salvador Allende.

LA QUARTA CANDIDATURA DI ALLENDE

3.1 STORIA DI UN SABOTAGGIO

1970, fine gennaio. A 61 anni, Salvador Allende iniziò

la sua quarta campagna elettorale per la presidenza

del Cile.

Contemporaneamente a Washington, tutte le analisi dei

servizi segreti portavano alla stessa conclusione: non

serviva a nulla appoggiare economicamente la campagna

del candidato della destra Alessandri. La forza

elettorale della sinistra, calcolando anche i

28

Page 29: Salvador Allende.

progressisti che avrebbero votato per Tomic, era

talmente grande che non restava altra strada se non il

sabotaggio.

Così, il 25 marzo 1970, si riunì a Washington il

Comitato Quaranta e approvò un primo stanziamento di

125 mila dollari per operazioni di sabotaggio contro

Allende11.

Il Comitato Quaranta fu chiamato così durante il

governo Nixon e ne facevano parte il presidente del

Comando congiunto dei capi di Stato maggiore, il

sottosegretario alla Difesa, il sottosegretario di

Stato per gli Affari Politici e il direttore della

CIA. Il Comitato era poi presieduto da Henry

Kissinger, consigliere del presidente per la sicurezza

nazionale.

Lo scopo fondamentale di questo comitato era di

approvare ed esercitare il controllo politico sulle

azioni clandestine all’estero.

11 Newton Carlos, Camelot, una guerra americana, Editora Objetiva, Brasil, 1991, p. 43.

29

Page 30: Salvador Allende.

Dalla visione del rapporto Church12 si scopre che la

CIA acquistò una stazione radio, finanziò il giornale

“El Mercurio”, appoggiò un’associazione di

imprenditori.

Il Paese fu poi tappezzato dall’immagine di Jorge

Alessandri, salvatore della patria in pericolo, in

contrapposizione all’altro “salvatore” che minacciava

di distruggerla.

A un mese dall’elezione il Comitato decise di

intensificare il sabotaggio: la CIA lavorò con tutti i

mezzi di comunicazione possibili e finanziò gruppi

femminili e fronti civici di destra. Oltre all’enorme

campagna propagandistica, tentò di spaccare il Partito

radicale, formazione politica non marxista.

Il rapporto Church mise in luce che la CIA si servì

anche di propaganda nera, cioè materiale che veniva

12 In seguito alle denunce su quanto stava avvenendo in Cile, il Senato americano costituì una commissione di indagine, presieduta dal senatore Frank Church e composta da 11 senatori. Il rapporto finale fu pubblicato nel 1975 con il titolo “Azioni clandestine in Cile 1963-1973”.

30

Page 31: Salvador Allende.

attribuito falsamente a un gruppo per provocare

divisioni tra comunisti e socialisti. C’erano persino

squadre che scrivevano sui muri e una campagna di

manifesti con carri armati sovietici che entravano a

Santiago. Si annunciava la fine della religione

cattolica, la fine della vita familiare e persino

della patria13.

3.2 LA VITTORIA DI ALLENDE

Alle 2.50 del  5 settembre 1970 un terremoto politico

investe l'America latina. Lo spoglio delle schede è

finito: Salvador Allende, medico, socialista,

candidato di Unidad Popular, al suo quarto tentativo,

ha conquistato la maggioranza relativa alle elezioni

presidenziali cilene. Su quello strano paese, lungo

più di 4 mila chilometri ma largo non più di 200, si

accendono i riflettori del mondo. Per la prima volta

un marxista può diventare capo di un governo

13 Ibidem

31

Page 32: Salvador Allende.

nell'emisfero Ovest grazie a una vittoria elettorale e

non a una insurrezione armata. Da Roma e da Parigi,

capitali del marxismo occidentale, arrivano a Santiago

del Cile legioni di giornalisti, analisti politici,

semplici militanti ansiosi di capire come reagirà il

laboratorio all'inedita formula cilena14.

E  l'attenzione è tanto più giustificata se si guarda

alle ambizioni di Salvador Allende Gossens, 61

anni, marxista e massone, dal '52 ostinatamente

impegnato a cercare una "via cilena" al socialismo

democratica e pacifica, ma non per questo meno

radicale.

Santiago: al termine della campagna

elettorale, i militanti di Unidad

Popular scendono nelle strade

per sostenere il blocco delle sinistre.

14 E. Taviani, Politica a memoria d’uomo, Il Mulino, Bologna, 2002, pp. 17-19.

32

Page 33: Salvador Allende.

Fonte: www.ossimoro.it

Nonostante la fortissima interferenza di Washington,

Salvador Allende fu il primo tra i candidati per le

elezioni presidenziali contro quello presentato dalla

Democrazia Cristiana, Radomiro Tomic, e quello della

destra, Jorge Alessandri.

   Candidato   Voti %

Allende 1.066.372  36,29% 

 Alessandri  1.050.863 35,76%

Tomic 821.350 27,95%

Totale    2.943.561    Fonte: PDBA

33

Page 34: Salvador Allende.

Il successo giungeva grazie ad un mutamento della

società cilena, dovuto alla nuova politica degli

eterogenei partiti della sinistra che avevano saputo

trovare, al di là delle divisioni tattiche e

ideologiche, l’unità su una strategia socialista.

La notte del 4 settembre la storia cilena cambiò

radicalmente direzione.

Da un balcone della sede della

Federazione degli studenti del

Cile, Allende affermò che la

«vittoria apre un cammino

nuovo per la patria, di cui

il principale attore è il

popolo del Cile». «Io», prosegue Allende, «chiedo che

il popolo comprenda che sono solamente un uomo, con

tutte le debolezze e i difetti che ha un uomo, che

accetto questo trionfo che non ha nulla di personale e

che devo all’unità dei partiti popolari, delle forze

34

Page 35: Salvador Allende.

sociali che sono state con noi»15. Allende sa che le

sue parole sono ascoltate da tutto il Cile e soppesate

una a una dagli osservatori nazionali ed esteri. Mai

prima di allora una elezione presidenziale cilena è

stata tanto seguita in tutto il mondo16.

In realtà, vinte le elezioni si aprì un periodo di

forti tensioni, poiché, come prevedeva la Costituzione

(art.64), qualora nessun candidato avesse raggiunto la

maggioranza assoluta dei suffragi diveniva necessario

il voto del Congreso Pleno (cioè le Camere riunite)

che avrebbe eletto scegliendo tra i candidati che

avevano ottenuto le due più alte maggioranze relative.

Ecco quindi che sul piano politico si cercò di trovare

un compromesso tra le diverse correnti interne alla DC

cha avvertì chiaramente l’importanza della sua scelta:

in Parlamento tutto dipendeva dal suo voto, visto che

i partiti della Unidad Popolar da soli non

raggiungevano nemmeno la maggioranza semplice.15 S. Allende, Primer mensaje del Presidente Allende, OIR, Santiago de Chile, 1971, p. 102.16 Luciano Aguzzi, Salvador Allende. L'uomo, il leader, il mito. Ediesse 2003, p. 109.

35

Page 36: Salvador Allende.

Dalla Junta Nacional, il 22 settembre si dichiarò il

sostegno ad Allende a condizione che venisse

introdotto nella Costituzione lo “Statuto delle

garanzie democratiche”. In altre parole si chiedeva ad

Allende che il suo governo rispettasse il pluralismo

politico, la neutralità delle Forze Armate, la libertà

d’insegnamento e altro; nonostante qualche timida

opposizione del Partito Socialista, si comprese che

questo patto non comprometteva assolutamente il

programma politico dell’Unidad Popular, semmai lo

riconfermava.

Così il 24 ottobre 1970 il Parlamento approvò la

vittoria di Allende con ampio margine: 153 voti contro

i 35 per Alessandri e 7 astensioni17.

17 Ibidem

36

Page 37: Salvador Allende.

CAPITOLO 4

I MILLE GIORNI DI ALLENDE

37

Page 38: Salvador Allende.

4.1 IL PRIMO TENTATIVO DI GOLPE

Nel lasso di tempo che separò l’elezione popolare(4

settembre) dall’investitura solenne del Congresso (24

ottobre) vennero progettati dal Dipartimento di Stato

e dalla CIA due tentativi per evitare che Allende

venisse costituzionalmente eletto e insediato

presidente della Repubblica del Cile.

Il Presidente Nixon mise in campo due squadre per

raggiungere l’obiettivo: una guidata dall’ambasciatore

Korry che riceveva istruzioni dal Dipartimento di

Stato (piano chiamato Track One) e l’altra comandata

da Richard Helms, direttore della CIA (Track Two).

Nel quadro dell’operazione Track One, per impedire ad

Allende di assumere il potere, la CIA e l’Ambasciata

38

Page 39: Salvador Allende.

statunitense tentarono di influenzare il voto di

nomina del Congresso tramite il golpe parlamentario18.

Dato che allora non esisteva il meccanismo della

seconda tornata elettorale, la soluzione era che il

Congresso non ratificasse l’elezione a maggioranza

relativa del candidato Allende, in modo da rompere la

tradizione repubblicana ed eleggere il candidato della

destra, Jorge Alessandri. Una volta eletto e insediato

alla Moneda, Alessandri si sarebbe dimesso con un

gesto patriottico per non creare una crisi politica;

si sarebbero annunciate nuove elezioni e il

democristiano Frei Montalva avrebbe potuto tornare

alla Moneda sommando i voti del Pdc e della destra.

Questa manovra fu chiamata il “gambetto Frei”. Nel

gioco degli scacchi, gambetto è la tattica di

sacrificare uno o due pezzi all’inizio per guadagnare

poi una posizione favorevole.

18 Churc Report. Covert action in Chile 1963-1973, p. 45.

39

Page 40: Salvador Allende.

Il Rapporto Church appurò che il Comitato Quaranta

approvò l’utilizzo di 250 mila dollari per il

“gambetto Frei”. Obiettivo ufficiale: comprare voti a

favore di Alessandri.

La cosa risultò rapidamente irrealizzabile e i 250

mila dollari non si spesero mai. Nonostante gli

sforzi, Frei si rifiutò di interferire con il processo

costituzionale e la manovra della rielezione andò a

rotoli.

Abortito il “gambetto Frei” tornò a riunirsi il

Comitato Quaranta, il quale approvò il taglio di tutti

i crediti, suggerì di fare pressioni sulle imprese

perché limitassero gli investimenti in Cile e di

contattare altri Paesi perché agissero nello stesso

modo. Si scatenò, così, un’ondata di panico

finanziario di grosse proporzioni.

Di natura più invadente fu l’operazione denominata

Track Two, che invece aveva lo scopo di fomentare un

colpo di Stato tramite la collaborazione delle Forze

40

Page 41: Salvador Allende.

Armate cilene per impedire ad Allende di assumere la

presidenza19. Si contattarono tre diversi gruppi

eversivi che fecero sapere che qualsiasi golpe doveva

essere preceduto dal rapimento del Comandante in capo

dell’esercito, il generale Renè Schneider. Ai cileni

che erano favorevoli ad un colpo di Stato, fu

assicurato un appoggio deciso del governo degli Stati

Uniti, sia prima che dopo il golpe.

La CIA contattò il generale a riposo Roberto Viaux

fornendogli del materiale bellico20. Si decise di

portare a termine l’azione il 22 ottobre, ma durante

il tentato sequestro il generale Schneider venne

ferito gravemente e l’operazione Track Two fallì anche

per la forte reazione che ebbe in Cile questo

assassinio politico.

Il giorno seguente l’elezione di Allende, morì

Schneider, il quale, nominato dopo la crisi

dell’ottobre 1969, avrebbe rappresentato una pedina 19 Church Report. Covert action in Chile 1963-1973, cit.20 G. Vicario, Militari e politica in America Latina, cit., p. 60

41

Page 42: Salvador Allende.

fondamentale per il futuro governo Allende in quanto

aveva da sempre ribadito la sua fedeltà alla

Costituzione cilena.

Se la personalità e il comportamento di Schneider

fossero stati diversi, sicuramente il governo di

Unidad Popular sarebbe stato sconfitto militarmente

ancor prima di nascere, e un regime autoritario si

sarebbe instaurato in Cile fin dall’ottobre del 1970.

L’eliminazione di Schneider avrebbe necessariamente

condotto ad uno sbandamento istituzionale del Paese e

anche delle stesse Forze Armate, invece venne nominato

il generale Carlos Prats, amico di Schneider e

ufficiale rispettoso dei principi costituzionali

il quale chiarì immediatamente che avrebbe mantenuto

inflessibilmente la stessa linea del suo predecessore.

42

Page 43: Salvador Allende.

4.2 I CARATTERI DELLA REFORMA AGRARIA

Quando Unidad Popular assunse il governo del Paese

Allende trovò un Cile condizionato da una grave crisi

congiunturale e strutturale. Si trattava degli effetti

di un’alta concentrazione monopolistica e di

un’economia agraria ancora fondata sul latifondo21. Nel

1970 il 50% della popolazione (proletari e poveri)

usufruiva appena del 16,1% del reddito nazionale; il

45% della popolazione (ovvero la classe media)

disponeva del 53% e il 5% (classe ricca) godeva del

restante 30% del reddito nazionale.

Il sistema economico-finanziario del Cile era in crisi

e necessitava di interventi radicali. Per questo

l’obbiettivo primario del Presidente Allende si

identificava necessariamente nel rilancio

dell’economia nazionale, ma una simile inversione di

21 Cfr. N. Restivo, Chile. La crisis de 1973 y los ciclos economicos, cit., p.82

43

Page 44: Salvador Allende.

tendenza poteva avvenire solo attraverso un

appropriamento delle ricchezze naturali e finanziarie

del paese. Innanzitutto della principale risorsa di

cui avrebbe potuto e dovuto disporre: il rame.

In breve, le basi della strategia centrale della UP,

che nel dicembre del ’70 firmò un accordo con la

Central Unica de Trabajadores de Chile (CUT),

consistevano in profonde modificazioni della proprietà

agraria, bancaria, mineraria e industriale, insieme

alla partecipazione attiva dei lavoratori.

Una delle colonne portanti del rinnovamento della

società cilena fu il Plan 71, che fissava

rigorosamente le tappe della transizione economica e

presentava le prime 40 misure da assumere nel breve

periodo22. Si trattava dell’applicazione del programma

presentato da Unidad Popular durante la campagna

elettorale. Tra gli obiettivi, il Plan prevedeva il

miglioramento delle condizioni di vita del popolo

22 L. Corvalàn, Il governo di Salvador Allende, cit., p. 191.

44

Page 45: Salvador Allende.

attraverso la costruzione di case popolari,

l’espansione dei servizi educativi e di salute

pubblica, attraverso investimenti per la creazione e

il potenziamento di reti di protezione sociale.

Altro obiettivo indicato nel Plan era l’ampliamento e

l’accelerazione della Riforma Agraria che

prevedeva l’espropriazione, solo nel 1971, di almeno

1000 latifondi.

Nello specifico, la riforma fissava la “immediata

assegnazione alla coltivazione agricola delle

terre abbandonate o mal sfruttate, di proprietà dello

Stato”, ed ancora, prevedeva l’organizzazione delle

terre sotto forma di cooperativa. In altre parole,

dell’espropriazione avrebbero beneficiato 30 mila

famiglie, al fine di assorbire la mano d’opera

disoccupata,meccanizzare l’agricoltura, razionalizzare

le colture e intensificare la produzione23.

23 Ibidem

45

Page 46: Salvador Allende.

Nonostante le difficoltà che rallentarono

l’operatività della riforma, il governo autorizzò

l’espropriazione, tra la fine del dicembre 1970 e

l’agosto del ’71, nel quadro della legge del 1967, di

1300 nuovi latifondi per una estensione complessiva di

2.500.000 ettari, pari al 30% del totale della

superficie agraria del paese24. Complessivamente, se si

analizzano i risultati raggiunti nel triennio 1970-73,

quella cilena, anche per il buon livello di

partecipazione contadina, è stata la riforma più

incisiva di tutta l’America Latina, nonostante i

limiti che ancora si presentavano soprattutto nelle

aree più rurali del paese e le enormi difficoltà

politico-economiche che ha dovuto fronteggiare il

governo della Unidad Popular.

24 J. Chonchol, La riforma agraria e l’esperienza cilena, in L. Basso, R. Rossanda e altri; L’esperienza cilena. Il dibattito sulla transizione , Il Saggiatore , Milano 1974, p.191

46

Page 47: Salvador Allende.

4.3 LE ELEZIONI DEL 1971 E I RAPPORTI CON LA DC

Malgrado l’immediato impatto economico negativo

seguito alla vittoria dell’UP, si verificò una

maggiore partecipazione popolare al progetto di

decollo dell’economia nazionale. La CUT registrò un

aumento degli iscritti da 700 mila ad 1 milione, la

crescita del prodotto nazionale raggiunse la cifra

dell’8%, e questo innalzamento era combinato, nei

primi mesi dell’71, con un aumento del volume della

produzione industriale pari al 14%.

Sul fronte governativo, la rapidità con la quale si

attuò nei primi mesi una politica di accentuata

redistribuzione dei redditi riuscì ad aumentare

quantitativamente l’appoggio popolare ai partiti di

sinistra, come dimostrò la vittoria elettorale di UP

alle municipali dell’aprile 1971, nelle quali la

47

Page 48: Salvador Allende.

coalizione registrò un aumento di dieci punti

percentuali rispetto alle precedenti presidenziali.

Per quanto riguardava i rapporti con l’opposizione,

all’interno della DC, esistevano settori che

continuavano ad essere concilianti con l’Unidad

Popular, come dimostra il clima politico dei primi

mesi del 1971 che fu caratterizzato da uno stabile

assetto politico-istituzionale che rifletteva una

certa relazione di coesistenza tra i diversi

antagonismi della DC e il blocco sociale rappresentato

da UP25.

In Parlamento, la Democrazia Cristiana, guidata dalla

corrente moderata che si identificava nel presidente

del partito Renàn Fuentealba e in Radomiro Tomic,

uomini disponibili al dialogo, svolgeva un ruolo di

opposizione corretta e democratica, respingendo le

richieste del Partido Nacional di bloccare

sistematicamente l’operato dell’Esecutivo al fine di 25 Cfr., F. Bertolini, F. Hermans, C. Corghi, La DC in Cile. L’ideologia democristiana e l’Internazionale DC, cit., p.117.

48

Page 49: Salvador Allende.

provocare la crisi totale delle istituzioni

rappresentative.

Purtroppo, questo confronto a distanza tra opposizione

ed Esecutivo terminò con il cambiamento radicale

nell’orientamento politico della DC. Una forte ed

irreversibile incrinatura politico-istituzionale si

ebbe successivamente all’omicidio di Edmundo Pèrez

Zujovic (8 giugno 1971), ex ministro degli Interni del

governo Frei.

Il Cile ricadeva così in un clima di tensione politica

e sociale che aveva già conosciuto pochi mesi prima

con l’omicidio del generale Schneider26.

Nei giorni seguenti gli attentatori si rivelarono

appartenere al VOP (Vanguardia Organizada del Pueblo),

un gruppo di estrema sinistra i cui militanti,

paradossalmente, erano stati poche settimane prima

amnistiati da Allende. Con questo violento atto si

produsse il definitivo sfaldamento del rapporto tra

26 Cfr., S. Bruna, La legalidad vencida, Santiago de Chile, 1980, cit., p. 115.

49

Page 50: Salvador Allende.

l’Unidad Popular e la DC che iniziò un progressivo

avvicinamento verso le posizioni reazionarie del

Partido Nacional per impostare un’azione comune contro

l’esecutivo.

L’Unidad Popular, accusata da Frei di “creare una

situazione di odio e violenza”27, condannò

categoricamente l’omicidio, e il Presidente Allende

comprese subito il significato politico

dell’assassinio e, parlando al paese, denunciò

l’azione di elementi cospirativi che operavano per

impedire al popolo di portare avanti, per la via

democratica, quei cambiamenti sociali destinati a

togliere il nostro paese dall’attuale stato di

arretratezza”28.

Sebbene questa crisi fu superata in breve tempo, sfumò

la possibilità di raggiungere un accordo tra il

governo e la DC; infatti nell’orizzonte politico si

registrò il rientro di Frei che si impadronì 27 L. Corvalàn, El gobierno de Salvador Allende, cit., p.192.28 Cfr., R. Sandri, Salvador Allende. La via cilena al socialismo, Editori Riuniti, Roma 1972, p.319.

50

Page 51: Salvador Allende.

nuovamente della leadership della DC, spostando il

baricentro del partito a destra e dichiarando guerra

frontale al governo.

Nonostante questa contrapposizione politica, il

Congresso Nazionale si ritrovò compatto nel voto

unanime al progetto di riforma costituzionale

riguardante la nazionalizzazione delle due più grandi

miniere del paese (Chuquicamata e El Teniente).

Il 1971 terminò con la visita di Fidel Castro, che,

assieme all’omicidio di Pèrez Zujovic, rappresentarono

due momenti congiunturali per comprendere la dinamica

disgregatrice dell’anno seguente.

Era il suo primo viaggio in un paese latinoamericano

dopo che gli Stati Uniti avevano imposto l’embargo

all’isola caraibica (1962). La presenza di Castro nel

paese simboleggiava l’inizio della fine del “cordone

sanitario” contro Cuba e l’incontro dei due diversi

processi “rivoluzionari” più avanzati del continente.

Durante le tre settimane di permanenza Castro percorse

51

Page 52: Salvador Allende.

tutto il Cile, incontrò rappresentanze universitarie,

popolazioni operaie, visitò centri di produzione.

Centinaia di migliaia di persone si mobilitarono per

vederlo o per ascoltarlo29. Di contro, la destra

assistette irritata a simili manifestazioni di giubilo

e fece esplodere la sua offensiva pochi giorni prima

della partenza di Castro.

I disordini che seguirono furono contenuti

dall’esercito comandato dal generale Augusto Pinochet:

in pochi minuti il centro della capitale divenne lo

scenario di violenti scontri causati dall’attivismo

terrorista dei gruppi sovversivi dell’estrema destra.

4.4 LE NAZIONALIZZAZIONI E L’OFFENSIVA DELL’OPPOSIZIONE

29 F. Castro, La rivoluzione e l’America Latina, Editori Riuniti, Roma 1972, p.143.

52

Page 53: Salvador Allende.

La Gran Minerìa del Cobre (GMC), settore costituito

dai giacimenti di El Teniente, Chuquicamata,

Potrerillos, El Salvador e Exòticat, era il fulcro

dell’impiego e del controllo di capitali stranieri ed

occupava un ruolo centrale nell’economia del paese in

quanto, nel 1970, le esportazioni di rame

rappresentavano circa l’81% della media annuale e ben

l’80% della produzione minerale era sotto il controllo

di imprese straniere (soprattutto per mezzo delle

multinazionali statunitensi Anaconda e Kennecott).

Nonostante l’importanza strategica della GMC il Cile

non aveva avuto, dal 1952 al 1971, un’indipendente e

stabile politica del rame30.

Durante il governo Frei, per effetto della

nacionalizaciòn pactada, le imprese minerarie

vendevano al Cile i suoi stessi giacimenti di rame,

parte inalienabile del patrimonio nazionale. Con

questo accordo non solo le imprese statunitensi non 30 Cfr. P. Garcia, La polìtica econòmica del gobiernoPopular, in Sociedad y Desarollo, Universidad de Chile, Santiago de Chile, 1972, pp.147-154.

53

Page 54: Salvador Allende.

aumentarono la produzione, ma non investirono

nell’economia cilena e, come se non bastasse, lo Stato

cileno dovette farsi carico di quei debiti che

raggiungevano l’enorme cifra di oltre 722 milioni di

dollari. E’ evidente che il tracollo della finanza non

nasceva nel 1970-’71 come conseguenza della politica

economica di Unidad Popular, ma risaliva alla

“cilenizzazione” del rame.

L’approvazione all’unanimità, nel luglio 1971, della

riforma costituzionale che introduceva nel sistema

giuridico cileno il concetto della nazionalizzazione,

andava a modificare l’articolo 10, n.10 della

Costituzione relativo al diritto di proprietà ed

integrava una disposizione transitoria che sanciva la

possibilità di nazionalizzare ricchezze o risorse

naturali del paese31 per finalità di utilità pubblica o

per interesse nazionale. Si capisce che l’aspetto

indubbiamente più rivoluzionario della nuova politica

31 E. Novoa Monreal, La batalla por el cobre, cit., pp. 418-424.

54

Page 55: Salvador Allende.

economica del governo, contenuta nel Plan 71, era

rappresentato dalla nazionalizzazione della GMC. La

riforma, che avviava il paese verso la sua definitiva

indipendenza economica, stabiliva il dominio assoluto,

esclusivo, inalienabile e imprescrittibile dello Stato

su tutti i giacimenti e le miniere, di modo che i

privati avrebbero avuto su di essi soltanto il diritto

di concessione.

Ovviamente si fissavano l’ammontare e le forme di

pagamento degli indennizzi nel caso di espropri,

aggiungendo il principio del profitto eccessivo (o

arricchimento ingiusto) e, su quella base giuridica,

negava l’indennizzo alle multinazionali straniere.

La nuova norma costituzionale prevedeva inoltre,che

non venissero colpite quelle imprese del rame in cui i

profitti non superavano il ragionevole limite del 12%

annuo. Questo atto non rappresentava quindi

un’aggressione al governo nordamericano, né impediva

l’acquisto di rame agli acquirenti statunitensi o

55

Page 56: Salvador Allende.

europei, ma permetteva ai cileni di controllare la

produzione fissandone i livelli.

Una diversa linea politico-giuridica fu seguita,

invece, per le nazionalizzazioni delle grandi imprese

industriali, il cui progetto contemplava la

collocazione delle stesse in tre distinte aree di

proprietà: statale, mista e privata32.

Occorre distinguere le nazionalizzazioni delle miniere

da quelle delle industrie, sia per la diversa

composizione sociale della massa lavoratrice, sia per

le distinte esigenze e caratteristiche dei due rami

industriali. Inoltre, si deve tener conto che con

l’acquisizione delle fabbriche da parte dello Stato,

il potere di pianificazione economica e di gestione

aziendale il più delle volte rientrava nelle

competenze di amministratori che non erano

professionalmente preparati a svolgere tali mansioni,

fino ad allora esercitate da manager stranieri.

32 S. Bitar, Transiciòn, socialismo y democraci. La experiencia chilena, Santiago de Chile, 1974, cit., pp. 36-56.

56

Page 57: Salvador Allende.

Occorre chiarire che le norme che regolavano la

nazionalizzazione della GMC si adeguavano pienamente

ai precetti del diritto internazionale allora in

vigore. Allende infatti, si rifaceva alla risoluzione

1803 del 14 dicembre 1962 dell’Assemblea Generale

dell’ONU che affermava il diritto sovrano di ogni

paese di disporre liberamente delle proprie risorse

naturali, riconoscendo “il diritto dei popoli e delle

nazioni alla sovranità sulle proprie ricchezze e

risorse naturali”33.

La nazionalizzazione fu, probabilmente, il momento di

maggior prestigio del governo di Allende e,

sicuramente, può essere registrato come l’ultimo atto

di collaborazione tra la coalizione governativa e la

DC. L’anno che stava terminando aveva visto, in

generale, il riconoscimento della legittimità del

governo da parte del maggior partito del paese che

33 E. Vargas C., La nacionalizaciòn del cobre y el Derecho internacional, in R. Ffrench-Davis, E. Tironi, cit., p. 56.

57

Page 58: Salvador Allende.

adottò una strategia di opposizione indiretta in modo

tale da favorire il progetto riformista allendista34.

L’elemento dunque, più significativo della violenta

manifestazione di Santiago del dicembre ’71 non fu

tanto il carattere degli incidenti, quanto il contesto

politico nel quale si produssero. Era ormai chiaro

che, dopo un anno di governo di Unidad Popular, la DC

non seguisse più gli orientamenti del suo settore

progressista a causa della supremazia, alla guida del

partito, dei conservatori. Dal punto di vista della

tattica politica questo slittamento a destra condusse

al conflitto aperto con l’Esecutivo che si protrarrà

fino al settembre del 1973.

Al conflitto parlamentare si aggiunse, nel gennaio

1972, un evento elettorale dal significato politico

particolare. Il 16 del mese si dovevano tenere le

elezioni supplementari per eleggere un senatore nella

provincia di Colchagua e un deputato in quella di

34 J. E. Garces, Allende y la experiencia cilena. Las armas de la politica, Santiago de Chile, 1977, cit., p.177.

58

Page 59: Salvador Allende.

Linares. Per la prima volta nella sua storia la Dc

accettò di non presentare un proprio candidato a

Linares per riversare tutti i suoi voti in favore del

candidato del Partido Nacional, in cambio del medesimo

sostegno per quello DC a Colchagua. Il risultato delle

elezioni penalizzò l’UP rispetto alle municipali del

’71 soprattutto nelle zone rurali, a causa della

richiesta di radicalizzare la riforma agraria, e

sigillò la ritrovata alleanza DC-PN.

Come primo atto della mobilitazione anti-governativa,

fu redatto, da parte di gruppi anti-comunisti, legali

e extra-legali, il cosiddetto “piano dei 60 giorni”

che dava l’avvio ad una furibonda campagna

internazionale mirante a presentare un’immagine di

caos e di disorganizzazione, di repressione e di

totalitarismo regnante nel paese.

59

Page 60: Salvador Allende.

4.5 IL RUOLO DELLE MULTINAZIONALI E LA CRISI ECONOMICA

Contro la rigorosa politica del governo venne attuata

l’arma del boicottaggio economico da parte delle

frange estremiste interne e da parte del governo

statunitense35. Infatti dopo che Allende fu costretto a

sospendere la convertibilità della moneta e tutte le

35 Cfr., Philip Agee, Agente della Cia, Editori Riuniti, Roma, 1975, p. 32.

60

Page 61: Salvador Allende.

operazioni in valuta estera (9 dicembre 1971) a causa

dell’aggravarsi delle misure di rappresaglia economica

dei monopoli statunitensi, arrivò la notizia che il 2

gennaio 1972 gli USA avevano dichiarato ufficialmente

che nessun paese che aveva nazionalizzato proprietà di

cittadini americani avrebbe ancora ottenuto prestiti

dal governo di Washington.

E’ evidente che la morsa in cui si venne a trovare

l’Unidad Popular avrebbe prodotto il forte

rallentamento dell’economia cilena. All’inizio del

1972 si registrarono i primi sintomi della recessione

dovuta allo scatenarsi dell’inflazione, determinata

dallo squilibrio tra l’aumentato potere d’acquisto

delle masse e la ridotta offerta di beni del mercato,

causata da una produzione industriale non ancora

pienamente decollata per lo scontro tra Esecutivo e

opposizione.

Si registrò inoltre, l’interruzione , dai primi giorni

del governo di Unidad Popular, dei prestiti forniti da

61

Page 62: Salvador Allende.

diversi organismi finanziari quali la Banca Mondiale,

il Banco Interamericano de Dasarrollo (BID), l’Agencia

Internacional para el Desarrollo (AID), i cui crediti

caddero da 230 milioni di dollari annui a 27 milioni.

Addirittura, nel febbraio 1972, i paesi capitalistici

di tutto il mondo, il cosiddetto club di Parigi,

iniziarono a rivendicare i loro crediti al Cile, la

maggior parte dei quali erano prestiti internazionali

concessi alle compagnie americane del rame ma

garantiti dal governo cileno di Frei36. Si aggiunga

che, come altri paesi latino americani, il Cile, per

ragioni tecnologiche, doveva effettuare consistenti

acquisti di beni capitali negli USA e in Europa.

Questa asfissia finanziaria si tradusse, date le

caratteristiche di dipendenza dell’economia cilena, in

una severa limitazione delle possibilità di

rifornimento di attrezzature, pezzi di ricambio,

prodotti alimentari, medicine. Piegato economicamente,

36 Cfr., Ibidem, p. 30.

62

Page 63: Salvador Allende.

il Cile dovette subire oltre al blocco finanziario

anche l’aperta aggressione delle multinazionali.

Il caso più eclatante riguardava la multinazionale

statunitense delle telecomunicazioni ITT. Mentre il

governo cileno negoziava con la multinazionale per

acquistare la maggioranza del pacchetto societario, la

compagnia telefonica ordiva un golpe con la

collaborazione del governo Nixon, per provocare la

caduta di Allende37.

Il piano di azione era stato presentato al governo

nordamericano già nel settembre 1971, ma l’attuazione

era prevista entro l’aprile 1972. Il “Plan de 18

puntos para derrocar a Allende antes de abril de

1972”38 si dispiegava in due distinti livelli: una

sovversione interna e una forte pressione politico-

finanziaria esterna. Questo progetto può essere

considerato come la prima vera teorizzazione golpista

che impegnava l’impianto istituzionale, economico-37 Churc Report. Covert action in Chile 1963-19738 Cfr., J. E. Garces, Allende y la Experiencia chilena, cit., pp. 254-256

63

Page 64: Salvador Allende.

finanziario e politico del paese in una strisciante e

subdola opposizione legale ed extra legale.

Ad aggravare questa situazione di caos contribuirono

gli articoli del “El Mercurio”, principale giornale

del Paese e il più potente canale di propaganda contro

Allende. La CIA spese più di un milione e mezzo di

dollari per appoggiare “El Mercurio”, consapevole che

il giornale costituiva l’attore più importante sullo

scenario del complotto per minare la democrazia cilena

e per eliminare Allende.

Un altro fattore chiave di destabilizzazione fu

l’azione terroristica di estrema destra. Già nel 1970

era sorto il movimento Patria y Libertad con un logo

che assomigliava alla svastica nazista. La CIA gli

consegnò quell’ anno una prima tranche di 38 mila e

500 dollari, a sostegno delle sue azioni sovversive.

Per completare questa analisi bisogna dire che anche

una parte della sinistra cilena vide indebolito il suo

animo democratico: per molti alla violenza reazionaria

64

Page 65: Salvador Allende.

bisognava rispondere con la violenza rivoluzionaria.

Esattamente quello che voleva la CIA. In questo clima

si cominciarono a creare le condizioni per temere una

guerra civile39.

Fu lo stesso Kissinger a proporre di appoggiare

l’estrema sinistra per acuire il conflitto e

distruggere l’immagine moderata di Salvador Allende.

E’ possibile che la CIA abbia operato infiltrandosi

nel Movimento della sinistra rivoluzionaria (MIR) o

nel settore più estremista del Partito socialista, che

era il partito di Allende.

39 Cfr., Philip Agee, Agente della Cia, Editori Riuniti, Roma, 1975, p. 44.

65

Page 66: Salvador Allende.

4.6 IL “PARO DE OCTUBRE” E LA PARTECIPAZIONE DEL

GENERALE PRATS AL GOVERNO

La crisi politica e sociale esplose in occasione del

“paro de octubre”, il primo sciopero nazionale dei

camionisti privati organizzati dalle opposizioni per

protestare contro la creazione di un’impresa statale

di trasporti in una provincia fra le più arretrate e

povere del paese, Aysèn; a ciò si aggiungeva l’aspetto

politico-propagandistico di chi vedeva nello sciopero

la possibilità di rovesciare il governo.

66

Page 67: Salvador Allende.

Manifestanti contro

Allende durante il

“Paro de octubre”.

Fonte: www.ossimoro.it

Il paro provocò la sapiente paralisi, manovrata anche

dall’intervento straniero, degli autotreni, autobus e

taxi. Per un mese numerose attività essenziali alla

vita della nazione furono paralizzate o ridotte.

Il Presidente Allende decretò lo stato di emergenza a

Santiago e in altre province, denunciando

l’opposizione che istigava allo scontro armato.

In una situazione come quella offerta dallo sciopero,

il Partido Nacional svolgeva intanto la sua

tradizionale funzione sovversiva. Senza esitazioni

67

Page 68: Salvador Allende.

cercò in quei giorni d’ottobre, in collaborazione con

la DC, lo scontro risolutivo con Unidad Popular. In

quest’ottica deve essere interpretato l’ennesimo

attacco che i due partiti lanciarono contro il

governo, promuovendo in Parlamento una procedura di

accusa costituzionale contro quattro ministri. Nella

mozione DC-PN si affermava che il governo aveva

violato ripetutamente la Costituzione, compromettendo

la sicurezza nazionale e la pace sociale40.

Questa situazione costrinse Allende a formare un nuovo

governo (2 novembre 1972)con il coinvolgimento di tre

comandanti delle Forze Armate, quali il generale

Carlos Prats al Ministero degli Interni, l’ammiraglio

Ismael Huerta ai Lavori Pubblici e il generale Claudio

Sepùlveda dell’aviazione alle Miniere.

Ricalcolando i rapporti di forza, alla Camera la

coalizione anti-Allende poteva contare su 98 deputati

contro 52 di UP, mentre al Senato vi erano 34 senatori 40 Cfr., J. Larraìn, Orientaciones y actividades de la Confederacìon democratica de Partidos durante la crisis de octubre 1972, CEREN, cit., pp. 229-249

68

Page 69: Salvador Allende.

contro i 16 di UP. Confrontando quindi con la

maggioranza parlamentare che votò per l’elezione di

Allende (settembre 1970), risulta che si era

verificato un ribaltone verso destra nel corso del

biennio 1970-’72.

Circa il coinvolgimento delle Forze Armate da parte

del Presidente Allende, occorre interrogarsi

sull’opportunità di assegnare ai generali degli

incarichi governativi in un momento particolarmente

delicato della storia cilena.

Nella situazione di un paese diviso, sottoposto a due

potenti ed opposte spinte, i militari si presentavano

come una forza che si proponeva obiettivi unificatori

proprio perché garanti della sicurezza nazionale e

della solidità dello Stato. Vi era la profonda ed

errata convinzione, sia nel Presidente che in alcuni

settori della UP, del costituzionalismo e della

professionalità delle Forze Armate, che risaliva

evidentemente all’atteggiamento dell’ottobre 1970 che

69

Page 70: Salvador Allende.

aveva permesso il costituzionale insediamento di

Allende.

Lo sciopero terminò dopo 25 giorni (6 novembre 1972),

senza riuscire nell’intento di destituire il governo.

La prova di forza delle opposizioni era fallita41.

41 J. E. Garcès, Desarollo politico y desarollo economico. Los casos de Chile y Colombia, Editorial Andrès Bello, Santiago de Chile, 1972, p. 301.

70

Page 71: Salvador Allende.

4.7 L’ULTIMA FASE

I militari al governo garantirono il normale e

democratico svolgimento della delicata e violenta

campagna elettorale. Nonostante l’acuta recessione che

colpiva il paese e l’aggressiva propaganda

dell’opposizione, le elezioni politiche del 4 marzo

1973 registrarono uno straordinario e oggettivamente

inaspettato successo della Unidad Popular. La

coalizione governativa vide aumentare i suoi consensi

dal 36,2% (1970) ad un sorprendente 43,4%42. Si

trattava di una scottante sconfitta per la destra che

aveva puntato tutto su queste elezioni, dopo

l’insuccesso del paro, per deporre legalmente Allende

secondo il dettato della Costituzione che prevedeva la

possibilità di destituire il Presidente della

Repubblica con il numero minimo di due terzi dei

membri del Parlamento.

42 Cfr., L. Corvalàn, op. cit., p. 79.

71

Page 72: Salvador Allende.

Il successo non aveva però mutato il quadro politico

generale: il Cile era ancora un paese diviso in due,

che aveva avuto bisogno dei militari per non spaccarsi

del tutto.

L’opposizione continuava infatti a lavorare per

destabilizzare il Paese, organizzando ancora una

volta, con l’aiuto economico della Casa Bianca e della

CIA, lo sciopero dei minatori di El Teniente43.

I comitati che dirigevano l’agitazione avevano

organizzato una marcia degli scioperi su Santiago, e

per i gruppi eversivi questa era l’occasione per

portare fino alle più gravi conseguenze il clima di

tensione esistente. I partiti di sinistra chiamarono

ad una contromanifestazione nelle strade del centro,

in particolare a circondare La Moneda verso la quale

intendeva dirigersi la colonna degli scioperanti. In

città si poté evitare lo scontro tra polizia e

43 Cfr., S. Bruna, op. cit., pp. 32-43.

72

Page 73: Salvador Allende.

manifestanti, cosa che non accadde alle porte di

Santiago.

Sebbene i temuti scontri non ebbero l’effetto

desiderato, gli oppositori del governo si servirono

dello sciopero per dimostrare all’Esecutivo lo

sgretolamento totale dell’unità dei lavoratori.

Sul piano politico, a metà maggio 1973, il presidente

della DC, Fuentealba, era stato messo in minoranza da

Aylwin, esponente della destra molto vicina a Frei. La

nuova linea politica democristiana fu immediatamente

improntata all’intransigenza.

Negli stessi giorni (precisamente 28 maggio), come ha

rivelato il generale Pinochet in un’intervista

rilasciata a Los Angeles Times (29 dicembre 1973),

alcuni settori delle Forze Armate decisero di

organizzare un colpo di Stato, che invece si terrà a

giugno, approfittando del fatto che il capo di Stato

maggiore Pinochet sostituiva provvisoriamente il

generale Prats, impegnato in un viaggio ufficiale in

73

Page 74: Salvador Allende.

Europa, mentre Allende si trovava a Buenos Aires per

l’insediamento del presidente peronista Hèctor

Càmpora.

La mattina del 29 giugno 1973 gli ufficiale del

Reggimento blindato n. 2 Tacna, capeggiati dal

colonnello Roberto Super, guidarono otto carri armati

in un attacco a La Moneda e al Ministero della

Difesa44. Il tancazo, (dal nome dei carri armati

utilizzati) sebbene terminò in poche ore con la resa

di una parte degli ufficiali ammutinati nelle mani del

generale Prats, vide cadere, nella sparatoria del

centro di Santiago, ventidue persone tra civili e

militari. Con questo episodio la secolare democrazia

cilena era stata ferita a morte.

Dalla direzione della DC mancò un’effettiva condanna

del tentativo di golpe, e alla richiesta di Allende

di approvare in Parlamento l’instaurazione dello stato

di assedio in modo da fornire i mezzi adeguati alla

44 Nathaniel Davis, The last two years of Salvador Allende, Plaza y Janes Editores, 1986, p.34.

74

Page 75: Salvador Allende.

gravità della situazione per colpire la cospirazione

fascista, Aylwin rispose negativamente adducendo che

non si poteva avere fiducia nel governo popolare e

nell’uso che avrebbe fatto di quei nuovi poteri.

Alla fine di luglio ci fu la seconda ondata del paro,

simile a quello dell’ottobre ’72; questa volta però

partecipavano non solo i proprietari privati degli

automezzi, ma anche il personale dei trasporti

pubblici. Allende, per ristabilire l’ordine sociale,

si vide costretto a richiamare i militari al governo.

La compartecipazione dei militari al governo

rappresentò un’operazione inevitabile in quelle

circostanze, ma certamente utile solo in quanto fosse

stata premessa di un rilancio, dopo le elezioni di

marzo, di uno sforzo complessivo di recupero verso le

classi medie o sul filo del programma di Unidad

Popular, che invece non si seppe o non si poté più

realizzare.

75

Page 76: Salvador Allende.

A partire dal mese di luglio si erano intensificati

gli affannosi tentativi di raggiungere un accordo tra

i democratici e il governo per far rientrare la crisi

politico-sociale negli argini della sicurezza

collettiva45. Allende sapeva che, come soluzione della

crisi, gli restavano solo tre vie: 1)lo scontro aperto

e deliberato tra le forze della sinistra e quelle

dell’opposizione; 2)il dialogo con la DC per trovare

un consenso democratico; 3)il plebiscito.

Il Presidente decise di servirsi della seconda via: il

dialogo con gli elementi moderati dell’opposizione.

Il 25 luglio il governo propose dunque, alla DC, un

piano di otto punti come base di un accordo, in

maniera da impedire il crollo del sistema politico-

istituzionale. La proposta inizialmente venne accolta

dalla sinistra della DC. Nei giorni seguenti tuttavia,

anche sotto le pressioni statunitensi, Aylwin condusse

alla rottura dei rapporti.45 .G. Vicario, Una famiglia piccola piccola prigionira del golpe, in M. Chierici ( a cura di), Allende. L’altro 11 settembre / 30 anni fa, supplemento de L’Unità, Roma 2003, pp. 120-123.

76

Page 77: Salvador Allende.

Il punto di non ritorno si verificò il 22 agosto,

quando la Camera dei Deputati raggiunse con i voti

della maggioritaria opposizione un accordo politico

destinato a giudicare l’operato politico del governo:

ovvero l’accusa costituzionale che dichiarò

illegittimo l’Esecutivo. In sostanza si accusava il

governo di aver violato “abitualmente le garanzie che

la Costituzione assicura a tutti gli abitanti delle

Repubblica” e di aver distrutto gli elementi

fondamentali della istituzionalità e dello Stato di

Diritto”46

Tra gli altri particolari il governo venne accusato

di:

governare per decreto, impedendo così il

funzionamento del normale sistema legislativo;

rifiutarsi di attuare le decisioni giudiziarie

contro i suoi sostenitori e "non eseguire le

46 Septiembre. La historia escrita. 30 anos del golpe, supplemento de La Naciòn, cit., pp.22-24

77

Page 78: Salvador Allende.

sentenze e le risoluzioni giudiziarie che

contravvengono ai suoi obbiettivi";

ignorare i decreti dell'indipendente Ufficio del

Controllore Generale;

varie offese riferite ai media, tra cui usurpare

il controllo della rete televisiva nazionale e

"applicare... pressioni economiche contro quegli

organi di informazione che non appoggiano

incondizionatamente il governo...";

permettere ai suoi sostenitori di radunarsi anche

quando armati, impedendo al tempo stesso i raduni

legali dei suoi oppositori;

"...aver appoggiato più di 1.500 'espropri'

illegali di fattorie...";

repressione illegale dello sciopero di El

Teniente;

limitazione illegale dell'emigrazione.

In altre parole un’istituzione politica dello Stato

disconosceva l’altra. Il Presidente Allende reagì con

78

Page 79: Salvador Allende.

forza alle accuse infondate che l’opposizioni gli

attribuiva, affermando che “la maggioranza

parlamentare pretende di mandare in rovina la base

istituzionale dello Stato e del governo repubblicano,

democratico e governativo. La risoluzione approvata

nega la sostanza della Costituzione tutta”47.

In effetti il presidente aveva ragione, anzitutto

perché in nessun atto del governo si era mai

constatata una violazione della Costituzione, al

contrario, invece, era incostituzionale il voto del

Parlamento che affermava questa presunta violazione da

parte del Presidente. La Costituzione cilena non

prevedeva questo tipo di voto. In realtà l’opposizione

mai raggiunse la maggioranza qualificata, ed è chiaro

che la DC e il PN espressero questo voto per dare una

parvenza di legittimità all’atto più incostituzionale

che potesse sussistere: il colpo di Stato militare.

47 J. E. Garces, Democrazia e controrivoluzione in Cile. Un’ analisi del governo di Allende fino al colpo di stato,

Il Saggiatore, Milano, 1977. p.425

79

Page 80: Salvador Allende.

Un altro duro colpo alla democrazia ci fu il giorno

seguente con le dimissioni del generale Carlos Prats

da Ministro della Difesa e da Comandante in capo

dell’Esercito48. Questo atto rappresentava l’ultima

manifestazione di sconfitta dell’arma della politica,

ed era l’epilogo di un’astuta manovra della destra. Il

generale si rese conto che ormai non aveva più il

comando reale sulle Forze Armate. Al suo posto veniva

nominato, anche su indicazione dello stesso Prats, il

generale Augusto Pinochet.

C’è da dire che quando il Presidente Allende firmò il

decreto di nomina di Pinochet, né lui, né i partiti

dell’Unidad Popular diedero importanza al lontano

episodio di Pisagua (1948), dove il capitano Pinochet

aveva minacciato con le armi il senatore Allende e una

delegazione di parlamentari di sinistra.

L’ultimo, estremo tentativo di evitare il colpo di

Stato che “appariva imminente” e superare la crisi fu

48 L. Corvalàn, op. cit., p. 163.

80

Page 81: Salvador Allende.

l’iniziativa proposta da Allende del plebiscito che

permettesse di uscire dallo scontro maggioranza

parlamentare-governo. Ma, prima che Allende lo potesse

presentare in Parlamento, sopravvenne il golpe.

81

Page 82: Salvador Allende.

CAPITOLO 5

IL GOLPE E L’INTERVENTO AMERICANO

5.1 PREPARAZIONE DEL GOLPE

Si dice che fu esattamente il giorno delle ultime

elezioni, il 4 marzo 1973, che l’operazione congiunta

di Nixon e Kissinger entrò nel rettilineo finale per

82

Page 83: Salvador Allende.

giungere al traguardo. La Casa Bianca decise che c’era

una sola opzione: il colpo di Stato.

Per provocare il golpe militare, durante i tre anni

del governo del presidente Allende, il Comitato

Quaranta approvò più di 7 milioni di dollari di

finanziamento clandestino a gruppi d’opposizione in

Cile49.

Il Cile fu sottoposto poi ad una stretta economica-

finanziaria mai realizzata prima, questo perché vi era

consapevolezza dell’impossibilità di provocare

un’azione militare vincente senza esercitare pressioni

in campo economico. Ecco i dati dell’epoca:

49 Churc Report. Covert action in Chile 1963-197

    1969 ($) 1971 ($)

Aiuto Usa al Cile 35 mln 1,5 mln 

  Crediti di Eximbanc  234,6 mln 0

Prestiti del Bid 45,6 mln 2,1 mln

Crediti commerciali  300 mln    3 mln

Totale 615,2 mln 6,6 mln

83

Page 84: Salvador Allende.

L’unica voce in attivo erano gli aiuti militari,

ovviamente a favore dell’opposizione golpista. Gli

aiuti si abbassarono all’inizio (solo 5,7 milioni di

dollari nel 1971) per poi salire a 12,3 milioni e 15

milioni rispettivamente nel 1972 e 1973. Aumentarono

pure le quote per addestrare il personale militare

cileno a Fort Gulick, a Panama50.

Si trattava di una politica, quella statunitense

contro Allende, totalmente diversa ed opposta rispetto

a quella applicata precedentemente nei confronti di

Castro. Le circostanze interne del paese e il

fallimento dell’azione diretta contro Cuba, influirono

perché in Cile non si seguisse il modello di

intervento utilizzo contro Castro, non tanto per

motivi morali o di correttezza democratica, ma perché

l’aggressione contro il regime cubano non aveva 50 Thomas Powers, The man who kept the secrets: Richard Helms and the CIA, Pocket Books, New York, 1981, p. 55.

84

Page 85: Salvador Allende.

raggiunto i suoi obiettivi. Il consigliere principale

di Kissinger, Arnold Nachmanoff, descriveva la

politica statunitense contro Allende come “silenciosa

pero poderosa”51.

Vediamo ora gli ultimi preparativi per il golpe. Nelle

tre Armi (Esercito, Marina e Carabinieri) si potevano

distinguere due cospirazioni politiche di base: una

che proveniva dal settore freista della Democrazia

Cristiana, l’altra, espressa dal Partito Nazionale.

Secondo Frei si trattava di preparare un piano inteso

a portare gli alti comandi sulla via del golpe,

facendo propaganda golpista all’interno delle caserme

in maniera da allargare la frattura apertasi col

settore influenzato da Prats e qualificato come leale

e moderato.

Su un altro fronte, l’intesa del Partido Nacional con

il corpo degli ufficiali era molto più stretta di

quella del freismo. Coincideva fondamentalmente con la

51 Ibidem, pp. 77-82.

85

Page 86: Salvador Allende.

posizione di Patria y Libertad, che consisteva nel

rovesciamento del governo Allende con la forza. Le vie

per conseguirlo erano tre: l’offensiva da parte di

gruppi corporativi e terroristi, intesi a provocare il

caos; l’offensiva istituzionale; l’individuazione

delle zone dove esisteva un rapporto di forze

favorevoli alle Forze Armate.

5.2 L’11 SETTEMBRE E LA MORTE DI ALLENDE

Occorre fare una premessa per comprendere il

significato geo-politico del golpe dell’11 settembre

1973. Nella storia dei colpi di Stato in America

Latina non si era mai visto tanto accanimento nei

86

Page 87: Salvador Allende.

confronti del Capo di Stato, non era mai accaduto che

l’aviazione bombardasse ripetutamente il palazzo

presidenziale. Si trattava evidentemente di un

segnale, un monito per gli altri governi democratici e

progressisti latinoamericani a non seguire la politica

allendista52.

Il golpe, previsto inizialmente per il 14, venne

anticipato per timore di una divisione all’interno

delle Forze Armate in seguito alla proclamazione da

parte di Allende del plebiscito che colse di sorpresa

i generali golpisti.

L’11 settembre 1973 Esercito, Marina e Aviazione

attaccarono Santiago, Valparaiso e le principali città

del paese, occupando i luoghi strategici o di

particolare rilievo politico. Si trattò di

un’operazione schiacciante e fulminea contro la quale

la resistenza organizzata fu minima.

52 Cfr., Thomas Powers, op. cit., pp 49-65

87

Page 88: Salvador Allende.

Efficace strumento si rivelò il fantomatico “Plan Z”53.

Questo consisteva in un falsa notizia divulgata dai

generali golpisti in merito ad un complotto delle

sinistre: una sorta di autogolpe. I propagandisti

della dittatura sostennero che un commando di Unidad

Popular era pronto ad aprire il fuoco il 19 settembre

sugli ufficiali concentrati nel grande parco di

Santiago per festeggiare l’anniversario della

Indipendenza; da lì, la decisione del colpo di Stato

e, successivamente, anche la fucilazione dei militanti

dei partiti di sinistra accusati di un loro

coinvolgimento nel complotto.

Alle 6.30 Allende ricevette la notizia della

sollevazione della Marina a Valparaiso,

contemporaneamente cercò di rintracciare i Comandanti

in capo delle Armi, ma inutilmente. Allende decise

allora, di recarsi a La Moneda per avere il polso

53 Cfr., Christoper Hitchens, op. cit., pp. 32-45

88

Page 89: Salvador Allende.

della situazione ed ebbe notizia che i Carabineros e

l’Esercito avevano tradito.

Ultima foto di Allende

mentre si dirige verso

La Moneda.

Fonte: www.rassegna.it

Alle 7.55 prese il microfono di Radio Corporaciòn e,

annunciando la ribellione in corso, chiese alla

popolazione di mantenere “calma e serenità”.

Gesti e parole del Presidente, in quei primi momenti

del golpe militare, dimostravano la sua ingenuità.

Pensava che l’esercito stesse dalla sua parte e che

avrebbe soffocato la rivolta della Marina. Non sapeva

89

Page 90: Salvador Allende.

nulla del quartier militar golpista situato nel

comando di Penalolèn, alle falde della Cordigliera

delle Ande, a circa mille metri di altitudine da dove

si dominava tutta Santiago. Lì stava già Pinochet,

muovendo le sue pedine sul tavolo della guerra.

Il senso di lealtà e di fedeltà al suo popolo,

convinse Allende a rimanere al suo posto, a La Moneda,

rifiutando seccamente l’offerta del generale

dell’aviazione von Schowen, di un aeroplano che lo

portasse in esilio fuori dal Paese.

Alle 9,10 si rivolse al popolo per l’ultima volta,

prima che ogni collegamento radio venisse interrotto.

«Pagherò con la vita la mia lealtà al popolo. E vi

dico che ho la certezza che il seme che abbiamo

gettato nelle coscienze onorate di migliaia e migliaia

di cileni, non potrà essere estirpato definitivamente.

Il popolo deve difendersi, ma non sacrificarsi».

Chiude con fervore: «Viva il Cile! Viva il popolo!

Viva i lavoratori! Queste sono le mie ultime parole e

90

Page 91: Salvador Allende.

io ho la certezza che il mio sacrificio non sarà vano,

io ho la certezza che, per lo meno, sarà una lezione

morale che condannerà la fellonia, la vigliaccheria e

il tradimento»54.

Alle 11.52 iniziò il bombardamento su La Moneda ed il

Presidente Allende ordinò ai suoi collaboratori e alle

donne di lasciare il palazzo per raccontare al mondo

ciò che era realmente accaduto.

Bombardamento a

La Moneda.

54 Manica Gonzakes, op.cit., p.88.

91

Page 92: Salvador Allende.

Fonte: www.rassegna.it

Alle 13.20 si raggiunse l’accordo per una tregua, si

formò una lunga fila dei sopravvissuti all’attacco.

Si aprì la porta di calle Morandè 80 e la fila di

civili indifesi cominciò a uscire. Davanti, un manico

di scopa con sopra il camice bianco del dottor Guijòn

come bandiera. Mani in alto, al muro, al muro! Le

grida dei soldati si udivano fino al secondo piano.

In mezzo alla confusione e agli spari, al fumo e alle

grida, nessuno vide il Presidente mentre faceva i

pochi passi che lo separavano dal salone

dell’Indipendenza.

Nessuno lo vide sedersi alla poltrona di velluto rosso

e imbracciare il mitra. Nessuno sentì lo sparo.

92

Page 93: Salvador Allende.

«Il Presidente è morto!»55.

La frase fu ripetuta in una tragica catena giù per le

scale, mentre i prigionieri della Moneda iniziavano un

percorso che avrebbe portato la maggior parte di loro

alla morte.

Dal giorno seguente si insidiò la giunta militare

composta da Augusto Pinochet, Presidente; Josè Merino

Castro, Comandante dell’Armata; Gustavo Leigh Guzman,

Comandnte in capo della Forza Aerea; Cèsar Mendoza

Duràn, Direttore generale dei Carabineros. La giunta

dichiarò lo Stato d’emergenza e sospese tutte le

garanzie costituzionali, sciolse il Congresso e i

partiti politici. Iniziò immediatamente una politica

repressiva nei confronti dei dirigenti dei partiti di

sinistra, dei militanti o anche solo dei

simpatizzanti.

55 P. Verdugo, Golpe in diretta, Edizioni Unicopoli, Milano, 1999, pp. 45-46

93

Page 94: Salvador Allende.

Primi arresti da parte

dell’esercito golpista.

Fonte: www.ossimoro.it

LE TORTURE E LA BARBARIE.

Nello stadio di Santiagovengono imprigionati nonsolo tutti gli esponenti della sinistra:sindacalisti, socialisti, comunisti esinistra rivoluzionaria,

94

Page 95: Salvador Allende.

ma anche rappresentanti studenteschi,insegnanti, semplici operai.Subiranno torture e a migliaia saranno uccisi.

Fonte: www.ossimoro.it

Mentre nelle strade di Santiago cadevano centinaia di

lavoratori e di studenti, la Democrazia Cristiana di

Frei e Aylwin appoggiava il colpo di Stato.

Per quanto riguarda l’atteggiamento della

amministrazione statunitense dopo il golpe, il

rappresentante degli USA all’ONU, John Scali, smentì

che gli Stati Uniti fossero in qualsiasi modo

coinvolti nella destituzione del Presidente Allende.

La CIA interruppe ogni ulteriore finanziamento alle

attività segrete, ma continuò a garantire l’appoggio a

quegli organi di stampa impegnati a creare un’immagine

positiva della giunta militare nonostante fosse a

95

Page 96: Salvador Allende.

conoscenza, sin dal 15 settembre 1973, delle

violazioni dei diritti umani da parte dei golpisti56.

56 Cfr., P. Verdugo, op. cit., p.58.

96

Page 97: Salvador Allende.

CAP. 6

LE RIPERCUSSIONI IN ITALIA DEL GOLPE CILENO

6.1 REAZIONI POLITICHE E PRIME FORME DI AIUTO

A partire dalla fine degli anni Sessanta si

intensificarono i contatti tra il PCI e una parte

della sinistra italiana, con i partiti della sinistra

97

Page 98: Salvador Allende.

cilena, per trasformarsi in un confronto politico

costante durante il triennio della Unidad Popular. Vi

fu un dibattito, in particolar modo all’interno del

PCI, sulla possibilità di delineare, anche in Italia,

un progetto politico-programmatico tra le forze della

sinistra capace di modificare l’impianto politico-

economico dello Stato. Si capisce che la notizia del

violento golpe scosse coloro che erano stati attenti

al progetto politico allendista e dal giorno seguente

quasi tutte le forze politiche parlamentari espressero

la loro preoccupazione per i tragici avvenimenti57.

La posizione del governo venne espressa ufficialmente

dal Ministro degli Affari Esteri, Aldo Moro: “Il

governo italiano ha appreso con profondo rammarico che

il governo costituzionale del Cile è stato rovesciato

da un colpo di Stato e che, nel corso dei tragici

eventi svoltisi ieri a Santiago, il Presidente

Salvador Allende ha trovato la morte. Il governo

57 Cfr., L. Longo, Situazione internazionale e coesistenza pacifica, Editori Riuniti, Roma, 1977, pp. 245-258

98

Page 99: Salvador Allende.

condanna nel modo più fermo la violenza nella

politica”58.

E’ pur vero, però, che la maggioranza della Democrazia

Cristiana attribuì le responsabilità della crisi

economica e sociale del Cile alla superficialità, alla

confusione e alla politica rovinosa del governo di

Unidad Popular.

La strumentalizzazione ad uso interno di questi

giudizi mirava a provare l’inattualità della via

democratica al socialismo e la non credibilità delle

scelte democratiche del PCI. Complessivamente, la DC

italiana condannò subito la violenza golpista in

quanto atto anti-democratico, senza approfondire però

le specifiche responsabilità politiche.

Per il Partito Comunista si espresse l’onorevole

Giuliano Pajetta, secondo il quale i fatti cileni

insegnavano che le riforme dovevano trovare il

sostegno di tutte le forze sociali che vi erano

58 A. Coppola, Il Cile, la DC e noi, in Rinascita, n.37, cit., p. 9

99

Page 100: Salvador Allende.

interessate. Appena saputo del golpe si riunì la

Direzione del partito che emanò un comunicato di

aperta e totale condanna, criticando anche la

posizione della DC italiana che non aveva sentito il

dovere politico di prendere apertamente posizione

contro la linea nefasta dei dirigenti di destra della

DC cilena.

Berlinguer non rilasciò dichiarazioni pubbliche, ma fu

tutto rinviato all’incontro di Parigi con il

segretario del PCF, Georges Marchais. I due diffusero

un appello congiunto che invitava le autorità

politiche e morali di ogni parte del mondo ad

intervenire perché si fermasse il terrore sanguinario

che si stava abbattendo sul Cile59.

Il 26 settembre nel dibattito che si tenne alla Camera

sui fatti cileni anche il Presidente della Camera,

Sandro Pertini, commemorò la figura di Allende come

59 G. Fiori, Vita di Enrico Berlinguer, Laterza, Roma-Bari 200, pp. 158-160

100

Page 101: Salvador Allende.

quella di “un socialista che aspirava al socialismo

dal volto umano”.

A livello europeo si registrarono le condanne del

golpe da parte dell’Internazionale Socialista e del

Parlamento Europeo, mentre L’Unione Sovietica e la

Repubblica Democratica Tedesca ruppero le relazioni

diplomatiche con la giunta militare cilena60.

Alla notizia del golpe centinaia furono poi le

dimostrazioni di massa che investirono l’Italia, da

Genova a Roma, da Mantova a Firenze, alle quali

seguirono le deliberazioni dei consigli comunali e

regionali. In brevissimo tempo nacque la Fondazione

Lelio e Lisli Basso-ISSOCO, che divenne il centro di

denuncia internazionale delle violazioni gravi,

ripetute e sistematiche dei diritti umani perpetrate

nei confronti del popolo cileno. Pochi giorni dopo

arrivarono i primi due esuli, Ampuero Diaz e Viera-

Gallo, che ricoprirono incarichi nella neonata

60 Risoluzione sul colpo di Stato militare in Cile, Gazzetta Ufficiale, C 95 del 10 novembre 1973.

101

Page 102: Salvador Allende.

Fondazione, in special modo nelle preparazione della

prima sessione del “Tribunale Russel II per la

repressione in Brasile, Cile e America Latina”61.

Riuscita a lasciare il Cile, Hortensia Bussi, vedova

del Presidente Allende, chiese a Basso di estendere il

Tribunale al caso cileno.

Nacque così il Tribunale Russel II, la cui

presentazione ufficiale avvenne il 6 novembre 1973 a

Bruxelles ed il 10 fu organizzata una manifestazione

nazionale di protesta che aveva visto per la prima

volta l’unione delle grandi organizzazioni sindacali,

cristiana e socialista.

Numerosissimi furono coloro, soprattutto familiari o

compagni di detenuti politici, che dall’America Latina

si rivolsero alla Fondazione per ottenere notizie o un

salvacondotto per l’Europa.

Fu costituita inoltre l’Associazione Nazionale Italia-

Cile Salvador Allende, che ha rappresentato un momento

61 P. Bufalini, F. Di Giulio, I comunisti italiani e il Cile, Editori Riuniti, Roma 1973, pp. 112-113

102

Page 103: Salvador Allende.

unico ed irripetibile di aggregazione delle forze

politiche italiane, le cui attività erano dirette per

lo più dal Partito Comunista Italiano.

Il compito dell’associazione era quello di sostenere

politicamente la lotta dei democratici cileni e,

concretamente, di procurare posti di lavoro,

ospitalità, aiuti di vario genere agli esuli;

mantenendo viva, attraverso centinaia di

manifestazioni e iniziative di vario genere, la

solidarietà della maggioranza degli italiani per la

causa della democrazia in Cile62.

6.2 IL GOLPE CILENO E IL COMPROMESSO STORICO

Oltre alle reazioni e alla mobilitazione degli

italiani, il colpo di Stato contro Allende ebbe

profonde ripercussione sugli assetti della politica

italiana.

62 Cfr., Le reazioni in Italia, in Il Manifesto, 14 settembre 1973

103

Page 104: Salvador Allende.

Il 28 settembre e il 12 ottobre del 1973, l’allora

segretario del PCI, Enrico Berlinguer, scrisse su

“Rinascita” due articoli che avranno un’eco

grandissima e sviluppi altalenanti per cinque anni.

Berlinguer rifletté sulla situazione italiana

all’indomani del golpe cileno del generale Pinochet, e

indicò esplicitamente “la prospettiva politica di una

collaborazione e di una intesa delle forze popolari

d’ispirazione comunista e socialista con le forze

popolari d’ispirazione cattolica”63. Era l’inizio della

strategia del “compromesso storico”.

Il punto di partenza del ragionamento di Berlinguer

era rappresentato dalla necessità di impedire che si

ripetesse in Italia quanto era appena accaduto in Cile

dove il governo democratico e socialista di Salvador

Allende era stato rovesciato con le armi. Anche in

63 Cfr., G. Fiori, op. cit.

104

Page 105: Salvador Allende.

Italia, secondo Berlinguer, vi era il costante

pericolo di “spaccare in due il paese”64.

La preoccupazione fondamentale espressa da Berlinguer

nel 1973 era quella di dar vita ad una costruzione

politica che rendesse impraticabile uno “scontro

frontale” tra conservatori e moderati in forme tali da

favorire una saldatura tra le forze “che si situano

dal centro all’estrema destra”.

«Sappiamo», affermò il segretario del PCI, «come

mostra ancora una volta la tragica esperienza cilena,

che questa reazione antidemocratica tende a farsi più

violenta e feroce quando le forze popolari cominciano

a conquistare le leve fondamentali del potere nello

Stato e nella società»65.

Una tendenza di questo genere si era manifestata anche

in Italia a partire dal 1969, quando all’attivismo

studentesco e operaio si contrapposero la strategia

64 P. Folena, I ragazzi di Berlinguer. Viaggio nella cultura politica di una generazione, Baldini Castaldi Dalai, Milano, 2004, p. 170.65 Ibidem, p. 174.

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Page 106: Salvador Allende.

della tensione, la mobilitazione dell’estrema destra,

il deterioramento della situazione economica. Insomma,

le forze reazionarie stavano cercando anche in Italia

di creare “un clima di esasperata tensione” che

aprisse la strada ad un governo autoritario o

perlomeno ad una svolta durevole a destra.

Da parte della Democrazia Cristiana non vi era una

posizione univoca rispetto alla proposta di

Berlinguer. A parte la netta contrapposizione espressa

da Fanfani, sia Flaminio Piccoli che Arnaldo Forlani,

oltre alle sinistre democristiane, manifestarono la

necessità di un confronto senza preclusioni.

I socialisti invece, accolsero la proposta con

scetticismo e prudenza, temevano infatti di essere

schiacciati nell’incontro tra due organizzazioni

politiche molto più consistenti, rappresentative di

vasti e consolidati interessi.

In un paese che usciva dal biennio caldo 1968-’69, in

piena “strategia della tensione”, nel quadro di una

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forte recessione economica, ed in presenza di una

profonda crisi del sistema politico, Berlinguer era

convinto che la sua strategia rappresentasse l’unica

strada per evitare il collasso politico-economico ed

un drammatico epilogo alla cilena. In questo contesto

assunse enorme spicco la sfida lanciata da Berlinguer

alla DC, al PSI e ai partiti democratici. Fu questa

responsabile linea politica che indusse Moro ad

esprimere una “doverosa attenzione al Partito

Comunista nel quale scorgeva, ora, un valido ed

importante interlocutore nel suo ruolo di

opposizione66.

E’ in questo contesto che si colloca la complessa

evoluzione del PCI nel suo rapporto con i cattolici.

Enrico Berlinguer riuscì a superare definitivamente

ogni residua contrapposizione tra laicismo e

clericalismo, la cui piattaforma politica intendeva

avviare la ricerca di un patto democratico entro il 66 A. Girelli, Moro tra Nenni e Craxi. Cronaca di un dialogo tra il 1959 e il 1978, FrancoAngeli, Milano 1991, p. 86.

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Page 108: Salvador Allende.

quale potesse essere garantito in futuro l’avvento al

governo della sinistra, attraverso un’alleanza tra

forze democratiche, cattoliche e laiche.

Per quanto riguardava il terreno delle conquiste

economiche e sociali, Berlinguer era convinto che,

quanto più profonde fossero state le trasformazioni

che si volevano introdurre, tanto più ampio dovesse

essere lo schieramento sociale e politico a

sostenerle.

Dall’altra parte, Moro, contrariamente a gran parte

della democrazia cristiana, aveva lentamente aperto al

PCI, proponendo un eventuale allargamento dell’area di

maggioranza, ma non anche il coinvolgimento diretto

dei comunisti al governo.

La politica di cauto avvicinamento tra la corrente

morotea e il PCI berlingueriano conobbe un impulso con

le elezioni del 20 giugno 1976. La DC registrò un

rispettabile 38,7% ed il PCI un’ulteriore e

inarrestabile avanzata attestandosi a quota 34,45%, un

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Page 109: Salvador Allende.

risultato tre volte superiore a quello dei socialisti

(9,6%)67.

Questo suffragio rappresentò un passaggio fondamentale

della storia repubblicana, in quanto dimostrava la

reale forza sociale del PCI che era riuscito a

convogliare nuove speranze e reali aspettative nelle

propria strategia del compromesso storico.

Il Partito Socialista invece, dopo le elezioni, vide

l’ascesa di Bettino Craxi, che abbandonò

immediatamente l’indirizzo del suo predecessore, di

convergenza con i comunisti, espresso fino a poche

settimane prima del voto.

Il 10 agosto Berlinguer annunciò l’astensione dei

comunisti dal nuovo governo monocolore Andreotti. Il

segretario aveva scelto di non entrare nel governo pur

facendo parte della maggioranza per evitare il crollo

istituzionale, il ”vuoto di potere” temuto da Aldo

Moro che avrebbe necessariamente significato elezioni

67 F. De Felice, L’Italia repubblicana, Nazione e sviluppo. Nazione e crisi., Einaudi, Torino, 2003, p. 197.

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Page 110: Salvador Allende.

anticipate68. Il PCI rimaneva escluso dal governo, ma

la sua astensione era determinante, e soprattutto era

la prima volta, dall’imposizione della conventio ad

excludendum, che i comunisti entravano nelle

istituzioni con la Presidenza del Senato affidata a

Ingrao e sette presidenze delle commissioni

parlamentari.

L’equilibrio politico di agosto era assai lontano

dalla proposta berlingueriana del compromesso storico,

che non si esauriva con l’ingresso nella maggioranza

di governo.

Nell’ultimo incontro segreto di Berlinguer e Moro si

doveva decidere se ultimare il passaggio dalla

“democrazia difficile” alla “democrazia compiuta”.

Dagli appunti riservati redatti da Antonio Tatò,

risulta che il 31 gennaio 1978, la DC e il PCI avevano

raggiunto l’accordo sui principali punti

programmatici. Sebbene ormai il Partito Comunista

68 Ibidem

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Page 111: Salvador Allende.

avesse conquistato la legittimazione democratica per

governare, Moro doveva affrontare la gran parte del

suo partito. Il punto di arrivo delle riflessioni di

Moro sul Partito Comunista fu l’ultimo discorso ai

gruppi parlamentari DC del 28 febbraio, considerato il

suo testamento politico.

Per fronteggiare l’”emergenza reale”, cioè

l’aggravarsi della crisi economica sociale, Moro

sostenne la necessità di proseguire il dialogo

costruttivo con i comunisti, di “trovare un’area di

concordia, un’area di intesa tale da consentire di

gestire il Paese, finché durano le condizioni

difficili alle quali la storia di questi anni ci ha

portati”. Sottolineando che si trattava di un

“passaggio difficile”, lo statista democristiano

auspicò una “convergenza sul programma” non più basata

sulle astensioni ma sulle adesioni dei comunisti al

governo. In altre parole, far coincidere, per la prima

volta nella storia repubblicana, l’area di legittimità

111

Page 112: Salvador Allende.

costituzionale, l’area di maggioranza e l’area di

governo.

Proprio quando il disegno di Berlinguer sembrò essere

a portata di mano, lo statista democristiano fu rapito

(16 marzo 1978) da un commando delle Brigate Rosse e

la sua scorta barbaramente uccisa.

Condannando fermamente l’episodio del sequestro Moro,

la mattina del 16 marzo Berlinguer garantì “la volontà

e l’impegno fermissimi nella salvaguardia del regime

democratico”69.

Fino al 9 maggio, quando venne fatto trovare il

cadavere del Presidente Moro in Via Castani, tutte le

forze politiche e l’Italia intera furono impegnate ad

evitare il collasso del paese. Indubbiamente vi era un

disegno strategico teso ad impedire l’incontro

politico tra il PCI e la DC che forse avrebbe potuto

sfociare nel compromesso storico.

69 E. Berlinguer, Sul rapimento di Aldo Moro e l’uccisione degli agenti della sua scorta e per la fiducia al IV governo Andreotti, in M. L. Righi, Enrico berlinguer. Discorsi parlamentari, Camera dei Deputati, Roma, 2001, pp 181-182.

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Non c’è dubbio che l’assassinio politico di Moro segnò

la fine del compimento del compromesso storico, come

dimostrarono il nuovo corso socialista e la chiusura

conservatrice della Democrazia Cristiana.

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