Salva la tua pensione

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Giacomo Saver Salva la Tua Pensione!

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Finalmente svelata la strategia per costruire una vera e solida pensione integrativa

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Giacomo Saver

Salva la Tua Pensione!

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“Perché mai dovrei pensare alla pensione?”

Ok, ti capisco. Hai scelto di leggere questo ebook perché in qualche

modo avverti che il problema pensionistico è un problema serio.

Ma poi, all'atto pratico, nella tua testa ci sono altri pensieri che ronza-

no come un alveare in primavera. “Affrontare il discorso previdenziale

significa dover risparmiare. E io ho il mutuo da pagare, fatico ad arri-

vare a fine mese, mi concedo solo una pizza ogni tanto. Dove li trovo

i soldi per crearmi una rendita integrativa?”

Magari è proprio questo che stai pensando, a livello inconscio.

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Oppure la tua mente è distratta da un altro tipo di pensiero. “La pen-

sione? Magari nemmeno ci arriverò. E' meglio che mi occupi del pre-

sente e chi vivrà vedrà”.

Proprio perché comprendo bene le tue ansie per il presente, ti chiedo

la pazienza di leggere la storia che segue. Non pensarci su, leggila e

basta. Alla fine trarrai le tue brave conclusioni.

In un afoso pomeriggio di agosto, una cicala cantava giuliva dall'alto

del lungo filo d'erba su cui si era appostata. Il sole era caldo, il profu-

mo del fieno e della natura avvolgevano l'aria e il felice insetto mo-

strava la sua allegria intonando una graziosa melodia. Ora una formi-

ca stava passando sotto lo stelo su cui si trovava la cicala. Si era fer-

mata un attimo per prendere fiato, perché a causa del gran caldo fati-

cava nel trasportare una briciola di pane verso il suo formicaio. “Ma

che stai facendo”, chiese la cicala osservando la scena. “Accumulo il

cibo per l'inverno” rispose la formica.

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La cicala si mise a ridere. “Tu sei tutta matta. Fa un caldo splendido,

siamo nel mese di agosto e tu ti preoccupi per l'inverno?” chiese. La

formica non diede peso all'opinione dell'insetto e continuò il suo cam-

mino verso il formichiere. Ogni volta che le passava accanto, la cicala

smetteva di cantare per osservare la formica e, scuotendo la testa in

segno di disapprovazione, rideva di lei.

Mano a mano che i giorni passavano e che la temperatura iniziava a

scendere, era sempre più difficile trovare cibo nei paraggi. La cicala,

incurante di ciò, continuava a cantare. Era troppo occupata a godere

il momento presente per rendersi conto che l'inverno si stava avvici-

nando più velocemente del previsto. Ad un certo punto, aggirandosi

tra le foglie cadute a terra, lo sprovveduto insetto realizzò che la bella

stagione era finita e che le era impossibile trovare cibo intorno.

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Solo allora, quando era troppo tardi, si ricordò di ciò che aveva fatto

la formica. Aveva provveduto per tempo a rifornirsi di cibo quando ne

aveva la possibilità. Ora era rintanata tranquilla, al caldo, a godersi

l'inverno nella sua tana.

Forse la cicala avrebbe dovuto smettere di cantare per occuparsi del

cibo? E faceva bene la formica a trascorrere l'estate nel tentativo di

mettere da parte le briciole? NO.

Entrambi i comportamenti erano sbagliati. La cicala ha dato peso ec-

cessivo al momento presente, e così è rimasta senza mangiare nei

mesi successivi. La formica, invece, non ha goduto per nulla dell'esta-

te perché era troppo impegnata a lavorare per il futuro.

L'ebook che stai leggendo vuole aiutarti a trovare il giusto equilibrio

tra il tuo presente ed il tuo futuro.

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Condurre una vita misera oggi per poi trascorrere una vecchiaia sere-

na è da sciocchi. Ma è altrettanto pericoloso comportarsi come la ci-

cala e fingere che il momento dell'inverno non arriverà mai.

Questo è il motivo per il quale, nel viaggio che hai appena iniziato in-

sieme a me, faremo alcune tappe fondamentali.

La prima sosta ci permetterà di capire i motivi per cui è necessaria

una forma di previdenza pubblica. Ricordo il mio amico Fulvio che di-

ceva: “perché non li danno a me i soldi che verso all'INPS? Me la farei

io la pensione!!”. In realtà la previdenza obbligatoria svolge un ruolo

importante per te e per tutti i cittadini. Inizieremo dunque a com-

prenderne il funzionamento per valutare se davvero hai bisogno di in-

tegrare quello che avrai.

La seconda fermata ti permetterà di studiare e comprendere i moti-

vi per i quali i fondi pensione sono sostanzialmente delle fregature.

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In questa sede scoprirai delle cose interessanti anche sulla previdenza

integrativa individuale e saprai perché farai bene a restare alla larga

da queste forme di integrazione. Sono certo che resterai stupito da

quello che leggerai.

Questo non è un classico ebook discorsivo, che fa splendere le qualità

della gestione dei fondi pensione amministrati dalle banche e dalle

compagnie di assicurazione. Questo ebook è una vera e propria con-

tro-guida che ti svela e ti rivela le cose che nessuno ti dirà MAI, per-

ché il sistema bancario e finanziario ha tutto l'interesse a mantenerti

all'oscuro di certe faccende.

Meno cose sai, più sarà facile convincerti a sottoscrivere prodotti pre-

videnziali scadenti e scalcinati ma molto remunerativi per chi te li

vende.

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Gli armadi delle banche sono colmi di colorate brochure che raffigura-

no persone felici che hanno raggiunto la serenità grazie all'adesione a

un prodotto pensionistico. Peccato, però, che chi ha raggiunto questo

importante traguardo si sia reso conto solo alla fine di aver fatto un

pessimo affare.

Io sono il bancario pentito che sta dalla tua parte. Spesso contro l'in-

teresse della tua banca. Il tuo istituto fa il proprio interesse, mentre

tu a mano a mano che seguirai ed applicherai i consigli contenuti in

questo ebook e negli altri strumenti dedicati alla tua formazione im-

parerai a curare il tuo.

La terza tappa smonterà un mito troppo comune quanto dannoso tra

gli investitori: toccherai con mano che i mercati azionari non sono il

posto giusto nel quali investire i risparmi che serviranno ad integrare

la tua rendita pensionistica futura.

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Essi sono troppo rischiosi, e l'obiettivo da raggiungere – il manteni-

mento di un buon tenore di vita – è troppo importante per essere

messo in discussione dalle fluttuazioni delle borse.

Nella quarta sosta apprenderai quali sono gli strumenti finanziari mi-

gliori per costruire la tua rendita pensionistica in modo facile, sicuro e

al riparo dai prodotti onerosi che trovi in banca.

Il quinto stop ti mostrerà in modo dettagliato spiegandoti bene tutti

i passaggi, come quantificare il fabbisogno previdenziale, ossia l'am-

montare della rendita di cui avrai bisogno per affrontare con serenità

e sicurezza la tua 'terza età'. Arrivati al traguardo saprai finalmente

come passare dal capitale accumulato alla rendita.

Posso immaginare che cosa vorresti chiedermi. Sei pronto a partire,

sei carico di entusiasmo ma hai ancora un dubbio.

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“E se non capisco bene come fare? Io ho poca dimestichezza con la

matematica e se non comprendo a fondo un passaggio salta tutto”.

Voglio rassicurarti anche in merito a questo punto.

Lo stile con cui affronteremo gli argomenti è sciolto ed informale. Pro-

babilmente arriverai alla fine di questo ebook senza nemmeno esser-

tene accorto, perché la scorrevolezza degli argomenti ti manterrà in-

collato allo schermo. Ma esiste pur sempre la possibilità che qualche

cosa non ti sia chiara. Per questa ragione potrai metterti in contatto

direttamente con me utilizzando l'indirizzo mail

[email protected].

Scrivimi pure in qualunque momento. Ti do la mia parola che ti ri-

sponderò personalmente e lo farò a tutte le tue domande. Non delego

a nessuno dei miei collaboratori questo tipo di incarico non per pre-

sunzione, ma perché desidero che il nostro rapporto sia personale.

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Ora è il tuo turno. Rilassati come se stessi per leggere un romanzo

o un racconto del tuo autore preferito. Il cammino che ti permetterà

di salvare la tua pensione sarà più divertente ed utile di quanto im-

magini....

Buona lettura!!

Giacomo Saver, il bancario pentito

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La previdenza obbligatoria

A che serve la previdenza pubblica?

“Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e incappò nei briganti

che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo

mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima

strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita,

giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che

era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli

si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo

sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.

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Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, di-

cendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al

mio ritorno”

La riconosci? E' la famosa parabola del buon Samaritano raccontata

nel Vangelo di Luca.

Non a caso, la giustificazione economica dell'esistenza dei sistemi

previdenziali pubblici è nota in economia come il dilemma del Samari-

tano. Al termine di questo paragrafo saprai perché.

Siamo un popolo latino e, come tale, siamo molto fatalisti. Crediamo

che non sia colpa nostra se accadono delle disgrazie e riteniamo di

essere “nelle mani del Signore”. Gli anglosassoni, al contrario, sono

più responsabili della loro vita. Sanno bene che sono le loro scelte ad

influenzare gli eventi, una volta esclusi quelli imponderabili.

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Un lavoratore inglese, ad esempio, inizia subito ad accantonare risor-

se per la propria vecchiaia, perché sa che il suo benessere futuro di-

penderà proprio dalle scelte che fa ORA e dalle azioni che ne segui-

ranno. I popoli latini, invece, tendono a procrastinare, a 'tirare a cam-

pare' come dicono a Napoli, nella speranza che ci sia la Provvidenza

ad occuparsi di loro.

“Quando sarò vecchio qualcuno si occuperà di me, no? Non mi

lasceranno mica morire per strada” è ciò che le persone in fondo pen-

sano. Ecco perché siamo tutti un po' simili alla cicala che abbiamo in-

contrato nell'introduzione. In fondo vogliamo vivere la vita ADESSO e

confidiamo nell'aiuto di qualche buon samaritano che ci soccorrerà

quando saremo anziani.

Se no lo Stato che ci sta a fare?

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Immagina per un istante che cosa accadrebbe se anche solo una pic-

cola parte della popolazione ragionasse così e non ci fosse un regime

previdenziale obbligatorio. Lo Stato dovrebbe fronteggiare una folla

priva dei mezzi per il proprio sostentamento!! Non importa se tu non

ragioni in questo modo, anzi sono certo che non lo fai altrimenti non

avresti scelto di leggere questo ebook.

Ti garantisco però che molti giovani, ieri come oggi, la pensano esat-

tamente così. Tante persone rifiutano di pensare alla loro vecchiaia

nella speranza che qualcun altro provveda per loro.

Ora, obbligando tutti i lavoratori a versare una parte della propria re-

tribuzione per fare fronte alla propria 'terza età', si supera questo

scoglio.

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Non è possibile non avere nessuna forma di previdenza pubblica. In

questo caso, infatti, gli individui sarebbero portati per godersela fin

che possono e finirebbero di terminare il ballo della giovinezza tro-

vandosi senza soldi.

Il problema, semmai, è un altro. Ti sei mai chiesto perché la necessità

di arrotondare la pensione pubblica con una privata sia un'esigenza

recente?

Le generazioni passate non ne hanno mica avuto bisogno.... Al di là

delle ovvietà (gli sprechi e le pensioni di invalidità concesse a persone

assolutamente sane in cambio di voti) il prossimo passo consiste nel-

l'analizzare la storia ed il funzionamento del sistema previdenziale

pubblico. In questo modo conoscerai la risposta alla tua domanda.

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C'era una volta

La favola della pensione pubblica affonda le sue radici in un clima di-

verso da quello frenetico dei giorni nostri.

Correva l'anno 1898 quando fu istituita la “Cassa nazionale di pre-

videnza per l’invalidità e la vecchiaia degli operai” alla quale po-

tevano aderire, su base volontaria, tutti gli operai con il versamento

di un contributo annuo assolutamente libero ma comunque non supe-

riore a L.100. La prima forma di previdenza pubblica era quindi volon-

taria e pagava una rendita vitalizia ai dipendenti privati che avevano

raggiunto i 65 anni di età commisurata all'ammontare dei contributi

versati.

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Nel 1919 viene introdotto l’obbligo di versamento per tutti i la-

voratori dipendenti privati, operai e impiegati (con una retribuzio-

ne mensile inferiore a una data soglia) per assicurarsi contro infortu-

ni, disoccupazione e, appunto, vecchiaia.

A distanza di 5 anni (1924) nasce il “progenitore” del TFR ovvero

viene istituita l’indennità in caso di (solo) licenziamento che nel

1942 con il Codice Civile verrà trasformata in indennità di anzia-

nità da riconoscere (dal 1966 per tutte le cause di cessazione del rap-

porto) a tutti i lavoratori in proporzione all’ultima retribuzione e al nu-

mero di anni di servizio.

Tale indennità si trasformerà, nel 1982 con un decreto legge a fir-

ma di Pertini, in Trattamento di Fine Rapporto.

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Sotto l’autoritarismo mussoliniano nel 1933 la Cassa nazionale

di previdenza viene ridenominata Istituto Nazionale per la Previdenza

Sociale (INPS) e viene riorganizzata in quattro gestioni (oltre a quella

dedicata all’invalidità e vecchiaia, è,ora, presente anche la gestione

dedicata al sussidio di disoccupazione, a quello previsto in caso di tu-

bercolosi e di maternità; nel 1934 vengono anche introdotti gli

assegni familiari per sopperire, da un lato, la riduzione dell’orario

di lavoro da 48 a 40 ore settimanali e, dall’altro, come misura per in-

centivare lo sviluppo demografico.

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Nel 1939 si modificano i limiti di età per la pensione abbassandoli a

60 anni per gli uomini e 55 per le donne (tali limiti saranno modifi-

cati solo nel 1992 con la Riforma Amato) e viene introdotta la

pensione di reversibilità a favore dei superstiti del lavoratore assicura-

to ancora in fase lavorativa ma anche per quello già entrato nella fase

del pensionamento.

Nel 1943 vengono aumentati i contributi pensionistici e, per la pri-

ma volta viene richiesta una maggiore esposizione da parte dell’a-

zienda che sarà chiamata, ora, al versamento dei due terzi dei contri-

buti obbligatori; tale ammontare viene ridotto nel 1947 alla metà con

lo Stato ed il lavoratore a spartirsi in parti uguali la restante metà.

Prima di proseguire per arrivare a tempi più recenti, è bene che af-

frontiamo una questione molto importante. Scoprirai il legame che

esiste tra i contributi versati e la pensione ottenuta secondo i due

principali modelli in uso in tutti i sistemi pensionistici del mondo.

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E dopo che ti saranno chiare le differenze e le peculiarità dei due me-

todi comprenderai le ragioni per le quali è indispensabile che integri

oggi la tua pensione di domani.

Un viaggio nel continente africano

Ti sei mai chiesto come facciano le tribù africane che vivono nel conti-

nente nero a gestire la questione previdenziale?

Forse le famiglie che dimorano nella foresta amazzonica hanno una

cassa di previdenza? Certo che no, eppure i popoli antichi avevano già

trovato una risposta a questo problema nel modo più naturale possi-

bile. Avevano scoperto ed utilizzato il “patto intergenerazionale”.

***

Per adesso ci fermiamo qui, ma da settembre 2011 potrai leggere

TUTTO il libro e salvare finalmente e da solo/a la tua pensione!!

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