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l’opinione
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Semplice a quanto SuppoSto nei
giorni ScorSi giuSeppe non Si trova
a padova, dove era atteSo per un
lavoro in una onlus, ma in Sicili da
ieri sera giuseppe Salvatore riina, 90
anni, figlio minore del boss della mafia,
si trova, da uomo libero a corleone
(palermo) sottoposto a regime di
prevenzione. lo ha confermato
all'anSa il suo legale vicentino anch'egli
sorpreso che l'uomo, scontati nel carcere
di opera gli otto anni e 10 mesi di
reclusione per associazione di stampo
mafioso, non abbia preso la via di
padova, dov'era atteso per un lavoro in
una onlus, ma quella della Sicilia.
la svolta improvvisa è arrivata nel
primo pomeriggio di ieri quando, prima
di lasciare il carcere, a riina è stato
'sospeso' il provvedimento di
sorveglianza che gli avrebbe permesso,
come previsto dal magistrato di pavia, di
arrivare in veneto e notificato da ieri il
figlio dei boss del boss è un uomo libero
invece la norma di prevenzione emessa
nel 2002 dal tribunale di palermo. un
provvedimento, quest'ultimo, che, come
indica l'avvocato, 'cancella' quello
relativo alla sorveglianza. riina, che
all'uscita del carcere è stato accolto da
familiari e amici, ha dovuto quindi
imbarcarsi su un volo per la Sicilia. per il
suo soggiorno veneto se ne riparlerà ma,
per il legale, forse tra non molto tempo
poiché lo stesso professionista ha pronto
un ricorso in cassazione contro la
prevenzione poiché sarebbero trascorsi
troppi anni dall'emmissione di
quest'ultima notifica alla sua
applicazione. Salvatore giuseppe
riina, a detta dell'avvocato, avrebbe
preso con filosofia la novità dicendosi
comunque "confuso ma felice" di essere
tornato a tutti gli effetti in libertà lo ha
confermato all'anSa il suo legale
vicentino anch'egli sorpreso che l'uomo,
scontati nel carcere di opera gli otto
anni e 10 mesi di reclusione per
associazione di stampo mafioso, non
abbia preso la via di padova, dov'era
atteso per un lavoro in una onlus, ma
quella della Sicilia.
la svolta improvvisa è arrivata nel
primo pomeriggio di ieri quando, prima
di lasciare il carcere, a riina è stato
'sospeso' il provvedimento di
sorveglianza che gli avrebbe permesso,
come previsto dal magistrato di pavia, di
arrivare in veneto e notificato invece la
norma di prevenzione emessalo ha
Ciascuno ha il pesoche si merita
di Marcello Pierini
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Semplice a quanto SuppoSto nei giorni ScorSi
giuSeppe non Si trova a padova, dove era
atteSo per un lavoro in una onlus, ma in Sicili
da ieri sera giuseppe Salvatore riina, 90 anni,
figlio minore del boss della mafia, si trova, da uomo
libero a corleone (palermo) sottoposto a regime di
prevenzione. lo ha confermato all'anSa il suo
legale vicentino anch'egli sorpreso che l'uomo,
scontati nel carcere di opera gli otto anni e 10 mesi
di reclusione per associazione di stampo mafioso,
non abbia preso la via di padova, dov'era atteso per
un lavoro in una onlus, ma quella della Sicilia.
la svolta improvvisa è arrivata nel primo
pomeriggio di ieri quando, prima di lasciare il
carcere, a riina è stato 'sospeso' il provvedimento di
sorveglianza che gli avrebbe permesso, come
previsto dal magistrato di pavia, di arrivare in
veneto e notificato da ieri il figlio dei boss del boss è
un uomo libero
invece la norma di prevenzione emessa nel 2002 dal
tribunale di palermo. un provvedimento,
quest'ultimo, che, come indica l'avvocato, 'cancella'
quello relativo alla sorveglianza. riina, che
all'uscita del carcere è stato accolto da familiari e
amici, ha dovuto quindi imbarcarsi su un volo per la Sicilia. per il suo soggiorno veneto
se ne riparlerà ma, per il legale, forse tra non molto tempo poiché lo stesso professionista
ha pronto un ricorso in cassazione contro la prevenzione poiché sarebbero trascorsi
troppi anni dall'emmissione di quest'ultima notifica alla sua applicazione. Salvatore
giuseppe riina, a detta dell'avvocato, avrebbe preso con filosofia la novità dicendosi
comunque "confuso ma felice" di essere tornato a tutti gli effetti in libertà lo ha
confermato all'anSa il suo legale vicentino anch'egli sorpreso che l'uomo, scontati nel
carcere di opera gli otto anni e 10 mesi di reclusione per associazione di stampo
mafioso, non abbia preso la via di padova, dov'era atteso per un lavoro in una onlus,
ma quella della Sicilia.
la svolta improvvisa è arrivata nel primo pomeriggio di ieri quando, prima di lasciare il
carcere, a riina è stato 'sospeso' il provvedimento di sorveglianza che gli avrebbe
permesso, come previsto dal magistrato di pavia, di arrivare in veneto e notificato
s a l u t e
insideCellule staminaliper dover dare la vita
di Marcello Pierini
Salute In
Bimestrale Anno 1 Numero 0
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90141 Palermo
Hanno collaborato
Alessia Cannizzaro
Giusi Serravalle
Michela Burgio
Patrizia Camedda
Alessandra Muschella
Rossella Riccobono
Salvo Sbacchis
la Redazione dell’Inchiesta Sicilia
Marcello Pierini
Massimo Oriti
Benedetto D’Arcamo
l’Ausl 9 di Trapani
3 l’opINIoNe
Ciascuno di noi è in grado di percepire
5 saluteINsIde
Insieme riusciamo a sconfiggere la noia
8 saluteINtervIsta
Venire alla vita. Come?
saluteINcerca
14 Terme e benessere
20 Una residenza tra corsia e albergo
dedIcato a
24 Per un pezzo di pane
Ciascuno ha il peso che si meritasaluteINforma
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s o m m a r I o
26 Cibercibi e ciberobesi
28 Cellule staminali per dare la vita
saluteINprImopIaNo
30 Le amazzoni d’oggi
32 La cura orientale
34 Glaucoma, un nemico da prevenire
saluteINforma
39 Estate: strategie al sole
40 Minaccia o risorsa?
44 Libere di scegliere
46 saluteINsIeme a...
1812
Un aiutoper l’autismo
worldestINatIoN saluteINcerca
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IN
– Venire alla vita. Come?
Bavetta – Il parto in acqua fa parte di una fi-
losofia più generale che vede gravidanza e
parto meno medicalizzati. Il parto è un
evento fisiologico e, quindi, andrebbe trat-
tato come tale. Purtroppo, l’invadenza della
ginecologia ha medicalizzato, a volte anche
troppo, questo evento. Il parto in acqua ha
le sue peculiarità e i suoi vantaggi, ma a me
interessava molto creare una posizione cul-
turale diversa. E’ la paziente che sceglie co-
me vuole partorire, in base al suo vissuto, e
credo che questo sia il futuro dell’ostetricia
moderna: riscoprire la fisiologia del parto,
con tutte le coperture e garanzie offerte dal-
le conoscenze e dalla tecnologia attuali.
Lo Bue – Ho sempre lavorato, fortunatamen-
te, in strutture in cui marcata era la voglia
di umanizzare il rapporto medico-paziente.
Già negli anni Settanta, la presenza di una fi??
IN
Venire alla vitaCome?Suona e tuona come un monito la Bibbia quando recita “…. Tu donna, partorirai con
dolore…”. Ma nessuno, oggi, vuole più attenersi a questo principio sacro e preferisce
ricorrere a tutti quei sistemi – vecchi e nuovi – che consentono di partorire senza dolore. E
se della sedazione chimica del dolore si fa sempre un gran parlare, molto meno, si parla di
quelle metodiche naturali che, mettendo a proprio agio le persone, sedano l’ansia e il dolore
senza ricorrere a farmaci. Tipico esempio di metodica misconosciuta ma emergente, è il
parto in acqua. Abbiamo voluto affrontare questa tematica, mettendo a confronto due
specialisti; uno tradizionalista, l’altro che opera già da più di sei anni il parto in acqua.
a cura della redazione dell’Inchiesta Sicilia
Sono intervenuti: Giovanni Bavetta primario di Ostetricia-Ginecologia Ospedale di AlcamoAntonino Lo Bue dirigente di primo livello di Ostetricia-Ginecologia Az. Osp. Villa Sofia-Cto di Palermo
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saluteintervista
entra, da paziente, in un reparto ospedaliero. Imma-
giniamo quindi cosa si muove nella mente della don-
na che si venga a trovare, per l’evento parto, per la
prima volta a contatto con una miriade di persone,
medici, paramedici e altre ricoverate con cui non ha
alcuna familiarità: è un evento traumatico. Se invece
è stata seguita e accudita già nel corso della gravidan-
za, l’ospedale le sembrerà un luogo non distante
e nuovo, ma punto di affidamento, di serenità.
Il nostro reparto conta da 1300 a 1500 parti
l’anno, quindi è una grossa realtà della bran-
ca, e posso confermare che la tipologia di
approccio che abbiamo strutturato ci ha
consentito e ci consente di ridurre drastica-
mente il ricorso al parto cesareo.
– Quindi al di là delle vostre posi-
zioni ed esperienze, pare evi-
dente che entrambi conferite
centralità all’umanizzazio-
ne del rapporto con la
gravida e poi puerpera.
Altresì non siete chiusi
come mente né con-
trari per principio al-
le varie e possibili
tecniche per con-
durre gravidanza
e parto a buon fi-
ne nel modo mi-
gliore per
madre e figlio.
Bavetta – Esistono
delle controindicazio-
ni all’utilizzo di tecni-
che soft: gravidanze
patologiche o a rischio, si-
tuazioni di sofferenza fetale
evidenziate dai tracciati to-
cocardiografici, la macroso-
mia fetale, un bacino piccolo o androgino, patolo-
gie ginecologiche indipendenti dalla gravidanza,
ad esempio, necessitano di sorveglianza medica-
lizzata costante e, molto probabilmente, richiede-
ranno il ricorso a tecniche chirurgiche. Il parto in
acqua va, quindi, preso in considerazione per parti
selezionati, assolutamente fisiologici.
Lo Bue – Io non comprendo come l’acqua possa
influenzare la meccanica del parto cui si riferiva il
collega Bavetta. Per entrare nel discorso tecnico,
il travaglio e il parto sono due eventi in parte di-
namici, imputabili alla motilità uterina, e in parte
meccanici, riferibili al canale del parto; e c’è un
corpo mobile, il feto, che deve attraversare questo
canale. Nel caso in cui sussista una sproporzione
feto-pelvica, diagnosticabile con gli odierni esami
e monitoraggi, necessita un parto assistito, e qui la
moderna ostetricia, con tecniche pur aggressive ha
consentito di raggiungere risultati ottimi, scongiu-
rando lesioni e l’insorgenza di patologie da parte
sia nella madre che nel feto.
La legge italiana prevede che il parto venga assi-
stito dall’ostetricia, e che il ginecologo venga chia-
mato solo in caso di complicanze. Allora, molti
anni fa, noi ci siamo posti questo dilemma: ma un
povero ginecologo come fa a capire che c’è una
deviazione dalla norma se non assiste mai parti fi-
siologici? E abbiamo deciso di partecipare attiva-
mente, come routine, al travaglio e al parto, in
modo da potere discriminare e porre in maniera
preventiva eventuali diagnosi di parto distocico.
Questo ci ha consentito, come gruppo, prima a
Carini e poi a Villa Sofia, di ricorrere al parto stru-
mentale in maniera tempestiva, abbattendo in ma-
niera significativa sia il parametro mortalità, sia
quello di morbilità, cioè di complicanze patologi-
che intra e post partum. Nella nostra società stra-
tificata, e ancor più in provincia, la gravidanza
veniva considerata come malattia.
Veni
re a
lla v
itaCo
me?
11
saluteintervista
– Dottor Bavetta, ci vuole fornire alcune
delucidazioni circa gli effetti positivi che il
parto in acqua può espletare?
Bavetta – Il fatto di partorire in acqua, il fatto che
questo bambino appena esce si trova immerso nel
liquido, non pone problemi di ingestione perché
trascorre qualche secondo prima che il riflesso del-
la respirazione autonoma attivi il tipo adulto di cir-
colazione bloccando quello attraverso il cordone
ombelicale. Sul lettino, che comprime tutta la pa-
rete posteriore del canale da parto, si crea un osta-
colo in più al progredire del feto verso l’esterno.
In acqua non si creano ostacoli, non si incentivano
contrazioni da sommare a quelle, già dolorose, del-
l’espulsione fetale.
Sono d’accordo con l’ipotesi avanzata dal collega Lo
Bue di creare i centri di ostetricia al di fuori, ma in
prossimità, delle strutture ospedaliere per far sentire
non malate le donne in gravidanza. Bisogna fornire
calore umano insieme a professionalità medica, deve
essere un accudimento a tutto campo, nella sicurezza,
per la coppia e la nuova vita che nasce.
Lo Bue – L’attivazione del riflesso bulbo-pontino
cardiocircolatorio e respiratorio non dipende dall’os-
sigeno ambientale, ma dalla concentrazione di ossi-
geno e di anidride carbonica presente nel sangue
fetale: cioè il livelli di P02 e PC02. Nel momento in
cui attraversa il canale del parto, il feto, a causa della
compressione che si esercita sulla gabbia toracica,
muta la sua circolazione intrauterina, che si trasfor-
ma nella circolazione dell’adulto. Quindi, se il neo-
nato è stato bene ossigenato fino all’inizio del
periodo espulsivo, avrà delle buone riserve di ossige-
no e rallenterà per alcuni secondi questo riflesso au-
tomatico sottocorticale, viscerale, dell’atto
respiratorio e non ingurgiterà acqua. Se per fatalità
(un utero che comprime un poco, un giro di funicolo
intorno al collo o a bandoliera), l’ossigenazione della
fase espulsiva è ridotta, e il bambino arriva all’ester-
no con un valore di P02 basso e di PC02 un po’ più
elevato, ovviamente (quando la circolazione, col di-
simpegno delle spalle, cambia) si innesteranno auto-
maticamente quei meccanismi involontari di ricerca
dell’aria, e quindi di respiro, che possono portare a
ingerire acqua dall’ambiente circostante. Questo è
un fattore non limitante, ma da tenere presente nel
corso del monitoraggio che precede il periodo espul-
sivo. Per quanto riguarda gli effetti dell’acqua sul do-
lore, vorrei fare una piccola premessa. Penso che la
percezione dipenda dalla cosiddetta deviazione sen-
soriale, come ben ci insegna la neurolinguistica. Udi-
tivo, visivo e tattile sono i tre canali sensoriali
esperenziali. Utilizzare terapie cognitivo-comporta-
mentali consente di ottenere sedazione dell’ansia e
rilassamento.Dall’inchiesta numero 88 - Ottobre 2003
La legge italiana prevedeche il parto venga assistitodall’ostetricia, e che ilginecologo vengachiamato solo in caso dicomplicanze
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saluteincerca
Le stazioni termali svolgono un ruolo ben definito nel contesto
del turismo, e l’attenzione che l’organizzazione turistica
siciliana sta oggi prestando a questo importante segmento
turistico è testimoniata dall’inserimento del turismo termale fra
le linee di prodotto privilegiate dalla regione Siciliana
nell’ottica della destagionalizzazione dei flussi turistici.
E ciò in quanto, anche nel termalismo, non si può prescindere
dagli aspetti turistici, poiché la richiesta di vacanza è oggi
sempre più abbinata non soltanto ad esigenze di svago ed
impiego del tempo libero, ma anche di salute e qualità della
vita motivata dai frenetici ritmi giornalieri e dal disagio
ambientale delle grandi città.
Al contrario, il centro termale è inserito in un comprensorio
ecologico-turistico in cui il rapporto verde-popolazione è
ottimale, aggiungendosi a ciò i vantaggi di un clima
costantemente mite con elevato numero di ore di insolazione e
l’attrattiva costituita dallo splendido mare che circonda la
Sicilia e di cui si può fruire per quasi 6 mesi l’anno.
Ed in posizione privilegiata sul mare si trovano i maggiori
centri termali siciliani, con forte vocazione turistica legata
all’amenità del contesto ambientale ed alla presenza ed alla
vicinanza di beni monumentali di importante rilievo artistico,
senza tralasciare le tradizioni enogastronomiche in grado di
soddisfare i palati più esigenti.
Termee benessere
La Sicilia vanta un ricco patrimonio idrotermominerale,noto sin dai tempi della Magna Grecia,dovuto alla particolare natura del suo suolo
Alì Terme Marino Le acque sono salso-bromo-iodiche e sulfuree ipertermali
(40-46°C); usate per fanghi e bagni sulfurei, sono indicate per la cura di
malattie artroreumatiche, mentre le terapie inalatorie risultano efficaci nelle
affezioni respiratorie ed otorinolaringoiatriche. Anche i disturbi ginecologici e
dermatologici si avvalgono delle opportune cure con le acque sulfuree. Il
complesso termale è attezzato anche per trattamenti estetici. La cittadina
termale è anche un’apprezzata stazione balneare dove, alla bellezza dei
fondali e del paesaggio, fanno degno contorno le splendide località dei
dintorni famose a livello internazionale per la bellezza dei paesaggi e per i loro
monumenti: Taormina, Messina, Catania, l’Etna, la Costa dei Ciclopi...
Eolie - Lipari e Vulcano Le acque, sulfureo-salso-bromo-iodiche sono
ipertermali, molto acide e radioattive efficaci nella terapia di affezioni
reumatiche, artritiche, nervose, cutanee e del ricambio. I tradizionali bagni,
fanghi e inalazioni già praticati dai villeggianti che sfruttano la particolare e
spontanea natura del luogo, in un prossimo futuro saranno integrati ed
inseriti in un modernissimo complesso termale. L’isola di Vulcano, la più
meridionale delle Isole Eolie o Lipari, ha due vulcani spenti ed uno attivo
allo stato di solfatara. Nella mitologia greco-romana era la sede di Eolo, il
dio dei venti.
Acireale Lo stabilimento termale: sulfureo-salso-bromo-iodiche ipotermali
(22°C) radioattive, le acque di queste terme devono la loro particolarità
all’origine vulcanica ed alla mescolanza con acqua marina sotterranea. I
fanghi sulfurei (ottenuti facendo macerare per tre anni l’argilla vulcanica
nell’acqua sulfurea) sono assai efficaci nella cura di malattie osteoarticolari,
reumatiche e dermatologiche. Le applicazioni praticabili sono tante e
specifiche per ogni malattia: bagni, fanghi, massaggi e idromassaggi
vengono usati per le malattie osteoarticolari, reumatiche e dermatologiche;
con docce filiformi e maschere facciali si affrontano le dermatiti, gli eczemi,
la seborrea, l’acne e la psoriasi; le inalazioni, gli humages, gli aerosol, il
lavaggio nasale, le insufflazioni endotimpaniche, la ventiloterapia si rivelano
assai efficaci nella cura di malattie otorinolaringoiatriche e respiratorie. Il
complesso termale dispone anche di un moderno ed attrezzato centro di
riabilitazione con fisiochinesiterapia ed altre tecniche; sono anche attivi
reparti specialistici di Pneumologia, Neurologia, Ortopedia, Angiologia e
Medicina estetica dove i pazienti possono sottoporsi ad esami clinici e
terapie in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale. La splendida
costiera dei Ciclopi, le interessanti manifestazioni culturali e folcloristiche
(tra cui un famoso Carnevale) e la vicinanza alle più belle località della
Sicilia Orientale rendono assai gradevole e vario il soggiorno in questa
località termale.
Terme di Acquapia (Montevago - Ag) Situate nella Sicilia Occidentale, nel
territorio del Comune di Montevago (AG),offrono una “vacanza benessere”,
affiancando ai tradizionali trattamenti terapeutici massaggi manuali ed in
acqua, saune, idromassaggi, palestra e piscine termali adatte ad adulti e
bambini. Le acque, ricche di boro e fluoro, si classificano, in virtù della
composizione, come solfato-calciche-magnesiache. Esse sgorgano alla
temperatura di 40° C, sono indicate e risultano efficaci per la cura di
numerose patologie, in particolare per le malattie otorinolaringoiatriche e a
carico delle vie respiratorie e per quelle d’origine reumatica e
dermatologica.
Impieghi terapeutici: fangoterapia, fango-balneo terapia, balneoterapia,
aerosolterapia, inalazioni, humages
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Terme di SciaccaLe risorse termali di Sciacca sono molteplici. Una delle
quali è rappresentata dalle famose grotte o stufe all’interno
delle quali l’atmosfera satura di vapore acque raggiunge la
temperatura di quasi 40°; la terapia essudatoria
(antroterapia) che vi si pratica risulta molto efficace per la
artrosi, per le patologie infiammatorie delle vie aeree
superiori, per la gotta e la uricemia. Tra le diverse acque
presenti nella zona, spicca invece quella di natura sulfurea
che sgorga dalla Valle dei bagni e che è alla base del fango
poi utilizzato per la fangoterapia; si tratta di un’acqua
sulfureo-salso-bromo-iodico ipertermale che sgorga alla
temperatura di 56°. Le inalazioni dell’acqua sulfurea
possono apportare importanti giovamenti a coloro che
soffrono di infiammazioni croniche dell’apparato
respiratorio, di asma bronchiale, di enfisema polmonare e
di bronchictasie e, a livello di otorinolaringoiatria, per le
riniti, le sinusiti, le faringiti, le otiti e le laringiti. Una
notevole efficacia è stata inoltre dimostrata nella cura di
alcune malattie della cute (psoriasi, dermatite seborroica e
acne) e delle malattie infiammatorie croniche dell’apparato
genitale femminile. Un’altra acqua, proveniente dalla
sorgente dell’acqua Santa e di natura minerale, è
considerata efficace per la diuresi.
Gli stabilimenti termali Le strutture termali di Sciacca sono
quattro: lo stabilimento Nuove Terme, attiguo al Grand
Hotel delle terme, il complesso di piscine di Molinelli, lo
stabilimento delle Stufe di S. Calogero e le Antiche Terme
che si trovano nella Valle dei bagni. Lo stabilimento Nuove
Terme si trova in una posizione di grande suggestione,
sorgendo su un promontorio a strapiombo sul mare.
All’interno vi sono diversi reparti specializzati per ogni tipo
di cure e nel parco sono presenti due piscine alimentate con
acqua sulfurea, una destinata al pubblico adulto e un’altra
ai bambini. Nella località Molinelli, vi sono altre tre piscine
termali costruite nel 1993 su una terrazza naturale che offre
una splendida vista sul mare, oltre che sulla città di Sciacca,
sulla rupe di Cammordino e sul monte Kronio. Sulla vetta
di quest’ultimo si trova invece lo stabilimento detto Stufe di
S. Calogero, consistente in due grotte vaporose naturali. Le
Antiche Terme, quindi, dall’architettura ottocentesca, sono
state recentemente restaurate per ospitare reparti di
terapia speciale e un centro per la terapia delle malattie
della pelle.
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Terme Gorga - AlcamoLo stabilimento termale si trova in aperta
campagna, in località Gorga, a pochi
chilometri dal sito archeologico di Segesta,
sulla sponda orientale del fiume Caldo e a
poca distanza dalle Terme Segestane (v.
Castellamare del Golfo). Le acque termali
della fonte Gorga si raccolgono in una
conca naturale tra agglomerati argillosi,
con una temperatura costante di 51 °C. Un
condotto di circa 300 m convoglia le acque
alcalino-solfuree e i fanghi costituiti dal
precipitato naturale, senza aggiunta di
argilla fino all’edificio termale, sistemato in
un antico mulino ristrutturato negli anni
Sessanta. Lo stabilimento occupa il piano
terreno mentre il resto della struttura è
adibito ad albergo che dispone anche di
due piscine termali all’aperto.
Terme segestane - CastellammareLe Terme Segestane si trovano a
Castellammare del Golfo in località Ponte
Bagni. Le sue acque sono ipertermali e
sgorgano ad una temperatura di circa 44°
C. Nello stabilimento termale troviamo due
piscine di cui una per bambini, e la grotta
detta della regina una vera e propria sauna
naturale. Tra i numerosi trattamenti
praticati alle terme Segestane, ricordiamo
la bagnoterapia, fanghi, grotte, massaggi,
idromassaggi, aerosol, inalazioni ed
irrigazioni. Si curano inoltre le patologie
dermatologiche, dell’apparato motorio e
respiratorio.
saluteincerca
19
EVENT
Montagne alle spalle e mare di fronte in una baia incantevole,
incorniciata da rigogliose palme, scoprirete un vero angolo di
paradiso dov’è possibile perdersi in tramonti da sogno dai
quali non riuscirete a staccare lo sguardo.
La particolarità del Sea Club è anche quella di sapersi
declinare ad ogni genere di evento, i suoi spazi e il suo stile
lounge, il profumo inebriante del mare e della vegetazione che
lo circonda, trasformano l’aperitivo in un momento unico, la
cena in un’esperienza e la festa in un party esclusivo.
WEDDING
Provate a chiudere gli occhi e immaginare uno dei più bei
giorni della vostra vita.
Provate a pensarlo in un luogo meraviglioso, pensate di
rendere memorabile questo giorno non solo per voi, ma anche
per i vostri invitati.
Immaginate un romantico tramonto sul mare, accarezzati
dalla brezza estiva, in un angolo dove non ci sono rumori, ma
solo sensazioni.
Ora smettete di sognare, non è più necessario, al Sea Club,
nella suggestiva cornice di Cala Rossa tutto ciò è realtà, una
location per ricevimenti di nozze, che alle meraviglie naturali
aggiunge tutto quello che serve a rendere perfetto un giorno
come questo. Lo progetteremo insieme, interpretando i vostri
desideri, incoraggiando la vostra immaginazione. Studieremo
soluzioni eleganti e ricercate per la scenografia del vostro
matrimonio, che andremo a definire in ogni minimo dettaglio.
Daremo vita insieme al vostro menu, dall’aperitivo ai dolci con
le armoniose combinazioni di sapori e colori del nostro chef,
capace con i suoi piatti di sedurre e stuzzicare anche i palati
più esigenti.
Tutto sarà speciale e indimenticabile.
RESTAURANT
Fuggite dal chiasso della città, godetevi una cena che
coinvolgerà ogni vostro senso.
Nella suggestiva cornice di Cala Rossa, quando scende la sera,
la scogliera, il mare, la montagna e il cielo assumono una
nuova veste, nuovi colori e nuovi profumi che vi
accompagneranno tra armoniose combinazioni e sapori unici,
nei piatti più sofisticati così come in quelli più semplici. La
luna, le luci, le candele, tutto contribuisce a creare l’atmosfera
per una cena che diventa un’esperienza.
Siamo sicuri che vi innamorerete dei piatti nel nostro Chef,
capace di stuzzicare anche i palati più esigenti dall’aperitivo al
dessert, tutto sarà incredibilmente speciale.
DISCO
Il nome “Sea Club” richiama immediatamente l’idea di
discoteca, i venerdì e i sabati d’estate hanno ormai un punto fisso
per chi non vuole soltanto “andare a ballare”, ma per chi
desidera passare una notte estiva vivendo un vero evento
mondano ed esclusivo.
Il Sea Club propone serate sempre diverse, grandi nomi del dj’ing
nazionale ed internazionale per chi non si accontenta soltanto di
musica di altissimo livello ma vuole vivere un vero spettacolo sotto
un magnifico soffitto di stelle e la luna farà da mirror ball.
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saluteincerca
Nascerà a Castelvetrano, su
iniziativa dell’Ausl 9 di Tra-
pani, una ‘Residenza assi-
stenziale sanitaria’ rivolta ad
anziani non autosufficienti. La strut-
tura sarà realizzata in un’ala del vecchio
ospedale ‘Vittorio Emanuele II’, attraverso
l’attuazione di un progetto che ha ricevuto
un finanziamento di oltre 2 milioni di Euro
dal Ministero della Salute.
I lavori per la creazione della Rsa saranno
avviati nei prossimi giorni, a cura di un’im-
presa di Favara, la Sagis srl, che si è aggiu-
dicata la gara d’appalto predisposta
dall’area Risorse Patrimoniali dell’Azienda
sanitaria trapanese. Il via definitivo alla
Una residenzatra corsia e albergoLa struttura sarà realizzata in un’ala del vecchio ospedale‘Vittorio Emanuele II. Ricevuto un finanziamento di oltredue milioni di Euro dal ministero della Salute
a cura dell’Ausl 9 di Trapani
realizzazione dell’opera è arrivato il mese
scorso, quando è stato sottoscritto il con-
tratto dei lavori da parte del direttore ge-
nerale dell’Ausl 9, Fulvio Manno.
Per consentire la nascita della Residenza, i
locali del vecchio ospedale di Castelvetra-
no saranno ristrutturati e adeguati alle esi-
genze, anche in considerazione del fatto
che la struttura è rimasta inutilizzata per
oltre 10 anni, a partire dall’entrata in fun-
zione del nuovo nosocomio.
E’ prevista la creazione di diversi tipi di ca-
mere, da 1, 2, 3 e 4 posti letto, e dei relativi
servizi igienici, nel contesto di una struttura
che sarà dotata anche di spazi per la vita col-
lettiva degli anziani ospiti. In particolare, sa-
sistenza a domici-
lio e che hanno bisogno di
continui trattamenti. Tra i futuri
ospiti del presidio sanitario, comunque, po-
tranno figurare anche anziani che sono stati
dimessi dall’ospedale dopo un periodo di ma-
lattia, purché non presentino patologie acute
che rendano necessario un ulteriore ricovero
ospedaliero. Non potranno essere ammessi al
servizio, invece, coloro che presentano pato-
logie di tipo psichiatrico.
Il progetto dell’Azienda sanitaria trapanese
ha ricevuto l’approvazione del ministero
della Salute, che ha stanziato la maggior-
parte dei fondi necessari, nell’ambito del
Programma poliennale di interventi di am-
modernamento del patrimonio edilizio sa-
nitario (ex articolo 20 della legge numero 67
dell’88). La spesa complessiva
dell’opera ammonta a 2.171.596,96
Euro, ma soltanto la somma di 105.769,36
Euro graverà sul bilancio dell’Azienda Ausl
9, mentre l’importo di 2.065.827,60 Euro
sarà finanziato dal Ministero.
La Residenza assistenziale sanitaria si in-
serirà nella rete dei servizi territoriali pre-
disposti dall’amministrazione dell’Azienda
trapanese, con l’obiettivo principale di in-
tegrare al massimo gli interventi sociali e
quelli prettamente sanitari. In questa dire-
zione, l’ospitalità che sarà fornita presso la
Rsa riguarderà pure i familiari dei degenti,
anche se per un periodo che non potrà
avere una durata superiore a 30 giorni.
L’assistenza e l’ospitalità riservate agli an-
ziani, invece, potranno essere permanenti,
ovvero si concluderanno con il completa-
mento di cicli riabilitativi eventualmente
iniziati presso altri presidi del servizio sa-
nitario nazionale Dal numero 106 de l’inchiesta Sicilia – Aprile 2005
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saluteincerca
ranno realiz-
zati un ingresso
con portineria e
servizio postale, un
soggiorno polivalente, un angolo bar, una sala
pranzo, un locale per le attività occupazionali,
nonché una cappella per il culto e un servizio
di barbiere-parrucchiere. Inoltre, il nuovo
presidio sarà munito di tutti i necessari ser-
vizi sanitari, dalla palestra attrezzata con
spogliatoio e deposito, compresi locali de-
stinati alla riabilitazione e alla podologia.
In questo modo prenderà vita la Rsa, una
struttura extraospedaliera che è rivolta prin-
cipalmente ad anziani non autosufficienti, ma
anche a disabili che non possono ricevere as-
24
dedicato a
il t
Es
t@di Giusi Serravalle
Sai a quali esami sottoporti per diagnosticare con pre-cisione la malattia celiaca?
m Un test per le intolleranze alimentari
m Esami del colesterolo e del glucosio
m Dosaggi sierologici e un test per degli anticorpi specifici
Quando e come si manifesta la celiachia nel bambino?
m Dall’introduzione delle prime pappe e con il rifiuto a
mangiare determinati alimenti come la frutta
m Dopo l’introduzione del glutine nella dieta e con diarrea,
vomito, irritabilità, arresto della crescita o calo ponderale
m Dopo lo svezzamento e con inappetenza, sfoghi sulla pelle
e rialzo della temperatura alla sera
Quali eventi possono scatenare la celiachia nell’adulto?
m Gravidanza, intervento chirurgico o infezione intestinale
m Un virus gastrointestinale non curato correttamente o
un evento traumatico
m Un’abbuffata di pizza e dolci
Sai cosa c’è alla base della malattia celiaca?
m Un’intolleranza di origine genetica al glutine
m La difficoltà a digerire alcuni cibi
m Un’infezione delle vie urinarie
Sai cos’è il glutine?
m Una sostanza lipidica
m Una fibra contenuta in alcune farine
m Una sostanza lipoproteica contenuta in alcuni cereali
Quali sono i cibi proibiti per chi soffre di celiachia?
m Tutti i cibi fatti con farine bianche e soprattutto integrali
m Avena, frumento, farro, kamut, orzo, segale
m Latte, latticini e cibi dolci in genere
Qual è il sintomo più evidente all’esordio della malattia celiaca?
m Nausea e vomito
m Difficoltà a digerire cibi come pasta e pizza
m Diarrea con feci molto abbondanti, di colore giallo chiaro
Niente potrebbe essere più sano di una co-
lazione con pane e brioches appena sfor-
nati.
Eppure, secondo recenti statistiche mediche,
in Italia, per un individuo su cento, questi sono ci-
bi proibiti. Oggi si punta molto sui cibi privi di
questa sostanza. L’unico rimedio per una sempre
più ampia fascia della popolazione.
Parliamo dei celiaci.
La celiachia è una malattia le cui prime descri-
zioni vanno ricercate lontano nel tempo e, proba-
bilmente, affondano le radici nel passaggio da una
dieta a base di carne e frutta secca a un’alimenta-
zione ad alto contenuto proteico come, per esem-
pio, quella a base di grano. I celiaci sono
intolleranti al glutine e ad alcune sue componenti
chiamate gliadine. La diagnosi non è sempre faci-
le, i sintomi sono molto simili ad altre malattie:
diarrea, gonfiore addominale, debolezza, irritabi-
lità, perdita di peso, nonché l’arresto della crescita
nei più piccoli. Molto spesso può essere asintoma-
tica e, pur non sviluppando alcun sintomo in mo-
Rinunciarvi è il dramma di chi èaffetto da celiachia.Una vecchia malattia provocatada intolleranza al glutine,che si trova proprio negli alimentipiù sani, come il grano
Perun pezzodi pane
I celiaci sono intolleranti alglutine e ad alcune suecomponenti chiamategliadine. La diagnosi non èsempre facile, i sintomisono molto simili ad altremalattie: diarrea, gonfioreaddominale, debolezza,irritabilità, perdita di peso
Come riconoscere e gestire la malattia
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dedicato a
Quale tipo di approccio terapeutico è consigliato peri celiaci?
m Dieta povera di fibre e fermenti lattici
m Dieta senza grassi e zuccheri e farmaci antiacidi
m Dieta senza glutine in attesa che le sperimentazioni su
vaccini e farmaci diano buoni esiti
Un celiaco può fare qualche strappo alla dieta?
m Sì ma molto raramente
m Meglio di no perché potrebbe causare un’infiammazio-
ne cronica della mucosa intestinale
m Sì, basta che non diventi la regola
Se sono in viaggio e devo fermarmi a mangiare in Au-togrill quali piatti posso scegliere?
m Tutti tranne i dolci e i panini troppo ricchi
m Meglio portarsi da casa dei cibi pronti, curandosi che sia-
no senza glutine
m Primi piatti senza glutine surgelati
do evidente, provoca un forte
danno ai tessuti intestinali.
Occorre, quindi, in caso di un
malore sospetto, fare analisi mirate
del sangue ed essendo una patolo-
gia genetica, la presenza di un
malato in famiglia rende consi-
gliabile uno screening degli
anticorpi a tutti i familiari di
primo grado.
se non curata, la celia-
chia può avere conseguenze
pesanti. E si sa, l’unica cura ri-
mane la dieta. certo è dura ri-
nunciare a merende e torte
confezionate, pizze, pane e pasta,
anche se, in realtà, non si tratta pro-
prio di privarsi di questi cibi, ma
piuttosto di sostituirli con cibi della
stessa tipologia, ma rigorosamente
senza glutine. Questi prodotti, non
mutuabili in tutti i posti, si trovano in farmacia, nei
supermercati e nei negozi specializzati.
ancora oggi è altissima la percentuale di celia-
ci nel terzo mondo dove arrivano i prodotti ali-
mentari delle organizzazioni di solidarietà
internazionale, la maggior parte dei quali sono ov-
viamente secchi e provocano la malattia a chi si
sostenta con questi alimenti.
Problema che purtroppo la comunità Inter-
nazionale non è ancora riuscita a risolvere.Dal numero 150 de l’inchiesta – Luglio 2010
Che cos’è La celiachia consiste in un’intolleranza alimentare permanente al glutine, una proteina
contenuta in alimenti come il frumento, la segale, l’avena e l’orzo. Nelle persone affette da ce-
liachia questi alimenti provocano una reazione auto-immunitaria che danneggia gravemente la
mucosa dell’intestino tenue.
Danni prevalenti Il danno immunitario provoca “l’appiattimento”(atrofia) dei villi intestinali, cioè
delle minuscole “pieghe” della mucosa che servono a favorire l’assorbimento delle sostanze nu-
tritive
Diffusione La celiachia è una malattia estremamente diffusa: a secondo delle stime, la sua fre-
quenza nella popolazione va da 1 caso su 120 a 1 caso su 250.
Sintomi Nei bambini piccoli la celiachia si manifesta prevalentemente con sintomi intestinali:
diarrea cronica, vomito, inappetenza, gonfiore addominale e steatorrea (perdita di grassi con le
feci). Il malassorbimento intestinale può portare inoltre alla carenza di elementi importanti, come
il ferro, e di vitamine. Nei bambini questo provoca uno stato di malnutrizione, rallentamento
della crescita e ad anemia. I sintomi non compaiono finché il bambino non inizia a mangiare cibi
contenenti glutine, e regrediscono se viene instaurata una dieta priva di glutine.
Negli adulti, la malattia tende a presentarsi con sintomi meno tipici. Debolezza muscolare, dolori
ossei, tendenza alle fratture, alterazioni cutanee, afte, anemia, sono alcuni dei sintomi che pos-
sono manifestarsi.
Un altro sintomo extraintestinale è la dermatite erpetiforme, una manifestazione cutanee si pre-
senta con pustole rosse e prurito, solitamente ai gomiti, ginocchia, glutei e tronco.
Malattie associate alla celiachia Nelle persone affette da celiachia, se non viene instaurata unadieta priva di glutine, il rischio di alcuni tumori è notevolmente più alto rispetto alla media: il lin-
foma intestinale è 20-80 volte più frequente nei celiaci e nelle persone affette da dermatite er-
petiforme rispetto al resto della popolazione.
Cause della celiachia La celiachia è oggi considerata una malattia autoimmune, cioè provocata
da una reazione immunitaria “errata” che colpisce i tessuti sani dell’organismo. Nel caso della ce-
liachia, è la gliadina, una frazione del glutine, a scatenare la reazione autoimmune.
Origine genetica Così come le altre malattie autoimmuni, la celiachia non è ‘ strettamente par-
lando- una malattia ereditaria: quello che si eredita è piuttosto la predisposizione ad avere la ma-
lattia. La celiachia presenta quindi una certa ricorrenza familiare.
Nel 75% dei casi, inoltre, i gemelli identici manifestano entrambi la malattia.
La predisposizione è legata alla presenza di particolari molecole di istocom-
patibilità (importanti nella risposta immunitaria): chi eredita
particolari “versioni” -detti più tecnicamente “alleli”- dei ge-
ni che producono queste molecole risulta predisposto ad
avere la celiachia (più precisamente si tratta degli alleli HLA
DQ2 o HLA DQ8).
Cura L’unico trattamento oggi disponibile per la celiachia è
l’eliminazione rigorosa dalla dieta di tutti gli alimenti contenenti
glutine, come frumento, orzo, segale e avena.alimentare.
la schEda
26
dedicato a
Noi oggi ci nutriamo o ci alimentiamo? se
teniamo conto che lo standard medio at-
tuale è rappresentato dal fast-food, la rispo-
sta viene da sé. Oggi ci alimentiamo, se possibile, ci
superalimentiamo, ricorrendo a cibi ipercalorici a
basso prezzo, forse anche perché i cibi migliori ci
vengono proposti a prezzi eccessivamente alti. Il nu-
trizionismo, d’altronde, lo abbiamo sacrificato sul-
l’altare del fare tutto in fretta, in base ai tempi che
ci vengono dettati dal motto ‘il tempo è dena-
ro’. Lo stress imperversa sul lavoro
e nella vita cittadina e ci fa
mangiare male: si ricorre a
mettere qualcosa sotto i
denti, in fretta, in attesa di
rientrare a casa, la sera, e
potere finalmente con-
sumare un pasto de-
gno di tale nome.
anche qui è in ag-
guato il nemico
della nostra
salute… e ci
r i t rov iamo
per lo più,
per fretta o
Cibercibie ciberobesiIn Italia l’obesità, negli ultimi dieci anni, è cresciuta in modo esponenziale
di Santi Pinelli
per stanchezza, a utilizzare cibi surgelati, pure astra-
zioni senza tempo né stagioni, ma docili ai nostri
desideri.
Ecco quindi far capolino, quello che, ad oggi,
rappresenta uno dei più gravi punti deboli dell’ali-
mentazione occidentale: l’eccedenza di alimenti
incongrui a una sana nutrizione, consumati più in
ragione della necessità di sopravvivenza e delle di-
sponibilità economiche che in base a criteri nutri-
tivi. sovrappeso e obesità rappresentano ormai,
nei paesi a elevato tenore socio-economico, un
problema comune. Negli Usa, già negli anni Ot-
tanta, le cifre parlavano chiaro: oltre il 25 per cen-
to dei bambini tra i 6 e gli 11 anni ed oltre il 20
per cento dei ragazzi tra i 12 e i 17 anni erano obe-
si. da allora, la prevalenza dell’obesità è aumen-
tata del 54 per cento nella fascia 6-11 anni e del
39 per cento dai 12 ai 17 anni. anche nel nostro
paese il numero dei bambini obesi è andato pro-
gressivamente aumentando nel periodo post-bel-
lico, tanto da indurci a considerare questa
condizione come una vera e propria malattia so-
ciale.
In Italia, l’obesità, durante gli ultimi decenni,
è cresciuta in modo esponenziale e attualmente si
attesta intorno al 9 per cento in età prepuberale e
27
dedicato a
al 20-25 per cento tra i 9 e i 12 anni (quindi inte-
ressa dal 10 al 30 per cento dei soggetti di età com-
presa tra i 6 e i 15 anni): mediamente su dieci
soggetti della scuola dell’obbligo, due risultano so-
vrappeso e due francamente obesi e non sembra
plausibile, al momento, un’inversione di tendenza.
Inoltre, appare esservi una specifica distribuzione
geografica, con prevalenza più elevata nell’area
centro-Meridionale rispetto al Nord.
L’insorgenza di obesità in età pediatrica pre-
dispone inoltre alla persistenza della stessa in età
adulta: circa il 40 per cento dei bambini obesi è
destinato all’obesità anche in età adulta,
mentre la percentuale sale al 70 per cen-
to per gli obesi in età adolescenziale.
Oggi, nella nostra società, parliamo più
di malnutrizione per eccesso che per di-
fetto, evidenziando manifestazioni sub-
cliniche dovute a scarsa introduzione di
alcuni principi nutrizionali (vitamine, fi-
bre, minerali) dipendente dall’errata
scelta degli alimenti, da una conserva-
zione non corretta e da preparazioni ga-
stronomiche non idonee. se è vero che
la salute dipende da un giusto equilibrio
tra i bisogni dell’organismo (che variano
in funzione di età, di sesso, tipo di attivi-
tà lavorativa, apporto alimentare sia co-
me calorie che come nutrienti) è
altrettanto vero che una buona educa-
zione alimentare impartita sin dall’in-
fanzia e alle famiglie sicuramente
potrebbe contenere il fenomeno, perché
il bambino, non avendo l’indipendenza
di scelta, si abitua a ciò che proviene in
primo luogo da genitori e fratelli, prin-
cipali modelli da imitare. Quanto mai
inappropriato appare lo stereotipo del
bambino obeso sereno, ‘pacioccone’ e
che ispira simpatia. al contrario, il bam-
bino obeso è spesso insoddisfatto di sé e
del suo corpo.
di educazione alimentare si parla già da pa-
recchio tempo, ma se ne parla soltanto, però. cosa
mangiamo in realtà? E’ da sottolineare che le pra-
tiche alimentari malsane rappresentano fattori di
rischio per l’insorgenza di malattie cronico-dege-
nerative quali malattie cardio-circolatorie, malattie
dismetaboliche, aterosclerosi e tumori durante
l’età adulta, patologie che sono considerate tra le
più frequenti cause di morte in italia e negli altri
paesi europei. Il problema dell’obesità in età evo-
lutiva suscita sempre più interesse, sia in ambito
dottrinale che praticio, come gli stili di vita della
popolazione. Quindi validiamo sicuramente l’as-
sioma ‘la genetica determina l’obesità, l’ambiente
ne determina il grado’. Essendo molteplici i fattori
che concorrono a determinarla, l’obesità infantile
richiede a sua volta diverse figure professionali che
se ne prendano carico, non trascurando quel mon-
do psicologico del bambino e dell’adolescente obe-
so che riflette ora l’ambiguità di un’identificazione
fisica, ora i disagi di una situazione relazionale che
può essere essa stessa causa con le sue devianze di
insuccessi terapeutici. La televisione, infine, come
mezzo di comunicazione di massa, ha la capacità
di influenzare bambini e adolescenti: quasi la metà
di pubblicità riguarda gli alimenti (cereali dolci, fast-
food, merendine e dolci con alto tasso di zuccheri,
grassi e sali) e questa percentuale è maggiore pro-
prio durante i programmi per ragazzi. I messaggi
commerciali non si basano sui principi nutritivi, ma
su richiami emotivi/psicologici, come ‘divertimen-
to’, ‘energia’, ‘gusto piacevole’. I bambini più pic-
coli, in genere, non riescono a distinguere il
normale programma dal messaggio pubblicitario,
anzi, spesso prestano maggiore attenzione a que-
st’ultimo per la minor durata. In questo senso, la
pubblicità rappresenta un ‘persuasore occulto’.Dal numero 110 de l’inchiesta Sicilia – Agosto 2005
28
dedicato a
Un sempre maggior nume-
ro di malattie, quali la
leucemia, malattie meta-
boliche, talassemie, possono essere
curate con il trapianto delle cellule
staminali ematopoietiche.
Le cellule staminali emetopo-
ietiche sono quelle che danno origine ai diversi
componenti del sangue (piastrine, globuli bianchi,
globuli rossi9 e si trovano nel midollo osseo.
Studi recenti evidenziano come il sangue del
cordone ombelicale possa rappresentare una fonte
alternativa di cellule staminali e permette così a
un numero maggiore di pazienti di beneficiare di
un trapianto. Il prelievo avviene direttamente in
sala parto, subito dopo la chiusura e la recisione
del cordone ombelicale, quando il neonato è già
affidato alle cure dell’ostetrica e del pediatra. Men-
tre la placenta è ancora in sede si collega
sterilmente il cordone con un’apposita sacca
dove si raccoglierà il sangue senza che
il procedimento comporti alcun fa-
stidio alla mamma.
La sacca viene poi inviata al-
la banda del sangue cordonale
dove, se idoneo, verrà con-
gelato a 190°C.
La mamma che in-
tende donare deve esse-
re disponibile a firmare
il modulo per il consen-
so informato alla donazione, sotto-
porsi al momento del parto a un
prelievo (utilizzato per le analisi in-
fettivologiche di legge), essere ricon-
tattata a sei mesi dal parto per dare
notizie sulle condizioni del bambino
ed essere disposta a un ultimo pre-
lievo di sangue per escludere eventuali infezioni vi-
rali contratte negli ultimi mesi di gravidanza,
rinunciare a ogni diritto sul sangue placenteo do-
nato.
Il sangue placentare può trasmettere malattie
virali generiche a riceventi. Pertanto non possono
essere accettati come donatori le persone affette o
portatrici sane di malattie virali, come epatite B e
C, malattie veneree, Aids, malattie generiche o
malattie del sistema immunitario.
Sono escluse dalla donazione anche le donne
che rientrano in categorie a rischio per la trasfis-
sione di infezioni virali per una delle seguenti si-
tuazioni: trasfusioni, comportamenti sessuali a
rischio proprio o del partner, tatuaggi, piercing,
uso di droghe, partner affetto o portatore di pato-
logie virali o generiche.
Cosa c’entra la donazione del sangue del cor-
done fetale? Molto se lo staranno sicuramente
chiedendo visto l’argomento che stiamo affrontan-
do. Noi riteniamo un atto di alto valore morale
consentire ad altre persone di potere avere un’esi-
stenza più serena, grazie a un gesto d’amore Dall’inchiesta numero 88 Ottobre 2003
La donazione del sangue di cordone ombelicale rappresenta una via di salvezzae permette a un numero sempre maggiore di persone di beneficiare di un trapianto
di Sa.Pi.
Cellule staminaliper dare la vita
30
saluteinprimopiano
Ideato e diretto da Anna Barbera e Lina Prosa,
il Progetto Amazzone è nato nel 1996, con la
prima edizione delle ‘Giornate biennali interna-
zionali’. Promosso dall’associazione Arlenika onlus
e sostenuto dal Comune di Palermo, con la chiara
missione di intendere la cura come ricerca di stru-
menti molteplici per provare a gestire le difficoltà
della patologia.
Il Centro Amazzone, nato alla fine del 1999
da una stretta collaborazione tra l’associazione Ar-
lenika e l’Azienda ospedalira del Civico, G. Di Cri-
stina, M. Ascoli, che assicura i servizi medico e
sanitario – valorizza l’esperienza della malattia co-
me un reale cambiamento e mette in campo disci-
pline eterogenee tra loro come psicologia,
medicina, antropologia, arte del corpo, teatro e co-
municazione.
Per creare un aspetto globale in cui affrontare
il problema della malattia, il Centro prevede attività
legate agli aspetti psichici, culturali, sociali oltre che
biologici. Un modello di interazione tra medicina e
cultura che si propone nel momento della preven-
zione, ma anche nel percorso della malattia di tutte
le donne. Anche per questo le fondatrici amano de-
Leamazzonid’oggiUtopia e coraggio femminile si fondonocon la complessa realtà da affrontare
di Michela Burgio
31
saluteinprimopiano
finire il centro come un ‘Laboratorio multidiscipli-
nare contro il cancro, un cantiere umano a cui par-
tecipano donne sane e donne malate, in cui si
lavora, con il contributo di più dottrine, per il ripri-
stino del circuito mente-corpo’.
Il progetto, infatti, promuove, ormai da più di
dieci anni, un innovativo approccio alla malattia e
all’esperienza del cancro al seno che tiene conto
delle difficoltà relazionali, psicologiche oltre che
patologiche che le donne sono costrette ad affron-
tare in un momento già tanto delicato. Fondamen-
to del progetto è la guarigione intesa come
‘processo’ di acquisizione della coscienza del cam-
biamento. Non solo, quindi, si vuole proporre
un’idea allargata della sfida alla malattia che porta
in campo anche fattori che normalmente esclude-
remmo da un’analisi di questo tipo, ma il princi-
pale intento è lavorare nella società e con la società
civile affinché si possa cambiare la percezione della
malattia in modo anche generalizzato, offrendo un
prezioso servizio per coloro che oggi non sono
chiamati direttamente a governare il problema,
ma che potrebbero essere interessati un domani
anche non in prima persona.
La fugura a cui si ispira il centro è l’Amazzone,
poiché guerriera che si amputava un seno per
combattere meglio, e rappresenta una metafora
della lotta contro il cancro ed evocazione di quella
sintesi memorabile di utopia e coraggio femminile.
I servizi del Centro si articolano in tre aree: la
prevenzione, la scienza e il teatro. Nell’ambito del-
le attività di prevenzipne, il Centro Amazzone or-
ganizza, in collaborazione con la Divisione di On-
cologia Medica del Centro Tumori M. Ascoli,
gratuitamente e senza obbligo di prescrizione me-
dica, visite senologiche, visite diagnostiche cliniche
strumentali e mammografie, incontri con psicolo-
ghe e, in ultimo, un punto di accoglienza con al-
cune operatrici presso il Day Ospital al servizio di
chemioterapia dell’ospedale M. Ascoli. Il sostegno
nella malattia avviene anche dando uno spazio più
rilevante alla scienza, attraverso lo Spazio di cul-
tura scientifica Marie Curie, e raccoglie l’origina-
lità dell’espressione artistica teatrale con
l’esperienza del Teatro Studio ‘Attrice/Non’. E tra
i numerosi cicli di seminari periodicamente orga-
nizzati, non possiamo non ricordare il Laboratorio
di scienza del paziente, nato dalla necessità di sot-
tolineare ‘l’importanza del paziente nella cura del-
la patologia’. Il progetto Amazzone ha avuto in
questi anni importanti riconoscimenti, entrando
in rapporto con scienziati ed istituzioni di grande
prestigio.
La nuova sfida contro il cancro vede la donna
al centro di un evento globale, nell’unità inscindi-
bile di corpo e mente.
Cultura della malattia a partire dal ristabili-
mento di quell’originaria concezione di essa come
storia dell’evoluzione della persona e non come
esperienza di divisione e di interruzione della vita
di pensiero, delle relazioni umane. Dal numero 140 de l’inchiesta – Marzo 2009
La nuova sfida contro ilcancro vede la donnaal centro di un eventoglobale, nell’unitàinscindibile di corpo emente.al centro di unevento globale,nell’unità inscindibile dicorpo e mente.
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saluteinprimopiano
Nuove e interessanti prospettive professionali
si aprono ai giovani siciliani laureati in Me-
dicina.
A giorni prenderà il via, infatti, il primo corso di
specializzazione post laurea in medicina tradizionale
cinese, presso la nuova Scuola di medicina cinese
dell’ospedale Buccheri La Ferla.
Il corso sarà diretto dal dottore Vito Marino,
esperto in materia, e avrà tutti i crismi dell’ufficialità
essendo, in primo luogo, dopo Roma e Milano, il solo
esempio in Italia di scuola di medicina cinese aperto
in una struttura ospedaliera pubblica e, in secondo
luogo avendo alle spalle, come ideatori e organizza-
tori, l’Istituto italo-cinese, la Fondazione internazio-
nale Fatebenefratelli, l’Istituto Pan, l’Associazione Qi
e ancora la collaborazione di Medicina tradizionale
cinese e della Federazione mondiale di Agopuntura
e, infine, la supervisione dell’Istituto superiore di Sa-
nità e il patrocinio della facoltà di Medicina e Chirur-
gia di Palermo.
“Il corso – spiega la dottoressa Angela La Sala,
collaboratrice di Vito Marino e docente della scuola
– avrà una durata di quattro anni e porterà avanti
l’idea di un’integrazione fra le conoscenze delle realtà
mediche occidentali e orientali, al fine di allargare le
opportunità di cura ai pazienti. Il fatto che venga isti-
tuito presso una struttura pubblica evidenzia, poi, l’in-
tenzione di dargli tutta l’autorevolezza che altrove non
è possibile certificare pienamente”. Infatti, come ha
riconosciuto il presidente dell’istituto italo cinese Ce-
sare Romiti durante l’inaugurazione della scuola, “…
oggi è prioritario mettere ordine fra le numerose pro-
poste formative offerte da enti e associazioni di assai
eterogeneo livello scientifico e culturale…”.
“Il piano di studi – continua Angela La Sala – sa-
rà incentrato soltanto su alcuni rami della tradizione
medica cinese, precisamente sulla fitofarmacologia e
l’Agopuntura che, peraltro, sono riconosciuti formal-
mente dall’organizzazione mondiale della Sanità”.
Tante saranno le prospettive professionali che si
apriranno ai medici specialisti, anche perché la certi-
ficazione della specializzazione rilasciata dalla scuola
può vantare un certo prestigio, garantito dagli impor-
tanti riconoscimenti a essa attribuiti.
Attualmente, c’è già una larga schiera di pazienti
che decide di affidarsi alle cure della medicina cinese.
“In Italia, nell’ultimo anno – puntualizza La Sala –
sono state nove milioni le persone che si sono avvici-
nate all’agopuntura. In Sicilia pensiamo che potreb-
bero aumentare in vista dell’apertura di un
ambulatorio in una struttura pubblica che, in questo
ambito, infonderebbe più fiducia di una struttura pri-
vata. E infatti, abbiamo già avuto un ampio riscontro
tra il pubblico”. L’ambulatorio, peraltro, sarà aperto
contemporaneamente alla scuola per fornire imme-
diatamente il servizio all’utenza e perché gli specializ-
zandi abbiano un tirocinio pratico immediato.
“Secondo una ricerca sulle ‘Condizioni di sa-
lute e ricorso ai servizi sanitari – ha precisato, inol-
tre, il presidente Romiti – condotta dall’Istituto
Superiore Sanità, risulta che il 25 per cento della
popolazione europea farebbe ricorso almeno una
volta, nell’arco di un anno, a un tipo di terapia non
convenzionale”.
Considerato anche il vasto campo delle applica-
zioni mediche nelle quali è più utile intervenire con
la medicina cinese, che vanno dalla terapia antalgica
alla sfera delle malattie psichiche e psicosomatiche,
dalle malattie vascolari alla ginecologia, all’insonnia
e a molte altre patologie, si capisce bene come questo
sia un settore della medicina che sta muovendo i primi
passi in uno spazio dalle ottime opportunità.
“La scelta, poi, di istituire una scuola per questa
particolare e originale pratica medica, è dovuta anche
al fatto che elabora un diverso e particolare rapporto
medico-paziente – chiarisce padre Elia Tripoldi, di-
rettore amministrativo dell’ospedale Buccheri La Fer-
la -. A suo fondamento, la medicina cinese, infatti,
stabilisce un diverso legame fra dottore e ammalato,
un contatto fatto anche di umanità che, nella medici-
na occidentale, in un certo senso, è stato perduto e
che vorremmo recuperare”.
E nella loro formazione, forse, questo è il più im-
portante insegnamento che potranno vantare i futuri
specialisti.Dal numero 82 de l’inchiesta Sicilia – Marzo 2003 -
La cura orientale
di Massimo Oriti
Parte a Palermo il primo corso di specializzazione post laurea in medicinacinese presso la nuova scuola di Medicina Cinese dell’ospedale BuccheriLa Ferla. In Italia, già nove mila persone si sono avvicinate all’agopuntura
33
saluteinprimopiano
La Medicina Orientale non si interessa particolarmente ai rap-porti causali tra eventi che determinano una patologia, mapresta piuttosto attenzione alla sincronia di cose ed eventi.Tale modo di pensare viene definito da Needham correlativo:l’individuo sano e la società sana sono parti integranti di un
ordine strutturato e la malattia è considerata come il risultatodi una disarmonia a livello individuale e sociale. In quest’ottica, il
termine sincronia (dal greco syn “con” chronos “tempo”) significa il rap-porto temporale tra più eventi, azioni e funzioni, che diventano la “mi-sura” della salute. I singoli organismi interagiscono e comunicano fraloro coordinando i loro ritmi ed integrandoli con quelli più ampi del-l’ambiente che li circonda.Essere sani significa essere in sincronia con se stessi e col mondo cir-costante. Il processo di guarigione si manifesta grazie al sistema men-te/corpo, mediante un atteggiamento positivo e fiducioso da parte delpaziente; il terapeuta avrà solo funzione di ridurre lo stress eccessivo,di “irrobustire” il corpo e di incoraggiare il paziente a sviluppare fiduciain se stesso. La medicina orientale opera, basando i suoi rimedi sul prin-cipio di equilibrio di Yin e Yang. Sin dall’antichità, gli orientali hanno ri-conosciuto che il Corpo è parte della Natura e che l’uomo vivecostantemente sotto l’influsso della Natura.Nella natura esiste un ordine, un principio di flusso costante, in accordocon il principio fondamentale che il nostro mondo è in perenne muta-mento.Nella Filosofia Orientale, tale principio è noto come Teoria dello Yin e delloYang. I nostri corpi sono una cosa sola con l’Universo; il corpo e la terra nonsono due entità separate. In origine i termini Yin e Yang indicavano rispet-tivamente i fianchi in ombra e al sole di una montagna. Gli archetipi dei duepoli della natura furono rappresentati dai concetti di luminoso e oscuro, ri-gido e flessibile, sopra e sotto, ma anche da maschile e femminile.
la scheda
34
Questa patologia appartiene a un quadro clinico cronicoche può essere prevenuto e curato con specifiche cure.
saluteinprimopiano
Il Glaucoma è una delle cause più frequenti di ce-
cità nel mondo. E’ una malattia spesso generata
dall’aumento della pressione all’interno dell’oc-
chio. E’ responsabile del 15 per cento di cecità tra le
persone anziane in Europa. Tra le popolazioni orien-
tali, la situazione è ancora peggio. E’ una malattia in-
sidiosa e dallo sviluppo lento. Nella maggiorparte dei
casi si manifesta senza apparenti dolori mentre la vista
va peggiorando. Può essere, comunque, prevenuta e
curata. L’importante è fare una buona prevenzione
dopo i quarant’anni, sottoponendosi a periodiche vi-
site oculistiche, controllando la pressione oculare che
per un soggetto normale si deve mantenere intorno
ai 16 millimetri di mercurio. Ci sono due tipi diversi
di Glaucoma per insorgenza e diffusione: il Glaucoma
ad angolo chiuso e quello ad angolo aperto.
Il Glaucoma ad angolo chiuso spesso non
diagnosticato per la sua particolare ambiguità sinto-
matologica si può manifestare in modo improvviso e
acuto con forte dolore e arrossamento dell’occhio e
un innalzamento rapido della pressione intraoculare.
Il Glaucoma cronico ad angolo aperto è
la tipologia più frequente ed insidiosa. Assume una
forma lenta e progressiva, dove la pressione intrao-
culare aumenta gradualmente senza che si avverta-
no particolari sintomi. Persiste un’alta pressione che,
se non contrastata, danneggia progressivamente il
nervo ottico fino a ridurre il campo visivo e portare
alla cecità. Entrambi sono irreversibili
In genere può essere diagnosticato attraverso
particolari controlli con specifiche apparecchiature
come la tonometria ovvero la misurazione della pres-
sione intraoculare; l’olftalmoscopia della papilla cioè la
valutazione della papilla ottica; la gonioscopia valuta-
zione dell’angolo irido-corneale dell’occhio, e infine
la perimetria cioè la valutazione del campo visivo.
Le cure sono farmacologiche o chirurgiche. Quel-
la farmacologica presenta una varietà di farmaci mi-
ranti a ridurre la pressione intraoculare:
beta-bloccanti, prostaglandine, inibitori della anidrasi
carbonica. Nella cura chirurgica, nel glaucoma clas-
sico ad angolo aperto, si utilizza il laser per allargare
i canali da cui defluisce l’umore acqueo (trabeculo-
plastica) oppure si ricorre a interventi come la trabe-
culectomia, che serve per creare artificialmente un
canale per fare defluire l’umore acqueo dall’occhio.
Per una buona riuscita del trattamento viene ri-
chiesto un duplice sforzo, quello del paziente con la
somministrazione delle gocce con regolarità, e quello
dell’oculista che dovrà monitorare e aggiustare la te-
rapia nel tempo. La cura, che dura tutta la vita, pre-
vede che non dovrà essere interrotta la terapia né
cambiati i farmaci senza autorizzazione del proprio
medico. Dal numero 113 de l’inchiesta – Gennaio 2006
Glaucomaun nemicoda prevenire
di Salvo Sbacchis
36
Arriva a Palermo un nuovo modello psico-educativo il Teacch che consentea piccoli e grandi di svolgere autonomamente le attività essenziali.A utilizzarlo sono 15 operatori specializzati dell’istituto villa Nave
cura fondata oltre 50 anni fa a Palermo e gestita dalle
suore Teatine dell’Immacolata Concezione, che di-
venta così un centro d’eccellenza nel settore.
Obiettivo essenziale del modello Teacch è far sì
che la persona autistica possa gestire al meglio la pro-
pria vita quotidiana e vivere nella società in modo
meno emarginato possibile. L’iniziativa, quindi, apre
una prospettiva del tutto nuova per una vasta utenza
anche al di fuori del capoluogo considerato che, sta-
tistiche alla mano, l’autismo è una malattia neurolo-
gica non rara e che finora l’approccio Teacch, il più
completo ed efficace per la riabilitazione di chi ha
questa patologia, era utilizzato da una sola struttura
in tutta la regione, nel centro dell’Isola.
Tra le caratteristiche del sistema, c’è anche il
coinvolgimento dei genitori nell’uso
dello stile comunicativo dei fi-
gli autistici, per facilitare la
gestione delle loro esigen-
ze nel contesto familiare.
“Con la specializ-
zazione di questi 15
operatori – sottolinea
Massimo Papa, del cen-
tro Euro Service – Villa Na-
ve diventa un vero e proprio
centro d’eccellenza non solo per il
trattamento dell’autismo, ma anche
per la futura formazione di altri spe-
cialisti. Abbiamo fortemente creduto
in questo progetto perché ha un
grande valore sociale. Basti pensa-
re che la presenza a Palermo di
operatori e di un istituto qualifi-
cati per il modello Teacch dà a
molte famiglie l’opportunità di offri-
re ai figli un valido percorso riabilita-
tivo, senza dover cercare questo tipo di
soluzione a centinaia di chilometri di di-
Un aiutoper l’autismo
Un nuovo modello psico-educativo che uti-
lizza strategie visive per dare alle persone
autistiche e con disturbi della comunicazio-
ne, già dall’infanzia, strumenti espressivi e capacità
per svolgere in modo autonomo, dopo un training
specifico, attività essenziali come
mangiare, lavarsi, vestirsi, gio-
care. E’ il Teacch, Treatment
and education of autistic
and communication hand-
iccaped children. Un pro-
gramma elaborato alla fine
degli anni Sessanta nel
North Carolina (Usa). Per
la prima volta viene appli-
cato in città grazie a un
corso di specializzazione
realizzato da Euro Service
per 15 operatori socio-
educativi dell’istituto me-
dico psico-pedagogico
Villa Nave, casa di
di Alessia Cannizzaro
37
stanza oppure, in alternativa, limitarsi a forme di ri-
covero basate sulla semplice accoglienza. Il corso, an-
che per questo motivo, è stato condotto da uno dei
massimi esperti del settore, al quale abbiamo affian-
cato altri professionisti di primo livello”.
Nell’ambito del percorso formativo, sono state
avviate con successo le prime applicazioni pratiche
del nuovo metodo ai bambini che trascorrono la gior-
nata a Villa Nave con la formula della semiresidenza.
A curare la formazione dei 15 operatori è stato lo psi-
cologo e psicoterapeuta romano Marco De Caris,
docente dell’università dell’Aquila ed esperto della
materia tra i più accreditati nel panorama nazionale
e internazionale. Alcuni aspetti specifici sono stati svi-
luppati dai neuropsichiatri dell’infanzia giovanna
gambino, responsabile del centro autismo dell’Ausl
6 di Palermo e Angelo Vecchio, e dalla psicologa Na-
dia Volpe. Per lo svolgimento del corso è stato utiliz-
zato anche un cofinanziamento Por Sicilia in forma
di voucher.
“Il programma – spiega il dottor De Caris – serve
per fornire ai bambini autistici competenze psicolo-
giche e strategie di comunicazione visiva, considerato
l’ ASPETTO LEgALE
che molti di loro non possono utilizzare il linguaggio
verbale. Questo presuppone la costruzione, intorno
a loro, di un ambiente che, con messaggi figurativi e
oggetti creati ad hoc per sperimentare le azioni della
vita quotidiana, suggerisca loro cosa fare, come e
quando, oppure come chiedere qualcosa. Si tratta di
un approccio trasversale ai vari metodi comunicativi,
che si è dimostrato ideale per i bambini in età scolare,
ma estremamente valido anche per i più piccoli e per
gli adulti. L’importante è attuare le strategie di inse-
gnamento in modo flessibile”.
In pratica, il programma consiste nell’organizza-
zione dei servizi che prevedono una presa in carico
globale del paziente, cioè in ogni momento della
giornata, in ogni periodo dell’anno e della vita. Lo
ideò alla fine degli anni Sessanta Eric Schopler, spe-
cializzato in psicologia clinica infantile che trasse
spunto dalle teorie dell’apprendimento, in particolare
il metodo Montessori, e da quelle della comunicazio-
ne. Il sistema venne sperimentato per un periodo di
5 anni e poi, visti i risultati estremamente positivi, da-
gli anni ’70 il programma fu ufficialmente adottato e
finanziato dallo Stato. Nella sua configurazione ori-
Sotto il profilo legislativo non
esistono norme riguardanti solo ed
esclusivamente i soggetti autistici e
che quindi a tali persone vengono
applicate tutte le norme che in
generale riguardano l’handicap.
L’Handicap fisico e mentale è
definito a livello normativo come
quella situazione di svantaggio
sociale per la quale la persona
“presenta una minorazione fisica,
psichica o sensoriale stabilizzata o
progressiva,che è causa di difficoltà
di apprendimento, relazione o di
integrazione lavorativa e tale da
determinare un processo di
svantaggio sociale o di
emarginazione” (Legge 104/92 art.
3 comma 1).
Sono molte le norme che, nel corso
degli anni, hanno prestato
attenzione a questo aspetto e tra
queste ricopre senza dubbio un
ruolo fondamentale la Legge
104/92 che ha come finalità tanto
la prevenzione in fase pre e post-
natale, quanto la realizzazione di
interventi tempestivi sull’individuo
sfruttandone le risorse personali,
familiari, sociali ed istituzionali al
fine di realizzarne l’inserimento
nella comunità e di evitarne
l’emarginazione.
Tale legge, infatti, tiene a precisare
che il servizio sanitario, oltre ad
avere le funzioni di promozione
degli interventi di informazione ed
educazione della comunità sui
motivi e conseguenze
dell’handicap e di rimozione delle
cause legate a fattori genetici ed
ambientali, dovrebbe fornire
prestazioni socio-sanitarie per la
cura e la riabilitazione del soggetto
portatore di handicap, tanto a
domicilio, quanto sfruttando centri
specializzati oppure fornendo
attrezzature.
Tutto questo per realizzare a pieno
l’inserimento della persona
handicappata in ambito scolastico,
lavorativo e, più in generale, sociale.
La legge riconosce alla persona
portatrice di handicap (e quindi
anche al soggetto autistico) la
possibilità di accedere a determinati
servizi ed il diritto di godere di
particolari vantaggi a presupposto
che questa ottenga il
riconoscimento dello stato di
handicap o dell’invalidità civile.
Si tratta di due diversi “status” che
non si escludono a vicenda, ma che
comportano vantaggi diversi e
seguono iter burocratici differenti.
Infatti, l’accertamento della
situazione di handicap valuta il
carico della disabiltà del soggetto al
fine di evitarne lo svantaggio e
l’emarginazione sociale e comporta
il diritto di usufruire di importanti
benefici che riguardano
soprattutto la scuola, il lavoro e il
fisco.
Invece il riconoscimento
dell’invalidità civile
riguarda
maggiormente la
possibilità di
ottenere
vantaggi
economici
quali sussidi,
agevolazioni
Obiettivo essenziale delmodello Teacch è far sì che lapersona autistica possagestire al meglio la propriavita quotidiana e vivere nellasocietà in modo menoemarginato possibile.
38
ginaria, il Teacch prevede attività di diagnosi, aiuto
a domicilio e altri servizi collegati fra di loro per ga-
rantire la continuità dell’intervento in tutti gli am-
bienti di vita. Shopler, inoltre, considerava molto
importante il coinvolgimento dei genitori nella veste
di partner.
Diversamente da ciò che si era pensato e teoriz-
zato fino agli anni Settanta, l’autismo non è una pa-
tologia psichica dovuta a un’inadeguata relazione
affettiva del bambino con i genitori e in particolare
con la madre.
L’autismo è una vera e propria malattia
neurologica che, fin dalla nascita, provoca
un deficit nello sviluppo delle capacità co-
gnitive ed espressive, compromettendo
funzioni fondamentali come la comuni-
cazione, sia verbale che gestuale, l’ap-
prendimento (anche quello per
‘imitazione’ tipico dei bambini), l’interazione
sociale, la capacità di associare fatti e sensazioni e
di condividere le emozioni o il gioco.
I soggetti autistici, quindi, appaiono isolati non
perché siano chiusi in sé ma perché, a causa della loro
disfunzione neurologica, non sanno come comuni-
care e ‘leggere’ la realtà che li circonda.
Più precisamente, è opportuno parlare di disturbi
dello spettro dell’autismo, perché la categoria autismo
comprende più di una sindrome.
Le statistiche nazionali e internazionali eviden-
ziano, negli ultimi anni, un trend in aumento della
popolazione affetta da autismo, e i dati dicono che
oggi, in media, un bambino ogni 160 ha almeno un
disturbo che rientra nel quadro dell’autismo e che ri-
chiede interventi riabilitativi. Nelle sue forme più gra-
vi, l’autismo può colpire fino a 5 bambini ogni 10
mila. Attualmente non esiste una terapia organica
per la cura della malattia, che è però al centro di ri-
cerche soprattutto nel campo della genetica.
“L’incidenza percentuale dell’autismo, che è una
malattia da considerare non rara – sottolinea Gio-
vanna Gambino, responsabile del Centro autismo
dell’Ausl 6 – ci ha indotto ad avviare un censimento
dei malati autistici nel territorio provinciale con
l’obiettivo di formare una specifica banca dati. Tut-
tavia ci vorrà del tempo per portarlo a termine, anche
perché occorrerà rivalutare le diagnosi già esistenti
secondo le classificazioni internazionali correnti”.Dall’inchiesta numero 143 – giugno 2009
Un aiuto per l’autism
o
Si stima che:
- ogni 10.000 persone nate 4/5 sono affette da autismo primariomedia mondiale basata su indagini a larga scala condotte negli Stati Uniti ed in Inghilterra
- ogni 10.000 persone 20 sono affette da sindrome autistica o comportamenti autistico-similimedia mondiale.
È da notare che le stime sull’incidenza dell’autismo variano considerevolmente a seconda del paese, pas-sando da circa 2 ogni 10.000 in Germania, ad addirittura 16 ogni 10.000 in Giappone.Plausibili motivi di discrepanza sul tasso d’incidenza possono derivare da differenti criteri di diagnosi,fattori genetici e/o influenze ambientali.Il rapporto tra uomini e donne è di 4 a 1 - media mondiale. In Italia si suppongono 100.000 persone conautismo. In Sicilia, secondo la valutazione dell’ICD10 si suppongono:
- circa 10.000 casi attesi di sindrome autistica- circa 2.000 casi attesi di autismo primario
Nel territorio siciliano si stima che ogni 4 soggetti autistici maschi nasce un soggetto autistico femmina.
case
40
saluteinforma
Recentemente, il continuo braccio di ferro
tra amici e nemici degli organismi geneti-
camente modificati (Ogm), è tornato in
primissimo piano grazie alla delibera dell’Ue
espressa nello scorso mese di marzo. Al via la col-
tivazione della Amflora, un Ogm brevettato dalla
Basf, compagnia chimica tedesca.
Viene a cadere di fatto la moratoria di Bruxel-
les del 1998 che limitava la coltivazione di Ogm
al solo mais ‘Mon 810’. Insieme alla Amflora, inol-
tre, potranno essere presto coltivati tre nuovi tipi
di mais.
Questa patata, grazie all’alta concentrazione
di amido presente al suo interno, mostra di essere
ideale per l’uso industriale, soprattutto per la pro-
duzione di carta. Gli scarti del prodotto verranno
utilizzati come mangime per gli animali.
Ed è esattamente questo ultimo uso che accen-
de le polemiche: a causa della presenza di un par-
ticolare gene che rende la patata refrattaria a molti
antibiotici si è diffusa l’idea che questa resistenza
possa esssere trasmessa agli animali, e di conse-
guenza, il consumo di questa carne da parte della
popolazione possa provocare lo stesso carattere re-
frattario a certi tipi di medicine. Ciò renderebbe
molti antibiotici privi del loro effetto, e il rischio di
contrarre malattie, anche mortali, salirebbe verti-
ginosamente.
Contraria da sempre alla coltivazione di Ogm
è Green Peace che denuncia pericoli per la salute
degli esseri umani e per l’ambiente. Lo stesso mi-
nistro delle Politiche Agricole, Luca Zaia, ha fir-
mato un Decreto ‘anti-Ogm’, con il quale ha
vietato la coltivazione in Italia del mais genetica-
mente modificato. Un’azione volta a difendere gli
agricoltori in un paese che è stato definito ‘culla
della biodiversità’, grazie ai suoi prodotti tipici; più
di 4 mila 500.
Ma, per quanto la maggiorparte del dibattito
sia animato dagli anti-Ogm, esiste chi appoggia
l’idea di coltivazioni di prodotti geneticamente
modificati: prima fra tutti Confagricoltura, la qua-
le dichiara come da anni, i mangimi destinati agli
allevamenti da cui nascono le nostre migliori pro-
duzioni alimentari contengano vegetali transgenici
e finora pare che nessuno se ne sia accorto. In pra-
tica, una realtà già presente sul territorio e non
uno scenario futuristico/apocalittico, come denun-
ciato da molti.
Sempre Confagricoltura è inoltre dell’idea che
le coltivazioni Ogm possano aiutare numerosi
comparti produttivi attualmente in crisi. Posizioni
che si discostano da quelle del ministro Zaia, il
quale vede gli Ogm come minaccia, piuttosto che
come risorsa.
Anche EuropaBio, associazione europea delle
Risorsa o minaccia?Al via la patata Ogm. Ed è subito polemica.Nessuna certezza sui suoi effetti. Mancano studi approfonditi
di Benedetto D’Arcamo
Questa patata, grazieall’alta concentrazione diamido presente al suointerno, mostra di essereideale per l’uso industriale,soprattutto per laproduzione di carta. Gliscarti del prodottoverranno utilizzati comemangime per gli animali.
41
saluteinforma
bio-industrie, ha da sempre denunciato che l’agri-
coltura europea manchi in ‘science-based decision
making’ a prescindere dagli Ogm, cioè la mancan-
za di solidità scientifica delle scelte portate avanti,
considerate addirittura ostruzionistiche
nei confronti di un auspicato processo
di ammodernamento di tutto il compar-
to. Le stesse critiche mosse alla patata Am-
flora in questi giorni, non mostrano avere
alcun riscontro scientifico, ma sembrano rap-
presentare piuttosto una fobia e un pregiudizio
diffuso.
Tutte queste dichiarazioni tendono a smentirsi
vicendevolmente ed è opportuno pensare che die-
tro di esse si celino interessi di mercato.
Intanto, i consumatori possono soltanto spera-
re in studi seri e controlli scrupolosi: essere pro o
contro gli Ogm non cambia la realtà dei fatti. Ciò
che arriva sulle nostre tavole è uguale per tutti.
Sempre Confagricoltura èinoltre dell’idea che lecoltivazioni Ogm possanoaiutare numerosi compartiproduttivi attualmente incrisi. Posizioni che sidiscostano da quelle delministro Zaia , il quale vedegli Ogm come minaccia,piuttosto che come risorsa.
42
saluteinforma
Arriva l’estate e i telefono dei dietologici sem-
brano acquisire vita propria. Squillano in
continuazione, così come il campanello
d’ingresso e le agende si zeppano di appuntamenti,
mentre il cassetto della reception si colma di Euro.
Buona parte dei pazienti appartengono alla ca-
tegoria di coloro che si ripresentano a intervalli re-
golari, fuduciosi dei risultati ottenuti solo con quel
medico, anche se non sono durati abbastanza….,
ma non certo per colpa del dietologo, che rimane
unico e inimitabile. Gli altri sono quelli dell’ultima
ora, quelli che corrono tutto l’anno senza avere il
tempo di guardarsi allo specchio e scoprono solo alla
prova costume di avere messo su chili di troppo.
Ma tutti, in comune, hanno
un’idea fissa: sono alla ricerca
del peso ideale, frase che
riempie i loro pensieri e la
loro bocca anche se non
sanno cosa sia. Non sanno
che non esiste un peso ideale
valido per tutti, che si tratta in
buona parte di un’astrazione non
riconducibile al piano pratico, o
fanno finta di non saperlo…
tanto basta andare dal dieto-
logo, che troverà la giusta ri-
cetta-panacea per ottenere
un corpo da modelli.
Che dire, allora? La dicitura peso ideale
non ha un significato biologico, a meno che non
si intenda riferirsi a quello per il quale ciascun
individuo è predisposto sin dalla nascita.
Non si tratta quindi di raggiungere un
peso calcolabile in base a un complesso rapporto fra
età, altezza e in riferimento al sesso, ma piuttosto, di
assecondare la ginetica. La natura ha infatti provve-
duto a munirci di un corredo cromosomico, il nostro
patrimonio genetico, che contiene tutte le possibili
informazioni sul come saremo come individui, sia sul
piano fisico che mentale, dalla conformazione delle
dita alla schizofrenia, alla predisposizione all’infarto,
al diabete… e tanto altro ancora.
Dove troviamo, quindi, spazio per le tanto de-
cantate diete?
Il professore Nello Bongiorno, responsabile del
Servizio disturbi del comportamento alimentare
presso la struttura sanitaria universitaria Policlinico
di Palermo sostiene convinto che la dieta è solo una
truffa miliardaria. “E’ invece utile e urgente – dice
Bongiorno – cambiare quelle abitudini alimentari
ipercaloriche che sono frutto della società del benes-
sere e che, sole, possono ricondurre il nostro organi-
smo verso un apporto equilibrato, consentendo al
nostro corpo l’omeostasi”.
Questo termine, coniato da W.B. Cannon per
descrivere i vari dispositivi fisiologici che servono
a ripristinare lo stato normale, quando sia stato
alterato o disturbato, si basa sull’osservazione che
il reale ambiente delle cellule dell’organismo è
rappresentato dal compartimento interstiziale del
liquido extra cellulare (Lec). Poiché la normale
funzione delle cellule dipende dalla costanza di
questo liquido, non sorprende che negli animali
superiori si siano sviluppati numerosissimi mec-
canismi regolatori, per mantenerla. (Le proprietà
tampone dei liquidi dell’organismo e gli aggiu-
stamenti renali e respiratori di fronte ad eccessi
Ciascunoha il pesoche si meritaTempo d’estate, comincia la ricerca di una dieta miracolosache consenta di dimagrire senza troppe rinunce
di Alessandra Muschella
La scienza della nutrizionestudia la qualità e laquantità degli alimentinecessari alla salute e albenessere. Alcunesostanze sono costituentiessenziali di ogni ‘dieta’
43
saluteinforma
un essere umano di plastica, un replicante all’infinito,
doverosamente e obbligatoriamente perfetto, sempre
giovane sino alla soglia della vecchiaia. Utopia pura,
ma i germi di questa nuova malattia, vera nevrosi col-
lettiva, sono ormai in azione.Dal numero 109 de l’inchiesta Sicilia – luglio 2005
di acidi o di alcali sono esempi di meccanismi
omeostatici).
Molti di questi meccanismi operano secondo il
principio del ‘feed-back’ negativo (controreazione):
le deviazioni da un dato punto normale sono sentite
da un ‘detector’, che invia segnali che promuovono
cambiamenti compensatori, sino a quando il punto
normale non sia stato nuovamente raggiunto.
La scienza della nutrizione studia la qualità e la
quantità degli alimenti necessari alla salute e al be-
nessere. Alcune sostanze sono costituenti essenziali
di ogni ‘dieta’ per l’uomo: un’alimentazione ottimale
comprende adeguate quantità di calorie (necessarie
a bilanciare l’energia spesa come lavoro e come ca-
lore – quest’ultimo a ricordare che siamo animali
a sangue caldo, con una regolazione costan-
te della temperatura corporea: la feb-
bre è un segnale d’allarme, un
eccesso di calore da disper-
dere) fornite attraverso
l’introduzione, con il ci-
bo, di proteine, carboidrati,
grassi, minerali, vitamine e
acqua. Tutti essi sono neces-
sari, nessuno escluso: se le
entrate sono insufficienti ven-
gono consumati proteine e grassi
di riserva, con perdita di peso, se ec-
cessive si ha l’accumulo di peso, fino
all’obesità.
Nel corpo umano esiste una
piccola struttura encefalica,
posta nell’ipotalamo, composta
da due minuscole aree, una det-
ta centro della fame e l’altra centro della sa-
zietà, che sembra accertato siano sotto il
controllo di un cromosoma particolare, il
cui compito è quello di mantenere una cer-
ta stabilità del nostro peso corporeo.
Ma la fisiologia deve pur sempre fare
i conti con l’imprevedibilità dei mecca-
nismi mentali dell’individuo, e così non
tardiamo a scoprire che le trasgressioni
alimentari sono spesso dettate dal ca-
nalizzare sul cibo ansie e malumori,
gioie e dolori, stress. E che dire, poi,
dell’imposizione all’immaginario
collettivo di questa società opulen-
ta ed edonistica di un modello
corporeo esclusivamente giovani-
le, bello, sinuoso, ma esile per le
donne, muscoloso e armonico
per gli uomini? Finiremo, a furia
di inseguire il mito che inseguiva
Dorian Gray, con il costruire
Con l’approssimarsi della bella stagione, la tendenza dilaga, fino
ad assumere le sembianze di una vera e propria epidemia. Così
tutti, alle prese con bilance di precisione, incubi notturni e visite
di soppiatto al frigorifero o alla dispensa di casa; prima abbagliati
dal miraggio di acquisire linee corporee armoniose, poi
attanagliati dai morsi della fame e, infine, dai rimorsi, intesi come
sensi di colpa per non essere riusciti a non cedere alle lusinghe
di un bel piatto di pasta ben condito o di un allettante e
monumentale gelato.
Nel caso, poi, di diete fai-da-te, si incorre fatalmente nel non
tenere conto del rapporto ‘massa magra-massa grassa’, col
risultato di perdere di peso, ma a scapito della massa muscolare
e non della ciccia, che, sorniona, torna a fare capolino e mostra
di sé in quei bei rotolini (o rotoloni).
I magazine, poi, si sbizzarriscono nel proporre le tendenze più
fantasiose, aggravando ancora di più la confusione nei lettori:
diete a punti, diete a zona, dissociate, macrobiotiche, a base di
sola frutta e giù così, fino a quelle estemporanee da improbabili
dietisti dell’ultima ora.
Solo una cosa sembra improbabile da raggiungere: fare
cambiare radicalmente le abitudini alimentari e dietetiche, quelle
da osservare tutto l’anno, E allora, viva la dieta, ma solo pensata.
le DIETE
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saluteinforma
Più di duemilacinquecento, ad
oggi, i consultori distribuiti
sul territorio italiano, vere te-
ste di ponte, per usare una metafo-
ra bellica, dove è possibile
sperimentare una funzionale ed
efficace sinergia: ostetriche e in-
fermieri, assistenti sociali e pe-
diatri, ginecologi e psicologi.
La loro dislocazione e fun-
zionalità, però, è del tutto
disomogenea, rivelando
ancora una volta come il
territorio nazionale sof-
fra del male a macchia
di leopardo. Restituen-
doci una fotografia del
bel paese che mortifica
ogni speranza di equità,
i servizi essenziali man-
cano proprio da dove più
forte è il bisogno. Buoni risul-
tati nel Centro Nord convivono
con veri drammi al Sud.
Nel 2002 a Perugia, al 78esimo
congresso nazionale Sigo (Società italiana
Ginecologia e Ostetricia) è emerso che i
consultori, adeguatamente potenziati, sono
servizi integrati di base per la promozione
della salute, a partire da quella riproddutiva.
Cosa accade se i Servizi sul territorio comin-
ciano a latitare? A farne le spese sono soprat-
tutto l’informazione e la prevenzione.
Un’indagine della Sigo, condotta su un campione
nazionale di 2 mila donne tra i 15 e i 45 anni, evi-
denzia che solo la metà di essa usa metodi anti-
concezionali (53 per cento); da ciò ne discende che
il 47 per cento delle italiane non ne usa nessuno e
non previene gravidanze non attese. Altro dato al-
larmante che emerge dalla stessa ricerca è che la
scelta del metodo contraccettivo si basa essenzial-
mente sul fai da te, soprattutto per quanta riguar-
da le giovanissime. Anche le siciliane si orientano
nella scelta del metodo contraccettivo tra consigli
delle amiche, giornali e internet. Le donne sicilia-
ne risultano bene informate sulla pillola in special
modo e su altri anticoncezionali in genere, ma allo
stesso tempo questa informazione non incide sui
comportamenti messi in atto, solo il 13 per cento
di esse sceglie la pillola come metodo. Le donne
siciliane si situano al di sotto della già bassa media
nazionale con il 46 per cento (meno della metà) di
esse a utilizzare metodi anticoncezionali. Tale pa-
norama ovviamente offre un amaro contraltare se,
e i dati lo indicano chiaramente, fallisce l’istanza
preventiva dell’informazione e contraccezione.
Quello a cui si assiste è ancora un uso massivo del
ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza
come metodo di controllo delle nascite. Le inter-
ruzioni volontarie di gravidanza si attestano in 130
mila l’anno in Italia, 9 mila in Sicilia. Ma ci sono
cifre che ci parlano di un dramma nel dramma: il
ricorso all’aborto clandestino. Ancora non sono
stati raggiunti gli obiettivi della legge 194. Questa
si poneva come scopo, l’eliminazione dello stesso,
stimato prima dell’introduzione della legge in 250
di Patrizia Camedda
I consultori in Italia festeggiano il loro trentesimocompleanno. L’approvazione della legge 405 del ’75sanciva, infatti, 30 anni fa, l’istituzione dei centriconsultori familiari, centri polivalenti di cura e ascoltodedicati alle donne e alla loro sessualità
Liberedi scegliere
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medici di Palermo che si prenderebbe carico di fa-
re il giro della provincia per praticare l’aborto.
Che la materia sia controversa e contraddittoria,
lo si evince anche da casi esemplificativi come la di-
chiarazione rilasciata dal ministro Storace in cui dice
che la legge 194 non va toccata. E di fatto non la
toccheranno, ma va attuata la parte relativa alla pre-
venzione rispetto a quella inerente l’aborto. Nei fatti
è proprio una grande incongruenza, l’incapacità di
dare seguito a quel che di corretto è già stabilito.
Una legge, la 194, all’avanguardia che ha come ca-
posaldi l’informazione e la prevenzione. L’intenzio-
ne del legislatore era di sorvegliare l’evoluzione del
fenomeno che si auspicava dovesse dominuire, una
volta espressa nella legalità, l’abortività clandestina.
Tale risultato è stato ottenuto a seguito di una mag-
giore diffusione delle conoscenze, delle consapevo-
lezze e delle competenze riguardo i metodi per la
procreazione responsabile.
L’ultima agghiacciante riflessione è su un fe-
nomeno che per sua natura sfugge anche alle stime
approssimative; tutto il sommerso dell’immigra-
zione clandestina Dal numero 114 de l’inchiesta – Luglio 2006
mila casi l’anno. I dati più recenti parlano di 20
mila ogni anno in Italia; 1500 in Sicilia, soprattut-
to giovani donne e adolescenti ricorrono ai canali
clandestini. Il mondo sommerso delle mammane,
che con mezzi casalinghi e pericolosi ponevano fi-
ne alle gravidanze indesiderate, è diventato sempre
più nascosto, tanto da essere dimenticato dalla
maggiorparte delle persone. Stessa sorte è toccata
ai cucchiai d’oro (dallo strumento utilizzato, una
sorta di cucchiaino metallico con cui si effettuava
la pulizia dell’utero) così venivano definiti i medici
che praticavano l’aborto a chi poteva permettersi
le esorbitanti parcelle delle cliniche private. I 1500
casi di aborti clandestini stimati per la Sicilia par-
lano anche di aborti offerti al prezzo di 500 euro
per ogni mese di gravidanza e fanno riferimento
soprattutto ad adolescenti spaventate che rivolgen-
dosi alle strutture pubbliche non riescono ad av-
valersi di un loro diritto. Molti gli ostacoli frapposti
tali da impedirne l’esercizio, annoveriamo, tra essi,
anche quello dei medici obiettori di coscienza. Ta-
le fenomeno in Sicilia deve pur avere la sua rile-
vanza se l’ospedale Ingrassia ha presentato un
progetto chiamato aborto itinerante: un gruppo di
Sempre Confagricoltura èinoltre dell’idea che lecoltivazioni Ogm possanoaiutare numerosi compartiproduttivi attualmente incrisi. Posizioni che sidiscostano da quelle delministro Zaia , il quale vedegli Ogm come minaccia,piuttosto che come risorsa.
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