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Diagnosi Diagnosi dei tumori cerebrali dei tumori cerebrali A A ttualità terapeutiche ttualità terapeutiche nella cura dei tumori nella cura dei tumori cerebrali cerebrali salute salute Diagnosi dei tumori cerebrali bimestrale di informazione e approfondimento medico 2010 © Edizioni EMIMEDIA • IN SALUTE pubblicazione bimestrale • Anno II - n° 7 • marzo/aprile in salute TECNOLOGIE INNOVATIVE IN CARDIOLOGIA di Giuseppe Catapano e Pietro Ivo D’Urso di Bruno Villari e Vincenzo Manganiello LE NOVITÀ PIÙ IMPORTANTI IN CAMPO ONCOLOGICO LE NOVITÀ PIÙ IMPORTANTI IN CAMPO ONCOLOGICO ESCLUSIVO ESCLUSIVO di Umberto Veronesi di Claudio Colonnese Attualità terapeutiche nella cura dei tumori cerebrali

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DiagnosiDiagnosidei tumori cerebralidei tumori cerebrali

AAttualità terapeutichettualità terapeutichenella cura dei tumorinella cura dei tumoricerebralicerebrali

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Diagnosidei tumori cerebrali

bimestrale di informazionee approfondimento medico

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TECNOLOGIEINNOVATIVE

IN CARDIOLOGIA

di Giuseppe Catapano e Pietro Ivo D’Urso

di Bruno Villari e Vincenzo Manganiello

LE NOVITÀPIÙ IMPORTANTI

IN CAMPOONCOLOGICO

LE NOVITÀPIÙ IMPORTANTI

IN CAMPOONCOLOGICO

ESCLUSIVOESCLUSIVO

di Umberto Veronesi

di Claudio Colonnese

Attualità terapeutichenella cura dei tumoricerebrali

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Con questo numero “in Salute” spegnela sua prima candelina.La rivista medico-scientifica, nata nelmarzo dello scorso anno, mira a daresempre più una corretta e ampiainformazione sul mondo della medicinaed in particolar modo sulle eccellenze,spesso nascoste, della Sanità presentesul nostro territorio.La scommessa lanciata un anno fasembra essere vinta, forse perchèl’obiettivo unico dell’Emimedia è statoed è quello di aggiornare i cittadini, inmateria di medicina e sanità, con unadivulgazione semplice, ma al contempoaltamente professionale, a cui fariscontro, immancabilmente, la fedeltàdei lettori.Ed è a loro che intendiamo esprimereun sentito ringraziamento, certi del lorocrescente consenso.La sfida lanciata un anno fa sembraessere superata grazie anche esoprattutto ai puntuali interventi di veri“intenditori di salute”.Ed è prima come cittadino e poi comeEditore che plaudo alla superbaprofessionalità di questi luminari dellamedicina, che con la loro competenzadanno speranza a chi soffre e fanno

campagne di prevenzione mirate, il tuttocondito con spirito di umanità noncomune ai più.I “grandi nomi” si riconoscono ancheda questo.Un grazie particolare è di dovere aNicoletta Cocco, direttore di “in Salute”che, con il suo puntuale e scrupolosolavoro, ha fatto in modo che la rivistadiventasse, numero dopo numero, unodei periodici più apprezzati non solonel Sannio, ma anche sul resto delterritorio nazionale.Da strutture di eccellenza quali l’istituto“Spallanzani” e il “Sant’Andrea” diRoma, a prestigiosi contributi di luminaricome il prof. Antonio Iavarone(direttamente da New York) e il MinistroFazio, il nostro direttore è riuscito inquesto numero a pregiare il giornaledella presenza dell’oncologo pereccellenza, il prof. Umberto Veronesi,che ci ha onorato di un suo interventoproprio in occasione del primo anno divita della rivista.Infine, ma non per ordine di importanza,uno speciale ringraziamento va a tuttigli sponsor che rendono possibile larealizzazione di questa iniziativaeditoriale.

Un anno dopo... “in Salute”

editorialeMassimo De CristofaroDirettore editoriale

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3PAGINA

La ricerca scientifica è una delleprotagoniste della lotta quotidiana dimedici e ricercatori per sconfiggere ilcancro, in essa sono riposte le speranzedi migliaia di pazienti. E’ un’attività che sibasa su regole precise, che consentonodi arrivare, attraverso percorsi ben definiti,a un risultato concreto, oggettivo eriproducibile.La ricerca spesso è incredibilmente veloce,produce risultati a ritmi molto rapidi, mentrei tempi per portare questi risultati nellapratica clinica sono molto lunghi e spessoaccade che le enormi possibilità nelladiagnosi o nella terapia suggerite dallascienza non possono essere sfruttate finoin fondo dai medici che si confrontanoogni giorno con i pazienti: proprio asalvaguardia di questi ultimi ci sononormative di legge che fanno slittarel’applicazione dopo molti anni.L’oncologia costituisce una delle prioritàdel Ministero della Salute e tale prioritàappare evidente se si considera non solol’incidenza (oltre 250.000 nuovi casiall’anno), ma anche la prevalenza deitumori in Italia. Il Ministero ha sviluppatoun piano triennale oncologico che cercadi affrontare tutti i problemi connessiall’oncologia, dalla prevenzione alle curepalliative.Ed è proprio la prevenzione l’aspetto su

cui “In Salute” punta maggiormentel’attenzione: in questo numero il pionieredella lotta contro i tumori, il prof. UmbertoVeronesi, uno dei maggiori chirurghioncologi a livello mondiale, Direttorescientifico dell’Istituto Europeo diOncologia, ci ha onorati della suapresenza con uno straordinario, chiaro epuntuale articolo sulle novità più importantiin campo oncologico.Novità legate alla rivoluzione genetica ealla rivoluzione prodotta dalla diagnosticaper immagini, che permette di esplorarevirtualmente il nostro corpo, identificandocambiamenti microscopici in ogni sua piùremota area.Il nome del prof. Veronesi è legato allacura del tumore al seno, in particolarealla tecnica della “quadrantectomia”, aquella del “linfonodo sentinella”, e ingenerale a tutte le tecniche avanzate perla conservazione dell’integrità femminile.Veronesi, ministro nel governo Prodi, si èoccupato anche della Terapia del doloreche fu, quindi, inserita nei “livelli essenzialidi assistenza”: lo scorso 9 marzo laCamera ha approvato il decreto sulle Curepalliative e la Terapia del dolore, leggequesta che fa da volano per il trattamentodel dolore cronico.

[email protected]

Grazie, prof. Veronesi!

editorialeNicoletta CoccoDirettore responsabile

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GIUNTA PROVINCIALEMario Collarile

Francesco LonardoAntonio Furno

Giancarlo StefanucciAntonio Meola

Giacomo VerdicchioSalvatore Follo

Carlo Di RienzoMonica MascoliniGianni Varricchio

Giovanni ZampettiDomenico Costanzo

Paquale ViscusiGiovanni La Motta

Aldo CusanoReno Giannantonio

Gianni dell’AquilaFrancesco Fiorillo

Francesco IazeollaMario Signoriello

Mario RaffioRaffaele Raffio

Massimo ParenteCostantino Viscione

Enzo D’Aronzo

PresidenteVice Presidente Vicario (FSN-FIDAL)Vice Presidente (TECNICO-FIS)Componente (FSN-FIPAV)Componente (ATLETA-FIGC)Componente (FSN-FIR)Componente (EPS-CSI)Componente (DSA-FIGB)Componente (FSN-CIP)Coordinatore Tecnico ProvincialeFiduciario Cooptato Comune di S. Giorgio del SannioFiduciario Cooptato Comune di S. Marco dei CavotiFiduciario Cooptato Comune di Frasso TelesinoRapporti CONI/PROVINCIAPresidente UNVS - Veterani SportiviCoordinatore Commissione Benemerenze SportiveRapporti con la PresidenzaPresidente Comit. di Ateneo per lo Sport - Università del SannioEsperto in GiuntaRevisore dei ContiConsulente Provinciale per l’Impiantistica SportivaVice Consulente Provinciale per l’Impiantistica SportivaSegretario Provinciale ConiDipendente CONI - Web MasterRapporti Associazione Stelle al Merito Sportivo

Registro Nazionale delle Associazioni e Società Sportive DilettantisticheCorsi di Formazione per Dirigenti e Tecnici con la Scuola Regionale dello Sport

Attuazione Progetti di Autonome Iniziative per la Promozione SportivaConsulenza Fiscale e Legale a sostegno delle Società Sportive

C.A.S. - Centri di Avviamento allo SportG.S.S. - Giochi Sportivi Studenteschi

G.d.G. - Giochi della GioventùGioco Sport

Fiduciari Comunali CONIImpiantistica Sportiva

Istituto Credito SportivoSito WEB

ATTIVITÀ - SERVIZI - CONSULENZE

Via A. RIVELLINI ingresso 5 - Tel. 0824 64786 - Fax 0824 361499www.conibenevento.it - e-mail: [email protected]

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Nuova edizione del

Diario di un povero tUmorato di DioIl libro, per conto del “Tennis per la vita”,è pubblicato dalla casa Editrice Vereja

e distribuito nelle edicole.I diritti d’autore saranno versati alle Case di accoglienzadei bambini ammalati di tumore.

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Prof. Bruno VillariMedico Chirurgo Direttore delDipartimento di Medicina edi Struttura Complessa, UnitàOperativa diCardiologia/UTIC/Emodinamica dell’Ospedale “SacroCuore di Gesù”Fatebenefratelli di Benevento.Professore in “Terapia in UnitàCoronarica e nelle EmergenzeCardiologiche” presso laScuola di Specializzazione inCardiologia dell’Universitàdegli Studi Magna Graecia,Germaneto (CZ).Dottore di Ricerca inFisiopatologiaCardiovascolare.Fellow della Società Italianadi Cardiologia Interventistica.

il comitatotecnico scientifico

Prof. Giuseppe CatapanoMedico Chirurgo Specializzato in Neurochirurgia.Dal 1991 al 2002 ha lavorato presso l’Ospedale“Casa Sollievo della Sofferenza” di San GiovanniRotondo come assistente di neurochirurgia fino al1995 e come aiuto fino al 2002.Dal settembre 2002 ricopre la carica di Direttoredell’Unità Operativa Complessa di Neurochirurgiapresso l’A.O. “G. Rummo” di Benevento.Ha effettuato vari stages formativi in Italia edall’estero. È particolarmente specializzato sullepatologie neoplastiche e vascolari del sistemanervoso centrale.

Prof. Italo ArdovinoMedico Chirurgo, Specialistain Ostetricia e Ginecologia.Dal 1976 al 2004 primario

ginecologo dell’Ospedale“Sacro Cuore di Gesù”

Fatebenefratelli di Benevento.Dal 2005 Direttore dell’Unità

Operativa di Ostetricia eGinecologia dell’Ospedale“San Giuseppe Moscati” di

Avellino.Professore presso la Scuola

di Specializzazione inOstetricia e Ginecologia

della II Università di Napoli.Consigliere Nazionale della

Società di EndoscopiaGinecologica Italiana (SEGI).

Prof. Franco RengoOrdinario di Geriatria all'Università Federico II diNapoli. Direttore della Scuola di Specializzazione

in Geriatria.Responsabile dell'Unità Operativa Geriatrica del

Policlinico di Napoli.Clinica universitaria: dipartimento di medicina

interna, geriatria, patologiacardiovascolare e immunitaria.

Specialità di eminenza: medicina riabilitativa,cardio e neurogeriatria.

6PAGINA

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2010

anno II - n. 7aut. Tribunale di Beneventon. 1 del 6 febbraio 2009iscr. R.O.C. 12294

direttore responsabileNicoletta [email protected]

direttore editorialeMassimo De Cristofaro

coordinamento editorialeDalila Beatrice

edito daEmimedia Beneventowww.emimedia.it

redazioneVia Castellano 21, Benevento+ 39 0824 [email protected]

pubblicità[email protected]

progetto graficoe videoimpaginazioneEmimedia Benevento

stampa e allestimentoMorconia Print

distribuzioneFLY Comunication

sommariomarzo-aprile

7PAGINA

I collaboratori, tutti, svolgono la loro mansionein modo autonomo e completamente gratuito.La direzione non assume alcuna responsabilitàper eventuali variazioni, omissioni e/oinesattezze delle informazioni riportate, e perle opinioni espresse dagli autori dei testiredazionali. Tutte le foto con bollino rosso sonoda intendersi fornite dagli autori dei testi cheesonerano la Emimedia da ogni responsabilità.Le proposte pubblicitarie implicano la solaresponsabilità degli inserzionisti. Il materialepervenuto per la realizzazione degli articoliredazionali e pubblicitari resta di proprietà dellaredazione, salvo diverso accordo scritto. Ladirezione si riserva la facoltà di revisione degliarticoli pervenuti al fine del loro adeguamentoper la pubblicazione. Tutti i diritti sono riservati:nessuna parte, anche parziale, può essereriprodotta, memorizzata o trasmessa in nessunmodo o forma, sia essa elettronica, elettrostatica,fotocopie, ciclostile, senza il permesso scrittodell’editore.

Unberto VeronesiLe novitàpiù importantidell’oncologia

Claudio ColonneseDiagnosidei tumori cerebraliTempestivitàe accuratezzadelle nuovetecnologie

Giuseppe CatapanoPietro Ivo D’UrsoAttualità terapeutichenella curadei tumori cerebrali

Bruno VillariVincenzo ManganielloTecnologie innovativein cardiologiaLa cura del cardiopaticocomplesso

Gerardo CasucciEmicrania:come ci si cura

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30

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in salutebimestrale di informazionee approfondimento medicoPiero Polcino

Rinite allergicain età pediatricaadolescenzialeParte II

Carlo RinaldiDiabete mellito

Dalila BeatriceSicurezza stradaleQuando è minacciatada droga e alcol...

Pasquale GrimaldiChiediamoloal medico di famiglia

Pasquale GrimaldiMalattie sessualmentetrasmesse (MST)

Pierluigi VergineoCannabisNon è unadroga leggera

Roberto PerrottiLa follia dall’interno

Fausto PepeIl punto di vista

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la prima rivistamedico-scientifica

tutta sannitale f

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vet

rina

Dott. Ing. Dalila BeatriceIngegnere Civileesperto in Trasportie Mobilità Stradale.Giornalista.Coordinatore editorialedi In Salute

Dott. Gerardo CasucciMedico ChirurgoSpecializzato inNeurologia.Responsabile dell’UnitàOperativa di MedicinaGenerale presso la Casadi Cura “San Francesco”di Telese Terme (BN)

Prof. Giuseppe CatapanoMedico ChirurgoSpecializzato inNeurochirurgia.Direttore dell’Unità OperativaComplessa di Neurochirurgiapresso l’AziendaOspedaliera “G.Rummo”di Benevento

Dott. Pietro Ivo D’UrsoMedico ChirurgoSpecializzato inNeurochirurgia.Dirigente medico pressol’U.O.C. di Neurochirurgiadell’Azienda Ospedaliera“G. Rummo” di Benevento

Dott. Vincenzo ManganielloMedico Chirurgo Specialistain Cardiologia Interventistica.U.O.C.Cardiologia/UTIC/Emodinamicadell’Ospedale “Sacro Cuore diGesù” – Fatebenefratelli,Benevento

Dott. Ing. Fausto PepeSindaco della Cittàdi Benevento

Dott. Pasquale GrimaldiMedico ChirurgoSpecializzato in MedicinaInterna.Medico di MedicinaGenerale presso il distretton. 17 dell’ ASL BN1.Consigliere presso l’Ordinedei Medici Chirurghi diBenevento (già vicePresidente).Segretario ProvincialeFIMMG

Prof. Claudio ColonneseSpecialista in Neurologia e Radio-logia Diagnostica. Direttore delDipartimento di Diagnostica perImmagini dell’Istituto NeurologicoMediterraneo – I.R.C.C.S.Neuromed di Pozzilli (IS).Professore Associato di Neuro-radiologia presso “La Sapienza”– Università degli studi di Roma

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le f

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Dott. Roberto PerrottiResponsabile Diagnosie Clinica PsicologicaUOSM PuglianelloASL BN 1AutoreGruppo Editoriale Guida

Dott. Carlo RinaldiMedico Chirurgo Specializzatoin Endocrinologia e Malattie delRicambio. Responsabile U.O.S.di Medicina d’Urgenza e O.B.e dell’Ambulatorio diEndocrinologia e Diabetologiadell’Ospedale “Sacro Cuore diGesù” Fatebenefratelli diBenevento

Dott. Pierluigi VergineoMedico ChirurgoSpecialista in Neurologia.Lavora come Psichiatranell’Ambulatorio diAlcologia – ServizioTossicodipendenze pressol’ASL BN1 di Benevento

Prof. Umberto VeronesiDirettore scientifico dell’IstitutoEuropeo di Oncologia.È stato il primo italiano Presidentedell’Unione Internazionalecontro il Cancro e ha fondato laScuola Europea di Oncologia,la Società Europea di OncologiaChirurgica e la Società Europeadi Senologia.È stato Fondatore e Presidentedel programma “Europa controil Cancro” dell’Unione Europea

Prof. Bruno VillariMedico Chirurgo Direttoredel Dipartimento diMedicina e di StrutturaComplessa, UnitàOperativa diCardiologia/UTIC/Emodinamica dell’Ospedale“Sacro Cuore di Gesù”Fatebenefratelli diBenevento

Dott. Piero PolcinoSpecialista in Pediatria.Esperto di sub-specialitàpediatriche quali: Allergo-Immunologia; Dermatologia;Malattie delle alte e basse vierespiratorie.Responsabile Ambulatorio diDermatologia Pediatrica pressol’A.O. “G. Rummo” di Benevento

GRATIS IN FARMACIA e su EMIMEDIA.IT

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La parola d’ordine dell’oncologiaè diventata centrare il bersaglio,

che significa arrivare- con i raggi, con il bisturi o con i farmaci -direttamente sull’area di origine della malattia,

prima che si diffonda nell’organismo

La parola d’ordine dell’oncologiaè diventata centrare il bersaglio,

che significa arrivare- con i raggi, con il bisturi o con i farmaci -direttamente sull’area di origine della malattia,

prima che si diffonda nell’organismo

Prof. Umberto Veronesi

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Le novitàpiù importantidell’oncologia

di UMBERTO VERONESI

MILANO - Le novità più importantidell’oncologia sono legate alla rivoluzionegenetica.La scoperta che la malattia insorgesempre a seguito di un danno al DNA,insieme alla capacità di isolare i geni edi studiare la loro funzione, hannorivoluzionato la ricerca biologica e apertouna nuova era nei campi della diagnosie della terapia.La medicina oggi conosce meglio i casiin cui il tumore è provocato da genidifettosi; di conseguenza si moltiplicanole terapie mirate in grado di eliminare igeni “colpevoli”, senza danneggiare lacellula.Di qui la nascita di una nuova generazionedi medicinali anticancro meno tossici epiù selettivi.La seconda rivoluzione è quella prodottadalla diagnostica per immagini, che cipermette di esplorare virtualmente il nostrocorpo, identificando cambiamentimicroscopici in ogni sua più remota area.Grazie alle moderne tecniche diagnosticheoggi possiamo anticipare sempre più ladiagnosi e trovare lesioni sempre piùpiccole, che possono essere curate conterapie sempre più rispettose della qualitàdi vita del paziente.La parola d’ordine dell’oncologia è

diventata “centrare il bersaglio”, chesignifica arrivare - con i raggi, con il bisturio con i farmaci - direttamente sull’area diorigine della malattia, prima che si diffondanell’organismo.La selettività della cura implica nonaggressione al resto dell’organismo edunque migliore qualità di vita per il malato.Infatti i tumori su cui ancora abbiamodifficoltà sono proprio quelli per cui nondisponiamo di metodi di diagnosi precoce.Anche la chirurgia, grazie all’evoluzionetecnologica, si è adattata a queste nuovedimensioni, raffinando i suoi strumenti eabbandonando sempre più il concetto didemolizione.Le nuove tecniche chirurgiche radioguidatee robotizzate hanno aperto le porte ainterventi mini-invasivi e sempre menotraumatici.Lo sviluppo tecnologico ha permessoanche l’introduzione di nuove forme diradioterapia sempre più mirata e connuove particelle, come gli adroni; l’utilizzodi tecniche di medicina nucleare perportare isotopi radioattivi direttamentesull’area malata; i trattamenti conultrasuoni con la tecnologia Hifu.L’altro grande cambiamento epocale nellacura è stato il passaggio alla curapersonalizzata.

SEGUE A PAG 12 11PAGINA

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Già sapevamo che il tumore non è unamalattia ma tante malattie diverse; con larivoluzione del Dna siamo arrivati allaconclusione che non soloesistono forme diversedello stesso tumore, mache la stessa forma puòessere diversa dapersona a persona o daun gruppo di persone aun altro.Questa nuovaconsapevolezza ci hapermesso diabbandonare il concettodi protocollo, cioè di curastandard, per passare aquello di cura personalizzata in base allecaratteristiche di ogni tumore nel singolomalato, evitando così molte cure nonnecessarie o non efficaci.Nell’ambito della ricerca biomolecolare,mentre continua l’identificazione dei genicoinvolti nel processo tumorale, chediventano quindi target per le nuoveterapie cosiddette“intelligenti”, l’areapiù promettente èquella delle staminalidel cancro, campo incui le scoperte e gliapprofondimenti sifanno sempre piùfrequenti. Si tratta dicellule che, a causadi un errore nelproprio Dna, che lespinge verso unariproduzioneincontrollata edisordinata,teoricamente infinita,sono le uniche,all’interno deltumore, in grado dimigrare in altri organi

e di dare origine ad altre cellule malate edunque alle metastasi.Tutti sanno che i tumori, se non curati,

non regredisconospontaneamente macontinuano a crescere inmaniera incontrollata.Questo perché all’internodel sistema-tumore c’èuna certa quantità dicellule, più maligne e lesole in grado diriprodurne altre, chiamatele “cellule staminali” delcancro.A differenza delle normalicellule che invecchiano

e muoiono, le staminali del cancro sonoimmortali.Nei tumori è presente una modestissimapercentuale (dall’1 al 5% a seconda deltipo di tumore) di queste cellule “madri”,capaci di mantenere in vita il tumore esostenere la crescita delle altre celluletumorali (le “figlie”).

L’idea che non tuttele celluleneoplastiche sianouguali risaleaddirittura al 1960,quando non siparlava ancora distaminali del cancro.Oggi, grazie aiprogressi dellabiologia molecolare,sappiamo che per farattecchire un tumoreè necessarioinoculare un milionedi celluleneoplastiche, masono invecesufficienti millecellule staminali delcancro.

Le nuove tecnichechirurgiche

radioguidate erobotizzate hannoaperto le porte a

interventi mini-invasivie sempre meno

traumatici

12 PAGINASEGUE A PAG 14

Prof. Pier Giuseppe PellicciDirettore del Dipartimento di Oncologia

Sperimentale dell'Istituto Europeo di Oncologia

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14 PAGINA

Poiché lestaminali

del cancroalimentanola malattia,

poterlecolpire

con farmacispecifici

vorrà direin futuro

distruggerealla radiceil tumore.

Le potenzialiimplicazioni

di questescoperte

sulla curadei tumori

sonostraordinarie

Questo meccanismo spiega l’inguaribilità dimolti tumori e ha dato una risposta aosservazioni cliniche che non trovavanospiegazione: ad esempio, la ricomparsa dellamalattia dopo anni, anche quando lachemioterapia sembrava averlo sradicato; o,al contrario, nel caso del tumore del seno, lepoche metastasi ossee che si verificanorispetto alla gran quantità di pazienti che hannocellule tumorali nel midollo osseo.La scoperta dell’esistenza di queste cellulepotrebbe quindi portare alla formulazione difarmaci in grado di prevenire le metastasi.Poiché le staminali del cancro alimentano lamalattia poterle colpire con farmaci specificivorrà dire in futuro distruggere alla radice iltumore.Le potenziali implicazioni di queste scopertesulla cura dei tumori sono straordinarie.Finora infatti le terapie anti-tumorali sifocalizzavano sulle cellule proliferanti,considerate le vere responsabili del cancro,mentre sfuggiva alle cure quella modestapercentuale di cellule staminali cheproliferavano poco ma erano in grado disopravvivere al danno genomico e di farcrescere il tumore.Oggi invece i ricercatori sono impegnati nellamessa a punto di tecniche per individuarequeste cellule e di farmaci in grado dieliminarle.Due importanti scoperte sulle staminali delcancro si devono al gruppo di ricerca guidatodal Professor Pier Giuseppe Pelicci, Direttoredel Dipartimento di Oncologia Sperimentaledell’Istituto Europeo di Oncologia.La prima, datata dicembre 2008, quindi pocopiù di un anno fa, spiega perché le cellulestaminali del cancro sono immortali e svelala strada per eliminarle.I ricercatori hanno osservato che queste cellulesono in grado di attivare in maniera anomaladei sistemi di riparazione del danno genomicoche impediscono loro di invecchiare, senzasmettere mai di funzionare.Tutto questo grazie all’attivazione di una

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proteina (prodotta dal gene p21), la quale,rallentando il ciclo di proliferazione dellecellule staminali, lascia loro il tempo diriparare il danno al Dna.In altre parole, non proliferando oproliferando poco, le cellule staminali deltumore non invecchiano ma sopravvivononel tempo.I ricercatori hanno così provato a togliereil gene p21 dal tumore e hanno constatatoche le cellule staminali proliferavano dipiù, accumulando danni al Dna cellularearrivando alla morte. E anche il tumoreera scomparso.La ricerca è stata condotta su modellianimali di leucemia mieloide acuta, e irisultati ottenuti sono stati poi confermatida esperimenti condotti su cellule prelevateda pazienti affetti dalla stessa malattia.Ora i ricercatori sono impegnati nellamessa a punto di farmaci intelligenti(inibitori del riparo del Dna) che riescanoad attivare un meccanismo diautodistruzione delle staminali tumorali,trasformandole in cellule capaci diinvecchiare.Questi farmaci permetteranno diintervenire a uno stadio abbastanza

precoce della malattia e di anticiparnel’ evoluzione. Inoltre agiranno comefarmaci-bersaglio, colpendo solo lecellule tumorali e risparmiando i tessutisani.La seconda scoperta, pubblicata lo scorsodicembre sulla rivista scientifica Cell,riguarda un metodo per identificare lecellule staminali del tumore del seno: iricercatori guidati dal Prof. Pelicci hannomesso a punto una serie di marcatorispecifici grazie ai quali hanno potutoisolare e studiare le cellule staminalitumorali.Mettendo poi a confronto i vari tipi di tumoridella mammella, i ricercatori hannoscoperto che, nonostante la loroeterogeneità, tutti i tumori, dai più ai menoaggressivi, si possono ricondurre a dueprincipali gruppi sulla base della quantitàdi cellule staminali che contengono.Grazie a questa scoperta si potrà quindistabilire l'orientamento terapeutico piùadatto.Inoltre le cellule staminali tumorali potrannoessere utilizzate come bersagli terapeuticiper sviluppare nuovi farmaci mirati adeliminare completamente la malattia.

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Diagnosidei tumori cerebrali

di CLAUDIO COLONNESE

POZZILLI (IS) - I tumori cerebrali rappresentano circal’1,5% di tutte le neoplasie. Hanno un’incidenza di circa9 casi ogni 100.000 abitanti e sono rappresentati dadue diversi tipi di aggressività: unocostituito dall’aggressività biologica, l’altrocostituito dall’aggressività istologica,ovvero un tumore che può esserebenigno dal punto di vista istologico, puòpresentare, data la particolarità dellasede, una malignità biologica inquanto difficilmente asportabile olocalizzato in strutture essenzialiper la vita dell’individuo.Ne deriva l’estrema importanzadell’accuratezza diagnostica siain fase di diagnosi iniziale che,soprattutto, nel seguire neltempo i pazienti.Con l’avvento della risonanzamagnetica, l’accuratezzadiagnostica di questo tipo dipatologia ha subitoun’evoluzione positivaestremamente importante.Risulta, infatti, facilmentediagnosticata la presenza di unalesione e ne risulta facilmenteindividuata la sede e, nella quasitotalità dei casi, si è anche in gradodi darne una classificazione istologica.Risulta infatti abbastanza agevole,con le metodiche a nostra

Tempestività e accuratezzadelle nuove tecnologie

L’Istituto Neurologico MediterraneoNeuromed di Pozzilli (IS) è unmoderno esempio di ospedaleall’avanguardia, riconosciuto comeIstituto di Ricovero e Cura a CarattereScientifico (IRCCS).L’attività di ricerca, strettamenteintegrata con l’attività assistenziale,è condotta attraverso 6 linee di ricercacorrente: Patologia molecolare,Neurologia, Neurochirurgia,Angiocardioneurologia,Neuroriabilitazione e Diagnostica perimmagini, quest’ultima diretta dal prof.Claudio Colonnese, che è attualmenteimpegnato ad altissimi livelli nellaricerca clinica, con particolareattenzione alle neoplasie cerebrali,epilessia e patologieneurodegenerative.Neuromed, una strutturaconvenzionata con il Servizio SanitarioNazionale, è ormai da anni un centrodi riferimento in Italia nell’ambitodelle malattie del Sistema NervosoCentrale e Periferico.Grazie alla ricerca e alla diagnosticaper immagini sempre più evoluta,Neuromed, costantemente attenta almiglioramento degli standardtecnologici, offre nuove e promettentiprospettive di diagnosi.

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disposizione, differenziare fra tumori cheoriginano dall’interno del sistema nervoso(lesioni intrinseche) e tumori che originanodall’esterno, ad esempio dalle meningi (lesioniestrinseche), esoprattutto per quantoconcerne i tumorilocalizzati all’interno delsistema nervosocentrale, è possibiledistinguerne latipologia, riuscendoanche a far diagnosidifferenziale fra i tumorimaligni propri delsistema nervoso centrale o le metastasi,patologia estremamente frequente, infatti lemetastasi rappresentano il 37% dei tumoriintracranici.In considerazione dell’estrema delicatezzadel problema va tenuto conto anchedell’importanza della tempestività delladiagnosi iniziale e della necessità di istituireprotocolli, atti a seguire il paziente nel tempo,sia che il paziente sia stato sottoposto adintervento chirurgico, sia che il paziente siastato trattato con terapia conservativa(radioterapia e chemioterapia).Infatti, alcuni tumori tipici del sistema nervoso,come i tumori della serie gliale, possonospontaneamente modificare il grado dimalignità, passando dal grado I o IIWHO ad un grado di maggioreaggressività tipo III o IV WHO.Risulta quindi intuitivocome il seguirne

l’evoluzione nel tempo possa modificarel’atteggiamento terapeutico inizialmenteconservativo verso un atteggiamento piùaggressivo proporzionato all’acquisita

aggressività dellalesione.Con le nuovemetodiche (ad esempioRMN 3 tesla), alcunedelle quali hannocaratteristichesperimentali, risultapossibile non solostudiare l’aspettomorfologico delle

lesioni, ma ottenere degli studi estremamenteimportanti che ci danno informazioni sullostato del tessuto lesionale e di quello che locirconda. Infatti alcuni tumori tendono ad unaccrescimento infiltrante nei confronti di tessuticircostanti, pertanto le informazioni su taledato ci consentono di porre diagnosidifferenziale fra lesione aggressiva e nonaggressiva, e tra queste ultime di lesioneprimitiva o secondaria.Lo studio del tessuto che circonda la lesione,anche nei controlli dei pazienti già trattataticon terapia chirurgica, radio e chemioterapia,è estremamente utile. Infatti il modificare deltessuto intorno all’area

“Di estrema importanza puòessere l’aiuto che possiamo

dare al neurochirurgo con lenuove metodiche di risonanza

magnetica funzionale ditrattografia, di perfusione edi spettroscopia del protone”

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lesionale può aiutarci a distinguere tra una ripresa dimalattia o l’effetto della terapia radiante.Di estremaimportanza, inoltre, può essere l’aiuto che possiamo dareal neurochirurgo con le nuove metodiche di risonanzamagnetica funzionale di trattografia, di perfusione e dispettroscopia del protone. Con gli studi di risonanzamagnetica funzionale siamo in grado di valutare qualearea del cervello risulta attiva durante l’esecuzione di uncompito; possiamo così valutare quale area del cervellorisulti particolarmente attiva, per esempio durante ilmovimento della mano o durante una funzione superiorequale la fluenza verbale.Il valutare i rapporti tra l’area patologica ed un’areafunzionalmente eloquente rappresenta, come è intuitivoper tutti, un’enorme possibilità in grado di guidarel’intervento chirurgico ad evitare sia di attraversare cheeventualmente di ledere le aree deputate a funzioniimportanti. Parimenti, con lo studio di trattografia, è possibileottenere una visualizzazione delle fibre che partono dallearee funzionalmente importanti e seguirne il decorsoall’interno del sistema nervoso centrale. Con tale metodicaè quindi possibile valutare se la lesione neoplastica dislochio infiltri questi fasci di fibre. L’insieme di queste metodicheconsente al neurochirurgo di ottenere una risoluzione dellapatologia senza arrecare danni funzionali al paziente, diseguire nel tempo il paziente integrando le essenzialiinformazioni che la medicina nucleare ci da, nochè diottenere informazioni sull’attività metabolica della lesionee del tessuto che la circonda, ottenendo informazioni sullivello di aggressività della stessa. Infatti gli studi diperfusione ci consentono di valutare, a confronto coltessuto sano, la richiesta metabolica dell’area patologica.Evidenziare l’attività metabolica della lesione, ciconsente inoltre di distinguere la ripresa dimalattia dalla conseguenza dellaradioterapia, distinguendo recidiva daradionecrosi. Infatti untessuto altamenteaggressivonecessita per lasua crescita diun elevatoapporto ematico,rilevabile con lenostre tecniche.Inoltre, tramitela

In alto macchina PET TC;

sopra macchina RMN 3 tesla;

sotto RMN aperta

spettroscopia siamo in grado dirilevare la presenza di alcunimetaboiti cerebrali, markers didiverse funzioni. La relativaconcentrazione degli stessi ed ireciproci rapporti ci consentono dipoter affinare la diagnosiorientandola verso i diversi aspettiistologici.

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Attualitàterapeutichenella curadei tumoricerebrali

I tumori del sistema nervoso centrale comprendono un variegato insieme di entitàpatologiche, ciascuna con una distinta storia naturale:

di GIUSEPPE CATAPANO E PIETRO IVO D’URSO

La mancanza, allo stato attuale, di unregistro nazionale delle neoplasie nonpermette di poter misurare in modo certola reale incidenza dei tumori cerebrali inItalia; per farsi un’idea delle dimensionidel problema, ci si riferirà, pertanto, allestatistiche statunitensi ed europee.Secondo l’American Brain TumorAssociation l’incidenza dei tumori cerebraliprimitivi, benigni e maligni, è di 12,8 casiper 100.000 individui. Malgrado la possibilecomparsa in qualsiasi momento della vita,due sono le fasce d’età che sembranomaggiormente colpite: quella tra i 3 e i 12anni e, negli adulti, quella tra i 40 e i 70anni. Il glioblastoma, in particolare, è raroprima dei 15 anni e aumentadrammaticamente dopo i 45. Negli Stati

Uniti nelle prime due decadi di vita sistimano ogni anno circa 2.200 diagnosidi tumori cerebrali. Le neoplasie cerebralirappresentano il 2% di tutti i tumori.L’incidenza complessiva nei due sessi èsimile, ma è da precisare che negli uominiè più elevata la frequenza di forme maligne(7,0 per 100.000 rispetto a 4,7 per 100.000nelle donne). Negli adulti circa la metàdei tumori cerebrali è rappresentata daigliomi (in particolare astrocitomi) e daimeningiomi (25-30% dei tumori cerebraliprimari sintomatici). In Europa, i tumoricerebrali causano il 2% delle morti perneoplasia, mentre nella fascia d’età fra i15 e i 40 anni, rappresentano il 10% circadi tutti i tumori.I tumori cerebrali vengono differenziati in

Glioblastoma 20,3Astrocitoma 9,8Oligodendroglioma 3,7

Ependimoma 2,3Meningioma 30,1Linfoma 3,1

Craniofaringioma 0,7Tumori ipofisari 6,3Altri 14,0

DISTRIBUZIONE DEI TUMORI DEL SNC PER SOTTOTIPO ISTOLOGICOIstologia % Istologia % Istologia %

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“intra-assiali”, se nasconoall’interno del cervello(gliomi, neurocitomi,gangliogliomi, linfomi,medulloblastomi,papillomi dei plessicorioidei ecc) ed “extra-assiali”, se originanodalle strutture dirivestimento del cervello(meningiomi, neurinomi,adenomi ipofisari,craniofaringiomi,cordomi, ecc.).Dal momento che itumori della gliacostituiscono da soliquasi il 40% di tutti itumori cerebrali, èpossibile effettuare unaprima distinzione tratumori gliali (gliomi) etumori non gliali.

Tumori glialiCon il termine tumori gliali o gliomi siintende un complesso gruppo di neoplasiedel sistema nervoso centrale. Tali tumorioriginano da alcunecellule gliali, gli astrociti,cellule deputate afunzioni di sostegno,nutrimento emetabolismo dei neuroni.Esistono diversi tipi ditumori gliali, in relazionealle caratteristiche dellecellule ed al grado dimalignità: astrocitomapilocitico, astrocitomasubependimale,astrocitoma diffuso,astrocitoma anaplastico,glioblastoma, oligodendroglioma,oligoastrocitoma, ependimoma; nell’ambitodello stesso tipo tumorale, è possibile

graduare forme amaggiore o minoremalignità, in relazionealle caratteristicheistologiche manifestate.Ad oggi, purtroppo, nonsono stati ancoraindividuati con certezzafattori di rischio specificiper l’insorgenza deitumori cerebrali, perquanto si discuta sulpossibile ruolo giocato dafattori ambientali ed inparticolare dalle ondeelettromagnetiche, vistele crescenti evidenzecirca il possibile rapportotra uso di telefoni cellularie determinati tumoricerebrali.La classificazione deitumori cerebrali più

ampiamente utilizzata è quelladell’Organizzazione Mondiale della Sanità(WHO, World Health Organization). Inrelazione alla malignità, vengono graduatiin una scala da I a IV. Il grado I

rappresenta tumoribenigni, con prognosifavorevole; il grado II,connota tumori bendifferenziati, a lentoaccrescimento e quindia basso grado dimalignità. Molto spesso,i tumori di basso gradopossono presentare unaevoluzione in sensomaligno, trasformandosiin lesioni di grado III e IV(es. glioblastomi,FIGURA 1), tumori ad

alto grado di malignità.Come già specificato, gli astrocitomirappresentano le neoplasie più comuni

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FIGURA 1

Immagine RM di paziente affetto daGlioblastoma localizzato in sede profonda

Ad oggi, purtroppo, nonsono stati ancora

individuati con certezzafattori di rischio

specifici perl’insorgenza dei tumoricerebrali, per quanto si

discuta sul possibileruolo giocato da fattori

ambientali ed inparticolare dalle ondeelettromagnetiche, vistele crescenti evidenze

circa il possibilerapporto tra uso ditelefoni cellulari edeterminati tumori

cerebrali

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del SNC. In tale gruppo vengono distinte duecategorie separate. La prima è costituita dalle formediffuse che coprono il 75% delle neoplasieastrocitarie. Queste vengono ulteriormente suddivisein astrocitoma, astrocitoma anaplastico eglioblastoma multiforme, e costituiscono il gruppocon la prognosi peggiore perché tendono a subireuna progressiva trasformazione maligna e a infiltrarediffusamente il tessuto cerebrale circostante. Laseconda categoria potremmo definirla comeastrocitomi localizzati in quanto hanno una ridottacapacità invasiva, una limitata capacità di crescitae una scarsa propensione alla trasformazionemaligna. Questo gruppo di neoplasie con prognosifavorevole comprende l’astrocitoma pilocitico, loxantoastrocitoma pleomorfo e l'astrocitomasubependimale gigantocellulare.

Tumori non glialiTra i tumori non gliali più frequenti, vi sono imeningiomi (FIGURA 2). Questi tumori, tipicamentebenigni, si sviluppano al di fuori della massa cerebrale(tumori extra-assiali) e sono in stretta contiguità coni rivestimenti meningei. Prediligono il sesso femminilein ragione della loro sensibilità agli estrogeni.Seguono, in ordine di frequenza, gli adenomi ipofisari(FIGURA 3), tumori benigni che si sviluppano nellaghiandola ipofisaria, localizzata alla base del cervelloe che secerne ormoni della crescita e della sessualitàe che regola le attività di numerose altre ghiandole.Altri tumori non gliali sono rappresentati dalneurinoma del nervo acustico (FIGURA 4), dalmedulloblastoma (più frequente in età pediatrica),dai linfomi e dalle metastasi.

Sintomi e segni dei tumori cerebraliCome per tutte le malattie del sistema nervosocentrale, i sintomi iniziali possono essere vari edingannevoli e variano in relazione alla sede, alledimensioni ed alla velocità di accrescimento deltumore.Si distinguono una sintomatologia da ipertensioneendocranica (cefalea, vomito a getto, papilledema,alterazione dello stato di coscienza) ed unasintomatologia focale. I sintomi/segni neurologici focalisono in funzione della sede del tumore e della sua

FIGURA 2

Immagine RM di paziente affetto da meningiomadi fossa cranica anteriore

FIGURA 3

Immagine RM di paziente affetto da adenomaipofisario

Immagine RM di paziente affetto da neurinomadel nervo acustico

FIGURA 4

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velocità di crescita, e sono dovuti allacombinazione di un meccanismo irritativo edistruttivo. Per quanto riguarda i tumori degliemisferi cerebrali le crisi epiletticheprevalngono nei tumori alenta crescita (astrocitomi,oligodendrogliomi), mentrei deficit neurologici sonopiù frequenti nei tumori arapida crescita (maligni).In una minoranza di casi(glioblastomi, metastasi)l’esordio dellasintomatologia può essereimprovviso (ictale), legatoad una emorragiaintratumorale. Tuttavia, lacomparsa di alcuni sintomideve essere consideratacome segno di allarme in talune circostanze;ad esempio, non tutti i pazienti che soffronodi cefalea sono affetti da tumori cerebrali;ma la presenza di una cefalea che prevalenelle ore mattutine, che non si risolve coni comuni analgesici e chesi associa a vomito a gettonon alimentare, deveindurre il paziente arivolgersi al proprio medicoper effettuareapprofondimenti clinico-strumentali. Le stesse crisiepilettiche, vannoconsiderate comesospette in relazioneall’età: mentre l’epilessiacostituisce un problemarelativamente diffuso in etàpediatrica, la comparsa diuna crisi epilettica in unadulto, deve essereritenuta sospetta.

Diagnosi radiologica ed istologica deitumori cerebraliGli esami neuroradiologici di routine per

la diagnosi sono la TomografiaComputerizzata (TC) e la RisonanzaMagnetica (RM), sia basali che doposomministrazione di mezzo di contrasto.

La TC evidenzia megliole erosioni ossee edeventuali allargamenti deiforami della base cranica.La RM è più sensibiledella TC nell’evidenziarelesioni piccole, inparticolare se localizzatevicino alla teca cranica,in fossa posteriore, neltronco, nel midollospinale e localizzazionialle meningi cerebrali.Altra indagine di semprecrescente impiego ed

utilità deriva dalla medicina nucleare: sitratta della PET, una tecnica di imagingche permette di effettuare uno studiometabolico delle lesioni e di poterformulare sospetti circa il grado di malignità

del tumore; tale indagine,è particolarmenteindicata nello studio deigliomi.La diagnosi definitiva diun tumore cerebrale,tuttavia, è quellaanatomo-patologica.Questa deve prevedere,accanto all’inquadramentodel tumore, l’attribuzionedel grado di malignità, dalmomento che questocondizioni prognosi escelte terapeutiche. Alcunealterazioni molecolaripossono essere usatecome completamentodiagnostico e/o come

fattore prognostico. L’alterazione più nota èla perdita di eterozigosità (delezione) sulcromosoma 1p e 19q, di frequente riscontrata

Microscopio operatorio in uso presso la Neuro-chirurgia dell’Ospedale “G. Rummo” di Benevento

FIGURA 5

Aspiratore ultrasonico in uso presso la Neuro-chirurgia dell’Ospedale “G. Rummo” di Benevento

FIGURA 6

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negli oligodendrogliomi; tale delezionepermette di predire una migliore risposta allachemioterapia. Un altro esempio èrappresentato dallo stato di metilazione delpromotore del gene per MGMT, una proteinaimplicata nella riparazione del dei danni delDNA; si è così visto che pazienti conglioblastoma che presentano metilazione delpromotore hanno una più lungasopravvivenza ed una migliore risposta allachemioterapia.

Gestione dei pazienti affetti da tumoricerebrali: esperienza dell’U.O. diNeurochirurgia dell’Ospedale “G. Rummo”di BeneventoLa nobiltà ed il limitato potenziale rigenerativodelle cellule nervose rappresentano un limiteimportante per l’attuazione di trattamenticurativi da parte del neurochirurgo, delradioterapista e dell’oncologo medico: ognitipo di trattamento va personalizzato sulsingolo paziente, cercando di ottenere ilmassimo beneficio con il minimo danno.

Una volta che viene riscontrato un tumorecerebrale, il paziente viene sottoposto ad unaccurato studio neuroradiologico pre-trattamento. La recente introduzione dimetodiche di spettroscopia, diffusione eperfusione durante l’esecuzione dell’RM, hareso possibile raffinare lo studio delleneoplasie cerebrali, permettendo di avanzareipotesi sulla natura del tumore, sul grado dimalignità e di fornire informazioni utili per lapianificazione dei successivi trattamenti, inparticolare di quello chirurgico.L’asportazione chirurgica dei tumori cerebraliè da considerare l’opzione terapeutica diprima scelta per la maggior parte dei tumoricerebrali, con l’obiettivo di essere il piùradicale possibile e nello stesso tempo dipreservare le funzioni neurologiche.Negli ultimi decenni si è registrata unacontinua e crescente applicazionedell’innovazione tecnologica nel trattamentodei tumori cerebrali. Presso il nostro Centro,l’uso routinario del microscopio operatorio(FIGURA 5), della coagulazione bipolare,

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dell’aspiratore ultrasonico (FIGURA 6),dell’endoscopio (FUGURA 7) e dei modernisistemi di neuronavigazione (FIGURA 8) haconsentito di ottimizzare i risultati, in terminidi miglioramento della qualità di vita deipazienti sottoposti ad interventoneurochiurgico per neoplasie cerebrali. Diparticolare rilievo ed utilità, risulta l’uso delneuronavigatore, sistema che, integrandoinformazioni derivanti dallo studioneuroradiologico pre-operatorio, permette lapianificazione della migliore strategiachirurgica e guida il neurochirurgonell’effettuazione dell’intervento, al fine dipoter minimizzare i danni derivantidall’attraversamento di aree cerebralifunzionalmente importanti.Come già accennato, una delle più grossesfide della chirurgia dei tumori cerebrali èquella di perseguire nel maggior numero dicasi possibile un intento curativo, sebbenenon sempre questo si traduca nella guarigionedel paziente. Tuttavia, spesso, ci si develimitare all’ottenimento di una diagnosi. Nellospecifico, esistono delle condizioni particolari(pazienti le cui condizionicliniche generali nonpermettono di potereffettuare trattamentichirurgici invasivi o pazientiaffetti la tumori localizzatiin sedi profonde), in cuiviene proposta al pazientel’effettuazione di unprelievo bioptico deltumore, sul risultatoistologico del qualevengono pianificate lesuccessive strategie terapeutiche. Presso ilnostro centro viene comunemente utilizzata,ove necessaria, la biopsia del tumorecerebrale con tecnica “stereotassica”. Talemetodica “mini-invasiva” consente, previoposizionamento di un “casco stereotassico”(FIGURA 9-10), l’effettuazione di prelievi ditessuto tumorale in aree estremamente

critiche e difficilmente raggiungibili senzacreare deficit e senza necessità di unaanestesia generale: il paziente rimane sveglioe collaborante durante tutta la procedura.Uno dei più grossi problemi correlati conl’effettuazione della biopsia stereotassica èlegato al corretto centraggio della lesionetumorale; nelle casistiche bioptiche di molticentri neurochirurgici internazionali, vengonoriportate percentuali variabili di fallimento ditale procedura, a causa di prelievi nondiagnostici. Per abbattere il rischio di tale

evenienza, nel nostroCentro, durante leprocedure stereotassiche,vengono usati in modoroutinario i sistemi dineuronavigazione, chepermettono di integrareinformazioni derivanti dallostudio RM eseguito pre-operatoriamente (immaginiin perfusione e/o doposomminsitrazione di mezzodi contrasto) con quelle

ottenute dall’esame TC encefalo peri-operatorio, effettuato dopo il posizionamentodel casco stereotassico. Il calcolo dellecoordinate spaziali del tumore all’interno delcervello risulta, in tal modo, estremamenteaffidabile e consente di ottenere campioniutili alla diagnosi nella totalità dei casi. Nontrascurabile, risulta, inoltre, il contributo della

Foto di procedura endoscopica cerebrale effettuata pressola Neurochirurgia dell’Ospedale “G. Rummo” di Benevento

FIGURA 7

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FIGURA 8

Foto del Neuronavigatore in uso presso la Neuro-chirurgia dell’Ospedale “G. Rummo” di Benevento

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Neurorianimazione nella gestioneperioperatoria dei pazienti affetti da tumoricerebrali (FIGURA 11). Allo stato attuale, ilnostro Centro è uno dei pochi in Italia adavvalersi della qualificata assistenzapostoperatoria da parte di un team di neuroanestesisti dedicati che, finito l’intervento,proseguono le cure del paziente presso unaNeurorianimazione dedicata. La gestione inambiente intensivistico dei pazienti sottopostiad intervento per patologie intracraniche,riduce drasticamente i rischi perioperatori.I più recenti progressi delle tecnicheneurochirurgiche nel settore oncologicohanno, inoltre, permesso l’introduzione dellacosì detta “awake surgery” (chirurgia dasveglio), l’uso dell’acido 5-amino-levulinico(5-ALA) per la marcatura intraoperatoria deltumore, dei monitoraggi neurofisiologiciintraoperatori e della TC ed RMintraoperatoria, metodiche finalizzate

all’ottenimento di una chirurgia quanto piùpossibile radicale associata ad una minoreinvasività. Una volta ottenuta la diagnosiistologica, in relazione al tipo di tumore, ilpaziente viene affidato alle cure deineuroncologi e dei radioterapisti.L’obiettivo principale della chemioterapia èquello di prevenire la recidiva e/o laprogressione dei tumori cerebrali. Esistonodiverse metodiche di chemioterapia, siasistemiche che locali.La terapia medica dei tumori cerebrali èaltamente peculiare in quanto vengonoutilizzati farmaci diversi rispetto alle altreneoplasie, a causa del diverso spettro dichemiosensibilità delle cellule tumorali e dellapresenza della barriera emato-encefalica,che limita la diffusione della maggior partedei chemioterapici nel tessuto nervoso.L’esistenza, inoltre, di una eterogeneità nellasensibilità ai vari chemioterapici da partedelle cellule tumorali rendono spesso iltrattamento chemioterapico di limitataefficacia. Ciò ha orientato la ricerca a testarenuovi e promettenti farmaci che agisconobloccando la formazione dei vasi sanguigni,togliendo quindi l’ossigeno al tumore, icosiddetti farmaci antiangiogenetici.Varie tecniche innovative di immunoterapiae terapia genica sono in corso disperimentazione. Tali terapie necessitano diulteriori ricerche nel campo della genomica

Foto di paziente dopoposizionamento del cascostereotassico

FIGURA 9

Foto intra-operatoriadi una biopsiastereotassica

FIGURA 10

Foto del reparto di “Neurorianimazione”dell’Ospedale “G. Rummo” di Benevento

FIGURA 11

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e della proteomica dei tumori cerebrali, versocui vi è una crescente sensibilizzazione. Anchenel nostro centro si è avviato un programmadi collaborazione scientifica con il CNR peraccrescere la conoscenza della biologia deitumori cerebrali, al fine di poter scoprire terapiesempre più specifiche ed efficaci.La radioterapia è, invece, un trattamentooncologico che prevede l’impiego di radiazioniionizzanti in grado di indurre la morte dellecellule tumorali, preservando il tessuto cerebralesano. Tra le tecniche radioterapiche piùcomunemente utilizzate nel trattamento deitumori cerebrali primitivi vi sono la radioterapiaconformazionale tridimensionale, checonsente di riprodurre in modo precisol’estensione e la forma del volume bersaglio(tumore), la radioterapia a modulazioned’intensità che consente un maggior rispettodel tessuto nervoso sano, la brachiterapia,basata sull’impiego di sorgenti radioattive sigillateintrodotte a contatto del tumore, l’adroterapia,basata sull’impiego di particelle ad elevatotasferimento lineare di energia (adroni) e laradiochirurgia stereotassica, metodica oramaiben consolidata e praticata presso il nostroCentro, che consente di irradiare tumori dipiccole dimensioni ed in sede profonda. Negliultimi anni, è stato, infine, introddotto l’uso dimetodiche radioterapiche superselettive,gamma-knife e cyber-knife, impiegate neltrattamento di specifici tumori cerebrali.

ConclusioniLa maggior parte nelle neoplasie cerebralirichiede un approccio multidisciplinare: chirurgico,radioterapico e chemioterapico, con l’aggiuntadi interventi di tipo riabilitativo, funzionali edestetici. Gli effetti dei trattamenti attuati siripercuotono in modo significativo sulla vita deipazienti trattati, con importanti risvolti sul pianopersonale, familiare e sociale. Pertanto, uno deiprincipali obiettivi di chi si accinga a curarepazienti affetti da tumori cerebrali deve esserequello di compiere ogni sforzo per rendere il piùaccettabile possibile la qualità di vita dei pazienti.

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Tecnologieinnovative in cardiologia

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Con l’invecchiamento progressivo dellapopolazione generale è cresciuto, negliultimi decenni, il numero totale di pazientiaffetti da scompenso cardiaco di gradoavanzato e da patologie valvolari su basedegenerativa. Ne risulta, dunque, che ipazienti che afferiscono alla nostraosservazione sono sempre più complessi,affetti da pluripatologie e globalmentesempre più “fragili”. D’altro canto, inpazienti con scompenso refrattario allaterapia medica ed“elettrica/resincronizzante”, la relativa

scarsa disponibilità di cuori destinati altrapianto, e le lunghe e selettive liste diattesa impongono la ricerca di metodichealternative per la cura di questa frequentepatologia.Recentemente è emerso dalla letteraturascientifica internazionale che circa il 40%dei pazienti con patologia valvolarecardiaca degenerativa (principalmentestenosi aortica ed insufficienza mitralica)sono ineleggibili all’intervento chirurgicoper l’altissimo rischio proceduralederivante sostanzialmente dalla elevata

La cura del cardiopatico complessodi BRUNO VILLARI e VINCENZO MANGANIELLO

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comorbidità (età avanzata,diabete, insufficienzarenale cronica,insufficienza respiratoria,broncopatie cronicheostruttive, deficitneurologici, patologieneoplastiche).La risposta che la medicinamoderna sta cercando didare a questa crescenteesigenza sanitariamondiale si esplicaprincipalmente nellaricerca di metodichealternative al trapianto dicuore da un lato, edall’altro alla messa apunto di interventi mini-invasivi, effettuati adesempio per via percutanea, per lasostituzione e/o riparazione delle valvolecardiache mal funzionanti: si evita cosìl’apertura chirurgica del torace, l’anestesiagenerale e lacircolazione extra-corporeanecessarie perl’intervento contutti i rischi e lecomplicanze adesse correlate,così comeavviene da oltre30 anni conl’angioplastica perla cura dellemalattiecoronariche.Quando ormai lacardiopatia ègiunta ad unostadio terminalecon l’impossibilità a qualsiasi tipo diriparazione chirurgica o endovascolare,o è impossibile pensare al trapianto

(condizioni cliniche critichedell’ammalato, mancatadisponibilità di organi), sipuò ricorrere all’impiantodi dispositivi di assistenzaventricolare (“VAD”) (fig.1). Tale opzioneterapeutica, è purtroppo,ad appannaggio solo di unpiccolo numero di pazienti(35 impianti/anno in Italia)principalmente per laestrema complessità digestione di tale intervento.Tali dispositivi che“vicariano” la funzione dipompa del cuoremigliorano, più di ogni altraterapia medica conosciuta,la sopravvivenza dei

pazienti in stadio di scompenso terminale;tuttavia, l’elevata mortalità dopo l’impianto(27%) e la sopravvivenza ad 1 anno(“solo” del 56% rispetto alla terapia

medica: 0%)suggerisce lanecessità di unaselezione piùaccurata deipazienti candidatia questo tipo diintervento. Tral’altro, l’incidenzadi complicanzeancora elevata(infezioni,emorragie,embolie) rendeconto delladiffusione ancoralimitata di questidispositivi; nuovesperanze sono

offerte dalla seconda generazione di VADimpiantabili (dispostivi miniaturizzati, conriduzione del trauma chirurgico e delle

FIGURA 1

SEGUE A PAG 32

E’ stato ipotizzato chepiù di 1 milione dipazienti/anno con

scompenso cardiacoe vizio mitralico

associato ad elevatorischio chirurgico

potrebbe beneficiare,in un futuro nonlontano, di una

terapia trans-cateteresicura ed efficace perridurre o eliminare

l’insufficienzamitralica

Impianto di dispositivi di assistenza ventricolare (“VAD”)

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complicanze trombo-emboliche), ma glistudi sulla loro reale efficacia sono ancorain corso.Un’altra fetta importante di pazienticomplessi non eleggibili alla chirurgia èrappresentata dai pazienti affetti dapatologievalvolaridegenerativequalil’insufficienzamitralica e lastenosiaortica: in talipazientispesso l’etàavanzata e lecomorbiditàcomportanounelevatissimorischio perl’interventochirurgico tradizionale.La terapia endovascolare dell’insufficienzamitralica è in fase di sperimentazioneclinica avanzata ed “emula” le consolidatetecniche chirurgiche.Tra la miriade di tecniche proposte, quellache sembra avere un futuro moltopromettente è rappresentata dall’impiantoper via percutanea transcatetere (accessoinguinale dalla vena femorale esuccessiva puntura del setto interatriale)di una “clip” metallica posizionata in mododa “suturare” parzialmente i due lembidella valvola mitrale (fig. 2) (riproduzioneendovascolare dell’intervento chirurgicodi Alfieri) con l’effetto di ridurresignificativamente la quantità di sanguerigurgitante dal ventricolo all’atrio sinistro(insufficienza).I primi studi in merito indicano un elevatotasso di successo procedurale (>85%,che tende a crescere con l’esperienza),bassa incidenza di complicanze, riduzione

importante e duratura dell’insufficienzamitralica (a 4 anni), opportunità chirurgicacomunque preservata.E’ stato ipotizzato che più di 1 milione dipazienti/anno con scompenso cardiacoe vizio mitralico associato ad elevato

rischiochirurgicopotrebbebeneficiare,in un futuronon lontano,di una terapiatrans-cateteresicura edefficace perridurre oeliminarel’insufficienzamitralica.E’ tuttora incorso uno

studio di confronto diretto con la chirurgiatradizionale di cui si attendonoprossimamente i risultati.Se per la terapia percutaneadell’insufficienza mitralica si parla di unfuturo immediato e promettente, iltrattamento endovascolare della stenosiaortica rappresenta ormai una realtàtangibile ed in progressiva espansione.Esistono attualmente in commercio edapprovate per l’utilizzo clinico due tipi diprotesi valvolari aortiche impiantabili pervia percutanea (accesso inguinaleattraverso l’arteria femorale) che utilizzanofilosofie costruttive diverse ma altrettantoefficaci: le protesi “Edwards-Sapien” e“Corevalve” (fig. 3).Dall’aprile del 2002 (data del primoimpianto percutaneo nell’uomo di protesiaortica) sono stati effettuati più di 10.000interventi in tutto il mondo (equamentedistribuiti per entrambe le tipologie diprotesi) ed il numero di procedure sta

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FIGURA 2

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Impianto per via percutanea transcatetere

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crescendo in modo esponenziale.I risultati della letteratura scientificainternazionale parlano di numeriestremamente incoraggianti: successoprocedurale ottenibile in >95% dei casi(dopo adeguata curva di apprendimentodella metodica), miglioramento clinico edemodinamico stabile nel tempo, mortalitàad 1 mese di circa il 9%, sopravvivenzaa lungo termine (>2 anni) dell’80%(maggior parte dei decessi dovuti a causenon cardiache), nessuna disfunzione diprotesi fin ora segnalata, tasso dicomplicanze accettabile (per lo piùproblemi dovuti all’accesso vascolare enecessità di pacemaker definitivo),tenendo ovviamente conto dell’estremacomplessità globale e dell’elevato profilodi rischio dei pazienti trattati.Allo stato attuale le protesi aortichepercutanee hanno ricevutol’autorizzazione e l’indicazione all’impiantoin pazienti anziani non candidabili allachirurgia convenzionale per l’elevatorischio operatorio, ma gli ottimi risultatiottenuti fin ora, la crescita progressivadel numero di procedure, il rapidissimosviluppo tecnologico (basti pensare chesiamo già alla terza generazione per

entrambe le protesi, sempre piùminiaturizzate e performanti), il grossoentusiasmo professionale, il maturaredell’esperienza degli operatori in talesettore e l’importante spinta commercialeda parte delle aziende produttricicondurranno, in un futuro non lontano,ad una diffusione sempre più ampia dellametodica, fino all’indicazione all’impianto(almeno verosimilmente) in pazientisempre meno anziani e con profilo dirischio globale sempre più basso.

FIGURA 3 Le protesi “Edwards-Sapien” e “Corevalve”

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Per curare correttamente l’emicrania laprima regola è ridare ordine ed equilibrioalla propria vita. Combattere efficacementel’emicrania è, in altre parole, curare sestessi prima della malattia.Come ho già avuto modo di dire, tutti oquasi tutti siamo potenzialmenteemicranici. Ciò che poi ci rende di fattotali è l’avvento, più o meno brusco o piùo meno rilevante, nella nostra quotidianità,di “fattori di disordine”, siano essi endogeniche esogeni. E’ alla conoscenza di questi“fattori”, più che dei farmaci, chededicherò gran parte della presentetrattazione.Tra i “fattori” endogeni, peraltro,non sempre modificabili, ricordo lasuscettibilità genetica, gliormoni, il sonno prolungato,l’insonnia, il digiuno,l’ipoglicemia,l’affaticamento fisico, lafebbre e l’ipertensionearteriosa.Di grande rilevanzama di scarsaapplicazione nellapratica clinica è, invece,la correzione dei “fattori”esogeni, primo fra tuttiquello alimentare.E’ noto già da molti anniche alcuni cibi possono

scatenare attacchi emicranici; quello cheè meno noto è che non è solo il tipo dialimento che attiva l’evento ma anche, laquantità e la frequenza con cui vieneconsumato, tanto che meno dell’1% degliattacchi emicranici inizia in relazionetemporale certa e dimostrabile conl’assunzione di cibi.Un altro aspetto molto importante dellarelazione tra emicrania e alimentazione èl’equilibrio nutrizionale.Il paziente emicranico deve mangiare pasti

leggeri e bilanciati, acquisendo lamaggior parte dell’apporto caloricogiornaliero (almeno il 70%) entro leprime ore pomeridiane. Ad ognimodo, vanno sempre evitati digiuni

superiori alle 12 ore.Infine, in merito al consumo

di alcolici non tutti gli studisono concordi nelsostenere l’opinionecomune che il vino rosso

sia emicranizzante. Infatti,sembrerebbe che vino

bianco e champagne siano piùemicranizzanti per lepopolazioni latine, mentre il vinorosso lo sia maggiormente perquelle anglosassoni.Attenzione quindi (ma senzademonizzare!) a cioccolato,formaggi stagionati o

di GERARDO CASUCCI

Emicrania:come ci si cura

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fermentati, insaccati, carne di maiale, fritti,agrumi, banane, fichi, avocado, fruttasecca, gomme da masticare, alimentipreconfezionati, dolcificanti, dado da brodo(responsabile della ben nota “sindromeda ristorante cinese”), molluschi, crostacei,aringhe, pomodori, cipolle, crauti e spezie(specie secombinate). Ma piùdi tutto, attenzione alpeso corporeo che,in caso disovrappeso e/oobesità, sembracostituire un rilevantefattore di farmaco-resistenza e,pertanto, dicronicizzazionedell’emicrania.E non finisce qui!Fattori psicologiciquali emozioni,stress, rilassamento conseguente a stress(ad esempio la famigerata cefalea daweek-end) e depressione e, ancora,variazioni meteorologiche, altitudine,esposizioni prolungate al sole, luciabbaglianti o intermittenti, rumori, odoripungenti, monossido di carbonio, fumo,lunghi viaggi (jet-lag), traumi, attività fisicasostenuta e numerosi farmaci possonoslatentizzare una predisposizioneemicranica e aggravare o addiritturarendere cronica un’emicrania preesistente.Si può ben capire che conoscere tutto ciòche in ciascun emicranico può costituireevento favorente e/o scatenante i suoiattacchi, diviene la prima regola di vita delpaziente, il suo primo step terapeutico, lasua prima, e forse unica, modalità diprevenzione di malattie che all’emicraniasono talora oscuramente correlate (unesempio per tutte, le malattie cardio- ecerebro-vascolari).Una volta corretto lo stile di vita, rimessi

a posto i bioritmi e annotate su appositidiari tutte le caratteristiche degli attacchiemicranici per un tempo minimo di duemesi, è possibile iniziare, ove necessario,una terapia medica, sia essa della faseacuta che di profilassi.Cosa fare, dunque, in caso di attacco

emicranico?La prima regola èriposare in ambientesilenzioso, pocoilluminato eadeguatamentetemperato eumidificato. Giàquesto spessocomporta unacompleta remissionedegli attacchi digrado lieve-moderato. Se ciò nonè possibile, è buonanorma assumere un

farmaco sintomatico appena il disturbocomincia a manifestarsi (comunque nonoltre i 60 minuti dall’esordio). Tra questi,i farmaci di prima scelta sono i triptani,sostanze che agiscono sui vasi sanguigni

Il paziente emicranicodeve mangiare pasti leggerie bilanciati, acquisendo lamaggior parte dell’apporto

calorico giornaliero(almeno il 70%) entro leprime ore pomeridiane.Ad ogni modo, vannosempre evitati digiunisuperiori alle 12 ore

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extracranici, riducendone la dilatazione correlata al dolore. Iltipo di triptano e la sua modalità di somministrazione dipenderàdalla preferenza di ciascun paziente e dalla presenza o menodi sintomi associati, quali nausea e/o vomito, che ne limiterannol’assunzione per via orale.E’ bene ricordare che l’inefficacia di un triptano non pregiudical’efficacia di un altro.Di seconda scelta sono gli antiinfiammatori non steroidei(FANS), che possono essere assunti anche più tardivamentenel corso dell’attacco, ma che prediligono, a causa della lorogastro-tossicità, una somministrazione rettale o parenterale.Non v’è necessità alcuna a usare per un singolo attaccoemicranico, anche severo (a meno che non duri oltre le 72ore, escluse quelle di sonno) farmaci steroidei, tranquillantio miorilassanti.Quando le crisi dolorose diventano più intense e più frequenti,tanto da determinare una invalidità significativa del pazienteper almeno 4 giorni al mese, è buona norma iniziare unaterapia di profilassi.I farmaci della profilassi antiemicranica appartengono acategorie farmacologiche anche molto differenti: si va daibetabloccanti agli antiepilettici, passando per antistaminici,vasocostrittori e vasodilatatori. Ciò che li accomuna, tuttavia,è l’effetto inibitorio sull’eccitabilità cerebrale, che sembracostituire il primum movens della malattia emicranica.Una volta scelto il farmaco da utilizzare, questo va continuatoper un tempo non inferiore ai sei mesi e la sua inefficacia nonnecessariamente ne comporta la sospensione, ma perlopiùne suggerisce l’associazione con altri farmaci di profilassi.Scegliere quale farmaco utilizzare è un’alchimia propria delmedico competente ed esperto, che non sarà guidato solodalla tipologia emicranica, ma anche, e talora soprattutto,dalla coesistenza di condizioni patologiche apparentementeindipendenti dal disturbo emicranico (ipertensione, obesità,asma, allergie, disturbi intestinali, disordini del comportamentoalimentare, ansia, depressione, vertigini, epilessia, etc.).Non vanno dimenticate le due terapie non farmacologichedell’emicrania che hanno recentemente ricevuto unadimostrazione inoppugnabile di efficacia pari e talora superiorea quelle farmacologiche, l’agopuntura e il biofeedback,entrambe tuttavia limitate dalla scarsa diffusione territorialee dalla limitata formazione degli operatori in questo specificocampo.Nulla sarà pertanto possibile nella cura dell’emicrania senzadue regole fondamentali: uno stile di vita sano e un buonrapporto medico-paziente.

Argomento delprossimo numero

Cefaleee invecchiamento

Quandole crisi

dolorosediventano più

intensee più

frequenti,tanto da

determinareuna invalidità

significativadel paziente

per almeno 4giorni

al mese,è buona

normainiziare

una terapia diprofilassi

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ottica russoocchiali lenti a contatto

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Rinite allergicain età pediatricaadolescenziale

di PIERO POLCINO

Parte II

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RINITE STAGIONALEVerso gli 8-9 anni di età (raramente prima)aumenta il numero di bambini che presentasintomi da Rinite Allergica, che simanifestano, o soltanto nei mesiprimaverili (Rinite stagionale), oppure chedurante la primavera si sovrappongono aisintomi rinitici già presenti in autunno/inverno.Come ho già evidenziato nel numero scorsodi questa rivista, la rinite allergica stagionale,a differenza di quella perenne, si caratterizzaper l’interessamento contemporaneo diNASO-OCCHI, e non solo di naso.La sintomatologia è così tipica-stereotipata-ricorrente (secrezione limpida naso-ocularecon prurito intenso e crisi continue di starnuti)da non causare alcun dubbio diagnostico.Nella maggioranza dei soggetti, come dicevoprima, l’inizio dei sintomi è intorno agli 8-9anni di età, con peggioramento ad ognisuccessiva primavera fino all'etàadolescenziale (circa 15 anni), per poidiminuire lentamente negli anni, tanto daessere raramente un problema in età anziana.Naturalmente la sintomatologia naso-ocularepuò variare ampiamente:1) da stagione a stagione in rapporto allecondizioni climatiche: se la primavera è moltopiovosa si avrà un minor numero di pollinicircolanti nell’aria (la pioggia li abbatte aterra) e quindi minor reattività clinica;2) nell’ambito della stessa primavera il pollineè più presente nell’aria nelle giornate secchee ventose;

3) in dipendenza dal luogo in cui si vive: viè maggior concentrazione di pollini in pianurache non in collina/montagna, nei piccoli paesiche non nelle grandi città.

RINITE ALLERGICA EPISODICACome la stagionale, è caratterizzata daisintomi naso-oculari, ma i pazienti affetti lipresentano solo episodicamente. Adesempio è tipica dei soggetti allergici al pelodi animali che non hanno l’animale in casa,ma che ogni volta che lo contattano in casadi amici/parenti manifestano crisi naso-oculariimmediate ed esplosive.Nei casi predetti la componente occhi èancora più eclatante con imponente gonfiorepalpebrale e infiammazione congiuntivale(chemosi).Anche il soggetto moderatamente allergicopuò presentare rinite episodica, con sintomimanifesti solo in presenza di grosse quantitàdi allergene (gita in campagna in giornatasecca e ventosa per gli allergici ai pollini,oppure dormire fuori casa su materassivecchi per gli allergici all’acaro).

PREVENZIONE E TERAPIAMi preme sottolineare subito che al riguardodarò indicazioni precise e dettagliate sullemisure da adottare per evitare l’allergene incausa. Darò invece, solo delle indicazioni dimassima sulla terapia farmacologica, in quantoquesta va mirata paziente per paziente, inbase all’importanza dei sintomi presentati.

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La cura della rinite allergica si basa, quindi,su due momenti fondamentali:1) Evitare il contatto con l’allergene incausa (prevenzione)2) Terapia farmacologica

PREVENZIONE

ALLERGIA ALL’ACAROI - Utili ed indispensabili: fodereantiallergiche copri materasso e cuscino.Riducono di molte centinaia di volte la quantitàdi acaro inspirato dando un evidentissimobeneficio clinico.Le uniche fodere che hanno proprietàantiallergiche dimostrate, ossia totaleimpermeabilità agli acari, comfort per ilpaziente essendo morbide e traspiranti,durata superiore ai venti anni, sono quelle inmicrofibra a trama fitta, ossia con pori chenon debbono avere un diametro superiore a10 millimicron.In Italia, in commercio, vene è un solo tipo cherisponde a questecaratteristiche, tutte lealtre (in tessuto-nontessuto o di altromateriale) hanno unmodestissimo effetto dibarriera antiacaro equindi, in pratica,modestissima efficaciaclinica.Con questo tipo di foderel’acaro, come ben si puòcomprendere, non può piùuscire dal materasso-cuscino per nutrirsi delle squamette dellanostra pelle e quindi essere respirato-inspiratodal soggetto allergico.Da tenere inoltre ben presente che l’uso diqueste fodere, libera dalla schiavitù dieliminare dalla stanza da letto tappeti, tende,etc, perché l’acaro non potendo uscire piùdal materasso-cuscino non andrà adepositarsi sopra di essi (Journal of Allergy

and Clinical Immunology 2007).

II - Abbastanza utili: apparecchiaspirapolvere.Vanno usati una volta a settimana speciesui divani, ma debbono essere quelli dotatidi filtro HEPA, i comuni aspirapolvere consacchetto di carta e non muniti di filtro sonoaddirittura controproducenti: i pori deisacchetti sono così grandi da far fuoriuscirequalsiasi allergene aumentandone quindila concentrazione nell’aria inspirata dalsoggetto allergico. In alternativa ad essi,meglio usare gli stracci umidi per eliminarela polvere.

III - Inutili: acaricidi (sostanze chimicheche ucciderebbero l’acaro).Nessuno studio scientifico ne ha maidimostrato l’efficacia, tra l’altro una voltamesse su materasso e cuscino le fodereantiallergiche, risulta del tutto inutile l’uso

dell’acaricida.Personalmente non liconsiglio mai.

IV - Assolutamenteinsufficienti allo scopo:materassi di lattice o dialtro tipo spacciati dallapubblicità comeantiallergici.I materassi in lattice,dopo poche settimane diuso contengono acari da4 a 8 volte in più diqualsiasi altro materasso(sic!). Tra l’altro il

soggetto allergico potenzialmente potrebbeallergizzarsi al lattice stesso (Journal ofAllergy 2005).

V - Utile: lavare coperte e lenzuola ogni4-6 settimane a temperatura superiore a60 gradi. A tale temperatura gli acarieventualmente residuati nelle stesse vengonouccisi.

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ALLERGIA AL PELODEGLI ANIMALIPurtroppo, a mio avviso,l’unica misura efficace ènon avere l’animale incasa, nel contempo mipiace sottolineare che glianimali che vivono fuoricasa non causanoproblemi di rilievo epossono esseremantenuti.Nel caso specifico di allergie al pelo di gattoè utile coprire il materasso-cuscino con lefodere antiallergiche in quanto il pelo delgatto viene introdotto nella casa del soggettoallergico perché presente sui vestiti di amici-parenti che posseggono l’animale ed il pelopuò incastrarsi sulle fibre esterne delmaterasso-cuscino.

ALLERGIA AI POLLINIRitengo opportuno durante la primavera:1) evitare il più possIbile gite in campagnanelle giornate primaverilI secche e ventosee quindi a più forte concentrazione pollinicanell’aria respirata;2) tenere porte e finestre chiuse nelle oredella giornata più ricche di polliniaereodispersi (metà mattinata e metàpomeriggio);3) evitare di usare frequentemente bicicletteo motorini;4) evitare di viaggiare in macchina a finestriniaperti: utile far montare sulla stessa gliappositi filtri antipolline;5) evitare luoghi in cui nellagiornata è stata tagliatal’erba di recente e quindimessa in circolazionequantità rilevante di pollini;6) praticare lavaggio deicapelli ogni sera: i pollinidurante il giorno sidepositano sui capellivenendo poi respiratidurante la notte.

ALLERGIEALLE MUFFE1) Bonificare gli ambientidomestici con sostanzeantimuffe (va già benelavare “le macchie” con lacomune candeggina);2) diminuire nettamente lepiante di appartamento;3) deumidificare gliambienti.

TERAPIA FARMACOLOGICA

RINITE ALLERGICA PERENNEIl naso chiuso è causato da infiammazione-ostruzione per cui, a mio giudizio, la terapiamigliore è costituita dai cortisonici sprayintranasali. Quelli di ultima generazionehanno bassissima biodisponibilità (ne arrivapoco nel sangue) per cui possono essereusati per periodi prolungati senza avereimportanti effetti collaterali.Discretamente utili, mai in mono terapia,gli antistaminici perché agiscono poco sullacomponente infiammazione-ostruzione maprevalentemente sulla componentesecretoria (starnuti, prurito e rinorrea), assaipoco presente nella rinite perenne.

RINITE ALLERGICA STAGIONALEGli antistaminici di terza e quartagenerazione sono in questo caso i farmacidi prima scelta. Vanno iniziati appena si

manifestano i primisintomi della rinite.Tengo ad evidenziare chegiudico poco efficace enello stesso temposcorretto quando vedoprescriverli solo albisogno per periodibrevissimi e non inmaniera continuativaessendo, tra l’altro, prividi effetti collaterali così

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come riportato in tutte le linee guidainternazionali.Due parole su una categoria di farmaciattualmente molto di moda nella penna ditanti allergologi e che personalmente nonprescrivo mai:gli antileucotrieni.I lavori apparsi negli ultimi anni nellaletteratura internazionale, e mi riferisco aquelli non sovvenzionati dalle aziendefarmaucetiche produttrici dei farmacisuddetti, ci dicono che forse funzionanoma sicuramente in misura assai limitata,ad esempio apportano un miglioramentodel 5% del nasal score, che tradotto inparole povere significa che il soggettoallergico che in assenza di qualsiasi terapiafa 100 starnuti al giorno prendendo questifarmaci ne fa 95. Il gioco vale la candela?Per finire accennerò brevemente aicosiddetti vaccini anti allergici dellinguaggio popolare (immunoterapia), chedebbono essere somministrati per almeno3-5 anni, con notevole esborso economico.Negli ultimi anni se ne è molto

ridimensionato l’uso non tanto perché nondiano un seppur modesto beneficio clinico,ma quanto perché questo beneficioscompare del tutto a breve distanza (1-2 anni per l’acaro, 2-3 anni per i pollini,come segnalato ormai da svariati studiscientifici). Il gioco vale la candela?Tra l’altro l’associazione delle misure diprevenzione con le giuste terapie bencondotte e mirate su ogni singolo paziente(durata, dosaggi e oculata strategia diassociazione) hanno in pratica escluso ilbisogno di ricorrere alla immunoterapia senon per casi particolari e quindi assairaramente.

Augurandomi che l’impostazioneeminentemente pratica data a questo mioarticolo sulla rinite allergica sia di facilefluibilità per tutti (medici e non medici)concludo dicendo che la prevenzione e laterapia attuate in età pediatrica-adolescenziale possono essere trasportatequasi integralmente anche in età adulta.

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Il Diabete Mellito (DM) comprende ungruppo di disturbi metabolici accomunatidal fatto di presentare una persistenteinstabilità del livello glicemico del sanguenel senso di persistenti condizioni diiperglicemia.Con il termineiperglicemia siintende unaumento oltre ivalori normalidella glicemia,cioè dellaquantità diglucosio(zucchero) nelsangue. Incondizioninormali il glucosio è il principalecombustibile utilizzato dall’organismo perla produzione di energia e la suautilizzazione avviene per opera di unormone prodotto dal pancreas: l’insulina.(Fig. 1 e 2 tratte da “Libretto guidaper il paziente diabetico” a curadel dott. C. Rinaldi e del dott. L.Pilla).Il diabete mellito viene chiamatocosì dagli antichi greci per lapresenza di urine dolci. Il terminediabete fu coniato nel I secolo D.C.(in greco antico la paroladiabainein significaletteralmente “sifoneattraverso il qualepassa l’acqua datal’eccessivaproduzione di urina).

Nel Medioevo la parola fu “latinizzata” indiabètés. Il suffisso mellito (dal latino mel:miele, dolce) è stato aggiunto per il fattoche il sangue e le urine dei pazientidiabetici avevano un sapore dolce,

caratteristicaperaltroconosciuta dalungo tempo daiGreci, Cinesi,Egiziani eIndiani. Nel1776 fuconfermato cheil sapore dolceera dovuto a uneccesso diqualche tipo di

zucchero nelle urine e nel sangue dellepersone affette da DM.La sua reale patogenesi è rimastacompletamente oscura fino al XX secolo.La scoperta del ruolo del pancreas nelDM è da ascriversi a ricercatori europei

che nel 1889 osservarono che nelcane privato sperimentalmente delpancreas prima della morteinsorgevano i segni e i sintomi delDM. Nel 1921 fu fatto un ulteriorepasso avanti da parte di due studiosi

(Banting e Best) rispetto agli studiprecedenti, cambiando la

storia della medicina esalvando la vita a

milioni di persone: fuscoperto che lacondizione di DMnel cane privato

49PAGINA

di CARLO RINALDI

Diabete mellito

FIGURA 1

SEGUE A PAG 50

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del pancreas poteva essere risoltasomministrando insulina estrattadalle isole di Langerhans(presenti nel pancreas) diun cane sano.Il primo paziente fu trattatoda loro e dal loro staff nel 1921 e nel 1923 Bantinge Best ricevettero il PremioNobel per la Medicina.Nel 1999 l’OrganizzazioneMondiale della Sanità haproposto, in un report, ladefinizione del Diabetemellito: “Il diabete mellitoè una sindrome cronicadovuta a carenzaassoluta o relativa diinsulina, associata agradi variabili diresistenza all’azionedell’insulina stessa da parte dei tessutiperiferici, e caratterizzata da alterazionidel metabolismoglucidico, lipidico eproteico” ed haproposto laclassificazioneseguente: DM ditipo 1 e di tipo 2.Diabete Mellito ditipo 1 hapatogenesiimmunitaria: fattorigenetici sonocorrelati, mal’insorgenza ha unavariazionestagionale e puòseguire, tra l’altro,il morbillo, l’epatiteo le infezioni dacoxackie virus.Diabete Mellito ditipo 2 ha patogenesi non immunitaria. Ècorrelato alla presenza di geni in prossimità

del sito HLA sul cromosoma 6. È dettoanche non chetosico. Ha basi genetichepiù salde del tipo 1.Diabete Mellito secondario ad altre

patologie: endocrinopatie; indotto dafarmaci; patologie genetiche;infezioni.

Diabete Mellito Gestazionale(DMG): nel 2-5% dellegravidanze capita che lamadre sviluppi unacondizione di DM, tale

evento risulta esseredel tutto transitorio efacilmente trattabile,

tuttavia può causare deiproblemi per il neonato e

per la madre.L’incidenza e la prevalenza

del DM sono in progressivoaumento in tutto il mondo: l’OMS ritiene

che nel 2025 ci saranno circa 300 milionidi pazienti diabetici, con una crescita che

riguarderàsoprattutto i paesiin via di sviluppo.L’Italia non faeccezione. Ilnumero dei pazientidiabetici nel nostroPaese nei prossimi20 anni è destinatoad aumentare dicirca il 50%: circa1,5 milioni nel 1995,circa 2 milioni nel2000 e circa 3milioni nel 2025.Gli elevati valori diprevalenza edincidenza del DMnella popolazioneitaliana e mondiale,riportati in tabella,

ci obbligano a parlare di vera e propria“EPIDEMIA DIABETICA”.

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FIGURA 2

SEGUE A PAG 52

PREVALENZA DEL DIABETE MELLITO NELLE VARIE REGIONI ITALIANE

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Criteri diagnostici del Diabete MellitoPer fare diagnosi di DM sono necessari i seguenti criteri(Diabetes Care 2005, 28: S37-S42):• Sintomi classici [poliuria (aumento della quantità di urine),polidipsia (aumento della sete), stanchezza e facileaffaticabilità, riduzione del peso corporeo…] + unoccasionale valore di glicemia ≥ di 200 mg/dloppure• Glicemia a digiuno ≥ 126 mg/dl* (da confermare in unasuccessiva occasione)oppure• Glicemia alla 2a ora del test orale di tolleranza al glucosioeffettuato con 75 gr di glucosio (OGTT) ≥ 200 mg/dl* *valori su plasma venosoSi intende per OGTT (Oral Glucose Tolerance Test) o curva dacarico orale di glucosio un test clinico che viene utilizzato percontrollare se nel paziente il metabolismo del glucosio è normale.

Criteri diagnostici per il Diabete GestazionaleDiabetes Care 2005, 28: S37-S42• Sintomi classici (poliuria, polidipsia, astenia, calo ponderale…)+ un occasionale valore di glicemia > di 200 mg/dl oppure• Glicemia a digiuno > 126 mg/dl* oppure• Presenza di due o più delle seguenti alterazioni al testorale di tolleranza glucidica (OGTT) effettuato con 100 gdi glucosio*: - Glicemia basale ≥ 95 mg/dl - Glicemia alla 1a ora ≥ 180 mg/dl - Glicemia alla 2a ora ≥ 155 mg/dl - Glicemia alla 3a ora ≥ 140 mg/dl *valori su plasma venosoEsistono anche condizioni in cui le glicemie non sonodiagnostiche per la presenza di diabete, ma neanchepossono essere considerate normali.In base alla glicemia a digiuno e/o ai risultati dell’OGTT sipossono individuare i pazienti con alterata glicemia a digiunoo con ridotta tolleranza glucidica, rispettivamente:Glicemia a digiuno< 110 mg/dl: valore normale≥ 110 e < 126 mg/dl alterata glicemia a digiuno≥ 126 mg/dl diabeteGlicemia alla 2a ora dell’OGTT< 140 mg/dl valore normale≥ 140 e < 200 mg/dl alterata tolleranza glucidica≥ 200 mg/dl diabete

L’incidenza ela prevalenza

del DiabeteMellito sono

in progressivoaumento in

tutto ilmondo:

l’OMS ritieneche nel 2025

ci sarannocirca 300milioni di

pazientidiabetici, conuna crescita

cheriguarderà

soprattutto ipaesi in via di

sviluppo

Nel prossimo numeroaffronteremo lecomplicanze alle qualipossono andare incontroi pazienti affetti da questapatologia.

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La mobilità stradale causa 100 volte piùdecessi di tutti gli altri mezzi di trasporto messiinsieme (treni, aerei, navi e mezzi pubblici):ogni anno in tutto il mondo sulle stradeperdono la vita circa 1.200.000 persone,45.000 in Europa e oltre 5.000 in Italia.Sono cifre da capogiro, che riflettono la realtàdi un problema sociale e sanitario impossibileda ignorare, e se si considera che oggi lamortalità stradale:• è la prima causa di morte traumatica;• è la prima causa di morte in assoluto per lafascia di età sotto i 40 anni;• solo negli ultimi tre anni sono morte più di16.000 persone (oltre 15 al giorno di media);è facile comprendere perché la sicurezzastradale sia attualmente considerata unadelle maggiori emergenze nazionali alivello socio-sanitario.Particolare attenzione merita ilproblema della guida sottol’effetto di alcol e di sostanzestupefacenti, un tema, questo,di assoluto rilievo per lasicurezza della circolazionestradale.Nel 2007 in Italia si sonoverificati circa 230.000incidenti stradali chehanno provocato 5.131morti e 325.000 feriti:secondo quantostimato

dall’Istituto Superiore di Sanità, almeno il 30%di questi incidenti è stato causato dall’uso dialcol e/o di sostanze stupefacenti.La guida sotto l’influenza dell’alcol, disciplinatadall’art. 186 del Codice della Strada,rappresenta attualmente nel nostro Paese ilmaggior fattore di rischio per incidente stradalegrave o mortale (anche in considerazione delfatto che l’alcol interagisce con altre sostanzepsicoattive, tra cui le droghe).La norma prevede il tasso alcolemico di zerogrammi/litro per i conducenti con meno di 21anni, per chi ha conseguito la patente dameno di tre anni e per tutti guidatoriprofessionali (tassisti, camionisti, ecc.),compresi quelli che si mettono al volante diveicoli per i quali sono richieste le patenti di

categoria C, D ed E, ovvero certificati diabilitazione professionale (CAP,

CQC, eccetera).Pene severissime sono poipreviste per chi viene trovatoalla guida in stato di ebbrezza(con tasso superiore a 1,5 g/l)o sotto l’effetto di stupefacentie causa un incidente mortale:si rischierà la reclusione finoa 15 anni (previsione, in realtà,già esistente nel Codice

Penale). Discorso a partemeritano le droghe, per lequali, purtroppo, è previstosolo un inasprimento

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Sicurezzastradale

Quando è minacciata da droga e alcol…di DALILA BEATRICE

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delle sanzioni: questo perché ad oggi, mentrele problematiche relative all’uso di bevandealcoliche alla guida costituiscono un problemaabbastanza noto al grande pubblico, quellerelative all’uso di sostanze stupefacenti sonoancora piuttosto sottostimate, nonostante ilfenomeno sia in continua espansione.Una criticità, questa, facilmente riscontrabileanche nella città diBenevento, come sievince dalla fig. 1, incui è riportato unoschema con i datirelativi alle infrazionie agli incidenti stradalirilevati negli anni2008 e 2009, e quellirelativi alle attività dicontrasto dellecosiddette stragi delsabato sera effettuatenei fine settimana dientrambi gli anni (datiforniti dalla PoliziaStradale diBenevento).Focalizzandol’attenzione propriosui weekend, dalloschema si evince chenel 2008, su 797conducenti controllatiil 13,80% è risultatopositivo all’alcol e unsolo conducente èstato denunciato perguida sotto effetto di sostanze stupefacenti,mentre nel 2009 su 643 conducenti controllati,51 sono risultati positivi all’alcol (il 7,93%),ma nessuno è stato denunciato per droga.Questi dati confermano chiaramente la criticitàdi cui sopra e cioè che il controllo della drogasu strada è ancora piuttosto difficile da gestire,non solo per la complessa e onerosa

applicazione dell’art. 187 del Codice dellaStrada (che prevede che l’utente siaaccompagnato presso una struttura sanitariadel SSN per la certificazione medica dellostato di alterazione psico-fisica da uso disostanze psicoattive), ma anche per lamancanza sul mercato di uno strumento“omologato” che possa certificare direttamente

su strada l’infrazionealla norma, ovvero laguida sotto l’effetto disostanzestupefacenti, comeinvece avviene per ilcontrollo dell’alcol,per il quale si disponedell’ausilio distrumenti ad hoccome il precursore ol’etilometroomologato.Per contrastare l’usoe l’abuso di droga ealcol è dunque piùche mai fondamentaleuna forte e costanteazione diinformazione degliutenti, non soltantoper una meraquestione disalvaguardia dellasalute, ma per idevastanti effetti chequeste due sostanzehanno sulla guida:

non è errato affermare che la droga e l’alcolpossono trasformare un normale guidatore inun potenziale assassino!Prevenire tutto questo è possibile, individuandoidonee soluzioni nello sviluppo di una solidae radicata educazione civica e morale deicittadini, nonché in una specifica cultura dellasicurezza stradale.

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INCIDENTI STRADALI RILEVATI 194 276INCIDENTI MORTALI 7 9PERSONE DECEDUTE 7 11INCIDENTI CON LESIONI 91 113PERSONE FERITE 174 201

PATTUGLIE DI VIGILANZA EFFETTUATE 795 1.121INFRAZIONI CONTESTATE 32.786 34.073PATENTI RITIRATE 289 273VEICOLI SEQUESTRATI 97 76 VEICOLI SEQUESTRATI PER GUIDA IN STATO DI EBREZZA 7 12 VEICOLI SEQUESTRATI PER GUIDA SOTTO EFFETTO DI DROGA - 2

DATI RELATIVI ALLE INFRAZIONIE AGLI INCIDENTI STRADALI RILEVATI

ANNO2008

ANNO2009

MORTI

FERITI

ATTIVITA’ DI CONTRASTO DELLE “STRAGI DELSABATO SERA” EFFETTUATE NEI FINE SETTIMANA

ANNO2008

ANNO2009

PATTUGLIE DI VIGILANZA EFFETTUATE 165 49CONDUCENTI CONTROLLATI 797 643 CONDUCENTI UOMINI CONTROLLATI 680 528 CONDUCENTI DONNE CONTROLLATE 117 115CONDUCENTI RISULTATI POSITIVI ALL’ALCOL 110 51 CONDUCENTI UOMINI RISULTATI POSITIVI 98 45 CONDUCENTI DONNE RISULTATE POSITIVE 12 6CONDUCENTI DENUNCIATI PER GUIDASOTTO EFFETTO DI DROGA 1 - CONDUCENTI UOMINI DENUNCIATI 1 - CONDUCENTI DONNE DENUNCIATE - -

fig. 1 - Dati forniti dalla Polizia di Stato - Sezione Polizia Stradale di Benevento

Un ringraziamento speciale va al dott. Giovanni Frusciante, sostituto commissario della Polizia di Stato -Sezione Polizia Stradale di Benevento, per aver fornito i dati riportati nello schema di fig. 1, e al Ministero

dell’Interno - Dipartimento della Pubblica Sicurezza, per averne autorizzato la pubblicazione.

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Chiediamoloal medicodi famigliaPR

EVEN

ZIO

NE

a cura di PASQUALE GRIMALDI

Gentile dottore, ho conosciuto questa rivistagrazie a mia moglie che è una sua accanitalettrice (prenota il vostro giornale in farmacia).Ho 48 anni e non ho, per il momento, problemidi salute. Leggendovi ho notato che puntatemolto sulla prevenzione, e a proposito di ciò,mia moglie mi accusa di non fare mai le analisidel sangue. Le chiedo, dunque, un suoautorevole parere: quando è opportunoeseguire gli esami del sangue? E, puntandosempre alla prevenzione, quali?La ringrazio e le auguro buon lavoro.Teodoro, BeneventoCortese sig. Teodoro, mi permetta innanzituttodi ringraziare la sua gentile signora, accanitalettrice di In Salute, il che premia la sceltadell’Editore e ci stimola a proseguire migliorandovieppiù la rivista nell’obbiettivo di rendere unservizio sempre più efficiente e chiaro per i lettori.Venendo alla sua domanda, le dico che non esistesic et sempliciter un tempo ben preciso pereseguire le analisi del sangue in una personacome lei di 48 anni in apparenti buone condizionidi salute, tuttavia sarebbe opportuno che almenouna volta all’anno si sottoponesse ad un controlloematologico della funzionalità epatica, renale,dell’assetto lipidico e glicemico, senza trascuraredi effettuare un esame cardiologico (ECG e visitacardiologia). Tutto questo, capisce bene, ci dicecome stiamo messi al momento, ma la vera

prevenzione spetta a noi stessi attraverso quelloche si definisce “stile di vita”. Sempre più spessooggi si parla di prevenzione, un’arma straordinariaper battere sul tempo e con successo malattiemolto diffuse, soprattutto nel campo vascolare eoncologico e respiratorio. La prevenzione puòessere di due tipi: primaria,in in coloro che nonsono stati mai colpiti dalla malattia, o secondaria,in pazienti già precedentemente colpiti. La veraprevenzione è quella primaria: vuol dire analisidella propria storia personale, dei propri fattori dirischio, della storia dei propri genitori, fratelli esorelle. Si basa soprattutto sull’informazione, sullacapacità di prendere decisioni (come smettere difumare, aumentare l’attività fisica quotidiana,mangiare meno e meglio), sulla costanza dirispettarle, e dà come premio il rimanere sani alungo. La salute va costruita giorno per giorno, apartire dalla più tenera età. Se modificare lo stiledi vita è utile in coloro che sono sani, a maggiorragione è indispensabile per coloro che hannoavuto un incontro ravvicinato con la malattia. Laprevenzione non deve essere considerata uncastigo, una continua rinuncia, è invece qualità estile di vita equilibrato, che deve prevedere qualcheforma di attività fisica quotidiana, un’alimentazionecorretta in termini di qualità e quantità. Stile di vitanon vuol dire ossessione né sacrificio, ma vuoldire occuparsi di sé, fare manutenzione del propriocorpo, in due parole: VOLERSI BENE!

Cosa vuol dire prevenzione?

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In questo numero parleremo della infezione daCHLAMYDIA, che rappresenta la più diffusa,negli adolescenti, delle malattie sessualmentetrasmissibili.E’ causata dal batterio Chlamydia trachomatische è responsabile di una risposta immunitariadistruttiva nei confronti dei tessuti interessatiche, nei casi più gravi, può estendersi dalle tubeal piccolo bacino, causando la cosiddetta“malattia infiammatoria pelvica”, che puòcondurre alla sterilità.Nella donna in circa 3 casi su 4 non dà sintomie spesso è difficile stabilire a posteriori qualedei due membri della coppia possa aver acquisitoper primo l’infezione. Quando i sintomi simanifestano, i più tipici sono le secrezioni vaginaliabbondanti e i dolori addominali, ma perriconoscerla con certezza sono necessarimaggiori approfondimenti come esamimicrobiologici su tamponi delle secrezioni e itest sierologici.Una diagnosi, la più precoce possibile, e unaadeguata terapia a base di antibiotici permettonouna completa guarigione e poiché sono moltofrequenti i casi di reinfezione, è importante che,anche quando uno solo dei partner è affetto, iltrattamento venga effettuato da entrambi imembri della coppia contemporaneamente.Come per tutte le malattie sessualmentetrasmissibili, la migliore e la più sicura forma diprevenzione è rappresentata dall’astensione dairapporti sessuali, in particolare con più partner,e se questo non fosse possibile è indispensabilela protezione con profilattico.

Malattiesessualmentetrasmesse(MST)

a cura di PASQUALE GRIMALDI

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NEUR

OPSIC

HIAT

RIACannabisNon è una droga leggera

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In questo numero vi propongo latestimonianza di un giovane consumatore di“cannabis” (Hashish sotto forma di resina,lattice essiccato o stecca, olio – marijuanasotto forma di foglie, fiori, erba).Lo chiameremo Guglielmo (il nome è difantasia), è un ragazzo seguito da molti annidal SerT di Benevento.Guglielmo è l’esperto di cannabis e spiega,negli incontri con gli studenti cheperiodicamente svolgiamo, che non si trattadi una droga leggera.A questo proposito voglio ricordare che lostato di intossicazione da cannabis è unagrave patologia che altera grandemente lefunzioni psichiche (intelligenza, critica,giudizio, coscienza, tono dell’umore,reattività).Quando pani, palline, “stecche”, vengonosciolte o sbriciolate per essere fumate insiemeal tabacco, le funzioni ideo-affettive e delcomportamento sono dissociate edestremamente disturbate.La cannabis amplifica le capacità percettive,deforma la nostra visione della realtà, provocasensazioni di rilassamento, leggerezza edeuforia o agitazione, angoscia e depressione.Il THC rallenta i riflessi, aumenta la frequenzacardiaca, riduce la salivazione, dilata lapupilla, altera la percezione del tempo e dellospazio, abbassa il livello di attenzione, di

concentrazione, disinibisce il comportamento,incrementa la fame (bulimia chimica), riducela memoria a breve termine, riduce la fertilità(blocca la motilità degli spermatozoi), causaproblemi respiratori, nausea, sonnolenzaipotensione arteriosa e collasso.Il THC favorisce e slatentizza, nellepersone predisposte, disturbi psicotici,fantasie terrificanti, delirii di persecuzione,fobìe ingiustificate, allucinazioni visiveed uditive, pensieri paranoici.Quando poi a causa della progressivatolleranza si deve incrementare la dose esi associano bevande alcoliche o altresostanze, gli schemi cognitivi sonoulterioremente disturbati (sinergismo conpotenziamento).Va detto che le “canne” attualmente incommercio sono ancora più ricche di principioattivo in quanto provengono da piantemodificate geneticamente come le Bul-boa(piante OMG provenienti dalla Bulgaria).Per quanto sovraesposto si comprendefacilmente di come si possono avere reazionipericolose, violente, a corto-circuito.In alcuni casi di marcata disgregazione dell’Io,si sono verificati gesti improvvisi, automatici,irrefrenabili per l’assenza di qualsiasi frenoinibitorio e per l’emersione di strategiecognitive, comportamentali, arcaiche,primitive.

a cura di PIERLUIGI VERGINEO

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Salve, mi chiamo Guglielmo.Dico subito che ho iniziato a fumare cannabis a16 anni. All’inizio tutto andava bene. Lavoravocome operaio a Modena e la mia esistenzatrascorreva serenamente. Aumentaiprogressivamente il consumo di canne sino adarrivare a quindici “spinelli” al giorno.A venti anni sono impazzito. Sentivo vociterrificanti e le ombre assumevamo sembianzemostruose. Avevo paura di uscire di casa inquanto ero convinto che mi volessero uccidere.La gente mi spaventava. Iniziai ad essere violentoin casa con i miei genitori. Il primo ricovero coatto(TSO) in Psichiatria fu svolto a Modena nel 1985.La mia famiglia era preoccupata. La diagnosi didimissione fu di scompenso psicotico acuto.Per diversi anni sono stato molto bravo anascondere la mia tossicodipendenza.Solo quando rientrai a Benevento nel 1993,vivendo a stretto contatto con mio padre (miamadre morì nel 1996), i rapporti familiari sideteriorarono ulteriormente.La mia vita trascorreva sempre chiuso in casa afumare. Il mio genitore non sopportava la miainerzia e il vuoto della mia esistenza. Nonlavoravo, non incontravo ragazze oamici, uscivo solo per recarmi alcentro di salute mentale.Complessivamente avrò subìto unadecina di ricoveri sempre per gravidisturbi psichiatrici. Spesso miopadre, ormai esasperato,chiamava l’ambulanza apretendeva il trattamentosanitario obbligatorio inSPDC.Durante la degenza mirendevo conto che mentregli altri pazienti con l’uso dimedicine e psicofarmacimiglioravano notevolmente, io

restavo sempre uguale. L’ansia, l’irrequietezza,il malessere generalizzato erano fortissimi. Perridurre la tensione interna iniziai a bere alcolici.Nel 2004 mio padre insieme ai miei fratelli, nonriuscendo a tollerare un ubriaco in casa, mi hannoabbandonato. Io, senza soldi, senza alcunsostegno da parte dei servizi sociali del Comune,vivevo come un barbone. Mangiavo alla Caritase continuavo ad ubriacarmi anche per non sentireil freddo.La svolta è avvenuta con l’incontro con i gruppidi auto-mutuo-aiuto del dott. Vergineo.Incontrando giovani come me, sbandati edemarginati, sentendo le loro storie, ho iniziato acapire che avevo dei diritti e che potevo farequalcosa per migliorare le mie condizioniesistenziali. Grazie al dottore sono riuscito adavere un assegno mensile di 250 € per invaliditàcivile. Poi con una parte dei soldi percepiti comearretrati ho versato i contributi volontari INPS eadesso usufruisco dell’assegno INPS (450 €).Sono stato inoltre riconosciuto “personahandicappata” (L.104/92).Voglio dire a tutti cheormai è facilissimo trovare “canne” a Benevento.Si vendono dappertutto (rione Libertà,Capodimonte, Rione ferrovia” a prezzi molto

bassi (da 5 a 10 € la “stecca”). Nonsi può continuare a chiudere gli occhie far finta di non vedere. Bisognaimpegnarsi ma soprattutto spiegare

che si tratta di una sostanzapericolosa. A me ha rovinato

l’esistenza e quella della miafamiglia. Adesso sto benema continuo a vivere solo,in quanto mio padre ed imiei fratelli non hannoancora fiducia nel miocambiamento. Tengoduro. Un giornoritorneranno.

“Le cannemi hanno rovinatol’esistenza”TESTI

MO

NIA

NZA DI UNTO

SSICO

SPECIALE

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Per chi, nato dopo il 1970, dovessepronunciarsi sui programmi riguardanti laprevenzione ed il trattamento della malattiamentale, dovrà far ricorso a un inquadramento,il più possibile obiettivo, di come si è giuntialla situazione attuale.In aiuto giungono recenti pubblicazioni diestremo interesse, benché di diversoorientamento critico e una fiction televisiva,dura e toccante.Nonostante sianotrascorsi più di trentaanni dall’approvazionedella legge 180,conosciuta comelegge Basaglia,riguardante lachiusura dei manicomie l’istituzione deiservizi psichiatrici, lapolemica sulle ragioni che l’hanno ispirata epiù in generale sui temi della Psichiatria edell’Antipsichiatria, non sono cessati eseguitano a suscitare attenzione. Segnaleremoper questo i passaggi storici essenziali chehanno contribuito a formare il clima culturale,che in questi decenni, ha mosso la Psichiatriae definito l’Antipsichiatria. I traumi della GrandeGuerra segnarono una decisiva svolta nellastoria della follia, da quella data si prestò

attenzione all’origine psichica del disturbomentale.Nondimeno all’interno dei manicomi ilpregiudizio lombrosiano, per il quale la genesidel disturbo era legato al dato genetico anzichépsicologico, era lento a modificarsi. I neurologiin quegli anni mantennero infatti una posizioneegemone rispetto agli psichiatri e la riformaGentile, propria del periodo fascista, sancì

questo stato.Bisognava attenderel’epoca democristianaper assistere ad unaprima e timidaapertura verso lapsicoanalisi e verso leforme derivate diterapia psicologica.Il movimento culturaledel sessantotto

produsse poi una radicale critica all’istituzionemanicomiale, spingendosi sino alla “LeggeBasaglia”, che ha la data del 1978.La storia della Psichiatria è dunque costellatada evidenti ritardi, imposti da una pesantetradizione organicista , ma anche daimprovvise accelerazioni. La storia medesimaha presentato poi profonde contraddizioni,una per tutte: mentre la Psichiatria italiana sidistingueva nel mondo per la tecnica

La folliadall’internoPS

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LOG

IA

a cura di ROBERTO PERROTTI

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dell’elettroshock, negli stessi anni, cioè nel1938, le leggi razziali condannavano all’esiliograndi nomi della psichiatria e dellapsicoanalisi, come Levi Bianchini, Weiss,Servadio, Arieti e Musatti. Negli annicinquanta l’avvento poi degli psicofarmacitrasformò il paesaggio manicomiale,creando le condizioni per un progressivoabbandono delle pratiche coercitive. DallaCattolica di Milano, dove, in quel periodo,subentrò a padre Gemelli uno psichiatrad’eccezione come Pier Francesco Galli,s’iniziò a valorizzare la cultura dellapsichiatria e della psicoanalisi.Su tale sfondo si incardinava il movimentodello psichiatra Franco Basaglia, che siproponeva diprivare di ognifunzioneclinical’ospedalepsichiatrico.Prima a Gorizia e poi a Trieste si fecerocrollare le inferriate dei reparti, l’onda delmovimento dell’Antipsichiatria coinvolse

ampi strati dell’opinione pubblica e nel 1978si giunse all’approvazione della Legge 180.Oggi, in un clima culturale molto diverso, cisi interroga sulle sue innovazioni ma anchesui suoi limiti, la chiusura dei manicomi nonè sempre stata supportata da politicheadeguate e da esaustive risposte diassistenza e di cura. Alcuni psichiatri estorici della medicina ritengono inoltre cheil problema vero della Psichiatria sia propriola cultura che discende dall’Antipsichiatria,in particolare dalla sua deriva politica eculturale, dove alle critiche puntuali albiologismo e alle inumane condizionimanicomiali si sarebbero aggiuntispontaneismi romantico-sentimentali e

spuntidemagogici.Sebbene daun quarto disecolo lapolemica

perdura, il tema rimane di elevato interesseed induce a rileggere e a ripensare le ragioniche hanno prodotto il movimento.

PER SAPERNE DI PIU’- Valeria P. Babini, Liberi tutti, Manicomi e psichiatri in Italia, Il Mulino.- Franca Ongaro Basaglia, L’utopia della realtà, Einaudi.- M. Colucci e P. Di Vittorio, Franco Basaglia, Bruno Mondadori.- G.Jervis e G. Corbellini, La razionalità negata, Bollati Boringhieri.

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Il punt di vistadi FAUSTO PEPE

La nostra città e la nostra provincia possono vantare una tradizione editoriale antica e prestigiosa.“In Salute” si inserisce nel solco di questa storia fortunata, e raggiunto il suo primo anno di vitaguarda al futuro con giusto entusiasmo.Nel corso di questi ultimi mesi, l’iniziativa ha riscosso un grande successo, raccogliendoconsensi sia da parte degli addetti ai lavori che dai lettori comuni, tra i quali mi annovero, peraver trattato, in maniera tanto competente quanto accessibile a tutti, i molteplici aspetti legatiall’ambito medico, con uno sguardo attento alle emergenze sociali dei giorni nostri. Uno tra imeriti di questo innovativo progetto editoriale è, infatti, quello di affrontare con grande competenzale tematiche più attuali legate al mondo scientifico, divulgando le conoscenze più recenti,favorendo così la prevenzione prima ancora che la cura: ottenendo per questa via un obiettivodi utilità sociale.Grazie ad un lavoro scrupoloso ed alla scelta sapiente dei temi trattati, i lettorihanno avuto la possibilità di conoscere meglio le eccellenze del nostro territorio, troppo spessooffuscate dalla maggiore risonanza mediatica che viene invece riservata agli episodi di“malasanità” che purtroppo ancora interessano il comparto. Tra le difficoltà che vive il settoredella sanità, va sicuramente annoverata la competizione per le risorse che una provincia piccolacome la nostra si trova ad affrontare nei confronti di centri più grandi ed agevolatinella ripartizione delle risorse, sempre più scarse.Come sindaco di Benevento mi sono sempre impegnato pergarantire un adeguato accesso alle strutture sanitarie eprestazioni che siano erogate nel modo più efficace possibile.Anche per questi motivi ho voluto sempre espormi in primapersona nelle battaglie finalizzate alla tutela della salute deibeneventani: in tutte le sedi istituzionali ho ribadito la necessitàdi operare in piena sinergia per non sprecare tempo e risorsepreziose che possano garantire un futuro migliore al nostroterritorio. A fronte delle tante bad-news che, come detto,occupano le pagine di cronaca, non mancano numeroseeccellenze che caratterizzano il nostro territorio, ma che fannonotizia in piccola percentuale.Già solo i documenti contabili certificano uno stato delleaziende sanitarie che si distanzia non poco dal resto dellaregione Campania. I bilanci, approvati e verificati negli ultimianni, danno ragione ad una gestione tra le più virtuose.Molti reparti dell’Azienda Ospedaliera “Rummo”, strutturadi riferimento per il nostro territorio sono daconsiderarsi, a giusto titolo, realtà all’avanguardia,grazie all’impegno dipersonale altamenteprofessionalizzato e ad un

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management scrupoloso. Più in generale,l’Azienda Sanitaria Locale di Benevento èdivenuta un polo di attrazione, tanto da inciderenotevolmente sulla diminuzione dei viaggi dellasperanza verso altre regioni.Ancora, c’è da segnalare la crescita qualitativadell’offerta proveniente dai centri privati.Al di là degli aspetti professionali, l’umanità e ladisponibilità che da sempre rappresentano alcunidegli elementi caratterizzanti della nostrapopolazione, in un settore come quello dellasanità, si rappresentano come fattori di qualitàapprezzabili almeno al pari di una adeguatadotazione tecnologica.“In Salute”, grazie al suo linguaggio“scientificamente chiaro”, potrà svolgere lafunzione di “megafono” delle nostre eccellenze.Tra le tante vorrei citarne alcune: il ServizioTrasfusionale dell’Azienda Ospedaliera “GaetanoRummo”, che produce ogni anno circa 7000 unitàdi sangue a scopo trasfusionale.Il fabbisogno cresce ogni anno a causadell’aumento di patologie connesse comeinterventi chirurgici complessi, aumento dipatologie ematologiche ed oncologiche neglianziani.Per fronteggiare le esigenze, l’Azienda “Rummo”si è dotata di una Autoemoteca per favorire ledonazioni presso i gruppi donatori decentratirispetto all’ospedale.Sull’Autoemoteca operano gli stessi medici,infermieri, tecnici del Servizio Trasfusionale. Questaorganizzazione, faticosamente attuata, consentedi garantire il livello di sicurezza trasfusionalesull’Autoemoteca allo stesso modo di quellogarantito presso l’ospedale con indubbio vantaggiodel donatore, del ricevente e degli operatori.L’impegno profuso ad incrementare il numero delledonazioni decentralizzando la raccolta è statoaffiancato da un impegno altrettanto importantenel mantenere alto il livello di sicurezzatrasfusionale. Inoltre, di recente si è distinto tra glialtri anche il reparto di Neonatologia, diretto daldott. Gennaro Trezza. Una equipe di trenta medici,lo scorso 10 gennaio è intervenutatempestivamente facendo venire alla luce seigemelli. Un caso raro nel mondo, che in Italia nonsi verificava da molti anni. L’intervento è riuscitosenza complicazioni per la madre e per i nascituri.

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Riconoscimentoper l’unità operativadi urologia

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Riconoscimentoper l’unità operativadi urologiaL’Unità Operativa di Urologia dell’AziendaOspedaliera “Rummo” di Benevento, direttadal dott. Luigi Salzano, ha ottenuto, neigiorni scorsi, un riconoscimento da partedella Federazione Italiana Incontinenti, chel’ha riconosciuta quale Centro diAccredimento per la Prevenzione, Cura eRiabilitazione dell’Incontinenza; ne è statoindividuato anche il responsabile nellapersona del dott. Antonio Quaranta. Questoriconoscimento per la Unità di Urodinamicae Riabilitazione del Pavimento Pelvico, siaggiunge alla elevata qualità delleprestazione specialistiche già offerte dallaDivisione di Urologia.

fonte: ufficio stampa

“Mamma è l’ora della colazione” è unprogetto pilota dell’ASL BN, inerente la primacolazione, realizzato dalle dott.sse E. Palombi,A. Menechella, D. Carlucci, e condotto nellescuole medie di Montefalcone di Valfortore,Vitulano, e G. Pascoli di Benevento, incollaborazione con i rispettivi Comuni.ATTENZIONE MAMME: è importante che ivostri figli comincino la giornata con la primacolazione! Latte, pane, zucchero, frutta edaltro, se preparati con amore, avranno ancheil sapore ed il profumo di mamma!Nel prossimo numero,IN SALUTE dedicherà unospazio a questoimportanteprogetto.

Mammaè l’ora dellacolazione

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AFFINITO P.zza Colonna 0824 47122CONTE Via Croce Rossa 0824 351287DEL GROSSO Via Perasso 0824 315880FATEBENEFRATELLI V.le Principe di Napoli 0824 771453ITALIANO Via Napoli 0824 362002

ER. MANNA P.zza Orsini 0824 21590MANNA M. C.so V. Emanuele 0824 21961MELCHIORRE Via G. Rummo 0824 21969MERCALDO Via Napoli 129 0824 361463MIGNONE C.so Garibaldi 0824 21510PACEVECCHIA Via F.lli Rosselli 0824 315390PASCUCCI Porta Rufina 0824 21474PISANO V.le Mellusi 0824 314872S. DIODATO V.le Mellusi 0824 316217S. SOFIA C.so Garibaldi 0824 24862SAVIANO Via Cocchia 0824 61931

Ordine dei farmacisti della provinciadi Benevento Corso Garibaldi, 255

Tel. 0824 50141

AZIENDA OSPEDALIERAGAETANO RUMMO

Via dell’Angelo, 1 - Benevento

URP 0824 57500Segreteria DirezioneGenerale 0824 57529Direz. San. di Presidio 0824 57753Radiologia (pr. esami) 0824 57247Laboratorio Analisi 0824 57250Accoglienza 0824 57319Fax Direzione Gen. 0824 312439Ufficio RicoveriAccettazione 0824 57622Radioterapia 0824 57700Farmacia 0824 57224Centro Trasfus. (24/24) 0824 57255Centro Trasfus. (Segr. Don.) 0824 57328

Prenotazioni visite ambulatorialilun./ven. 8/18 - sab. 8/13

0824 334026

OSPEDALEFATEBENEFRATELLI

Viale Principe di Napoli14/A - Benevento

Centralino 0824 771111Pronto soccorso 0824 771459Portineria 0824 771473

0824 771474Radiologia 0824 771461Direzione Sanitaria 0824 771441Laboratorio Analisi 0824 771369Segreteria DirezioneSanitaria 0824 771299Ufficio Ricoverie CUP 0824 771457

Prenotazioni telefonicheper Prestazioni Ambulatoriali(ore 9/14) 0824 771456

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• Estetista• Estetista Specializzazione• Massaggiatore• Visagista - Truccatore• Operatore di tatuaggi e pearcing• Manicurista e pedicurista estetico• Acconciatore uomo/donna• Operatore socio-assistenziale• Operatore dell’Infanzia• L.I.S. Lingua dei segni per sordomuti• R.E.C. e R.A.C.• Agente Affari in Mediazione• Sicurezza Lavoro D.L. 626/94• Corsi per Personale Sanitario• E.C.M. Educazione Continua

in Medicina

• Assistente Amm.vo studio medico• Alimentaristi (ex libretto sanitario)• Accademia Trucco

• Tecnico installatore di impiantifotovoltaici ed eolici

• Sommelier• Tecnico del suono• Operatore di ripresa e fotografico• Operatore di erboristeria• Arredatore• Indossatore/Indossatrice• Sarto• Designers di moda-calzature• Mediatore familiare

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