Salute, benessere, qualità della vita

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1 Ambiti di approfondimento e argomenti Ambiti di approfondimento e argomenti di riflessione di riflessione il quadro di riferimento Salute, benessere, qualità di vita Dall’educazione sanitaria all’educazione alla salute Verso una pedagogia del benessere La professionalità educativa degli operatori sanitari il lavoro di cura Vivere la malattia. Gestione della cura e qualità dell’intervento Il counseling nella professione infermieristica le competenze dell’operatore Analisi di comportamenti comunicativi attraverso l’individuazione di “stili di comunicazione” Le competenze relazionali e comunicative degli operatori

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Ambiti di approfondimento e argomenti di riflessioneAmbiti di approfondimento e argomenti di riflessione

il quadro di riferimento

•Salute, benessere, qualità di vita •Dall’educazione sanitaria all’educazione alla salute•Verso una pedagogia del benessere•La professionalità educativa degli operatori sanitari

il lavoro di cura •Vivere la malattia. Gestione della cura e qualità dell’intervento•Il counseling nella professione infermieristica

le competenze dell’operatore•Analisi di comportamenti comunicativi attraverso l’individuazione di “stili di comunicazione” •Le competenze relazionali e comunicative degli operatori

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Salute, benessere, qualità della Salute, benessere, qualità della vitavita

Nel 1948 l’Organizzazione Mondiale della Sanità propone un nuovo concetto di salute come

“stato di completo benessere fisico, mentale e sociale” che supera lo stereotipo tradizionale di salute intesa esclusivamente come assenza di malattia.

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L’aspetto sociale della salute diventa, quindi, assai rilevante avendo la vita relazionale una valenza assai significativa per il benessere complessivo della persona.

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Ne consegue cheNe consegue che

qualsiasi programma di cura o

d’intervento di salvaguardia della salute

deve

prevedere un’attenzione peculiare

alla persona nella sua interezza e ai contesti socio-relazionali e ambientali

in cui si sviluppa la sua esperienza di vita.

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Ciò impone di pensare alla persona,

e perciò alla salute stessa,

in senso olistico

essendo lo stato di benessere determinato da un articolato intreccio di fattori che impongono, indispensabilmente, una

presa in carico complessiva del soggetto.

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lo star bene, non dipende esclusivamente dal corretto funzionamento di un organo o di un apparato ma dalla correlazione di tutti i sistemi che identificano l’uomo

pertantola gestione di un problema di salute va,

quindi, affrontata in un ottica globale prendendo in considerazione le diverse variabili interagenti.

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Si perviene così ad unSi perviene così ad un

concetto ecosistemico di salute

fondato sull’idea che la salute è frutto dell’equilibrio tra molteplici dimensioni (quella fisica, psichica, sociale, ambientale, etc.) che interagiscono tra loro in maniera complessa.

Per questa ragione possiamo parlare di benessere come uno stato complesso perché variamente definibile.

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Esso è infatti:Esso è infatti:

Multicomponenziale

Multidirezionale

Multidimensionale

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Multicomponenziale

in quanto presenta componenti sia fisiche che psichiche (sociali, emozionali, psicologiche, ecc.).

e, pertanto, fa riferimento sia alla valutazione

•biologico-obiettivista delle condizioni fisiche dell’individuo

•sia alla percezione soggettivo-emozionaledello stato di salute del soggetto.

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Multidirezionale

in quanto il bisogno di benessere cambia sia

•in senso verticale, nei diversi “tempi” della vita sia

•in senso orizzontale nei diversi “luoghi” di esistenza del soggetto.

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Multidimensionale

infine, perché la percezione del benessere si trasforma sia

•sincronicamente, in concomitanza ad un episodio particolare in un momento determinato della vitadi individuo, sia

•diacronicamente se il processo di tensione albenessere lo si riconduce ad una fase o un intervallodi tempo più lungo della vita di un soggetto.

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Dall’Dall’educazione sanitaria educazione sanitaria all’all’educazione alla saluteeducazione alla salute

Nell’ottica di una rivisitazione del concetto di salute si tende oggi a ripensare criticamente anche la tradizionale espressione educazione sanitaria

Per educazione sanitaria generalmente si intendeun processo di comunicazione diretto a fornire le

informazioni necessarie per un esame dei problemi della salute

teso a responsabilizzare gli individui ed i gruppi in quelle scelte da cui scaturiscono effetti sulla salute fisica e psichica dei singoli e della collettività.

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Tale definizione fa emergere una assoluta “medicalizzazione” del concetto di salute, nella convinzione che abbia senso parlare di salute solo e quando quest’ultima è minata da uno stato patologico.

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Il limite di tale approccio consiste nel pensare l’intervento esclusivamente in termini di rimedio, di recupero o di ripristino di qualcosa che è andato perso, piuttosto che in termini di prevenzione e/o di investimento educativo per il futuro.

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In realtà, più che di educazione sanitariasembrerebbe corretto parlare di

educazione alla salute

almeno per quattro ragioni prevalenti.

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1. Il termine “educazione alla salute” scardina la falsa

convinzione che i soli a fare educazione sanitaria siano gli operatori sanitari, infermieri, medici, tecnici, ecc.

2. Parlare di “educazione alla salute” significa sottolineare l'azione educativa come capace di operare sul singolo e sulla comunità in relazione ai grandi temi e problemi della salute e dell'ambiente.

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3. L’ “educazione alla salute” riesce a valorizzare meglio non tanto il soggetto che compie l'azione educativa, ma l'obiettivo di tale azione.

4. L’espressione “educazione alla salute” consente di pervenire ad un concetto positivo di salute e non

più negativo in quanto pone l’accento sulla rilevanza delle risorse sociali e personali oltre che sulle

capacità fisiche.

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In altri terminiIn altri termini

il passaggio concettuale dall’

“educazione sanitaria” all’“educazione alla salute”

significa evolvere da una cultura della malattia ad una cultura della salute.

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E’, dunque, preferibile parlare di educazione alla salute, in quanto tale espressione, più aperta, ampia e maggiormente rispettosa delle diverse competenze istituzionali, implica un atto educativo inteso come processo di crescente autoconsapevolezza e partecipazione della popolazione alla tutela della propria salute.

Questa forma di educazione deve essere intesa come un'attività permanente e policentrica della comunità che tende a promuoverne l'autonoma capacità di tutelare il proprio ambiente e la propria salute.

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possiamo allora possiamo allora schematizzare:schematizzare:

gli obiettivi generali dell'educazione alla salute nella promozione della:

• capacità dell'individuo di auto-tutelare la propria salute rispetto ai rischi provenienti dalle sue stesse abitudini personali;

• capacità dell'individuo di auto-tutelare la propria salute rispetto ai rischi provenienti dal suo ambiente di vita e di lavoro;

• capacità del cittadino di ricorrere in modo pertinente e critico ai servizi tecnico-istituzionali.

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Si tratta in tutti e tre i casi di:Si tratta in tutti e tre i casi di:  aumentare la capacità dei membri della comunità di intervenire in modo partecipativo nelle questioni poste dall'educazione alla salute e non solo di conoscere questa o quella nozione relativa al corpo, alle malattie o ai farmaci; · concorrere a quella crescita di potere autotutelativo e democratico che rappresenta lo scopo generale dell'educazione alla salute;

•contribuire alla formazione, anche attraverso adeguati interventi educativi, di comunità e di persone sempre più capaci di intervenire sulla realtà in difesa del mondo in cui vivono.

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Verso una pedagogia del Verso una pedagogia del benessere e della qualità della vitabenessere e della qualità della vita

Più volte è stato sottolineato come

salute e benessere costituiscano

la risultante dell’integrazione fra

i sistemi biologico, psichico,

socio-culturale e ambientale

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il benessere dipende non soltanto dal corretto funzionamento e dalla efficiente gestione dei servizi sanitari, ma soprattutto dagli stili di vita e di lavoro, dal tempo libero, dalla condizione dell’ambiente e dalla salubrità dei contesti.

il concetto di benessere ha assunto una connotazione sempre più psichica, sociale, ambientale; in un epoca in cui l’aspettativa del benessere è divenuta più legittima e, proprio per questo, oggi è possibile analizzare direttamente il benessere senza passare attraverso il suo antagonista e cioè il malessere.

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Ciò determina una positiva

inversione di tendenza

rispetto ad una considerazione dell’

esistenza come “luogo di benessere” e non come “assenza di malessere”.

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Il benessere diventa qualcosa di legittimo, mediante l’esercizio del “diritto a stare bene”; diritto che può essere

tutelatoattraverso interventi

politico-istituzionali (leggi in materia sanitaria, di tutela del lavoro, della famiglia, etc.)

ma ancheconquistato

quanto più i soggetti vengono aiutati a ricorrere alle proprie risorse e a fare leva sulle proprie potenzialità in termini di empowerment, nell’autodeterminare il proprio stato di benessere.

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La convinzione che

“imparare a star bene”

possa essere insegnato

richiama la possibilità di formare operatori di ambito psico-socio-sanitario ed assistenziale e comunque i diversi professionisti che a vario titolo gestiscono relazioni di cura, sostegno, aiuto, programmi di prevenzione.

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La pedagogia del benessere si regge, quindi, sul convincimento che sia possibile

“insegnare a stare meglio e a stare bene”

attraverso azioniche indirizzino i soggetti verso la conquista di

maggiori consapevolezze e capacità di costruire da se stessi il proprio personale

benessere.

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L’ottica privilegiataè naturalmente quella

Educativa

che riguarda processi di comunicazione e orientamento

di persone, gruppi e comunitàtesi a sviluppare la crescita, l’autonomia e

l’emancipazione .

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Tale convincimento risulta presente nella letteratura sul servizio sociale in cui risultano centrali i concetti quali

l’empowerment e il self-help

fondati sull’idea di dare forza ai soggetti facendo “lievitare” in loro quelle potenzialità attraverso le quali facilitare relazioni di mutuo aiuto improntate a migliorare il benessere e la qualità della vita.

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Alla luce di tali considerazioni appare evidente che“insegnare ad imparare a stare bene”

e, di conseguenza,“imparare ad imparare a stare bene”

consiste nel riuscire adinnescare un processo in cui lo “star bene”

può coincidere con il “sentirsi bene”.

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In altre paroleIn altre parole

il benessere obiettivo è sempre più la conseguenza del benessere soggettivo

quando questo risulti costruito attraverso

una più ampia e corretta informazione,

l’adesione a più sani stili di vita,

l’attenzione alla prevenzione di processi patologici associati a fattori ambientali.

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La formazione al benessere deve consistere in una

sensibilizzazione di tutti al benesserebasata sull’idea che

tutti possiamo imparare a star meglioe che salute e benessere

non riguardano solo la quantità dell’investimento di risorse

economiche e strutturali messe in campo dalle istituzioni

ma riguarda soprattutto la qualità dell’impegno dei soggetti nella

soddisfazione dei propri bisogni e desideri.