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Salmo 56:8 — Cosa significa l’espressione “metti le mie lacrime nel tuo otre”? (w09 1/6 29 par. 1; w08 1/10 26 par. 3) Nel libro biblico dei Salmi troviamo molte espressioni incoraggianti di antichi salmisti ebrei, come il re Davide, che descrivono l’affettuoso interessamento di Geova per i suoi servitori. In Salmo 56:8 Davide implora Dio: “Metti le mie lacrime nel tuo otre. Non sono esse nel tuo libro?” Come dimostrano queste parole, Davide sapeva che Geova era al corrente non solo delle sue sofferenze ma anche dell’effetto che avevano sui suoi sentimenti. Geova non ignorava il dolore di Davide né lo stato emotivo che gli aveva fatto versare quelle lacrime. È proprio vero, il nostro Creatore veglia su quelli che si sforzano di fare la sua volontà, “quelli il cui cuore è completo verso di lui”. Un altro passo biblico in cui è descritta l’amorevole cura di Dio è il famoso Salmo 23. Le parole iniziali paragonano Dio a un pastore amorevole: “Geova è il mio Pastore. Non mi mancherà nulla”. Un pastore mediorientale ha cura di ogni sua pecora e dà un nome a ciascuna. Chiama ogni giorno le pecore a sé e le accarezza, controllando se hanno ferite, nel qual caso vi spalma dell’olio o un unguento per accelerare il processo di guarigione. Se la pecora è malata, forse dovrà farle ingoiare a forza qualche medicina, e sorreggerla perché non si accasci e muoia. Di certo una bella immagine di come Geova ha cura di quelli che si rivolgono a lui. Preghiera e risurrezione: prove dell’interesse di Dio Questi e altri bei salmi riportati nella Bibbia non sono semplicemente una lettura Salmo 59:1, 2 — Cosa ci insegna l’esperienza di Davide riguardo alla preghiera? (w08 15/3 14 par. 13) È dunque sufficiente menzionare i nostri problemi a Geova in preghiera? No, ci vuole dell’altro. Dobbiamo agire in armonia con le nostre preghiere. Quando il re Saul mandò degli uomini a casa di Davide per metterlo a morte, questi pregò: “Liberami dai miei nemici, o mio Dio; da quelli che si levano contro di me voglia tu proteggermi. Liberami da quelli che praticano ciò che è nocivo, e salvami dagli uomini colpevoli di sangue”. (Sal. 59:1, 2) Oltre a pregare, Davide ascoltò la moglie e fece i passi necessari per mettersi in salvo. (1 Sam. 19:11, 12) In modo simile, possiamo chiedere saggezza in preghiera per riuscire ad affrontare le situazioni angosciose e forse a migliorarle. Giac. 1:5.

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Page 1: Salmo 56:8 1/10 26 par. 3) - gemmeteocratiche.altervista.org · parole iniziali paragonano Dio a un pastore amorevole: “Geova è il mio Pastore. Non mi mancherà nulla”. Un pastore

Salmo 56:8 — Cosa significa l’espressione “metti le mie lacrime nel tuo otre”? (w09 1/6 29 par. 1; w08 1/10 26 par. 3)

Nel libro biblico dei Salmi troviamo molte espressioni incoraggianti di antichi salmisti ebrei, come il re Davide, che descrivono l’affettuoso interessamento di Geova per i suoi servitori. In Salmo 56:8 Davide implora Dio: “Metti le mie lacrime nel tuo otre. Non sono esse nel tuo libro?” Come dimostrano queste parole, Davide sapeva che Geova era al corrente non solo delle sue sofferenze ma anche dell’effetto

che avevano sui suoi sentimenti. Geova non ignorava il dolore di Davide né lo stato emotivo che gli aveva fatto versare quelle lacrime. È proprio vero, il nostro Creatore veglia su quelli che si sforzano di fare la sua volontà, “quelli il cui cuore è completo verso di lui”.

Un altro passo biblico in cui è descritta l’amorevole cura di Dio è il famoso Salmo 23. Le parole iniziali paragonano Dio a un pastore

amorevole: “Geova è il mio Pastore. Non mi mancherà nulla”. Un pastore mediorientale ha cura di

ogni sua pecora e dà un nome a ciascuna. Chiama ogni giorno le pecore a sé e le accarezza, controllando se hanno ferite, nel qual caso vi spalma dell’olio o un unguento per accelerare il processo di guarigione. Se la pecora è malata, forse dovrà farle ingoiare a forza qualche medicina, e sorreggerla perché non si accasci e muoia. Di certo una bella immagine di come Geova ha cura di quelli che si rivolgono a lui. Preghiera e risurrezione: prove dell’interesse di Dio Questi e altri bei salmi riportati nella Bibbia non sono semplicemente una lettura

Salmo 59:1, 2 — Cosa ci insegna l’esperienza di Davide riguardo alla preghiera? (w08 15/3 14 par. 13)

È dunque sufficiente menzionare i nostri problemi a Geova in

preghiera? No, ci vuole dell’altro. Dobbiamo agire in armonia con le

nostre preghiere. Quando il re Saul mandò degli uomini a casa di

Davide per metterlo a morte, questi pregò: “Liberami dai miei nemici,

o mio Dio; da quelli che si levano contro di me voglia tu proteggermi.

Liberami da quelli che praticano ciò che è nocivo, e salvami dagli

uomini colpevoli di sangue”. (Sal. 59:1, 2) Oltre a pregare, Davide

ascoltò la moglie e fece i passi necessari per mettersi in salvo.

(1 Sam. 19:11, 12) In modo simile, possiamo chiedere saggezza in

preghiera per riuscire ad

affrontare le situazioni

angosciose e forse a

migliorarle. — Giac. 1:5.

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Cosa impariamo su Geova dalla lettura biblica di questa settimana?

Salmo 52:3 Hai amato ciò che è male più di ciò che è bene, La falsità più del parlare con

giustizia. Sela.

Triste a dirsi, però, vari giovani cristiani si sono lasciati contagiare dagli atteggiamenti immorali del

mondo. Forse sostengono di amare ciò che è bene,

ma non odiano ciò che è male; o perlomeno, non lo

odiano abbastanza. (Salmo 97:10) A volte sembra

addirittura che lo amino. Salmo 52:3 lo spiega in

questo modo: “Hai amato ciò che è male più di ciò

che è bene, la falsità più del parlare con giustizia”.

Alcuni giungono persino al punto di rigettare

apertamente la direttiva dell’organizzazione di Geova

su cose come frequentare persone dell’altro sesso,

svago e moralità. Come risultato, spesso recano

biasimo sia su se stessi che sui loro genitori. Inoltre, perdono la loro bellezza agli occhi di Dio. —

2 Pietro 2:21, 22 w89 1/11 12

Salmo 52:8. Ma io sarò come un olivo lussureggiante nella casa di Dio; In effetti confido nell’amorevole benignità di Dio a tempo indefinito, sì, per sempre

Possiamo essere “come un olivo lussureggiante nella casa di Dio”, vicini a Geova e produttivi nel suo servizio, se gli ubbidiamo e accettiamo di buon grado la sua disciplina. — Ebrei 12:5, 6. w06 1/6 11

Salmo 55:22 Getta su Geova stesso il tuo peso, Ed egli stesso ti sosterrà. Non permetterà mai che il giusto vacilli.

Rammentiamo le parole di Davide riportate in Salmo 55:22: “Getta su Geova stesso il tuo peso, ed egli stesso ti sosterrà. Non permetterà mai che il giusto vacilli”. Quando scrisse queste parole, Davide era molto afflitto. (Sal. 55:4) Si ritiene che abbia composto questo salmo quando il figlio Absalom tentava di strappargli il regno. Ahitofel, il consigliere più fidato di Davide, si unì alla cospirazione e Davide dovette fuggire da Gerusalemme per mettersi in salvo. (2 Sam. 15:12-14) Davide continuò a confidare in Dio anche in quelle difficili circostanze e non fu

deluso.

Salmo 57 :6 Hanno preparato una rete per i miei passi; La mia anima si è chinata. Scavarono davanti a me una fossa; Sono caduti in mezzo ad essa. Sela.

Cosa impariamo: I nemici di Davide avevano scavato una fossa dinanzi a lui. (Salmo 57:6)

Questa fossa per intrappolare degli uomini sta a indicare situazioni rischiose o macchinazioni che

mettono in pericolo i servitori di Geova. Gli oppositori del popolo di Dio, però, possono cadere nelle

loro stesse trappole malvage. Perciò, se facciamo affidamento su Geova e ci mostriamo cauti, la

nostra liberazione è certa. — Proverbi 11:21; 26:27. w86 15/10 29-30

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Salmo 59:1 Liberami dai miei nemici, o mio Dio; Da quelli che si levano contro di me voglia

tu proteggermi.

È dunque sufficiente menzionare i nostri problemi a Geova in preghiera?

No, ci vuole dell’altro. Dobbiamo agire in armonia con le nostre preghiere.

Quando il re Saul mandò degli uomini a casa di Davide per metterlo a

morte, questi pregò: “Liberami dai miei nemici, o mio Dio; da quelli che si

levano contro di me voglia tu proteggermi. Liberami da quelli che

praticano ciò che è nocivo, e salvami dagli uomini colpevoli di sangue”.

(Sal. 59:1, 2) Oltre a pregare, Davide ascoltò la moglie e fece i passi

necessari per mettersi in salvo. (1 Sam. 19:11, 12) In modo simile,

possiamo chiedere saggezza in preghiera per riuscire ad affrontare le

situazioni angosciose e forse a migliorarle. — Giac. 1:5.

Salmo 53:1 L’insensato ha detto nel suo cuore: “Non c’è Geova”. Hanno agito rovinosamente e hanno agito detestabilmente nell’ingiustizia; Non c’è chi faccia il bene.

“A nessuno scrittore dell’AT [Scritture Ebraiche] venne mai in mente di dimostrare o trattare l’esistenza di Dio”, dice il dott. James Hastings. (A Dictionary of the Bible) “Non è nella mentalità del mondo antico in generale negare l’esistenza di Dio o ricorrere ad argomentazioni per dimostrarla. Crederci era naturale per la mente umana e comune a tutti gli uomini”. Questo non significa, naturalmente, che tutti gli uomini di quel tempo fossero timorati di Dio. Tutt’altro. Salmo 14:1 e 53:1 menzionano entrambi “l’insensato” o, come traduce la Diodati, “lo stolto”, che ha detto nel suo cuore: “Non c’è Geova”.

Che genere di persona è questo stolto, l’uomo che nega l’esistenza di Dio? Non è intellettualmente ignorante. La parola ebraica navàl indica una carenza morale. Il prof. Samuel R. Driver, nel suo commento ai Salmi, dice che il difetto “non sta nella debolezza della ragione, ma nell’insensibilità morale e religiosa, in un’assoluta mancanza di giudizio, o percezione”. — The Parallel Psalter.

Il salmista continua descrivendo lo sfacelo morale che deriva da tale atteggiamento: “Hanno agito rovinosamente, hanno agito detestabilmente in ciò che hanno fatto. Non c’è chi faccia il bene”. (Salmo 14:1) James Hastings riassume il concetto: “Contando su questa assenza di Dio dal mondo e sull’impunità, gli uomini si corrompono e compiono azioni abominevoli”. Abbracciano apertamente princìpi empi e rigettano l’idea di un Dio personale, al quale non desiderano minimamente render conto. Ma questo modo di pensare è stolto e insensato oggi quanto lo era quando il salmista scrisse tali parole più di 3.000 anni fa.

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Salmo 59 :8 Ma tu stesso, o Geova, riderai di loro; Ti farai beffe di tutte le nazioni.

Geova Dio è descritto nell’atto di ridere con scherno delle nazioni,

delle loro parole vanagloriose che non approdano a nulla e della

confusione derivante dalla loro stolta condotta. (Sl 59:8) Egli

conosce la sua potenza e i suoi propositi, e ride della misera, futile

opposizione fatta a lui e al suo popolo. (Sl 2:1-4) La persona

saggia vorrà senz’altro evitare che Geova rida di lei. (Pr 1:26)

Anche se Geova non prova piacere che i malvagi muoiano (Ez 18:23, 32), non si preoccupa di quello che

tramano contro il suo popolo e ride perché vede il giorno della liberazione dei giusti, in cui le macchinazioni

dei malvagi falliranno e si porrà per sempre fine alla malvagità. — Sl 37:12, 13, 20. it-2 768