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Saggistica Aracne

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Carlo Giuseppe Proietto

La pirografia

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I edizione: aprile

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Dedicato a Mauro Scopece

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Indice

Premessa Capitolo I

La Pirografia –

Capitolo IIInterviste

Capitolo IIIIl pirografo la sua storia

Capitolo IVL’attrezzatura del pirografo

.. Soffieria, – .. Il carburatore, – .. Il porta pun-te, – .. Le punte di platino, – .. La lampada adalcool, – .. La pirografia, .

Capitolo VPrecauzioni nell’uso dell’apparecchio

.. Generalita, – .. La matita, – .. Il disegno geo-metrico, – .. Il disegno a mano libera, – .. Laprospettiva, – .. Il disegno decorativo, – .. Copiareo non copiare?, – .. I colori, – .. Decolorazione dellegno, – .. Doratura, – .. Conservazione dei pen-nelli, – .. Il degrado del legno, – .. Finitura, – .. Patinature, – .. Tinture, – .. I tarli, –.. Altri metodi per ottenere una pirografia, .

Capitolo VIEsercizi da eseguire prima di realizzare una pirografiaperfetta

.. Primo esercizio immagine con i tratti, – .. Se-

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Indice

condo esercizio immagine sfumata, – .. Terzo eser-cizio silhouette, – .. Step–By–Step Mobile Suit, –.. Step–by–Step fiore, .

Capitolo VIIIl legno

.. Classificazione dei legni, – .. Età della pianta, – .. Il legno naturale, – .. Cancellature in pirogra-fia, – .. Il segno pirografato, .

Capitolo VIIILe Textures

Capitolo IXLa piroincisione

.. I vari sistemi di stampa, – .. Stampa originale d’ar-te e riproduzioni, – .. Il pirografo, – .. Le provee la Tiratura, – .. Riporto sulla lastra dell’immagineda incidere, – .. Rifinitura meccanica della lastra, – .. Preparazione dell’inchiostro, – .. Preparazionedella carta, – .. Tecniche di stampa, – .. Provadi stampa, – .. Il torchio, – .. Trattamentodei fogli stampati, – .. La stampa a piu’ colori, –.. Il trasferimento dell’immagine, – .. La xilogra-fia, – .. Legni per la xilografia, – .. Tecnicadel “camaìeu”, – .. Tecnica del “chiaroscuro”, –.. Rimozione dell’inchiostro, – .. Numerazionee firma, .

Capitolo XDisegni

.. Immagini da pirografare realizzate con le tecniche gra-fiche del disegno in bianco e nero di Boris Squarcio., .

Ringraziamenti Bibliografia

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Premessa

Durante il lavoro come stampatore, ho studiato la tecnicadel positivo e negativo e quella della sovrapposizione d’im-magine; attraverso questa esperienza ho avuto modo diapprofondire le mie conoscenze sulla tecnica della pirogra-fia e di sperimentarle attraverso la realizzazione di nuovilavori. Nel libro ho descritto la pirografia e la “piroinci-sione” (tecnica di stampa tramite l’utilizzo del pirografo),integrandola con la descrizione di alcune tecniche e no-zioni elementari generali da me studiate e sperimentate oviste adottare al fine di proporre delle idee che possanoservire a migliorare le attitudini dei principianti. Lo scopodi questo manuale è d’iniziare e aiutare con mezzi sem-plici e facili coloro che volessero, senza guida di maestro,dilettarsi in quest’arte. Chi si avvicina per la prima voltaall’incisione farà bene a fissare come obiettivo immediatonon la creazione di un’opera d’arte, ma la padronanza delmezzo tecnico. Poi dopo ripetute e pazienti prove, tesealla conoscenza delle possibilità offerte dall’incisione, ver-rà naturale esprimersi con il nuovo linguaggio. L’artistariuscendo ad esprimersi con questi mezzi e sfruttandonele illimitate possibilità, non rischierà di divenire un sem-plice riproduttore delle sue opere (già create con altretecniche) ma diverrà incisore capace di esprimersi connuovi linguaggi e creerà delle opere d’arte autonome. Ilmanuale contiene anche in allegato dvd dimostrativo stepby step, questo perché ho deciso di completare un cerchio

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La pirografia

illustrando in maniera pratica l’evoluzione di un’operapirografica. Inizialmente bisogna eseguire degli esercizi inmodo tale da raggiungere la padronanza del mezzo tecni-co. Queste procedure sono state eseguite dai miei allieviper molti anni, confermandone l’efficacia. Raggiunta lapropria autonomia artistica, sarà possibile realizzare un’o-pera pirografica perfetta, utilizzando qualsiasi punta senzamodificare la temperatura e riuscendo a ottenere vari se-gni. Tutto questo gestendo solo la pressione del polso. Ilmio desiderio più grande è stato sempre quello di egua-gliare la pirografia ad una qualsiasi forma d’arte. Oggi lamia pirografia è stata finalmente rappresentata come artecontemporanea e le mie opere sono state esposte in variegallerie d’arte, tra cui New York. In questo manuale hoinserito delle informazioni storiche sulla pirografia rac-colte nel sud Italia nei paesi come San Giovanni Rotondo,Palermo, Panni, Monte Sant’Angelo, intervistando alcuniartigiani sulla tecnica sul legno, stoffa e cuoio. Per me,introdurre questo capitolo, è stato fondamentale per cono-scere ciò che veniva realizzato in passato; questi preziosidocumenti hanno contribuito ad approfondire la docu-mentazione su questa splendida arte. Il libro ha inizio conuna descrizione sulla pirografia raccolta da due manualidel e del . Ricordo il forte desiderio, la mia conti-nua ricerca sulla pirografia acquistando tutti i libri esistentinel mondo dal ai giorni nostri; nei quali ho constatato,a malincuore, un forte limite creativo. Oso sperare che iprincipianti, dietro i suggerimenti dati, possano in brevetempo acquistare una certa pratica nella pirografia e nellapiroincisione, in modo da rendere non solo il lavoro gra-devole, ma da far loro gustare anche quelle soddisfazionimorali che l’arte serba gelosamente per i suoi appassionaticultori.

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Premessa

Figura . Carlo Proietto, Alle spalle, acquerelli, cm. x , .

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Capitolo I

La Pirografia –

Figura ..

La pirografia è il procedimento che consiste nel servirsidel fuoco per disegnare per mezzo di una punta incande-scente su dei materiali diversi, quali il legno, cuoio, osso,avorio, cartone tessuti, ecc... Questo procedimento riguar-da numerose applicazioni artistiche e industriali. Comel’incisione, la pittura, o il disegno, la pirografia ha la suaoriginalità, le sue esigenze, le sue difficoltà e le sue applica-zioni particolari. l’appassionato troverà questo modo di de-

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La pirografia

corare molto interessante e, con l’utilizzo, ne gusterà tuttoil fascino. Sono stati ritrovati degli oggetti, incisi per mezzodel fuoco che dimostrano che l’uomo ha praticato questoprocedimento di decorazione da tempi molto lontani, pro-cedimento rudimentale che consisteva nel far arroventaredegli attizzatoi per applicarli in seguito su degli oggetti dadecorare. La pirografia non è entrata che recentementenell’ambito delle realizzazioni pratiche. Prima dell’inven-zione del termocauterio, fu molto difficile intraprendereun’opera importante, le punte riscaldate su un braciere siraffreddavano molto velocemente. Queste difficoltà sonoscomparse. l’attrezzatura attuale permette all’appassionatoche seguirà i consigli che io indico in questa brochure didecorare senza grandi difficoltà, vari tipi di oggetti. Laconoscenza perfetta del disegno, soprattutto il disegno achina, è indispensabile per approcciare i lavori d’arte de-licati. Il disegno a china possiede delle somiglianze conla pirografia, sia dal punto di vista del risultato ottenutoche dal procedimento. Io consiglio di fare degli studi seridi questi disegni se si vuol produrre delle opere originalie perfettamente eseguite. Lo scopo di questa brochure èprecisamente di permettere all’appassionato debuttante dipraticare l’uso della punta incandescente con successo, perrealizzare degli effetti decorativi molto belli. Basterà se-guire le indicazioni che vi darò più avanti, come supportoper l’esecuzione del lavoro, avere molta cura e pazienza,una grande riflessione e soprattutto gusto. Se l’appassiona-to non sa disegnare, copierà i suoi modelli. Troverà unagrande scelta in commercio e nelle numerose riviste chetrattano lavori artistici. Tutti i materiali combustibili pos-sono essere pirografati si utilizza soprattutto, il legno, ilcuoio e il velluto. Questi materiali si prestano a degli effettidecorativi molto graziosi, tuttavia ognuno possiede delle

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. La Pirografia –

proprietà particolari e deve essere trattato differentemente.Un paesaggio, una figura, donano un risultato eccellente suun legno a grani fini, non conviene pirografarli sul cuoio osul velluto. Bisogna quindi adattare il soggetto al materialesul quale è destinata l’esecuzione. Si deve considerare an-che la forma dell’oggetto, lo spazio da decorare, il pannellodi una porta richiederà un‘ornamentazione trattata più lar-gamente rispetto ad un portagioie. Infine con l’impiegodei colori, basterà pirografare bene i contorni dei disegni,senza abusare dei dettagli. Il cuoio e il velluto sono dei ma-teriali fragili che non possono essere bruciati troppo con lapirografia. Per iniziare, l’appassionato sceglierà dei model-li molto semplici, facili da eseguire, otterrà cosi dei buonirisultati. Intraprenderà dei lavori più complicati quandoavrà familiarizzato con il procedimento. La voglia di pi-rografare è dovuta alla sua facilità di realizzazione e allostesso tempo alla semplicità dei materiali necessari. Que-ste tecniche procureranno all’appassionato un piacevolepassatempo e gli permetterà di fare delle cose molto belle.La pirografia può essere ritenuta un’arte originale o appli-cata, per dilettanti e professionisti. Le incisioni a fuoco e lepirografie di Venezia sono abbastanza conosciute e, per leloro esecuzioni originali, hanno creato un’arte prettamen-te Veneziana. Ritengo queste pirografie, sebbene abbianodelle reminiscenze di intagliatori moreschi o di incastri eintarsi stile persiano o orientale, un’arte originale e nobileper la sapiente stilizzazione di modelli propri o estranei,questi ultimi prettamente rinascimentali. Non potrebbeessere altrimenti poiché la storia dell’arte indica Firenze oVenezia come probabili genitrici di questo bimbo rivolu-zionario, che si chiama rinascimento, e che invase l’Europaculminando in Francia. Le pirografie Francesi moderne so-no nettamente industriali, eseguite su legno, cuoio e tela;

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La pirografia

le ditte francesi provvedevano a vendere un lavoro fatto. Èfacile trovarli in commercio: cornici, piccoli soprammobilie insignificanti sgabelli e strumenti musicali con disegniincisi. Questi ultimi, che invariabilmente sono di fiori, difrutta e a volte di animali, vengono ripetuti per lunghianni. La Germania, nonostante abbia industrializzato digran lunga la pirografia, la utilizza come arte decorativae per l’abbellimento di mobili in stile. In relazione allafabbricazione del materiale da pirogrfare si è collocata trale maggiori del mondo. Le punte di platino tedesche, o lapunta incandescente del pirografo, sono le più appropriateper i lavori sui legni duri o annerimenti profondi. Tra leprime manifestazioni artistiche di questi antichi e meravi-gliosi popoli del nord Africa e dell’Asia meridionale, rap-presentano rilievi eseguiti per mezzo del fuoco in formarudimentaria; però ci mostrano chiaramente l’antichitàsentita per questi artefici primitivi, di esprimere la bellezza.Nel medioevo il disegno a fuoco su legno si utilizzò daifrati per decorare mobilia, pulpiti e absidi nei conventi ecattedrali. In questi paesi americani abbiamo un passatostorico interessante unito con quest’arte. Gli aborigeni, diquesta terra nostra, scolpivano i propri idoli per mezzodel fuoco su legni duri, e quelli dell’America centrale edelle isole Antille sulle imbarcazioni o piroghe scavandogrossi tronchi per mezzo della combustione. Con questiantenati e contando su una grande quantità di materialinazionali che si prestano meravigliosamente per eseguirelavori pirografati dobbiamo coltivare quest’arte che puòessere fonte di ricchezza e divertimento utile.

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Capitolo II

Interviste

Figura ..

M D M

San Giovanni Rotondo

Prima si lavorava con lo “spillo”, noi lo chiamavamo lo“spillo” di ferro, possibilmente temprato. Il pastore andavadal fabbro con un pezzo di ferro morbido: riscaldandolo espegnendolo nell’acqua, in maniera graduale, passandolopoi nell’olio, il ferro diventa accidioso, rigido. Lo si riscal-dava e, quando lo si metteva sul legno, incideva. Se il ferroera morbido, quando si riscaldava, al momento dell’utiliz-zo si piegava. Il pastore andava dal fabbro, si faceva dare

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La pirografia

un pezzo di ferro dal quale ricavava lo “spillo”. Ne avevadi diverse dimensioni. Io ne ho quattro o cinque: uno piùsottile, un altro più grosso, in base a quello che dovevifare. Se dovevi fare un occhio era necessario quello sottile.Adesso con il ferro elettrico è tutto più facile, perché lapunta è tutta d’acciaio e scorre. Io riesco a lavorare unbastone intero e conservare il colore naturale. Tolgo lacorteccia in una certa maniera e resta il colore di fondo.Qualcuno domanda: «Come fai a piegare il bastone? Lometti nel fuoco?». E io rispondo: «Nel fuoco si annerisceil legname.». Se fai la curvatura nel fuoco, si annerisce illegname. La curvatura va fatta nell’acqua bollente. Prima,addirittura, lo facevamo nel siero del latte, ma oggi si puòfare anche nel latte: lo fai bollire e metti dentro il bastone.Il latte è un ottimo fissatore: le sostanze che stanno nellegno, con il grasso del latte, vengono fissate, e così si con-serva la curvatura. Se lo metti sul fuoco si brucia. Io parlodi San Giovanni, anche se conosco molto bene gli artigianidi Monte (Monte Sant’ Angelo). Io facevo l’opera dei pupi;all’età di , anni ho messo su un teatrino di pupi e, percostruire le marionette, per far incidere gli elmi e per altrilavori andavo a Monte. Ci davano anche gli stampini. Ci fa-cevano tutto loro, perché a Monte c’era un vasto mercatoartigianale. A San Giovanni erano quasi tutti pastori. C’eraqualche mastro carraio che costruiva i carretti, e c’erano ifabbri. I fabbri non facevano i lavori in ferro battuto; c’eraqualcuno che li sapeva fare, ma la maggior parte dei fabbrimetteva i ferri ai cavalli. A San Giovanni il % degli abi-tanti erano contadini e pastori. C’erano centinaia di muli,centinaia di cavalli. Questi fabbri tempravano i somaridegli aratri, costruivano gli aratri, le zappe, le scuri: da unpezzo di ferro ricavavano una scure. Il segreto, comunque,era nel dare la durezza a un pezzo di ferro morbido. Noi

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. Interviste

la pirografia la usavamo per fare il volto dei pupi. Oggi cisono i colori, puoi fare il fondo bianco e l’occhio, mentrenoi facevamo tutto a fuoco. Se dovevo fare un tracciatosottile, appena accennato dovevo ricorrere ad un pezzo diferro sottile, altrimenti uno grande mi faceva un segnolargo. In base al lavoro che dovevi fare usavi il ferro sottileo quello più grande. Io le incisioni le faccio con gli scal-pelli, ne ho dodici ma io uso quello con la punta conica. Ilpastore un tempo usava la punta del coltello. Adoperareil coltello mica era facile. La lama era a foglia d’olivo eil manico di corna di capra. Al pastore l’oggetto che nondoveva mai mancare era il coltello perché, se una pecoramangiava dell’erba un po’ più nutriente, eccitante, e siverificavano le botte di sangue, s’ interveniva col coltello.Andavamo subito a guardare gli occhi: c’ era una vena chesi gonfiava e tu con la punta del coltello bucavi e la salvavi.A volte cadevano per terra non appena bucavi, ma poi sirialzavano. Lo stesso avveniva per la capra: si gonfiava epoteva morire. Bisognava bucare in un piccolo spazio trale costole, in un punto rasante l’osso per non bucare ilperitoneo e usciva fuori l’aria. Il ferro quando si dovevausare sul legno bisognava saperlo riscaldare. Se prendi unpezzo di ferro e lo metti nella cenere e nella brace, non sifa subito rosso, ci vuole molto tempo; se lo metti, invece,fra due tizzoni, che fanno fuoco e per non perdere temposotto ci metti una pietra, lo poggi e si fa subito incande-scente. Subito si fa rosso. Il mandorlo quando si accendehai l’impressione che ci sia un mantice ad alimentare ilfuoco. Noi usavamo il mandorlo, il mandorlo e l’olivo.Sappiamo che il mandorlo contiene l’olio, infatti si fa l’oliodi mandorla l’olivo contiene anche l’olio, infatti si fa l’oliod’oliva. Il legno, quindi, contiene una parte di grasso chebrucia. Quando li metti sul fuoco bruciano vivacemente

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La pirografia

e tu hai l’impressione che ci sia un mantice, poiché vedile fiamme che escono. Allora metti il ferro sulla pietra edopo un po’ vedi che si fa rosso. A quel punto lo togli ene metti un altro. Con i carboni è la stessa cosa. Metti duecarboni in posizione verticale e metti il ferro. Noi, quandofacevamo questi lavori di pirografia, usavamo il mandorloe l’olivo. Nella nostra zona è risaputo che si usano questilegni, in Alto Adige non so cosa si usa. Usavamo l’olivastro.C’è differenza fra il legno d’olivo e quello dell’olivastro.

Figura .. Carlo Proietto, disegno di Romeo Proietto, s.t., acquerelli,cm. x , .