SAGGI E STRUMENTI DI TEOLOGIA PASTORALE · Parole silenziose 254. L’incoerenza onesta ... ma che...

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THEOPRAXIS SAGGI E STRUMENTI DI TEOLOGIA PASTORALE

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THEOPRAXIS

SAGGI E STRUMENTI DI TEOLOGIA PASTORALE

THEOPRAXIS

SAGGI E STRUMENTI DI TEOLOGIA PASTORALE

Pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non perforza ma volentieri secondo Dio.

Pietro ,

La pastorale della Chiesa ha come scopo primario quellodi far pulsare il cuore di Dio nella storia dei nostri giorni.Al centro della sua attenzione c’è l’uomo concreto, coni suoi slanci e le sue fragilità. La sua regola è non avereregole se non quelle imposte dal cuore di Cristo. Conquesta convinzione, la collana raccoglie studi e strumentidi utilità pastorale, saggi e sussidi che a vario titolo possonoaccompagnare la riflessione e la vita del popolo di Dio sulleorme di Cristo, pastore buono del gregge di Dio.

Gaetano Zaralli

Anime nude

Ora vi racconto

Prefazione diFlavia Venditti

Aracne editrice

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Copyright © MMXVIIGioacchino Onorati editore S.r.l. – unipersonale

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via Sotto le mura, Canterano (RM)

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I edizione: febbraio

Indice

Prefazionedi Flavia Venditti

. Padre, lei crede in Dio?

. Anche alle donne il sacerdozio!

. Parole silenziose

. L’incoerenza onesta

. Le “sette” cattoliche

. L’amore in quattro figurine

. La madrina col cappellino

. Aveva solo anni

. L’amore io lo vedo

. Dolore di madre

. Era una sera di inizio estate

. Oggi c’è il sole

. Madre e figlio, una sola cosa

Indice

. Una realtà scomoda

. Un sacrilegio evitato

. Io che non credo

. Ascoltare più che predicare

. L’amore che muore

. Il cancro senza vergogna

. Le pasticche blu

. Elisa

. L’arte del condizionale

. Gocce d’attesa

. Il sesto comandamento

. Bisogno di carezze

. Andate controcorrente!

. La sacra famiglia

. Ti amo. . . sulla sabbia

. Il flauto di canna

. Raccomandato

. Fascette di metallo

. Che fatica essere “creature”

Indice

. La fabbrica degli atei

. Il rito nuziale

. Atti impuri alla nutella

. Parola scritta. . . parola incarnata

. E le donne cantano la fede

. Il Papa è solo

. Aprire le menti

. Dio avrà pietà di me?

. Il giaciglio rudimentale

. Il seminarista benedice il prete

. La sincerità come il buon vino

. Quando la messa è maestra

. Dio non sa rispondere

. Già, la messa!

. Circostanze mutevoli

. Illudere. . .

. Spezzare il pane

. Sono atea

. Profumo di cucina

Indice

. I cattolici che vergini non sono

. Padre Clemente

. Fate la carità!

. Idee come bucato al sole

. L’effetto di un bisturi

Prefazionedi F V

Quando mi è stato chiesto di scrivere la prefazione a questolibro, mi sono sentita lusingata per essermi vista assegnareun compito così importante. Quello che mi lega a DonGaetano Zaralli è un rapporto di amicizia e di profondastima iniziato ancor prima che io nascessi, quando i mieigenitori frequentavano la parrocchia di san Michele Ar-cangelo. Negli anni della mia crescita ho seguito più omeno attivamente il suo “modus operandi” nel trasmet-tere la parola di Gesù alla sua comunità. Una comunitàche lui ha sempre definito dialogante perché basata sullapartecipazione e sul confronto di idee.

Microfono alla mano, lo ricordo fare Messa girando trai banchi per dare la parola ai fedeli che, da spettatori, si ri-trovavano d’un tratto ad essere protagonisti. È il suo mododi portare il Vangelo tra la gente, attualizzandolo propriograzie alle esperienze dei presenti e di chi si rivolgeva a luiper chiedere un consiglio. Così era facile riconoscersi inmolte di quelle situazioni a volte tristi, a volte più leggere,ma che aiutavano la mente ad aprirsi a nuove considerazio-ni e sicuramente incoraggiavano lo spirito critico. Così sirespirava in quella chiesa un’atmosfera accogliente in cuinessuno poteva sentirsi escluso, neanche chi, in passato, si

∗ Archeologa.

Prefazione

era sentito “fuori” o peggio, era stato messo fuori da altrirappresentanti di Cristo!

Che cos’è la Messa se non un’assemblea di persone chesi confrontano e si aiutano vicendevolmente sotto la guidadi un pastore illuminato! Un’esperienza questa giudicatatroppo fuori dagli schemi e “rischiosa” da chi, nell’ambitoreligioso, predilige la tranquilla osservanza delle regoleanche a costo di annoiare e di rendere sterile un’occasioned’incontro per molti.

Parte di questo vissuto è racchiuso nelle pagine di questolibro, come pretesto per commentare e riflettere su argo-menti e problematiche che riguardano la nostra quotidianità,ma che costituiscono ancora affare scottante per la Chiesae i suoi dogmi come la convivenza della coppia, i rapportiprematrimoniali, l’omosessualità, il divorzio ed altre.

Con semplicità Don Gaetano mette a nudo se stessoe la religione senza avere paura di mostrarsi per quelloche è, senza il timore di non saper dare risposte laddoverisposte, umanamente, non ve ne sono, se non il confortodella fede in Dio. Perché ancor prima di essere prete DonGaetano è un uomo con le sue incertezze e le sue fragilità.

Lo stile sottile ma tagliente come la lama di un bisturiaccompagna il lettore durante i capitoli che raccontanoepisodi di vita vissuta, fino ad arrivare ad un finale chesuona come una lezione di spiritualità di un sacerdotenel momento più difficile della sua vita. Il suo linguaggiosemplice, diretto e a tratti poetico rende questo libro ac-cessibile a tutti, ma allo stesso tempo questo non è unlibro per tutti. È un libro per persone disposte a mettersiin discussione, persone che hanno ancora voglia di porsidomande, persone che non hanno paura di abbandonarela strada comoda e spianata per avventurarsi in percorsipiù faticosi ma sicuramente più gratificanti.

Prefazione

Ora che Don Gaetano non esercita più, la sua voce arri-va più forte di prima ad un pubblico che va oltre i confinidella propria parrocchia grazie ad internet, per ricordarciche Dio non va solo cercato nei riti o nelle preghiere, nonva solo cercato nel momento del bisogno tra le pareti diuna Chiesa o nella recita di un rosario prima di andare aletto. Dio va cercato soprattutto nella vita di tutti i giorni,nei piccoli gesti e nei sorrisi, nella forza di un abbraccio oin una carezza rassicurante. . . L’Amore sopra ogni cosa.Questo ho imparato da lui.

. Padre, lei crede in Dio?

Camminare tra la gente e fermarsi di tanto in tanto aporre domande, è la cosa che maggiormente mi affascina,spinto come sono da una dannata curiosità e dalla vogliadi mettere ordine nelle mie idee con il supporto dellepreziose opinioni altrui.

Ho raccolto centinaia di testimonianze a proposito diDio e ho trovato cosa c’è dietro i gesti trasparenti dellepersone semplici; dietro le storie travagliate e discusse dichi della fede ha perso ormai i punti di riferimento; dietrole spontanee genuflessioni pubbliche e un po’ fanatichedei convertiti; dietro il sorriso ironico e a volte dissacrantedi chi vuol fare intendere che la trascendenza è solo inven-zione dei preti; dietro la malinconia e la struggente ricercadel dubbioso che nel vuoto, provocato dal rifiuto d’ognicosa, vorrebbe riversare l’abbondanza delle certezze chenon ha.

L’interesse cresce quando quella voglia che mi portaoltre il dialogo spicciolo mi fa scoprire spiritualità impen-sate e retroscena da romanzi. Chi nega Dio può aver fattoil chierichetto, per esempio, e magari da bambino s’è nu-trito di tridui e di novene. Come, al contrario, chi pensadi averlo trovato, confessa di aver subito nello sfavilliodelle lunghe processioni uno choc tanto salutare da farglirivedere la conduzione dell’intera sua vita.

Il segreto di uno scambio sincero di opinioni è lasciareche l’interlocutore parli a ruota libera, anche se, raccontan-

Anime nude

do la propria fede, giura di aver visto la Madonna; anche se,negando una qualsiasi entità superiore, dice con rispettosaindifferenza di non essere così stupido da bestemmiarecontro chi non esiste.

Comunque, ogni volta che ho avuto modo di metter-mi in contatto con persone vogliose di informarmi sullaloro fede, non ho mai trovato difficoltà, se non quella dicontenere l’irrefrenabile mio desiderio di ripercorrere ilpassato per giustificare o consolidare le scelte che invadonoinesorabilmente il mio presente.

Credere in Dio è una salvezza, ma credere veramente è unamissione. Credere completamente è già conciliare il malefisico e morale, come una spiegazione alla realtà e, quindi, ilcompito del cristiano è di accettare la realtà senza discutere. Perpoter arrivare a questo discorso e dico completamente, nonso quante lotte, lacrime, sofferenze deve sopportare ognunodi noi. Dio potrebbe essere la via per giustificare, accettare,tollerare il male fisico e morale. Ma, tra quello che si professae il comportamento, c’è una mancanza che lacera. La partenzasarebbe buona ma manca la coerenza lungo il cammino e noncertamente da parte di Dio: se Dio è amore, non devononeanche esistere gli integralismi, perché la fede è fatica e nonimposizione. Penso che quello che allontana le persone dallareligione siano due fattori: l’inadempienza di chi dovrebbeparlarci di Dio e, purtroppo, alcuni dogmi che creano difficoltà,perché probabilmente si vorrebbe Dio più umano e terrenoinvece che lontano e immenso.

Se fossi papa, fermerei l’attenzione sulle due ultime bat-tute dell’amico che mi scrive e, prima di abborracciareuna risposta, incomincerei a rivedere certe questioni cheriguardano il cuore stesso del cattolicesimo. Non basta piùnascondersi nella comune fragilità per giustificare le ina-dempienze o per ridimensionare le malefatte presenti e

. Padre, lei crede in Dio?

passate di noi ecclesiastici. Intanto perché si desidera, anzi,si pretende da parte di chi vorremmo condurre alla retti-tudine un’uguale comprensione e altrettanta disponibilitàa capire e poi, cosa più importante, perché molti di queicristiani cattolici che si muovono tra mille situazioni ingar-bugliate, sono stanchi di essere considerati solo pecorellesmarrite in cerca di perdono.

Se fossi papa, lascerei ai parroci il compito di trattarecerti argomenti che sulla bocca di un Pontefice potrebbe-ro apparire banali e mi assumerei io la responsabilità diprendere decisioni nuove in grado di rendere Dio un po’meno lontano da chi lo teme immenso.

Quando si è solo burocrati e guardiani della Verità, co-me la moda vuole che siano certi teologi, quella Verità,già misera nei risvolti della vita ordinaria, si impoverisceulteriormente e perde il brillio semplice e schietto che lecompete, perché vola sopra le teste, senza approdare neicuori.

Dopo aver ascoltato mille pareri, dopo aver fatto unviaggio tra tante opinioni diverse, un bel giorno, però,può capitare che qualcuno ti chieda brutalmente: “Padre,lei crede in Dio?”.

Mai rivolgere una domanda del genere ad un prete:quella richiesta potrebbe avere per lui l’effetto di un pu-gno allo stomaco, specie se chi chiede è una personaintelligente che guarda fisso negli occhi.

Quando si affrontano certi problemi, d’altra parte, biso-gna avere il coraggio di rinunciare ad ogni mascheramen-to ed essere certi che, con chi s’è fatta insieme una lungacamminata, non si può barare.