CASORIA - sfogliami.it (1).pdf · ruolo secondario. I nostri figli hanno di-ritto ad una società...

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Settimanale di Informazione Distribuzione gratuita - E-mail: [email protected] ANNO XV - N° 14 - DOMENICA 3 APRILE 2016 Via Pio XII - 77 Casoria tel. 081 737 17 02 ESCLUSIVISTA AUTORIZZATO Melluso, Cinzia Soft, Geox, Valleverde, Ara, Moda Confort, Pregunta, Braking ... www.flessigno.com

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1DOMENICA3 APRILE 2016

Settimanale di InformazioneDistribuzione gratuita - E-mail: [email protected]

ANNO XV - N° 14 - DOMENICA 3 APRILE 2016

Via Pio XII - 77 Casoria tel. 081 737 17 02

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CASORIA

2 DOMENICA3 APRILE 2016

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Sono già sei mesi che al governo della Città vi è la Commissione Straordinaria. E sono tutti arrabbiati, molto arrabbiati. L’ex Senatore, gli ex consiglieri comu-nali. Secondo loro: un solo colpevole dello scioglimento del Consiglio Comu-nale: Vincenzo Carfora.Tutti lo attaccano. Il bersaglio è facile. Enzo ha fatto poco; la colpa non è lie-ve. Sfortunato Enzo: è salito sul trono del regno di Casuri in un periodo dove è totalmente mancata “un’altra parte”. Mai una coesione con il leader maximo della politica di Casoria, vero ed uni-co responsabile di tutto, l’ex Senatore Tommaso Casillo.Troppe incomprensioni e si chiama-no: il Settore dell’Assetto del Territorio, l’assunzione degli otto architetti otto, la presidenza di Casoria Ambiente con il ritorno di Auricchio al posto di Lettieri, la scelta del suo candidato Sindaco (già troppi i nomi circolati dal famoso passa-parola), primarie si o primarie no.Adesso a governare la cosa pubblica vi è

una commissione straordinaria compo-sta dal Prefetto Silvana Riccio, la dott.ssa D’Ovidio e la dott.ssa Sorrentino, responsabile contabile amministrativa ed il sovraordinato dott. Balestrieri. Donne e stili diversi. Carismatici i com-missari. Non amano apparire e non ama-no i riflettori.“Le vite parallele” li dovrebbe aiutare.Tutti chiedono ai Commissari di riparare

i guasti causati.E passiamo alla campagna elettorale: molti incensano Casillo, non tutti. Al di là degli indubbi meriti elettorali, c’è molto servilismo in giro.In queste settimane, nel mondo della politica, si è fatto a gara per lenire le sofferenze e le preoccupazioni dell’ex Senatore, duramente attaccato dai suoi avversari politici in una battaglia elet-torale dura, spietata, violenta, disonesta.L’aver prestato un uomo di Casoria alla politica ed al Consiglio Regionale po-teva e doveva inorgoglire il nostro am-biente che, a volte, è anche provinciale. Non ci uniremo, non lo abbiamo mai fatto, al coro e non ingrosseremo le file degli osannatori di professione.Sta trascorrendo al Consiglio Regionale il suo impegno politico e tutti si aspet-tano provvedimenti a favore di Casoria.Nella sua ultima campagna elettora-le la parola “Casoria” è apparsa nei programmi, nei comizi, nelle intenzioni.

continua a pag.4

LA POLITICA DI NANDO TROISE

ARRIVA LA COMMISSIONE STRAORDINARIA A SALVARE CASORIA

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GIUSEPPE DE ROSA

Giù le mani dal centro storico

“Casoriadue” scende in campo per ri-cordarlo, fregandosene di speculazioni o agganci di dubbio gusto, rammentando ai propri lettori che Casoria, la loro Città, ha una valenza sociale ed è strumento di formazione. Non può essere relegata al ruolo secondario. I nostri figli hanno di-ritto ad una società onesta e trasparente, agli ospedali, ad una vita senza la camor-ra e le sue tangenti ma anche alla possi-

bilità di praticare lo sport. Ricordiamo-lo a Tommaso Casillo. Casoria non ha niente di tutto questo. Non si è sviluppata una società onesta e trasparente ma ha, nel suo seno, tutti i mali della Nazione, non ha un Ospedale ma un presidio ospe-daliero, è vero sì di grande valore medi-co, terapeutico e specialistico ma privo di Pronto Soccorso nonostante anni di lotta e investimenti da parte dei Padri Camilliani; ha invece sia la camorra sia le tangenti; è riuscita a far aprire lo Sta-

dio grazie al lavoro del nuovo Dirigente dei Lavori Pubblici, Architetto Salvatore Napolitano e al grande supporto ottenuto dalla Commissione Straordinaria; com-movente per i miei calciatori presenti l’8 novembre (Bencivenga, Loffredo, Signoriello e Lauri) il taglio del nastro fatto dalla Dottoressa Desirèe D’Ovidio. La Commissione Straordinaria ha il do-vere, adesso, di normalizzare il “proble-ma sport” in questa Città, anche a riguar-do delle tantissime palestre scolastiche.

SEGUE da paG. 3

Bisognerebbe organizzare un dibattito cittadino, ma si sa, in campagna eletto-rale, pensano ad altre cose, nella speranza di far par-tire un serio confronto di idee sulla “immagine della Città” che possa condur-re presto ad un adeguato programma di rivalorizza-zione.Il tema forte dovrebbe es-sere la mancanza della tu-tela e di un adeguato moni-toraggio del centro storico di Casoria.Basti pensare che le ammi-nistrazioni comunali han-no autorizzato demolizioni per la costruzione di pa-lazzine di cinque o sei piani; un edifico sacro del Settecento, in piazza Giovanni Pisa, amministrato dalla Curia Napo-letana, è stato sventrato al pian terreno per ricavare dei locali commerciali; il giardino ospita invece un complesso di campetti sportivi. Il Comune è talmente sprovvisto di documentazioni che qual-che studente di Architettura, per un sem-plice studio o una tesi sul patrimonio storico di Casoria si è dovuto rivolgere

all’Archivio di Stato per ottenere delle informazioni precise.La Basilica di San Mauro – il più rap-presentativo monumento della storia e dell’arte della Città – rinata grazie all’impegno dell’autorità ecclesiastica, rischia di diventare una “cattedrale nel deserto”. L’antica pavimentazione “a basoli” del-le tre strade che vi conducono (via San Mauro, via Cardinale Maglione e via Santa Croce) è completamente dissesta-

ta. Vie strette, da cui si diramano angusti vicoletti; costruzioni cadenti, palazzi fati-scenti. Strutture che versano nell’incuria da secoli – un edificio di via San Rocco risale (anzi, risaliva) al Tre-cento – tra le quali si aprono palazzi di epo-ca barocca, con cortili e giardini deturpati dal cemento abusivo. Fatto ancora più grave, non esiste un benché mini-mo monitoraggio del sottosuolo della Città; nel solo centro stori-co negli ultimi anni si

sono verificati almeno quattro grandi crolli, che hanno prodotto notevoli dan-ni e sono ancora molte le costruzioni a rischio. Per quelli che hanno preceduto i Commissari il centro storico rappresen-tava solo un tema secondario; vengono prima le lottizzazioni convenzionate, la speculazione edilizia che a Casoria non ha mai subito una seria battuta di arre-sto e che invade anche lo stesso centro storico.

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Assessore al comune di Fratta-maggiore e web administrator del giornale Casoriadue ci ha gentil-mente, e con molta disponibilità, concesso un’intervista per illu-strarci le sue idee e le sue espe-rienze.Cosa lo ha spinto a fare politica?Siamo un gruppo di assessori no-minati di una giunta tecnica; il sindaco ci ha da dato l’incarico d’indi-rizzo politico. Cerco di creare presup-posti in cui gli uffici lavorino nell’am-ministrazione in sinergia con gli altri assessori e il consiglio comunale per avere buoni risultati. Cerco di far man-tenere la giunta in posizione neutra a Frattamaggiore, perchè sono li assesso-re al momento,con lo scopo di dare van-taggi alla cittadinanza. Cerco di dare spazio ai tecnicismi e mi occupo del set-tore nel commercio e attività produttive.Cosa ne pensa della politica casoria-na?Fa riflettere il fatto che un comune chia-ma un commissario esterno alla città per risolvere i problemi. La città ha molte potenzialità che offre. Però non c’è leadership. I giovani non hanno un posto di adesione. Ci sono persone che stanno da 15 o 20 anni ma non riescono ad agire. Le città vicine hanno ribonifi-

cato tutto mentre a Casoria si è fatto ben poco. I giovani non sanno dove trascor-rere il tempo libero. Ha intenzione di candidarsi alle pros-sime elezioni?L’idea c’è di candidatura la dove ci fos-se una scelta di gruppo. Però facendo l’assessore a Frattamaggiore verrei meno ai miei impegni. Cosa cambierebbe nell’immediato

della città di Casoria?Cambierei il modo di ascoltare l’esigenze delle persone. Hanno delle richieste ben precise. La po-litica dimentica le esigenze delle persone che vivono nel territorio. Ultimamente Casoria non sapeva dove e come voleva arrivare a de-gli obiettivi.Non riusciamo a mi-gliorare le cose perchè c’è molta

indifferenza e menefreghismo e bisogna lavorare su questo. Ad esempio costru-ire anche una pista ciclabile. Bisogna ascoltare le esigenze del cittadino.Lavorare sulla cultura d’identità e sul-la città di appartenenza potrebbe essere una chiave di svolta perchè se una cosa non te la senti tua, tendi ad abbandonar-la.Lei è il nostro web administrator come vive quest’esperienza?Proposi a Nando Troise di creare un sito web del giornale e lui accettò. Dopo di ciò è stato tutto in discesa poichè ha avuto molto successo questo sito ovvero Casoriadue.it. Poi la possibilità di aver acces-so alle notizie tramite smartphone, computer,tablet, è molto più veloce e completo. L’editoria si è evoluta. E’ un’esperienza gratificante e che mi ha regalato tante soddisfazioni.

MARICA DE MARTINO

Giuseppe D’Anna: “Sono assessore,

ma mi dedico anche al sito web

di Casoriadue”

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Retoricae politica. Laboratorio Democratico: ci prova, ma ciriuscirà?

Retorica e politica sono senza dubbio grandi amici fin dalla notte dei tempi. Però dobbiamo precisare cosa s’intende per retorica: quest’arte nasce come un gruppo di tecniche linguistiche connesse alla comunicazione orale, la retorica si è però poi “evoluta” come l’arte di persuadere, ed è in quel mo-mento che inizia la sua storia d’amore con la politica. Il termine evoluzione denota in genere qualcosa che si adatta e si plasma alla natura pur di soprav-vivere, o almeno io così la intendo contestualizzandola all’argomento.Politica e retorica, insomma per farla breve come diceva Mina, parole parole parole… soltanto parole. Non fraintendetemi. Cicerone, Aristotele, i sofisti, gli oratori dell’antica Roma c’hanno provato, ma nel tempo la politica ha finito per violentare e abusare più e più volte della retorica.Giustamente vi starete chiedendo perché mai in una tranquilla domenica sto attaccando la pippa con questo filosofeggiare che sa tanto di aria fritta. Mi duole farlo ma devo smentirvi, ora vi spiego.Mi è capitato di leggere un comunicato di Laboratorio Democratico, e mi ha fatto un po’ sorridere, non certo per quello che dicesse, ma piuttosto per il tipo di linguaggio. Come al solito ci si scaglia sulla vecchia politica e poli-ticanti annessi, che è un po’ come sparare a 10 mm dal bersaglio. Insomma la politica del parlar male è sempre in prima linea. Guardate ad esempio la campagna (predico fallimentare) di Lettieri #aprigliocchinapoli, vi dico solo che un caro amico leggendola mi ha risposto #chiudilaboccalettieri. Parlar male è sempre fin troppo facile e visto che poi spesso, se e quando si sale al potere, non si è all’altezza, allora meglio non sparare mai a zero su tutto e tutti, anche perché si rischia di perdere credibilità.Dopo questa perla di saggezza molto materna direi che possiamo andare avanti. Vi parlavo del linguaggio, però, ed è su quello che vorrei concen-trarmi. Quando ho letto “autonomia della politica morale” ho iniziato a sba-digliare alla prima A; segue poi un piccolo paragrafo sul destituire e deco-struire la vecchia generazione politica, insomma una musica già ascoltata; ma la cosa che mi ha sconcertata è l’utilizzo di termini quale “il palazzo” e “famiglie casoriane”, queste sono tutte tecniche oratorie obsolete, perché continuare ad utilizzarle, se ormai la gente ne è assuefatta.E poi la sezione finale del comunicato dove si parla dei giovani casoriani costretti ad emigrare per trovare lavoro… partendo dal presupposto che Ca-soria non è una nazione, e che l’epoca della piccola Torino è finita da tempo, perché i giovani non dovrebbero cercare opportunità ovunque ne trovino. Non so il termine “emigrare” a cosa si riferisse, fatto sta che nonostante questo movimento si vesta a paladino della giustizia, continua a parlare il politichese, come tutti gli altri, anzi forse in modo anche un po’ vintage.Il problema non è solo quello che si dice, in politica, come in altri campi, è come lo si dice.Quindi miei cari politici, non adeguatevi solo agli hashtag, ma ringiovanite le idee e il linguaggio, meno aria fritta e più esempi. I tempi della supercaz-zola sono finiti, si spera. Buona domenica amici miei.

Via Nuova Padre Ludovico N. 2 – 80026 CasoriaTelefax 081/18964357-3384235089

IL PRESIDENTEMichele Bruno

Una classe politica litigiosa, arrogante, presuntuosa, composta da ex consiglieri comunali, consiglieri regionali, che non fanno altro che pizzicarsi come tanti galli in un pollaio.Non si guarda alla città di Casoria, al fine di riscrivere le regola della politica casoriana, abolire la concentrazione del potere e dei rappresentanti.Laboratorio Democratico si pone come forza principale alla guida della città di Casoria; i partiti a Casoria sono in una condizione di irrilevanza; manca il “discorso Casoria”, i partiti locali sono teatro di guerre interne, ambito di accaparramento di tessere che non sono altro che di intralcio ad una programmazione seria per il bene della nostra città.Laboratorio Democratico crede nella centralità delle persone da Machiavelli a Croce :” autonomia della politica morale”, ovvero, la prevalenza del principio di realtà sul moralismo, delle “dure repliche della storia politica casoriana” sul dover essere.Laboratorio democratico - dice basta - con le decisioni prese altrove, supportate da auto referenziati Consiglieri Regionali del PD che non pensano altro a spartirsi il territorio di Casoria; bisogna innescare un processo opposto che destituisca, decostruisca, ceda, decentri, abbassi la volontà dei soliti personaggi politici che non costruiscano alcun che di positivo per la nostra martoriata Casoria.Laboratorio Democratico, dice basta con la politica, “il palazzo” per intenderci, non rappresenta affatto parte intera del paese, lab dem propone un nuovo modo di fare politica e un nuovo percorso in cui i cittadini riescano ad appropriarsi, attraverso processi democratici diversi, del potere di contare e di decidere sulla pelle dei cittadini. Lab Dem intende mettere in campo un gruppo sempre più grande di cittadini casoriani attivi che lavorini per il miglioramento della nostra città.Basta con le decisioni politiche assunte con riunioni sui condomini familiari, dimore delle famiglie “in” casoriane .Laboratorio Democratico propone una buona politica “arte di governare” con il coraggio di assumersi la responsabilità di scelte “dolorose” “impopolari” in funzione di giovani casoriani che hanno perso la totale speranza di formarsi una famiglia nel loro paese.In conclusione, cari ex consiglieri comunali, regionali, provinciali siete colpevoli di aver spento o annullato del tutto la speranza dei giovani Casoriani, i quali ormai, gran parte dei quali migrano in altri paesi per trovare lavoro, e fra vent’anni Casoria sarà formato da una popolazione di solo anziani. Siete stati bravissimi!!!

I CASORIANI SONO AL LIMITE DELLA SOPPORTAZIONE SI E’ ESAURITO LO SPIRITO DELLA TOLLERANZA

DI UNA CLASSE POLITICA INADEGUATA E LITIGIOSA

8 DOMENICA3 APRILE 2016

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9DOMENICA3 APRILE 2016

Luca Maresca, karateca classe ‘93, nato nel dojo casoriano della Wellness Zone, poi adottato dal gruppo sportivo Fiam-me Oro della Polizia di Stato, ci regala altre due splendide medaglie.Luca, campione europeo in carica nella categoria 60 Kg, si sta preparando alla grande al prossimo Campionato Euro-peo Senior di Karate, che si terrà dal 5 all’8 maggio a Montpellier, in Francia.Ha comiciato la sua preparazione con una prestigiosa medaglia d’Oro ai Cam-pionati Italiani Assoluti, svoltisi il 12-13 Marzo a Ostia Lido (RM). Dopo tre in-contri vinti agevolmente, il nostro benia-mino è approdato alla semifinale contro l’avversario Crescenzo Angelo, atleta plurimedagliato, superato con tranquil-lità in un combattimento dinamico e studiato. Luca si è riconfermato per la nona volta Campione Italiano, battendo in finale per 3-0 il giovane Roberto Fer-raiolo, atleta emergente campano.Maresca non si è voluto però acconten-tare e con la Nazionale Italiana Senior è partito per Las Vegas per partecipare all’USA Open di Karate, tenutosi nella splendida cornice del “Paris Las Vagas Hotel”. La competizione, svoltasi nei giorni 26-27 Marzo, è stata un appun-tamento di grande spessore, con atleti di valore provenienti da nazioni sparse per il mondo, che hanno portato il loro peculiare bagaglio tecnico. Nonostante le nove ore di fuso orario, ancora una volta il nostro campione non ha deluso le aspettative e, dopo quattro incontri, in cui ha superato di fila un canadese, un brasiliano, uno statunitense e un cileno, è approdato alla tanto agognata finale. Qui Luca si è trovato contrapposto a Douglas Brose, il brasiliano pluri-campione mondiale e campione del mondo in carica. Il nostro atleta, però, non si è fatto scoraggiare e ha dato tutto in un incontro acceso, sen-za esclusione di colpi, finito in parità per 2-2. Il giudizio arbitrale ha allora stabilito la vittoria, strappata pur-troppo al nostro campione e assegna-ta al brasiliano con una maggioranza risicata (3-2). Luca porta comunque all’Italia un bellissimo Argento, che va ad aggiungersi ai 3 Ori di Mattia

Busato (Kata maschile), Viviana Bottaro (Kata femminile) e Nello Maestri (cate-goria 84 Kg), ai 2 Argenti di Luigi Busà (75 Kg) e Laura Pasqua (categoria Open femminile) e ai 5 Bronzi di Giorgia Gar-gano (50 Kg), Laura Pasqua (61 Kg), Silvia Semeraro (68 Kg), Vitelli Greta (+68 Kg) e Martina Michele (categoria Open maschile). Bottino prezioso, dun-que, per la nostra Nazionale che, come sempre, si conferma ai vertici mondiali.Ora però chiediamo qualcosa al nostro fenomenale atleta, da poco rientrato in patria:“Luca come ti senti? Commenti sull’ultima impresa all’USA Open?”“Mi sento bene, sono molto soddisfat-to della mia prestazione, soprattutto considerando che ho ripreso da poco a calcare tatami internazionali, dopo un infortunio che mi ha tenuto fermo per 3 mesi. Ovviamente ho ancora l’amaro in bocca per l’Oro mancato, ma la de-lusione è sicuramente attenuata dalla

consapevolezza di aver dato il massimo. Credo che il giudizio arbitrale non sia stato del tutto fedele al combattimento, di cui mi sono sentito padrone. Capita a volte di non essere d’accordo con gli ufficiali di gara: io penso che non mi si-ano stati assegnati dei punti. Purtroppo, però, il Karate è uno sport situazionale e rapido e qualcosa può sfuggire. L’im-portante comunque è restare umili e la-vorare sempre di più, perchè di sicuro si può sempre migliorare.”“Il tuo avversario, Douglas Brose, è un atleta di fama internazionale. Lo temi?”“Lo temo nel senso costruttivo del ter-mine. Io stimo molto Brose e so che gli incontri con lui non sono una passeg-giata. Ai prossimi campionati del mondo dovrò mantenere la calma e armarmi di tanta concentrazione se vorrò batterlo, qualora lo incontrassi sul mio cammi-no. Di certo non salirò spaventato su quel tatami, ma consapevole, attento e determinato. Brose è un atleta con tan-ti anni di esperienza, ha 31 anni, è uno degli atleti più forti del mondo e l’aver sfiorato la vittoria questa volta non può che essere un incoraggiamento per me a mettercela tutta.”“Luca quali sono i tuoi prossimi obiet-tivi?”“Adesso mi aspetta l’ultima gara di preparazione all’Europeo. Dall’8 al 10 Aprile, infatti, sarò a Dubai per un altro importante appuntamento, la Premier League. Poi però sarò totalmente proiet-tato verso le due gare più importanti per un karateca, l’Europeo di Montpellier e il Campionato del Mondo, che si terrà in Austria dal 25 al 30 Ottobre a Linz.”

Per ora è tutto, ma per restare infor-mati sulle imprese del nostro fanta-stico atleta, basta seguire la sua pa-gina Facebook, Luca Maresca. A noi non resta che fare tanti complimenti al nostro campione, augurandogli di realizzare tutti i suoi sogni, tra cui quello di partecipare alle Olimpiadi. Nella speranza, quasi realtà, che il Karate diventi disciplina olimpica alle Olimpiadi di Tokio 2020, in-fatti, continueremo a sponsorizzare questa magnifica arte.

ALESSIA MANCO

LUCA MARESCA, L’ORGOGLIO CASORIANOChE NON SMETTE DI STUPIRE

10 DOMENICA3 APRILE 2016

Questa settimana abbiamo incontrato Andrea Capano, il candidato più votato tra le fila dell’UDC alle ultime elezioni amministrative. Il consigliere uscente, che poi ha lasciato il partito, ci ha parla-to delle sue scelte nel corso degli ultimi “5 anni politici” della città e degli sce-nari legati alle prossime elezioni ammi-nistrative.Lei alle ultime elezioni amministrative è stato il più eletto tra le fila dell’UDC, poi è arrivato l’addio a questo partito e l’appoggio a Carfora..Sì, io partirei prima dalle mie origini. Sono nato sotto il simbolo del Partito Socialista Italiano insieme a Tommaso Casillo. Un piccolo diverbio tra noi due legato alla mia candidatura alla provin-cia, dopo i due mandati di Antonio Pu-gliese, mi portò a lasciare. Però voglio rispettare l’idea di Tommaso di candi-dare Carfora, perché magari vincolata a degli impegni già presi precedentemen-te. Così decisi di trasferirmi all’UDC per una piccola parentesi politica. L’ad-dio a questo partito è arrivato perché credo che la competizione sul territorio esista soltanto nella campagna eletto-rale, poi deve subentrare il buonsenso. Decisi di appoggiare l’ultima ammi-nistrazione comunale perché c’erano diversi problemi, come quello del Can-tariello e del recupero fondi dal Più Eu-ropa. Oggi guardo alla riqualificazione di parte del territorio, come gran parte della zona San Mauro e mi chiedo: “Sa-rebbe stato possibile se all’epoca fosse caduta l’amministrazione Carfora per meri scopi politici?”. Quindi ho usato, come dicevo prima, il buonsenso. In se-guito a questa mia decisione, fui sospeso dall’UDC. Poi non parlerei di espulsio-ne in quanto io non mi riavvicinai più a questo partito perché non mi sentivo più

parte di quel progetto politico, poi arri-vò il chiarimento con Casillo. Un’altra cosa che voglio sottolineare è che il mio sostegno all’amministrazione Carfora è sempre stato alla luce del sole, senza spartizioni, come capitato per altri ele-menti. Sì, però qualche mese fa questo soste-gno a Carfora è venuto meno con la firma dal notaio Di TransoIl filo conduttore è sempre quello del buonsenso. E’ innegabile che ormai l’amministrazione cercava di sopravvi-vere giorno per giorno ed era diventato difficilissimo lavorare. Un’amministra-zione precaria, che non gode di una base solida, non è capace di prendere decisioni importanti per la città sem-plicemente perché non è nelle condizio-ni per farlo. Preso atto di ciò, sempre in rispetto della cittadinanza, decisi di essere tra i firmatari del documento di dimissioni depositato dal notaio. Anche perché ricorderà sicuramente la que-

stione del bilancio, consigli comunali convocati e, poi, annullati: una situazio-ne, come detto prima, ingestibile. E non si riusciva più ad andare avanti, mentre con l’arrivo del commissario prefettizio sono state sbloccate alcune situazioni, come quella del campo sportivo. Ora si avvicinano le elezioni ammini-strative. Quali sono le idee e i progetti del consigliere uscente Capano? C’è già il nome di un candidato sindaco? Innanzitutto nel progetto futuro è ne-cessario recuperare il rispetto tra tutte le forze politiche che, oggi, manca. Il candidato sindaco prescelto deve esse-re un politico e, soprattutto, dev’essere casoriano.Un candidato in totale contrapposizione a Carfora che, in quanto “non politico”, non è riuscito a gestire alcune situazioni ed è stato travolto dagli eventi. Il can-didato sindaco della nostra coalizione dev’essere un sindaco operaio, si deve immedesimare nella gente. In merito alla nostra coalizione devo dire che ci sono ancora dei ragionamenti in cor-so, ma ciò che voglio ribadire è che la nostra non dev’essere una “grande am-mucchiata” per vincere, ma dev’essere una coalizione con un progetto forte che punti a vincere e a governare. Ed è per questo che le dico che non ho nulla in contrario alla candidatura di Pasquale Fuccio, ma l’avvocato deve riuscire a mettere d’accordo l’intera coalizione. Sono sicuro che se non ci riuscirà sarà il primo a fare un passo indietro, sempre per rispondere adeguatamente al con-cetto che non bisogna solo vincere, ma si deve pure governare.Ritornando al progetto: il popolo di Ca-soria, in questi anni, è stato abbandona-to al suo destino ed è per questo che ha bisogno di una classe politica pronta ad

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DOMENICO BORRIELLO

CAPANO: “Sì A FUCCIO, MA CON L’ACCORDO DI TUTTI”

11DOMENICA3 APRILE 2016

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ascoltarlo.Ci sono molte persone che vivono in condizioni di disagio e dobbiamo stare vicini a loro. Faccio un esempio: ticket gratuito per il pranzo a scuola per i propri figli alle famiglie con un reddito basso. Un’altra priorità è quella di ren-dere i territori sicuri, istituire la figura del vigilie di quartiere, controllare gli sversamenti di rifiuti...E invece come pensa che debba rela-zionarsi la futura amministrazione comunale con i consiglieri regionali di Casoria? Parlo, chiaramente, di Ca-

sillo e Ciaramella Naturalmente la classe politica locale deve colloquiare, dobbiamo renderli partecipi sui discorsi che riguardano il nostro territorio, dato che sarebbe da stupidi sprecare una risorsa del genere. Dobbiamo coinvolgerli, ecco. Sono un collegamento tra Regione e città. Prima di lasciarla, le chiedo un suo parere in merito all’operato del com-missario prefettizioNel poco tempo che ha avuto a disposi-zione, ha dimostrato di avere grandissi-me capacità. Si sono velocizzati alcuni

processi, penso al campo sportivo di cui abbiamo parlato in precedenza. So che stanno facendo un grandissimo lavo-ro sul bilancio, provando a tagliare gli sprechi attraverso un’oculata spending review: molti uffici comunali passeran-no nell’ex tribunale, facendo diminuire certamente i costi della macchina co-munale. E’ molto positivo anche il sor-teggio per gli scrutatori alle elezioni, un grande segnale di trasparenza. Spero che si riesca anche a riordinare il corpo della polizia municipale, segnale deci-samente positivo se ci riuscissimo.

Lo scorso 18 marzo il mondo della Cultura e della Divulgazione ha fe-steggiato un compleanno importante, i 35 anni di Quark, il programma di Piero Angela. Il programma che sin qui ha colmato un bisogno della popolazione, quello di poter disporre di un’informazione scientifica, seria e rigorosa, ma raccontata con semplicità da ricercatori e divulgatori, e non solo. Chi, tra gli appassionati followers, non ricorda le animazioni di Bruno Bozzetto e il suo homo technologicus al servizio dell’infor-mazione scientifica? Più di una generazione di curiosi di Scienza si è concretizzata, in questi 35 anni, attraverso numerosi ricercatori, docenti e cultori di Scienza e Tecnologia, che fin da piccoli rimanevano incol-lati al televisore per l’appuntamento settimanale con i documentari e le interviste di Quark. La multidisciplinarità dell’informazione presentata abbracciava numerosi campi del sapere, conditi in un’amalgama che non disturbava, anzi, colmava quelle curiosità su argomenti, sino al momento prima ritenuti ostici ed inaccessibili. I curiosi di Scienza, infatti, pur pre-ferendo districarsi in settori specifici, non disdegnano mai le conoscenze in settori solo apparentemente lontani, ma assolutamente complementari ai propri, e necessari per l’affermazione di una maturità culturale, che non sfoci nelle banalizzazioni di un sapere troppo generalistico.Cosa è cambiato nella divulgazione scientifica in questi 35 anni? Tanto, nonostante la continua presenza di Quark, con gli innesti di Alberto An-gela ed attraverso le varianti della programmazione iniziale, con un’aper-tura verso la Storia dell’Uomo e delle sue Civiltà. Il livello, per fortuna, è rimasto molto alto. Ma in generale, oggi, l’autorevolezza della divul-gazione seria e coerente è continuamente sfidata da una comunità liqui-da, impalpabile, ma agguerrita, che inonda il web di falsa informazione scientifica. Assistiamo, inermi, a continui attacchi, a volte spontanei, a volte organizzati, da parte della disinformazione e della contro-informa-zione scientifica. Le principali vittime? In riferimento alla popolazione adulta, chi è predisposto a riporre speranze in certe notizie, il più delle volte per motivi personali o familiari, soprattutto nel campo di fantoma-tici e sensazionalistici rimedi a malattie. Forse però dovremmo preoccu-parci maggiormente di un’informazione che si spaccia per scientifica e

che percorre, amplificandosi, i tortuosi percorsi dei social network; che mira all’essere accattivante per chi, in virtù della giovane età non pos-siede ancora gli “anticorpi” per discriminare il vero dal falso nella sban-dierata e banalizzata pretesa di scientificità. L’invadente e pervasiva rete dei social (e non solo) troppo spesso si sostituisce a quella dei riferimenti autorevoli ed ufficiali, anch’essa sul web, ma meno accattivante e più difficilmente accessibile, e guadagna posizioni.E allora, con che rimedi si può arginare la dilagante contro-informazio-ne? E a chi tocca intervenire? La rete non si può, e non la si vuole sfidare, in quanto garantisce pluralismo e pronta disponibilità di informazione. Quindi, è importante moltiplicare gli sforzi, orientandoli alla correttezza dell’informazione scientifica a partire dalla promozione di attività che guidino alla discriminazione del vero dal falso e all’educazione alla ricer-ca di fonti affidabili. Avendo come obiettivo primario i giovani. E le Istituzioni? In maniera distratta, ma colposa, non si pone troppa at-tenzione a quello, che non è considerato un problema “acuto” cui rispon-dere con prontezza. La crisi distrae, ma ciò che più duole, è l’indeboli-mento dell’attenzione e degli investimenti in Ricerca, la cui affermazione dovrebbe costituire il pilastro a salvaguardia della scientificità, dentro e fuori i laboratori, gli studi e le biblioteche in cui si produce conoscenza. Mi piace affermare che la cultura, e la sua divulgazione, sono “contagio-se”. Lo sforzo, quindi, dovrebbe essere quello di “armare” di opportunità divulgative il silenzioso popolo dei curiosi di Scienza, dallo studente al docente, passando attraverso il ricercatore e il divulgatore professionista, con gli strumenti a loro più consoni, la parola e la scrittura. Le Istituzioni scolastiche, il mondo accademico e quello della Ricerca, l’associazio-nismo culturale, in proprio o in rete, sono chiamati a fare la loro parte, non mancando di segnalare alle spesso sorde esigenze della politica e dell’amministrazione che è il momento di affiancare quanto, anche grazie a Quark, in questi anni si è costruito. E allora, sotto a chi tocca!

Università degli Studi di Napoli Federico II Associazione Culturale DiSciMuS RFC

NICOLA ZAMBRANO

I 35 ANNI DI QUARk E LA DIVULGAZIONE SCIENTIFICA: SOTTO A ChI TOCCA!

12 DOMENICA3 APRILE 2016

ANTONIO BOTTA

InCOnTRO COn IL M° EnzO CAMPAgnOLI, AffERMATO MUSICISTAE DIRETTORE D’ORCHESTRA DI SUCCESSO

“hO UN PROGETTO IN SERBO PER I NOSTRI GIOVANI”Enzo Campagnoli, nativo di Afragola, studia presso il conservatorio S.Pietro A Majella di Napoli, dove si diploma in Oboe, Percussioni e Pianoforte. Ini-zia subito a lavorare con l’orchestra A.SCARLATTI di NAPOLI per i con-certi del venerdì tenuti nell’auditorium della RAI in qualità di OBOE di fila. Successivamente vince il concorso te-nutosi al Teatro San Carlo di Napoli come oboista, lavorando per un lungo periodo in opere famose, fra cui “UN BALLO IN MASCHERA” (suonando il corno inglese nel “duetto” col soprano in palcoscenico). Nel frattempo lavora con le compagnie teatrali partenopee più importanti. Nel 1990 è chiamato dalla produzione di Marisa Laurito per un tour durato tre anni con lo spettacolo “ Novecento Napoletano” col maestro Tonino Esposito. In quel periodo è chia-mato da Mario Merola per lavorare nel-lo spettacolo televisivo” FANTASTI-CO” con Enrico Montesano e da quel

momento ha seguito Merola per circa 12 anni in tutti i suoi concerti in Italia ed all’estero. Subito dopo è chiamato dal M° Peppe Vessicchio per lavorare in spettacoli televisivi come TRENTA ORE PER LA VITA, NOTE DI NATA-LE, VIVA NAPOLI, UN DISCO PER L’ESTATE, BRAVO BRAVISSIMO, FESTA IN FAMIGLIA, AMICI DI MARIA DE FILIPPI, ITALIA’S GOT TALENT,DOMENICA IN, BUONA DOMENICA, NON FACCIAMOCI PRENDERE DAL PANICO, TI LA-SCIO UNA CANZONE, NON PER-DIAMOCI DI VISTA, IO CANTO. Ci-liegina sulla torta, quando è stato poli-strumentista per Liza Minnelli,ospite in RAI. Per molti anni è membro dell’or-chestra del Festival di Sanremo, in qua-lità di percussionista,pianista,oboista ed arrangiatore. Da oltre 5 anni è Diret-tore D’Orchestra stabile del programma “NAPOLI PRIMA E DOPO” in onda in prima serata su RAI UNO. Notevole la

sua carica di simpatia umana.Cominciamo dalla sua recente parteci-pazione a Sanremo: ha diretto l’orche-stra sull’ interpretazione di Clementino che ha presentato il brano “Quando sono lontano” e sulla canzone propo-sta da Dolcenera “Ora o mai più”. Un suo commento su questa esperienza che sicuramente l’ha riempita di una soddi-sfazione grandissima.Sì, ho ricevuto una soddisfazione enor-me, quest’anno, al festival di Sanremo, riuscendo a portare i due BIG alla serata finale. Devo dire grazie alla UNIVERSAL casa discografica che ha riposto in me la fiducia di affidarmi due Artisti di spessore. All’Ariston ho ritrovato il mio mondo..i miei amici,i miei colleghi dell’Orchestra,alla quale va il mio plauso per la qualità musicale espressa e la stima dimostratami.Da anni è uno dei protagonisti mol-to apprezzati sulla scena musicale italiana. Tra i tanti artisti con cui ha

13DOMENICA3 APRILE 2016

stretto rapporti professionali, con quali ha instaurato una relazione ricca anche sul piano umano?In primis il Maestro Peppe Vessicchio,con il quale lavoro a stret-to contatto da oltre 25 anni,ci lega un profondo sentimento basato sul rispet-to reciproco sia umano che musicale; poi gli artisti con i quali ho lavorato ne sono tanti,credo quasi tutti,da Re-nato Zero, Riccardo Cocciante, Clau-dio Baglioni, Luciano Pavarotti, Josè Carreras, Liza Minnelli: citarli tutti sa-rebbe complicato in quanto vorrei non dimenticare nessuno,tengo però a rivol-gere un pensiero ad un Artista per me “Speciale”,Mario Merola,col quale ho condiviso 13 anni di carriera in un per-corso fatto di emozioni,sorrisi,viaggi ol-tre oceano,spettacoli di qualità,lezioni di vita…Insomma Un bel periodo di crescita,e poi Eugenio Bennato,il quale mi ha dato la possibilità di orchestra-re ed arrangiare un’OPERA intera per l’Orchestra sinfonica ed il coro po-lifonico del Teatro S.Carlo di Napoli “L’amore muove la luna”. Infine Nino D’Angelo,col quale condivido tanta musica,tante idee,tante emozioni.Come non parlare di “napoli prima e dopo”, trasmissione di successo di “mamma” Rai, di cui lei è Direttore artistico da oltre 5 anni? “Napoli prima e dopo” è la trasmissio-ne della mia vita,non smetterò mai di ringraziare il direttore artistico Pino Moris,il quale, posso dire, mi ha vi-sto crescere artisticamente in quanto, da quando avevo 17 anni, ero Oboista dell’orchestra all’epoca intitolata a Giuseppe Anepeta,oggi intitolata ad

Augusto Visco,..Pino mi ha visto cre-scere senza staccarmi mai gli occhi di dosso,avvertivo il suo sguardo,il suo pensiero di stima per me, affidandomi poi la Direzione D’orchestra del pro-gramma RAI già da 6 anni.La cosa che posso dire è che se sono riuscito ad arrivare al Festival di San-remo lo devo anche al “Napoli prima e dopo” e a Pino Moris e alla grande Gloriana.Proprio il programma “napoli prima e dopo” esalta la canzone classica na-poletana, celebre in tutto il mondo per la sua inconfondibile melodia e intes-suta di veraci e profondi sentimenti. negli ultimi anni si va affermando il rap napoletano, di cui un interprete noto e acclamato è Rocco Hunt, che si è fatto conoscere al grande pubblico proprio sul palco di Sanremo. Che ne pensa di questo genere musicale che sta riscuotendo tanto successo?Il Rap ho imparato a conoscerlo piu da vicino ad AMICI, avendo in classe con me Mattia Briga,attuale Rapper,gli au-

guro il meglio per la vita perché è bravo e perché gli voglio tanto bene,per i sen-timenti ed il rispetto che ha per l’arte e per le persone. Rocco Hunt ha fatto un bellissimo Festival,lo apprezzo molto,è giovane, ma, nonostante la sua giova-ne età, è molto riflessivo,intenso e Vero in quello che scrive,poi chiaramente..Clementino,con il quale ho condiviso il palco dell’Ariston,sono proprio fe-lice per lui….sta facendo un percorso meraviglioso,gli auguro il meglio. Il Rap è oramai una Realtà Musicale.Un suo breve giudizio su Lucio Dalla, con il quale pure ha intrattenuto rap-porti professionali.Un immenso artista che porto nel-lo scrigno del mio cuore. Grandioso Lucio,voleva fare un disco di canzoni napoletane con me..purtroppo non sia-mo riusciti..ma interiormente lo faccia-mo tutti i giorni, perché la sua essenza musicale si sente ancora.L’ultima domanda non può che verte-re su qualche progetto che ha in ser-bo o su almeno un sogno che ha nel cassetto. Ce ne parli in poche parole.Ho in corso un tour teatrale con Se-rena Autieri,con lo spettacolo “La sciantosa”. Serena racconta la vita di Elvira Donnarumma..davvero un bel percorso,Serena bravissima,tiene la scena in un modo spettacolare,col canto,la danza,la recitazione,insomma Artista completa. Riguardo ai progetti ho intenzione di far nascere qualcosa di bello per i nostri giovani….non antici-po nulla….ma una bella sorpresa.Un abbraccio a tutti i lettori di Caso-riadue, al Direttore Nando e a te per questa intervista piacevole.

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15DOMENICA3 APRILE 2016

Un modello per generazioni di sportivi, ca-soriani e non, Mario Loffredo è considerato il più grande calciatore del Casoria di tutti i tempi. Classe ’56, un talento innato, perfe-zionato con l’allenamento e l’esperienza, si racconta ai lettori del Casoriadue e ci rivela i segreti per essere un bravo calciatore.Qual è la partita della sua carriera che ri-corda con più gioia?Ce ne sono tante nella mia lunga carriera. La vittoria di vari campionati è legata a ricordi bellissimi, col Casoria, il Trapani, il Savoia, la Sangiu-seppese, l’Afragolese. Sono particolarmente legato a una partita particolare contro l’Acireale, in cui segnai due goal.La più difficile?Col Casoria contro il Grottaglie, quando eravamo a due o tre par-tite alla fine del campionato. Andammo lì un po’ timorosi perché c’erano state delle minacce, ma vincemmo 3 a 0.Lei fu ceduto all’Afragolese per 100 milioni di lire, come fu passare dal Casoria all’Afragolese?In realtà, furono 120 milioni di lire, una cifra per l’epoca molto alta.Con Casoria andai in serie C, quindi passare all’Afragolese fu per me un tornare indietro come categoria. Tra l’altro avevo avuto anche proposte per entrare in categorie superiori alla C.Però, per i soliti discorsi per cui si truffava l’altro pur di piazzare il proprio giocatore, fui ceduto all’Afragolese.

Lei cosa pensa del calcio attuale?Penso pochissimo e male. C’è poco da pen-sare, perché non mi rivedo in questo mon-do frenetico fatto solo di fisico atletico e di poca tecnica. Ai miei tempi c’erano tantis-sime squadre, tutte tecnicamente valide. Si giocava con ritmi più blandi, però si vedeva davvero il calcio.Che consiglio darebbe ai giovani che in-traprendono oggi la carriera calcistica?Di non lasciare da parte la tecnica per dedi-

carsi solo a quella fisica. Ormai i giocatori sembrano essere scelti per l’altezza più che per quello che sanno fare, ma è la tecnica che fa un buon giocatore.Attualmente è tifoso? Qual è la sua squadra del cuore?Nel mio cuore c’è sempre stato e sempre ci sarà solo un colore: l’azzurro.C’è qualche rimpianto nella sua carriera?Non sono solo io a sostenerlo, anche secondo molti esperti avrei potuto giocare in categorie più alte. Ha mantenuto rapporti con qualcuno dei suoi vecchi compa-gni di squadra?Facciamo spesso cene. A volte vado da amici a Trapani con cui facciamo partite di beneficenza. Ho fatto scuola calcio per i gio-vani talenti che spesso hanno sentito parlare di me dai nonni o dai papà. Mi ritaglio così il mio tempo libero dal lavoro in banca, dedicandolo alla mia passione.

GIANLUCA GRIMALDI

Mario Loffredo: quando nel calcio contava il talento

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17DOMENICA3 APRILE 2016

PAOLA CONSOLETTI

PASQUA 2016.....TORNEI E VITTORIENei giorni scorsi, durante le festività pa-squali, il calcio, per la SC Luigi Vitale di Casoria non ha conosciuto sosta, i ragaz-zi di tutte le categorie hanno continua-to il loro lavoro, alcune delle categorie hanno partecipato ai tornei organizzati.L’ASD Sporting Casale ha organizzato il 23 Marzo il suo 1° Trofeo divertiamo-ci a Pasqua......giocando a calcio, della durata di quattro giorni, presso il Centro Sportivo Caiazzo Sport di Villa Literno, ha invitato le categorie 2004-2005-2006 della SC Luigi Vitale, le quali hanno partecipato a testa alta e con grande sod-disfazione portando a casa tutte il Primo posto nella finale oro.I Pulcini 2006 della Luigi Vitale guidati dal Mister Emilio Cimmaruta, si sono contesi le giornate di torneo con la FC Childrean Pescara vincendo 7-1; con la Real Borbonica vincendo per 4-2 ed infi-ne la finale il 26 Marzo contro la squadra di casa lo Sporting Casale vincendo per 3-1. I ragazzi si sono divertiti, confron-tandosi con altre realtà della Campania, giocando al loro sport preferito che è il calcio, ma soprattutto vincendo la finale con grande tecnica e ottima competi-zione. E’ importante poi sottolineare, il Torneo Nazionale di Pasqua 2016, orga-nizzato dalla ASD SC Luigi Vitale dal 24 al 28 Marzo, che ha visto come cate-gorie di partecipazione i Giovanissimi, Giovanissimi fascia b ed Esordienti 2° anno; le squadre partecipanti sono state: SC Luigi Vitale, SC Napoli, SC Pagane-

se, Ischia, SC Benevento ed SC Perugia. Il 28 Marzo, in mattinata, esattamen-te alle 9.30, sono partite le semifinali presso il Centro Nuova Audax dove le categorie interessate erano 2001-2002-2004. Il primo posto è stato conteso per la categoria 2004 tra il Napoli ed il Perugia, dove il Napoli ha vinto 5-3 sul Perugia, quindi il 1°posto al Napoli; per la categoria 2002 il primo posto è stato conteso tra la SC Luigi Vitale ed il Pe-rugia, dove il Perugia è stato battuto per 1-0 dalla Luigi Vitale che ha conquistato il 1° posto; infine per la categoria 2001, la Paganese ha conteso il primato con la Casertana che ha vinto per 2-0 ottenen-do il 1° posto anch’essa.Questi giorni hanno dato vita ad una vera e propria Kermesse sportiva,una fe-sta dello sport, momento di interazione tra i ragazzi, i bambini, interazione tra

i genitori.I tornei sono stati organizzati in maniera eccellente, tanto da creare dei momenti di vera aggregazione, di interscambio mettendo in luce la passione per il cal-cio. Gli stessi apportano puro diverti-mento e spirito di competizione positi-va tra i più piccoli, mentre nello stesso momento hanno dato visibilità a tanti giovani calciatori. Dopo questa breve ma intensa parentesi pasquale, il lavoro con gli allenamenti presso la SC Luigi Vitale, continua, con gli allenatori tec-nici e con i ragazzi di tutte la categorie, dove saranno proiettati verso le partite di Campionato. C’è grande soddisfa-zione per aver portato a casa numerosi trofei delle categorie partecipanti. Com-plimenti ai ragazzi che sono il frutto di un grande lavoro tecnico, di una grande tenacia ed innata passione per il calcio.

ANTONIO VALENTI

Il finale, in un certo senso da sceneggiata, è a fine 1944 al teatro Diana di Napoli: è la madre di tutte le liti della storia del Te-atro Napoletano anche e soprattutto per lo spessore dei personaggi, Eduardo e Peppino De Filippo. Quel giorno Eduardo riprende Peppino per lo scarso impegno nelle prove di uno spettacolo e Peppino gli grida, col braccio alzato a mò d saluto fascista “Duce, duce, duce!”, saranno gli attori astanti a divedere i due fisicamente: è la fine di un sodalizio artistico e la frantumazione di una famiglia mai eccessivamente compatta per formazione ed evoluzione.I due si vedranno solo altre due volte: ai fu-nerali della sorella Titina, e sarà una replica della lite anche in questa triste occasione, e la seconda volta quando Luigi De Filippo, figlio di Peppino convincerà Eduardo a fare visita al fratello moribondo e, presumibil-

mente, la pace non fu raggiunta neanche in quella occasione, considerando che poi Eduardo non parteciperà nemmeno ai fu-nerali e dichiarerà pubblicamente, subito dopo, che Peppino gli mancava da morto ma non gli era mancato da vivo.La lite al Teatro Diana fu solo l’epilogo di un disaccordo artistico ma anche familiare. Artisticamente c’era una concezione diversa teatrale. Eduardo era per un teatro umoristi-co che affondava le radici nel quotidiano e nel sociale tirandone fuori la parte amara della risata, Peppino era per la comicità pura e semplice, più legata direttamente al Teatro San Carlino allora in voga, nello specifico poi Peppino aveva raggiunto un accordo se-greto, ma non tanto poi visto che Eduardo lo sapeva benissimo, con l’impresario teatrale Remigio Paone per una rivista.

continua a pag.18

La saga dei de FiLippo tra FavoLa e Fiction, La napoLetanità come identitàe napoLitudine creativa

18 DOMENICA3 APRILE 2016

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Caratterialmente Eduardo poi era molto rigido ed intrasigente con tutti e litigherà poi anche con la sorella Titina, che reste-rà nella sua compagnia proprio su consiglio di Peppino, e il “tuono” del Diana del 1944 era stato preceduto da un “lampo” tremendo già due anni prima. Di questa prima lite pubblica vi è traccia in uno scambio di lettere che denota anche le nette differenze caratteriali tra i due.Peppino, più accomodante, scrive ad Eduardo e, fa professione di “bene fraterno” anche richiamando, come ancora d’uso oggi, le figure retoriche della mamma e della Bontà a Natale, invitan-dolo alla riappacificazione familiare ed artistica.Eduardo freddo e tagliente gli risponde che l’amore fraterno, di per sé, “è un sentimento da asilo infantile” e alla dichiarazione di un bene fraterno antico ribatte “io, e questo è il mio grande dolore, non ti voglio bene come allora: ti temo”. Nulla risponde in merito alla madre che, dice Peppino ”da parecchio si sente offesa dal tuo distacco … la mia proposta (di riappacificarsi n.d.r.) di accontentare comunque nostra madre , che tra l’altro è noto ha un particolare affetto per te e le tue cose”.Appare, a questo punto, evidente il decisivo che la particolarità della “famiglia” assume in tutti gli avvenimenti e i rapporti tra i De Filippo: i tre sono figli naturali dell’altrettanto famoso at-tore e commediografo Eduardo Scarpetta, meno comune è che la madre, Luisa De Filippo, fosse la nipote della moglie Rosa, in quanto figlia del fratello Luca e di Concetta. Luisa era la sarta della compagnia di Scarpetta.Dalla relazione con Anna De Filippo poi, sorellastra di Rosa, Eduardo Scarpetta avrà altr due figli: Eduardo De Filippo, in arte Eduardo Passarelli, ed Ernesto Murolo, famoso autore di canzoni napoletane e padre di Roberto Murolo, famoso autore e cantante napoletano.Dal matrimonio con Rosa, invece, ebbe due figli: Domenico da lui riconosciuto ma probabilmente nato da una relazione di Rosa con il re Vittorio Emanuele II e Vincenzo che erediterà la compagnia teatrale paterna.Un ginepraio familiare, con altri figli e relazioni che qui non in-teressano, che comportò notevoli vicissitudini anche se Eduar-do Scarpetta, che non potendo dare ai figli naturali il cognome dava il nome, dei tre fratelli si occupò economicamente ma an-che artisticamente facendoli lavorare nella sua Compagnia e, quando si ritirò, in quella del figlio Vincenzo.Il rapporto dei tre De Filippo con il padre fu differenziato no-tevolmente: Titina ne parlava in termini entusiastici sia come persona che come attore ed autore; Peppino, l’unico che fu mandato a balia a Caivano, ne parlava con disprezzo e rancore parlandone come despota, presuntuoso ed arrogante; Eduardo, in linea con il suo carattere, per lui le memorie servono solo ad ingarbugliare le cose, non volle mai parlare della parentela

affermando, tuttavia, che artisticamente nulla gli era derivato per “linea di sangue” ma in linea artistica in quanto lui consi-derava, non a torto, Scarpetta iniziatore di un’evoluzione del teatro napoletano che poi sarebbe proseguita da lui stesso e da Raffaele Viviani.Premesso che l’approfondimento sarebbe lungo in questa sede, va detto che il suo vissuto e l’identità avranno un ruolo deci-sivo nelle sue commedie più importanti, riuscite e conosciute: “Natale in Casa Cupiello”, in primis, in cui anche i nomi dei personaggi principali, Luca e Concetta, sono originali e non inventati, con un “disordine” familiare che poi genera la si-tuazione drammatica; e “Filumena Marturano” con il valore “sacro” del vincolo di sangue e l’amore paterno che non può essere disconosciuto.Napoli, poi, sarà come per Totò ed altri fonte di ispirazione artistica e di capolavori e la perdità di identità con l’ allontane-ranno fisico e culturale dalla Città, Eduardo tentò di allinearsi alla tematica pirandelliana, altri in altri campi alle musiche afri-cane o sudamericane, porta proporzionalmente, direttamente e fatalmente al decadimento artistico.La saga dei De Filippo, magari la si può vedere come una fa-vola o una sorta di fiction in cui la realtà supera la fantasia, finisce con lo spostamento a Roma e con il suo grido, ormai storico rivolto ai ragazzi di Napoli “Fujtevenne”: magari non è proprio così e, sicuramente, non lo è sempre e poi ci sono quelli che la napoletanità se la portano dentro anche in capo al mon-do, la napolitudine, e altri che ne fanno un distintivo esteriore, magari vivendo a Napoli, e su Napoli ci vivono trasformando la Napoletanità in retorica, luoghi comuni e business personale.Dopo Eduardo il figlio Luca, come il nonno e come Cupiello, è stato un grande attore ma non interiormente.Sintetizza tutto meravigliosamente, Vincenzo Salemme in oc-casione della morte di Luca con cui, oltre che ovviamente con Eduardo, aveva lavorato per tanti anni e di cui è stato grande amico “Non eri napoletano, eri nato a Roma e non parlavi bene la lingua partenopea. Ma ti piaceva molto e la recitavi come fosse per te una lingua straniera”.

SEGUE da paG. 17

19DOMENICA3 APRILE 2016

BIOLOGIA DELLA NUTRIZIONE

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Il diabete è un’alterazione me-tabolica conseguente ad un calo di attività dell’ormone insulina, prodotto dal nostro caro pancre-as. In particolare, il diabete può essere dovuto ad una ridotta di-sponibilità di questo ormone, ad un impedimento della sua nor-male azione oppure ad una com-binazione di questi due fattori. Esistono vari tipi di diabete, ma una recente classificazione, più semplice ed attualmente ricono-sciuta a livello internazionale, lo divide in diabete di tipo 1, rap-presentato per la quasi totalità dalla forma immunomediata (in cui il pancreas non secerne insu-lina) e diabete di tipo 2, caratterizzato principalmente da una condizione di resistenza dei tessuti all’azione della stessa insu-lina. Una caratteristica sempre presente nel diabete mellito è l’i-perglicemia; l’aumento degli zuccheri nel sangue (condizione detta di iperglicemia) deve essere fortemente evitata, in quanto gli zuccheri in eccesso vengono trasformati in grassi che posso-no depositarsi lungo le arterie, ostruendole. Inoltre gli zuccheri in eccesso possono legarsi alle proteine dell’organismo, andan-do a compromettere le loro funzioni. A lungo andare quindi l’iperglicemia può portare complicanze a livello metabolico, renale, vascolare ecc.. La terapia è specifica a seconda del tipo di diabete, ma ha come comune denominatore l’adozione di una stile di vita sano, il seguire una dieta equilibrata e fare tan-ta attività fisica. La dieta costituisce il fulcro della terapia del diabete, sia di tipo 1 che di tipo 2, ed ha lo scopo di assicurare un buon controllo glicemico, raggiungere e/o mantenere il peso corporeo desiderabile, prevenire o ritardare le complicanze. La dieta ottimale per un paziente diabetico prevede 5-6 pasti: una ricca colazione, pranzo, cena e 2-3 spuntini per evitare cri-si ipoglicemiche; si consiglia % di carboidrati pari a 55-60% delle Kcal totali nel Diabete di tipo 1 e pari a 50-55% delle Kcal totali nel Diabete di tipo 2. Di tale quantità l’ 80-85% deve essere affidata ai Carboidrati complessi e integrali (pane, pasta, patate, riso) e solo il 15-20% ai CHO semplici (zucche-ro da tavola, miele, frutta). I carboidrati complessi e integrali infatti rilasciano glucosio molto lentamente nel tempo; in tal

modo l’assorbimento del gluco-sio viene rallentato e i valori del-la glicemia saliranno molto più lentamente. Le proteine devono essere il 10-20% delle Kcal to-tali, i grassi invece il 35%, an-dando a preferire il consumo di acidi grassi insaturi (contenuti in pesce, oli, frutta secca); il co-lesterolo introdotto con la dieta deve essere inferiore al 200 mg al giorno e bisogna aumentare il quantitativo di fibra (attraverso il consumo di prodotti integrali, frutta, verdura e legumi). Cosa deve evitare il paziente diabetico in genere? Il consumo di bibite zuccherate, soft drinks e di alco-

lici, fritture, ragù di carne, dolci, snacks e merendine, grigliate di carne rossa. Oltre ad evitare tutto ciò, è importante valutare anche l’indice glicemico degli alimenti e quindi l’effetto degli alimenti sulla glicemia; gli alimenti a basso indice glicemico sono legumi, verdure, frutta, latte. Recenti studi dimostrano inoltre come il consumo di frutta secca (noci, nocciole, arachidi e mandorle) possano migliorare il quadro glicemico e ridurre il rischio di complicanze nel paziente diabetico.Com’è possibile quindi ridurre il quantitativo degli zuccheri? Consumando alimenti a basso indice glicemico e riducendo le porzioni! Un esempio di pasto completo e ideale per un pa-ziente diabetico potrebbe essere una porzione di pasta integrale con verdure condita con olio extravergine d’oliva a crudo e una porzione di pesce al forno. Si raccomanda inoltre di smettere di fumare e fare tanto movimento; l’attività fisica nel diabeti-co è opportuna, purché sia controllata e programmata; durante l’attività fisica infatti i muscoli utilizzano zucchero e l’insuli-na funziona meglio, il movimento migliora quindi l’insulino-resistenza e il quadro metabolico. Attenzione però al rischio di crisi ipoglicemiche; è opportuno fare sempre un piccolo spun-tino prima di un’attività fisica moderata, ad esempio un frutto o 2 fette biscottate. Ogni caso però dovrebbe essere opportuna-mente valutato con l’aiuto di uno specialista. Per concludere si può imparare a convivere con il diabete, ma è essenziale con-trollarsi e prevenire al fine di raggiungere il benessere psico-fisico tanto desiderato.

a cura dell Dott.ssa flavia Altieri, Biologo nutrizionista

20 DOMENICA3 APRILE 2016

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21DOMENICA3 APRILE 2016

La profondità della rosa della Juventus contro l’organizzazione di gioco del Na-poli dei titolarissimi, la sfida-scudetto si è sviluppata in questa stagione soprattut-to su questi binari. Basta pensare che lo scontro diretto di Torino è stato deciso da Zaza, un’alternativa, la “quarta punta” dell’organico di Allegri. L’ampio gap in termini di profondità della rosa, figlio della differenza di fatturato, ha trovato in casa bianconera un ostacolo nei frequenti infortuni rimediati dai calciatori della Juventus. Sarà lo stress da rimonta, la fatica generata dalla Champions con il peso specifico della doppia sfida contro il Bayern Monaco, ma la Juventus da setti-mane ha mostrato un calo di brillantezza e anche i tanti infortuni di natura musco-lare fanno riflettere. La solidità della squadra di Allegri è nell’abitudine alla vittoria, nella capacità di gestire la propria condizione psicofisi-ca in una corsa a tappe come il campio-nato ma tra Sassuolo, Bayern e Torino la Juventus non è apparsa l’armata im-battibile che sembrano presentare i suoi straordinari numeri. L’hanno dimostrato anche i “problemi da Nazionale” di tanti giocatori della Juventus: Chiellini e Mar-chisio erano out, Dybala e Barzagli non ce l’hanno fatta ad aggregarsi alle spedi-zioni del Tata Martino e di Conte, Khedi-ra, su indicazione di Allegri, ha chiesto di disputare una sola sfida di quelle previste contro Inghilterra e Italia. Le notizie posi-tive per la Juventus arrivano da Mandzu-kic, in grande spolvero con la Croazia, e Cuadrado, uno dei trascinatori al doppio successo della Colombia contro Bolivia ed Ecuador.Se le Nazionali possono essere conside-rate il termometro della condizione delle due squadre, il Napoli ne esce bene in ter-

mini soprattutto di fiducia ed entusiasmo. Ha ritrovato il campo Alberto Grassi, che nella sfida contro Andorra con l’Under 21 di Di Biagio è tornato due mesi e mezzo dopo l’ultimo impegno, quello dell’A-talanta contro il Genoa del 10 Gennaio scorso. Grassi fino a questo momento rappresenta la prima falla del lavoro di Cristiano Giuntoli visto che l’ex Atalanta è considerato da Sarri il ventiquattresimo uomo della rosa, quello da mandare in tri-buna se sono tutti disponibili. 8,5 milioni di euro il costo del suo cartellino, una ci-fra “parcheggiata” in garage almeno per questo campionato. La mezzala cresciuta nel vivaio nerazzurro è un giocatore d’ot-time prospettive ma probabilmente sareb-be stato più giusto lasciarlo a Bergamo per non fargli perdere continuità. La coppia Higuain-Insigne ammirata da tutta Europa ha fatto parlare di sé anche in Nazionale. Il Pipita ha giocato 27 mi-nuti contro il Cile e 77 contro la Bolivia realizzando due assist e alimentando i dubbi del Tata Martino sulla coesistenza con Aguero. Insigne è stato l’anima della Nazionale di Conte nel doppio confron-to contro Spagna e Germania. Il secondo tempo contro le “Furie Rosse” gli ha fat-

to guadagnare tanto terreno in vista degli Europei, contro la Germania è stato uno dei pochi a proporre giocate interessanti. Soffia in direzione Napoli anche il vento d’Africa, con Koulibaly e Ghoulam pro-tagonisti con le maglie di Senegal e Al-geria. L’esterno sinistro azzurro è andato anche a segno su rigore nel 3-3 contro l’Etiopia. Se nelle Nazionali il Napoli riesce a gio-carsela alla pari contro la Juventus e a portar casa anche un po’ d’entusiasmo in più, è imbarazzante il confronto tra l’av-ventura delle due formazioni Primavera. E’ stata la settimana del successo della Ju-ventus nella Viareggio Cup, i bianconeri hanno trionfato raggiungendo il Milan a quota nove successi in questa competi-zione. La formazione di Grosso è anche prima nel girone A con cinquanta punti, è pro-iettata alla qualificazione alla final eight. Il Napoli è quartultimo a quota venticin-que nel gruppo C, solo Ternana, Latina e Avellino hanno fatto peggio finora, e alla Viareggio Cup non ha proprio partecipa-to, la società, visto il cammino del gruppo diretto da Saurini, ha ritenuto opportuno non iscriversi al torneo.

CIRO TROISE

Da Grassi aD insiGne, Da HiGuain al “vento D’africale nazionali imprimono entusiasmo nel Gruppo azzurro

22 DOMENICA3 APRILE 2016

23DOMENICA3 APRILE 2016

Autorizzazione del Tribunale di Napolin. Reg. 5116 del 28/02/2000

Direttore Responsabile: Ferdinando TroiseStampa: pRINTING HOUSE - CaSORIa

Tiratura 7000 copie. Distribuzione gratuita.Questo numero è stato chiuso il 1 APRILE 2016

Direzione, Redazione, Amministrazione e PubblicitàVia Capri, 2 - 80026 Casoria (Na) - Tel./Fax 0817597271

email: [email protected]

Editore CaSORIa dUE s.a.s

a Jacopo GirasoleLo scorso 25 marzo, il giovane Jacopo Girasole,

ha compiuto 26 anni. Grande festa e Augurissimi.

a Gianluigi abbateIeri, 2 Aprile, tanti auguri a Gianluigi Abbate che compie 31 anni.

ad Orsola Mancoche il 5 aprile festeggia il suo compleanno.

Non diciamo gli anni …….. tanto non li dimostri!

ad Marta Iodiceche il 6 aprile festeggia il suo compleanno.

Auguri da tutta la famiglia

5 aprile: San Vincenzo FerreriNel ricordo fisso, costante e continuo

del nostro editore Vincenzo BuonaurioAuguri di buon onomastico a : Enzo Nespoli, Enzo Badini,

Enza Iorio, Enzo Sperandeo, il giovane Vincenzo Buonaurio,Enzo Esposito, il portoghese Enzo Rullo, Enzo Ricciardi,

Vincenzo Ferrara o Russo, Vincenzo Simonetti, Enzo Cafarelli Tufano, Enzo amoriello, Enzo Carfora, Enzo Coscia,

Enzo pastore, Enzina abbate, Enzo Testa.

Gli auGuri dei nostri lettori

Organizzare la volontà, espressa da tanti esponenti della società civile, di partecipare attivamente, anche a livello territoriale, alla rivolta contro le elites e i comitati di affari. Queste, le motivazioni che hanno spinto stu-denti, lavoratori, esponenti del terzo settore e professionisti, lontani da esperienze dentro i partiti, a dare vita ad “Assalto al Futuro per Casoria”, che correrà alle prossime amministrative, al fianco di “Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale”, a sostegno della candidatura a sindaco di Luca Scancariello. Secondo i promotori del progetto, il futuro va considerato come uno spazio da conquistare, e non come un processo da subire. L’impegno civile, declinato nella sua forma più alta, la politica, rappresenta l’unica arma, la più efficace, per con-seguire questo risultato. In tal senso, la piattaforma program-matica, presentata da Fdi-An Casoria lo scorso 24 febbraio, fondata su principi e valori, e su visione del mondo condivisi dai promotori, che riconoscono in Luca Scancariello il por-tabandiera ideale, nel momento in cui si rende necessaria la costruzione di un’alternativa reale, al sistema di potere che domina in città da decenni. Nei prossimi giorni, “Assalto al Futuro per Casoria” presente-rà ufficialmente la propria compagine e il proprio simbolo, nel corso di un evento pubblico, realizzato insieme con la comu-nità militante di “Fratelli d’Italia”.

Domenico De Falco della Squadra degli Acconciatori dell’Ac-cademia ANAM aderente a Casartigiani Napoli capitanata dai maestri Antonio Coscia, Pietro Colantuono e Carmine De Fal-co ha conquistato la coppa del mondo della categoria a Seoul (Corea). La squadra rappresentante l’Italia ha portato a Napoli l’ambita e prestigiosa coppa e la medaglia d’oro del giovanis-simo Domenico De Falco, frutto delle dure e numerose sele-zioni e competizioni con le squadre provenienti dalle varie nazioni. La competizione molto sentita dai professionisti del settore vuole essere un prezioso momento formativo e scam-bio culturale internazionale sulle tendente, mode e tecniche di acconciatura. La competenza e la passione napoletana hanno premiato l’Italia.

www.casartigiani.napoli.it

Presentarsi non è un compito facile per lei, specie chi lo fa per mestiere attraverso il corpo e la voce, ma per Francesca Rondinella è risultato un gioco ester-nare e farsi conoscere dai lettori. “Fin dagli inizi della mia carrie-ra - spiega l’artista - ho volutamente percorso questo doppio cammino trovandomi a mio agio nel ricoprire anche le mansioni legate agli aspetti pratici e organizzativi della pro-mozione e ideazione di eventi culturali. Con mia sorella Ame-lia dal 2000 formo il duo “Le Rondinella”

COMUNICATO STAMPA

IDA PICCOLO

CASORIA, SI COSTITUISCEIL RAGGRUPPAMENTO CIVICO

“ASSALTO AL FUTURO PER CASORIA”

FRANCESCA RONDINELLA

Foto Enrico Grieco

www.casoriadue.it

24 DOMENICA3 APRILE 2016