SACRO CUORE SANT'ANTONIO...2017/12/03  · i giovani dai 17 ai 35 anni. Info: Gabriele 348 4619195...

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FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri È facile addormentarsi, Gesù: le fatiche quotidiane, le preoccupazioni, le ansie, le paure, gli affanni mettono alla prova la nostra resistenza e così cediamo alla stanchezza, rinunciamo a tenere gli occhi aperti, a scrutare l’orizzonte nonostante il buio che avvolge ogni cosa. Le nostre giornate sono colme di attività e occupazioni: così non abbiamo più tempo per te, per intendere la tua Parola, per pensare e riflettere andando oltre alla superficie degli eventi. Veniamo travolti da quanto ci accade, non vediamo ciò che ci viene incontro, lasciamo che la nostra esistenza si limiti a seguire la corrente, adottiamo le scelte altrui, facciamo nostre le reazioni di chi ragiona con la pancia, ci lasciamo sedurre dagli slogan e da tante parole d’ordine. Svegliaci, Gesù, strappaci al sonno. Allora usciremo dal nostro torpore, ritroveremo la forza di lasciarci guidare dalla tua Parola, dal Vangelo. Donaci di uscire dalle nebbie che ci avvolgono e raggiungono le profondità dell’anima. Accendi la nostra lampada perché affrontiamo i passaggi oscuri, senza scoraggiarci e lanciare la spugna. Roberto Laurita In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all'improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!». Prima domenica di avvento: ricomincia il ciclo dell'anno liturgico come una scossa, un bagliore di futuro dentro il giro lento dei giorni sempre uguali. A ricordarci che la realtà non è solo questo che si vede, ma che il segreto della nostra vita è oltre noi. Qualcosa si muove, qualcuno è in cammino e tutt'intorno a noi «il cielo prepara oasi ai nomadi d'amore» (Ungaretti). Intanto sulla terra tutto è in attesa, «anche il grano attende, anche la pietra attende» (Turoldo), ma l'attesa non è mai egocentrica, non si attende la beatitudine del singolo, ma cieli nuovi e terra nuova, Dio tutto in tutti, la vita che fiorisce in tutte le sue forme. Se tu squarciassi i cieli e discendessi! (Is 63,19). Attesa di Dio, di un Gesù che è Dio caduto sulla terra come un bacio (B. Calati). Come una carezza sulla terra e sul cuore. Il tempo che inizia ci insegna cosa spetta a noi fare: andare incontro. Il Vangelo ci mostra come farlo: con due parole che aprono e chiudono il brano, come due parentesi: fate attenzione e vegliate. Un padrone se ne va e lascia tutto in mano ai suoi servi, a ciascuno il suo compito (Marco 13,34). Una costante di molte parabole, una storia che Gesù racconta spesso, narrando di un Dio che mette il mondo nelle nostre mani, che affida tutte le sue creature all'intelligenza fedele e alla tenerezza combattiva dell'uomo. Dio si fa da parte, si fida dell'uomo, gli affida il mondo. L'uomo, da parte sua, è investito di un'enorme responsabilità. Non possiamo più delegare a Dio niente, perché Dio ha delegato tutto a noi. Fate attenzione. L'attenzione, primo atteggiamento indispensabile per una vita non superficiale, significa porsi in modo “sveglio” e al tempo stesso “sognante” di fronte alla realtà. Noi calpestiamo tesori e non ce ne accorgiamo, camminiamo su gioielli e non ce ne rendiamo conto. Vivere attenti: attenti alla Parola e al grido dei poveri, attenti al mondo, nostro pianeta barbaro e magnifico, alle sue creature più piccole e indispensabili: l'acqua, l'aria, le piante. Attenti a ciò che accade nel cuore e nel piccolo spazio di realtà in cui mi muovo. Vegliate, con gli occhi bene aperti. Il vegliare è come un guardare avanti, uno scrutare la notte, uno spiare il lento emergere dell'alba, perché il presente non basta a nessuno. Vegliate su tutto ciò che nasce, sui primi passi della pace, sul respiro della luce, sui primi vagiti della vita e dei suoi germogli. Il Vangelo ci consegna una vocazione al risveglio: che non giunga l'atteso trovandovi addormentati (Marco 13,36). Rischio quotidiano è una vita dormiente, che non sa vedere l'esistenza come una madre in attesa, gravida di Dio, incinta di luce e di futuro. (di Ermes Ronchi ) nr. 130 (Marco 13, 33-37) VIgilate! Gesù stesso consegna ai discepoli l’ammonizione affinché il giorno del Signore non li colga all’improvviso: “State in guardia e vegliate”. Il Veniente potrà arrivare la sera, l’ora in cui proprio i tre discepoli più vicini a Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni, chiamati a vegliare in preghiera per soffrire insieme a Gesù tentato nell’imminenza della sua passione e morte, dormivano. Potrà venire col canto del gallo, quando Gesù sta davanti al sommo sacerdote mentre Pietro lo rinnega. Potrà venire all’alba, quando la tomba di Gesù é vuota perché egli è risorto, ma i discepoli restano increduli anche di fronte all’annuncio delle donne discepole. Sono ore di rivelazione di Gesù, eppure i Dodici, le hanno disertate e Marco significativamente mette in luce questa non vigilanza. Ciò che Gesù ha detto ai quattro discepoli sul monte degli Ulivi, lo indirizza anche a tutti gli altri: “Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!”. Ebbene, chiediamoci: noi cristiani che vogliamo essere discepoli di Gesù, attendiamo ancora la sua venuta? Siamo quelli che Paolo definiva “in attesa della manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo”? Il grande Basilio di Cesarea ammoniva: “Che cosa è specifico del cristiano? Vigilare ogni giorno e ogni ora ed essere pronti nel compiere pienamente la volontà di Dio”. E i padri del deserto, dal canto loro, arrivavano a dire: “Non abbiamo bisogno di nient’altro che di uno spirito vigilante”. Il cristiano dovrebbe vivere la vigilanza anche vegliando nella notte, vivendo l’attesa nel suo corpo e non lasciandola relegata ai pensieri pii. Ma in ogni caso, il fine del vegliare è l’acquisizione della consapevolezza di ciò che si è e della responsabilità che si ha nella compagnia degli uomini e nella comunità del Signore. Vigilare è vivere con i sensi svegli, resistendo all’intorpidimento spirituale, al venire meno della sovraconoscenza dataci dalla fede. Vigilare è aderire alla realtà ed essere fedeli alla terra, sapendo e affermando di essere sempre alla presenza di Dio, “tempio dello Spirito santo” e corpo del Cristo risorto nella storia. Vigilare è resistere allo spirito dominante e conservare la capacità di critica, per non piegarci al “così fan tutti!”. Nella chiesa, il vescovo, colui che vigila (epískopos), non si dimentichi non solo di restare sveglio, ma di risvegliare anche quanti sono a lui affidati. Il lettore delle sante Scritture partecipi a questa invocazione e la ripeta senza tregua, entrando in quel dialogo che chiude l’intera Bibbia e avvolge l’intera nostra vita: “Sì, vengo presto!”. Da E.Bianchi, Vangelo della domenica, www.monasterodibose.it Domenica 3 dicembre 2017 PRIMA DOMENICA DI AVVENTO Anno B

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Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri

È facile addormentarsi, Gesù: le fatiche quotidiane, le preoccupazioni, le ansie, le paure, gli affanni mettono alla prova la nostra resistenza e così cediamo alla stanchezza, rinunciamo a tenere gli occhi aperti, a scrutare l’orizzonte nonostante il buio che avvolge ogni cosa. Le nostre giornate sono colme di attività e occupazioni: così non abbiamo più tempo per te, per intendere la tua Parola, per pensare e riflettere andando oltre alla superficie degli eventi. Veniamo travolti da quanto ci accade, non vediamo ciò che ci viene incontro, lasciamo che la nostra esistenza si limiti a seguire la corrente, adottiamo le scelte altrui, facciamo nostre le reazioni di chi ragiona con la pancia, ci lasciamo sedurre dagli slogan e da tante parole d’ordine. Svegliaci, Gesù, strappaci al sonno. Allora usciremo dal nostro torpore, ritroveremo la forza di lasciarci guidare dalla tua Parola, dal Vangelo. Donaci di uscire dalle nebbie che ci avvolgono e raggiungono le profondità dell’anima. Accendi la nostra lampada perché affrontiamo i passaggi oscuri, senza scoraggiarci e lanciare la spugna. Roberto Laurita

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all'improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

Prima domenica di avvento: ricomincia il ciclo dell'anno liturgico come una scossa, un bagliore di futuro dentro il giro lento dei giorni sempre uguali. A ricordarci che la realtà non è solo questo che si vede, ma che il segreto della nostra vita è oltre noi. Qualcosa si muove, qualcuno è in cammino e tutt'intorno a noi «il cielo prepara oasi ai nomadi d'amore» (Ungaretti). Intanto sulla terra tutto è in attesa, «anche il grano attende, anche la pietra attende» (Turoldo), ma l'attesa non è mai egocentrica, non si attende la beatitudine del singolo, ma cieli nuovi e terra nuova, Dio tutto in tutti, la vita che fiorisce in tutte le sue forme. Se tu squarciassi i cieli e discendessi! (Is 63,19). Attesa di Dio, di un Gesù che è Dio caduto sulla terra come un bacio (B. Calati). Come una carezza sulla terra e sul cuore. Il tempo che inizia ci insegna cosa spetta a noi fare: andare incontro. Il Vangelo ci mostra come farlo: con due parole che aprono e chiudono il brano, come due parentesi: fate attenzione e vegliate. Un padrone se ne va e lascia tutto in mano ai suoi servi, a ciascuno il suo compito (Marco 13,34). Una costante di molte parabole, una storia che Gesù racconta spesso, narrando di un Dio che mette il mondo nelle nostre mani, che affida tutte le sue creature all'intelligenza fedele e alla tenerezza combattiva dell'uomo. Dio si fa da parte, si fida dell'uomo, gli affida il

mondo. L'uomo, da parte sua, è investito di un'enorme responsabilità. Non possiamo più delegare a Dio niente, perché Dio ha delegato tutto a noi. Fate attenzione. L'attenzione, primo atteggiamento indispensabile per una vita non superficiale, significa porsi in modo “sveglio” e al tempo stesso “sognante” di fronte alla realtà. Noi calpestiamo tesori e non ce ne accorgiamo, camminiamo su gioielli e non ce ne rendiamo conto. Vivere attenti: attenti alla Parola e al grido dei poveri, attenti al mondo, nostro pianeta barbaro e magnifico, alle sue creature più piccole e indispensabili: l'acqua, l'aria, le piante. Attenti a ciò che accade nel cuore e nel piccolo spazio di realtà in cui mi muovo. Vegliate, con gli occhi bene aperti. Il vegliare è come un guardare avanti, uno scrutare la notte, uno spiare il lento emergere dell'alba, perché il presente non basta a nessuno. Vegliate su tutto ciò che nasce, sui primi passi della pace, sul respiro della luce, sui primi vagiti della vita e dei suoi germogli. Il Vangelo ci consegna una vocazione al risveglio: che non giunga l'atteso trovandovi addormentati (Marco 13,36). Rischio quotidiano è una vita dormiente, che non sa vedere l'esistenza come una madre in attesa, gravida di Dio, incinta di luce e di futuro. (di Ermes Ronchi )

nr. 130

(Marco 13, 33-37)

VIgilate! Gesù stesso consegna ai discepoli l’ammonizione affinché il giorno del Signore non li colga all’improvviso: “State in guardia e vegliate”. Il Veniente potrà arrivare la sera, l’ora in cui proprio i tre discepoli più vicini a Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni, chiamati a vegliare in preghiera per soffrire insieme a Gesù tentato nell’imminenza della sua passione e morte, dormivano. Potrà venire col canto del gallo, quando Gesù sta davanti al sommo sacerdote mentre Pietro lo rinnega. Potrà venire all’alba, quando la tomba di Gesù é vuota perché egli è risorto, ma i discepoli restano increduli anche di fronte all’annuncio delle donne discepole. Sono ore di rivelazione di Gesù, eppure i Dodici, le hanno disertate e Marco significativamente mette in luce questa non vigilanza. Ciò che Gesù ha detto ai quattro discepoli sul monte degli Ulivi, lo indirizza anche a tutti gli altri: “Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!”. Ebbene, chiediamoci: noi cristiani che vogliamo essere discepoli di Gesù, attendiamo ancora la sua venuta? Siamo quelli che Paolo definiva “in attesa della manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo”? Il grande Basilio di Cesarea ammoniva: “Che cosa è specifico del cristiano? Vigilare ogni giorno e ogni ora ed essere pronti nel compiere pienamente la volontà di Dio”. E i padri del deserto, dal canto loro, arrivavano a dire: “Non abbiamo bisogno di nient’altro che di uno spirito vigilante”. Il cristiano dovrebbe vivere la vigilanza anche vegliando nella notte, vivendo l’attesa nel suo corpo e non lasciandola relegata ai pensieri pii. Ma in ogni caso, il fine del vegliare è l’acquisizione della consapevolezza di ciò che si è e della responsabilità che si ha nella compagnia degli uomini e nella comunità del Signore. Vigilare è vivere con i sensi svegli, resistendo all’intorpidimento spirituale, al venire meno della sovraconoscenza dataci dalla fede. Vigilare è aderire alla realtà ed essere fedeli alla terra, sapendo e affermando di essere sempre alla presenza di Dio, “tempio dello Spirito santo” e corpo del Cristo risorto nella storia. Vigilare è resistere allo spirito dominante e conservare la capacità di critica, per non piegarci al “così fan tutti!”. Nella chiesa, il vescovo, colui che vigila (epískopos), non si dimentichi non solo di restare sveglio, ma di risvegliare anche quanti sono a lui affidati. Il lettore delle sante Scritture partecipi a questa invocazione e la ripeta senza tregua, entrando in quel dialogo che chiude l’intera Bibbia e avvolge l’intera nostra vita: “Sì, vengo presto!”. Da E.Bianchi, Vangelo della domenica, www.monasterodibose.it

Domenica 3 dicembre 2017

PRIMA DOMENICA DI AVVENTO

Anno B

Page 2: SACRO CUORE SANT'ANTONIO...2017/12/03  · i giovani dai 17 ai 35 anni. Info: Gabriele 348 4619195 (WhatsApp) gabrie-lepaglia@gmail.com; Pier Paolo 335 5947103 (WhatsApp) pier.paolo.peruffo@alice.it.

➢ Domenica 3: inizio della colletta “Un posto a tavola”.

➢ Domenica 3, Treviso - Istituto Canossiano, ore 15.15: Seguire Gesù nelle cit-

tà. Famiglie aperte e accoglienti: ritiro di Avvento per famiglie organizzato da

AC e Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare.

➢ Mercoledì 6, Centro Pastorale, ore 20.30: Primo corso teologico vicariale -

Gli occhiali della famiglia. Psicologia delle relazioni familiari. Primo Laboratorio:

Amori sognati, relazioni vissute. Relatrice dott. Walter Colesso. Info nel de-

pliant dedicato.

➢ Il Gruppo Biblico del Collegio Astori organizza il corso: Vangelo di Giovanni.

La nuova alleanza. Ogni venerdì, ore 20.45, sala sopra il teatro Astori.

➢ Martedì 5, Treviso - Casa della Carità, ore 9.30: incontro dei coordinatori vi-

cariali Caritas.

➢ Dall’ 8 al 23 dicembre, presso l’Astori: Mostra Missionaria con la possibilità di

acquisto lavoretti fatti a mano dal Laboratorio Mamma Margherita.

➢ Taizè Basel dal 28/12/2017 al 01/01/2018: Incontro europeo a Basilea per

i giovani dai 17 ai 35 anni. Info: Gabriele 348 4619195 (WhatsApp) gabrie-

[email protected]; Pier Paolo 335 5947103 (WhatsApp)

[email protected]. Parrocchie S.Cuore S.Antonio Mogliano

Parr. Sacro Cuore: Tel.: 041-3097009 - [email protected] Parr. Sant’Antonio: Tel.: 041-3097009 - [email protected]

www.parrocchiemogliano.it

➢ Domenica 3 dicembre, dalle 9.30, al Sacro Cuore: nuovo appuntamento

con il GR.INV. per tutti i bambini e i ragazzi dalla 2a elementare alla 3

a me-

dia.

➢ Dal 7 al 10 dicembre, al Sacro Cuore: Mercatino Natalizio.

➢ Lunedì 11, Sant’Antonio, a seguire dopo la S. Messa della sera

(indicativamente 19:00 - 19:45): Adorazione Eucaristica e a conclusione

piccolo rinfresco nei locali parrocchiali.

Lunedì 4 dicembre, Centro Pastorale - S. M. Assunta, ore 21.00: Se-

condo incontro biblico, dell’itinerario Abbà dimmi una parola per vi-

vere assieme un momento di ascolto della Parola e di approfondimen-

to, meditazione e condivisione. Il tema dell’incontro sarà: “Quando il

cielo baciò la terra nacque Maria: ci sarà sempre un inizio”.

SACRO CUORE SANT'ANTONIO

SABATO 2

18.30: + def. Associazione Amici della Montagna; + def. Vit-tor; + Bruna e Antonio Bo-namico; + Giacomina e Ga-spare; + Vanda e Egidio.

18.00: Novena dell’Immacolata. 18.30: S. Messa.

DOMENICA 3 I domenica di Avvento

8.30: + Visentin Verenna; + Tesser Riccardo e Irene.

11.30: + Busato Sandro; + Germin Luigi; + Emilio.

10.30: + Diego.

LUNEDÌ 4 S. Giovanni Damasceno

Non c’è la S. Messa. 18.00: Novena dell’Immacolata. 18.30: + Aurelio, Giacomo, Ida. 20.30: Preghiera guidata.

MARTEDÌ 5 18.00: Novena dell’Immacolata e

Liturgia della Parola. Nel Duomo di S. Maria Assunta, ore 19.00: S. Messa concelebrata.

MERCOLEDÌ 6 S. Nicola

8.30: S. Messa. 18.00: Novena dell’Immacolata.

GIOVEDÌ 7 S. Ambrogio

18.30: + Amalia e Luciana Gatti; + Santa e Icilio.

18.00: Novena dell’Immacolata. 18.30: Non c’è la S. Messa.

VENERDÌ 8 Immacolata Concezione

8.30: S. Messa per la Comunità.

11.30: + Angelina e Alessandro.10.30: S. Messa per la Comunità.

SABATO 9 18.30: + Pastrello Vincenzo;

+ Giuseppe e Elena. 18.30: S. Messa.

DOMENICA 10 II domenica di Avvento

8.30: + Bruno, Elena e Fernanda.

11.30: + Sergio, Luigia e Tarcisio.10.30: S. Messa per la Comunità.