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SABATO 7 MAGGIO 2011 ANNO III - N. 9 diretto da Giovanni De Cicco

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SABATO 7 MAGGIO 2011 ANNO III - N. 9 diretto da Giovanni De Cicco

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ASORIA - Alla fine ci è quasi riuscita. Quasi riuscita ad approvare il bilancio di previsione 2011. Parliamo di lei, il prefetto palermitano Maria Rita

Leonardi, che regge le sorti del Comune di Casoria dallo scorso 8 febbraio. Il giorno clou per l’approvazione è fissato per lunedì, salvo imprevisti. Ma è un documento contabile senza nessuna visione strategica (e d’altronde il prefetto non ha nutrito la sensibilità istituzionale di convocare partiti ed associazioni del territorio per raccogliere idee e suggerimenti); un mero elaborato ragionieristico con incongruenze e tagli di fondi, anzi “lacrime e sangue”, cui si accompagna un piano triennale delle opere pubbliche (redatto dal settore Lavori pubblici, dirigente Sandro Dominici, oggi vicino al gruppo scissionista di Gennaro Nocera) “scadente” per qualità delle proposte e dei contenuti. Insomma, ha impiegato tre mesi per apprestarsi ad approvare un documento senza né testa né coda nonostante si sia avvalsa di un fido consulente siciliano, l’avvocato Francesco Restivo, catapultato da Palermo a Casoria a suon di migliaia di euro e biglietti aerei gratis e poi promosso Segretario generale. Ma il prefetto a delibere sterili ci ha abituato. Clamorosa quella sul Piano Casa. Con un tratto di penna il rappresentante dello Stato ha cancellato in quel di Casoria la volontà del Consiglio Regionale della Campania e del governo nazionale. Semplicemente a Casoria il Piano casa non s’ha da fare. Una occasione sprecata. Ma chi ha ispirato la delibera? Il consulente Saviano (sempre nominato

dalla Leonardi) o l’architetto Fontanella? Sono tanti e tali i paletti posti dalla delibera commissariale che anche l’iter burocratico da seguire, per i modesti interventi ammessi, diventerà un calvario tra gli uffici (e gli studi professionali). Un percorso ad ostacoli, insomma. A proposito di studi professionali, dopo

l’inchiesta dello scorso numero, i nostri cronisti hanno continuato a spulciare tra le delibere di affidamento degli incarichi (che meriterebbero l’attenzione della Corte dei conti) e sono emerse parecchie curiosità. Che raccontiamo ai lettori di Mosaico.E’ emerso ad esempio che il principe degli affidamenti è l’avvocato salernitano Mario D’Urso, ex magistrato contabile, che guida la speciale classifica con 4 incarichi in portafoglio. Due davanti al Tar Campania, sede di Napoli (rispettivamente il giudizio contro i fratelli Antonio e Mario Tuccillo per il diniego del permesso a costruire in sanatoria dei locali concessi in locazione all’ufficio Tributi e quello per il diniego di accesso agli atti di gara richiesto dalla società COINPRE) e due per opposizioni a decreti ingiuntivi emessi dal giudice del Tribunale di Casoria. Senza nulla togliere alle eccellenti qualità professionali di D’Urso, è normale scegliere un avvocato di Salerno per difendere l’Ente in decreti monitori dinanzi al Tribunale di Casoria? E’ normale affidare un banale contenzioso di accesso agli atti (cioè l’applicazione della nota legge 241/90) ad un professionista esterno anziché all’avvocatura comunale? Ma tant’è. Del resto la Leonardi,

oltre a Restivo dalla Sicilia ha scelto quale legale per un contenzioso innanzi alla Corte dei Conti di Napoli l’avvocato Michele Venturiello da Setteville di Guidonia, provincia di Roma. Come dire, alla cartina geografica Sua Eccellenza non guarda! Scorrendo le delibere salta agli occhi che in una lite di lavoro promossa dal dipendente

Pasquale Esposito Faraone il commissario affida la difesa dell’Ente a Biagio Iacono, classe 1964, studio ad Ischia a via delle Terme e recapito professionale a Napoli a via Cisterna dell’Olio. Un contenzioso promosso dalla signora Rosa Cappiello dinanzi al Tar per questioni urbanistiche viene indirizzato al trentatreenne Giancarlo Borriello da Quarto, avvocato dal 2007. A seguire con un incarico a testa il professore emerito di diritto amministrativo dell’università Federico II Giuseppe Abbamonte, classe 1923, e Nicola Mainelli. Quest’ultimo ha difeso il Comune contro l’ammissione della lista Alleanza di Popolo alle elezioni. L’esito? Ha vinto Alleanza di Popolo difesa da Alessandro Lipani. Naturalmente in tanti altri contenziosi, quasi tutti inerenti questioni edilizie (ordinanze di demolizione e dinieghi di permessi a costruire in sanatoria emessi dal dirigente del settore urbanistico, l’architetto Antonio Fontanella, fedelissimo del senatore Enzo Nespoli e del consigliere regionale Gennaro Nocera) si è costituita l’avvocatura comunale, guidata da Mauro Iavarone e Giovanni Cresci. Peraltro quest’ultimo non potrebbe assumere la difesa dell’Ente. Essendo infatti anche

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NZO NESPOLI. GLI ATTI GIUDIZIARI NEI

Sprechi & consulenze a ll ’ombra del MunicipioFioccano gli incarichi a legali esterni e l’avvocato Gi ovanni Cresci non può patrocinare le cause dell’EnteE intanto inizia il valzer dei dirigenti. Valigie alla porta quasi per tutti, si rivoluzionerà la macchina burocratica

CASORIA - BILANCIO 2011 AL RUSH FINALE MA A PALAZZO TIENE BANCO “INCARICOPOLI”

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Sprechi & consulenze a ll ’ombra del MunicipioFioccano gli incarichi a legali esterni e l’avvocato Gi ovanni Cresci non può patrocinare le cause dell’EnteE intanto inizia il valzer dei dirigenti. Valigie alla porta quasi per tutti, si rivoluzionerà la macchina burocratica

dirigente della Polizia Municipale, dove ha sostituito l’ottimo generale dei carabinieri Raffaele Imondi (oggi importantissimo sponsor romano di Ferrara Sindaco), scatta per lui l’incompatibilità prevista dall’articolo 3 della legge professionale forense. In poche parole non può indossare la toga. O fa il dirigente o l’avvocato dell’Ente. “In verità – spiega un funzionario di lungo corso che preferisce l’anonimato – le costituzioni in giudizio del Comune potrebbero essere dichiarate nulle dai giudici. A prescindere dall’incompatibilità di Cresci, vi è comunque l’ibrida posizione di Iavarone perché non essendo l’avvocatura un servizio autonomo dell’Ente ma inserito all’interno del primo Settore da cui funzionalmente e gerarchicamente dipende, viene meno il requisito dell’indipendenza e quindi la possibilità di patrocinare”. Un problema che aveva riservatamente evidenziato anche l’avvocato Raffaella Iodice, ex assessore al contenzioso della prima giunta Ferrara.E le pagliette più litigiose con il Comune? A guidare la speciale classifica 2011 sono gli avvocati Cento e Romanucci (4 contenziosi) seguiti dall’afragolese Carmine Di Mauro (2 cause), oggi candidato consigliere nella lista UDC alle comunali del 15 e 16 maggio. Seguono uno stuolo di avvocati con una pratica a testa, tra i quali spicca Vincenzo Duello, un tempo studio preferito dai casoriani per

difendersi contro gli atti del Comune.Di tutto il contenzioso 2011, uno solo è stato definito a favore del Municipio ( rappresentato da Cresci e Iavarone). E’ il ricorso presentato dalla società consortile OMNIA OPERA avverso l’aggiudicazione della gara della

refezione scolastica alla ditta ME.CA. Il Tar ha giudicato legittimo l’operato della commissione giudicatrice dell’appalto composta dai dirigenti Ilaria Desiderio (presidente, quota Pdl, Stefano Ferrara) e Ciro De Rosa (Udc, Carlo Tizziani) e dai funzionari Aristide De Marco (oggi capo gabinetto del commissario Leonardi) e Rita Fiorentino (direttrice del servizio pubblica istruzione). Una grande soddisfazione per la giovane dottoressa Desiderio che dopo tredici anni di gare annualmente e ininterrottamente vinte dalla stessa azienda (come mai?) è

riuscita a bandire ed a condurre in porto una procedura di selezione pluriennale di rilevanza comunitaria. A proposito della Fiorentino, i rumors di Palazzo la danno in pole position in caso di vittoria della ibrida coalizione elettorale di Massimo Iodice quale dirigente del V Settore, succedendo nel ruolo proprio alla Desiderio. Certo qualunque schieramento vincerà le elezioni, vi sarà un repulisti della macchina burocratica o, più elegantemente, un ampio spoil system. Valigie alla porta per quasi tutti i vecchi dirigenti, da Fontanella al romano Dominici, dall’ex segretario Tommaso Romano al capo della polizia municipale Giovanni Cresci, dall’ingegnere Salvatore Arcella (Udc, che tornerebbe alla municipalizzata Casoria Ambiente) ad Eduardo Guido (Udc). In funzione del Sindaco vincente hanno chance di salvare la poltrona l’esperto Ciro De Rosa (se la fascia tricolore va a Massimo Iodice) e Ilaria Desiderio (che potrebbe essere dirottata a Napoli con Gianni Lettieri) mentre ritornerebbe a Palazzo di città il generale Imondi (con Ferrara primo cittadino) o come tecnico o con i gradi di assessore alla legalità. Potrebbe restare anche Salvatore Nacarlo (sponsorizzato dal Presidente della provincia Luigi Cesaro), oggi potente e temuto capo del Settore Finanze, bocciato alla prova scritta del concorso per dirigente nella vicina Afragola.

CASORIA - BILANCIO 2011 AL RUSH FINALE MA A PALAZZO TIENE BANCO “INCARICOPOLI”

E’ una “banda”. Una organizzazione guidata da un soggetto - definito dal tribunalke del riesame di notevole spessore criminale, il senatore afragolese Nespoli - direttore politico del giornale “Nuova città”, la cui testata ha ispirato l’omonima lista a sostegno di Iodice Sindaco, e leader regionale della corrente “Campania in positivo” - nella quale il sodale consigliere regionale Gennaro Nocera ha arruolato solo soggetti elkettorali elettorali locali e messo su una coalizione di liste civiche per raggiungere un unico obiettivo: mettere le mani sul “tesoro” che arriverà nei prossimi mesi nelle casse del Municipio. Il “tesoro” sono i soldi del PIU EUROPA. Una montagna di denaro, soldi pubblici. Trentaquattromilioni di euro da spendere in opere pubbliche. E personaggi del calibro di Polizio, di Troiano, di Casolaro che vogliono politicamente fiondarsi sul futuro “sviluppo” che porterà il tesoretto.

E pur di espugnare il fortino del Comune non hanno esitato a stringere accordi con Vincenzo Nespoli, già condannato per tentata concussione (due anni e sei mesi di galera in primo grado), e tuttora indagato per bancarotta fraudolenta e riciclaggio di denaro e sul cui capo pende una richiesta di arresti domiciliari non eseguita per le guarentigie parlamentari di cui fruisce nella qualità di senatore.E’ una “banda” quella dei Polizio, dei Nocera, dei Troiano, dei Capano, dei Casolaro. Una “cricca” a più voci. Che non ha una strategia politica per far decollare Casoria. Che non ha un progetto politico degno di questo nome. Un cartello elettorale che non si preoccupa dei problemi di Casoria. Che è pure litigiosa. Ma ha un solo interesse: gestire 34 milioni di euro. Appalti, progettazioni, collaudi. Cemento e consenso, soldi e voti. Una manna dal cielo per i professionisti della politica.

Per mettere le mani sul “luccicante bottino” il gruppo aveva un solo ostacolo: Stefano Ferrara. Un personaggio scomodo, fuori dai giochi, un passato recente di brillante manager di una multinazionale assicurativa, gradito ai piani alti – quelli romani – della Pdl, ma inviso a Nespoli e Nocera, i ras locali. Inviso perché Ferrara si è assunto la responsabilità politica e morale di dire ad alta voce dei “no”, di predicare legalità e dignità, di essere libero da condizionamenti, ed oggi tutti insieme, riuniti in una cricca, gliela vorrebbero far pagare. Elettoralmente si intende. Nei palazzi della Roma che conta hanno saputo del criminale disegno. Il generale dei carabinieri Imondi ha tratteggiato la situazione casoriana. Conclusione, a Ferrara il simbolo ufficiale della Pdl. Nocera, sconfitto, estromesso dalla gestione locale del partito. Per Nespoli l’ennesima pessima e becera figura politica.

Fanno gola i fondi del Più EuropaIL CORSIVO

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CASORIA - GALEOTTO FU IL SOCIAL NETWORK

ASORIA - La campagna elettorale offre storie minime e semiserie di persone che saltano da uno schieramento politico all’altro con

grande disinvoltura rimangiandosi la parola data. E che sono smascherate talora dalle moderne tecnologie di comunicazione, altre volte da una firma in calce ad un documento. Oppure storie di spudorate menzogne. Niente di nuovo sotto il sole. Sono vicende che si ripetono a ogni elezione, in ogni angolo d’Italia, ma che meritano di essere raccontate alla città. Ve ne illustriamo tre emblematiche.La prima storia. Sabato 26 marzo 2011, ore 23.13. Gennaro Basile, geometra afragolese, scrive sul profilo facebook in un italiano piuttosto incerto “Auguri Stefano per l’ufficialità alla candidatura a Sindaco, io sarò a tuo fianco per stravincere con tutta la mia forza”. L’augurio è rivolto a Stefano Ferrara, cui Basile promette il proprio appoggio elettorale. Non per vincere, ma per stravincere! Il 27 marzo, sempre in un italiano zoppicante, ripete il concetto: “Dott. Stefano sono contento della sua candidatura a Sindaco adesso tocca a noi consiglieri farvi salire alle stelle con i voti”. Chiaro, no? Basile vota Ferrara. Ed, infatti, sottoscrive la candidatura nella lista Forza Casoria a sostegno di Ferrara Sindaco e spedisce sms a destra e a manca per annunciare la propria discesa in campo, il proprio ingresso nell’agone della politica attiva con il centrodestra.

Direte, dov’è la notizia? Eccola. Basile si candida anche nella lista del Nuovo Psi, che però è in un’altra alleanza, quella che appoggia Massimo Iodice sindaco. Fosse niente. Denuncia anche alle forze dell’ordine

che lui di candidarsi con Ferrara non ci aveva mai pensato. E i (galeotti) messaggi d’amore (politico) su facebook? E dire che il paffutello geometra voleva portare Ferrara alle stelle per farlo stravincere! Per il momento (forse) lo porterà in aula di tribunale.La seconda storia. Giovedì 14 aprile 2011, ore 22.30. Antonio Pugliese, ex vicepresidente della Provincia, e Carmine Bencivenga, ex assessore nella vicina Afragola, in rappresentanza del Nuovo Psi

e Gennaro Cozzolino, Mauro Ferrara e Giuseppe D’Elia per Forza Sud sottoscrivono l’accordo elettorale con il PDL. Un passaggio è cristallino. Il candidato sindaco che i due partiti voteranno è Stefano Ferrara. Con tanto di firma in calce ad un documento politico per dare sacralità ed ufficialità all’intesa raggiunta e per la memoria dei posteri. Girano le lancette dell’orologio. Sabato 16 aprile 2011, ore 12.00. Nuovo Psi e Forza Sud sono schierate con Massimo Iodice e contro Stefano Ferrara. E il documento sottoscritto da Cozzo Lino e Pugliese? Da Mauro Ferrara e Carmine Bencivenga? Cartastraccia. E la coerenza degli uomini? Dove la mettiamo la coerenza?La terza storia. Rappresentativa per tutti altri aspetti è anche la vicenda di Lega Italia, la formazione politica che a livello nazionale fa capo all’avvocato Taormina. Il rappresentante locale del partito, Gennaro Eternato è convito che la propria lista è schierata a sostegno di Ferrara. Ed invece nottetempo se la ritrova nella coalizione di Iodice. “Sono stato tradito da Nocera e compagni; mi avevano detto che sostenevano Ferrara e che la lista di Lega Italia era in appoggio alla sua candidatura, ma mentivano” spiega Eternato. Che continua: “I candidati di Lega Italia usciranno tutti a zero voti e sosterranno lealmente Stefano Ferrara. Non possiamo con i nostri voti portare acqua a chi ha abusato della nostra fiducia”.

CBasile tradito da facebookGiura amore a Stefano Ferrara e poi si candida con Massimo Iodice

Gennaro Basile

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AFRAGOLA - LA STORIA SI RIPETE

Approvato il bilancio col voto determinante del primo cittadino. L’opposizione tiene in aula e vince il confronto. Nespoli si salva grazie ad Antonio Lanzano, convinto all’ultimo secondo

FRAGOLA - Un’altra puntata tragicomica della telenovela politica andata in onda al Municipio lo scorso

fine settimana. Questa volta si parla di bilancio. Lo strumento di programmazione economica e finanziaria rappresenta l’atto principe di ogni coalizione di governo. Sapete com’è finita? Quindici pari. Vincenzo Nespoli salva la poltrona perché la differenza l’ha fatta proprio lui, col suo “ditino”. La votazione si chiude sedici a quindici per il centrodestra. Lo scioglimento anticipato dell’Assise, per il momento, è stato evitato ma sul tavolo restano i problemi politici e pure giudiziari che, di fatto, hanno sgretolato l’alleanza di governo. Pure i quindici voti raggiunti in aula dal leader del Pdl non rappresentano di per sé una maggioranza politica, programmatica e granitica. Infatti, poco prima di passare ai voti, in tarda notte, dai banchi del Pdl si alza Antonio Lanzano. Il consigliere comunale indipendente uscito da “Afragola in positivo” a causa di divergenze con il sindaco e la restante parte dell’alleanza. Si è alzato e se n’è andato. A quel punto il sindaco è entrato in fibrillazione. Si è accorto immediatamente di non avere i numeri per superare lo scoglio. Ha fatto i suoi calcoli e si è ritrovato clamorosamente sotto. Allora ha preso tempo, i suoi “emissari” sono partiti subito con una missione precisa. Recuperare Lanzano e convincerlo a votare il bilancio. Il primo è stato Antonio Pannone. Ha mandato in tilt il telefono del consigliere indipendente. L’ha fatto di fuoco. Poi, il “gioco di squadra” ha fatto la differenza. Tant’è che all’ultimo momento, il consigliere “dissidente” è entrato in aula ed ha alzato il braccio salvando Nespoli e la sua truppa. Ma, alla fine della seduta, è stato categorico ed ha fornito una spiegazione imbarazzata addirittura al pubblico presente: “E’ l’ultima volta che voto un atto preconfezionato, senza averne discusso in maggioranza”. La sintesi del suo pensiero è diretta. Ha lanciato un monito al sindaco che sul piano politico dimostra ampiamente che i numeri per andare avanti non ci sono. Non ci sono per amministrare. E non ci sono nemmeno per la sfiducia. Com’è possibile? La spiegazione è semplice: nessuno vuole perdere la poltrona in quanto in molti sanno bene che non saranno più eletti. E Vincenzo Nespoli gioca proprio su questo fattore. Appena c’è il rischio, come sul bilancio, di andare sotto, “ricorda” sbandierando sotto il naso dei consiglieri comunali lo spauracchio delle elezioni. Così ricompone immediatamente il quadro. Con l’aggiunta, in casi estremi, di promesse su prebende e persino posti di lavoro. Non c’è programmazione, non ci sono

idee, non è una questione di confronto e di soluzioni. Si tratta semplicemente di una ristretta oligarchia che tiene in ostaggio il paese. Sono saltate le regole democratiche. Si parte dalla convocazione del consiglio comunale. Il presidente dell’Assise Biagio Castaldo vive alla giornata. Tant’è che la seduta di bilancio l’ha convocata addirittura in “sessione straordinaria”. Proprio così. Una vera chicca: per approvare lo strumento di programmazione economica e finanziaria hanno bisogno del consiglio comunale

straordinario. Quando di fronte c’è l’atto principale di ogni alleanza che si rispetti. E come se non bastasse, alcuni punti all’ordine del giorno i consiglieri comunali li hanno appresi solo 24 ore prima di presentarsi nel civico consesso. Uno scandalo. Al di là delle “bacchettate” dell’opposizione ricevute da Biagio Castaldo per il suo comportamento, e la solita impotente reazione da mortificato del diretto interessato, le attenzioni sono state rivolte innanzitutto alla relazione di Angelo Capone, l’assessore al Bilancio e finanze in quota Pdl. Per trequarti ha parlato esclusivamente di problemi generali legati alla macroeconomia. Arrivando addirittura in Cina. Accademia allo stato puro. Nessun riferimento preciso alle linee guida pensate e dettate in vista di un’idea di città che potesse favorire lo sviluppo di Afragola. Non hanno una maggioranza numerica, non hanno una maggioranza politica, non hanno idee e lo dimostrano in ogni seduta pubblica. Come detto, l’unica preoccupazione è quella di restare in sella, di arroccarsi nel fortino di piazza Municipio. Costi quel che costi, al di là di tutto e tutti. Sul piano politico, infine, non può passare inosservato l’atteggiamento

dell’Unione di centro, rappresentata in aula dall’avvocato Nicola Perrino. Le prove di dialogo col Pdl e col sindaco Vincenzo Nespoli, nonostante la buona volontà e la disponibilità dello “scudocrociato” a valutare un’ipotesi di rilancio della coalizione nella seconda parte di un’esperienza fallimentare, sono tramontate. Il primo cittadino si muove da “padre padrone”. Non vuole confronti né intrusi. Quindi, non c’è stata scelta. L’Udc ha votato contro il bilancio. E lo stesso ha fatto il consigliere Ciro Silvestro. Nei confronti del quale c’è una battaglia in atto dell’intera coalizione per “silurarlo” dall’aula. L’hanno candidato, è stato eletto, l’hanno nominato capogruppo, l’hanno presentato come il volto pulito del centrodestra, come lo spirito critico e poi, appena ha osato ribellarsi ai metodi e ad alcune logiche perverse, gli stessi vertici locali del Pdl stanno tentando di utilizzare la sua professione per capire se ci sono cause di incompatibilità. Ovviamente per cacciarlo dall’Assise. A proposito. C’è un altro aspetto da raccontare che in tutti gli altri paesi, abituati a rispettare le regole, sarebbe finito nella parte iniziale dell’articolo perché da solo testimonia il livello della classe dirigente che governa il Municipio e soprattutto le “linee guida” dell’amministrazione. Il bilancio che il centrodestra di Afragola ha approvato in consiglio comunale con il voto determinante del sindaco-senatore, è arrivato in aula con il parere sfavorevole dei revisori dei conti. Per la seconda volta consecutiva. Proprio così. Parere sfavorevole. Dimostrando che la ristretta oligarchia è disposta a tutto. Non solo a rischiare la galera. Ma pure ad affrontare in futuro sanzioni economiche che potrebbero arrivare dalla Corte dei conti. Un atto gravissimo che, però, in questo contesto passa quasi inosservato. Si tratta di un aspetto di contorno, quasi superfluo. In un contesto di anarchia e di elevata spregiudicatezza può passare pure un bilancio col parere sfavorevole dei revisori dei conti. Se non si preoccupano delle inchieste giudiziarie e dei mandati d’arresto (il sindaco Nespoli dovrebbe essere ai domiciliari, ndr) figuriamoci quanto può pesare il parere contrario dei revisori dei conti sullo strumento di programmazione economica e finanziaria. Anzi, è l’ennesima medaglia che si “appuntano” sulla giacca. Quel parere contrario è un segnale. Per loro positivo. Hanno un obiettivo che non risponde all’interesse collettivo. Quindi, i revisori dei conti hanno certificato, con il loro “diniego”, che il centrodestra sta rispettando gli obiettivi che vuole raggiungere. Ovviamente Afragola non c’entra nulla.

Felice Esposito

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Quei “bravi ragazzi” che a turno salvano la poltrona del sindaco

Il consigliere comunale Antonio Lanzano

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AFRAGOLA - LE REAZIONI DEI POLITICI SUL BILANCIO

Nicola Fontanella, consigliere di maggioranza: “Il sindaco sta trattando con altri colleghi per farli entrare in maggioranza. Non ci ha detto i nomi, ma ci ha tranquillizzati. In futuro saremo più forti”

FRAGOLA – Tutti hanno un sogno. E’ umano. Guai se non fosse così. Il sogno di Biagio Castaldo è quello di

fare il sindaco. Vorrebbe prendere il posto di Vincenzo Nespoli. Non a Roma. E’ il primo a capire che magari non ha le potenzialità. Si è limitato al contesto locale. Vuole fare “sem-plicemente” il primo cittadino del suo paese. E lo scorso fine settimana non avrà dormito. Pensando al bilancio di quest’anno da appro-vare ed a quello che è successo l’anno scorso. Torniamo 12 mesi indietro. Biagio Castaldo,

in aula, da esponente del Pdl, si astenne sul documento di programmazione economica e finanziaria presentato da Nespoli. Non votò contro perché non riuscì a strappare alle op-posizioni la garanzia che dopo lo scioglimen-to anticipato del civico consesso, sarebbe sta-to lui il candidato a sindaco. Quindi, tornato coi piedi per terra, pensò al presente e si assi-curò la sopravvivenza per altri dodici mesi. Di sicuro, lo scorso fine settimana, la notte pri-ma del bilancio, quel sogno è tornato nei suoi pensieri. Tant’è che in aula non ce l’ha fatta a dimenticare quanto successo l’anno scor-so. Si è alzato ed ha pronunciato alcune frasi che hanno suscitato ilarità nei banchi di tutto il civico consesso: “Poiché non ci sono altri interventi, permettetemi di leggere all’impie-di questa deliberazione di consiglio comunale anche perché vorrei dare maggiore peso e va-lore ad un mio voto che, a dire la verità, que-sto anche per recuperare quell’atteggiamento che mi aveva portato ad un voto non espresso positivamente l’anno scorso, per mia defaian-ce, dovuta sicuramente ad un attaccamento a questo sindaco e a questa amministrazione”. Ha ricordato il sogno dell’anno prima, il suo sogno. Ed ha capito che si è trattato di una

“defaiance”, da non ripetere. Meglio che re-sti “attaccato” al sindaco ed all’amministra-zione. Almeno, le sue “gaffe” in italiano non mettono in pericolo la poltrona di numero uno dell’Assise. Quella di sindaco, adesso, non può nemmeno sognarla. Torniamo alle cose serie e reali. Le reazioni dei consiglieri comu-nali sono diver-se. “Un bilancio approvato con queste dinamiche – spiega Giovanni Boccellino, leader del Pd – dimo-stra la debolezza dell’amministra-zione. Solo quin-dici voti a favore dimostrano che ormai nonostante i tentativi del sindaco di accaparrarsi ulteriori numeri non c’è possibilità di accrescere i consensi. Sono al capolinea. Per quanto riguarda il con-tenuto dell’atto, al di là del parere negativo dei revisori dei conti, è un bilancio fasullo in quanto presuppone, ad esempio, delle entrate su alienazione di beni patrimoniali che non ci saranno. Soldi virtuali che dovrebbero esse-re utilizzati per realizzare strutture pubbliche che hanno una sola funzione. Rappresentano lo specchietto per le allodole, un motivo di propaganda da fornire in pasto all’opinione pubblica. Però è chiaro che se le entrate sono virtuali, i soldi non ci saranno e quindi non ci sarà nem-meno la realizzazione di quanto promesso. Il dato importante è che l’opposizione è com-patta ed alternativa al sistema Nespoli”. Nicola Fontanella del Pdl, come sempre, non nasconde la verità e lancia la “campagna esti-va” del primo cittadino. “Abbiamo superato un altro ostacolo – spiega Fontanella -. Tutti già cantavano il de-profundis all’amministra-zione ed invece, nonostante le dinamiche ed il parere contrario dei revisori dei conti, e nono-stante il voto determinante del sindaco, siamo riusciti a superare la prova. Al di là di tutto, l’approvazione del bilancio rappresenta di per sé una vittoria. Poi, sul futuro siamo fiduciosi perché il sindaco ci ha promesso che sta trat-tando per convincere qualche altro consiglie-re ad entrare in maggioranza. Non ha fatto ancora i nomi ma ci ha tranquillizzati garan-tendoci che saremo più forti e riusciremo ad arrivare a fine consiliatura. Il problema è un altro: l’opposizione non ha votato compatta contro il bilancio. E la loro debolezza rappre-senta un vantaggio per noi. Anche quando sia-mo in difficoltà, superiamo l’ostacolo proprio

per l’inconsisten-za di chi ci sta di fronte. Una gran-de opposizione, invece, funge da stimolo alla maggioranza che, per confrontar-si, deve puntare anch’essa ad es-sere grande. Sul parere negativo dei revisori dei conti, non voglio soffermarmi. Ho solo al sensazione che ci sia una disputa, uno scontro frontale tra l’amministrazione e l’organo tecnico. I revi-sori danno l’impressione di muoversi per lo-giche politiche”. Insomma, lo dice in tutta onestà. Lo dice un esponente del Pdl. Sono in difficoltà e per continuare il sindaco-senatore deve trattare l’ingresso in maggioranza di consiglieri che oggi siedono all’opposizione. Il mercato delle vacche con all’ordine del giorno prebende e promesse. La collettività utilizzata per raggiungere scopi personali. La solita “vitamina” che da due anni e mezzo ha massacrato le istituzioni, ha annullato gli anti-corpi nei confronti del malaffare ed ha aperto le porte a logiche deviate, inaccettabili per un contesto sano, democratico e dignitoso.

Il leader dell’op-posizione, Gen-naro Giustino: “Questo bilancio è stato redatto se-condo i principi della scaltrezza e della spregiudi-catezza. Un <cri-mine> ammini-strativo. La sinte-si dell’incapacità, dell’inefficienza dell’amministra-

zione nella sua in-terezza.

Ma il dato più disarmante è il silenzio assor-dante degli uomini di maggioranza che nell’u-nico intervento del capogruppo del Pd (Mario Carnevale, ndr) si lascia andare esclusiva-mente ad offese sterili, inutili e squallide che caratterizzano chi le dice e non chi le subisce. Sono al capolinea ed i chiari segni di nervo-sismo sono l’indice rilevatore della difficol-tà irreversibile che stanno attraversando. Per quanto ci riguarda, questo bilancio è caratte-rizzato da forti profili di illegittimità, per cui provvederemo ad impugnarlo dinanzi al Tar”.

A

Il Pdl annuncia il “mercato estivo”. Dei consiglieri e delle vacche…

Il consigliere comunale Gennaro Giustino

Il consigliere comunaleNicola Fontanella

Il consigliere comunaleGiovanni Boccellino

Il consigliere comunaleBiagio Castaldo

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FRAGOLA - Cartomanzia o poteri speciali. Nel migliore dei casi, potremmo sempre appellarci alla sfera

di cristallo. Anzi, alla palla di vetro. “Abra cadabra” e si anticipa il futuro. Immaginate i consiglieri di opposizione con i tarocchi oppure seduti, nella sala delle commissioni consiliari al Municipio, ognuno con la propria sfera di cristallo. Arrivano, salutano i colleghi, stringono la mano ai dipendenti, si siedono, aprono la borsa ed al posto del pc mettono sul tavolone rotondo del primo piano la palla di vetro. La consultano ogni giorno e riescono a prevedere il futuro. Proprio quello che è successo coi concorsi al Municipio. Due in particolare. Il bando per l’assunzione a tempo indeterminato del dirigente responsabile del settore Finanziario e l’altro per l’assunzione, sempre a tempo indeterminato, del dirigente del settore Urbanistica e Lavori pubblici. L’amministrazione guidata dal sindaco-senatore Vincenzo Nespoli ha pubblicato il bando. Ovviamente aperto a tutti i professionisti che vantano i giusti requisiti per ricoprire l’incarico. Immaginate, con la disoccupazione che c’è in giro, quante aspirazioni c’erano e ci sono per un posto fisso nella pubblica amministrazione. Ebbene, i consiglieri comunali di opposizione non hanno mai avuto dubbi. L’hanno detto, scritto, riscritto, confermato e ribadito in tutte le salse ed in tempi non sospetti. Colpa della sfera di cristallo. Sono riusciti ad indovinare i nomi dei due vincitori. O meglio, nome, cognome e rispettivo incarico. Marco Chiauzzi per quello finanziario e Nunzio Boccia per l’urbanistica. Indovinate chi ha vinto le due selezioni? Indovinate chi si è assicurato il posto fisso? Bravi. Anche i lettori hanno la sfera di cristallo. Risposta esatta. Marco Chiauzzi e Nunzio Boccia. Per carità, nessun imbroglio. I consiglieri di minoranza ormai si sono attrezzati da tempo. Tutta colpa della sfera di cristallo. Le selezioni, è inutile sottolinearlo, si sono svolte nella totale trasparenza e nel pieno rispetto della meritocrazia. Hanno vinto semplicemente i migliori. Poi, che fossero già dirigenti comunali, che fossero già in servizio con contratti a tempo determinato e per di più fedelissimi del sindaco in carica, è solo un caso, una coincidenza, un dettaglio da non prendere nemmeno in considerazione. Le malelingue hanno avuto persino l’ardire di collegare i due settori nevralgici dell’Ente locale ad un premio riconosciuto ai due “super-dirigenti” per il loro comportamento. Chi ci crede alzi la mano. Quello delle Finanze, disastrato. Un bilancio approvato persino col parere contrario dei revisori dei conti.

Sull’urbanistica, invece, è inutile parlarne. Basti pensare cosa è successo ad esempio sul cantiere della “Sean” a San Marco oppure la nota vicenda di via Sicilia. Bazzecole. E cosa c’entra il sindaco con la “Sean”? Praticamente nulla. La richiesta d’arresto è colpa dei magistrati politicizzati. Che c’entra Nespoli col fallimento della “Gazzella”, con i mattoni del parco “San Marco”, con il riciclaggio di soldi. Assolutamente nulla. Torniamo all’atteggiamento dei dirigenti. Sono i migliori. I fatti parlano chiaro. Chiedete al primo cittadino. Hanno avuto un comportamento esemplare. Sono storie che fanno curriculum, soprattutto se si partecipa al concorso bandito dall’amministrazione Nespoli per un posto al Comune di Afragola. Hanno fatto curriculum, esperienza sul campo ed alla fine hanno vinto i migliori. Marco Chiauzzi e Nunzio Boccia. I due super-dirigenti del Municipio. Il resto riguarda solo e sempre il solito polverone scatenato dalla sfera di cristallo dei consiglieri di opposizione. Hanno indovinato in anteprima i nomi dei vincitori? E cosa vorrebbero dimostrare? Che i concorsi sono stati fatti su misura? Che i concorsi sono truccati? Per carità. Lo andassero a dimostrare alle forza dell’ordine se hanno le prove o a qualche magistrato politicizzato. Invece no. Nulla di tutto ciò, come detto è solo il potere della sfera di cristallo. Il sindaco lo disse pubblicamente: “Ho le palle”. I consiglieri di minoranza si sono immediatamente attrezzati: “Hanno le palle di vetro”. Giovanni Boccellino del Pd, nell’ultimo consiglio comunale, ha fatto anche gli auguri ai “nuovi” assunti. “Facciamo tanti auguri – ha detto Boccellino – ai due dirigenti che il primo maggio firmeranno il contratto (già firmato, ndr) a tempo indeterminato grazie ai concorsi che abbiamo messo in campo che fin dall’inizio, da quando sono stati messi in campo questi concorsi, i nomi erano già stabiliti. Si diceva Chiauzzi e Boccia, era strano che già si dicevano questi nomi, e infatti questi sono usciti dal cilindro”. Trascrizione dell’intervento fatto in aula dall’esponente del Pd. Perché Boccellino si stupisce? Se la prenda con la sua sfera di cristallo. A proposito di amministrazione. Giusto per ricordare che, dopo alcuni mesi, l’amministrazione ha bandito la gara d’appalto per l’affidamento del servizio di

raccolta e smaltimento dei rifiuti. Caso strano, da sottoporre alla sfera di cristallo. C’è stata grande tensione al Municipio per individuare il responsabile unico del procedimento. Perché? Alla fine la scelta è caduta su una funzionaria, Alessandra Iroso. La quale non ha esperienza in questo settore. Scelta pensata e valutata. Appalto milionario per la durata di nove anni. Ovviamente in netto contrasto col Piano industriale votato dal consiglio comunale. Ecco perché su questi aspetti e su alcune incongruenze e diversi profili di illegittimità, i consiglieri Pasquale Grillo, Vincenzo Zucchini, Biagio Montefusco e Gennaro Giustino, hanno annunciato le barricate in sede istituzionale, incluso una denuncia all’Autorità di vigilanza ed alla Procura della Repubblica. Discorso analogo per la gara, addirittura ventennale, avete capito bene, ventennale, per l’affidamento della gestione in città della pubblica amministrazione. Alla fine la solita chicca che caratterizza il sistema Nespoli. La telenovela del parco urbano di via Oberdan continua. Il ricorso di una ditta al Tar ha annullato, con tanto di sentenza, parzialmente, l’esito della gara. Nonostante ciò, l’esecutivo, voglioso di andare fino in fondo nonostante tutto, ha conferito una consulenza all’avvocato Luigi Imperlino

affinché possa studiare la sentenza in modo da trovare eventuali punti deboli da utilizzare per concretizzare quanto già stabilito in sede politica. Nonostante le incongruenze rilevate pure dalla giustizia amministrativa. Vedremo come andrà a finire. Ovviamente lo sapremo in anteprima. Grazie alle sfere di cristallo dei consiglieri comunali. Di opposizione.

AFRAGOLA - CONCORSI AL MUNICIPIO

A

I “favoriti” hanno vinto. La sfera di cristallo colpisce ancora Due posti a tempo indeterminato nel settore finanziario e urbanistico. I consiglieri di minoranza, già prima della pubblicazione del bando, hanno diramato i nomi dei vincitori. E hanno indovinato: Nunzio Boccia e Marco Chiauzzi

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MOSAICO7 MAGGIO 2011

FRAGOLA – Potremmo definirlo una faccia tosta incredibile. Il sindaco-senatore Nespoli ne fa un’altra delle sue:

si permette di chiedere – in una interrogazione parlamentare – al ministro dell’interno “…quali iniziative abbia avviato alla luce del provvedimento procedurale previsto dall’art. 143, comma 11, della legge n. 267 del 2000 per l’incandidabilità degli amministratori dichiarati permeabili alle esigenze della criminalità organizzata nel provvedimento di scioglimento nel comune si San Giuseppe Vesuviano (Atto n. 4-05015 del 13/04/2011) e quali provvedimenti intenda adottare il ministro al fine di ripristinare la legalità nel Comune di San Giuseppe Vesuviano, in particolar modo nel segno della discontinuità amministrativa con la precedente amministrazione che, giova ricordare, è stata sciolta per infiltrazioni camorristiche…e nonostante il provvedimento di scioglimento, i disciolti amministratori, quotidianamente continuano a frequentare

gli uffici del Comune ove non è stato istituito nessun registro di ingresso per i cittadini...”. Continuando la lettura dell’atto parlamentare ci si rende conto del doppiopesismo e dell’ambiguità di quest’uomo, delle sue contraddizioni, di quanto egli sia politicamente labile. Ma, soprattutto, della capacità di utilizzare in maniera diversa, e spesso distorta, le funzioni attribuitegli dal ruolo che riveste, “abusando”, sovente, delle proprie prerogative. Una primitiva e gratuita cattiveria che lo porta a infierire su uomini che già stanno pagando le pene di uno scioglimento. Ma al “giustizialista” Nespoli questo non basta. Probabilmente per chiarezza ma, soprattutto per coerenza, il senatore, avvezzo a sollecitare commissioni d’accesso negli enti locali, dovrebbe interrogare il ministro degli Interni per

chiedere se vi sono anche ad Afragola, Comune dove il senatore svolge il ruolo di sindaco, le condizioni per l’invio di una commissione di inchiesta per verificare la permeabilità del suo “consiglio comunale” e della sua maggioranza ai poteri criminali organizzati.E così dovrebbe chiedere al signor ministro dell’Interno se vi sono ad Afragola consiglieri comunali direttamente o indirettamente collegati ai clan dominanti. Se siedono nei banchi del consiglio comunale di Afragola consiglieri comunali che hanno sentenze passate in giudicato per aver “favorito” gruppi criminali organizzati; se tra i consiglieri comunali ve ne siano diversi con procedimenti penali in corso che vanno dalla bancarotta fraudolenta al riciclaggio, dalla detenzione e presunto spaccio di sostanze vietate, ad altri tipi di reati minori. Dovrebbe chiedere al signor ministro, il buon Nespoli, se tra i suoi dipendenti, funzionari e dirigenti comunali, non ve ne siano alcuni che hanno avuto seri problemi di giustizia e che sono stati ritenuti contigui a gruppi criminali mafiosi e che oggi svolgono ruoli delicati e strategici. Dovrebbe chiedere, il senatore della Repubblica, al ministro dell’Interno come vengono gestiti gli appalti ad Afragola, come vengono individuate per esempio le strade da pavimentare o gli immobili da abbattere, i capannoni da acquisire e quelli da “sanare”; o chiedere chi frequenta le stanze comunali e se è stato istituito un registro di ingresso; come viene gestito, quali i principi finalizzati al rilascio dei permessi a costruire, come viene gestita la raccolta rifiuti e altro, tanto altro ancora. Dovrebbe interrogare, ma soprattutto interrogarsi, sulla qualità morale del consiglio comunale del quale egli è sindaco. Si dovrebbe interrogare sulle qualità morali delle sua persona, ed evidentemente scoprirebbe che, almeno per opportunità politica, dovrebbe tacere. Tacere. Restare in silenzio, soprattutto quando si parla di etica, di morale, di trasparenza, di legalità. Non è certo un esempio positivo per la società e per i nostri figli ricevere lezioni di moralità da chi forse farebbe bene a rinunciare all’immunità parlamentare e “costituirsi alle forze di polizia”. Comincerebbe, allora si, a dare un esempio sano, autentico di come si comportano gli uomini delle istituzioni. Ricordiamo, infatti, che il nostro moralizzatore dovrebbe essere agli arresti domiciliari da oltre dieci mesi. Arresti confermati, con forza, dal tribunale del Riesame con motivazioni da brividi. Ma, invece, il senatore-sindaco si erge a purificatore, a paladino della giustizia, a fustigatore di prefetti

e ministri, a censore dei cattivi, s p i n g e n d o s i spesso a punte di giustizialismo sommario. Per tutti, ma non per lui. Sempre più calzante, per lui, il principio del buon curato di provincia “…fa quel che ti dico non fare quel faccio…”. Appare, infatti, questo dettato uno dei principi ispiratori del nostro senatore, incapace ormai di contenersi anche nelle fisiologiche dinamiche politiche. E, così, invece di tacere, tenta continuamente di accreditarsi come esempio positivo, come uomo virtuoso, senza comprendere che evidentemente sarebbe meglio stare zitti. Diventa paradossale e a tratti grottesco quando tenta, per esempio, di dare lezioni di stile e di comportamento ai suoi avversari politici, immaginando, forse, che per il solo fatto di essere senatore della Repubblica, di essere portatore di valori positivi morali, politici, etici e finanche culturali. Non vogliamo andare indietro con i ricordi fino al lancio violento delle “scorze di purtuallo”, o al tiro di scarpe e di ceneriere all’indirizzo di consiglieri comunali ed amministratori quando faceva il consigliere di opposizione ad Afragola, oppure, quando per “strategia” politica, leggeva i libri in consiglio comunale per fare ostruzionismo. Saltiamo direttamente ai giorni nostri, ed è facile riscontrare che egli non è cambiato, non è “cresciuto”, nonostante i ruoli rivestiti, e, così, invece di contribuire ad alimentare un clima sereno in seno al consiglio comunale di Afragola, alimenta falsi miti e luoghi comuni finalizzati a creare confusione, a spargere veleni, a delegittimare avversari, e infine a suscitare qualche stupida risatina di alcuni suoi “sodali”, tentando di spostare l’attenzione dai problemi reali della città. E così accusa il consigliere, avversario, di turno di aver “sbagliato dose”, oppure ad un altro consigliere comunale di essere in preda ai “fumi della cocaina”, oppure con squallidi giochi di parole tacciare le opposizioni di ignoranza, di essere menzogneri e finanche “pecoroni”, il tutto durante le sedute pubbliche dei consigli comunali. Ci verrebbe da dire, per dirla alla Totò, …ma ci faccia il piacere…

Consigliere Comunale

MOSAICO6 NOVEMBRE 2010 9

Il sindaco di San Giuseppe Vesuviano Antonio Ambrosio

AFRAGOLA - IL DOPPIOPESISMO DEL SINDACO

A San Giuseppe fa il moralista e dimentica la sua AfragolaIl senatore Nespoli presenta un’interrogazione parlamentare sul comune vesuviano per denunciare le commistioni tra politica e camorra richiamando i consiglieri “controindicati”. Stesso scenario nella sua città. Ma fa finta di non vedere

A Di Gennaro Giustino

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MOSAICO7 MAGGIO 20116 NOVEMBRE 201010

AAFRAGOLA - L’HAPPY HOUR FUTURISTICO

Futuro e libertà apre ai giovani e lancia le nuove leveIniziativa della sezione locale del partito di Fini. Presenti i componenti del movimento giovanile, i consiglieri futuristi Montefusco e Zucchini ed i leader regionali Diodato e Muro

FRAGOLA – I giovani FLI inau-gurano un nuovo percorso politico-culturale. Mercoledi 4 maggio si è

tenuto l’Happy Hour futuristico presso “Atmosfera 94” organizzato dal movi-mento giovanile di Futuro e libertà cam-pano. Ospiti dell’evento gli Onorevoli Lu-igi Muro e Pietro Diodato, rispettivamente

coordinatore campano e della provincia di Napoli di Fli e il Presidente nazionale di Generazione Futuro Gianmario Mariniel-lo. Tra i presenti anche i consiglieri comunali

di FLI Afragola Biagio Montefusco e Vincenzo Zucchini, il consigliere del Movimento per Afra-gola Gennaro Giustino, i coordinatori FLI di va-rie città dell’area a nord di Napoli, il segretario

provin -ciale dei giovani U D C G i u -s e p p e N a p o -litano e il candidato al consiglio comunale di Casoria Ser-gio D’Anna. Oltre tre-cento giovani, in rappre-sentanza di tutti i circoli della provincia di Napoli e della Regione Campa-nia, si sono riuniti e hanno discusso, tra un aperitivo

e l’altro, di come Futuro e Libertà possa diventare il partito dei giovani basandosi su tre principi fondamentali: Nazione, Le-galità e Merito. “E’ un onore ed un piacere ospitare ad Afragola un evento regionale”

- così l’Arch. Biagio Montefusco, Coordi-natore di FLI Afragola - “Futuro e Libertà cresce sul territorio, cresce tra i giovani. Andiamo avanti nel nome delle nostre idee e della nostra concezione di politica. La sfida è difficile ma non impossibile”. Saluta con soddisfazione l’evento il con-sigliere comunale Vincenzo Zucchini, ca-pogruppo al Comune di Afragola, “sono certo che la qualità delle idee e degli uo-mini farà di questo movimento una grande realtà nel comprensorio a nord di Napo-li” ha dichiarato a fine serata. A parlare di rinnovamento della futura classe dirigente è stato il Coordinatore nazionale dei gio-vani futuristi Gianmario Mariniello, “Non ho mai visto un movimento politico nuo-vo con una classe dirigente vecchia, c’è bisogno di un rinnovamento della classe politica tenendo presente due valori fon-damentali: la legalità e la meritocrazia”. Ha spiegato i motivi dell’addio al PDL e il conseguente ingresso in Futuro e Li-bertà l’Onorevole Diodato, discorso di spessore il suo, finalizzato ad evidenzia-re le prospettive politiche del movimento. Nell’intervento non è mancata qualche stoccata al Sindaco Senatore Nespoli. A concludere la serata è stato il Coordinatore regionale, l’Onorevole Luigi Muro. Com-piaciuto dell’incontro ha dichiarato che sono proprio i giovani la miscela esplosi-va sulla quale vuole investire FLI. Parte da Afragola la sfida dei giovani futuristi!

Sissy Cantalupo

A

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MOSAICO7 MAGGIO 2011

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FRATTAMAGGIORE - HANNO LE PIZZE SUGLI OCCHI

RATTAMAGGIORE – Un caso clamoroso. Almeno leggendo i documenti che ormai sono di pubblico

dominio. Carte da anni nei cassetti. Tutti sanno ma si fa finta di niente. Si chiude un occhio, anzi tutti e due, senza un apparente motivo. Poi, ci sono le “riservate” della Prefettura di Napoli che cominciano ad uscire fuori, il cui contenuto è devastante. E’ arrivato il momento di accendere i riflettori sulla questione conosciuta in città col nome di “Mec dab”. Una lottizzazione convenzionata sui suoli di una fabbrica dismessa. Cinquantaseimila metri quadrati di terreno in via Vittorio Emanuele, a pochi passi dalla stazione ferroviaria. Risparmiamo la lunga storia, e ripartiamo dalle tappe principali. A novembre 2010 il consiglio comunale approva un Pua, piano urbanistico attuativo di iniziativa privata. La legge impone che l’approvazione finale spetti alla Provincia dopo l’adozione da parte dell’organo comunale. E proprio dalla Provincia arrivano delle prescrizioni rispetto alle quali dei consiglieri comunali hanno presentato un ordine del giorno nel quale chiedono “chiarimenti all’amministrazione circa le prescrizioni della Provincia di Napoli e su una nota del dirigente del IV settore” che rischia davvero di passare alla storia. In sostanza, nonostante non fosse stato ancora approvato il Pua, nei suoli della “Mec dab” sono già operative, da anni, circa 30 ditte. La nota dirigenziale del 2008, badate bene del 2008, ordina la “cessazione immediata” di queste attività in quanto non sono autorizzabili. Insomma, si tratta di una situazione di palese illegalità. Per chiamarla nel verso giusto, una lottizzazione abusiva. In questi casi, tocca ai vigili urbani intervenire e ripristinare il primato della legge. Perché non lo hanno fatto? E se lo hanno fatto, perché le ditte continuano ad operare in spregio a qualsiasi normativa? Domande che non trovano risposta. Un silenzio che alimenta dubbi e sospetti su intrecci, legami e collusioni che coinvolgerebbero la locale classe dirigente. Un silenzio complice e omertoso. I punti da chiarire sono essenzialmente tre. La “Mec dab group” ha presentato un ricorso al Tar Campania-Napoli contro il Comune di Frattamaggiore per ottenere l’annullamento della delibera di consiglio comunale numero 41 del 2008 e dell’ormai famoso provvedimento dirigenziale del IV settore del 13 ottobre 2008 in merito alla immediata cessazione di tutte le attività. La “Mec dab” dal Tar ha ottenuto semplicemente la sospensiva degli effetti della determina dirigenziale. Questo significa, in parole povere, il Tar non si è ancora pronunciato nel merito della questione, quindi non ha stabilito né sancito che è tutto legale, ma si è limitato a compiere un mero atto d’ufficio. La cosa strana è che dagli ambienti

di maggioranza, questo provvedimento viene sbandierato come una vittoria. La domanda, a questo punto, è doverosa: il Comune non è la parte costituitasi contro la Mec dab? Ancora: perché i politici di maggioranza gioiscono per provvedimenti che nella sostanza non sono assolutamente favorevoli nel merito all’azienda? Anzi. Da pubblici amministratori, dovrebbero spiegare come mai, di fronte a questa situazione di palese illegalità i vigili non riescono ad entrare nei suoli in questione anche per un semplice controllo urbanistico? Inoltre, il mancato intervento dei vigili urbani per interrompere le illegalità che si stanno producendo per il solo fatto che quelle aziende stanno operando, indipendentemente dalla pronuncia del Tar, integra gli estremi dell’omissione di atti d’ufficio. E questa non è materia amministrativa. Ma penale. La risposta alle domande, l’abbiamo trovata spulciando la trascrizione della seduta di consiglio comunale del 26 novembre 2010. Il presidente Luigi Grimaldi, si legge nel resoconto, pone una eccezione ad un consigliere comunale. “Se lei va a cena – dice Grimaldi – e lo sottolineo, con la Mec dab, è chiaro che ha un interesse che può avere un suo amico. Perché se fossi andato io a cena, mi avrebbe chiamato domani mattina sicuramente l’ispettore Maisto e mi avrebbe detto: <Perché vai a cena con la Mec dab il girono prima e il giorno dopo….>”. Il giorno dopo la cena, sapete cosa è successo? C’era una seduta di consiglio comunale. Sapete di cosa si discuteva? Del caso “Mec dab”. Il quadro agghiacciante è la risposta che il consigliere chiamato in causa da Grimaldi fornisce in aula: “Sono andato a mangiare la pizza. Presidente mi scusi, è il secondo consiglio comunale consecutivo che lei provoca e sinceramente non vorrei rispondere a queste stupide considerazioni”. Il consigliere ammette di essere stato a cena con gli imprenditori in questione la sera prima di un consiglio comunale avente ad oggetto la spinosa vicenda della lottizzazione abusiva di via Vittorio Emanuele. E guarda caso, sull’ordine del giorno presentato dal consigliere Pasquale Aveta, in merito alla richiesta di un immediato controllo dei vigili urbani, sapete qual è stato l’esito della votazione? L’atto è passato con soli 4 voti a favore. La maggioranza, ed ovviamente anche il consigliere di minoranza che è stato a cena con gli imprenditori, si sono astenuti. Un’altra domanda: com’è possibile che di fronte ad una situazione di palese illegalità, i rappresentanti delle istituzioni non si schierino a sostegno di una semplice richiesta di controllo? Cosa temono? Di cosa hanno paura? La risposta la conoscono tutti, ma in questa prima parte del dossier non intendiamo approfondire i “meccanismi” politici dietro

questa inquietante vicenda. Un’altra chicca: l’ordine del giorno, con soli 4 voti come detto, è stato approvato. Ma il sopralluogo non c’è stato. “Sto ancora aspettando che i vigili vadano sul posto e facciano una relazione dettagliata sullo stato dei luoghi – dichiara Pasquale Aveta -. Nonostante siano passati diversi mesi. Lo sanno tutti. Operano decine di aziende senza nessuna autorizzazione. Siamo di fronte ad una piccola San Marino, dove le leggi dello Stato italiano non contano. Sto ancora spettando la risposta dei vigili. Un altro fatto strano. Da quando è iniziata la vicenda Mec dab, si sono succeduti ben tre comandanti dei vigili urbani. E nessuno riesce a sbrogliare la matassa. Ad oggi, il quarto comandante che si è insediato, è anche segretario generale dell’Ente locale. Ha tutti i poteri per intervenire. Perché anche lui non dice nulla sulla questione?”. Una risposta che, visti i precedenti, probabilmente non arriverà mai. Sapete perché? Perché se proprio i vigili, armati di buona volontà, dovessero decidere di recarsi sul posto, non riuscirebbero ad entrare in quei maledetti capannoni. Lo dice, udite udite, proprio la Prefettura nella “riservata” di Pansa. “La polizia municipale – scrive il prefetto – recatasi sul posto ha incontrato forti resistenze e ricevuto minacce”. Costretti a fare marcia indietro. Lo Stato che alza bandiera bianca. A questo punto sapete cosa è successo durante il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica appena è saltata fuori la storia dei vigili urbani cacciati dai suoli della “Mec dab”? Il sindaco Francesco Russo ha alzato i tacchi e si è allontanato. Guarda caso. Questi i fatti. Rafforzati da una “riservata” della Prefettura, del 15 aprile 2009 ma uscita dai cassetti del Municipio solo alcuni giorni fa. In realtà, si tratta di un resoconto del Comitato dell’ordine pubblico e la sicurezza presieduto dall’allora prefetto Pansa. La “riservata” ricostruisce un quadro definito come “situazione di illegalità all’interno della Mec dab”. “Gli accertamenti effettuati successivamente – scrive Pansa – ad un esposto di un consigliere comunale, hanno rilevato che in realtà tali attività economiche sono svolte abusivamente senza alcuna autorizzazione prevista dalla normativa di settore”. C’è poco da interpretare. La Prefettura l’ha già definita nel 2009 una lottizzazione abusiva. L’elemento sconcertante, quindi, è il silenzio complice ed inoperoso della locale classe dirigente e degli organi istituzionali comunali. O peggio, dato lo stato dei luoghi, l’unico intervento possibile per la locale classe dirigente sarebbe uno strisciante condono. Una presa d’atto dell’esistente. Ovviamente la legge lo vieta.

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Nessuno vede la lottizzazione abusiva: nemmeno i vigili hanno accessoSullo scandalo dei capannoni in via Vittorio Emanuele, conosciuti come “Mec dab”, spunta una lettera “riservata” della Prefettura. La complicità e l’omertà della locale classe dirigente

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MOSAICO7 MAGGIO 201112

CRISPANO - ALTRA CONDANNA PER FRANCO ARBOLINO

Deve risarcire il Comune insieme all’ex segretariaCondannati a versare 11mila euro. Quattromila euro in aggiunta per il dirigente fidato di Carlo Esposito. L’argomento lo conoscono tutti: l’affidamento dell’appalto della refezione scolastica ad una ditta controindicata ai fini antimafia

RISPANO – Ricordate l’appalto della refezione scolastica che, insieme ad altre distorsioni, nel

2005 ha determinato lo scioglimento degli organi elettivi per infiltrazioni della criminalità organizzata? Il giudizio penale è in corso, in fase avanzatissima, mentre la sentenza della Corte dei conti è arrivata inesorabile. Franco Arbolino, dirigente dell’Ente locale, esponente di spicco del

Partito democratico ed uomo di fiducia del sindaco Carlo Esposito, e l’ex segretaria generale del Comune, sono stati condannati dalla Procura contabile della Campania. Dovranno risarcire il Municipio della somma di 11mila euro, mentre per Arbolino c’è un aggravio di altre 4mila euro. A queste somme vanno aggiunte le spese di giustizia. Un’altra tegola per il primo cittadino, per l’amministrazione e per la coalizione di governo, già in piena crisi d’identità ed al centro di una serie di scandali e conflitti di interesse che rischiano di riaccendere i riflettori della Prefettura. Il caso Arbolino è ancora fresco e sta creando malumori nella stessa maggioranza di centrosinistra. Prima la condanna del giudice penale, ora è arrivata quella della Corte dei conti.

Il capo dell’amministrazione continua a difenderlo nonostante sia stato tra i protagonisti dello scioglimento anticipato per camorra. Lo difende per un solo motivo: sono compagni di partito. Franco Arbolino, come detto, è pure dirigente del Pd. Di giorno lavora al Municipio, e segue gli indirizzi degli amministratori, di sera, invece, da dirigente di partito, deve valutare l’operato di sindaco e assessori.

Ecco perché rappresenta un “intoccabile”. Almeno per Carlo Esposito, il quale è sempre più solo ed isolato. Se dovesse arrivare un’altra volta la commissione d’accesso, la responsabilità dell’ennesimo disastro, a differenza del passato, cadrebbe solo sulle sue spalle. Sulla questione legale e morale, è l’unico che non vuole fare un passo in avanti, è l’unico che si è arroccato su posizioni oltranziste, ai limiti di una sfida lanciata allo Stato che rischia di far affondare Crispano di nuovo sotto i colpi dell’Antimafia. Torniamo alla condanna di Franco Arbolino. L’argomento riguarda l’affidamento dell’appalto della refezione scolastica ad una ditta controindicata ai fini antimafia. “Ha falsamente attestato – scrivono i giudici nella sentenze numero

C

476 –, ai fini dell’affidamento alla ditta Ristorm srl dell’appalto relativo al servizio di mensa scolastica presso il Comune di Crispano, e quindi per procurare alla stessa ditta un ingiusto vantaggio patrimoniale, che era stata chiesta ed ottenuta la preventiva informazione prefettizia in ordine alla sussistenza di procedimenti e provvedimenti per l’applicazione di misure antimafia, sebbene in realtà il Comune di Crispanbo non avesse acquisito dal prefetto le informazioni in merito alla sussistenza di tentativi di infiltrazione mafiosa tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi della società Ristorm”. In sostanza, Arbolino, durante lo svolgimento di un appalto, ha mentito, attestando di aver chiesto ed ottenuto dalla Prefettura di Napoli il certificato antimafia dell’unica ditta partecipante alla gara. In realtà, ha dichiarato di averlo fatto ma non lo ha mai chiesto né ottenuto. E guarda caso, l’unica ditta in gara era controindicata ai fini antimafia e per di più alla Ristorm, vincitrice dell’appalto, era stato ceduto il ramo d’azienda relativo alla ristorazione collettiva da parte della ditta “Maira”. Sapete chi è la “Maira srl”? L’azienda che prima si occupava, sempre a Crispano, guarda caso, del servizio di refezione scolastica, interdetta dal prefetto di Napoli per questioni di infiltrazioni mafiose. Arbolino è andato avanti. Il Comune firmò addirittura il contratto. E poco dopo ci pensò sempre il prefetto ad emettere, pure nei confronti della Ristorm, un’interdittiva antimafia, avendo il Gia (Gruppo investigativo antimafia) scoperto che la ditta “Maira” figurava come uno dei principali

Carlo Esposito sindaco di Crispano

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MOSAICO7 MAGGIO 2011

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Deve risarcire il Comune insieme all’ex segretariaCondannati a versare 11mila euro. Quattromila euro in aggiunta per il dirigente fidato di Carlo Esposito. L’argomento lo conoscono tutti: l’affidamento dell’appalto della refezione scolastica ad una ditta controindicata ai fini antimafia

fornitori della “Ristorm”. Quindi, la cessione del ramo d’azienda alla “Ristorm” da parte di “Maira” era stata solo formale e diretta ad eludere l’interdittiva antimafia. “Entro i termini previsti dal bando – c’è scritto nella sentenza della Procura contabile – di gara pubblicato a seguito della delibera consiliare comunale numero 47 del 2003, relativo all’affidamento del servizio di mensa scolastica per il triennio 2003-2006 era pervenuta la sola richiesta di partecipare alla gara suindicata da parte della ditta Ristorm srl per cui si era ritenuto di dare corso ad una nuova procedura di gara, ma in violazione di legge, veniva adottata dal Comune di Crispano (e specificamente da Franco Arbolino) la determina numero 1354/2003, con la quale, nelle more dell’espletamento della suddetta gara, si disponeva la proroga del contratto di appalto alla Ristorm sul presupposto che la stessa impresa era subentrata alla Maira, in aperta violazione di una serie di norme contrattuali e omettendo di acquisire dal prefetto le informazioni antimafia”. La sentenza continua e mette in evidenza, se si resta nel campo della buona fede, e parliamo della migliore delle ipotesi, l’incapacità del dirigente comunale e della segretaria nel gestire un appalto semplicissimo e per di più alla presenza di una sola ditta. Troppe coincidenze. Le

chiameremo così, nonostante la questione sia chiarissima e certificata da sentenze di diversa natura. Saranno chiamate “coincidenze” ed omissioni almeno fino a quando l’iter penale per Franco Arbolino non arrivi alla conclusione. Una domanda, sul piano politico, avendo acquisito pure la sentenza della Procura contabile, al sindaco è obbligata: perché, nonostante l’incapacità mostrata su una

questione di fondamentale importanza per un Ente locale di frontiera, precisamente parliamo di infiltrazioni mafiose, il dirigente in questione non è stato sospeso, non è stato punito, ma addirittura premiato con un nuovo incarico da considerarsi al pari o più importante di quello precedente? La risposta è semplice. La tessera di partito. La tessera del Pd è più importante in queste terre di qualsiasi cosa, del rispetto della legalità, del rispetto dell’etica, del rispetto della morale, del rispetto della legge. Non serviranno le querele utilizzate come intimidazioni. I fatti sono chiari. Sul piano giuridico, contabile e politico. Il sindaco Carlo Esposito continua a sfidare lo Stato. In questo modo non solo si accollerà il nuovo fallimento, ma si sta accreditando come l’unico responsabile anche dello scioglimento per camorra del 2005. Ne era uscito come una vittima. Ripeteva sempre la stessa cosa: “E’ colpa dei dirigenti, non sapevo, non ero a conoscenza…”. E’ stato rieletto ed ha premiato gli stessi dirigenti protagonisti dello scioglimento per camorra. Nonostante i fatti li conoscano tutti. Ieri e oggi, un solo destino, un solo nome, un solo responsabile: Carlo Esposito. L’unico sindaco nella storia di Crispano sciolto per infiltrazioni della criminalità organizzata. Un altro record da non dimenticare.

Il Municipio di Crispano

Il centro storico di Crispano

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Dopo la conclusione della mia prima ed unica maratona ( Berlino settembre 2010) avevo giurato a me stesso che non ne avrei più corse.Perché la maratona è da considerare una disciplina a se stante; infatti, fino alla mezza maratona è atletica leggera, la maratona no, è fuori, è un’altra cosa quasi un altro sport, è al di là.Per correre una Maratona ( 42,195 km) servono sicuramente buone gambe… Serve una giusta preparazione, serve passione, dedizione, serve forza di volontà. Poi magari serve qualcos’altro. Quel qualcosa che è l’ultima cosa che ti fa fare ancora un passo quando “si spegne la luce”, quando non c’è nessun motivo per andare avanti tranne la profonda convinzione di essere motivati a farlo. Come nella sua bella poesia “Se” Kipling scriveva:Se sai costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi polsi a sorreggerti anche quando sono esausti, a resistere quando in te non c’è più nulla tranne la volontà che dice loro: “Resistete”… solo quando sei nelle

condizioni di “resistere “ puoi correre per oltre 42 km.Quando alcuni mesi fa Ernesto Almavera mi propose di correre la maratona di Londra dissi subito di si, perché se si pensa alla storia della maratona il primo nome che viene in mente è probabilmente quello dell’emiliano Dorando Pietri o Petri il cui dramma si consuma proprio a Londra e il solo pensiero di percorrere le stesse strade e gli stessi km mi affascinava.La maratona (purtroppo a differenza della vita) è una scienza esatta: se fai quello che devi fare, nel modo e nei tempi in cui va fatto, i risultati arrivano ed io nei mesi precedenti la maratona di Londra avevo sudato tanto, percorso migliaia di chilometri, ero sceso dal letto all’alba per allenarmi e avevo anche dovuto sopportare le risatine ironiche degli amici e parenti che a denti stretti sussurravano “ Marco

s’é scemuto” ma ero contento di quello che facevo e di quello che avevo fatto.Ore 7,30 del 17 aprile 2011 siamo al Parco di Greenwich, detto “l’orologio del mondo”, in attesa della partenza della maratona di Londra, dinanzi a noi uno spettacolo mozzafiato che fa da cornice a migliaia di persone che si muovono per il parco; il percorso si snoda sulle rive del Tamigi fino a concludersi davanti al maestoso Buckingham Palace, lucidato a nuovo per l’imminente matrimonio del Principe William. Con il passare dei minuti la tensione aumenta, ma sono convinto di fare bene, anche se come diceva Trapattoni “ mai dire gatto se non ce l’hai nel sacco”. Che tecnicamente non vuol dire un cavolo ma il senso è sempre volare basso perché non si sa mai! Sapevo di aver fatto tutti i compiti ma 42 chilometri sono tanti e la temperatura non è certo l’ideale per una maratona, fa troppo caldo e l’umidità sfiora l’80%.PARTENZA …ORE 9,45 (10,45 IN ITALIA) Le prime miglia sono di stordimento totale, affascinato dal calore incredibile del pubblico,( chi dice che gli Inglesi sono freddi? ); le gambe volano, forse troppo,libere dal controllo di una mente distratta da quello che succede attorno. Non sembra, ma il percorso comincia lentamente a lavorarti ai fianchi, inesorabilmente, minuto dopo minuto, con la pazienza di chi ha dalla sua 42 km per batterti. Pagherò più avanti, come impone la legge della maratona. I chilometri scorrono, anzi le miglia, perché gli anglosassoni ci tengono al loro sistema metrico. Sono alla mezza maratona, la strada è larga, noi occupiamo una carreggiata, l’altra è libera perché ci passeremo tra circa 10 km. Non faccio in tempo a ragionare che la mia attenzione viene attirata da alcuni mezzi sull’altro lato della strada, la polizia, il camion dei fotografi e della tv, realizzo che di la stanno per passare i primi, eccoli sono accanto a me, in senso contrario, li incito, sono il solito gruppetto keniani ed etiopi. Corrono con una falcata elastica e morbida, bella da vedere, pare che volino ma faticano pure loro. Che bella sensazione, stiamo correndo insieme, anche se loro sono 10 km avanti a me. Certe emozioni le dà solo l’atletica, non esiste altro sport che ti consenta di misurarti con i migliori, i campioni. Tutti dobbiamo arrivare al traguardo percorrendo lo stesso percorso di 42 km e 195 metri.La stanchezza inizia a farsi sentire, e se

non hai gestito al meglio le energie rischi di andare a “sbattere” contro il “muro del maratoneta”, cioè crisi muscolare ed energetica accusata intorno al 35° km circa… E così è stato, quando transitiamo al 35°km, e cioè costeggiando la Torre di Londra e il Tower Bridge, è iniziato il momento più “struggente” della gara. Man mano che si avvicina il traguardo, le energie iniziano a esaurirsi. E’ questo il momento emotivamente più intenso, il momento in cui il tuo dialogo interiore diventa sempre più marcato, quella vocina che ti sussurra “ non mollare… forza e coraggio”, e ti ripete “concentrati”. E’ qui che la mente deve pensare positivo, anzi io dico enunciando una tecnica ZEN, è meglio che la mente non pensi per niente, non - mente, non - pensiero”. Negli ultimi km bisogna

lasciare che il cuore ci porti al traguardo; io ero lì presente e vivo su ogni passo, concentrandomi su ogni respiro e lasciando che il “fiume di gente” riversato al Big Ben e al St.James Park mi inondasse di energia per condurmi al traguardo; sono arrivato all’ultima curva posta al Buckingham Palace che mi avrebbe fatto “volare” verso il traguardo posto sul rettilineo; il traguardo è lì a pochi metri, do un bacio all’anello del mio matrimonio (come fa Pirlo...) in segno di ringraziamento a mia moglie per essermi stata vicino e poi finalmente l’urlo liberatorio, stile Tardelli durante il Mondiale dell’82.“ Basta, è l’ultima maratona che faccio, sono distrutto”, è il mio primo pensiero giunto al traguardo; sono tutto un dolore.Arriva anche Ernesto, in condizioni peggiori delle mie, ma appena mi vede mi dice :“lo sai che a novembre c’è la maratona di New York? che ne pensi, ci andiamo ?!!

LONDRA - SULLE ORME DI DORANDO PETRI

Gli afragolesi alla maratona di Londra 2011di Marco D’Antò

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RATTAMINORE - Le parole del coordinatore del Partito democratico, Andrea Perrotta, sulla necessità delle primarie, continuano a far discutere il

“Forum delle opposizioni”. Dopo i Popolari e la Democrazia cristiana, tocca ai socialisti di Enzo Fausto. “Se tutti gli alleati si schierano per le primarie, non saremo certo noi a fermarle - dichiara Fausto - ma bisogna sancire un principio: la scelta non può essere affidata ad un singolo partito ma all’intera coalizione. Ricordo nel 2007: i socialisti si chiesero le primarie, ma la coalizione non volle e scelse Geppino Firmani come candidato a sindaco. Noi ci adeguammo, rinunciando alla consultazione pre-elettorale. Adesso spero che capiti la stessa cosa. Pure perché la vittoria più bella che possiamo conseguire è la scelta di un candidato a sindaco rappresentativo, dimostrando che c’è affiatamento e si va d›amore e d’accordo». Il leader della “Rosa” fissa pure l’aspetto temporale, dimostrando di essere sulla stessa linea dei centristi. “Le primarie - continua Fausto - sono un ottimo strumento di democrazia partecipata ma ultimamente hanno diviso e non unito. Basta guardare cosa è successo a Napoli. Ecco perché dopo il programma partecipato, che stiamo realizzando, abbiamo il dovere di scegliere il candidato a sindaco in tempi relativamente brevi. E sono d’accordo con chi ha deciso di non voler aspettare l’ultima settimana ed i giochetti di quelle ore. Se stiamo ragionando per rinnovare metodi e contenuti, è giusto dare un segnale forte. Dopo l’estate bisogna dare alla popolazione il programma elettorale e comunicare il nome del candidato a sindaco. Sarebbe corretto sul piano procedurale, politico e coerente con i valori che intendiamo rappresentare. In modo da trasformare a pochi mesi dalle elezioni il Forum delle opposizioni nel Forum per Frattaminore». Una sfida importante, ambiziosa, decisiva. Per testare la tenuta dell’alleanza e soprattutto per verificare se le opposizioni saranno in grado di mantenere le promesse che stanno facendo da mesi in merito ad un cambiamento di metodi e di contenuti della politica e dell’amministrazione. Trasformare un progetto che si oppone al sistema Caso in un laboratorio politico che dia ai cittadini una prospettiva di governo seria, stabile, nuova, efficiente ed affidabile. Tutti sono d’accordo affinché già dopo l’estate si presenti la coalizione, il candidato a sindaco, il programma. Insomma, c›è bisogno di tempo per radicare la proposta di governo nel paese e far sentire i cittadini protagonisti di quella che sarebbe una bella pagina di politica e di

partecipazione. Ma è inutile nascondersi. Il pallino è nelle mani del Partito democratico. Deve uscire dal gioco delle “correnti” e superare le vecchie logiche, legate all’ultimo minuto, che non sono più attuali. Soprattutto i “burattinai”. Se vogliono partecipare si mettano a disposizione della coalizione e del progetto. Mettersi dietro le quinte per “impallinare” gli altri, sarebbe un segnale di debolezza del Pd e vanificherebbe un progetto ambizioso. In questo caso, si commetterebbe

l’errore di rafforzare il sindaco in carica. Dopo l’estate la verità. Tutti d’accordo per il momento. Tranne il Pd. Le chiacchiere sono importanti, per carità, ma alla fine contano i fatti. Su questo terreno si valuterà quanto i “democratici” tengano al rinnovamento ed al progetto politico. “Non bisogna commettere l’errore - spiega Fausto - di vedere i fantasmi dietro gli alleati. Per me, i Popolari sono alleati come il Pd, come Rifondazione comunista, tanto per fare degli esempi. Tutti sullo stesso piano. Lealtà e coerenza. Poche settimane ancora, come detto, e sapremo se c’è la maturità per uscire fuori non come opposizioni ma con un progetto di governo che nei mesi che ci separano dalle elezioni tenteremo di radicare sempre di più. Dopo l’estate programma e candidato”. I “Popolari” restano sulla loro linea, già enunciata nelle scorse settimane, e, con senso di responsabilità si schierano affinché prevalgano le posizioni di tutti gli alleati. “E’ evidente – spiega Salvatore Barbato, presidente dei <Popolari> - che se la coalizione, ed in particolare il Pd, vogliono le primarie, siamo già pronti. Abbiamo già annunciato che ci presenteremo con un nostro candidato. Pronti a confrontarci con il popolo

dei militanti del centrosinistra nell’ottica di un confronto democratico con gli altri amici che decideranno di dare vita a questa giornata dove prevarrà la democrazia partecipata. Senza divisioni. Tutti quelli che parteciperanno saranno sicuramente in grado di rappresentare al meglio la coalizione. E chi vincerà sarà, senza esitare un attimo, il candidato di tutti. C’è grande spirito di squadra. Proprio per questo, però, la posizione dei socialisti espressa da Enzo Fausto rappresenta un punto fondamentale sul quale ragionare. Se prevale, scelta logica e legittima, in tutti i partiti della coalizione la consapevolezza che le primarie sono superate, in quanto in tempi stretti definiamo con i militanti il programma ed il candidato a sindaco, dimostreremo davvero di voler rinnovare nei fatti la politica ed i metodi, ma soprattutto daremo una prova di forza straripante rispetto alla compattezza della coalizione. Ed avremo tempo per radicare il progetto nell’opinione pubblica e nel paese. Casa per casa, restituendo speranza alla città di un futuro migliore. I socialisti hanno dato l’ennesima dimostrazione di quanto tengano all’unità dell’alleanza e al paese. Un segnale forte che deve essere valorizzato”. Insomma, tutto pronto. L’alternativa a Enzo Caso si rafforza di giorno in giorno. Il dibattito nel centrosinistra è continuo ed offre continui spunti di riflessione. Programma e candidato. Al di là delle primarie o del superamento di esse, c’è una convinzione. L’identikit è stato stilato. Sarà di sicuro una figura ben riconoscibile dall’opinione pubblica. Una figura che negli ultimi cinque anni ha saputo rappresentare sul campo l’alternativa concreta e reale ai metodi fallimentari della coalizione di governo ed ai pessimi risultati raggiunti. Lo disse Perrotta, lo hanno ripetuto Fausto e la dirigenza dei Popolari: “L’elezione non sarà un momento per azzerare quanto successo e mettere tutti sullo stesso piano”. C’è una linea netta che divide l’amministrazione dal “Forum”. Una linea netta per dare un segnale altrettanto chiaro e percepibile di discontinuità col recente passato. Da archiviare in fretta, a suon di migliaia di preferenze. Dopo 5 anni di sofferenza, di sacrifici, di rinunce e di impegno civico e sociale, è ora di raccogliere quanto seminato. Ultima considerazione. Il solito “dinosauro” da qualche giorno si è rivisto in piazza San Maurizio. E’ un segnale che si è rimesso in moto. Tenta di farsi vedere dalla gente e tentare di screditare, con la sua presenza, l’immagine di persone perbene e del nuovo progetto. Ma questa è un’altra storia, sulla quale torneremo nel prossimo turno. Caro Pd, cosa combini…

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FRATTAMINORE - I SOCIALISTI SUPERANO LE PRIMARIE E DETTANO I TEMPI ALL’ALLEANZA

“Nessuna imposizione, scegliamo insieme la sintesi migliore”Enzo Fausto: “Definire il programma ed ufficializzare il candidato a sindaco appena dopo l’estate. Gli alleati sono tutti sullo stesso piano”. Barbato (Popolari): “I socialisti dimostrano grande responsabilità”

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Enzo Fausto dei Socialisti

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AIVANO – E’ passato appena un anno dalla nomina della prima giunta. Solo dodici mesi, eppure pare già un’eternità

per gli scandali che si sono succeduti e che hanno coinvolto la coalizione di governo. Scandali e mutazione del quadro politico stabilito dal voto popolare. ER’ passato un anno ma pare un’eternità.Il tre maggio dell’anno scorso il sindaco, fresco di elezione, Tonino Falco sceglie gli assessori. Li nomina e parte con numerose aspettative positive ed un esecutivo rappresentativo. Il primo bilancio, come detto dopo appena dodici mesi, è pessimo, fallimentare sotto tutti i punti di vista. Non si tratta di un’opinione ma di una semplice constatazione. Al riparo da qualsiasi smentita. Il primo esecutivo affonda prima ancora di partire. Ricordate il caso che ha coinvolto Carlo Ciccarelli? Il leader della “civica” del Parco Verde che ha determinato al ballottaggio la vittoria di Tonino Falco su Simone Monopoli per circa 300 voti? Il sindaco si affacciò dalla casa comunale per festeggiare la sua vittoria proprio insieme a Ciccarelli. Un plebiscito. Pochi giorni ed Tonino Falco, su consiglio del prefetto di Napoli, lo costrinse alle dimissioni per storie negative che hanno visto protagonista la famiglia del neo assessore. Non lo hanno difeso un attimo. Lo hanno usato e l’hanno buttato via con un cinismo da brividi. Nonostante se sono ancora lì, se hanno vinto le elezioni è grazie a Carlo Ciccarelli. Lo sanno tutti. Fatto fuori il leader del Parco Verde e preso atto della falsa partenza, il primo cittadino serra le fila e tenta un nuovo slancio. Il primo passo, appena il secondo ed inciampa di nuovo. Un altro scandalo. Sequestrato il suolo di proprietà dell’assessore Giuseppe Carofilo. Sequestrato dia carabinieri per scarico illecito di rifiuti. Provvedimento revocato dal giudice. La questione, da indiscrezioni trapelate, resta comunque in piedi, ma al momento tutto pare sotto controllo. Anzi, su quei terreni da qui a poco la famiglia dell’assessore dovrebbe aprire il cantiere per edificare una serie di appartamenti. Su questo, però, ci torneremo più avanti. Fermiamoci al dissequestro. Carofilo, su consiglio del presidente dell’Assise Pasquale Mennillo, restituisce al sindaco la delega alla polizia municipale. Ancora una falsa partenza. Superato il secondo scandalo, non senza ferite e perplessità sorte all’interno della stessa coalizione di governo, il capo dell’amministrazione tenta per la terza volta di ripartire. Si prepara come un maratoneta. E’ ancora sulla linea della partenza nonostante le settimane siano passate inesorabili. Si riscalda i muscoli, lancia proclami e buoni propositi e inizia a correre. Prima passo, poi il secondo, e di nuovo faccia a terra. Arriva una lettera dalla Prefettura di Napoli. Alessio Vanacore, per una brutta storia giudiziaria vine “cacciato” dal Consiglio. Serve però la votazione dell’aula.

La prima seduta va a vuoto. Nella seconda prendono atto dell’indicazione del prefetto e fanno fuori Vanacore dal civico consesso. Un altro leader di maggioranza “silurato”. Un altro “mister preferenza”, determinante per la vittoria di Falco, è costretto a farsi da parte. Altra falsa partenza. L’esperienza fallisce clamorosamente prima ancora di iniziare. Senza prendere in considerazione il clima incandescente, i manifesti settimanali apparsi in città ogni week-end con denunce circostanziate su episodi e fatti di malaffare. Con tanto di nomi e cognomi. Manifesti anonimi. Segnali evidenti che la pressione è alta, c’è qualcosa che non va, il meccanismo è in tilt. Puntuale arriva l’inchiesta dell’Antimafia, condotta dai carabinieri, sulla presunta compravendita del voto e sulla mobilitazione, certificata, dei camorristi alle elezioni. Li hanno visti tutti davanti ai seggi a condizionare il voto. Tant’è che l’ex sindaco Pippo Papaccioli commentò quei gironi con una frase destinata a fare storia: “Appena arrivato ai seggi ebbi l’impressione di stare nel cortile del carcere di Poggioreale durante l’ora d’aria”. Archiviato il caso Vanacore, Tonino Falco, con pazienza si rende conto che è ancora sulla linea di partenza. Nonostante abbia già il fiatone. Non demorde. Vuole per forza iniziare quella maratona che, a conti fatti, lo ha sfiancato prima ancora di partire. Non si arrende. Non è convinto di aver fallito. Ci riprova. Di nuovo proclami sulla programmazione. Si riscalda i muscoli ed annuncia uno sprint per recuperare il tempo perduto. Torna dalle vacanze abbronzato. E si ritrova tra le mani un’altra patata bollente: l’Igica. La società pubblica che gestisce la raccolta dei rifiuti in città da mettere in liquidazione. Ovviamente sulel cause del disastro, quelle vere e concrete, non possono parlare. Se non per congetture o strumentalizzazioni nei confronti del nemico di turno. Le questioni serie non possono essere affrontate. Gli sprechi, gli imbrogli, il clientelismo. I posti elargiti alle moglie dei consiglieri comunali. Qualcuno è nella maggioranza di Tonino falco. Figuriamoci se il sindaco vuole perdere pezzi in aula. Quindi, si parte con una proposta: l’Igica 2. La vendetta. Un altro carrozzone. Il secondo. Il quale non è ancora affidataria del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti ma opera grazie ad un’ordinanza sindacale. Su questo caso, a breve, ci ritorneremo per svelare l’ennesimo colossale imbroglio sulla pelle dei cittadini. Qualcuno penserà: dopo l’Igica finalmente trovato un equilibrio ed iniziato un percorso normale. Nemmeno per sogno. Si tratta dell’ennesima falsa partenza. Il sindaco si ritrova sempre lì, sulla linea di partenza. Non riesce proprio a correre. E’ testardo. Non vuole dimostrare che si arrende facilmente. Ha capito che ha collezionato una serie di bruttissime figure in poco tempo. Si mostra, ai taccuini,

deciso: questa volta è quella giusta. Partirò con prepotenza. Primo passo, il secondo e sapete cosa succede? Inciampa e cade faccia a terra. L’assessore dei “Popolari”, il leader del “Gonfalone”, colui che ha creato la coalizione, colui che ha voluto Tonino Falco a sindaco, all’anagrafe Enzo Angelino, si dimette dalla giunta. Se ne va con stile. Scrive una “riservata” al primo cittadino dichiarando: “Vado via perché la mia idea di interesse collettivo non è uguale a quella dei miei colleghi”. Un’altra frase destinata a restare nella storia. Il significato è chiaro a tutti. Quelle parole pesano come pietre. Che, col passar del tempo, diventeranno dei macigni. Il sindaco, stanco, col fiatone, ha fallito ancora. E’ sempre lì. Sul punto di partenza. Vuole dimostrare che è forte pure senza Angelino. Sminuisce le sue dimissioni. Dichiara che non ha capito i motivi. Probabilmente meglio così, almeno per lui, altrimenti doveva prendere atto di una situazione a dir poco imbarazzante. Capisce che la coalizione che ha vinto le elezioni si è frantumata, il castello è crollato. La fiducia dei cittadini diminuisce di giorno in giorno, il verdetto dell’elettorato è stato stravolto. La maggioranza scelta dal popolo, quella che ha vinto le elezioni, non c’è più. Allora tenta di ripartire fregandosene a questo punto di tutto e tutti. Alza lo sguardo e si ritrova sempre al solito posto, sotto lo striscione della “partenza”. Getta il cuore oltre l’ostacolo. Primo passo, poi il secondo e ci risiamo: inciampa e ricade faccia a terra. Scoppia la guerra in maggioranza contro l’Mpa. La “colomba” cacciata dalla coalizione di governo. Un altro schiaffo agli elettori ed un calcio alle urne. Ormai, è andata così. L’importante, però, è partire. E’ sempre lì. Sulla linea della partenza. Una maratona che non riesce proprio a decollare. Stringe i tempi. Vuole arrivare almeno al terzo passo. Primo, secondo e crolla. Sfinito. Scoppia lo scandalo dei loculi abusivi al cimitero. La famosa sesta fila non autorizzata. Per fortuna del maratoneta fallito, i leader del centrodestra, Simone Monopoli e Giuseppe Celiento, denunciano, con tanto di prove fotografiche, l’increscioso episodio prima che l’opera fosse “gettata”. Torna sul traguardo. Mette le carte a posto ed evita un’indegna fine per sé e per i suoi. Protagonista ancora lui, l’assessore Giuseppe Carofilo. Si va in Consiglio tra una sommossa popolare e gli sfottò della popolazione. Quasi come se fosse una barzelletta. L’opposizione incalza, spara sulla croce rossa. Il sindaco apre al Pd, tentando di ottenere una scialuppa di salvataggio. Un partito che gli elettori hanno relegato all’opposizione. E sapete cosa promette Falco? Di mandare a casa gli assessori inadeguati. Torna a casa più stanco che mai e si rimette sulla linea di partenza. Si accorge, però, che gli assessori inadeguati non li può cacciare. Al massimo può cambiargli le deleghe.

CAIVANO - BILANCIO DEL PRIMO ANNO DI AMMINISTRAZIONE

Un maratoneta che non riesce a partire: stanco, imbarazzato e col fiatoneLa maggioranza che ha vinto le elezioni si è dissolta. Instabilità dell’esecutivo, scandali, conflitti di interesse, interventi del prefetto, dimissioni, manifesti al vetriolo e l’ombra della camorra sul voto

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MOSAICO7 MAGGIO 201120

L’alternativa al sistema Caso prende sempre più corpo. La Dc e i GpF chiamano l’Udc

Il presidente del “gonfalone” Michele Pellino: “Alleanza ampia e condivisa, ma senza giochetti di Palazzo”

Nella sede dei “Popolari” affollata iniziativa: ecco la democrazia partecipata

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MOSAICO7 MAGGIO 2011 21

ARDITO - Egregio sindaco, sono molto amareggiato per quanto si è verificato in questi giorni e mi sono

accorto che, purtroppo, la politica ha un altro significato rispetto a quello che c’è scritto sui libri.Ho accettato l’incarico di assessore propostomi dal partito dell’Italia dei valori consapevole che si trattasse di un’occasione da non perdere. A costo di sacrificare la professione, la famiglia e gli impegni personali, volevo dare un contributo alla crescita sociale ed economica del mio paese. Ho inteso mettermi a disposizione dei cittadini, puntavo a dare un contributo fattivo, concreto, leale affinché si potesse aprire una fase di sviluppo. A conti fatti, tuttavia, mi sono accorto che spesso gli interessi di parte prendono il sopravvento.Anche le dimissioni della consigliera Maria Grazia Romano sono state accolte e commentate con un cinismo, pure fastidioso. Non sarò certo io a fornire le giustificazioni del gesto della collega.Idee, valori, confronto, parole vuote in un contesto dominato dal qualunquismo e dall’arrivismo. Uomini considerati come semplici numeri. Uno vale l’altro. In questa logica non posso ritrovarmi in quanto per me la politica è “un’arte nobile”, una cosa seria, un modo per mettersi a disposizione di una comunità e risolvere i problemi nell’esclusivo interesse comune. Nulla di più.Non mi interessano le beghe e la gestione nell’accezione negativa del termine. Non ho bisogno di fare clientela per racimolare qualche voto. Alle prossime elezioni Comunali, se in campo ci sarà un serio progetto di sviluppo, darò il mio contributo di idee e di consensi, sempre puntando al benessere collettivo. Vivo di professione e non di politica, quindi, non sono mosso da un’ansia spasmodica di restare in sella per chissà quali interessi personali. Ho avuto modo in questi mesi di verificare sul campo cos’è la pubblica amministrazione e le posso dire che la ritengo un’esperienza forte, ma allo stesso tempo formativa, grazie alla quale ho avuto modo di conscere fatti e persone, nonché, di misurarmi in una realtà che prima conoscevo solo dall’esterno.Ringrazio Lei, sindaco Barra, per il periodo che abbiamo vissuto insieme. Al di là delle divisioni e dei diversi punti di vista maturati sulle ultime vicende, le auguro di continuare a governare Cardito nel migliore

dei modi, privilegiando le migliori energie e professionalità esistenti sul territorio. Personalmente, la seguirò da cittadino, con la “carica” di giovane che vive il proprio paese e si rimbocca le maniche per migliorarlo. Dimostrando che non c’è bisogno di un incarico per mettersi al servizio della propria comunità.Sono rimasto, invece, deluso da quanto si è verificato sulla questione dell’approvazione dei Pua. Da assessore al Contenzioso,

ho proposto per mesi la costituzione in giudizio, ma una parte della maggioranza e l’amministrazione si sono sempre rifiutati di mettere in pratica quella che secondo me era la strada giusta da seguire in termini di garanzia del Paese. Ho presentato dei quesiti, oltre quelli sottoscritti insieme con gli altri assessori, che non hanno avuto nessun effetto chiarificatore, anzi tutt’altro! Nell’esercizio delle mansioni affidatemi, teso esclusivamente all’affermazione di principi elementari per un buon amministratore, quali la trasparenza e legalità, tuttavia, non mi sono sentito sempre tutelato e supportato da parte di una componente del mio partito. Tra l’altro, ho protocollato, a distanza di tempo, un altro quesito. Ho chiesto una risposta ai dirigenti dell’Utc competenti in materia, non ho ancora ricevuto risposta, o quanto meno una risposta diretta a me. In

Consiglio Comunale siamo entrati con molti dubbi e siamo usciti con qualche certezza in più in merito ad alcuni aspetti apparsi poco chiari.Questa è stata la mia sensazione, e la ribadisco a lei, in quanto primo cittadino. Primo cittadino garante della legalità.Ho parlato in queste settimane anche con i miei colleghi assessori, che avevano basato il loro voto favorevole ai Pua, su presunti pareri professionali di consulenti da loro

interpellati, che alla prova dei fatti si sono rivoltati contro, creando un effetto boomerang, sul quale si è voluto glissare sminuendone la portata. Anzi, i professionisti in questione hanno spiegato che era meglio per tutti, e per diversi motivi, la costituzione in giudizio.Al posto di chiarire i dubbi, di tutelare in tutto e per tutto l’interesse collettivo, ed anche la posizione di noi assessori, unici responsabili dell’approvazione o della bocciatura di un atto, c’è stata un’accelerata anch’essa incomprensibile.Ecco perché lascio l’amministrazione e il Comune a testa alta, convinto e consapevole di una decisione maturata nel tempo. Una decisione meditata, ma pensavo che in Consiglio qualcosa potesse cambiare, pensavo che alla fine potesse prevalere il buon senso. Invece no!Ho preso atto di questa decisione e

quindi non mi resta altra scelta.Al di là delle mie considerazioni, ringrazio il sindaco, come detto, e sono sicuro che l’amicizia che si è creata in questi mesi resti tale anche per il futuro. Ringrazio i colleghi assessori, i consiglieri, i partiti, e in particolare l’Italia dei valori, per l’opportunità che mi hanno dato. Sono sempre stato una persona leale, ma non riesco a proseguire, non riesco a portare avanti un progetto nel quale non credo. Ringrazio i dirigenti, in particolare quelli dei settori di mia competenza. Vado via sperando di aver lasciato un buon ricordo, sperando che in futuro possano nascere nuove occasioni di confronto. Perché al netto delle chiacchiere, c’è un interesse comune che deve prevalere nelle azioni di tutti: quello di Cardito.Per tanti e tali motivi, Le rassegno le mie dimissioni da assessore del Comune di Cardito.Vi auguro buon lavoro.

CARDITO - RAFFAELE CHIROLLO SI DIMETTE DALLA GIUNTA E SCRIVE AL SINDACO

“Sulla legalità e la trasparenza resistenze pure nell’Italia dei valori”L’assessore del partito di Di Pietro sbatte la porta e se ne va alla vigilia dell’approvazione dei PuaE bacchetta il consigliere Pasquale Barra su temi che dovrebbero rappresentare la bandiera dell’Idv

Cdi Raffaele Chirollo

Raffaele Chirollo si è dimesso dalla giunta

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SATIRA

poveri ‘e ddio...Na zefira e ‘ vient

MOSAICO

Acqua ca nun cammin’ fa pantane e fete!Ebbene cari amici, ancora una volta ec-coci quà, a narrar le gesta e Sua Maestà, “Cenzino à…rresta”. E così, continua l’avventura del cavaliere senza paura, ardimentoso eroe di mille imprese…sconfitto da un giovine di paese…”Ninì ò livornese” che, diùn da più di un mese, s’è scucciàt ‘e c’accapezzà sempe ‘e spe-se…!Ma Sua Eccellenza non rinuncia a por-re resistenza, e non c’è perdono per chi minaccia il trono. Così, senza perdere le speranze ò Re si rifugia nelle sicure stanze. Con lui, solo i pochi fidati, molti se ne sono andati…ride chi ò perde…chiagne chi ò trova…sic! Primo tra tutti “Ciappett” che, dopo un lungo penti-mento, ricordate il tradimento…?, ha avuto la benedizione e…anche l’estrema unzione..hi..hi..hi.!Sempe pronto à parà ‘a man, appriesso comm’ è nu can; “Marittiell à scumma” ma un destino ingrato è toccato allo scia-gurato, a difesa e Sua Maestà…‘o magnà ll‘adda primme lleccà…sic! Nel frattempo il giovane “Pall’è siv” a guardia della stanza, ‘nnanze ò specchio se dà speranza:<< Omme panza, omme sostanza >>. ‘O puvuriello appriesso ò Re, se truvaie vennuto ‘a tarallar e Mar-gellina... cà ne facette duie quintale e ‘nzogna pe tarall!E come spesso succede in certi momenti, c’è chi è in cerca di complimenti; e chi

se non “Giulillo ò brugliòn”, cà quanne ‘e tiempo e rivoluziòn, ‘se cala pure ò cazòn..hi..hi..hi.!Eppure ogni volta che la buonanima di nonno “Filippo” incontrava il giovane guerriero lungo il suo sentiero, pur non essendo n’omme di violenza, con l’ira che raggiungeva l’eccedenza, perdeva à pacienza: << Giggin, bello d’ò nonno, ricordati che…nun è povero chi arrepez-za, è povero chi nun tene ‘a pezza… Ma a qualcuno, appostato non molto lontano, il fatto sembrò strano…? Infatti “Totonno à recchia” sentitosi tradito, tutte quelle attenzioni l’avevano ingelosi-to, iniziò una strana protesta all’insaputa dò RE…”Cenzino à…rresta”. E fù a questo punto che, “Lilina à nipota” sco-perto l’arcano non esitò ad informare il sovrano.Così, allo spuntar del sol, il giovane mo-nello scappò via dal castello. Il povero “Totonno à recchia” affranto dal dolore, prese a camminare per ore e ore. Così, mentre a capochino andava incontro al suo destino, giunto nella selva mal sicura, ebbe ad incontrar n’anema scura: Gesù, cà paura…“à Crapa”, che purtannese ‘a quase ‘nu palmo, un rac-conto gli sussurrò…calmo calmo. Un contadino rimase confinato dal mal-tempo nel suo podere, e, non potendo uscire in cerca di cibo, cominciò col mangiare le pecore; poi, prolungando-si la cattiva stagione, mangiò anche le capre; in un terzo tempo, visto che non

se ne vedeva la fine, passò ai buoi da la-voro. A questo punto i cani, che avevan tenuto dietro a quello ch’egli faceva, si dissero:<< E’ ora d’andarcene di qui. E’ mai possibile, infatti, che il padrone risparmi noi, se non ha avuto riguar-do nemmeno con i buoi con cui lavo-ra…?>>.Morale della favola: La storia mostra che bisogna stare in guardia soprattutto con coloro che non s’astengono neppure dal maltrattare i loro familiari.E con l’ennesima saggia novella, volge al termine la nostra consueta puntatel-la…!‘Nu grand’ommo, ‘nnanze a tanta tra-gedia ha fatt’o punto c’ha perzo tutto e pure ‘o nomme, ma ò RE nun s’hè fatto ancora chistu cunto…! Chi semina vento raccoglie tempesta, niente po’ salvà ò regno e Sua Maestà…”Cenzino à…rresta”.E chissà quale sorte, toccherà all’inte-ra corte. Il tempo purtroppo è scaduto, ma niente paura, continua l’avventura. “Giggin ò scumbinat”, con tanti e tanti altri accadimenti, continuerà ad allie-tare i vostri momenti, perché se parla-no tutti allora…parlo pure io.

Auguri di buon compleanno caro ANTONIO

Nonostante la lontananza in (sei in mis-sione in Afganistan) ti portiamo sempre nei nostri cuori. Auguri dai tuoi genitori Arcangelo e Maria, tua sorella Angela con Gerardo, le nonne e la tua amatissi-ma fidanzata SilvanaSalzano Antonio, 6 maggio 2011.Ad Antonio gli auguri di Buon Compleanno e soprattutto di in Bocca al Lupo per la missione da tutta la redazione di Mosaico. SALZANO ANTONIO

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