Sabato 6 febbraio 2010 - CIA TREVISO * Confederazione Italiana … · 2010-02-08 · "Nel 2003...

19
Rassegna Stampa Sabato 6 febbraio 2010 TREVISO

Transcript of Sabato 6 febbraio 2010 - CIA TREVISO * Confederazione Italiana … · 2010-02-08 · "Nel 2003...

Rassegna Stampa

Sabato 6 febbraio 2010

TREVISO

Sabato 6 febbraio, pag. 16

Sabato 6 febbraio, pag. 10

Gasolio agevolato: cinque aziende nel mirino della Finanza

Ci sono anche sei aziende florovivaistiche della Marca fra le 44 ispezionate nei giorni scorsi dalla

Guardia di Finanza regionale nell’ambito dei controlli effettuati per verificare l'utilizzo del gasolio

di cui questo tipo di imprese usufruisce con regime agevolato. Le aziende florovivaistiche, infatti,

per riscaldare le coltivazioni in serra beneficiano di gasolio a prezzi notevolmente agevolati, con

uno sconto sull'accisa del 78%. In 29 aziende sono state riscontrate irregolarità nella compilazione

di documenti che hanno comportato evasione dell'accisa o stoccaggio di prodotti petroliferi non

autorizzato. In nove casi il gasolio veniva utilizzato per usi diversi da quelli previsti. In altri cinque

casi è stata rinvenuta una quantità di gasolio superiore a quella che risultava dalla documentazione

ufficiale. Le ispezioni hanno portato a rilevare irregolarità anche in cinque aziende della Marca con

il sequestro di oltre 11mila litri di carburante, la quantità più ingente tra le province del Veneto. In

un paio di aziende il gasolio era stoccato in modo non consono alle norme di sicurezza e veniva

utilizzato per il riscaldamento domestico e per il rifornimento di automezzi. Inoltre le Fiamme

Gialle hanno preceduto al sequestro di nove impianti di distribuzione del carburante a uso privato e

di 20 cisterne, una delle quali proprio nella Marca.

Sabato 6 febbraio, pag. 18

Pedemontana, Comitati sul piede di guerraDa Volpago a Venezia, ora minacciano di occupare la Provincia e restituire i certificati elettorali

VOLPAGO - (l.bon) I volpaghesi "occupano" la Provincia e minacciano la restituzione dei

certificati elettorali. Se qualcuno si aspettava che le dichiarazioni rassicuranti del sindaco Roberto

Toffoletto sullo spostamento in trincea di parte del tracciato della pedemontana sarebbero bastate a

rassicurare i cittadini, certo rimarrà deluso. Anzi, il Comitato di Venegazzù, che ieri ha consegnato

al Commissario Vernizzi (a Veneto strade è tornato, ventiquattro ore dopo, anche il sindaco Roberto

Toffoletto) le 2000 firme raccolte per lo spostamento in trincea del tracciato della Pedemontana,

affila le armi. E, innanzi tutto, prepara una spedizione a Treviso in occasione della riunione di

martedì (ore 16,30) della Commissione provinciale ambiente in cui si tratterà soprattutto di

Pedemontana a Volpago. Inoltre minaccia, in assenza di rassicurazioni significative, la restituzione

delle tessere elettorali in corrispondenza delle prossime elezioni regionali.

Ma perché tanta rabbia? "Volpago è il Comune che andava più tutelato, data la vicinanza al

Montello -afferma il Comitato di Venegazzù- invece si è verificata una vera e propria sperequazione

rispetto ai cittadini degli altri Comuni. Anche ammesso che vadano in porto le modifiche promesse

dal commissario, il tratto di Pedemontana in rilevato rimarrà comunque troppo esteso. In

particolare, la zona più ad est, quella più vicina al Montello, non sarà in trincea. Lo stesso

commissario ha ammesso di aver trovato situazioni di sperequazione".

Non solo: l'abbassamento del "mostro" (un viadotto di 7 metri) di San Rocco non è, secondo i

cittadini, così certo. "Il commissario ci ha detto che il Brentella ha dato l'ok al ponte canale, ma se

poi non approverà l'intervento tutto salterà. Così ci stiamo organizzando per partecipare in massa

alla riunione della Commissione ambiente di martedì, poi siamo pronti ad avviare ulteriori iniziative

di protesta, compresa la restituzione al sindaco delle tessere elettorali".

VENEGAZZÙ

In campo pure l’ex sindaco Perin

VOLPAGO - (l.bon) Provincia in azione per la Pedemontana in trincea. Sul caso Volpago, è sceso in

campo con la sua grinta alpina anche l'ex sindaco e consigliere provinciale Alvaro Perin (di Progetto

Nordest). "Nel 2003 -dice Perin- per il territorio del Comune di Volpago tutto il progetto di Strada

Pedemontana era in trincea e qualcuno mi deve spiegare perché ora non lo è. Se ne parlerà in

commissione Ambiente martedì e poi porterò il tema in consiglio provinciale: ho già le firme di tutti

i consiglieri di maggioranza e opposizione a sostegno dell'ordine del giorno che chiede la

modifica". L'altra sera, Perin ha anche incontrato il Comitato Pedemontana di Venegazzù.

Sabato 6 febbraio, pag. 6

Sabato 6 febbraio, pag. 18

GUERRA DELL’UVA Il volpaghese Giusti e la lite con Trinca

«Investiti oltre 8 milionirischio la vita per i vigneti»

NERVESA - I diciott’anni, lui partito minorenne da Selva di Campagna, li ha festeggiati

Oltreoceano. Da emigrato. Ermenegildo Giusti, oggi 55 anni, è indispettito anche perchè non

capisce quanto sta succedendo nella sua Nervesa. È diventato il più grande costruttore edile del

Canada. E, ai pedi del suo Montello, è piombato in un mondo di matti... per dare una mano.

Complicandosi la vita. Ha investito 8 milioni a Nervesa, paese d’origine della moglie Maria Vittoria

Dal Col, in pochi anni. E si augura di investirne ancora altri. Ama l’Italia e fa di tutto per

valorizzare il suo e nostro paese. Anche se quando parla di Canada usa il "noi". «Come fate a vivere

in Italia dove uno che spacca 5 macchine non va in carcere? Entra nella proprietà altrui e fa quello

che vuole. Come si fa ad irridere i carabinieri? In questi ultimi anni ho ricevuto 4 lauree honoris

causa da altrettante università: 3 di queste sono italiane. Oggi mi vergogno di essere italiano... Io

investo a Nervesa perchè credo nel Prosecco e sono convinto di poter rilanciare un prodotto di

pregio da 50 euro a bottiglia mentre "voi" lo vendete a 2 euro. Poi ricevo minacce di morte, rischio

la vita, perchè gente come Fausto Trinca firma un accordo davanti al notaio e poi non lo rispetta.

Noi siamo gente seria, rispettiamo la legge. Il signor Trinca però non è molto corretto».

I fatti successi per i 5 ettari di vigneto a Sovilla, su che basi nascono? «Il vigneto l’ho strapagato

anche se mi ha fatto impazzire. I contratti con Trinca sono stati 2: uno per il vigneto ed un secondo

per le stalle che entreranno in mio possesso nel 2010 con l’accordo che le butti giù... I due assegni

glieli ho dati - da 100 mila euro l’uno, di Veneto Banca - come si fa qui da noi in Canada. Mi risulta

che siano stati ipotecati da Denis Marcon che avanza da Trinca 80 mila euro e adesso si è aggiunto

un terzo creditore. È una situazione che ha dell’incredibile: ci sono già 10 sentenze di altrettanti

giudici che mi danno ragione e ancora non riesco a lavorare in santa pace il mio vigneto».

Sergio Zanellato

Sabato 6 febbraio, pag. 16

ASOLO La sentenza sarà notificata al Tribunale di Treviso nelle prossime settimane

Il "caso Rech" alla Corte d’Europa

ASOLO - Manette, pallottola, aule di giustizia. L’imprenditore - allevatore di Asolo Emanuele Rech

non si è fatto mancare nulla negli ultimi 5 anni. Piano piano però il fronte giudiziario si sta

schiarendo. Negli ultimi 4 mesi ha registrato all’attivo 3 archiviazioni: 2 davanti ai giudici di

Treviso e una a Vicenza; e un’assoluzione piena in Tribunale a Trento. L’accusa era di truffa

all’Europa per incamerare contributi. Lo scorso 14 gennaio poi, si è tenuta presso la Corte di

Giustizia della Comunità Europea in Lussemburgo l’udienza relativa al rinvio pregiudiziale

richiesto dal Tribunale di Treviso in merito alle accuse di truffa comunitaria. I giudici trevigiani

chiedevano lumi per accertare i presupposti per l’erogazione dei premi comunitari. Nel contempo, e

questo autorizza il Gruppo Rech ad attendersi buone notizie da Lussemburgo, la stessa

Commissione Europea ha evidenziato la sua posizione sulla materia evidenziando posizioni che

ricalcano quelle del Gruppo Rech, ovvero che per ottenere gli aiuti comunitari fosse necessario e

sufficiente l’effettivo utilizzo dei terreni oggetto di domanda al di là dell’esistenza di un valido

titolo giuridico. La sentenza della Corte di Giustizia Europea sarà resa nota nelle prossime

settimane. Poi il Tribunale di Treviso ne prenderà atto. Le sentenze positive stanno rilanciando

l’azienda che produce 70 mila capi di bestiame all’anno: ha assunto 50 persone negli ultimi mesi.

La sentenza della Corte è attesa da altre 257 aziende, 100 delle quali nella Marca.

Sergio Zanellato

Sabato 6 febbraio, pag. 10

IMMIGRAZIONE Abdallah Khezraji sulla nuova misura del Governo

«Sistema a punti: 30mila in bilico»

Sarebbero almeno 30mila, nella sola provincia di Treviso, gli extracomunitari che vedono a rischio

il permesso di soggiorno in base alle nuove norme a punti stabilite dal Governo.

Lo sostiene Abdallah Khezraji, leader delle comunità marocchine a Treviso e componente del

coordinamento delle associazioni fra immigrati "Cittadinanza Attiva", secondo il quale la misura,

che potenzialmente riguarda circa un terzo della popolazione immigrata, potrebbe essere adeguata

ai fini del conseguimento della cittadinanza ma rischia di essere troppo penalizzante se riferita al

permesso di soggiorno.

«A Treviso si sta già facendo molto da vari anni in collaborazione con altri enti per cercare di

integrare la cultura degli stranieri con quella dei locali -ha detto- ma è chiaro che non siamo ancora

a livello di Francia o Germania. Il setaccio posto dal sistema del punteggio interromperebbe un

lavoro che si svolge da tempo. In ogni caso -aggiunge- i finanziamenti destinati a mediatori culturali

e formatori in generale sono insufficienti».

Per Khezraji, infine, le etnie che rischierebbero di non superare i test sarebbero soprattutto quelle

tradizionalmente più 'chiuse' rispetto alla cultura locale, cioè cinesi, nigeriani, ghanesi e bengalesi.

Sabato 6 febbraio, pag. 19

SAN PIETRO DI FELETTO

«Manza sgozzata scappano con la carne dall’azienda agricola»

SAN PIETRO DI FELETTO - (er.be.) Non erano i soliti ladri di polli quelli che sono entrati in

azione la notte del 3 febbraio nell’azienda agricola di via San Michele. Questa volta infatti non si

sono accontentati di galline ed anatre, ma hanno anche scelto una manza che hanno sgozzato e

ripulito delle interiora sul posto. Poi l’hanno caricata sul furgoncino e si sono portati a casa la

carcassa, pronta per farne bistecche. Furto insolito quello della scorsa notte che lascia senza parole

gli stessi proprietari: «Certo, qualche gallina e anatra ce l’avevano già rubata, ma arrivare a

sgozzare una manza nella stalla, siamo al limite». Non nasconde la perplessità la signora Luciana,

moglie di Davide che con il nipote Roberto gestisce l’azienda. Che sia colpa della crisi? «Non lo so

– continua Luciana – ma di certo quando mio marito mi ha chiamato al mattino, dopo esser andato a

dar da mangiare alle bestie, non ci credevo. Non è stato un bel vedere». I ladri si sono improvvisati

macellai e, dopo aver forzato il portone di legno che chiude la stalla, hanno scelto la più bella delle

tre manze che stavano riposando: 14 mesi, 3,5 quintali, bel manto rosso bruciato. Valore

commerciale 1.700euro. L’hanno fatta uscire dalla stalla, sgozzata, levate le interiora che hanno

lasciato sul posto e caricata. Hanno staccato un orecchino numerato anche all’altra manza vicina,

poi hanno ucciso e caricato nel furgone anche 7 galline e 2 anatre. Nel campo, con gli scarti della

macellazione, sono rimasti anche i segni dei pneumatici; i ladri hanno girato un po’ nella campagna

prima di trovare il punto di accesso giusto per mettere a segno il colpo da buongustai. Il mattino

seguente, quando i titolari che abitano nelle vicinanze, sono scesi per dar da mangiare alle bestie

hanno fatto l’amara scoperta. Non gli è rimasto che denunciare il fatto ai carabinieri che stanno

portando avanti le indagini.

Sabato 6 febbraio, pag. 24

Sabato 6 febbraio, pag. 33

Date colore al vostro cemento

Manuela CollodetMettete del colore sui vostri capannoni. Parte oggi da Pieve di Soligo una

rivoluzione che la Marca da troppi anni attende. Quella del colore contro il grigiore che incombe al

nostro orizzonte, quella di un paesaggio che non accetta più di soccombere solo a logiche

economiche. E parte da chi le cose le fa, non solo le denuncia. «Colorare i capannoni delle zone

industriali per ridurre l’impatto sul paesaggio, così da non dover sperare che venga presto la

primavera a coprire con il verde degli alberi lo strazio visivo dei nostri insediamenti produttivi».

Così l’architetto Alfonso Mayer, presidente dell’Ordine degli Architetti della provincia di Treviso,

che oggi alle 15.30 nell’auditorium Battistella Moccia introdurrà e modererà la tavola rotonda

organizzata da PaesAgire sul tema “Il Colore dei paesi e delle città. I Piani comunali del Colore alla

prova dei fatti”. Sul tavolo dei relatori ci saranno anche il guru italiano dei Piani del Colore,

l’architetto e docente al Politecnico di Torino Giovanni Brino, Patrizio Collatuzzo, componente

della Commissione edilizia del Comune di Pieve di Soligo, Carlo Palazzolo, architetto e docente di

progettazione allo Iuav di Venezia, e Giancarlo Scottà, parlamentare europeo.

«Il colore è uno degli strumenti per riqualificare gli insediamenti produttivi che spesso sono cose

dure da digerire perché sono scatoloni di cemento che fanno a pugni con la bellezza delle nostre

colline. – rincara Mayer – Dove sta scritto che le zone produttive devono essere sfregi ambientali?

Anche una villa palladiana nel 1500 era un’azienda che produceva, ma si inseriva armonicamente

nel paesaggio». Peccato che, però, il nostro territorio di sfregi, non proprio palladiani, sia pieno e

che i loro proprietari non siano sempre avezzi alla cultura del bello. «La nostra missione – continua

il Presidente degli Architetti - è quella di spingere le Amministrazioni comunali a fare scelte

progettuali di assoluta qualità. L’adozione dei Piani Colore può aiutare in questo. Essi infatti non

hanno a che fare solo con il colore, ma anche con le finiture degli esterni, gli arredi urbani, perché

tutto compartecipa a dare una sensazione del territorio».

Insomma educare il popolo a una nuova forma di cultura, che parta dal paesaggio e arrivi al

benessere personale. Che faccia capire alle persone come nulla possa regalare la pace quanto uno

sguardo che corre lungo un territorio preservato nel suo divenire. «Oggi non si può più pensare a

una pianificazione dei nuclei abitati e produttivi che prescinda da una gestione del territorio e del

paesaggio – aggiunge Palazzolo – Siamo rimasti i soli, come Paese, a far progettare un’autostrada

da un ingegnere e non da un paesaggista. La soluzione non è dire “no, non si fanno più strade né

capannoni”. Ma progettarli con un’attenzione all’impatto, perché il territorio è un valore da

preservare nella sua bellezza e nella sua armonia».

Speriamo, insomma, che la Marca la sua rivoluzione questa volta non la perda. E ci innondi di

colore.

Sabato 6 febbraio, pag. 32

Sabato 6 febbraio, pag. 10

SERVIZI

Bonus gas, dalle Poste la campagna informativa

Partirà sabato a cura di Poste Italiane la campagna di comunicazione sociale sul bonus gas,

introdotto dal ministero dello Sviluppo Economico, che si potrà incassare nei 14mila uffici postali

presenti sul territorio nazionale. L’iniziativa è rivolta ad informare le fasce di cittadini a più basso

reddito e le famiglie numerose sulla possibilità di ottenere uno sconto sui costi della bolletta del gas

e dell’elettricità e sulle procedure da seguire per ottenere la riduzione. La campagna sarà pianificata

su 5mila uffici postali ed è prevista dalla convenzione che affida all’azienda il servizio di

pagamento dei bonus e le attività di comunicazione e informazione ai cittadini per i prossimi tre

anni. Poste Italiane curerà le azioni di direct mailing, inviando una comunicazione postale a tutti gli

aventi diritto al contributo, e la preparazione di materiale informativo e affissioni all’interno degli

uffici postali per pubblicizzare l’iniziativa sociale.

Il bonus in denaro sarà versato direttamente dalle Poste con bonifico domiciliato anche a favore di

quei cittadini che hanno diritto al contributo per il gas e l’energia elettrica ma non hanno un

contratto diretto di fornitura come, per esempio, chi riscalda la propria casa con un impianto

termico centralizzato.

Sabato 6 febbraio, pag. 30

Sabato 6 febbraio, pag. 29

Sabato 6 febbraio, pag. 32

Sabato 6 febbraio, pag. 25