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Periodico informativo culturale Anno V - Numero 18 - 31 ottobre 2003 http://www.grandeoriente.it Direzione, Redazione, Amministrazione: Via di San Pancrazio 8 - 00152 Roma - Tel. 065899344 - Fax 065818096 - Email [email protected] Direttore Responsabile Fausto Capalbo Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia 2 speciale sentenza consiglio di stato nuova decisione: chi ha un incarico pubblico in toscana deve dire se appartiene alla massoneria/ preoccupazione nella comunione ma la norma non ha portata nazionale il gran maestro commenta 2 speciale assemblea annuale di gran loggia con il principo “un maestro, un voto”, sarà eletto il gran maestro del prossimo quinquennio appuntamento alla primavera 2004 3 attività grande oriente d’italia goi international: barcellona, washington notizie dalla comunione ancona, firenze, reggio calabria, sabbioneta, torino x convegno della massoneria toscana 7 rassegna stampa 1 2 opinioni ernesto d’ippolito cordova e la massoneria (“gazzetta del sud”) grembiulini revival (“il foglio”) nicola tranfaglia segreti e politica (“l’unità”) gian carlo colombo persecuzioni contro i massoni (“l’opinione”) mauro mellini nuove persecuzioni contro i massoni (“l’opinione”) aldo chiarle preambolo massonico per l’unione europea? sarebbe eccellente... (“l’opinione”) dichiarazioni del gran maestro raffi e del presidente ciampi sulla costituzione europea (“ansa”) immagine: frontespizio della prima edizione del bollettino del grande oriente d’italia, 1862 s o m m a r i o

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Periodico informativo culturale Anno V - Numero 18 - 31 ottobre 2003

http://www.grandeoriente.it

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via di San Pancrazio 8 - 00152 Roma - Tel. 065899344 - Fax 065818096 - Email [email protected]

Direttore Responsabile Fausto Capalbo

Bollettinod’informazione

del GrandeOriente d’Italia

2 speciale sentenza consiglio di stato

nuova decisione: chi ha un incarico pubblico in toscana deve dire se appartiene alla massoneria/preoccupazione nella comunione

ma la norma non ha portata nazionale

il gran maestro commenta

2 speciale assemblea annuale di gran loggia

con il principo “un maestro, un voto”, sarà eletto il gran maestro del prossimo quinquennio

appuntamento alla primavera 2004

3 attività grande oriente d’italia

goi international:barcellona, washington

notizie dallacomunioneancona, firenze, reggio calabria, sabbioneta, torino

x convegno della massoneria toscana

7 rassegna stampa

1 2 opinioni

ernesto d’ippolitocordova e la massoneria(“gazzetta del sud”)

grembiulini revival(“il foglio”)

nicola tranfagliasegreti e politica(“l’unità”)

gian carlo colombopersecuzioni contro i massoni(“l’opinione”)

mauro mellininuove persecuzioni contro i massoni(“l’opinione”)

aldo chiarlepreambolo massonico per l’unione europea? sarebbe eccellente...(“l’opinione”)

dichiarazioni del gran maestro raffi e del presidente ciampi sulla costituzione europea(“ansa”)

immagine: frontespizio della prima edizione del bollettino del grande oriente d’italia, 1862

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Pagina 2 Erasmo Notizie 18/2003

Nuova decisione: chi ha un incarico pubblico in Toscana deve direse appartiene alla Massoneria. Preoccupazione nella Comunione

Ma la norma non ha portata nazionaleIl Gran Maestro rileva che nel 2002 il Consiglio della Giustizia Amministrativa della Siciliaha escluso la dichiarazione e sottolinea il contrasto con la sentenza di Strasburgo che due

anni fa ha condannato l’Italia per violazione della Convenzione dei diritti d e l l ’ u o m o

sentenza consiglio di stato

a stampa nazionale ha pubblicizzato la sentenza n. 5881 del6.10.2003, resa dal Consiglio di Stato. Sezione IV, che haaffermato, in relazione all’art. 12 della Legge Regionale della

Toscana n. 68/1983 e dell’art. 9 della Legge Regionale della Toscanan. 11/79, quanto segue:- il principio del buon andamento della Pubblica Amministrazioneprevale sul diritto alla riservatezza;- ai fini della attribuzione di incarichi pubblici, sono legittime lenorme che impongono di dichiarare l’appartenenza o meno ad unaLoggia massonica:- le norme che impongono l’obbligo della comunicazione dell’appar-tenenza non pongono alcun limite alla libertà dei singoli di aderire adassociazioni che non risultino vietate dall’ordinamento;- la sanzione della decadenza dall’incarico è prevista per la manca-ta o infedele dichiarazione e non già per l’appartenenza ad unaLoggia massonica.Tale decisione recita in senso opposto alla sentenza n. 537, resa in data20 agosto 2002 dal Consiglio di Giustizia Amministrativa per laRegione Sicilia (equivalente al Consiglio di Stato, trattandosi diRegione a statuto speciale), che così recita:a) è principio generale quello secondo il quale, ai fini dell’assunzionee della copertura di incarichi pubblici, non può essere richiesto altroche notizie e requisiti specificamente attinenti, anche sotto il profilodella qualificazione professionale, al ruolo o incarico da ricoprire;b) è illegittimo - ai sensi degli arti. 2, 3 e 18 della Cost. e dell’art.

8 dello Statuto dei Lavoratori - un provvedimento con il quale, ai finidell’attribuzione di un incarico pubblico (nella specie, di Commissarioad acta), si chiede agli aspiranti di allegare una dichiarazione attestan-te, tra l’altro, di non appartenere alla Massoneria, ovvero l’Obbedienzae la Loggia di appartenenza, anche se coperta; tale dichiarazione costi-tuisce una illegittima interferenza nella sfera riservata dei soggetti inte-ressati creando i presupposti per indebite discriminazioni e per ladivulgazione di notizie del tutto personali ed alle quali la PubblicaAmministrazione non ha un interesse qualificato e meritevole di tutela.Sussiste, pertanto, un palese contrasto giurisprudenziale, reso ancorpiù evidente dalla sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomodi Strasburgo del 2 agosto 2001, che, in analoga controversia. ha con-dannato il Governo Italiano, in ragione dell’art. 5 della LeggeRegionale delle Marche n. 34/96, che prevede l’obbligo per i candidatia taluni incarichi regionali di dichiarare la propria appartenenza mas-sonica. In particolare, la Corte di Strasburgo ha ritenuto che tale leggeregionale sia in contrasto con l’art. 11 della Convenzione europea deidiritti dell’uomo, nella parte in cui garantisce la libertà di associazio-ne, considerando il predetto obbligo di dichiarare la propria adesionealla Massoneria un’ingerenza illegittima nell’esercizio di tale libertàsia per i singoli membri che per l’associazione nel suo complesso.Ad evitare allarmismi è necessario sottolineare che le suddette deci-sioni attengono le normative regionali cui si riferiscono e che pertan-to non hanno portata nazionale.

Il Gran Maestro Gustavo Raffi

s p e c i a l e

Con il principio “un Maestro, un voto” sarà eletto il Gran Maestro del prossimo quinquennio

Appuntamento alla primavera 2004

assemblea annuale di gran loggia

al 2 al 4 aprile 2004 si svolgerà al Palacongressi di Rimini la ses-sione ordinaria della Gran Loggia che ogni anno riunisce tutte leLogge per deliberare i principali atti della Comunione. La pros-

sima edizione sarà particolarmente importante perché prevede l’installa-zione del Gran Maestro e dei Gran Dignitari eletti con le votazioni delprossimo marzo che si svolgeranno per la prima volta con un sistematotalmente nuovo già adottato nelle ultime elezioni dei presidenti dei col-legi circoscrizionali di Lombardia e Toscana. Con l’estensione del dirittodi voto a tutti i Fratelli Maestri verrà infatti applicato il sistema elettoralemaggioritario che eleggerà chi raggiunge al primo turno almeno il 40%dei voti validi. Se nessuno dovesse raggiungere tale q u o ru m , si procede-rà al ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggio nume-ro di voti. Il nuovo sistema elettorale, che afferma il principio “unMaestro, un voto”, è stato introdotto dalla gran maestranza Raffi per pre-cludere la “politica” dei voti di scambio e la ingerenza di potentati, triste

fenomeno di un recente passato. Il nuovo sistema afferma inoltre i princi-pi di trasparenza, partecipazione e di segretezza del voto.Secondo l’ordine del giorno inviato alle Officine, i lavori rituali dellaGran Loggia avranno inizio il pomeriggio di venerdì 2 aprile e avrà inprogramma, come è ormai consuetudine, un momento di comunione conil mondo profano con l’apertura pubblica del Tempio nel corso della qualeil Gran Maestro terrà la sua allocuzione. Nel giorno successivo si svolge-ranno i tradizionali lavori amministrativi e si celebrerà la proclamazione,da parte del Gran Maestro uscente, dei nuovi eletti. Successivamente siprocederà all’insediamento ed alla prestazione della Promessa Solenne daparte del Gran Maestro, dei Gran Maestri Aggiunti e dei Grandi Dignitari.Il nuovo Gran Maestro nominerà poi il Gran Segretario, i membri aggiun-ti della Giunta del Grande Oriente d’Italia ed i Grandi Ufficiali. Domenica5 aprile sarà dedicata alle delegazioni estere ed alla allocuzione del GranMaestro che guiderà la Comunione per il quinquennio 2004-2009.

s p e c i a l e

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Erasmo Notizie 18/2003 Pagina 3

ARCELLONA - Dal 10 all’11 ottobre il Gran Segretario GiuseppeAbramo ha partecipato, in rappresentanza del Grande Oriented’Italia, al XIVMeeting europeo dei Gran Segretari. La manifesta-

zione si è svolta all’Hotel Elvetia del capoluogo catalano alla presenza di 27Obbedienze di ogni parte d’Europa, comprese quelle dell’area scandinava,solitamente estranee agli incontri massonici internazionali, e la Gran LoggiaUnita d’Inghilterra che ha partecipato con il Gran Segretario RobertMorrow ed il direttore della comunicazione, il Fratello John Hamill.Particolare oggetto di discussione sono stati i metodi di iscrizione adotta-ti dalle varie Gran Logge per verificare quanto le procedure possano con-siderarsi omogenee tra loro. L’indagine ha rivelato una certa uniformità dinorme malgrado la diversa tradizione e la differente età delle varie GranLogge. Alla nostra Comunione è stato poi riservato un momento di parti-colare attenzione da parte dei delegati che hanno chiesto al GranSegretario Abramo di presentare la nuova Serenissima Gran Loggia diSan Marino, assente alla manifestazione, affacciatasi nel panorama mas-sonico europeo lo scorso aprile proprio grazie ai buoni auspici del GrandeOriente d’Italia. Il Fratello Abramo ha illustrato l’iter seguito per l’instal-lazione della giovane Obbedienza che sta lavorando con successo secon-do i l a n d m a r k s delle Massonerie regolari del mondo.

A S H I N G TON - Cinquecento persone si sono date appuntamen-to sabato 11 ottobre nel grande auditorium dello Scottish RiteTemple per seguire la manifestazione promossa dalla “Italia

Lodge” della capitale degli Stati Uniti per celebrare la figura di GiuseppeGaribaldi, uno dei padri fondatori dell’Italia, testimonianza dell’universa-lità della Massoneria ed esempio di Cincinnatus. Come il mitico condot-tiero romano, infatti, Garibaldi e George Washington, entrambi generali,hanno unificato le loro nazioni e poi si sono ritirati nelle loro terre.

Una folta delegazione del Grande Oriente d’Italia, guidata dal GranMaestro Gustavo Raffi, è arrivata dall’Italia. Da New York si sonopresentate all’appuntamento le Logge “Garibaldi” e “Mazzini”.

Maurizio Viroli, titolare della cattedra di politica alla prestigiosaPrinceton University, ha tenuto una dissertazione sulla figura di Garibaldi,

mettendo in evidenza come proprio in Italia questo carismatico eroe sia statooggetto sovente di denigrazione e di falsa interpretazione. Nonostante fosse ungran condottiero e stratega (al punto che il Presidente Lincoln gli propose diguidare le truppe nordiste nella Guerra Civile americana) Garibaldi odiava laguerra. Il 9 settembre del 1862, parlando ad un Congresso internazionale aGinevra, l’Eroe dei Due Mondi affermò: “È tempo che il ferro adoperato per iterribili apparecchi di distruzione lo sia d’ora innanzi per macchine e utensiligiovevoli al popolo che manca di pane”. La visione politica di Garibaldi eraquella della costituzione della Federazione degli Stati Europei. Maurizio Vi r o l iha concluso il suo applaudito intervento dicendo: “Garibaldi ha dimostratocoraggio in guerra e in pace. In guerra ha avuto il coraggio di fronteggiare ilnemico, offrendo sempre ai suoi volontari un fulgido esempio. In pace haavuto il coraggio di dire la verità ad ogni costo”.L’intervento del Gran Maestro su “Garibaldi Massone” è stato interamentepubblicato su “America Oggi”, il quotidiano di lingua italiana negli Stati Uniti.

La “Italia Lodge 2001” è una loggia massonica americana che fa partedella Grande Loggia di Washington DC. Negli Stati Uniti la Massoneriaopera alla luce del sole e dedica grande impegno alle iniziative sociali. Ilricavato di 7220 dollari del Garibaldi Day è andato a favore della clinicaper bambini disabili dell’udito e della parola, una delle tante gestite diret-tamente dallo Scottish Rite Temple.Al termine della manifestazione, nella ball room del Tempio, dieci chef ita-liani, proprietari dei migliori ristoranti della capitale, hanno offerto alle cen-tinaia di intervenuti le loro specialità innaffiate da vini italiani presentati daun importatore di Baltimora. (Oscar Bartoli/News ITA L I AP R E S S )Il Gran Maestro Gustavo Raffi era accompagnato dal Secondo GranSorvegliante Giuseppe Anania, dal Gran Tesoriere Aggiunto A n t o n i o

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Antonietta:una storia Italiana(da “Letter from Washington”, settembre 2003, editor Oscar Bartoli...)

correndo la rubrica delle lettere indirizzate al Corriere della

S e r a, ci siamo imbattuti in quella di Antonietta, una signora

che vive a Foggia. Ammalata con madre inferma e sfratto

incombente. Uno dei tanti casi di umana desolazione e dolore.

Abbiamo preso contatto via e-mail con questa signora che ci ha illu-

strato nel dettaglio i suoi problemi. Non è facile essere d'aiuto a

settemila chilometri di distanza. Soprattutto quando ti rendi conto

che la capacità di sopportazione viene meno e che l'unico desiderio

è quello di farla finita. Abbiamo bussato elettronicamente a molte

porte che sono rimaste chiuse. L'unica che si è aperta è quella del

G rande Oriente d'Italia. Il Gran Maestro Gustavo Raffi ha convo-

cato la Giunta ed ha deliberato l'emissione di un aiuto finanzia-

rio a favore di Antonietta, scusandosi oltretutto perché non è

stato possibile fare di più. A questo punto abbiamo deciso di

informare i nostri lettori. Ci attendiamo la tradizionale carrellata

di insulti ogni volta che diamo notizia di qualche iniziativa massoni-

ca. Ma anche questo fa parte del nostro impegno che consiste nel

sottolineare le azioni di umana solidarietà e tolleranza. Non ci inte-

ressano in modo particolare le targhe, siano esse cristiane di varia

confessione, ebree, musulmane, buddiste, di associazioni di volon-

tariato o massoniche. Chi se la sente di dare una mano ad

Antonietta può inviare una e-mail a: [email protected]

at t iv i t àgrande oriente

d ’ i t a l i a

La statua di Giuseppe Garibaldi a New York, nel parco di Washington Square

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Pagina 4 Erasmo Notizie 18/2003

Catanese, dal Grande Ufficiale Ruggero Stincardini e da numerosiFratelli delle Logge “Francesco Guardabassi” (146) di Perugia, “LaPigneta” (676) di Ravenna e “Trionfo Ligure” (90) di Genova chelo stesso 11 ottobre si sono gemellate con la “Italia Lodge” diWashington. Questa cerimonia è la massima manifestazione di fraternaamicizia e quando il gemellaggio unisce Logge che vivono ed operano a7500 chilometri di distanza l’evento assume contorni di ancora più strettacolleganza. La tornata rituale si è aperta nello Scottish Rite Temple con l’in-gresso del corteo della Gran Loggia del District of Columbia guidato dalGran Maestro Jules S. Tepper che aveva al suo fianco il Gran Maestro Raff i .Entrambi sono stati invitati a prendere posto all’Oriente dal MaestroVenerabile della “Italia Lodge” Oscar Bartoli che ha dato loro il benvenutosottolineando come i due Gran Maestri siano stati partecipi in prima perso-na della fondazione della sua Officina che è diventata nel breve volgere ditre anni, il ponte diplomatico massonico tra la capitale degli Stati Uniti ed ilGrande Oriente d’Italia. Il Fratello Bartoli ha quindi consegnato il magliettoal Gran Maestro Te p p e r, pregandolo di dirigere la cerimonia, e ha rivolto unparticolare saluto a Ruggero Stincardini che, per via dei suoi frequenti viag-gi negli Stati Uniti, frequenta i lavori della “Italia Lodge”. Il Gran MaestroR a ffi ha ricordato, in un breve intervento di saluto, che essere Massoni nonsignifica solo possedere la tessera dell’Istituzione. “Molti sono i Massoni tes-serati che non lo sono intimamente - ha detto - e molti sono i non tesseratiche invece agiscono e si comportano come veri Massoni”.Sotto la guida del Maestro delle cerimonie Akram Elias si è dato seguitoalla firma separata delle pergamene di gemellaggio ed allo scambio deidoni. I rispettivi Maestri Venerabili hanno voluto sottolineare l’importan-za dell’evento. In particolare Marco Amadei della “Trionfo Ligure” haricordato come l’iniziativa risalisse a due anni orsono. Non è stato facileaccordare tutti gli strumenti, ma alla fine si è riusciti a varare una ceri-monia di alto significato massonico. E’stata poi la volta del gemellaggiodella “Italia Lodge” con la Logge “Giuseppe Mazzini” e “GiuseppeGaribaldi” della Gran Loggia dello Stato di New York. I Fratelli italoa-mericani hanno partecipato con passione alla firma dei documenti pro-nunciando attestazioni di affetto e di stima nei confronti dei Fratelli diWashington. Anche in questo caso l’iniziativa presa dalla “Italia Lodge”assume un particolare rilievo se si considera che questa era la prima voltache veniva proposto un gemellaggio alle due Logge americane, e, ancorpiù, segna l’inizio di un percorso mirato a creare maggiori vincoli frater-ni tra i Liberi Muratori italoamericani che vivono nei vari Stati. ( o b )

NCONA - Il pomeriggio del 4 ottobre, nel Tempio allestito in unsalone del Jolly Hotel, si è svolta la cerimonia di installazione edinsediamento del primo capitolo marchigiano dell’Ordine della

Stella d’Oriente. Denominato “Komaros Ud-Ancona”, il nuovo raggrup-pamento nasce da una “gemmazione” del Capitolo Sirio n. 6 di Roma.L’estensione dell’Ordine in questa parte d’Italia è dovuto all’impegno delFratello Biagio Tortorici, Deputy in Italia del Most Worthy Grand PatronHarles Creech, e dalla volontà di alcuni Fratelli dell’Oriente di A n c o n a ,primo fra tutti il Fratello Nicola Casadio, vice presidente del CollegioCircoscrizionale dei Maestri Venerabili delle Marche, coadiuvato in par-ticolare dal Fratello Roberto Rinaldi della Loggia anconetana “GiuseppeGaribaldi” (140). E’stata fondamentale anche la determinazione di figlie,sorelle, mogli, nipoti di Liberi Muratori della regione e, fra queste, la neoWorthy Matron Velia Ammendola, che sono animate dal desiderio di con-dividere il cammino iniziatico intrapreso dai loro familiari.Hanno partecipato alla celebrazione tantissimi Fratelli di Ancona insiemea numerosi rappresentanti dell’Ordine della Stella d’Oriente provenientidai varie parti d’Italia e tra questi il Fratello Biagio Tortorici che ha comu-

nicato il compiacimento del Most Worthy Grand Patron; Elda Levi,Deputy in Italia della Most Worthy Grand Matron DorothyDewing della quale ha portato i saluti ed auguri per il nuovo capi-

tolo; Pat Rasmusson, membro del Gran Capitolo Generale che hasede mondiale negli Stati Uniti.

Significativa, infine, la presenza del Grande Oratore Brunello Palmache ha espresso gli auguri del Gran Maestro Gustavo Raff i .

NCONA (2) - La Loggia “Giordano Bruno” (1164) di Jesi ha ter-minato i lavori di restauro della lapide dedicata a GiordanoBruno per i quali era stata autorizzata dal Comune di Ancona

nella scorsa primavera (v. “Erasmo Notizie” 13-14/2003). La lapida èstata ricollocata a dimora, in piazza Ugo Bassi, ed il sindaco FabioSturani ha inviato una lettera di ringraziamento all’Officina per il bril-lante intervento sostenuto. Nel corso di un incontro tra il sindaco ed ilvice presidente del collegio delle Marche Nicola Casadio ed il secondosorvegliante della Loggia “Giordano Bruno”, Francesco Brunelli”, sonostate gettate le basi di ulteriori e più importanti iniziative future di colla-borazione tra l’amministrazione comunale ed il Grande Oriente d’Italia.

at t iv i t àgrande oriente

d ’ i t a l i a

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OLOGNA - Il Gran Maestro Gustavo Raffi parteciperà ilprossimo 17 novembre alla tornata a Logge riunitedell’Oriente bolognese officiata dalla Loggia locale

“ R i s o rgimento-VIII Agosto” (102). L’occasione sarà la com-memorazione del Gran Maestro Ugo Lenzi, indimenticatoMaestro Venerabile dell’Officina, per il cinquantesimo anniversariodella sua morte. Nato nel 1875, il Fratello Lenzi fu illustre avvocatodel foro di Bologna e nella sua vita tenne alte le tradizioni patriottichefamiliari svolgendo studi storici, particolarmente sulla RivoluzioneFrancese, sul periodo napoleonico e sul Risorgimento italiano, scri-vendo importanti biografie. Si impegnò attivamente anche in politicaper il Partito Socialista e fu più volte consigliere comunale di Bolognae consigliere provinciale. Candidato al Parlamento, abbandonò la poli-tica attiva in seguito alla deliberazione del Congresso socialista diAncona del 1914 che sancì l’incompatibilità tra Partito Socialista eMassoneria. Ugo Lenzi si dedicò sempre con passione all’attività mas-sonica, anche durante le persecuzioni fasciste, diventando GranMaestro nel 1949, incarico che ricoprì fino al 1953.La sua figura di politico e massone sarà tratteggiata, nel corso della tor-nata, dal Fratello Lamberto Ve n t u r o l i .

IRENZE - Domenica 19 ottobre si sono svolte le elezioni per la nomi-na del presidente del collegio circoscrizionale della Toscana. Il FratelloArturo Pacinotti è stato riconfermato per il triennio 2003-2006.

EGGIO CALABRIA - La Loggia reggina “GiuseppeMazzini” (1033) festeggerà il 30 novembre il ventesimoanno di fondazione con una conferenza del Gran Maestro

Gustavo Raffi al Grand Hotel Excelsior di Reggio Calabria.“Dove andiamo?” è il titolo dell’incontro che chiude le celebrazio-

ni organizzate dall’Officina per il 2003.

A B B I O N E TA - Nella splendida cornice storica dell’antico Te a t r oOlimpico si è svolto il “Primo Templar Day”, manifestazione inte-ramente dedicata all’antico Ordine cavalleresco, org a n i z z a t a

dall’International Order of DeMolay in Italia e dall’associazione culturale“Prima Compagnia Templare della Croce e della Stella Fiammeggiante”.Il convegno è stata l’occasione per entrambe le organizzazioni di presen-tarsi alla società, illustrando organizzazione e programmi futuri.Erano presenti personalità della Libera Muratoria italiana: FrancescoNaviglio, Giudice del Tribunale Circoscrizionale della Lombardia; GinoBertini, Gran Prelato della Gran Commenda d’Italia del Rito di Yo r k ;Alessandro Antonelli, Eminente Commendatore della Commenda JaquesDeMolay di Livorno del Rito di York; Augusto Fornaciai, GranCommendatore della Gran Commenda d’Italia del Rito di York, LuigiMilazzi, Gran Priore del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico edAccettato; Massimo Bianchi, Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriented’Italia che ha rivestito anche il ruolo di moderatore del convegno.Ha aperto i lavori il sindaco di Sabbioneta Cesare Boni che ha poi lascia-

Erasmo Notizie 18/2003 Pagina 5

at t iv i t àgrande oriente

d ’ i t a l i a

La Costituzione dell'Unione Europea, oggetto del “Trattato” che sarà firmato

nella primavera 2004, in particolare il suo Preambolo generale e il Preambolo

della “Carta dei diritti fondamentali dell'Unione” che ne rappresentano la sinte-

si ideologica e politica, è un documento di alto valore civile e morale che impe-

gna tutti coloro che hanno a cuore i destini dell'Europa e del mondo ad una rifles-

sione profonda e responsabile.

La Massoneria è consapevole, per certezza storica, che la sua opera, le sue lotte

e la sua stessa esistenza sono parte essenziale del “patrimonio spirituale e mora-

le” fondato sui “valori indivisibili e universali della dignità umana, della libertà,

dell'uguaglianza e della solidarietà” e del “retaggio culturale, religioso e umani-

stico dell'Europa” cui fanno riferimento i citati Preamboli della Costituzione.

I Massoni sono particolarmente orgogliosi, leggendo il testo della Costituzione, di

trovare riconfermati i principi che hanno, fin dalle origini, caratterizzato

l’Istituzione rendendola vittima, nel corso dei secoli, delle persecuzioni da parte

dei poteri liberticidi e che sono stati ispiratori degli Atti fondamentali che hanno

scandito la storia del progresso democratico e civile: dalla “Dichiarazione

d'Indipendenza” alla “Carta delle Nazioni Unite” alla “Dichiarazione Universale

dei Diritti dell'Uomo”. Questa posizione di “primato ideologico” non soltanto

rende la Massoneria legittimamente orgogliosa ma la impegna, da un lato, a vigi-

lare attentamente sul rispetto puntuale e sulla concreta attuazione dei principi

affermati e, da un altro lato, a rivendicare, in nome della uguaglianza, della

democrazia e della laicità, un riconoscimento autenticamente paritario nel con-

fronto con altre Istituzioni culturali, civili e religiose.

In questo spirito e nel solco della tradizione dei Convegni della Massoneria della

Toscana - che hanno sempre affrontato nella prospettiva di un’attualità storica,

culturale, sociale e politica gli argomenti in cui s’identificano i nostri principi

fondamentali - anche questo X Convegno si propone di richiamare l’attenzione

del mondo culturale, istituzionale e della pubblica opinione sulla connessione fra

i principi affermati dalla Costituzione ed i valori propugnati dalla Massoneria. In

particolare i Titoli II, III e IV della “Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione”

dedicati alla “Libertà”, alla “Uguaglianza” ed alla “Solidarietà” attraggono la

nostra attenzione perché contengono ben visibili le tracce della nostra storia e

rappresentano altrettanti punti di perfetta corrispondenza fra la futura realtà

dell'Europa e l’identità della Massoneria.

modera

Blasco Mucci, direttore responsabile della rivista massonica toscana "Il Laboratorio"

introduce

Gianni Tibaldi, psicologo, presidente e co-fondatore “Centro Italiano per le

Associazioni Internazionali”

intervengono

Paolo Gastaldi, storico, Università di Pavia

Marco Novarino, storico, Fondazione “Ariodante Fabretti”

Anna Maria Isastia, storica, Università “La Sapienza” di Roma

Angelo Schiavone, costituzionalista, Università di Bologna

conclude

Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia

Grande Oriente d’Italia - Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Toscana

X Convegno della Massoneria To s c a n a

La Carta costituzionale dell’Europa e la formazione del cittadino euro p e oIdeali e valori - Realtà e pro b l e m i

29 novembre 2003 - ore 14:30Grand Hotel Adriatico (Via Maso Finiguerra, 9 - Firenze)

Organizzazione “Il Laboratorio”Per informazioni: Collegio Circoscrizionale dei MMVV della Toscana, Borgo Albizi 18, 50122 Firenze - tel. 055 2340543/4 - fax 055 2341233

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to spazio al noto scrittore, giornalista e drammaturgo Franco Cuomoche, in un interessante e x c u r s u s storico, ha parlato dell’Ordine deiPoveri Cavalierri di Cristo e del Tempio, tra storia ed attualità.Per l’associazione “Prima Compagnia Templare della Croce edella Stella Fiammeggiante” il presidente Fiorino Donina e il vice-presidente Antonio Guberti hanno illustrato programmi e obiettivi dellaneonata Compagnia, che si propone di far rivivere, attualizzandoli, i prin-cipi e la cultura medievale dell’epoca templare. Dopo lo scambio di reci-proca stima e di doni, il presidente Fiorino Donina e il Gran MaestroAggiunto Bianchi hanno concluso la presentazione del sodalizio.Ad illustrare la storia e l’organizzazione dell’Ordine DeMolay italiano sonostati invece incaricati gli Active DeMolay Alex Guberti e Alessandro Iozzi, ilSenior DeMolay Roberto Failla e l’Advisor Marco Mucci, che hanno parlatodel concetto di fratellanza applicato dall’istituto e della situazione attuale e leprospettive future dell’Ordine. .Il Maestro Consigliere del Capitolo Roma n.1ha tratto le conclusioni chiudendo la presentazione.Il Gran Maestro Aggiunto Bianchi ha terminato i lavori e, dopo aver porta-to i saluti del Gran Maestro Gustavo Raffi, ha ricordato l’attività svolta,durante questi anni, dai giovani DeMolay ai quali ha chiesto di non dimen-ticare il sogno e l’impegno finora profuso per portare avanti in Italia gliobiettivi dell’Ordine giovanile paramassonico più importante nel mondo.Sono state significative le sue parole di sostegno all’Ordine e gli attestati distima rivolti al Fratello Luciano Critelli, Rappresentante Personale perl’Italia del Gran Maestro DeMolay, il cui incessante lavoro ha portato aduna crescita costante dell’organizzazione nel nostro paese.La giornata è proseguita nel Palazzo Ducale di Sabbioneta con l’inizia-zione all’Ordine DeMolay di alcuni giovani. Erano presenti i FratelliPasquale Failla, Delegato Provinciale del DeMolay di Palermo;Castrense Ganci, Delegato Regionale del DeMolay per la Sicilia; FrancoCuomo, Presidente del Capitolo Rosacroce “Torregiani” di Roma delRito Scozzese Antico ed Accettato; ed i già citati Francesco Naviglio,Alessandro Antonelli, Gino Bertini, Augusto Fornaciai, Luciano Critelli,nonché il Gran Maestro Aggiunto Bianchi.Prima della fine della cerimonia, gli ospiti hanno preso la parola salu-tando i DeMolay presenti ed augurando la continua crescitadell’Ordine nella giurisdizione italiana .Il Fratello Critelli ha quindi conferito i titoli di Alumni e Supporters aiFratelli Guberti, Donina e Antonelli ed in chiusura ha ringraziato ilGran Maestro Aggiunto Bianchi per il il suo appoggio alla crescitadell’Ordine in Italia, rivolgendo la sua particolare gratitudine al GranMaestro Gustavo Raffi, Legion d’Onore DeMolay, che sin dall’iniziodel proprio mandato ha creduto nella validità dell’Ordine favorendonele attività e lo sviluppo nella Comunione.

ORINO - Sabato 4 ottobre, nella casa massonica del capoluogopiemontese, si è svolto il convegno organizzato dal Collegio“Augusta Taurinorum” del Rito Simbolico Italiano su “La

Funzione dei Riti nella Libera Muratoria del terzo Millennio”. Per il Grande Oriente d’Italia erano presenti i Fratelli Mario Misul;Gran Maestro Aggiunto; Piero Bonatti, Gran Maestro Onorario; SilvioPilocane, presidente del collegio circoscrizionale di Piemonte-Va l l ed’Aosta; Carlo Paredi e Riccardo Segre, Consiglieri dell’Ordine; NinoDi Leo, Architetto Revisore. In rappresentanza dei riti erano invece presenti: Ottavio Gallego,Serenissimo Presidente del Rito Simbolico Italiano; Giorgio Losano,Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei Liberi Muratori dell’Arco Realedel Rito di York; il presidente del Rito Noachita; i rappresentanti regio-nali del Rito Scozzese Antico ed Accettato e dell’Antico e Primitivo Rito diMemphis e Misraim. Il Fratello Marziano Pagella, presidente del collegiosimbolico torinese, si è vivamente compiaciuto per la cospicua presenza deiFratelli intervenuti che hanno gremito la sala del tempio maggiore. “In un’epoca in cui si perde sempre più il contatto con le antiche radici delle

tradizioni culturali del passato, la “tesaurizzazione” del pensiero e deisimboli che ci provengono da lontano, senza accettarli dogmatica-mente - che è propria dei Riti massonici tradizionali consolidati neltempo ed a carattere universalistico massonico - ha una valenza pre-

cisa per i Massoni del terzo millennio, perché la metodologia offerta datali Riti tende a dischiudere la loro mente gettando un ponte che dal passatosi riverbera nel presente e si proietta nel futuro”. Così introdotta da MarcoNovarino, che ha trattato il tema I Riti nella storia della Massoneria italianac o n t e m p o r a n e a, la giornata di studio è proseguita con l’esame delle caratteri-stiche e delle finalità dei Riti riconosciuti dalla Comunione italiana, con lerelazioni di Giovanni Lombardo (Rito Simbolico), Ettore Di Russo (RitoScozzese Antico e Accettato), Piero Boldrin (Rito di York), Gianni Onnis(Rito di Memphis e Misraim). E' seguita una tavola rotonda, moderata da Nino Gioffredi, su Q u a l eruolo possono svolgere i Riti nella comunione massonica, con gli interventidi Angelo Musso (Rito Simbolico Italiano), Dario Montalenti, (Rito ScozzeseAntico ed Accettato), Ettore Bresci (Rito di York), Gian Carlo Turco (Rito diMemphis e Misraim).Le considerazioni finali sono pervenute da Ottavio Gallego,Serenissimo Presidente del Rito Simbolico.

ORINO (2) - Sabato 18 ottobre, nel tempio grande della casa mas-sonica torinese, Luigi Grassia, saggista e giornalista del quotidia-no “La Stampa”, ha presentato una sua recente biografia di

Giacomo Costantino Beltrami, apparsa per i tipi della Editrice “IlMinotauro” (“Un Italiano fra Napoleone e i Sioux”). La presentazione èavvenuta “a quattro mani” tra l’autore e l’eminente anglista ClaudioGorlier dell’Università di Torino, il quale ha messo in luce i pregi dellibro, che coniuga rigore storico e brillantezza di esposizione. A l l ’ i n c o n t r oha partecipato il Bibliotecario del Grande Oriente d’Italia Dino Fioravantiche il 2 dicembre dello scorso anno aveva promosso il volume a Villa ‘IlVa s c e l l o ’ nell’ambito degli “Incontri del Servizio Biblioteca”.Esploratore, patriota e letterato poliglotta Beltrami ebbe una vita avventurosache attraversò l’epopea napoleonica, la Restaurazione e le Rivoluzioni. Av e n-t’anni combatteva nella milizia della Repubblica Cisalpina, a quaranta parti-va, da solo, per una straordinaria esplorazione nel bacino del Mississippi, nelcorso della quale scopriva la più settentrionale sorgente del grande fiume: unascoperta che gli è oggi riconosciuta. Apprese la lingua Sioux della quale, nel1823, pubblicò il primo vocabolario. Patriota e Massone, l’Italia gli “stavastretta”, come a molti esuli della sua generazione. Il massonismo di Beltrami è tutt’altro che estraneo alla sua vocazione diesploratore, come appare anche dai suoi libri di viaggi (debitamente messiall’Indice), e come Grassia e Gorlier non hanno mancato di mettere in evi-denza. Tolleranza e spirito cosmopolita gli consentirono di stabilire con iSioux un rapporto del tutto insolito per l’epoca. La presenza massonica ènotevole tra gli esploratori italiani del 1800: Giacomo Beltrami, OrazioAntinori, Vittorio Bottego, ed un altro personaggio ingiustamente dimenti-cato quale Augusto Franzoj furono tutti portatori di un’inquietudine che vainquadrata nell’età romantica. Vite per lo più turbolente, nelle quali siespresse la pulsione per la creazione e diffusione di conoscenza, che è unconnotato essenziale della Weltanschauung massonica, ora come allora.La manifestazione, seguitissima, si è conclusa con un’agape nella casam a s s o n i c a .

Pagina 6 Erasmo Notizie 18/2003

at t iv i t àgrande oriente

d ’ i t a l i a

A pagina 10 del numero 17/2003 di “Erasmo Notizie” abbiamo erro-

neamente indicato la data del 2 settembre 2003 per il decreto del

Gran Maestro che indice le elezioni per il marzo 2004. La data effet-

tiva è il 20 settembre 2003, come riportato nel testo originale del

documento pubblicato nella stessa pagina.

errata corrige

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Erasmo Notizie 18/2003 Pagina 7

ra s s eg n as t a m p a

IMINI - “Cosa auspico a livello politico in Italia? Che cisia un confronto, anche serrato e toni forti, ma sempre nelrispetto reciproco e che abbia presente il bene comune”.

Lo ha detto ieri a Rimini, parlando con i giornalisti, il Gran Maestrodella Massoneria del Grande Oriente d’Italia Gustavo Raffi intervenu-to, presso l’hotel Sporting di Marina Centro, ad un convegno di studiper ricordare il Massone riminese Giovanni Venerucci. Il personaggio- col suo nome si chiama una delle due logge massoniche di Rimini chefanno capo al Grande Oriente d’Italia (l’altra è la Loggia “Europa”) edanche una Associazione collegata alla Massoneria - è nato a Rimini nel1 8 11 ed è stato condannato a morte da un tribunale borbonico nel 1844. “Giovanni Venerucci - ha detto il presidente dell’Associazione,Antonio Calderisi - morì all’età di 33 anni con l’ansia di libertà e l’in-domita volontà di liberare il proprio paese dagli oppressori”. Il conve-

gno cade poi nel trentennale della fondazione della Loggia “GiovanniVenerucci” fondata il 23 febbraio 1973. “Il Paese - ha aggiunto Raffi -ha bisogno della ricerca del bene comune. Se invece c’è il muro con-tro muro non c’è la ricerca del bene comune. Il problema è quello diuna cultura democratica diffusa, altrimenti lo scenario è quello dellalotta tra gladiatori al Colosseo. Noi - ha aggiunto il Gran Maestro -vogliamo una democrazia dove si rispettino le sue regole e, per otte-nere questo, è importante che ci sia una coscienza democratica. Il valo-re di una idea ha un valore in sé a prescindere. Se un progetto è mira-to al soddisfacimento del bene comune è chiaro che deve essere presoin considerazione. Se al contrario, prevale una logica di fazione, nonsiamo in una logica democratica ma nel Colosseo con i gladiatori”.R a ffi ha annunciato che si farà nuovamente a Rimini, la prossima pri-mavera, la Gran Loggia della Massoneria del Grande Oriente d’Italia.

Convegno a Rimini in onore di Venerucci. Intervista al Gran Maestro Gustavo Raffi

“Vinca il bene comune”di Riccardo Fabbri

5 ottobre 2003

IMINI - Cade sotto i colpi dello storico il fascino infuocato di unaRomagna anticlericale per natura. Anzi, per una curiosa coinci-denza di fatti, ‘sopita nell’ozio’e ‘asservita ai preti’, a segnare

l’atto di nascita della Carboneria in questa terra, quindi della coscienzanazionale, sarà proprio la famosa sentenza del cardinale Rivarola.“Il 31 agosto 1825 viene emessa la sentenza Rivarola che condanna avarie pene più di cinquecento persone in terra romagnola - spiega ilprofessor Roberto Balzani, docente di Storia Contemporaneaall’Università di Bologna, in occasione del convegno di ieri dedicatoalla figura di Giovanni Venerucci - un numero consistente, se si pensache al tempo la società civile contava circa 53 milioni di abitanti”.La condanna va a colpire così un pezzo consistente di popolazionenumericamente superiore ai carbonari effettivamente esistenti e presen-ti nella documentazione. “Si tratta di una specie di maxi-processo l’ope-razione attuata dal cardinale: dentro al calderone ci sono i notabili chehanno manifestato il primo dissenso e le faide comuni - prosegue il pro-fessor Balzani - e Rivarola sa che i problemi vengono creati dalle turbeliberali, per questo le fa emergere conferendo loro la patente politica”.E ’ dunque un’ostilità sociale quella manifestata sia dalla borg h e s i a ,perché privata del potere amministrativo conquistato conNapoleone, sia dagli artigiani e dagli operai in difficoltà economica.“Rivarola fa quello che qualche magistrato ha fatto in anni a noi piùvicini: politicizza il disagio sociale dei notabili dandogli una digni-tà politica”, sottolinea lo storico. “Questo ha effetti sconvolgenti,perché le pene inferte iniziano a far maturare una coscienza politi-ca”. Di ‘una curiosa eterogenesi dei fini’parla il professor Balzani,spiegando l’intreccio messo in moto dal cardinale. E dall’indaginecondotta sul procedimento adottato dal cardinale , si scopre che lecondanne derivano dagli interrogatori di Milano nei confronti diun’élite militante veramente bassa come numero, tutto il resto ruotaattorno alle ‘turbe liberali’. A rappresentare in maniera emblemati-ca lo scenario creato in questi anni fra potere ecclesiastico e resi-

stenza sociale, la figura di Primo Uccellini, bibliotecario dellaClassense di Ravenna. Incolpato nel 1826 di avere appeso unfoglietto contro il cardinale in piazza del Popolo, rimane silenziosa-mente in prigione per anni. Dopo essere stato accusato come patrio-ta, all’uscita dal carcere, non gli rimane che divenirlo veramente ecombattere contro quel potere che ingiustamente lo aveva colpito.“Ecco l’aspetto più concreto delle origini della Carboneria - concludeil professor Balzani - perché pensare a una Romagna, dove improvvi-samente si svegliavano tutti i patrioti, è francamente impossibile”.

Celebrare non basta

Un inno alla ribellione

IMINI - “Celebrare non basta, occorre assumere i messag -gi e storicizzarli per creare una coscienza democratica. E iMassoni sono costruttori”, queste le parole del Gran

Maestro del Grande Oriente d’Italia, l’avvocato Gustavo Raffi,spese ieri in occasione del convegno dedicato a Giovanni Veneruccinel trentesimo anniversario della fondazione della loggia riminese.Posto l’accento sull’importanza della funzione culturale, l’avvocatoprosegue sottolineando il valore del dialogo e del confronto poichésenza questo “tutto il resto è nominale”. “Alivello politico auspicoche ci sia un confronto anche serrato e con toni forti, ma sempre nelrispetto reciproco”, afferma il Gran Maestro. “E che abbia presentiil bene comune. Se diventa logica di fazione è roba da gladiatori alColosseo”. “Non dobbiamo crerare generazioni di ribelli: ben vengail ricordo se si comprendono le dinamiche della storia”, concludeRaffi. “Chi vive di rendita non ha avvenire”.Il prossimo appuntamento della loggia riminese si rivolgerà a “l’altra metàdel cielo” dedicandolo esclusivamente all’universo femminile, mentrenella primavera 2004 si terrà sempre a Rimini, come confermato dal GranMaestro, la Gran Loggia della Massoneria del Grande Oriente d’Italia.

L’intervento del professor Balzani ha aperto il convegno di studi sui martiri della libertà

Il maxi-processo alla Carboneriadi Silvia Paccassoni

5 ottobre 2003

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Pagina 8 Erasmo Notizie 18/2003

ra s s eg n as t a m p a

IOMBINO - Il dibattito sull’obbligo di dichiarare l’ap-partenenza alla Massoneria per chi aspira ad incarichipubblici sembra davvero morto e sepolto. La prima

pietra, per quanto riguarda i Ds, l’aveva messa il segretarioPiero Fassino, rimproverando i suoi consiglieri comunali diingenuità. Ma un vero macigno è arrivato dalla pubblicazio-ne di una sentenza del Consiglio di Stato, che ha rigettato ilricorso presentato da due cittadini che si erano visti revocareun incarico dalla Regione Toscana perché non avevanodichiarato l’appartenenza alla Massoneria.Chi aspira a cariche elettive, ma anche a nomine o designazio-ni, non può appellarsi alla privacy, ma deve dichiarare prima lasua appartenenza ad associazioni, Massoneria compresa. Questoil concetto del pronunciamento del Consiglio di Stato. Neppuresi pone il problema nel caso di associazioni segrete, già limita-to dalla Costituzione.Una sentenza, dunque, che toglie anche le castagne dalfuoco al sindaco Guerrieri e ai 16 consiglieri comunali chesi sono impegnati, approvando la mozione dello Sdi, a modi-ficare lo statuto comunale. E’ chiaro che non si farà, almenoper non si sa quanto altro tempo. E non tanto perché permodificare lo statuto mancherebbe ancora la maggioranzaqualificata (due terzi) ma perché ormai sul caso Piombinopesa un dibattito che ha travalicato i confini interessandovertici dei partiti e stampa nazionale.La pensa così il vicepresidente della Camera Fabio Mussi,capo del correntone diessino e piombinese doc, che ieri ( 1 3o t t o b re ) ha lanciato subito il suo commento: «Condivido ilcontenuto della sentenza del Consiglio di Stato secondo laquale il dipendente pubblico che, iscritto alla Massoneria,deve denunciare la sua appartenenza all’associazione segre-ta, pena la perdita del posto di lavoro».«La sentenza, che afferma il principio costituzionale della traspa-renza e del buon andamento della pubblica amministrazione - pro-segue Mussi - appone una parola definitiva sulla questione d e l l ’ o b-

bligo a dichiarare la propria appartenenza ad associazioni segrete».Dibattito concluso anche per il segretario regionale MarcoFilippeschi: «la sentenza fa ulteriore chiarezza dopo il votodel consiglio comunale di Piombino. Come i Ds toscanihanno sostenuto in queste settimane - dice Filippeschi - latutela della privacy non può mettere in discussione i principidella trasparenza. Ora tutte le istituzioni sono spronate dallasentenza ad attuare con scrupolo leggi e regolamenti».Sembra di leggere in tutto questo l’addio anche alla propostadi legge del consigliere regionale dello Sdi Ciucchi, che siponeva lo stesso obiettivo della mozione piombinese.Ma in realtà la sentenza del Consiglio di Stato, se chiude uncapitolo, ne apre uno del tutto nuovo. La Massoneria è da con-siderarsi associazione segreta? E soprattutto. Tutti i dipendentipubblici hanno l’obbligo di dichiararlo nel caso fossero iscrittialla Massoneria? Se è considerata segreta non c’è dubbio. E’scritto ha chiare lettere anche nello statuto della Regione.Secondo il segretario generale del Comune di Piombino, SalvatoreDi Priamo, tuttavia, la sentenza del Consiglio di Stato si riferisceesclusivamente al caso dei cittadini che avevano ricevuto incarichidella Regione, non è dunque assolutamente estendibile ai dipen-denti in ruolo nella pubblica amministrazione. Diversa è l’appar-tenenza ad associazioni segrete, già vietata dalla Costituzione».«Hanno fatto bene a ritirare l’incarico ai due concorrenti - com-menta comunque Mario Canneti, consigliere dello Sdi eMassone in sonno, presentatore della mozione piombinese - senon hanno dichiarato l’appartenenza sono andati contro la leggee hanno fatto del male anche all’associazione». Ma in modo altrettanto tagliente Canneti commenta l’interpre-tazione di Mussi. «Se l’obbligo di dichiarare l’appartenenza allaMassoneria venisse esteso a tutti i dipendenti pubblici signifi-cherebbe tornare alle leggi fasciste del 1929. Io non credo chela sentenza sia da interpretare in questo modo: Chi appartiene adassociazioni segrete deve essere perseguito, come prevede lalegge, ha ragione Mussi, ma la Massoneria non è segreta». ( g . p . )

Dopo una sentenza del Consiglio di Stato

Massoneria, si apre il caso dei dipendenti pubblici14 ottobre 2003

entile direttore, nell’articolo «Cossiga: Torna laMassoneria», pubblicato a pag. 3 de «La Provincia» del12/10/2003, surrettiziamente ed equivocamente si aff e r-

ma che «perfino il Gran Maestro Gelli è stato riammesso, come haconfermato ieri la Loggia più importante, il Grande Oriented’Italia». Poiché tale affermazione può ingenerare nel lettore ilconvincimento che costui sia stato riammesso nelle file delGrande Oriente d’Italia, la invito (...) a specificare quanto segue:il Gelli è stato riesumato da una sedicente Gran Loggia Nazionaled’Italia di Rito Scozzese, presieduta da tale Paternò Giorgio. IlGrande Oriente d’Italia e le Grandi Logge regolari del mondo non

hanno mai intrattenuto rapporti con la formazione del Paternò emai li intratterranno. La mancanza di una legge che tuteli, oltre lalibertà di associazione, anche la denominazione corretta dellaassociazioni, consente a chiunque di costituire a definire «masso-neria» gruppi che difettano dei requisiti fissati e riconosciuti dalleGrandi Logge regolari del mondo. La condanna del piduismo daparte del Grande Oriente d’Italia è definitiva ed esclude alla radi-ce qualsiasi riabilitazione del Gelli. Conseguentemente la notiziadella riammissione di quest’ultimo in una Loggia del GrandeOriente d’Italia è destituita di fondamento.

Il Gran Maestro avv. Gustavo Raffi, Roma

MASSONERIA

Il Grande Oriente d’Italianon riammette Licio Gelli

17 ottobre 2003

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Erasmo Notizie 18/2003 Pagina 9

AVENNA- Narrano le cronache che il 31 luglio del ‘99, apoche settimane dalla sua elezione a Gran Maestro delGrande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi si presentò a un

incontro a Trieste in camicia gialla e jeans.“I giornalisti che si aspettavano un ottuagenario tutto vestito di neronon mi filarono neanche”, racconta l’interessato divertito.Un aneddoto che non fa solo “colore”, ma è esemplificativo dellasvolta operata nelle Logge da questo avvocato ravennate non anco-ra sessantenne, dalla conversazione colta, dal gusto per la battuta,Massone ormai da oltre trent’anni.“La prima rivoluzione che ho fatto - dice Raffi - è affermare che laMassoneria non può essere il museo dalle cere Madame Tussaud eche la tradizione non è il culto dei morti”.Cos’è invece per lei la tradizione, avvocato Raffi?“E un concetto dinamico, significa collegare il passato con il pre-sente per ipotizzare e pensare un progetto futuro. Altrimenti arrivialla conclusione che non c’è più nulla da realizzare, e che l’unicasoluzione è fare come i bonapartisti che si trovavano una voltaall’anno per brindare all’Imperatore e alla fine tutti a casa”Cominciamo dal principio: da quanto tempo è massone?“Dal ‘68”.Un anno quantomeno particolare per decidere di aderire allaMassoneria...“Il ‘68 è un anno che segna una svolta nel Paese, si rompono anti-chi steccati, i giovani mettono in moto una rivoluzione generazio-nale che non coinvolge soltanto la scuola, ma che assume unarichiesta sempre maggiore di partecipazione. All’epoca stavo termi-nando gli studi universitari e vivevo un momento di travaglio inte-riore. Non avevo travato risposte ad alcuni miei interrogativi nellastoria, nella filosofia e, se vogliamo, anche nella lotta politica.Quindi cercai a trovai questa strada proprio per darmi le risposteesistenziali di cui avevo bisogno. Dico di più: il giorno che fui ini-ziato avevo tenuto un comizio a Ferrara, stavo vivendo un’espe-rienza nei repubblicani pacciardiani e mentre tornavo indietro miponevo ancora degli interrogativi e mi chiedevo: ‘Cosa vado afare?’Non era un interrogativo da poco e me lo sono spiegato neglianni che sono venuti. In poche parole: la Massoneria si comprendeessenzialmente vivendola. Perché la weltanshaung è un modo diesseere, non c’è un catechismo che ha le domande e le risposte. IlMassone è l’uomo del dubbio, è portato a ritenere che ogni uomopotenzialmente può essere portatore di uno spezzone di verità, percui importante il dialogo e il confronto; non parti da una verità rive-lata, da una certezza per dedurre ogni tua azione, tu viaggi socrati-camente, pensando di percorrere degli stadi di verità”.Lei come era venuto in contatto con la Massoneria?“Avevo letto, soprattutto dell’impegno della Massoneria storica,intendo per esempio della Massoneria nel Settecento. Nelle Loggenasce l’Illuminismo, Voltaire è Massone. Nelle Logge si inventanole libere associazioni che sono l’anticamera del partito moderno.Poi abbiamo, nell’Ottocento, i Massoni impegnati nelle le grandibattaglie per l’unità nazionale”.Cosa ricorda del giorno della sua iniziazione?“Fu a Ravenna, la mia città. E fu una sorpresa. La Loggia era laDante Alighieri, che oggi esiste ancora poi io fondai la Pigneta cheprendeva il nome glorioso della Loggia napoleonica. Ricordo prima

le voci, poi i volti di persone che conoscevo da sempre, ad esempioNevio Baldisseri, un personaggio anche della vita politica ravenna-te che era amico di mio padre, o Celso Cicognani che è stato sinda -co di Ravenna e che piacevolmente trovai lì”.Riferendosi a quel giorno lei fa tranquillamente dei nomi, maalmeno fino a non molto era tendenza abbastanza comune pen-sare alla Massoneria come a qualcosa di segreto.“Le cose sono cambiate, la società è cambiata. Il problema non è unapubblicità di nomi, perché nessuna associazione lo fa, poi adesso c’è lalegge sulla privacy. Il discorso cambia quando si tratta di dare visibilitàai responsabili sul territorio: su questo non abbiamo mai avuto proble-mi. Del resto basta entrare nel nostro sito Internet per trovare tutte leinformazioni sulle manifestazioni che facciamo. Una giornalista unavolta mi ha chiesto: ‘Ma lei si rende conto che sta eliminando quell’alo-ne di mistero che per certi versi poteva costituire un polo di attrazione?’E io gli ho risposto che lo abbiamo pagato troppo caro. Oggi chi vuoletrovare il Grande Oriente d’Italia lo può trovare ovunque, e chi pensa alGoi come ad una struttura eccessivamente riservata è fuori posto”.E chi pensa che invece le Logge dove si trovano i Fratelli sianodei centri di potere?“Ha preso fischi per fiaschi. La storia lo ha dimostrato che i veico-li erano ben altri. Anche quando la Massoneria sembrò avere ungrande potere, non era per il numero dei tesserati, era il suo grandeprogetto che calamitava le migliori intelligenze del Paese”.Però ad un certo punto della sua storia recente la Massoneriaha calamitato dei personaggi quantomeno discutibili. Unnome per tutti: Gelli.“ A questo proposito sono stato da subito molto chiaro: i piduisti sonostati in nostri terroristi, nel senso che hanno mirato al cuore della nostraistituzione, noi siamo le vittime. E come le Brigate Rosse sono nate nelpartito comunista ma non sono il partito comunista, la stessa cosa valeper la P2. La condanna del fenomeno P2 è totale e inappellabile”.Lei è già il secondo ravennate che è diventato Gran Maestro delGrande Oriente d’Italia. Un caso?“Penso che la cultura laica abbia avuto un peso. La Romagna è unaterra di mazziniani, socialisti e di liberali, non dimentichiamo A l f r e d oBaccarini che è stato il più grande ministro dei Lavori Pubblici chel’Italia abbia mai avuto. Scuole di pensiero che indubbiamente, a mioavviso hanno creato questo h u m u s. Ma si potrebbe anche ipotizzare ilcontrario: c’erano personaggi del genere perché si erano formati aduna scuola di pensiero. Poi ci sono anche le concomitanze”.Perché non ci sono donne nel Grande Oriente d’Italia?“Non è un problema del Goi, ma della Massonerie regolari nelmondo. Ed è un problema che va risolto. Siamo rimasti molto anco-rati alla tradizione come la chiesa cattolica e qualche altra chiesa”.I partiti, le associazioni fanno campagne di reclutamento, diproselitismo. E la Massoneria?“Non ha questi obiettivi. Abbiamo, come ho detto un sito internet doveè in corso un esperimento di radio on line con immagini visive. Stiamofacendo, sto facendo in particolare una grossa battaglia in difesa dellascuola pubblica, perché la colloco nel nostro messaggio. Perché in unasocietà che è sempre più multirazziale e multiconfessionale, se tu aff e r-mi il principio della separazione, una scuola degli ebrei, dei musulmani,dei cattolici tu mini il tessuto sociale in quanto crei i percorsi della inco-municabilità. Quindi è indispensabile che la scuola esprima messaggi

A colloquio con Gustavo Raffi, ai vertici della Massoneria italiana dal ‘99

Il “grande fratello” d’Orientedi Roberta Emiliani

19 ottobre 2003

ra s s eg n as t a m p a

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Pagina 10 Erasmo Notizie 18/2003

anardelli uomo di Stato, Zanardelli giurista, nemico del clero epropugnatore dell’etica liberale a difesa dell’individuo. Masoprattutto Zanardelli dimenticato. Astrappare dall’oblio il gran-

de statista bresciano nel centenario della sua morte è stato il GrandeOriente d’Italia, con il convegno dal titolo «Zanardelli e l’Italia civile»,ospitato dall’Ateneo di Brescia ieri mattina. Un incontro affollato di pub-

blico, ma anche ricco di interventi eccellenti, che da diversi punti di vistahanno cercato di recuperare la complessa e sfaccettata immagine del poli-tico che accompagnò l’Italia nel cammino di un Paese appena nato. Zanardelli anche massone, ed è per questo che il Grande Oriente hascelto di rievocarne l’esempio a testimonianza del ruolo decisivodella Massoneria nel nostro Paese. «In un’epoca senza ideologie e

Affollato convegno organizzato dal Grande Oriente d’Italia all’Ateneo

«Lo statista dei diritti»di Matteo Asti

20 ottobre 2003

pluralisti, non sia espressione di una monocultura”E i giovani si avvicinano alla Massoneria?“Oggi l’età media degli iscritti a sui 50, 52 anni. Però

i nuovi che arrivano hanno dieci anni anni di meno”.La Massoneria è ricca di simboli.

“Il simbolo lascia più spazio alla capacità mentale, la parola in genereingabbia. Il simbolo può essere un linguaggio universale. Del resto nel-l’ambito delle liturgie delle chiese dei simboli ne troviamo all’infinito”.La Massoneria è una chiesa?“No direi proprio di no. Anzi la Massoneria è un luogo dove uomi-ni di fedi diverse possono ricercare l’armonia anzichè, combattersi.Non è un caso che la prima Gran Loggia moderna nasce inInghilterra e nasce da un incontro fra protestanti e cristiani”.Cosa comporta l’essere Massone?“Il Massone deve essere un uomo tollerante. Bisogna sempre ragio-nare in un’ottica utopica, in caso contrario non si capisce laMassoneria. Perché attraverso il linguaggio muratorio simboleggil’uomo come una pietra grezza che attraverso un lavoro di perfezio-namento individuale diventa una pietra cubica, poi c’è il secondopassaggio in cui, assemblata quella pietra cubica ad altre, operi peril bene dell’Umanità. Da un linguaggio più moderno che è di GuidoCalogero, la Massoneria esprime la filosofia del dialogo che postula

non avere volontà di primato, il rispetto dell’avversarlo, postula divoler individuare un terreno su cui si può operare insieme”.Anche nelle migliori famiglie però i Fratelli talvolta litigano.E nelle Logge?“Beh, ma questo è normale, perché per quanto puoi fare una sele-zione... Umanamente cerchi di fare in modo che questo non avven-ga. Con una battuta: talvolta può capitare che ci siano Massoni chenon hanno la tessera e tesserati che non siano Massoni”.Lei è stato perun certo periodo segretario provinciale del Pri econsigliere nazionale perlo stesso partito. Poi ad un certo puntodella sua vita ha deciso di lasciare la politica. Cosa che non hafatto con la Massoneria che, evidentemente non l’ha deluso.“Indubbiamente: Quello della delusione della politica penso possaessere un discorso solo mio. Mio padre quando avevo 16 anni midisse: ‘Tu non puoi fare politica. E io gli chiesi ‘Perché papà?’.‘Perché tu ci credi’. Io vorrei dire non solo credo in certi valori, macredo di avere operato una grande svolta, soprattutto ponendomi uninterrogativo, ‘cosa ci sto a fare?’. Ci vuole un’elaborazione continua,non solo. Noi oggi viviamo in una società che è segnata dal tramontodell’ideologia, una società squilibrata su fattori economici, il mercatonon ha un’anima. Il grande problema è quello di costruire un labora-torio dell’uomo moderno. E in questo sta l’attualità della Massoneria”.

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ISTOIA -Tempio aperto in via S. Andrea 3 per celebrare i140 anni di vita della loggia massonica pistoiese«Ferruccio», che fu fondata nel 1863, con una mostra di tre

artisti in programma dal 20 al 27 ottobre. Inoltre, ieri pomeriggio,in Sala Maggiore si è svolto un convegno su «Massoneria e socie-tà civile a Pistoia e in Val di Nievole» con la presentazione delvolume con lo stesso titolo curato da Fulvio Conti, docente dellafacoltà di Scienze Politiche dell’Università di Firenze. L’introduzione al convegno è stata fatta da Arturo Pacinotti, pre-sidente del Collegio dei Maestri Venerabili della Toscana. Le con-clusioni sono state di Gustavo Raffi, Gran Maestro del GrandeOriente d’Italia Palazzo Giustiniani, presente anche il GranMaestro Aggiunto Massimo Bianchi. Raffi, in un incontro con la stampa, ha evidenziato che le ricorren-ze, come quella dei 140 anni della «Ferruccio», «vengono attual-mente sottolineate da manifestazioni pubbliche per fare capireall’intera collettività la storia locale massonica e far conoscerecome il cittadino massonico ha operato per la sua città». A questoriguardo è stato evidenziato che anche Pistoia ha avuto due sindacimassoni, che sono stati Corsini e Gelli («Corrado - è stato detto -

per evitare possibili confusioni con l’aretino Licio, che tanti proble-mi ha dato alla Massoneria, ma di cui la Ferruccio rifiutò l’iscrizio-ne in tempi non sospetti»). Tra gli iscritti, vari rappresentanti dellasocietà civile: operai, artigiani, professionisti, alti funzionari ecc.« Naturalmente - ha sottolineato ancora Gustavo Raffi - la visibi-lità resta quella dei dirigenti, mentre agli altri iscritti viene garan-tito il diritto alla privacy. Se l’Italia aspira ad una vocazione euro-pea, deve essere coerente anche in questo». E la situazione della Massoneria Toscana? «E’stato superato l’eff e t-to Gelli, la cui prima vittima fu proprio la Massoneria ufficiale, mabisogna anche ricordare che da parte nostra la condanna senza appel-li della P2 avvenne molto prima dell’intervento dei tribunali profani». Ha concluso il Gran Maestro Raffi: «Abbiamo pagato caro aver sotto-valutato la comunicazione, ma oggi proponiamo la massima visibilitàdelle nostre istituzioni con manifestazioni come questa che sono sem-pre più frequenti in tutta Italia. In ogni circostanza sosteniamo il prin-cipio della tolleranza, come elemento fondante della filosofia del dia-logo, senza il quale non si possono superare gli integralismi; sostenia-mo l’esigenza di una scuola non formata per ghetti e per isole e, negliultimi anni, abbiamo aperto anche un dialogo tra massoneria e chiesa».

Ferruccio, Loggia apertaed. Pistoia, 19 ottobre 2003

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era lo Zanardelli politico, quello della riforma del Codicepenale e della nuova legge elettorale, della legislazionesul lavoro minorile, nelle sale dell’Ateneo di Brescia.

C’era, dunque, l’«Italia civile» di Zanardelli nelle parole degli illustrirelatori, chiamati dal Grande Oriente d’Italia di palazzo Giustiniani,con il patrocinio di Regione, Provincia, Comune e dello stesso A t e n e o ,a disegnare la figura del grande statista, unico bresciano che ha coper-to la carica di presidente del Consiglio. «Nel centenario della suamorte, doveroso è ricordare al Paese - ha esordito il prof. PaoloGastaldi dell’Università di Pavia, coordinatore del convegno - che gliè debitore di tutti i progressi compiuti, il politico che ha traghettato lasua nazione verso le riforme liberali». Un uomo che ha saputo assu-mere impegni e responsabilità, per dirla con il sindaco Paolo Corsini,per superare lo «spirito feudale» che insisteva nelle istituzioni, ono-rando scrupolosamente la propria devozione ai principi di libertà.Ricordando la mostra che la Provincia di Brescia ha promosso la scor-sa estate al Vittoriano di Roma, per togliere quel velo d’oblio che hadecretato un destino di minorità per Zanardelli dopo la morte, il prof.Roberto Chiarini dell’Università di Milano, ha annunciato la replica, apartire da novembre, nei luoghi che distinsero la sua esistenza, ovveroCollio, Iseo, Nave e Toscolano, della rassegna che ha conquistato nellacapitale un pubblico numerosissimo. Prima di aprire il capitolo citta-dino, all’inizio del 2004. «Zanardelli è stato l’unico leader liberale acredere fortemente nel valore della democrazia dell’alternanza - hapuntualizzato Chiarini - il suo rispetto rigoroso e senza riserve deidiritti di libertà e di parola, lo condannò ad una posizione minoritariarispetto ad altri personaggi del suo tempo». L’attualità dello statista

bresciano è, quindi, la ragione stessa del suo oscuramento, nonostantefosse l’artefice dell’affermazione, dello sviluppo e della modernizza-zione dello Stato unitario. Proprio con i cattolici bresciani si confron-ta tutta l’opera zanardelliana, in un clima di polemiche fortissime. «Icattolici ritenevano - ha ricordato il prof. Sandro Fontanadell’Università di Brescia - inconciliabile la loro posizione con quelladi Giuseppe Zanardelli che scrisse del partito dei preti che riusciva amettere insieme livide maggioranze clericali con promesse dell’oltre-tomba. Pur in questo clima - ha continuato l’on. Fontana - lo statistanon assunse mai atteggiamenti preclusivi, perché favorevole ad ogniforma d’espressione. Naturalmente i cattolici lo accusarono di esseresettario, clientelare, partigiano, persino corrotto». Se un certo oblìo siè steso sull’azione politica di Zanardelli, sulla sua eredità di giuristanon è mai venuto meno il giudizio positivo. L’ a v v. prof. GiuseppeFrigo, docente all’Università di Brescia, ha rimarcato come contribuìper quarant’anni alla costruzione dell’ordinamento giuridico-costitu-zionale dell’Italia unita. Come Guardasigilli mise mano ad un proget-to organico che rappresenta la parte rilevante della storia giuridica del-l’epoca liberale. «Oggi possiamo ancora costituire le nostre radici - haconcluso il prof. Frigo - sugli strumenti che ci ha lasciato, in grado difronteggiare tanti dei problemi che ancor oggi ci troviamo ad aff r o n-tare». Il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, avv. Gustavo Raff i ,concludendo ha sottolineato che l’incontro non era nel segno di unasemplice riesumazione del passato. «Ci siamo dedicati ad un uomoche ha rappresentato - ha detto - un capitolo importante per laMassoneria, è stato l’emblema dello spirito libero, in un contesto sto-rico che lo ha visto ricoprire un ruolo fondamentale».

All’Ateneo il convegno promosso dal Grande Oriente d’ItaliaA novembre nel Bresciano la mostra già allestita al Vittoriano

Zanardelli, il politico liberalee il giurista della riforma del Codicedi Wilda Nervi

20 ottobre 2003

valori, la massoneria resta il laboratorio di un nuovoumanesimo - sostiene il Gran Maestro Gustavo Raff i ,intervenuto ieri mattina - può proporre una filosofia

basata sul dialogo e soprattutto mutuare dal suo riccopassato idee e testimonianze per nuovi progetti».

Presidente del Consiglio tra il 1901 e il 1903, Zanardelli assunse inquasi tutti i Governi postunitari incarichi di prestigio, restando alcentro di un progetto politico, che - secondo il sindaco di BresciaPaolo Corsini - aveva come radice un liberalismo volto a valorizza-re la tutela e la crescita civile dell’Italia.«Un liberalismo che potremmo definire dei diritti e delle responsa-bilità - ha spiegato nel suo intervento lo storico Roberto Chiarini -dei diritti comuni a tutti gli individui, a partire da quelli politici edella responsabilità nei confronti del proprio elettorato. Zanardelli sioppose con tutte le sue forze al trasformismo di De Pretis e Crispi, efu l’unico leader a credere nel principio dell’alternanza al potere».Il rapporto di Zanardelli con la Chiesa resta invece un capitolo con-troverso, chiuso tra il rispetto della libertà di culto e il timore di unariconquista del potere temporale da parte del clero. «ConciliareZanardelli con il clero sembra impossibile - ha spiegato lo studiososenatore Sandro Fontana - le accuse che entrambe le parti si mosse-ro furono molto forti. In realtà lo statista bresciano era pronto ad

accogliere ogni idea diversa dalla sua, ma vedeva nell’organizza-zione sociale cattolica un pericolo per la laicità del Paese». L’altro grande capitolo della storia di Zanardelli riguarda la sua atti-vità di legislatore. Si fece infatti promotore del nuovo codice pena-le italiano. Un codice dal quale viene eliminata la pena di morte eche promette un grande salto di qualità nella difesa dei diritti del cit-tadino. «Nel nuovo codice penale non ha mai pensato che ci fossequalcosa di negoziabile nei diritti civili», ha spiegato l’avvocatoGiuseppe Frigo dell’Università di Brescia, già presidente delleCamere penali, che ha appena curato l’edizione dei “Discorsi sul-l'avvocatura di Zanardelli”. «Quando fu ministro della giustiziaportò avanti un progetto unitario basato sulla limitazione delle pene,sull’oggettività del reato e sulla separazione netta tra morale e dirit-to. Quello che non riuscì a fare è la riforma dell’ordinamento giudi-ziario, la stessa di cui ancor oggi molti sentono la necessità». Ma non riuscì a risolvere, pur affrontandole, anche altre grandi questionidell’Italia postunitaria. «Oggi e allora convivono due Italie, una civile euna incivile - ha detto Morris Ghezzi dell’Università di Milano - il fruttodi contrasti ancora vivi. Quello con la religione cattolica, quello tra Norde Sud. Zanardelli a suo tempo cercò di darvi risposta, ma la verità è che ilnostro Paese a livello politico più che verso un bipolarismo, sta andandoverso un modello plebiscitario simile a quello sudamericano».

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o p i n i o n i

Grembiulini revivalLotte di potere e can can mediatico dei “professionisti dell’antimassoneria”

Cordova e la Massoneriadi Ernesto d’Ippolito

ordova, il procuratore della Repubblica di Napoli, di cui non pochiricordano l’iniziativa giudiziaria avviata contro la Massoneria (daPalmi, ove allora era procuratore), è stato trasferito dal Csm una-

nime, per riconosciuta incompatibilità ambientale e funzionale. La notizia,certamente sensazionale, ha destato reazioni e commenti, uno dei qualifrancamente sconcerta. È del prof. avv. on. Carlo Taormina, già sottosegre-tario all’Interno, che, per prendersela con le «toghe rosse», del magistratoappena trasferito ricorda, quale benemerenza, «una lunga battaglia contro‘ndrangheta e la Massoneria deviata». Qui, di «deviato» c’è soltanto il com-mento del Taormina. L’avesse, quel commento, formulato un qualsiasi cit-tadino, profano di diritto e all’oscuro di vicende giudiziarie, si sarebbe potu-to parlare, con indulgenza, di errore, forse anche di errore scusabile. MaTaormina, avvocato, docente di diritto in discipline penalistiche, deputato,uomo di governo, sia pure fortunatamente per poco, non può fingere diignorare che Cordova non ha perseguito la Massoneria deviata, ma laMassoneria di Palazzo Giustiniani, e di averlo fatto in tempi, modi e con-dotta, aspramente criticati dai magistrati che hanno definito giudiziaria-mente a Roma, l’iniziativa del Cordova. Questi (pubblici ministeri Rossi eCusano, il Gip Augusta Iannini) pur con il linguaggio misurato e responsa-bile delle Istituzioni, hanno riconosciuto, espresso e stigmatizzato le ano-malie, i sintomi negativi, i connotati arbitrari della «istruttoria Cordova».Cominciando dall’assurdo di avere ritenuta competente territorialmente aindagare sulla «Massoneria italiana» la Procura di Palmi (e si che da subitol’evidente, solare incompetenza territoriale era stata eccepita), competenza(si legge nell’autorevole e minuziosa sentenza del gip) «improvvisamenteripudiata a metà del 1994, senza che si fosse verificato alcun fatto nuovo».Né può tacersi la puntuale critica del Pm che ha rilevato come «le indagini

imponenti, le numerose iscrizioni nel registrodegli indagati, non consentano nemmeno di identificare quale potesse esse-re - ad avviso del Cordova - il programma criminoso dell’associazione,tanto che l’iscrizione per il reato mezzo non è accompagnata da iscrizioneper reati scopo della presunta associazione». Pm e Gip concludono, dopoavere, ovviamente escluso che nella condotta del Grande Oriente d’Italia sirinvenissero estremi dei contestati reati, o anche sezioni e/o attività scorret-te ed eticamente censurabili, definendo «paradossale» l’iniziativa e la con-dotta dell'originario istruttore. Sarebbe istruttivo seguire i due documentigiudiziari, appena richiamati, con richiami più analitici e diffusi, ma l’eco-nomia di questo scritto lo impedisce. Quel che rileva è che Cordova haposto mano a una «indagine conoscitiva di inusuale ampiezza», ammassan-do «una vera e propria banca dati, sulla cui utilizzazione è fondato avanza-re dubbi di legittimità, essendo stato interpretato l’articolo 130 c.p.p. comepotere del Pm e della Pg di acquisire notizie e non, come si dovrebbe, noti-zie di reato». Il virgolettato, è appena il caso di sottolinearlo, è della sen-tenza Iannini, in cui si legge testualmente come «l’attività investigativasvolta dall’Ufficio della Procura di Palmi appare assai più diretta a rico-struire il fenomeno della Massoneria, che non a ricercare e documentareeventuali interferenze istituzionali idonee a sostanziare l’accusa ai sensidegli artt. 1 e 2 della L. 17 del 1992». «Deviata», dunque, l’aff e r m a z i o n edel Taormina, indispensabile correggerla e integrarla. Perché la pubblicaopinione, onesta e non prevenuta, ricordi sempre a quali aberrazioni puòportare l’uso distorto degli strumenti processuali penali. E perché la fiducianella Giustizia resti, e si rafforzi, quante volte, come nel caso di specie, allafine giustizia, comunque, sia fatta, nel nome della verità e dell’onestà.

(“Gazzetta del Sud”, 30 settembre 2003)

avvocato penalista, ilfratello d’ippolito è

gran maestroonorario del grande

oriente d’italia

oma - La polemica sulla Massoneria (buona o cattiva, deviatao a denominazione d’origine controllata, accolita di eversori obenemerita associazione di spiriti liberi, club di studiosi di eso-

terismo o Stato parallelo) è un piatto sempre molto apprezzato. In Italialo si serve, più o meno a intervalli regolari, con contorno di polemichee dietrologie e letture in trasparenza e smentite e chi più ne ha più nemetta. La grande vivandiera, stavolta, è Concita De Gregorio. Nelle ulti-me due settimane, con le sue interviste a Licio Gelli e a FrancescoCossiga e con un colloquio di rincalzo con l’ex presidente dellaCommissione sulla P2, Tina Anselmi, ha ridato gran fiato alla questionedalle colonne di R e p u b b l i c a. Le cronache nel frattempo e con fortunatacoincidenza, riportano una sentenza del Consiglio di Stato (6 ottobre)che conferma che il dipendente pubblico è passibile di licenziamento senon comunica la propria affiliazione alla Massoneria, mentre al Comunedi Piombino (terra di gagliarda tradizione massonica) la sinistra litiga dicuore, come si può leggere nel colonnino a fianco, sull’identico tema.Se l’intervista a Gelli ripropone, per chi se ne fosse dimenticato, il teorema“Berlusconi al governo = P2 al governo” (“Ecco qua che tutto si realizzapoco a poco, pezzo a pezzo. Forse sì, dovrei avere i diritti d’autore. La giu-stizia, la tv, l’ordine pubblico. Ho scritto tutto trent’anni fa”, gongola l’exvenerabile con la vispa De Gregorio), il senatore Cossiga, prima di lanciar-si in sapide rivelazioni su “chi c’è, chi c’era e chi non c’è” nei ranghi deiLiberi Muratori, annuncia che la Massoneria “ha ripreso respiro, non nei

quadri altissimi, piuttosto ai livelli intermedidello Stato” e che lo stesso Licio Gelli è stato riammesso in una loggia.Grande revival di grembiulini, dunque, e conseguente grande allarme demo-cratico di Repubblica, rilanciato opportunamente da Nicola Tr a n f a g l i as u l l ’U n i t à. Ma secondo il sociologo Massimo Introvigne, direttore del Cesnure studioso del fenomeno massonico, “mi sembra del tutto fuori luogo parlaredi grande crescita delle affiliazioni, anche se il contraccolpo negativo dellavicenda della P2 aveva effettivamente segnato una battuta d’arresto di cuioggi non c’è più traccia. In Italia, anche tenendo conto di una nuova ondatadi ‘vocazioni’e dando per buona la percentuale di un dieci per cento di cre-scita annua, i Massoni sono circa sedicimila. Numero modesto, addiritturairrisorio, se lo paragoniamo alla Francia, dove va moltiplicato per dieci, pernon parlare dell’Inghilterra o degli Stati Uniti, dove gli affiliati sono milioni.Credo, piuttosto, che questi allarmi che in Italia si susseguono da una trentinad’anni a questa parte, e che culminarono all’inizio degli anni Ottanta con lacosiddetta ‘scoperta’ della loggia P2, notoriamente attiva dall’Ottocento,siano il sintomo dell’attivismo, nel nostro paese, di un club di professionistidell’antimassoneria. Qualcosa che assomiglia molto alla lobby dei professio-nisti dell’antimafia e che si muove all’interno delle stesse logiche strumenta-li”. Ci sarebbe semmai, secondo Introvigne, “un segnale opposto, di diff i c o l-tà generale della Massoneria, che è poi una difficoltà del mondo laico, moltovisibile soprattutto in Francia. Dove, quest’anno, la consueta celebrazione delGrande Oriente ha visto schierati quattro oratori d’eccezione: Chirac,

chi ha paura dellamassoneria?

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Segreti e Politicadi Nicola Tranfaglia

R a ffarin, de Villepin e Sarkozy. Va letto anche in questachiave il rilancio della politica di difesa della laicità delloStato francese. E stiamo parlando di un paese in cui esisteuna enorme infrastruttura massonica”.

“I cattolici non ci caschino”In Italia, secondo Introvigne, “l’influenza della Massoneria ha subito negliultimi decenni dei colpi durissimi, e non tanto da parte del tradizionaleavversario cattolico, quanto dal mondo comunista. Massoni e marxisti sisono trovati a competere negli stessi ambienti e a contendersi le stesse sferedi influenza: magistratura, giornalismo, esercito, carabinieri. Delle tre fami-glie culturali italiane, cattolica, marxista e laica non marxista, quest’ultimaha sempre avuto la Massoneria come motore culturale. E’una realtà. Ed è

una realtà il tentativo pervicace, da parte della sinistra, di ridurre all’impo-tenza i laici che non accettavano di finire a sinistra, e di impedirne la salda-tura con le forze laiche o cattoliche di centrodestra. La vicenda della P2 e lastessa fase iniziale di Mani pulite possono essere interpretate in questa chia-ve. Io sono cattolico - continua Introvigne - e mi contrappongo con forza allaMassoneria dal punto di vista filosofico, spirituale e ideale. Proprio per que-sto non mi riesce facile credere alle buone intenzioni di chi gioca la carta del-l’antimassoneria, con le annesse accuse sul “doppio Stato”. Credo anche cheil mondo cattolico, stavolta, non ci cascherà. Sa bene che attaccare la mas-soneria perché la lealtà all’istituzione massonica supererebbe quella verso loStato è qualcosa che ricalca un'analoga, antica accusa rivolta ai cattolici”.

(Il Foglio”, 14 ottobre 2003)

o p i n i o n i

a dichiarazione a l’Unità del coordinatore della segreteria deiDemocratici di sinistra Vannino Chiti che giudica «un gravissimoerrore» la decisione del Consiglio comunale di Piombino di abo-

lire l’obbligo di dichiarare pubblicamente l’appartenenza alla massoneriaal momento della candidatura elimina un pericoloso equivoco che neigiorni scorsi si era addensato nell’opinione pubblica nazionale. Ma quel-lo che è accaduto nei giorni scorsi al consiglio comunale di Piombino, edi cui ha già parlato questo giornale, merita di essere analizzato con calmaperché è il segno di una situazione che si sta rapidamente evolvendo.I consiglieri comunali dei Democratici di sinistra (eccetto tre di non scarsorilievo, l’attuale presidente del Consiglio comunale, un ex capogruppo e unex assessore) hanno votato, insieme con la delegazione di centro-destra, perfar decadere l’obbligo presente nello statuto comunale, secondo la leggeregionale n.68 del 1983, di dichiarare l’appartenenza alla Massoneria.Di fronte a questa scelta né i consiglieri del partito popolare né quelli diRifondazione comunista li hanno seguiti. Così si è consumata l’ennesimadivisione nella coalizione di centro-sinistra.Ma il punto è che non si riesce a capire quello che è successo se non si hapresente la situazione politica di oggi. Di fronte a una maggioranza di centro-destra che ha già dimostrato a livellonazionale come a quello locale di voler distruggere la prima parte dellaCostituzione, di trovare le risorse per i bonus scolastici e la scuola privata manon per quella pubblica e tanto meno per l’università, che è vicina ad appro-vare una legge come quella del ministro Gasparri che chiude definitivamentele porte alla libertà di informazione a ogni livello, il maggior partito di opposi-zione si unisce al centro-destra per compiere un gesto di notevole significato.In una città che è medaglia d’oro della Resistenza e che è stata governatacon grande continuità da giunte di sinistra o di centro-sinistra, iDemocratici di sinistra (o forse è meglio dire la loro maggioranza) vuoleabolire una norma che stabilisce di fatto non il divieto di far parte dellaMassoneria o di altre associazioni segrete (quantunque - vale la pena ricor-darlo - l’articolo 18 della Costituzione repubblicana vieti categoricamentele società segrete) ma sancisce l’obbligo di dichiararlo pubblicamente.Persino il Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente d’Italia, MassimoBianchi, intervistato dal “Tirreno”, ha dichiarato di aver sempre spontanea-mente dichiarato, prima della legge regionale del 1983, la propria apparte-nenza alla Massoneria. Non sono favorevoli a questa regola di trasparenza edi assunzione chiara di responsabilità dei propri obblighi di fronte all’eletto-re soltanto fino ad ieri i consiglieri del centro-destra e da oggi anche la mag-gioranza dei consiglieri dei Democratici di sinistra di Piombino.Ma quale è la ragione di questa svolta che contrasta non soltanto con la tra-dizione costante della sinistra italiana dopo che la vicenda della P2 (di cuiabbiamo parlato nei giorni scorsi proprio su questo giornale riportando una

straordinaria riflessione di Aldo Moro sul “som-merso della repubblica”) ha mostrato i pericoli della politica non condottaalla luce del sole ma soprattutto con la battaglia aperta condotta da EnricoBerlinguer alla fine degli anni Settanta e fino alla scomparsa, contro i burat-tinai che reclutano politici, magistrati, militari e giornalisti per la loro batta-glia in senso autoritario?Il piano di rinascita democratica insegna molte cose a questo riguardo.Il segretario della federazione di Piombino lo ha detto apertamente a ungiornalista del “Tirreno”: non si poteva dire di no a una richiesta esplici-ta degli alleati dello Sdi.Sembra ormai di essere di fronte a una corsa accelerata verso la coalizio-ne a tre che dovrebbe mettere insieme i Democratici di sinistra, laM a rgherita e i socialisti dello Sdi, titolari di una significativa percentualedi voti inferiore all’uno per cento. Peccato che né tra i Democratici di sinistra né all’interno dellaMargherita siano tutti d’accordo su un progetto che di fatto tende a divi -dere le forze e i partiti del centro-sinistra piuttosto che rafforzarne i risul-tati e l’unità della coalizione. Qualcuno dice e scrive che non si può con-fondere la P2 con l’intera massoneria e che, in fin dei conti, Licio Gelli,quando lo scandalo esplose e il Parlamento istituì una commissione diinchiesta, venne espulso dal Grande Oriente. Ma chi parla o scrive così sembra dimenticare che fino a quel momento, e perpiù di dieci anni, la loggia di Gelli fece parte regolarmente di quell’associa-zione e andò acquistando al suo interno un potere e un peso che si può tran-quillamente controllare dando uno sguardo anche superficiale agli atti di quel-la commissione o alla relazione di minoranza dell’allora radicale Teodori chefotografò con grande attenzione la situazione che si era determinata all’inter-no del Grande Oriente come nei piani alti della società italiana.Ora di fronte a una norma come quella toscana che si limita a richiederel’obbligo della trasparenza e della responsabilità pubblica degli ammini-stratori che non sono, fino a nuovo ordine, privati cittadini ma uominipubblici, assistiamo a una consociazione assai preoccupante perché toccaquestioni di principio e lede in qualche modo il rapporto tra gli elettori ei candidati dei partiti di centro-sinistra.L’attacco che Rifondazione comunista ha rivolto contro i Democratici disinistra può non piacere ma alla domanda che è stata posta occorre rispon-dere in modo netto giacché chi non crede che una richiesta dello Sdi possaaver determinato una svolta così radicale non può non chiedersi se altreragioni possano averla provocato. Sappiamo che sono vicine nei prossimi mesi elezioni importanti e nongiova assolutamente al maggior partito della sinistra rischiare di essereaccomunati a chi ha qualcosa da nascondere, persino al di là di quello cheveramente significhi. ( “ L’Unità, 4 ottobre 2003)

chi ha paura dellamassoneria?/2

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o p i n i o n iPersecuzione contro i Massonidi Gian Carlo Colombo

Nuove persecuzioni contro i Massonidi Mauro Mellini

di questi giorni la notizia che il consiglio di stato abbia colpevo-lizzato al massimo i ricorrenti toscani e massoni avverso la deci-sione della “non” comunicazione della loro iscrizione ad una log-

gia massonica. Sembra non solo a me una follia giuridica: a parte la violazio-ne palese ed esplicita della privacy che non viene riconosciuta, vi è una ben piùgrave lesione dei diritti umani. La convenzione di Strasburgo tutela esplicita-mente agli articoli 8, 9, 10 della sua carta, il diritto alla libertà di pensiero, diopinione, di coscienza e di religione. Altrimenti se così non fosse, bisognereb-be schedare anche gli iscritti all’Opus Dei, all’Azione Cattolica, a Comunionee Liberazione, ai partiti politici (peraltro cosa già successa con la persecuzionea senso quasi unico del pentapartito della Prima Repubblica). Ma anche vannoschedati i soci del golf, del tennis, degli scacchi, della caccia, delle bocciofiledi paese, dei sommellier e delle varie sagre di paese a cominciare da quelladella porchetta, del tartufo, per finire con quella delle castagne.Poi potremo tornare a schedare ebrei, valdesi, atei, riformati religiosi di tutte

le categorie e perché no i laici: quelle bruttebestie che si rifanno ai principi di libertà giustizia, uguaglianza, alle cultureliberali, liberal socialiste, socialiste, socialdemocratiche, repubblicane eradicali. Dove nasce il problema? Nella famosa congiura demo pluto giu-daico massonica o altrove? Certamente la motivazione non può essere nellapromessa solenne massonica che prevede il rispetto della Costituzione e ilcomportamento di cittadino rispettoso delle leggi nazionali. Allora dove sinasconde il problema? Nel Dna cattolico o in quello fascista o in quellocomunista? Sarebbe interessante avere una risposta. C’è una schizofrenia difondo nel mancato collegamento tra i sacri principi e le pretese della rego-lamentazione delle vite quotidiane che va eliminata: basta il buon senso el’analisi comparativa con le altre associazioni. Se poi uno volesse consulta-re l’elenco telefonico della città di Roma si accorgerebbe come il GrandeOriente abbia una sua sede, un suo indirizzo e numeri telefonici: alla facciadel segreto massonico. ( “ L’opinione”, 14 ottobre 2003)

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i risiamo con la Massoneria. Con la demonizzazione, con la perse-cuzione strisciante, con l’ambiguità dell’attribuzione d’ogni male-fatta alla Massoneria “deviata”, e col bando di quella ortodossa in

quanto “deviabile” etc. etc. In una situazione in cui il golpe, senza sciabolee carri armati, ma per mano di coloro che della legalità dovrebbero essere icustodi ed i garanti, è perennemente alle porte, questa storia della sentenzadel Consiglio di Stato che conferma la validità della legge regionale toscanache fa obbligo agli amministratori ed ai funzionari di autodenunciare la loroeventuale appartenenza alla Massoneria, può apparire piccola cosa, smaglia-tura marginale del senso della libertà, dell’eguaglianza e dei limiti delle variecostituzioni. Ma non è così. Quest’ultimo episodio si inserisce in un conti-nuum di mistificazioni e persecuzioni che ha radici lontane e denunzia meto-di pericolosi di discriminazioni, strumentalizzazioni sapienti e sfruttamentospregiudicato di un diffuso (e non a caso) gusto di dietrologie e pregiudizi.Ma, soprattutto, quest’ostinata ed in sé grottesca persecuzione striscian-te della Massoneria ha due caratteristiche che dovrebbero imporre unamaggiore attenzione e considerazioni meno superficiali. Quella “anti-massonica” è stata una delle “ali marcianti” della grande manovra golpi-sta che in “Mani Pulite” ha avuto solo il suo più manifesto e clamorososviluppo. Un’altra è stata certamente quella contro il terzo o il quarto“livello mafioso” (che non ha bisogno di esemplificazioni). In secondoluogo, l’operazione “antimassonica” ha avuto, più manifestamente e for-temente delle altre, una radice, una copertura e la disponibilità di oppor-tuni strumenti non solo legislativi in epoca di trionfante “consociativi-smo”, quando il rovesciamento del regime dei partiti dell’“arco costitu-zionale” sembrava impensabile. La vicenda di Gelli e della P2, non privadi risvolti sconcertanti, ma che non ha mai superato i limiti del grottescoed ha rappresentato, tutto sommato, una bega interna della stessaMassoneria ed una manifestazione di disinvoltura e di velleitarismo incerti ambienti dell’alta burocrazia, fu gonfiata all’inverosimile.Servì per avvalorare tesi di complotti immancabilmente riconducibili allaCia ed agli Usa. E per screditare, con la Massoneria in genere, tutto unambiente laico più o meno gratuitamente considerato ad essa legato. E servìottimamente a screditare e tagliare legami e canali informativi tra coloro chedi lì a poco sarebbero stati vittime delle più massicce operazioni del golpecon ambienti stranieri, prevenendone e neutralizzandone possibili reazioni.

Certo è che, da allora, la “caccia al massone”, di cuile leggi regionali (non c’è solo quella toscana) sono anch’esse espressione didisinvoltura in fatto di diritti civili, di privacy etc., non ebbe limiti di decenzae neppure il senso dell’umorismo. Un’altra caratteristica di questo “attacco pre-liminare” del grande golpe mediatico giudiziario degli anni 92-96 (e seguenti)fu quella della utilizzazione di atteggiamenti ed energie sicuramente estraneeal grande disegno golpista, di personaggi lontani caratterialmente, sul piano deilegami personali e delle inclinazioni politiche dagli autentici golpisti.L’inchiesta di Palmi, del procuratore Cordova, all’epoca non ancora “incom-patibile” per certi ambienti della sinistra, ne è un esempio classico. Ma sipotrebbe far riferimento al compiacimento, opportunamente sfruttato, di certiambienti cattolici o postfascisti per quella “pulizia” antimassonica.Certo è che, mentre l’inchiesta di Cordova raggiungeva proporzioni colossa-li (oltre mille faldoni, una “sede distaccata” della procura di Palmi in Roma,messa a disposizione da Mancino, sei o sette magistrati impegnati a trattarla)per ricercare se vi fosse qualcosa su cui indagare, elenchi di massoni veniva-no diffusi con liste di proscrizione da quotidiani e rivistacce specializzate. Cisi misero pure i pentiti, sempre pronti a fiutare il vento e le attese dei magi-strati. Infarcirono le loro deposizioni antimafia di riferimenti a legami con laMassoneria, tirando in ballo, magari, Garibaldi, senza che nessuno battesseciglio. Un pentito più fantasioso degli altri, al culmine di una progressiva seriedi deposizioni sulla massoneria calabrese (ci fu in Calabria, del resto, anche ilprimo “massone pentito”, il notaio Marrapodi), affermò che, scassinando lecassette di sicurezza di una banca, era venuto a conoscenza di un’agenda conun lungo elenco di “massoni deviati” (riconoscibili come tali, evidentemente,a colpo d’occhio), indicati con i rapporti ed i vincoli ai vari personaggi (ilcugino di…). “Attendibile, naturalmente”, secondo i magistrati.Ma, l’inchiesta di Palmi cadde nel tragicomico quando si giunse all’arrestodel povero principe Alliata di Monreale e di altri della sua “massoneria devia-ta” (deviata da che? Dall’ortodossia massonica, divenuta, così, criterio dilegittimità per l’ordinamento statale?) e della lista del colonnello Pappalardo,rei di “voto di scambio” per essersi accordati per la “scalata al Campidoglio”alle elezioni del 1993, in cui quella lista raccolse lo 0,6% dei voti romani.Alliata ne morì, si può dire, di incauta custodia cautelare. Poi, il tutto fu archi-viato dopo anni di andirivieni tra Cassazione, Corte Costituzionale, tra Palmie Roma, per stabilire da quando dovesse decorrere il termine massimo per le

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Erasmo Notizie 18/2003 Pagina 15

Preambolo massonico per l’Unione Europea?Sarebbe eccellente...di Aldo Chiarle

indagini preliminari. Ma fu nella “epurazione” dei magistra-ti che la carta “antimassonica” giuocò un ruolo singolare esconcertante. Il Csm sancì l’incompatibilità per i magistra-

ti, non solo dell’appartenenza alla Massoneria, ma anchedel fatto di averci appartenuto. “Semel abbas semper abbas”.

Da ogni altra associazione ci si può dimettere, dalla Massoneria no: anche insonno si è sempre massoni. Un principio di quel sodalizio diveniva, così,legge di stato. La Cassazione mediò: l’incompatibilità non c’era se l’ex mas-sone aveva fatto atti concreti (ed è da ritenere manifesti) di abiura.Non solo, ma il Csm, intromettendosi in una questione che travalica la sua com-petenza, emise una “direttiva” per escludere i massoni dalle giurie popolari. E

poiché si giustificava tutto ciò con il fatto che massoneria=segreto, evidente-mente l’esclusione riguarderebbe i sospetti di essere massoni. In un paese in cuimagistrati sono stati appartenenti ai groppuscoli extraparlamentari più vicinialle br che allo stesso Pci, a Potere Operaio, etc. etc. (ed hanno, essi, magari, giu-dicato alti funzionari di delicate branche dell’Amministrazione Statale), l’esse-re stato massone ai tempi degli studi universitari è bastato al Csm, per irrogaresanzioni disciplinari. Potremmo continuare. E potremmo spendere qualcheparola sull’assurdo della regione Toscana e consimili di pretendere la dichiara-zione di appartenenza alla Massoneria perché ritenuta associazione segreta. Manon si può pretendere che i golpe siano giuridicamente e logicamente corretti.Che non siano, almeno, ridicoli, forse sì.( “ L’opinione”, 16 ottobre 2003)

o p i n i o n i

articolo “Europa, massoni e cattolici, tutto fa brodo per l’Europa”pubblicato sul quotidiano L i b e ro da Luca Antonini, docente di dirit-to costituzionale presso l’università di Padova, parla di Massoneria

e ricalca vecchie leggende che furono care più di cent'anni fa a Leo Taxil e chenel 2003 pensavo fissero decisamente tramontate. Il professore, nel suo artico-lo, si rammarica per il termine vago di religiosità contenuto nel preambolo delledichiarazioni per l’Unione Europea e si dice rammaricato - naturalmente insenso negativo -perché la Massoneria è posta sullo stesso piano delle chiese.Anche se per motivi opposti, sono d’accordo con lui, perché la Massoneria nonè una chiesa, perché mentre le chiese si occupano delle relazioni che debbonoavere gli uomini con Dio per raggiungere la felicità eterna dopo la morte, laMassoneria ricerca i mezzi che possono permettere ad ogni essere umano diconseguire il maggior benessere materiale e morale durante la vita terrena.I Massoni credono in un principio unico e immanente, al quale tutto si devee nel quale tutto si trova, non secondo un ordine teologica, dogmatico, maper evoluzione dello stesso principio, si chiami esso Materia, Forza,Spirito, Idea, Dio, secondo le differenti tendenze ed opinioni. Questo prin-cipio universale significa evoluzione, progresso continuo e inarrestabile,legge di luce, di verità, d’amore, è il principio che illumina tuffi gli intel-letti virtuosi che lottano per l’emancipazione e la giustizia, fra le tenebredella schiavitù, della menzogna e della superstizione ed accomuna tutti gliuomini che vogliono un mondo iniziato alla vera comprensione della vita.Se il preambolo dell’Unione Europea rappresentasse i principi etici dellaMassoneria non sarebbe che un preambolo di verità, di libertà, di fraternità edi tolleranza. La parola religiosità è poi la sintesi perfetta del vero concetto

che dovrebbe animare i governanti d’Europa. A lgrande filosofo Johan Gottlier Fichte, Massone, gliallievi chiesero perché era contro tutte le religioni egli rispose: “per religiosi-tà. Non mi riconosco in alcuna religione proprio per religiosità”.Voglio aggiungere ancora che erano Massoni grandi uomini che hannoonorato l’Umanità. Per farne un elenco non basterebbe un’enciclopedia.Penso bastino pochi nomi: Giovanni Amendola, Giosué Carducci,Winston Churchill Leonida Bissolati, Edmondo De Amicis, RandolfoPacciardi, Totò, Enrico Fermi, Ugo Foscolo, Giuseppe Garibaldi, Vo l t a i r e ,Goethe, Meucci, Mozart, Paganini, Ernesto Nathan, Giovanni Pascoli,Salvatore Quasimodo, Roosvelt, Walter Scott, Sibelius, Stendhall, OscarWilde, Giuseppe Zanardelli, al quale in questi giorni sono dedicate mostree convegni e grandi festeggiamenti per il centesimo anniversario della suamorte e - dulcis in fundo - Fleming, lo scopritore della penicillina.Voglio terminarle con un ricordo personale. Molti anni fa, in treno, unsignore mi disse che suo figlio, ammalato gravemente, era stato salvatodalla penicillina. Poi il discorso venne sulla Massoneria ed egli iniziò unaserie di ingiurie contro l’istituzione colpevole di ogni delitto.Lo lasciai parlare, poi gli dissi che lo scopritore della penicillina cheaveva salvato suo figlio era Massone. Si alzò, prese la sua borsa e cambiòscompartimento. Ma dopo pochi minuti rientrò. Mi chiese scusa e volleavere da me dei libri sulla Massoneria. Glieli mandai... Un anno dopochiese l’iniziazione all’Istituzione. Ora è passato all’Oriente Eterno, mamilita con noi suo figlio, con lo stesso entusiasmo del padre.

( “ L’Opinione, 22 ottobre 2003)

costituzione europea:continua il dibattitosulle radici culturali

del vecchiocontinente

Ue: Convenzione; Grande Oriente,evitare ogni discriminazione

(Ansa) - Roma. 11 giugno 2003 - “E' grave che nel preambolo della futura

Costituzione Europea non ci sia alcun riferimento esplicito anche alle

comuni radici giudaico-cristiane, riferimento non solo opportuno, ma

doveroso, in quanto la stessa Massoneria trae le sue origini dallo stesso

filone culturale e spirituale. Riteniamo per delineare un’identità euro-

pea occorra richiamarsi alle diverse anime che nei secoli ne hanno ali-

mentato il patrimonio culturale, senza discriminazioni”: lo ha detto l’av-

vocato Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia di

Palazzo Giustiniani, la più antica organizzazione liberomuratoria italiana.

“In quest’ottica - ha aggiunto l’avvocato Raffi - la dimensione spirituale

e religiosa non si deve contrapporre a quella laica e civile della moder-

na società europea, che con l’Illuminismo ha maturato una coscienza

più evoluta e democratica. Riproporre oggi un’artificiosa contrapposi-

zione tra Stato laico e confessioni religiose costituirebbe un pericoloso

arretramento rispetto a quei valori etici e morali ai quali si ispira la

Massoneria regolare che - ha concluso Raffi - ha saputo coniugare la

libertà di pensiero con un profondo rispetto per tutte le fedi”. (Ansa)

Ue: Ciampi, Europa ha radici greco-romanee giudaico-cristiane

(Ansa) - Bucarest. 23 ottobre 2003 - “La cultura umanistica riconosce la

centralità della persona umana e il primato del diritto comune come

base della convivenza fra uomini e popoli. Questo è il vero criterio di

definizione dell’identità europea cresciuta dalle radice greco-romane e

giudaico-cristiane”, ha detto il presidente della Repubblica Carlo Azeglio

Ciampi aprendo i lavori in un Convegno di Italianistica. - o m i s s i s - (Ansa)

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Periodico informativo culturale Anno V - Numero 18 - 31 ottobre 2003

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