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S O M M A R I O DALLA CURIA PROVINCIALE Comunicato del Congresso definitoriale Cavalese, 1 giugno 2010 ........................................................................... 133 Comunicato del Congresso definitoriale estivo Sopramonte (Trento), 12-14 luglio 2010 ................................................ 136 RELAZIONI Ministro provinciale .......................................................................................... 142 Commissione provinciale Formazione e Studi ...............................................147 Segretario provinciale per l’Evangelizzazione .............................................. 154 Economo provinciale.......................................................................................... 169 COMPI Conferenza dei Ministri provinciali OFM d’Italia e Albania Lettera del Presidente, 21 giugno 2010 .................................................. 173 Ministro generale alla COMPI, 7-10 giugno 2010 ................................ 175 Presidente della COMPI al Governo dell’Ordine ................................ 184 NORD-ITALIA Incontro Ministri provinciali, Verona, 27 maggio 2010 .................................193 DALLA CURIA GENERALE Commissione per uno studio sulle Strutture del Governo dell’Ordine .... 197 Segretariato generale Formazione e Studi ..................................................... 197 DALLE MISSIONI Mons. Adriano Tomasi .................................................................................... 198 Volontari laici per la missione (Selene) .......................................................... 199 CLARISSE Lettera da Gerusalemme sulla Geografia Sacra ...............................................200 NOTIZIE Elezioni nelle Province Italiane ........................................................................ 206

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S O M M A R I O DALLA CURIA PROVINCIALE

Comunicato del Congresso definitoriale

Cavalese, 1 giugno 2010 ........................................................................... 133 Comunicato del Congresso definitoriale estivo

Sopramonte (Trento), 12-14 luglio 2010 ................................................ 136

RELAZIONI

Ministro provinciale .......................................................................................... 142 Commissione provinciale Formazione e Studi ...............................................147 Segretario provinciale per l’Evangelizzazione .............................................. 154 Economo provinciale.......................................................................................... 169

COMPI

Conferenza dei Ministri provinciali OFM d’Italia e Albania

Lettera del Presidente, 21 giugno 2010 .................................................. 173 Ministro generale alla COMPI, 7-10 giugno 2010 ................................ 175 Presidente della COMPI al Governo dell’Ordine ................................ 184

NORD-ITALIA

Incontro Ministri provinciali, Verona, 27 maggio 2010 .................................193

DALLA CURIA GENERALE

Commissione per uno studio sulle Strutture del Governo dell’Ordine .... 197 Segretariato generale Formazione e Studi ..................................................... 197

DALLE MISSIONI

Mons. Adriano Tomasi .................................................................................... 198 Volontari laici per la missione (Selene) .......................................................... 199

CLARISSE

Lettera da Gerusalemme sulla Geografia Sacra ...............................................200

NOTIZIE

Elezioni nelle Province Italiane ........................................................................ 206

133.

NdF 202

DALLA CURIA PROVINCIALE

Comunicato del Congresso definitoriale

Cavalese, 1 giugno 2010

134.

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Odg 2. Vita della Provincia.

135.

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Odg 3. Interprovincialità.

Odg 4. Richieste di aiuto economico.

136.

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Comunicato del Congresso estivo del Definitorio

svoltosi a Sopramonte (TN), 12-14 luglio 2010

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138.

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a) la consapevolezza di dovere fare delle scelte, dei tagli e quindi la necessità di dovere operare anche un discernimento motivato tra la casa di Trento e quella di Pergine;

b) uno sbilanciamento dei frati a favore della casa di Pergine per molte motivazioni condivise e riportate nel documento preso in esame;

c) la convinzione di molti di tenere comunque una presenza significativa a Trento oltre all’Infermeria; ci si divide tra coloro che ritengono: • di ricavare uno spazio nell’Infermeria stessa • di conservare solo la casa della Curia dove riunire alcuni frati • di cercare una casa in città per una presenza pastorale.

139.

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140.

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• Vita di fede e di preghiera • Vita di comunione in Fraternità e Minorità • Vita nella Chiesa • Vita nel mondo

1. Mons. Jorge Herbas, durante la sua permanenza in Trentino ci ha consegnato una domanda di aiuto economico per la Prelatura di Aiquile che il Ministro legge al Definitorio. Riassumendo si chiede l’aiuto: • Per il mantenimento dei Seminaristi • Per il mantenimento delle infrastrutture delle parrocchie • Per il costo dei viaggi • Per sostenere le Comunità religiose

Il Definitorio acconsente alla richiesta decidendo di devolvere il corrispettivo in Euro dal fondo del Segretariato per le missioni ad gentes.

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2. La parrocchia di s. Carlos (Cochabamba) chiede un finanziamento per rimpiazzare la sedia dello studio odontologico e i suoi accessori. Il Definitorio acconsente.

3. Il Ministro generale ha inviato una lettera alle Province per chiedere un

prestito fruttifero da restituire a rate o per intero entro il maggio 2015, con un reddito netto dell’ 1 %. Il Definitorio demanda al CAE di esaminare la possibilità di rispondere positivamente al Ministro generale senza intaccare troppo il nostro Fondo.

L’incontro si chiude con l’Angelus Domini.

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R E L A Z I O N I

Relazione del Ministro provinciale

1 luglio 2009 – 30 giugno 2010.

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Fr. Francesco Patton Ministro provinciale

Relazione annuale della Commissione provinciale per la formazione e gli studi (2009-2010)

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- fr. Paolo Moser, Moderatore della Formazione Permanente - fr. Saverio Biasi, Maestro dei Postulanti - fr. Ivan Dalpiaz, Animatore provinciale per la Cura Pastorale delle Vocazioni

(CPV), - fr. Matteo Giuliani

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154.

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presso l’Istituto Teologico S. Bernardino di Verona dei Frati Minori il corso propedeutico di “Storia della filosofia”.

Relazione del Segretario provinciale per l’evangelizzazione

2009 - 2010

1. Il Segretariato provinciale per l’Evangelizzazione

1.1. Descrizione del Segretariato

Rispetto alla composizione uscita dal Congresso Capitolare del 2008, il

Segretariato ha come unica variazione quella della sostituzione di fr. Celeste Luchi, con fr. Valerio Berloffa. Il Segretariato risulta così composto:

Il Segretario e Coordinatore per l’Evangelizzazione fr. Giovanni Patton, l’Animatore per l’Evangelizzazione Missionaria fr. Italo Kresevic, il Delegato per la Pia Opera Fratini e Missioni fr. Claudio Righi, il Coordinatore per la testimonianza della carità fr. Pietro Stablum,

155.

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il Delegato provinciale per le Missioni al Popolo fr. Aldo Pancheri, l’Assistente Regionale OFS fr. Pierluigi Svaldi, fr. Valerio Berloffa, Collaboratore per l’Evangelizzazione missionaria.

Gli obiettivi del Segretariato sono stati sintetizzati dagli SSPP 28,2 e

consistono: * nell’attuare le indicazioni capitolari circa l’evangelizzazione; * nell’approvare la relazione annuale da presentare al Definitorio.

1.2. Attività formative

Descrizione

1) Nel corso dell’anno il Segretariato si è radunato 1 volta: il 3 dicembre 2009, per una prima verifica delle attività iniziate, la condivisione di altre in programma, e per approfondire il senso dell’attività del Segretariato.

2) Momenti significativi di riflessione e di animazione della Provincia alle tematiche dell’Evangelizzazione sono stati: l’Assemblea provinciale sulle Case di Trento e Pergine (19 ottobre 2009 (NdF 199 pp. 265-279), che dava occasione anche di riflettere sul senso della nostra presenza sul territorio; la Celebrazione degli 800 anni dell’Ordine con la giornata del 30 novembre 2009 e le stimolanti parole di fr. Giacomo Bini su fraternità e missione (NdF 200 pp. 24ss).

3) Durante l’incontro annuale dei Definitòri delle sei Province del Nord Italia (Assisi, 26-29 agosto 2009) si è dato vita al Coordinamento interprovinciale dei Segretari per l’Evangelizzazione, e se ne sono precisati i compiti; si sono anche date indicazioni per una gestione più collegiale e coordinata delle Missioni al popolo (Cfr. Documento finale nn. 3.2 e 3.3).

4) Rimanendo nell’ambito interprovinciale, il Segretario provinciale, ha partecipato a 4 riunioni del Coordinamento: 30 luglio 2009 a Peschiera del Garda (VR), 21 gennaio 2010 a Peschiera del Garda (VR), 4 marzo 2010 a Rezzato (BS) e il 25 maggio 2010 a Baccanello (BG). Due di queste riunioni sono state dedicate, per incarico dei Ministri, all’esame e riformulazione delle schede per le candidature di 8 Fraternità di composizione interprovinciale, mentre nell’ultima i Segretari, partendo dalle “Linee interprovinciali per l’Evangelizzazione”, hanno riflettuto sui compiti del Segretariato, sulla Fraternità di evangelizzazione e hanno programmato il lavoro per il prossimo anno.

5) Significativo e stimolante, per i 12 frati della nostra Provincia che vi hanno partecipato, è stata la Settimana di Formazione Permanente e visita alla Sindone dal 3 al 7 marzo 2010. In essa infatti erano programmati anche degli incontri sulla missione tenuti dal Segretario generale per le Missioni, fr. Massimo Tedoldi.

1.3. Valutazione

A livello operativo e di stimolo di iniziative il Segretariato in quanto tale non è stato molto attivo. I settori, invece hanno lavorato con la consueta e accresciuta dinamicità e anche con forze nuove. La dimensione interprovinciale è stata abbastanza vivace, ha prodotto dei risultati e ha progettato nuovi impegni.

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Rimane positivo l’impegno dei partecipanti nelle riunioni, nella formazione personale e nei loro settori, che hanno invece continuato il cammino, e anzi progredito.

1.4. Prospettive

Le principali prospettive sono: • Collaborare attivamente nell’interprovincialità che sembra cominciare ad

avere una sua regolarità anche in questo settore; • progettare e proporre le iniziative di evangelizzazione sul territorio

indicate dal Capitolo provinciale; • curare la formazione degli evangelizzatori di ogni ordine e grado, per poter

rispondere adeguatamente alle sfide dell’annuncio e dell’incontro con la gente;

• promuovere nel Segretariato una riflessione e una comunicazione utili e significative.

2. I vari settori del Segretariato

2.1. Missioni al Popolo

Obiettivi

• offrire a singole parrocchie o gruppi di parrocchie un tempo forte di evangelizzazione in vista di obiettivi e percorsi che la comunità stessa ha individuato;

• mantenere viva la dimensione evangelizzatrice del nostro carisma.

2.1.1. Attività

Formazione

26 febbraio 2010 a Verona S. Bernardino: fr. Aldo partecipa all’Incontro degli

Animatori Missioni al Popolo Nord-Italia per verifica Missioni e ulteriore impiego studenti. Si proporranno e sperimenteranno due settimane complete a partire già dal sabato della prime di tre domeniche.

16 – 18 maggio 2010: Fr. Aldo a Rezzato (BS) per corso formazione

responsabili.

Ciò che si è realizzato

La partecipazione “trentina” alle Missioni al popolo ha riguardato: Fr. Aldo Pancheri e fr. Celeste Luchi hanno partecipato alla Missione di

Poirino (TO), 6 – 18 ottobre 2009 e alla Missione nazionale di Sesto S.

Giovanni (MI) 10 - 22 novembre 2009. Fr. Celeste Luchi ha partecipato alla Missione nelle parrocchie di Provvidenza

e Madonna del Mare di Trieste 17 - 27 marzo 2010. Fr. Aldo Pancheri ha partecipato alla pre-Missione a Valdagno dal 17 al 20

aprile 2010. Importanti sono stati anche gli incontri dedicati alla programmazione delle

Missioni stesse: 14 - 15 settembre 2009: ad Assisi: Programmazione Missione nazionale a Sesto

s. Giovanni (MI): partecipa fr. Aldo.

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22 ottobre 2009: Incontro a Pavia per la Missione diocesana nel 2011: Partecipa fr. Aldo.

9 - 10 marzo 2010: Incontro Consigli pastorali nel V° Vicariato di Pavia per presentazione Missioni e abbozzo programmatico: partecipa fr. Aldo.

21 aprile 2010: Incontro con i Consigli pastorali delle Parrocchie S. Maria alla Scala e Mirabello (Pavia) per annuncio Missione 2011 e confronto esigenze, a cura di fr. Aldo.

9 maggio 2010: Incontro a Valdagno (VI) per programmazione, fr. Aldo.

2.1.2. Valutazione

Anche in questo secondo anno 2009-2010 non sono pervenute richieste di Missione nella Diocesi di Trento e non se ne prevedono per il futuro prossimo. E’ un tempo di transizione pastorale verso un nuovo assetto diocesano (Unità pastorali !?). Comunque le attuali Settimane itineranti in diversi luoghi promosse da fr. Valerio Berloffa, sono dono e vitalità per l’evangelizzazione.

Le richieste e l’attenzione coinvolgono invece, in misura maggiore, Piemonte – Lombardia e Veneto: sempre più tali Missioni sono assunte e celebrate e livello interprovinciale, sia come aiuto reciproco sia come gestione più diretta di una o l’altra del gruppo di parrocchie interessate.

Pur registrando dei frutti spirituali anche nelle Missioni al popolo, si nota la difficoltà di raggiungere le famiglie giovani e i giovani. È anche questo un settore su cui tentare vie e metodi nuovi, con flessibilità e coinvolgimento sul territorio.

È ancora da rilevare come in quest’anno solo due frati hanno preso parte ad attività di Missioni al Popolo. Bisognerà coinvolgere meglio i possibili altri operai.

2.1.3. Prospettive per il 2009-2010

A livello locale non ci sono richieste di missioni al popolo, a livello nazionale sono già avviate nel Nord-Italia: Valdagno 2010; Pavia, marzo, maggio e novembre 2011 e altre.

A queste Missioni è dato l’impegno di una presenza-aiuto con almeno due frati della nostra Provincia.

2.2. Altre forme di Evangelizzazione straordinaria

2.2.1. Settimane di fraternità itinerante

Nel corso di quest’anno, sul territorio provinciale, sono state realizzate, cura et

studio di fr. Valerio Berloffa, tre settimane di fraternità itinerante.

Descrizione

Le “Settimane di fraternità itinerante” sono dei periodi limitati (normalmente, appunto, di una settimana) durante i quali un piccolo gruppo di frati (da due a quattro), provenienti da comunità conventuali diverse, fanno esperienza di fraternità

fuori dell’ambito del convento tradizionale (ad esempio: in canoniche rimaste vuote, in appartamenti momentaneamente liberi, ecc): • vivendo in semplicità di mezzi e strutture tutti gli aspetti della vita fraterna: vita

comune, vita di preghiera (Messa conventuale, Liturgia delle Ore, meditazione, cucina, ecc), sostentati per vitto e alloggio dalla popolazione,

• visitando le famiglie, e augurando loro la pace, • incontrando eventualmente altri gruppi della parrocchia.

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• L’iniziativa è sempre programmata in accordo con il Consiglio pastorale e con il

Parroco. • Secondo le indicazioni dell’Ordine e del nostro Capitolo provinciale 2008,

sarebbe possibile e auspicabile la partecipazione anche di qualche laico, cominciando dai membri dell’OFS.

Attività svolta

Le tre settimane svolte, proposte ai frati fin dall’inizio dell’anno pastorale, sono state programmate sentendo prima la disponibilità dei parroci e incontrando i Consigli pastorali. Esse si sono svolte:

Termon (Bassa Val di Non) dal 13 al 20 dicembre 2009: vi hanno partecipato fr. Ivan Dalpiaz, fr. Valerio Berloffa e tre frati della Fraternità di Palestrina, fra Carlo Bertagnin, fra Paul Iorio e fra Ignacio Muro, quest’ultimo un frate messicano, ex definitore generale, ospite per alcuni mesi di quella fraternità.

Montevaccino (sopra Martignano) dal 6 al 13 marzo 2010: hanno partecipato fr. Valerio, fr. Ivan e fr. Franco.

Ospedaletto (Bassa Valsugana) dal 12 al 20 giugno 2010: hanno partecipato fr. Valerio, fr. Ivan e fr. Franco.

2.2.2 Esercizi spirituali parrocchiali

L’iniziativa che si svolge da qualche anno si è tenuta quest’anno nella parrocchia di Fiavé.

Il parroco ha chiesto di riproporre questa predicazione degli esercizi spirituali parrocchiali. Fr. Giovanni Patton ha avuto 2 incontri con il parroco per motivare e programmare l’iniziativa. L’obiettivo è sostanzialmente di rilancio della vita cristiana in parrocchia nell’anno sacerdotale. Il titolo scelto è stato “Popolo sacerdotale

guidato da Cristo per mezzo dei suoi ministri. Riscoprirsi cristiani nell’anno

sacerdotale”. Lo schema base è quello solito con incontri al mattino (S. Messa con omelia) e alla sera (Adorazione eucaristica riflessione biblica, silenzio, preghiera). Inoltre si sono incontrati i bambini della catechesi di iniziazione cristiana e si è fatta la visita ai malati. Si è aggiunta una giornata, il sabato sera, per concludere con la memoria del battesimo. L’iniziativa si è realizzata dal 21 al 27 febbraio 2010. Vi hanno collaborato fr. Celeste Luchi per gli incontri del mattino, fr. Giovanni Patton per quelli serali. La visita ai malati e anziani è stata svolta da fr. Celeste. La frequenza è stata discreta, con circa 50 presenze al mattino e 40 la sera. Il parroco era soddisfatto.

2.2.3. Altre attività di predicazione

Seppur più tradizionali, ma non per questo meno significative, si sono svolte altre attività di predicazione. Tra queste, a mia conoscenza risultano le seguenti:

Settimana del malato a Tione dal 4 al 11 ottobre. Tenuta da fr. Valerio Berloffa. Si tratta di una settimana di visita ai malati, ma anche di celebrazioni e predicazione in chiesa.

Il Triduo per l’anniversario della Madonna di Lourdes a Iavré, predicato da fr. Lino Terragnolo dall’8 all’11 febbraio.

La visita ai malati con unzione degli infermi e comunione a Lavis e Pressano nei giorni 22 -24 marzo da parte di fr. Lino Terragnolo e fr. Valerio Berloffa.

Bisognerebbe forse anche ricordare i Pellegrinaggi che alcuni frati della nostra Provincia accompagnano durante l’anno a Lourdes, a Medjugorje o ad Assisi, con gruppi di adulti, giovani o ragazzi.

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2.2.4. Valutazioni

Questo ambito dell’evangelizzazione in forme nuove è positivo. In particolare le settimane itineranti sono da incrementare. A questo proposito la valutazione varia dall’una all’altra. È comunque positiva sia da parte dei partecipanti che della gente: la vita di preghiera intensa, in particolare l’adorazione eucaristica dopo la messa mattutina, l’esser ospiti di una famiglia, l’aver potuto incontrare la maggior parte della gente, la serata finale con cena comunitaria di tutti quelli che volevano intervenire. Qualche rammarico per non aver potuto continuare dialoghi iniziati.

2.2.5. Prospettive

Si pensa di organizzare tali settimane anche il prossimo anno, magari qualcuna in più. Ciò dipenderà però dai frati disposti a partecipare. Rimane sempre da cercare il modo di coinvolgere gradualmente dei laici.

Si può pensare di inviare a tutti i parroci una lettera in cui si illustrano le nostre proposte: settimane itineranti, esercizi spirituali parrocchiali, peregrinatio del Crocifisso, ecc.

2.3. Evangelizzazione attraverso i mezzi di comunicazione sociale

Pur non essendo ancora stato messo a fuoco questo ambito in modo esplicito, vale la pena ricordare come nell’era della comunicazione anche noi ci troviamo a vivere immersi in un ambiente fortemente connotato dalla presenza dei media, ci troviamo a incontrare persone la cui mentalità e cultura è in gran parte plasmata dagli stessi mezzi, e noi stessi ne facciamo uso nell’ambito dell’annuncio. Riporto brevemente quanto già si sta facendo in questo ambito, consapevole che – a breve termine – sarà richiesta su ciò una maggior riflessione e – probabilmente – anche un maggiore e più sinergico impegno.

2.3.1. Collaborazione con Telepace

Un buon contributo per l’annuncio francescano è venuto quest’anno dalla serie di servizi televisivi, su ciascuno dei nostri conventi, realizzati e messi in onda dall’emittente Telepace.

Con questa emittente, quest’anno ha collaborato, Fr. Francesco Patton, partecipando ad alcune riunioni per l’organizzazione dei palinsesti e dei programmi.

2.3.2. Iniziative di annuncio attraverso il web

È anche questo un ambito nuovo, che richiede apertura, tempo e impegno. La Provincia Tridentina di S. Vigilio possiede un suo sito (www.ofmtn.pcn.net), attraverso il quale non si limita a farsi conoscere, ma offre anche informazioni che riguardano attività pastorali e di annuncio evangelico, rende scaricabili sussidi per la preghiera e la riflessione. Fr. Ivan usa anche questa rete e Facebook per comunicazioni e proposte vocazionali.

Il sito aperto in occasione della Peregrinatio del CSD (http://peregrinatio.altervista.org), al momento è aperto, ma da un pezzo non più visitato. Mette a disposizione immagini, sussidi celebrativi e per l’approfondimento, file audio e immagini. È un sito che permette un minimo di interattività attraverso il guest book, sul quale i visitatori possono scrivere le proprie impressioni e la mailing

list, che permette di ricevere informazioni di aggiornamento.

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L’uso oculato del web ai fini dell’evangelizzazione va certamente studiato e incrementato, non a scapito delle altre forme, ma accanto e in interazione con le forme tradizionali.

2.3.3. Annuncio tramite stampa

Non dimentichiamo, infine, che anche attraverso la rivista “Squilla di Vita Serafica” e il foglietto “Oggi Fratini domani Apostoli”, ai quali collaborano pure i frati, si svolge sempre un annuncio importante, che accompagna la vita e la solitudine di molti.

2.4. Evangelizzazione Missionaria (ad gentes)

2.4.1. Descrizione del settore Il settore delle missioni ad gentes mantiene una sua specificità e urgenza che

richiede un grande impegno dell’intera fraternità provinciale. Tale sforzo è sorretto e organizzato da un gruppo di lavoro, che si è dato il nome di “Consiglio per l’evangelizzazione missionaria”, così composto e organizzato:

fr. Italo Kresevic, animatore fr. Valerio Berloffa, collaboratore fr. Floriano Weiss, collaboratore, fr. Claudio Righi, delegato POFM fr. Giorgio Kaiserman, collaboratore Sig.a Fiorella Weiss Bridi, Presidente dell’AMFTO. Fr. Fortunato Mattivi, collabora volontariamente sia animando il suo ambiente

sia interessandosi dei salvadanai presenti nel circondario. La sig. Fiorella Weiss, presidente dell’Associazione Missioni Francescane

Trento Onlus, che da tempo collabora a tutte le attività di pastorale missionaria legate ai frati e al Centro Diocesano Missionario. La sua presenza è un primo segno di una collaborazione con il laicato sempre più richiesta ai nostri giorni.

Gli ambiti dell’animazione sono quelli della predicazione, della stampa, della corrispondenza, della formazione e della raccolta di aiuti economici e della comunicazione anche online. La Provincia è costantemente informata attraverso Notizie di Famiglia.

Questo gruppo di frati si è radunato 3 volte per mettere a punto alcuni principi di

base, gli obiettivi del lavoro e le mansioni singole: Mezzolombardo, 15 settembre 2009; Infermeria, 22 gennaio 2010; Trento, 27 aprile 2010 durante tali riunioni si sono precisati questi impegni e messi a punto questi programmi 1. Il primo obiettivo di promuovere lo spirito missionario fra noi francescani ha

una sua collocazione speciale al momento della Giornata Missionaria Francescana, ma richiede anche un intervento nei Capitoli locali delle Fraternità, soprattutto perché le Fraternità locali vi siano interessate e coinvolte assieme ai gruppi missionari locali e alle Fraternità OFS. Per raggiungere lo scopo formativo il Consiglio si prepara a fare giornate solamente formative, senza raccolta di elemosine.

2. I rapporti con la Diocesi sono molto importanti e proficui. Fr. Valerio si è premurato di continuarli anche per seguire alcuni gruppi missionari nelle parrocchie vicine a Mezzolombardo.

3. Notizie di Famiglia riporta puntualmente gli scritti dei missionari.

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4. Le relazioni con i missionari spettano a tutti, ma una specifica corrispondenza oltre al Moderatore è stata svolta da fr. Floriano Weiss.

5. Il progetto editoriale per l’anno 2010 del foglietto “Oggi fratini ..”, essendo anno sacerdotale con riferimento particolare al santo Curato d’Ars, ha scelto per ogni mese un fondino dedicato a questo argomento; contiene sempre un articolo formativo francescano, una parte storica delle missioni e una pagina dedicata all’attualità missionaria dei nostri frati. Il calendario ha sviluppato il tema sul duplice ministero sacerdotale, ordinato e battesimale. Si rileva l’attuale incremento del costo di spedizione, che dal 1 aprile improvvisamente è aumentato del 500 %. Le offerte che arrivano attraverso i conti correnti postali, pur rimanendo una buona fonte di entrata in favore delle missioni, sono diminuite, sia a causa delle numerose organizzazioni che utilizzano questo strumento di raccolta fondi, sia a causa del numero dei decessi dei benefattori affezionati più anziani e infine a causa del momento di recessione che tutti si sta vivendo. Le offerte sono state distribuite secondo le indicazioni del Definitorio provinciale e pubblicate in Notizie di Famiglia.

6. La raccolta delle offerte è stata in parte semplificata, unificandola in un unico bollettino postale e due conti bancari. L’iniziativa dei salvadanai procede e siamo arrivati ad un primo censimento per vedere in quali luoghi sono rimasti. Alcuni frati nei singoli conventi hanno aiutato a visitare i locali presenti nel nostro elenco e constatare la presenza del salvadanaio e l’eventuale sostituzione.

7. Fr. Valerio ha iniziato la promozione di settimane itineranti o di presenza in qualche parrocchia della Diocesi e altre iniziative che sono state riportate in Notizie di Famiglia. In sostanza desidera che quanto ha imparato nella vita in Africa possa continuare tra noi nella semplicità e nella sobrietà di vita e di lavoro.

8. Per il calendario 2011 si era pensato di rivolgersi alla Biblioteca Francescana di Milano per ridurre così i costi della stampa. Visti i costi elevati di questa ipotesi si è ritornati all’ipotesi della stampa in proprio.

9. Sei ragazze universitarie hanno chiesto di poter fare un’esperienza di servizio in Missione utilizzando tale periodo come tirocinio universitario. Questa iniziativa è stata seguita dalla Associazione che è convenzionata con l’Università. Quattro delle ragazze si recheranno a Lima da Mons. Tomasi e due in Aiquile. E’ stato deciso di dare molta importanza alla formazione, anche su richiesta dei missionari, per chi intende offrire un periodo di volontariato. Per tale motivo queste ragazze hanno partecipato agli Incontri di Formazione alla Missione per Laici a Gavi (AL).

10. Anche per quanto riguarda la pastorale dei Migrantes, fr. Valerio si è messo a disposizione nei limiti del suo tempo, e fr. Celeste Luchi continua la sua collaborazione.

2.4.2. Attività

2.4.2.1. Formazione

A livello nazionale, fr. Italo, fr. Valerio e la Sig.a Weiss hanno partecipato all’incontro “Chiamati per essere inviati” a S. Zeno di Montagna (VR) 19-20 gennaio 2010. Un convegno tutto dedicato a sottolineare l’importanza della missionarietà anche nel primo approccio con i giovani che desiderano impegnarsi in ambito vocazionale.

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Padre Amedeo Cencini ha trattato il tema chiamati per essere inviati, a partire dal vangelo di Giovanni con un taglio psicologico. Fr. Massimo Tedoldi, nuovo Segretario generale per l’evangelizzazione missionaria, ha parlato in due conferenze di ciò che unisce e stimola la vocazione francescana a partire dalla Regola e quindi dalla lettura di alcuni passi del Documento dell’ultimo Capitolo generale.

Il convegno ha chiarito alcuni obiettivi della missione ad gentes: 1. L’importanza della formazione alla missionarietà per noi animatori

missionari, per gli animatori vocazionali, per tutti i frati e per i giovani e laici in genere.

2. Nell’ambito delle esperienze giovanili è essenziale la preparazione con un cammino di fede, l’accompagnamento e la verifica.

3. Nella FoPe e Formazione iniziale cercare la realizzazione di itinerari di attenzione ai migrantes che vivono nel nostro paese e si considerino possibili esperienze di vita in mezzo a loro.

4. Continuare il dialogo tra il settore della Formazione e quello dell’Evangelizzazione missionaria.

5. Si sono inoltre individuate alcune esperienze da offrire ai giovani frati e ai giovani in ricerca vocazionale.

A livello di Nord Italia si sono tenuti due incontri: uno a Gavi e uno a Milano.

In questi incontri si è sviluppato soprattutto il programma di formazione dei giovani che si apprestano ad un periodo di esperienza in missione.

A Gavi erano presenti fr. Italo e fr. Valerio. Fr. Silvio, il coordinatore, ha presentato la casa di Gavi (AL) come luogo di riferimento per l’animazione e la formazione missionaria: frati animatori missionari, missionari partenti o rientranti dalle missioni, gruppi di laici e di giovani.

Fr. Massimiliano Taroni ha comunicato che la COMPI nella sua ultima riunione ha deciso di dare nuovo assetto organizzativo alla rivista “Missioni Francescane” accogliendo fondamentalmente la proposta che il Consiglio Nazionale degli Animatori missionari le aveva presentato.

Si è anche trattato dell’impegno di entrare nelle case di formazione per una breve presentazione della missionarietà, da concordare con i rispettivi Maestri: Postulato (Arco) fr. Giampaolo e fr. Valerio; Noviziato (Baccanello) fr. Massimiliano e fr. Silvio; Post-Noviziato (Verona) fr. Guido e fr. Silvio, (Bologna) fr. Massimiliano e fr. Italo.

Si terranno tre fine settimana per la formazione dei laici volontari per la missione: Gavi da Venerdì sera al pranzo della domenica nelle seguenti date: 9-11 Aprile 2010; 7-9 Maggio 2010; 4-6 giugno 2010.

Si mette in calendario anche un corso di Esercizi spirituali per i frati a tema missionario nel 2011.

Un secondo incontro si è svolto a Milano nella casa s. Antonio e hanno partecipato fr. Italo Kresevic e la Sig.a Fiorella Weiss. L’argomento più importante trattato è stato il programma formativo per i tre fine settimana preventivati. Si è quindi concordato il programma e la stampa di un depliant illustrativo. 2.4.2.2: Attività realizzate

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NdF 202

a) Giornate missionarie francescane 2009 - 2010

Cavalese 26 luglio: fr. Valerio e fr. Celeste Mezzolombardo 23 agosto: fr. Valerio Arco 19 settembre: fr. Valerio Trento 21-22 maggio: fr. Valerio e la Sig.a Fiorella Weiss Pergine 29-30 maggio: Mons. Herbas e fr. Francesco P. Cles 5-6 giugno: fr. Valerio Borgo 6 giugno: Mons. Herbas con fr. Marco Tomasi Besenello 19-20 giugno: fr. Italo

b) Animazione missionaria con vari gruppi a cura di fr. Valerio:

Alcuni incontri al CMD per preparare i giovani all’esperienza estiva missionaria Animazione missionaria

• alle classi delle Medie di Arco; • a Spormaggiore. Incontro con consiglio parrocchiale per preparazione Via

Crucis decanale dei Martiri. Poi Via Crucis con testimonianza; • Testimonianza missionaria a Villamontagna con Stefano Girardi. • Incontro con i giovani di Ravina all'oratorio. Tema: “l'inculturazione in territori

di missione” • Roverè della Luna: animazione missionaria per i ragazzi della Confermazione

Ritiro quaresimale

• Al gruppo Missionario di Mezzolombardo; • ai giovani della valle di Cembra; • a Magrè per laici di lingua italiana; • all’Associazione Missioni Francescane Onlus di Trento in Avvento e in

Quaresima Lectio Divina

• a Trento per gruppo universitari; • a Segonzano per i giovani

Cena del povero.

• Verla: (Inizio gruppo missionario di Verla?); • a Mezzolombardo l'Etiopia “Una goccia per il futuro”; • all'oratorio di Mezzolombardo per il gruppo missionario.

Lezione di Lingua Swahili

• tutti i giovedì per i volontari della onlus “WHY” che opera in Zanzibar. Corso per volontari missionari laici francescani a Gavi Ligure: testimonianza

missionaria.

Minicorso su “Evangelizzazione missionaria” per i Postulanti.

c) Promozione dello spirito missionario attraverso i media

La pubblicazione mensile “Oggi Fratini e Domani Apostoli”, curata dalla Pia Opera Fratini e Missioni, è il principale organo di collegamento con le nostre

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NdF 202

missioni e con i benefattori. Il bollettino nei suoi 82 anni è stato una vera proposta di evangelizzazione non solo sul territorio trentino, ma anche in tutta Italia e all’estero. Purtroppo con le nuove leggi ci sarà un aggravio di spese postali e bisognerà cercare come ovviare.

Il notiziario della Provincia “Notizie di Famiglia” ha riportato le lettere informative che di tanto in tanto giungono dai nostri missionari e diventa così anch’esso un efficace mezzo di animazione soprattutto dei frati.

A raggio nazionale rimane di buon livello, nonostante le difficoltà che attraversa, la rivista “Missioni Francescane”, con nuovo assetto organizzativo e la richiesta di collaborazione più diretta da parte dei frati impegnati nell’animazione missionaria.

d) Vita delle missioni, relazioni con i missionari, i loro familiari e i benefattori

Quest’anno c’è stato il viaggio del Ministro provinciale assieme a fr. Pierluigi Svaldi in visita ai missionari sia a Lima, sia in Bolivia. Viaggio che viene illustrato dallo stesso Ministro provinciale in una apposita cronaca. Egli ha riportato notizie da ogni singolo frate, il suo stato di salute e le sue iniziative missionarie.

Particolare emozione hanno suscitato le morti improvvise di due nostri missionari (fr. Lanfranco Tabarelli e fr. Olivo Pisoni) ancora in età di pieno lavoro apostolico. La distanza e la difficoltà della comunicazione hanno reso anche più doloroso questo distacco. La nostra Provincia è intenzionata a mantenere il contatto con i frati del posto sia per le relazioni fraterne che per aiuti economici.

Mons. Jorge Herbas Balderrama nuovo Prelato di Aiquile è giunto a Trento il 24 maggio trattenendosi fino al 3 luglio. È stato accompagnato a far visita ai parenti dei missionari, ai responsabili degli Enti per la Collaborazione internazionale, al CDM e all’Arcivescovo. Egli stesso si è impegnato direttamente nell’animazione e predicazione di Giornate missionarie.

E’ previsto l’arrivo per le vacanze di fr. Anselmo Andreotti, fr. Marco Larentis, fr. Zeffirino Guzzo e fr. Ferruccio Modena, più tardi fr. Mario Comina e fr. Ermenegildo Franzoi.

2.4.3. Prospettive

Si va sempre più incrementando la collaborazione interprovinciale. In questo ambito si continuerà a collaborare. Sono offerti a tutti e pubblicati a livello nazionale le iniziative che come Nord Italia si sono proposte soprattutto per i giovani:

- Fraternità itinerante, fr. Valerio, 6-13 marzo e 12-20 giugno; - Marocco, fine giugno, per adolescenti anche minorenni, referente fr. Silvio

Bovis; - Romania, 10-20 luglio, per giovani in collaborazione con le Clarisse Franc.

Miss., referente fr. Giovanni M. Novielli; - Albania – Scutari, agosto, per giovani, in collaborazione con mons.

Massafra, referente fr. Giovanni M. Novielli; - Burundi, mese di agosto, a sostengo ad adolescenti locali con nostri giovani

studenti universitari di scienze umane, psicologia, referente fr. Silvio Bovis; - Pellegrinaggio Trento – Aquileia, 10-24 luglio, fr. Valerio; - Esperienza di “eremo”, mese di settembre, fr. Valerio; - Campo missionario, raccolta frutta, ogni partecipante rinuncia al compenso

a favore di un progetto missionario, agosto, fr. Massimiliano Taroni in collaborazione con la cura pastorale delle vocazioni.

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NdF 202

Proseguiranno anche in estate altre giornate missionarie già programmate. Così pure il collegamento con la formazione iniziale e permanente e la formazione di coloro che si recano in missione per un breve periodo.

2.4.4.Valutazioni

Il settore dell’Animazione missionaria nella nostra Provincia è ben organizzato e dinamico, mettendo a frutto sia gli strumenti già collaudati di Giornate missionarie, Bollettino, ecc, sia rinnovandoli e approntando nuove iniziative. Significativa è la collaborazione con i laici e con la Diocesi. Fonte di arricchimento reciproco è la collaborazione interprovinciale. Particolarmente importante e strategica risulta infine l’attenzione rivolta alla formazione sia degli operatori e dei missionari, come dei candidati all’Ordine e dei giovani che vogliono partecipare ad esperienze missionarie.

2. 5. Evangelizzazione attraverso la testimonianza della carità

2.5.1. Descrizione del settore e obiettivi

Il Capitolo provinciale 2008 ha deciso (cfr. Piano prov. nn. 11 e 19) di costituire all’interno del Segretariato provinciale per l’Evangelizzazione un settore che raccogliesse e mettesse in comunicazione tra loro le attività che i frati svolgono a sostegno e lenimento delle fragilità umane. Il Congresso Capitolare ha poi nominato fr. Pietro Stablum come Coordinatore di questo nuovo organismo, incaricandolo simultaneamente di elaborare un progetto di animazione e attività di tale settore. Lo stesso Congresso capitolare ha anche nominato i membri del “Coordinamento per la testimonianza della carità”:

fr. Pietro Stablum, Coordinatore e Delegato per la pastorale sanitaria fr. Armando Ferrai, Cappellano del Civico Cimitero di Trento fr. Giuseppe Bortolotti, Cappellano Casa circondariale di Trento fr. Siro Casagranda, Direttore Comunità di accoglienza di Cles fr. Tiziano Donini, Servizio sul territorio a persone variamente disagiate

Nel Progetto del settore (vedi NdF 2008/4 (191), approvato dal Definitorio sono

espressi i seguenti obiettivi: • attuare la proposizione n. 19 del Piano Provinciale 2008-2011; • verificare e favorire la nostra presenza di Frati minori all’interno dei luoghi di

sofferenza e di povertà; • sensibilizzare le fraternità riguardo all’accoglienza dei poveri alla porta, al mondo

della sofferenza e del disagio, suggerendo proposte concrete; • proporre iniziative di carità; • favorire la collaborazione con la Caritas locale e diocesana.

2.5.2. Attività del Coordinamento

Il settore si è ritrovato alla fine di gennaio per uno sguardo sulle attività che ognuno svolge nel proprio ambito, per ascoltare una breve sintesi del coordinatore sul convegno a cui ha partecipato in ottobre ad Assisi sulla Testimonianza della Carità (cfr.NdF 199 p.284) e per ascoltare due relazioni sull’attività-servizio di fr. Giuseppe Bortolotti alle carceri (NdF 201 pp. 87-88) e di fr. Tiziano sulla sua presenza - apostolato nel mondo del disagio. Relazioni molto interessanti e che hanno suscitato tante domande.

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“La vera grandezza è servire”. Era programmato un secondo incontro per giugno, nel quale ascoltare la

testimonianza di quelli che svolgono il ministero presso gli ospedali, ma l’incontro è slittato verso settembre.

Alcuni frati impegnati in questi ambiti hanno preso tempo anche per la

formazione: – Fr. Pietro Stablum ha partecipato al Convegno promosso dalla CEI sezione

CISM USMI FIRAS, dal titolo “Il Vangelo nelle opere di carità nelle attività

sociali dei religiosi in Italia. Passare dalle opere della legge alle opere della

fede”. Il Convegno si è tenuto ad Assisi dal 12 al 15 ottobre 2009. – Fr. Giuseppe Consolati e fr. Mariano Sandri hanno partecipato al Convegno

dell’AIPAS “Sofferenza di Dio e sofferenza dell’uomo” Il Convegno si è svolto a Collevalenza nell’ottobre 2009 (cfr NdF 199 pp.283-284).

2.5.3. Attività pastorali svolte

I frati impegnati nei vari settori continuano con il consueto impegno la loro opera. Il quadro è ancora quello della precedente relazione, salvo la variazione Mezzolombardo. Lì, dopo la cessazione dell’attività dell’Ospedale S. Giovanni, (26 gennaio 2010), fr. Fortunato Mattivi ha intensificato la presenza alla Casa di Riposo con visita anche infrasettimanale e si dedica a visite ai malati a domicilio.

Da ricordare anche la nuova strutturazione della Comunità di accoglienza di Cles che da fine marzo ha un direttore laico e un consiglio direttivo.

2.5.4. Valutazioni Progetti e prospettive

Il settore comincia a organizzarsi e muovere i primi passi insieme, pur restando molto variegati gli impegni e le forme di apostolato che qui si riversano.

Si procederà nel far camminare questo settore di evangelizzazione attraverso la testimonianza della carità.

Anche in questo settore il lavoro a livello interprovinciale, che il Coordinamento intende proporre, potrebbe aiutare a cogliere l’unità tra i vari ambiti e scoprire modalità nuove di azione.

Resta poi sempre da proseguire il cammino di rinnovata pastorale della salute e degli anziani, e la diffusione di linee di azione condivise nell’attenzione ai poveri.

2.6. Assistenza all’Ordine Francescano Secolare ed alla Gifra

Questa relazione riguarda solo e strettamente l’attività dell’Assistenza OFS, le altre attività e i dati statistici dell’OFS, essendo di competenza del Consiglio e del Ministro Regionale OFS, saranno da chiedere eventualmente ad essi.

Con il Congresso Capitolare del 2008, fa parte della Conferenza degli Assistenti Regionali fr. Pierluigi Svaldi.

2.6.1. Attività

La Conferenza degli Assistenti Regionali

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La Conferenza degli Assistenti Regionali, Regione Trentino Alto Adige, è composta per l’anno pastorale 2009-2010 dal Presidente di turno, fr. Pierluigi Svaldi, dal Segretario fr. Claudio Trenti e da fr. Zeno Carcereri. Come Conferenza ci si è incontrati il 31 agosto 2009 nel convento di S. Croce a Trento per accordarsi sulle iniziative del nuovo anno, sui sussidi da preparare e sulle indicazioni da suggerire al Consiglio Regionale OFS. In Assisi durante il corso nazionale di formazione per Assistenti OFS 28 gennaio 2010; il 1 giugno 2010 nel convento di Mezzolombardo per predisporre i sussidi dell’anno successivo.

Nell’incontro di fine agosto ci si è soffermati soprattutto sulla formazione degli Assistenti locali, per i quali sono stati realizzati due incontri nella sala del convento S. Croce di Trento: uno al 13 ottobre, dove si condividono alcune indicazioni provenienti da un questionario distribuito fra tutti gli assistenti e si fanno gli inviti per partecipare al Corso nazionale di formazione in Assisi; il secondo al 15 febbraio 2010, dove vien fatto un resoconto del Corso nazionale di formazione, distribuendo le dispense delle relazioni, ci si aggiorna sulla scuola di formazione francescana per i secolari (all’indomani della fine del primo anno del 1° ciclo) e per parlare dei pellegrinaggi.

Dal 25 al 29 gennaio 2010 i 3 Assistenti regionali e 1’Assistente locale hanno partecipato alla Settimana nazionale di formazione per Assistenti di fraternità.

Come Presidente della conferenza fr. Pierluigi ha partecipato al Pre-Capitolo nazionale OFS celebrato alla Domus Pacis di Assisi dal 12 al 14 marzo 2010 e al Capitolo nazionale celebrato nello stesso luogo dal 24 al 27 giugno 2010.

La Formazione volta alle Fraternità O.F.S.

Compito demandato in toto all’Assistenza, ha continuato sulla linea dei due incontri mensili, uno dei quali senza la presenza dell’Assistente. Per aiutare gli Assistenti ad offrire una formazione unitaria, almeno nei contenuti, si è continuato a offrire delle schede mensili che riassumessero il testo dell’anno. Le schede sono state preparate quest’anno da fr. Pierluigi Svaldi. Per favorire gli incontri di preghiera e per intensificarne i contenuti, anche quest’anno sono state preparate e fatte pervenire alle Fraternità locali le Celebrazioni della Parola: 9 schede mensili sull’Anno sacerdotale, sull’impegno sociale con la Caritas in veritate, con la figura di un santo francescano del 1300 ogni mese. Il lavoro di compilazione e distribuzione è stato assunto da fr. Pierluigi Svaldi.

Per la formazione permanente dell’OFS Trentino si sono offerti, come da parecchi anni, molti frati della nostra Provincia, assicurando un continuo contatto delle Fraternità locali con il Primo Ordine. Sono 26 gli Assistenti locali impegnati ad animare e sostenere le Fraternità, ma anche a formare e a far crescere la maturità umana e francescana nei professi.

Nella formazione sono da annoverare i Capitoli di Fraternità e i rinnovi dei Consigli locali. Fr. Pierluigi Svaldi durante questo anno pastorale ne ha assistito 19.

La scuola di fraternità per il gruppo che si ritrova attorno al convento di Pergine ha continuato per il secondo anno di formazione iniziale, concludendosi praticamente con l’incontro del 15 maggio, nel quale sono state sollecitate delle scelte di ingresso in qualche fraternità locale al fine di poter proseguire con il primo dei due anni di formazione durante il noviziato. Durante questo secondo anno si sono tenuti 11 incontri, dalle 20.30 alle 22.30, per 5-6 presenze.

E’ stata data la presenza fisica e morale alla scuola di formazione francescana, a ciclo triennale, nei sei sabati pomeriggio del primo anno. Fr. Pierluigi ha animato l’uscita di fine anno, accompagnando il gruppo lungo il Sentiero di S.

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Francesco a Campo Tures, predisponendo anche un fascicolo di 28 pagine per i punti di meditazione.

Continua la collaborazione al periodico Squilla di Vita Serafica con due articoli formativi (fr. Giovanni Patton e fr. Pierluigi Svaldi).

Animazione e comunione fraterna.

Si consolida la collaborazione con la rinascente Fraternità di Bolzano, aiutando i novizi, mentre si son persi i contatti con quella di Bressanone.

2.6.2. Prospettive

Sarà importante continuare la collaborazione e il mutuo-aiuto fra i molti Assistenti locali con maggior scambio e arricchimento anche dei sussidi proposti, sulle difficoltà di formazione riscontrate nell’anno.

Proseguirà la scuola di formazione triennale visti i buoni risultati di questo primo anno e l’interesse che ha suscitato. Importante sarà dare a questa iniziativa anche una prospettiva pratica: che da essa scaturiscano delle persone capaci di assumersi compiti formativi diretti e di guida e animazione delle fraternità.

Si sta pensando di far nascere degli incontri specifici per riscoprire effettivamente il valore del Consiglio di Fraternità.

Rimane sempre da approfondire e caldeggiare la prospettiva di collaborazione col I Ordine in ambiti quali l’evangelizzazione e la carità, e più in generale incrementare il senso di appartenenza e fraternità tra i due rami del movimento francescano.

2.7. Pastorale conventuale

Le molte e specifiche attività ricordate non esauriscono l’attività di annuncio dei Frati Minori nel Trentino. Merita di essere ricordata anche l’attività pastorale che si svolge ordinariamente nei conventi. È questo anche un modo per tenere sott’occhio quelle attività che per molte persone sono l’unico momento di incontro con la parola di Dio, la celebrazione dell’Eucaristia quotidiana e soprattutto domenicale; il sacramento della Riconciliazione; Liturgia delle Ore con la gente; celebrazioni particolari; l’attività santuaristica.

2.7.2. Attività svolte

In tutti i nostri conventi la chiesa è frequentata dalla gente e ogni convento ha predisposto secondo le possibilità l’orario delle Ss. Messe e della disponibilità per la celebrazione del Sacramento della Penitenza. Molte volte siamo anche in aiuto ai parroci sia stabilmente che in casi particolari di assenza o bisogno.

2.7.3. Valutazioni e prospettive

Pur dovendo orientarci sempre più alla missione extraconventuale, il fatto di avere la cura di una chiesa, e che comunque la gente ci viene a cercare lì, è occasione per non squalificare questo ambito della nostra vita e missione, ma anzi di renderlo sempre più luogo di irradiazione evangelizzante e non solo di adempimenti di precetto e di devozioni.

A questo proposito bisognerà riflettere in generale su come la nostra presenza su un territorio può creare annuncio, non solo per i devoti. Aspetti più concreti, su cui spesso si avverte la difficoltà dei frati e la richiesta della gente sono: la predicazione liturgica (Omelia) e la celebrazione significativa della Penitenza.

2.8. Parroci

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Nella nostra Provincia alcuni frati hanno svolto e svolgono servizio parrocchiale pur fuori dalla parrocchia conventuale. Ricordiamo, la presenza di fr. Angelico Boschetto come parroco di Roveré della Luna e di fr. Constantino Cronst cooperatore per la comunità di Seregnano.

3. Conclusione

L’anno trascorso ha visto chiarirsi il cammino del recente Coordinamento per l’Evangelizzazione attraverso la testimonianza della carità. Il Definitorio e il Ministro provinciale in primis hanno accompagnato la riorganizzazione della Comunità di accoglienza di Cles. Nell’ambito interprovinciale si è incrementata la collaborazione dei settori forti (Missioni al Popolo e Animazione Missionaria), ma è realmente cominciata anche la collaborazione e l’attività del coordinamento.

Le varie attività sono proseguite col consueto impegno dei frati addetti. Bisognerà però rilanciare l’iniziativa soprattutto nei settori tradizionali e nuovi.

Nella prospettiva formativa saranno da prevedere, magari in collaborazione con la FoPe, iniziative o sussidi per l’approfondimento del Documento del Capitolo Generale 2009 “Portatori del dono del Vangelo”. Per i settori sarà utile privilegiare le iniziative formative a livello interprovinciale e/o nazionale

Un grazie cordiale a tutti i membri del Segretariato per l’impegno profuso

nell’animazione del proprio Settore.

Mezzolombardo,26 giugno 2010 Fr. Giovanni Patton Segretario provinciale

per l’Evangelizzazione

Relazione dell’Economo Provinciale 2009-2010

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C O M P I

Trento, 21 giugno 2010 Prot. N. 1006/P10

Carissimi confratelli,

il Signore vi dia Pace!

Dal 7 al 10 giugno u.s. ci siamo ritrovati ad Assisi Casa Leonori per un’Assemblea straordinaria della COMPI assieme al Ministro generale col suo Definitorio. A partire dalla relazione del Ministro generale e da quella del Presidente abbiamo avuto modo di dialogare e condividere soprattutto su quattro ambiti, per ciascuno dei quali, in attuazione del Progetto COMPI per il triennio 2009-2012, abbiamo identificato alcune linee di impegno per i prossimi anni.

1) La qualità della nostra vita evangelico-francescana

Consapevoli che nella qualità della nostra vita evangelico-francescana si gioca il nostro presente e anche il nostro futuro, conveniamo sull’importanza di curare l’elaborazione e la verifica del Progetto di Vita Fraterna (PVF), la formazione dei Guardiani e i cammini di formazione permanente (FoPe). La qualità della nostra vita fraterna ed evangelica deve essere infine l’obiettivo centrale che guida anche i processi di ridisegno e ridimensionamento delle attività e delle presenze a livello locale, provinciale e interprovinciale.

A questo scopo sarà importante operare: - a livello di fraternità, curando gli strumenti di animazione quali il capitolo

locale, la lectio divina comunitaria, il PVF come occasione per progettare insieme e insieme verificare la vita e le attività della fraternità.

- A livello provinciale, attraverso la visita frequente del Ministro provinciale alle fraternità, e la formazione accurata dei Guardiani perché assumano il loro ruolo di animatori delle fraternità, cercando di coinvolgere anche i Vicari e gli Economi, così da favorire un’animazione condivisa della vita fraterna.

- A livello di area Nord, Centro e Sud: favorendo l’incontro tra i moderatori della FoPe per condividere ciò che si realizza nelle singole Province, valutare ciò che si può fare a livello interprovinciale ed elaborare un progetto di FoPe condiviso.

- In sintonia con quanto affermato nel Progetto COMPI per il triennio 2009-2012 l’incontro dei frati professi temporanei sarà organizzato a livello delle tre Aree territoriali, per sensibilizzare sul tema dell’interprovincialità e per ascoltare e condividere le esigenze e le proposte dei giovani frati volte a migliorare nelle fraternità locali la qualità della nostra vita evangelica.

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2) Le nuove forme di fraternità, collegate soprattutto alla nuova

evangelizzazione

Nel corso di questi anni si sono diffuse sul territorio della COMPI varie fraternità che cercano di vivere in modo intenso e significativo lo spirito delle Priorità dell’Ordine e prestano una speciale attenzione alla nuova evangelizzazione. Riconoscendo il valore di queste esperienze e l’importanza che vivano il loro cammino dentro quello delle Province e della Conferenza:

- i Ministri accompagneranno queste fraternità nell’elaborazione del loro PVF e le aiuteranno a verificarne la qualità e l’autenticità evangelica, e cercheranno di dare ai frati che lo richiederanno la possibilità di inserirsi e fare esperienza in quelle già esistenti;

- la COMPI svolgerà un ruolo di accompagnamento e coordinamento, favorendo i processi di realizzazione, la condivisione delle esperienze, l’apertura ai frati che ne sono interessati e un approfondimento degli elementi della spiritualità francescana che possono dare un fondamento solido a queste esperienze; inoltre cercherà di essere presente al terzo

atelier sulle nuove forme di evangelizzazione, organizzato dall’Ordine, attraverso la partecipazione di alcuni Ministri delle diverse Aree territoriali.

3) L’accompagnamento dei frati in difficoltà

Come Ministri provinciali, un altro aspetto che ci sta particolarmente a cuore è quello dell’accompagnamento dei frati in difficoltà. Consapevoli dell’urgenza e della complessità del problema desideriamo riflettere ulteriormente su questo ambito e desideriamo farlo in sintonia e collaborazione con il nostro Ordine.

A questo proposito ci sembra necessario agire su due fronti: - La formazione iniziale, avviando un percorso di revisione globale di

questa tappa, che va dal discernimento vocazionale iniziale, passa attraverso l’accoglienza, il postulato, il noviziato e il tempo della professione temporanea fino alla professione perpetua; dentro questa revisione globale sarà importante tener conto sia del principio di personalizzazione della formazione stabilito dalla RFF, sia della necessità di dare unitarietà a questo cammino evitando un’eccessiva frammentazione delle figure formative, sia delle indicazioni che emergeranno dallo studio sugli abbandoni.

- L’accompagnamento dei frati in difficoltà. Anch’esso ha bisogno di essere personalizzato, ripensato nelle modalità e negli strumenti, basato su una riflessione approfondita, anche con l’apporto di esperti, e in collaborazione con il Governo dell’Ordine. Per cominciare con qualche passo concreto la COMPI, durante la prossima Assemblea di ottobre, che si terrà in Albania, curerà un tempo di formazione su questo tema, per individuare modalità di consulenza specifica da offrire ai Ministri provinciali e aiutarli ad affrontare i casi di frati che vivono particolari disagi o difficoltà personali, comportamentali e relazionali. Successivamente la COMPI metterà a tema la realizzazione di una fraternità di accoglienza per religiosi e sacerdoti in difficoltà, complementare a quella di Vittorio Veneto e da realizzare nel Centro-Sud Italia.

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4) I processi di interprovincialità

Quello dei processi di interprovincialità è il quarto ambito su cui ci siamo fermati a riflettere per assumere orientamenti condivisi. Per questo ambito ci limitiamo a richiamare due aspetti:

- per animare i processi di interprovincialità già in atto nella Conferenza sarà importante un coinvolgimento sempre più attivo della stessa, secondo quanto è previsto dagli SSGG, favorendo lo studio dei criteri e degli strumenti alla luce del cammino fatto finora.

- Per facilitare i processi di interprovincialità e unione di Province diamo il nostro sostegno al Ministro generale con il suo Definitorio affinché intervenga sulle situazioni provinciali, avvalendosi della potestà giuridica di cui dispone secondo le CCGG.

Con la presente lettera affidiamo anche a ciascun frate e ad ogni fraternità della

Conferenza il Progetto che abbiamo elaborato insieme come Ministri provinciali della COMPI, e che ci guiderà nel prossimo triennio.

Vi saluto fraternamente,

Il Ministro generale all’incontro del Definitorio generale con la COMPI

Assisi, 7-10 giugno 2010

FORTI

NELLA SPERANZA Carissimi Ministri Provinciali della COMPI, vi saluto, anche a nome del

Definitorio generale, con le parole che il Signore rivelò al nostro serafico Padre: il Signore vi dia pace! In voi saluto e abbraccio ciascuno dei Frati che vivono e lavorano nel territorio di questa Conferenza.

In adempimento ad uno dei mandati dell’ultimo Capitolo generale (cf. Mandato 4), e seguendo una prassi considerata molto positiva durante il sessennio precedente, ci incontriamo – Ministro e Definitorio generale e i Ministri Provinciali della COMPI –, per condividere aspetti che entrambi consideriamo importanti in questo momento della vita e missione dei Frati della Conferenza e dell’Ordine.

Gratitudine

Anzitutto esprimo la mia gratitudine, e quella dei membri del Definitorio

generale, per quanto fate nel campo dell’animazione dei Frati della Conferenza, e per la vostra vicinanza al Definitorio generale. Il Signore benedica il vostro lavoro e ci

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conceda la grazia di crescere ogni giorno in fiducia reciproca e in comunione fraterna.

Sono ben cosciente, inoltre, del posto che la COMPI occupa nell’insieme delle Conferenze e particolarmente nell’UFME, sia per il numero di Entità e di Frati – siete la Conferenza più grande dell’Ordine – sia per l’organizzazione interna della stessa Conferenza. Tale organizzazione, attraverso i diversi Segretariati e Settori (come è stata illustrata dal Presidente della Conferenza), dà dinamismo ad una struttura così grande come la COMPI, e, allo stesso tempo, essendo organizzata in tre zone o regioni – nord, centro e sud – rispetta la diversità anche culturale del territorio che la compone. Questo fa sì che la vostra sia una Conferenza viva e creativa. Mentre mi congratulo con voi, vi chiedo di non cedere alla tentazione di fermarvi nella ricerca di risposte nuove alle nuove sfide.

Alcune linee essenziali di animazione e di governo Viviamo momenti non facili o, come direbbe Giovanni Paolo II, momenti

“duri”. In questo tempo è necessario governare, ma direi che, soprattutto, è nostro dovere animare i Frati a vivere con gioia e fedeltà creativa la loro vocazione. Noi, Ministri, siamo chiamati a vivere in positivo la tensione tra animare e governare.

A noi Ministri, infatti, si chiede di essere, prima di tutto, animatori dei fratelli: «suo compito prioritario [quello dell’autorità] sarà dunque l'animazione spirituale, comunitaria ed apostolica della sua comunità» (VFC 50a). Ciò esige di «essere vicini e condividere la vita dei fratelli, ascoltarli, offrire loro motivi di speranza e fare memoria dei valori fondamentali della nostra vita francescana» (DEFINITORIO

GENERALE, Lettera in occasione della solennità di san Francesco 2003). Allo stesso tempo, però, ci è chiesto anche di governare. Questo comporta che vengano prese «le necessarie decisioni in vista del bene della vita fraterna e della missione» e che, una volta prese, si mettano in atto, con costanza e fortezza, tutti gli strumenti «perché quanto deciso non resti solo sulla carta» (VFC 50c). Il Ministro non può rinunciare né all’animazione né al governo; non può rinunciare all’ascolto e al dialogo e, allo stesso tempo, a prendere delle decisioni. Ricordando sempre che il primo modo per animare è governare, al Ministro toccherà in ogni momento gestire questa necessaria tensione tra animazione e governo.

Ecco alcune linee che considero importanti da tenersi presenti nella nostra animazione/governo.

La priorità delle persone sulle strutture

Mi rendo sempre più consapevole della priorità che si deve dare alle persone rispetto alle strutture. Questo è il servizio principale che deve prestare chi è stato chiamato a svolgere il servizio dell’autorità. La persona dei nostri Frati merita l’attenzione principale e costante da parte di noi tutti. Noi Ministri abbiamo la responsabilità di promuovere la dignità della persona, prestando attenzione a ogni fratello e alla sua crescita umana, spirituale e vocazionale, facendo ad ognuno il dono della propria stima, nutrendo un sincero affetto per tutti. È nel cuore del nostro servizio l’accompagnare, il prendere cura e il sostenere nel cammino di fede e vocazionale i nostri fratelli.

Prima delle attività o dei progetti, prima ancora dei luoghi delle nostre presenze, c’è la persona dei nostri confratelli. Le nostre Fraternità sono costituite dai Frati concreti che il Signore ci ha donato, con i loro doni, ma anche con le loro debolezze.

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So che oggi la gestione di una Provincia comporta molto lavoro amministrativo. Questo, però, non può fare venir meno la cura e l’accompagnamento “materno” del fratello. L’amministrazione si può delegare, ma non la cura del fratello. Non si possono sacrificare le persone per mantenere le molte, a volte troppe, attività di vario tipo; è invece insito nel cuore del nostro servizio accompagnare, curare, sostenere le persone dei nostri Frati, particolarmente di quelli in difficoltà.

I Frati in difficoltà non sono solo quelli che soffrono di qualche tipo di problema affettivo e di dipendenza (cf. alcolismo, "computerismo"). Frati in difficoltà sono anche quelli che si sentono soli, che rifiutano qualsiasi discorso – in teoria e in pratica – sulla vita fraterna, vivendo stabili nell’individualismo, nel mutismo, in un’aggressività sistematica, in assoluta autonomia nella gestione del tempo, dei beni e delle attività. Frati in difficoltà sono quelli che non si interessano delle cose comuni; che rifiutano progetti di rinnovamento, per giustificare i propri atteggiamenti o comportamenti; che scelgono le proprie relazioni dentro e fuori della Fraternità solo per la propria convenienza; che giudicano e condannano tutto ancora prima di provarlo… In tutti questi casi il Ministro non può “incrociare le braccia”, deve aver il coraggio di chiamare le cose con il proprio nome e prendere le decisioni opportune, anche se non sono sempre popolari. Al Ministro, in queste situazioni, si chiede la massima disponibilità – pazienza, dialogo, offerta a questi Frati di qualsiasi tipo di aiuto umano e spirituale –, ma anche un intervento deciso, per fare chiarezza, anche se questo gli dovesse costare.

C’è troppa rassegnazione tra di noi, c’è molta stanchezza. Diventa urgente infondere animus nel cuore dei nostri confratelli, e questo esige metterli al primo posto, essere tutto per tutti, dedicare tempo all’ascolto, e quando sia necessario correggerli fraternamente, sempre mossi dall’amore (cf. Lettera a un Ministro). La persona del Frate è la struttura fondamentale dell’Ordine. Se la struttura della persona del Frate si indebolisce o soffre, si indebolisce e soffre l’Ordine.

La rifondazione della persona

Vi è ormai una comune convinzione: non si può rinnovare, rifondare un’Entità se non si rinnovano e rifondano le persone che la compongono. Il rinnovamento, come la rifondazione, non è una strategia, pur importanti che possano essere le strategie, è piuttosto una determinata forma e stile di vita. E questo esige una rifondazione e un rinnovamento delle persone. Ecco un impegno fondamentale di chi ha accettato il servizio dell’autorità.

Questa rifondazione mira a garantire una certa qualità evangelica di vita in

fraternità. Ciò significa, prima di tutto, vivere le esigenze della Regola e delle Costituzioni generali. Secondo quanto ci dicono le relazioni dei Visitatori e quanto io stesso posso conoscere, sembra che siano piuttosto rare le Fraternità che vivono con serenità, impegno e in pienezza ciò che abbiamo professato, a causa dei troppi impegni o attività dei singoli Frati, della mancanza di un progetto fraterno di vita e missione, e anche di un disamore per la Fraternità. Spesso, noi Frati siamo bravissimi all’esterno, difficili all’interno delle Fraternità. Si constata spesso che pochissime sono oggi le Fraternità che vivono il dettato delle Costituzioni, per cui ciò che dovrebbe essere “ordinario”, è diventato “straordinario”.

Da notare che questo produce un “vuoto spirituale” nelle Fraternità, creando frustrazione continua. Da tener presente, anche, che spesso questo “vuoto” è all’origine della mancanza del senso di appartenenza e delle defezioni dei giovani Frati. È necessario, quindi, puntare sulla qualità evangelica di vita in fraternità che,

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oltre a quanto detto prima, esige di ripartire dal Vangelo, di mettere il Vangelo e le sue esigenze più radicali a fondamento della nostra vita quotidiana e come criterio primo ed ultimo del nostro agire. Abbiamo bisogno di fuoco nuovo e d’iniettare linfa nuova, se no rischiamo di morir di freddo e morire atrofizzati. Ma questo fuoco nuovo, questa linfa nuova, ci può venire solo da un ritorno al Vangelo, nucleo fondamentale e fondante della nostra forma di vita (cf. Rb 1,1).

La qualità di vita della quale stiamo parlando si sostiene, come è stato più volte ribadito in questi anni, su tre grandi pilastri: la vita spirituale, la vita fraterna in comunità e la missione. – La vita spirituale appare sempre più come un’esigenza della consacrazione

religiosa e nello stesso tempo una richiesta della società attuale, bisognosa forse come mai, di una vera spiritualità e di una autentica testimonianza di trascendenza. La nostra società, particolarmente quella occidentale, vive una profonda crisi di valori, che porta a vivere ut si Deus non daretur. L’antropologia regnante nel mondo occidentale è un’antropologia immanentista, e il modello sociale incoraggiato da molti è quello di uno sviluppo illimitato (capitalismo tecno-nichilista), che pretende di trascendersi continuamente ma senza aprirsi ad una autentica e definitiva trascendenza. In questo contesto noi, come religiosi e francescani, abbiamo bisogno di una forte spiritualità, provocatoria, che accompagni i nostri contemporanei alla riscoperta di Dio. Una spiritualità forte fondata sulla fede, che coinvolga tutta la persona, e che sia fonte della nostra sequela di Cristo e della nostra testimonianza nel mondo (cf. Spc 18); fondata sulla fedeltà, che non è stare fermi, ma radicare la nostra vita sugli elementi essenziali della nostra forma di vita. Una spiritualità forte centrata sull’Eucaristia, la Lettura orante della Parola e il sacramento della Riconciliazione. Una spiritualità forte nutrita anche dalla preghiera personale e liturgica in Fraternità.

– La vita fraterna che è per noi anche una priorità, in una società dominata dall’individualismo. Una vita in comunità autentica che evangelizza (cf. PdV 27), antidoto dell’individualismo che porta a progetti di evangelizzazione individuali. Una vita fraterna in comunità in crescita costante, che comporta la «ricerca dei mezzi per ricreare comunione, mutua comunicazione, calore e verità nelle relazioni reciproche» (PdV 27). Inoltre, se vogliamo che sia la Fraternità ad evangelizzare, si devono creare delle Fraternità segno, Fraternità profetiche, «che sappiano leggere i segni dei tempi e incarnare il Vangelo in modo concreto e comprensibile per la cultura del proprio tempo» (PdV 8).

– La missione. Già il Capitolo del 2006 ci ha chiesto di fare una seria revisione della nostra missione (cf. SpC 33). Non potendo dilungarmi troppo sulla missione in questa sede, vi chiedo di verificare la missione alla luce del mandato 13 dell’ultimo Capitolo generale, dove vengono presentati gli elementi caratteristici della missione in chiave francescana. Secondo il detto mandato, questa deve essere sostenuta da una forte esperienza di Dio; fatta in fraternità e con la testimonianza della vita fraterna; deve avere il carattere di inter gentes e di presenza in zone difficili, rischiose e di vicinanza ai più poveri, sofferenti ed esclusi; deve aprirsi alla collaborazione con la Famiglia Francescana e con i laici (cf. anche PdV 25). Inoltre, come insiste il Capitolo generale 2009 nel suo Documento, bisogna valorizzare la missione ad gentes, come parte della nostra storia, e come culmine della nostra presenza nel mondo (cf. PdV 18-21). Va sottolineata, infine, la necessità di investire in nuove forme di evangelizzazione, che, «senza tralasciare le attività di evangelizzazione ordinaria, privilegino

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nuove iniziative» (cf. Mandato 20) e si aprano, come già chiedeva il Capitolo straordinario del 2006, a «cammini inediti di presenza e di testimonianza» (SpC

33). Vi chiedo, cari Fratelli, di verificare la nostra vita alla luce di quanto detto,

coscienti che nella qualità di vita si gioca il nostro presente, chiamato ad essere vissuto con passione, e il nostro futuro, verso il quale ci spinge lo Spirito (cf. VC 110)

In cammino

Negli ultimi anni ci siamo definiti come mendicanti di senso, in comunione con gli uomini e donne del nostro tempo (cf. SpC 6). È una definizione in sintonia con l’itineranza che sempre ha caratterizzato la vita francescana. Un’itineranza intesa come ricerca profonda di senso e come capacità per andare all’incontro con l’altro. Un’itineranza che ci ricorda la nostra condizione di essere ospiti e pellegrini (Rb 6,2; Test 24), uomini in cammino, persone in ricerca costante, in modo da rispondere in fedeltà creativa alle esigenze della nostra vocazione e missione. È, infatti, lungo il cammino che ci parla il Signore e ci mostra le esigenze della nostra vocazione e missione (cf. SpC 10).

Questa certezza, che il Signore parla lungo il cammino, ci porta ad affermare che il servizio fondamentale di coloro ai quali è stato affidato il ministero dell’autorità è di essere loro stessi in permanente discernimento, di accompagnare i Confratelli che sono stati a loro affidati in quei processi di discernimento, che anch'essi sono chiamati a compiere.

A causa degli tsunami che stiamo vivendo nella società, nella Chiesa e nella vita religiosa, e provocati dai rapidi cambiamenti, il discernimento è diventato la chiave per vivere il presente con passione e per poter guardare il futuro con speranza (cf. NMI 1). Il discernimento, infatti, diventa essenziale per rivitalizzare, ri-creare il nostro carisma, attraverso presenze segno, presenze significative e profetiche, capaci di scelte, quasi sempre coraggiose, che rendano concrete le nostre intuizioni, ed incarnino «il Vangelo in maniera concreta e comprensibile alla cultura del nostro

tempo» (PdV 8). Senza discernimento il presente sarà routine, la nostra vita rischia di mediocrità, e il futuro sarà pura improvvisazione.

Chiamati come siamo a fare una lettura attenta dei segni dei tempi e dei luoghi (cf. PdV 29), attraverso i quali «lo Spirito continua ad agire, parlando e

manifestandosi, oggi come ieri» (PdV 14), urge vivere in permanente discernimento della nostra vita e missione (cf. Spc 33.35), se non vogliamo dare risposte a domande che nessuno si pone o non far caso a domande esistenziali dei nostri contemporanei.

In questo momento è chiaro che non possiamo né fermarci, contemplando nostalgicamente un passato che difficilmente tornerà, né correre avventurosamente in avanti senza sapere dove andiamo, né cosa pretendiamo. Come già detto, il discernimento è l’atteggiamento giusto del momento presente.

Per il discernimento ci vuole molta lucidità, grande coraggio e audacia, e un’adeguata visione di futuro. – Lucidità per leggere il più oggettivamente possibile la nostra realtà, con le sue

possibilità e le sue debolezze. Lucidità e autocritica per verificare, fare verità, le nostre scelte in modo da correggere quanto è da correggere, potenziare ciò che c’è da potenziare, sacrificare quanto bisogna sacrificare.

– Visione di futuro in modo che le nostre scelte non siano semplici rattoppi, pane per oggi e fame per domani. Una visione senza illuderci di aver trovato una risposta per tanti anni, ma ben coscienti che se le risposte di ieri non servono per

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oggi, neppure quelle di oggi serviranno per domani. Il nostro è il destino dei cercatori: iniziare sempre di nuovo.

– Coraggio e audacia. Non basta lucidità nelle analisi, né visione di futuro, ci vuole anche coraggio per prendere delle decisioni, a volte anche impopolari. La cosa migliore è sempre un cammino condiviso, ma forse non sempre questo è possibile. A volte, dopo molto ascolto, dopo molta riflessione e condivisione fraterna, dopo molta preghiera, si devono prendere coraggiosamente delle decisioni, tenendo sempre presente il bene comune alla luce del nostro carisma e dei segni dei tempi. Il Capitolo generale, cosciente dell’urgenza di entrare in clima di discernimento,

ha proposto all’intera Fraternità di intraprendere «un processo di riflessione e di

discernimento», proponendo anche tre domande da prendersi come base del discernimento: «dove siamo? Verso dove vogliamo andare? Verso dove ci spinge lo

Spirito, tenendo presente la nostra realtà (debolezze e potenzialità), i suggerimenti

della Chiesa, gli ultimi documenti dell’Ordine e i segni dei tempi?». Il tutto allo scopo di arrivare ad «opzioni da prendere in un prossimo futuro» (cf. Mandato 10).

A tal proposito il Definitorio generale ha elaborato un sussidio – Moratorium.

Una sosta per discernere – per aiutarci a vivere il processo di riflessione e di discernimento. È uno strumento semplice che riprende le precedenti domande arricchendole con testi biblici e francescani.

Cari Ministri, pertanto, vi invito a prendere tale sussidio come strumento di formazione permanente per questi anni. Non possiamo continuare a mettere un rattoppo nuovo ad un vestito vecchio, non possiamo continuare ad improvvisare, a prendere decisioni sospinti dalle urgenze, con il rischio di prendere delle decisioni di cui dovremmo poi pentirci. Abbiamo bisogno di tempo per riflettere, pensare, pregare, discernere e decidere, partendo dalle esigenze della nostra forma vitae, da quanto ci chiede la Chiesa e la situazione attuale.

Senso di un’appartenenza rinnovata all’Ordine

Il Capitolo generale 2009 ci chiedeva anche di superare la mentalità "provincialista" e di incrementare il senso di appartenenza all’Ordine (cf. PdV 31). La globalità, il nostro essere Fraternità, ci impone di allargare la tenda (cf. Is 54, 2), di aprirci a una stretta collaborazione, che vada al di là delle necessità di ciascuno.

Questo allargare la tenda ci porta a una reale collaborazione con i bisogni dell’Ordine: missionari per i nuovi e vecchi progetti dell’Ordine, personale per le case dipendenti del Ministro generale, solidarietà economica con i progetti dell’Ordine e con i bisogni della Curia. Inoltre, il Capitolo generale 2009 ha invitato ad una stretta collaborazione tra Curia e le Conferenze – quindi anche la vostra – in diversi ambiti come lo studio interdisciplinare sulla situazione dell’Ordine (cf. Mandato 14), la promozione di itinerari formativi sulle nuove forme di evangelizzazione per Frati e laici (cf. Mandato 20), la collaborazione nei progetti missionari (cf. Mandato 21-27. 30, la verifica della ricezione della RFF e della RS e la loro applicazione nelle Entità (cf. Mandato 35) , nei corsi per formatori e di GPIC nella PUA, così come anche in altri Centri dell’Ordine, come Canterbury e Petropolis (cf. Mandato 41)… Anche se non è direttamente previsto dai mandati capitolari, vi chiedo di iniziare uno studio a livello di Conferenza sugli abbandoni, in modo da offrirci un aiuto per l'attuazione del mandato capitolare n. 48.

Una parola particolare merita il progetto Europa approvato dal Capitolo generale 2009 (cf. Mandato 26.27). Vi incoraggio e vi chiedo di continuare a mettere a

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disposizione le persone per i vari progetti, ad aprirvi e aprire i giovani a “pensare europeo”, ad essere di stimolo propositivo anche per le altre Conferenze d’Europa.

Finalmente, per progredire nel senso di appartenenza all’Ordine è importante assumere il “magistero” dell’Ordine, così come è stato delineato negli ultimi Capitoli generali e nei diversi Documenti pubblicati negli ultimi anni, adattando i programmi provinciali alla linea di animazione e al cammino dell’Ordine.

In questo contesto vi chiedo di assumere, oltre a quello sul Moratorium, il sussidio Ripartire dal Vangelo, sempre elaborato dal Definitorio generale, come compagno di viaggio in questo sessennio. Quest'ultimo ci ricorda come dobbiamo vivere il Vangelo (anni 2010-2011), come donarlo agli altri (anni 2012-2013), come rinnovare e ridimensionare le strutture per meglio vivere il Vangelo e per meglio donarlo agli altri (anni 2014-1015).

Mentre ringrazio di quanto la Conferenza fa in questo senso, la invito a non ripiegarsi su se stessa per la diminuzione di vocazioni e il bisogno di mano d’opera nelle singole Entità. Aprirsi all’Ordine darà respiro anche a tanti Frati, particolarmente giovani, per i quali i confini delle Province cominciano ad essere troppo stretti.

Dalla collaborazione all’interdipendenza

Da diversi anni nell'Ordine, attraverso i Capitoli e i suoi Ministri, si sta affermando la necessità di crescere nella collaborazione interprovinciale. Così il Capitolo generale 2006, riprendendo un’affermazione del Consiglio plenario del 2001, affermava che «la collaborazione interprovinciale è il futuro dell’Ordine». Fr. Hermann Schalück, già nel 1992, invitava a sviluppare una «cultura della solidarietà al servizio del futuro comune» e Fr. Giacomo Bini giustamente faceva notare nel 2003: «se un fratello che vive isolato si trova oggettivamente ai margini della sua vocazione, così anche una Provincia che non si sente in comunione con le altre e con l’Ordine intero, si trova ai margini della Fraternità universale». Dal 2004 ad oggi io stesso ho richiamato ripetutamente al bisogno della collaborazione «per realizzare aspetti importanti del nostro carisma e per essere signum fraternitatis».

Il Capitolo generale 2003 ha riaffermato l’urgenza di «tornare all’essenziale della nostra esperienza di fede e della nostra spiritualità», per dare autenticità alla nostra sequela di Cristo, per contribuire a «far sorgere una nuova epoca», per «suscitare una nuova visione della vita e delle relazioni» (Sdp 2). Ora le Priorità ci dicono che cosa è essenziale per noi oggi, sono una guida per vivere i valori peculiari della nostra spiritualità, sono una “chiave” per comprendere e rispondere da Frati minori alle attese della Chiesa e del mondo.

Non basta, però, conoscere cosa è essenziale ed individuare le sfide dell’ora presente. È indispensabile creare le possibilità per vivere l’essenziale e per offrire risposte secondo il nostro carisma. Tra le varie scelte o “strategie” per rendere concrete tali possibilità, il Capitolo indica la “collaborazione interprovinciale”. Anzi, dice che da questa dipende il futuro dell’Ordine (cf. Sdp Proposte, 16). In questo senso sono proprio le Priorità ad esigere la pratica convinta della collaborazione.

Non si tratta di un’indicazione estemporanea. È la conseguenza di quanto è emerso nel CPO/2001, il quale, verificando l’attuale tipologia delle nostre Province e del nostro Ordine, riconosceva che ci troviamo, in molti casi, in una situazione di precarietà.

La “nuova cultura” di solidarietà e collaborazione ha prodotto i suoi frutti come hanno riconosciuto il Capitolo generale del 1997 (cf. Dalla memoria alla profezia

39) e il Consiglio plenario del 2001 (cf. Documento finale, pp. 11-12), tuttavia deve

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trovare sempre più spazio nelle Entità, nelle Conferenze e nella Fraternità universale. Infatti, in un mondo diventato un unico “villaggio”, il rischio di pensare, di progettare e di occuparsi e preoccuparsi dei “propri luoghi” è ancora molto forte.

La cultura della collaborazione non è importante soltanto, come dice il Capitolo generale, per avere la possibilità di realizzare aspetti essenziali del nostro carisma, ma per essere: signum fraternitatis; per vivere la nostra vocazione nella Chiesa e nel mondo: «far conoscere la spiritualità della comunione, prima di tutto al proprio interno e poi nella stessa comunità ecclesiale ed oltre i suoi confini, aprendo e riaprendo costantemente il dialogo della carità, soprattutto dove il mondo di oggi è lacerato dall’odio etnico e dalle follie omicide» (VC 51).

Ma il tempo corre velocemente ed oggi in molti casi non basta la collaborazione ma si rende necessaria, come ho affermato nel capitolo del 2009, l’interdipendenza, e cioè: pensare il futuro insieme, responsabilizzarsi del futuro del francescanesimo in una determinata regione insieme. Non sarebbe fraterno né responsabile cedere alla tentazione del “si salvi chi può”. Se facciamo parte della stessa Fraternità, dello stesso Ordine, tutti dobbiamo sentirci responsabili del futuro della presenza francescana in un territorio dove, in un modo o in un altro, sembra venga meno. Sento che è urgente «superare la mentalità provincialista e incrementare l’interprovincialità e il senso di appartenenza alla Conferenza e all’Ordine» (PdV 31).

La finalità dell’interdipendenza e della ristrutturazione delle Province, in atto nella vostra Conferenza, non è soltanto quella di risolvere le difficoltà interne di certe Province o di venire incontro ai sintomi di un certo malessere tra i Frati (cf. PdV 35). Non è neppure solo il rilancio delle missioni e un’esigenza che ci viene della lettura dei segni dei tempi e dei luoghi, anche se tutto questo è presente e molte volte sta alla base di una tale interdipendenza e della stessa ristrutturazione delle Province. La finalità ultima, il criterio importante da tener presente è quello che ci viene dato dal Capitolo generale 2009: «tentare di ridarci significato […] in maniera più profetica» (PdV 31). Si tratta dunque di riqualificare la nostra vita e le nostre Fraternità, ripartendo dal Vangelo; di rivitalizzare la risposta vocazionale e il progetto evangelico di vita e missione; in definitiva, si tratta di dare qualità evangelica alla nostra vita e missione: centrandoci, concentrandoci, de-centrandoci.

In questo caso è importante ricordare e prendere coscienza di quanto afferma il Capitolo 2009: «Si tratta di “rifondare” la nostra vita sul fondamento del Vangelo. Una “rifondazione”, però, che non si limita alle strutture, ma che vuol partire dalle persone, ossia dai Frati e dalle nostre Fraternità. Non serve ristrutturare le opere o le Province se non si rifonda la nostra qualità di vita evangelica e la nostra missione evangelizzatrice; è però importante rivedere le nostre strutture perché esse siano sempre e solo al servizio della vita e della missione» (RdV pp. 35-36).

Termino questo tema, chiedendo che sui cammini di interprovincialità, ristrutturazione, ridimensionamento, accorpamenti di Province vengano indicati con chiarezza la finalità ultima, gli obiettivi intermedi, gli strumenti che si possono utilizzare. Soprattutto è importante che tutti i Frati siano resi consapevoli, informati, coscientizzati sulle scelte da prendere insieme. Non si tratta di arrivare prima, si tratta di arrivare insieme e al tempo opportuno.

Conclusione

Come a Nicodemo Gesù chiese di nascere di nuovo, di intraprendere un nuovo inizio, per poter entrare nel regno dei cieli, così a noi, oggi, è chiesto un sussulto supplementare di fede, di fedeltà, di entusiasmo, per permettere a Dio di fare una

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“cosa nuova” di noi e con noi. Ciò richiede di spogliarci di qualche altra cosa, di far morire ciò che non serve o diventa un ostacolo, e soprattutto di valorizzare quanto di positivo il Signore pone attorno a noi, di far germogliare i semi di beni che troviamo sempre nella nostra umanità, di considerare un’occasione e una preziosa opportunità la situazione attuale di fragilità, perché siano la grazia e la potenza del Signore a manifestarsi.

Seguendo il dettato del Capitolo generale ultimo, dobbiamo «imparare ad essere capaci di gettare uno sguardo positivo sui contesti e sulle culture in cui siamo immersi, scoprendovi le inedite opportunità di grazia che il Signore ci offre. Viviamo un nuovo kairòs che il Signore ci offre attraverso il collasso dei precedenti paradigmi sociali, culturali e religiosi, e l’emergere dei nuovi che accompagnano il cambio di epoca che stiamo vivendo» (PdV 15).

Che il Signore ci faccia «sperare contro ogni speranza», nella consapevolezza che lo Spirito può «liberare le potenzialità interne delle persone e delle circostanze», che può sorprenderci ancora, suscitando in noi un nuovo dinamismo, un'inaspettata scintilla che accenda un nuovo fuoco, quello di una vita francescana ed evangelica per il nostro tempo.

FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM

Ministro generale OFM

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Comunicazione del Presidente COMPI, fr. Francesco Patton ofm,

al Governo dell’Ordine

Introduzione La COMPI si compone di 20 Province, 19 delle quali sono ubicate in Italia e la

20a è l’Albania. In base all’ultima statistica dell’Ordine pubblicata le case sono 306, i frati 2372, dei quali professi solenni 2167, professi temporanei 171, novizi 34.

L’animazione della COMPI avviene a 4 livelli: - quello nazionale, attraverso le due assemblee annuali residenziali (ottobre e

marzo) per affrontare le questioni che riguardano la Conferenza in quanto tale; - quello delle aree Nord, Centro e Sud, che si radunano secondo il calendario

previsto dall’area stessa, per affrontare tutte le questioni di animazione e collaborazione interprovinciale relative alla rispettiva area geografica;

- quello del Consiglio di Presidenza, che si occupa dell’animazione e dell’amministrazione della Conferenza, predisponendo le assemblea e analizzando anticipatamente i problemi principali;

- quello dei Segretariati e dei Settori che curano l’organizzazione e l’animazione delle attività dei vari ambiti nei quali si esprime la nostra vocazione e missione.

In preparazione al presente incontro è stata inviata una lettera questionario a tutte le 20 Province della Conferenza, su quattro punti specifici: - interprovincialità; - evangelizzazione ad gentes e inter gentes; - situazione della CPV e della formazione; - fraternità nuove.

Le risposte delle province sono state raccolte in un dossier che è stato inviato per posta elettronica ai Ministri della Conferenza e al Definitore fr. Vincenzo Brocanelli che funge da legame con il Definitorio generale.

Nella presente relazione si tiene conto delle risposte delle Province, per illustrare quei punti che sono stati suggeriti dal governo dell’Ordine.

1. Vita e formazione alla luce delle Priorità a) Cura pastorale delle vocazioni (CPV) La CPV è svolta con impegno in quasi tutte le Province. Solo un paio di

Ministri hanno segnalato carenze di iniziativa o staticità in questo ambito. Punti di riferimento sono i vari documenti dell’Ordine in materia di Formazione e di CPV, come pure le Linee nazionali per la CPV. Esiste un coordinamento nazionale degli Animatori per la CPV, che porta avanti alcune iniziative nazionali, ed esiste soprattutto un cospicuo lavoro sul territorio delle Province, che sta cercando di coniugare soprattutto una pastorale giovanile incentrata sull’evangelizzazione del mondo giovanile e proposta vocazionale.

Praticamente in tutte le province esistono: - iniziative e attività di evangelizzazione, proposta e orientamento vocazionale

curate e coordinate dall’Animatore provinciale delle vocazioni con la propria equipe;

- itinerari di fede, di accompagnamento e di discernimento vocazionale; - fraternità o comunità di accoglienza vocazionale nelle quali offrire ai

giovani la possibilità di sperimentare la nostra forma di vita e nelle quali permettere ai responsabili della CPV di attuare un discernimento più attento prima di far accedere i candidati al Postulato. La durata della permanenza dei

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giovani in queste fraternità è molto variabile da Provincia a Provincia (si va da pochi giorni, a periodi prolungati, fino ad un anno).

In questo ambito vanno inoltre segnalate alcune forme di collaborazione interprovinciale:

- al Nord tra gli Animatori della CPV che si riuniscono stabilmente per armonizzare i percorsi di discernimento e di accoglienza in vista dell’ingresso dei candidati nel Postulato interprovinciale, e per progettare e realizzare anche iniziative comuni.

- Al Centro, dove esiste una forma di collaborazione stabile tra la Provincia Serafica e quella di Sardegna, con la realizzazione di una fraternità de facto interprovinciale a Cagliari e una ad Assisi, a servizio della CPV.

Nella CPV le Province coinvolgono in modo particolare i giovani frati.

Va anche detto che non sempre ai grandi sforzi di annuncio e proposta vocazionale corrispondono grandi frutti, ma questo fenomeno va certamente letto in tutta la sua complessità, senza facili riduzioni, tenendo conto di più fattori: - il crollo della natalità e l’invecchiamento della popolazione su tutta la superficie

nazionale; - il processo di secolarizzazione che, soprattutto in alcune regioni (es. Nord

Ovest), è ormai di scristianizzazione e porta a una riduzione della pratica religiosa specie tra i giovani;

- la nostra minor capacità di essere presenti in modo capillare e significativo nella società e nel mondo giovanile;

- i fattori socio-culturali ben illustrati nelle ricerche sociologiche degli ultimi 20 anni sulla religiosità dei giovani in Italia e sul loro modo di affrontare le scelte di vita: incertezza, sperimentalismo, orientamento al presente, spinta all’autorealizzazione, ricerca dell’autenticità.

Si rileva comunque che – in questa fase storica – vi sono più candidati e giovani in formazione nelle aree Centro e Sud che non al Nord.

b) Formazione iniziale Su tutto il territorio nazionale i programmi formativi per i candidati che si

trovano nella formazione iniziale seguono le indicazioni della RFF e cercano di recepire le proposte formative dell’Ordine. Per quanto riguarda la formazione iniziale la situazione è per certi aspetti simile e per altri differenziata nelle tre grandi aree della Conferenza. - Al Nord la formazione iniziale è ormai quasi completamente condivisa tra le 6

Province. È impostata a partire da una Ratio Formationis interprovinciale, coordinata dal Segretariato interprovinciale per la F&S e svolta in fraternità formative interprovinciali: di Postulato (Arco-TN), di Noviziato (Baccanello-BG) e per i Professi temporanei (S. Bernardino-VR). Anche lo Studio teologico S. Bernardino (VR) è interprovinciale. Generalmente si appoggia sul Postulato e sul Noviziato del Nord anche la provincia di Albania. A Bologna continua il servizio dello Studio teologico S. Antonio, che è aperto anche ad alcune Diocesi e ad altri istituti religiosi.

- Al Centro vi è un cammino iniziale di collaborazioni interprovinciali, che coinvolgono di volta in volta un numero diverso di province. Tali collaborazioni vanno dall’elaborazione di una Ratio Formationis interprovinciale alla prassi di condivisione delle case formative (specialmente Postulato e Noviziato) in forme

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di collaborazione bi- o tri-laterale (es. Toscana-Umbria-Lazio; Umbria-Sardegna; Abruzzo-Lazio). Il Noviziato interprovinciale di Fontecolombo, attualmente accoglie anche i novizi delle Province di Sicilia e Puglia. Esistono anche un paio di casi di “affidamento” dei propri professi temporanei ad altre Province (la Sardegna li affida all’Umbria e l’Abruzzo al Lazio). In quest’area, al momento fatica ad aprirsi a forme di collaborazione la provincia delle Marche.

- Al Sud la situazione è molto differenziata. Esistono esperienze di Postulato condiviso (le due province pugliesi si ritrovano a Castellaneta-TA) e di Postulato di due anni (Sicilia e le province pugliesi). Esiste un’esperienza di Novizato condiviso tra le Province di Napoli, Benevento, Salerno e Calabria a Piedimonte Matese (CE) e il progetto di un noviziato interprovinciale tra tutte le Province del Sud a partire dal 2011. Esiste un’esperienza di Studio Teologico interfrancescano (ora interprovinciale) a Nola (NA) che coinvolge le Province di Benevento, Napoli e Salerno. Per il tempo della professione temporanea l’unica esperienza di collaborazione interprovinciale è quella delle Province pugliesi a Bitetto (FG). La tendenza è quella di mantenere in Provincia Postulato e Post-Noviziato, eccezion fatta per le province pugliesi.

Per quanto riguarda lo studio di una seconda lingua la situazione è differenziata all’interno della Conferenza: - vi sono Province che hanno fatto la scelta di inserire nel programma della

formazione iniziale l’apprendimento della seconda lingua con corsi durante l’anno ed esperienze di soggiorno all’estero;

- Province che suggeriscono lo studio della seconda lingua; - Province che assecondano la richiesta di coloro che chiedono di poter

apprendere la seconda lingua.

Per quanto riguarda il cosiddetto “anno francescano”: - vi sono Province che hanno fatto la scelta di inserire nel programma della

formazione iniziale, prevalentemente nell’anno precedente la professione solenne, la sospensione degli studi accademici per offrire un tempo prolungato di esperienza delle dimensioni fondamentali della nostra vocazione.

- Questo periodo viene generalmente progettato in dialogo con il Maestro e con il Ministro provinciale in modo “personalizzato”, può avere come contenuto l’esperienza di un anno nella missio ad gentes, oppure all’interno di fraternità che vivono in modo particolarmente significativo le priorità (es. fraternità di eremo, di inserimento, di evangelizzazione itinerante, con accentazione della minorità…).

Nel campo della formazione iniziale i segni di preoccupazione sono quelli legati alla fragilità dei candidati (un po’ in tutta Italia) e alla scarsità numerica dei candidati (tranne in alcune Province), al bisogno di far terminare gli studi superiori ai candidati prima dell’ingresso in Noviziato, a una revisione globale della formazione iniziale che non allunghi i tempi ma dia profondità alla formazione, alla necessità di avviare una dinamica di autoformazione e di accompagnamento che favorisca l’interiorizzazione della vocazione, la fedeltà e la perseveranza.

c) Formazione permanente Dalle risposte al questionario risulta che tutte le Province hanno fatto in questi

anni un grosso investimento sulla formazione permanente.

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- a livello provinciale in alcune province è entrata la mentalità di vivere il Capitolo come momento formativo e progettuale, in molte esiste la prassi del Capitolo delle stuoie a carattere spirituale e formativo;

- per buona parte delle Province è risultato uno strumento efficace di FoPe l’elaborazione a livello locale del Progetto di Vita Fraterna; il far incontrare le fraternità viciniori (o di una zona) per ritiri e per l’approfondimento di temi formativi; così pure il ricorso a pellegrinaggi o a tempi forti prolungati esperienziali e residenziali, in luoghi significativi (i luoghi francescani di Umbria, Lazio e Marche, oppure la Terra Santa, la Cappadocia, altri luoghi); esercizi spirituali; nelle tre aree comincia a essere ricorrente – seppur con modalità diverse – l’incontro congiunto dei Definitòri di tutta l’area;

- per quanto riguarda la FoPe per categorie, tutte le province cercano di concentrare gli sforzi formativi su Guardiani e Formatori; esistono poi proposte formative legate all’aggiornamento ministeriale e culturale, come ad esempio le settimane di studi francescane organizzate al Sud dalla Sicilia, al Centro dal Lazio, dall’Umbria e dalla Toscana e al Nord dal Veneto; qualche provincia inserisce nella progettazione FoPe anche incontri specifici per fasce d’età, con attenzione particolare ai frati dell’età di mezzo (40-60); altre privilegiano i settori di appartenenza (parroci, formatori, guardiani, economi, cappellani d’ospedale…);

- in qualche provincia vengono proposti anche tempi sabbatici personali, sotto la categoria del moratorium o inseriti nel Progetto Personale di Vita.

Riflettendo sulla situazione della FoPe qualche provinciale rileva anche un senso di stanchezza all’interno dei frati e la necessità di saper rinnovare le modalità che rischiano facilmente di logorarsi. Risultano comunque forti i bisogni formativi legati alle relazioni, alla comunicazione, all’animazione della vita fraterna e al ministero.

d) Under 10 La situazione è molto simile nelle tre Aree e nelle varie Province. Gli Under 10

sono seguiti o da un incaricato oppure direttamente dal Ministro provinciale. In alcune province esiste anche un “Delegato” degli stessi U10 per tenere il collegamento tra di loro e con gli altri della rispettiva area. C’è in genere un’attenzione particolare all’accompagnamento personale, l’offerta di momenti di incontro condivisi (giornate formative, ritiri, esercizi) e un progressivo inserimento nella vita e nelle attività provinciali e interprovinciali. È comunque una fase in cui permangono fragilità e criticità.

e) Fraternità “nuove” Per fraternità “nuove” si intendono quelle fraternità che hanno avviato progetti

nuovi o di rinnovamento di realtà già esistenti. Alcune di queste esperienze le incontreremo anche nel corso di questa settimana, mercoledì 9 giugno. Sono fraternità stimolanti e significative all’interno della Conferenza o di un’Area. Ad esse guardano spesso i giovani in formazione perché vi intravedono un’incarnazione significativa del nostro carisma, particolarmente nelle dimensioni dello spirito di orazione e devozione, della vita fraterna, della minorità che si fa condivisione e dell’evangelizzazione. In esse i giovani in formazione chiedono solitamente di poter trascorrere periodi di approfondimento dei tratti qualificanti la nostra forma vitae.

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Le fraternità segnalate come tali sono: * Al Nord:

- Trentino: condivisione con i poveri (Cles-TN) e una esperienza di fraternità itinerante;

- Liguria: fraternità centrata sulle Priorità in contesto extraconventuale e di forte minorità (Celle Ligure-SV);

- Veneto: fraternità missionaria di vita semplice e di evangelizzazione itinerante (Roncajette-PD) e una fraternità per l’accoglienza di religiosi e sacerdoti in difficoltà (Vittorio Veneto-TV);

- Emilia Romagna: fraternità dell’Antoniano (BO) che opera attraverso i mass media e nel campo dei bisogni socio-assistenziali e fraternità “San Paolo Apostolo” a San Cesario sul Panaro (MO) che privilegia l’evangelizzazione attraverso approcci tradizionali e nuovi;

* Al Centro:

- Toscana: fraternità di inserimento in ambiente a forte immigrazione cinese nella città di Prato, si caratterizza per semplicità di vita e impostazione sulle priorità;

- Marche: la fraternità di Valleremita (AN), che si caratterizza per l’impostazione di tipo eremitico;

- Lazio: la fraternità di “Torre Angela” nella periferia di Roma, si caratterizza per l’auto sostentamento attraverso il lavoro dipendente, la vita fraterna e di preghiera.

- Sardegna: la fraternità di S. Mauro a Cagliari che si caratterizza come fraternità di evangelizzazione del mondo giovanile e di accoglienza vocazionale.

* Al Sud:

- Salerno: l’eremo di Sant’Angelo le Fratte (PZ), che si caratterizza per la vita eremitica;

- Benevento: la fraternità di contemplazione ed evangelizzazione a Lioni (AV), è anche sede dell’accoglienza vocazionale stabile;

- Foggia: sono state avviate una “Fraternità di preghiera” a Termoli (CB) e una “Fraternità di evangelizzazione”;

- Sicilia: è stata avviata una fraternità per l’animazione e l’aiuto economico alla Custodia di Terra Santa a Palermo;

- Napoli: da anni a Marcianise (CE) esiste una Fraternità di condivisione con gli ultimi.

f) Progetto Compi Come COMPI abbiamo ritenuto opportuno dare attuazione al Capitolo

generale 2009 soprattutto attraverso l’elaborazione di un progetto triennale, che ci ha visti impegnati nell’Assemblea dell’ottobre 2009 e in quella del marzo 2010, durante la quale è stato anche approvato. Per l’importanza che tale Progetto triennale ha per il nostro cammino, e per il fatto che è concepito esattamente come attuazione del Capitolo generale 2009, abbiamo deciso di stamparlo sottoforma di depliant e di farlo giungere a tutti i frati della Conferenza.

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2. Missione evangelizzatrice

a) Ad gentes Generalmente l’impegno missionario delle Province è abbastanza forte e si

colloca sul piano della formazione e sensibilizzazione missionaria, su quello della diffusione della stampa missionaria, su quello della condivisione economica, su quello dell’invio di frati. Tutte le Province hanno un ufficio che si dedica specificamente al rapporto con le Missioni e i missionari e quasi sempre anche al fund raising a scopo missionario.

Per quanto riguarda l’impegno di personale: - due Province hanno una Custodia dipendente (la Veneta in Guinea Bissau, la

Napoletana in S. Paolo del Brasile); - due Province hanno delle Fondazioni (la Salernitano-Lucana in Minas

Gerais in Brasile, la Sannito-Irpina nel Piauì in Brasile); - diverse province hanno impegni missionari consistenti o con la Terra Santa

o con le Entità nate dal proprio impegno missionario e ormai autonome o con fondazioni missionarie dell’Ordine (cfr. Dossier);

- diverse province favoriscono un anno di esperienza missionaria anche ai giovani frati durante il tempo della loro formazione.

La COMPI in quanto tale: - ha una fondazione missionaria in Congo Brazzaville, che viene

accompagnata da un Delegato COMPI (fr. Bruno Ottavi) e in parte sostenuta economicamente dal contributo di tutte le Province, ma sembra sia poco conosciuta dai frati. Tale Fondazione sta ora vivendo un passaggio a fondazione dipendente dal Ministro generale e speriamo di poter concludere entro l’anno la convenzione tra il Ministro generale e la COMPI. Per la fondazione in Congo Brazzaville occorre certamente un impegno maggiore a livello di Conferenza e anche di singole Province, soprattutto per garantire personale e risorse nei prossimi anni, in vista di rendere autosufficiente questa Entità.

- Ha una propria rivista missionaria: “Missioni Francescane”, diretta da fra Massimiliano Taroni. Tale rivista è da qualche anno in fase di sofferenza e la Conferenza si è data l’obiettivo di valutare – entro ottobre 2010 – se continuare a sostenerne la pubblicazione o se chiuderla.

Nell’ambito dell’animazione missionaria va segnalata la buona collaborazione con i laici esistente ormai in diverse Province e una iniziale esperienza di preparazione a brevi esperienze missionarie per laici che viene realizzata dalle 6 Province del Nord a Gavi in Liguria.

b) Inter gentes L’impegno ad annunciare inter gentes è cospicuo e occupa, nelle Province, la

maggior parte dei frati. Nelle varie province i settori di impegno sono principalmente quelli della pastorale tradizionale:

- Pastorale attraverso le chiese conventuali; le parrocchie; le basiliche-santuari e le cappellanie (predicazione, ascolto, confessioni, celebrazioni…);

- la predicazione itinerante in varie forme e le missioni al popolo (in questo campo cresce la collaborazione interprovinciale e nazionale);

- l’accoglienza in strutture di spiritualità; - la pastorale scolastica e l’animazione culturale; - cappellanie universitarie, scuole e pensionati scolastici;

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- l’assistenza pastorale all’OFS e alla Gifra e ad associazioni e movimenti; - la pastorale della carità (ospedali, carceri, case di riposo, cimiteri, mense per

poveri…).

Ci sono anche tentativi di avviare forme nuove di evangelizzazione: - predicazioni itineranti in forme rinnovate (es. Peregrinatio, fraternità

itineranti…); - annuncio attraverso i mass media e con una particolare attenzione alla

proposta culturale; - annuncio attraverso l’arte (mostre, corsi di e su pittura, musica e concerti,

recitazione…); - catechesi dei 10 comandamenti; - iniziative di annuncio rivolte al mondo giovanile “di giorno e di notte”; - iniziative a supporto di altre Province - cfr. anche le fraternità “nuove” presentate al punto 1.e).

3. Collaborazione a diversi livelli

a) Tra le Entità Allo stato attuale le forme di collaborazione all’interno della Conferenza sono:

- nel campo dell’animazione, in tutte e tre le aree i Ministri coi loro Definitori stanno realizzando incontri residenziali annuali congiunti, nei quali vengono presi in considerazione gli aspetti riguardanti l’animazione dell’area e anche le forme specifiche di collaborazione da far nascere, sostenere e incrementare.

- nel campo della formazione, in tutte e tre le aree geografiche della COMPI vi sono fraternità interprovinciali di formazione e attività interprovinciali di formazione, alcune attività di formazione prevedono inoltre una collaborazione a livello nazionale; nel campo della formazione va anche segnalata la disponibilità ad accogliere frati di altre Entità dell’Ordine sia per la formazione iniziale, sia per gli studi accademici, sia per l’apprendimento della lingua italiana;

- nel campo delle attività di evangelizzazione (es. missioni al popolo, settimane di itineranza, convegni formativi per i vari settori che si occupano di evangelizzazione e a livello di Segretariato…);

- nel campo della missione (sostegno alla Fondazione in Congo-Brazzaville, avviata e sostenuta dalla COMPI e ora in via di ridefinizione; rivista Missioni Francescane, fraternità di Gavi in Liguria per iniziative di animazione missionaria nel Nord Italia); sempre nel campo missionario vi è poi una fitta rete di collaborazione, a livello di personale ed economico, tra le singole Province e le Entità nate nelle missioni.

Un discorso a parte merita il tema dell’interprovincialità, che sta crescendo, seppur in modo differenziato all’interno di tutta la Conferenza. In modo particolare nell’Area Nord ha assunto un carattere progettuale, per cui la Formazione iniziale è interamente interprovinciale e in fraternità interprovinciali; stanno progressivamente nascendo altre fraternità a carattere interprovinciale, ogni anno vengono concordati – attraverso l’incontro dei Definitòri – i passi da compiere nell’anno successivo, vi è un coordinamento stabile dei Ministri provinciali, strutture di servizio interprovinciale (per la Formazione e Studi, l’Evangelizzazione e le Missioni) e vi sono pronunciamenti dei Capitoli di ogni Provincia a favore dell’interprovincialità e anche a favore dell’unione delle 6 Province e della nascita di una nuova Entità che comprenda tutto il Nord Italia.

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b) Tra le Conferenze vicine In questo momento la collaborazione avviene soprattutto attraverso l’UFME.

Uno dei Ministri partecipa regolarmente al Consiglio UFME, vi è apertura a collaborare nel campo della formazione (la provincia di Strasburgo ha chiesto di poter inviare i propri novizi a Baccanello-BG) e il beneficio dell’aiuto di altre Province europee presso le quali inviare i nostri giovani per l’apprendimento delle lingue (es. Irlanda), vi è sostegno all’EuroFraMe attraverso un Delegato che collabora nell’organizzazione.

c) Tra Entità/Conferenze e Definitorio generale/Ordine La collaborazione avviene attraverso gli organismi di partecipazione presenti

nell’Ordine, la regolare partecipazione del Definitore generale fr. Vincenzo Brocanelli alle riunioni COMPI, ma anche – e forse soprattutto – attraverso il personale messo a disposizione dalle Province COMPI per le varie Case dipendenti dal Ministro generale, per le fondazioni missionarie, i centri di studio dell’Ordine e la Custodia di Terra Santa. Nell’attuale fase di ridimensionamento risulta però difficile anche per le nostre Province reperire nuovo personale, sia per le esigenze della Conferenza, sia per quelle dell’Ordine.

È una forma di collaborazione anche il mettere a disposizione le strutture presenti sul nostro territorio per proposte formative (specie sui luoghi francescani) delle quali beneficiano le iniziative organizzate dall’Ordine, da singole Conferenze a anche dalle sorelle e dai fratelli del II Ordine e dell’OFS.

d) Tra Entità e Chiesa locale In questo ambito la collaborazione avviene soprattutto sul piano pastorale.

Buona parte di quanto è stato descritto nella sezione “evangelizzazione inter gentes” è – di fatto – descrizione di quanto sia ampia la collaborazione con la Chiesa locale. Va anche detto che generalmente i rapporti con la Chiesa locale sono buoni e le nostre presenze apprezzate.

Per quanto riguarda la collaborazione con i laici essa avviene principalmente nel rapporto con l’OFS, nel campo delle attività pastorali e caritative (non sono pensabili senza la collaborazione con i laici) ed ora anche nel campo dell’evangelizzazione (es. missioni al popolo e missioni-giovani) e nel campo dell’evangelizzazione missionaria, anche attraverso l’istituzione di associazioni e di ONLUS apposite.

c) Nella solidarietà (economia)

- Vi è una solidarietà che si esprime nei confronti dell’Ordine, e su questo ha certamente maggiori informazioni l’Economato della Curia generale, che può verificare di volta in volta se i contributi delle Province per il sostegno della Curia, per la Formazione e gli Studi e per le Missioni, vengono versati regolarmente e se viene versato l’1% sulle vendite.

- Vi è una solidarietà che è concordata tra le Province e si concretizza nel versamento all’Economato COMPI dei contributi necessari al finanziamento della Fondazione in Congo-Brazzaville, all’UFME e ai vari settori.

- Vi è un solidarietà “occasionale” ma anche generosa, che si manifesta in occasione di eventi straordinari (es. il terremoto ad Haiti, la richiesta di aiuto economico da parte di una provincia polacca…).

- Vi è una solidarietà tra le stesse province COMPI nel sostenere le iniziative a carattere interprovinciale.

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- Va segnalata anche la solidarietà espressa nel campo delle cure mediche, che ha permesso a confratelli di sostenere cure e interventi delicati appoggiandosi a Province italiane.

Conclusione Per concludere mi sembra necessario riconoscere che il cammino della

Conferenza, pur in un tempo di difficoltà congiunturale, è un cammino serio ed impegnato, che si apre sul futuro con la necessità di assumere sempre più alcune sfide, quali: - far crescere ulteriormente la collaborazione interprovinciale nei vari ambiti

(Segretariati, Settori, attività) a partire dal suo valore intrinseco di apertura e non solo dalla necessità (calo delle forze);

- avviare processi di ristrutturazione delle Province che portino alla nascita di nuove Entità nel Nord, nel Centro e nel Sud, per dare qualità alla nostra presenza francescana, alla formazione dei frati e alla testimonianza della nostra vocazione, ma anche per liberare frati da mettere a servizio dell’Ordine e dell’evangelizzazione;

- nella stessa ottica bisognerà avere il coraggio di ridurre anche uffici, settori e incarichi, per evitare di avere strutture fine a se stesse, frati sovraccarichi e a rischio burn out, e per far sì finalmente che le strutture siano in funzione della nostra vita e vocazione, cioè dei frati, anziché i frati in funzione delle strutture;

- sbilanciarsi maggiormente in direzione dell’evangelizzazione, attraverso l’ideazione e la sperimentazione di forme nuove di evangelizzazione “inter gentes” sul territorio nazionale e attraverso l’assunzione della prospettiva evangelizzatrice in tutte le attività pastorali, comprese quelle tradizionali; mantenendo inoltre alta la proposta missionaria “ad gentes”, fin dalla formazione iniziale, nonostante il calo delle vocazioni;

- ripensare i percorsi di proposta della nostra vocazione, per favorire un discernimento serio e quelli della formazione dei candidati per educare all’assunzione personale dei valori fondamentali della nostra vocazione (sequela Christi e radicalità evangelica, le 5 priorità, i consigli evangelici) e alla perseveranza come valore assunto e assimilato dal candidato (gli abbandoni sono ancora troppi);

- valorizzare gli elementi di novità che stanno emergendo in questi anni a partire dalle nuove esperienze di fraternità significative, dai desideri che emergono particolarmente nella fascia degli Under 10 e dagli stimoli che ci offrono i documenti dell’Ordine;

- far crescere in modo organico e costante la collaborazione con il laicato, nei vari ambiti della nostra vita e testimonianza, con la capacità di “affidare” sempre più a laici competenti, appassionati e che condividono il nostro carisma, le attività nate dall’impegno dei frati che ci hanno preceduto.

Che la vicinanza a S. Maria degli Angeli, luogo del Capitolo di Pentecoste, ma anche della missione e della riconciliazione ci renda sensibili al discernimento comunitario e fraterno, ci renda appassionati testimoni del vangelo “inter et ad gentes”, ci renda persone riconciliate che sanno favorire dentro la nostra società percorsi di riconciliazione.

Assisi, S. Maria degli Angeli, 7 giugno 2010

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NORD ITALIA

Incontro dei Ministri provinciale del Nord Italia

Verona, 27 maggio 2010

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DALLA CURIA GENERALE

Segretariato generale Formazione e Studi

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DALLE MISSIONI

PERU’

Mons. Adriano Tomasi

Carissima: ieri sabato c’era una troupe internazionale a lavorare per scaricare il container: due volontarie spagnole, Madre Dilce, le tre Trentine, una coppia francese, un frate diacono di Bari e i nostri operai.... Quante belle cose! Grazie. Siamo riusciti a svuotare il container e a separare un bel po’ di

indumenti per l'inverno che pensano distribuire già fin da questa settimana poiché l'inverno è molto crudo. Sono proprio contento di mandarti le foto del lavoro fatto per scaricare il container.... Come puoi vedere, eravamo due gruppi: uno per scaricare tutto e l'altro, in un ambiente, per classificare gli indumenti e stoffe. Ti posso dire che stanno distribuendo gli indumenti pesanti perché sta facendo un freddo come mai c’era stato. Il muletto e la saldatrice erano necessari in Villa Asís; così sono rimasti contenti. Le macchine per falegnameria sono state portate al Collegio San Francisco di Huaycán. Quelle per la tipografia, saranno ispezionate per sapere dove c'è bisogno...

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Ieri mattina, quando si preparavamo per celebrare l'atto civico con la banda, ho portato il saxo ed è una bambina quella che lo suona: è rimasta folgorata al vederlo così bello ed ha voluto usarlo subito (quello che usa è un po’ vecchietto). I computer, quasi tutti, li useremo nella biblioteca della scuola di Infermeria che si sta terminando. Il tecnico li ha messi tutti a posto. Adesso sta pulendo ed aggiustando le macchine da cucire e le tessitrici. Siamo molto contenti e ti ringraziamo di tutto. Adesso sto preparando una lettera per Carlo Basani e ti prego di dirmi se ci sono altri benefattori, oltre a voi che avete lavorato tanto per raccogliere e caricare tutto: i nomi (scritti su una porta all'interno) sono in una foto. Un caro saluto.

+ Pachi

Da una lettera di una giovane che si prepara per le missioni ora ad Aiquile per un periodo di volontariato.

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C L A R I S S E

Monastère Sainte Claire

Gerusalemme

11 Giugno 2010

festa del Sacro Cuore di Gesú Carissime sorelle,

rispondendo all’invito di madre Angela di trovare i modi per condividere il dono

che è vivere a Gerusalemme, guardare “con gli occhi del corpo” l’orizzonte che

Gesù ha guardato, scrutare il mistero di questo Quinto Vangelo che è la Terra in

se stessa, vengo a condividere appena qualcosa della GEOGRAFIA SACRA che è

possibile contemplare a pochi passi dal nostro monastero, dietro l’angolo: una

terrazza naturale sulla Città vecchia, una contemplazione a distanza che

permette di vedere.

E’ una catechesi itinerante, una delle possibili letture della Città santa. Per me

resta il primo incontro con Gerusalemme, indimenticabile.

Possa questo pellegrinaggio virtuale contribuire a tenere vivo in ciascuna l’amore

per Colui che, QUI, «a noi tutto si è donato» e anche il legame con noi.

Suor Chiara Cristiana

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Il nome

Siamo davanti a Gerusalemme. Iniziamo con il nome, in ebraico: Yerushalayim, già nella sonorità, per chi

conosce un poco l’ebraico, sentiamo un duale: -ayim (desinenza del duale nella lingua ebraica). Sappiamo perciò che siamo in presenza di due città : la Gerusalemme di lassù e la Gerusalemme di quaggiù, che non ne fanno che una.

Questo è il contenuto del nome stesso di Gerusalemme: non città della pace, come si ha l’abitudine di tradurre, ma Hir + Sher + Shalem, cioè città della pienezza, veramente legata al cielo. Gerusalemme Madre

Abbiamo di fronte a noi la Città santa, alle nostre spalle, a circa 7 chilometri Betlemme (Maria e Giuseppe sono sicuramente passati davanti al nostro monastero, scendendo dalla Galilea per raggiungere Betlemme per il censimento, era l’unica strada), alla nostra destra, in lontananza le montagne di Moab, la Giordania.

Vediamo, al centro, la città di Sion, l’Ophel, conquistata da Davide e poi le montagne che la circondano, come dicono i salmi delle ascensioni (cf. sal 125), come Dio circonda il suo popolo ora e sempre. All’inizio tutto è centrato su Sion, una piccola collina delimitata, in basso, dalla sorgente di Siloe, una sorgente piccola ma regolare, preziosissima in questa terra arida. Siamo nel deserto di Giudea. Tutte le profezie parlano di Sion come il luogo da cui esce la Parola, a cui tutti i popoli verranno. Questo luogo è stato scelto, già prima di Davide, proprio grazie a Siloe, una sorgente che assicurava l’acqua e che i profeti vedono diventare un fiume immenso che uscirà dalla Porta d’oro e donerà la vita fino al mar Morto. E’ il simbolo di Gerusalemme: piccolissima e destinata a diventare immensa.

Gerusalemme è paragonata anche ad un ombelico, nella tradizione rabbinica. E’ la montagna più bassa, circondata da altre montagne, tutte più alte. Dove ora sono le moschee, sulla spianata del tempio, abbiamo veramente il centro della città, come una perla dentro una conchiglia: si ha veramente l’idea di un ombelico. Che cos’è l’ombelico? Il legame con la madre, legame di sangue e nutrimento, quando si è ancora nel grembo. Se parliamo di Gerusalemme come di un ombelico, vogliamo dire una città Madre, che genera e che nutre; una città che porta in sé i suoi figli e li genera a Dio, una città che continua a nutrire il suo ben Adam, figlio dell’uomo, e che vive profondamente nell’alleanza.

Si parla di Gerusalemme, dunque, come di una Madre, ed è profondamente vero, ed è definitivamente vero in Gesù: noi nasciamo dalla croce, Gesù si dona in cibo, dona la sua carne, il suo sangue, è veramente nostra Madre, è Lui che ci genera! Ai piedi della croce troviamo anche Maria e Gesù che la dona come madre a Giovanni: è veramente una nascita, una nuova creazione.

Tutte le nazioni salgono a Gerusalemme a presentare la preghiera, le offerte, a partire dalla costruzione del tempio ad opera di Salomone (1 Re 8): un luogo che è aperto sul mondo a partire dalle sue stesse origini. Anche nei profeti: Ezechiele, Geremia, tutti i profeti minori, Amos, soprattutto Zaccaria, si parla del giorno primo in cui le nazioni verranno a inchinarsi davanti a Dio, a Gerusalemme e tutto sarà luce.

E’ la storia della Redenzione che gravita su questa città, arriva fino a Gesù, ma non è ancora finita con Gesù, si sviluppa ancora oggi, mentre attendiamo la venuta gloriosa, ultima del Signore, alla fine dei tempi. Noi viviamo nel tempo escatologico, siamo ancora nel tempo della Redenzione, in cui Dio viene a cercare

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quello che è perduto. E Gerusalemme è veramente un simbolo, la città dell’alleanza, il legame – attraverso il sangue – tra Dio e la sua creatura, l’uomo.

Tutta la Scrittura parla, canta Gerusalemme: ci facciamo aiutare a conoscerla, dalla tradizione rabbinica, a partire dal libro della Genesi. La pietra di fondazione: Adamo L’inizio del libro della Genesi, secondo la tradizione rabbinica, si svolge qui. Nel giorno sesto (Gen 1, 26 – 31), in ebraico yôm shishî, Dio crea Adamo. E lo crea dove? La tradizione rabbinica dice che Dio crea Adamo sulla pietra di fondazione che è sulla spianata del tempio, dove ora c’è la moschea di Omar. Il paradiso, l’Eden, non è qualcosa di vago, nel cielo, ma un luogo reale, sulla terra: il gan Eden (=il giardino di Eden) è di fronte ai nostri occhi ! Il significato è molto profondo, l’incarnazione prende tutto il suo senso, perché sappiamo che il primo Adamo è stato pietrificato, fatto dalla terra, qui. Quando Gesù fa i miracoli, prende della terra, ci sputa sopra, ritroviamo il Padre che crea Adamo, lo cerca, e Gesù si rivela uguale al Padre, che continua a creare. Dunque, la mattina del giorno sesto Dio crea Adamo dalla terra, gli soffia il suo spirito: «facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza» (Gen 1, 26). Siamo creati a immagine di Dio e chiamati a somigliarGli, in pienezza, chiamati veramente ad essere figli di Elohim: “Voi siete dei”, dice il salmo. E’ la nostra vocazione ultima: ritrovare il Padre, la somiglianza, e viviamo in una perpetua nostalgia dello sguardo del padre Creatore su di noi, che dice: «E’ buono … quello che ho fatto è buono …». Nella tradizione giudaica, Dio crea il suo Adamo la mattina del giorno sesto, poi Eva, che esce dal lato (non dalla costola!) di Adamo (come il lato trafitto di Gesù sulla croce, da cui escono sangue e acqua, ancora simboli della nascita). Eva, la donna creata per essere di fronte ad Adamo. Creati la mattina del giorno sesto, qualche ora dopo … peccano: Eva viene tentata dal serpente, entra in dialogo con lui, ed il dialogo di morte incomincia. Eva ascolta e viene sedotta (la seduzione è all’inizio della caduta) dal serpente che getta un sospetto su Dio: quando iniziamo a dialogare c’è già la menzogna che si introduce. Prende il frutto, lo mangia e lo da ad Adamo. Si accorgono di essere nudi: lo erano già, ma ora si vedono diversamente, hanno perso lo sguardo di Dio, ora si guardano come il serpente li guarda ed entra la colpa, la vergogna. Il peccato ci mette nella condizione di vergogna, di colpa e vogliamo fuggire dallo sguardo di Dio. La domanda di Dio che ci segue è: Dove sei? Dove sei? Adamo ed Eva si nascondono, inizia il gioco del nascondersi a Dio: Dio cerca l’uomo e l’uomo cerca Dio. E’ un testo fondamentale. Si parla di MITO, come genere letterario, ma il mito raggiunge tutte le risonanza profonde dell’essere. Il mito è ispirato, profondamente, dallo Spirito Santo e porta il mistero dell’essere. Dunque, questa vicenda avviene qui, davanti ai nostri occhi, e Adamo ed Eva sono condannati a morte e – nella tradizione rabbinica - Dio dice: Vado a rifare l’uomo, da capo. Ma … siamo al pomeriggio del giorno sesto, lo yôm shishî … lo shabat (+ il sabato) arriva e dice a Dio: No, ti devi fermare dal lavorare, tu devi entrare nel giorno del riposo, non puoi rifare l’uomo! Allora Dio scaccia Adamo dal giardino di Eden e c’è subito il deserto: Adamo, da allora, vive in esilio, nel deserto, chiamato a ritornare al Padre. C’è un’attrazione d’amore che continua, ma, sentiamo bene di esserne separati: siamo in esilio. In ebraico c’è tutto un gioco di parole tra la pelle ( = ( e la luce (= ( … Dunque, Adamo è espulso dal gan Eden la veglia di shabat e questo è custodito dalla memoria rabbinica. Dio entra nel suo riposo e shabat è veramente un giorno

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messo a parte, in cui riceviamo una doppia anima, già partecipi dell’eternità che entra nel nostro tempo, che viene a noi, e noi entriamo nel riposo di Dio e contempliamo la sua creazione. Shabat Questo giorno è carico di significati e l’Israele credente li ha conservati fino ad oggi. Anche lo Stato d’Israele, qui, oggi, lo custodisce con rigore: tutto si ferma, il lavoro, i negozi, i trasporti e gli ebrei ortodossi ancora oggi osservano scrupolosamente tutte le prescrizioni (bloccano persino con transenne le strade del quartiere di Mea shearim perchè neanche le macchine possano circolare). Il venerdí sera, anche nelle famiglie meno praticanti, la donna di casa accende le due candele per accogliere lo shabat che arriva … Tre sono i significati principali legati a questo giorno : 1. il primo significato dello shabat è legato al fatto che durante lo shabat facciamo

memoria della creazione, perciò gli ebrei, ancora oggi, devono mangiare tre pasti, di ottima qualità, la veglia del sabato, a mezzogiorno e la sera del sabato e bisogna che sia veramente buono perchè l’uomo possa rendere gloria a Dio e perchè dicono che all’uomo viene data una seconda anima per shabat e bisogna nutrirla! C’è il qiddush che si fa all’arrivo del sabato, una preghiera di benedizione sulla coppa di vino e sul pane: «Benedetto sei tu Signore del mondo che fai crescere il pane dalla terra, Benedetto sei tu, Signore del mondo che doni il frutto della vigna». L’uomo usa della creazione e allo stesso tempo è al servizio della creazione, legato al suo Creatore. Dunque, non domina la creazione, ma la serve. Per noi è questo il senso della Domenica: venire a Dio, riposarsi con Lui, contemplare la sua creazione e prendere coscienza che la creazione non ci appartiene, che è veramente l’opera di Dio e noi ne partecipiamo. Noi siamo con-creatori, per la partecipazione a coltivare la creazione e l’uomo ne è il giardiniere, non colui che se ne serve, non l’usurpatore, ma il coltivatore, e ne mangia i frutti innanzitutto per rendere grazie a Dio. E’ la nostra vocazione profonda : vivere nella lode e nella bellezza della creazione, con Dio.

2. il secondo significato dello shabat è legato al fatto che si fa memoria di tutte le alleanze che Dio ha fatto con l’uomo. L’alleanza con Adamo, con Noè, Abramo, Mosè, Davide … tutti i padri nella fede. Per noi, Gesù, è Lui lo Shabat, Lui si è fatto Shabat per noi. La Domenica prende tutto il suo senso quando la comprendiamo alla luce dello shabat : facciamo memoria dell’alleanza definitiva!

3. il terzo significato dello shabat è legato alla memoria dell’esodo, dell’uscita dall’Egitto, uscita dalla schiavitù. Il passaggio dalla condizione di schiavo alla condizione di servo. In ebraico è lo stesso nome: ‘avad (=schiavo) diventa ‘oved (=servo, colui che lavora al servizio di Dio, al servizio del tempio).

Quando si vive lo shabat, si entra già nell’eternità e nella Gerusalemme religiosa,

che vive lo shabat, si sente un clima di tranquillità, di pace, di riposo, ci si augura shabat shalom (=la pace del sabato), le famiglie si riuniscono, le strade sono piene di queste giovanissime famiglie piene di figli che vanno insieme al Qotel a pregare … E’ veramente un tempo di incontro con Dio.

Tutto questo si svolge qui, di fronte a noi, sulla pietra di fondazione dov’è il gan Eden, dove Adamo è creato, dove Adamo ed Eva hanno peccato, dove lo shabat costringe Dio ad entrare nel suo riposo, a rinunciare all’idea di rifare l’uomo da capo e lo costringe invece a scacciare Adamo ed Eva dal gan Eden.

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La pietra di fondazione: Isacco Siamo ancora di fronte all’Ophel, la città di Davide. Sulla stessa pietra di fondazione dove Adamo è stato creato, sempre secondo

la tradizione rabbinica, Abramo ha offerto il suo figlio unico, Isacco: Har Moria, il monte Moria. Dopo la circoncisione, la visita dei tre angeli a Mamre, il figlio della promessa, tutta la storia con Ismaele … Dio domanda ad Abramo di offrirgli il figlio della promessa, Isacco ! E Abramo dice : Eccomi, andiamo. C’ è tutta una descrizione magnifica, con l’asino, la legna, i servi, e Abramo e Isacco che marciano, soli, verso la montagna. E Isacco porta la legna, come Gesù porterà la croce. E’ chiaro che noi facciamo una lettura cristiana della Bibbia, ma è molto arricchente leggere anche la lettura che ne fanno tutti i commentari rabbinici, per il modo stesso in cui leggono il testo. «Ci sono 70 modi di comprendere una sola parola della Scrittura», ci insegnano. Quindi, tantissime interpretazioni! Dunque, sul Moria, Dio ferma Abramo e invia il capro per il sacrificio, a dire: Non voglio più sacrifici umani! Perché al tempo di Abramo c’erano molti sacrifici umani e si offrivano i primogeniti per la fecondità, per fondare le città … Dio rinnova l’alleanza con Abramo per la sua obbedienza, e siamo, per questo, figli di Abramo, l’uomo dalla fede incrollabile. Quindi la pietra di fondazione (che oggi si trova al centro della moschea di Omar e che per la tradizione mussulmana è il luogo da cui Maometto è salito al cielo) è, per la tradizione rabbinica, il luogo in cui Adamo è stato creato e dove Isacco è stato offerto e risparmiato. Il deserto Abbiamo, di fronte a noi, in basso, la valle dei re, dove Abramo ha incontrato Melchisedek, re di Salèm, e gli ha offerto la decima dei suoi prodotti, questo sacerdote misterioso, immagine di Gesù grande sacerdote. All’orizzonte vediamo i monti di Moab, da lí verranno, verso Betlemme Noemi e Rut. Alla nostra destra, in basso, la Giordania, il monte Nebo su cui morì Mosè vedendo, solo da lontano, la Terra della promessa. Da lì il popolo, uscito dall’Egitto, e dopo 40 anni di cammino nel deserto, dopo il Sinai, dove Israele riceve la Torah, le Dieci Parole (non le riceve in Israele, a dire che queste Dieci Parole sono per il mondo intero, ma affidate a questo popolo, garante di queste Parole da trasmettere al mondo), attraversa il Giordano ed entra in Canaan, dal punto più basso del mondo, a meno 400 metri sul livello del mare, luogo dove Gesù verrà battezzato. Nel deserto il popolo viveva sotto le tende e Dio, presente nell’Arca, viveva anche Lui sotto la Tenda, costruita secondo il progetto dato da Dio stesso, perché Dio vuole abitare con il suo popolo. Il tempio

Infine. Per comprendere ancora qualcosa di Gerusalemme dobbiamo sempre partire da lontano. Già Mosè era stato incaricato di costruire la Dimora, il Tempio, ne aveva ricevuto il progetto da Dio stesso (Es 35) e sappiamo che Bezalel (Es 35-36) sarà incaricato di realizzarla: la Dimora è considerata un precipitato del cielo sulla terra, e il disegno è donato da Dio stesso che viene, Lui stesso, ad abitare la Dimora.

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Sarà Davide che conquisterà l’Ophel ai Gebusei, contrastato da ciechi e zoppi (da qui l’anatema sui ciechi e gli zoppi e l’interdizione ad entrare nella città… reintegrati da Gesù che li guarisce e li invia al tempio). Davide, il re-messia, il più piccolo dei suoi fratelli, scelto da Dio. Con lui l’Arca abita ancora sotto la tenda. Un re guerriero, amato da Dio, ma dalle mani sporche di sangue. Sarà Salomone, suo figlio, a costruire il tempio. E’ affascinante anche leggere come il tempio è costruito, con il legno che arriva dal Libano, l’aiuto dei fenici: nazioni straniere partecipano alla costruzione, con tanti tipi di legno, il cipresso, il cedro … Nel giudaismo c’ è tutta una simbologia degli alberi, ancora oggi e c’ è una festa, in gennaio, in cui tutti gli israeliti piantano alberi. Ad esempio, la giovane pianta un cipresso e il giovane pianta un cedro dicendo: Questo albero sarà utilizzato per costruire la kuppà, il nostro matrimonio, e, in effetti, sono tutti alberi utilizzati per la costruzione del tempio, che era fatto tutto di legno ricoperto d’oro (una tecnica che aveva imparato in Egitto), a dire: noi siamo destinati ad essere il Santo dei santi, la Dimora, la coppia è destinata ad essere portatrice della Presenza di Dio.

Dunque, concludendo questo primo sguardo gettato su Gerusalemme, Dio ha scelto Gerusalemme a partire da Adamo, da Abramo, dal Tempio.

La geografia dappertutto QUI, è un concentrato di secoli di STORIA SACRA e Gerusalemme ne è il cuore: questo è anche il suo prezzo, da qui il suo valore e la sua complessità, da qui il suo essere amata e contesa.

Domandate pace per Gerusalemme

sia pace a coloro che la amano

sia pace sulle tue mura

sicurezza nei tuoi baluardi per i miei fratelli e i miei amici

io dirò su di te sia pace

per la casa del Signore nostro Dio

chiederò per te il bene.

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