S L Capitolo 20 EZIONI - Zanichelli online per la...

3
In una tubazione: • un aeriforme si muove in regime permanente quan- do in una sezione generica della condotta le sue ca- ratteristiche non variano nel tempo, pur differendo da punto a punto della sezione; • se il movimento delle singole particelle fluide avviene secondo traiettorie rettilinee senza deviazioni e acca- vallamenti, il regime di moto si definisce laminare; • la portata volumetrica è: q V = A · V (20.1) dove A è l’area della sezione normale all’asse della condotta e V è la velocità media del fluido che attraversa la sezione suddetta; • si definisce portata in massa q m (o portata massica) la massa di fluido che attraversa una sezione nor- male all’asse geometrico della condotta, nell’unità di tempo: q m = A · V · ρ (20.3). Se consideriamo un aeriforme in moto permanente entro una tubazione generica, il valore della portata di massa nelle varie sezioni non varia: • sezione 1): q m1 = A 1 · V · ρ 1 • sezione 2): q m2 = A 2 · V · ρ 2 che rappresenta l’equazione di continuità riferita alla portata massica. Poiché ρ = 1/ v: = (20.5) Consideriamo un fluido comprimibile in moto per- manente entro una tubazione e applichiamo il prin- cipio della conservazione dell’energia fra du sezioni normali all’asse geometrico non escludendo che pos- sa essere scambiato calore con l’esterno (ma trascu- rando le resistenze passive). Sia z la quota della se- zione, la somma delle energie nella sezione iniziale è uguale alla somma delle energie in quella finale: (20.7) dove g · z è l’energia potenziale di posizione, p · v è l’energia potenziale di pressione, V 2 / 2 è l’energia ci- netica, u è l’energia interna e q il calore sommini- strato alla massa unitaria di fluido. La (20.7) costi- tuisce l’espressione analitica del teorema di Bernoulli applicato a un fluido comprimibile: • il primo membro rappresenta la variazione dell’e- nergia (cinetica e interna) propria del fluido; • il secondo membro rappresenta il lavoro comuni- cato al fluido dall’esterno suddiviso in: lavoro compiuto dalla gravità: g · (z 1 z 2 ); lavoro compiuto dalle pressioni: (p 1 · v 1 - p 2 · v 2 ); lavoro ottenuto in forma di calore: q. Il principio di Bernoulli ha il seguente enunciato: se un aeriforme fluisce entro una condotta in regime permanente, l’eventuale variazione dell’energia pro- pria del fluido uguaglia l’energia comunicata ad esso dall’esterno. Poiché il lavoro compiuto dalle forze gravitazionali è generalmente modesto e poiché q + u 1 u 2 è il lavoro l ottenuto dalla conversione completa del calore q: (20.9) La variazione dell’energia cinetica subita da un aeri- forme che compie una qualsiasi trasformazione ter- modinamica vale (nel piano p v) l’area compresa fra la linea di trasformazione, l’asse delle ordinate e le perpendicolari condotte a esso dai punti estremi. Ricordando la definizione dell’entalpia (h = u + p · v): (20.13) relazione importantissima che ritroveremo nello stu- dio delle turbine secondo cui la variazione di energia cinetica subita dall’unità di massa del fluido in una tra- sformazione adiabatica uguaglia la differenza di en- talpia iniziale e finale. Consideriamo un aeriforme sottoposto alla pressione p 1 all’interno di un serbatoio che comunichi attra- verso un foro di piccola sezione con un ambiente a pressione p 2 < p 1 ; il fluido effluisce nell’ambiente esterno per effetto della differenza di pressione e, se il serbatoio rimane a p 1 costante, l’efflusso avverrà in regime permanente. La vena effluente (come per i liquidi) viene compressa dai filetti provenienti dalla periferia e presenta una sezione contratta. Supponendo che non avvengano scambi di calore con l’esterno, il fluido si espande adiabaticamente attra- verso il foro; dalla (20.13) si ha: (20.15) dove ϕ è un coefficiente di riduzione della velocità dovuto al fatto che l’entalpia effettiva nel suo stato fi- nale risulta maggiore di quella calcolata teoricamen- te in quanto l’espansione (che dovrebbe essere adia- batica) avviene con introduzione di calore. Indicando con a l’area della luce di efflusso: q m = ϕ · a · V · ρ (20.16) dove ϕ è il coefficiente di riduzione della portata che tiene conto della sezione contratta; sostituendo la (20.15) nella (20.16) si ottiene: (20.17) dove ϕ è il coefficiente di efflusso. A 2 ·V 1 v 2 A 2 ·V 1 v 1 V = ϕ 2 ( h 1 h 2 ) V 2 2 - V 1 2 2 + u 2 - u 1 = = g (z 1 - z 2 )+ p 1 v 1 - p 2 v 2 + q q m = ϕ a ρ 2 ( h 1 h 2 ) V 2 2 V 1 2 2 = p 1 v 1 - p 2 v 2 + l V 2 2 - V 1 2 2 = h 1 h 2 1 La riproduzione di questa pagina tramite fotocopia è autorizzata ai soli fini dell’utilizzo nell’attività didattica degli alunni delle classi che hanno adottato il testo Idee per insegnare meccanica, macchine ed energia con Pidatella CORSO DI MECCANICA, MACCHINE ED ENERGIA © Zanichelli 2012 CAPITOLO 20 MOTO DEGLI AERIFORMI 2 VOLUME LEZIONI Sintesi dei capitoli Capitolo 20 A 1 V 1 ρ 1 = A 2 V 2 ρ 2

Transcript of S L Capitolo 20 EZIONI - Zanichelli online per la...

In una tubazione:

• un aeriforme si muove in regime permanente quan-do in una sezione generica della condotta le sue ca-ratteristiche non variano nel tempo, pur differendoda punto a punto della sezione;

• se il movimento delle singole particelle fluide avvienesecondo traiettorie rettilinee senza deviazioni e acca-vallamenti, il regime di moto si definisce laminare;

• la portata volumetrica è: qV = A · V (20.1) doveA èl’area della sezione normale all’asse della condottae V è la velocità media del fluido che attraversa lasezione suddetta;

• si definisce portata in massa qm (o portata massica)la massa di fluido che attraversa una sezione nor-male all’asse geometrico della condotta, nell’unitàdi tempo: qm = A · V · ρ (20.3).

Se consideriamo un aeriforme in moto permanenteentro una tubazione generica, il valore della portatadi massa nelle varie sezioni non varia:

• sezione 1): qm1 = A1 · V · ρ1

• sezione 2): qm2 = A2 · V · ρ2

che rappresenta l’equazione di continuità riferita allaportata massica. Poiché ρ = 1/ v:

= (20.5)

Consideriamo un fluido comprimibile in moto per-manente entro una tubazione e applichiamo il prin-cipio della conservazione dell’energia fra du sezioninormali all’asse geometrico non escludendo che pos-sa essere scambiato calore con l’esterno (ma trascu-rando le resistenze passive). Sia z la quota della se-zione, la somma delle energie nella sezione iniziale èuguale alla somma delle energie in quella finale:

(20.7)

dove g · z è l’energia potenziale di posizione, p · v èl’energia potenziale di pressione, V2 / 2 è l’energia ci-netica, u è l’energia interna e q il calore sommini-strato alla massa unitaria di fluido. La (20.7) costi-tuisce l’espressione analitica del teorema di Bernoulliapplicato a un fluido comprimibile:

• il primo membro rappresenta la variazione dell’e-nergia (cinetica e interna) propria del fluido;

• il secondo membro rappresenta il lavoro comuni-cato al fluido dall’esterno suddiviso in: lavoro compiuto dalla gravità: g · (z1 – z2); lavoro compiuto dalle pressioni: (p1 · v1 − p2 · v2); lavoro ottenuto in forma di calore: q.

Il principio di Bernoulli ha il seguente enunciato: seun aeriforme fluisce entro una condotta in regimepermanente, l’eventuale variazione dell’energia pro-pria del fluido uguaglia l’energia comunicata ad essodall’esterno.

Poiché il lavoro compiuto dalle forze gravitazionali ègeneralmente modesto e poiché q + u1 – u2 è il lavorol ottenuto dalla conversione completa del calore q:

(20.9)La variazione dell’energia cinetica subita da un aeri-forme che compie una qualsiasi trasformazione ter-modinamica vale (nel piano p – v) l’area compresafra la linea di trasformazione, l’asse delle ordinate ele perpendicolari condotte a esso dai punti estremi.

Ricordando la definizione dell’entalpia (h = u + p · v):

(20.13)relazione importantissima che ritroveremo nello stu-dio delle turbine secondo cui la variazione di energiacinetica subita dall’unità di massa del fluido in una tra-sformazione adiabatica uguaglia la differenza di en-talpia iniziale e finale.

Consideriamo un aeriforme sottoposto alla pressionep1 all’interno di un serbatoio che comunichi attra-verso un foro di piccola sezione con un ambiente apressione p2 < p1; il fluido effluisce nell’ambienteesterno per effetto della differenza di pressione e, seil serbatoio rimane a p1 costante, l’efflusso avverràin regime permanente. La vena effluente (come per iliquidi) viene compressa dai filetti provenienti dallaperiferia e presenta una sezione contratta.

Supponendo che non avvengano scambi di calore conl’esterno, il fluido si espande adiabaticamente attra-verso il foro; dalla (20.13) si ha:

(20.15)

dove ϕ� è un coefficiente di riduzione della velocitàdovuto al fatto che l’entalpia effettiva nel suo stato fi-nale risulta maggiore di quella calcolata teoricamen-te in quanto l’espansione (che dovrebbe essere adia-batica) avviene con introduzione di calore. Indicandocon a l’area della luce di efflusso:

qm = ϕ� · a · V · ρ (20.16)

dove ϕ� è il coefficiente di riduzione della portatache tiene conto della sezione contratta; sostituendo la(20.15) nella (20.16) si ottiene:

(20.17)

dove ϕ è il coefficiente di efflusso.

A2 · V1�

v2

A2 · V1�

v1

V =ϕ ⋅ 2 ⋅(h1−h2 )9

V22 − V1

2

2+ u2 − u1 =

= g ⋅(z1 − z2 )+ p1 ⋅v1 − p2 ⋅v2 + q

qm =ϕ ⋅a ⋅ρ ⋅ 2 ⋅(h1−h2 )

V22−V1

2

2= p1 ⋅v1 − p2 ⋅v2 + l

V22 − V1

2

2= h1 ⋅h2

1 La riproduzione di questa pagina tramite fotocopia è autorizzata ai soli fini dell’utilizzonell’attività didattica degli alunni delle classi che hanno adottato il testo

Idee per insegnare meccanica, macchine ed energia conPidatella CORSO DI MECCANICA, MACCHINE ED ENERGIA © Zanichelli 2012

CAPITOLO 20MOTO DEGLI AERIFORMI2

VOLUME

LEZION

I

Sintesi dei capitoli

Capitolo 20

6A1 ⋅V1 ⋅ρ1 = A2 ⋅V2 ⋅ρ2

2VOLUME

Quando la differenza fra p1 e p2 è molto alta la velo-cità di efflusso è inferiore a quella calcolata con la(20.15). Ciò è dovuto a due fattori contrastanti:

• il vapore nell’espansione da p1 a p2 deve aumentareil suo volume e ciò richiede un tempo tanto più lun-go quanto maggiore è la differenza (p1 – p2);

• il vapore, effluendo, attraversa la luce con una ve-locità tanto maggiore quanto lo è (p1 – p2).

Per salti di pressione elevati, il vapore, dotato di fortevelocità perviene nella sezione contratta prima di avercompiuto la necessaria espansione corrispondente al-la pressione p2 e il suo volume specifico è quello checorrisponde a una pressione pc detta pressione criticadi efflusso (o contropressione di efflusso):

• se p2 > pc tutto il salto di entalpia si trasforma inenergia cinetica secondo la (20.15);

• se p2 < pc e il foro di efflusso non è sagomato per fa-vorirne la completa espansione, la velocità del gettoeffluente è proporzionale al salto di entalpia fittizio(h1 – hc);

• se il foro di efflusso viene sagomato seguendo unopportuno criterio, pur essendo p2 < pc, l’efflussoavviene con la massima velocità consentita dal saltoentalpico disponibile (h1 − h2).

Si ritengono mediamente validi i seguenti valori:

• per vapori saturi: pc = 0,577 · p1;

• per vapori surriscaldati: pc = 0,546 · p1;

• per gas perfetti: pc = 0,528 · p1.

L’efflusso di un aeriforme attraverso una luce trovaapplicazione nella progettazione delle turbine nellequali si tende a incrementare al massimo la velocitàdel vapore per conseguire alti valori dell’energia ci-netica; tale finalità può essere ottenuta in due modi:

• frazionando il salto di entalpia disponibile in diver-se espansioni parziali in modo che ciascuna di esseavvenga entro limiti tali da evitare la formazionedella pressione critica;

• sostituendo il foro di efflusso con una luce oppor-tunamente sagomata con un ugello (figura A) cheabbia: un imbocco fortemente convergente con bordi ar-rotondati, per ridurre al minimo gli urti;

una sezione intermedia di area minima ove il flui-

do assume le caratteristiche fisiche conseguentialla pressione critica;

un tratto finale divergente per evitare la disper-sione e la rottura della vena fluida consentendocontemporaneamente l’espansione del vaporedalla pressione critica fino a quella finale.

Adottando un ugello, noto come ugello De Laval, lavelocità di efflusso assume il valore della (20.15).Qualora la pressione p2 fosse superiore alla pressionecritica, non si verifica alcuna riduzione della velocità ela presenza del tratto finale divergente risulta inutile;è sufficiente perciò che l’ugello sia progettato comeun semplice convergente (figura B) per ridurre le per-dite per urti e attriti. Per il di-mensionamento di un ugelloDe Laval, noto p1 e p2 si calcolapc = 0,546 ·p1 e tramite la tem-peratura del vapore si ricaval’entalpia h1 dal diagramma diMollier; inoltre, se pc > p2 l’ugel-lo è di tipo convergente-diver-gente; dal diagramma di Molliersi possono leggere le caratteri-stiche fisiche del vapore nellasezione critica (volume specifi-co vc, temperatura tc e entalpiahc) e da vc si risale alla portatavolumetrica qV = qm · vc .(la por-tata di massa qm è nota) e da questa alla sezione criti-ca ac = qV / V (V è noto dalla relazione

). Si procedequindi al dimensiona-

mento della sezione di efflusso, ove il fluido è ad unapressione p2; dal diagramma si ricavano le caratteri-stiche fisiche nella sezione di efflusso (volume specifi-co v2, temperatura t2 ed entalpia specifica h2. Si cal-cola la velocità di efflusso , la porta-

ta volumetrica qV = qm · v2 da cui la sezione di efflus-so a = qV / V2. Infine, la lunghezza L (figura C) deltratto divergente è: L = (r1 - r2) / tgα (valutando ilvalore dell’angolo α intorno ai 5°).

Nel caso reale bisogna tener conto del rendimentodell’espansione definito da:

ε =

dove h�2 è l’entalpia reale:

• per luci in parete sottile ε = 0,4÷0,55;

V ≅ 2 ⋅(h1 − hc)

V ≅ 2 ⋅(h1 − h )22

h1 – h2�h1 – h�2

2La riproduzione di questa pagina tramite fotocopia è autorizzata ai soli fini dell’utilizzonell’attività didattica degli alunni delle classi che hanno adottato il testo

Idee per insegnare meccanica, macchine ed energia conPidatella CORSO DI MECCANICA, MACCHINE ED ENERGIA © Zanichelli 2012

CAPITOLO 20MOTO DEGLI AERIFORMI

LEZI

ON

I

Sintesi d

ei cap

itoli

pc

pc

p2p1

Figura A

pc p2p1

Figura B

L

r1r2α

α

Figura C

• per luci in parete grossa ε = 0,55÷0,70;

• per ugelli ben sagomati ε = 0,8÷1.

Consideriamo un tratto di tubazione in cui scorra unvapore con velocità moderata e supponiamo di inse-rire in essa un diaframma munito di un piccolo foro odi una fenditura sottile. II vapore a monte del dia-framma (a pressione p1) nell’attraversare la fendituraaumenterà la sua velocità da V1 a

dove h2 è l’entalpia corrispondente alla pressione p2che regna a valle del diaframma. Si dice che il vapore,ha subito uno strozzamento o una laminazione, per-

dendo in un primo tempo, parte della sua energia po-tenziale che si è trasformata in energia cinetica. Avalle del diaframma, si verifica un fenomeno opposto;la sezione della tubazione riprende le sue normali di-mensioni e la corrente del vapore diminuisce la suavelocità fino a ridurla al valore iniziale V1; il fluido haquindi recuperato, se trascuriamo le dissipazioni dicalore all’esterno, la stessa quantità di calore che ave-va perduto nella prima fase; in altre parole, la sua en-talpia ha ripreso il valore iniziale h1 non essendo sta-to compiuto alcun lavoro durante lo strozzamento.Si tratta di una trasformazione isoentalpica (cioè adentalpia costante).

V 2 ⋅(h1 − h )22 =

3 La riproduzione di questa pagina tramite fotocopia è autorizzata ai soli fini dell’utilizzonell’attività didattica degli alunni delle classi che hanno adottato il testo

Idee per insegnare meccanica, macchine ed energia conPidatella CORSO DI MECCANICA, MACCHINE ED ENERGIA © Zanichelli 2012

CAPITOLO 20MOTO DEGLI AERIFORMI2

VOLUME

LEZION

I

Sintesi dei capitoli