Quaderno 2007 - vol2

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ondazione ROlI1aEuropea Quaderni 2007 Volume II FONDAZIONE ROMA EUROPEA

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Sezione del Quaderno annuale della Fondazione Roma Europea.

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ondazione ROlI1aEuropea

Quaderni2007

Volume II

FONDAZIONEROMA EUROPEA

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Organigramma deLlaFondazione ROMA EUROPEA - anno 2007

Comitato EsecutivoPresidersre Onorario: Giuseppe De RitaPresidente: Naralino IrtiSegretariio Generale: Cesare San MauroComportenrì: Luigi De Simone Niquesa, Anna Fendi, Franco Nobili, Angelo Maria PetroniCornporienre di diritto in qualità di Presidente dell'Associazione Amici di Roma EuropeCarlo Pellegrini

Consiglio di AmministrazioneComponenri: Giuseppe De Rita, Natalino Irti, Luigi De Simone Niquesa, Anna Fendi, Umberto M uccì, Franco Nobili, Angelo Maria Petroni, Carlo Pellegrini, Luca Ricciardi, PaolSpazìanl.

Comporienri di diritto in qualità di rappresentanti delle aziende aderenti per il 2007: MariLupo pe:t AGI; Federico Grazioli per AGRICONSULTING; Andreas Schneider per ALCATEL LlJCENT; Giuseppe Statuto per AMARI MICHELE; Carlo Pellegrini per ANTIC<CAFFE'(;RECO; Giuseppe Cerroni per AUTOSTRADE PER CITALIA; Alessandro Pegoraro per BT ITALIA; Ettore Camozzi per CAMOZZI HOLDING; Monica Cerroni per CONSORZIO LAZIALE RIFIUTI; Marco Di Paola per ECOFIM; Bruno D'Onghia per EDF;Giampaolo Russo per EDISON; Guido Pugliesi per ENAV; Fulvio Conti per ENEL; StefanoLucchini per ENI; Alessio Zagaglia per ERICSSON TELECOMUNICAZIONI; Fausto Irnperatori per ESEDRA; Pier Francesco Guarguaglini per FINMECCANICA; Ovidio e AngeloJacorossi per FINTERMICA; Carlo Andrea Bollino per GSE; Vincenzo Novari per H3G;GianalfotJso Borromeo per LAMARO APPALTI; Ferdinando Quarrrucci per MONTE DEIPASCHI DI SIENA; Sandro Parnasi per PARSITALIA; Massimo Sarmi per POSTE ITALIANE; Luigi De Simone Niquesa per ROYAL DEMEURE; Giovanni Centurelll per SABAITALIA; Maurizio Schiaffini per SCHIAFFINI TRAVEL; Anronio Nicolai per SIGMA TAUFINANZ:IARIA; Massimo D'Aiuto per SIMEST; Luigi Lardone per STM ITALIA; Dario Vitulano per STRATA; Giacomo Di Raimondo per TECN O DIR; ]uan Carlos Venti per TELE·COM ITALIA; Flavio Cattaneo per TERNA; Fabio Di Vico per TRAMBUS; Cesare Paladinoper UN.E:.A.L; Bianca Maria Martinelli per VODAFONE ed Elena Gallo per WIND.

Comitato ScientificoPresidente: Marcello FoschiniComponenrl: Andrea Di Porto, Gianpiero Gamaleri, Fabio Pistella

Collegio d<eiRevisori dei ContiPresidente- Antonio BertaniCornponerirì: Maurizio De Magistris, Paola Iannarelli

.n~"MI~I(1)

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.I Il''1-',11, K"i la ad una legge non più differibile, 1,111110

11

, comunisti di governo 35

.ar e riformare 47

1111111111.1"11,, Il'rrovie, ", II/II/('/li

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Projecr Leader: Colerra Ballerini, Consigliere Associazione Amici di Roma EuropeaConsulenza Readazionale: Ferdinando TarsìtaniCoordinamento Editoriale: Comunicazione 2000 srlTipogmfìa: Comunic@re srlFinito di Stampare nel mese di Giugno 2009

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Prot. n.207/2003 Sett.lA URPG Roma,31!07/2003

RACC.A.R.

AL PRESlDENrE DELLA FONDAZIONEROMA EUROPEAVia Orazio n.31

ROMA

Oggeuo: Iscrizione nel registro delle persone giuridiche, ai sensi del D.P.R.361/2000.

. .. lo relazione .aU'istanza intesa ad ottenere l'iscrizione nel registro delle personegiuridiche della Fondazione dalla S.V. presieduta, denominata Fondazione Roma Europea, sicornumca che la stessa è stata iscritta al n.207/2003 del predetto registro.

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PREsENTAZIONE

1,,11111 ' Roma Europea è nata nel dicembre del 200 l gra-111

IIIpt'gno di Cesare San Mauro, sulla base dell'esperienzaIl 1IIC111i1ll:t a sociazione che nell'arco dello scorso decennio

plillag nista sul territorio romano in ambito politico e

I!lvo x di valorizzare, promuovere ed implementare il1111.. lilla ena europea, valutando a 360 gradi pregi e difet-

1111 Il.' grande città, con un occhio rivolto al suo prestigio-Il d( ~j I 'rio di rendere altrettanto luminoso il suo futuro.

Il I"'lIlIt·, he ha 1'onore di avere come presidente onorario•••• lltlti1 I I{/t .• · di essere presieduta da Natalino Irti, nel 2003 ha

I I h ClIIOS imento giuridico. Le attività e tutte le informa-ti ••11.1 Fondazione sono disponibili on-line sul portale di

urnp u, .ill'indirizzo internet: www.romaeuropea.it.

I 'ClII Roma Europea coinvolge alcune tra le più importantiIl "dl,UI iuli, romane e nazionali. Sono aziende operanti in1111. : private, municipalizzate e public company che hanno

.lftllllr__tl "I progetto elaborato dai fondatori e, in seguito, imple-I umponenti degli organi della Fondazione.

I 11111 ,l'A~s() iazione Amici di Roma Europea, che è riservataI "Il ht' .d è a numero chiuso. Una volta al mese si riunisce

Il •••~•I· dell'Antico Caffè Greco. A queste riunioni in-plill ipali protagonisti della vita istituzionale del nostrolellll' cl ·1 mondo della cultura, della politica, dell'infor-

I ll'uupr a. Le serate iniziano con una relazione tenutaI I li ClIIOH' • j concludono con una cena nella suggestiva cor-1111 .1(· di via cl l Corso.

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ETICA E DIALOGO,UNA LEGGE NON PIÙ DIFFERIBILE

'affè Greco,25 giugno2007

di Ignazio Marino

I 11111

11111 '111l11Ì. uestoèl'ultimoincontro di Roma europea11111 l I riva, Vorrei ricordare a tutti che dal 1giugno

lidi 111111' Roma Europea ha un nuovo prestigiosissimoI I111di'" or Natalino Irti, che stasera è qui con noi.

Iltll 11111,,1 "Il \ III forte applauso. Il Professar Irti è stato presi-1111111' l !lllindi la Fondazione Roma Europea è veramente

, Il'' 1111 11011 .urat", ma per noi di Roma Europea è ve-I I '111111 .1 solu to.I ,I" I 111 il on iglio di amministrazione della Fondazio-I tll'lIlI,lIlirni à Presidente onorario il Professar Giusep-

111 1,.1 pl' 'Hi .duto Roma Europea fino ad oggi.Vorrei lo11111 Il di l'rima, grazie.

""III'I,IIilli I 11.."ln Marino è un chirurgo di fama mondiale cheI •• Il' 1 di pr'5 ntazioni. A lui va il mio ringraziamento

I l'' I qlll la sera.

l Il Il)I Illil' per questo invito che ho accettato con molto

lO

l! 111 Il/l Jloliti a è molto limitata perché, come avete po-Ii ti Il p.rrolc anche troppo generose con le quali sono

111 '111, In di ratto sono un chirurgo e ho sempre lavorato1111 Il l\ I i '01 cmpre occupato di chirurgia dei trapian-

Il

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IG AZIO MARINo l' 111\ I IlIAI.OGO, GUIDA AD UNA LEGGE NON PiÙ DlFFERIBILE

ti, in particolare del trapianto di fegato, lavorando prevalenteall'estero. Ho passato 18 anni della mia vita negli Stati Unitidi sono, un po', una sorta di immigrato.Sono tornato poco più di 12 mesi fa con un incarico diverso, mcerco di interpretare nello stesso modo di quando, ogni mattinquarto di secolo precedente, mi sono alzato e sono andato nellsala operatoria, per tentare di risolvere problemi che riguardasalute.Questa sera a Roma Europea voglio parlare di un tema che hoso subito all'ordine del giorno, dopo essere stato eletto presidella Commissione sanità, perché ritenevo che fosse molto imtante. Quindi, nel giugno del 2006, tra le priorità ho voluto indiquella legata alla Convenzione di Oviedo e a tutte le tema tic hriguardano la scelta nelle terapie che un paziente, una personfare.Ovviamente ognuno è un po' schiavo del suo passato. Questgenza la sentivo molto forte perché, avendo lavorato tanti anniStati uniti, un paese dove la tecnologia è sicuramente molto azata, alcune di queste problematiche - e ora spiegherò perchno emerse prima di quanto non siano poi emerse nel nostro PAlcuni mesi dopo, come tutti sapete, a seguito della drarmvicenda di Piergiorgio Welby, questi temi sono diventati moltemuni.Temi che tutti hanno seguito con partecipazione. Ci sono statidaggi, uno dei quali - svolto dall'Eurispes, nel dicembre del- ha dimostrato che 1'87% degli italiani ritiene che questi temibiano bisogno di essere definiti in via legislativa. L'87% nonpercentuale bassa.Tuttavia credo che su queste terminologie e su questi problsia fatta un po' di confusione. Un po' è anche colpa nostra, p

_"UIIIl Il. 11111('.tti cientifici, deve cercare di farlo nellaI lill •1111po' è colpa dei media. Comunque, sicura-

1II1l'Il' di confusione. Perciò a me fa piacere spiegareI 111, qual' la direzione verso la quale vorrei che si

IIII Il.11'l'arriva su questi temi un po' in ritardo, per-I I I 11.111110leggi, o comunque se ne sono occupatiI l .1.11.1giurisprudenza, da tantissimi anni. Pensate111111/.1('Il - riguarda un tema di questo tipo, cioè

, 11.1,la dignità dell'uomo, o quello che è lecito oIl Stati Uniti è del giugno 1976. Quindi, quando

I I t. ulla stampa, dicono che si vuole arrivare al' Il I •• io cr .do che un terzo di secolo di ritardo vuol

l, I 101'1", che ci si precipita o che si vuole arrivare.Il 1'1010, 'un terzo di secolo.1111111('1:11".he questi temi non sono emersi soltan-tll I., .islnrurc che il Parlamento ne discute. Se ho111.1111Il, se ho accettato di partecipare alle elezioni

"d ••d.1 lilla storia completamente diversa, ho davveroIl 111111l'l'!' le nostre istituzioni, ma penso che se un"Il .. 11:\la mia anima di chirurgo che vuol vedere le

"1'.1d;, t l' ' legislature di un problema, o è un centroIl, 11111'dI'v' legiferare. Non credo che l'idea sia quel-

''l'Ulml'l I I p.ul.uncntari che lavorano per produrre libri e,,, IIliloli l: interviste. Quello che noi ci aspettiamo

1'11111111uuo delle leggi, che regolamentino meglio laIl 11111possiamo avere dalla società.I 1'llIhlcllli sono nati per un aspetto positivo: il fatto

Il Il I .1I11t1t'IHata,soprattutto in medicina, soprattuttoI 111111111.1 ,'t rnordinaria. Non c'è bisogno di essere un

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le AZIO MARINO FONDAZIONE ROMA l IIII Il)IAI()(lO,GUIDAADUNALEGGENONPIÙDlFFERlBLLE

medico, un tecnico o uno specialista per dirlo. Credo che tutpresenti in questa sala si sono davvero resi conto, hanno vistre davanti agli ()cchi un film meraviglioso di uno straordinaglioramento delle possibilità che la medicina offre. Oggi iPsalvare delle vite rispetto a situazioni in cui 30 anni fa si "alino le braccia", perché di fatto non c'era nulla da fare.Quando dico queste cose non riesco a non pensare - e misco ogni volta ~ al fatto che quando ho iniziato ad entrarsala operatoria, a partecipare ai primi interventi chirurgicistudiato qui a Roma all'Università cattolica e quindi ho Iall'inizio al Policlinico Gemelli, parlo della seconda metà d'70 - l'intervento in assoluto più comune che si svolgeva insime sale opera l:orie, di questa come di altre città del mon 1dentale, era un intervento che veniva chiamato, con un termiproviene dal greco, "laparatomia esplorativa". Un termine altite che vuol dire aprire la pancia e guardarci dentro. Qjiesto . iperché soltanto 30 anni fa non esisteva l'ecografia, non csiTac e non esisteva la risonanza magnetica. Tutti mezzi d'inche oggi sono nel lessico comune. Tutti sanno perfettamentstiamo parlando.Nel '76, se un p-aziente aveva una malattia importante dell'anon si poteva fue la diagnosi se non aprendo la pancia per hTU

dentro. E' chiara che oggi tutto è cambiato, in maniera strariamente positiv-a, rispetto a situazioni del passato. Pensiamepaziente che arrivava in pronto soccorso con un infarto, le .si facevano eran-o poche: si collegava il paziente ad un elettrografo, si guardav-a che cosa stava accadendo, si davano dei farsperava che and::asse bene. Oggi in meno di 120 minuti si pudare esattamentee che tipo di lesione c'è e addirittura riparar la,persona può torrnare in 48, 72 ore a fare quello che faceva prit

I III.\tro un egreto - e per me ha fatto benissi-111 miuì 1m !egli Interni, tra l'altro un giocatore di111\ Il" odio di questo tipo pochi mesi fa. Meno di111 I lilll il ministro degli Interni, 15 giorni dopo è

I u 'sto nel '77 sarebbe stato assolutamente

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ICNAZIO MARINO FONDAZIONE ROMA EUROPF

Questo è proprio il senso che poi si ritrova nell'articolo 32 della nostra Costituzione. I nostri padri costituenti sono stati moltlungimiranti ed hanno indicato che nessun cittadino può essersottoposto ad alcuna terapia contro la sua volontà. Se non c'è uassenso esplicito, nessuno può essere sottoposto a nessuna formdi terapia. lo guardo a queste parole con un po' di stupore, perchpensate a questi padri costituenti che nel '48 hanno scritto questparole e che, in epoche molto diverse, hanno aggiunto che l'uniccircostanza è quella in cui quel cittadino diventi un pericolo per 1collettività. Hanno immaginato la possibilità di un paziente, di unpersona che contragga ad esempio un virus, un batterio che si trasmette molto facilmente ed andando in giro, rifiutando si di essersottoposto a trattamenti, diventi un pericolo per la collettività. Meccetto quel caso, nessuno, per la Costituzione italiana, può essersottoposto ad un trattamento se non dà un esplicito assenso.Nel 1976, negli Stati Uniti, una ragazza ebbe un incidente auto-mobilistico, venne soccorsa - ed anche molto bene - e collegatadelle macchine con un ventilatore artificiale che la manteneva iuno stato di vita, che però tutti riconobbero essere uno stato di vitvegetativo permanente. I medici riconoscevano questa condizione espiegavano alla famiglia che non e'era proprio più nulla da fare. Lafamiglia, ragionando con i medici e gli infermieri, non capiva perquale motivo continuare tutte queste terapie se davvero non c'eranessuna possibilità. I medici spiegarono che per la legge degli StatiUniti in quel momento, se avessero sospeso quelle terapie e quindiaccettato semplicemente la fine naturale per quella vita, rispettan-do la dignità di quella persona, sarebbero stati accusati di omicidiovolontario.E' chiaro che uno ci pensa bene prima di andare incontro a un per-corso di questo tipo. Non volevano farlo. Allora insieme, la famiglia

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ETICA E DIALOGO, GUIDA AD UNA LEGGE NON PIÙ DlFFERIBILE

I dll i, si rivolsero alla Corte Suprema del New]ersey, la qualeIl prima sentenza che recitava, in qualche modo, che se nondi lilla ragionevole speranza di recupero dell'integrità intellet-'Il! -lla persona non poteva ritornare a recuperare le sue fun-

I I nhrali, era legittimo, se così voleva la famiglia, sospendere lel'Il l' Il .ssuno poteva essere accusato di nulla.

111 .tr .adeva più di trent'anni fa in America. Oggi in effetti, inI l, ul di là di chi afferma che comunque si fa lo stesso o non sih LI(I () lin rianimatore che si trova di fronte ad una persona in

I I I l' I -rrninale delle vita, con una malattia devastante, sostenuto111111 hinc che la mantengono in una situazione che è artificiale,

1111 '.1, dal punto di vista della giurisprudenza, nella stessa situa-I/

I In poi negli Stati Uniti ha seguito un percorso, con diverse" IIlnll i .hc hanno sollevato la discussione e il dibattito pubblico.

111111 voluti diversi anni e soltanto nel 1991 nacque il "PatientIl dl'll'l'rnination act", che è la legge varata dal Congresso degli

111 l luiti che regolamenta la materia e che permette quello cheI lini vorremo arrivare a permettere in Italia. In pratica che, in

1111111'111 ' momento, chi lo vuole - semplicemente chi lo vuole - diaIl IlIdi 'azioni su quello che lui ritiene di poter accettare e quello

Il IIIVI(" ritiene inutile, futile e inaccettabile, se si trova nella con-I IIIIIC'di non poter più dire ciò che per lui è giusto, e ciò che non

III In,come terapia.1111 I eli re un'altra cosa, perché purtroppo nel dibattito mediatico

l'I III ..i perde, Noi abbiamo fatto un lavoro molto serio e mol-I 1IplllOHO in commissione Sanità al Senato. Ho voluto affronta-

d,IVVl'f'Oin maniera scientifica questi temi, in modo da portare1 111111 u: .nza di tutti il maggior numero di informazioni possibili.hlu.u \IO fatto un totale di 49 audizioni. Abbiamo già pubblicato

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IGNAZIO MARINO FONDAZIONE ROMA EUROP

un volume di tutti i testi delle audizioni e abbiamo organizzato uconvegno internazionale di due giorni, il 29 e il 30 marzo 2007. I30 marzo è stato presente tutto il giorno il Presidente della Repubblica, che ha dimostrato una grande sensibilità per questi temi.Tuttavia, di tutto questo percorso c'è stato un momento in cui istesso mi sono sorpreso delle informazioni che ci venivano portate. E' stato quando una istituzione molto seria e rigorosa, l'IstitutMario Negri, con il coordinamento di una serie di rianimatori, hraccolto, nell'intero 2005, i dati di 320 delle 400 rianimazioni chesono in Italia, esaminando più di 30.000 cartelle cliniche.Quello che loro sono venuti a direi, secondo me, dovrebbe preoccupare anche chi si dice contrario a questa legge. Sono dati scientifici e li trovate sul mio sito internet, sul sito del Senato e sul sitdell'Istituto Mario Negri: nelle ultime 72 ore di vita, cioè verso lfine della vita di una persona in rianimazione, nel 62% dei casi, urianimatore, quello che è di guardia, decide quella che loro chiamano "1'esecuzione di una desistenza terapeutica", cioè in pratica d'diminuire le terapie nella fase finale, di accompagnare nel passaggitra la vita e la morte quel paziente.lo sono rimasto colpito da questo dato, ho chiesto di ripeterlo e .medico che portava questa testimonianza, questi dati scientifici si èun po' risentito e ha detto: "ma scusi Presidente, anche lei è un me-dico, lo sa perfettamente cosa facciamo e sa che facciamo bene, chelo facciamo in scienza e coscienza".Sono davvero convinto che lo fanno sicuramente in scienza e co-scienza. Però credo fortemente che ci debba essere una legge chepermetta, a me cittadino, di poter dare delle indicazioni su quelloche voglio e su quello che non voglio, e alla mia famiglia di par-tecipare a quella fase drammatica in maniera aperta e trasparente,con un'alleanza terapeutica fino alla fine, con un dialogo tra medici

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ETICA E DIALOGO, GUIDA AD UNA LEGGE NON PIÙ DIFFERIBfLE

Illli 'l'i e famiglie; non con una persona che è da solo, di guardia,I IlItH' delle sue personali convinzioni e delle sue conoscenzentiliche, che deve decidere se andare o non andare avanti.•• che questo, se mi ci trovassi io, mi preoccuperebbe un po'.

t 111<:ihe ci fosse una discussione quanto meno collegiale. MaI I ussione collegiale non ci sarà - e non ci sarà mai - fino a"dll n n ci sarà una legge. Capisco che è facile prendersela con

1 .111 i o dire che giocano a fare i "padreterni", ma non è così, per-I posso assicurare che per me, che ho fatto questo mestiere e

I I 1.1110in situazioni molto complesse, di solito in una situazionenuuiuica si crea una grande alleanza, anche psicologica, con i

"IIII'i; 'è questa partecipazione intensa, questo pathos.I I I chiaro che se mi si chiede di rendere pubblica una decisione,ddirittura di documentarla in cartella, sapendo che una personaI Il parto alla quale sono antipatico domani, o un familiare tra"1'''', sci mesi mi potrà denunciare, dicendo che ho fatto qualcosa111111la legge, ci penserò molte volte prima di farlo in manieraIl.1l' trasparente.

\' I IH.:I' hé la legge che immagino vuole essere sulla base dei prin-111 ln-, in Europa, sono stati portati con la Convenzione di Ovie-

I l'.' hiaro che questi principi non servono per staccare la spi-l'I vono semplicemente per poter dare a ciascuno quello che è

I ttll Il ella nostra Costituzione, cioè la possibilità di indicare, se loIl,1,, che tipo di terapie intende ricevere e che tipo di terapie nonl' "d" ri evere.1111I concludere con alcuni concetti. Innanzitutto il percorso111( 'onvenzione di Oviedo è stato approvato da quasi tutti i pa-1111op 'i e rafforza i concetti contenuti nella nostra Costituzio-

I 1"'1ché li ripete e arriva ad aggiungere una frase che contienel" I vcrbio, "liberamente": ogni paziente, persona, cittadino può,

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le 'AZIO MARINO FONDAZIONE ROMA EUROP ETICA E DIALOGO, GUroA AD UNA LEGGE NON PiÙ DIFFERIBILE

se ha dato un assenso alla terapia, liberamente toglierlo in ogmomento.Penso che anche questo sia giusto. Se mi rendo conto che rispettomio progetto di vita quella terapia è molto pesante, mi fa star med io non la voglio più fare, per quale motivo al mondo ci deve essre qualcuno o qualcosa che mi obbliga di fare una terapia che io novoglio più accettare? E lo dico da persona che, in tante occasioni, hcercato di convincere dei pazienti ad andare avanti su un percorsche sicuramente era davvero pesante. Però quello è il modo, quelloil percorso, quello è il processo di uno scambio, di una convinzione di un dialogo con il paziente.Adesso è ripresa la discussione generale al Senato, quindi ascolterete più voci, soprattutto sui media, ma credo che ci siano dei punche vanno tenuti presenti: uno è stabilire cosa sia l'auto determinazione nella scelta. Questa non si può o non si dovrebbe rimettein discussione. E' un concetto che è già nella nostra CostituzionSe un cittadino non vuole essere sottoposto ad una terapia, è perfettamente cosciente, comprende bene quali sono le aspettative sesegue la terapia o se non la esegue e quale può essere il successo l'insuccesso, credo che abbia tutti i diritti di poter dire di sì opoter dire di no.Questo non c'entra nulla con quello che viene chiamato eutanasiL'eutanasia è tutta un'altra cosa. C'è una differenza sostanziale trsospendere o non iniziare una terapia e una procedura eutanasica, che il più delle volte viene eseguita con un'iniezione in venaun veleno chiamato doruro di potassio, che ferma il cuore in qumomento e in pochi secondi. E' la stessa procedura che si usa nbraccio della morte in Texas, dove non usano la sedia elettrica musano un'iniezione letale.E' chiaro che questo è fatto con uno scopo diverso. Chi ha pratica

IIIIII:lj:.çinadi poter praticare l'eutanasia, lo immagina per unourupassionevole. Però di fatto si passa per l'uccisione, per la

.11"~IH~I()11 ',per l'arresto di un cuore e per la fine di una vita in quelIItO.questo è chiaramente diverso da quello che si vuole fare.

I lo si dice che si vuoI scivolare verso questo tipo di temi siI l, non è così, perché con la legge sul testamento biologico siI .luvv .ro dare libertà di scelta a chi la vuole. Quindi se uno nonl' ". , non scrive nulla, non lo fa, non riempie nessun modello e1111,1 di .hiarazione, ma chi vuole dare indicazioni su quello cheIIIIIIap;inadi volere o di non volere, deve avere il diritto di farlo.

l! ìndicazìoni esistono nel catechismo della Chiesa cattolica.l. ,Itl' .hìsmo che è stato firmato su incarico di Giovanni Paolo

[ull'ullora Cardinale Ratzinger, il quale in un passo scrive, conIl I I hiarezza, che alcune situazioni ed alcune terapie possono

111,11"(' sproporzionate rispetto ai risultati attesi. In quel caso è11111 Il) I ensare di sospendere quelle terapie e quella sospensione

Ip,Ilifica uccidere, ma significa semplicemen te accettare la fine1111 d., Iclla vita. E' scritto in un testo di etica cristiana come il

• Iti In .111 I Il' lo che un paese laico per fare le leggi si debba attenere ad

Il lip;ione,però lì c'è scritto e c'è scritto anche nel codice di de-lolllpia medica che dice con chiarezza - ed è un codice che è statouu.rto Cl dicembre 2006, quindi recentissimo - che le indicazionil'tllimti devono essere vincolanti per il medico.

I tono queste affermazioni nell'etica di una religione - se aves-I 111 l'ill tempo vi potrei dimostrare che esistono nell'etica buddista,

1111 llu ebraica e in quella musulmana - se esse esistono anche nelIl I d .ontologico che i medici italiani si sono dati, mi chiedoI ""ode motivo non dobbiamo completare questo percorso e avere

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ICNAZIO MARI o FONDAZIONE ROMA EUROPEA

questo tipo di opportunità all'interno della giurisprudenza dipaese laico. Grazie.

Cesare San MauroRingrazio moltissimo il Professor Marino che ha lanciato non upietra ma un pietro ne nella tinozza, piuttosto che in uno stagnlanciandosi in temi peraltro molto cari al nostro Presidente Prfessor Irti, che ha scritto molto sulla filosofia del diritto e al quvorrei dare la parola, ma non prima di avere - come da tradizio- ringraziato per la loro presenza gli ospiti internazionali che soqui in rappresentanza delle ambasciate di Messico, Austria e Gemania.

Natalino IrtiGrazie, sono lieto di esordire nella presidenza della FondazioRoma Europea in occasione della conferenza del Professor Marino, il quale ha toccato temi di confine tra il diritto e la medicinMi pare che egli abbia distinto con esemplare chiarezza tre profil'eutanasia, la sospensione della terapia ed infine il testamento biologico. I tre profili si riconducono a un tema unitario: il rapporto truomo, tecnica e diritto.lo ho avuto la fortuna di parlarne e di scriverne insieme con il filosofo Emanuele Severino. Qui è in gioco qualcosa di più della scienza, sono in gioco domande fondamentali sulla vita e sulla mortcioè su eventi che erano circondati dal mistero e dall'enigma. U

l 1" ""d . "" 'd "tempo usavamo e paro e caso, estmo", proVVl enza .Quindi la lentezza del legislatore dipende soprattutto dal fatto ehnon è stata presa posizione intorno a questi interrogativi fondamentali, perché di fronte abbiamo concezioni religiose che meritano'nostro rispetto e che hanno una dignità secolare, ma a mio parer

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ETICA E DlALOGO, GUIDA AD UNA LEGGE NON PiÙ DlFFERIBILE

" I ,ltI .sse, sarebbe indispensabile che anche lo Stato, nella sual'I) itiva, prendesse posizione.

tll posizione fino ad oggi è mancata. Fa davvero piacere adu.ulino ascoltare che un Senatore della Repubblica abbia un

I ~II() t'O i preciso e rigoroso, ma non si può dire che queste ca-I Iichc abbiano sempre accompagnato il dibattito pubblico nel

I i t, anzi, una sorta di sudditanza psicologica nei confronti diI IIFiose monoteistiche o non monoteistiche.

I1I li ire che è indispensabile per l'I talia e per la classe politica".Il It' posizione su questi temi, ma prendere posizione signifi-111 111' .sprimere una concezione della vita e una concezione dell" dell'uomo. Perché, caro Professor Marino, quello che all'im-

I Il venuto in gioco, in modo inatteso, è il corpo dell'uomo. Ill''' dt'll'uomo che era per secoli affidato a forze misteriose.1\ l uxlo che i padri costituenti nel 1948 abbiano precorso la tec-l" ,LI .unericana. In verità su di loro gravava la memoria delle

IIIII IIZ' terapeutiche compiute nel periodo nazionalsocialista,11111 l'articolo 32 della Costituzione è piuttosto volto verso il pas-Il, I hl' non verso il futuro.

" 1111/ il corpo? E' davvero soltanto affidato alla decisione del" "In () in qualche modo appartiene alla comunità? La vita e la111" no eventi naturali o sono eventi che la tecnica è ormai in.I" di orientare e dominare? Ecco, mi permetto di osservare che

I I 1(· I .ntezze del legislatore italiano sono dovute all'interiorità e1\ , II1I)f()Odità di questi interrogativi.

l San Mauro111 I la I arola alle domande. Abbiamo la Professoressa Carla Ra-

111 Bt'dogni, Commissario dell'Autorità antitrust, poi il Professor1,,11., ;\ ttili che è Ordinario di Gastroenterologia a L'Aquila e poi

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IGNAZIO MARINO FONDAZIONE ROMA EUROI'

il Presidente Giuseppe Faberi, Presidente di sezione del Consigdi Stato.

Carla Rabitti BedogniCredo che ci sia davvero un problema di comunicare in modo p'efficace. Ho seguito poco da cittadina - perché nella mia attivimi occupo di altre cose - il dibattito e forse mi sono sfuggiti alcupassaggi.L'impressione che ho avuto è stata veramente che c'è chi cercaportare l'ascoltatore e il cittadino verso una confusione fra eutnasia e diritto di esprimere, nell'asprezza di una contrapposizionche vede ideologicamente impegnati per fini ulteriori, rispetto allscelta che veniva richiesta.Quindi, secondo me, prima va fatta chiarezza su questo puntPoi, per tranquillità della coscienza dei cattolici, credo che, ancouna volta, vadano fatte conoscere con maggiore attenzione e coun maggiore sforzo di diffusione, quelle che sono state le opinioespresse dal Cardinal Martini, che certo non può essere imputatdi laicismo.

Adolfo AttiliIgnazio, ormai è un anno che rivesti questo ruolo ed avrai avutmodo di sondare le opinioni che girano in Parlamento. lo personalmente sono favorevole ad una soluzione per tutti e tre i problemche hai esposto, ma il Parlamento, secondo te, si ritirerà ancora esarà un ulteriore rinvio, oppure arriveremo ad una soluzione?

Giuseppe FaberiVolevo ringraziare anzitutto il Professor Marino per questa lucidis

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ETICA E DIALOGO, GUIDA AD UNA LEGGE NON PiÙ DlFFERIBILE

cmplice ma efficacissima esposizione. Seguendo da allievo,Il Il ~grandicello, del Professor Irti, vorrei aggiungere che i tre

t I Il • quest'ultimo ha evidenziato sono il cuore del problema.u uvviso il momento unificante di questi tre problemi è il limite

I Il unimento terapeutico. Niente di più e niente di meno, perché111' tra l'altro il punto di contatto con la questione dell'eutana-

I .1 domanda è: dal punto di vista medico, e non giuridico, quali[I '1" .sti limiti? La classe medica si sente in grado di catalogarli, lrrirli in una legge?

Wl MarinoI Il \I rispondere a quest'ultima, che è la domanda più complessa.Il pondo da medico e secondo quelli che sono i miei convinci-1111. Non credo che si possa mettere in una legge una definizioneIl di accanimento terapeutico. Credo che l'accanimento tera-

Il h Il possa essere definito da un dialogo tra il paziente e il medi-111 I raso di un paziente che può partecipare alla decisione. PuòIl cl .finito dalla persona nel suo dialogo con i medici, oppure

I I ere definito - se quella persona non è più in grado di cornu-111' di intendere e si ritiene che non potrà recuperare un'integrità

I 111 Il iva - attraverso le indicazioni che uno dà con il testamentoIl!. IgieO, e allora il dialogo deve avvenire o con quel fiduciario che" I "i\ nominato o attraverso la famiglia. Soltanto così può essere

1111110 l'accanimento e cerco di riassumerlo brevissimamente perIln'idea pratica di come la vedo io.

Il.1 nostra università abbiamo fatto cose straordinarie ma anche111 ,111l .nte degli errori, come avviene in medicina. Soprattutto111111 medicina e chirurgia di frontiera dove per arrivare a nuoveIll/inni, a volte si fanno degli errori e si percorrono delle strade

I ,Iill( '.

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IGNAZIO MARI O Fa DAZIONE ROMA EUROI'

Nel 1992 - forse con una mentalità da chirurghi ed un modoragionare estremamente primitivo, lo dico di me stesso che soun chirurgo - immaginammo per alcuni tumori molto avanzati clfegato, che avevano dato delle metastasi in altri organi vicini, la posibilità di raggiungere una sopravvivenza più lunga eliminando tui tessuti che erano stati colpiti dal tumore e sostituendoli con altessuti. Si tratta di quello che viene chiamato, ne avrete sentito palare, il trapianto multiviscerale. In realtà questo intervento lo abbimo eseguito in meno di 30 pazienti, perché ci siamo resi conto ceffettivamente non portava ad una differenza importante di sopravivenza e soprattutto danneggiava moltissimo la qualità di vita.Venne da un medico, un chirurgo italiano, perché voleva che lo esguissi su di lui. Aveva un tumore del fegato già esteso. lo mi ero giconvinto che questo intervento non doveva essere fatto, era tropppenalizzante per un paziente e non me la sentivo di consigliarlQuesr'uomo mi disse una cosa che mi convinse: "io ho un solo figlio e vorrei vederlo laureato in Medicina, gli manca un solo anne vorrei vederlo laureato. Voglio fare quest'intervento perché vogli

_ vivere il tempo di raggiungere questo obiettivo". Quello che per mera davvero accanimento terapeutico e non si doveva fare, per lche aveva un obiettivo da raggiungere, non era accanimento terapeutico. Qpesr'uomo ha fatto quell'intervento, ha avuto una qualitdi vita in alcuni momenti davvero difficile, però ha vissuto due ane io mi ricordo l'emozione che ho provato quando mi ha telefonatdall'Italia per dirmi che il figlio si era laureato.Quello che sto cercando di dire è che l'accanimento terapeutico spuò definire solo in un dialogo sincero, trasparente e leale tra cpratica la cura e chi la riceve, non può essere definito da una legge.Opinioni del Parlamento, rinvio o soluzione: credo che in Parlamento ci sia una maggioranza, perché ci sono molti laici che riten

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, h . questo debba essere un percorso regolamentato da una,( in entrambi gli schieramenti ci sono molti credenti, io stes-

111CI" 'dono che questo percorso debba essere definito. I numeri1111,1".110 he purtroppo - voi lo sapete meglio di me che sono unI I~Iaro di ritorno che negli ultimi 20 anni non ha vissuto qui -.

Il molte delle cose che si ritengono giuste, vengono affossate1"llt't'mente per un gioco di equilibri e perchè prevale il voler1111:11'·la propria posizione rispetto a quello che è il bene dei cit-

11111lo questo non voglio accettarlo, non capitolerò facilinente..111che questo è un problema molto chiaro, noi tra l'altro abbia-1111Presidente del gruppo dell'Ulivo, che è Anna Finocchiaro,1.1lavorando molto in questa direzione, perché si capisca che se

111111poche persone che legittimamente hanno una visione mol-1111'f'ralistanel rispetto dell'interpretazione della loro fede, non111(1)bloccare un Parlamento su temi che interessano la maggior

I ,It i cittadini. Se non interessano la maggior parte dei cittadini111.d Iro discorso. .I Il'I:lnto riguarda la comunicazione, sicuramente è vero che debba

Il piLIefficace. A volte c'è qualcuno che usa questi "giochini" perI ,nrnre, usando termini come l'eutanasia, quando l'eutanasia non111,,I nulla o addirittura parlando di omicidio. Piergiorgio Wel-111111'stato ucciso, era un uomo assolutamente cosciente. lo gli1',11lato per due ore quattro giorni prima che mori~se. Rite?ev~

II l'IlI .sse dare ancora un contributo con il suo penslero, pero lui('I () pensava che nove anni in quelle condizioni, non potendo

I muovere nulla del suo corpo fossero ormai diventati inaccetta-Il ( \I ,1 sospendere le cure non significa uccidere o commettere

111Il .110di eutanasia, è tutta un'altra cosa e queste cose non vannoIil Il l'.

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IcNAZIO MARINO FONDAZIONE ROMA EUROP

E'vero quanto detto sul Cardinal Martini, e non è il solo, perchéne sono molti altri che si sono espressi in maniera solida e rigorosu questi temi, ed è anche vero che ci sono molti vescovi che li hano attaccati pubblicamente. C'è stato 1'articolo del cardinal Martisul Sole 24 ore in prima pagina molti mesi fa, che spiegava davveda teologo pensatore, da cattolico la sua visione su questi temi. Bci sono state pagine intere sul Corriere della sera di alcuni che invce ritenevano che lui sbagliasse.Questo dibattito non è giusto. Ognuno deve trovare serenità nproprio ruolo e serietà in quello che dice e in quello che fa. Non crdo che sia giusto utilizzare argomenti così importanti, per cercareprevalere sull'altro e poi alla fine non portare avanti gli argomenche interessano al Paese.

Cesare San MauroCi sono altri interventi. Il Professor Andrea Costanzo, che insgna ortopedia e traumatologia alla Sapienza di Roma; il ProfessFrancesco Violi, che è il Presidente della Società italiana di medicina interna; il Professar Augusta Panà, che è Ordinario di Igiene dell'Università di Roma Tor Vergata e per finire c'è il SenatorFrancesco De Lorenzo, che è stato ministro della Sanità.

Andrea CostanzoMi riferisco alla prima parte del discorso del Professar Marinquella del consenso informato, e soprattutto con riferimento all'intesa psicologica con il parente.Dò una testimonianza: erano i primi anni '60, ero assistente all'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. Arrivò un paziente, un autistche viaggiando su un camion aveva avuto un incidente contro un al

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umion con sbarre di ferro. lo faccio traumatologia della strada,lmìo mestiere, e lui aveva ferite con fratture. Dopo altri ospedalil'" t arano al Rizzoli. Mi trovavo di guardia, ero giovane ma c'eraIIln di guardia, il paziente aveva la febbre, nelle ferite erano rima-i luilloni, a un certo punto questo paziente svenne.

I Il ivevamo fare? Bisognava amputare, altrimenti sarebbe morto.I I l'a tordito, non rispondeva. Ci siamo rivolti alla moglie, spo-r du 15 giorni, che ci disse: "no, amputato no, meglio morto". Ho1I11:ltO il Direttore il Professor Zanoli che ci disse che per legge.lIllputa o muore. Abbiamo amputato.

uuunda: a 50 anni di distanza com'è la situazione oggi? Il pazien-111111poteva scegliere il trattamento, il parente lo può scegliere? IlIIltiriO si prende la responsabilità?

Il 'sco VioliI .lo .he sia importante che sia Presidente della Commissione

11110\ un medico, che può dare uno spaccato della situazione piùIlIplisso e ampio di chi non è medico.I Il.\ sollevato un caso in cui la soggettività della sua decisione èI I cruciale nel portare la storia tra paziente e medico, e lei poid"l'iso con lui. Però chi alla fine ha deciso è stato lei. C'è stata

, , purte di soggettività importante, perché lei ha interpretato la111.1.

11111 di' è importante. Per esempio, la Società italiana di medicinaIl IlIa, che io ho l'onore di presiedere in questo momento e cheIl 11i\1 antica società di medicina in Italia, secondo me dovrebbe" rlurciarsi con una Commissione come la sua, proprio perchéI 1,\1110 quelli che vediamo più .pazienti di tutti, e in definitiva per

III1I l'l'operativa una giusta riflessione che lei ha fatto: il medico è" Iin 'he decide con il paziente,

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ICNAZIO MAlUNO FONDAZIO E ROMA EUROI' ETICA E DIALOGO, GUIDA AD UNA LEGGE NON PiÙ DlFFERIBILE

Qpal è la situazione del medico in casi come questo ? Avete unspaccato di come le società si sono rapportate su quello che lei sproponendo?

III parte viene firmato dal malato, completamente inconsape-\I ql! .llo che firma. Credo che il legislatore forse debba mettereI 1111testualmente al problema del consenso informato.Il I -niarno una posizione che mi sembra molto valida e che

I r o presa in considerazione. Il consenso informato non deveIl risultato di una informazione medico-paziente, ma deve

, ,I mio parere, sottoscritto dal malato in presenza dell'equipe

Augusto PanàSono Ordinario di Igiene all'Università di Tar Vergata. Sono molcontento di aver conosciuto personalmente il Senatore Marino,siamo sentiti in maniera epistolare tempo fa e sono perfettamend'accordo con tutta la sua impostazione.La mia domanda è simile alle ultime due. Quando lei ha parlatdi convincimento del paziente, mi è sorto il dubbio circa quanto lcultura personale del paziente possa avere un ruolo, perché noi ahbiamo pazienti con cui si può ragionare, altri con cui culturalmentnon si può ragionare.

Il Il .aso di un malato di cancro alla prostata nel momento in1IIIIIa il consenso informato. Dipende quale consenso informato

l, IO al radioterapista, al medico o al chirurgo.Il uccupazioni maggiori sono quelle che poi anche la classe me-

IIggi avverte, nel timore di veder trasformare il medico in bu-111' l' anche di dover necessariamente sottostare a richieste che

'1110 più attuali con il progresso della scienza.lidi la preoccupazione maggiore è: fatta la legge, come viene ap-It.I~lo credo che molto può essere fatto se si fa chiarezza anchel'Il Ii aspetti.

Francesco De LorenzoVorrei parlare più dalla parte dei malati che in questo momentrappresento.Sui principi credo che non ci siano dubbi sul fatto che lo Stato debba intervenire e che il Parlamento debba approvare una legge. Csono dei casi che sono di scuola: il caso Welby. La dipendenza dallmacchine, di per sé, solleva il medico da ogni responsabilità.Ciò che più mi preoccupa è un aspetto cruciale come quello dellcomunicazione e dell'informazione del malato, o della persona, nemomento in cui va a fare il testamento biologico.Tutti noi sappiamo, io lo so più dalla parte del malato che del me-dico, che l'esperienza del consenso informato è molto negativa. Sdobbiamo valutare l'applicazione della legge sul consenso informa-to alla luce di quanto è accaduto, allora sono molto preoccupato. Sostanzialmente il consenso informato è un pezzo di carta che per l

J San Mauro111 di dare la parola al relatore, volevo fare un piccolissimo espe-IIln. L'altra sera mi sono trovato in un contesto di una cin-

1I1111a di persone e abbiamo fatto un referendum che ripropongol,I era, e sono convinto che i risultati saranno gli stessi.

I 11110 naturalmente di persone di alto livello culturale. Oggi inI l, 111 mancanza di qualsiasi manifestazione di volontà da parteIl l, iarno tutti donatori di organi o no? Con la legge vigente, seIl"la qualcosa, veniamo considerati donatori di organi sì o no o

Il 111 o?dll' o che attualmente siamo tutti donatori di organi alzi la

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ICNAZIO MAltiNO FONDAZIONE ROMA EURO ETICA E DIALOGO, GUIDA AD UNA LEGGE NON PiÙ DlFFERlBILE

mano: una decina. Chi dice che non siamo donatori di organi:o meno il 50%.Sul tema c'è una disinformazione straordinaria nel nostro Paese.

Il izioni devastante: se c'è una moglie che non vuole sospende-I f I~,Ii che pensa che, invece, il papà glielo aveva chiesto e vuoleIl,\ll' quello che ritiene essere il suo volere. Insomma, è chiaro11110 ituazioni molto drammatiche.

lilla persona che diventa, dal punto di vista della giurispru-l. un responsabile che si assume su di sé questa enorme re-

I ,ll>ilità,aiuta molto. Aiuta per l'informazione al paziente seì'ultirno non può partecipare e qualcuno una decisione la deve

111, n'. Il fatto di avere un fiduciario aiuta.I hiaro che ci sono situazioni di conflitto. Come è stato detto,

\I .liclna progredisce, ed ecco che allora un fiduciario che cono-11111\ solo l'indicazione tecnica, ma anche la visione della vita delI 1I1t' impossibilitato a decidere, può intervenire e dire: "questoIlhhe voluto, questo non lo avrebbe voluto".

Il,,1 parte è chiaro che una legge non può rappresentare l'intimol,I t'uno dei cittadini di un paese. Qpesto è impossibile. PeròIII I Il una legge che permetta a chi lo vuole di poter dare delleIl .IIioni, sia un fatto di vera civiltà.'I",lnto riguarda la questione dell'intesa psicologica con i fami-I \'1 luestione dell'amputazione, mi rendo conto del dramma e

Il. difficoltà. lo purtroppo non sono un giurista, c'è stato un caso111 «) avvenuto a FIrenze alla fine degli anni '70 di un chirurgo chel'"n per tentare di salvare una vita, ha fatto un'operazione senzaI l'li .ito consenso ed è stato denunciato e condannato severa-ntr, Il caso dal punto di vista della giurisprudenza è ricordato\tll spesso ed è su quello che poi si è sviluppata, anche nel nostro

« • l'obbligatorietà del consenso informato. Senza un consenso1111 110 del paziente o di qualcuno che lo rappresenta, si configura

I, Iln.1111:11'0 che questo pone delle situazioni di confine che noi ab-

Ignazio MarinoE' davvero difficile poter rispondere in pochissimi minuti a tuqueste domande, che in pratica ripercorrono il dibattito che abiamo avuto in un anno in commissione Sanità e questo fa capcome, ormai, questi temi prendono un po' tutti.Per tentare di dare una risposta complessiva, quello che si cerchdi fare con una legge, non è di dare la capacità decisionale alla faglia in senso lato, ma ad un fiduciario.Noi abbiamo tentato di apprendere da quelli che un'esperienzal'avevano. Se ci sono paesi che hanno una legge da 15, 18 anperché non ascoltare chi la utilizza quella legge, sentire quali sole criticità? Per questo abbiamo invitato al convegno internazionspecialisti che sono venuti da Sidney ed altri che sono venutiManhattan, ed il messaggio che è venuto da questi ultimi, che vivvano in situazioni e realtà diverse, è che forse ancora più importandella legge e delle indicazioni che uno può decidere di dare o ndare, è che si indichi chi ci deve rappresentare, qualora non siapiù in grado di fado di persona.E' necessario sapere di avere un interlocutore affidabile. Sapere cegli o ella ha avuto una continuità affettiva con il paziente. Pessere un parente o anche un amico con il quale quella personper anni, può avere saltuariamente, ma con una continuità affettiaffrontato questi temi. Sapere che quella persona ha accettatoprendere su di sé la grande responsabilità di rappresentare chi glidato fiducia, in un momento così importante.Questo risolve molto nel colloquio con la famiglia, che resta in alc

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IGr AZIO Iv1A.RrNo FONDAZIONE ROMA EURO

biamo cercato di considerare nella dichiarazione anticipata etestamento biologico.Ad esempio, io ho avuto una lunga discussione con i testimoniGeova, perché questo è un problema importante. Se arriva una psona vittima di un incidente, chi lo riceve al pronto soccorso ma salvargli la vita. Se questa persona è un testimone di Geovalegittimamente, considera per se stesso un peccato mortale, nonparabile in alcun modo, la trasfusione di sangue, come si fa? Attverso tutti questi colloqui, ed il percorso è stato molto articolattestimoni di Geova italiani hanno accettato che noi mettessimoarticolo nella legge secondo il quale se non c'è il tempo o c'è unatuazione di incoscienza e non ci si può documentare sulla ideologsulla religione e sulla visione della vita, si può procedere, salvo pinterrompere le terapie nel momento in cui si può dimostrare cquella persona, quel tipo di terapie, non le voleva.

)MUNISTI AL GOVERNO, COMUNISTI DI GOVERNORoma, Caffè Greco, 29 ottobre 2007

di Oliviero Diliberto

San Maurouonasera e benvenuti a tutti. Questa sera abbiamo con noil'Onorevole Oliviero Diliberto, che ringrazio per la sua pre-, .nza.

j IODiliberton.iwra, ringrazio il Presidente Professor Natalino Irti per questoIllh,\imo invito. Grazie naturalmente a Cesare San Mauro e a voilo l'l'I' essere presenti.I l.IIio anche Andrea Di Porto, che è stato il tramite di questa mia

11/,1 stasera.'11110.he avevo pensato per questo colloquio è "Comunisti al gover-«ununisti di governo" che sono, naturalmente, due cose diverse,

I l,ISO, possono essere intrecciate. Mi è venuto in mente questoh Il .rché in queste ultime settimane qualche esponente politicoIl 111'no autorevole, non necessariamente solo dell'opposizione, ha

1111111uro questa anomalia che esiste solo in Italia e che riguardaIl IIzadi due partiti comunisti, per di più, entrambi al governo del

I Il"azione analoga la troviamo, in parte, a Cipro, ma si tratta diruomalia, mentre nel resto d'Europa, dove governano coalizioni di

, Il,1()di centro-sinistra, i comunisti sono all'opposizione.11110forzato di ragionare, in una chiave non meramente di po-

1"1politicienne, su quali fossero i motivi di natura culturale e di11111. 1 che potessero spiegare perché in Italia c'è questa anomalia.

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OUVIERO DILIBERTO FONDAZIONE ROMA Eua COMUNISTI AL GOVERNO, COMUNISTI DI GOVERNO

C'è un' origine precisa, che cambia tutto il corso della storia segunon solo per i comunisti, ma per l'Italia. L'inizio è rappresentato cldiscorso a cui faranno seguito una serie di opzioni politiche. Il diso è quello che fa Palmiro Togliatti appena tornato dall'esilio, quasi faceva chiamare Ercole Ercoli, 1'11 aprile 1944.Alcuni di voi forse sapranno che una delle mie passioni è quella dcarte antiche, infatti, ho l'originale del discorso che fa conosceregliatti. Quando Togliatti arriva a Salerno per quella che sarà la fam"svolta di Salerno", poi passata alla storia, in realtà non lo conosnessuno, tanto meno i compagni della federazione di Napoli deltito Comunista Italiano.C'è un libro gustosissimo, pubblicato da Sellerio, di Maurizio Valegià Sindaco di Napoli, dal titolo "C'è Togliatti". Non è un libro ptico, ma un racconto che parla di uno che si presenta e dice "io soil segretario del vostro partito", perché era stato designato negli adella clandestinità e dell' esilio.Qualcuno dice, maliziosamente, che è un po' quello che ha fattotroni con il Partito Democratico, però io aggiungo, sempre per seallo scherzo, che Veltroni non ha fatto venti anni di esilio per essdesignato tale.Al di là delle battute, è proprio così, confermato da tutti i testimodi quel momento. Togliatti sbarca e deve tenere un discorso, pogiorni dopo il suo arrivo, e nessuno del gruppo dirigente del Pciche cosa dirà. E' un discorso che viene fatto davanti ad una granplatea dell'antifascisrno italiano. C'è Benedetto Croce, c'è Sforza e pci sono tutti i quadri del Pci, che non sanno cosa avrebbe detto in qdiscorso, che viene tenuto al cinema Modernissimo, passato poistoria per questo episodio.Secondo me, è il vero atto di fondazione del Partito Comunista Italino, molto più di quel lontano 1921, nel quale di colpo il Pci si trovò

P.I.II'. l'avvento del fascismo e riuscì a mettere in piedi una gran-uizzazione militare clandestina, ma per lo più in esilio. Picco-W" ppi che poi si riorganizzarono nel '43/'45, ma che vivevano,Il. diversa da quella dell' Italia liberata, dove arriva Togliatti.'I"t'i discorso, il Partito Comunista Italiano sarebbe stato comeIl ,diri partiti comunisti dell' occidente e cioè sostanzialmente

CI (' ideologico, quindi ininfluente nella storia politica e socialeI 110Paese..111l' Togliatti? Ci sono tre punti fondamentali. Il discorso è inti-I '" .1politica di unità nazionale dei comunisti" e il contingente èIl.1di togliere la pregiudiziale antimonarchica nella lotta controIl,1listi. Pregiudiziale antimonarchica che, per esempio, avevanoItI"ti che non volevano collaborare con Badoglio e con il Re,ItI.IIIl .nte o meno, non è questo il punto. Togliatti si dimostra

.lr.uamente, più duttile nella politica e, per certi versi, più lungi-111('n Ila strategia, perché compie una scelta enorme, provate ad'1',llIarla immersi nella realtà di allora. Metà del Paese è in manoIl (hi ed i comunisti non stanno pensando solo a liberare l'Italia.

Il).)01) dei casi stanno pensando che liberare l'Italia significa metter-I 111.1110ai comunisti. Angelo Tasca diceva: "fare come in Russia".Il.11t i arriva e gli spiega che se lo possono scordare, e che viceversa

Il,1 . stituire governi di unità nazionale con tutte le forze antìfa-,.1<1iniziare da Badoglio - che era gravemente colluso con il fasci-111m ovvio - e con i liberali, in un clima di concordia nazionale.

1111.1 sa che sconcerta il Partito, ma poiché Togliatti arrivava da1.1dove c'era un signore che si chiamava Stalin, che poteva co-

Il.1.11. i comunisti non soltanto in Unione Sovietica, questa sceltaIl .11'olta - con mille resistenze, che poi verranno stroncate negliIl ,l , 'guire - e i comunisti entrano al governo.

I (' difficile percepire l'enormità di quella scelta per quel tipo di

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OLlVIERO DILlBERTO COMUNISTI AL GOVERNO, COMUNISTI DI GOVERNO

partito, che aveva le armi in pugno. Invece, i comunisti vannoverno con Togliatti come Ministro della Giustizia e con Gullo,cimarro ed altri, con incarichi nello stesso esecutivo. E' soltantoscelta di De Gasperi, nel 1947, che li espelle dal governo, perchgliatti ci sarebbe rimasto.In quel discorso ci sono altri due aspetti non meno rilevanti, quche ho citato è l'aspetto enorme ma contingente, di stretta attupolitica. In quel momento di ricostruzione dell'unità di tutte le 6antifasciste, il primo obiettivo è sconfiggere il nazifascismo.Il primo aspetto attiene alle caratteristiche che dovrà avere da adesavanti il Partito Comunista Italiano, che sono completamente divnon soltanto dalle caratteristiche che aveva avuto quel partito fingiorno prima, ma diverse, anche in questo caso, dal partito comundell'Unione Sovietica e da tutti i partiti comunisti in quel mompresenti nel mondo. Togliatti, infatti, definisce il Pci "partito di gono", che non significa essere al governo. In una democrazia parlamtare, si può essere "di governo" pur stando all'opposizione. Noncosì nel 1944, non si usava questa espressione.Cosa vuol dire? Vuol dire delle cose precise. Togliatti in quel discodisse: "non dovete fare i propagandisti della rivoluzione", bandenogni forma di estrernisrno o massimalismo. Togliatti diceva che nbasta denunciare ciò che va male, bisogna sempre aggiungere cosi fa a risolvere quel problema e deve essere una proposta realizzabInoltre, insieme alla proposta realizzabile, bisogna sempre indicaresistema di alleanze che consenta di avere la maggioranza. Se non sila maggioranza, si può anche fare la proposta più bella del mondo,rimane una proposta e non un'azione politica.Il secondo aspetto riguarda il problema che ha Togliatti, il quale è apena arrivato da Mosca. Deve dimostrare che il Pci è parte integradella cultura e della storia d'Italia e che non è un corpo estraneo

Per fare questo costruisce il pantheon, una sorta di genealo-(omprende De Sanctis, Labriola e Gramsci e cioè riconnette

1.1 progressiva, come si sarebbe detto allora, e ìntellettualirà

111.

don complessa che parte da lì, come parte da lì, il ragiona-Il l Il . il Pci farà dal dopoguerra fino a tutti gli anni '70. Quella

(1Il' chiamata comunemente la cosiddetta egemonia culturaleI 1.1, nasce da quella scelta dell'aprile del '44, ammesso che ci sia

t 11.1 un' egemonia.Il.1 di investire sull' intellettualità, insieme alle lotte di classe di

,Il' onradini, è una scelta che nasce in quel contesto preciso, dalIIlvo di non apparire come corpo estraneo. Togliatti lo dice espli-

fili Il! . in quel discorso, che io ho fatto ristampare recentemente da, ".1 .ditrice, perché è un capolavoro di arte politica. Al di là della

Il,••.i/ione di ciascuno di noi nello schieramento, in tempi di deca-1110 della politica, questo è davvero una sorta di vademecum.

(Il qu 'sto, naturalmente, non implica l'abbandono in Togliatti - né,l cs ere diversamente - dell'ideologia e del legame di ferro con

"'1111' ovietica, in un contesto di divisione del mondo, come deci-.ilra. Questo, come ovvio, porterà con sé nella storia del Partito

"'lIllista che seguirà, contraddizioni, errori e differenze all'interno

1111 \1 '5 o partito.Il ,.I linea viene osteggiata al punto che, alcuni anni dopo, il viceI LIri del partito Pietro Secchia - nome oggi dimenticato, ma che

I '.1 -ra un "personaggio", anche perché veniva dal Nord ed era,111 I.uigi Longo, uno dei capi della resistenza comunista - cerca di

I Il' s arpe a Togliatti. Va a Mosca a parlare con Stalin, per suggerireuundare Togliatti a dirigere l'internazionale comunista, perché la

Il ,1.1 ritenuta una linea "normalizzatrice". Togliatti, infatti, in Italia, '.1 sostenuto l'amnistia, altra cosa gigantesca che, considerando il

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OUVIERO DILIBERTOCOMUNISTI AL GOVERNO, COMUNISTI DI GOVERNO

co~testo, d~ la gr~nde statura del personaggio. Stalin, che era piùtelligente di Secchia, non gli risponde nemmeno, fa tre volte di no cl'indice della mano. Poi, per una disavventura, il segretario di Seccscappò con la cassa del partito - una cosa enorme per quel periodoriuscì a far fuori quest'ultimo.Insomma, con tante contraddizioni e difficoltà, Togliatti crea queche egli stesso definisce "la giraffà', cosa, anche questa, ormai del tudiment~cata. Togliatti paragona il partito ad una giraffa: è un particomull1st~ che opera in un sistema capitalistico, accettando le regodemocratiche. Un partito strano, come uno strano animale è la giracon quel collo lungo.Da lì c'è la svolta per la Costituente, atto enormemente importate anch' esso. I comunisti non partecipano banalmente. Terracini èPresidente dell' assemblea Costituente. La Costituzione repubblicanafir~ata da un comunista e, attraverso la Carta costituzionale, Togliapuo v~rare .q~~lla che nel 1956 - all'indomani del 20° congresso dPcus, m CUIc e la denuncia dei crimini di Sralin - può definire "la viitaliana al socialismo".Banalizzo molto perché altrimenti ci vorrebbe un corso biennale mè la Costituzione repubblicana che contiene già, in sé, tutti i diritti epoteri che potenzialmente potrebbero condurre al socialismo, si trattdi applicarli.Lesempio classico - e secondo me straordinario - è l'articolo 3 della nost.ra Costituzione, che non prevede banalmente il principio duguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, bensì aggiunge ucomma fondamentale, per cui la Repubblica ha 1'obbligo di rimuovergli ostacoli di natura economica e sociale: sono gli ostacoli di classe.Questo comma riassume il principio che le differenze di classe, sonoun ostacolo per l'eguaglianza. Dunque questo è un grimaldello. Pen-sate a quante sentenze della Corre Costituzionale che, in applicazione

II',II'Licolo3, hanno cambiato le regole in Italia, molto prima deltI.lI11cntoche non riusciva a cambiarle. Basti pensare che il reato diI"lInio, come noto, è stato ritenuto incostituzionale in applicazionell'art. 3 della Costituzione. Ho citato la cosa più eclarante. Fino al, l'adulterio era un reato che discriminava sessual:nente, ~erché era

Il solo se compiuto dalla donna, ma non se complUto dall uomo.uxate agli articoli della Costituzione sulla pro~r.ietà priva~a e sul-uurapresa privata, cioè la finalità sociale, la ut~ltta~ p~bbh~a della

loprietà privata e dell'iniziative economiche del privati; lecite, ma

,,\'ordinate ad un'utilità collettiva.l'incontro di due culture e non è - come qualcuno dice banalmen-

una Costituzione dettata dai sovietici, che non avrebbero avuto1\ .111he la forza per farlo. E' l'incontro tra la cultura tradizionalmente\I ispirazione rnarxista e la dottrina sociale della Chiesa che: in un1111rocio davvero fecondo nell'assemblea Costituente, danno vita a ununxlcllo di carta costituzionale mista, che non è un modello tradizio-

Il.llcdi costituzione liberale borghese.l' proprio per questo che Togliatti, spinto dalla denuncia dei crimin~I,tlioiani _ che si poteva fare molto prima, ma che comunque dal PCI'lata fatta mentre non fu così per altri partiti comunisti - andando

111liro per il mondo, inaugur.a a~pu~to "la vi~ italiana ~ so~i~ismo",I Il ' segna un po' tutta la stona d Italia, perché quel parnto di gover-110"non è stato più al governo ma è rimasto "di governo", t.a~to è ve~oI Il ' è riuscito a condizionare dall' opposizione in modo pOSltlVO,a mIOmodo di vedere, una grande stagione di riforme che hanno segnato la

ocietà italiana.( "\ un celebre episodio che io racconto sempre ai compagni del miop,lrrito, per merterlì in guardia da forme di avventurisr::o, ~he ri?uar-11.1Pajetta quando occupò la Prefettura di Milano. I plU glOvan~ nonIOl1oscono questo episodio, che è storico. Pajetta, che era un po una

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OLIVlERO DILIDERTOCOMUNISTI AL GOVERNO, COMUNISTI DI GOVERNO

"testa calda", nel 1947, occupa militarrnente la Prefettura di Milperché il governo aveva sostituito il prefetto, che proveniva dallasistenza. I comunisti hanno le armi e occupano la Prefettura. Pajtelefona a Togliatti e trionfalmente gli comunica "abbiamo presPrefettura" e Togliatti gli risponde "ed ora che cosa te ne fai?".Togliatti era anche sprezzante nel tratto personale, di un'incessae costante tensione verso cose che realizzano obiettivi e non vl'azione tardo d'annunziana fine a sé stessa, il beau gest come la prdella Prefettura. Cose che, appunto, non sono mai appartenutecultura politica del Pci, bensì a quella di qualche gruppo estremispecialmente negli anni '70, che poi è degenerata, come sappiamo,terrorismo. Non a caso negli anni '70 il Pci, da forza "di governo"stato il principale alleato di quei governi che non erano comunisti,fronteggiare il terrorismo.Insieme a questo status di partito "di governo", ei sono state, petante battaglie vinte: lo Statuto dei lavoratori, la scala mobile, la prvidenza pubblica garantita a tutti e la scuola pubblica garantita a tutPotremmo citare tantissime conquiste portate a casa, stando alI'oppsizione, perché i comunisti italiani non si limitavano a protestare,agivano politicamente e si ponevano degli obiettivi concreti. Cosa cnon si è realizzata in nessuna altra parte d'Europa.In qualche paese extra-europeo, i comunisti hanno conquistato noil governo, ma il potere in senso stretto. In Europa, invece, i grupdirigenti degli altri partiti comunisti non hanno mai avuto questo tipdi vocazione, tant'è vero che non hanno mai fatto il salto di qualità ehha consentito al Pei di diventare una forza come quella italiana, ehnel momento dell'apice, nel 1976, aveva più di un terzo dei voti.Poi è arrivato il 1989, ancora una volta sulla spinta di un fatto internazionale, come accadde nel'56. Nel 1989 è l'elemento internazionaldella crisi dell'Urss che porta alla fine del Pci, che, questo è il mi

Ilio, già nella seconda metà degli anni '80, aveva iniziato a eviden-l',\iclementi di una crisi, forse irreversibile.I il olpo di grazia. Arriva la svolta di Occhetto. forse co~ qual.chenuuezza, ma sicuramente con grande coraggio, che gli va neo-11110 anche da chi non era d'accordo. Con Occhetto si cambia il

1111 l'd il simbolo.uu pezzo, non piccolo, del vecchio Pci che decide di non ac~ettare

Il.Insizione verso una formazione non più comunista. Non piccolo,I Id. Rìfondazione Comunista, che nasce nel gennaio del '91, nelle

Ioni del '96, aveva 1'8,6% dei voti.I ~()iarno molto più a ridosso dell' attualità politica rispetto allaIl .1 di cui ho parlato fino ad ora, per cui è del tutto evidente cheI 110 he sto per dire in quest'ultima parte del mio intervento, è

'It.lbilmente condizionato dalla eircostanza che io in questo casoIO,mentre in quegli altri casi, posso essere solo uno studioso di quei

111)1\1 .ni.Il .1succede nel '91? Nel '91 succede che Rifondazione Comunista,Il ripeto è un pezzo non piccolo dell'ex Pci, sceglie di rimanere co-urnista e accoglie una serie di schegge variegate, che provengono daItIt mondi della sinistra ed in particolare dal vecchio estremismo degliIIlIi '70, con una cultura politica profondamente diversa da quella di" vi 'ne dal Partito Comunista Italiano.nl'~te "schegge" non sono maggioritarie, tuttavia Rifondazione, n~i

Il mi anni, vive una contraddizione per~nn~, tr~ il t~ntativO e il desi-I IIIl di alcuni di dire no a tutto e il desiderio di altri, come me - che

nl'ono da quella cultura politica, che ho raccontato fino ad ora - di

IIIH'ncarsi con il tema del governo.I I ~Ioria è nota, nel senso che quelle contraddizioni latenti dal '91, nel1111 Il rtano a quella che veniva chiamata la desis~enz~, e ci~è un ac-01 do me ram ente elettorale e abbastanza contraddlttono, tra 11centro-

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OLlVLERO DILTBERTO

COMUNISTI AL GOVERNO, COMUNISTI DI GOVERNO

sinistra e. ~fo.ndazione Comunista. Successivamente, nel '98, qucontraddizioni esplodono quando Rifondazione è nella maggiorche regge il governo.~el fr~~tempo Fausto Bertinotti è diventato segretario del partito.nnotu e una persona squisita ed è anche mio amico, ma non vienquella storia del Pci. La sua cultura politica è quella socialista e noquella dei comunisti italiani. In quel momento, Rifondazione dela r~ttura, decide di far cadere il governo Pro di. Un pezzo di RifidaZ1~ne ~omuni~ta, che. io poi, immodestamente, ho rappresentnegli anni a segUlre, decise che il partito doveva continuare ad esun partito "di governo". Se si perdevano le elezioni, come è succesar,7mm~ st~ti alI' opposìzìone, ma sempre con una logica "di govno . QUIndi compImmo Il gesto di andarcene da RifondazioneCi fu anche quel drammatico voto alla Camera, nel quale Prodi pe~per un solo voto. Non riuscimmo a salvare il governo e allora decidemo di dar vita ad una cosa che, in miniatura e in misura ridottissimvuole ~ssere - con il gr~nde senso della misura che ho - il pezzo paut~ntl.camente erede di quella storia che ho provato a raccontare.qUIndI entrammo al governo ed io ho avuto il privilegio di fare il Mrustro, ~o cercato di farIo con quello spirito lì, incarnando gli interesgenerali e ~on gli. i~teressi del mio partito o della mia parte, ptoprimemo.re. di quegli Insegnamenti che a noi avevano impartito sinragazzInl. Quella cultura del partito dal '44 in avanti.Oggi .non c'è più neanche quel problema, perché Rifondazione hcompiuto. ~n percor,so autonomo rispetto a noi, ma è anch' essa al governo e ~1O, non puo che rallegrarmi, perché a posteriori, in qualchmodo, Cl da ragione.~~tu~almente noi abbiamo ben chiaro che partecipare alla responsabi~lta ~l u~ governo ~i coalizione, largo e variegato come questo, implicinevitabilmente dei compromessi. I compromessi dipendono dai rap

li di forza. Potranno essere più o meno buoni, dal punto di vista dili l'uarda, sulla base esclusivamente dei rapporti di forza.

11111'1'avendo un partito che sta tra il2 ed il 3%, è del tutto evidentepus iamo cercare di strappare qualche risultato o cercare di frenare

Il. co e che non ci stanno bene, ma sappiamo che non siamo noi a

, uuinare la politica del governo..110partiti dall'analizzare in Italia un grande partito comunista, si• ,I, nella vulgata corrente, il più grande partito comunista dell' oc-\! 111. ed era vero, ed un più o meno piccolo partito socialista che,

I onda dei momenti storici, alternava subalternità ed autonomia,1111,Id essere, alla fine, completamente autonomo ed anzi in compe-

11111' con il partito comunista.11111passati più di venti anni dall'epoca della competizione tra i du~"Iiri. Se oggi guardiamo alla politica italiana, anche alla luce deglìIl mi eventi, noi rischiamo di avere non soltanto uno o forse due pie-,Il partiti comunisti, ma di non avere più alcun partito socialista.

l" q\l 'sto modo continua l'anomalia italiana rispetto all'Europa. E'1II',\Ilomalia di tipo diverso, ma è sempre un' anomalia, perché men-Il 111Europa ci sono aggregazioni di tipo socialista, laburista e so-Idtl 'mocratico, che possono vincere o perdere le elezioni nel sistemaI Il',dternanza, in Italia la nascita del partito democratico - al quale,l' I carità, faccio tanti auguri, anche perché sono nostri alleati - postu-

l. 1.1fine di una prospettiva di tipo europeo.I " .mcora una volta, una delle tante anomalie della politica italiana,d l'anche la fine della parabola storica dei comunisti di quel partito,

111111dei comunisti in generale.l'uivate a pensare anche ai nomi. Il Pci si trasforma in Pds, il ~,d.s~i11.1~formain Ds e ora in Pd, perdendo quella esse che stava per SIni-11/. Questo è un paradosso clamoroso, perchè con tutti i difetti e con

11111>le trasformazioni che ci sono state in Europa, i partiti socialisti,

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UN PAESE DA SBLOCCARE E RIFORMARERoma, Caffè Greco, 26 novembre 2007

laburisti o socialdemocratici, a seconda del paese, nascono sulla bdella vocazione di rappresentare gli interessi dei lavoratori, cioè sol'interfaccia politico istituzionale del lavoro salariato.Oggi noi rischiamo che scompaia dall'Italia il tema della rapprestanza politica del lavoro salariato. Questo è un problema che, seconme, dovrebbe interrogare e sta interrogando non soltanto i partiti dsinistra, ma anche i sindacati, e dovrebbe interrogare anche gli imprdirori, perché la fine di una formazione politica o di una soggettivipolitica di questo tipo, priva di una interlocuzione anche l'impresa.Quindi noi ci sforzeremo di continuare, con le nostre povere forze.provare a dare rappresentanza a quegli interessi e cercheremo di flo anche con questa aggregazione nuova che sta, speriamo, per essvarata con altre forze di sinistra, per avere valore aggiunto maggioranche nella contrattazione interna al centro-sinistra.Tuttavia, quello che si è irrimediabilmente perduto, è proprio quellspirito originario dal quale sono partito, quello dell' Il aprile 194ossia il tentativo riuscito di tenere insieme un grande partito di massquale era il Pci, con la vocazione "di governo".E' rimasta la vocazione "di governo", ma non c'è più il partito di masa. Grazie a tutti.

di Pierferdinando Casini

l' San Mauroum.rsera e benvenuti a tutti. Ringrazio il Presidente Casini per la sua

ruza che ci onora.

IJ -rdinando Casini1111Cl tutti in presenti e in particolare, con affetto, il Prof. Natalino

ti l

UIIll' uomo politico che ha qualche esperienza anche di carattere in-ut.r/ionale e che gira il mondo parlando con persone che guidano i111paesi, sono molto preoccupato per il nostro Paese.'"0 preoccupato perché il nostro è un Paese che vive in uno scena-• c ornplicato e che sta drammaticamente perdendo punti rispettoI .iltri Paesi europei. Uno scenario complicato per l'Europa: se noi

I uvinmo all'andamento del prezzo del petrolio e all'andamento .delIIC Il.0 del grano, credo che ciascuno di noi non possa non .cog~ler~l, 1111. delle ragioni profonde del perché avvengano queste oscillazioni111piano mondiale. Le oscillazioni del petrolio sono prodotte anche'11I't'norme crescita del fabbisogno di energia di paesi come Cina,111.11.1,Brasile che si sono immessi in un processo di "ultramoderniz-IIlone" rapidissimo e l'Italia è in grande difficoltà perché i problemiI 1',lialtri Paesi europei, sono da noi drammaticamente acuiti.111110un Paese che sostanzialmente sta perdendo il senso della sua

Ilc utità e guai a ritenere che il tema dei valori sia un tema da cui sil'" ~,Iprescindere.Il 'l'ma dei valori è centrale. Viviamo in una società multietnica, mul-

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PIERFERDINANDO CASINI FONDAZIONE ROMA EUROI'

ti razziale, multi religiosa e nessuna persona responsabile può pensche gli extracomunitari debbano essere cacciati dal nostro Paese. Tusappiamo che senza di loro il nostro Paese si fermerebbe, i conti pr:videnziali sballerebbero ulteriormente, le industrie sarebbero fermle nostre famiglie sarebbero prive di collaborazioni importantissimAnzi, come grande Paese che ha una tradizione di emigrazione, sapiamo che l'accoglienza fa parte dei nostri doveri e delle nostre covenienze, ma sappiamo anche che dobbiamo trasmettere chiaramena chi arriva sul nostro territorio nazionale che questa non è la terranessuno ma è un Paese che ha una storia, delle radici, una tradizionedelle regole da rispettare.Vorrei fare su questo alcune riflessioni. Molti ritengono oggi cheChiesa italiana abbia una voglia di protagonismo e di potere eccessivAl contrario, io penso che noi dovremmo ringraziare la Chiesa perchsupplisce alla latitanza della politica.Si guardi alle esperienze sull'immigrazione, che sono devastanti, peché noi stiamo diventando un ricettacolo di tutti gli extracomunitaillegali d'Europa. La cosa che mi colpisce di più nelle statistiche, nonil fatto che su 50 reati per i quali a Roma si procede con l'arresto oggiorno, 49 sono commessi da extracomunitari illegali, il 75% dei qusono rumeni; quello che mi preoccupa di più è che gran parte delldelinquenza che proviene da questi paesi si è dislocata prima in Gemania, poi in Francia, poi in Inghilterra e ora si sta spostando versl'Italia, non provenendo direttamente da paesi di frontiera ma da altpaesi europei dove si era localizzata prima.Questo avviene perché si ha l'idea che nel nostro Paese le regole nonfacciano rispettare e che la soglia di tolleranza sia altissima. A mio parere questa è una vera e propria emergenza e si rischia che in Italia trqualche anno le ronde si organizzino davvero, cosa che oggi è ancorun fenomeno pubblicitario limitato.

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UN PAESE DA SBLOCCARE E RIFORMARE

Il!'la orta di razzismo di ritorno nasce se lo Stato è assente o com-I,,' ti ll'illegalità, se lo Stato non difende il cittadino e specialmenteI ,IO debole che è largamente più esposto di noi. Siamo privilegiati

pl'l' una ragione o per l'altra, abbiamo una sorta di tutela più delIIpolo cittadino che la sera va a casa con la metropolitana, fa centi-Il,1di metri da solo e si trova nelle condizioni di essere esposto ancheI i.ilmente.IH','l è un problema. Un altro è quello dell'energia. In questo cam-

111noi siamo un Paese che per 1'85% dipende dall'estero, se l'AlgeriaI 1.1Russia ci chiudono i rubinetti l'inverno lo passiamo al freddo. GliI rli.mi pagano l'energia il doppio degli altri paesi europei però con-hvidono gli stessi rischi perché le centrali nucleari sono state fatte inI 1.111ia, ossia dall' altra parte delle Alpi.I . possibile continuare in questo modo? Quando si parla di effettouimby" (not in my backyard) si parla di una cosa vera che colpisce

Il ,in istra italiana, che ha componenti ideologiche molto forti. Laltro1111'00ho letto un'intervista di un tal Della Seta, non so nemmeno chi1.1, so solo che è un collaboratore di Veltroni perché ha un incarico nel

1',lIlito Democratico. Ha detto che per lui un metro in più di autostra-d,' .quivale ad un attentato alla sovranità del Paese, ma se questi sonoI Il'mi per valorizzare l'Italia da parte del Partito Democratico, c'è da11Il'1tersi le mani nei capelli.luuavia, non mi preoccupa soltanto questa componente ideologica," ' c'è ed è fortissima, per cui per molti parlare di infrastrutture o di

1111leare è già un attentato al buon senso. Per fortuna sappiamo che leIIIS 'vanno diversamente e lo sanno tanti anche nel centro sinistra per-I Il \ non a caso, da Rutelli a D'Alema allo stesso Bersani, si cominciaI parlare di questi temi.( uello che mi preoccupa è che l'effetto "nirnby' si disloca in qualsia-l area politica e territoriale del Paese. Infatti, anche dove governa il

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centro-destra non si fanno né i rigassificatori, vedi Brindisi dove sofermi, né i termovalorizzatori per smaltire i rifiuti, vedi gli enti locdella Campania.C'è una dinamica di deresponsabilizzazione che colpisce tutti e a cuiclasse politica è incapace di reagire. L'antipolìrica non si alimenta solper gli alti costi. Il problema vero è che in Italia la politica non riesa dare quelle risposte immediate, necessarie e doverose che in altparti d'Europa vengono date. Su questo terreno nasce l'antipolitiSull'idea che la politica non ce la fa, come quando un cittadino campano esce in strada ed è inondato da montagne di rifiuti.lo ho fatto l'esperienza di visitare le aree limitrofe di Napoli e penche Bassolino e la ]ervolino godano di un'impunità giornalistica e tlevisiva straordinaria, perché è una cosa talmente devastante che nterzo mondo non si trova e nessuno ne parla o se ne parla cornplesivamente poco. Tutti, però, sono complici perché anche quelli ehsono all' opposizione, di fatto, hanno gestito un sistema consociativche gli ha dato piccole parti di nomine e che li ha obbligati o portaticontinuare a dire dei no.Questo è il nostro Paese. Un Paese dove la Tav non si sblocca perchl'Alta velocità è considerata una cosa negativa.Sull' energia non si riesce a capire come si voglia procedere. Quandun paese non ha più un minimo di autonomia di carattere energeticè a rischio la sua stessa sovranità politica. E' un'Italia in cui sotto iprofilo politico quello che si sta verificando oggi è che molti cittadinsi sono recati alle urne pensando di dover votare per un governo dcentro-sinistra legittimo, come avviene per tanti in Europa che votanper governi radicati tra le formazioni del socialismo europeo democratico, e invece si sono accorti dopo che questo esecutivo è in realtà paralizzato dall' esistenza di gruppi marginali e ideologizzati che in nessunparte del mondo starebbero al potere.

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UN PAESE DA SBLOCCARE E RIFORMARE

rli.imoci chiaro, in nessuna parte del mondo personalità tipo Di-lUito potrebbero essere considerate segretari di partiti di governo., lilla brava persona ma politicamente non è un caso che sull'Iraq e

IIll'Afghanistan si siano verificati problemi di tenuta della maggioran-Chi ha chiesto ed ottenuto un ritiro dall'Iraq, il giorno dopo ha

hh-sto e per ora, fortunatamente, non ha ottenuto, il ritiro dall'M-h.m istan.

I Il opertura dell'Onu era una scusa, perché in Iraq forse non c'era del1111lo, ma in Mghanistan c'era, eppure si mette lo stesso in discussioneI rppartenenza alla missione. Si mette in discussione il presuppostole11.1permanenza di un Paese come il nostro, nell'ambito della co-1IIIIIlitàinternazionale. Noi siamo lì perché c'è un mandato dell'Onu,l'c I hé la Nato copre la missione e perché l'Unione Europea ha chiestoII vu i membri di fare uno sforzo per l'Mghanistan. Anche qui avreileIl . parentesi da aprire: è vergognoso che i partiti di centro-destra,

111 lla speranza di far cadere Pro di attraverso il voto del Parlamento,[upo aver mandato i propri militari, non abbiano voluto rifinanziare

l. IIIissione.uno lieto di aver votato per la missione, se uno crede in certi principi

IIClllci può credere ad intermittenza secondo le proprie convenienze.111\ognaessere un minimo coerenti.l" 1\ .ssun paese d'Europa capita che una forza moderata che ha man-.1.11o i militari, nel caso specifico in Mghanistan, e che poi si ritrovadi'opposizione, pensi di far cadere il governo in carica votando con-111)iI finanziamento della missione. Ho parlato di questo con Angelat\1 -rkel e con altri, erano allibiti e non credevano che dicessi la verità,plli hanno visto quello che è successo.I )lInque questo è il quadro. Sono convintissimo che il referendumplOposto dall'amico Mario Segni, che è qui e mi fa piacere, è unau.indissima mistificazione destinata a produrre l'amplificazione di

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PIERFERDINANDO CASINI FONDAZIONE ROMA EUROI'

questi difetti, ossia del bipolarismo così come si è concretato in ItallTutti cercano di mettere in piedi coalizioni le più vaste possibili. Anepiccoli partiti marginali possono essere decisivi, soprattutto quandovince o si perde per 22.000 voti, ma il giorno dopo, per la stessa ragine per cui hanno vinto, queste coalizioni non riescono a governarcausa di forze estreme che ne bloccano sostanzialmente l'operatività,Credo che un sistema elettorale come quello tedesco, del quale sansponsor da sempre, consenta l'accorpamento di forze omogeneeeviti il frazionamento.Quando, infatti, sei obbligato a fare un partito per vincere le elzioni, in realtà fai un comitato elettorale e quando la gente arriin Parlamento gli stessi che hanno partecipato a quella lista si dvidono in 50 partiti. Pertanto, invece di evitare il frazionamentdi fatto c'è una moltiplicazione di partiti.Il sistema elettorale tedesco, invece, raccordato con regolamenparlamentari che obblighino i partiti a una presenza nelle camercoerente con il momento elettorale e con lo sbarramento al 5%determinerebbe l'esistenza soltanto di quelle 5 o 6 aree politichche in Italia sono quelle fisiologiche.Ora non facciamo l'errore come uomini politici di scaricare Icontraddizioni del sistema sui sistemi elettorali, perché in ogncaso questo è un problema che non può essere un alibi; nel sensche se Schroder in Germania avesse voluto fare l'alleanza cola sinistra estrema di Lafontaine e con i verdi, avrebbe fatto igoverno. Schroder, invece, quando è arrivato il risultato elettorale, ha capito che con quella coalizione non avrebbe potuto fafunzionare il Paese ed ha avuto la sensibilità di fare la scelta dellgrande coalizione.In teoria, anche Prodi avrebbe potuto fare una scelta di questtipo. In pratica, un sistema elettorale come questo rende molt

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UN PAESE DA SBLOCCARE E RIFORMARE

[llficile un'ipotesi del genere, dopo che ti sei presentato alle ele-lnni spiegando che i tuoi partiti garantiscono la governabilità.

IlIl'ngo che questa strada sia una strada utile al nostro Paese, ma dicoIl più: sono convinto che le riforme di cui l'Italia ha bisogno richiedo-'"1 un costo sociale e politico enorme.

, IL- persone responsabili non si mettono assieme, evitando in questonrodo di avere paura di fare le riforme che costano consenso elettorale,l'lt.ilia non uscirà da questa difficoltà. Oggi è inutile evocare la grandeu.rlizione perché prima delle elezioni non le fa nessuno. In questo

1III1Inentoc'è un'aria di saldi da fine stagione e non da inizio legislatu-l,I. Ma sono convinto che, a prescindere dal sistema elettorale, questo

IIIl problema fondamentale che si porrà.1(11 'ngo che in Italia ci sia una fascia di elettori di centro moderaro cheIIl'.l'iè rappresentata solo parzialmente dall'Udc ma che in realtà haIll\ogno di un sistema politico nuovo, di una rappresentanza politica1'1\'1grande, più alta e più significativa.Il nascente nuovo partito di Berlusconi già nelle modalità di fondazione.limostra una sorta di vocazione populista che nulla ha a che fare con lamoderazicne come la intendo io. Non mi interessa quanti voti prende-r.r, probabilmente ne prenderà tanti, però sono convinto che c'è un' areahll tis ima tra il Partito Democratico ed il nascente partito di Berlusconi,, Itl' è costituita da persone ragionevoli di buon senso che vogliono mo-.k-rnizzare l'Italia e conservare alcuni valori fondamentali che sono i valoriIdl'mitari di cui parlavo in precedenza. Questa formazione politica sarà111 'he fortemente rafforzata dal sistema elettorale che verrà adottato.I () sbocco referendario finirebbe per creare due comitati elettorali larga-mente eterogenei. Penso che Mario Segni, che è un mio ottimo amico,, hc stimo ed a cui voglio molto bene, potrà ammettere che non sonoIucoerente a dire quello che ho detto oggi, perché è quello che ripeto da.11111 i.

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PlERFERDINANDO CASINI FONDAZIONE ROMA EUROI'

Sono stato coerente anche nel sistema proporzionale perché ho lrato per questa legge elettorale, in quanto ritenevo che questo erpresupposto del proporzionale alla tedesca, a cui si doveva arrivare.Forse è meno coerente chi avendola votata oggi ondeggia per i rrendum, ma non mi interessa fare polemiche questa sera perché csono già a sufficienza.Non ho infierito particolarmente sul governo, avrei potuto farlo, dsolo che c'è in discussione una legge finanziaria e un protocollowelfare che sono la dimostrazione di quello che dicevo prima.Parliamoci chiaro, l'idea di un bipolarismo che all'inizio di ogni lslatura si impegna a smantellare quello che hanno fatto i suoi prcessori è demenziale. Per cui io credo che lo stesso Prodi avrebbe avtutto l'interesse a lasciare in vigore la riforma delle pensioni dice nche "l'hanno fatto loro".Se non fosse passato questo principio di smantellare ciò che era stfatto prima, evidentemente avrebbe avuto anche la tranquillitàserenità per proporre una riforma che era già stata confezionata in pcedenza. Invece si è voluto procedere a modificare.C'è questo protocollo ed io faccio solo notare che la spinta delle aradicali di estrema sinistra di questa coalizione ha messo in difficolanche le forze del sindacato. Per la prima volta, questa difficoltà nriguarda solo la componente riformista del governo, riguarda le coponenti sindacali, che hanno sostenuto nelle fabbriche alcune lineche poi si sono trovate di fatto scavalcate dalla dinamica politica trgoverno e Rifondazione Comunista.Ultimo tema è quello dell' extragettito fiscale. Noi abbiamo avuto uextragetrito fiscale, cioè in poche parole: i cittadini hanno pagato ptasse di quello che dovevano, tutti, i ricchi come i poveri. Ciò dovcoerentemente andare a ripiano parziale del debito pubblico, perchédebito con gli interessi conseguenti lo paghiamo tutti. Invece, il far

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UN PAESE DA SBLOCCARE E RIFORMARE

111'si sia preso l'extragettito fiscale e che si siano poi immesse su tesorin-soretti queste risorse, è la dimostrazione di come, per pagarsi un

unscnso politico, la coalizione ha fatto scelte vecchie che è giustoIl,I~imare.

lolLi di voi, e qui ho davvero terminato, hanno votato assieme a me,il 1 Il ' sono stato anche parlamentare, nella Democrazia Cristiana. lo

1 Il '0 accusato in modo ricorrente di voler ricreare la Democrazia Cri-u.ma, non che la cosa la ritenga disdicevole, tutt' altro, anzi la ritengo11l!,iativa.

111-redo, però, che noi dobbiamo fare un discorso molto serio.Non ci sono solo diverse condizioni storiche, non c'è solo il muro di1\1 rlino che è caduto, non c'è solo il superamento dell'unità politicaIlt,j ·attolici che di fatto è un dato costitutivo oggi della nostra società.( .• qualcosa di più cari amici, c'è che io nella mia esperienza politicaho riflettuto seriamente sugli ultimi quindici anni della Democrazia( Iistiana che sono stati anni molto negativi da tanti punti di vista.I ad esempio trasformato surrettiziamente uno stato sociale, che

doveva essere uno stato sociale moderno, in stato assistenziale; si sonodl~lribuiti benefici a tutti, anche a chi non ne avevano bisogno.111in questo senso, tardivamente lo ammetto, mi ritrovo molto su1111,\posizione "repubblicana da prima repubblica" e questa è una delle1.II,ioni politiche per cui credo che ripartire da lì sarebbe sbagliato,I"'r ·hé bisogna comunque ripartire certamente da quei meriti. Cer-r.unente dalle impostazioni straordinarie che la Dc ha dato al Paese.

j li ramente la bilancia della storia sarà generosa, ma non bisogna di-uu-nticare neanche che tanti guai di oggi sono anche figli degli erroriIl j ieri.( irazie.

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PIERFERDINANDO CAsiNI FONDAZIONE ROMA EUROI'

Natalino IrtiLa impietosa diagnosi del Presidente Casini solleva innumerevoli ternperdita dell'identità nazionale, perdita dell'autonomia economica,si della sovranità statale.Forse nelle risposte alle domande vedremo anche designarsi la terapdi questi mali così gravi.Il Presidente Casini ha accennato alla grande coalizione ed io comicerei col porre una domanda: in che modo l'ipotesi della grande coalzione è in grado di dare risposta alla crisi che tu hai così efficacemendescritto?Mi permetto anche una seconda domanda: se la terapia è nella grandcoalizione, qual è la sfera di autonomia del centro?Spazio ora ad altri interventi, a cominciare da Mario Segni, poi nell' ordine, l'Avvocato Luca Giordano, il Presidente di Sezione del Consiglidi Stato Giuseppe Faberi, il Professor Angelo Maria Petroni, il Profsor Nicola Piepoli, il Presidente dell'Autorità Garante per le Comunicazioni Consigliere Corrado Calabrò.

Mario SegniSarei intervenuto comunque, ma Pierferdinando mi ha un po', comdire, costretto.Ha detto una cosa sulla quale io sono pienamente d'accordo, ovverche nella lunga vicenda politica incentrata sul tema istituzionale, ehormai ha quasi vent'anni, Pierferdinando con assoluta coerenza è statsostenitore della tesi opposta e anche le volte in cui sono stato un po'portato dalla polemica, dalla dialettica politica magari ad attaccar ,questo l'ho sempre riconosciuto.Un'altra giusta considerazione di Pierferdinando è quella per cui gliultimi, della cosiddetta prima repubblica, furono anni durissimi in cuisi fecero una serie di drammatici errori. Questo è il primo dato da cui

UN PAESE DA SBLOCCARE E RIFORMARE

luhbìamo partire: furono gli anni, per citare un esempio, dell' esplo-lune del debito pubblico che ancora ci tiriamo dietro.Il' to lo dico per ricordare che cosa ci siamo lasciati alle spalle quan-

In abbiamo iniziato un cammino che voleva dare una risposta adun'Italia che agli inizi degli anni novanta era sull'orlo di un baratro

,.li peggiore di oggi.Non dobbiamo dimenticare che l'Europa ci stava lasciando fuori, chenon ci avviavamo verso una costruzione dell'Unione Europea basataull'curo, nella quale senza una cura drammatica ed energica non sa-

u-m mo mai potuti entrare.Mentre Andreotti firmava il trattato di Maastricht, che poneva il li-mite del 3%, l'Italia era al 12% - 13% del rapporto debito/Pil e solol'inversione di tendenza iniziata dal governo Amato, il primo che uscìd.rI isterna dei partiti, ha permesso che il nostro Paese rimanesse nell uore dell'Europa che, con tutti i guai che attraversiamo, va conside-i.uu oggi una delle grandi fortune che abbiamo.

t utto quello, noi del movimento referendario cercammo di dare unaIi'l osta che si basava sull'idea cha la rinascita nazionale potesse inizia-I( solamente attraverso una riforma profonda delle istituzioni e che ill'lInto fondamentale attorno al quale ruotava il dibattito fosse quello,li due, tre concetti che ci sembravano acquisiti ormai dalle grandid,'mocrazie moderne e occidentali ma che erano totalmente sfuggiti111 Italia.Il primo era il principio della scelta del governo da parte dei cittadini,d" zli elettori. La prima repubblica affidava ai partiti la formazione eI.. distruzione dei governi. Questo a nostro giudizio portò ad una crisiprogressiva delle istituzioni del Paese e soprattutto ha portato ad unati 'Iegittimazione del potere politico nei confronti dei cittadini. La ri-lorma elettorale puntava a guarire questo problema, con gli strumentil hc aveva a disposizione. So benissimo che questo avrebbe richiesto

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PlERFERDINANDO CAsINI FONDAZIO 'E ROMA EUROI'

anche un mutamento della Costituzione, ma noi avevamo l'uniarma del referendum ed incidemmo sulla legge elettorale.Udea conseguente era quella che il ruolo dei partiti tornasse ad essquello di intermediazione fra istituzioni e società, e questo richiedeche il governo avesse la legittimazione, in qualche modo, direttamendal corpo elettorale e non solo dai partiti, che altrimenti sarebberstati una fonte di deviazione e non di costruzione.Da qui discendeva l'affermazione di un principio che nella democrazio~~i~entale ci sembrava centrale, cioè quello che potere e responsbilità devo essere uniti e questo si ha solo se c'è un mandato chiarostabile. Questo è il principio su cui si basò il movimento referendariNess~no andò a votare per principi teorici come il maggioritario, lsappIamo bene. Andarono, probabilmente, perché lo slogan era passre dal governo dei partiti al governo dei cittadini.Dopo ~ui~dici anni.questo tema è ancora aperto. E' un tema che ponuna serre di problemi, anzi, direi che oggi è più aperto che mai. Se dovesi giudicare dal dibattito nella classe politica in Parlamento, il ritorno alproporzionale oggi è largamente prevalente. lo credo che questa sia unscelta di sistema che è alla base di ogni riforma, che questo sia il puntnevralgico e di svolta.Noi siamo alla possibile vigilia di un referendum che, al di là delle for-mule tecniche, chiaramente è una scelta tra due sistemi: maggioritarie proporzionale. Chi voterà "sì" al referendum dirà sostanzialmente an-diamo avanti su questa strada. Chi voterà "no" vorrà tornare indietro.Bene, questo è qualcosa di simile a quello che nel 1946 avvenne nellascelta fra monarchia e repubblica.Facciamo scegliere ai cittadini, facciamo fare a loro attraverso il referen-dum la scelta fondamentale. Dopo ci sarà il compito della mediazione, ilcompito dell'adattamento, ma la grande riforma si fa su un principio.Allora la proposta che faccio a Casini è che bisogna dare la parola ai

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UN PAESE DA SBLOCCARE E RIFORMARE

ut.idini con il referendum e poi accetteremo tutti, noi che siamo di1111,1 parte e loro dell' altra, quello che i cittadini decideranno quandoIl.mno chiamati a votare.Il questo costruiamo le nuove istituzioni, e quello sarà finalmente il

uuunento in cui ci potremmo lasciare alle spalle i problemi istituzio-Il,di ed affrontare tutti gli altri temi di cui Pierferdinando ci ha parlato111'.1'1.

lu a GiordanoNoi rediamo anche che la politica siasentimento, sia raccoglieredelle idee perpoi riproporle agli elettori.

I immagini come ci sentiamo noi quarantenni avvocati, imprenditori, pro-,,"\sionistiquando ci rendiamo conto che siamo indietro rispetto a quello cheIl l .ro i nostri padri alla nostra età, perché le prospettive in questo Paese pur-II()PPO sono grigie e diciamo questo non per egoismo o perché vogliamo diPII'!, ma perché siamo padri, abbiamo dei figli, ai quali dobbiamo poter ri-pondere e dare delle opportunità.

( uindi da Lei, che è giovane come noi, vorrei sapere quali sono gli orizzonti e1(,possibilità per i prossimi 5 anni, perché rischiamo di perderei d'animo e dit"\~ 're sempre più preoccupati.

( ;iuseppe FaberiIII gergo burocratico sidice "il taglio delle ali", cioè prendiamo tutto quello che1.\ più o meno al centro, leviamo gli estremi e poi mettiamoci d'accordo.

I\c questo il senso della grande coalizione, quali sono i valori che questa gran-(I ' coalizione intende portare avanti?

ngelo Maria Petroni( .ome vede la collocazione futura in Europa dei partiti italiani, vecchi e nuo-vi?

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PIERFERD ANDO CAsINI FONDAZIO E ROMA EURO

Nicola PiepoliQual è il tuo giudizio della presente crisi nel centro-destra? Quali soi tuoi progetti per il futuro?

Corrado CalabròUna grande coalizione certamente potrà dare vita ad un aggregato pomogeneo, certamente sarà meno condizionata da frange marginalis~esso, fondamentaliste. Llralia, come tutti gli altri paesi, ha bisogdi programmi di governo a 4-8 anni. L'esperienza degli anni 80dubitare che questo pur necessario cambiamento possa essere da solsufficiente.Ricordo che l'Italia all'inizio degli anni 80 aveva la prima centrale ncleare d'Europa. C'è stata qualche manifestazione, non più di ducento persone e poi ci siamo fermati. La Francia ha cominciato umomento dopo di noi e ora ha 46 centrali nucleari e effettivamenun Paese che non ha autonomia energetica è un Paese a sovranità ecnomica limitata. Noi ci siamo fermati, ma ci sono 46 centrali nuclearal nostro confine.Anche per la fibra ottica fummo i primi a partire con il progetto Socrate, poi ci siamo fermati e gli altri sono andati avanti.La Francia dimostra capacità decisionale. Ora c'è una campagna elettorale dove ci sono vivaci contrapposizioni, ma poi c'è un momentdell' azione di governo. Si governa e si fanno scelte impopolari, q uellscelte impopolari che ricordava il Presidente Casini.Basterà la riforma elettorale auspicata o ci vorrebbe una riforma istitu-zionale da fare con uomini che abbiano il coraggio dell'impopolarità?

Pierferdinando CasiniVorrei partire da quanto diceva adesso il Presidente Calabrò.E' chiaro che quello che ha detto è giusto. Servono politici che fac-

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UN PAESE DA SBLOCCARE E RIFORMARE

,1110 scelte impopolari. Lideale sarebbe una democrazia "normale"I,,,ala su un'alternanza, perché io ho un principio ispiratore moltofilI Il'che è la democrazia dell'alternanza. Lalternanza è un valore e lo è111 {I rmania, in Inghilrerra, in Francia indipendentemente dai sistemiil Il tali. Una democrazia di alternanza in cui chi governa è in condì-

I uni di fare le sue scelte anche se ha il 55 %.I .1 scelta della grande coalizione è una conseguenza di quello che èr.ua la produzione delle due coalizioni italiane.

( loè, io stasera, qui con voi, sto facendo un atto di verità e non stof Il .ndo propaganda elettorale, vi sto confessando tutta la mia sfiduciaul ratto che queste coalizioni possano essere in grado di risolvere i

Ploblemi.( nella che governa oggi la state vedendo, secondo voi è in grado di1.11' • le scelte di modernizzazione del paese?

l' qualcuno qui dentro pensa questo è un temerario, ma credo cheucssuno abbia il coraggio di dirlo. Penso che neanche Pro di abbiaIl 'oraggio in privato di sostenere questo e, infatti, il prezzo delladurata del governo è il "vivacchiare", il non scegliere su temi fonda-

111 .ntali.l: al tra coalizione. Ora, è vero che sono stato Presidente della CameraI \ almeno fino all'ulrima fase, ho cercato di esercitare il mio ruoloI on una certa, penso abbastanza riconosciuta, obiettività, però è an-I he vero che non è che le prove siano state esaltanti. Abbiamo appre-so da Berlusconi che la colpa è degli alleati, naturalmente abbiamo.Ippreso dagli alleati che la colpa è di Berlusconi.R 'sta il fatto che tutto questo dinamismo e questa volontà di fare~.elte impopolari, in fondo, diciamo la verità, non si è manifestatoneanche sulla giustizia, perché se c'era una cosa "nobile" che il cen-Iro-destra era legittimato a fare, era la divisione delle carriere, visto'he questo era nel programma elettorale; poi, lo dico al caro amico

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PIERFERDrNANDO CASI 11 Fo DAZIONE ROMA EUROI'

Nicolò Lipari che vedo qui, era anche nel programma elettorale dellnostra vecchia Democrazia Cristiana.Allora la mia sfiducia è la conseguenza delle prove date da queste ducoalizioni a cui tra l'altro si aggiungono sempre dei pezzi, perché nobastava Alleanza Nazionale, non bastava la Mussolini, oggi c'è purStorace.Ora, non c'è dubbio che saranno dei grandi contributi politici e culturali al riformismo del centro-destra, però, insomma, ho qualche dubbio in proposito. Non per la persona, perché qui io non sto parlanddell'uomo Francesco Storace, ma per tutto quello che si aggiunge, osia per il processo di frazionamento che questo produce rispetto alIscelte della politica.Mi si chiede quali sono le prospettive del centro-destra.Parliamoci chiaro, qui sono venuti al pettine i nodi. lo penso che Ber-lusconi sia un grandissimo leader politico, un grandissimo vendiror ,penso forse il migliore del mondo, un grande amico a cui va tutta lamia simpatia, però devo dire che dopo le elezioni bisognava fare unpiccolo esame di coscienza e ciascuno doveva fare il suo. Probabilmen-te l'Udc avrebbe dovuto fare il suo, Alleanza Nazionale il suo e ForzaItalia il suo. Chi più aveva responsabilità forse doveva fare un esame dicoscienza più approfondito.La scelta che si è presa è stata quella di dire che gli alleati non aveva-no remato in campagna elettorale. Cosa ridicola e risi bile perché glialleati, avendo i loro partiti da portare avanti, hanno fatto tutto salvoquello di non cercare di prendere voti, perché non prendere voti signi-ficava portare meno deputati. Ad esempio, difatti, il nostro partito liha raddoppiati.Non bastando questo, dal giorno dopo, invece che affrontare seria-mente il tema di come fare implodere questa maggioranza, si è passatoa parlare dei brogli elettorali, del riconteggio delle schede. Poi si è

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U PAESE DA SBLOCCARE E RIFORMARE

Il usato che riconteggiarle sarebbe stato peggio per il centro-destra per\I i si è passati alle manifestazioni di massa che avrebbero dovuto far.ulcre il governo con una spallata.Il.1fine di questo tunnel di errori politici ci si è trovati a fare unaIl ifica e naturalmente è che emerso che la colpa è mia e di Fini. So-

PI,Iltutto mia perché avevo parteciparo attivamente a questa teoria, nelI liSOche avevo sempre detto che era una grande sciocchezza, come

1'111" ' era una sciocchezza continuare a chiedere le elezioni.l'arliamoci chiaro, quella del centro-sinistra è una coalizione che si ti e-111' .on lo scotch. E' una coalizione in cui ci sono moltissimi malumoriI moltissime persone che vorrebbero andarsene via.Mn se da queste persone ogni volta si va come con il toro con il drappoIOSSOe si dice "deve cadere il governo!" oppure "voi del centro-sinistraI Il, iete insoddisfatti, fatelo cadere però il giorno dopo andiamo alleI I -zioni", nessuno farà mai cadere il governo.

l' 'è un modo per aiutare Prodi è quesro. Solamente che nel casoIl .cifico, lo aiuta chi lo vuoI far cadere, perché non c'è dubbio che

111'$ una posizione all'interno di quella maggioranza critica, si appalesal' c'è la sicurezza per chi fa cadere Prodi di andare alle elezioni. Poiché

pl'csumibilmente nelle elezioni ci sarà una catastrofe per il centro sini-Ira. Almeno fino a ieri era così e nessuno concorre all'abbattimento

del governo Pro di. Come pure è risibile dire "vado a colloquio conVcltroni e gli chiedo di fare la legge elettorale e di mandare a casail governo". Ritenere che Veltroni possa fare una legge elettorale coll .nrro-desrra e poi il giorno dopo dire a Prodi stacchiamo la spina,,ignifica proprio fare una provocazione. Nessuno può pensare che Vel-troni possa esporsi ad un gioco di questo tipo e anche se ne avessevoglia, sicuramente non lo può fare.I~' chiaro che il partito di Berlusconi sarà nel Ppe perché c'è, il miosarà nel Ppe perché c'è, Fini aspira ad andarci e credo che sia giusto

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PIERFERDINANDO CAsINI FONDAZIONE ROMA El'lU

assecondare in prospettiva questa sua vocazione. La Lega starà dsta. Il Partito Democratico starà nel Pse e, poiché gli ex popolarici vorrebbero andare, si finirà per cambiare il nome del "gruppolamentare socialista europeo" in "gruppo parlamentare socialistamocratico europeo" e questo sarà 1'escamotage con cui il PD andentro quel partito, perché è inevitabile che sia così nella collocazieuropea. Tra 1'altro io non lo trovo scandaloso perché, devo dirverità, conosco molti parlamentari del gruppo socialista europeosono persone moderate, poi ce ne sono anche estremiste ma qucapita un po' dappertutto.Dico all'avvocato Giordano che bisogna avere fiducia, secondo mepende da noi, però non è una rivincita.Anche il tema di mandare a casa questo governo Prodi non può essvissuto come una rivincita personale, è semmai un' esigenza del Paaprire una fase politica diversa.Credo che la nostra generazione debba avere fiducia, certamente avdo la consapevolezza che rischiamo di passare ai nostri figli molmeno di quello che i nostri genitori hanno passato a noi. Nonparlando in termini quantitativi, sto parlando in termini di bagagliovalori, di idealità che essi sono riusciti a trasmettere e ad infondere iquesta democrazia, ma forse questo è anche il segno dei tempi, perchè inevitabile che chi ha fatto politica negli anni del dopoguerra avevun tasso di idealità e di motivazione molto più alto di oggi e probabilmente per i nostri figli sarà ancora peggio, perché c'è una grande eridi orientamento.C'è una grande crisi di orientamento nella società italiana, nel mondgiovanile dove ci sono tantissime risorse straordinarie ma dove c'è an-che grande difficoltà a trovare dei modelli di riferimento.Questo è un problema molto profondo. Noi non possiamo essere peruno stato etico che stabilisce i confini del bene e del male in modo

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UN PAESE DA SBLOCCARE E RIFORMARE

u.irio, però sta a noi cercare in qualche modo di dare un'indicazio~e[undo, perché altrimenti troppo relativismo finisce per essere forie-

l, se ondo me, di uno sbandamento morale, ideale, profondo della

Il irtà italiana.I -d che questa sia la premessa di tutti i ragionamenti che possiamo fare,

I l" nda fase è invece il tema economico di modernizzare questo Paese

1111\(' .ndo anche a fare alcune cose.d . empio, parliamoci chiaro, possiamo discutere tanto della Legge ~ia~, . rto ci vogliono gli ammortizzatori sociali che evitano la precarieta

1 vira, però è quella la strada. Guardate quello che è successo in Spagna:/ .rpatero ha fatto tante chiacchiere sul matrimo~i~ tra i gay, ~u questo su,\" .ll'alrro, cioè su temi valoriali in cui ha scelto cmicam~nte di and~e alloI nnrro con la Chiesa spagnola; ma sul piano economiCO ha contInuatoulla linea politica di Aznar ed il risultato è che la Spagna cresce al 3-4°/?uiche adesso. Laltro giorno Clìnton è andato a Madrid e ha detto che e111'10 di collaborare con il governo della Spagna, perché questo è il paeseI la ' cresce di più; cioè Zapatero ha cercato lo scontro con i pop~la:i sulu-rreno dei valori, dove ritiene di avere una maggioranza nella societa spa-1',lIola,ma si è ben guardato dal cambiare la politica econo~ica.Voglio solo dire una cosa sulla cooperazio~e',~ato che ~ggt ve~o che, traIl' .ose di cui vengo accusato da Berluscol1l, c e quello di aver difeso. la co-operazione. Voglio dire che è vero che l'ho difesa, sono contento e ritengo

,i,l un merito.Non sto parlando dei traffici delle cooperative rosse, perché questo fa p~teIl .\malcostume che ha riguardato gran parte del movimento cooperativoI()so e gli enti locali complici, vedi il problema delle aree di edificabilità eti .lle licenze, ma guai a buttare via il bambino con t'acqua sporca perché ill 'ma della cooperazione va difeso non solo da sinistra, perché sarebbe daparte del movimento popolare conservatore un grande s.baglio. .( uanto alla grande coalizione, non è che questa Sia un proposito,

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PIERFERDII ANDO CAsINI FOl DAZIONE ROMA EUROI UN PAESE DA SBLOCCARE E RIFORMARE

rischia di essere una conseguenza di cui qua ho parlato con m Ifranchezza, perché ritengo che o si trova il modo di avere un gov rcoraggioso in grado di fare scelte impopolari oppure non c'è su'alternativa.Il Centro a cui penso io, in due parole: la prima cosa che mi sentidi escludere è un Centro che sia un'adunata di reduci, un grupponostalgici ricettacolo di personale politico che cerca di essere riciclaSe si costruisse un Centro in questo modo, francamente, io non sainteressato a mettere il mio contributo.Penso invece a qualcosa di diverso. Penso, per esempio, alla straodinaria piazza del Family-day, una piazza di persone perbene che htestimoniato alcuni valori importanti; penso al mondo dell' economie dell'impresa che si deve svegliare; penso alla cooperazione. Naturalmente poi si finisce sempre sui giornali per evocare dei nomi, ma solil troppo entusiasmo di alcuni amici può portare ed evocare nomiperché finché non c'è la legge che consente questa operazione di averuna visibilità reale ed una fattibilità reale per un Centro serio, stiarnparlando di nulla e le persone serie sono bene attente a non esporsi iquesta cosa.Per cui, più le chiamiamo e più le evochiamo, più facciamo un tortoloro ma soprattutto a noi stessi.Grazie,

. che a Roma ci sia stata una grande melassa consociativa di cuinllVIOW .

(Ilroni è stato un direttore d'orchestra di una bravura impagab~le ..

do me il direttore d'orchestra di questa melassa consoClatlVaIlOIì , . .

uu-rita dieci. Naturalmente in questa consociazione ci sono stan.tum,I sono stati partiti di maggioranza e di opposizi~ne, .ci sono stati pro-

1110 tutti. La stampa è stata ampiamente complice di questo.mio parere Roma è una città che ha problemi enormi, che ha fasce

.Il d 'grado enormi ed io realmente penso che se si metterà l'acce~t~I Iinrnente su questa città, noi finiremo per vedere che ~ue~lo sara i~'( 1'0 tallone di Achille di Veltroni. Credo che Roma abbia bisogno di

1\11.\ profonda svolta di rigenerazione.

Cesare San MauroPierferdinando, per concludere vorrei sapere la tua idea su Roma, per-ché questa Fondazione si chiama "Roma Europea" ed ha una grandpassione per quella che riteniamo la più bella città del mondo.

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Pierferdinando CasiniCredo che Roma sia una città vetrina, abito qui da dieci anni e sono

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IL FUTURO DELLE FERROVIERoma, Caffè Greco, lO dicembre 2007

di Mauro Moretti

"Ire San Maurolinonasera a tutti.I( Ilgraziamo l'ingegner Moretti della puntualità, auspicando che, an-

1Il' il sistema ferroviario, segua l'esempio del suo leader, Amministra-1111 • Delegato di Ferrovie dello Stato, dal settembre 2006,

lauro Moretti( .rnzie, buonasera a tutti. Purtroppo, oggi, è una giornata particolar-111 .nre infausta per le ferrovie.Mi dispiace iniziare così, ma questa notte abbiamo avuto un lutto.l In giovane collega ferroviere, di 26 anni, è morto verso mezzanotte11\ .ntre lavorava in un "pronto intervento", per fare circolare i trenipuntuali. Aveva completato il suo lavoro, stava ritornando all'autorno-"il ed ha attraversato il binario, non accorgendosi che stava arrivando1111 treno.l.a vita dei ferrovieri è sempre piena di tanti problemi da affrontare,con evenienze che devono essere considerate.Non avrò questa sera la solita brillantezza. Credo che in questa occa-"ione debba essere sottolineato, soprattutto, che la vita di un giovane,~, n'è andata.Non cerco di compensare, ma di trovare il modo di dare un sensoa questo inizio, in maniera un po' diversa. Mentre questo accade, laosa che in qualche modo ci dà molta forza e molto coraggio, è che

ancora una volta siamo i primi al mondo per la sicurezza ferrovia-

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MAURO MORETTI FONDAZIONE ROMA E IWI

ria, ed è per questo che ultimamente siamo molto richiesti in t

paesi.Sono ritornato questa notte dal Cairo dove ieri abbiamo avuto un iportante meeting, proprio sul problema della sicurezza. Gli egiziaavendo molti problemi, ci hanno scelto come punto di riferimentoprobabìlmenre, come partner per poter rimettere a posto le loro ferrVIe, secondo i nostri standard.Detto questo, vorrei iniziare proprio da una cosa che fa un po' sordere, anche per dare uno stacco. Un famoso detto di Andreotti. COIsapete, agli inizi degli anni '60, Andreotti diceva che ci sono due tidi m~~ti: quelli che ritengono di essere Napoleone e quelli che si sonmeSSI In testa di mettere a posto le ferrovie.Purtroppo, sono passati tanti anni e ancora oggi le ferrovie hanno dific~ltà importanti. ~evo dire che Andreotti sicuramente aveva qualchraglOne, non perche conoscesse le ferrovie - escludo che il Senatore Iconosca a fondo, ~n~he se è un nostro grande cliente e viaggia rnoltspesso - ma perche, Invece, conosceva molto bene lo Stato italianoquindi sapeva quale era il problema delle relazioni tra lo Stato le istituzioni e la sua parte operativa. 'In quel tempo, infatti, le Ferrovie dello Stato non erano una societima una .Direzione Generale del Ministero dei Trasporti e già tutti iproblemì. che anche oggi ci sono, si potevano in qualche modo im-magInare.Devo dire che prima di accettare l'incarico che mi è stato offerto nelsettembre 2006, avevo dato proprio al Ministro dell'Economia checom'è noto, è il nostro azionista, una scheda che affrontava il tem~ "an~dreottiano", ovvero il problema del rapporto tra lo Stato ed un' aziendacome le Ferrovie.Lo Stato deve distinguere il suo ruolo di azionista nei confronti diun'impresa - sebbene controllata al 100% - dalla funzione statale di re-

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IL FUTURO DELLE FERROVIE

olatore. che si esprime attraverso leggi o atti amministrativì. Lo Stato,11\ he perché le direttive europee oggi lo impongono, nei confronti diIIII'azienda come la nostra, agisce attraverso contratti di servizio.l uesta è la base per poter far sì che un mondo come quello delle ferra-vi . possa avere una capacità di rinascita e di sviluppo, e che possa dare

1111 contributo forte al Paese .. non sono chiari i rapporti tra un'impresa come questa e lo Sta-

to, tutto è destinato, di volta in volta, ad essere in contraddizionet enrlnua. Da questo punto di vista potete capire perché, ancheI 'centemente, ho in maniera esplicita posto i problemi delle fer-rovie. Se non ci sono risorse finanziarie disponibili e finalizzate adover svolgere dei servizi, l'impresa non può continuare a risolverli

indebitandosi.Sapete che Eurostar è già intervenuta qualche anno .fa ed h.a, inqualche modo, fatto giustizia, in maniera anche OVVlae raglOne~vale, del problema "Ispa". E' palese il fatto che se lo Stato non dai corrispettivi per i contratti di servizio - che chiede di. r.ispett~re_ ciò equivale semplicemente a cambiare il soggetto che SI ìndebìra.ma impropriamente. Soprattutto, vuol dire porre l'impresa in con-dizioni in cui non è in grado di potersi sostenere.

uesto, se lo raffrontate al processo positivo che sta avvenendo conle direttive della liberalizzazione, indica la difficoltà di un'impresacome questa, dove da un lato c'è la liberalizzazione i~ un ambient.ecompetitivo sempre più aggressivo e crescente, dall altro sorge Ilproblema di avere la certezza delle risorse, che tra l'altro vengono

ad essere determinate in termini contrattuali.Dico questo perché normalmente, in Italia, c'è una grande dere-sponsabilizzazione, da un lato della politica e dall'altro dell'i~-presa. I miei predecessori sono stati accusati di non ave.r detto Inmaniera esplicita queste cose. E' sbagliato che il capo aZIenda non

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MAURO MORETIl FONDAZIONE ROMA EUROPEA

abbia a cuore la sua impresa. E' suo compito proteggere l'impresaed è suo compito determinare le condizioni affinché questa possasvilupparsi, tanto più se si tratta un'impresa-sistema per il Paese.La mia base di partenza è il bilancio del 2006. Questa è un'impresache ha 2.540 milioni di risultato netto negativo e un margine opera-tivo lordo negativo di 650 milioni. Come chiuderemo l'anno 2007?E' ragionevole pensare che rimarremo in rosso per altri 400 milioni,ma avremo, per la prima volta, un margine operativo industriale po-sitivo di circa 300 milioni di euro.Questa cosa come è stata fatta? Appunto, chiarendo i rapporti con loStato. Per il 2007 devo dire che questi rapporti sono stati onorati daparte dello Stato. Questo fatto positivo ci fa ben sperare anche peril futuro, nonostante le difficoltà che vi sono quando si affronta unalegge finanziaria in cui, in una sola volta, tutti i problemi vengonoad essere proposti con la pretesa che vengano risolti.D'altra parte, però, fa ben pensare anche il fatto che c'è una macchi-na industriale che ha ripreso a viaggiare. Noi abbiamo fatto opera-zioni di forte contenimento dei costi sugli sprechi e sulle cose inutili,pur investendo 142 milioni in una flotta di 150 locomotori per iltrasporto locale. Abbiamo contenuto in maniera drastica il costo dellavoro, che è diminuito leggermente rispetto allo scorso anno, puravendo una riserva da dover fare per i rinnovi contrattuali futuri, di100 milioni.Abbiamo agito su tutta una serie di prezzi e qui arrivo al grandeproblema delle tariffe. Quando affronto questo problema, mi pare diessere in un mondo straordinario, perché sembra che io sia l'unico acui stia a cuore il problema delle tariffe e dei prezzi, in tutto lo StatoItaliano.Il problema va affrontato anche se è impopolare. Il Commissarioeuropeo Barrot, nella prima visita che gli ho fatto l'anno scorso, ha

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indicato il bassissimo livello dei prezzi in Italia, come la prima que-stione per cui non c'è concorrenza, e qui mi rivolgo naturalmenteall'Antitrust, di cui qui abbiamo due illustri esponenti.Barrot pose il problema di come faccia l'Italia ad avere tariffe che sonola metà di quelle francesi ed il 40% di quelle tedesche. Vuol dire, inqualche modo, avere bisogno di qualcuno che aggiunga entrate allevendite dei biglietti, perché i costi, più o meno, sono analoghi e quin-di non si capisce come si possa continuare a svolgere il servizio a queiprezzi. Infatti, abbiamo continuato a vivere "battendo" debiti.I numeri che vi ho detto, affiancati al fatto che abbiamo una situazionefinanziaria netta di lO miliardi di esposizione, vi danno il senso dellecose.Ma si poteva continuare così? No, ed è per questo dissi che eravamosull' orlo del fallimento.Era doveroso mandare questo segnale d'allarme, perché se un'impresacome questa cessa di vivere non è un dramma come quello dell'Alita-lia, è cento volte tanto. Sono ottornila treni al giorno che vengono asparire. Si blocca il Paese, si bloccano le città.Dunque, il problema dei prezzi di un servizio è la questione centralesulla quale bisogna fare chiarezza.Andiamo verso la liberalizzazione, un fatto positivo che non può chestimolare il miglioramento dei servizi e la razionale determinazionedei prezzi, in relazione al fatto che non si può barare. I cittadini nehanno solo da guadagnare, ma ne hanno da guadagnare le stesse im-prese perché "nell' efficientamento" trovano la ragione del loro svilup-po. Un'impresa che non è in grado di "efficientarsi" dinamicamente,non ha futuro. Un'impresa che riesce a determinare quali siano glielementi e i fattori di crisi e quali quelli di successo, e lavora su questiultimi, ha la possibilità di crescere.La liberalizzazione è, paradossalmente, l'elemento più importante che

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Ferrovie dello Stato ha a suo favore, a differenza di quello che viene scrittonormalmente, perché ci stimola e ci costringe a discutere dialetticamentecon tutte le istituzioni e le autorità, affinché vengano determinate le piùchiare e giuste regole del gioco della competizione. Se si introduce l'ele-mento della liberalizzazione in un servizio come questo - essendo evidenteche non c'è la possibilità che i ricavi dei servizi coprano tutti i costi, intutto lo spazio italiano e in tutti i livelli di servizio - bisogna definire apriori cosa sia il servizio universale che deve essere comunque garantito,indipendentemente dalla capacità del mercato di gestire i costi.Permettetemi di dire che questa cosa in Italia non si fa. Per le ferrovie ètotalmente sconosciuta. Noi abbiamo disegnato in maniera molto chiaraqual è lo spazio di mercato sul quale possiamo agire tranquillamente senzaavere un centesimo, anzi posso dirvi che, già nel 2007, abbiamo tutto ilsettore della lunga percorrenza che è assolutamente in attivo, anche nelrisultato netto. Siamo in grado di autofinanziare tutti gli inves~imenti del-la flotta ad alta velocità, quindi non temiamo la concorrenza in questosettore.Riuscire a costruire cosa è quel tessuto minimo che deve essere garantitoad ogni territorio, in ogni ordine e in ogni giorno della settimana, non ècompito dell'azienda, è compito del regolatore.Permettetemi di dire una cosa che non è affatto scontata. Tutto questo nonpuò essere inteso come il fatto che i servizi, dove c'è il mercato, devono es-sere di qualità diversa da quelli dove esiste un servizio universale. Quandosi parla di servizio universale in settori come acqua, energia elettrica, gas ecosì via, anche l'ultimo paese sperduto non può avere un qualità diversanell'utilizzo di questi servizi.Noi non possiamo pensare che i servizi migliori devono essere confinatisolamente tra Roma e Milano. Dobbiamo stabilire, ed è una misura dipolitica sociale, quale sia quel livello di qualità accettabile culturalmentedai cittadini italiani nel 2007.

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E' rispetto a questo target che si fanno riferimenti di rapporti con-trattuali tra chi sarà chiamato a svolgere quel servizio, non necessaria-mente le Ferrovie dello Stato, e chi dovrà pagare le compensazioni trai costi ed i ricavi che non riescono ad essere azzerati.Nell'affermare ciò, arrivo a dire che non si può pensare che questoservizio non debba essere pagato a livello giusto - a livello giusto vuoldire a livello europeo - tanto a Milano, dove c'è mercato, quanto aPalermo, dove ci sarà il servizio universale.Inoltre c'è un altro problema, che è una materia completamente diver-sa, si chiama welfare state e non c'entra nulla con il servizio universale.I poveri sono ovunque, sia a Milano che a Palermo, ed hanno dirittoad avere misure tariffarie particolari per loro stessi. Tuttavia, in Italianon si può ancora pensare di andare a Roma e Milano con prezzi chesono la metà di quelli con cui si va in Francia, o meno della metà diquello che succede in Germania con l'Eurostar.A questo punto permettetemi di dire qualcosa sulla qualità dell'Euro-star. Noi, in questo momento, viaggiamo con la puntualità del 91 % inquindici minuti. E' lo stesso obiettivo che la Francia ha per i suoi treniad alta velocità. Però, tra Eurostar ed alta velocità c'è di mezzo unacosa, che in Francia hanno dei binari dedicati solo a fare quel mestiere,mentre qui i nostri treni devono andare in mezzo ai treni pendolari.Voglio precisare che spesso si parla della qualità in modo improprio.Quando sento dire queste cose, immagino che le persone che le dico-no non sanno come sono i treni negli altri paesi.Sono stato recentemente a Strasburgo, dove i nostri giornali hannodetto che si viaggia a 575 km/h su un tragitto di 450 km e si impie-gano due ore e mezza per poterlo fare, ma basta fare le divisioni percapire che non è così. Eppure per quella tratta si pagano 112 euro,mentre da noi, tra Roma e Milano, si pagano 72 euro sul treno checosta di più.

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Perché dico questo? Perché se non riusciamo a metterei d'accordo sulvalore dei servizi; se non riusciamo a pensare che lo spazio della libe-ralizzazione non è spazio stazionale, ma è europeo; se non riusciamo adare al nostro lavoro un respiro europeo, affinché sia chiaro quale sialo spazio di competizione, noi rischiamo semplicemente di rimanereschiacciati dall'insufficienza delle risorse per poterle investire nel no-stro futuro.Questo vale anche per il trasporto regionale. Ragioniamo anche qui sualcune cose molto semplici. Abbiamo scoperto che i nostri clienti pa-gano tariffe pari a 3,5 centesimi di euro a chilometro. In Germania 7,5centesimi di euro e in Francia II,9. Lo Stato, fino al 2006, intervenivaad integrazione delle tariffe in Germania per altri 12,5 centesimi e inFrancia per altri 9,5 centesimi. Sostanzialmente da noi incassiamo lOcentesimi di euro, in Germania 20 ed in Francia 21. Qual è la diffe-renza? I nostri treni sono sicuramente i più vecchi e non riusciamo afare investimenti per porerli migliorare.Qual è la prima cosa che bisogna fare per aprire una spirale virtuosa?Credo che non vi sia una sola leva. Ce ne devono essere tante e ci deveessere un affidamento comune, perché si va su un piano che deve riu-scire a bilanciare gli elementi della qualità, dei contratti e degli accordicon lo Stato, per poter avere uno sfogo in avanti. Sicuramente, oggiabbiamo treni che hanno un' età media di 22 anni ed è questa la nostrasituazione quando ci confrontiamo con una realtà europea o con lamigliore realtà mondiale.Dobbiamo, quindi, cercare di voltare pagina. In questo senso, la no-stra proposta del piano è stata molto chiara. Da questo piano è venutafuori la proposta dei mille treni dei quali, giustamente, una buonaparte li dobbiamo auto finanziare attraverso gli "efficientamenti" chedobbiamo compiere. Laltra parte, anche in misura minore di quantoavviene in Francia e in Germania, deve fornirla lo Stato. Lultimo pia-

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no di investimento della Francia per il trasporto locale è di circa 4,5miliardi di euro, completamente dati dallo Stato.Un altro grande problema sono le merci. Nello spazio della globaliz-zazione è abbastanza difficile riuscire a connotare ciò che è nazionalee ciò che non lo è più. Il tema dei servizi rappresenta quell'elementodi fondo che dà il senso dell'identità nazionale e che deve essere sal-vaguardato. Penso a quegli elementi del tessuto connettivo dei serviziprimari di un paese che, per competere nel mondo, devono essere ga-rantiti.Sto parlando delle merci e non per delle persone, perché è proprio lìche si vede la possibilità concreta di un paese di poter vivere e com-petere. Noi, in Italia, abbiamo i primi tre operatori che si occupanodi logistica che sono stranieri, due sono tedeschi ed uno franco-ame-ricano.Anche su queste cose c'è motivo di riflettere. In Germania, ad esem-pio, hanno già determinato ed attuato una strategia legata alla logi-stica delle merci su scale europea, tale per cui, oggi, rappresentano laprima e la seconda forza a livello mondiale, e hanno fatto operazionidi acquisizioni aiutati dallo Stato, con 12 miliardi di euro in sei annie mezzo.Di fronte a questi fenomeni come si reagisce e con quali leve? Noi pen-siamo che si debba agire attraverso una chiara strategia e non essere piùuna società di trasporti, ma di logistica. Essere "padroni" delle merci inogni momento in cui esse riescono ad andare da una porta all'altra, perpoter trovare nuove forme di utilizzazione. Ci siamo mossi rivalutandoquello che le ferrovie non facevano, cercando innanzitutto di fondare laloro operatività logistica su quelli che sono dei terminali.Abbiamo, liberamente, gareggiato e vinto per entrare nel porto di Ge-nova. Stiamo lavorando per mettere sul mercato circa 2,5/3 milioni, indue o tre anni, di terminali in land che siano la base forte di quelle che

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sono le cerniere importanti del nostro Paese, verso il corridoio europeo.Stiamo cercando di entrare e stiamo discutendo con le autorità portualie le autorità locali, per poter fare di Trieste la nuova base della mittelEuropa.Stiamo cercando di creare una rete commerciale in tutta Europa. Abbia-mo ricostruito la nostra presenza in impresa per il trasporto delle merci,in maniera completamente diversa, distinguendo i mercati: quelli localicon un intervento di impresa; quelli sul territorio nazionale con la Tre-nitalia Cargo; quelli internazionali con una società tedesca, controllatada noi al 51 %, che da sola fa quanto tutte le imprese italiane - non FS- fanno sul nostro mercato.In questo abbiamo ricostruito alleanze strategiche con operatori ma-rittimi più grandi e con altre imprese come Poste. Quindi, nel settoredella logistica il nostro Paese non sarà in grado competere se non haun grande operatore che può accompagnare nel mondo quel tessuto diimprenditoria medio-piccola che noi abbiamo, insieme alle altre duecolonne: assicurazioni e banche. I mercati devono essere conquistati inquesta maniera.Dobbiamo, d'altra parte, determinare un operatore nazioriale impor-tante e grande, che sia di riferimento internazionale, e abbattere tuttala catena delle intermediazioni. Puntare agli anelli che creano valore ag-giunto e cercare di ricostruire una ferrovia moderna, di tipo europeo.Questi sono tutti gli elementi sui quali fondiamo la nostra strategia.Quando ho presentato al governo il piano industriale, tutti i ministrihanno lo hanno definito molto bello e ambizioso qualora fosse fatto, mahanno chiesto se questo piano sarà fatto o rimarrà solamente un librodei sogni.A distanza di un anno, posso dire che questo piano non solo è stato fatto,ma che ha anche superato l'obiettivo. Non è più un libro dei sogni, mainizia ad essere un qualcosa di molto concreto. Inoltre, lo possiamo fare

dando concretezza all'elemento fondamentale: la qualità del servizio.Oggi è il giorno in cui c'è il cosiddetto cambio orario, ossia la ricostru-zione che si fa periodicamente ogni anno. Questo è il secondo annocha facciamo questo cambio orario e, nonostante vari tumulti dovutiai cambi dei pendolari, dobbiamo dire che è stato un normale passag-gio di cambio orario come in Svizzera, in Austria e così via.Ora parliamo di un altro grande problema che abbiamo: la pulizia. Lapulizia non sugli Eurostar ma sui treni locali. La stiamo affrontandocon la difficoltà che questo comporta. Abbiamo avuto dei contrattiche io ritengo un po' folli, fatti su solo tre aziende in Italia. Quindi,imprese che non sono sostituibili dall'oggi al domani, ma che devonoessere sostituite, visto che la pulizia noi la paghiamo con soldi buoni,ma non abbiamo il risultato corrispondente alle somme che abbiamoa disposizione.Abbiamo aperto una discussione coinvolgendo anche il Comitato deiconsumatori, le regioni, direttamente con i loro funzionari, e i giorna-listi, per poter dire in maniera chiara e tangibile il nostro programma.Nell'ultima riunione che abbiamo fatto una settimana fa ci siamo presitre mesi affinché questi comitati possano certificare la situazione reale e,naturalmente, se questa situazione sarà positiva, verranno confermati iservizi. Laddove, invece, sarà negativa saranno disdetti i servizi.Perché vi dico questo, che a parer vostro potrebbe sembrare banale? Per-ché quando si mette mano ad un contratto, dove sotto ci sono ottomilapersone che possono essere impaurite dalle loro società, confondendola loro vicenda personale con quella dell'impresa, noi, ogni volta chefacciamo un'operazione di questo genere, rischiamo di trovare, per duemesi, i treni molto più sporchi. Tuttavia, questo è un passaggio che dob-biamo fare, come quello che sto facendo per le tariffe. In merito bisognachiarire i rapporti con lo Stato, altrimenti questa società non ha la possi-bilità di avere le risorse per poter guardare al proprio futuro.

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Su cosa fondiamo le nostre speranze? Fondiamo le nostre speranzesui ferrovieri. C'è stato dentro le ferrovie un grande turn over. Sonousciti 100 manager e ne è stato assunto uno solo, il capo del personale.Questo non perché siamo autosufficienti, ma perché dobbiamo ancheavere la possibilità di poter contare su risorse competenti.Spesso le aziende come le nostre non vengono considerate tali, materra di passaggio, dove in genere i manager arrivano quando sono"vecchietti", devono fare un mandato, avere una buona uscita e via. Ilproblema non è tanto questo, ma è quello che lasciano. Oggi, in Italia,abbiamo il problema che le imprese, pubbliche o private, non produ-cono, purtroppo, assolutamente nulla.Questo solamente per dire che io fondo tutto sui ferrovieri. In po-chi anni, hanno sviluppato la migliore tecnologia italiana esistente almondo. Per noi è importante far sì che la nostra tecnologia, nel 2007,diventi la tecnologia base dell'Europa. Non basta semplicemente averei forni tori, perché una casa cha ha lavorato bene con noi, non sa repli-care la stessa cosa, ad esempio, in Svizzera. A breve, nel nostro Paese,riusciremo ad avere delle risorse eccezionalmente innovative.Il prossimo 16 dicembre, faccio un viaggio in visita ai cantieri. Speroche venga il Presidente Romano Prodi, insieme ad altri ministri eanche Silvio Berlusconi. Passiamo a fare una visita tra Milano e Bo-logna e, all'inizio ed alla fine, accenderemo due totem con il quale ioe tutta la ferrovia, insieme a tutti i fornitori, ci impegneremo che a365 giorni avremmo l'alta velocità Milano - Bologna. In questi 365giorni l'impegno sarà visibile, con un cronometro che gira: secondi,minuti ed ore. Inoltre, avremo l'intera Torino - Salerno a dicembre2009.Vi lascio dicendovi che noi avremo un sistema europeo, un siste-ma che renderà la nostra situazione drammatica, in senso positivoo negativo. Una città come Roma, che avrà la possibilità di stare su

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questo sistema, avranno un vantaggio competitivo, territorialmenteparlando, drammaticamente più forte di tutti quelli che starannofuori.Vi lascio con questa immagine: tra un anno avremo una rivoluzioneche non c'è mai stata, se non con le prime realizzazioni autostradalidel dopoguerra, in termini culturali ed anche in termini economici eproduttivi.

Cesare San MauroRingrazio veramente di cuore l'Ingegner Moretti. La prima domandache vorrei fare è sul servizio universale, una questione di straordinariointeresse. Non è questa la funzione dello Stato, ossia definire lo stan-dard dei contenuti del contratto del servizio universale?lo ho avuto l'occasione di lavorare al Nars, che è uno strano luogodove si dovrebbero elaborare le valutazioni dei contratti di servizioe che, in realtà, è un' autorità mancata. Allora, il fatto che esistanoautorità di servizio, è un elemento che l'Ingegner Moretti sente comedebolezza del sistema?lo, come voi, sono il classico pendolare Roma - Milano, ma in questovagone letto "excelsior", sempre strapieno, non si può avere qualchecarrozza in più?In ultimo, la questione delle stazioni terminali. E' corretto che itreni ad alta velocità entrino e arrivino nel cuore delle città? 0,invece, si deve immaginare un sistema in cui le reti ferroviarie,all'interno dei grandi centri urbani, svolgano la funzione di metro-politana, realizzando stazioni terminali ai confini dei centri urbanistessi?

Mauro MorettiIl Servizio universale deve definirlo chi deve comprare, ma siccome

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MAURO MORETII FONDAZIONE ROMA EUROPEA

siamo agli inizi e sappiamo che c'è un problema culturale da risol-vere, non possiamo sottrarci al compito di dover contribuire.Abbiamo pensato di fare un catalogo di offerte, sia a livello nazionale chea livello regionale. Noi indichiamo quali sono le parti di servizio e comepotrebbero essere fatte, e facciamo scegliere il tipo di servizio più adatto.Mi spiego meglio: svolgendo il servizio con materiali di un' età mediadi vent'anni, c'è una certa quota di ammortamento. Svolgendolo lostesso servizio con materiali con età media di dieci anni, si ha unaquota diversa. Se uno vuole treni completamenti nuovi, ci sarà unaquota di ammortamento ancora diversa. Se uno vuole i sedili di cuoio,piuttosto che di tela, li può prendere, basta che accetti il prezzo.L'Autorità del trasporto per noi sarebbe la benvenuta, perché finoraabbiamo avuto uno spezzettamento di competenze che fa pauta.Il problema del Roma - Milano è soltanto utilizzare delle tariffe diversea seconda delle persone.Se una persona ha la possibilità, paga 130 euro e viaggia su un deter-minato vagone, mentre la persona che paga solo 30 euro, viaggia suun altro treno. Altrimenti - e non si capisce perché - indipendente-mente dal modo, viaggiano tutti più o meno gratis, tutti più o menoscontenti e tutti autorizzati e parlar male di tutto.I progetti più belli di stazione, li stiamo facendo in Italia. Le stazioniad alta velocità, devono stare fuori dalle città, ma devono essere forte-mente intrecciate con gli altri servizi ferroviari di livello inferiore. Inquesto modo, le vecchie stazioni terminali diventano, di fatto, dellegrandi stazioni metropolitane.Ad esempio, noi il 14 gennaio del 2008 apriremo la Napoli - Salerno;nel giugno del 2008, apriremo il passante Milano - Rogoredo; in au-tunno, ci sarà l'apertura della Bologna - Milano, ma anche di un' altrastorica linea, la Bologna - Verona.

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Nicola PiepoliDove ha preso la sua fede nel futuro?

Mauro MorettiNelle mie radici, che sono radici di contadino e anche di ragazzo mol-to povero che ha dovuto conquistare tutti i suoi pezzi da solo, se~zagrandi aiuti. Ho visto che ciò è possibile. Quindi, tutti insieme pOSSIa-mo farcela ed avere un gran futuro.

Luca GiordanoPerché la classe politica e la maggior parte della nostra nazione nonsono sensibili a queste problematiche? Perché manca questa coscienza?Perché c'è una carenza di attenzione a questi problemi e non riusciamo

più a fare un sistema - Paese?

Gerardo LanciaMi sembra di sentire, in alcuni aspetti, ciò che avvenne prima del de-creto Bersani nel settore energetico.Lei pensa che la parte degli asset che possono stare sul mercato, devo-no essere obbligatoriamente venduti?

Mauro MorettiVi siete mai chiesti perché la ferrovia è l'unico sistema di trasportodove non c'è un mezzo privato?Un motivo c'è ed è questo: nelle ferrovie bisogna programmare tutto,molto prima, altrimenti non si va né avanti, né indietro.lo vorrei, intanto, che ognuno facesse il suo mestiere e lo facesse dapersona competente. Se mi devo ispirare a qualcuno per poter metterea posto le Ferrovie dello Stato, mi ispiro alle migliori situazioni che ci

sono in questo periodo.

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Sapete cosa ha fatto il Giappone per evitare di separare le infrastruttu-re dal trasporto? Hanno diviso, territorialmente, in tre la ferrovia.Il miglior caso di trasporto merci al mondo sono gli Stati Uniti d'Ame-rica e lo sanno in pochi.Il miglior caso di trasporto misto, che fa tutti i servizi, ad alta velocitàe merci, si chiama Deutsche Bank e sarà quotata in borsa.Tornando alla prima domanda, noi in Italia abbiamo un problema:una classe dirigente debole che ha fatto poca fatica per arrivare ai postidi comando. Quelli che, invece, hanno fatto fatica sono anziani edhanno ancora in mano il Paese.E' una cosa drammatica. lo sono considerato una persona giovane, mail mio problema è finire la carriera tra 5 o 6 anni ed avere un gruppodirigente di giovani, da mettere al mio posto, per completare l'altavelocità.

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