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S C U O L A E CULTURA ANTIMAFIA per un ponte culturale nel mediterraneo www.scuolaeculturaantimafia.it - www.etnomediterranea.org – email: [email protected] ______________________________ ___________________________________________________________ PALERMO, VENT’ANNI DOPO …. di Anna Maria Ajovalasit 23 mag.2012: l’arrivo degli studenti al porto di Palermo Il Procuratore antimafia Pietro Grasso Possono vent’anni cambiare la vita di una città? Vent’anni, meno di una generazione, ma eventi straordinari riescono concretamente a lasciare una traccia, e più di un segno hanno certamente inciso nell’anima collettiva della città, le stragi del 1992, al punto che chi le ha vissute, come me, che ero nel pieno della mia attività professionale, ne porta ancora, nella mente e nel cuore le tracce di emozioni profonde ed ineguagliabili. Sembrava che ci avessero tolto tutto, ogni possibilità di andare avanti e di costruire qualcosa, sovrastati, come ci sentivamo, da un male che era al di sopra di noi e contro il quale le nostre armi pacifiche della formazione e della cultura temevamo non poter essere sufficienti. Ma non ci siamo arresi, non ci siamo fermati ed il mondo della Scuola, oggi, è più che mai in fermento e pronto a reagire e ad agire. Abbiamo coltivato il seme della speranza ed oggi ne vediamo i frutti. Anche quest’anno abbiamo visto giungere al nostro porto più di duemila giovani, provenienti da diverse città d’Italia, pieni di entusiasmo e di voglia di esprimersi, desiderosi di testimoniare e di rappresentare, concretamente, un futuro nuovo per il nostro Paese, E se ricordiamo che, evidentemente, nessuno di loro ha vissuto, “in diretta” quei tragici momenti, possiamo ancora una volta esser riassicurati sul valore e sulla capacità della Scuola di fare formazione valorizzando anche i momenti più tragici del nostro recente passato. E si sono trovati insieme ed hanno subito socializzato i nostri giovani con i ragazzi di tutt’Italia, con la stessa spontaneità e con lo stesso entusiasmo con cui si potrebbero condividere momenti di solo svago o di sport. E sono questi eventi che ci fanno ben sperare che la nostra città, la nostra isola non vengano considerate lontane o emarginate, come inevitabile conseguenza della “lontananza” fisica, ma che, a giusto titolo possano costituire quel tessuto “connettivo” nuovo su cui porre le basi di una società diversa che dal passato tragga le giuste indicazioni per costruire un futuro che sia il più possibile “a misura di uomo”. (continua a pag. 3)

Transcript of S C U O L A - etnomediterranea.org · riconoscimento da parte dello Stato di essere stato un eroe...

S C U O L A E CULTURA ANTIMAFIA

per un ponte culturale nel mediterraneo

www.scuolaeculturaantimafia.it - www.etnomediterranea.org – email: [email protected]

______________________________ ___________________________________________________________

PALERMO, VENT’ANNI DOPO ….

di Anna Maria Ajovalasit

23 mag.2012: l’arrivo degli studenti al porto di Palermo

Il Procuratore antimafia Pietro Grasso

Possono vent’anni cambiare la vita di una città? Vent’anni,

meno di una generazione, ma eventi straordinari riescono

concretamente a lasciare una traccia, e più di un segno hanno

certamente inciso nell’anima collettiva della città, le stragi del

1992, al punto che chi le ha vissute, come me, che ero nel

pieno della mia attività professionale, ne porta ancora, nella

mente e nel cuore le tracce di emozioni profonde ed

ineguagliabili. Sembrava che ci avessero tolto tutto, ogni

possibilità di andare avanti e di costruire qualcosa, sovrastati,

come ci sentivamo, da un male che era al di sopra di noi e

contro il quale le nostre armi pacifiche della formazione e

della cultura temevamo non poter essere sufficienti. Ma non ci

siamo arresi, non ci siamo fermati ed il mondo della Scuola,

oggi, è più che mai in fermento e pronto a reagire e ad agire.

Abbiamo coltivato il seme della speranza ed oggi ne vediamo i

frutti.

Anche quest’anno abbiamo visto giungere al nostro porto più

di duemila giovani, provenienti da diverse città d’Italia, pieni

di entusiasmo e di voglia di esprimersi, desiderosi di

testimoniare e di rappresentare, concretamente, un futuro

nuovo per il nostro Paese, E se ricordiamo che, evidentemente,

nessuno di loro ha vissuto, “in diretta” quei tragici momenti,

possiamo ancora una volta esser riassicurati sul valore e sulla

capacità della Scuola di fare formazione valorizzando anche i

momenti più tragici del nostro recente passato. E si sono

trovati insieme ed hanno subito socializzato i nostri giovani

con i ragazzi di tutt’Italia, con la stessa spontaneità e con lo

stesso entusiasmo con cui si potrebbero condividere momenti

di solo svago o di sport. E sono questi eventi che ci fanno ben

sperare che la nostra città, la nostra isola non vengano

considerate lontane o emarginate, come inevitabile

conseguenza della “lontananza” fisica, ma che, a giusto titolo

possano costituire quel tessuto “connettivo” nuovo su cui

porre le basi di una società diversa che dal passato tragga le

giuste indicazioni per costruire un futuro che sia il più possibile

“a misura di uomo”. (continua a pag. 3)

SCUOLA

E CULTURA ANTIMAFIA

SOMMARIO

Palermo, vent’anni dopo …

di Annamaria Ajovalasit pagg. 1-3

Placido Rizzotto, un ribelle che diventa eroe

di Maria Vita Gambina pag. 4

I percorsi della memoria

di Carmelo Botta pagg. 5-6

Palermo apre le porte…

di Cecilia Villanova pagg. 7-9

Palermo apre le porte: elenco dei siti e delle scuole

pagg. 10-11

SI E' CONCLUSA LA XVIII EDIZIONE di "Palermo Apre le Porte"

Quali prospettive per un Progetto pedagogico di

"adozione" dei monumenti in chiave di legalità e

territorio?

di Claudio Paterna pagg. 12-13

Alla Media Franchetti un percorso didattico finalizzato

alla “cittadinanza attiva”

di Salvina Cangiamila pagg. 14-16

IV Quaderno della Memoria

Cultura Antimafia Didattica Comunicazione Memoria

per contrastare la mentalità mafiosa

di Carmelo Botta e Francesca Lo Nigro pag. 17

LETTERA APERTA: L’ATTO DI RIMOSTRANZA DELLE MAESTRE

DELLA DIREZIONE DIDATTICA “ SCELSA”

di Roberto Tripodi pagg. 18.19

BICENTENARIO DELLA CARTA COSTITUZIONALE DI PALERMO

(1812-14) di Claudio Paterna pag. 20

OTTO GIUGNO 2012 “GIORNATA DI LEGGE E DI FESTA”

ALLA SCUOLA G.TURRISI COLONNA pagg. 21-22

GIUGNO 2012

ANNO XXVIII

NUMERO 6-7

Invio gratuito on-line

Reg. Trib. Di Palermo

n. 41 del 12/11/1991

Direttore responsabile:

Claudio Paterna

Indirizzi web:

www.scuolaeculturaantimafia.it

www.etnomediterranea.org

e-mail:

[email protected]

gli articoli possono essere anche inviati a: [email protected]

[email protected]

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Palermo, vent’anni dopo …

Ed abbiamo avuto quali ospiti eccellenti il

Presidente della Repubblica, il Presidente del

Consiglio, Il Ministro Guardasigilli, il Procuratore

Capo Antimafia, e tante altre illustri personalità la

cui presenza è per noi non solo segno di

solidarietà e testimonianza ma anche impegno e

promessa per l’avvenire. La nostra non è più la

città che lasciò risuonare isolato come “voce nel

deserto” il grido inascoltato di Libero Grassi, il

primo a denunciare il sopruso e la violenza

mafiosa del taglieggiamento, ignorato da

istituzioni ed opinione pubblica. Oggi i giovani di

“Addio, pizzo,” sono stati capaci di dare una svolta

significativa all’impegno antimafia di gran parte di

attività commerciali della nostra città e sono una

presenza costante dell’impegno giovanile per

l’affermazione della legalità. Oggi se esiste una

legge dello Stato che emargina e condanna le

collusioni politico-mafiose, lo si deve agli

industriali palermitani che si sono ribellati ed

hanno voluto esprimere un “no” netto ed

inequivocabile alla prevaricazione mafiosa ed

all’indebita in gerenza nel mondo del lavoro e

degli affari. Oggi la nostra città è cambiata, in

quanto non ha subito recenti, evidenti attacchi di

violenza mafiosa, ma perché cambi sul serio,

perché si vedano i risultati di una svolta reale, c’è

bisogno dell’impegno, forte e convinto, di una

classe politica nuova ed indenne da

“contaminazioni”, una classe dirigente che sappia

“rompere” con un passato di tolleranza e di

illecite connivenze e che si ponga come obiettivo

primario quello della crescita che può avvenire

soltanto attraverso la creazione di occupazione e

di posti di lavoro che siano in grado di

emancipare la città e di togliere manovalanza alla

sempre presente minaccia mafiosa.

Per questa via soltanto faremo in modo di non

tradire le speranze e le prospettive di giovani che

stanno vivendo il momento, unico ed inimitabile

dei loro sogni e delle loro speranze. Nessuno di

noi ha il diritto di distruggere le loro legittime

aspettative. Tutti, anzi, dovremmo impegnarci e

fare fronte comune perché la nostra città possa

essere finalmente “libera” ed artefice della propria

sopravvivenza. Soltanto che dobbiamo amarla.

Aveva detto Paolo Borsellino.”Palermo a me non

piaceva, ma siccome l’amavo ho desiderato fare

qualcosa per cambiarla” Amarla al punto di farsi

uccidere per cercare di cambiare qualcosa.

Anna Maria Ajovalasit

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Placido Rizzotto, un ribelle che diventa eroe

Il 24 Maggio 2012, alla presenza del

Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano

ed esponenti del governo nazionale e regionale,

si sono celebrati i funerali di Stato per Placido

Rizzotto, nella chiesa madre di Corleone, paese

di origine del sindacalista, ucciso dalla mafia il 10

marzo 1948. Monsignor Di Cristina, vescovo di

Monreale, nell’omelia, ha definito Placido “un

vincitore”. “Coloro che l’hanno ucciso sono i veri

perdenti agli occhi di Dio e della società umana.

Siamo grati a questo figlio dimenticato per la sua

attività politica e sindacale a favore dei più

deboli e contro il sopruso mafioso”. Ma chi era?

Era un giovane contadino corleonese, che dopo

la II guerra mondiale, dopo aver combattuto da

partigiano, divenne sindacalista nel suo paese,

socialista, segretario della camera del lavoro di

Corleone. Corleone era una città che in quel

periodo vedeva tante famiglie di contadini

ridotti alla fame e alla miseria dalla prepotenza

degli agrari, proprietari terrieri e dei mafiosi.

Ogni mattina, nella piazza del paese, si riunivano

i contadini in attesa di essere chiamati a lavorare

i campi dai campieri o gabelloti che escludevano

tutti coloro che avevano il coraggio di chiedere il

rispetto dei propri diritti di uomini e lavoratori.

Placido è uno di questi, inizia a costituire delle

cooperative e a occupare i feudi abbandonati ed

incolti, così facendo dava una possibilità di

riscatto a se stesso e ai suoi compagni,

ridicolizzando la mafia di Luciano Liggio. Uno

sconosciuto, un ribelle che diventa eroe, in

nome dei suoi ideali di giustizia, per la sua lotta

alla mafia, senza paura. “Terra, diritti, lavoro , il

lavoro libero è la radice profonda della

democrazia”: gridava. Nel paese si era

scontrato con la prepotenza del boss Michele

Navarra, medico famoso e potente e dei suoi

collaboratori, tra cui Luciano Liggio. Navarra era

chiamato dai “picciotti”, in modo sacrilego, “U

patri Nostru”, senza di lui non si muoveva foglia.

Placido aveva guidato con successo le lotte dei

contadini contro l’espropriazione delle terre,

intralciando “gli affari” di Cosa Nostra e della

politica. Il 10 marzo 1948, mentre si stava recando

ad una riunione sindacale, venne rapito, ucciso e

fatto sparire. Il suo assassinio avviene alla vigilia

delle elezioni del 18 Aprile 1948, quando, dopo le

stragi di Portella della Ginestra e di Partinico, la

mafia e il banditismo di Salvatore Giuliano,

stipulano accordi con i palazzi di Roma per

bloccare l’avanzata delle sinistre in Italia. I resti

del sindacalista furono ritrovati a Rocca

Busambra, foiba, trasformata in cimitero dalla

mafia, un anno dopo la sua scomparsa, dall’allora

giovane comandante dei carabinieri Carlo Alberto

Dalla Chiesa. Due mesi fa, grazie alla

comparazione del DNA con quello del padre, gli

esperti hanno accertato che quei resti sono di

Rizzotto. I mandanti ed esecutori, catturati dal

capitano Dalla Chiesa, furono tutti assolti “per

insufficienza di prove”. Rizzotto paga con la vita la

sua battaglia per i diritti dei lavoratori. Ma la sua

memoria resta in Sicilia e nel Paese. A lui sono

dedicate vie, strade, piazze e un vino che i ragazzi

di “Libera Terra” producono nei terreni , confiscati

alla mafia. Oggi, dopo 64 anni, Placido Rizzotto ha

avuto finalmente giustizia, ma soprattutto, il

riconoscimento da parte dello Stato di essere

stato un eroe della Patria. “ C’è molto di nuovo, in

Sicilia, ha detto il Capo dello Stato, c’è molto di

nuovo nella coscienza della gente Siciliana e in

modo particolare, dei giovani Siciliani”. La storia

di Placido Rizzotto, come quella di altri eroi, uccisi

dalla mafia, va oltre i confini della semplice

biografia, è una grande storia, una vicenda che ha

in sé la storia della Sicilia, una Sicilia onesta che

lotta ancora contro i poteri criminali e il

malaffare.

Maria Vita Gambina

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“I Percorsi della memoria”“I Percorsi della memoria”“I Percorsi della memoria”“I Percorsi della memoria”

Un progetto Pon Un progetto Pon Un progetto Pon Un progetto Pon fa rivivere a scuola la drammatica vicenda di Placido Rizzottofa rivivere a scuola la drammatica vicenda di Placido Rizzottofa rivivere a scuola la drammatica vicenda di Placido Rizzottofa rivivere a scuola la drammatica vicenda di Placido Rizzotto

Le nostre attività didattiche hanno avuto inizio negli stessi giorni in cui la Polizia Scientifica di Palermo annunciava l’avvenuta identificazione delle ossa di Placido Rizzotto. Commentando la notizia in aula, gli studenti proposero di ricordare la vicenda esaltante e tormentata di questo giovane siciliano partigiano, sindacalista, combattente dell’antimafia, che aveva generosamente offerto alla lotta per la terra e per il lavoro gli anni migliori della sua vita fino al sacrificio estremo. Abbiamo accolto volentieri la proposta e - accantonato temporaneamente il progetto iniziale, dedicato ad altri momenti e figure dell’epopea antimafiosa in Sicilia – ci siamo messi subito all’opera. L’entusiasmo degli studenti è stato decisivo nella stesura di questo brevissimo ma intensissimo omaggio alla figura eroica di Rizzotto. La preparazione, la formazione culturale, il metodo nella ricerca e il rigore nello studio hanno fatto il resto. Riteniamo utile raccontare come sono nate le pagine che compongono questo piccolo diario di una grande vita. Gli studenti si sono suddivisi in gruppi di lavoro. Accanto ai gruppi che hanno ricostruito i singoli episodi della storia del sindacalista di Corleone, hanno lavorato i gruppi che si sono dedicati alla correzione e alla impaginazione del testo e alla scelta iconografica. Insieme, abbiamo deciso il titolo del documento; insieme, abbiamo deciso di titolare i singoli paragrafi con le date memorabili della vicenda. Non sono state decisioni dettate da esigenze cronologiche; ci è sembrato che evidenziare quelle date contribuisse a rendere la giusta drammaticità alla narrazione della vicenda dipanatasi in oltre sessant’anni di storia. Una storia incalzante, condita da colpi di scena, intrecciata con le vicende di altre figure eroiche come quelle di Carlo Alberto Dalla Chiesa e Pio La Torre. Le date sono scolpite nella memoria, sono simboli

Carlo Alberto Dalla Chiesa

Pittura fotografata da Mario Cucina

Il presidente Napolitano ai funerali di Placido Rizzotto

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“I Percorsi della memoria”“I Percorsi della memoria”“I Percorsi della memoria”“I Percorsi della memoria”

Un progetto Pon fa rivivere a scuola la drammatica vicenda di Placido RizzottoUn progetto Pon fa rivivere a scuola la drammatica vicenda di Placido RizzottoUn progetto Pon fa rivivere a scuola la drammatica vicenda di Placido RizzottoUn progetto Pon fa rivivere a scuola la drammatica vicenda di Placido Rizzotto

La sorella di Rizzotto davanti al busto che lo ricorda

della storia collettiva eroica e drammatica di uomini, movimenti e comunità. I diari sono resoconti di una passione, di una idea, di una lotta, di un sacrificio. Ripercorrere il diario e le date della storia di Placido Rizzotto significa inerpicarsi lungo i percorsi della memoria di una generazione di giovani che, nella Sicilia degli anni quaranta del Novecento, aspirava, con il pensiero e con l’azione, ad una rivoluzione della realtà siciliana. Significa recuperare la memoria delle lotte sociali nell’isola, la memoria dei siciliani che fecero la Resistenza al nazifascismo, la memoria dei siciliani che non si arresero alla mafia, la memoria del sindacalismo siciliano costretto a battersi su due fronti: quello antimafioso e l’altro della giustizia sociale. Alla fine del percorso ci siamo ritrovati in una vasta distesa, verde come la speranza; e ci siamo convinti – docenti e studenti – che il diario e le date di Placido Rizzotto dimostrano che la Sicilia non è irredimibile e che non tutti i siciliani sono disposti a rassegnarsi, memori delle grandi rivoluzioni e dell’eroismo dei loro padri.

Carmelo Botta, Tutor

Michelangelo Ingrassia,

Esperto esterno

Corleone: Funerali di Placido Rizzotto (foto Cucina)

Funerali di Placido Rizzotto (foto Cucina)

Immagine di Placido Rizzotto ricostruita

da Mario Ritarossi per un poster della CGIL

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Palermo apre le porte. La Scuola adotta la città.Palermo apre le porte. La Scuola adotta la città.Palermo apre le porte. La Scuola adotta la città.Palermo apre le porte. La Scuola adotta la città.

Edizione 2012Edizione 2012Edizione 2012Edizione 2012

Caratterizzata dal ricordo del ventennale

delle stragi di mafia, si è conclusa la 18ª

edizione di “Palermo apre le porte. La scuola

adotta la città”. Il tema ispiratore del progetto,

per il terzo ed ultimo anno, è stato “Palermo:

luogo d’incontro della storia” avendo quali

punti di riferimento le porte di Palermo, quelle

ancora esistenti e quelle di cui si conservano

solamente la memoria o i ruderi. Il 16 gennaio

la splendida cornice del Teatro Massimo ha

ospitato la cerimonia d’apertura. L’occasione è

stata utile per mettere in evidenza

l’importanza di celebrare un rito. Il rito, infatti,

ha lo scopo di rendere visibile alla società

un’esperienza, una situazione, un sentimento

che appartiene ad una o più persone. Il rito

aiuta a riconoscersi in una comunità e facilita il

sentimento di appartenenza, rinsaldando i

legami interni alla comunità.

Sotto una leggera pioggerella e con tanta

voglia di ricominciare, i bambini ed i ragazzi

delle scuole si sono stretti attorno al Teatro in

un abbraccio virtuale dei monumenti della

nostra Palermo. Con il sottofondo musicale del

film “La vita è bella” e tenendoci tutti per

mano ha preso il via il nostro progetto. Il rito,

iniziato fuori con l’abbraccio e con la consegna

della chiave della città alle scuole, si è

concluso, all’interno del Teatro, con una

professione di testimonianza ed impegno da

parte di tutti gli attori coinvolti nel progetto

che mi sembra bello riportare perché contiene

l’essenza del progetto ed i suoi obiettivi

educativi. Il testo che segue è stato letto, nelle

parti di propria competenza , dai referenti

dell’Amministrazione Comunale e degli Enti

Gestori, dagli alunni delle scuole suddivise per

anno di adozione del sito prescelto, dai

referenti della Associazioni.

IL GIURAMENTO

“Noi alunni delle scuole (seguivano i nomi

delle istituzioni scolastiche che adottavano

peri il terzo anno quel monumento)

partecipiamo con orgoglio a questa

manifestazione. Abbiamo scoperto di essere

nel posto giusto, quello in cui vogliamo

crescere e vivere. Abbiamo scoperto,

attraverso la conoscenza approfondita in

questi anni , l’identità del sito adottato e ci

siamo ritrovati a condividere una memoria

collettiva che appartiene a noi cittadini di

Palermo. Ci impegniamo a dare un contributo

per la costruzione di una cittadinanza attiva.

Ci impegniamo quotidianamente per

riscattare la nostra Palermo dalle ingiustizie e

da coloro che ne deturpano il “volto”

bellissimo con azioni cattive ed illegali. Ci

impegniamo a non assumere atteggiamenti

di disinteresse nei confronti del nostro

patrimonio culturale e di contrastare tutte le

azioni che potrebbero rovinare e portare Al

degrado i nostri beni monumentali. Abbiamo

scoperto , infine, che dalle radici di un grande

passato dobbiamo trarre la forza per costruire

il nostro futuro.

Noi referenti delle Associazioni ( seguivano i

nomi della Associazioni che adottano)

coinvolte nel progetto di adozione di

monumenti, vogliamo testimoniare il nostro

amore verso Palermo e l’impegno della

società civile nell’affiancare le scuole in

questo percorso di scoperta, riscoperta e

partecipazione per la costruzione della nostra

storia. Ci impegniamo a collaborare per la

promozione di processi di costruzione

dell’identità culturale della nostra città. Noi,

referenti dell’Assessorato Pubblica Istruzione

e degli Enti Gestori ci impegniamo a fare tutto

il possibile per tutelare il nostro

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Palermo apre le porte. La Scuola adotta la città.Palermo apre le porte. La Scuola adotta la città.Palermo apre le porte. La Scuola adotta la città.Palermo apre le porte. La Scuola adotta la città.

Edizione 2012Edizione 2012Edizione 2012Edizione 2012

patrimonio culturale e per promuoverne una

sempre più ampia fruizione, nella

consapevolezza della nostra missione

istituzionale e della certezza che il bene

culturale è patrimonio della collettività.Ci

impegniamo a non disperdere la memoria e a

favorire la diffusione della conoscenza presso le

giovani generazioni, a sostenere le scuole nel

loro percorso educativo volto a formare cittadini

capaci di tutelare consapevolmente i beni della

città.”

Il progetto che si è snodato lungo 6 week-end

distribuiti tra i mesi di gennaio e maggio, si è

concluso con la riconsegna della chiave della

città al neo sindaco appena eleto, prof. Leoluca

Orlando, davanti la scalinata del Teatro

Massimo in occasione della prima “Notte

Bianca della Scuola” svoltasi il 25 maggio.

L’evento, inserito nell’offerta progettuale del

“Laboratorio cittadino di educazione alla

legalità”, è stato dedicato ai giudici Giovanni

Falcone e Paolo Borsellino ed agli uomini di

scorta per testimoniare il rinnovato impegno a

costruire una Palermo migliore, dove la mafia,

la criminalità, la violenza, il degrado, l’incuria,

l’ignoranza saranno cancellati con i colori della

Speranza. Gli alunni ed i giovani studenti di

Palermo, dalle 18.00 all’una del mattino hanno

animato via Roma e dintorni, via Cavour, via

Belmonte e via Ruggero Settimo, chiuse al

traffico per l’occasione, con esibizioni musicali,

danze, esposizioni, manifestazioni artistiche,

passeggiate storico-monumentali, laboratori.

Hanno voluto, in occasione del ventennale

delle stragi, ricordare alla cittadinanza che al

difficile momento attuale occorre reagire con

vitalità ed ottimismo: la scuola e la cultura

possono essere la risposta alla crisi culturale,

sociale ed economica del nostro paese e

La notte bianca della Scuola a Palermo

9

della nostra città in particolare. Gli spazi sono

diventati dei palcoscenici delle loro espressioni

creative e di tutto ciò che sanno e amano fare.

Grazie alla spontanea e gratuita collaborazione

tra le scuole, imprese, enti ed Amministrazione

Comunale la Notte Bianca della Scuola insegna a

tutti che Palermo ci appartiene, che è compito di

tutti contribuire alla sua valorizzazione, che solo

se mettiamo insieme le sinergie positive

riusciremo a creare sviluppo, che utilizzare la

straordinaria scenografia di Palermo può anche

essere un’operazione condotta senza

investimenti. Basta volerlo. “ Forse tra coloro che

hanno vissuto sul nascere questa iniziativa

talvolta, durante i diversi incontri preparatori,

faceva capolino la paura che qualcosa avrebbe

potuto non andare per il verso giusto. La

macchina messa in moto era sicuramente

imponente e la fatica per guidarla tanta, ma con

caparbietà fino all’ultimo si è lavorato tutti

insieme perché la scuola palermitana avesse la

sua prima notte bianca. 25 Maggio 2012, data da

non dimenticare, la scuola palermitana in strada

ha cambiato il volto a Palermo… da tempo

intorpidita. E’ stato bellissimo vedere per strada

studenti, genitori, docenti, dirigenti e personale

della scuola, mostrare quanto la scuola sia viva e

quanto tutti insieme si possa e si debba fare per

questa nostra città. ( Maria Stella Lombardo e

Rosaria Ferrigno, docenti dell’I.C. Principessa

Elena)”. A Palermo la notte del 25 maggio

soffiava una brezza diversa… sapeva di

giovinezza… di vitalità… di comunità… sapeva del

bisogno e del desiderio e dell’impegno a vivere in

una Palermo migliore !

Cecilia VillanovaCecilia VillanovaCecilia VillanovaCecilia Villanova

Responsabile Attività Culturali

Settore Servizi Educativi

Comune di Palermo

Immagine elaborata dall’I.C. Maria Adelaide

Palazzo Abatellis, Madonna del Bronzino

Manifesto dell’I.C. Maria Adelaide

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SITI ADOTTATI

SCUOLE ED ASSOCIAZIONI

SITI ADOTTATI

SCUOLE ED

ASSOCIAZIONI

ALBERGO DELLE POVERE

D.D. SALGARI CASINA CINESE

D.D. S. LORENZO A.V. CIRCOLO LEGAMBIENTE

ECOLOGIA PALERMO

ARSENALE BORBONICO I.C. ARENELLA Scuola elementare CASTELLO A MARE I.C. BUONARROTI

BIBLIOTECA REGIONALE A. BOMBACE

IST. REGINA MARGHERITA

CASTELLO DELLA ZISA I.T.C. CRISPI

CAMERA DELLO SCIROCCO

I.C. MANTEGNA BORSELLINO

CASTELLO DI MAREDOLCE

S.M.S QUASIMODO I.C. PADRE PINO PUGLISI

LICEO SCIENTIFICO BASILE

CAPPELLA DEL SABATO I.C. NUCCIO CHIESA ANGLICANA "HOLY CROSS" ASS.NE HOMBRE

CAPPELLA DELLA SOLEDAD CENTRO POVEDA CHIESA DELL'ASSUNTA I.C. MADRE TERESA DI

CALCUTTA

CAPPELLA DELLE DAME S.M.S. VITTORIO EMANUELE III

CHIESA DEI SANTI 40 MARTIRI E DI SAN

RAINERI DEI NOBILI PISANI (ALLA GUILLA)

ASS. MADRE SERAFINA FAROLFI

CAPPELLA S.GIUSEPPE SCUOLA PARITARIA SAN GIUSEPPE

CHIESA DEL GESÙ (CASA PROFESSA)

ISTITUTO CIELO D’ALCAMO

CASA NATURA IN FAVORITA

A.V. CIRCOLO LEGAMBIENTE

ECOLOGIA PALERMO

CHIESA DI S. ANTONIO DA PADOVA S.M.S. CESAREO

CASERMA VV.FF. I.C. SANZIO SCUOLA DELL’INFANZIA

CHIESA DI SAN GIOVANNI DECOLLATO

ASS. AMICI DI SAN

GIOVANNI DEC. CHIESA DI SANTA

CRISTINA LA VETERE S.M.S. GRAMSCI CHIESA DI SANTA

CHIARA ASS.NE SANTA CHIARA

CHIESA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI (LA

GANCIA)

I.T.N. GIOENI TRABIA

CONSERVATORIO DI STATO V.BELLINI

SCUOLA DELL’INFANZIA COMUNALE SARDEGNA

CHIESA DI SANTA MARIA DELLA CATENA

ISTITUTO S.MARIA

MAZZARELLO FONDO MICCIULLA AGESCI

CHIESA DI SANTA MARIA LA NOVA S.M.S Florio

FONTANA ANTICO MONASTERO DI S.

CHIARA ASS.NE SANTA CHIARA

CHIESA DI SANTA MARIA MADDALENA I.C. LOMBARDO RADICE GIARDINI COSTA (EX

VILLA TERRASI) ISTITUTO FIABA

CHIESA DI SANT'ANIANO ASS. DAEDALUM

GIARDINI ORNAMENTALI PALAZZINA CINESE

D.D. S. LORENZO SCUOLA DELL’INFANZIA

CHIESA DI SANT'ORSOLA

ITGS PARLATORE LA CUBA D.D. RAGUSA MOLETI

CHIESA VALDESE ISTITUTO VALDESE

LICEO ARTISTICO DAMIANI ALMEYDA

LICEO ARTISTICO DAMIANI ALMEYDA

CIMITERO DEGLI INGLESI I.C. ARENELLA MERCATO STORICO DI

BALLARÒ ASS.NE SANTA CHIARA

CITTÀ DEI RAGAZZI I.C. FALCONE MURO PUNICO ASS.NE SANTA CHIARA COLLEZIONI MUSEALI

DELL' IST.TO PARLATORE

ITGS PARLATORE MUSEI DI CASA PROFESSA I.C. NUCCIO

MUSEO DELLA VIGNICELLA

CENTRO DIURNO ANZIANI MUSEO PITRÈ D.D. PALLAVICINO

Palermo apre le porte. La Scuola adotta la cittàPalermo apre le porte. La Scuola adotta la cittàPalermo apre le porte. La Scuola adotta la cittàPalermo apre le porte. La Scuola adotta la città 2012201220122012

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SITI ADOTTATI

SCUOLE ED ASSOCIAZIONI

SITI ADOTTATI

SCUOLE ED

ASSOCIAZIONI

MUSEO DELLE MARIONETTE

D.D. LEONARDO DA VINCI MUSEO NUNZIO RUSSO SCUOLA PRIM. PAR. S.

GIUSEPPE

MUSEO DIOCESIANO

SCUOLA MARCELLINO CORRADINI

ORATORIO DEI TERZIARI (CORTILE DELLA

GANCIA)

I.T.N. GIOENI TRABIA

ORATORIO DI SANTA CITA

D.D. FERRARA

PLESSO VALVERDE PORTA NUOVA I.C. LOMBARDO RADICE

ORATORIO S. LORENZO

IPSSAR CASCINO

QUINTA CASA DEI PADRI GESUITI I.C. KAROL WOJTYLA

ORATORIO DEL SS.ROSARIO IN SAN

DOMENICO

ISTITUTO S.MARIA MAZZARELLO

RISERVA DI CAPO GALLO I.C. PRINCIPESSA ELENA

PALAZZO ABATELLIS

D.D. BORGO NUOVO I I.C. CRUILLAS

SAN GIOVANNI DEGLI EREMITI

D.D. ORESTANO

PALAZZO AJUTAMICRISTO

I.C. PIRANDELLO – BORGO ULIVIA

SANTUARIO DI SANTA ROSALIA

ISTITUTO SACRO CUORE DEL VERBO INCARNATO

PALAZZO COMITINI I.P.S.S.C. SALVEMINI SCAVI ARCHEOLOGICI A VILLA BONANNO D. D. GARZILLI

PALAZZO DELLE FERROVIE D.D. INGRASSIA

STABILIMENTO BALNEARE DI

MONDELLO

S.M.S. BORGESE – XXVII MAGGIO

PALAZZO FERNANDEZ

I.C. COLOZZA - BONFIGLIO

STAZIONE DI S. ERASMO S.M.S. DON MILANI

PALAZZO MIRTO D.D. GIOTTO ASS.NE HOMBRE

TEATRO MASSIMO

I.T.C. FERRARA

PARCO DELLA FAVORITA

A.V. CIRCOLO LEGAMBIENTE

ECOLOGIA PALERMO

TEATRO POLITEAMA GARIBALDI

ASS.NE COLLEGIUM ARS MUSICA

PIAZZA VITTORIO VENETO

ISTITUTO PARITARIO FORM@T

TORRE DELLA TONNARA DI MONDELLO

ASS.NE AIAMOLA ASS.NE ITINER’ARS

PIAZZETTA ACQUASANTA

I.C. ARENELLA Scuola media

VILLA ALLIATA CARDILLO I.C. SCIASCIA

VILLA D'ORLEANS D.D. ORESTANO VILLA BONANNO D.D. GARZILLI

VILLA FALCONE MORVILLO

CENTRO GIOVANI BORGO NUOVO VILLA GIULIA

SCUOLA DELL’INFANZIA COMUNALE

GALILEO GALILEI

VILLA FORNI

SCUOLA DELL’INFANZIA COM. PALMERINO

E D.D. GABELLI

VILLA LAMPEDUSA ISTITUTO FIABA

VILLA TRABIA D.D. RAPISARDI VILLA NISCEMI I.T.C. LIBERO GRASSI

VILLINO FLORIO ISTITUTO PURICELLI

VILLINO IDA I.C. SANZIO SCUOLA MEDIA

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SI E' CONCLUSA LA XVIII EDIZIONE di "Palermo Apre le Porte" Quali prospettive per un Progetto pedagogico di "adozione" dei monumenti in chiave di

legalità e territorio?.

Le parole della dirigente Villanova

sull'esperienza 2012 di "Palermo Apre le

Porte" sono un sicuro stimolo nel

proseguimento di questa attività che, nei suoi

presupposti, proponeva un Progetto

pedagogico di base, tale da rendere il

territorio palermitano e le sue testimonianze

d'arte come un "testo" da Leggere( per

apprendere e innovare la Didattica) ma

soprattutto un "testo" da " sperimentare"

con l'attività scolastica di salvaguardia sul

Bene collocato nel territorio.

Le cose non potevano andare meglio

con l'arrivo del nuovo sindaco Leoluca

Orlando, che nel 1994 ha avviato sotto la sua

gestione il progetto e che ora col nuovo

assessore Barbara Evola, si appresta a

rivigorire la non facile gestione dei percorsi

negli ultimi dieci anni di vita.

Anni difficili potremmo chiamarli ,

anzitutto per mancanza di risorse idonee a

favorire il pieno coinvolgimento di insegnanti e

allievi: come si fa una "adozione" se non ci

sono soldi per pubblicare un opuscoletto, un

manifesto, per acquistare libri di

documentazione, per pagare anche

qualche ora di straordinario agli insegnanti,

per avviarli a un corso di aggiornamento, per

creare

percorsi dotati di minibus o mezzi pubblici

fruibili, per collegare gli itinerari all'indotto

turistico, per distribuire giorno per giorno le

notizie sugli itinerari, per creare piccoli punti di

ristoro agli alunni e agli insegnanti( che

svolgono tutto gratuitamente ma almeno...),

per dare infine fondi alle stesse scuole al fine

di realizzare angoli museali per le famiglie,le

associazioni di quartiere e così via?

Credo sinceramente che l'amministrazione

comunale precedente abbia ereditato un grande

progetto pedagogico di cui ha compreso solo una

parte, ovvero la "spettacolarità" della

partecipazione studentesca, senza cogliere

assolutamente il valore intrinseco di educare

i giovani alla legalità nel territorio; e a

questo fine non basta soltanto convogliare i

ragazzi alla manifestazione del 23 maggio

per sentirsi più puliti nella coscienza

antimafia. Ci vuole ben altro!

La coscienza antimafia va costruita

ogni giorno- lo diciamo come Associazione

da 25 anni ma ci conforta il giudizio degli

esperti- e va costruita con pratiche

quotidiane che nascono in classe; e

l'adozione del monumento(che qualcuno

chiama l'adozione del Territorio) è uno

strumento formidabile che punta non solo

alla conoscenza, all'apprendimento delle

discipline umanistiche(ma anche scientifiche

se si coniuga l'Adozione col Restauro)ma

anche alla TUTELA del territorio in cui si

studia, si vive e si gioca. Solo comprendendo

il valore della TUTELA DEL PATRIMONIO, DEI

BENI, SI HA COSCIENZA DI LEGALITA, DI

EDUCAZIONE ANTIMAFIA!

In questo senso non si può chiedere

agli insegnanti di svolgere una funzione

esclusiva di "missionari", anche se fare

l'insegnante senza una "mission" appare

assai maldestro: Gli insegnanti al pari degli

alunni, delle loro famiglie, delle associazioni

culturali di quartiere, delle parrocchie,vanno

coinvolti in un progetto globale educativo

che vede l'Amministrazione Comunale e gli

enti locali (Soprintendenza, Provincia,

Regione, Università, Curia Arcivescovile,

ecc.)NON OSTILI al progetto di valorizzazione

dei beni Culturali nella città.

Credo che negli scorsi dieci anni sia

mancata proprio questa "convinzione"

nell'affrontare un Progetto pedagogico così

importante: la motivazione a fare

Apprendimento, magari fuori dalle regole

tradizionali dell'aula scolastica, a fare

Sistema tra Scuola e Istituzioni del territorio,

a fare una gara di emulazione tra cittadini in

erba e cittadini maturi nella comune idealità

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SI E' CONCLUSA LA XVIII EDIZIONE di "Palermo Apre le Porte" Quali prospettive per un Progetto pedagogico di "adozione" dei monumenti in chiave di

legalità e territorio?.

di una città più vivibile, più curata, più pulita in

senso lato.

Oggi si può riprendere quel cammino iniziato 18 anni fa.... Sicuramente validi i dieci percorsi prescelti per l'ultima edizione:Le antiche Porte della città sono un punto di riferimento notevolissimo ,anche se i monumenti da "adottare" coprono un area ben più grande del centro storico. Penso all'attività dei ragazzi della SMS Quasimodo che da anni si occupa di valorizzare il castello di Maredolce, ora restaurato. Insieme agli studenti del damiani Almeyda, della media Puglisi, del Liceo artistico hanno creato un percorso virtuoso fuori dalle mura della città contribuendo a rendere più vivibili le nostre periferie(hanno realizzato il filmato "I paradisi del Re", hanno reinventato i luoghi di svago nel quartiere Brancaccio, hanno creato le "Carte d'identità" della zona, hanno creato un sistema di segnaletica, ecc.), ma quanto resta da fare....basta pensare al degrado della zona ponte dell'Ammiraglio, una trincea di buche e accampamenti di nomadi! Eppure accade che gli studenti del Volta ogni anno si rechino il 27 maggio a deporre un fiore per ricordare quel luogo epico di una battaglia... Ma di posti così ce ne sono tanti dentro e fuori il centro storico di Palermo! Penso al Bicentenario del Parlamento Siciliano del 1812, e penso ai luoghi segnati da lapidi e da abitazioni nobiliari che hanno segnato quel periodo, dentro e fuori del centro storico(Villa Belmonte, villa Spina, villa Airoldi ecc.). Penso al cinquantenario del film il "Gattopardo" di Luchino Visconti con le belle scenografie girate a Palazzo Ganci, alla Magione,alla Piana dei Colli e mi sovviene di dire: Questa città ha da offrire itinerari per ogni epoca storica, collegando la memoria all'identità attuale!

Villa Belmonte

Palermo, La Cuba

Bene ha fatto il sindaco Leoluca Orlando ad esordire nel suo nuovo mandato recuperando 45 milioni di euro dei Fas per investirli nelle scuole, e bene ha fatto insieme al Prefetto e ai carabinieri ad inaugurare l'INSULA TRE allo ZEN con la piantumazione simbolica di alberi! Sono atti significativi di una nuova gestione della cosa pubblica, che lasciano ben sperare anche per un vero e grande progetto pedagogico sulla città. Ma si tratta di lavorare e offrire le proprie braccia e il proprio cervello per un progetto più complessivo che veda questa città, finalmente protagonista, finalmente all'altezza del suo quinto posto tra le città più popolate d'Italia, e al sesto posto tra le aree metropolitane più grandi dell'Europa mediterranea(escludendo la Turchia e l'europa centro- settentrionale). Palermo Apre le Porte è una grande idea che va coltivata al meglio e va resa più estesa nel coinvolgimento effettivo degli studenti, delle famiglie, delle associazioni..... Claudio Paterna

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Alla MediaAlla MediaAlla MediaAlla Media Franchetti un percorso didattico finalizzato Franchetti un percorso didattico finalizzato Franchetti un percorso didattico finalizzato Franchetti un percorso didattico finalizzato alla “cittadinanzaalla “cittadinanzaalla “cittadinanzaalla “cittadinanza attiva”attiva”attiva”attiva”

L’esperienza effettuata quest’anno con gli alunni

di una classe terza, è stata la naturale

conclusione di un percorso didattico imperniato

sulla legalità, iniziato in prima media, con la

lettura della nostra Costituzione, in chiave

“ludica”, per avviare i piccoli lettori alla scoperta

dei valori più profondi in essa contenuti, poiché

convinti che essa sia, come scrive Don Ciotti nel

suo ultimo saggio ( “La speranza non è in

vendita”) “un altissimo esempio di pedagogia

della libertà” in quanto fondata su diritti, ma

anche su doveri, che non sono “obblighi”, poiché

“la democrazia può reggersi solo su scelte libere e

consapevoli”.

I presupposti teorici su cui si è basato il percorso

didattico intrapreso, sono stati dunque quelli

perseguiti, ormai da decenni, dal fondatore

dell’associazione “Libera”, che è stato capace di

dare una svolta decisiva alla lotta alla mafia,

attraverso progetti educativi, azioni di sostegno

ai deboli ed emarginati, ma anche opere sociali.

Tutto questo ha consentito spesso di ridare

dignità ai singoli e giustizia alle comunità offese,

puntando soprattutto sul valore dell’impegno di

ciascun cittadino poiché “la democrazia … ha

bisogno del contributo e della responsabilità di

tutti”.

La Costituzione, dunque, intesa come “pedagogia

della libertà”, dove la libertà coincide con il senso

di responsabilità dell’individuo, il quale, facendo

liberamente il proprio dovere nella comunità in

cui si trova ad operare, impegna anche la propria

libertà “per liberare le persone che ancora libere

non sono”, per rendere fattiva la democrazia.

Questi presupposti nella vita scolastica

quotidiana si sono tradotti in un lavoro basato su

precise azioni didattiche:

• Osservazione, nel corso delle attività in

classe, dei comportamenti dei singoli allievi

nelle dinamiche di gruppo, per evidenziare il

valore della collaborazione e della solidarietà,

nel raggiungimento di un traguardo;

• Disponibilità a sostenere, fuori dalla classe,

mediante l’ascolto attivo, la manifesta

richiesta di aiuto degli alunni più fragili e

disagiati;

• Mettere allo scoperto conflitti latenti,

scaturiti da piccoli episodi di discriminazione

e di prevaricazione, facendo leva sulla

partecipazione della classe alla risoluzione del

conflitto, per sviluppare empatia e senso di

corresponsabilità;

• Sottolineare il valore dell’impegno individuale

e del contributo prestato, per il buon esito

delle attività proposte;

• Proporre letture su tematiche adolescenziali,

mirate a suscitare riflessioni sui propri

comportamenti, stati d’animo, ed eventuali

malesseri o disagi, mediante questionari,

dibattiti, produzioni scritte.

Anche la scelta delle letture, fatta sui libri di

testo, ma anche su varie pubblicazioni e

quotidiani, prendendo spunto da fatti di cronaca

e di attualità, ha seguito una logica finalizzata alla

scoperta del danno che ogni comportamento

illecito può procurare, prima sul piano individuale

e poi a livello sociale, in un crescendo di gravità

sempre più elevato e proporzionale al contesto

socio-economico in cui si è sviluppato.

Così dal disagio giovanile si è passati ad affrontare

il problema dell’uso delle droghe, della

microcriminalità e quindi della criminalità

organizzata: origine, struttura, affari e rete di

relazioni sociali e politiche. Successivamente, la

storia di alcune delle numerose vittime della

mafia e le azioni antimafia che ne sono

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Alla MediaAlla MediaAlla MediaAlla Media Franchetti un percorso didattico finalizzato Franchetti un percorso didattico finalizzato Franchetti un percorso didattico finalizzato Franchetti un percorso didattico finalizzato alla “cittadinanza attiva”alla “cittadinanza attiva”alla “cittadinanza attiva”alla “cittadinanza attiva”

conseguite; infine, l’analisi delle trasformazioni

strutturali dell’organizzazione mafiosa, in rapporto

ai cambiamenti socio-economici, poiché con essi si

trasforma e poi si alimenta. Attraverso anche la

visione di film e documentari, l’interesse della

classe verso l’argomento si è fatto sempre più

intenso ed è cresciuta la consapevolezza di quanto

il fenomeno mafioso sia a noi tanto vicino da

suscitare paura e sgomento. Ed è a questo punto

che, per una serie di circostanze favorevoli, è stato

possibile aderire ad una iniziativa che un gruppo di

poliziotti volontari della Squadra Mobile di

Palermo porta avanti da anni, anche per sfatare

molti pregiudizi e stereotipi nei loro confronti,

radicati soprattutto nei quartieri ad alta densità

mafiosa, come quello di Brancaccio, in parte

bacino d’utenza della nostra scuola.

Il progetto, intitolato “Se vuoi”, propone “senza

imporre” una serie di attività tese a far conoscere

non solo il ruolo delle forze dell’ordine, ma

soprattutto a fare scoprire gli aspetti più umani

della figura del poliziotto, che col suo lavoro,

spesso rischioso, difende i valori dell’onestà, della

giustizia e del rispetto delle regole, indispensabili

per la convivenza civile e democratica. Questo

progetto, articolato in tre giornate, dedicate alla

scoperta delle ferite più profonde inferte dalla

mafia alla nostra città e quindi alla nostra

economia, ci ha consentito di ascoltare le

testimonianze dei parenti delle vittime e di

incontrare personaggi che non hanno ceduto ai

ricatti della mafia; visitare inoltre le sedi di alcune

sezioni operative della polizia di stato, ha offerto ai

ragazzi la rara opportunità di essere

accompagnati, con il pullman della Polizia, dai

tutori delle nostre istituzioni, questa volta senza

divisa e sotto le sembianze di formatori di

coscienze, custodi della “memoria” di uomini e di

eventi, di cui gli alunni non avevano avuto

conoscenza diretta. Tutto ciò ha permesso di far

nascere in loro la consapevolezza del contributo

che ciascuno può dare, per continuare il cammino

già tracciato contro la sopraffazione e la

corruzione. Inoltre, è stata un’esperienza di forte

impatto emotivo visitare i luoghi delle stragi,

ascoltare i testimoni di eventi percepiti come

lontani, poiché conosciuti solo sui libri. Gli alunni

hanno avuto modo di conoscere da vicino le

storie di uomini, che con il loro lavoro quotidiano

e onesto, ci hanno lasciato una società migliore,

difendendo i diritti dei cittadini, fino a perdere la

propria vita. Durante la visita alla sala operativa

del 113 e della sezione scorte o al reparto volo di

Boccadifalco, i ragazzi hanno potuto

personalmente constatare, come ogni giorno ci

sono uomini che devono fare i conti con la

propria paura, per divenire sempre più vigili e

attenti, ostinati nella difesa dei cittadini onesti,

per una società più giusta. La casa-museo di

Peppino Impastato, dove vengono custoditi

oggetti, libri e fotografie che lo ritraggono nei

momenti salienti della sua breve vita, ci ha

profondamente commosso, colmando

improvvisamente la distanza fra le pagine scritte

o filmate e la vera realtà storica. E’ stato pure

significativo il silenzio con cui la classe ha

affrontato la vista del tunnel sotto l’autostrada,

dove a suo tempo furono inserite ingenti quantità

di esplosivo per provocare la strage di Capaci; lo

stesso silenzio con cui in via D’Amelio hanno

ascoltato le storie delle giovani vite della scorta di

Borsellino, raccontate da un poliziotto loro

amico.Nel pomeriggio della terza giornata, la

classe, accompagnata presso una libreria

cittadina, è stata coinvolta in un dibattito con

alcuni dei personaggi già incontrati nelle giornate

precedenti, per confrontarsi, tutti insieme,

sull’esperienza, traendone ciascuno le personali

conclusioni. Avere l’opportunità di parlare con la

figlia e la moglie di Libero Grassi, con il cugino del

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Alla MediaAlla MediaAlla MediaAlla Media Franchetti un percorso didattico finalizzato Franchetti un percorso didattico finalizzato Franchetti un percorso didattico finalizzato Franchetti un percorso didattico finalizzato alla “cittadinanza attiva”alla “cittadinanza attiva”alla “cittadinanza attiva”alla “cittadinanza attiva”

Giudice Livatino, con un imprenditore che oggi può

rifiutarsi pubblicamente di pagare il pizzo, con un

collaboratore di Don Pino Puglisi e con alcuni

giornalisti impegnati nella lotta alla mafia, è stata

per tutti i ragazzi un’esperienza nuova, che ha fatto

crescere in loro la consapevolezza dell’enorme

peso che il problema mafioso ha per lo sviluppo

della società siciliana e non solo.

Infatti, nell’elaborato svolto nei giorni successivi, la

traccia che questa esperienza ha lasciato in questi

ragazzi è stata così incisiva che si è pensato di

conservarne in qualche modo la memoria. Così

alcuni di loro hanno realizzato un CD in power

point combinando alcune fotografie, scattate nei

vari momenti, con gli stralci dei commenti desunti

dai loro elaborati, accompagnandoli con una

canzone opportunamente scelta. E’ stato realizzato

infine un tabellone illustrativo, sotto forma di

fumetto, che costituisce una sintesi di quanto i

ragazzi hanno appreso e delle finalità perseguite:

diventare cittadini consapevoli, responsabili e

attivi. Bisogna ancora aggiungere che la giornalista

Gilda Sciortino, che ci ha accompagnati nell’intero

percorso con la Polizia, in un suo articolo apparso

nella rivista on-line edita dall’associazione “Pio La

Torre”, ha sottolineato l’importanza

dell’esperienza, per la formazione di cittadini

consapevoli e liberi di fare le loro scelte in una

società risanata dai condizionamenti mafiosi.

Esperienze come questa realizzata nella nostra

scuola, da sempre impegnata nell’educazione alla

Legalità, dovrebbero trovare ampia diffusione nei

mezzi di informazione, per essere ripetute e

incentivate, in modo da non dipendere dalla buona

volontà dei singoli o dal volontariato di alcuni

esponenti delle Istituzioni. La centralità che la

scuola ricopre nella formazione di cittadini

responsabili e attivi, dovrebbe avere riscontro

pratico nelle scelte politiche di uno Stato

S.M.S. R. Franchetti

democratico e non essere possibili soltanto

grazie alla motivazione profonda, che spinge a

“resistere” alle “picconate” ricevute dalle più

recenti “riforme”, gran parte di noi insegnanti

che continuiamo a imperniare la nostra azione

didattica sui valori della legalità.

Salvina Cangiamila

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IV Quaderno della Memoria

Cultura Antimafia Didattica Comunicazione Memoria per contrastare la mentalità mafiosa

Il IV quaderno della Memoria “Cultura Antimafia

– Didattica Comunicazione Memoria per contrastare la mentalità mafiosa”, di Carmelo Botta, Francesca Lo Nigro e Michelangelo Ingrassia, si presenta come conclusione di un percorso organico che, attraverso l’analisi di momenti, eventi, fenomeni che hanno caratterizzato la storia locale, regionale, nazionale e mondiale dell’umanità, hanno offerto agli studenti delle scuole della provincia di Palermo l’opportunità di riflettere su quei momenti e su quelle manifestazioni della storia che spesso si sono presentati come tentativo di annientamento dei diritti umani.

Il progetto, promosso e finanziato dalla Provincia Regionale di Palermo, nelle persone del Presidente Giovanni Avanti e del Vicepresidente (con delega ai Diritti Umani e alla Legalità) Pietro Alongi, ha coinvolto nel corso del presente anno scolastico, decine di scuole e migliaia di studenti della provincia di Palermo, intessendo un rapporto virtuoso e continuo tra istituzione politica e istituzione scolastica.

In particolare, questo quarto quaderno, pubblicato in occasione del XX anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio, nasce come riflessione collettiva sulla presenza del fenomeno mafioso in Sicilia, ma soprattutto sulla presenza, più o meno evidente, della cultura e della mentalità mafiosa a tutti i livelli e in tutti gli ambienti.

L’esigenza dell’analisi culturale e teoretica del fenomeno mafioso e delle sue manifestazioni nasce soprattutto in ambito scolastico e impegna prioritariamente la didattica e l’educazione.

La contraddizione diventa la categoria che stimola la ricerca: da una parte la consapevolezza che solo una seria e scientifica programmazione educativa che impegni tutte le istituzioni educative, culturali, sociali, politiche, può provocare quella rivoluzione culturale di fondo che ruota attorno alla sfera dell’antimafia; dall’altro la consapevolezza che culture e modalità di

interazione continuano a riproporre codici, atteggiamenti, comportamenti, luoghi comuni che tentiamo di demolire.

Liceo Croce: Alunni e da sx il prof. Botta, la D.S. Catalano, il vicepresidente della Provincia di Palermo Alongi e la presidente dell’Associazione Scuola e Cultura Antimafia Annamaria Ajovalasit

La consapevolezza del contraddittorio diventa allora quella molla che ci impegna ancor di più nel nostro ruolo di educatori e formatori, che ci vincola nella nostra professione e ci spinge a fondo all’interno del problema, non per fare lotta all’organizzazione mafiosa, non è il nostro mestiere, ma per contrastare quella mentalità mafiosa che alligna nella nostra terra.

La riflessione e l’impegno diventano collettivi nel momento in cui, accanto al lavoro dei docenti, si muove e si intreccia l’impegno degli studenti, che hanno partecipato, con le loro ricerche e i loro racconti di donne e bambini vittime della mafia, alla realizzazione del quaderno.

La speranza di redenzione di questa “terra irredimibile” scaturisce proprio da questa generazione di giovani e adolescenti che mostrano interesse e passione nel fare e trasmettere cultura antimafia.

Carmelo Botta

Francesca Lo Nigro

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L’ATTO DI RIMOSTRANZA DELLE MAESTRE DELLA DIREZIONE DIDATTICA “ SCELSA”

All’istituto superiore, sede del futuro corso “di

formazione per le competenze linguistiche”, è

pervenuta, nei giorni scorsi, una

“dichiarazione di indisponibilità e di

rivendicazione”, da parte delle maestre della

Direzione Didattica Statale Giuseppe Scelsa

(Plesso Barone) di Palermo, che protestano

per essere state invitate dal preside a

frequentare il corso ministeriale che avrebbe

dovuto insegnare alle maestre elementi

certificati di lingua inglese da insegnare ai loro

studenti. La questione è, a mio avviso,

interessante, perché illustra, con dovizia di

particolari, lo stato di degrado e di anarchia

della nostra scuola siciliana e il ruolo che in

questo contesto svolgono il MIUR, il sindacato,

il personale. In sostanza le maestre

esprimono la loro Rimostranza, attraverso un

documento, che appare scritto dall’avvocato

di un sindacato, per essere state invitate a

imparare un po’ di inglese. Le Maestre non si

ritengono obbligate all’adempimento extra

contrattuale e reagiscono all’invito del

dirigente scolastico (reggente) con ragioni di

fatto e di diritto. Dicono innanzitutto di non

aver presentato alcuna richiesta di

partecipazione al corso. Poi, che la richiesta di

frequenza contrasta coi loro diritti che

prevedono, per l’acquisizione delle

competenze della lingua inglese, la loro

disponibilità. Le maestre ricordano

all’avventuroso direttore didattico che il

Collegio non ha approvato il corso

ministeriale, né avrebbe potuto farlo, visto che

il corso superava le 40 ore (?). … E qui a

richiamare il CCNL 2006/09, l’art. 29, la lettera

b) il comma 3 e tutta una serie di norme

interpretate ad hoc per dimostrare che tutte

le attività devono passare al vaglio od alla

approvazione del Collegio dei docenti. Ma

non basta, le maestre ricordano allo

sprovveduto reggente che il corso, voluto

dal Ministro Profumo, che insiste per dare

alle maestre competenze certificate in

inglese utilizzando i soldi del Fondo Sociale

Europeo, non è stato approvato dalla

contrattazione decentrata di istituto. Le

maestre spiegano, al basito dirigente

reggente, che avrebbero dovuto ricevere

una nomina con specificato il compenso per

partecipare al corso (17,50 euro per ogni

ora di frequenza del corso), naturalmente

dopo immissione dell’attività tra quelle

retribuite a mezzo di contrattazione di

scuola tra dirigente e RSU.

Se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da

ridere. Il direttore del corso, sconsolato, ha

inviato la lettera di rimostranze al MIUR che

la risposto laconicamente: “Pazienza”,

invece di licenziare le maestre e assumerne

altre che sapessero di inglese.

La questione non può tuttavia essere

liquidata con una battuta. Essa mostra con

chiarezza la continua arrendevolezza del

MIUR a fronte di ogni protesta sindacale.

Mette in evidenza come, nelle scuole senza

preside, si perda il senso del dovere e la

tensione professionale. Emerge dalla

vicenda una scuola in cui il personale sia

ormai convinto di dover decidere in proprio i

carichi di lavoro, anche perché l’ARAN, sulla

testa e sulla pelle delle scuole e dei dirigenti

scolastici, ha firmato contratti sbracati che

concedono di tutto e di più in cambio di

niente. Il sindacato poi, continua a tenere

una linea irresponsabile, con cui non si batte

affatto per migliorare la professionalità del

19

L’ATTO DI RIMOSTRANZA DELLE MAESTRE DELLA DIREZIONE DIDATTICA “ SCELSA”

personale e i suoi livelli retributivi (nella

scuola gli italiani sono i meno valutati e i

meno pagati), ma le pensa tutte per evitare

che i propri iscritti lavorino, tanto in caso di

contrazione (cioè di diminuzione di iscritti per

scarsa professionalità del personale) chi esce

fuori dal circuito sono i più giovani e non i

peggiori: basti pensare a come difende il

mancato controllo delle presenza nelle

assemblee sindacali in orario di lavoro.

Questo fenomeno di degrado è

particolarmente diffuso in Sicilia, dove il

senso del dovere è meno presente. Io credo,

per averci lavorato quattro anni, che un Atto

di Rimostranza del genere, in Valtellina, non

sarebbe neppure stato possibile immaginarlo.

Ma da noi è la norma. Basti pensare a come

sono gestiti gli ex PIP regionali nelle scuole.

Dipendono dalla Associazione Social Trinacria.

Quando i presidi segnalano all’associazione

che un loro dipende lavora in media tre giorni

al mese, e quando si presenta puzza d’alcool,

non succede niente. Quando lo stesso

comportamento viene segnalato

all’assessorato regionale, anche in questo

caso nessuna risposta. Solo quando viene

segnalato al Commissariato di Brancaccio,

viene rimosso (nel senso che viene trasferito

ad altra sede, non licenziato). In queste

condizioni, sperare che la nostra Regione

possa uscire da questa crisi strutturale,

economica, etica e morale, è pura velleità.

Roberto TripodiRoberto TripodiRoberto TripodiRoberto Tripodi

La RedazioneLa RedazioneLa RedazioneLa Redazione

Sulla formazione in servizio dei

docenti e sulla vicenda oggetto

della nota di Roberto Tripodi, la

redazione di questa rivista si rende

disponibile ad ospitare nei prossimi

numeri un confronto ritenendo

l’argomento di estrema

importanza per la scuola italiana.

20

BICENTENARIO DELLA CARTA COSTITUZIONALE DI PALERMO (1812-14)

Passata sotto silenzio nei mass media nazionali,

l'anniversario della prima Costituzione liberale

dell'Italia preunitaria, nata a Palermo nel 1812 ,

ha avuto eco soprattutto negli Stati Uniti e in

Gran Bretagna per la coincidenza con

l'anniversario della Costituzione spagnola di

Cadice, modellata anche questa sui principi

ispiratori del liberalismo riformista britannico.

Anche noi facciamo un breve accenno sul

significato complessivo riservandoci un maggiore

impegno nei prossimi numeri della rivista che,

trattando i temi dell'educazione alla legalità non

può trascurare un evento così importante, non

solo per la Sicilia ma per tutta la penisola, evento

legato ai temi delle moderne Costituzioni

fondate sulla tripartizione dei poteri, sul

Bicameralismo, sul Diritto all'autodeterminazione

dei popoli , sulla libertà di stampa, di parola e di

giustiza.

Il Bicentenario andrebbe divulgato nelle scuole di

ogni ordine e grado, laddove venisse

accompagnato dai preziosi pannelli documentari

realizzati dall'Assemblea Regionale Siciliana, in

mostra fino a ottobre 2012, ma proprio per

questa ragione dovrebbero essere portati in

rassegna per tutte le scuole lungo l'arco del 2013

e del 2014, biennio legato all'operatività dei

decreti costituzionali del Parlamento

siciliano(1813-1814).

Francesco Padovano - La notte del 19 luglio 1812

Archivio di Stato- Costituzione siciliana del 1812

L'occasione di questo Bicentenario, che valorizza

la Prima Costituzione moderna votata da un

Parlamento nell'Italia preunitaria, si presta a

trattare i coevi temi della Cultura (i mecenati

dell'archeologia in Sicilia,la Letteratura

dell'Arcadia, le architetture esoteriche e i Giardini

della Memoria, le arti pittoriche,

musicali,scultoree,decorative di inizi ottocento), i

temi della tutela ambientale(le prime leggi a

favore della conservazione, gli Orti

Botanici),dell'Istruzione Pubblica in Sicilia(De

Cosmi, le scuole pubbliche,i musei, le biblioteche),

del turismo di viaggio(i grandi viaggiatori stranieri

in Sicilia, i Luoghi dell'identità e della memoria alla

fine del XVIII sec.), dell'economia

preindustriale(opifici di stato, estrazione dei

minerali, imprenditoria vitivinicola, serica,

navigazione marittima e cantieri, i mestieri

artigiani), la cooperazione mediterranea (i

modelli costituzionali analoghi adottati in

Spagna,Grecia,Egitto,Corsica,Malta e il

superamento delle barriere commerciali

regionali), il sorgere dell'identità nazionale

italiana(il pensiero liberale anglosassone nel

Risorgimento italiano, le rivoluzioni costituzionali),

le prime istituzioni di fratellanza europea e

universale.......

Claudio Claudio Claudio Claudio PaternaPaternaPaternaPaterna

21

OTTO GIUGNO 2012 “GIORNATA DI LEGGE E DI FESTA”

ALLA SCUOLA G.TURRISI COLONNA

Venerdì otto giugno i Senatori Giuseppe Lumia e

Fabio Giambrone con al seguito una delegazione

del Senato, sono venuti in visita nella nostra

scuola: il plesso “G. Turrisi Colonna” per premiare

noi alunni della quinta B in quanto nel corrente

anno scolastico abbiamo partecipato al concorso

“Vorrei una legge che” indetto dal Senato della

Repubblica e rivolto all'ultima classe della scuola

primaria.

Il nostro lavoro, un libretto intitolato “Mauro alla

scoperta della Costituzione”si è classificato tra i

primi dieci posti. Il venti del mese di Marzo la

nostra preside Maria Cordone, con il vicepreside

Francesco Camillo e le maestre Elena Cino e

Antonina Tartamella sono andate al Senato a

Roma per ricevere il premio che consiste in una

bellissima targa ed alcuni libri sulla Costituzione.

Al loro rientro a scuola ci avevano riferito che

alcuni rappresentanti dei Senatori volevano

conoscere personalmente anche noi bambini per

premiarci.

Così il giorno otto giugno prima di concludere il

nostro ciclo di scuola primaria è stato molto

emozionante e gratificante incontrare i Senatori

nella sala teatro del plesso Turrisi Colonna, dove

era stato organizzato un piccolo concerto musicale

e corale in onore di questo evento. Dopo avere

ascoltato la musica abbiamo potuto dialogare con

il Senatore Lumia e con il senatore Giambrone

sulla nostra proposta di legge, raccontando le

motivazioni del nostro lavoro. I nostri compagni:

Giorgia Di Meo, Carolina Incontrera, Pietro Perez

hanno illustrato alcuni temi di discussione come

quello dell'uguaglianza dinnanzi alla legge, il

diritto allo studio, la tutela dell'ambiente, il

significato di democrazia, tutela del lavoro, per

sottolineare in fine che il tema che ha visto tutti

noi alunni concordi e artefici di un progetto di

legge è stato quello dell'abbattimento delle

barriere architettoniche. Con le maestre abbiamo

I senatori Lumia e Giambrone con gli alunni e la D.S.

della Turrisi Colonna

parlato del significato di barriere architettoniche

ed abbiamo scoperto che ancora oggi nella

nostra città ed in tutta L'Italia, non vengono

rispettati gli adattamenti previsti per rendere più

facili i percorsi quotidiani alle persone

diversamente abili.

Gli adattamenti in questione riguardano in

particolare i marciapiedi, i passaggi pedonali, i

parcheggi, i servizi urbani...Per non costituire

barriera gli adattamenti dovrebbero permettere

ad una persona diversamente abile in carrozzina

di passare e muoversi agevolmente. Partendo

proprio dagli edifici scolastici in un capitolo del

nostro libro viene raccontata la storia di

Antonino, un bambino diversamente abile in

carrozzina che chiede aiuto a Mauro per salire le

scale che portano nella propria scuola. Mauro

chiede a sua volta aiuto a Paolo, un giovane

avvocato dedito ad una buona politica e già

deputato, per presentare una proposta di legge

per l'abbattimento delle barriere architettoniche

negli edifici scolastici.

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Ma oltre a raccontare le nostre storie , abbiamo

voluto sottolineare ai Senatori e a tutto il

pubblico presente che durante questi cinque

anni abbiamo partecipato a diverse

manifestazioni sull'educazione alla legalità, non

ultima la giornata del 23 maggio scorso per la

commemorazione della Strage di Capaci e il 24

maggio alla giornata del “Tricolore Vivo” dove

abbiamo raccolto il merito di un altro premio: l'

affido per un anno scolastico della Bandiera

Italiana dell'Esercito per l'esecuzione del brano

musicale “ la Nostra Bandiera”da parte del Coro

della scuola del quale fanno parte anche alcuni

di noi.

Così abbiamo concluso in bellezza il nostro

primo ciclo di studi e ringraziamo di cuore tutti i

docenti e la preside dell'I.C. Turrisi Colonna / B.

D'Acquisto che ci hanno permesso di vivere la

scuola come luogo felice di incontri, di passioni

per le varie iniziative culturali, sportive che ci

hanno fatto crescere gioiosamente. “Partecipare

è vincere” questo sarà il nostro motto del

futuro, perché non può esserci vera democrazia

senza partecipazione.

Gli alunni della 5ª BGli alunni della 5ª BGli alunni della 5ª BGli alunni della 5ª B

La Scuola Turrisi Colonna in piazza Gran Cancelliere

Alunni della Turrisi Colonna

OTTO GIUGNO 2012 “GIORNATA DI LEGGE E DI FESTA”

ALLA SCUOLA G.TURRISI COLONNA

GIUGNO 2012 -ANNO XXVIII - NUMERO 6-7

Invio gratuito on-line Reg. Trib. Di Palermo n. 41 del 12/11/1991

Direttore responsabile: Claudio Paterna

Indirizzi web: www.scuolaeculturaantimafia.it www.etnomediterranea.org

e-mail: [email protected]

gli articoli possono essere anche inviati a: [email protected] [email protected]