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ANNO II - N. 12 SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE MAGGIO - GIUGNO 2009 Sono tre parole in lingua latina di facile com- prensione: “adoro Te devotamente”. É un inno li- turgico-eucaristico di sette strofe,attribuito a s.Tomma- so d’Aquino. Il suo discepo- lo e biografo Guglielmo Tocco afferma che il santo l’avrebbe recitato al mo- mento del viatico, al temine della sua vita. Nonostante i secoli trascorsi non è stato mai dimenticato dalle gene- razioni passate e presenti. Si canta ancora. É sempre tan- to gradito per il suo ritmo musicale soffuso di serenità e di pace. Questo inno-pre- ghiera è memorabile, perché ogni volta che si canta susci- ta emozioni e ricordi dei tempi passati, quando i fedeli riempivano le chiese, partecipavano alla funzione eucaristica vespertina e cantavano con fervore, pieni di gioia e di speranza. La sua melodia semplice, ma solenne nei suoi ri- svolti, allora dilagava tra le navate della chiesa profumata di incenso. Tutti cantavano con fede a Gesù Eucarestia per trarre da Lui gioia, for- tezza e dare alla vita il senso della festa contro l’emergente secolarismo dei nuovi tempi. L’ adoro Te devote è un inno cari- co di teologia, di mistici- smo, di poesia e di sim- bolismo. Si riporta il te- sto italiano per far cono- scere il prezioso conte- nuto spirituale che lo pervade. Può essere un’accorata preghiera per- sonale, fonte di meditazione eucaristica. BOLLETTINO • SANTUARIO DEL MIRACOLO EUCARISTICO - 66034 LANCIANO (CHIETI) ADORO TE DEVOTE 1. Devoto io ti adoro, nascosta deità, che sotto questi segni ti celi in verità. A te con tutto il cuore mi sottometto in pace che contemplando te il mondo intero tace. 2. La vista, il tatto e il gusto rimangono all’oscuro all’udito soltanto credere è qui sicuro. Del figlio dell’Altissimo io credo alla parola: alla mia fede basta questa certezza sola. 3. Nascosta sulla croce fu la divinità ma qui si cela insieme anche l’umanità. Entrambe io credente professo fermamente, e chiedo ciò che chiese il ladro penitente. 4. Come Tommaso Apostolo io le piaghe non vedo eppur ti riconosco mio vero Dio e credo. Che sempre più io creda, Signore Gesù Cristo, che sempre più io speri e t’ami finch’esisto. 5. O vero memoriale della crocifissione pane vivo e vitale offerto in comunione concedi alla mia anima che sempre di te viva e gusti la dolcezza che sol da te deriva. 6. O pio Pellicano. Gesù nostro Signore l’anima mia impura monda col tuo cuore. Una goccia soltanto del sangue che hai versato basta per liberare il mondo dal peccato. 7. Gesù che ora in terra contemplo sotto un velo quando si compirà quello cui tanto anelo? Che io faccia a faccia un dì nell’aldilà ti veda e sia felice per tutta eternità. Amen DINANZI A TE Sono muto senza parole. La tua Carne è il segno della tua presenza Il tuo Sangue del tuo sacrificio per noi. Sei lì da secoli a testimoniare la verità delle tue parole, il sigillo del tuo amore. Accogli la mia povertà senza limiti il cuore arido, la mente annebbiata. Non riesco a capire questo mistero, a sentire la tua voce, ad amare con il tuo cuore. Dinanzi a Te sono solo con la mia nullità. Mi affido a Te perchè so che colmi con la tua bontà il vuoto del mio essere. F.S.

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ANNO II - N. 12 SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE MAGGIO - GIUGNO 2009

Sono tre parole in lingua latina di facile com-prensione: “adoro Te devotamente”. É un inno li-turgico-eucaristico di settestrofe, attribuito a s.Tomma-so d’Aquino. Il suo discepo-lo e biografo GuglielmoTocco afferma che il santol’avrebbe recitato al mo-mento del viatico, al teminedella sua vita. Nonostante isecoli trascorsi non è statomai dimenticato dalle gene-razioni passate e presenti. Sicanta ancora. É sempre tan-to gradito per il suo ritmomusicale soffuso di serenitàe di pace. Questo inno-pre-ghiera è memorabile, perchéogni volta che si canta susci-ta emozioni e ricordi deitempi passati, quando i fedeli riempivano lechiese, partecipavano alla funzione eucaristica

vespertina e cantavano con fervore, pieni digioia e di speranza. La sua melodia semplice,

ma solenne nei suoi ri-svolti, allora dilagava trale navate della chiesaprofumata di incenso.Tutti cantavano con fedea Gesù Eucarestia pertrarre da Lui gioia, for-tezza e dare alla vita ilsenso della festa control’emergente secolarismodei nuovi tempi. L’ adoroTe devote è un inno cari-co di teologia, di mistici-smo, di poesia e di sim-bolismo. Si riporta il te-sto italiano per far cono-scere il prezioso conte-nuto spirituale che lo

pervade. Può essere un’accorata preghiera per-sonale, fonte di meditazione eucaristica.

BOLLETTINO • SANTUARIO DEL MIRACOLO EUCARISTICO - 66034 LANCIANO (CHIETI)

ADORO TE DEVOTE

1. Devoto io ti adoro, nascosta deità,che sotto questi segni ti celi in verità.A te con tutto il cuore mi sottometto in paceche contemplando te il mondo intero tace.

2. La vista, il tatto e il gusto rimangono all’oscuroall’udito soltanto credere è qui sicuro.Del figlio dell’Altissimo io credo alla parola:alla mia fede basta questa certezza sola.

3. Nascosta sulla croce fu la divinitàma qui si cela insieme anche l’umanità.Entrambe io credente professo fermamente,e chiedo ciò che chiese il ladro penitente.

4. Come Tommaso Apostolo io le piaghe non vedoeppur ti riconosco mio vero Dio e credo.

Che sempre più io creda, Signore Gesù Cristo,che sempre più io speri e t’ami finch’esisto.

5. O vero memoriale della crocifissionepane vivo e vitale offerto in comunioneconcedi alla mia anima che sempre di te vivae gusti la dolcezza che sol da te deriva.

6. O pio Pellicano. Gesù nostro Signorel’anima mia impura monda col tuo cuore.Una goccia soltanto del sangue che hai versatobasta per liberare il mondo dal peccato.

7. Gesù che ora in terra contemplo sotto un veloquando si compirà quello cui tanto anelo?Che io faccia a faccia un dì nell’aldilàti veda e sia felice per tutta eternità.Amen

DINANZI A TE

Sono muto senza parole.La tua Carne

è il segnodella tua presenza

Il tuo Sanguedel tuo sacrificio

per noi.Sei lì da secolia testimoniare

la veritàdelle tue parole,

il sigillodel tuo amore.

Accoglila mia povertàsenza limiti

il cuore arido,la mente annebbiata.

Non riesco acapire questo mistero,a sentire la tua voce,

ad amarecon il tuo cuore.Dinanzi a Te

sono solocon la mia nullità.

Mi affido a Teperchè soche colmi

con la tua bontàil vuoto

del mio essere.

F.S.

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I SantiFrancescanie l’Eucaristia

S.Giuseppe da Copertinoe l’Eucaristia

4Giuseppe Desa nacque a Copertino nel 1603, il 17 giugno. Poco prima di nascere ilSignore fece un miracolo per mezzo di lui. La madre Francesca, con Giuseppe nelgrembo, si recava nella chiesa di s. Francesco per partecipare all’Eucaristia e una nonvedente si scontrò involontariamente con lei. Al contatto con s. Giuseppe nel senomaterno, la donna riacquistò la vista. Da ragazzo Giuseppesi distinse per la pietà eucaristica e mariana. Consideratonon molto intelligente e poco portato agli studi, i genitoridecisero di avviarlo al lavoro manuale come ciabattino. Siaprirono le porte del convento dei frati cappuccini e il so-gno di consacrarsi al Signore sembrava realizzarsi. Comefratello religioso ebbe il nome di Stefano. Dimesso dai cap-puccini, dopo tante peripezie, ebbe la possibilità di entraretra i frati minori conventuali, riprendendo il nome di batte-simo. Anche tra i conventuali sorsero dei problemi, sempreper via degli studi. Con la grazia del Signore però, divennesacerdote il 28 marzo 1628 e il calvario terreno continuò.

“Non possiamo avere due paradisi, uno inquesto mondo e uno nell’altro”. A causa delleestasi e dei voli fu trasferito prima ad Assisi,poi a Pietrarubbia presso i frati cappuccini. Quando a Roma si trovò di-nanzi ad Urbano VIII si alzò in volo fu necessario il comando del p. Ge-nerale per farlo tornare alla base. Nell’estate del 1657 fu destinato alconvento di s. Francesco in Osimo, dove giunse segretamente. Fu moltoconsolato dalla presenza della santa Casa di Loreto nelle vicinanze. Vis-se quasi segregato: in sei anni uscì una sola volta per visitare la chiesae una diecina di volte per scendere nell’orto attiguo. Il 17 settembre1663, festa della impressione delle sacre stimmate di s. Francesco, rice-vette l’ultima comunione e l’incontro son sorella morte avvenne il gior-no dopo. Fu canonizzato da Clemente XIII nel 1767 insieme a s. Serafi-no da Montegranaro, l’umile frate cappuccino delle Marche. Il corpo ri-posa ad Osimo nella Basilica a lui dedicata. Patrono degli studenti, inparticolar modo degli esaminandi. Da diversi anni c’è la tradizione dicompiere il pellegrinaggio al Santuario di Osimo a 100 giorni dagli esa-mi di maturità. La celebrazione eucaristica è il culmine dell’incontro con

la presenza di tantissimi giovani marchigiani. Presto un altro evento toccherà Osimo:il Congresso eucaristico nazionale dell’anno 2011(l’ultimo si è tenuto a Bari dal 22al 29 maggio 2005). Saranno coinvolte le diocesi di Ancona – Osimo. Per l’Italia sa-rà un avvenimento ecclesiale.

Santino Verna

“Se vogliamo riscoprire in tutta lasua ricchezza il rapporto intimo chelega Chiesa ed Eucaristia, non pos-siamo dimenticare Maria, Madre emodella della Chiesa. Nella Letteraapostolica Rosarium Virginis Mariae,additando la Vergine Santissima co-me Maestra nella contemplazionedel volto di Cristo, ho inserito tra imisteri della luce anche l’istituzionedell’Eucaristia. In effetti, Maria cipuò guidare verso questo SantissimoSacramento, perché ha con esso unarelazione profonda. A prima vista, ilVangelo tace su questo tema. Nelracconto dell’istituzione, la sera del

Giovedì Santo, non si parla di Ma-ria. Si sa inveceche Ella era pre-sente tra gli Apo-stoli, “concordinella preghiera”(At 1,14), nellaprima comunità ra-dunata dopol’Ascensione in atte-sa della Pentecoste.Questa sua pre-senza non potécerto mancarenelle Celebrazioni eucaristiche tra ifedeli dalla prima generazione cri-

stiana, assidui “ nella frazione del pa-ne”( At 2,42).Al di là del-la sua partecipazione alConvito eucaristico, il rap-porto di Maria con l’Eu-caristia si può direttamen-te delineare a partire dalsuo atteggiamento interio-re. Maria è donna “eucaristi-ca” con l’intera sua vita. LaChiesa, guardando a Mariacome a suo modello, èchiamata ad imitarla anchenel suo rapporto con que-

sto Mistero santissimo.(Gv.P II Ecclesia de Eucharistia, n. 53).

Alla scuola di Maria Donna “eucaristica”

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OMS = Organizzazione Mondiale della Sanita’.ONU = Organizzazione delle Nazioni Unite( Com-missione Sanitaria).

Dopo lo studio medico – scientifico del prof. O. Li-noli sul Miracolo di Lanciano( 1971 e 1981) un al-tro documento di primaria importanza è quellodell’OMS – ONU. Perché l’esame da parte di que-sto Organismo? Perché ad esso faceva parte il me-dico biologo italiano Giuseppe Biondini, membroeffettivo del Consiglio Superiore OMS, che ha por-tato a conoscenza del Consiglio gli studi del prof.O. Linoli. La Commissione OMS – ONU dopo 15mesi e 500 esami nel dicembre del 1976 ha dato iseguenti risultati che pubblichiamo in sintesi (dal-la Relazione pp. 4 e 42).“La Commissione ha riscontrato che tutte le me-todiche messe in atto dalprof. Linoli sono improntateal più stretto rigore scientifi-co e condotte in modo inec-cepibile degno davvero dellapiù grande lode. Pertanto, aiquesiti che presiedevano ilproprio operare, la Commis-sione non può che risponderein un solo modo: 1) è assolu-tamente impossibile che i re-perti esaminati a Lancianodal prof. Linoli siano il “fruttotangibile” di un FALSO, avve-nuto per mano dell’uomo. 2) Quanto ai brillanti ri-sultati conseguiti dal prof. Linoli la scienza nonpuò assolutamente rispondere. Su questo specifi-co punto, ancora la Commissione scientifica cheha esaminato il caso in modo esauriente é unani-me nel dire che la scienza non potrà risponderenemmeno per il futuro essendo acquisita oramaida tempo la bontà delle attrezzature messe a suadisposizione, il cui livello è, lo si può affermaresenza timore alcuno di smentita, ad un limite tale,da non potersi più raffigurare ulteriori sviluppi, oa perfezionamenti di qualità… La scienza si limi-ta a constatare, ma non può andare più oltre.A chituttavia potrebbe muovere l’obiezione che lascienza è, ancora oggi, piuttosto carente di infor-mazioni, ma che un domani sarà certamente pos-sibile acquisire nuove, più vaste e più approfondi-te conoscenze, una sola è la risposta da dare: seciò è sicuramente vero per quanto concerne lascienza, intesa in senso lato, è altresì vero ed in-confutabile, che nella specifica disciplina isto-anatomo-patologica, specialmente con le moder-ne attrezzatura e con le nozioni acquisite oggi, iconfini sono stati ormai raggiunti. Il domani diquesto specifico campo è, al massimo, suscettibi-le, mediante più progrediti ritrovati tecnologici, dimiglioramento, soltanto per ciò che riguarda losnellimento e la rapidità nel compiere le operazio-ni di analisi, ma non di acquisizioni veramentenuove e, in ogni caso, rilevanti”.

Porta sul volto i segni della fatica, il pesodegli anni di lavoro in patria e all’estero. Ésempre stato cattolico, ma un tempo poco

praticante. Una fede ereditata dalla tradizione, vissuta nel sentimento re-ligioso. Da qualche anno Camillo, come lui dice. è stato profondamen-te scosso da una luce interiore, da un’esperienza vitale di Gesù che hacambiato radicalmente la sua vita. Sente l’invito profonda alla preghie-ra, il desiderio di conoscere sempre più il mistero che avvolge la perso-na di Gesù.Vorrebbe gridare a tutti che il Figlio di Dio è l’unico Salva-tore, è la speranza essenziale per l’umanità. É Lui che può donare pace,gioia, fratellanza agli uomini. L’infelicità, afferma Camillo, la violenza, laguerra, l’ingiustizia e le tante tragedie della sofferenza umana dipendo-no dall’assenza di Dio nella vita degli uomini. Camillo vorrebbe esseremissionario, predicatore per far conoscere e amare Gesù, ma si ritrovacon i suoi limiti insuperabili: l’età, la famiglia, la carenza di istruzionenecessaria per una conoscenza adeguata delle verità di fede. Per Gesù èdisposto anche al martirio, ma poichè questo è impossibile si dedicato

ad una forma di vita intensamente religiosa. Ognigiorno: partecipazione alla celebrazione dell’Euca-risita, preghiera continuata, disponibilità massima alservizio del prossimo, apostolato della buona parolae del buon esempio. Chi incontra Camillo e parlacon lui si accorge subito del fuoco che porta den-tro e vuole comunicarlo a chiunque incontra per farcapire che la richezza, il potere, il successo, la glorianon sono nulla di fronte alla grazia della conoscen-za e della fede in Gesù. Camillo vive in pace, nellagioia. Trascorre in serenità i suoi giorni tra casa,chiesa,orto e incontro quotidiano con amici e vici-

ni di casa. Dice che per conoscere e amare Gesù non occorrono studispeciali, ma solo un cuore semplice e accogliente. É Lui che viene in-contro ad ognuno di noi per essere “Via,Verità e Vita”. Camillo parladell’Eucaristia in modo ammirabile. Frequenta il Santuario perché inquel Miracolo vede e sente viva la presenza di Gesù. Si ritiene fortuna-to e felice di essere del contado di Lanciano. Ogni giorno non può fa-re a meno di recarsi al Santuario per partecipare alla celebrazione euca-ristica e pregare nel silenzio adorante quella Carne e quel Sangue cheGesù ha volu-to donare allacittà di Lancia-no come se-gno di assolutaverità delle sueparole nell’ul-tima Cena.L’incontro conCamillo ter-mina con que-ste sue parole:“per cercare eincontrare Gesù non è necessario andare lontano. É nelle nostre chiese,nei nostri tabernacoli, vicino alle nostre case, in mezzo a noi. Basta farequalche passo, entrare in chiesa per avvertire la sua presenza, per ascol-tare la sua voce, per ricevere la sua grazia. Il Signore Gesù vivo e risor-to illumini gli uomini alla ricerca di Lui ed apra il loro cuore perché co-sì saranno veramente felici di averlo incontrato e sicuri di aver intrapre-so la strada del bene e della salvezza.”

Documento sul Miracolo OMS - ONU

CamilloIncontri al Santuario

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Aprile, tiepida serata di inizio primavera. Dopo las. Messa vespertina, all’uscita, improvvisamentemi si accosta un giovane. Non so quanti anni po-tesse avere né lo conosco. Mi chiede: “lei ha sen-tito le letture di questa sera? Ci crede a quelloche ha ascoltato?”Rimango un attimo senza parole, ma lui continuaincalzante, senza attendere risposta: ” lo sa chequesta sera mi sono confessato e comunicatodopo trent’anni?” Ed io rispondo: “è un fattoconsolante, un dono grande che Dio ti ha fatto!”E lui: “ammiravo chi andava a Messa, chi si ac-costava ai sacramenti, ma io non volevo legarmialla Chiesa, volevo essere libero. Questa sera, percaso (io non sono di Lanciano) mi sono ritrovatoin un gruppo di pellegrini che entravano al San-tuario del Miracolo. Mi sembravano tutti più se-reni di me. Poi incontro un frate, mi prende sot-

tobraccio … parliamo a lungo e mi confesso. Orami sento rinato, mi sento come quando ero bam-bino.”L’ascolto senza interromperlo. Vuole comunicareil suo tormento passato e la gioia di oggi.Io mi sento confusa, felice per lui, ma anche perme, per la grande grazia che Gesù Eucarestia miha fatto nel rendermi partecipe della serenità ri-trovata di un fratello. Uno squarcio di vita altruimi è davanti e l’accolgo con rispetto, quasi trat-tenendo il respiro. Chi sa quanti episodi analoghiaccadono giornalmente davanti al nostro Mira-colo eucaristico e quanti ritrovano la pace delcuore!Le ombre della sera avanzano, ma certamentequesta nuova realtà, per il fratello sconosciuto èluce, gioia e libertà. Oma

NOTIZIE UTILISantuario

del

MIRACOLO EUCARISTICOCorso Roma – 66034 – Lanciano (Ch)

Tel 0872.713189www.miracoloeucaristico.euinfo@miracoloeucaristico.com

INFORMAZIONI

Orario Santuarioinvernale-estivo:

mattino: 06.45 - 12.30pomeriggio: 15.00 - 19.30

Orario Sante Messe

Festivo: 07.30 - 09.00 - 10.30 - 18.30Feriale : 08.00 - 09.00 - - 18.30

Sacramento della Riconciliazione:

Festivo: 06.45 - 12.15 - 15.00 - 19.30Feriale : 08.00 - 12.15 - 15.00 - 19.30

Accoglienza pellegrini:

❖ Frate disponibile per la spiegazione❖ Proiezione video storia del Miracolo❖ Possibilità di celebrare Santa Messa❖ Adorazione Eucaristica❖ Confessioni❖ Sale per giornate di ritiro spirituale❖ Sala mostra sul Miracolo❖ Cappella San Legonziano e Battistero❖ Percorso archeologico

Attività del SantuarioOspitalità:

“Casa San Francesco”tel. 0872.40432 cell. 339.1612495

[email protected]

Casa Editrice SMEL:

❖ Pubblicazioni sul Miracolo Eucari-stico in varie lingue

❖ VHS e DVD in varie lingue❖ Foglio di collegamento La Lampada

UFFICIO ACCOGLIENZA PELLEGRINITel. 0872.40670 - Tel 0872.713189

e-mail: [email protected]

Da visitare oltre il Santuario:❖ Cattedrale Madonna del Ponte❖ Chiesa Santa Maria Maggiore❖ Museo Diocesano

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Autorizzazione Tribunale di Lanciano n. 28 - dicembre 1953Direttore Responsabile: P. Ernesto Piacentini o.f.m. conv.

Grafica e stampa: Litografia Botolini srl - tel. 0872.714641

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postaleD.L. 353/2005 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 e 3, Roma Aut. 2008

Angelo Salvatore, un giovane di 19 anni chefrequenta abitualmente il Santuario, chiede:“quando si entra in chiesa di fronte al Miraco-lo bisogna inchinarsi o inginocchiarsi?”

Poiché si tratta di un problema margina-le (riguarda il rito) e non sostanziale (ri-guarda la verità) la risposta può essere du-plice. 1. Se si accetta che la Carne e ilSangue (corpo di Cristo) appartengonoal Signore, secondo le parole dell’ultimaCena: “questo è il mio Corpo, questo è il mioSangue”, allora si può esprimere il segnodell’adorazione con la genuflessione. Latradizione, la storia, la Chiesa, la scienzasono concordi nell’affermare che il Mira-colo di Lanciano è un fatto soprannatura-le, perciò vera Carne e vero Sangue delFiglio di Dio. Secondo l’insegnamento

della Chiesa al Corpo di Cristo convieneil culto dell’adorazione. 2. L’altra opinio-ne teologica afferma: il Miracolo di Lan-ciano è il segno di un sacramento chenon c’è più, perché la sostanza del pane edel vino si è trasformata in Carne e San-gue, sono le reliquie del sacramento, per-tanto esse vanno venerate con l’inchino econ la riverenza.Trattandosi di venerazio-ne, di devozione più che di dogma di fe-de, si può concludere dicendo: si possonoesprimere tutti e due i segni della genu-flessione e dell’inchino - riverenza. I fe-deli che vengono al Santuario esprimonoliberamente i due segni. La maggior par-te si mette in ginocchio in atto di adora-zione e anche di venerazione. Sono ac-cettabili ambedue i modi.

Corrispondenza CON I LETTORI

Una sera, per caso...

…“Signore Gesù del Miracolo eucaristi-co di Lanciano, ti scrivo per starti più vi-cino. Lo so che tu sei con me anche qui,ma lo stato d’animo nel quale mi trovoadesso mi spinge a scriverti a Lanciano. Mi sento affaticato ed oppresso dalle difficol-tà della vita. Sono studente in legge e frequento l’ultimo anno con tanto sacrificio. Si-gnore aiutami! La mia famiglia ha tanti problemi economici. Io e i miei fratelli vivia-mo onestamente secondo l’insegnamento della tua Parola, ma oggi non è tanto facile.Signore, ogni giorno ti prego e cerco di fare del mio meglio. Mi manchi tanto e mi pa-re che qualche volta non mi ascolti, ma so che non è così. Devo dirti la verità: io nonso ascoltarti, ringraziarti e confidare in te per questo la paura mi trascina da ogni par-te. Quando sono più sereno, invece, riesco a capire che non deve essere così. Io ho tan-to bisogno di te! Signore Gesù, realmente presente nel Miracolo di Lanciano e nei no-stri tabernacoli, aiutami a conoscere quello che desideri da me.Vorrei formarmi una fa-miglia e prepararmi bene.Tu fammi incontrare la persona giusta. Signore noi giovaniabbiamo bisogno di te. Anche se esteriormente sembra che siamo autosufficienti, sen-za di te siamo solo sbandati. Sostienici, abbi cura di noi giovani. Il tuo John”.

Lettera dalle Filippine