S 63° c nazionale SIFET g : a - ex.geoweb.it · ing. Maria Grazia D’Urso ... Antonella Gargiulo...

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Rivista bimestrale - anno XXII - Numero 2/2018 - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente Mar/Apr 2018 anno XXII N°2 INFORMAZIONE GEOGRAFICA 3D CATASTO RILIEVO TOPOGRAFIA FOTOGRAMMETRIA GNSS BIM CAD REMOTE SENSING CARTOGRAFIA GIS WEBGIS SPAZIO AMBIENTE URBANISTICA BENI CULTURALI EDILIZIA SMART CITY LiDAR NETWORKS TERRITORIO ABSTRACT RELAZIONI CONVEGNO SIFET PREMIO GIOVANI AUTORI SIFET SERVIZI INNOVATIVI DI GEOWEB LBS UAV S PECIALE 63° C ONVEGNO N AZIONALE SIFET G EOMATICA : A PPLICAZIONI

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2018

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Rom

a

La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente

Mar/Apr 2018 anno XXII N°2

INFORMAZIONE GEOGRAFICA

3D

CATASTO

RILIEVO TOPOGRAFIA

FOTOGRAMMETRIA

GNSS

BIMCAD

REMOTE SENSING

CARTOGRAFIA

GIS

WEBGIS

SPAZIO

AMBIENTEURBANISTICA

BENI CULTURALI

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TERRITORIO

ABSTRACT RELAZIONI CONVEGNO SIFET

PREMIO GIOVANI AUTORI SIFET

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Speciale 63°convegno nazionale SIFETgeomatica: applicazioni

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GEOmedia n°2-2018 3

SIFET

Questo numero di GEOmedia è dedicato al 63° Convegno Nazionale della SIFET, la Società Italiana di Fotogrammetria e Topografia, sulla quale troverete più avanti una dettagliata descrizione da parte della sua presidente Giuseppina Vacca. Di seguito, oltre ai sommari delle relazioni e le informazioni sul programma, riportiamo l’invito a partecipare rivolto a tutti coloro che sono impegnati nella diffusione ed uso delle discipline afferenti alla Geomatica partecipando come attori istituzionali, ricercatori della comunità scientifica o facenti parte dei professionisti praticanti che operano sul territorio. (Renzo Carlucci)

63° Convegno Nazionale SIFETGaeta, 20-22 giugno 2018

GEOMATICA: APPLICAZIONIAMBIENTI ESTREMI - INFRASTRUTTURE - SITI DI INTERESSE CULTURALEIl Convegno si svolge presso il Castello Angioino di Gaeta

Argomenti del convegnoLa crescita progressiva della Geomatica ha comportato lo sviluppo di tutte le discipline del rilevamento: dalla Geodesia spaziale alla Topografia di precisione, dalla Fotogrammetria al Trattamento delle osservazioni, dalla Cartografia numerica al Telerilevamento. Da qui nasce la necessità di fornire una forte motivazione culturale per la conoscenza e l’approfondimento delle discipline del rilevamento da parte non solo degli esperti di Geomatica, in senso stretto, ma anche di tutte quelle categorie professionali tecniche che, a vario titolo, assumono negli Enti e nella pratica operativa responsabilità crescenti in tale ambito. A ciò si aggiunge la necessità di interagire in modo sempre più stretto con altri specialisti che operano nell’ambito della realizzazione e della conservazione delle strutture/infrastrutture, potendo, in tal modo, offrire il contributo della Geomatica dalle fasi preliminari della progettazione fino al processo del monitoraggio e controllo nel suo complesso, nel rispetto della salvaguardia dell’efficienza e della sicurezza di un’opera. La SIFET quest’anno propone un quadro aggiornato delle attività di rilevamento e monitoraggio di ambienti naturali, strutture e infrastrutture in contesti urbani ed extra-urbani, non soltanto in condizioni ordinarie ma anche in casi particolari, difficili o in condizioni di emergenza divenute più frequenti nel nostro territorio.

Programma scientificoLa 63a edizione 2018 sarà strutturata in sessione tematiche che riguarderanno le seguenti filiere produttive e decisionali:

- AMBIENTI ESTREMI - Chairman prof. Luca Vittuari- INFRASTRUTTURE - Chairman prof. Stefano Gandolfi- SITI DI INTERESSE CULTURALE - Chairman prof. Fulvio Rinaudo

Accanto alle sessioni tematiche, anche quest’anno si propongono due sessioni speciali. La sessione ditte è organizzata in modo pratico-applicativo mediante un completo processo di rilevamento applicato in un’area prossima alla sede del convegno. La sessione inizia “in campo”, in cui le ditte intervenute possono applicare le tecniche e gli strumenti di cui dispongono interagendo direttamente con i partecipanti per mostrare l’efficacia delle soluzioni proposte. La sessione prosegue il giorno dopo con la fase “elaborazione” che permetterà di mostrare le soluzioni per il data processing proposte dalle ditte al fine di produrre gli elaborati finali.La sessione benchmark, quest’anno, è dedicata agli strumenti software per la modellazione, classificazione e rappresentazione di un bene architettonico. Allo scopo, il Comitato Scientifico ha predisposto un dataset completo che contiene immagini fotogrammetriche e nuvole di punti da utilizzare come dato iniziale. La partecipazione a queste attività è aperta a tutti i soci e alle ditte che sostengono l’associazione SIFET e prevede una registrazione gratuita con comunicazione del software e delle modalità che si intendono seguire.

4 GEOmedia n°2-2018

SIFET

Il Convegno SIFET 2018, in prosecuzione con l’esperienza positiva degli scorsi anni, propone, inoltre, dei seminari gratuiti per tutti i professionisti: un seminario di Geomatica che affronterà i concetti fondamentali delle tecniche di rilevamento, un seminario legato all’elaborazione di acquisizioni GNSS con software open source ed infine un seminario di gestione di dati geografici con software open source.Anche quest’anno, verranno proposti il premio poster e il Premio Giovani Autori provenienti dagli ambiti professionali, formativi e della ricerca, giunto ormai alla VI edizione.

L’edizione 2018 del convegno SIFET sarà collegata ad un numero speciale sulla rivista internazionale della SIFET Applied Geomatics (SCOPUS indexed) su cui verranno pubblicati in forma di articolo scientifico, sottoposto a rigorosa revisione anonima fra pari, alcuni dei lavori presentati al convegno stesso. Il titolo dello special issue è The Impact of Innovative and Emerging Technologies on the Surveying activities.

Coloro che intendono partecipare, dovranno sottomettere l’articolo direttamente alla rivista Applied Geomatics attraverso la procedure online della rivista, a partire dalla conclusione del Convegno seguendo le regole editoriali della rivista stessa (maggiori informazioni sul sito web della rivista). Il lavoro verrà quindi sottoposto al processo di revisione scientifica, a conclusione del quale potrà esser pubblicato nel numero speciale. Contestualmente alla sottomissione si chiede agli autori di inviare un estratto dell’articolo in italiano da pubblicare sul Bollettino SIFET allo scopo di permettere la divulgazione delle conoscenze tra i soci e all’interno della comunità italiana di settore.

Consiglio Direttivo SIFET 2015-2018Consiglieri elettiing. Giuseppina Vacca, Presidentedott. geom. Stefano Nicolodi, Vicepresidentedott. geom. Paolo Nicolosi, Segretarioprof. Fulvio Rinaudo, Tesoriereprof. Maurizio Barbarellaprof. Maria Antonia Brovelliprof. Alessandro Capraprof. Alberto Cinageom. Massimiliano Curradodott. geom. Luciano Di Marcogeom. Ermanno Porrini

Membri di dirittoDirettore IGMDirettore Agenzia delle EntrateDirettore CIGADirettore IIM

Presidente Consiglio Nazionale IngegneriPresidente Consiglio Nazionale ArchitettiPresidente Consiglio Nazionale GeometriDirettore ISPRAPresidente CS SIFETPresidente Sezione SIFET di PalermoPresidente Sezione SIFET di Catania

Comitato Scientifico SIFET 2015-2018prof. Andrea Lingua, Presidente CSing. Maria Grazia D’Ursogeom. Giuseppe Furfaroprof. Stefano Gandolfigeom. Aldo Guastellaprof. Francesco Guerraprof. Francesco Manciniprof. Marco Pirasprof. Francesco Pirottiing. Andrea Scianna

prof. Giovanna Venuti

Segreteria Organizzativa del ConvegnoCristina Castagnetti – Università di Modena e Reggio EmiliaAndreea Dessì – Università di Cagliari

Comitato Organizzatore LocaleMaria Grazia D’Urso - Università di Cassino e del Lazio MeridionaleAntonella Gargiulo - Università di Cassino e del Lazio MeridionaleAngelo Magliozzi - Comune di GaetaSandro Mascitti - Collegio Geometri di LatinaRaffaele Ruscillo - Collegio dei Geometri di Frosinone

SUITE DEDICATA ALLA GESTIONE E PUBBLICAZIONE DI PROGETTI QGIS SU SERVIZI WEBGIS- Pubblicazione autonoma di progetti QGIS per la condivisione delle proprie realizzazioni- Pubblicazione di servizi OGC WMS e WFS- Gestione degli accessi (anche con integrazione LDAP)- Creazione di gestionali cartogra�ci web con�gurabili direttamente da QGIS- Creazione �ussi di lavoro con�gurabili direttamente da QGIS- Strumenti di editing per la raccolta condivisa di dati geogra�ci- Client dedicati all'utilizzo su tablet per il lavoro su campo

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SIFET

in queSto numero...

geomediaonl ine . i t

GEOmedia, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica. Da 20 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre.In questo settore GEOmedia affronta temi culturali e tecnologici per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia, della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.

In copertina una immagine del castello Angioino di Gaeta, scenario del 63° Convegno Nazionale della Società Italiana di Fotogrammetria e Topografia (SIFET).

LE RUBRICHE

36 MERCATO

46 AGENDA

report

SiFet

8 terza edizione dell’eSperienza condiviSa

BencHmarK: “reStituzione di modelli

3d/HBim da nuvole di punti ottenute con rilievi

uav o laSer Scanning terreStre”

9 SiFet - Società italiana di Fotogrammetria e topograFia

10 corSi di aggiornamento convegno SiFet

12 programma Sintetico convegno SiFet

14 aBStract convegno SiFet – relazioni invitate

15 aBStract convegno SiFet – relazioni

32 aBStract convegno SiFet – vi edizione

premio giovani autori

SiFet 2018

DirettoreRENZO CARLUCCI, [email protected]

Comitato editorialeVyron Antoniou, Fabrizio Bernardini, Mario Caporale, Luigi Colombo, Mattia Crespi, Luigi Di Prinzio, Michele Dussi, Michele Fasolo, Marco Lisi, Flavio Lupia, Luigi Mundula, Beniamino Murgante, Aldo Riggio, Mauro Salvemini, Domenico Santarsiero, Attilio Selvini,Donato Tufillaro

Direttore ResponsabileFULVIO BERNARDINI, [email protected]

RedazioneVALERIO CARLUCCI, GIANLUCA PITITTO, [email protected]

Diffusione e AmministrazioneTATIANA IASILLO, [email protected]

Comunicazione e marketingALFONSO QUAGLIONE, [email protected]

Progetto grafico e impaginazioneDANIELE CARLUCCI, [email protected]

MediaGEO soc. coop.Via Palestro, 95 00185 RomaTel. 06.64871209 - Fax. [email protected] ISSN 1128-8132Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03Stampa: SPADAMEDIA srlVIA DEL LAVORO 31, 00043 CIAMPINO (ROMA)Editore: mediaGEO soc. coop.

Condizioni di abbonamentoLa quota annuale di abbonamento alla rivista è di € 45,00.Il prezzo di ciascun fascicolo compreso nell’abbonamento è di € 9,00. Il prezzo di ciascun fascicolo arretrato è di € 12,00. I prezzi indicati si intendono Iva inclusa. L’editore, al fine di garantire la continuità del servizio, in mancanza di esplicita revoca, da comunicarsi in forma scritta entro il trimestre seguente alla scadenza dell’abbonamento, si riserva di inviare il periodico anche per il periodo successivo. La disdetta non è comunque valida se l’abbonato non è in regola con i pagamenti. Il rifiuto o la restituzione dei fascicoli della Rivista non costituiscono disdetta dell’abbonamento a nessun effetto. I fascicoli non pervenuti possono essere richiesti dall’abbonato non oltre 20 giorni dopo la ricezione del numero successivo. Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità dell’autore. È vietata la riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.

Rivista fondata da Domenico Santarsiero.

Numero chiuso in redazione il 25 maggio 2018.

Science & Technology Communication

Science & Technology Communication

una pubblicazione

3DTarget 48

aerRobotix 40

Epsilon 36

Esri Italia 13

GIS3W 4

Geogrà 39

Geomax 11

GEOweb 44

Gter 30

Microgeo 5

MetroArcheo 41

Planetek Italia 37

Stonex 35

Studio SIT 38

TECHNOLOGY for ALL 31

Teorema 46

Topcon 45

Trimble 47

Patrocini SIFET 2

INSERZIONISTI

42

42 geoSdH @ geoWeB 4.0 -

vi SpiegHiamo il Futuro di geoWeB:

Servizi innovativi BaSati Su

inFormazioni geoSpaziali

A curA del teAm sviluppo

di GeoWeB

Il Ghiacciaio ColumbiaIl satellite Sentinel-2B del programma eu-

ropeo Copernicus ci porta in Alaska sopra il ghiac-ciaio Columbia, che è uno dei ghiacciai al mondo che

stanno mutando più rapidamente.Il Columbia, che è visibile appena al di sotto della linea mediana dell’immagine, fluisce scen-

dendo lingo i pendii innevati delle Chugach Mountains, all’interno del-lo Stretto di Prince Williams nel sud-est dell’Alaska.Nel corso degli ultimi

tre decenni questo ghiacciaio mareale si è ritratto per più di 20 km ed ha perso nel complesso circa la metà del suo spessore e la metà del suo volume.Si ritiene

che i cambiamenti climatici ne abbiano indotto il ritiro negli anni ’80, circostanza che ha determinate la frattura della sua parte terminale.La parte terminale era stata

in precedenza sostenuta da una morena, che consiste in un accumulo di sedimenti e roccia che funge da barriera sottomarina e che permette al ghiacciaio di essere stabile e di collocarsi al di sopra dell’acqua marina. Con la scomparsa di questa barriera le dinamiche della glaciazione hanno prevalso ed il ghiacciaio ha iniziato a riversarsi velocemente nell’oceano, dando origine nello Stretto ad iceberg di grandi dimensioni. Come mostra questa immagine satellitare, nello Stretto si possono osservare molti iceberg.Questo singolo giacciaio è responsabile di circa la metà del ghiaccio andata perduto nelle Chugach Mountains. Tuttavia, i ricercatori ritengono che il ghiac-ciaio Columbia tornerà nuovamente a stabilizzarsi – probabilmente nel giro

di alcuni anni – non appena la sua parte terminale si ritirerà in acque più basse guadagnando così trazione, fatto che ridurrà la quantità di iceberg

generati.Questa immagine è stata acquisita il 5 agosto 2017.

Traduzione: Gianluca Pititto

Crediti: European Space Agency

8 GEOmedia n°2-2018

SIFET

Terza edizione dell’esperienza condivisa BENCHMARK: “Restituzione di modelli

3D/HBIM da nuvole di punti ottenute con rilievi UAV o laser scanning terrestre”

in occasione del 63° CONVEGNO NAZIONALE SIFET - Società Italiana di

Fotogrammetria e Topografia

Gaeta, 20-22 Giugno 2018

Dopo il buon successo di partecipazione e di risultati ottenuti nel 2017 con il Benchmark “Fotogrammetria con immagini oblique da drone: potenzialità e problematiche” che ha visto come caso studio la Fornace Penna di Sampieri-

Scicli (RG), la SIFET ripropone anche quest’anno un test, riguardante lo stesso complesso edilizio, sul tema: derivazione di modelli 3D e/o HBIM

(Historical Building Information Model) da nuvole di punti. Oggigiorno, anche grazie all’impiego diffuso di scansioni con laser scanner (TLS) e di immagini

acquisite da drone (UAV), vengono prodotte agevolmente nuvole di punti che possono essere poi trasformate in modelli geometrici superficiali o volumetrici

tridimensionali.

Allo scopo di testare le potenzialità e le problematiche relative all’utilizzo delle nuvole di punti per la creazione di modelli 3D/HBIM, sono stati predisposti

due dataset costituiti da nuvole di punti riguardanti la Fornace Penna. Tali dati, unitamente ad altre informazioni di supporto, sono condivise con gli interessati a partecipare all’iniziativa (modalità di partecipazioni riportate sul sito www.sifet.

org), i quali producono il modello 3D/HBIM secondo strategie di elaborazione e software indipendenti e scelti a propria discrezione.

Un gruppo di lavoro appositamente designato dal Comitato Scientifico SIFET si occuperà di recepire tutti i risultati inviati dai partecipanti e di esaminare

i modelli valutando molteplici aspetti tra cui completezza geometrica, interoperabilità, modalità di strutturazione, completezza semantica, utilità e

possibili applicazioni, scarti fra la nuvola di punti ed il modello finale.

I risultati ottenuti e le relative valutazioni saranno presentati e discussi, con un dibattito aperto a tutti i partecipanti, in una sessione dedicata in occasione

del Convegno SIFET2018 di Gaeta (venerdì 22 Giugno, mattina) al fine di evidenziare le potenzialità e le criticità della costruzione di modelli 3D/HBIM da

nuvole di punti rilevate.

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SIFET

SIFET Societa’ italiana di fotogrammetria e topografiaLa Società Italiana di Fotogrammetria e Topografia, fu fondata nel gennaio del 1951 da un gruppo di studiosi ed esperti in topografia e fotogrammetria tra i quali il prof. Giovanni Boaga, grande geodeta che fu anche il primo presidente Sifet, l'Ing. Nistri e l'Ing Santoni grandi fotogrammetri. È una libera associazione di ricercatori, tecnici, professionisti e organizzazioni pubbliche e private interessati ai processi di acquisizione, trattamento, gestione e diffusione delle informazioni territoriali, con particolare riferimento alle metodologie e alle tecnologie geomatiche (fotogrammetriche, topografiche, geodetiche ecc.) correlate a tali processi. Gli obbiettivi che la SIFET si prefigge di raggiungere sono:• incrementare la cultura degli associati, promuovendo la reciproca collaborazione

e gli scambi culturali anche in campo internazionale;• valorizzare l’importanza della fotogrammetria, della topografia e delle discipline

affini (geodesia, cartografia, telerilevamento, sistemi informativi territoriali, ecc.) nel quadro della cultura nazionale;

• divulgare l’apporto della cultura geomatica italiana nel quadro della collaborazione internazionale;• stimolare la partecipazione degli associati a studi e ricerche per il progresso della fotogrammetria e della

topografia, patrocinando e sostenendo iniziative culturali (manifestazioni, seminari, convegni, ecc.) a livello nazionale e a livello locale (attraverso le sezioni SIFET), anche in collaborazione con il mondo accademico e con enti pubblici e privati operanti nel settore;

• curare e rappresentare, nei confronti di associazioni affini od analoghe italiane, straniere ed internazionali, gli interessi culturali e scientifici nazionali nel campo della fotogrammetria e della topografia;

• promuovere ed incentivare i contributi scientifici di Soci e non soci al progresso della fotogrammetria e della topografia anche attraverso l’istituzione di premi da assegnare, su proposta motivata del Comitato Scientifico o di Commissioni ad hoc istituite, a persone, enti o istituzioni pubbliche e private. La consistenza dei premi, le modalità di attribuzione e la scelta dei destinatari sono stabilite insindacabilmente dal Consiglio Direttivo.

La SIFET rappresenta l'Italia in seno all'ISPRS (International Society of Photogrammetry and Remote Sensing) ed è membro associato della FIG (International Federation de Geometres).La SIFET trae stimolo, per contribuire alla crescita culturale della comunità geomatica nazionale, sia nelle occasioni dei Convegni Nazionali SIFET, i seminari ed i corsi di aggiornamento da essa organizzati sul territorio, sia attraverso le sue riviste: il Bollettino della Società Italiana di Fotogrammetria e Topografia e Applied Geomatics (edita dalla Springer). Tante le iniziative della SIFET sul territorio, tra le più importanti il convegno SIFET, divenuto ormai un appuntamento annuale per un approfondimento delle ricerche geomatiche condotte in Italia. Quello che viene presentato nelle pagine successive è il 63° Convegno SIFET che si terrà dal 20 al 22 giugno 2018 al Castello Angioino di Gaeta, durante il quale i ricercatori ed i professionisti si confronteranno su tematiche importanti della geomatica legate al campo delle infrastrutture, dei siti di interesse culturale e delle applicazioni geomatiche in ambienti estremi. Mi piace ricordare, inoltre, le tante attività SIFET legate ai giovani: Adottiamo i nostri monumenti, protocollo d’intesa con i gli istituti superiori CAT, per la divulgazione della geomatica tra gli studenti; Premio Scuola SIFET-MIUR-CNG per il riconoscimento dei migliori lavori geomatici svolti dagli studenti degli istituti CAT; Premio Giovani Autori indirizzato ai giovani ricercatori, al di sotto dei 30 anni, che si occupano di geomatica; il Premio Inghilleri, assegnato ogni 4 anni, ad un ricercatore che si è particolarmente evidenziato a livello internazionale per le proprie ricerche. Questa è la SIFET, un’associazione per tutti coloro che lavorano nel campo della Geomatica, e quello che leggerete più avanti è il 63° Convegno Nazionale SIFET.

La Presidente SIFETGiuseppina Vacca

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SIFET

63° Convegno Nazionale SIFETGaeta, 20-22 giugno 2018

CORSI DI AGGIORNAMENTO

Corso ELABORAZIONE DI DATI GNSS CON STRUMENTI OPEN (4 ore)Docenti: Renzo Maseroli, Istituto Geografico Militare (prima parte – 2 ore)Paolo Dabove, Politecnico di Torino (seconda parte - 2 ore)

Prima parte: I Sistemi di Riferimento Globali e il loro utilizzo nei GIS Sistemi di Riferimento Locali e Globali La geodesia satellitare e il Sistema WGS84 Il Sistema ITRS e le sue realizzazioni Il Sistema Europeo ETRS89 Le realizzazioni ETRF, la rete italiana IGM95 La Rete Dinamica Nazionale e le reti NRTK Il passaggio fra Sistemi Il sistema Verto dell'IGM Le griglie NTv2 I Sistemi Geodetici nei GIS, i codici EPSG I file *.prj Modello del geoide nazionale e conversione altimetriche

Seconda parte: Elaborazione dati GNSS L’utilizzo di strumenti open source per il posizionamento GNSS L’utilizzo di RTKLIB per il posizionamento GNSS con i suoi tool:o Conversione di formati di dati differentio Scarico prodotti per il posizionamento da interneto Il post-processamento dei datio Il posizionamento in real-timeo La visualizzazione e l’esportazione dei risultati

Corso OPEN DATA e STRUMENTI GFOSS (4 ore)Docenti: Eva Malinverni, Università Politecnica delle Marche

ELEMENTI INTRODUTTIVI: Spatial big data e open data geografici La geografia al servizio del pubblico a livello europeo, nazionale e regionale Piattaforme per spatial big data I GIS nell’era degli spatial big data L’evoluzione dell’informazione geografica e il GIS open source Open data e open service quali standard: come ottenere le basi dati partendo dai servizi resi disponibili.

ESERCITAZIONE: Gestione dell’informazione territoriale attraverso strumenti GIS open

Corso GEOMATICA DI BASE (4 ore)Docente: Francesco Mancini, Università di Modena e Reggio Emilia

ELEMENTI INTRODUTTIVI: Le superfici di riferimento nelle scienze geodetico-topografiche. Coordinate sull'ellissoide. Soluzioni approssimate

per le superfici di riferimento. Le misure topografiche tradizionali: distanze, angoli e dislivelli. Strumenti di misura e principali metodi di

rilevamento. Le reti topografiche nazionali. Modelli altimetrici: DTM e DSM. Metodi per la produzione di modelli altimetrici. Elementi di progettazione del

rilevamento fotogrammetrico aereo e terrestre. Trattamento dei dati: procedura e prodotti derivati. Rilevamento con laser a scansione aereo e terrestre: le nuvole di punti e loro trattamento. GNSS (Global Navigation Satellite System): definizioni, posizionamento assoluto, posizionamento differenziale,

posizionamento relativo. Le reti GNSS. Sistemi di riferimento nel mondo dei GNSS.

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SIFET

63° Convegno Nazionale SIFETGEOMATICA: APPLICAZIONIIl Convegno si svolge pressoil Castello Angioino di GaetaGaeta, 20-22 giugno 2018

Programma sinteticoCorsi di aggiornamento

19 Giugno11.30 - 15.30 Corso Elaborazioni dati GNSS con strumenti open (4h) - ing. Maseroli, Istituto Geografico Militare; ing. Dabove, Politecnico di Torino16.00 - 20.00 Corso OPEN DATA e strumenti GFOSS (4h) - prof. Eva Malinverni, Università Politecnica delle Marche

20 Giugno8.30 - 12.30 Corso Geomatica di base (4h) - prof. Francesco Mancini, Università di Modena e Reggio Emilia

Convegno20 Giugno13.30 - 14.30 Inaugurazione e saluti14.30 - 16.30 Sessione Ambienti estremi - Chairman: prof. VittuariRelazione invitata: "Mineralogical mapping of the Ceres surface derived by VIR spectrometer onboard the NASA Dawn mission" a cura di Francesca Zambon - INAF-IAPS di RomaRelazione invitata: “La geomatica applicata alla glaciologia antartica e allo studio del paleoclima”, Prof. Luca Vittuari - Università di Bologna17.00 - 19.00 Sessione Infrastrutture - Chairman: prof. GandolfiRelazione invitata: “Base Assoluta: georeferenziazione dei tracciati ferroviari nella manutenzione del binario”, a cura di Ing. Paola Conti - Dirigente RFIRelazione invitata sul tema del rilievo e della gestione di infrastrutture19.00 - 20.20 APERIPOSTER - Cocktail di benvenuto e Sessione Poster

21 Giugno9.00 - 13.00 Sessione Demo “In the field” - Chairman: prof. Piras, geom. FurfaroParteciperanno le seguenti aziende: Geomax, IDS Ingegneria dei Sistemi, Leica Geosystems, Microgeo, Stonex13.00 Light lunch14.30 - 16.30 Siti di interesse culturale - Chairman: prof. RinaudoRelazione invitata: “Lo Studiolo di Gubbio: nuovi strumenti di comunicazione e fruizione”, a cura di Dott.ssa Paola Mercurelli Salari - Direttore Palazzo Ducale, Gubbio (PG), Rocca Albornoz - Museo Nazionale del Ducato, Spoleto (PG), Tempietto sul Clitunno, Campello sul Clitunno (PG), Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Polo Museale dell'Umbria c/o Museo archeologico nazionale dell'UmbriaRelazione invitata "Restauro e valorizzazione del patrimonio architettonico. Dalle indagini conoscitive alla pubblicizzazione degli esiti delle ricerche", a cura di Prof. Emanuele Romeo - Politecnico di Torino17.00 -19.00 Premio Giovani Autori - VI Edizione19.00 - 20.30 Assemblea dei soci SIFET21.00 - Cena sociale

22 Giugno9.00 - 11.00 Sessione Demo “In processing” - Chairman: prof. Piras, geom. FurfaroParteciperanno le seguenti aziende: Geomax, IDS Ingegneria dei Sistemi, Leica Geosystems, Microgeo, Stonex11.30 - 13.30 Sessione Benchmark - Chairman: ing. Scianna13.30 - 14.15 Chiusura del convegno e saluti

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SIFET

ABSTRACT SIFET 2018 – GAETA 20-22 GIUGNO 2018

RELAZIONI INVITATE:Base Assoluta: georeferenziazione dei tracciati ferro-viari nella manutenzione del binarioIng. Paola ContiDirigente RFIRete Ferroviaria Italiana – Gruppo Ferrovie dello Stato – da oltre un decennio applica un nuovo modello di posiziona-mento del binario: Sistema Base Assoluta. Questa nuova metodologia consente di controllare la posizione del binario rispetto a dei riferimenti assoluti, opportunamente indivi-duati con coordinate geografiche, e non a dei punti relativi alla sola sovrastruttura ferroviaria. Il Sistema Base Assoluta ha dato un’enorme spinta alla manutenzione dell’infrastrut-tura ferroviaria con conseguenti miglioramenti in termini di affidabilità e conservazione del binario. Dapprima svi-luppato sulle linee AV per migliorare il comfort di marcia del viaggiatore, oggi è in rapida espansione anche sulle linee tradizionali. Con questo sistema, il rilievo della posizione del binario può essere effettuato sia on-track, con l’ausilio di autocarrelli opportunamente attrezzati con strumenti topo-grafici, che off-track mediante l’utilizzo di stazioni topogra-fiche. L’esito del rilievo determina la tipologia di intervento da porre in atto per ripristinare il corretto posizionamento del binario. Sinora l’intervento di manutenzione correttiva della posizione del binario veniva effettuato mediante l’uti-lizzo di particolari macchine ferroviarie dette “rincalzatrici”, che recentemente hanno ricevuto un up-grade capace di individuare direttamente in fase di intervento i riferimen-ti del sistema assoluto, con conseguente velocizzazione del processo manutentivo. Il Sistema Base Assoluta, quindi, ha favorito ed implementato in modo considerevole il proces-so di geomatizzazione all’interno di RFI.

Lo Studiolo di Gubbio: nuovi strumenti di comunica-zione e fruizioneDott.ssa Paola Mercurelli SalariDirettore Palazzo Ducale, Gubbio (PG)Rocca Albornoz - Museo Nazionale del Ducato, Spoleto (PG)Tempietto sul Clitunno, Campello sul Clitunno (PG)Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismoPolo Museale dell’Umbria c/o Museo archeologico nazionale dell’UmbriaNella seconda metà del XV secolo Federico da Montefeltro promuove la costruzione di una residenza principesca nel-la seconda città del ducato, Gubbio. A costruire il palaz-zo, su preesistenti vestigia medievali, è il senese Francesco di Giorgio Martini; i migliori artisti si succedono per approntare gli apparati decorativi. Come già era avvenu-to a Urbino, capitale del Montefeltro, anche a Gubbio Federico fa costruire uno Studiolo, un piccolo ambien-te privato, destinato alla meditazione. Le pareti vengono completamente rivestite di tarsie lignee e di dipinti che illustrano un complesso programma incentrato sulla cele-brazione della Filosofia e delle Arti Liberali.

Passato il Palazzo in mani private, lo Studiolo e molti degli arredi vengono venduti sul finire del XIX secolo. Dopo complesse vicende l’apparato ligneo giunge nel 1939 al Metropolitan Museum di New York, mentre i dipinti si disperdono nei rivoli del mercato antiquario. A distanza di settant’anni a Gubbio viene ricollocata nell’ambiente originario una replica.Oggi, in linea anche con le aggiornate metodologie muse-ografiche, si è sentita la necessità di comunicare al meglio l’ “oggetto” presente all’interno della residenza eugubina in relazione con l’originale a New York. Un complesso progetto dal titolo “Lo Studiolo di Gubbio: tour virtua-le e ipotesi ricostruttive di un microcosmo umanistico” vede impegnati il Polo Museale dell’Umbria con il Palazzo Ducale, le Università di Bologna (Nicoletta Guidobaldi, Alessandro Iannucci, Marco Orlandi, Simone Zambruno, Federico Taverni) e Perugia (Laura Teza), il Politecnico di Torino (Francesco Paolo Di Teodoro, Fulvio Rinaudo), il Museo Galileo di Firenze (Filippo Camerota) nell’elabora-zione di strategie che ne consentano la corretta comunica-zione e fruizione.Grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, si sta realizzando un progetto di ricostruzione 3D, che si propone in primo luogo di ricomporre digi-talmente le diverse componenti dello Studiolo di Gubbio e di renderne accessibili i contenuti, favorendo la cono-scenza e promuovendo la valorizzazione di un ambiente di straordinario pregio e interesse culturale. In sintesi, ad integrazione della visita della replica, il frui-tore potrà fruire di:- Video-narrazione: illustra il progetto iconografico dello Studiolo e ripercorre le vicende storico-critiche delle tar-sie e dei dipinti. Il visitatore sarà inoltre informato sulla dispersione dei quadri e sulle diverse ipotesi ricostruttive proposte per l’ordine decorativo superiore.- Sala multimediale di approfondimento: tour virtuale dello Studiolo fruibile grazie a installazioni multimediali come tavoli o schermi interattivi di grande formato e/o totem multimediali interattivi.- Web: portale Studiolo di Gubbio: Il progetto prevede l’allestimento di uno spazio web (sito/portale) dedicato al progetto e alla storia dello Studiolo, all’interno del qua-le si potranno trovare anche contenuti relativi al Palazzo Ducale di Gubbio e agli arredi originali oggi in altre col-lezioni museali.Tutti i contenuti saranno resi disponibili in italiano e in inglese e saranno messi a disposizione anche dei visitatori delle tarsie originali del Metropolitan Museum of Art di New York, creando così un legame virtuale tra contenitore e contenuto originali.

La geomatica applicata alla glaciologia antartica e allo studio del paleoclimaProf. Luca VittuariUniversità di BolognaL’innalzamento del livello del mare, dovuto alla fusione delle calotte polari e all’aumento della temperatura degli

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oceani, è una delle principali minacce potenziali porta-te dai cambiamenti climatici. La calotta glaciale della Groenlandia, i ghiacciai montani e porzioni della penisola antartica mostrano oggi vulnerabilità al riscaldamento at-mosferico, ai cambiamenti di temperatura e della circola-zione oceanica. L’apporto di acqua di fusione proveniente da tali corpi glaciali è sufficiente per innalzare significati-vamente il livello del mare nei prossimi secoli. Al fine di ridurre la grande incertezza delle proiezioni future circa le variazioni globali attese, è importante studiare la composi-zione dell’atmosfera terrestre del passato ed in particolare la concentrazione dei gas serra. Queste informazioni sono registrate con la migliore risoluzione oggi ottenibile nei corpi glaciali terrestri, ma al fine di poter essere corretta-mente interpretate sono necessarie sequenze deposizionali continue nel tempo, che si estendano per il periodo più lungo possibile (anche oltre un milione di anni).Per l’individuazione di siti idonei dove realizzare carotag-gi profondi in ghiaccio, sono necessari studi glaciologici multidisciplinari, con i quali realizzare modelli numeri-ci predittivi in grado di guidare verso le aree geografiche maggiormente idonee, i rilievi geofisici e geodetici di det-taglio. La presentazione descrive alcuni importanti pro-getti realizzati e in corso di realizzazione in ambito inter-nazionale in Antartide.

Mineralogical mapping of the Ceres surface derived by VIR spectrometer onboard the NASA Dawn missionDott.ssa Francesca ZambonINAF-IAPSThe NASA Dawn mission, in orbit around Ceres since March 2015, acquired a considerable amount of data that improved the knowledge on its chemical and physical pro-perties, surface composition and interior. VIR, the Visible and InfraRed spectrometer onboard Dawn is equipped with two channels: the visible which covers the wave-length range ~0.25-1.0 μm, and the infrared, which co-vers the wavelength range 1.0-5.1 μm. Here, we focus on the VIR dataset from the High Altitude Mapping Orbit (HAMO) mission phase, characterized by a nominal spa-tial resolution of ~386 m/pixel, the best available in terms of coverage and spatial resolution for the VIR spectrome-ter. VIR data revealed a widespread distribution of Mg- and NH4-phyllosilicates mixed with low-albedo and spec-trally featureless materials, and local carbonate-rich areas. Outcrops of water ice have been identified in nine cases, occurring in shad- owed regions inside specific craters. Na-carbonates rich areas and organic-rich sites also occur at local scale. The selection of specific spectral parameters, such as depth and position of the main absorption bands, spectral slopes and albedo, permitted the identification of the different compounds at global and local scale.

Restauro e valorizzazione del patrimonio architettonico.Dalle indagini conoscitive alla pubblicizzazione degli esi-ti delle ricerche Emanuele RomeoPolitecnico di Torino, Dipartimento di Architettura e Design

Geomatica e Restauro: due discipline in costante sinergia che hanno come finalità la conservazione e la valorizza-zione del patrimonio culturale e, in special modo quello architettonico, archeologico e paesaggistico. In effetti si tratta di competenze disciplinari differenti il cui continuo e stretto rapporto inizia già dalle fasi di co-noscenza propedeutiche all’intervento; si sviluppa durante il cantiere di restauro; prosegue con la valorizzazione del bene quando è necessario divulgare in itinere le informa-zioni o quando è essenziale rendere accessibili e compren-sibili a tutti gli esiti delle ricerche; diventa indispensabile nelle politiche di manutenzione e gestione programmata. In particolare il confronto disciplinare è fondamentale quando si interviene presso quei siti archeologici ubicati sia in contesti urbani che paesaggistici. La conoscenza del contesto, del territorio, dell’ambiente circostante il monumento archeologico, attraverso i più sofisticati sistemi di georeferenziazione e di rilevamento, è il primo passo verso una corretta interpretazione del ma-nufatto allo stato di rudere che necessita, durante le fasi di ricognizione archeologica, di scavo e di intervento di re-stauro un costante monitoraggio delle strutture in elevato e delle relative caratteristiche (formali, spaziali, materiche, strutturali). I livelli di controllo possono essere gestiti at-traverso differenti gradi di approfondimento e di dettaglio grazie a una banca dati in grado di restituire (in tempo rea-le) e di archiviare criticamente informazioni (GIS/HBIM) a supporto delle azioni soprattutto di restauro. La disciplina della Geomatica appare ancor più utile quando aiuta, durante la fase della valorizzazione, a com-prendere meglio il bene archeologico (spesso ridotto in frammenti) fornendo modelli tridimensionali capaci di tramutarsi in ricostruzioni virtuali che oggi sostituiscono efficacemente (rispetto al passato) le più estese ricomposi-zioni meccaniche delle parti smembrate del monumento archeologico. A ciò si accompagnano altri strumenti (video-narrazioni, tour virtuali e web-portali) atti a migliorare la compren-sione del valore culturale dei beni, diventando colto e in-dispensabile veicolo di trasmissione della memoria storica.

RELAZIONI:Integrazione di dati geografici 3D multi-sorgente e multi-risoluzione per un modello di gestione delle in-frastrutture ferroviarieManuela Corongiu1, Grazia Tucci2, Enzo Santoro3

1Consorzio LaMMA, Firenze2Università di Firenze,3Istituto Geografico Militare ItalianoIl passaggio che dal processo tradizionale di allestimento cartografico ha condotto alla costituzione di infrastrutture di dati territoriali è segnato in maniera significativa dalla crescente evoluzione e disponibilità di sorgenti e strumen-ti (telerilevati, aviotrasportati, da droni, da laser scanner terrestri etc.), per l’acquisizione di dati geografici. Ne con-segue che, se con riferimento ad un processo di acquisizio-ne di tipo tradizionale (principalmente a partire da riprese

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aerofotogrammetriche) finalizzato all’allestimento carto-grafico ad una certa data e con certa accuratezza, i pro-cessi, i tempi e le modalità di realizzazione e validazione potevano considerarsi consolidati e standardizzati, altret-tanto non può essere fatto nel caso di allestimenti multi-sorgente e multi-risoluzione di banche dati geografiche. In tali situazioni la fase di progettazione e di gestione dei flussi informativi risulta fondamentale per perseguire una effettiva integrazione in banche dati geografiche comples-se e per articolare le corrispondenti fasi di validazione e certificazione dei dati in maniera organica e sinergica.Il caso studio presentato si riferisce al progetto, di Rete Ferroviaria Italiana (RFI S.p.A.), per la realizzazione di un Modello Unico dell’Infrastruttura Ferrovia (MUIF). L’obiettivo principale è quello di implementare un Sistema Informativo Geografico per gestire in un’unica modello dati tutte le informazioni, integrando prodotti aerofotogrammetrici e LiDAR, con prodotti fotogram-metrici e laser scanner da treno, oltre alla restituzione di dati GeoTopografici in forma di database. Su tale proget-to il laboratorio Schema del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Firenze, sta svolgendo attività di ricerca ed approfondimento sui dati messi a disposizione da RFI. In particolare, le linee di ricerca che si intendono illustrare fanno riferimento alle tematiche di: integrazione e modellazione dei dati geogra-fici con approccio semantico di tipo relation-free, elabora-zione delle sorgenti di dati 3D verso una struttura spaziale del tipo B-Rep (Boundary Representation), aggiornamen-to in continuo dell’infrastruttura dati geografica tramite sorgenti differenti e interoperabilità nell’ottica della diret-tiva europea Inspire.

Integrazione multi-sensore per la navigazione in mi-niera.Vincenzo Di Pietra1, Laura Ruotsalainen2, Marco Piras1, Sanna Kaasalainen2, Malkamäki Tuomo2, Jesperi Rantanen2

1Politecnico di Torino2National Land Survey of FinlandNegli ultimi anni, lo sviluppo di sistemi di posizionamento e navigazione multi-sensore è diventato di prioritaria im-portanza nel campo della ricerca al fine di superare i limiti che i singoli sensori incontrano nell’operare in ambienti critici. Il sistema di posizionamento satellitare GNSS negli spazi interni, i sensori di visione RGB negli ambienti bui, i sistemi di radiocomunicazione nelle aree altamente distur-bate, sono esempi di limiti che questi sistemi possiedono e motivano lo sforzo della comunità scientifica in questo campo di ricerca. In particolare, la navigazione e posizio-namento in ambienti chiusi, dove il segnale satellitare è schermato dall’esterno, è un campo di applicazione che ha avuto i migliori benefici dall’ibridazione di diversi sensori come ad esempio l’accoppiamento GNSS/INS. Uno degli ambenti più complessi in cui navigare sono si-curamente le miniere, cunicoli sotterranei spesso labirin-tici in cui mezzi di trasporto, personale lavoratore e stru-menti si sovrappongono temporalmente in un ambiente buio e spesso pericoloso. Infatti, la navigazione sotterranea

deve confrontarsi con l’assenza di segnale satellitare, ma anche con la presenza di polvere nell’aria, la mutevolezza dei tunnel e l’assenza di luce. Questo lavoro ha l’obiettivo di presentare un framework per l’underground navigation and positioning, connesso con obiettivi di tracciamento del personale in miniera, della navigazione metrica di mezzi di trasporto e del po-sizionamento accurato di un particolare laser iperspettrale per target identification. La piattaforma di sensori, com-posta dall’integrazione di GNSS, sistemi di navigazione inerziale (INS), rete a banda ultra larga (UWB), teleca-mere infrarosse e altro sarà descritta insieme all’algorit-mo di fusione, concentrando principalmente l’attenzione del lavoro sui vantaggi dell’integrazione in tali ambienti. Inoltre, l’uso della monocular visual odometry sarà par-ticolarmente evidenziato in quanto presenta il valore ag-giunto della presente ricerca. Infine verranno discussi i risultati della soluzione di navigazione, sia in condizioni statiche che cinematiche.

Applicazioni geomatiche in situazioni estreme: esempi di TAS - Topografia Applicata al SoccorsoMaria Grazia D’Urso, Veronica Evangelista, Stefano Lucidi, Fabio CuzzocreaUniversità degli Studi di Cassino e del Lazio MeridionaleLe attività di rilevamento in condizioni estreme rendono necessaria l’esigenza di una conoscenza puntuale e appro-fondita del territorio, spesso in intervalli di tempo molto ristretti. Questo aspetto è particolarmente significativo sia che si tratti di attività di rilevamento in condizioni inac-cessibili e difficoltose da ispezionare sia nella gestione delle emergenze. Basti pensare alle prime ore dopo il verificarsi di un evento disastroso, spesso caotiche e problematiche, che sono decisive per affrontare con successo le difficoltà da superare, come salvare vite umane e/o ridurre i danni sul costruito. In particolare uno dei fattori importanti in ogni operazione di risposta a un’emergenza, o in altre si-tuazioni estreme, è proprio acquisire un’adeguata consape-volezza della situazione reale, ciò che è possibile solo dopo un’accurata analisi di tutte le informazioni disponibili ot-tenute tramite la Topografia Applicata al Soccorso (TAS). A tale scopo gli strumenti della Geomatica sono perfetta-mente adatti a creare, gestire e arricchire dinamicamente un archivio organizzato di dati per avere un accesso rapido e funzionale alle informazioni utili per analisi di vario tipo, contribuendo ad elaborare soluzioni per gestire al meglio scenari sempre più complessi ed estremi. In particolare, durante un’emergenza sismica, l’ispezione convenzionale per valutare lo stato dei danni delle costruzioni richiede mezzi speciali e molto tempo. Pertanto, dato l’elevato nu-mero di edifici che necessitano di interventi di messa in sicurezza e di misure di riabilitazione, un efficace utilizzo di risorse limitate, quali tempo e attrezzature, nonché la sicurezza del personale coinvolto sono aspetti importan-ti. Le applicazioni illustrate hanno lo scopo di evidenziare come l’obiettivo sopra citato può essere raggiunto attra-verso gli strumenti della Geomatica. In particolare l’im-piego dei dati acquisiti da piattaforme UAV, integrati con

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dati geografici archiviati su piattaforme GIS, è in grado di ottimizzare gli interventi di riabilitazione del patrimonio costruito.Casi reali di TAS, ad opera di corpi speciali dei Vigili del Fuoco che sono intervenuti con tali procedure per la pri-ma volta su edifici ad uso abitativo inaccessibili, vengono esaminati in relazione al sisma del 2016, in Italia centrale, e del 2017, nell’ isola di Ischia. Uno degli scopi di que-sto lavoro è il progetto di un sistema GIS per archiviare e gestire attività di rilevamento atte ad acquisire dati utili per analisi di contesto e dettaglio in zone colpite da eventi estremi e catastrofici. In particolare l’analisi di dettaglio ha avuto come scopo un’innovazione: la compilazione della scheda Triage dell’Edificato in Emergenza (TriageEdEm), in uso al Corpo dei Vigili del Fuoco, su una struttura or-dinaria mediante l’utilizzo di immagini acquisite da piat-taforme UAV.

Strumentazione multi-sensore per il rilievo di ope-re monumentali in ambienti complessi: il Sacrario Militare del Monte GrappaCaterina Balletti, Martina Ballarin, Mario Costa, Francesco Guerra, Fabio MartinelloUniversità Iuav di VeneziaIn occasione delle commemorazioni per il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale è stato delinea-to dal Comitato Storico Scientifico per gli Anniversari di Interesse Nazionale un programma di interventi per la co-stituzione di un grande Museo diffuso su tutto il territorio italiano.Parte di questo programma ha coinvolto il Sacrario mili-tare del Monte Grappa in Provincia di Treviso, che è sta-to quindi oggetto di un rilievo metrico a supporto di un progetto di composizione architettonica, valorizzazione e restauro dell’intero complesso. Data l’estensione, la conformazione geografica e la com-plessità geometrica del sito è stato necessario da una parte utilizzare diverse tecniche di rilevamento integrate tra loro e dall’altra individuare soluzioni nuove per rispondere alle diverse problematiche riscontrate in loco.In questo lavoro sono state adoperate tutte le tecniche di rilevamento tradizionali: topografia terrestre e satellitare per la definizione di un unico sistema di riferimento in un contesto molto esteso; laser scanning per l’acquisizione di un dato metrico con una precisione adeguata alla scala nominale 1:50; fotogrammetria per ottenere un prodotto adeguato anche dal punto di vista qualitativo e descrittivo, che fornisse la base per l’indagine materica e il progetto di restauro.In parallelo alla tradizionale campagna di rilievo, sono sta-te condotte due indagini sperimentali in ambiti differenti. Da una parte, è stato sviluppato un software ad hoc per la rappresentazione delle numerose superfici curve attraver-so il metodo delle proiezioni cilindriche per sviluppo, che ha permesso di fornire un supporto metrico adeguato alla mappatura dei degradi da parte dei restauratori. Dall’altra, è stato analizzato uno strumento recentemente introdotto nel mercato (Leica Pegasus Backpack), una piattaforma di

sensori indossabile che permette di acquisire dati metrici di ambienti interni ed esterni in maniera molto rapida e quasi completamente automatica. Lo strumento è stato messo a confronto con un laser scanner terrestre a diffe-renza di fase (Faro Focus 3D) all’interno di due ambienti del Sacrario con un livello di complessità geometrica e lo-gistica differente.

Rilievo del ghiacciaio Belvedere con droni: l’esperienza del gruppo DREAM dal 2015-2018C. De Michele1, L. Pinto2, A Bianchi2, A. Cina1, D. Franco1, A. Godio1, M. Piras1, P. Maschio1, F. Avanzi1, R. Barzaghi2

1Politecnico di Torino2Politecnico di MilanoGli effetti del cambiamento climatico sul nostro Pianeta sono sempre più evidenti e diventa decisivo monitorare alcuni “indicatori” naturali per capire e studiare l’evolversi dei fenomeni e fare delle simulazioni sugli scenari futuri.I ghiacciai, per esempio, rappresentano un ottimo in-dicatore per valutare gli effetti dell’innalzamento delle temperature in ambito criosferico, inoltre sono di gran-de interesse perché ci consentono di stimare quali risorse “idriche” sono accumulate e quindi qual è la disponibilità annua. I moderni strumenti geomatici sono di fondamen-tale importanza per il monitoraggio di questi indicatori, in quanto consentono di farne un’analisi multi-temporale. I droni, per esempio, consentono di acquisire delle im-magini in un ampio spettro, con GSD sino a 2-4 cm, che vengono utilizzate per generare dei Modelli Digitali della Superficie (DSM) e per la stima di variazioni di volumi e modelli idrologici.Nel 2015, sfruttando l’opportunità offerta dal progetto Alta Scuola Politecnica (ASP) dei Politecnici di Milano e di Torino, si è proposto un progetto denominato DREAM (DRone tEchnology for wAter resources and hydrologic hazards Monitoring), che aveva l’obiettivo di utilizzare i droni per il monitoraggio delle risorse idriche in ambi-to criosferico. Il gruppo di lavoro, guidato da docenti di idrologia, geomatica e geofisica, è riuscito a coinvolgere studenti di diversi corsi di laurea (meccanica, civile, mec-catronica, matematica, ecc). Il progetto DREAM, giunto alla sua terza edizione, ha come caso studio il ghiacciaio del Belvedere (Macugnaga, Piemonte) che presenta come particolarità di essere un ghiacciaio “nero”, in quanto è coperto da detriti, e di essere uno dei ghiacciai più bassi delle Alpi. Le ricerche, effettuate inizialmente con droni commerciali, nell’edizione del 2016 sono state realizzate anche con un sistema multirotore realizzato nell’ambito del progetto. In questo anno accademico è stato messo a punto un drone ad ala fissa a basso costo predisposto per fotogrammetria diretta. I rilievi geomatici sono stati in-tegrati con indagini geofisiche, finalizzate alla definizione dello spessore dello strato del ghiacciaio.Gli studi condotti sino ad ora da docenti e studenti, hanno permesso di stimare l’arretramento del fronte del ghiaccia-io, la variazione di volume, lo spessore del ghiaccio, il cine-matismo dello stesso e fare una stima delle risorse idriche disponibili.

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In questo contributo si vogliono riassumere i principali risultati raggiunti nell’ambito del progetto DREAM, sia sul monitoraggio del ghiacciaio sia dal punto di vista delle soluzioni tecnologiche sviluppate.

Acquisizione e gestione dei dati negli edifici storici: dal rilievo alla costruzione del modello HBIMA. Scianna, G.F. Gaglio, M. La GuardiaICAR – CNRLe procedure per l’acquisizione e gestione dei dati degli edifici, in questi ultimi anni, sono state rivoluzionate sia dalle nuove possibilità offerte nel campo del rilievo che dalle nuove metodologie di progettazione e gestione dei dati. In fase di acquisizione, la topografia tradizionale è in buona parte superata dall’avvento di nuove strumenta-zioni quali stazioni totali, misuratori laser, laser scanner e ricevitori GNSS. Inoltre, recenti possibilità di ricostruzio-ne fotogrammetrica digitale da immagini riprese da terra e/o da UAV permettono il rilievo e la restituzione rapi-da degli edifici. In fase di elaborazione, anche in tempi recenti, l’attività di modellazione (in 2D e in 3D) per-metteva di ottenere un modello utile esclusivamente alla rappresentazione del manufatto architettonico (mediante l’ausilio di software CAD o di software di modellazione 3D). Negli ultimi anni, invece, è sempre più diffusa la modellazione per “oggetti intelligenti” (smart objects) pa-rametrici, che, possedendo le caratteristiche geometriche e semantiche, permettono di inglobare tutte le informazioni necessarie in un unico database di gestione del progetto edilizio. Si fa riferimento alla metodologia BIM (Building Information Management), basata sull’implementazione di librerie composte da oggetti parametrici, mediante le quali è possibile progettare e gestire un organismo edilizio nei suoi diversi aspetti. Di recente, la completezza fornita dallo standard IFC (Industry Fondation Classes), sul qua-le è basata la metodologia BIM, ne ha reso estremamente interessante l’applicazione per la gestione dell’edilizia esi-stente, e, in particolare, per l’edilizia storica, permettendo di analizzare i manufatti dal punto di vista geometrico, descrittivo e statico. I paesi europei, ed in particolare l’Ita-lia, posseggono una grande varietà di edifici storici appar-tenenti a diverse epoche. Questi manufatti hanno subito nel tempo modifiche strutturali o danneggiamenti, per cui è necessario intervenire sia per il ripristino strutturale che per la conservazione del patrimonio culturale. Tali esigen-ze possono essere soddisfatte implementando un modello BIM del bene culturale, più specificamente un modello HBIM (Historic BIM). Nel caso specifico le attività di ri-lievo risultano più complesse sia per la possibile comples-sità delle parti che per la loro frammentazione o incom-pletezza e quasi sempre inesistente ricorrenza di elementi eguali all’interno dello stesso bene, aspetti che rendono più complesso lo sviluppo del modello BIM. Le modalità operative di rilievo e restituzione dipendono ancora spe-cialmente in questo caso dalle caratteristiche architettoni-che e fisiche del manufatto, dall’accessibilità del sito e dal-le finalità di utilizzo del modello. Una grossa problematica dell’applicazione di tale metodologia per il patrimonio

culturale è quella della parametrizzazione e dell’utilizzo di librerie standardizzati come quelle relative ai più recenti componenti edilizi, poiché la progettazione in BIM si basa sull’utilizzo di oggetti standardizzati, che, mediante para-metrizzazione, possono essere plasmati di volta in volta in base alle necessità; gli edifici storici, invece, sono composti da elementi molto variabili in termini dimensionali, stili-stici e costruttivi (archi, volte, murature, architravi, colon-ne, ecc..), riconducibili a linguaggi architettonici molto diversi fra loro, sia da un punto di vista geometrico che da un punto di vista statico. Inoltre, all’interno di uno stesso edificio, possono essere presenti discontinuità strut-turali dovute a sovrapposizioni di costruzioni risalenti a diverse epoche che complicano la creazione del modello. Un’altra problematica dell’utilizzo di questa metodologia, è rappresentata dal fatto che la costruzione di un modello HBIM difficilmente è in grado di soddisfare qualsiasi esi-genza progettuale e gestionale, anche se il modello HBIM dovrebbe essere adatto alla soluzione dei diversi aspetti. In realtà, esistono diverse possibilità di modellazione di uno stesso edificio ovvero delle sue parti e ciascuno può essere adatto maggiormente a determinate esigenze piuttosto di altre (computazionale, rappresentativa, strutturale, ecc..). Alla luce di queste problematiche, nel presente lavoro ven-gono analizzati dei metodi per l’acquisizione e gestione dei dati negli edifici storici e quindi per la modellazione HBIM. In particolare verranno scelti alcuni esempi per evidenziare le possibilità ma anche le problematiche che si riscontrano durante le procedure di ricostruzione del modello in BIM, in funzione, sempre, delle finalità di uti-lizzo. Infatti, la necessità di implementare librerie apposite di oggetti dovuta alla varietà degli elementi architettonici, e la complessità delle strutture, sono delle problematiche rilevanti per lo sviluppo di queste nuove metodologie.

Un metodo per la correzione degli effetti atmosferici basato su DTM per il monitoraggio di grandi infra-strutture e di versanti con EDMSerena Artese1, Vladimiro Achilli2, Michele Perrelli1, Raffaele Zinno1

1Università della Calabria2Università di PadovaPer il monitoraggio di grandi frane e di infrastrutture (dighe, ponti, ecc.), le stazioni totali equipaggiate con Electronic Distance Meter (EDM) sono ampiamente uti-lizzate. Per ottenere i parametri atmosferici, richiesti lungo la linea di vista di ogni misura, vengono solitamente adot-tati i dati raccolti da una stazione meteorologica vicina allo strumento. Anche dopo queste correzioni, i risultati ottenuti nel monitoraggio di aree con topografia comples-sa non raggiungono le precisioni teoricamente ottenibili dagli strumenti di fascia alta.Il lavoro propone un metodo per rimuovere gli errori do-vuti all’influenza del microclima sulle misurazioni ottenu-te da un’EDM di fascia alta, al fine di ottenere la massima precisione ottenibile da tali strumenti. Il metodo si basa su un modello atmosferico, impostato utilizzando i dati cli-matici e un modello digitale del terreno (DTM) dell’area

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compresa tra lo strumento e la struttura o il versante da monitorare. La metodologia è stata applicata a una frana nel sud Italia. Sono state utilizzate oltre 38.000 distanze, acquisite per ciascun punto monitorato. I risultati dimo-strano l’efficacia del metodo: le deviazioni standard delle distanze dopo la loro correzione, mostrano una riduzio-ne, che varia dal 20% al 50%, rispetto alle procedure più diffuse; inoltre, la precisione ottenuta è uguale a quella dichiarata dal produttore dello strumento per le misure in condizioni ottimali. Si illustra, inoltre, il modello ottenuto per il monitoraggio di una diga.

Prime verifiche sull’uso dello scanning total station Trimble SX10 per il rilievo architettonico dei beni cul-turaliM. Lo Brutto, G. Dardanelli, L. FazioUniversità di PalermoL’utilizzo delle stazioni totali e dei laser scanner terrestri nell’ambito del rilievo dei beni culturali è oggi una pra-tica consolidata: I due strumenti sono spesso utilizzati in maniera complementare: la stazione totale per misurare la rete di inquadramento topografica, le coordinate di punti di dettaglio o dei target, il laser scanner per l’acquisizione di “nuvole di punti” necessarie alla modellazione e rico-struzione digitale dei manufatti. Lo sviluppo di stazio-ni totali che integrano anche le funzionalità di un laser scanner è comunque un obbiettivo delle principali ditte costruttrici di strumenti topografici; esempi recenti di questo sviluppo sono infatti le stazioni totali Leica MS60 o Topcon IS-3 che hanno la possibilità di effettuare misure in maniera analoga ad un laser scanner, generando “nuvole di punti” più o meno dense. La più recente innovazioni, però, in questo ambito è rap-presentata dalla stazione totale scanner (o scanning total station come denominato dal produttore) SX10 della Trimble. Questo strumento, immesso sul mercato nell’ot-tobre del 2016, coniuga la tecnologia di una stazione totale robotica di alta precisione con quella di un laser scanner terrestre e si differenzia dagli altri prodotti della stessa categoria sia per le scelte tecnologiche adottate che per la velocità di acquisizione dei punti in modalità laser. Lo scanning total station SX10 consente infatti di rilevare, in tempi relativamente rapidi se paragonati a strumenti simili, oggetti e infrastrutture anche di grandi dimensioni generando “nuvole di punti” nello stesso sistema di riferi-mento del rilievo topografico. Questo strumento è carat-terizzato, relativamente al funzionamento come stazione totale, da una precisione delle misurazioni angolari pari a 1”, una precisione nelle misure delle distanze di 1 mm + 1.5 ppm con l’utilizzo del prisma, e di 2 mm + 1.5 ppm senza prima, una portata di 5500 m con un prisma e di 800 m senza prisma; il funzionamento come laser scanner è invece caratterizzato da una modalità a tempo di volo per la misura della distanza, un campo visivo di 360° x 300° (angolo orizzontale per angolo verticale), una portata massima di 600 m. Inoltre, la velocità di scansione con-sente di misurare fino a 26600 punti al secondo, con una densità di punti a 50 m variabile da 50 mm fino a 6.25

mm. Una delle principali innovazioni di questo strumen-to è però l’assenza del cannocchiale; grazie alla presenza di tre fotocamere integrate nello strumento, due, definite rispettivamente panoramica e primaria, con asse ottico parallelo all’asse di misurazione, e una terza, definita tele-scopica, coassiale all’asse di misurazione, e alla tecnologia sviluppata da Trimble, definita Trimble Vision, è possibile utilizzare lo strumento ed effettuare operazioni di collima-zione tramite la visualizzazione delle porzioni di oggetto inquadrate su un tablet collegato allo strumento tramite una connessione WiFi. La fotocamera panoramica (1 pixel pari a 20 mm a 50 m) e quella primaria (1 pixel pari a 4.4 mm a 50 m) acquisiscono automaticamente immagini a colori delle zone di scansione, in modo che siano i pixel delle immagini a fornire il colore reale alla nuvola di pun-ti. La fotocamera coassiale (1 pixel pari a 0.88 mm a 50 m) permette di acquisire immagini ad elevata risoluzione e consente di fare collimazioni dei punti con una precisione di puntamento pari a 1” (std dev 1 sigma). Il presente lavoro si propone di eseguire alcuni test di ri-lievo di beni culturali tramite la stazione totale scanner Trimble SX10 e di confrontare i dati ottenuti con quelli acquisiti da un comune laser scanner terrestre (Faro Focus 3D S120). Come caso studio per effettuare i confronti è stato scelto il portico principale del Duomo di Monreale. Come è noto, il Duomo di Monreale è uno dei più impor-tanti monumenti siciliani ed è caratterizzato da un’impo-nente architettura in stile arabo normanno (XII-XIII sec.) e da una ricca decorazione a mosaico. Il Duomo presenta due accessi monumentali, entrambi dotati di un porti-co antistante; il principale di questi, aggiunto nel 1770 all’edificio originario, si configura come una struttura rettangolare coperta da un soffitto in legno con motivo “a cassettoni” ed una facciata in stile barocco intervallata da quattro colonne. La struttura sovrasta il portale monu-mentale decorato con un mosaico di tradizione bizantina, impreziosito e quattro finte colonne ai lati dell’ingresso e la porta bronzea opera di Bonanno da Pisa (1186) con scene tratte dal Vecchio e Nuovo Testamento. Il portale monumentale e il portico principale sono tuttora oggetto di studio da parte del Laboratorio di Geomatica dell’Uni-versità di Palermo; nel 2017 è stata infatti condotta una prima campagna di rilievo fotogrammetrico del portale monumentale che ha consentito di ottenere un modello tridimensionale e una ortofoto ad alta risoluzione. Nel 2018 è stato invece condotta una campagna di rilievo laser scanner di tutto il portico per ottenere una ricostruzione tridimensionale di questa struttura.Al fine di effettuare i confronti tra i dati già disponibili e quelli acquisiti con il Trimble SX10 sono stati selezionati tre differenti dataset; due acquisiti con il laser scanner Faro Focus 3D all’esterno del portico principale rispettivamente da una distanza di 55 m e 15 m, uno acquisito all’interno del portico principale, sia con il laser scanner che fotogram-metricamente, e relativo soltanto al portale monumentale. Questi dataset sono stati ri-acquisiti utilizzando il Trimble SX10 in modalità laser scanner imponendo le stesse posi-zioni di stazione e le stesse risoluzioni della nuvola di punti.

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I confronti sono stati effettuati riportando tutti i dati in uno stesso sistema di riferimento e valutando sia le diffe-renze tra le nuvole di punti che analizzando nel dettaglio sezioni longitudinali e trasversali estratte automaticamen-te dai vari dataset. I risultati ottenuti hanno evidenziato una buona rispon-denza geometrica dei differenti dataset, anche in corri-spondenza di dettagli di piccole dimensioni. Inoltre, l’u-tilizzo del Trimble SX10 è risultato particolarmente sem-plice ed intuitivo. Unico limite, per rilievi particolarmente complessi di beni culturali, potrebbe essere la velocità di acquisizione, se paragonata a quella di un laser scanner a differenza di fase come il Faro Focus 3D, anche se, dall’e-sperienza condotta, risulta che lo strumento abbia comun-que una notevole potenzialità.

Applicazioni geomatiche in aree ad elevata criticità climatica e infrastrutturale finalizzate allo sviluppo di un Early Warning System per le inondazioni del fiume Sirba nell’ambito del Progetto ANADIA II (Niger)Elena Belcore1, Giovanni Massazza1, Alessandro Pezzoli1, Maurizio Tiepolo1, Maurizio Rosso1, Marco Piras1, Katiellou Lawan Gaptia2, Mohamed Housseini Ibrahim3

1Politecnico di Torino2Direction Météorologique Nationale du Niger3Direction Générale des Ressources en Eau du NigerL’intensificarsi di fenomeni naturali estremi, soprattutto nelle aree tropicali e sub-tropicali del mondo, ha fatto sì che la gestione e la mitigazione del rischio causato da fe-nomeni naturali abbiano assunto un ruolo centrale nella ricerca scientifica degli ultimi anni. La complessità del tema rende inevitabile l’adozione di un approccio multi-disciplinare, che coinvolge esperti provenienti da diversi campi di ricerca, tra cui quello topografico. Infatti, al fine di valutare il rischio naturale, e successivamente attuare azioni mitigatrici, è necessario innanzitutto determinare con accuratezze elevate l’estensione spaziale dei fenome-ni naturali e la localizzazione degli elementi esposti al ri-schio. Tuttavia quest’operazione può risultare difficoltosa, specialmente in zone critiche per condizioni climatico-ambientali o per assenza di elementi fondamentali per la realizzazione di misure topografiche (come capisaldi e stazioni GNSS permanenti), in questo scenario gli stru-menti geomatici rivestono un ruolo chiave per l’acquisi-zione di dati, sia per ragioni logistiche che infrastrutturali. Le criticità sopradescritte caratterizzano il sud del Niger, area studio del progetto ANADIA II (Projet AdaptatioN Au changement climatique, prévention des catastrophes et Développement agrIcole pour la sécurité Alimentaire – deuxième phase), finanziato dall’AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) e eseguito dal CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche-Istituto di Biometeorologia) in collaborazione con il Politecnico di Torino e il DMN Niger (Direction Météorologique Nationale du Niger). L’obiettivo principale di ANADIA II è creare un sistema locale di Early Warning per le inon-dazioni del fiume Sirba (SLAPIS), frequenti e distrutti-ve nell’area in esame. Il progetto necessita di un modello

idraulico di dettaglio che si sviluppi a partire da un’attenta ricostruzione della morfologia del territorio dell’area del fiume Sirba oltre che di analisi idrologiche. Per questo sono previsti dei rilievi topografici di dettaglio con GPS differenziale e con UAV (Unmanned Aerial Vehicles), oltre che l’utilizzo di immagini satellitari (elaborate con Google Earth Engine). Questo contributo vuole descrive-re il ruolo fondamentale degli strumenti geomatici nella realizzazione del progetto e, in generale, nelle misure in aree critiche per caratteristiche climatiche ed infrastruttu-rali. A febbraio 2018 i ricercatori del Politecnico di Torino hanno realizzato il primo rilievo RTK lungo il fiume Sirba grazie a cui è stato possibile definire le sezioni trasversali lungo circa 100 km del corso d’acqua (1 km di distanza tra una sezione e la successiva). Il rilievo di dettaglio ha per-messo di determinare con precisione la topografia del letto fluviale, di costruire su quest‘ultima il modello idraulico e stimare il limite delle inondazioni per i differenti tempi di ritorno analizzati (2, 10, 50, 200 e 500 anni). Il modello verrà opportunamente calibrato tramite misure del livello di morbida e la perimetrazione delle aree allagate, dedotta da foto aeree, che saranno oggetto del secondo rilievo lun-go la Sirba. L’estensione della piena verrà misurata sul ter-reno durante la stagione delle piogge grazie alle immagini ad alta risoluzione ottenute da voli UAV, che permette-ranno anche l’individuazione di eventuali aree di ristagno idrico nei villaggi sulle sponde del fiume Sirba. Inoltre gli stessi dati verranno utilizzati per classificare la copertura e l’uso del suolo ad alta precisione ed affinare il modello idraulico con una valutazione maggiormente accurata del coefficiente di scabrezza nelle aree golenali.

Generazione di DTM/DSM in ambienti di Spazio Alpino mediante l’utilizzo di fotogrammetria con UAV-RTK: potenzialità e limitiMarco Piras1, Paolo Maschio1, Nives Grasso1, Bruna Comini2, Laura Acquafresca3, Emanuele Lingua4

1Politecnico di Torino2Regione Lombardia3Università di Milano, BICOCCA4Università di PadovaOggigiorno i droni (UAV) sono diventati uno strumen-to importante per realizzare della fotogrammetria a basso costo, su porzioni di territorio non troppo estese. Queste condizioni hanno portato a vedere un largo impiego degli UAV, in tantissimi campi di applicazioni, non solamente geomatici: geologico, forestale, agricoltura, ecc.Nell’ambito del progetto Alpine Space “ROCKTHEALPS” finalizzato all’analisi del ruolo delle foreste di protezione contro i crolli di roccia (rockfall), una parte è dedicata alla simulazione di crolli. In questa fase è fondamentale disporre di un modello DTM/DSM di dettaglio dell’a-rea sorgente e della zona di propagazione. Solitamente i modelli a disposizione non sono aggiornati e non tengo-no conto del reale accrescimento della foresta. Inoltre, a causa delle forti pendenze di queste zone, che le rendono generalmente di difficile accesso e percorribilità, i rilievi richiedono un fortissimo dispendio di tempo e risorse per

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la materializzazione dei punti a terra (installazione, misu-razione e recupero).Proprio in quest’ottica, si è deciso di analizzare le precisio-ni dei DTM/DSM generati da immagini acquisite con un sistema commerciale (Ebee-PLUS-RTK), in particolare investigare le differenze tra soluzioni solo RTK a soluzione integrata con tutti i GCP installati (anche in foresta), con-siderando alcune soluzioni intermedie.Il sito di studio è Cevo (BS), in cui a gennaio 2018 è avve-nuto un crollo di blocchi su una statale.Nel lavoro verranno presentate le metodologie, i risulta-ti ottenuti con diversi schemi di disposizione dei punti di controllo e diversi software e alcune considerazio-ni sulle potenzialità di questi strumenti in casi come ROCKTHEALPS.

La Sala Capitolare della Scuola Grande di San Rocco a Venezia: problematiche e soluzioni per il rilievo del soffittoBenedetta Bertellini, Caterina Gottardi, Gianluca Romagna, Paolo VernierUniversità Iuav di VeneziaNegli ultimi anni, grazie al rapido e continuo sviluppo tecnologico, hardware e software, il rilievo metrico ha avu-to un notevole incremento nell’ambito della digitalizzazio-ne e valorizzazione del Patrimonio Culturale. Da sempre, il Laboratorio di Fotogrammetria dell’Università Iuav di Venezia ha dimostrato particolare interesse per la docu-mentazione di strutture lignee con peculiari complessità geometriche sviluppando, nel tempo e attraverso differen-ti casi studio, una procedura operativa per l’analisi di tali tecniche costruttive. Nello specifico, in questo lavoro di ricerca verrà descritta la metodologia utilizzata per il rilie-vo del soffitto della Sala Capitolare della Scuola Grande di San Rocco a Venezia.In occasione del cinquecentesimo anniversario della nasci-ta di Tintoretto, autore del ciclo pittorico presente in loco, si è ritenuto necessario incrementare le informazioni ri-guardanti la Scuola Grande, realizzando un’analisi appro-fondita della struttura del soffitto attraverso un accurato rilievo metrico. La complessità dell’oggetto, le sue notevoli dimensioni, la ricchezza di decorazioni e le particolari condizioni di illu-minazione, hanno richiesto l’integrazione di diverse tecni-che di acquisizione al fine di ottenere un risultato metrico adeguato per lo studio della struttura nella sua interezza. In particolare, tale rilievo ha interessato tre parti differen-ti: la Sala Capitolare, uno spazio visitabile ampio e ricco di decorazioni lignee e marmoree, il sottotetto, scandito dalle numerose capriate palladiane in tre navate e lo spa-zio interstiziale che ne risulta, in cui prende posto tutto il sistema di sostegno del soffitto ligneo. Questi tre ambienti sono direttamente collegati tra loro solo da una stretta e ripida scala a chiocciola e da alcuni fori presenti nelle cor-nici decorative delle tele. Tale conformazione ha causato diverse complicazioni du-rante la campagna di rilevamento, comportando alcune scelte non convenzionali nelle fasi di lavoro. La ricerca qui

presentata analizza le difficoltà incontrate e illustra le so-luzioni adottate al fine di risolvere tali problematiche e studiare la complessità geometrica del soffitto della Sala Capitolare della Scuola Grande di San Rocco.

Termografia aerea da drone per l’individuazione di perdite di biogas in discariche dismesseIrene Aicardi, Stefano Angeli, Andrea Maria Lingua, Paolo MaschioPolitecnico di TorinoNegli ultimi anni, si è registrato un forte interesse per i sistemi di termografia, i quali permettono di trasforma-re un’immagine ad infrarossi in un’immagine RGB, sulla quale è possibile leggere valori di temperatura, altrimenti invisibili all’occhio umano. L’utilizzo di questi sistemi si sta molto sviluppando nel settore ambientale e, in questo scenario, si inserisce l’attività di sperimentazione in disca-rica descritta nel seguente articolo.In una complessa struttura di estrazione di biogas, rea-lizzata con l’interramento controllato di una discarica di quasi un milione di metri quadri di superficie, possono presentarsi molteplici zone critiche dalle quali potrebbe-ro verificarsi dispersioni. Gli strumenti tradizionali con i quali si svolge tale verifica (misuratori di Composti Organici Volatili o “sniffer”), però, rendono necessaria, da parte dell’operatore, la verifica diretta sulle zone critiche. Ognuna di queste deve quindi essere accessibile o resa tale ed il personale addetto, necessariamente esposto a sostanze potenzialmente dannose, effettua indagini in modo pun-tuale che richiedono molto tempo. In questo scenario, l’utilizzo di camere termiche installate a bordo di droni consente, invece, di esaminare molteplici fonti di poten-ziali dispersioni in un breve periodo di tempo avendo una panoramica immediata sull’intera area in esame.

L’utilizzo della tecnologia SLAM in ambito geologico: il caso studio delle Grotte di BosseaBartolomeo Vigna, Paolo Dabove, Nives Grasso, Antonia Spanò, Giulia Sammartano, Paolo MaschioPolitecnico di TorinoIl rilievo geomatico/topografico in ambito speleologico è una delle attività principali che permette di aggiunge-re un valore sia scientifico che divulgativo all’esplorazio-ne in grotta ed è di fondamentale importanza al fine di una conoscenza dettagliata della cavità ipogea: solo grazie alla ricostruzione dell’ambiente tridimensionale tramite tecniche range based, principalmente basate su tecnolo-gia LiDAR, è infatti possibile l’orientamento, la naviga-zione interna, la comprensione litologica nonché una mi-gliore organizzazione dell’esplorazione della grotta stessa. Inoltre, tale attività è fondamentale per avere una buona conoscenza geologica, geomorfologica e tettonica del sot-tosuolo, sia per scopi meramente speleologici o geologici sia per l’analisi di stabilità delle cavità.Il rilievo in grotta con tecnologie digitali risulta essere ancora una metodologia relativamente poco sviluppata ma che sta prendendo sempre più slancio, soprattutto a seguito dello sviluppo di tecniche SLAM (Simultaneous

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Localization and Mapping). Le tecniche SLAM sono state inizialmente sviluppate nel campo della robotica ma da qualche anno vengono sempre più utilizzate nell’ambito di rilevamento e di guida autonoma. Esse infatti permet-tono a un dispositivo di determinare la propria posizione mentre rileva simultaneamente un ambiente sconosciuto. In tale lavoro verranno presentati i rilievi effettuati nelle Grotte di Bossea, in provincia di Cuneo, considerate tra le più suggestive e geologicamente interessanti d’Europa poiché possiedono al loro interno anche un laboratorio carsologico sotterraneo gestito dalla Stazione Scientifica di Bossea (CAI di Cuneo) e dal Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture del Politecnico di Torino, con la collaborazione del diparti-mento di Cuneo dell’ARPA Piemonte e della Sezione Radiazioni dell’ARPA Valle d’Aosta. Tale laboratorio ri-veste importanza a livello nazionale per lo studio delle cir-colazioni idriche nelle rocce carbonatiche, dell’organizza-zione e dell’evoluzione degli acquiferi carsici, dei processi speleo genetici e litogenetici, dei costituenti atmosferici, del microclima e del bilancio energetico dell’ambiente sotterraneo.Il presente lavoro illustra alcune tecniche di rilievo in grot-ta oltre che l’analisi dati per la proiezione di mappe 2D georeferenziate e modelli 3D delle stesse. Per quanto con-cerne le tecniche di rilievo, verranno presentati i risultati ottenuti con tecniche topografiche tradizionali, quali sta-zione totale per la creazione della poligonale, laser scanner terrestre e rilievi SLAM e loro integrazione per un prodot-to finale completo ed accurato. Per quanto riguarda invece l’analisi dei dati e l’elaborazione dei rilievi, si focalizzerà l’attenzione sui risultati ottenuti con l’ausilio di software specifici e open source.

La fotogrammetria subacquea a supporto di indagini sullo sviluppo delle biocenosi di barriera corallinaCapra Alessandro, Castagnetti Cristina, Rossi Paolo, Mancini FrancescoUniversità degli Studi di Modena e Reggio EmiliaLe recenti evoluzioni nei metodi della fotogrammetria basati sugli algoritmi della Structure from Motion (SfM) e dense image matching hanno ampliato le potenzialità del rilevamento metrico anche in ambienti sommersi. La fotogrammetria subacquea ne ha giovato, consentendo la ricostruzione tridimensionale di oggetti ed aree sommerse ad elevatissima definizione spaziale e con pratiche di ac-quisizione dei fotogrammi, e successivo trattamento, che si sono rivelate particolarmente efficienti. Le criticità di applicazione quali quella proposta in questo lavoro risie-dono nella necessità di un’elevata accuratezza metrica nella ricostruzione tridimensionale delle biocenosi. Questo per garantire la possibilità di ottenere informazioni signifi-cative sull’accrescimento dell’ambiente coralligeno, che avviene con tassi annuali di tipo centimetrico, tramite in-dagini multi-temporali. A tale esigenza si aggiungono le complicazioni dovute ai fenomeni di rifrazione in acqua che si sommano ai consueti effetti distorsivi introdotti dai sistemi ottici. Come avviene nelle applicazioni di control-

lo delle deformazioni, la creazione di una rete di punti di controllo è essenziale per garantire un sistema di riferi-mento comune fra i vari rilevamenti. Nel presente lavoro questo è stato ottenuto attraverso la materializzazione di caposaldi di riferimento, e successivo rilevamento della ge-ometria di rete, che costituiscono la rete di appoggio per il rilevamento fotogrammetrico subacqueo.Il lavoro descrive nel dettaglio il rilievo e la ricostruzione fotogrammetrica eseguiti su alcuni transetti di barriera co-rallina con estensioni tra i 30 e100 m² presentando:- la progettazione della rete, l’installazione dei punti di

controllo e le misure eseguite per il calcolo delle loro coordinate;

- i risultati della compensazione di rete;- la modalità di acquisizione dei fotogrammi;- il processing delle immagini con software di SfM e la

costruzione di nuvole dense di punti;- il confronto tra i risultati di due campagne successive;- comento sulle criticità e potenzialità della metodologia

e delle soluzioni adottate.

Il metodo proposto si presta alla ricostruzione di aree di li-mitata estensione e trova, quindi, applicabilità nei contesti di natura archeologica, nelle indagini su relitti e in tutte quelle applicazioni che richiedono accurate ricostruzioni tridimensionali di ambienti sommersi.

Sensori GNSS a basso costo per applicazioni di moni-toraggioStefano Gandolfi, Luca Poluzzi, Luca Tavasci, Maurizio BarbarellaUniversità di BolognaIl monitoraggio di porzioni di territorio soggette a mo-vimenti quali frane o smottamenti è da sempre fon-damentale per comprenderne la loro evoluzione. Se le informazioni legate all’evoluzione del fenomeno posto sotto osservazione vengono restituite in tempi rapidi, fino ad arrivare al tempo reale, allora tali informazioni possono essere utili anche per applicazioni di early war-ning. I ricevitori GNSS di classe geodetica consentono di raggiungere precisioni centimetriche in tempo reale e sub-centimetriche quando la stima della posizione avviene a partire da finestre di osservazione prolunga-te. Tali caratteristiche fanno sì che possano essere uti-lizzati per il monitoraggio del territorio anche se i costi delle strumentazioni continuano ad essere significativi. Già da anni vengono commercializzati sensori GNSS a basso costo (poche centinaia di euro) le cui prestazioni, almeno in una fase iniziale, non consentivano una loro applicazione per rilievi di alta precisione. Nell’ambito di un progetto di ricerca POR-FESR di Regione Emilia Romagna sono state condotte sperimentazioni per valu-tare le precisioni raggiungibili da ricevitori a basso costo di ultima generazione in diverse modalità, dal cinemati-co in tempo reale (RTK) al posizionamento di precisione con differenti finestre temporali di acquisizione (1, 3, 6, 12, 24 ore). Sono stati condotti test accoppiando dif-ferenti tipologie di antenna, sempre a basso costo, ed è

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stato implementato un sistema di gestione del dato me-diante l’utilizzo di Raspberry PI e connessione con ap-parati di telefonia mobile 4G. In questo lavoro vengono presentati i risultati più significativi ottenuti dalle speri-mentazioni eseguite. Sono stati valutati anche differenti metodi per l’elaborazione del dato utilizzando moduli di elaborazione “embedded” presenti nel ricevitore stesso e software liberi disponibili. Nel lavoro si intendono non solo presentare i risultati ottenuti ma anche una valuta-zione estimativa dei costi del prototipo realizzato.

Monitoraggio strutturale delle vibrazioni: potenzialità e criticità del radar interferometrico terrestreCristina Castagnetti1,2, Riccardo Rivola2, Francesco Mancini1, Alessandro Capra1, Fabio Giannino3, Sergio Padovani3, Loris Vincenzi1, Elisa Bassoli1

1DIEF, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia2GEIS – Geomatics Engineering Innovative Solutions SRL3IDS GeoradarIl lavoro di ricerca nasce da una sperimentazione condotta con lo scopo di valutare le potenzialità della tecnologia radar terrestre nel monitoraggio di vibrazioni strutturali. L’occasione si è creata grazie alla necessità di valutare le vi-brazioni e gli spostamenti indotti in una torre campanaria, la Torre della Basilica di San Prospero a Reggio Emilia, in occasione della “suonata distesa”, una particolare modalità di suonata delle campane che avviene nell’ambito delle ce-lebrazioni del Santo Patrono della città ed in altri partico-lari eventi cittadini. Il Comitato per il Restauro della Torre ha permesso lo svolgimento della sperimentazione allo scopo di aumentare la conoscenza della struttura e di veri-ficare l’assenza di criticità in risposta alla suonata, durante la quale vengono percepiti significativi spostamenti della struttura anche se difficili da quantificare. La sperimen-tazione è stata possibile grazie alla collaborazione dell’U-nione Campanari Reggiani che ha effettuato una serie di suonate distese in occasione dell’esperimento secondo le modalità che usualmente vengono seguite durante le feste.La sperimentazione, organizzata e condotta da GEIS SRL, spin-off dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, ha visto la collaborazione anche di due labora-tori dello stesso Ateneo, il Laboratorio di Geomatica e il Laboratorio di Tecnica delle Costruzioni. Quest’ultimo ha installato una serie di accelerometri, sia piezoelettrici sia di tipologia MEMS, a diverse altezze e posizioni della Torre al fine di misurare le accelerazioni subite sia in condizio-ni ordinarie (sollecitazioni ambientali) sia in condizioni straordinarie (sollecitazioni indotte dalla suonata) e for-nire misure di riferimento per i successivi confronti. La definizione delle sollecitazioni ambientali è stata possibile lasciando in acquisizione i sensori per una durata di circa tre giorni, due precedenti il test ed uno successivo. Il test in condizioni straordinarie, invece, è durato circa due ore durante le quali sono state suonate diverse melodie tutte in modalità distesa. Questa modalità consiste nel far oscil-lare ripetutamente la campana principale, di quasi 3 ton-nellate di peso, fino a portarla al punto morto superiore (“a testa in su”) e poi farla oscillare nuovamente con ritmi

e spinte diverse a seconda della melodia da suonare. La gestione della campana principale richiede la presenza di quattro campanari dedicati; la melodia poi prevede con-temporaneamente anche il suono tradizionale delle due campane minori, di peso notevolmente inferiore, a cura di altri campanari.L’innovazione della sperimentazione consiste nell’utilizzo di un radar interferometrico terrestre, il modello IBIS FS di IDS Georadar che ha collaborato attivamente alla speri-mentazione. Questa tecnologia permette la misura diretta delle vibrazioni, ovvero degli spostamenti, della struttura in risposta alle sollecitazioni esterne (in questo caso indot-te dalla suonata delle campane), a differenza dei sensori precedentemente citati per i quali lo spostamento viene ricavato a partire dalle accelerazioni (ed è quindi affetto da incertezze dovute al procedimento matematico di dop-pia integrazione). Altro vantaggio della tecnologia radar consiste nell’indagine da remoto, non essendo richiesta l’installazione sulla struttura di sensori o altri apparati e nemmeno l’accesso o la presenza di operatori sulla struttu-ra stessa (condizione a volte pericolosa). Tra le criticità del metodo radar, invece, annoveriamo la direzionalità della misura, che avviene inevitabilmente lungo la sola linea di vista. In fase di progettazione della geometria del rileva-mento questo richiede la conoscenza, o almeno la stima a priori, del fenomeno e la misura da più punti di vista o la presenza contemporanea di più strumenti (condizione difficilmente sostenibile dal punto di vista economico).La sperimentazione ha quindi permesso di determinare tramite strumentazione radar gli spostamenti subiti dalla Torre, a varie quote tra le quali quella sommitale, in oc-casione delle suonate, di determinare le frequenze proprie della struttura (valori validati tramite il sistema di accele-rometri, tecnica ormai consolidata per questo scopo) e di utilizzare tali informazioni per le simulazioni strutturali statiche e dinamiche volte a valutare il comportamento della struttura e la sicurezza della stessa. Le simulazioni agli elementi finiti sono state effettuate partendo dal mo-dello 3D geometrico ottenuto mediante rilievo laser scan-ning (interno ed esterno) integrato con fotogrammetria da drone per le parti sommitali. Verranno presentate nel dettaglio tutte le fasi della sperimentazione con particolare attenzione all’integrazione tra tecnologie e competenze in-terdisciplinari, mostrando così un esempio completo, dal rilievo alle analisi, di monitoraggio strutturale.

Rilievi LiDAR per la caratterizzazione della superficie di una infrastruttura viariaMaria Rosaria De Blasiis1, Alessandro di Benedetto1, Margherita Fiani2

1Università di Roma TRE2Università degli Studi di SalernoIl monitoraggio delle caratteristiche della pavimentazio-ne è fondamentale ai fini della funzionalità di una in-frastruttura stradale, necessario per pianificare i lavori di manutenzione e l’ottimizzazione delle risorse disponibili. La caratterizzazione tradizionale delle diverse tipologie di degrado comportano spesso complesse attività, talvolta

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inefficienti e rischiose, in quanto interferiscono con il re-golare esercizio viario. Lo scopo di questo lavoro è mettere a punto un flusso di elaborazione dei dati per individua-re e quantificare alcune tipologie di irregolarità (buche e rigonfiamenti) a partire da nubi di punti molto dense acquisite con tecnologia LiDAR (Light Detection And Ranging), in particolare con il sistema di scansione mobi-le (LSM). La sperimentazione ha riguardato un segmento di strada urbana lungo 100 metri, la cui superficie è stata rilevata con LSM installato su un mezzo che ha percor-so la strada più volte a diverse velocità. L’area test è stata scelta in modo che presentasse differenti tipi di irregola-rità così da poter collaudare il processo di elaborazione. L’elaborazione dei dati si divide in tre fasi: la prima consi-ste nell’editare la nuvola di punti per estrarre i soli punti che appartengono alla superficie viaria, la seconda consiste nella determinazione dello scostamento in quota di ogni singolo punto della nube rispetto a una superficie ideale ricostruita della pavimentazione, l’ultima porta al calcolo dei parametri geometrici dell’ammaloramento (perimetro, area, volume e massima profondità utilizzando tecniche di elaborazione delle immagini digitali (creazione di immagi-ne binaria e segmentazione). Tutti gli algoritmi sono stati implementati in ambiente Matlab.

Da un’immagine ad una mappa attraverso un testo scrittoValentina Dante, Alessandro Mandelli, Luigi MussioPolitecnico di MilanoA meno di un numero, non piccolo, di anomalie/correzioni (come altezza/profondità, inclinazioni, distorsioni, rifrazio-ne, curvatura), un’immagine è assimilata ad una proiezione centrale (e spesso ad una prospettiva frontale) che, come tale, può essere descritta, in un testo scritto (in italiano, nel contesto di questo specifico esperimento), facendo buon uso degli strumenti, letterari e linguistici, della semantica, della sintassi e della grammatica. A tal fine, un’immagine è ripresa sulla sommità di Monte San Giorgio (nel Canton Ticino in Svizzera, nel comprensorio del Lago di Lugano), in una località sicuramente poco frequentata dal turismo milanese e lombardo, cosicché sia altamente presumibile (cosa confermata dai fatti) la non conoscenza del luogo da parte di chi ha partecipato fattivamente a questo espe-rimento/lavoro. Infatti il passo successivo è produrre una mappa prospettica, ovvero riprodurre l’immagine originale, a partire dal solo testo scritto, grazie agli strumenti propri della grafica informatizzata.Due precisazioni sono necessarie; la prima attiene alla for-ma del prodotto, in quanto è ben evidente che, con note trasformazioni prospettiche e cartografiche (come le equa-zioni di collinearità e le equazioni di una carta conforme od equivalente, oppure afilattica) sarebbe possibile passare dalla mappa prospettica ottenuta, ad una qualsiasi carta topografica (ovvero ad una ben definita proiezione ortogo-nale quotata). La seconda riguarda invece proprio la natura di questo esperimento/lavoro, in quanto serve a precisare i contenuti della suddetta descrizione, per mezzo di un testo scritto. Infatti il testo, scritto da chi ha prodotto la descri-zione testuale, contiene solo indicazioni puramente geome-

triche e colorimetriche, a vantaggio di chi ha disegnato le ricostruzioni, senza dire nulla sui tematismi rappresentati (così ad esempio, un triangolo è un triangolo e non la punta di un comignolo, così come azzurro è azzurro e non il cielo, ecc.). In questo modo, chi disegna segue solo indicazioni, geometriche e colorimetriche, senza avere informazioni te-matiche.Il risultato ottenuto è pienamente soddisfacente e ben ri-spondente alle attese, in quanto mostra una crescita dell’in-dice di verosimiglianza dal 75 %, della prima ricostruzio-ne non-asseverata, all’89 %, della cosiddetta ricostruzione definitiva (fatta su un testo debitamente rivisto), avendo eseguito due ricostruzioni intermedie, rispettivamente dopo un’attenta asseverazione e con un’opportuna messa in scala in altezza). I due valori percentuali coincidono con due valori notevoli della Disuguaglianza di Chebychev, mo-strando code piuttosto piene, come è d’attendersi a fronte di un’operazione largamente arbitraria ed abbastanza sog-gettiva. Come ben ovvio, il risultato dipende dal numero di parole impiegate, nella descrizione testuale (oltreché da buone proprietà della stessa, in termini di accuratezza e pre-cisione), e la rispondenza, certamente apprezzabile, non è tuttavia completa. Del resto, anche un racconto di un testo, per quanto dettagliato sia il suo riassunto, non porterebbe alla riscrittura dello stesso testo, parola per parola.Queste considerazioni conclusive permettono di ribadire la buona riuscita dell’esperimento, data la misura della sua qualità, in termini quantitativi, tramite il raggiungimen-to dei limiti imposti dalla Disuguaglianza di Chebychev. Infatti la grandissima arbitrarietà (ed anche soggettività) delle ricostruzioni, molto difficilmente, avrebbero permes-so di modellare il comportamento statistico con code più vuote, invece di quelle piene, date dalla suddetta disugua-glianza limite. Un’ultima considerazione riguarda il suo possibile impiego, nell’ambito della sempre maggiore auto-mazione e digitalizzazione. Tuttavia rinviando ad altra sede ed occasione il dibattito aperto sui vantaggi ed i pericoli, ivi insiti, sembra a coloro che scrivono di poter rilevare l’inu-tilità della descrizione testuale di un’immagine, per poterne poi ricavare una mappa (così come si è soliti operare tradi-zionalmente, tanto con i vecchi strumenti analogici, quan-to con i nuovi ed i nuovissimi metodi analitici e digitali).

Fotogrammetria e “machine learning” con camera mo-dificata NIR: un esercizio pratico per la didatticaFrancesco Pirotti, Alberto Guarnieri, Andrea Masiero, Marco Piragnolo, Francesca Fissore, Antonio VettoreUniversità di PadovaL’elaborazione fotogrammetrica è oggi molto più accessibile di un tempo. Questo grazie ad applicativi più performan-ti, semplici e ad un costo accessibile, come anche grazie ad elaboratori certamente più performanti. Algoritmi più sofi-sticati, comunemente denominati “structure from motion”, consentono di risolvere le fasi per l’allineamento di blocchi di immagini, l’estrazione di features ed il “matching” delle stesse tra più immagini, mentre altri metodi, e.g. il “dense image matching” (DIM), consentono di estrarre nuvole 3D dense di punti. Questo viene solitamente fatto con camere

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RGB, ma nulla vieta di applicare la stessa tecnica anche con immagini cosiddette “multispettrali”. Queste camere forni-scono informazioni su più lunghezze d’onda dello spettro elettromagnetico, consentendo di applicare più efficacemen-te metodi per distinguere gli oggetti ripresi in funzione della loro riflettanza relativa nelle lunghezze d’onda registrate. La fotogrammetria, associata all’utilizzo di camere multi-spettrali, può dunque fornire un dato ricco di informazioni, ovvero la riflettanza nelle varie lunghezze d’onda e le in-formazioni tridimensionali e derivati, e.g. le normali di un punto.In questo contributo si illustra un esercizio didattico che uti-lizza una camera Nikon, modificata per riabilitare la sensi-bilità del sensore alle lunghezze d’onda dell’infrarosso vicino (NIR), per eseguire fotogrammetria terrestre con successive applicazioni di metodi di “machine learning” per la classi-ficazione della nuvola di punti ottenuta. E’ stato utilizza-to un apposito filtro (Hoya Infrared R72) e combinazioni di immagini con e senza il filtro, per fare un rilievo foto-grammetrico di una parete con vegetazione, roccia e terra. Successivamente è stata estratta la nuvola di punti con le informazioni sulla riflettanza del punto nelle 6 lunghezze d’onda (registrate con e senza filtro). Sono stati poi estratti descrittori della forma per ogni punto, e tutte le informa-zioni sono state utilizzate per classificare i punti dividen-doli tra vegetazione e non-vegetazione. Questo esercizio fa parte della didattica della “Innsbruck Summer School of Close-Range Sensing in Alpine Terrain”, co-sponsorizzata dalla International Society of Photogrammetry and Remote Sensing (ISPRS) e finanziata in parte dall’Università di Padova.

Monitoraggio di area lagunare tramite UAVS e telerile-vamento multispettraleYuri Taddia, Alberto Pellegrinelli, Paolo RussoUniversità di FerraraIl rilevamento fotogrammetrico basato su sistemi UAV rappresenta da diversi anni una valida alternativa alle tec-niche più tradizionali di rilievo terrestre (tramite stazione totale o GNSS), di rilievo fotogrammetrico da aereo o di rilievo satellitare. In particolare, nelle zone difficili da rag-giungere, come ad esempio le aree lagunari o deltizie, i vantaggi di un sistema UAV sono soprattutto legati alla velocità di acquisizione del dato, alla precisione ed al grado di dettaglio elevati ed ai costi relativamente limitati. Gli svantaggi si possono sostanzialmente riassumere nel grande numero di immagini rapidamente acquisite e quindi nella grande mole di dati da elaborare; svantaggio che comporta spesso la riduzione delle aree rilevate soprattutto nel caso di rilievo alle grandi e grandissime scale. Nell’esempio del presente lavoro si analizzano tutti questi aspetti in alcuni case studies nella Sacca di Goro – Comacchio (Provincia di Ferrara). Si tratta di un’area lagunare di particolare in-teresse sia per gli aspetti naturalistici sia per gli aspetti eco-nomici (coltivazione di mitili). A causa dei continui ap-porti di sedimenti da parte della vicina foce del fiume Po, negli ultimi anni, sono stati realizzati numerosi rilievi di monitoraggio di alcune zone della laguna tramite immagi-

ni satellitari ad alta risoluzione oltre a rilievi batimetrici e terrestri. Nel caso specifico si sono utilizzati UAVS di tipo commerciale (Phantom 3 – PRO), con camera fotografica standard, nel rilevamento fotogrammetrico di alcune aree della Sacca di Goro che presentano una rapida evoluzio-ne. Il rilievo è stato realizzato anche con UAVS dotato di camera multispettrale (Micasense RedEdge) utilizzata per studiare l’evoluzione della vegetazione di alcune aree inter-ne della Sacca di Goro.

Un approccio multidisciplinare per l’analisi e lo studio dello stato di salute del Santuario della Beata Vergine Assunta di Guasila (CA)Vacca G., Pilia E., Dessì A.Università di CagliariIl Santuario della Beata Vergine Assunta di Guasila, pro-gettato dall’Arch. Gaetano Cima tra il 1839 ed il 1849 con evidente riferimento al Pantheon di Roma, è uno dei pochi esempi di chiesa neoclassica in Sardegna. Nel corso degli anni, fin dalla sua costruzione, il Santuario ha subito numerosi interventi di restauro e consolidamento volti a risolvere situazioni e problematiche strutturali che si evidenziavano con lesioni alle strutture in elevazione e infiltrazioni dalle coperture. In questi ultimi anni, la si-tuazione di degrado è andata ulteriormente a peggiore ed è stato quindi necessario avviare un’indagine conoscitiva approfondita volta a comprendere le cause di tale decadi-mento. Di fronte a tale situazione, il Comune di Guasila ha incaricato un gruppo di ricercatori del DICAAR di Cagliari, per portare avanti uno studio multidisciplinare volto a definire in maniera completa ed esaustiva lo stato di salute del Santuario. Lo studio ha riguardato l’analisi storico-critica, il rilievo geometrico-architettonico, il rilie-vo e l’analisi strutturale, l’analisi dei materiali e lo studio sulle fondazioni e terreno di posa.Nell’articolo saranno presentati i risultati relativi al rilievo geometrico architettonico 3D mettendo a confronto diver-se tecniche geomatiche che meglio si adattano al complesso architettonico del Santuario e del suo stato di degrado.In particolare sono state utilizzate le tecniche Laser Scanner Terrestre e le tecniche fotogrammetriche con l’ap-plicazione dell’approccio Structure from Motion (SfM) per la creazione delle nuvole di punti.Il laser scanner è stato utilizzato sull’intero Santuario cre-ando il modello 3D completo, mentre le tecniche foto-grammetriche sono state utilizzate per la generazione del modello 3D della cupola. Tale modello 3D è stato generato attraverso l’utilizzo del software Open Source VisualSfM, sviluppato da Chanchang Wu in collaborazione con l’U-niversità di Washington e Google. I risultati ottenuti da VisualSfM sono stati validati con quelli ottenuti dal laser scanner e dal software commerciale Photoscan che applica lo stesso algoritmo.I modelli 3D del Santuario hanno costituito così la base per le successive indagini strutturali e materiche.Rilievi fotogrammetrici di un sito archeologico con si-stemi UAV: il caso dell’anfiteatro di AvellaSalvatore Barba1, Maurizio Barbarella2, Alessandro Di

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Benedetto3, Margherita Fiani1, Marco Limongiello11Università di Salerno2Università di Bologna3 Università di Roma TREPer il rilievo di siti archeologici sono ormai molto utiliz-zate le riprese fotogrammetriche da camere montate su Aeromobili a Pilotaggio Remoto (APR), noti anche come UAV (Unmanned Aerial Vehicles). In particolare, questo nuovo caso studio riguarda un anfiteatro Romano situato nel comune di Avella (in Provincia di Avellino): tra i più antichi presenti in Campania, molto simile per geometria, dimensioni’ e composizione a quello più noto di Pompei.Il rilevamento è stato effettuato utilizzando due diver-si UAV: un esacottero assemblato e un DJI Phantom 3 Professional. Sono state effettuate sia prese fotogramme-triche nadirali con piano di volo automatico (con entram-bi gli UAV) sia oblique (con l’esacottero) per riprendere i paramenti verticali ed eventuali sottosquadri, in modalità manuale. Le prese fotogrammetriche sono state appoggia-te a terra con ricevitori GNSS, misurando sia target na-turali sia artificiali in differenti modalità: statico-rapida e nRTK.Utilizzando i diversi set di GCP (Ground Control Points, punti di appoggio) sono stati generate le nuvole di punti e i modelli 3D texturizzati dell’Anfiteatro e ne state analiz-zate le differenze, in termini di accuratezza. In particolare sono stati calcolati gli errori di retro-proiezione sui singoli punti di appoggio.Per le elaborazioni delle immagini provenienti dall’esacot-tero, si è osservato che anche con un numero minore di GCP, ma misurati in modalità statico-rapida, l’errore di retro-proiezione medio risultava inferiore rispetto all’e-laborazione delle stesse immagini con GCP in numero maggiore e provenienti da misurazioni nRTK (ciò sia nel caso di ricorso a punti naturali sia a target fotogramme-trici). Per le elaborazioni delle immagini provenienti dal Phantom, invece, al variare della modalità di rilievo dei GCP, l’errore di retro-proiezione medio è risultato pres-soché costante.

Uso di DEM e di mappe derivate da immagini satelli-tari ad alta risoluzione e da laser scanner terrestre per lo studio di un versante in frana1Maurizio Barbarella,2 Alessandro Di Benedetto2, Margherita Fiani2, Domenico Guida2, Andrea Lugli1

1Università di Bologna2Università di SalernoQuesta nota tratta i problemi derivanti dall’uso di dati provenienti da due diverse tecniche di Telerilevamento: immagini satellitari ad alta risoluzione e laser scanner ter-restre (LST) per l’estrazione di modelli digitali delle al-tezze (DEM) utilizzati nell’analisi geomorfologica e per il riconoscimento delle frane, tenendo conto delle incertez-ze associate alla produzione dei DEM. Al fine di ottenere una nuvola di punti editata e georeferenziata, i due set di dati richiedono differenti elaborazioni, più complesse per le immagini satellitari che per i dati LST. Entrambe le tec-niche sono state usate per lo studio di un versante in frana.

La prima fase del trattamento dei dati è orientata all’ot-tenimento, in entrambi i casi, di nuvole di punti editate e georeferenziate. Alle nuvole è stato applicato lo stesso algoritmo per estrarre un DEM a passo di 1m; l’algoritmo di interpolazione usato è il Kriging, allo scopo di realiz-zare una mappa d’errore associata alle quote stimate. Dai DEM sono stati calcolati grigliati di pendenze e di esposi-zione ai quali sono state associate le corrispondenti mappe di indeterminazione applicando la legge di propagazio-ne della varianza. Le correlazioni tra i nodi del grigliato necessarie al calcolo sono state stimate dai variogrammi derivanti dai due tipi di dati. L’analisi comparativa delle mappe ha consentito il riconoscimento delle componenti di frana mentre le mappe di errore hanno consentito di individuare le aree nelle quali una fonte di dati è stata in grado di fornire risultati più affidabili di un’altra.

Fotogrammetria da drone, modellazione 3D e analisi geomeccanica per valutare l’instabilità di falesie roccioseFrancesco Mancini1, Cristina Castagnetti1, Paolo Rossi1, Marco Dubbini2, Nunzio Luciano Fazio3, Michele Perrotti,3 Piernicola Lollino3

1Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia2Università di Bologna3CNR-IRPIIl lavoro di ricerca esplora la combinazione di tecni-che fotogrammetriche di prossimità attraverso Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto (SAPR) e strategie di modellistica geomeccanica tridimensionale nell’inda-gine dei processi di instabilità di lunghe pareti rocciose costiere. La necessità di una ricostruzione geometrica af-fidabile e dettagliata delle superfici rocciose, unitamente alla caratterizzazione geomeccanica dei materiali rocciosi, rappresenta un requisito estremamente impegnativo per le falesie costiere sub-verticali che si affacciano sul mare. Molto spesso, a causa dell’assenza di punti di vista idonei al rilevamento e del rischio per gli operatori di lavorare sul campo, non è possibile acquisire informazioni con meto-dologie di rilevamento alternative.Il caso di studio è rappresentato da una scogliera di 600 m di lunghezza situata a Sant’Andrea (Melendugno, Puglia). La scogliera è caratterizzata da un geometria molto com-plessa con una suggestiva alternanza di pareti verticali alte dai 10 ai 20 metri, con frequenti grotte, archi e rocce. Inizialmente, la superficie rocciosa della scogliera è stata ricostruita ad elevata risoluzione spaziale grazie all’acqui-sizione di immagini aeree nadirali ed oblique acquisite da SAPR. Successivamente, è stata selezionata un’area limita-ta per svolgere ulteriori indagini volte a definire le migliori strategie di ricostruzione delle superfici. In particolare, è stata approfondita la procedura di refinement e decima-zione dei dati al fine di ottenere un modello tridimen-sionale idoneo per la successiva fase di simulazione geo-meccanica agli elementi finiti che garantisse l’assenza di perdita di informazioni sulla complessità della superficie. Infine, per sperimentare la procedura integrata, sono sta-ti determinati i potenziali modi di rottura della porzione studiata.

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I risultati indicano che il meccanismo di rottura più pro-babile per il tratto di falesia costiera esaminato è rappre-sentato dalla possibile propagazione di fratture da taglio o cedimenti di trazione lungo tratti di concavità o di pen-denza eccessiva dovuti a precedenti collassi o erosioni dei volumi rocciosi sottostanti. L’approccio proposto per la valutazione dell’instabilità di scogliere rocciose costiere si è dimostrato essere un possibile e flessibile strumento di valutazione nella mappatura rapida e altamente automa-tizzata dei rischi di instabilità nelle zone costiere.

Verifiche di precisione su modelli ottenuti in tempo reale mediante algoritmi SLAMGabriella Caroti, Andrea Piemonte, Yari PieracciUniversità di PisaLe camere RGB-D, attive o passive, consentono la co-struzione in real-time del modello tridimensionale dell’ambiente circostante. Grazie al principio di visione stereoscopica abbinato ad algoritmi di tipo Simultaneous Localization and Mapping (SLAM), consentono di deter-minare l’orientamento della camera e la nuvola di punti 3D dell’ambiente allo stesso tempo.In architettura e nel campo dei rilievi delle infrastrutture civili, le applicazioni di tale tecnologia risulta essere an-cora agli albori data la sua recente diffusione dal campo della robotica e dell’informatica. Tuttavia, le potenzialità rendono tali dispositivi molto interessanti per il rilievo in tempo reale di opere e manufatti in condizioni di emer-genza. Infatti la conoscenza delle caratteristiche dello stato aggiornato delle infrastrutture è particolarmente utile per stime e per monitoraggi finalizzati alla determinazione della resilienza.Nell’articolo vengono presentati dei test e delle appli-cazioni in ambito civile ed architettonico della camera ZED della StereoLabs (camera RGB-D passiva low-cost). Questi test sono finalizzati alla valutazione della proprietà metriche del modello e alla valutazione dell’efficienza della metodologia. Vengono riportati i risultati dei confronti tra modelli tridimensionali e nuvole di punti ottenuti tramite la camera e quelli ottenuti da strumentazioni e metodo-logie di precisione nota, come laser scanner e fotogram-metria.

Definizione di una procedura standardizzata per la gestione di infrastrutture viarie mediante rilievo 3D e modellazione BIM as-builtCristina Castagnetti1,2, Riccardo Rivola2, Marco Dubbini3,4

1Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia2Geomatics Engineering Innovative Solutions SRL3Università di Bologna4SAL Engineering SRLL’attività si inserisce all’interno della crescente e stringente domanda di controllo e verifica dello stato di fatto di in-frastrutture viarie al fine di garantirne la funzionalità e la sicurezza per la comunità. Il focus del lavoro riguarda la definizione e l’implementazione di una procedura operati-va standardizzata che sia scalabile e replicabile in maniera rapida su un elevato numero di strutture simili tra loro.

Tale esigenza nasce dall’interazione con i progettisti e i ge-stori delle infrastrutture a cui è affidato il delicato compito di mantenere e manutenere nel tempo estese reti viarie ed infrastrutturali.Il lavoro presenta i principali step di questa metodologia andando a descrivere: 1. l’approccio di rilievo 3D seguito, basato sull’integrazione di fotogrammetria da drone e laser scanning al fine di ridurre al minimo l’interferenza con il regolare utilizzo dell’infrastruttura; 2. la modellazione BIM (Building Information Model) as-built per la crea-zione del modello architettonico geometrico pari al LOD F; 3. la creazione del modello BIM di tipo strutturale e l’impostazione dell’analisi strutturale statica; 4. l’imposta-zione di una metodologia di mappatura del degrado su-perficiale.Diverse problematiche di natura tecnica e scientifica sono state affrontate e verranno illustrate tra cui in primis la creazione delle famiglie parametriche degli elementi co-stitutivi dell’infrastruttura viaria (tali famiglie non sono ancora presenti nei più comuni software di modellazione BIM in quanto la gestione 3D di infrastrutture è ancora poco diffusa o è limitata a software specialistici che ancora non operano in modalità tridimensionale). Tutte le famiglie sviluppate sono state verificate in termini di interoperabi-lità (esportabilità e leggibilità) nel formato standard IFC (openBIM). In questo modo, definite le modalità di acqui-sizione ed ottenuta la nuvola di punti 3D integrata è possi-bile costruire il modello geometrico architettonico a partire dalle famiglie in maniera molto agevole e rapida.Altre problematiche affrontate riguardano le possibilità di utilizzare il modello BIM per effettuare analisi statiche e di vulnerabilità sismica, oltre alla modalità di assegnazione del degrado superficiale a porzioni limitate, ovvero a frazioni di famiglia/elemento. Con l’informatizzazione del modello BIM risulta possibile ed efficiente effettuare computi metri-ci e cronoprogrammi per i lavori di manutenzione ed inter-vento necessari al risanamento dell’infrastruttura.Tutte le attività verranno descritte su un caso reale: il ponte “Casetta” nel comune di Mercato Saraceno (FC); il ponte in cemento armato situato lungo la Strada Europea E45 è oggetto di imminenti interventi manutentivi. La suite software utilizzata è quella Autodesk (in particolare ReCap, Revit e Infraworks).

La cultura nel III millennio: tecnologica, inclusiva e multisensorialeCristina Castagnetti1,2, Riccardo Rivola2

1Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia2GEIS, Geomatics Engineering Innovative Solutions SRLCon il contributo di:Francesca Piccinini, Luana Ponzoni e Simona Pedrazzi, Musei Civici di ModenaIvan Galiotto e Nadia Luppi, Unione Italiana CiechiCarlo Palmieri e Gianguido Palazzolo, JustPrint 3D Giulio Bigliardi, 3D ArcheolabGiacomo Guaraldi e Elisabetta Genovese, Università di Modena e Reggio Emilia - Servizio accoglienza studenti con disabilità e DSA

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“A portata di mano - Percorso tattile per il Sito Unesco di Modena” è un progetto realizzato dai Musei Civici di Modena e svolto in collaborazione fra vari enti e azien-de che ha portato alla realizzazione del percorso tattile di Modena Piazza Grande, da vent’anni patrimonio dell’U-manità Unesco. Il percorso è costituito da una riproduzio-ne materica in scala 1:100 dell’intero sito, costituito dal Duomo di Modena, dalla Torre Ghirlandina e da Piazza Grande.I due monumenti principali sono stati riprodotti in re-sina con tecnologia additiva SLA (StereoLithography Apparatus) in grado di riprodurre dettagli architettonici e artistici con accuratezza micrometrica e sono scomponibi-li al fine di poter apprezzare e “toccare” anche l’interno de-gli edifici (il Duomo è costituito da due porzioni separate secondo una sezione longitudinale, la Torre Ghirlandina separata in due porzioni secondo una sezione in mezze-ria mentre la parte sommitale, a partire dalla sezione in pianta ottagonale, costituisce un’ulteriore porzione). Il modello 3D per la riproduzione materica è stato ottenuto dal rilievo laser scanning sia degli ambienti interni sia de-gli esterni, effettuato con strumentazione a tempo di volo Leica ScanStation 2 e Leica ScanStation C10. Tale ripro-duzione consente di apprezzare i dettagli geometrici delle strutture; la percezione del materiale invece è resa tramite un pannello a cui sono installati quattro campioni delle pietre principali che costituiscono i monumenti, al fine di permettere anche la percezione del materiale. A comple-tamento dell’intero sito, sono stati realizzati i profili degli edifici circostanti e Piazza Grande. Questi solidi sono stati realizzati in modalità semplificata, al solo fine di descri-vere gli ingombri e il contesto attorno ai due monumenti principali, tramite fresatura di polistirene ad alta densità trattato e colorato in maniera omogenea.Il percorso tattile è poi arricchito dalle riproduzioni a scala reale di quattro sculture, due della Torre e due del Duomo. I modelli 3D delle sculture sono stati ottenuti grazie ad un rilievo ad alta risoluzione svolto tramite laser scan-ner a triangolazione, Konica Minolta Range 7 e Romer Absolute Arm di Hexagon Metrology, successivamente modellati al fine di produrre file idonei alla stampa 3D. Le riproduzioni sono ottenute tramite stampo in gomma siliconica (negativo) creato a partire da una riproduzione in stampa 3D a filamento plastico additivato con polvere di gesso (positivo). Lo stampo è stato poi usato per la ri-produzione finale in gesso sintetico particolarmente duro, che può essere post lavorato e colorato per ottenere l’ef-fetto della pietra antica. Grazie a questa scelta, le scultu-re del percorso, oltre a permettere la comprensione delle geometrie e dei dettagli artistici delle opere, permettono anche una percezione più reale sia del materiale sia della temperatura delle opere originali.Aggiunge valore al percorso un kit didattico per le scuole composto dalle riproduzioni a filamento plastico additiva-to con polvere di gesso in scala 1:2 di cinque raffigurazio-ni presenti su Porta della Pescheria del Duomo, realizzato grazie al contributo di Soroptimist Club di Modena.Tutte le opere si possono toccare, ammirare e conosce-

re da vicino e hanno una didascalia in nero e in braille; inoltre, sul sito www.unesco.modena.it, si può accedere a brevi schede e audio di approfondimento. “A portata di mano” rappresenta quindi un nuovo servizio di assistenza culturale e un’opportunità in più non solo per un pubbli-co con deficit visivo, che ne rappresenta il destinatario pri-vilegiato, ma per un pubblico più ampio alla ricerca di un nuovo approccio con l’arte, quello della multisensorialità, una dimensione culturale che garantisce una fruizione più completa del patrimonio.L’ideazione del progetto è a cura del Coordinamento Sito Unesco di Modena; la realizzazione è stata possibile gra-zie al contributo finanziario del Ministero delle Belle Arti della cultura e del Turismo - Legge 20 febbraio 2006, n.77 “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di in-teresse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella lista del patrimonio mondiale, posti sotto la tutela dell’U-nesco” E.F.2016.

Identificazione di cropmark tramite l’utilizzo di im-magini multispettrali acquisite da droneVittorio Casella, Marica FranziniUniversità di PaviaLe immagini acquisite dall’alto, tradizionalmente da piat-taforme satellitari o aeree e più recentemente da drone, sono particolarmente utili per l’identificazione di resti ar-cheologici sepolti. La metodologia si fonda essenzialmente sull’individuazione di cropmark, ovvero di variazioni nel colore e nella crescita della vegetazione causate dalla pre-senza di elementi antropici che nel corso dei secoli sono stati ricoperti da strati più o meno spessi di terreno.Il presente contributo riguarda l’individuazione di cropmark in un’area situata poco fuori il limite occiden-tale di Pavia, in prossimità di Ticino. Quest’area, data la vicinanza con il fiume, è ritenuta dagli archeologi il luogo in cui sorgeva storicamente l’antico porto della città. Il Laboratorio di Geomatica dell’Università di Pavia ha effettuato nella zona numerosi voli con drone equipag-giato sia con tradizionale camera ottica (Sony A6000) sia con camera multispettrale (Parrot Sequoia). Il legame tra la crescita vegetativa e gli elementi sepolti rende partico-larmente interessante l’utilizzo di quest’ultimo sensore capace di acquisire immagini anche nella banda dell’in-frarosso vicino e produrre indici vegetativi come NDVI. Il contributo illustrerà i rilevamenti effettuati, le immagini prodotte e i principali risultati ottenuti nell’identificazio-ne dei cropmark.

Un database europeo per migliorare la resilienza dei beni culturali agli eventi catastroficiF. Chiabrando, E. Colucci, A. Lingua, F. Matrone, F. Noardo, A. Spanò, M. Migliorini, F. Moretti, S. OliveroPolitecnico di TorinoL’insieme di leggi, azioni e organizzazioni per la tutela dei Beni Culturali (Cultural Heritage) nasce nei diversi paesi dell’Unione Europea dalle situazioni culturali locali, dove la capacità di far fronte all’emergenza è sicuramente diver-sa. Oltre ai danni che possono verificarsi ai beni culturali

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dopo un disastro, un intervento di emergenza inadeguato può a volte causare ulteriori perdite al CH. L’efficacia della risposta dipende dall’adeguatezza dell’approfondimento in fase di pianificazione. Alcuni paesi hanno progettato piani di emergenza ma i loro database (DB) sono frammenta-ti, incompleti e non standardizzati. È quindi necessario stabilire un DB per l’assistenza di emergenza e mappe di CH a rischio da confrontare con mappe di rischi e rischi naturali, al fine di adottare misure preventive e operative, nonché concordare una terminologia comune e standard internazionali. Il progetto mira a migliorare la capacità della Protezione Civile di prevenire gli impatti dei disastri sul CH implementando una banca dati europea intero-perabile (European Interoperable Database, EID) come strumento di supporto alle decisioni per comprendere il rischio di danni ai beni culturali. L’EID, a partire dagli standard internazionali per rappresentare gli oggetti della mappa (CityGML, INSPIRE), la classificazione di CH in Europa (UNESCO), in Italia (MiBACT), in Germania e in Francia e dall’analisi dei rischi e dei disastri, ha proget-tato, con il suo modello concettuale di dati, un’estensione del modello UML di INSPIRE. Questo DB supporterà anche modelli 3D per aiutare a trovare e riconoscere le opere disperse e facilitare un restauro post-emergenza, pre-servando così una memoria digitale in caso di distruzione.

Ricostruzione 3D di oggetti vicini: confronto tra stere-oscopia da smartphone e sensore kinectAndrea Masiero, Francesco Pirotti, Francesca Fissore, Marco Piragnolo, Alberto Guarnieri, Antonio VettoreUniversità di PadovaIl rapido sviluppo di sensori ottici e di posizionamento ha permesso la realizzazione di sistemi di mappatura mobile (mobile mapping systems - MMS), ovvero sistemi in gra-do di acquisire, in modo efficiente, dati tridimensionali utilizzando sensori mobili. Nonostante la maggior parte dei sistemi di mappatura mobile si basassero sull’uso di veicoli terrestri, oggigiorno sono disponibili soluzioni di-verse, e.g. piattaforme aeree, marine e attrezzature traspor-tate dall’uomo. Grazie alla disponibilità di tali sistemi e alla diffusione di numerosi servizi basati sulla geo-localiz-zazione, la creazione di modelli 3D accurati e ubiquitari della realtà è in continuo aumento, rendendo indispen-sabile la rapida raccolta di dati geospaziali per un’ampia gamma di applicazioni basate sull’uso delle informazioni geografiche. Grazie alla loro capacità di raccogliere rapi-damente enormi quantità di dati e di analizzare in modo efficiente aree piuttosto ampie, i sistemi di mappatura mobile rappresentano una soluzione ideale per la ri-costruzione accurata di modelli 3D. Sta aumentando oggi anche la richiesta di servizi basati sulla localizza-zione relativa all’interno di strutture per consentire la mappatura interna e la navigazione (indoor mapping). Diversamente dai rilievi esterni, gli spazi degli ambienti interni sono limitati, rendendo posizionamento e na-vigazione particolarmente difficili rispetto le soluzioni precedentemente menzionate. La necessità di dispositivi molto portatili, la crescen-

te potenza computazionale e la disponibilità di senso-ri già incorporati nel dispositivo stanno rendendo gli smartphone soluzioni molto interessanti per applicazio-ni indoor. Oggigiorno, gli smartphone standard sono dotati di diversi sensori e.g. accelerometro, giroscopio, magnetometro, barometro, WiFi e ricevitori Bluetooth. Diverse tecniche per la fusione delle misure fornite da tali sensori sono già state analizzate, dimostrando che la loro combinazione può abilitare il posizionamento all’in-terno con una ragionevole accuratezza. Inoltre, come già considerato in diversi lavori, la fotocamera standard per smartphone può essere convenientemente utilizzata per ottenere modelli fotogrammetrici 3D dell’area di interes-se. Tuttavia, alcune informazioni esterne sono necessarie per ottenere una ricostruzione metrica. Diversi model-li di smartphone recenti sono dotati di due fotocamere posteriori, consentendo, teoricamente, la ricostruzione 3D da stereocoppie. La difficoltà si trova nel fatto che la maggior parte dei produttori ha limitato l’accesso della doppia fotocamera agli sviluppatori.Considerati i limiti di cui sopra, si propone di valutare i risultati della ricostruzione stereoscopica ottenuta utiliz-zando uno smartphone LG G6. In effetti, per quanto a nostra conoscenza, LG è l’unico produttore che attual-mente consente agli sviluppatori di accedere completa-mente alla doppia fotocamera. Poiché le due fotocamere sono molto vicine tra loro, la ricostruzione 3D può es-sere eseguita solo per oggetti abbastanza vicini. Inoltre, poiché hanno una lunghezza focale molto diversa, non è possibile eseguire la corrispondenza dei pixel tra le due immagini sfruttando tutti i pixel del sensore. Un chiaro vantaggio dell’utilizzo di una doppia visione stereo della fotocamera invece della fotogrammetria di una singola telecamera è chiaramente la possibilità di una ricostru-zione metrica 3D senza la necessità di alcuna informa-zione esterna.Negli ultimi anni sono stati anche sviluppati diversi sen-sori di profondità, che possono essere utilizzati per la mappatura degli interni e la modellazione 3D degli og-getti. Questo documento mette a confronto la capacità di ricostruzione 3D di uno smartphone con le prestazio-ni di modellazione 3D che può essere ottenuta mediante un sensore di profondità Microsoft Kinect, che è già sta-to ampiamente utilizzato in letteratura per la mappatura di interni.

Mappatura di aree alluvionate mediante elaborazione di immagini multispettrali Landsat 8 OLIPasquale Maglione, Claudio Parente, Andrea VallarioUniversità degli Studi di Napoli “Parthenope”Negli ultimi anni, fenomeni meteorologici, quali le piogge incessanti o anche brevi, ma di elevata intensità, spesso unite ad una incuria del territorio ed ad una ecces-siva impermeabilizzazione dei suoli, hanno determinato alluvioni di elevata pericolosità, in grado sia di provo-care vittime, sia di arrecare ingenti danni al patrimonio naturale ed antropico. L’apporto meteorico superiore a quello che un bacino idrico è in grado di far defluire

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normalmente, determina un eccessivo innalzamento del livello delle acque dei fiumi che, non più trattenute dalle sponde, si riversano sulle zone circostanti: la stima del danno diviene fondamentale e il primo passo da compie-re è la corretta mappatura delle aree alluvionate. Un au-silio in tal senso è fornito dalle immagini telerilevate che, acquisite dopo il verificarsi dell’alluvione e prima che le zone cessino di essere invase dall’acqua, permettono una perimetrazione delle aree colpite. La presenza di imma-gini telerilevate multispettrali consente di eseguire una mappatura automatica delle zone alluvionate, evitando un approccio più laborioso e lungo, con ampi margini di discrezionalità, basato sulla fotointerpretazione.Questo lavoro illustra la procedura eseguita per mappare le aree alluvionate, agli inizi di Maggio 2017, dal fiume Mississippi (USA) in una zona situata tra gli stati Illinois e Missouri, a partire da immagini multispettrali Landsat 8 OLI (Operational Land Imager): l’applicazione si basa sull’impiego di un indice ben noto in letteratura, detto

NDWI (Normalized Difference Water Index), partico-larmente efficace per il riconoscimento di corpi idrici. L’utilizzo di un primo dataset antecedente all’evento permette di individuare, nella scena considerata, i pixel relativi al Mississippi e ai suoi affluenti; attraverso un se-condo dataset immediatamente successivo al verificarsi dell’alluvione, si individuano tutte le aree ricoperte da acqua. La comparazione tra le due immagini riclassifi-cate (Change detection), opportunamente supportata da considerazioni sulla morfologia del territorio e da operazioni di analisi spaziale eseguite in ambiente GIS, permette la mappatura delle aree alluvionate.Lo studio è completato da una analisi della accuratez-za dei risultati basata sulla comparazione con quanto dedotto da una attenta fotointerpretazione, supportata dalla composizione RGB a colori veri e dal layer pan-cromatico di ciascun dataset Landsat, eseguita su aree test all’interno della zona considerata.

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SIFET

63° Convegno Nazionale SIFETGaeta, 20-22 giugno 2018VI Edizione Premio Giovani AutoriIn continuità con le edizioni precedenti, anche quest’anno SIFET propone un concorso dedicato ai giovani, professioni-sti e ricercatori, coinvolti nelle tematiche affini alla geomatica. Tale concorso richiede l’invio da parte dei giovani partecipanti, di età inferiore a 30 anni, di un articolo, a nome singolo, con-tenete una descrizione dettagliata relativa all’attività svolta, in termini di metodologia, tecnologia e risultati ottenuti.Un’apposita commissione giudicatrice, nominata dal Comitato Scientifico, si occuperà di valutare i contributi ricevuti e stilare una graduatoria di merito. I primi 6 partecipanti saranno se-lezionati per concorrere al premio finale partecipando al con-vegno annuale SIFET per esporre oralmente il proprio lavoro in una sessione speciale dedicata al concorso (che quest’anno si terrà giovedì 21 Giugno, tardo pomeriggio). Tutti gli altri partecipanti sono comunque invitati a partecipare al convegno e presentare il proprio lavoro in forma di poster. Durante la sessione orale la commissione individuerà, considerando sia la qualità della presentazione orale sia il punteggio del contribu-to scritto, i tre migliori partecipanti a cui verrà assegnato un premio in denaro. Con questa iniziativa SIFET intende mo-tivare e stimolare i giovani coinvolti nel settore della geomati-ca, coinvolgendoli nella società attraverso la partecipazione al convegno e favorendo la conoscenza reciproca, l’interazione e la creazione di una relazione di contatti proficua per la futura generazione di operatori del settore. L’edizione 2018 ha visto la partecipazione di 10 giovani autori.

ABSTRACT

Fotogrammetria da UAV per l’ispezione visiva e l’identifi-cazione automatica dei difetti sul paramento di una diga a gravitàStefano AngeliPolitecnico di TorinoIn questo articolo viene descritta l’implementazione di una soluzione basata sull’analisi automatica dei dati estratti da un rilievo fotogrammetrico. L’attività descritta è collegata alla nuova tipologia di industria 4.0 consolidata negli ultimi anni, la quale indica una tendenza verso l’automazione dei processi industriali con l’introduzione di nuove tecnologie a supporto della produzione sia di beni che servizi di ogni genere. Per lo svolgimento dell’attività presentata è stato utilizzato un si-stema UAV a basso costo e, nelle sezioni seguenti, vengono descritte tutte le analisi coinvolte nella pianificazione della fase di acquisizione dei dati, della loro gestione nel flusso di lavoro ed elaborazione all’interno del sistema informativo geografico (GIS). Durante la fase di acquisizione sul campo sono state acquisite differenti tipologie di dati, utilizzando svariate tec-niche: registrazione video 4K ed acquisizione immagini ad alta risoluzione. Il test presentato è stato effettuato sulla diga del Serrù, struttura situata nel comune di Ceresole Reale, nei pressi di Torino (Piemonte, Italia). Della diga in questione è stato realizzato un modello tridimensionale sul quale è stato eseguito un controllo dello stato di conservazione ed integrità relativo al paramento murario di monte.

Potenzialità e limiti dei servizi PPP online per la stima di stazioni master RTK: caso studio sul fiume Sirba in Africa sub-saharianaElena BelcorePolitecnico di TorinoL’utilizzo di ricevitori GNSS a doppia frequenza è ormai mol-to comune e consolidato in molti settori e negli ultimi anni è cresciuto l’impiego di queste tecnologie anche per i servizi di emergenza, modelli di rischio e il monitoraggio ambienta-le. La diffusione dell’impiego di tecniche GNSS è cresciuta sia grazie all’aumento del numero di satelliti in funzione, sia delle nuove infrastrutture (reti di stazioni permanenti) sia alla qualità dei nuovi segnali. Questi fattori hanno portato nuo-vamente in auge i ricevitori a singola frequenza, ma consen-tono anche di poter sfruttare in maniera più intensa il Precise Point Positioning (PPP), tecnica che sino a qualche anno fa richiedeva lunghe sessioni di misure e particolari accorgimen-to per raggiungere precisioni centimetriche, mentre oggi tali precisioni sono raggiungibili in maniera molto più sempli-ce. Il PPP permette si stimare una posizione senza l’ausilio di stazioni permanenti utilizzando un solo ricevitore GNSS. Tale approccio è particolarmente interessante proprio in zone povere di infrastrutture. Inoltre, fino a qualche anno fa l’uti-lizzo delle tecniche PPP era complesso e limitato all’utilizzo di software specifici, la nascita di servizi PPP online gratuiti ha permesso più ampio accesso all’utilizzo di questa tecnica (Yigit 2017). In questo contributo si analizzano servizi PPP online come soluzione per la realizzazione di rilievi GNSS in aree svantaggiate per assenza di stazioni master, infrastruttu-re e per condizioni climatiche avverse. In particolare, si con-frontano tre servizi PPP online gratuiti, Canadian Spatial Reference System Precise Point Positioning tool (CSRS-PPP); Automatic Precise Positioning Service (APPS); Online GPS processing service (AUSPOS), analizzandone le caratteristiche principali, e la capacità di elaborazione a tempi di rilievo pari a 3 ore, 1 ora e 0.5 ore. I dati utilizzati sono stati raccolti nel sud-ovest del Niger lungo il fiume Sirba, affluente del fiume Niger. I risultati ottenuti dai tre i servizi sono soddisfacenti e dimostrano la validità del PPP come modalità di analisi di dati RTK raccolti in ambienti estremi.

py2DIC: un nuovo software di digital image correlation per la misura di campi di spostamentoValeria BelloniUniversità di Roma “La Sapienza”Di recente si è assistito ad un crescente interesse nei confronti delle tecniche di misura senza contatto per la misura di de-formazioni e spostamenti. Nell’ambito della fotogrammetria, la tecnica Digital Image Correlation (DIC) ha assunto un ruolo fondamentale grazie ai recenti sviluppi nel campo delle camere low-cost ad alta risoluzione e alla crescente capacità di calcolo. La DIC è infatti una tecnica non di contatto in grado di misurare spostamenti e deformazioni a tutto campo confrontando immagini digitali relative alla superficie di un provino acquisite a diversi livelli di deformazione.Per tutte queste ragioni, tale tecnica riveste un ruolo fonda-mentale nel campo del monitoraggio strutturale e un nuovo software gratuito e open source, chiamato py2DIC, è stato svi-luppato dall’Area di Geodesia e Geomatica del Dipartimento

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di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale (DICEA) dell’Uni-versità di Roma “La Sapienza”. Il software, interamente imple-mentato in Python, sfruta il metodo del template matching per il calcolo dei campi di spostamento e deformazione.Le potenzialità di py2DIC sono state valutate processando immagini acquisite durante alcune prove a trazione eseguite nel Laboratorio di Ingegneria Strutturale su tre diversi provini realizzati in Glass Fiber Reinforced.I risultati sono stati confrontati con quelli misurati indipen-dentemente da alcuni estensimetri fissati sulle superfici dei provini. Tali risultati dimostrano la possibilità di caratterizzare con successo il meccanismo deformativo del materiale inve-stigato.py2DIC risulta infatti in grado di evidenziare spostamenti al livello di pochi micron, in buon accordo con il riferimento sia in termini di spostamenti che di modulo di Poisson.

La super risoluzione su immagini termicheFrancesco CorsiniUniversità di BolognaDall’implementazione della fotografia digitale la ricerca sull’aumento della risoluzione spaziale delle immagini, ovve-ro sul livello di dettaglio presente all’interno delle stesse, ha portato continui miglioramenti. È proprio in questo ambito che da pochi decenni, parallelamente alla ricerca tecnologi-ca sui sensori, sono nati gli algoritmi di super risoluzione, utilizzati per aumentare la risoluzione spaziale di immagini. Sull’argomento è presente una vasta letteratura prevalente-mente applicata a immagini nello spettro del visibile; lo stesso non si può dire della termografia, che nasce per natura stessa con una risoluzione spaziale minore e difficilmente aumenta-bile con miglioramenti tecnologici, a causa di limitazioni otti-che. La disponibilità di immagini termiche ad alta risoluzione consentirebbe di essere più accurati nelle analisi ed aumentare al contempo anche il numero di applicazioni. È stato quindi sviluppato a tale proposito un algoritmo di super risoluzione per la ricostruzione, a partire da più immagini a bassa riso-luzione leggermente differenti l’una dall’altra, di una singola immagine contenente le informazioni radiometriche di tutte. L’algoritmo è stato per prima cosa sperimentato su immagini nel campo del visibile, in modo da testare e calibrare progres-sivamente il suo funzionamento e valutarne i risultati, e suc-cessivamente applicata all’ambito termico. La miglior qualità delle immagini costruite con la metodologia sviluppata, oltre ad essere intuitivamente visibile dal confronto con le immagi-ni di partenza, è stata confermata oggettivamente dal calcolo di indici statistici tradizionali e sviluppati ad hoc.

Un’innovativa strategia per accuratezza centimetrica con tecnica PPP e ricevitori GNSS a singola frequenzaMarco FortunatoUniversità di Roma “La Sapienza”I ricevitori GNSS low-cost sono diventati sempre più diffusi sul mercato grazie al loro molto limitato costo e alle eleva-te prestazioni confrontabili con quelle di ricevitori di classe geodetica nelle ipotesi di basi corte. Tuttavia, non essendo applicabile la combinazione ionosphere-free, usualmente tali ricevitori non possono essere utilizzati nel posizionamento assoluto tramite Precise Point Positioning (PPP). Questo ar-

ticolo descrive e valida una metodologia innovativa che per-mette di ottenere un’accuratezza centimetrica lavorando con PPP e ricevitori a singola frequenza. L’algoritmo, partendo dalle osservazioni acquisite da un unico ricevitore a doppia frequenza, permette di ricostruire un’osservazione sintetica L2 per un ricevitore a singola frequenza posizionato nelle sue vicinanze. Sotto questa ipotesi, la metodologia originale proposta estende pertanto l’applicazione della combinazio-ne ionosphere-free ai ricevitori low-cost a singola frequenza. Le analisi di ripetibilità giornaliera delle coordinate, eseguite utilizzando ricevitori localizzati nell’Italia centrale, mostrano un RMSE inferiore a 1.5 cm per le componenti orizzontali e 3 cm in direzione verticale anche a distanze di 30 km dalla stazione di riferimento a doppia frequenza. In aree ad elevata attività ionosferica, l’accuratezza in direzione verticale risente maggiormente della distanza dalla stazione di riferimento a doppia frequenza: differenze con le coordinate di riferimento inferiori a 18 cm si osservano con distanze di 70 km. La stima assoluta di Zenith Tropospheric Delay (ZTD) rispecchia l’ac-curatezza ottenuta per le coordinate in direzione verticale. In aree caratterizzate da normale attività ionosferica, RMSE in-feriori a 0.75 cm sono ottenuti anche a distanza dalla stazione di riferimento a doppia frequenza pari a 50 km.

Confronto fra nuvole di punti da rilevi laser scanning e fotogrammetria digitale – il caso di studio del museo ar-cheologico di CividaleAndrej LabianiUniversità degli Studi di TriesteLe nuvole di punti dense rappresentano la base per la realizza-zione di modelli tridimensionali; sono inoltre di fondamenta-le importanza se lo scopo dei modelli è quello di essere metri-camente accurati e affidabili. Esse possono essere successiva-mente gestite per ottenere elaborati grafici in scala opportuna.In questo articolo è stata analizzata l’accuratezza di una nu-vola di punti densa ottenuta da immagini digitali relativa alla facciata principale del Museo Archeologico di Cividale, uti-lizzando il software fotogrammetrico di tipo Structure from Motion, Agisoft Photoscan. Avendo a disposizione un’ulte-riore nuvola di punti densa ottenuta dal rilievo laser scanning della medesima facciata è stato possibile eseguire un confronto mediante il software open source CloudCompare; la nuvola di punti ottenuta dal rilievo laser scanning è stata considera-ta come riferimento per il confronto con quella derivante da Photoscan.I risultati mostrano la grande efficacia del software Agisoft Photoscan: le accuratezze e precisioni raggiungibili sono adat-te per ottenere elaborati nelle scale più opportune per fini ar-chitettonici e di restauro.

Fotogrammetria a quota molto bassa e UAV. Analisi a grande scala con modellazione 3D in ambito urbanoNicola LisciaUniversità di SassariLa relazione illustra l’importanza che hanno le applicazioni fotogrammetriche nelle discipline legate allo studio del ter-ritorio, e dell’ambiente urbano, sperimentando alcune ap-plicazioni per valutare il grado di accuratezza raggiungibile con riprese a quota molto bassa, e sensori ad alta risoluzione,

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effettuate da UAV. Queste tecniche di rilievo low cost, economicamente sostenibili anche per modeste estensioni territoriali, permettono di generare strati informativi 3D aggiornati utili ai tecnici, agli amministratori, ai progetti-sti e in generale a tutti coloro che, impegnati nella pianifi-cazione territoriale, richiedono la definizione di interventi progettuali sia a scala territoriale che di dettaglio.Lo sviluppo delle procedure fotogrammetriche presenta-te si è svolto nel Laboratorio GIS per la Pianificazione Ambientale e la Storia del Territorio (ProSIT) del Dipartimento di Architettura Design e Urbanistica di Alghero (SS) e comprende un’analisi tridimensionale di dettaglio in ambito urbano (rilievo 3D e restituzione vet-toriale) le cui finalità sono legate principalmente allo stu-dio delle volumetrie del costruito, alla costruzione delle sezioni altimetriche, agli studi vegetazionali per le aree a verde. Nella presentazione del caso studio verranno inoltre de-scritte le metodologie di progetto e di rilievo, con acquisi-zioni da UAV, esaminando tutti gli aspetti procedurali di questa disciplina (dalla fase di pianificazione del volo, di gestione ed elaborazione dei dati, fino a quella di restitu-zione in stereoscopia e di produzione cartografica secondo le norme INSPIRE) e valutando le potenzialità e le criti-cità degli strumenti e delle procedure considerate. Appare interessante il confronto fra le procedure classiche della ripresa e restituzione digitale fotogrammetrica e quelle odierne basate su procedure semi-automatiche.

Modelli HBIM da nuvola di punti: la verifica metrica dei dati e la valutazione dei risultatiFrancesca MatronePolitecnico di TorinoL’innovazione tecnologica degli ultimi anni che ha inve-stito il settore dell’architettura, dell’ingegneria e delle co-struzioni ha permesso di sviluppare e sperimentare nuove metodologie di rilievo a supporto della gestione del pa-trimonio edilizio esistente. All’interno di questo contri-buto verranno trattate alcune metodologie di rilievo inte-grato quali fotogrammetria terrestre e aerea tramite APR (Aeromobili a Pilotaggio Remoto) e tecnica laser scanner ai fini della costruzione di modelli architettonici tridi-mensionali. L’obiettivo di questa ricerca è dunque legato alla realizzazione di nuvole di punti georiferite, che forni-scano la base per la definizione di geometrie e componenti in modelli tridimensionali object-oriented quali l’HBIM (Historical Building Information Modeling).Il caso studio del Sacro Monte di Varallo (VC), un com-plesso devozionale del XV secolo dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 2003, fornisce qui il campo di prova per l’applicazione di tale metodologia e per la successiva analisi e valutazione dei dati del modello pa-rametrico realizzato. Questo confronto è condotto valu-tando la deviazione delle geometrie costruite nel modello HBIM dalla nuvola di punti, qui utilizzata come dato di riferimento.

Rilievo e monitoraggio di una cava di marmocon tecniche fotogrammetriche da dronePaolo RossiUniversità degli studi di Modena e Reggio EmiliaLa fotogrammetria da drone permette di eseguire rilievi in ambienti ostili, come le cave, garantendo operazioni veloci ed in condizioni di sicurezza, la creazione di prodotti det-tagliati ed accurati che migliorano la gestione dell’attività estrattiva e consentono il monitoraggio dei quantitativi dei materiali cavati. Il caso analizzato è rappresentato da una cava di marmo del distretto di Carrara, un ambiente difficile da rilevare con tecniche tradizionali a causa delle sue dimensioni, caratteristiche morfologiche e specificità. In particolare, lo studio riguarda l’analisi dei dati multi-temporali raccolti dopo rilevamento fotogrammetrico eseguito per scopi professionali ed esamina le strategie adottate oltre alle potenzialità di tale metodologia ed alle criticità emerse. Inoltre sono illustrati alcuni dei prodotti di maggiore utilità nel contesto ambientale del presente studio, ottenibili dopo ricostruzione tridimensionale: or-tofoto, mappe, assetto dei pendi e dei fronti di scavo, li-nee di frattura, analisi di volume; in particolare sono state analizzate le variazioni volumetriche relative a due rilievi successivi.

Analisi di immagini multispettrali per la valutazione e la pianificazione del verde urbanoAldo ZocchedduUniversità degli Studi di SassariPer molto tempo il ruolo del verde urbano è stato bana-lizzato come un unico elemento ornamentale e accessorio delle città. Attualmente ci sono studi e opere in tutto il mondo che parlano dei valori del verde urbano come una risorsa che offre un’ampia varietà di risposte alle esigen-ze dell’uomo. Alberi e spazi verdi aiutano a pulire l’aria rimuovendo inquinanti durante il processo di traspira-zione; possono alleviare il problema dell’effetto di isola di calore urbano, abbassando le temperature percepite grazie all’ombreggiamento e mitigazione del calore; e in generale, contribuiscono a mitigare l’impatto ambientale dell’attività cittadina sul territorio. Una corretta pianifica-zione e gestione del verde, è di conseguenza fondamentale per preservare le funzioni ecologiche della natura in città, pertanto, le informazioni quantificabili sulla disponibili-tà, distribuzione e monitoraggio del verde, risultano essere necessarie ed essenziali per raggiungere tale obiettivo. A questo scopo, il presente lavoro, servendosi dei principi e delle tecniche di acquisizione e di analisi di immagi-ni multispettrali, sempre più spesso integrate nei Sistemi Informativi Territoriali, propone un approccio alternativo per la mappatura avanzata della copertura vegetale, in una zona campione del centro urbano della città di Alghero. L’applicazione del metodo fa uso del calcolo dell’indice di vegetazione NDVI, che registrando l’elevata risposta spettrale della clorofilla, permette di conseguenza la lo-calizzazione puntuale e la quantificazione del contenuto vitale della vegetazione.

Ricevitore GNSS con 394 canali e alte prestazioni

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Ricevitore GNSS con 394 canali e alte prestazioni

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MERCATO

IN MOSTRA AL CONVEGNO SIFET DI GAETA LA PRE-

STIGIOSA COLLEZIONE APRILE DI STRUMENTI TO-

POGRAFICI

Se è vero che Il Geoportale Nazionale si rinnova e rivolge la sua attenzione ai Comuni La collezione APRILE, che sarà visitabile all’interno del 63° Convegno Nazionale SIFET nel Castello Angioino di Gaeta dal 20 al 22 Giugno 2018, comprende alcuni degli strumenti di misurazione più co-muni usati nel passato ad opera dei geometri e topografi.I geometri si trovavano spesso a lavorare in territori ostili e a trascorrere mesi sul campo misurando montagne, fiumi, coste e altri elementi topografici con i loro fidati strumen-ti di misurazione.Fino all’avvento della Rivoluzione Industriale nella secon-da parte del XIX secolo, questi strumenti erano realizzati da artigiani che, di frequente, erano anche inventori au-todidatti.I pezzi venivano spesso rifiniti con particolari e intagli raffinati che variavano a seconda di chi li aveva commis-sionati. Anche in seno a piccole serie di 10-20 pezzi, ogni strumento poteva essere considerato un pezzo unico per via delle diverse rifiniture che lo contraddistinguevano dagli altri.I migliori strumenti di misurazione facevano parte dell’at-trezzatura scientifica più avanzata dell’epoca, essendo estremamente ricercati e di immenso valore, non solo per i livelli di precisione mai raggiunti prima di allora, ma anche per la maestria artigianale e l’estetica sublime che emanavano.Nella collezione APRILE fanno capolino strumenti realiz-zati da illustri artigiani del XIX secolo, come Troughton & Simms di Londra, creatori di strumenti per gli osserva-tori di Greenwich e Melbourne.Un altro celebre artigiano britannico presente nella colle-zione è Thomas Jones, la cui importanza gli è valsa la no-mina a Membro della Royal Society of London nel 1835.La Salmoiraghi gia La filotecnica di Milano, del prof. Porro e Ing. Angelo Salmoiraghi. Spanò meccanica di precisione di Napoli. Kern, Wild, Zeiss Jena.Oltre ai costruttori europei, la collezione vanta anche pez-zi realizzati da società americane, come la Young & Sons di Filadelfia e la Keuffel & Esser di New York.Sia le società europee, sia quelle americane presenti nella collezione fornivano strumenti alla U.S. Coastal Survey, istituita nel 1807 per realizzare la mappatura geodetica della linea costiera degli Stati Uniti.

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MERCATO

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MERCATO

L’eccellenza dei dati geograficiToponomastica e numerazione civica

A beneficio degli ambiti di utilizzo più maturi ed esigenti, per la gestione e per la pianificazione geografica e quotidianadelle reti e delle utenze, della grande e media distribuzione, della raccolta RSU, dei sistemi navigazionali e del car-sharing,per l’attività politica e per quella amministrativa. www.studiosit.it • [email protected]

LA RELEASE TOPCON MAGNET ENTERPRISE COMPRENDE L'INTEGRAZIONE DI AUTODESK BIM 360

Topcon Positioning Group annuncia che il sistema software MAGNET® Enterprise è stato aggiornato al fine di estendere l'integra-zione con le soluzioni Autodesk mediante una nuova connessione cloud Autodesk BIM 360.

L'integrazione con BIM 360 è stata studiata per dare agli utenti di MAGNET Enterprise (https://www.topconpositioning.com/it-it/magnet-productivity-suite/magnet-enterprise-solutions/magnet-enterprise) la possibilità di gestire piani 2D, modelli 3D e qualsiasi altro documento di progetto negli ambienti BIM 360 o Autodesk A360 Drive. Il software è progettato per semplificare la gestione dei documenti in senso bidirezionale fra gli operatori sul campo e l’ufficio e per fornire una posizione dedicata per condividere e salvare i file di progetto più recenti.

"L'integrazione di BIM 360 consente ai team di lavoro di eseguire tracciamenti di cantiere dai progetti memorizzati nel cloud Autodesk o raccogliere dati di rilievo e posizionamento che possono essere caricati direttamente su BIM 360", ha affermato David Ahl, direttore del dipartimento di gestione dei prodotti software. "Inoltre, gli utenti dei sistemi di automazione delle macchine pos-sono accedere ai documenti Autodesk tramite Enterprise e Sitelink3D."

"La connettività cloud è un altro esempio di come Topcon e Autodesk lavorino insieme per offrire ai nostri utenti un flusso di lavoro conciso e sintetico al massimo, mediante la collaborazione e l’impegno all’apertura del nostro software", ha proseguito Ahl.

Per ulteriori informazioni, visitare topconpositioning.com.

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MERCATO

L’eccellenza dei dati geograficiToponomastica e numerazione civica

A beneficio degli ambiti di utilizzo più maturi ed esigenti, per la gestione e per la pianificazione geografica e quotidianadelle reti e delle utenze, della grande e media distribuzione, della raccolta RSU, dei sistemi navigazionali e del car-sharing,per l’attività politica e per quella amministrativa. www.studiosit.it • [email protected]

Via Indipendenza, 10646028 Sermide - Mantova - Italy

Phone [email protected] www.geogra.it

LA NUOVA GENERAZIONE DI SENSORI TERMI-CI DJI ZENMUSE XT2Le nuove Zenmuse XT2: si tratta di camere termiche basate su un design a doppio sensore, per una visione simultanea dei dati RGB e termici.Per aiutare nell’interpretazione dei dati, l'XT2 ha nuove opzio-ni che semplificano l’estrazione delle informazioni da entrambi i flussi di dati, la tecnologia FLIR MSX e nuove funzioni di tracciamento e avviso, oltre a quelle standard presenti nell'XT originale. 3D TARGET è lieta di presentare le nuove Zenmuse XT2: si tratta di camere termiche basate su un design a doppio sensore, per una visione simultanea dei dati RGB e termici. Per aiutare nell’interpretazione dei dati, l'XT2 ha nuove opzioni che semplificano l’estrazione delle informazioni da entrambi i flussi di dati, la tecnologia FLIR MSX e nuove funzioni di tracciamento e avviso, oltre a quelle standard presenti nell'XT originale.

Le principali caratteristiche di questa nuova soluzione sono:

Configurazione a doppio sensore: sensore termico Tau 2 e fotocamera digitale RGB da 12 MP. XT2 utilizza i sensori Tau 2 di fascia alta, disponibili con varie combinazioni di risoluzione e lente, ma tutti con la funzione radiometrica – per consentire la memorizzazione dei dati di temperatura in ogni pixel - e un frame rate massimo di 30 Hz.

Flir MSX: Multi Spectral Dynamic Imaging, migliora la nitidezza termica integrando i dettagli della fotocamera digitale nei video e negli scatti termici.

Temp Check: Possibilità di impostare delle soglie di temperature limite oltre le quali il sistema invia un allarme.PiP: Picture in Picture permette di visualizzare contemporaneamente l’immagine termica e quella visibile sovrapposte.Quick track e Heat track: Possibilità di tracciare e seguire l’oggetto a temperatura più alta (o quello scelto).Involucro resistente alle intemperie con livello di protezione IP44.XT2 sfrutta le funzioni di computer vision di DJI e strumenti di interpretazione dei dati termici, permettendo di sfruttare al

massimo i dati durante l’acquisizione sul campo.

Zenmuse XT2 può essere impiegata in un'ampia gamma di applicazioni, tra gli altri ricordiamo i settori della pubblica sicurezza e dell'energia.

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40 GEOmedia n°2-2018

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Dighe, laghi, cave in falda, bacini, fiumi e canali fino a 4 m/s. Insensibili ai bassi fondali e alla presenza di alghe e detriti

NCTECH PRESENTA ISTAR PULSAR: UN NUOVO SISTEMA PER CATTURARE LA REALTÀ IN MOVIMENTOL'azienda introduce un nuovo sistema di acquisizione dati progettato per cat-turare la realtà in movimento: iSTAR PulsariSTAR Pulsar è progettato per acquisire dati a 360 gradi mentre è montato su un veicolo, un drone o in spalla ad un pedone. Il sistema è disegnato per faci-lità d'uso e non richiede alcuna esperienza di fotografia. L'app iSTAR Pulsar offre la possibilità di pianificare percorsi, nonché di visualizzare e condividere i contenuti online.iSTAR Pulsar è progettato specificamente per acquisire dati a 360° in movi-mento ed è stato sviluppato in collaborazione con Sony e Intel. Il sistema può essere utilizzato in una serie di applicazioni industriali e smart city, come ad esempio:

Valutare l'impatto delle nuove costruzioni per la pianificazione urbana Fornire documentazione della città per la gestione delle risorse Fornire analisi dei trasporti per ridurre la congestione Monitoraggio del flusso di persone per aumentare la sicurezza

Neil Tocher, co-fondatore e Chief Technical Officer di NCTech ha dichiarato: “With just a tap, iSTAR Pulsar provides fully auto-mated 360° panoramic image capture. It’s not a camera in a traditional sense – it is capturing huge amounts of high resolution data that is connected to our vast cloud processing pipeline, offering a fully automatic workflow from capture to delivery.”iSTAR Pulsar offre una soluzione edge-to-cloud completamente autonoma per l'acquisizione di immagini panoramiche a 360 gradi fino a 7 fotogrammi al secondo. iSTAR Pulsar offre la massima qualità possibile dell'immagine con la semplice pressione di un pulsante.

Dettagli del prodotto La risoluzione sferica ad 11K senza precedenti fornisce ad iSTAR Pulsar una risoluzione pari al doppio di quella dei sistemi sferici

standard da 8K, offrendo un'immagine panoramica da 60,5 megapixel. Pre-calibrazione a livello sub-pixel con un'analisi approfondita avanzata. Ottimizzato per piattaforme mobili, iSTAR Pulsar regola la velocità di acquisizione durante l'elaborazione per fornire una distan-

za dell'intervallo coerente, riducendo al minimo i requisiti di archiviazione e elaborazione dei dati. L'analisi di misurazione ponderata garantisce che le zone di maggior interesse siano perfettamente esposte. La pipeline di post-elaborazione completamente automatica include una funzione opzionale di stabilizzazione dell'orizzonte

automatica per rettificare qualsiasi inclinazione e ancheggiamento indotti durante l'acquisizione a piedi. Design robusto, resistente alle intemperie e agli urti, con sensori GPS e IMU ad alta precisione integrati per garantire un'integra-

zione diretta senza sforzo con i sistemi GIS. Le tecnologie avanzate di crittografia simmetrica e asimmetrica garantiscono la sicurezza dei dati end-to-end dall'acquisizione alla

consegna.

Sarà possibile provare iSTAR Pulsar direttamente dal vivo a SPAR 3D Expo a giugno.

4th INTERNATIONAL CONFERENCE ON

METROLOGY FOR ARCHAEOLOGY AND CULTURAL HERITAGE

CASSINO, ITALY | 22 - 24 OCTOBER 2018

• Methodologies and measurements for diagnostics and conservation

• Geomatics for Cultural Heritage research and management

• Non-destructive techniques for archaeological diagnostics

• 3D recording and modelling for Cultural Heritage • Metrology in landscape archaeology • Metrological approaches to the study of written

Heritage

ORGANIZERS GENERAL CHAIRS Pasquale Daponte University of Sannio, Italy

Marilena Maniaci University of Cassino, Italy TECHNICAL PROGRAM CHAIRS Francesco Fontanella Marco Laracca Cristina Corsi Elena Garcea PUBLICATION CHAIR Lucio Del Corso SPECIAL SESSION CHAIRS Assunta Pelliccio Eugenio Polito AWARD CHAIR Maria Grazia D’Urso TREASURY CHAIR Sergio Rapuano

MARCH 30, 2018 Special Session Proposal JULY 10, 2018 Extended Abstract Submission AUGUST 30, 2018 Notification of Acceptance OCTOBER 1, 2018 Full Paper Submission

IMPORTANT DATES

LOCAL ARRANGEMENTS

TOPIC AREAS • Metrological approaches in architecture and visual arts

• Bioarchaeology and palaeodiet measurements

• Archaeometry • Archaeozoology • Archaeobotany • Metrological analyses of raw materials • Computer science and 3D survey • Metadata and digital management in

archaeology • Ancient scientific instruments

www.athenaconsulting.eu [email protected] www.metroarcheo.com

CALL FOR PAPERS You are invited to submit papers for the 4th International Conference on Metrology for Archaeology and Cultural Heritage to be held in Cassino, Italy. MetroArchaeo brings together researchers and operators in the enhancement, characterization and preservation of archaeological and cultural heritage with the main objective of discussing production, interpretation and reliability of measurements and data. The conference is conceived to foster exchanges of ideas and information, create collaborative networks and update innovations on “measurements” suitable for cultural heritage for archaeologists, conservators and scientists.

PAPER SUBMISSION Authors are invited to submit an original extended abstract (4 pages), reporting original research of a theoretical or applied nature using the Open Conference System. The paper should explain the significance of the contribution and contain a list of key references. All papers must be written in English according to the guidelines provided on the MetroArchaeo 2018 website: http://www.metroarcheo.com

All Accepted Papers will be submitted for publication to IEEE Xplore.

SPECIAL SESSIONS Special sessions will be organized on specific topics, see online at http://www.metroarcheo.com/special-session

AWARDS The best contributions will be awarded, including the Best Student Paper Award, the Best Paper authored and presented by a woman, the Best Poster and the Best Demonstration.

42 GEOmedia n°2-2018

REPORT

innovazione corre ve-loce sul filo del cloud computing, e così si adeguano i servizi di

GEOWEB, azienda leader nei servizi per i professionisti, nata negli anni 2000 sulla scia del catasto digitale e dei servizi telematici per i geometri, periti industriali, periti agrari e dotto-ri chimici/fisici.La maggiore complessità di dati nell’era del digital sensing e dei big data, impone a tutta la società civile un cambio di pa-radigma che sposta l’attenzione verso il Cloud come risorsa a tutto tondo, in grado di sup-portare operazioni in tempo reale e dare risposta all’esigenza di storage di dati ormai trop-po onerosi per risiedere sui PC degli studi professionali. La fase della società mobile o

ubiquitous in cui viviamo, im-pone sistemi non più centrati sui personal computer, ma sui dispositivi di convergenza di-gitale oggi disponibili (tablet e smartphone) che ci accompa-gnano a casa, in campagna, in ufficio (smart working). I por-tali informativi della prima era internet si sono trasformati in sistemi collaborativi, e incom-be l’AI (Artificial Intelligence) che sta prendendo possesso dei nostri dati, integrando funzioni complesse di analisi, potendo, in tempo reale, rico-struire “frame dimensionali” che l’intelligenza umana può comprendere ma che difficil-mente saprebbe computare. Questo oggi, è quanto dispo-nibile via ‘rete’ ed è in questi termini che continueremo ad usarla, come già facciamo da

molto tempo con i portali car-tografici, con i dati ambientali e meteo. In conclusione, la maggior parte dei servizi, so-prattutto quelli di ausilio alle professioni, stanno passando dalla fase di servizi dedicati a quella di servizi di Commu-nity di tipo “SaaS”, ma anche “RaaS”1, che rappresentano la punta dell’iceberg di come la nostra società digitale stia spostando il focus dalla natu-ra computazionale del nostro dominio personale, alla natura partecipativa della rete (condi-visione multi-professionale).

I servizi cloud baseddi GeoSDHIl complesso dei servizi che popoleranno l’offerta GeoSDH spaziano nell’ambito delle tec-niche e dei dati del mondo geo-

“Non è la

conoscenza, ma l’atto

dell’apprendimento

e del raggiungere

la meta, che ci

garantisce il maggior

godimento” -

Carl Friedrich Gauss

A cura del team disviluppo di GEOWEB

GeoSDH @ GEOWEB 4.0Vi spieghiamo il futuro di GEOWEB: servizi innovativi basati su informazioni geospaziali

Fig.2 - Aprile 2017. Nasce il concetto di Geospatial Smart Data Hosting @(at) GEOWEB, o semplicemente i servizi GeoSDH, che comprendono 6 aree di sviluppo di servizi basati sul cloud.

L’

GEOmedia n°2-2018 43

REPORT

contesto di integrazione piena di un nuovo workflow digitale.Anche per questo processo sarà necessario operare un passaggio che, dall’attuale dematerializ-zazione degli atti porti ad una vera Digital Transformation. E’ lo stesso processo che gli utenti di GEOWEB hanno condotto insieme all’Amministrazione (catasto - AdE) perseguendo, negli ultimi 20 anni, il passag-gio dal catasto analogico con procedure manuali al catasto numerico con aggiornamento cartografico automatico pas-sando da PREGEO a WEGIS e GEOPOI.La necessità è quella di andare verso la la numerizzazione degli atti, ovvero la smaterializzazio-ne a favore del tutto digitale, che prelude alla vera trasforma-zione digitale della società del terzo millennio. Città digitali e smart supportate dalla carto-grafia dei 3D city model. Ciclo di vita del fabbricato e delle infrastrutture gestiti attraverso l’uso massivo del BIM e dei sistemi di CAD management basati su applicazioni web, cloud e mobile. E’ questo il mainstream in cui si pone il progetto di ricerca applicata Metior di GEOWEB, nel cui contesto vive la soluzione GeoSDH.

spatial, il che vuol dire che l’u-tente potrà accedere a sistemi di gestione di nuvole di punti generati dai sistemi laser scan-ner e LIDAR, oppure a sistemi di fotogrammetria di supporto alle nuove tecnologie APR, ma anche a sistemi con i quali sia possibile, in pochi passaggi, creare il proprio microGIS 3D. Il ventaglio applicativo sarà popolato attraverso la localiz-zazione di precisione GNSS, da dati SAR per il calcolo della stabilità dei pendii o dei fab-bricati e per la valutazione del rischio sismico. Una visione di sintesi dei servizi GeoSDH è quella disegnata in fig.1, con i primi servizi già operativi e disponibili per gli utenti Pre-mium di GEOWEB.

GeoDaC (Geospatial Data Cloud) - Con questo servizio l’utente può trasferire le cospi-cue moli di dati provenienti da tecnologie Laser Scanner, e sfruttare immediatamente le potenzialità dei servizi di smart data hosting in modalità ubi-quitous (su tablet, smartphone, PC). Il mondo del geospatial è caratterizzato da tipologie di dati che richiedono grossa po-tenza di archiviazione e di data processing. Tutte caratteristiche che la piattaforma GeoSDH con la sua architettura, mette a disposizione di chi lavora con le ‘nuvole di punti’.

3DCapture – Quando a cat-turare la realtà fisica e tradurla in digitale, con metodo foto-grammetrico, è il professionista stesso, lo fa attraverso questo servizio che raccoglie in sé la sfida del 3D Imaging (siste-mi APR con sensori standard come camere fotogrammetri-che e tradizionali, e/o con sen-sori termici).3DCapture è fruibile, su tutte le piattaforme web desktop o mobile, e bastano pochi click

per avere un modello 3D idoneo ad essere misurato, a produrre documentazione, ad essere condiviso in rete (es, preview di un lavoro) con il committente o con altre professionalità coinvolte nel progetto. Stereo modelli fruibili via web per misure di precisio-ne fotogrammetrica, Ortofoto, microGIS 3D, questi alcuni dei prossimi rilasci del proget-to. Prodotti che andranno ad alimentare altre filiere digitali e che serviranno a produrre i dati necessari per i 3D City model di prossima diffusione. Il mondo del 3D capturing fa parte del nuovo modo di impiegare i sistemi UAV nei settori dell’ispezione di im-pianti/cantieri/infrastrutture, in agricoltura di precisione e in molte altre attività umane che le tecnologie innovative delle immagini digitali e del volo ci stanno già offrendo. I servizi 3DCapture rappresentano una prima ricaduta del lavoro con-giunto tra GEOWEB, che ha curato gli aspetti del Cloud, e Menci Software che ha fornito la tecnologia fotogrammetrica (APSWeb).

DecoSEL (Decostruzione Se-lettiva) - Un servizio dedicato all’integrazione del Piano di Smaltimento dei Rifiuti in un

La gallery GeoSDH derivata da dati laser scanner e fotogrammetrici.

44 GEOmedia n°2-2018

REPORT

ConclusioniLo scopo di questo processo di in-novazione è quello di porsi al fianco degli utenti, in un momento non facile dell’evoluzione sociale e di mercato, introducendo il professio-nista classico (misuratore di punti e poligonali, redattore di DOCFA e fondamentalmente catasto-centrico) al mondo delle ‘nuvole di punti’, alla realtà virtuale ed aumentata, ai prossimi workflow digitali del-la società del futuro. Lo facciamo con il necessario supporto della formazione che, passo dopo passo, introduce all’uso delle diverse tec-nologie e servizi, in un viaggio dove è proprio l’atto dell’apprendimento e del raggiungere la meta, che, come afferma Gauss, garantisce il maggior godimento.

NOTE1 SaaS (Software as a Service), e RaaS (Robotics as a System): Il primo è in uso nella terminologia del mondo IT per indicare il passaggio da software basati sui nostri PC, a quelli di nuova generazione basati per lo più su piattaforme remote (cloud). Il secondo è un concetto espresso da una azienda leader nel proprio segmento di mercato, la quale basa le sue attività sui sistemi robotici come i Droni, la documentazione dei complessi edili o delle in-frastrutture, per lo più con immagini e sistemi LIDAR, che producano dati e modelli 3D da uti-lizzare con sistemi assimilabili a quelli proposti in ambito GeoSDH.

PAROLE CHIAVEGeoSDH; GeoDaC; 3DCapture; DecoSEL; Laser Scanner; Fotogrammetria

ABSTRACTInnovation runs fast on the edge of the cloud computer science and GEOWEB, company born in the 2000s following the digital ca-dastre and telematics services for surveyors, industrial surveyors, agricultural surveyors, adapt its services to the needs of professionals. Infact GEOWEB proposes in this article all its new cloud based GeoSDH services: GeoDaC (Geospatial Data Cloud) - DecoSEL (Selec-tive Deconstruction) - 3DCapture and Project Management Unit Service.

AUTORETeam di sviluppo di [email protected] Luca Gaurico 9/1100143 Roma

Una PMU per i fondi FESR

Oltre ai progetti e alle soluzioni in ambi-to GeoSDH, GEOWEB nella stessa scia di innovazione e supporto ai propri iscritti PREMIUM, ha attivato il servizio PMU (Project Management Unit), la cui genesi è legata alla equiparazione dei professioni-sti con le PMI. Dal 2016 quindi, gli stes-si possono accedere alle forme di sostegno previste nel quadro della programmazione 2014-20 del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR). GEOWEB attraverso il servizio PMU fornisce quindi assistenza tec-nica specialistica per l’accesso agli strumenti di incentivazione per lo sviluppo di impresa. Il servizio end-to-end erogato prevede:

• monitoraggio, identificazione e selezione delle opportunità di finanziamento.

• analisi di finanziabilità.• supporto alla presentazione delle proposte

progettuali.

Il servizio è disponibile all'urlªpmu.geoweb.it

The Intersection ofInfrastructure and Technology

I passi da gigante nelle tecnologie di comunicazione e misurazione stanno trasformando il modo in cui le infrastrutture sono costruite. Creando soluzioni che abbracciano questi progressi, lavoriamo per aiutarvi a stare al passo con gli sviluppi di oggi e di domani. La nostra integrazione di posizionamento ad alta precisione, imaging ad alta velocità, gestione delle informazioni basata su cloud e semplificazione dei processi, crea maggiore produttività, qualità avanzata e sostenibilità migliorata.

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The Intersection of Infrastructure

and Technology

Nell'immagine una porzione del castello di Castelferretti (in prima di copertina) rilevata attraverso im-magini con camera full frame, ed elaborate a nuvola di punti sul sistema 3DCapture. GeoDaC e 3DCapture possono convivere attraverso il visualizzatore GeoAV in una unica sessione di lavoro o di rappresentazione.

GEOmedia n°2-2018 45

REPORT

The Intersection ofInfrastructure and Technology

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The Intersection of Infrastructure

and Technology

3-7 GIUGNO 2018ISPRS Symposium "TowardsPhotogrammetry 2020"Riva del Garda (Italy)https://goo.gl/1c5muu

12 Giugno 2018 BarcellonaPhotoconsortium Annual Eventwww.geoforall.it/ku888

18 – 20 GIUGNO 2018Museum Next Europe 2018Londra (United Kingdom)Website: www.museumnext.com

20 - 22 GIUGNO 201863° Convegno Nazionale SIFETGaeta (Italy)https://bit.ly/2x5booi

24 - 27 GIUGNO 2018SALENTO AVR 2018Otranto (Italy)www.salentoavr.it

3 – 6 LUGLIO 201834° Convegno InternazionaleScienza e Beni CulturaliBressanone (Italy)www.scienzaebeniculturali.it

4 - 6 LUGLIO 2018IX Convegno Internazionale AIT 2018Firenze (Italy)https://bit.ly/2KDV27V

22 - 27 LUGLIO 2018Scientific Methods in CulturalHeritage Research - GordonResearch ConferenceCastelldefels (Spain)www.grc.org/scientificmethods-in-cultural-heritageresearch-conference/2018/

5 - 8 SETTEMBRE 20183DV 2018 - 6thInternational Conference on 3DVisionVerona (Italy)http://www.3dv.org

10 - 13 SETTEMBRESPIE 2018 - Remote Sensing SymposiumBerlino (Germany)www.geoforall.it/kwuxx

12 - 14 SETTEMBRE 2018Geosciences for the environment, natural hazard and cultural heritageCatania (Italy)http://www.sgicatania2018.it

26 – 28 SETTEMBRE 2018XXI NKF Congress – Culturalheritage facing catastrophe:prevention and recoveriesReyKjavik (Iceland)https://www.nkf2018.is/

3 - 5 OTTOBRE 2018TECHNOLOGY for ALL 2018Roma (Italy)https://www.technologyforall.it/

25 - 28 OTTOBRE 2018ICOMOS-ICAHM Annual MeetingMontalabano Elicona, Messina (Italy)https://bit.ly/2Iy9GRv

12 - 15 NOVEMBRE 2018VISUAL HERITAGE - CHNT 2018Vienna, (Austria)http://2018.visualheritage.org/http://www.chnt.at/form_registration/

21 - 24 NOVEMBRE 2018Image and Research 2018 - 15th International ConferenceGirona (Spain)https://bit.ly/2IAbPMz

27 - 29 NOVEMBREXXII Conferenza Nazionale ASITABolzano (Italy)http://www.asita.it/

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