S 2011 A Area Sindacale · Settembre 2011 Anno 7- n.65...continua a pagina 2 Sommario Cosa stiamo...

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ANNO 7- N.65 SETTEMBRE 2011 ...continua a pagina 2 Sommario COSA STIAMO ASPETTANDO? 1 ARTICOLO 8: LA NOSTRA POSIZIONE 1 MANOVRA PERICOLOSA 3 ASSEGNI AL NUCLEO FAMILIARE 2011 - 2012 5 HOTEL GALILEO: SIGLATO IL 1° C.I.A. 7 VIA PARAVIA A MILANO: LA STORIA SI RIPETE? 10 MANOVRA 2011 E RISVOLTI SINDACALI 11 A r ea S indacale u i lt u c s l o m b a r d i a p e r i o d i c o d i a p p r o f o n d i m e n t i , a g g i o r n a m e n t i t e c n i c i e d i b a t t i t o p o l i t i c o Articolo 8: La nostra posizione Il susseguirsi delle manovre finanziarie del governo richiede una valutazione complessiva da fare in sedi e momenti appropriati, ma per quanto riguarda l’ultima versione dell’art. 8 del decreto, che prevede la possibilità di stipulare accordi aziendali in deroga alle leggi e ai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, la UILTuCS di Milano e Lombardia esprime il suo convinto, ragionato e radicale disaccordo. Nel merito, perché tende a scardinare una civiltà del lavoro incen- trata su tutele “naturalmente” universali presenti nella legislazione e nel contratto nazionale di categoria. Nel metodo, in quanto la presenza di questa “misura” in una mano- vra di risanamento finanziario equivale a un corpo estraneo di natura politica che dimostra poco rispetto per l’autonomia della contrattazione e delle relazioni sindacali. Chiediamo alla nostra Confederazione di mettere in campo la sua intelligenza, la sua cultura e la sua forza per togliere questo articolo dal decreto. Documento Approvato all’Unanimità dalla Segreteria UILTuCS-UIL di Milano e Lombardia nella riunione del 5 Settembre 2011 REDAZIONALE Cosa stiamo aspettando? Le quattro versioni di intervento per la stabilizzazione finanziaria che, fino ad oggi, sono state proposte all’at- tenzione interna ed esterna del nostro paese, danno il senso dell’accelera- zione schizofrenica di una discussione governativa che ha perso la stella polare di un disegno di prospettiva per occuparsi solo di assecondare, in una condizione di ridotte disponibilità, le differenti e talvolta contrapposte ri- chieste di un arcipelago di interessi di riferimento elettorale, nella speranza di ottenere quell’ormai difficilissimo equilibrio di consensi necessario alla propria sopravvivenza politica. L’elemento più eclatante di questo scenario è sicuramente rappresentato dall’introduzione, nel pacchetto di misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria, delle norme, riguardanti la contrattazione collettiva di prossimità, che consentirebbero la deroga dai fondamentali del lavoro svincolando- si dai CCNL e dalle norme di legge e consentendo così di ampliare lo spazio per la flessibilità in uscita con una nuova leva azionabile per il licen- ziamento in assenza di giusta causo o di giustificato motivo. Si è parlato di vendetta del Mini- stro del Lavoro verso i lavoratori e di scollegamento totale di questo tema dalle esigenze di riordino finanziario del paese. È opportuno su questo soffermarsi per comprendere meglio la natura e la pericolosità della tendenza alle origini una tale iniziativa legislativa. Se dal punto di vista contabile, è

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Anno 7- n.65Settembre 2011

...continua a pagina 2

SommarioCosa stiamo aspettando? 1artiColo 8: la nostra posizione 1manovra periColosa 3assegni al nuCleo Familiare 2011 - 2012 5Hotel galileo: siglato il 1° C.i.a. 7via paravia a milano: la storia si ripete? 10manovra 2011 e risvolti sindaCali 11

AreaSindacale

uiltucslombardia

periodico di approfondimenti, aggiornamenti tecnici e dibattito politico

Articolo 8: La nostra posizioneIl susseguirsi delle manovre finanziarie del governo richiede una

valutazione complessiva da fare in sedi e momenti appropriati, ma per quanto riguarda l’ultima versione dell’art. 8 del decreto, che prevede la possibilità di stipulare accordi aziendali in deroga alle leggi e ai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, la UILTuCS di Milano e Lombardia esprime il suo convinto, ragionato e radicale disaccordo.

Nel merito, perché tende a scardinare una civiltà del lavoro incen-trata su tutele “naturalmente” universali presenti nella legislazione e nel contratto nazionale di categoria.

Nel metodo, in quanto la presenza di questa “misura” in una mano-vra di risanamento finanziario equivale a un corpo estraneo di natura politica che dimostra poco rispetto per l’autonomia della contrattazione e delle relazioni sindacali.

Chiediamo alla nostra Confederazione di mettere in campo la sua intelligenza, la sua cultura e la sua forza per togliere questo articolo dal decreto.

Documento Approvato all’Unanimità dalla Segreteria UILTuCS-UIL di Milano e Lombardia nella riunione del 5 Settembre 2011

redAzionAle

Cosa stiamo aspettando?Le quattro versioni di intervento

per la stabilizzazione finanziaria che, fino ad oggi, sono state proposte all’at-tenzione interna ed esterna del nostro paese, danno il senso dell’accelera-

zione schizofrenica di una discussione governativa che ha perso la stella polare di un disegno di prospettiva per occuparsi solo di assecondare, in una condizione di ridotte disponibilità,

le differenti e talvolta contrapposte ri-chieste di un arcipelago di interessi di riferimento elettorale, nella speranza di ottenere quell’ormai difficilissimo equilibrio di consensi necessario alla propria sopravvivenza politica.

L’elemento più eclatante di questo scenario è sicuramente rappresentato dall’introduzione, nel pacchetto di misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria, delle norme, riguardanti la contrattazione collettiva di prossimità, che consentirebbero la deroga dai fondamentali del lavoro svincolando-si dai CCNL e dalle norme di legge e consentendo così di ampliare lo spazio per la flessibilità in uscita con una nuova leva azionabile per il licen-ziamento in assenza di giusta causo o di giustificato motivo.

Si è parlato di vendetta del Mini-stro del Lavoro verso i lavoratori e di scollegamento totale di questo tema dalle esigenze di riordino finanziario del paese.

È opportuno su questo soffermarsi per comprendere meglio la natura e la pericolosità della tendenza alle origini una tale iniziativa legislativa.

Se dal punto di vista contabile, è

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Settembre 2011 Area Sindacale N. 65

fuori dubbio che la norma legata all’ar-ticolo 8, contribuirà in modo irrilevante all’obiettivo del pareggio di bilancio da raggiungere entro il 2013 e quindi è davvero estranea alla principale natura dell’intervento straordinario richiesto al nostro paese, occorre però ricor-dare che essa corrisponde ad un’altra delle “raccomandazioni” contenute nella famosa e segretata lettera con la quale Jean Claude Trichet e Mario Draghi, in agosto, commissariavano il governo italiano indicando gli obbiettivi che la BCE avrebbe preteso in cambio dell’intervento a sostegno dei titoli di debito del Tesoro.

Lo scenario mostra sottotraccia alcuni elementi inquietanti.

Che il potere politico abbia perso la sovranità cara alle teorie weberia-ne, secondo le quali lo Stato moderno orienterebbe e condizionerebbe le attività economiche, sociali e culturali, prevalendo strutturalmente sugli altri poteri, e che il potere economico/finan-ziario sia sostanzialmente svincolato dalle influenze e dai condizionamenti di natura politica è un dato da tempo sotto gli occhi di chiunque.

Si potrebbero includere, in questo quadro di indebolimento del potere politico, le stesse misure di ridimen-sionamento strutturale della macchina di governo del paese (numero dei parlamentari, provincie, risorse dispo-nibili) che appaiono e scompaiono nel disegno generale di stabilizzazione finanziaria e che vengono generalmen-te acclamate per la riduzione dei costi della politica che esse rappresentano

Ma che la facoltà di influenza dell’e-conomia e della finanza verso il potere politico, che attraverso il dispositivo delle Lobby è sempre stato esercitato per condizionare, in modo più o meno

occulto, le scelte nei settori eco-nomici e produt-tivi dei governi, si convertisse in una facoltà esplicita del potere finan-ziario di dettare formalmente ad uno Stato obiettivi dell’azione di governo (pareggio di bilancio, flessibilità del mercato del lavoro in uscita, liberalizzazioni), tempi di realizzazione (scadenza del 2013) e modalità operative (decreti legge) rap-presenta una condizione un po’ diversa ed un po’ più preoccupante.

È generalmente preoccupante per l’idea stessa di governo della società, che sottende quest’immagine di una Direzione Generale di Banca Centrale che decide e dispone gli interventi legi-slativi di un apparato statale invece di esserne strumento di gestione.

Inevitabile pensare a quegli scenari di postdemocrazia verso i quali sem-bra virare l’attuale modello di sistema occidentale, nel quale viene meno la sostanza del processo stesso di par-tecipazione democratica (il cittadino difficilmente eleggerà e controllerà quei centri di potere economico e finanziario che controlleranno le leve di gestione della cosa pubblica), pur salvaguardan-done gli elementi di formalismo elettivo e rappresentativo.

Lo è ancor di più quando la natura di questi interventi, come nel caso dell’articolo 8, rappresenta il peggio-ramento delle condizioni di lavoro ed il venir meno delle garanzie a favore dei più deboli.

Perchè conferma una tendenza di destrutturazione di quel sistema di equilibrio tra il potere economico

dell’impresa ed il contrappeso del diritto della parte economicamente più debole del rapporto di lavoro.

E la destrutturazione di questo equi-librio, attraverso l’erosione del diritto del più debole (ma anche attraverso lo svincolo dell’impresa dai limiti imposti costituzionalmente, come nel caso dell’articolo del decreto secondo il qua-le all’iniziativa e all’attività economica privata “è permesso tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge” di consentire tutto ciò che non sia esplici-tamente vietato), sbilancia stabilmente il rapporto lavoratore-impresa creando le basi per un’escalation della conflit-tualità sociale.

É un destino ineludibile al quale non resta che rassegnarsi?

Di fronte ad una deriva di questa portata si impone la necessità di individuare un’adeguata strategia di resistenza.

Occorre lavorare per la ricompo-sizione di un fronte di protesta con iniziative che uniscano il tessuto sociale aggredito e che diano respiro ad una opposizione visibile e di lunga durata in grado di respingere l’attacco sferrato.

Ma non abbiamo tempistiche in-finite.

I tempi che stiamo vivendo ci hanno insegnato che i cambiamenti struttu-rali avvengono con velocità molto più elevate di quelle a cui il mondo era abituato solo 20 anni fa.

Oggi quindi, più che mai, tenere il passo per intervenire nei tempi utili, diventa una condizione imprescindibile per qualsiasi soggetto (politico, sociale, economico) svolga o intenda svolgere ruoli in grado di determinare le direzioni del cambiamento.

Ed allora... se intendiamo davvero svolgere un ruolo, conviene cominciare subito.

Sergio Del Zotto

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Area Sindacale N. 65 Settembre 2011

lA mAnovrA di StAbilizzAzione finAnziAriA: quArto Atto

Manovra PericolosaAbbiamo tutti seguito con stupore

l’evolversi di proposte, correzioni, revisioni ed emendamenti avanzati, approvati e poi ritirati.

In extremis abbiamo avuto il maxi-emendamento con tanto di fiducia al Senato e così abbiamo finalmente il risultato “definitivo” della manovra.

Questo intervento legislativo, in attesa che entri in vigore (siamo all’8 settembre e manca il voto della Ca-mera), va ricordato che è correttiva e aggiuntiva rispetto all’altra manovra di luglio, che poi a sua volta era aggiuntiva rispetto al PNR di giugno, che poi è an-che completamento dell’altra manovra urgente fatta 10 mesi fa nell’autunno 2010, che poi si combinava con l’inter-vento del cosiddetto Collegato Lavoro, che poi erano il proseguimento degli n decreti anticrisi di cui si è resa prota-gonista questa legislatura.

Possiamo dunque esprimere alcu-ne considerazioni, maturate durante il baillamme degli emendamenti e dei correttivi alla manovra una volta giunti al loro compimento con la forma de-finitiva di questa legge di correzione urgente dei conti pubblici.

Il punto più delicato della legge per le relazioni industriali, che coi conti pubblici poco dovrebbe centrare, è lì’ormai famigerato articolo 8.

Chi scrive condivide in pieno il documento della segreteria UILTUCS Lombardia, anche se personalmente dubito che si abbiano riscontri all’ap-pello alla cultura e all’intelligenza della nostra confederazione.

I documenti e le dichiarazioni pub-bliche della Segreteria Nazionale UIL, spiace ancora una volta dirlo, mostra-no infatti un deficit di comprensione delle realtà territoriali e del vissuto del mondo del lavoro.

Non trattandosi di una semplice ripresa del protocollo del 28 giu-gno, ma dell’introduzione di un principio di “diritto morbido”, ossia della elasticità della legge (di ogni legge, ogni contratto, ogni singolo istituto), anche di quella cardine del sistema di tutela del singolo lavora-tore che è la normativa sui licenzia-menti, ci si dovrebbe preoccupare della futura sostenibilità di politiche rigorose di emancipazione e difesa della condizione di tutti i lavoratori.

Su questa preoccupazione do-vrebbe oggi misurarsi la reale appar-tenenza a una seria cultura riformista e progressista. Non nutrire questa preoccupazione dimostra l’apertura di una distanza con questa cultura, alla quale, NOMINALMENTE, ci si continua a richiamare.

So bene che queste possono es-sere parole forti, ma la critica dura e schietta dovrebbe essere patrimonio di ogni organizzazione democratica.

Facciamo un esempio.

Aspetto di valutazione politica su cui la nostra Confederazione sta chiaramente prendendo un abbaglio è quella della tanto decantata, e motivo di meritorietà del nostro articolo 8, “vit-toria” sul sindacalismo giallo.

Il testo dell’articolo 8 richiama infatti a regole di rappresentatività che ancora oggi hanno il “vizio” di ritenersi univer-sali seppur partorite nel diritto privato.

E ciò ripropone con forza il proble-ma della definizione di organizzazione rappresentativa: anche nel nostro settore proliferano e si diffondono or-ganizzazioni autonome (che una volta avremmo definito pirata) ma che han-no, vuoi per l’INPS o per il CNEL, ma-turato il riconoscimento del requisito.

Infine, si aggrava sempre più la non risolta questione di UGL.

Firmataria di contratti per adesione, rappresentativa, addirittura, oggi, ami-ca con la quale manifestiamo e organiz-z i a m o ini-

ziative.

Che ci dicano, allora, chi dobbia-mo ritenere a noi vicino, e chi invece dobbiamo considerare un pericolo per la democrazia.

E sulla questione, mi ritrovo in pieno con chi sostiene che il sindacalismo giallo tornerà a essere un problema, anche dentro la nostra casa…, e i set-tori ai margini ove la legalità è spesso un principio astratto e una chimera, soffriranno di un imbarbarimento delle relazioni e di una sfida al dumping che sarà non più solo contrattuale, ma anche sindacale.

Si passa dalla presunzione di esclusività della rappresentanza da parte delle Confederazioni Sindacali (principio incardinato nella Costituzione ma mai attuato legislativamente) al far west della rappresentanza variegata e differenziata sul territorio?

E con le RSU come la mettiamo? Dovrebbero essere necessarie ma, per la legge, non esistono.

Altro esempio di critica nel merito della politica fiscale.

Non condivido l’apprezzamento che la UIL ha mostratoper le misure antievasione.

Se ripercorriamo le diverse formu-lazioni passate al dibattito parlamen-tare scopriamo infatti che nel finale la maggioranza ha manifestato poco coraggio, facendosi vincere da titu-banza e ritrosia: i passi indietro sulla questione del carcere ai maxi evasori, sulla pubblicità dei conti correnti, i continui ammorbidimenti sulla stretta ai beni aziendali intestati ai famigliari

dell’imprenditore, dimostrano che si sarebbe potuto fare di più.

Che persino questo Governo avrebbe potuto fare di più.

Che ciò che c’è di buono è poco più di una ripresa parziale di norme già esistenti e che solo due anni fa erano state bocciate dal centrodestra (ricordiamoci

del pacchetto Visco-Bersani tanto dileggiato).

Al capitolo costi della politica, su cui come UIL abbiamo giustamente insistito e su cui ci mostriamo al-

trettanto giustamente insoddisfatti, l’abolizione delle province ha trovato uno sbocco, finalmente.

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Settembre 2011 Area Sindacale N. 65

AreA SindAcAle Andrà A vedere... Festa Democratica 2011

Anche quest’anno al rientro delle vacanze ci aspetta un tripudio di bancarelle, cucina etnica, incontri politici e concerti tutte le sere. Dove? Alla Festa Democratica al Palasharp , Quando? dall’1 al 19 settembre

Saranno presenti, tra gli altri, il segretario Pierluigi Bersani, Rosy Bindi, Enrico Letta e molti esponenti delle parti sociali.

Inoltre l’ultima settimana sarà dedicata ad un approfondimento generale sui temi della giustizia, della legalità e della sicurezza. Ci saranno molti ospiti e in questa occasione la festa milanese diventerà festa nazionale.

Per quanto riguarda la parte più ludica, vorrei elencare qui di seguito il programma dei concerti, così tra un dibattito e l’altro ci sarà anche il tempo di svagarsi , facendo finta di essere ancora un po’ in vacanza!

PROGRAMMA CONCERTI02/09: Reggae Radio Station Event (Mama Marjas live set + Vito War Dj Set). Euro 8

03/09: Almamegretta & Raiz. Euro 11

06/09: Nomadi. Euro 20

07/09: Cramps Night (Area, Eugenio Finardi, Claudio Rocchi). Euro 20

08/09: Jon Lord Blues Project. Euro 25

09/09: “Folk Explosion” con David Munnelly Band e i Luf. Euro 10

10/09: Ballkan-Ika. Euro 11

15/09: Margherita Hack e Ginevra di Marco. Euro 22

16/09: Banco del Mutuo Soccorso + Le Orme. Euro 22

17/09: Roberto Vecchioni. Euro 20

Erika negri

La nostra Confederazione esulta, giustamente.

Ma io provo qual senso di smar-rimento nel pensare che forse si sia voluto trovare in questi enti il capro espiatorio della lotta agli sprechi (per carattere provo simpatia per i capri espiatori), e delusione per non aver saputo indicare altri obiettivi (le socie-tà miste nulla facenti dove si annida il clientelismo e l’affarismo; i progetti di opere naufragate nel nulla ma che costano solo per averle pensate; consulenze e appalti che non servono a rendere efficiente un mercato ma a rafforzare quel cancro che è costituito dal pulviscolo di imprese che vivono attaccate alla tetta di Mamma Stato…).

Infine IRPEF e IVA: su tutti i fronti i redditi medio bassi (diciamo sotto i 25-30.000€, cioè quello che considero il tetto di reddito ove insiste il bacino dei nostri iscritti) pagano il prezzo più alto, a cui si aggiungeranno le tariffe e i costi imponenti che gli Enti locali

scaricheranno sulla cittadinanza.

Per non dire dell’esultanza di Con-findustria: non solo per i saldi di bilancio dello stato, e dunque sulla stabilità degli equilibri finanziari, ma anche perché far girare più IVA significa maggior credito fiscale per le imprese produttrici di beni e servizi.

Questa misura comporta però una stretta sulla liquidità di chi compra questi prodotti per poi rivenderli, con chiaro effetto depressivo sul settore del commercio.

E qui forse il lavoro politico della categoria deve ancora muovere i suoi passi.

Aggiungiamo tagli agli enti locali, ulteriore accellerazione del posticipo delle pensioni per le donne, privatiz-zazioni e ticket sanitari.

Manca qualcosa per cucinare un polpettone ancor più indigesto?

La manovra rimanda a futuri svilup-

pi per le misure cicliche, ossia ciò che si farà per cercare di far crescere il PIL. Ossia ciò che dovrà fare per evitare di ricorrere a ulteriori misure di stabiliz-zazione al solo scopo di mantenere l’efficacia di questi interventi.

Dunque, si prepara l’apertura pre-sto di un altro fronte che si aggiungerà alle questioni contenute e provocate da questa manovra.

Per questo ritengo che non si possa rimandare la riflessione sul prossimo futuro nella nostra Organizzazione, una riflessioni che porti a valutare attentamente quale linea, quale stile, quali rapporti, quali scelte adottare nel prossimo futuro.

Roberto Pennati

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Area Sindacale N. 65 Settembre 2011

le tAbelle di AreA SindAcAle

Assegni al Nucleo Familiare 2011 - 2012

A cura di Guido Zuppiroli

Assegni al nucleo familiare, stralcio della Tabella 11

Nuclei familiari con entrambi i genitori e almeno un figlio minore in cui non siano presenti figli inabili

valida fino a luglio 2012

Importo complessivo mensile dell'assegno per il livello di reddito e numero componenti il nucleo

Reddito nucleo Componenti nucleo Reddito nucleo Componenti nucleo

3 4 5 6 3 4 5 6

fino a 13422,52 137,50 258,33 375,00 500,00 17395,59 17502,96 108,05 217,17 338,58 484,17

13422,53 13529,89 136,73 257,25 374,04 499,58 17502,97 17610,34 107,28 216,08 337,63 483,75

13529,90 13637,27 135,95 256,17 373,08 499,17 17610,35 17717,72 106,50 215,00 336,67 483,33

13637,28 13744,65 135,18 255,08 372,13 498,75 17717,73 17825,10 105,73 213,92 335,71 482,92

13744,66 13852,03 134,40 254,00 371,17 498,33 17825,11 17932,47 104,95 212,83 334,75 482,50

13852,04 13959,41 133,63 252,92 370,21 497,92 17932,48 18039,86 104,18 211,75 333,79 482,08

13959,42 14066,79 132,85 251,83 369,25 497,50 18039,87 18147,23 103,40 210,67 332,83 481,67

14066,80 14174,18 132,08 250,75 368,29 497,08 18147,24 18254,62 102,63 209,58 331,88 481,25

14174,19 14281,56 131,30 249,67 367,33 496,67 18254,63 18362,00 101,85 208,50 330,92 480,83

14281,57 14388,94 130,53 248,58 366,38 496,25 18362,01 18469,39 101,08 207,42 329,96 480,42

14388,95 14496,31 129,75 247,50 365,42 495,83 18469,40 18576,76 100,30 206,33 329,00 480,00

14496,32 14603,70 128,98 246,42 364,46 495,42 18576,77 18684,14 99,53 205,25 328,04 479,58

14603,71 14711,07 128,20 245,33 363,50 495,00 18684,15 18791,52 98,75 204,17 327,08 479,17

14711,08 14818,46 127,43 244,25 362,54 494,58 18791,53 18898,89 97,98 203,08 326,13 478,75

14818,47 14925,83 126,65 243,17 361,58 494,17 18898,90 19006,28 97,20 202,00 325,17 478,33

14925,84 15033,22 125,88 242,08 360,63 493,75 19006,29 19113,65 96,43 200,92 324,21 477,92

15033,23 15140,59 125,10 241,00 359,67 493,33 19113,66 19221,04 95,65 199,83 323,25 477,50

15140,60 15247,97 124,33 239,92 358,71 492,92 19221,05 19328,41 94,88 198,75 322,29 477,08

15247,98 15355,36 123,55 238,83 357,75 492,50 19328,42 19435,81 94,10 197,67 321,33 476,67

15355,37 15462,73 122,78 237,75 356,79 492,08 19435,82 19543,18 93,33 196,58 320,38 476,25

15462,74 15570,12 122,00 236,67 355,83 491,67 19543,19 19650,57 92,55 195,50 319,42 475,83

15570,13 15677,49 121,23 235,58 354,88 491,25 19650,58 19757,94 91,78 194,42 318,46 475,42

15677,50 15784,88 120,45 234,50 353,92 490,83 19757,95 19865,32 91,00 193,33 317,5 475,00

15784,89 15892,25 119,68 233,42 352,96 490,42 19865,33 19972,70 90,23 192,25 316,54 474,58

15892,26 15999,64 118,90 232,33 352,00 490,00 19972,71 20080,08 89,45 191,17 315,58 474,17

15999,65 16107,01 118,13 231,25 351,04 489,58 20080,09 20187,46 88,68 190,08 314,63 473,75

16107,02 16214,39 117,35 230,17 350,08 489,17 20187,47 20294,83 87,90 189,00 313,67 473,33

16214,40 16321,78 116,58 229,08 349,13 488,75 20294,84 20402,22 87,13 187,92 312,71 472,92

16321,79 16429,16 115,80 228,00 348,17 488,33 20402,23 20509,60 86,35 186,83 311,75 472,50

16429,17 16536,54 115,03 226,92 347,21 487,92 20509,61 20616,98 85,58 185,75 310,79 472,08

16536,55 16643,92 114,25 225,83 346,25 487,50 20616,99 20724,36 84,80 184,67 309,83 471,67

16643,93 16751,30 113,48 224,75 345,29 487,08 20724,37 20831,74 84,03 183,58 308,88 471,25

16751,31 16858,67 112,70 223,67 344,33 486,67 20831,75 20939,12 83,25 182,50 307,92 470,83

16858,68 16966,06 111,93 222,58 343,38 486,25 20939,13 21046,50 82,48 181,42 306,96 470,42

16966,07 17073,43 111,15 221,50 342,42 485,83 21046,51 21153,88 81,70 180,33 306,00 470,00

17073,44 17180,81 110,38 220,42 341,46 485,42 21153,89 21261,26 80,93 179,25 305,04 469,58

17180,82 17288,20 109,60 219,33 340,50 485,00 21261,27 21368,64 80,15 178,17 304,08 469,17

17288,21 17395,58 108,83 218,25 339,54 484,58 21368,65 21476,03 79,38 177,08 303,13 468,75

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Area Sindacale N. 65 Settembre 2011

contrAttAzione AziendAle

Hotel Galileo: siglato il 1° C.I.A. Il 12 luglio 2011 la nostra Organiz-

zazione Sindacale ha sottoscritto con la società Imprenditoria Alberghiera l’ipotesi d’accordo per il C.I.A. dell’Hotel Galileo, ratificato in accordo dai lavora-tori nell’assemblea sindacale tenutasi il 25 luglio.

E’ motivo d’orgoglio per la nostra Organizzazione essere giunti a questo risultato, non solo per aver sottoscritto il 1° Contratto Integrativo Aziendale per i lavoratori di questo Hotel, ma anche perchè questo risultato è stato raggiunto in un periodo di grave crisi economica con la quale combattiamo da circa 3 anni e dalla quale, ancora oggi, non si riesce a capire come ne potrà uscire.

Non va inoltre trascurato che que-sto risultato aziendale è stato realizzato nonostante il clima ostile e intimidatorio che la società ha tenuto nei confronti dei lavoratori e della nostra organiz-zazione.

Difatti, preme sottolineare che, prima di giungere alla sottoscrizione di questo accordo, siamo stati impegnati in un duro scontro con i vertici aziendali in merito al mancato riconoscimento dell’assemblea retribuita nell’orario di lavoro e che siamo stati costretti a denunciare l’azienda per comporta-mento antisindacale art. 28 della legge 300/70.

Purtroppo il ricorso e l’opposizio-ne non hanno avuto, nella prima fase, esiti positivi ed entrambi sono stati respinti.

Tutto questo ha ovviamente compli-cato all’inizio la si-tuazione, rafforzando ulteriormente l’arro-ganza dell’azienda e indebolendo la nostra immagine e, di con-seguenza, anche il morale dei lavoratori è venuto meno: alcu-ni lavoratori hanno disdettato l’iscrizione e anche i 2 delegati sindacali hanno ras-segnato le dimissioni.

Però, con la de-terminazione e l’osti-nazione che ci con-traddistingue, non ci

siamo persi d’animo, abbiamo rino-minato altri 3 delegati sindacali e con loro e i lavoratori abbiamo preparato la piattaforma rivendicativa che abbiamo presentato all’azienda.

Dopo una lunga ed estenuante trattativa durata ben 2 anni e mezzo siamo riusciti nell’intento, sicuramente la spinta decisiva è arrivata qualche mese fa quando, grazie ai nostri legali che nel frattempo avevano presentato ricorso in Corte di Appello, è giunta la notizia che i Giudici hanno riformato il giudizio di primo grado, la Corte di Ap-pello ha infatti accolto il nostro ricorso e condannato la società Imprenditoria Alberghiera per attività antisindacale.

È stata dura ma c’è l’abbiamo fatta.

Ecco in sintesi alcuni punti dell’ac-cordo:

RELAZIONI SINDACALI E DIRITTI D’INFORMAZIONE

Con cadenza semestrale la Dire-zione aziendale consegnerà alla Rap-presentanza Sindacale i seguenti dati:

I dati relativi al numero di camere occupate e relativa percentuale d’oc-cupazione, al numero di presenze clienti e al totale complessivo dei ricavi, suddiviso per comparti;

La situazione numerica del per-sonale in forza alla fine del trimestre, ripartita per tipologia di contratto;

I dati attinenti alle ore del perso-nale extra, al lavoro straordinario e supplementare, agli spostamenti delle ore di riposo di conguaglio, al ricorso a contratti di lavoro temporaneo e il dato delle ore d’assenza per malattia.

DIRITTI SINDACALI

Il monte ore dei permessi sindacali di cui all’art. 23 Legge n. 300/70 a di-sposizione delle rappresentanze sinda-cali aziendali vengono stabilite in due ore all’anno per ciascun dipendente.

Al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, sono riconosciuti i compiti e le competenze previste dall’art.50 del D.lgs 81/08. Per l’esercizio e lo svolgimento delle sue funzioni viene riconosciuto l’utilizzo degli strumenti (tel., fax e strumenti informatici, etc.) a disposizione delle rappresentanze sindacali aziendali.

Il R.L.S riceverà la formazione prevista dalla normativa vigente, la Direzione aziendale prenderà in consi-derazione eventuale integrazione alla formazione del R.L.S. nel caso dovesse rendersi necessaria in funzione di mo-difiche di legge.

ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

Eventuali interventi di natu-ra organizzativa inerenti a cam-biamenti dei turni di servizio e orari di lavoro,

r iguardanti repart i e/o gruppi di lavoratori, saranno preventivamente esaminati tra la Direzione Aziendale e R.S.A/R.S.U.

FLESSIBILITÀ

L’Azienda e il lavoratore che abbia espresso la propria disponibilità volontaria, potran-no concordare l’effettuazione di flessibilità individuale; tale flessibilità potrà concretizzarsi con una prestazione lavorativa effettuata in uno dei due giorni di riposo programmati settima-

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Settembre 2011 Area Sindacale N. 65

nalmente, fermo restando quanto pre-visto in materia di godimento dei riposi dall’art. 9 - D.lgs 66/03 e successive modifiche.

Per il lavoro prestato nella giornata come sopra definito, il lavoratore, riceverà una maggiorazione del 20%, per le ore lavorate, in aggiunta alla percentuale del 30% già previste dalle norme di Legge e dal C.C.N.L.

Su esplicita richiesta del lavoratore, le ore lavorate potranno essere ac-cantonate in una banca ore, le stesse verranno recuperate ed usufruite a richiesta del lavoratore stesso, fermo restando che al lavoratore competono le maggiorazioni previste.

PART TIME TEMPORANEO

L’Azienda accoglierà la richiesta di trasformazione temporanea dell’attività lavorativa da tempo pieno a tempo par-ziale al rientro della maternità, per un tempo predeterminato e con un limite massimo costituito dal compimento del 3° anno d’età di vita del figlio o del figlio adottato.

TERZIARIZZAZIONI

Qualora l’Azienda riscontrasse la necessità di dover procedere all’intro-duzione di forme di terziarizzazione, avvierà un confronto preventivo con le R.S.A. e le Organizzazioni Sindacali

territoriali teso anche ad individuare soluzioni alternative.

MALATTIA

Anche in caso di malattia con una prognosi inferiore a 4 giorni e per un max di 2 (due) eventi all’anno, l’azienda riconoscerà il 100% della retribuzione per il periodo risultante dal certificato di malattia rilasciato dal medico curante.

INFORTUNIO

L’azienda in caso d’infortunio sul lavoro, provvederà ad integrare ed anti-cipare ai dipendenti, per tutto il periodo d’inabilità temporanea, l’indennità ero-gata dall’INAIL fino al raggiungimento del 100% della normale retribuzione giornaliera.

SALARIO VARIABILE

al raggiungimento del 50% di occu-pazione camere, l’azienda erogherà ad ogni lavoratore il premio di risultato pari a 520,00 euro;

In caso di prestazione a tempo parziale il premio sarà rapportato alla minore prestazione fornita.

Per i lavoratori con contratto a tempo determinato il premio sarà rap-portato ai mesi prestati nell’anno.

Il premio verrà corrisposto con la

retribuzione del mese di Marzo di ogni anno.

* Sul premio si poteva portare a casa una cifra più alta rispetto a quella concordata, ma l’azienda pretendeva un dato di partenza al 60% per l’occu-pazione camere e una penalizzazione in caso di malattia. Noi abbiamo optato per un premio inferiore ma con la cer-tezza di avere un premio sicuro e senza penalizzazione in caso di malattia, così come siamo riusciti a non far inserire nessun vincolo per il lavoratori con contratto a termine.

DECORRENZA E DURATA

Il contratto integrativo aziendale, sarà sottoposto all’assemblea dei la-voratori per la definitiva approvazione e ratifica in accordo.

La R.S.A. comunicherà per iscritto alla Direzione Aziendale l’esito della stessa assemblea.

Una volta approvato, il contratto decorre dal 1 Luglio 2011 e sarà valido sino al 30 Giugno 2014.

Il contratto si intenderà rinnovato se non disdetto tre mesi prima della scadenza con raccomandata a.r., e anche in caso di disdetta il presente contratto resterà in vigore fino a che non sia stato sostituito dal successivo accordo di rinnovo.

Nino Ilarda

Rivolgiti ad “Asso Lavoro Domestico” per assolvere a tutte le adempienze previste dalla legge e sarai per la tua collaboratrice domestica il datore di lavoro che vorresti avere tu.

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Area Sindacale N. 65 Settembre 2011

Con accordo del 25 marzo 2009, Fil-cams, Fisascat e UILTuCS hanno dato origine al sistema degli RLST , Rappre-sentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale.

12 RLST su tutto il territorio lombardo di cui tre sul territorio di Milano assicurano un presidio nelle aziende del settore Terziario Turismo e Servizi.

Se i lavoratori della tua azienda non hanno nominato il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale, il RLST può intervenire per effettua-re sopralluoghi negli ambienti di lavoro e per diventare un riferimento per i problemi di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Le aziende possono fruire del servizio a condizione che aderiscano a ENBIL (come previsto dal contratto collettivo del Turismo e del Terziario) e con una quota di adesione di € 50 annuali + € 15 per ogni lavoratore.

Ad un costo competitivo quindi, l’azienda e i lavoratori potranno assicurarsi un intervento competente e utile anche ad aumentare la cultura della salu-te e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Per ulteriori informazioni non esitare a contattare la UILTuCS allo 027606791 o inviando una mail a [email protected]

ENBIL al servizio della Salute e della Sicurezza

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Settembre 2011 Area Sindacale N. 65

Umanità MigranteimmigrAzione ed integrAzione

Via Paravia a Milano: la storia si ripete?Lunedì 12 settembre. Scuola ele-

mentare di Via Paravia a Milano. Ore 8:30: suona la campanella! Tutte le classi si riempiono di bambini tran-ne una: la prima elementare. Sulla porta della classe un cartello recita: “Si conferma la volontà di proseguire sulla strada dell’integrazione. Non si favorisce l’inserimento degli immigrati se si creano classi ghetto frequentate solo da alunni stranieri. Per questo motivo, i bambini sono stati trasferiti nelle scuole vicine, per essere inseriti in classi in cui possano interagire con loro coetanei italiani”. Firmato: Ministero dell’Istruzione.

Andiamo con ordine. La storia si ripete. Per il secondo anno consecutivo la prima elementare della scuola di San Siro ritorna al centro della cronaca per la formazione di quella che viene defi-nita una “classe ghetto” dove sono stati iscritti 17 bambini di cui 15 stranieri.

Anche l’anno scorso, infatti, i bimbi stranieri iscritti alla stessa classe ave-vano superato di gran lunga il tetto del 30% previsto dal Ministero dell’Istru-zione. Gli alunni erano stati trasferiti nelle scuole vicine, per essere inseriti in classi in cui potessero interagire con i coetanei italiani. A Milano, come suc-cede anche in altre città italiane dove si convive con il multiculturalismo, quel tetto che vale per le classi scolastiche non ha motivo di esistere in un quartie-re di periferia e multietnico come quello di San Siro con un’alta percentuale di stranieri. Si tende a pensare che la scuola rischi di tra-sformarsi in ghetto come succede in moltissimi palazzi popolari della zona, ignorando l’oppor-tunità di coltivare un valore aggiunto, la diversità tra cultu-re, anziché lasciare che diventi un osta-colo all’integrazio-ne.

Se nessuno dei

bambini stranieri di un’ipotetica prima elementare conoscesse una parola di italiano, non sarebbe possibile garan-tire la regolarità degli insegnamenti e l’integrazione degli stessi. Non è questo il caso di Milano. I bambini, come de-nunciato dai loro genitori e dal pool di avvocati che li sostengono, sono nati e cresciuti in Italia, hanno frequentato la scuola materna in Italia, sono perfet-tamente integrati nella nostra società e parlano prevalentemente italiano.

La decisione di sopprimere una classe con un’alta percentuale di bam-bini stranieri avrebbe forse senso solo se nessuno di loro non conoscesse una parola di italiano.

Tale decisione comporterebbe, per giunta, la possibile chiusura della scuola dato che la prima elementare in questione era l’unica formatasi.

Ora, i genitori di quei bambini si sono recati in Tribunale e hanno denunciato il Ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, per un’ipotesi di discriminazione razziale. Se i bambini fossero stati tutti italiani, sostengono, quella classe non sarebbe mai stata soppressa.

Dello stesso avviso anche gli av-vocati dell’associazione “Avvocati per niente”, che seguono il caso, i quali hanno ribadito come “questi bambini non abbiano in alcun modo difficoltà di comprensione e/o di interazione in lingua italiana avendo già frequentato

le scuole materne sul territorio” e per-tanto non avrebbero nessun problema sia nella comprensione delle lezioni sia nell’integrazione con gli altri alunni.

Penso che forse dovremmo rivede-re il nostro concetto di “essere italiano”: il ripetersi di questi episodi dovrebbe farci riflettere su quali siano i precetti da seguire di un ipotetico decalogo sull’italianità: è sufficiente nascere e crescere in Italia, seppur da genitori stranieri, per essere definito italiano? In Italia esistono diverse realtà: una percentuale di loro nasce e cresce in Italia, fa le scuole come un qualsiasi italiano e si “integra” (se proprio di integrazione dobbiamo parlare), nel 99% dei casi, perfettamente. Sono di fatto italiani. E si sentono italiani. Non immaginerebbero la propria vita lontani dalla loro terra e dalla propria famiglia più o meno integrata. Si sentono così italiani che al diciottesimo anno di età dimenticano di presentare richiesta di cittadinanza. Un’altra realtà vede bambini nati in Italia che, giunti all’età scolare, vengono mandati a studiare nel paese di origine dei genitori per poi farli ritornare in Italia al termine del ciclo scolastico. Altri che arrivano in Italia per il ricongiungimento a metà del loro per-corso. Si capisce bene che si dovrebbe valutare il caso di volta in volta. Per lo Stato italiano però sono considerati tutti “stranieri” allo stesso modo.

Questa volta però i bambini sono nati e cresciuti in Italia e parlano ita-

liano come un qualsiasi bambino di 6 anni. Mi domando a questo pun-to se sopprimere una classe, creando così di-sagio alle loro famiglie, li faccia sentire sulla strada dell’integrazione o piuttosto su quella del rifiuto.

Patrizia Floris

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Area Sindacale N. 65 Settembre 2011

...segue dalla prima pagina

lA mAnovrA di StAbilizzAzione finAnziAriA: quArto Atto

Manovra 2011 e risvolti sindacaliGià dal 13 agosto, da quando cioè

è stato varato il decreto legge, si era intuito l’indirizzo preso dal provvedi-mento di stabilizzazione finanziaria: la forte necessità di dare un segnale importante all’Europa e agli investitori (nazionali e internazionali) per rendere meno sbilanciato il nostro deficit pub-blico ha convinto l’attuale governo a varare una manovra colpendo i soliti noti (lavoratori, pensionati e ceti sociali disagiati).

Senza entrare nel merito delle già conosciute leve utilizzate per rientrare del debito pubblico è opportuno soffer-marsi sul fatto che complessivamente ci troviamo di fronte ad una manovra che tassa il reddito e non il patrimonio (come sarebbe stato più equo che fosse).

Peraltro al danno si unisce la beffa: i provvedimenti incidano particolarmente sulle donne, come ha fatto notare la sociologa Chiara Saraceno facendo riferimento non solo al provvedimento di aumento dell’età pensionabile per le lavoratrici (direttamente correlato) ma alla forte presenza delle donne tra i dipendenti del pubblico impiego (oggetto di pesanti interventi), all’effetto deprimente che la manovra avrà sui consumi e sul taglio dei servizi degli enti pubblici che costringeranno le donne a allontanarsi dal mercato del lavoro per

occuparsi di attività prima più acces-sibili (asili, servizi alla famiglia etc.).

Guardando più da vicino le questio-ni del lavoro, l’art. 8 del provvedimento è stato partorito con il chiaro intento di spaccare ancora ulteriormente le organizzazioni sindacali e con il bie-co tentativo di dare ruolo anche ad organizzazioni sindacali “non rappre-sentative”.

Il testo definitivo ha probabilmente scongiurato in parte questo pericolo con il riferimento alle organizzazioni sindacali comparativamente più rap-presentative e alle sue rappresen-tanze.

La preoccupazione più importante non è quella di avere un sindacato giallo in azienda: già oggi, per effetto della libertà sindacale che vige nel no-stro sistema costituzionale si possono costituire rappresentanze sindacali che sottoscrivono contratti collettivi, costitu-ire enti bilaterali, etc. Il vero problema è rappresentato dallo strumento che questo provvedimento dà alle organiz-zazioni sindacali: il potere di derogare non solo i contratti collettivi ma persino provvedimenti di legge.

Con che spirito il legislatore si con-centrerà su tutele e provvedimenti che possano supportare il mondo del lavoro quando un accordo sindacale potrebbe

derogarli il giorno dopo?

Questo presunto potere sterminato è solo una piccola foglia di fico, tolta la quale ci scopriremo davvero nudi.

Quante volte nel nostro agire sindacale quotidiano abbiamo fatto riferimento alle cosiddette “norme in-derogabili” cioè quelle leggi che ci con-sentivano di tenere la barra dritta nelle vertenze e nelle trattative sindacali?

Certo, qualcuno potrebbe sostene-re che è data facoltà all’organizzazione sindacale di attivare questo meccani-smo, ma in questo contesto economi-co chi è convinto di poter esercitare questa opzione portando un valore aggiunto ai lavoratori, probabilmente non conosce bene quanto meno i nostri settori di riferimento.

Peraltro, ci siamo concentrati per mesi sulla certificazione dei contratti considerandola una attività molto delicata; con questo provvedimento saranno l’azienda e il sindacato che potranno stabilire se i dipendenti di una società sono, per esempio, autonomi o subordinati.

Proprio ora che (notizia di agosto), guarda caso, una interessante sen-tenza della Corte di Appello di Brescia ha annullato numerose certificazioni rilasciate dalla Università di Modena

(Tiraboschi) relative a contratti di collaborazio-ne a progetto instaurati da una cooperativa di consegna quotidiani.

E che dire dell’ul-tima parte del provve-dimento, quello che azzera in quattro righe mesi di tentativi di ricu-cire uno strappo tra le organizzazioni sinda-cali che ha avuto il suo apice nella vicenda Fiat ma che ormai dura da troppo tempo?

I criteri di definizione della rappresentanza sono incompiuti dal 1948, cioè da quando la costituzione ha intro-dotto l’art. 39: solo il 28 giugno di quest’anno (se si fa eccezione per le regole del pubblico

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Settembre 2011 Area Sindacale N. 65

Anno 7° - N.ro 65 - Settembre 2011 - periodicità mensile

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uiltucslombardia

Direttore Responsabile: Guido Baroni

Direzione Editoriale: Sergio Del Zotto

Impaginazione: Sergio Del Zotto

Grafica: Asso srl

Illustrazioni realizzate da: Asso srl

In Redazione: Gabriella Dearca, Sergio Del ZottoGli articoli di questo numero sono di: Sergio Del Zotto, Patrizia Floris, Nino Ilarda, Erika Negri, Roberto Pennati, Michele Tamburrelli, Guido Zuppiroli,

La tiratura di questo numero è di: 10.000 copie

Pubblicazione Registrata con il numero 852 del 16/11/2005 presso il Registro Stampe del Tribunale di Milano

Per contributi e suggerimenti scrivete a:

“Area Sindacale”

Via Salvini, 420122 Milanoe-mail: [email protected]. 02-7606791

Editrice: Asso srl

Via Salvini, 4 - 20122 Milano

...

La democrazia ha bisogno della dissoluzione del potere privato. Finché esiste il potere privato nel sistema economico, è una barzelletta parlare di democrazia. Non si può nemmeno parlare di democrazia, se non c’è un controllo democratico dell’industria, del commercio, delle banche, di tutto.

...

Abram Noam Chomsky

impiego) CGIL, CISL e UIL si sono messe attorno ad un tavolo ed han-no siglato una intesa comune in un momento storico in cui le relazioni sindacali unitarie sono al loro minimo.

Grazie Sacconi per questo inter-vento!

Sancendo per legge l’efficacia erga omnes dei contratti collettivi sottoscritti dopo il 28 giugno pensa di averci tolto le “castagne dal fuoco”.

Non c’è cosa peggiore di accettare

un aiuto (o pseudo tale) quando non se ne sente proprio il bisogno!

Se fosse stato solo per il famigerato “articolo 8” forse il “Ministro” avrebbe pure raggiunto il suo scopo ma “il Sacconi” ha dimenticato che questo provvedimento è inserito in una ma-novra finanziaria straordinaria che, nel suo passaggio al Senato, è riuscita a ricompattare i giudizi negativi delle tre confederazioni.

Chissà se da qui si potrà riparti-re per una nuova stagione di intese unitarie?

Un’ul t ima r i-flessione la dedico alla posizione della nostra confedera-zione.

La scel ta d i proclamare uno sciopero generale può essere anche non condivisa ma è importante dire e comunicare come la si pensa, quali sono le azioni da mettere in campo per contrastare la manovra… e de-vono essere azioni

forti, che facciano davvero sentire orgo-gliosi di far parte di una confederazione.

E invece c’è la sensazione che gli iscritti e simpatizzanti siano rimasti disorientati, smarriti, combattuti tra l’aderire ad uno sciopero che si sentiva giusto e capire la propria organizzazio-ne che fatica a prendere una posizione.

Certo, non ci saranno emorragie di iscritti ma i giornali hanno dato risalto a molti lavoratori che, anche se aderenti a Cisl e UIL, sono scesi in piazza per scioperare.

Anche questo dovrebbe far riflettere Angeletti e Bonanni che rischiano di guardare il dito (successi e intese di breve periodo) e non la luna (il futuro delle nostre Organizzazioni Sindacali).

Nei luoghi di lavoro chiedono rispo-ste e noi, gruppo dirigente, dobbiamo essere in grado di darle.

A tal proposito l’esito, ormai sconta-to, di questa manovra potrebbe essere un interessante banco di prova per riaffermare il ruolo della nostra Orga-nizzazione.

Michele Tamburrelli