C’E’ UNO STUPIDO DENTRO DI ME. DEVO APPROFITTARE...

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Data E’ la forza più pericolosa dell’universo . Non si può eliminare, ma solo riconoscere. Parliamo di stupidità. Un concetto, immediatamente noto a tutti, sfugge però ad una qualsiasi definizione teorica . Nel 1988 lo storica ed economista Carlo Cipolla fu l’unico in grado di darne una definizione soddisfacente , stabilendone cinque costanti. 1 Ognuno di noi sottovaluta sempre il numero degli stupidi in circolazione 2 La probabilità che una persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra sua caratteristica 3 Stupido è chi causa un danno ad altri senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita. 4 Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare i non stupidi dimenticano sempre che in qualsiasi momento e luogo, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore. 5 Lo stupido è la persona più pericolosa che esista Da queste leggi Gianfranco Livraghi ha redatto tre corollari: 1 In ognuno di noi c’è un fattore di stupidità che è sempre maggiore di quello che pensiamo. 2 Quando la stupidità di una persona si combina con la stupidità di altre, l’effetto cresce in modo geometrico – cioè per moltiplicazione, non per addizione, dei fattori individuali di stupidità. 5 Combinare le intelligenze di persone diverse è più difficile che unire le stupidità. La stupidità ha una spiccata vocazione a tradursi in azione ed è sempre sottovalutata: per questo motivo è anche più pericolosa della crudeltà che, avendo una logica comprensibile, può almeno essere prevista e affrontata. Lo stesso Codice Penale non si dimostra clemente nei confronti della stupidità : i “futili motivi” costituiscono un’aggravante , e non un’attenuante, di una pena. Sorge spontanea una riflessione : dato che una caratteristica degli stupidi è non sapere di esserlo,se pensiamo di non esserlo , non possiamo escludere che invece lo siamo. Almeno qualche volta o sotto qualche aspetto. Ciò potrebbe anche avere, però, un riscontro positivo. Vi è infatti una funzione evolutiva della stupidità:serve a far compiere atti avventati che, spesso, possono rivelarsi più utili che il non far nulla. Permette, i n somma, di sbagliare. E nell’esperienza dell’errore c’è sempre un progresso della conoscenza. Per annullare la stupidità, dunque, è fondamentale riconoscere i propri errori e correggersi. Uno studio dell’università di Exeter (GB) ha identificato un’area del cervello che si attiva quando si sta per ripetere un errore già commesso e che impedisce perciò di ricadere negli stessi sbagli. Se la causa della stupidità fosse pertanto un’anomalia di questa regione del cervello, possiamo sperare di correggerla, un giorno, con un intervento. Incrociando le dita però:non sarebbe piacevole finire fra le mani di un chirurgo stupido … Marika Morabito II C C’E’ UNO STUPIDO DENTRO DI ME. DEVO APPROFITTARE DEI SUOI ERRORI Il cervello è un organo meraviglioso: inizia a lavorare appena ti svegli e non smette fino a quando non arrivi a scuola … N ° 4 1

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Data

E’ la forza più pericolosa dell’universo . Non si può

eliminare, ma solo riconoscere. Parliamo di stupidità. Un concetto, immediatamente noto a tutti, sfugge però ad una

qualsiasi definizione teorica . Nel 1988 lo storica

ed economista Carlo Cipolla fu l’unico in grado di

darne una definizione soddisfacente ,

stabilendone cinque costanti.

1 Ognuno di noi sottovaluta sempre il numero degli stupidi in circolazione

2 La probabilità che una persona sia stupida è

indipendente da qualsiasi altra sua caratteristica

3 Stupido è chi causa un danno ad altri senza nel

contempo realizzare alcun vantaggio per sé o

addirittura subendo una perdita.

4 Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle

persone stupide. In particolare i non stupidi

dimenticano sempre che in qualsiasi momento e luogo, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra

infallibilmente un costosissimo errore.

5 Lo stupido è la persona più pericolosa che esista

Da queste leggi Gianfranco Livraghi

ha redatto tre corollari: 1 In ognuno di noi c’è un fattore di stupidità che è

sempre maggiore di quello che pensiamo.

2 Quando la stupidità di una

persona si combina con la stupidità di altre, l’effetto

cresce in modo geometrico – cioè per moltiplicazione,

non per addizione, dei fattori individuali di

stupidità. 5 Combinare le

intelligenze di persone diverse è più difficile

che unire le stupidità. La stupidità ha una spiccata

vocazione a tradursi in azione ed è sempre

sottovalutata: per questo motivo è anche più

pericolosa della crudeltà che, avendo una logica

comprensibile, può almeno essere prevista e affrontata.

Lo stesso Codice Penale non si dimostra clemente

nei confronti della stupidità : i “futili motivi” costituiscono

un’aggravante , e non un’attenuante, di una pena.

Sorge spontanea una riflessione : dato che una

caratteristica degli stupidi è non sapere di esserlo,se pensiamo di non esserlo , non possiamo escludere

che invece lo siamo. Almeno qualche volta o

sotto qualche aspetto. Ciò potrebbe anche avere,

però, un riscontro positivo. Vi è infatti una funzione

evolutiva della stupidità:serve a far

compiere atti avventati che, spesso, possono rivelarsi

più utili che il non far nulla. Permette, i

n somma, di sbagliare. E nell’esperienza dell’errore

c’è sempre un progresso della

conoscenza. Per annullare la stupidità, dunque, è fondamentale

riconoscere i propri errori e correggersi.

Uno studio dell’università di Exeter (GB) ha identificato un’area del cervello che si attiva quando si sta per

ripetere un errore già commesso e che impedisce

perciò di ricadere negli stessi sbagli. Se la causa

della stupidità fosse pertanto un’anomalia di

questa regione del cervello, possiamo sperare di

correggerla, un giorno, con un intervento. Incrociando le dita però:non sarebbe

piacevole finire fra le mani di un chirurgo stupido …

Marika Morabito II C

C’E’ UNO STUPIDO DENTRO DI ME. DEVO APPROFITTARE DEI SUOI ERRORI

Il cervello è un organo meraviglioso: inizia a lavorare appena ti svegli e non smette fino a quando non arrivi a scuola …

N ° 4

1

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2001 ODISSEA NELLO SPAZIO “2001 Odissea nello

Spazio” è probabilmente il più celebre dei tredici

lungometraggi che il regista Stanley Kubrick ha diretto

nella sua carriera cinematografica. Ispirato al

romanzo omonimo dello scrittore Arthur C. Clarke, il film rimane come modello,

archetipo del genere “Fantascienza”, nonché precursore di una nuova era nel genere stesso.

Molte sequenze di tale film rimangono nella memoria

collettiva, avendo fatto scuola a decine di registi,

mentre i brani musicali utilizzati come colonna

sonora sono ancora oggi spesso sfruttati in pubblicità

e citazioni varie. “2001” ripercorre il

cammino dell’uomo dalla sua nascita, la sua “Alba”,

fino alla sua evoluzione ultima. La cifra 2001

corrisponde al primo anno del terzo millennio, in

quanto simbolica data che all’epoca della realizzazione del film (concluso nel 1968)

corrispondeva al più lontano futuro immaginato. Alle origini dell’uomo, un

misterioso monolito compare sulla terra. La sua

presenza attiva l’intelligenza dei primati, che comprendono l’uso delle ossa degli animali

uccisi, quali prolungamenti delle loro braccia. L’uomo-scimmia uccide un animale

ed insegna ai suoi compagni a cibarsene;

durante l’ennesimo scontro, lo stesso uccide uno

dell’altro gruppo. Urlando il proprio trionfo, l’uomo –

scimmia lancia l’osso verso il cielo.

Anno 2001: sulla Luna, in prossimità del cratere Tyco,

è stato trovato un grande monolito nero, che pare sia

stato deliberatamente sepolto tre milioni di anni

prima, la cui esistenza viene tenuta sotto il

massimo segreto. Floyd e gli altri scienziati stanno per

scattare una foto ricordo, quando il monolito, colpito

dalla luce solare, emette un fortissimo suono, indirizzato

verso il Pianeta Giove. Diciotto mesi dopo,

l’astronave Discovery si dirige verso il pianeta

Giove. A bordo vi sono due astronauti, Frank e David, tre ricercatori ibernati e il

computer della nuova generazione, HAL 9000,

che è in grado di controllare il funzionamento di tutta l’astronave, nonché di

dialogare con gli astronauti. HAL 9000 comincia a dare segni di malfunzionamento,

avvertendo che un elemento esterno è in

avaria, e quindi trancia il tubo dell’ossigeno di Frank e lo scaglia lontano nello

spazio. Quando, poi, David, uscito per recuperare il

corpo del compagno, tenta di rientrare, il computer glielo impedisce. Nel

frattempo HAL ha ucciso il resto dell’equipaggio in

ibernazione. L’astronauta distrugge la memoria del computer, apprendendo il vero scopo della missione

(raggiungere Giove per scoprire il mistero del

monolito): dal monolito, sicuramente di origine

extraterrestre, è partito un misterioso segnale radio

verso Giove. Giunto nell’orbita di Giove,

Dave trova un monolito molto più grande e si

avvicina allo stesso, che si riempie improvvisamente di stelle. Dave viene spinto ad altissima velocità attraverso

il cosmo, verso pianeti lontani. Alla fine si trova in uno strano appartamento

bianco, dove progressivamente

invecchia. Poco prima di morire, egli vede di fronte al

capezzale un monolito nero.

Il corpo di Dave è avvolto dalla luce. Dave Bowman

non c’è più: al suo posto un bambino si muove nello

spazio, verso la terra. E’ il bambino delle stelle…il

quale apre gli occhi verso gli spettatori, negli ultimi

fotogrammi del film, quasi ad indicare la possibilità di rinascita per l’uomo, dalle

proprie ceneri. Capolavoro assoluto nella

storia del cinema, il film rappresenta una delle riflessioni più articolate

giunte sul grande schermo, che ancora oggi, a distanza di quarant’anni dall’uscita dell’opera, conserva molti

elementi di validità sul rapporto civiltà/tecnologia,

nonché sul destino dell’umanità.

E’ il desiderio di scoperta di questo Ulisse moderno a

portarlo verso l’esplorazione dello spazio, in quanto ricerca del suo

destino, ma soprattutto del suo passato; appare fin

dall’inizio, infatti, l’ispirazione profonda del regista al capolavoro di

Omero, l’Odissea. Il protagonista del film,

tuttavia, appare un non –attore: è HAL 9000, o

meglio, il suo occhio, la sua voce. Gli umani appaiono a sua disposizione, mentre lui sembra al loro servizio! Ma HAL non è una macchina

cattiva, né impazzisce: semplicemente e più

drammaticamente va in crisi, perché il suo sistema binario viene stravolto dalla presenza di un segreto da conservare e il computer

non può resistere a questa intrusione dell’umana

doppiezza nei suoi delicati apparati.

HAL ritorna allo stadio infantile, facendo il

medesimo percorso che dovrà fare l’astronauta

Dave, procedendo fino alla propria morte, per poi

risorgere come “feto delle stelle”, in gestazione per

una nuova umanità.

Paride Rossi IV B

ATTENZIONE!!!!!!!!!!!! Il titolo era tutta una

bufala per attirare i nostri amati lettori verso un argomento culturale anche se, per alcuni,

poco stimolante… ..Letture, ricerche e

approfondimenti hanno impegnato in pieno le

giornale di alcuni studenti del nostro liceo, che entro il

30 Marzo 2008 devono rappresentare il nostro

Istituto con un lavoro che

mescola insieme matematica e arte ,

letteratura e religione: un concorso portato avanti con

molto entusiasmo dai professori Attilio Spanò e

Immacolata Aversa, i quali hanno coinvolto la classi II A e I A con una piccola, ma

fondamentale rappresentanza della III C a

sintetizzare e raccogliere materiali che interessano la storia locale e nazionale. La

Matematica nel Medioevo nasce da una

collaborazione con l’Istituto Storico Italiano per il

Medioevo e la Società Italiana di Scienze

Matematiche e Fisiche Mathesis e ha lo scopo di

migliorare e ampliare i livelli di conoscenza e

competenza desti studenti italiani circa lo studio dei

numeri e i loro ambiti interdisciplinari, in particolar

modo l’arte in tutti i suoi aspetti. Materiali cartacei e

prodotti multimediali verranno poi sottoposti al

giudizio di una commissione paritetica che

il giorno 5 Maggio pubblicherà nel sito della Mathesis e nella rivista

Periodico di matematiche l’elaborato vincitore del

bando. Vittoria Scorda IIA

Giuseppe Vigliarolo IIA

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LA PRIMAVERA DI IBICO

Tra gli autori della terra magno- greca che diedero fama e lustro al territorio si

colloca in una posizione privilegiata il poeta e

musico Ibico, nato nella prima metà del VI secolo a

Reggio. Fin dalla giovinezza si dedicò alla poesia, componendo in

patria canti corali, vicini alla produzione di Stesicoro.

Compose inni destinati ad essere cantati durante i

banchetti accompagnati dal suono della cetra, del flauto

o della lira. L’Antologia Palatina riporta un

frammento anonimo che sembrerebbe attinente alla

produzione dell’autore: “Io canto Reggio la punta

dell’Italia palustre, che sempre il sapore gusta

dell’acqua di Trinacria, che collocò sotto un pioppo

frondifero colui che la lira

amò, che i bei fanciulli amò, quell’Ibico che i piaceri conobbe. Sul tumulo

un’edera folta profuse e canne candide piantò”.

Una svolta nella sua vita si verificò intorno al 564 a.C., quando il poeta si trasferì a Samo alla corte del tiranno

dell’isola, Policrate, che aveva fama di munifico

Mecenate. Qui in ambiente ionico e sotto l’influenza della vicina Lesbo, patria

della poetessa Saffo , l’autore reggino si avvicinò ad un genere di poesia più

lirico e personale, componendo anche un

encomio per Policrate ed uno per l’omonimo figlio

Policrate il giovane. Fino alla morte del suo

protettore, avvenuta nel 540 a. C. Ibico svolse la sua

attività di cantore all’ombra della ricchezza, poi decise

di lasciare Samo e trasferirsi in Grecia. Ma, stando ad una leggenda,

sbarcato sulla solitaria spiaggia di Corinto, fu

assalito e ferito mortalmente da una banda di predoni; in punto di morte

il poeta vide in cielo uno stormo di gru e le pregò di vendicarlo. Ed infatti tra i banditi, rifugiatisi in teatro

sicuri dell’impunità, quando videro volare alcune gru,

uno disse: “Ecco le vendicatrici di Ibico!”. La frase rese sospettoso il

pubblico, poiché la morte del poeta era rimasta avvolta nel mistero, gli

spettatori chiamarono le guardie ed arrestarono gli

assassini; condotti in tribunale e giudicati colpevoli, furono poi

condannati a morte. Questa leggendaria versione della

morte di Ibico, il cui corpo secondo la tradizione fu traslato a Reggio, si lega

forse alla parola greca “ibyx”, che significa gru,

vicina al nome del poeta. Le sue opere furono raccolte

dagli antichi in sette libri, di cui oggi pervengono solo frammenti; il mito e l’eros

rappresentano i temi principali della sua

produzione. In uno dei testi più celebri Ibico canta: “A primavera, quando l’acqua dei fiumi deriva nelle gore e lungo l’orto sacro delle Cariti, ai meli

cidoni apre il fiore, ed altro fiore assale i tralci della vite nel buio delle foglie; in me Eros,che mai alcuna età mi

rasserena, come il vento del nord, rosso di fulmini

rapido si muove……” (fr.6 D)

Davide Codespoti I A

UN PROF CON LE ALL STAR AL LICEO!!! Non capita tutti i giorni di incontrare un prof come

dire?Non strano…semplicemente giovane di spirito come il nostro prof

d’arte Spanò ( non dite ami giovanile perché potrebbe

uccidervi!) Te arrivi la mattina a scuola e vedi

questo tutto fighetto con i Ray Ban, la camicetta

trendy e le all star e ti fermi un attimo a guardarlo

indecisa tra l’ammirazione e la curiosità. Spanò dà

subito l’impressione di una persona semplice, con cui parlare, scherzare…ha un

rapporto fantastico con tutti i suoi alunni e per quanto

l’ho potuto conoscere credo di non avere mai incontrato una persona così positiva, spiritosa e aperta diciamo giovanil…ops volevo dire

giovane!! :-) E’ principalmente per questo che quando ho

saputo che forse il prossimo anno se ne andrà ho sentito

il desiderio di scrivere un articolo per far conoscere

anche a chi non ha l’opportunità una parte di

quell’Attilio che a noi piace da morire. Ci vorrebbero più

insegnanti come lui nelle scuole, prof che sappiano instaurare un rapporto di

fiducia con i propri alunni, che diano rispetto per riceverne e rendano le

lezioni divertenti (non è che si faccia festa quando spiega ma provate a

sentirlo parlare e capirete che sfida ardua sia

prendere appunti, specie se ci sono parole con la “R”

e con la “S”). Ci sono tanti motivi per cui

dovrebbe rimanere e potrei stare qui ad

elencarli uno per uno , ma quale sarebbe poi il

piacere di scoprirli di persona? Vi vogliamo

bene prof restate! E se così non sarà rimarrete sempre

e comunque il nostro “vecchietto” con le all star!!!

Sonia Furina I A

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C’è voluto un po’, ma alla fine la tanto agognata

assemblea d’istituto si è svolta lunedì 31 marzo. Già, lunedì 31 marzo, e pensare che questa assemblea era in programma prima della

metà del mese, ma i continui rinvii l’hanno fatta slittare dopo le vacanze

pasquali. “L’assemblea si terrà mercoledì…anzi…

sabato…anzi ..la settimana

prossima…oppure dopo le vacanze di Pasqua?”.

Nonostante ci sia stata una serie interminabile di

conferme, smentite e anche qualche mugugno, quasi fosse un tira e molla, alla

fine l’assemblea ha trovato la sua collocazione. Per l’occasione un gruppo

musicale, gli Scarma , è venuto a suonare dal vivo in cortile,nella cornice di una

piacevole giornata primaverile, gli Scarma hanno dato un tocco di

allegria alla mattinata con le loro canzoni e, oltre a farci divertire e ballare, hanno

colto l’occasione per lanciarci un messaggio,

ovvero quanto sia importante la terra in cui viviamo e soprattutto il

nostro ruolo in essa, perché possa un giorno migliorare.

Abbiamo trascorso una giornata diversa dalle altre,

in cui ci siamo divertiti molto, rendendoci conto, al tempo stesso, della nostra importanza nel contesto

sociale della nostra terra.

Vincenzo Meleca V C

31 MARZO, EPILOGO DI UNA LUNGA ODISSEA

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I CUSTODI DELLE ANIME PERDUTE È a dir poco straordinario

ammirare, al mattino, i nostri visi sconvolti, stanchi,

annoiati, impauriti, esausti…che osserviamo imperterriti il professore della prima ora, pronti a studiare o a beccarci un ulteriore impreparato da

aggiungere all’interminabile lista.

È così ragazzi, la metà della nostra giornata la

trascorriamo a scuola! E con docenti che hanno il

compito di educarci culturalmente e

umanamente. Che divertimento! In particolare qui, al Liceo Classico “Ivo Oliveti”, abbiamo alcuni esemplari di insegnanti davvero strabilianti. In

primis c’è il prof. Giordano che con le sue fantastiche lezioni, in cui non mancano affatto espressioni dialettali e battute eccezionali, riesce

ad attirare l’attenzione anche dei più svogliati.

Prof. Bovalino caput mundi! Per non parlare dell’unico e

“solo” prof. Gaetano Briguglio che tra libri e giornali è su un altro

pianeta ma con la sua sconfinata cultura,

impartisce a noi alunni insegnamenti ineguagliabili.

Di certo non possono

mancare il “grande” prof Auteritano dall’assoluta passione per la nuova

tecnologia che tenta invano di coinvolgere gli alunni con

la sua fatidica domanda: “Allora ragazzi, chi vuole

partecipare al corso per la patente europea?” e lo

speciale prof. Scordino con i suoi sillogismi che fanno

girare la testa a mezza scuola.

E poi cari lettori, sapete chi sono le Reggio’s teachers? Le professoresse Latella, Iero e De Fontes, giovani, intelligenti e stra puntuali,

che partono dalla stazione, ogni mattina, con una

velocità supersonica per arrivare a scuola in soli

quattro minuti, una perfetta

maratona!! Ma i professori Chilà e

Spanò sono i docenti più stravaganti e innovativi dell’intero liceo che con

orecchino e all stars (converse) sono

simpaticissimi e più colti che mai!

La vicepreside inoltre, Prof. De Angelis, sembra una

donna d’affari, super impegnata tra le sue

straordinarie lezioni di filosofia e l’organizzazione

dell’orario scolastico. E il prof Scabellone lo

conoscete? È un vero e proprio personaggio con il suo stile retrò, lo sguardo

ammaliante, che nelle interminabili lezioni di

matematica attira

l’attenzione degli alunni con battute solitamente

incomprensibili. Non posso fare a meno di nominare le tre charlie’s angels, professoresse

Crupi, Aversa e Cotroneo, famose per il look davvero

fashion e la capigliatura sempre perfetta. Con

assoluta disperazione ci appelliamo alle supreme guerriere: Basta debitiiiii! Ovviamente conoscete fin troppo bene l’originale mix

dell’accento albanese, francese e calabrese della prof. Campagna, esigente

con i suoi alunni ma straordinariamente

comprensiva. Termino il mio resoconto con colei che è uno dei

pilastri portanti dell’istituto,per esperienza e

preparazione,la prof Antonia Montagna,che con gli insegnamenti di chimica e biologia stimola sempre

piu’ il nostro interesse (salvo quando rubano gli

organi del corpo umano,sito nel “nuovo” laboratorio).

Purtroppo lo spazio concesso non mi consente di scrivere ancora, ma la

cosa a cui tengo maggiormente, apparte il sarcasmo e lo scherzo è

rivolgere a tutti gli

IRENE PAPAS Irene Lelekou, meglio conosciuta come Irene

Papas è un’attrice teatrale e cinematografica greca che ha costruito con oltre settanta film una carriera

cinquantennale, collaborando con artisti del calibro di Anthony Quinn e Marlon Brando. L’attrice nasce a Chiliomodi, nei dintorni di Corinto il 3

settembre 1926 e a 12 anni entra a far parte della

scuola d’arte drammatica della sua città. Più tardi si trasferisce ad Atene per

studiare teatro. Negli anni seguenti si afferma come attrice teatrale e diviene

famosa per i ruoli femminili nei drammi di Sofocle ed

Euripide.Nel 1953 approda in Italia sul grande schermo

con “le infedeli” di Mario Monicelli.Nelo steso tempo

rimane in contatto con il regista greco Micheal

Cacoyannis che la invita ad Hollywood e qui comincia

la collaborazione con il cinema americano . Ottiene un ruolo in “Zorba il Greco” a fianco di Anthony Quinn, subito dopo torna in Italia ed interpreta la parte di

Penelope nello sceneggiato televisivo “Odissea” di

Franco Rossi ridistribuito in versione cinematografica e

ridotta a 105 minuti dai 440 originali divisi in otto parti e intitolata “Le avventure di

Ulisse”. In questi anni avrà anche una relazione

sentimentale con Marlon Brando, alla fine della

stessa i due rimarranno in buoni rapporti per molto

tempo. Negli anni 80 partecipa al film “Tutto in

una notte “ di John Landis e al film “Cronaca di una morte annunciata” di

Francesco Rosi. Da citare in questo periodo la collaborazione musicale

con Vangelis e la produzione di due album

“Odes” del 1980 e

“Rapsodies” del 1986. Durante gli anni 90 si

trasferisce in Portogallo dove lavora con Manoel de Oliveira e con John Madden

nel non eccellentissimo “Mandolino del Capitano Corelli”. Nel 2004 ha co -

diretto con Giuliana Berlinguer “Ecuba” dal testo

teatrale di Euripide. Nel 2005 ha diretto, con

assoluto riconoscimento di critica e pubblico,

“Antigone” di Sofocle al teatro greco di Siracusa.

Giovanni Prestia II A

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MISTER E MISS...BRONZI DEL CLASSICO Sabato 15 marzo il nostro liceo dà prova della forte americanizzazione e da buoni teenagers siamo chiamati agli oneri della patria, perciò ai voti! In

gioco le sorti dell'istituto, si devono eleggere Mr e Mrs Classico. Consistente è il dispiacere in vista della mancata propaganda,

d'altronde essendo 500 i candidati le elezioni

sarebbero state posticipate. Le urne vengono chiuse.

Inizia il conto alla rovescia fino a mercoledì 19, giorno

della proclamazione. Si ipotizzano i vincitori,

nascono le prime voci di corridoio, ciò nonostante tutto in dubbio! C'è chi da poca importanza a questa "carica", chi già prepara il

discorso di ringraziamento, chi vota e fa votare un

proprio conoscente, per finire c'è chi sente la

competizione e il trono vuole guardarselo bene, ma i nostri reali tronisti vantano una fama ancor più grande quelli di Uomini e Donne e spodestarli non è semplice! Arriva il giorno della festa

organizzata da Jacopo Macrì, Rocco Mollace,

Carlo Previte e Giuseppe

Romeo presso i locali del Rikaroca, con la presenza alla consol di Mr FerdY Dj.

Si rendono finalmente pubblici i fantomatici

vincitori, le luci soffuse, la musica crea la suspence, i presenti che osservano, ed ecco che il vocalist Emiliano

annuncia i vincitori. Lucia Condemi e Francesco

Stefàno salgono sul palco e tra imbarazzo una e

fermezza l'altro, accolgono gli applausi del pubblico e la gioia dei loro amici. A conti fatti le imminenti

elezioni politiche perdono di importanza se accostate a

questo grandioso evento...Torniamo un pò

con i piedi per terra ragazzi, e a questi ghirigori diamo

meno peso, perchè svagarsi è lecito, ma una

volta chiuse le danze riprendiamo credibilità; in

fondo quella che non hanno mai perso Lucia e Ciccio

che semplici e ironici e con i loro difetti bene

rappresentano non un prototipo di fisicità ma un

modello di spontanea ironia.

Alessandra Denaro II A

È PRIMAVERA, SBOCCIANO I FIORI E FIORISCONO GLI AMORI Buongiorno a tutti cari

fanciulli.. siamo ormai giunti alla 3° edizione della

famigerata “caccia alle coppie”..

Era nostra intenzione concludere con una

scoppiettante 2° pubblicazione, ma, poiché i continui sbaciucchiamenti

all’interno del nostro istituto si ostinano ad aumentare,

siamo ben felici di procedere con questa

“avventura” . Sapevate che nella scuola c’è un

bravissimo batterista??? Ormai al termine della sua carriera di liceale, ma con

uno splendido futuro davanti grazie alle abili doti musicali, è innamorato da

tempo della giovane e solare solista del nostro

coro, anche lei esperta di musica: è infatti abilissima con la sua chitarra …non c’è che dire, la vostra è

indubbiamente una sintonia perfetta.. Uh!!!che sbadate

che siamo.!!! non c’eravamo accorte che c’e’

un altro super biondo nel liceo.. Ma sicuramente voi si! Firmato dai piedi alla

testa e dal fascino inconfondibile; e’stato

profondamente stregato da una fanciulla

amabile e paziente… Ma e’ proprio vero che sei così geloso?

Ricordati una cosa importante però: Frenesia,

gelosia ed eresia mai son sanate

per alcuna via.La lista non finisce mica qui:

persino l’impaginatore

del giornalino ha perso la testa per una meravigliosa donzella...non fa altro che

amoreggiare con la sua adorata,e gironzola per l’istituto con gli occhi a

cuoricino!☺ Ma i più chiccosi in assoluto sono due ragazzi,a dir poco conosciuti,che si lasciano e

si rincorrono continuamente,un invito disperato. Lui:prova a

trovare un paio di scarpe piu’alte.Lei:pur tremendamente

innamorata,non romperti più una gamba tanto non ti

raggiunge comunque. Siete stupendi!!

È già, proprio vero... la primavera è la stagione in

cui fiorisce l'amore!

Raffaella Griffo IIA Vittoria Scorda IIA

Alessandra Meleca I A

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NOI,GIOVANI CICERONI Il progetto “Alternanza

scuola-lavoro:guide turistiche” promosso dal

prof Scordino da due anni vede gli alunni delle classi

del liceo protagonisti nell’opera di riscoperta e

valorizzazione della cultura e delle tradizioni della

nostra terra magno greca. E’ un cammino a tappe che, attraverso percorsi storici, incontri con esperti, visite

guidate nei centri di interesse turistico, ha come obiettivo quello di temprare

nuove giovani guide, preparate, accoglienti ed intraprendenti. Siamo dei

piccoli Ciceroni, che vogliono aprire le piccole porte della nostra terra al mondo. Per far amare la Locride è indispensabile che anche noi impariamo ad amarla e per amarla

dobbiamo conoscere i suoi paesaggi, la sua cucina, il

suo sole, il suo mare, la sua gente, ripercorrendo le

tracce della nostra storia millenaria. Dobbiamo

chiamare la nostra terra per nome e cognome, i suoi monti, le sue fiumare, le sue vallate, i suoi golfi, le sue chiese, i suoi parchi, i

suoi musei ci devono essere familiari, e

dobbiamo essere orgogliosi di essere suoi figli. Questo progetto ci ha entusiasmati

perché è un modo alternativo di “fare scuola”, è la scuola che esce dalle

mura dell’edificio per andare ad incontrare il

territorio e si apre al mondo

dei grandi e al mondo del lavoro. Non più la storia che

parla di noi, ma noi che parliamo della storia. E’ un

modo divertente per mettersi in gioco e allargare

i nostri orizzonti. La domanda è: una volta che

ci saranno le guide turistiche, ci saranno anche

i turisti?

Domenico Siciliano II E Marta Maiolo II A

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“IL FISCHIO GIA’ SI SENTE, IL FUMO GIA’ SI VEDE” Questo articolo è stato scritto per l’edizione del mese di aprile, mese nel quale il venticinquesimo

giorno è ricordato come “la festa della Liberazione “. Si celebra la data nella quale l’Italia esce dal secondo

conflitto mondiale e si libera definitivamente del fascismo

e del nazismo. Sebbene sottolinei la negatività dei

due regimi dittatoriali, i protagonisti della storia che sto per descrivervi non sono né partigiani, né americani, né rappresentano qualsiasi

altra forza di resistenza contro Mussolini ed Hitler.

Gli eroi sono gli italiani stessi e precisamente due italiani

fascisti o almeno componenti dell’esercito italiano che sottostavano

agli ordini del Duce. Il protagonista, in particolare è un uomo che ho conosciuto molto bene: il suo nome era Commisso Filippo. Filippo, in quel periodo era un ragazzo

come noi, in altre circostanze, avrebbe potuto

frequentare il primo liceo della nostra scuola. Si

trovava a Lecce da 18 mesi, obbligato a prestare servizio

militare. In Calabria c’era una ragazza che amava,

Maria, e per lei sperava di ricevere al più presto il

congedo per fare ritorno a casa. Il congedo non arrivò,

giunse invece una lettera che gli imponeva, senza

fornire motivazioni, di recarsi insieme ai suoi commilitoni a

Genova. Giunto in Liguria apprese che l’esercito

fascista, inviato dal Duce in Etiopia, stava subendo numerose sconfitte, per

questo il distaccamento di Filippo fu costretto a partire per l’Africa per sostenere l’azione bellica. Così nel

settembre del 1934 a bordo della nave “Sardegna”

Filippo salpò per l’Africa.

Molti furono i pensieri che gli attraversarono la mente, tutti

rivolti alla sua amata terra Calabria e soprattutto a

Maria. Egli che giovanissimo non aveva mai partecipato ad un combattimento ora si vedeva costretto ad essere gettato in una vera e propria guerra, in un paese straniero distante migliaia di chilometri

da casa. Giunti in Africa i soldati si stabilirono in Libia fino al 20 dicembre, data del trasferimento , per mare, in

Eritrea. Ad Asmara l’esercito passò sotto la guida del capitano Passeri e dei

tenenti Oliva e Matrubonu. Questi lo guidarono fino a Macallè davanti al futuro

successore di Mussolini al governo: il generale

Badoglio. Filippo sostenne la fatica di un lungo viaggio e conobbe innumerevoli volti e nomi non partecipando, fino a quel momento, ad

alcuna battaglia. Le vicissitudini iniziarono

quando l’esercito marciò attraverso i monti Orcamba,

Ambaradamba e San Pellegrino. Nessuno di loro, nemmeno Badoglio avrebbe

potuto ipotizzare che i nemici fossero appostati in

agguato dietro le insenature e le rocce. Infatti, appena l’esercito si trovò a metà

strada, la resistenza africana li attaccò alle spalle. La battaglia fu durissima e

sanguinosissima, Filippo vide per la prima volta la

morte. Molti furono i caduti, sia dall’una che dall’altra parte. Filippo vide morire

molti compagni. Alla fine del massacra gli italiani

riportarono la vittoria sul nemico. L’esercito

programmò di sostare presso un cantiere italiano: i soldati credevano che giunti

lì finalmente dopo tanto vagare, avrebbero avuto la possibilità di riposarsi. In

realtà quando arrivarono sul luogo dove doveva erigersi

un cantiere, trovarono soltanto fiamme, rottami e

morte. Interrogati i sopravvissuti, Badoglio e i suoi vennero a sapere che la resistenza, la sera prima, con un attacco a sorpresa,

aveva distrutto tutto e ucciso quasi tutti gli italiani che vi lavoravano. Passando in

rassegna i cadaveri Filippo notò due corpi vicini, uno di

uomo e l’altro di donna. Volle conoscere l’identità di

quello femminile, considerato che , a parte le donne africane, non c’erano

italiane sul posto. La risposta non si fece

aspettare: la donna era la moglie del capocantiere,

l’uomo accanto a lei il marito. Un uomo raccontò a

Filippo che il rumore dell’attacco nemico aveva

fatto svegliare il capocantiere che, afferrata

la pistola, fece partire accidentalmente un colpo

contro la consorte, provocandone la morte.

L’uomo si sarebbe tolto la vita per la disperazione.

Il giorno seguente l’esercito di Badoglio si diresse verso Addis Abeba, luogo in cui si unì alle truppe del generale

Graziani. Ora era necessario sostenere le battaglie finali e

decisive, che avrebbero consentito di annettere

l’Etiopia all’Italia. L’esercito italiano disponeva di un aeroplano, il pilota del distaccamento era Tito

Minniti, Filippo lo conobbe. Dopo le stragi a cui aveva

assistito non aveva intenzione di perdere ancora

altri amici, per non doverli piangere, oppure, perché

no, essere pianto. L’esercito etiope si trovava dietro

alcuni colli,non conoscendone la posizione

esatta Graziani ordinò a

Minniti di sorvolare la zona per localizzare i nemici. Il

pilota in volo venne abbattuto dagli africani. Tito non morì precipitando, ma ferito fu fatto prigioniero e torturato, morendo così dissanguato. Graziani

localizzate le basi nemiche, ordinò di lanciare il gas, neutralizzando l’esercito

africano e consegnando la vittoria all’Italia.

Nel settembre 1935 per Filippo finì la guerra in

Etiopia. In Africa egli visse un anno all’insegna della

sofferenza della disperazione, della morte.

Sotto il comando del maggiore Scappini , Filippo fece ritorno in Libia con il

suo distaccamento. Scappini, recatosi alla

caserma militare generale, chiese la possibilità di

rientrare in Italia per le sue truppe.

Filippo era immerso nei suoi pensieri, ricordando tutti i

momenti che aveva vissuto e le persone che aveva conosciuto in un anno di

guerra, quando il maggiore giunse davanti all’esercito pronunciò una frase che rimase impressa nella

memoria di Filippo “Il fischio già si sente, il fumo già si vede” Con queste parole

Scappini alludeva alla nave che avrebbe riportato gli uomini in Italia, a casa. Filippo tornò in Italia il 5 ottobre 1935, diede le

dimissioni a Fossano. Tornò in Calabria, sposò Maria

dalla quale ebbe cinque figli: Giuseppe, Teresa,

Vincenzo, Cosimo e Mario. Da quel giorno cercò di

dimenticare gli orrori della guerra, vivendo attraverso la famiglia i momenti più belli

della sua vita.

Vincenzo Belcastro III A

[email protected] 6

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TU CHIAMALE, SE VUOI, EMOZIONI!!

La mia generazione ancora non esisteva, quando

Battisti saliva sul palcoscenico e cantava con quel suo particolare timbro

di voce , creando una perfetta sintesi fra la canzone italiana e

l’espressione della cultura rock. Eppure mi sono

accorta che, come me, molti giovani accendendo lo stereo insieme a Vasco e a

Liga, ascoltano anche Battisti. Spiegare il perché è

semplice: le sue canzoni sono belle!!!

Il cantante ha messo, nella sua storica collaborazione con Mogol, la sua creatività musicale al servizio delle

piccole emozioni quotidiane. Ed è proprio in

ciò che si nasconde l’essenza del suo successo!

Battisti racconta i primi amori, le gioie e le paure, le

speranze di ragazzi e di ragazze. Sentimenti questi

che, nonostante il trascorrere degli anni, continuano ad essere sempre uguali. Ed è

incredibile come possa toccarti la sua musica. Ti

rendi conto che molte delle sensazioni che provano i

protagonisti dei suoi testi, tu già le conosci e ti vengono i brividi. Difatti a circa dieci anni dalla sua morte ci

sono gruppi musicali che ripropongono le sue

canzoni, vari remakes e sono state prodotte

antologie che contengono inediti (LB – Lucio Battisti 98; Lucio Battisti 2000; Battisti 2003; Pensieri,

Emozioni collection 2003; Le avventure di Lucio

Battisti e Mogol 2002; Le avventure di Battisti e

Mogol 2005; Battisti Panella - il cofanetto 2006; Lucio

Battisti 2007).

Antonella Mercuri I A

GERACE: NIDO DELLA NOSTRA STORIA Cari lettori, nello sfogliare il quarto numero del nostro

stimato giornalino, leggerete, se vi va, questo altro articolo

che dal titolo stesso riconduce ad una relazione

riguardante una visita di istruzione . Giorno 4 aprile

alcuni alunni del nostro liceo si sono recati a Gerace per

visitarla e conoscerne le bellezze storico religiose; accompagnati dai nostri docenti e guidati dagli

studenti dell’Istituto d’Arte di Locri, nell’ambito delle

giornate organizzate dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) ,

abbiamo visitato inizialmente “la madre di tutte le chiese ortodosse” dedicata a San Giovannino, ancora oggi, dopo secoli e secoli , è

utilizzata per le celebrazioni di rito ortodosso. Ciò che colpisce subito di questa

chiesa è il suo essere uno spazio molto piccolo ma che

affascina perché, almeno secondo me, è come se al

suo interno racchiudesse un grande mistero. Dal punto di

vista strutturale è molto semplice e, come normale che sia sono stati eseguiti

dei lavori di ristrutturazione , in particolare è stata creata l’attuale entrata centrale, che originariamente non

c’era perché murata e ve ne erano soltanto una sul lato

sinistro della chiesa; anche

il tetto ed il pavimento hanno subito delle modifiche , però si è cercato di riproporli con lo stesso stile di un tempo. La seconda tappa è stata la

chiesa di San Francesco ormai sconsacrata e

sottoposta anch’essa ad alcuni lavori di

manutenzione: al suo interno sono stati esposti i lavori

degli alunni dell’Istituto d’Arte ispirati alle decorazioni degli atti notarili e gioielli antichi.

Dopo averli ammirati ci siamo diretti verso il posto più spettacolare, almeno a mio parere, di Gerace, “La cripta della fede”! Ecco la definirei proprio così. La

cripta della cattedrale, per l’occasione , è stata adibita a

Museo. In essa sono stati esposti antichi paramenti

sacri utilizzati in particolare dai vescovi e dai presbiteri

della Locride.: oltre ai

paramenti vi erano anche arredi sacri, ,crocefissi,

calici, pissidi, libri antichi, alcuni risalenti all’epoca

bizantina. Si può dire che il nucleo di attenzione di

questa visita è stata proprio tale cripta , luogo misterioso

e ricco di “Storia”!

In seguito siamo andati a visitare una mostra, di riproduzioni di utensili

antichi, organizzata sempre dall’Istituto d’arte. Le ultime due tappe sono state due

chiese, entrambe non complesse dal punto di vista

strutturale , ma ricche di rappresentazioni artistiche.

La prima di queste due chiese è stata “L’Oratorio dell’Addolorata”, qui mi è rimasto impresso il soffitto

barocco al cui centro è dipinta una croce avente una struttura a coda di rondine e decorata al suo interno con

simboli della passione di Cristo.

L’ultima tappa è stata la chiesa di Sant’Anna: ciò che in essa ha attirato subito la mia attenzione è stata la

statua di Santa Veneranda, che teneva in mano la bibbia ed il crocefisso. Vedendola

mi chiedevo; “Cos’è il mistero della vita?” Cosa

differenzia questa generazione da quelle

passate? Beh la risposta naturalmente è soggettiva, anche perché è legata al

credere in una entità superiore. Al termine di questa visita, dopo aver

scattato qualche foto ricordo, ci siamo recati a i pullman

che ci hanno ricondotto davanti la scuola. Ritengo

che a Gerace le associazioni culturali, il comune, il FAI, si

siano bene adoperati per salvaguardare le ricchezze

storiche presenti nel territorio e mantenere “vivi” il legami

con il nostro passato storico, religioso e culturale. Mi

auguro vivamente che tale iniziativa, allargandosi

sempre più, contribuisca a diffondere l’idea di un futuro

dipendente sempre ed in ogni caso dalle vicende

“eterne”del passato.

Maria Cristina Malgeri V C

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QUELL’ALFABETO COSI’ SCONOCIUTO No, non starò qui a tenere

lezioni di lingua italiana. Né altre, se è ciò che avete

pensato. Non ho intenzione di interpretare il ruolo di

un’insegnante, nossignore. Ho un solo, unico, scopo. Combattere una malattia

mortale: l’ignoranza. Perché tiro in mezzo l’alfabeto, vi starete

chiedendo. Perché è ora di fare le presentazioni.

Potrà non essere piacevole, ma non è il caso di tirarsi

indietro. Dunque, guardatelo bene, eccolo qui.

A come Anoressia, B come Bulimia…DCA come Disturbi

da Comportamento Alimentare.

Coloro che ne soffrono sono un numero sempre

maggiore. Già otto anni fa l’Aba (associazione per lo

studio e la ricerca sull’anoressia, la bulimia e i

disordini alimentari) evidenziava che l’1% della

popolazione italiana soffriva di anoressia e la percentuale

saliva al 3 % parlando di bulimia. La situazione oggi è

tutt’altro che migliorata. Sebbene di recente i mass media si siano interessati

alla causa, la disinformazione tocca

ancora livelli preoccupanti. E’ opinione comune che i disturbi alimentari siano “capricci” da cui si può

guarire armandosi di una buona dose di pazienza e

forza di volontà. Li si guarda in modo distorto vedendoli

come veri disturbi dell’appetito, mentre la

natura di queste patologie è molto più devastante,

purtroppo spesso irrimediabile la loro

conclusione. L’anoressia nervosa è descritta

solitamente analizzando il suo etimo ( dal greco an

“senza” e “orexis” appetito)dimenticando che questo

comportamento esprime una mancanza di appetito per la

vita e non per il cibo. Contrariamente a quanto si crede, infatti, gli anoressici

sonno ossessionati dal cibo: sviluppano una sorta di

delirio di onnipotenza che credono di realizzare

privandosi del cibo, avendo così l’impressione di

esercitare un dominio completo sul proprio corpo. I

luoghi comuni sono caratteristici anche dell’aura

creatasi attorno al tema della bulimia, che da

tantissimi è considerata la malattia degli ingordi che , posseduti da un’inumana

voracità, divorano cibo fino all’inverosimile per poi

vomitare tutto subito dopo. In realtà essa, assieme

all’anoressia, è una muta richiesta di aiuto, che nasce

dal bisogno e dall’incapacità di ricevere amore. Sia la bulimia che

l’anoressia presentano caratteristiche comuni (il rifiuto del cibo nel proprio

stomaco), ma al contempo si differenziano in modo

abissale sotto altri punti di vista: ad esempio gli

anoressici si riconoscono “a colpo d’occhio” mentre i comportamenti bulimici

possono rimanere facilmente nascosti.

A queste due patologie si aggiunge l’obesità nel

quadro dei disturbi alimentari, l’elenco però non

termina qui. Esistono, infatti, mali

psicogeni di cui pochissimi sono a conoscenza.

• il BINGE EATING

DISORDER ( o “disturbo da alimentazione incontrollata”):

è caratterizzato dalla presenza di ricorrenti

abbuffate, non accompagnate però da

alcuna strategia di compensazione (vomito

autoindotto, abuso di lassativi, attività fisica

esasperata) come invece avviene nella bulimia nervosa. Coloro che

soffrono di questo disturbo non riescono a controllare l’impulso di alimentarsi. La

sensazione di perdita di controllo genera un forte

senso di colpa, che può di conseguenza scatenare depressione dovuta ad

insoddisfazione corporea. • La NIGHT EATING

SYNDROME (o “sindrome da alimentazione notturna) scoperta dallo psichiatra

americano Albert Stukard, è caratterizzata da anoressia mattutina, iperfagia serale

ed insonnia. Tre studi (comportamentale,

neuroendocrino e sulla perdita di peso corporeo) hanno dimostrato come nelle persone affette da

NESvi sia un’inversione del ritmo ormonale notte/giorno (cioè tra melatonina – che

influisce sul sonno - e leptina che influisce

sull’appetito-) affiancato da un crollo dell’umore durante

i risvegli. • Il DIETING (o “dieta

cronica”): è un disturbo che implica un’attenzione costante alla dieta , un

esasperato controllo del peso ed un’oppressiva angoscia ogni qualvolta

questo varia. Chi ne soffre vive una vita normale (sebbene il concetto di “normalità” sia alquanto

ambiguo), polarizzando però ogni attenzione verso la cura

esasperata del peso. Gli EDNOS (o “disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati”)

sono patologie che tendono a rimanere latenti e a

cronicizzarsi, sono

caratterizzati da variazioni comportamentali che

spaziano dall’anoressia alla bulimia e comprendono

anomalie che non sono state ben delineate, come ad

esempio la sindrome “mastica e

sputa” (CHEWING AND SPITING SYNDROME): chi ne soffre passa gran parte del suo tempo a masticare grosse quantità di cibo che poi non vengono deglutite . Sono malattie gravi, mortali,

di cui televisioni e radio parlano solo in occasione di

casi eclatanti. E’ ancora molto difficile capire e spiegare cosa siano

realmente i DCA. Fa male, ma bisogna ammettere la

propria ignoranza. Perché si sa poco o niente di tutto

questo. Come non si sa che l’85% dei centri ospedalieri

convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale per le terapie occorrenti è situata nel centro e nel nord Italia –

forza, da bravi terroni è d’obbligo emigrare! – oppure che l’attesa per un ricovero in una di queste strutture

può arrivare a superare i sei mesi – tanto passano in fretta – o che per guarire completamente da queste

malattie possono occorrere anche più di dieci anni –

quando va bene. E comunque i segni di questa

sofferenza rimarranno in ogni caso impressi a fuoco sul corpo e nell’anima. In questo caso l’ignoranza

mette i brividi…e non è un modo di dire! Ai bambini si insegna a farsi coraggio ,

che l’uomo nero non esiste. Gli si insegna a dominare le

proprie paure con la razionalità. Allo stesso modo

il mostro dei DCA va combattuto. Con

l’informazione. Perché non mieta più vittime. Perché

nessuno è un isola in balia delle onde. A volte serve

solo che qualcuno ti ricordi di credere in te stesso.

Marika Morabito II C

Valentina Giardino I A

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E SE UN GIORNO SCOPRISSI CHE LUI E’ UN VAMPIRO? Se ci viene chiesto di

proporre un libro,noi ne abbiamo addirittura tre da

suggerire che ci hanno tenute letteralmente incollate

alle pagine dall’inizio alla fine:”Twilight”,”New moon” ed “Eclipse”. L ’incompiuta quadrilogia della scrittrice

americana Stephenie Meyer vede protagonista del suo

primo capitolo Isabella Swan:una diciassettenne

figlia di due divorziati che,trasferitasi a Forks,il

paesino sperduto dove vive il padre,incontra qualcosa,o

meglio qualcuno(uno stupendo qualcuno!)che le cambierà la vita. Essendo una nuova arrivata in una

piccola cittadina,la dolce,timida e goffa Bella è

praticamente una celebrità a

cui non sembrano interessati solo Edward Cullen e i suoi

fratelli dalla pelle diafana e gli occhi ambrati.

Inizialmente Edward sembra incomprensibilmente odiare la ragazza,ma tutto cambia il

giorno in cui lui la salva misteriosamente da un incidente mortale. Dopo

varie avventure e disavventure,indagini e la scoperta di una leggenda

degli indiani Quileute,ormai pazzamente innamorata(e sinceramente chi non lo

sarebbe?)Bella scopre che il suo Edward è un vampiro. Pur non avendo la certezza

di poter resistere ai suoi istinti di vampiro,il ragazzo decide di abbandonarsi ai

suoi sentimenti per Isabella. La terribile esperienza che seguirà rischierà di dividerli per sempre,ma… Per non anticipare molto a chi non avesse avuto ancora la

fortuna di leggere questi tre libri,abbiamo scritto solo del

primo capitolo della quadrilogia. Vi

consigliamo,però,di leggerli perché finalmente abbiamo

trovato dei libri che raccontano di un amore adolescenziale senza

essere banali(ogni riferimento ad altri libri o

persone è puramente casuale…). Intanto

aspettiamo il quarto ed ultimo libro della saga che verrà pubblicato in America solo ad agosto,e confidiamo nell’autrice che sicuramente sarà capace di emozionarci

ancora una volta.

Maria Antonietta Amato Alba Coniglio V C

“GOMORRA”: IL RACCONTO DELL’ONNIPOTENZA DELLA CAMORRA “Gomorra” di Roberto

Saviano può essere definito una lunga ed accurata descrizione del potere

economico e sociale della camorra, l’organizzazione

criminale che ha ai suoi piedi l’intera Campania. Una situazione, questa, che

ricorda molto quella della nostra regione, piegata

anch’essa dalla prepotenza mafiosa. Saviano in questo libro ci racconta la struttura dell’economia camorrista ,

strettamente legata a quella campana. Il traffico di droga , ad esempio, organizzato con

precisione impeccabile, è radicato soprattutto nei

quartieri periferici di Napoli, dove la disoccupazione , che

supera la media nazionale porta molti giovani a

diventare spacciatori. La mancanza di lavoro però, ci

spiega Saviano, non è l’unico motivo che spinge

questi ragazzi ad abbracciare la criminalità. I

bambini, infatti, crescono con il mito del camorrista,visto come un imprenditore di

successo, capace di avere tutto ciò che desidera: ville

lussuosissime , soldi a

palate, ma prima di tutto il rispetto, quello conquistato

con le pistole e l’arroganza di chi si sente più forte. Lo

stesso autore ci racconta un episodio della sua infanzia ,

legato proprio alla larga diffusione di questo concetto. Il padre un mattino lo svegliò

presto, dicendogli di raggiungere la spiaggia. Qui aveva organizzato una sorta

di tiro al bersaglio, per insegnare al figlio ad usare

la rivoltella: il piccolo Roberto, ad otto anni,con

una pistola in mano, si sentì in dovere di centrare

l’obiettivo per ricevere i complimenti del padre.

Saviano poi scava ancora nel suo passato e ci lascia senza parole di fronte alla concezione di uomo, che il padre cercava di inculcargli

con questa cantilena: “Robbè, cos’è un uomo con la laurea e con la pistola?” “Uno stronzo con la pistola” “ Bravo. Cos’è un uomo con la laurea e senza pistola?”

“ Uno stronzo con la laurea” “Bravo. Cos’è un uomo con la laurea e con la pistola?”

“ Un uomo , papà!” “ Bravo Robbertino!”

E’ proprio l’uomo con la laurea e la pistola il simbolo

dell’impero economico che la camorra è riuscita a costruire in tutti questi anni: un uomo capace di combinare affari

internazionali ma, allo stesso tempo, capace di mettere mano ad un revolver per

farsi rispettare e temere da tutti. La violenza , quella che

ogni anno in Campania fa centinaia e centinaia di mori ammazzati, si affianca alla

corruzione, presente in molti, troppi ambienti politici: essa

si infiltra nei consigli

comunali dei piccoli paesi e delle grandi città, portando

avanti i suoi piani illeciti. Tra questi c’è l’affare dei rifiuti: scorie radioattive, scarichi industriali provenienti dal Nord Italia ed ogni tipo di

scarto, vengono riversati in Campania , avvelenandone i territori e condannandone a morte la gente, destinata ad ammalarsi di tumore. Uno

scandalo senza fine, insomma, che Saviano ha

sentito l’esigenza di raccontarci, per invitarci ala

riflessione e farci comprendere il degrado

civile in cui viviamo. Scrivere “Gomorra”per

l’autore ha significato anche ricevere minacce di morte .

Niente però è andato perduto: dal libro sono stati

tratti uno spettacolo teatrale, che ha girato l’Italia con

grande successo di pubblico e un film di prossima uscita. Qualcosa si è mosso nella coscienza della gente e questo deve essere solo

l’inizio del cammino verso la legalità.

Veronica Ricupero V A

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Venerdì 28 Marzo insieme alla classe I C e ad alcuni componenti di tutte le altre prime del nostro Liceo ci

siamo recati a Cosenza per visitare la sede della

redazione di Calabria Ora e la sede di RAI Calabria, in

relazione al progetto “ ALTERNANZA scuola-lavoro: informazione-

comunicazione” curato dai professori Auteritano, Latella e Scordino. Il viaggio verso

Cosenza è stato un po’ lungo ma anche ravvivato

continuamente da fantastici cori e tante risate. Arrivati

verso le ore 11:00 alla sede della redazione di “Calabria

Ora”, siamo stati subito accolti dal dott. Pollichieni,

direttore del giornale, insieme ai suoi collaboratori. L’incontro è stato aperto da

Pollichieni il quale ci ha subito introdotto nel mondo di

una redazione attiva che si occupa di notizie provenienti

da tutta la regione grazie anche all’attività delle altre

redazioni sparse nei più

importanti paesi della Calabria. Il lavoro inizia la mattina molto presto e si

conclude a tarda sera. Una delle maggiori difficoltà per

un quotidiano che deve trovarsi nelle edicole di tutta

la regione è quello della distribuzione,problema dovuto soprattutto alla mancanza di strade

adeguate al breve tempo disponibile. Fondamentale è la scelta dei titoli e sottotitoli dei vari articoli e anche delle

foto e immagini, perché devono sia spiegare in

poche parole il contenuto dell’articolo sia perché

devono invogliare il lettore a leggerlo.

Il ruolo predominante all’interno della redazione è

svolto dagli impaginatori: sistemare i vari articoli all’interno del giornale, valutare quale articolo

inserire in prima pagina, scegliere le varie immagini collegate agli articoli e ogni

cosa deve essere inoltre collocata relativamente alla

sua importanza. Decisivo è il compito delle

agenzie di stampa che forniscono in tempo reale notizie sempre nuove, tra

queste une delle più importanti è l’ANSA.

Un’informazione che ha colpito molto tutti e che

perciò la maggior parte di noi ricorda è stata quella fornita

dal direttore: “ per fare il giornalista non è necessario

saper scrivere bene!”…..questa frase ha

acceso la speranza di molti!!! Infatti chi lavora nella

redazione di un giornale svolge tanti altri compiti

come impaginare,scegliere notizie e immagini e quindi

raramente scrive articoli. Nel pomeriggio abbiamo visitato

la sede di RAI Calabria, dove un operatore, alquanto simpatico e, oseremo dire, un po’ traumatizzato dallo scorrere troppo veloce del tempo, ci ha mostrato le

varie sale di lavoro, spiegandoci nello stesso

tempo la funzione di ognuna. Siamo partiti dalla

regia del TG regionale, dove più persone svolgono

contemporaneamente ruoli diversi. Poi ci ha fatto vedere

lo studio del Tg, dove in diretta sono presenti il

giornalista, che deve seguire gli ordini del regista, e

l’eventuale ospite. Nella sala montaggio vengono

preparati i servizi in modo che possano essere

trasmessi in breve tempo.

Molto interessante è stata la visita nella parte radiofonica

dello studio. La televisione come la radio sono molto legate al fattore del tempo. Infatti la loro è una continua lotta contro il

tempo: devono essere pronti per andare in onda all’orario

prestabilito e in un determinato intervallo di tempo devono riuscire a

trasmettere tutte le notizie previste.

Ovviamente il meglio di noi stessi è stato dato all’enorme centro

commerciale METROPOLIS, dove abbiamo pranzato, qui

siamo riusciti persino a superarci: infatti in meno di mezz’ora siamo riusciti a

mangiare qualcosa e girare contemporaneamente il 70% del centro commerciale!!! Il

nostro unico grande rammarico è quello di non

aver portato con noi 10.000 carte di credito per

approfittare dell’occasione! La giornata è stata molto interessante grazie alle

nuove notizie che abbiamo appreso , ma anche

movimentata e piena di allegria, soprattutto per merito dei nostri mitici

prof……..in particolar modo per il prof Scordino,che tra una battuta e l’altra ha reso

spassosissimo ogni incontro!!!!!

Alessandra Meleca IA

Fabiana Totino I A

CULTURA E SHOPPING A COSENZA!!!

ASSEMBLEA ALL’INSEGNA DEL FOLK A parte le stravaganti feste d’istituto, era da un bel po’

che non si assisteva ad un’assemblea così

divertente e speciale. Ad animarla sono stati Gli

Scarma, ovvero un gruppo musicale di giovani ragazzi, provenienti dal comune di

Mammola, rappresentanti di una nuova generazione di musicisti folk calabresi. Il

gruppo era così composto: Carmelo Scarfò al basso,

Marco Modica al violino, Giuseppe Costa alla

batteria, Francesco Scarfò alla chitarra e le vocalist

Antonia e Giovanna Scarfò. Attraverso le loro canzoni Gli Scarma, sono riusciti a coinvolgerci tutti. C’era chi

si limitava solamente a muovere a ritmo il piede, chi invece si è lanciato

proprio in pista scatenandosi, e non

dimentichiamo, gli spettatori

extra che pur non pagando, hanno assistito ugualmente

con grande piacere ed interesse allo spettacolo. Mi sto riferendo a due donne

che con in braccio un bambino assistevano curiose affacciate al

balcone dirimpetto alla scuola.

È ormai da tanti anni che gli Scarma condividono con piacere questa passione.

Loro suonano di tutto, dalla

tarantella alle sublimi sinfonie di Beethoven,

passando per l’elettricità psichedelica di Hendrix, la

fumosità di Marley e la carica del “metallo

pesante”. La loro bravura oltre tutto li ha fatti

partecipare a più di cento concerti tra Calabria, Sicilia

e Lazio, riuscendo addirittura a conquistare la

vittoria in alcuni festival.

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ORIZZONTALI 1. Breve riunione 8. Egli poetico 10. Spiritello dell’aria 11. E’ coperto dall’esca 13. Relazione sessuale fra consanguinei 15. Formano l’età 17. Paradiso terrestre 18. Oliare 22. Pesce dal dorso blu e dalle carni pregiate 23. Si ripete nella valle 25. Nome di donna 27. Requiescant in Pace 28. Parte inferiore del pistillo 30. Cotone pregiato 32. Ormai 33. In gergo, indica un tipo alla moda 34. Associazione Nazionale Marinai Italiani 36. Punteggio in una gara sportiva 38. Pungente, penetrante 40. Extremely High Frequency 41. Subdolo intrigo

VERTICALI 1. Guida turistica redatta in varie lingue 2. Insenatura costiera 3. Una metà di ieri 4. Divinità greche vendicatrici dei delitti 5. Piccala imbarcazione a vela da regata 6. Pettegolezzo 7. Famoso per la sua arca 8. Prefisso per sangue 9. Il proprio essere nella coscienza che ha di sé 11. Simbolo chimico dell’Astanio 14. Tipo pieno di idee originali 15. Antico tribunale ateniese 16. Famoso infuso 19. Stato finale di beatitudine per gli asceti buddisti 20. Concedere generosamente 21. Il dio sole per gli egizi 24. Insetto o microspia 26. Serpe d’acqua 29. Due romano 31. Statua votiva di giovinetta 33. Ferrovie delle Stato 35. Manifatture Cotoniere Meridionali 37. Interazione che esprime perplessità 39. Enna per l’ACI

Marika Morabito II C

REBUS

Marika Morabito II C

CRUCIVERBA

Frase ( 9;9 ) Frase ( 3;5;2;5 )

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REDAZIONE Belcastro Vincenzo III A Griffo Raffaella II A

Meleca Alessandra I A Ricupero Veronica V A

Polifroni Rita III B Commisso Serena II B

Severo Alice V B Bruzzaniti Mario Leo IV B

Morabito Marika II C Frascà Francesco V D

Lacopo Kathryn II E

REDAZIONE VERSIONE ON – LINE E GRAFICA Sansotta Gianmarco V C Messina Nicolò V C Giardino Torchia Valentina I A

Sansotta Daria I A Meleca Alessandra I A

COMITATO DI REDAZIONE

VERSIONE CARTACEA Maiolo Marta II A - Vigliarolo Giuseppe II A - Denaro Alessandra II A - Scorda Vittoria II A

Marando Fabiana VB – Panetta Chiara VB Totino Fabiana IA - Sansotta Daria IA - Furina Sonia IA - Russo Martina IA - Cheren Serena IA

Mercuri Antonella IA - Martina Racco IA - Codespoti Davide IA Strangio Bruno VD - Catalano Paolo VD

Tallura Claudia IVB - Zappavigna Martina IVB - Liliana Barillaro IVB Florio Giovanna VA - Spataro Jordan VA

Amato Maria Antonietta VC - Papalia Azzurra VC - Coniglio Alba VC - Malgeri Maria Cristina VC Meleca Vincenzo VC

Englen Stefania IIB - FemiaValentina IIB Siciliano Domenico IIE

VIGNETTISTI Speziale Maria Teresa IA Meleca Alessandra I A Morabito Marika II C Giardino Torchia Valentina I A

Maria Teresa Speziale I A

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